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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Luglio 2012
GLI EUROPEI GUIDANO LA RICERCA SULLE ENERGIE RINNOVABILI  
 
 Bruxelles, 16 luglio 2012 - Il bisogno di aumentare le fonti di energia rinnovabile è importante per i cittadini europei. La necessità di garantire una più sicura fornitura e di accrescere la competitività nel mercato regionale rende questo bisogno ancora più impellente. In aiuto a questo tentativo interviene il progetto Scalenano ("Development and scale-up of nanostructured based materials and processes for low cost high efficiency chalcogenide based photovoltaics"), che ha ricevuto oltre 7,5 milioni di euro nell´ambito del tema "Energia" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. I partner che partecipano a Scalenano stanno lavorando allo sviluppo della generazione di elettricità fotovoltaica (Fv), in modo specifico utilizzando pannelli solari per convertire la radiazione solare in elettricità basandosi su tecnologie avanzate a film sottile. Ricercatori e attori industriali attualmente costruiscono le celle solari in silicio usando attrezzature complesse, che comprendono processi sottovuoto, alte temperature e camere bianche. Uno degli inconvenienti dell´utilizzo di queste attrezzature è che richiedono grandi investimenti. Risulta quindi fondamentale la generazione di celle solari ad alta efficienza più economiche. Il Novel Nanostructured Thin/thick Film Processing Group presso l´Università di Nottingham nel Regno Unito sta partecipando al progetto Scalenano. "Poiché la fornitura globale di combustibili fossili sta diminuendo, la capacità di generare energia sostenibile diventerà assolutamente fondamentale," ha detto la professoressa Kwang-leong Choy, a capo del gruppo per l´Università di Nottingham. "Generare elettricità convertendo la radiazione solare in energia elettrica potenzialmente ci fornisce una fonte illimitata di energia." "Al momento, la produzione di celle solari al silicio prevede l´uso di attrezzature complicate, processi sottovuoto e camere bianche che fanno aumentare molto il costo delle celle Fv. Collaborando con partner accademici e industriali in tutta Europa, noi siamo fiduciosi che riusciremo a trovare un modo efficiente in termini di costi per fabbricare celle solari ad alta efficienza, che porteranno benefici alle aziende e alle famiglie in tutto il mondo." Secondo i ricercatori, i problemi associati alle celle solari a film sottile commercializzate attualmente derivano dai materiali depositati sulle celle su grandi superfici, oltre alle limitate scorte di indio, che è usato nel processo di produzione. I ricercatori di Nottingham hanno affermato di essere al lavoro per fare progressi partendo dai risultati già ottenuti nel campo delle tecnologie delle celle solari a film sottile. Essi stanno anche prestando particolare attenzione alla risoluzione del problema relativo all´uniformità e all´applicazione di alternative all´indio per sviluppare celle solari sostenibili e ad alte prestazioni. "Il lavoro che la professoressa Choy e il suo team stanno facendo nel campo della tecnologia fotovoltaica è un ottimo esempio di come innovazioni sviluppate da ricercatori all´Università di Nottingham possono portare benefici potenzialmente enormi all´industria," ha commentato Mike Carr, direttore del Business Engagement presso l´Università di Nottingham, riferendosi al progetto Scalenano. "Noi diamo sempre il benvenuto alla possibilità di incontrare aziende che sono interessate allo studio di modi in cui poter lavorare assieme per commercializzare idee e lanciare sul mercato nuovi prodotti." Scalenano è iniziato nei primi mesi del 2012 e si concluderà nel 2015. Al progetto come partner partecipano 13 tra istituti di ricerca, università e aziende in Europa. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Nottingham: http://www.Nottingham.ac.uk/  Scalenano: http://www.Scalenano.eu/    
   
   
DAGLI EDIFICI EFFICIENTI AI PANNELLI SOLARI UN MILIONE DI EURO PER CHI RISPARMIA ENERGIA FIRMA DELL’ACCORDO TRA AFE E BCC DI IMPRUNETA  
 
Firenze, 16 luglio 2012 - Un milione di euro. Questa la cifra che la Bcc di Impruneta mette a disposizione per la realizzazione di progetti per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. Finanziamenti a tassi agevolati di cui potranno beneficiare: gli enti locali soci dell’Agenzia, soggetti privati o enti che raggiungono accordi con la Provincia di Firenze o con uno degli altri proprietari dell’Agenzia. Illustrate in conferenza stampa il 12 luglio, le linee degli interventi finanziabili, tra i quali operazioni per le rinnovabili e l’incremento di efficienza, l’edilizia ecologica, il risparmio idrico, la mobilità sostenibile. L´agenzia fiorentina per l’energia vaglierà le domande e guiderà le istruttorie tecniche, ed il suo parere sarà vincolante per l´erogazione del prestito. Possibili beneficiari, gli enti locali soci dell´Agenzia, o privati o enti che raggiungano accordi con la Provincia di Firenze o uno degli altri proprietari dell´Agenzia. “E´ fondamentale investire nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili, nei settori chiave dell’edilizia, dei trasporti, della produzione industriale. I rendimenti sono nell´ordine delle due cifre, e i guadagni economici e ambientali sono tali da far ripartire in modo virtuoso la nostra economia acciaccata dalla crisi. Sono orgoglioso del ruolo che l´Agenzia Fiorentina per l´Energia sta riuscendo a ricoprire” afferma Sergio Gatteschi, Amministratore di Afe. Per Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze, la riapertura di linee di credito per investimenti “è un fatto concreto: e la politica ha bisogno di concretezza. La Provincia, attraverso la sua partecipata, dimostra di essere una risorsa importante per rimettere in moto lavoro e occupazione”. Mentre Stefano Romanelli, Presidente della Bcc conclude dicendo che “la Bcc Impruneta ha come vocazione statutaria la promozione del territorio in senso sostenibile: non solo guarda all´economia del luogo, ma sostiene i progetti finalizzati al miglioramento ambientale. Per questo la Bcc Impruneta, come tutte le altre banche di Credito Cooperativo, è una banca che sostiene concretamente l´energia ‘pulita’ e l’efficienza energetica”.  
   
   
 AL VIA IL TAVOLO TECNICO REGIONE MARCHE-API. INSEDIAMENTO E CALENDARIZZAZIONE DEGLI INCONTRI. GIÀ DALLA PROSSIMA RIUNIONE DEL 25 LUGLIO SI ENTRERÀ NELLA VALUTAZIONE DI IPOTESI DI PRATICABILITÀ NEL SETTORE DELL’EOLICO E DEL FOTOVOLTAICO.  
 
 Ancona, 16 luglio 2012 - Si è insediato il 12 luglio il tavolo tecnico Regione –Api, lo strumento di dialogo e confronto proposto dall’assessore al Lavoro Marco Luchetti per valutare tutte le azioni dirette alla migliore applicazione dell’obiettivo 6 dell’accordo sulle fonti rinnovabili firmato lo scorso anno, in particolare per definire un piano alternativo condiviso che possa condurre a nuove attività industriali in grado di mantenere gli attuali livelli occupazionali. Nel corso della riunione l’assessore Luchetti ha proposto una prima calendarizzazione degli incontri che vede come termine ultimo la metà di novembre per avere a disposizione un ventaglio progettuale concreto e fattibile. Ma già dal prossimo 25 luglio, data della prossima riunione, si vaglieranno ipotesi di praticabilità a cominciare dai settori individuati dell’eolico e del fotovoltaico. Massima apertura da parte dell’Api, attraverso le parole dell’Amministratore delegato Giancarlo Cogliati e di Elisabetta Ferrari di Api Nova Energia , alla collaborazione e disponibilità su altri versanti produttivi innovativi e sulla ricerca in collaborazione anche con l’Università. Era presente infatti anche l’economista Donato Iacobucci dell’Università Politecnica delle Marche che ha la delega del trasferimento tecnologico del know how della ricerca e innovazione dell’Ateneo e che cura il portale internet Innovazione Marche. Il tavolo tecnico è formato per la Regione Marche da Rolando Amici – dirigente attività produttive; Antonio Minetti – dirigente Ambiente e Energia; Fabio Montanini – dirigente Lavoro; Raffaele Cerulli – esperto della Presidenza per la green economy; Stefano Recchi – funzionario Attività produttive. Per l’Api, dai direttori Egidio Labanca – Api Nova Energia; Marco Vitali –Api Nova Energia; Pasquale Palumbo – Api Raffineria; Paolo Ciccarelli – Api Energia. Si è infine convenuto che il tavolo potrà essere integrato da esperti con competenze specifiche da Regione, Api e Università nei diversi settori individuati su cui verteranno i prossimi incontri.  
   
   
ELETTRODOTTO ALIANO-TITO: TUTTO FERMO, SI VALUTA SE E COME FARLO INFONDATE E A TRATTI IRREALISTICHE TESI SU PRESUNTI “COMPLOTTI” PER PREDETERMINARE SCELTE.  
 
Potenza, 16 luglio 2012 - Il progetto dell’elettrodotto Aliano-tito viene vagliato dalla Regione Basilicata con il consueto atteggiamento di serenità e rigore a cui, purtroppo, corrispondono episodi fortunatamente isolati di insinuazione e maldicenza. Nel caso specifico nessun incontro “non ufficiale” si è svolto tra Terna Spa e uffici Regionali, e non c’è nessun intento di ”pre determinare pareri favorevoli”. Allo stesso modo l’obiettivo del Dipartimento è quello di individuare le modalità con cui la realizzazione di tutte le opere connesse alle attività umane sia possibile con la piena tutela dell’ambiente. Un incontro sul tema c’è stato, ed erano presenti il direttore generale del dipartimento, i sindaci di Pignola, Tito, Laurenzana e Abriola nonché il commissario del parco Appennino lucano, Val d´Agri e Lagonegrese e i dirigenti Terna. Contrariamente a quanto riferito dai soliti “bene informati”, non si sta lavorando a nessuna autorizzazione con determinazione dirigenziale, ma si è, invece, deciso di attivare un apposito tavolo di concertazione politica con i sindaci e lo stesso Parco Appennino Lucano per valutare impatti e ricadute dell´opera sul territorio e la stessa opportunità della sua realizzazione, avviando solo in seguito le analisi tecniche di dettaglio. L´opera, classificata come strategica, prevede il rafforzamento della rete di trasmissione elettrica ad alta potenza, interessa comuni delle 2 province, e riguarda aree di particolare valenza ambientale che riceveranno sicura tutela da tutti gli enti coinvolti. In ogni caso fuori da ogni realtà è l’ipotesi di tralicci “alti centinaia di metri” che rappresenterebbero qualcosa di puramente fantascientifico. Affermazioni, quelle contenute nella presunta “nota di denuncia” che definiscono un quadro di approssimazione, mancata conoscenza dei fatti, assenza di competenze, responsabilità e finanche senso della realtà che finiscono semplicemente col far perdere la funzione di interlocutori credibili a quanti le fanno, invece di contribuire in modo propositivo e attivo al confronto.  
   
   
CROAZIA, PROGETTI DI INVESTIMENTO NELLE FONTI RINNOVABILI  
 
Zagabria, 16 luglio 2012 - Nell´occasione della conferenza regionale sul settore energetico "Arena Energetica", svoltasi recentemente a Zagabria, il gruppo Div (produzione di viteria) che ha acquisito il cantiere navale di Spalato Brodosplit ha annunciato di aver intenzione di investire nel settore delle fonti rinnovabili di energia, nella produzione di macchinari/ attrezzature per la produzione di energia elettrica dalle fonti rinnovabili: navi specializzate, piattaforme off-shore, componenti per turbine eoliche off-shore e per turbine sottomarine, componenti per le turbine eoliche on-shore, componenti per centrali idroelettriche/a gas/di cogenerazione. Entro il 2017 è prevista l´installazione di parchi eolici con capacità complessiva da 400 a 600 Mw, sia on-shore che off-shore in Croazia.  
   
   
UE: EFFICIENZA ENERGETICA: RISTRUTTURAZIONE DI EDIFICI PUBBLICI E PIANI DI RISPARMIO PER LE UTILITY  
 
 Bruxelles, 16 luglio 2012 - L´accordo sulla proposta di direttiva sull´efficienza energetica dell´Ue votato dai deputati e dal Consiglio il 13 giugno è stato approvato dal comitato per l´energia il Giovedi. La direttiva introdurrebbe misure obbligatorie come ad esempio attraverso la ristrutturazione degli edifici pubblici e programmi di risparmio energetico per le utilities. Il voto in plenaria è prevista per settembre. Relatore del Parlamento europeo, Claude Turmes (Verdi / Ale, Lu), che ha condotto negoziati con il Consiglio, ha dichiarato: "La nuova direttiva sull´efficienza energetica sancisce l´obiettivo di efficienza del 20% per legge e prevede misure vincolanti che contribuiranno a colmare il divario che l´Ue deve vicino a raggiungere il suo impegno a ridurre il consumo energetico del 20% entro il 2020. Ancora più deve essere fatto per colmare questa lacuna. Ottenere il risparmio energetico l´obiettivo Ue ha senso, non solo per migliorare la nostra sicurezza energetica e gli obiettivi del cambiamento climatico, ma anche più ampia senso economico, perché può stimolare l´attività economica e creare milioni di posti di lavoro, pur abbassando le bollette energetiche per le imprese e le famiglie e ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di energia ". Ristrutturazione degli edifici - La direttiva impone agli Stati membri per rinnovare il 3% della superficie totale di "edifici riscaldati e / o raffreddato possedute ed occupate dal loro governo centrale" (servizi amministrativi le cui competenze coprono l´intero territorio di uno Stato membro). Ciò si applica agli edifici con un "metratura utile totale" di oltre 500 m², ea partire da luglio 2015, di oltre 250 m². Tuttavia gli Stati membri sarebbe anche in grado di utilizzare mezzi alternativi per raggiungere un risparmio energetico equivalente, ad esempio completa ristrutturazione. Sistemi di efficienza energetica per le utility - Imprese energetiche di cui alla direttiva avrebbe dovuto ottenere un "cumulativa degli usi finali obiettivo di risparmio energia" entro il 2020. Questo obiettivo dovrebbe essere almeno equivalente a realizzare nuovi risparmi, ogni anno a partire dal 2014 al 2020, del 1,5% delle vendite annuali di energia ai clienti finali, in volume, e la media degli ultimi tre anni prima che la direttiva si effetto. Le vendite di energia utilizzata nei trasporti potrebbero essere esclusi e vie alternative per conseguire risparmi energetici equivalenti a quanto è consentito, a condizione che venga mantenuta l´equivalenza. Diagnosi energetiche - Tutte le grandi imprese sarebbero tenuti a sottoporsi a un audit energetico. Questi controlli dovrebbero iniziare entro tre anni dall´entrata della direttiva in vigore e deve essere effettuata ogni quattro anni, da esperti qualificati e accreditati. Clienti di fatturazione per consumi reali - Per aiutare i clienti a risparmiare energia, i fornitori dovrebbero garantire, entro il 1 ° gennaio 2015, che le informazioni siano accurate e fatturazione basata sul consumo effettivo. Bills sarebbe arrivato almeno due volte l´anno, o trimestrale, su richiesta. Promuovere l´efficienza in riscaldamento e raffreddamento - Gli Stati membri dovranno effettuare e notificare alla Commissione una "valutazione globale", entro il dicembre 2015, delle possibilità di applicazione di cogenerazione ad alto rendimento e il teleriscaldamento e raffreddamento efficienti. Ai fini della presente valutazione, gli Stati membri dovranno effettuare una analisi costi-benefici - una proposta introdotta dai deputati - il loro territorio in base alle condizioni climatiche, di fattibilità economica e di idoneità tecnica. Finanziamento impianti - I deputati hanno anche proposto di istituire strutture di finanziamento per misure di efficienza energetica. Gli Stati membri dovrebbero facilitare la creazione di questi impianti o l´uso di quelli esistenti. Obiettivi comunitari e nazionali - La direttiva stabilisce misure comuni per garantire che l´Ue realizzi progressi verso il suo obiettivo principale di utilizzo di energia del 20% in meno entro il 2020. Ciascuno Stato membro sarebbe impostare il proprio obiettivo e presentare un piano nazionale di azione per l´efficienza ogni tre anni, nel 2014, 2017 e 2020. La Commissione europea dovrà valutare, entro giugno 2014, i progressi compiuti. La risoluzione è stata adottata con 42 voti a favore, astenuti nessuno contrari e 2 Le prossime tappe - Il voto in plenaria è prevista per settembre. Dettagli delle altre misure proposte e possibili esenzioni sono inclusi in una nota informativa dettagliata (vedi link a destra.)  
   
   
UE: UN AIUTO DI € 7.800.000 PER CANTIERI DANESI E COSTRUTTORI SPAGNOLI  
 
Bruxelles, 16 luglio 2012 - Oltre € 7,8 milioni gli aiuti comunitari per aiutare i lavoratori disoccupati in Danimarca e Spagna a riqualificarsi e trovare un nuovo lavoro è stato approvato dalla commissione per i bilanci Giovedi. Il denaro sarebbe venuto dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg). La Danimarca ha applicato nel mese di ottobre 2011 gli aiuti del Feg per finanziare la formazione per 550 cantieri ridondanti licenziati dal cantiere Odense Steel lavorare in altri settori, compresa la tecnologia di energia, paesaggio e della robotica. L´aiuto del Feg totale di € 6.455.104 e Odense e dei comuni Kertermide contribuirebbe un ulteriore € 3.475.826. I cantieri dell´Ue hanno perso quote di mercato rispetto ai concorrenti asiatici per decenni, in un mercato mondiale che la recessione si è ridotto del 20% tra il 2008 e il 2009. La Spagna ha chiesto nel dicembre 2011 gli aiuti del Feg per aiutare i 320 lavoratori licenziati da imprese edili di piccole dimensioni nella regione di Aragona per trovare nuovi posti di lavoro. L´aiuto del Feg ammonterebbero a 1.300.000 €, e Aragona contribuirebbe un ulteriore € 700.000. In Aragona, costruzione posti di lavoro del settore dovute alla recessione rappresentavano il 15% di un aumento complessivo del totale disoccupati da 40.000 nel 2008 a 100.000 nel 2011. Aragona ha già fatto altre due domande di aiuto Feg, per i lavoratori in esubero automotive e retail. L´applicazione della Danimarca è stata approvata con 28 voti a favore, 4 contrari e nessuna astensione. Spagna è stata approvata con 29 voti a favore, 4 contrari e nessuna astensione. Il Parlamento metterà le domande di aiuti sarà sottoposto a un voto in plenaria nel mese di settembre.  
   
   
ABITARE SOCIALE: LUNEDI´ 16 CONVEGNO A VILLA MALFITANO A PALERMO  
 
 Palermo, 16 luglio 2012 - In Italia 4,6 milioni di famiglie abitano in case in affitto e altre 3,1 milioni abitano in case non di loro proprieta´; mentre crescono vertiginosamente gli sfratti l´offerta di alloggi in locazione da persone giuridiche e´ limitata ed e´ costituita in gran parte da alloggi di edilizia residenziale pubblica. In Sicilia ci sono molte famiglie, soprattutto quelle appena costituite, quelle monoreddito, ed altri soggetti come gli studenti fuori sede, quelli con bisogni abitativi temporanei, che, se adeguatamente sostenuti economicamente, potrebbero acquistare una abitazione. Il Social Housing e´ un approccio innovativo volto a superare quello tradizionale dell´edilizia residenziale pubblica, con un intervento, caratterizzato da un mix sociale di funzioni e di offerta abitativa pubblica/privata. "Abitare sociale in Sicilia" e´ il tema del convegno che affrontera´ e illustrera´ la molteplicita´ degli aspetti della questione, alla luce del recente finanziamento voluto dalla Regione. I lavori si terranno a villa Malfitano a Palermo con inizio alle ore 9,30. Saranno aperti dall´assessore per il Territorio e l´Ambiente, Alessandro Arico´; interverra´ l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao; saranno conclusi dall´assessore per le Infrastrutture e la Mobilita´, Andrea Vecchio. Nel corso della mattinata sono previsti interventi di Riccardo Ursi, associato di diritto Amministrativo dell´universita´ di Palermo, Roberto Cassata, di Unicredit Sicilia, di Paola Del Monte, della Cassa depositi e prestiti, e di Anna Pasini, della Fondazione Housing Sociale di Milano.  
   
   
OLTRE 14 MILIONI PER AIUTARE IL PAGAMENTO DEGLI AFFITTI IN PIEMONTE  
 
 Torino, 16 luglio 2012 - E’ di oltre 14 milioni di euro la somma messa a disposizione dei Comuni per sostenere le fasce più deboli della popolazione nel pagamento degli affitti. La Regione, anche in assenza di un adeguato finanziamento statale, sopperisce così al fabbisogno totale comunicato dai Comuni assicurando la copertura del 39% della richiesta. Sono stati circa 700 i Comuni che hanno aderito al fondo di sostegno alla locazione e 16.191 le domande pervenute tramite gli appositi bandi comunali. In particolare, rispetto all’anno precedente, sono 42 i nuovi Comuni aderenti all’iniziativa. Alcune realtà locali hanno deciso di introdurre un cofinanziamento con risorse proprie, che ammontano complessivamente a circa 500mila euro. “In un momento di forte preoccupazione economica - osserva il vicepresidente e assessore all’Edilizia residenziale, Ugo Cavallera - la Regione si fa parte attiva nel sostenere le categorie più deboli al fine di garantire il diritto alla casa ed ha disposto di provvedere ai versamenti delle somme ai Comuni entro la fine di luglio, affinché gli stessi provvedano quanto prima a soddisfare le aspettative dei cittadini che hanno richiesto il sostegno”. Questa la suddivisione dei contributi su base provinciale: Alessandria 1670 domande per 1.241.700 euro, Asti 780 per 582.430 euro, Biella 303 per 218.600 euro, Cuneo 1566 per 1.132.200 euro, Novara 807 per 666.800 euro, Torino 10.234 per 9.638.000 euro, Vco 361 per 313.000 euro, Vercelli 490 per 371.000 euro.  
   
   
AREA MURGIANA, DEFINITO IL PERCORSO OPERATIVO PER AFFRONTARE LA CRISI IL SOTTOSEGRETARIO DE VINCENTI INCONTRA LE REGIONI PUGLIA E BASILICATA  
 
Roma, 16 luglio 2012 - Le difficoltà economiche e sociali del territorio murgiano, colpito anche dalla crisi del mobile imbottito, sono state l’oggetto di un incontro che si è tenuto il 12 luglio al Ministero dello Sviluppo Economico. All’incontro, presieduto dal Sottosegretario Claudio De Vincenti, hanno partecipato la Vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone e l’Assessore al Lavoro della Regione Basilicata Vincenzo Viti. La riunione è servita a mettere a punto il seguente percorso operativo: 1. Le Regioni interessate approveranno le integrazioni alle delibere di riconoscimento di area di crisi complessa, previste al comma 4 dell’art. 27 del Dl Sviluppo. 2. In un incontro con il Ministero del Lavoro ed Invitalia , fissato per il 27 luglio al Mise, verranno trattati i problemi relativi agli ammortizzatori sociali e saranno definiti, con apposita intesa, modalità e tempi per l’elaborazione di un progetto di riconversione e riqualificazione dell’area murgiana coerente con il citato Dl. Le Regioni, con Invitalia, procederanno ad elaborare i contenuti del progetto che- entro fine settembre- sarà oggetto di valutazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. 3. La definizione del progetto e degli strumenti operativi per la sua attuazione costituisce la condizione fondamentale per la definizione di un accordo di programma complessivo.  
   
   
A MILANO 18 ATTIVITÀ ECONOMICHE PARLANO (QUASI SOLO) STRANIERO DALLA FABBRICAZIONE E VENDITA DI TAPPETI, AGLI INTERNET-POINT, AL COMMERCIO AMBULANTE. MA ANCHE ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO, ATTIVITÀ DI TRADUZIONE E PULIZIA E GRAZIE ALLA PRESENZA DI DONNE IMPRENDITRICI, 2 CENTRI DI BENESSERE SU 3 HANNO UN PROPRIETARIO NON ITALIANO.  
 
Milano, 16 luglio 2012 - Sono 18 le attività economiche a Milano in cui la maggioranza dei titolari è rappresentata da cittadini non-italiani, un dato che in 10 casi supera il 60%: dalla fabbricazione di tappeti e moquette (dove gli stranieri rappresentano il 94,1% delle imprese), alle altre attività di telecomunicazione (come i posti telefonici pubblici e gli internet-point: 73,6%), ai servizi dei centri per il benessere fisico (69,2%: 213 su 308), alle confezioni di articoli di abbigliamento (69,1%) fino alle attività di traduzione ed interpretariato (65,8%). L’imprenditoria straniera rimane invece ancora assente in 57 attività economiche milanesi come, tra le altre, il settore dell’editoria, l’allevamento di bovini, equini e di pollame, la coltivazione di uva e di agrumi, le scuole guida e le assicurazioni. Complessivamente le imprese con titolare straniero sono 23.479, il 20% del totale milanese di ditte individuali. Tra le principali nazionalità, primi gli egiziani con 4.939 imprese (il 21% del totale), seguiti dai cinesi (3.767), dai rumeni (2.120) e dai marocchini (1.757). Tra i settori, oltre 1 impresa su 10 è legata al settore edile di completamento e di finitura degli edifici attività (3.436 su 23.479 imprese: il 14,7%). Seguono il commercio al dettaglio ambulante di prodotti tessili (1.550), i ristoranti e le attività di ristorazione mobile (1.087) e le attività di pulizia (894). Per quanto riguarda le imprese straniere “rosa”, quelle dove le imprenditrici straniere rappresentano la maggioranza sono quasi tutte legate alla cura della persona (servizi dei centri per il benessere fisico, commercio di cosmetici, lavanderie, parrucchieri). Sono questi alcuni dati che nascono da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano, attraverso il Lab Mim, su dati Infocamere e relativi alla ditte individuali presenti a Milano al 2011. L’imprenditorialità straniera a Milano
Prime 5 attività straniere Prime 5 attività a maggioranza “straniera” (settori con almeno 15 imprese totali) Prime 5 attività straniere per presenza rosa (settori con almeno 10 imprese con titolare straniero)
Altri lavori di completamento e di finitura degli edifici (3.463, 14,7%) Fabbricazione di tappeti e moquette (94,1%) Servizi dei centri per il benessere fisico (72,8%)
Commercio al dettaglio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento e calzature (1.550, 6,6%) Altre attività di telecomunicazione (es. Posto telefonico pubblico, Internet Point) (73,6%) Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi specializzati (70%)
Commercio al dettaglio ambulante di altri prodotti (1.123, 4,8%) Servizi dei centri per il benessere fisico (69,2%) Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia (68,1%)
Ristoranti e attività di ristorazione mobile (1.087, 4,6%) Confezione di articoli di abbigliamento (escluso abbigliamento in pelliccia) (69,1%) Servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici (65,8%)
Attività di pulizia e disinfestazione (894, 3,8%) Traduzione ed interpretariato (65,8%) Commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento in esercizi specializzati (61,2%)
Fonte: elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Infocamere Tutti I Dati Della Ricerca Le attività economiche a maggioranza “straniera”. Sono 18 le attività a Milano in cui la maggioranza dei titolari è rappresentata da cittadini non-italiani (concentrandosi solo su quelle attività con almeno 15 imprese complessivamente). In 10 attività la percentuale di titolari stranieri è poi oramai superiore al 60%: al primo posto abbiamo la fabbricazione di tappeti e moquette che vede la pressoché esclusiva partecipazione di imprenditori stranieri (94,1% del totale: 16 imprese su 17), seguono le altre attività di telecomunicazione (come i posti telefonici pubblici e gli internet-point) in cui la presenza di stranieri raggiunge il 73,6%% del totale (438 imprese su 595). Seguono i servizi dei centri per il benessere fisico (69,2%: 213 su 308), le confezioni di articoli di abbigliamento (69,1%), le attività di traduzione ed interpretariato (65,8%), il commercio all’ingrosso di abbigliamento e di calzature (63,5%), la pulizia non specializzata di edifici (62,1%), e il commercio al dettaglio ambulante di altri prodotti (61,4%). Complessivamente le imprese con titolare straniero sono 23.479, il 20% del totale milanese di ditte individuali. Le attività principali degli imprenditori stranieri a Milano. Oltre 1 impresa su 10 con titolare straniero a Milano è legata al settore edile di completamento e di finitura degli edifici attività: 3.436 su 23.479 imprese (il 14,7%). Seguono il commercio al dettaglio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento e calzature (1.550, 6,6% del totale), il commercio al dettaglio ambulante di altri prodotti (1.123, 4,8%), i ristoranti e le attività di ristorazione mobile (1.087, 4,8%) e le attività di pulizia (894, 3,8%). Tra le principali attività anche la costruzione di edifici residenziali e non residenziali (835, 3,6%), bar (825, 3,5%) e il trasporto di merci su strada (794, 3,4%). Le attività principali “rosa” degli imprenditori stranieri a Milano. Le imprenditrici straniere donne rappresentano a Milano la maggioranza tra gli imprenditori stranieri in 15 attività (concentrandosi solo su quelle attività con almeno 10 imprenditori stranieri). Tra queste, la principale è quella legata ai servizi dei centri per il benessere fisico, dove le donne sono il 72,8% del totale (155 su 213 imprese con titolare straniero), seguita dal commercio al dettaglio di cosmetici e di articoli di profumeria (70%), dalle lavanderie (68,1%) e dai parrucchieri (65,8%: 275 su 418). Le donne straniere rappresentano la maggioranza anche nel settore delle pubbliche relazioni e comunicazione (9 su 15: il 60%). Le attività in cui gli stranieri sono (quasi) assenti. Tra le attività con almeno 15 imprese, sono complessivamente 57 quelle in cui ci sono solo imprenditori italiani o dove comunque l’incidenza degli stranieri è inferiore al 3%. Tra queste, le principali sono legate alla coltivazione di uva e di agrumi, alle assicurazioni e alle attività di recupero crediti, alla fabbricazione di computer, alla editoria, così come alla fabbricazione di medicinali e preparati farmaceutici, all’allevamento (sia di bovini, che di cavalli o di pollame), a quelle di mediazione mobiliare, alla manutenzione e riparazione di autoveicoli e alle attività di scuola guida. Le prime 10 nazionalità non italiana per numerosità di imprenditori a Milano (al secondo trimestre 2011)
Nazionalità Totale imprese % sul totale di imprese straniere Uomini titolari Donne titolari
Egitto 4.939 21,0% 4714 225
Cina 3.767 16,0% 2083 1684
Romania 2.120 9,0% 1854 266
Marocco 1.757 7,5% 1547 210
Albania 1.229 5,2% 1117 112
Peru´ 1.001 4,3% 725 276
Bangladesh 887 3,8% 841 46
Ecuador 732 3,1% 565 167
Senegal 616 2,6% 592 24
Brasile 481 2,0% 361 120
Fonte: elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Infocamere Le 18 attività a maggioranza “straniera” a Milano (al secondo trimestre 2011) (settori con almeno 15 imprese totali)
Categoria % di imprese straniere sul tot. Imprese Straniere Imprese totali
Fabbricazione di tappeti e moquette 94.1% 16 17
Altre Attività Di Telecomunicazione 73.6% 438 595
Servizi dei centri per il benessere fisico 69.2% 213 308
Confezione Di Articoli Di Abbigliamento (Escluso Abbigliamento In Pelliccia) 69.1% 221 320
Traduzione E Interpretariato 65.8% 50 76
Commercio all´ingrosso di abbigliamento e di calzature 63.5% 492 775
Pulizia generale (non specializzata) di edifici 62.1% 556 896
Commercio al dettaglio ambulante di altri prodotti 61.4% 1.123 1.830
Commercio Al Dettaglio Al Di Fuori Di Negozi, Banchi E Mercati 61.3% 73 119
Commercio al dettaglio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento e calzature 61.0% 1.550 2.540
Commercio al dettaglio di tappeti, scendiletto e rivestimenti per pavimenti e pareti (moquette, linoleum) in esercizi specializzati 57.1% 20 35
Completamento E Finitura Di Edifici 57.0% 560 983
Telecomunicazioni 55.0% 11 20
Fabbricazione di articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria 55.0% 166 302
Altri lavori specializzati di costruzione nca 52.9% 193 365
Confezione di altro abbigliamento esterno 52.3% 348 665
Altri lavori di completamento e di finitura degli edifici 52.2% 3.463 6.638
Altre Attività Postali E Di Corriere 51.7% 203 393
Totale a Milano 20% 23.479 117.148
Fonte: elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Infocamere Le attività in cui sono concentrata più imprese con titolare non italiano a Milano (al secondo trimestre 2011) (settori con almeno 15 imprese totali)
Categoria Imprese straniere % sul totale imprese straniere
Altri lavori di completamento e di finitura degli edifici 3.463 14,7%
Commercio al dettaglio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento e calzature 1.550 6,6%
Commercio al dettaglio ambulante di altri prodotti 1.123 4,8%
Ristoranti E Attività Di Ristorazione Mobile 1.087 4,6%
Attività Di Pulizia E Disinfestazione 894 3,8%
Costruzione Di Edifici Residenziali E Non Residenziali 835 3,6%
Bar E Altri Esercizi Simili Senza Cucina 825 3,5%
Trasporto di merci su strada 794 3,4%
Tinteggiatura e posa in opera di vetri 674 2,9%
Rivestimento di pavimenti e di muri 630 2,7%
Completamento E Finitura Di Edifici 560 2,4%
Pulizia generale (non specializzata) di edifici 556 2,4%
Posa in opera di infissi 517 2,2%
Commercio all´ingrosso di abbigliamento e di calzature 492 2,1%
Altre Attività Di Telecomunicazione 438 1,9%
Totale a Milano 23.479 100%
Fonte: elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Infocamere Le attività in cui sono concentrata più imprese con titolare donna non italiano a Milano (al secondo trimestre 2011) (settori con almeno 10 imprese con titolare straniero)
Categoria Imprese straniere Imprese straniere con titolare donna % donna sul totale
Servizi dei centri per il benessere fisico 213 155 72,8%
Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi specializzati 30 21 70,0%
Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia 166 113 68,1%
Servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici 418 275 65,8%
Commercio all´ingrosso di profumi e cosmetici 21 13 61,9%
Intermediari del commercio di prodotti tessili, abbigliamento, pellicce, calzature e articoli in pelle 34 21 61,8%
Commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento in esercizi specializzati 353 216 61,2%
Attività di imballaggio e confezionamento per conto terzi 25 15 60,0%
Pubbliche relazioni e comunicazione 15 9 60,0%
Riparazione di altri beni per uso personale e per la casa 79 47 59,5%
Commercio al dettaglio di articoli di seconda mano in negozi 21 12 57,1%
Attività Di Consulenza Gestionale 14 8 57,1%
Attività di mediazione immobiliare 48 27 56,3%
Altri servizi di istruzione nca 27 15 55,6%
Alloggi Per Vacanze E Altre Strutture Per Brevi Soggiorni 18 10 55,6%
Totale a Milano 23.479 4.761 20,2%
Fonte: elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Infocamere
 
   
   
CULTURA. PRESENTAZIONE PROGETTO REGIONE-CONFINDUSTRIA VENETO  
 
Piazzola sul Brenta (Padova), 16 luglio 2012 - L’investimento in cultura come risorsa per le aziende e per il territorio: è questo il tema dell’incontro che si è svolto il 12 luglio a Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova), per iniziativa della Regione e di Confindustria Veneto. Sono intervenuti il vicepresidente della giunta regionale del Veneto, Marino Zorzato, e il presidente di Confindustria Veneto, Andrea Tomat. E’ stata l’occasione per fare il punto sul progetto comune “Industria e/è Cultura”, avviato dopo la firma di un protocollo d’intesa finalizzato alla valorizzazione del patrimonio culturale delle imprese venete e delle attività da esse svolta, oltre che alla promozione della cultura d’impresa in rapporto con le politiche culturali regionali. “Il Veneto – ha detto Zorzato – resta una delle regioni europee con i fondamentali economici ancora positivi. Soprattutto l’export è straordinario, con un valore di 50 miliardi di euro nel 2011, così come il turismo, con quasi 16 milioni di arrivi e 64 milioni di presenze. Export e turismo ottengono questi risultati perché rappresentano quanto il Veneto sa proporre in termini di qualità ed è su questa strada che dobbiamo proseguire perché continueremo a crescere se investiremo in qualità”. Questo – ha concluso Zorzato –si collega benissimo con il concetto di mecenatismo culturale. E il progetto avviato con Confindustria è una tessera del mosaico da costruire per mettere a sistema tutto ciò che riguarda la cultura. Il Veneto è infatti un territorio connotato da un importante e diffuso tessuto imprenditoriale e allo stesso tempo da una considerevole vocazione culturale. Per questo è stato ritenuto un caso esemplare anche per l’avvio di un progetto pilota di censimento delle attività di mecenatismo culturale realizzate dalle imprese venete, i cui risultati sono stati presentati oggi. Su 263 aziende a campione che hanno risposto ai questionari, risulta che 203 (il 77%) hanno effettuato investimenti in cultura. La quota maggiore di queste imprese (il 44%) è di piccola dimensione.  
   
   
MISSIONE IN TUNISIA DI IMPRENDITORI ABRUZZESI  
 
Pescara, 16 luglio 2012 - Una decina di imprenditori della provincia di Pescara e di Chieti, aderenti all´Associazione Pmi Abruzzomolise, ha partecipato alla seconda edizione del Tunisia Investiment Forum, il Forum di Cartagine, che ha riunito investitori, mass media, cariche istituzionali tunisine e rappresentanti delle diverse strutture coinvolte, ai vari livelli, nello sviluppo progettuale degli investimenti nel Paese nordafricano. La presenza della delegazione di imprenditori abruzzesi a Tunisi ha rappresentato il naturale seguito del Forum dello scorso aprile "Nuova Tunisia, nuove opportunità", organizzato nella sede di Montesilvano dalla stessa Pmi Abruzzomolise in collaborazione con la Fipa-tunisia, l´Agenzia per la promozione degli investimenti esteri, Assoartigiani Chieti-pescara, la Finapi ed il gruppo di consulenza internazionale A.e.m. Evento al quale prese parte anche Hechmi Chatmen, il delegato per l´Italia della Fipa che illustrò le opportunità di business in Tunisia e le agevolazioni offerte dal nuovo Governo per favorire gli investimenti degli imprenditori italiani. L´iniziativa è seguita con grande attenzione anche dalla Regione visto che il vice presidente ed assessore allo Sviluppo, Afredo Castiglione, anche attraverso Forumed, il Forum biennale del Mediterraneo, ha attivato una serie di azioni e di interventi tesi a favorire lo sviluppo delle relazioni all´interno del Mediterraneo. L´obiettivo della missione nella capitale tunisina per gli imprenditori aderenti a Pmi Abruzzomolise, come ha riferito il vice presidente ddell´associazione, Enrico Marasca, è stato, innanzitutto, quello di entrare in contatto con la nuova realtà politica ed imprenditoriale di questo Paese emergente che sta facendo leva su buongoverno e trasparenza per migliorare la sua immagine e la attrattività industriale agli occhi degli uomini d´affari di tutto il mondo. Al Forum di Cartagine hanno preso parte circa 1400 investitori. Castiglione, dal canto suo, nel ribadire, che "quella di Tunisi è stata davvero una grossa opportunità di conoscenza e di interrelazione per gli imprenditori abruzzesi", si dice "lieto del fatto che questa missione abbia anche permesso di scoprire la nuova mappa tunisina d´accoglienza degli Ide (Investimenti Diretti Esteri)". Infatti, grazie alle specifiche potenzialità ed alle infrastrutture in costante miglioramento, oggi le regioni tunisine sono più che mai pronte lanciarsi ed a fungere da piattaforma di sviluppo per le attività economiche. La Tunisia è consapevole di avere ormai un ruolo centrale ed ha stretto accordi commerciali molto interessanti con i paesi vicini. "Il mercato potenziale ha dimensioni ridotte - ha concluso il vice presidente - ma è ben inserito in una strategia più vasta, che comprende il Medioriente e il Nordafrica, strategia a cui gli investitori europei, italiani e abruzzesi in particolare sono molto interessati. Come Regione non possiamo che seguire gli sviluppi pronti a dare il nostro supporto istituzionale e di esperienze".  
   
   
MERCATO DELL’INOX A CACCIA DI OPPORTUNITÀ. L’EXPORT ITALIANO PROSEGUE ANCHE NEL 2012 IL TREND DI CRESCITA, NONOSTANTE CONSUMI E MARGINALITÀ COLPITI DALLA CRISI MONDIALE  
 
Brescia, 16 luglio 2012 - Mercato dell’inox alla ricerca di positività e ottimismo. Puntano a cercare di porsi nel punto di vista del bicchiere mezzo pieno gli operatori del mercato italiano degli acciai inossidabili, intervenuti nel corso della quinta edizione dello Stainless Steel Market Outlook di Siderweb. Il convegno ospitato nella splendida cornice di Villa Surre di Sarnico, ha visto moderati dal direttore di Siderweb Stefano Ferrari alternarsi gli interventi di Achille Fornasini (Siderweb), Gianfranco Tosini (Siderweb), Fausto Capelli (Centro Inox), Markus Moll (Smr) Luis C. Carmo (gruppo Cipa), Egidio Bini (Marcegaglia) e Vincenzo Mazzola (Schmolz + Bickenbach). L’incontro ha realizzato una fotografia puntuale del mercato italiano e internazionale dell’inox, dove l’Italia si pone al primo posto europeo e al quinto posto globale per volumi di produzione (5% del mercato mondiale) degli acciai inossidabili. Posizione mantenuta anche nell’odierna fase di mercato, nonostante la recessione che ha contagiato l’economia globale, con livelli di calo tutto sommato contenuti. Se i volumi hanno sostanzialmente mantenuto i livelli visti nel 2010-2011 lo stesso non si può dire per le quotazioni, come rimarcato dallo stesso Fornasini, che ha descritto come «appiattiti verso il basso» i prezzi, che attraversano una fase calante, in cui anche le materie prime risentono della riduzione nella richiesta, con ad esempio il nickel che «in un anno e mezzo ha visto dimezzare il proprio valore». Come già ricordato il mercato italiano è in tenuta ma tuttavia resta a livelli inferiori del 12% rispetto al livello record del 2006. Un dato che come rimarcato da Gianfranco Tosini rende evidente come il livello di utilizzo degli impianti «rimanga a livello mondiale al 65% della capacità produttiva, a cui si aggiunge il problema della compressione dei margini, che mette a rischio diverse realtà del comparto». Rischio che però come rimarcato da Fausto Capelli sembra non contagiare nicchie di mercato come quelle del farmaceutico e della ristorazione in cui si posizionano «nicchie come quelle della fitofarmaceutica, praticamente immuni alla crisi che mantengono negli ultimi tre-quattro anni crescite di fatturato compreso tra il 10% e 20%». Positiva secondo Capelli anche la ripresa nei consumi pro capite nell’anno in corso, tornati a 25 chilogrammi per persona e mantenendosi al primo posto in Europa. Il futuro dovrebbe rivelare due scenari invece secondo l’analista Markus Moll, scenari che vedono l’Europa crescere del 5% oppure ridurre di altrettanti punti percentuali il proprio livello di consumi nel 2013 a seconda della soluzione o meno della crisi dell’euro, dell’andamento delle elezioni americane e del recupero o della stagnazione dei consumi in Asia. Inoltre Moll ha rilevato come le aziende a livello globale stiano rinnovando i propri vertici puntando a strategie volte alla salvaguardia dei margini a costo di sacrificare i volumi. Il mercato italiano secondo gli operatori di Marcegaglia e Schmolz + Bickenbach pone maggiori opportunità per gli operatori del commercio, che in un regime di stock bassi possono cogliere migliori opportunità di fare business, anche se i problemi a cui si dovrà porre attenzione sono mancati pagamenti e marginalità risicate.  
   
   
A ROMA INCONTRO SU MOBILE IMBOTTITO: PUGLIA E BASILICATA AREE CRISI  
 
Roma, 16 luglio 2012 - La procedura di definizione dell’accordo di programma per il mobile imbottito del polo murgiano, non subirà ulteriori battute d’arresto, nonostante i vincoli imposti dal decreto Sviluppo di Monti. È quanto hanno ottenuto le Regioni Puglia e Basilicata nell’incontro del 12 luglio con il sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti, dopo i numerosi solleciti dei parlamentari pugliesi e lucani, dei sindacati e delle associazioni di categoria, Confindustria in testa. Per la Regione Puglia era presente la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone. “Le due Regioni – ha detto – si sono presentate dal sottosegretario De Vincenti sul piede di guerra. Sull’accordo di programma per il salotto si attende da tempo una risposta del ministero. All’inizio degli anni 2000 il polo murgiano era ai primi posti nel mondo per le esportazioni di mobili imbottiti. Oggi ha subito un tracollo: l’ultimo dato Istat disponibile ci dice che nel primo trimestre del 2012, a differenza di molti altri settori che presentano dati in forte ascesa, le esportazioni di mobili da parte della Puglia si sono ridotte del 13,9%”. “Allarmati dalla crisi del comparto – ha spiegato Loredana Capone - sin dall’inizio del 2011 abbiamo proposto al governo una bozza di accordo di programma. Si trattava di un testo elaborato d’intesa con le parti sociali. La Regione Puglia era disposta a sostenere l’accordo con 20 milioni di euro, ma dal ministero non è mai arrivata alcuna risposta. Più volte la Regione Puglia ha sollecitato la definizione dell’accordo, chiedendo al ministero a definire l’ammontare delle risorse finanziarie che, a sua volta, avrebbe dovuto mettere a disposizione, ma ogni richiesta purtroppo è caduta nel vuoto”. “Adesso – ha proseguito Loredana Capone - è intervenuto il decreto Sviluppo a complicare le cose. Secondo le nuove norme, perché il ministero adotti progetti di riconversione e riqualificazione industriale attraverso un accordo di programma, è necessario attendere un decreto ministeriale attuativo che fissi i criteri di individuazione delle aree di crisi complessa. Puglia e Basilicata tuttavia hanno tutti i requisiti per essere definite aree di crisi complessa di rilievo nazionale”. “Siamo riusciti ad ottenere dunque – ha chiarito Loredana Capone - che la procedura non si fermi prima che venga firmato il decreto. La disponibilità del governo in questo senso è merito della determinazione di Puglia e Basilicata. Oggi si è convenuto infatti che il 27 luglio si tenga un incontro presso il ministero dello Sviluppo economico anche alla presenza del ministro del Lavoro e di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d´ impresa. In questo incontro verranno trattati i problemi relativi agli ammortizzatori sociali e saranno definiti con apposita intesa sottoscritta - per finirla con le parole che hanno caratterizzato questi anni - modalità e tempi per l’elaborazione di un progetto di riconversione e riqualificazione dell’area murgiana, coerente con il decreto Sviluppo”. Le Regioni, con Invitalia, procederanno ad elaborare i contenuti del progetto che - entro fine settembre - sarà oggetto di valutazione da parte del ministero dello Sviluppo economico. “La presenza dell’Agenzia nazionale – ha concluso la vicepresidente - servirà a garantire che il ministero si impegni con proprie risorse e con una propria attività di ricerca di nuovi investitori, alla riqualificazione dell’area”.  
   
   
TORINO - IERI CONCORRENTI, OGGI PARTNER: LE RETI D’IMPRESA PRESENTANO I LORO SUCCESSI  
 
Torino, 16 luglio 2012 - Si è svolto il 12 luglio in Provincia di Torino il convegno “Successi in rete”, dedicato alle esperienze e alle prospettive delle reti d’impresa. Erano presenti rappresentanti delle associazioni datoriali, degli istituti di credito, del Ministero dello Sviluppo economico e della pubblica amministrazione. A rappresentare la Provincia di Torino, il presidente Antonio Saitta e l’assessore alle Attività produttive Ida Vana. L’attuale contesto economico e gli scenari internazionali impongono nuovi approcci imprenditoriali: nessuna impresa, a partire da quelle di ridotte dimensioni, può oggi illudersi di conservare né – tanto meno – di incrementare le proprie quote di mercato mantenendo inalterate le sue strategie produttive e relazionali. È un dato di fatto che le imprese inserite in sistemi di networking sono più competitive di quelle isolate. L’innovazione richiesta dal mercato globalizzato è organizzativo-relazionale non meno che di processo e di prodotto: ecco perché è importante per le imprese che i concorrenti di ieri possano diventare i partner di oggi. Allo stesso modo la pubblica amministrazione deve mettere in campo politiche improntate al dialogo e alla concertazione tra i vari attori economici del territorio, siano essi associazioni datoriali, agenzie territoriali, università, centri di ricerca o istituti di credito. Da tutto questo nasce il progetto della Provincia di Torino chiamato “Reti 2020”, con cui – a partire dal 2011 – l’Ente di Palazzo Cisterna si è prefissato l’obiettivo di favorire e supportare con contributi pubblici lo sviluppo di reti d’impresa formalizzate sul proprio territorio. Si tratta di una sperimentazione di successo, sia per l’ampio coinvolgimento degli attori locali (in particolare associazioni datoriali e istituti bancari), sia per l’attenzione suscitata tra le imprese, che hanno risposto all’iniziativa con progetti aggregativi di qualità. Il seminario odierno ha inteso offrire una serie di testimonianze dirette da parte di coloro che hanno partecipato operativamente alla sfida di costruire una rete d’impresa, mettendo al centro il punto di vista di chi, quotidianamente, affronta con la propria attività imprenditoriale la sfida dell’innovazione. “Con il contratto di rete la concorrenza diventa cooperazione” ha spiegato l’assessore Vana, “e grazie alla cooperazione le aziende diventano più competitive. È un nuovo modo di porsi sul mercato, che prossimamente applicheremo anche agli appalti pubblici“. “Nel nostro sistema occorre che le politiche di sviluppo siano sperimentate localmente” ha concluso il convegno il presidente Saitta, “come è avvenuto per Reti 2020. Gli strumenti innovativi non devono essere regolati centralmente: solo grazie alla flessibilità la sperimentazione acquista un valore fondamentale”. Alcuni dati relativi a “Reti 2020”: 10 reti che hanno partecipato all’iniziativa “Reti 2020” per un totale di 51 piccole e medie aziende coinvolte; ognuna delle aggregazioni di “Reti 2020” coinvolge mediamente 5 imprese; 240.000 euro assegnati dalla Provincia di Torino alle reti tra il 2011 e il 2012, con un contributo medio per rete di 24.000 euro a fondo perduto; le 10 reti svolgono la propria attività tutte in settori diversi: dalla meccatronica per l’automotive all’editoria, dalle tecnologie per le fonti energetiche alternative ai sistemi innovativi per prodotti allestivi museali; c’è una forte presenza di aziende del settore Ict con applicazioni in ambiti diversificati; delle 10 reti che hanno partecipato, 6 hanno scelto il contratto di rete, 4 la forma consortile; 5 reti hanno già completato il proprio percorso di definizione e sono arrivate alla costituzione; dei 10 programmi di rete presentati, 6 sviluppano in modo condiviso progetti di carattere tecnico-scientifico con un alto profilo innovativo; 5 delle 10 reti hanno deciso di assumere una giovane risorsa laureata (età massima ammissibile 35 anni) dedicata allo sviluppo delle nuove prospettive di mercato della rete.  
   
   
DE TOMASO: REGIONE TOSCANA E COMUNE DI FIRENZE GIÀ MOSSI PER TUTELARE RISORSE  
 
Firenze, 16 luglio 2012 – “Auspichiamo che l’indagine della magistratura, alla quale i nostri uffici hanno dato piena collaborazione, possa permettere di fare piena luce su una vicenda che ha prodotto costi sociali rilevanti e che, a fronte di una disponibilità ed attenzione da parte della pubblica amministrazione a sostenere un progetto industriale per favorire la rioccupazione dei lavoratori, sembra mettere in luce comportamenti intollerabili che, se confermati dovranno essere perseguiti con grande durezza”. Questa la reazione dell’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini alla notizia dell’arresto, il 12 luglio, dell’imprenditore piemontese Gianmario Rossignolo proprietario di De Tomaso che aveva rilevato lo stabilimento ex Delphi a Livorno. “Per parte sua la Regione Toscana e le sue collegate – prosegue Simoncini – hanno predisposto tutti gli atti a tutela delle risorse messe a disposizione del progetto, sia con gli atti ingiuntivi predisposti da Fidi e Sici, sia con l’avvio dei procedimenti di revoca dei finanziamenti concessi a seguito di bandi pubblici. L’impegno per costruire nuove prospettive di lavoro per i lavoratori e le lavoratrici ex Delphi proseguirà, in stretto collegamento col Ministero dello sviluppo economico”. In particolare, la Regione ha già avviato da giugno l’atto di revoca del finanziamento per la formazione dei lavoratori ex Delphi mentre, per quanto concerne il progetto di ricerca e sviluppo, scaduti i termini perentori per la presentazione dei chiarimenti richiesti all’azienda, sono state attivate le procedure di revoca del progetto, a favore del quale peraltro non c’è stata alcuna anticipazione finanziaria da parte della Regione. Da mesi Fidi Toscana e Sici hanno attivato le procedure legali per il recupero delle risorse erogate con il prestito obbligazionario convertibile. Grazie a queste azioni hanno ottenuto dal tribunale di Livorno il pignoramento del marchio De Tomaso e di un impianto a Grugliasco, beni per i quali è stata fatta istanza di vendita. “Dispiace – commenta il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi – una notizia che rende ingloriosa la fine di un percorso nel quale abbiamo cercato di trovare tutte le occasioni per portare al lavoro gli ex dipendenti della Delphi. E’ evidente che questa iniziativa della Magistratura da conferma ai dubbi che negli ultimi mesi erano emersi con sempre più forza. La Regione Toscana, il ministero dello Sviluppo economico, così come la Spil faranno di tutto per recuperare le somme che in qualche modo avevano determinato un aiuto alla De Tomaso. Questo episodio conferma che la non chiarezza e la mancanza di trasparenza che è stata messa in atto ha determinato una situazione nella quale le responsabilità penali dei singoli dovranno essere perseguite. D’altro canto oggi abbiamo una chiarezza degli eventi e possiamo lavorare, da una parte per trovare un’occasione diversa di reindustrializzazione, dall’altra per tutte le procedure, anche le più rigorose e le più pesanti, per far restituire ai lavoratori ciò che devono avere. Intanto continuiamo ad operare perché venga garantita la prosecuzione della Cassa integrazione e perchè ci possa essere il tempo e il respiro per trovare soluzioni diverse.”  
   
   
BIELLA, +75 IMPRESE TRA APRILE E GIUGNO 2012  
 
Biella, 16 luglio 2012 - Nel secondo trimestre 2012 il bilancio anagrafico delle imprese biellesi è risultato positivo per 75 unità; il saldo è il risultato delle 281 nuove iscrizioni e delle 206 cessazioni (valutate al netto delle cessazioni d’ufficio che nel trimestre esaminato sono nulle); il bilancio tra le imprese “nate” e le imprese “cessate” si traduce, quindi, in un tasso di crescita del +0,38%, leggermente inferiore rispetto a quello registrato sia a livello regionale (+0,48%) che nazionale (+0,52%). Lo stock di imprese complessivamente registrate presso il registro delle imprese della Camera di Commercio di Biella al 30 giugno 2012 ammonta, pertanto, a 19.589 unità. “Nonostante il periodo economico critico caratterizzato ancora da una situazione di difficoltà, il motore imprenditoriale biellese sembra confermare una sostanziale stabilità. Nel secondo trimestre di quest’anno le imprese nate ammontano a 281, segnale di come il sistema economico della provincia sia stato comunque in grado di intraprendere la via della ripresa per far fronte alle continue sfide presenti sul mercato. A supporto del dinamismo imprenditoriale è sempre più importante il sostegno di particolari enti, quali la Camera di Commercio, che da sempre intraprende politiche strategiche e programmi di sviluppo per facilitare e sostenere l’attività delle imprese” commenta Andrea Fortolan, Vice Presidente Vicario dellaCamera di Commercio di Biella. Analizzando le variazioni trimestrali dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si osserva che il comparto del turismo (che comprende sia i servizi di alloggio che di ristorazione) ha registrato la variazione percentuale positiva più rilevante (+1,6%), seguito dai settori dell’agricoltura (+0,7%), dell’industria in senso stretto (+0,5%) e degli altri servizi (+0,5%), che sperimentano un lieve incremento dei rispettivi stock di imprese registrati. Risultano, invece, più contenuti gli aumenti rilevati nei settori delle costruzioni (+0,3%) e del commercio (+0,2%). Anche il sistema delle imprese artigiane biellesi realizza una sostanziale stabilità: si registra, infatti, complessivamente, una variazione di stock pari allo 0,1% in confronto al trimestre precedente e lo stock delle aziende artigiane del turismo si contraddistingue per una performance particolarmente brillante, concretizzando una variazione pari a +2,9%.  
   
   
BENEVENTO, SEGNALI DI RIPRESA, NEL SANNIO RECUPERATE 185 ATTIVITÀ  
 
Benevento, 16 luglio 2012 - Secondo trimestre 2012, torna a crescere la voglia di impresa nel Sannio beneventano. Dall’ultima rilevazione di Movimprese, l’analisi statistica trimestrale della nati/mortalità delle imprese condotta da Infocamere sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane, emerge un significativo saldo positivo, pari a 185 unità, tra le imprese che si sono presentate per la prima volta sul mercato e quelle che hanno chiuso i battenti. Lo stock di imprese nella provincia di Benevento risale, così, a quota 34.844. In termini percentuali il tasso di crescita della base imprenditoriale, tra aprile e fine giugno, è stata dello 0,53%, di poco inferiore a quello registrato nello stesso periodo del 2011 (0,55%). Segnali ripresa ancora deboli che non sono sufficienti a cancellare le cicatrici di un primo trimestre nero: tra gennaio e la fine di marzo, infatti, si è registrato un saldo negativo di ben 435 unità, con un decremento complessivo dell’1,24% del numero di imprese. Si trattava del terzo peggior dato in Italia, dopo quello di Campobasso e di Potenza. Ora, invece, Benevento si trova nuovamente nella metà “buona” della classifica, con una performance addirittura migliore della media nazionale (tasso di crescita dello 0, 52%), E questa volta ha anche la soddisfazione di non essere più la cenerentola della Campania: nella regione, infatti, solo Caserta ha fatto registrare un traguardo leggermente migliore (+0,63%) di quello sannita, mentre Avellino è a quota 0,52% e Salerno a quota 0,50%. Negativo, invece il risultato di Napoli, con un decremento della base imprenditoriale di 543 unità (-0,20%). “In tempo di crisi è importante rilanciare – afferma Gennaro Masiello, presidente della Camera di Commercio di Benevento – e la base imprenditoriale della provincia sannita ha accolto questa significativa sfida, tradotta anche nel segnale di ripresa che il sistema economico territoriale fa registrare nel secondo trimestre di un anno contraddistinto da una profonda e diffusa crisi”.  
   
   
DL CRESCITA: ALLEANZA COOPERATIVE, INAMMISSIBILITÀ EMENDAMENTI SETTORE È GIUDIZIO AFFRETTATO  
 
 Roma, 12 luglio 2012 - Dalla Camera arriva il giudizio di inammissibilità della quasi totalità del pacchetto emendamenti pesca al Dl per misure urgenti crescita paese. Lo rende noto l’Alleanza delle Cooperative italiane (Agci Agrital, Federcoopesca-confcooperative,lega Pesca), amareggiata perché si tratta di misure, la maggior parte senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, ben selezionate che tengono in debito conto la situazione di difficoltà delle casse dello Stato. “Riteniamo che sia stato dato un giudizio affrettato e sommario. Dobbiamo riscontrare ancora una volta lo scarsa attenzione riservata al comparto” sottolinea l’Alleanza. Tra gli emendamenti che sono stati giudicati inammissibili dalle Commissioni attività produttive e finanze, ci sono: misure per la semplificazione della vendita diretta di prodotti ittici; interventi per uniformare le taglie minime nazionali delle specie ittiche con quelle comunitarie; adeguate forme di ammortizzatori sociali per gli operatori; la soppressione dell’articolo 3 comma 2 bis della legge 142 del socio lavoratore; la rappresentanza del mondo della pesca nelle Aree marine protette; la semplificazione nella compra vendita dei prodotti ittici; la razionalizzazione delle licenza di pesca e della loro informatizzazione. Pur non accettando la linea della teoria dello sviluppo a costo zero, con grande senso di responsabilità l’Alleanza vi si era adeguata. Ciò rende ancora più inspiegabile la bocciatura.  
   
   
TOSCANA ALLA CNA: DA REGIONE DUE BUONE NOTIZIE PER PMI  
 
Firenze, 16 luglio 2012 – “Le piccole imprese sono da sempre al centro delle attenzioni della Regione e non potrebbe essere diversamente, non solo perchè rappresentano oltre il 90% delle aziende toscane, ma anche perchè sono le protagoniste nel settore dell’export, uno dei pochi a dare segnali incoraggianti di ripresa. E’ per questo che avrei voluto essere presente all’iniziativa, anche perchè era l’occasione per annunciare i due provvedimenti importanti e molto attesi, che ieri il consiglio regionale ha approvato: la Legge per la competitività delle imprese e il Piano regionale per lo sviluppo economico 2012-2015”. Questo il messaggio che l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini ha inviato il 12 luglio al presidente di Cna Toscana Valter Tamburini, che ha promosso il convegno “Quando piccolo è bello”. Simoncini non ha potuto partecipare all’iniziativa di oggi perchè convocato a Roma al tavolo di concertazione con le Regioni dal ministro dello sviluppo economico Corrado Passera. Da oggi, come spiega l’assessore nel suo messaggio, le migliaia di piccole imprese della nostra regione potranno contare su nuove norme e su una programmazione aggiornata e rispondente alle esigenze di un quadro produttivo pesantemente condizionato dall’attuale fase di grave crisi. Entrambi i provvedimenti sono il risultato di un confronto intenso e proficuo con le parti sociali. In particolare l’assessore Simoncini ricorda che la Legge per la competitività, che raccoglie le suggestioni dello Small business act, prevede una serie di misure fortemente innovative, di semplificazione e snellimento delle procedure: fra queste anche l’uso della leva fiscale, con l’abbattimento dell’Irap per le imprese virtuose e la riserva di fondi per la micro e piccola impresa. “Con il Piano regionale per lo sviluppo economico – ricorda ancora l’assessore – ribadiamo il forte impegno della Regione, in particolare, nel campo dell’accesso al credito, dell’innovazione, della creazione delle reti e dell’internazionalizzazione. Si tratta di due iniziative importanti che insieme puntano a sostenere e valorizzare il sistema della piccola impresa, fondamento del nostro apparato produttivo ed essenziale per il suo rilancio”.  
   
   
LA RIFORMA REGIONALE SUL COMMERCIO? PER ANCI TOSCANA È “UN’OCCASIONE PERSA”  
 
Firenze, 16 luglio 2012 - Una lettera dai toni amari quella indirizzata agli assessori regionali all’Urbanistica Anna Marson, al Commercio Cristina Scaletti, e al capo di gabinetto del presidente della Regione Enrico Rossi, e firmata dal sindaco di Scandicci Simone Gheri e dal vicesindaco di Firenze Dario Nardella, rispettivamente responsabili Anci Toscana all’urbanistica e al commercio, in merito al confronto istituzionale sul pdl di riforma regionale sul commercio. I due rappresentanti di Anci si dicono “delusi circa l’esito del percorso di confronto informale svoltosi nelle passate settimane presso la Presidenza” sulla proposta di legge regionale di modifica del testo unico del commercio (lr 28/2005) e della lr 1/2005 per ciò che riguarda l’introduzione di nuovi parametri urbanistici relativi ai procedimenti per la localizzazione della piccola, media e grande distribuzione. Le osservazioni e le proposte presentate da Anci Toscana, lamentano i due responsabili di settore dell’Associazione, sono state, infatti, in larga parte disattese dalla Giunta regionale. “Questo confronto, a nostro avviso troppo rapido – sostiene Gheri – non è stato che un’occasione persa per la riforma del commercio. Con un percorso più costruttivo e ‘dialettico’ si sarebbe potuti arrivare a una soluzione più rispettosa del ruolo dei Comuni.” Le ripercussioni peggiori, sottolineano nella lettera Gheri e Nardella, si avranno in termini di aggravi procedimentali per gli enti. Ad esempio si prevede che, tra le altre cose, “molti regolamenti urbanistici comunali andranno quantomeno riadeguati al fine di evitare dubbi interpretativi”. Inoltre, insistono il sindaco di Scandicci e il vicesindaco di Firenze: “Ci auguravamo che oltre a definire nuovi parametri post Svag (a seguito delle liberalizzazioni del Decreto Monti), potessimo cogliere insieme l’occasione per razionalizzare e semplificare finalmente molti altri aspetti della disciplina regionale del commercio”. Invece, secondo Gheri, “quello a cui si è approdati è un aggravio dei vincoli per i Comuni che di fatto si trovano sottoposti a un raddoppio procedimentale rispetto alla vecchia disciplina.” In conclusione il confronto avviato e concluso dalla Regione poteva essere il punto da cui partire “per rilanciare la cooperazione istituzionale tra Regione e Comuni, asse fondamentale per i prossimi e nuovi scenari istituzionali. Purtroppo così non è stato”.