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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Luglio 2012
MEDICINA SPAZIALE: I VIAGGI SPAZIALI FANNO BENE ALLA SALUTE?  
 
Bruxelles, 16 luglio 2012 - Un team internazionale di scienziati ha mostrato che viaggiare nello spazio può aiutare un verme microscopico a vivere più a lungo. Esperimenti svolti da ricercatori provenienti da Canada, Francia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti mostrano che quando il verme Caenorhabditis elegans (C. Elegans) viene spedito nello spazio, l´accumulo di proteine tossiche, che normalmente si depositano con l´invecchiamento dei muscoli, è inibito. Scrivendo nella rivista Scientific Reports, il team ha inoltre scoperto un gruppo di geni che sono espressi a livelli più bassi durante il volo spaziale, e quando l´espressione di questi stessi geni è abbassata nei vermi tornati sulla Terra, essi tendono a vivere più a lungo. Lo scopo della ricerca era quello di studiare i vermi in modo da migliorare la nostra conoscenza relativa alla perdita di massa ossea e muscolare subita dagli astronauti dopo prolungati voli nello spazio. C. Elegans è il sostituto perfetto per studiare i cambiamenti a lungo termine nella fisiologia umana poiché questi vermi subiscono una perdita di massa muscolare in molte delle stesse situazioni in cui la subiscono gli esseri umani. C. Elegans è stato il primo organismo multicellulare ad avere la propria struttura genetica completamente mappata e molti dei suoi 20.000 geni eseguono esattamente le stesse funzioni di quelli negli esseri umani. Duemila di questi geni hanno un ruolo nel favorire la funzione muscolare e tra il 50 e il 60% di essi possiedono equivalenti umani molto evidenti. Per giunta, i vermi C. Elegans possono vivere e riprodursi per almeno sei mesi nello spazio, e questo li rende un sistema sperimentale ideale ed efficiente in termini di costi per studiare gli effetti dell´esplorazione spaziale di lunga durata e a grandi distanze. Questa ricerca condotta nello spazio ci insegna alcune cose sul corpo umano che è possibile scoprire qui sulla Terra. Uno degli autori dello studio, il dott. Nathaniel Szewczyk dell´Università di Nottingham nel Regno Unito, ha commentato: "Noi abbiamo identificato sette geni che subivano una sottoregolazione nello spazio e la cui inattivazione aumentava la durata della vita in condizioni di laboratorio." Anche se gli scienziati non sono sicuri al 100% di come questi geni giochino un ruolo nel controllo della longevità, essi ritengono però che questi geni siano coinvolti nel modo in cui il verme percepisce l´ambiente e segnala i cambiamenti del metabolismo allo scopo di adattarsi all´ambiente. Il dott. Szewczyk cita un esempio: "Uno dei geni che abbiamo identificato codifica l´insulina che, a causa del diabete, è risaputo essere associata al controllo metabolico. Nei vermi, nelle mosche e nei topi l´insulina è anche associata con la modulazione della durata della vita." Il dott. Szewczyk discute le implicazioni di queste scoperte per gli esploratori spaziali: "La maggior parte di noi sa che i muscoli tendono a ridursi nello spazio. Questi ultimi risultati suggeriscono che si tratti quasi certamente di una risposta adattiva e non di una patologica. Contrariamente alle aspettative, i muscoli nello spazio potrebbero invecchiare meglio che non sulla Terra. Forse il volo spaziale potrebbe anche rallentare il processo di invecchiamento." L´esperimento, che si è svolto nel 2004, ha visto la spedizione di vermi vivi sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) a bordo della missione olandese Delta. Da allora essi hanno preso parte a cinque altri voli spaziali sulla Iss allo scopo di apprendere di più circa l´effetto della microgravità sulla fisiologia del corpo umano. Nel 2003, i vermi C. Elegans del dott. Szewczyk finirono in prima pagina quando uscirono incolumi dal disastro dello Space Shuttle Columbia. Essi vennero ritrovati diverse settimane dopo il disastro ancora nelle capsule di Petri dove avevano vissuto; essi riuscirono a sopravvivere al rientro poiché erano racchiusi in recipienti di alluminio. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Nottingham: http://www.Nottingham.ac.uk/    
   
   
INCONTINENZA URINARIA CHE AFFLIGGE IN ITALIA OLTRE 3 MILIONI DI DONNE. UNA NUOVA TECNICA AMERICANA CHIAMATA “MINIARC” RIPRISTINA CON PICCOLA RETE LA NORMALE CONTINENZA.  
 
Milano, 16 luglio 2012 - L’uro- ginecologia dell’Ospedale Civico di Palermo diretta dal professor Luigi Alio, tra i centri di eccellenza e di riferimento nazionale per la cura dell’incontinenza urinaria femminile, ha organizzato il 13 luglio 2012 un corso di alta formazione dove sono stati effettuati alcuni interventi con una nuova tecnica di chirurgia mininvasiva chiamata Miniarc. Ideata negli States e giunta anche in Italia la nuova metodica che si effettua in anestesia locale e in day hospital risolve definitivamente con l´applicazione sotto l´uretra di una sling - retina - in polipropilene il disturbo che affligge in Italia oltre 3 milioni di donne . Obbiettivo del corso è stato l’insegnamento e la diffusione della nuova metodica d’avanguardia presso gli altri ospedali della Sicilia. “L’incontinenza urinaria da sforzo femminile” spiega il professor Luigi Alio, direttore dell’ Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’ Ospedale Civico di Palermo , “che si manifesta a seguito di un piccolo sforzo come tossire sollevare una borsa , compiere un esercizio fisico è causata principalmente da gravidanze, parti e menopausa. Nonostante la diffusione della patologia e le pesanti ripercussioni sulla qualità di vita (con ansia, depressione, isolamento) , i rapporti sociali, l´intesa di coppia e la sessualità, solo una minoranza di donne si rivolge al medico mentre le altre si rassegnano ai pannolini peggiorando il disturbo . Invece l’incontinenza può oggi essere risolta con avanzati e risolutivi interventi di chirurgia mininvasiva che si effettuano in in day hospital, anestesia locoregionale e sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale , e cioè gratuiti per la paziente. Tra questi la recente Miniarc , messa a punto negli States e già ampiamente in uso al Civico di Palermo che prevede l´applicazione per via vaginale di una sling –retina- in polipropilene che posta sotto all´uretra risolve il disturbo effettuando un vero e proprio restyling del pavimento pelvico. La retina non agisce solo da supporto, ma interviene nei processi di riparazione biologica ripristinando una sintesi di collagene, la proteina che favorisce la cicatrizzazione ottimale dei tessuti. I vantaggi rispetto ai vecchi interventi invasivi sono l´efficacia del 90% e la brevità degli interventi (10 minuti), che si effettuano in day hospital con anestesia locale o locoregionale, e del recupero con un ritorno alle normali attività entro una settimana. Miniarc impiegata con successo negli States e in Europa su circa 150 mila pazienti è disponibile anche in altri ospedali della penisola a totale carico del Ssn. Presso la Ginecologia del Civico e’ attivo anche il servizio di Riabilitazione perineale . “Le attuali linee-guida dell’International Continence Society” precisa il professore siciliano “indicano la riabilitazione perineale come prima misura terapeutica per l’ incontinenza urinaria. La ginnastica del perineo ,si basa su specifici esercizi di contrazione volontaria ripetuta dei muscoli del pavimento pelvico. Il trattamento riabilitativo non pretende da solo di risolvere tutti i casi, ma associato a farmaci specifici e alla chirurgia consente di ottenere ottimi risultati .Soprattutto nelle donne la prima arma per combattere l´incontinenza urinaria e´ la ginnastica ´ad hoc´. ´Rieducativa quando il problema e´ gia´ presente, ma anche preventiva come ad esempio nei mesi che seguono il parto. L’unità Operativa di Ginecologia dell´Ospedale Civico di Palermo con 500 interventi di uro- ginecologia, oltre 700 visite l’anno e 1.000 prestazioni di riabilitazione del pavimento pelvico, è tra i centri di eccellenza in Italia per il trattamento e dell’ incontinenza urinaria del prolasso genitale femminile .  
   
   
RESOCONTO DELLA SEDUTA DELLA COMMISSIONE POLITICHE SOCIALI DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI LA SEDUTA È STATA COORDINATA DALL’ASSESSORE LIGURE LORENA RAMBAUDI. TRA GLI ARGOMENTI TRATTATI: INDICAZIONI SU FINANZIAMENTI E TAGLI A SLA, NON AUTOSUFFICIENZA E PROFUGHI.  
 
 Roma, 16 Luglio 2012 - Si è riunita l’ 11 luglio la commissione politiche sociali presieduta da Lorena Rambaudi, assessore alle politiche sociali della Regione Liguria. Durante la riunione si è analizzato il decreto sulla spending review e si è parlato del fondo sociale nazionale. L’articolo 23 (altre disposizioni di carattere finanziario ed esigenze indifferibili) contiene due aspetti importanti per le Politiche Sociali, anche in concomitanza con le restrizioni sanitarie: viene rifinanziato il Fondo, anche se non viene quantificato il quantum, per la ricerca e l’assistenza domiciliare ai malati di Sla e vengono destinati 500 milioni di euro per l’emergenza umanitaria Nord Africa per l’anno 2012. Per quanto riguarda l’accoglienza e l’integrazione dei profughi possono finalmente essere pagati gli enti gestori, associazioni di volontariato e piccole cooperative, per le spese che hanno sostenuto da gennaio a giugno 2012, visto che fino ad oggi sono stati costretti ad anticipare i soldi per l’accoglienza ed a fare da cassa al Governo e può essere anche attivato il progetto condiviso dai diversi livelli delle Istituzioni per il secondo semestre del 2012. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Rambaudi per la copertura economica del piano di accoglienza, “si tratta di una boccata di ossigeno per gli enti gestori, giungi al limite della sostenibilità, visto il momento economico ed occupazionale nazionale”. Mentre per i malati di Sla si è di fronte ad una reiterata impostazione del Governo, che tutela solo una piccola parte delle persone non autosufficienti: i non autosufficienti sono circa 3 milioni a fronte di circa 4 mila malati di Sla. Sicuramente questa malattia richiede una particolare attenzione ma esistono anche altre gravi patologie invalidanti di carattere neurologico e psico-fisico che richiedono altrettanta assistenza quotidiana. “Proprio per un criterio di equità, almeno tra malati gravi, la commissione politiche sociali – dichiara Lorena Rambaudi – proporrà alla Conferenza dei Presidenti un emendamento che consolidi gli interventi per i malati di Sla e che allarghi gli interventi con un fondo ampliato anche per le persone non autosufficienti con altre gravi patologie”. Per quanto riguarda, invece, il riparto della quota del 5‰ per sostenere le onlus, nel decreto 95/2012 si stabilisce che i criteri utilizzati nel 2011 e nel 2012 verranno utilizzati anche nel 2013. “Le risorse complessivamente destinate alla liquidazione della quota del 5‰ – spiega Rambaudi – sono state quantificate dal Governo, anche per il 2013, nell’importo di 400 milioni di euro. Questo significa che se sommando le singole quote del 5‰ dei contribuenti a livello nazionale si supererà l’importo stabilito, la parte in eccedenza verrà incamerata dallo Stato. Così facendo viene meno la libera scelta del contribuente e si tolgono ulteriori risorse ad un mondo già in difficoltà, fondamentale, oggi più che mai, per la tenuta sociale della comunità”. La commissione, infine, ha affrontato l’argomento del fondo sociale nazionale, ormai diventato una cifra risibile, passato in pochi anni da più di un miliardo e mezzo di euro a disposizione delle Regioni a poco più di 10,5 milioni. “In merito alla ripartizione del fondo sociale fra le Regioni – conclude Rambaudi – non può essere espressa nè un’intesa nè un parere negativo e per questo motivo è assolutamente necessaria un’interlocuzione con il Governo sul futuro delle politiche sociali e del ruolo delle Regioni in tal senso”.  
   
   
NUOVI OSPEDALI: REGIONE A CONFERENZA DEI SINDACI DELLA ASL BATTIPAGLIA, ASL BARI E ASL BRINDISI  
 
Bari, 16 luglio 2012 - Si sono svolte per tutta la giornata del 12 luglio le Conferenze dei Sindaci, convocate dall’Assessore alle Politiche per la Salute, Ettore Attolini, per la illustrazione e la discussione delle proposte regionali di allocazione dei progetti di nuovi ospedali che nelle prossime settimane andranno a comporre il nuovo Piano degli Investimenti per l’edilizia ospedaliera che la Regione Puglia presenta al Ministero della Salute per richiedere i circa 564 Milioni di euro assegnati a valere sul art. 20 della l.N. 67/1988. I lavori hanno preso avvio nella mattinata con la Conferenza dei Sindaci della Asl Bt, presieduta dal Sindaco di Andria, con la partecipazione del Direttore Generale Giovanni Gorgoni, per discutere della proposta di allocazione del nuovo ospedale da 400 posti letto tra Andria e Corato, in un’area prossima all’incrocio tra le direttrici Andria-canosa e Andria-corato, capace di assorbire a regime l’offerta esistente degli ospedali di Andria, Corato e almeno in parte di Canosa, per una spesa prevista di circa 96 milioni di euro. La proposta è stata positivamente accolta dalla gran parte dei Sindaci, con le richieste di rassicurazione rispetto alla fase transitoria e all’allestimento di una buona rete sanitaria territoriale da parte dei sindaci di Spinazzola, Minervino, Trinitapoli in particolare. Il Sindaco di Trani ha chiesto chiarimenti rispetto alla decisioni di scartare altre allocazioni, che sono state fornite, insieme alla rassicurazione di avere particolarmente cura le sorti dell’offerta ospedaliera esistente e del potenziamento delle funzioni più aperte al territorio. A partire dalle ore 13,30 ha preso avvio la seconda Conferenza dei Sindaci, congiunta per la Asl Bt e la Asl Ba, in quanto si è discusso della opportunità di realizzare un secondo nuovo ospedale, di circa 250 p.L., al confine tra la Asl Ba e la Asl Bt, nel territorio tra Bisceglie e Molfetta, secondo le ipotesi formulate dalla Asl Bt, per tener conto di una posizione più baricentrica. Non essendo ancora individuata in dettaglio l’area potenziale, i presidenti delle Conferenze dei Sindaci riunitesi congiuntamente, il sindaco Emiliano per il Comune di Bari e il Sindaco Giorgino per il Comune di Andria, hanno deciso di convocare in riunione congiunta per il prossimo lunedì 16 luglio i sindaci dei Comuni interessati per i distretti di Trani, Corato e Molfetta, in modo da analizzare tutte le ipotesi allocative rispetto ai vincoli urbanistici e paesaggistici e in funzione della maggiore baricentricità rispetto alle strutture esistenti di Molfetta, Terlizzi, Corato, Bisceglie. Infine alle 15,30 si è svolta la terza Conferenza dei Sindaci, congiunta per la Asl Br e la Asl Ba, in quanto si è discusso della opportunità di realizzare un nuovo ospedale, di circa 350 p.L., al confine tra la Asl Ba e la Asl Br, nel territorio tra Monopoli e Fasano, secondo le ipotesi formulate dalle strutture tecniche della Regione Puglia, che hanno anche motivato l’abbandono della prima ipotesi tra Fasano e Ostuni, con la necessità di una maggiore robustezza della decisione rispetto al bacino demografico di riferimento. L’ospedale della Valle d’Itria sorgerà quindi a ridosso della Ss16 bis, in prossimità dello svincolo con la Ss172, a 10 km da Monopoli e a 3 da Fasano, su un suolo ricadente per tre quarti circa in territorio di Monopoli e il resto in territorio di Fasano. Questa struttura assorbirà, solo a regime, l’offerta sanitaria di Monopoli, di Fasano, di Martina Franca, oltre che di Conversano già reso oggetto di un progetto di riconversione come Poliambulatorio di Iii livello. In questo caso, a fronte del parere positivo espresso dai Sindaci di Monopoli, di Fasano, di Putignano e di Alberobello, gli altri Sindaci, e in particolare quelli dell’area brindisina, quali Ostuni, Mesagne San Vito, hanno chiesto maggiori dettagli e più tempo per valutare. I tempi tuttavia sono maturi per l’accelerazione finale da parte della struttura tecnica per la elaborazione dell’ultima parte del Piano di Investimenti e della Valutazione Mexa, pur assicurando massima disponibilità ad ulteriori interlocuzioni con i Sindaci, vista la volontà dell’Assessore Attolini di non andare oltre la pausa estiva per la consegna al Ministero del Piano di Investimenti.  
   
   
PUGLIA: SU PIANO RIORDINO OSPEDALIERO, CONTINUA IL CONFRONTO CON TUTTI  
 
Bari, 16 luglio 2012 - L’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, ha diffuso la seguente nota: “in merito alle notizie su una attenuazione del clima di confronto concertativo che il Governo regionale e l’assessorato hanno promosso nel corso di questa lunga stagione di riprogrammazione del sistema sanitario regionale pugliese, con la elaborazione partecipata del Piano di riordino ospedaliero, tengo a precisare che il dialogo e il confronto con tutti gli attori del sistema (sindaci, sindacati, società scientifiche, ordini) non si è mai interrotto. Anche nella seconda fase del riordino ospedaliero - che rappresenta la necessaria conclusione del processo di riorganizzazione della rete ospedaliera - riordino che nasce nelle sue linee fondamentali fin dall’approvazione del Piano di rientro (febbraio 2011 - legge regionale 2/2011) e avviatosi con la predisposizione del Piano regionale della salute 2008/2010, si è utilizzato il medesimo sistema del confronto e della partecipazione. Si sono appena concluse infatti le audizioni dei sindaci e delle parti sociali, nelle quali si terrà conto nella elaborazione definitiva del piano. Inoltre sta per partire – con effettivo avvio a fine estate – la riorganizzazione del processo di assistenza territoriale, la vera sfida che ci attende nei prossimi mesi. Sfida che affronteremo con la consultazione dei territori e di tutti gli attori territoriali”.  
   
   
NUOVI OSPEDALI: LE CONFERENZE DEI SINDACI, LECCE  
 
Bari, 16 luglio 2012 - Si è conclusa l’ 11 luglio serata la conferenza dei sindaci della Asl Lecce. Alla Conferenza hanno partecipato il Direttore dell’Area Politiche per la Salute, dr. Pomo, con lo staff regionale impegnato per la redazione del piano di investimenti per i nuovi ospedali, la Direzione Generale della Asl Le con l’Area Tecnica, il Sindaco di Lecce, in qualità di presidente della Conferenza dei Sindaci, e numerosi sindaci dei Comuni leccesi. All’ordine del giorno è stata posta l’illustrazione e la discussione della proposta regionale di realizzazione del nuovo ospedale per l’area del sud salento – dorsale adriatica, che sarà allocato in un’area pianeggiante di circa 12 ettari (120.000 mq), in territorio tra Maglie e Melpignano, lungo la direttrice Maglie - Otranto, nelle immediate vicinanze dello svincolo con la Maglie - Gallipoli. Il nuovo ospedale avrà 350 posti lesto e costerà circa 84 milioni di euro, e rappresenta la risposta più positiva che la Regione Puglia propone al territorio salentino per un’area che richiedeva da tempo un intervento di razionalizzazione importante, avendo già scontato la prima fase di attuazione del Piano di Rientro, che ha comportato la chiusura degli ospedali di Maglie e Poggiardo. La discussione con i sindaci ha reso conto delle valutazioni fatte sulle altre proposte di aree per l’allocazione alternativa della nuova struttura, che ha poi fatto cadere la scelta sull’area illustrata, per la maggiore baricentricità, la piena accessibilità sia con il sistema viario che il sistema ferroviario, la funzionalità rispetto alla redistribuzione della mobilità interna alla Asl della popolazione leccese che fa richiesta di prestazioni ospedaliere. Complessivamente i Sindaci presenti hanno espresso parere favorevole sulla scelta dell’area proposta rispetto all’obiettivo di colmare un deficit di offerta nell’area a sud di Lecce, lungo la direttrice per Tricase, lasciando le valutazioni tecniche, urbanistiche e di assetto del building ai tecnici della Asl e della Regione. Si deve registrare il dissenso rispetto a questa scelta del solo Sindaco di Scorrano, che in alternativa ha proposto di investire per l’ampliamento dell’ospedale di Scorrano, senza realizzare la nuova struttura. E tuttavia tale ipotesi è stata scartata perché non coerente con le caratteristiche dell’ospedale esistente, non efficiente e non funzionale all’assetto futuro dell’offerta ospedaliera, che richiede qualità, innovazione tecnologica, modernità delle struttura, concentrazione dell’offerta stessa. I Sindaci dei Comuni più prossimi agli ospedali di Casarano e di Gallipoli, pur cogliendo l’opportunità della scelta per l’area individuata dalla Regione, dopo il finanziamento già concesso negli anni passati per l’ampliamento del Vitofazzi di Lecce, hanno chiesto uguale attenzione nelle politiche sanitarie regionali per i presidi ospedalieri dell’area jonica sud-salentina (Casarano e Gallipoli, appunto), perché vengano messi nelle condizioni di operare a pieno regime, sia rispetto alle dotazioni di personale che alle dotazioni tecnologiche, e perché sia chiaro il loro futuro. “La discussione è stata molto utile per comprendere le sensibilità di tutti i territori dell’area salentina – ha detto Attolini - che hanno consentito di superare gli argomenti campanilistici con la presa di coscienza del valore strategico della scelta di collocare un nuovo ospedale in quell’area del Salento. Sulle garanzie richieste dai Sindaci per la gestione della fase di transizione, sulle rassicurazioni per gli ospedali di Gallipoli e Casarano, sul potenziamento dei servizi territoriali, confermo a tutte le Amministrazioni del territorio salentino che il nostro lavoro è già in corso, sia con la definizione e la realizzazione dei progetti di riconversione degli ospedali chiusi o in corso di chiusura, con la prima e la seconda fase del Piano di Riordino, sia con il potenziamento dei percorsi di presa in carico e del rapporto ospedale-territorio”. L’sssessore ha anche assunto l’impegno di incontrare a breve tutti i sindaci salentini, con il Direttore Generale della Asl, dr. Mellone, per analizzare lo stato dell’arte a breve, con una conferenza tematica e con una visita mirata nel territorio salentino”. Con queste parole l’Assessore Attolini ha espresso la sua soddisfazione. Il processo di consultazione e decisione partecipata prosegue, intanto, con la Conferenza dei Sindaci oggi con le altre conferenze dei sindaci per la Asl Bt e per le Asl di Bari e Brindisi.  
   
   
IN CORSO EPIDEMIA DI COLERA A CUBA, RISCHI POTENZIALI PER I VIAGGIATORI EUROPEI  
 
Lecce, 15 luglio 2012 - Il 3 luglio il Ministero cubano della salute ha confermato un´epidemia di colera nel sud-ovest città di Manzanillo. È la prima volta in quasi 150 anni che un´epidemia di colera è segnalata nell´isola. Pesanti piogge e le temperature elevate durante le settimane precedenti hanno probabilmente influenzato l´insorgenza della malattia. Sono stati ufficialmente confermati a partire dal 3 luglio 53 casi di colera Vibrioe, tra cui tre decessi,. Dal 7 luglio, diverse fonti dei media hanno riportato un numero maggiore di casi e la malattia si è diffusa in altre città tra cui la capitale, Havana. In questa fase non c´è nessuna informazione disponibile circa il ceppo del virus, né l´origine del focolaio. Secondo il Ministero della salute a Cuba, sono state attuate misure di controllo, inclusi campionamento e chiusura di pozzi privati e pubblici contaminati, il trattamento delle acque reflue, la fornitura di acqua clorurata nei tubi delle zone interessate e nello stesso tempo si sensibilizza l´opinione pubblica circa l´importanza delle buone pratiche sanitarie e igieniche. This article appears on Fda´s Consumer Updates19 page, which features the latest on all Fda-regulated products.Per Giovanni D’agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” vi è un potenziale rischio per l´infezione dei cittadini europei che viaggiano a Cuba. Il colera è un´infezione causata dal batterio Vibrio cholerae dei sierogruppi O1 o O139. Il consumo di cibo e acqua contaminato provoca l’infezione. Dopo un periodo breve di incubazione, meno di cinque giorni, potrebbero sviluppare i sintomi tipici, caratterizzati da diarrea acquosa e vomito.  
   
   
SANITÀ: MARINI A FOLIGNO: RISCHIO DI “CONTRORIFORMA SILENZIOSA”  
 
 Perugia, 16 luglio 2012 – Intervenendo il 12 luglio all’Ospedale di Foligno ad una assemblea di personale medico infermieristico al quale, in precedenza, il direttore generale della Regione Emilio Duca aveva esposto il progetto di riassetto del sistema sanitario regionale, la Presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini, ha detto, tra l’altro: “L’incontro di ieri tra Regioni e governo ci fa ritenere di trovarci di fronte ad un cambiamento strutturale del nostro sistema sanitario che può portare ad una modifica sostanziale del “modello”, senza peraltro averne potuto discutere. In assenza di riflessioni sui livelli di assistenza e sulle modalità di finanziamento del sistema sanitario, ci si troverebbe di fronte ad una modifica “silenziosa” di quest’ultimo. Ancor di più mi sono convinta della giustezza dell’operato della Giunta regionale che, in questi mesi, ha disegnato una riforma che ha anticipato i tempi e ci mette in grado di fare fronte alla spemding rew ma, soprattutto, di conservare e magari potenziale la qualità del nostro servizio e del nostro modello di sanita. Contestiamo la manovra del governo innanzitutto perchè quella sanitaria è l´unica spesa pubblica che dal 2008 ad oggi si e ridotta dell´8,5 per cento, vale per un importo di dieci miliardi di euro in meno, al netto delle ultime manovre Monti. Inoltre il concorso statale è cresciuto del 3,6 per cento a fronte d´un aumento di oltre il trenta per cento di risorse non statali. Abbiamo gia detto al Governo che come Regioni siamo d´accordo sul fatto che si possano e si debbano realizzare ulteriori risparmi, ma ciò che si deve evitare sono i tagli lineari che mettono a rischio qualità e quantità dei servizi. Per questo abbiamo dichiarato di essere disponibili ad andare a verificare le cifre sulla base delle quali il governo ha elaborato la sua proposta di taglio al fondo sanitario nazionale. E gia oggi ha lavorato un gruppo misto Regioni Governo. Nel corso della riunione è emerso qualche imbarazzo proprio su alcuni dati relativi ai macroaggregati di spesa che risulterebbero dei costi forniti dai tecnici del governo. La cosa certa è che dalla nascita del sistema sanitario nazionale, mai vi e stata una contrazione come ora delle risorse destinate ad esso. L’assessore alla sanità Franco Tomassoni, anch’egli presente alla riunione di Foligno, ha affermato: “L´umbria, rispetto alla spending review è in perfetta linea dai parametri che la stessa ha stabilito. Per i posti letto saremmo addirittura al di sotto. Ciò però non ci tranquillizza affatto. Dobbiamo comunque proseguire lungo la strada della riforma come l´abbiamo pensata ancor prima della spending review. Gli anni più difficili saranno il 2013 e 2014, quando saranno operativi i tagli delle precedenti manovre e che saranno molto più consistenti. Da qui la nostra decisione di riformare e riorganizzare tutto il nostro sistema sanitario, sia nei servizi che nella governance. Grazie a ciò realizzeremo delle importanti economie che ci consentiranno di far fronte alla notevole riduzione dei trasferimenti statali. E al tempo stesso di non ridurre in qualità e quantità i servizi a cittadini. Ciò che vogliamo fare pero vorremmo condividerlo con la nostra comunità, dalle isttuzioni, agli operatrori del servizio, ai cittadini che ne usufruiscono. Il nostro obiettivo principale resta quello di mantenere un sistema sanitario universalistico e pubblico. Insomma, non vogliamo un sistema sanitario a cui per accedere deve essere necessaria avere una carta di credito. In Italia il diritto alla salute è un diritto primario e, soprattutto, costituzionale. E tale deve restare, non solo a parole ma nella sua concretezza dei fatti. Per ciò che riguarda la governance della sanità, cioè l´assetto istituzionale, difendo la proposta della Giunta regionale che prevede due aziende ospedaliere, con un modello unitario di governo, e due aziende sanitarie territoriali. Altre proposte, come quella ribadita anche qui oggi e cioè di una sola azienda ospedaliera ed una sola azienda sanitaria, non tengono conto innanzitutto della storia della programmazione sanitaria degli ultimi venti anni in Umbria che ha investito in un sistema sanitario con due siti di alta specialità, Perugia e Termi e che ha visto due facoltà di medicina a Perugia e Terni. Sulle asl territoriali possiamo certamente pensare ad un modello che ne preveda solo una, ma non la ritengo percorribile. La nostra proposta è di due asl, che siano equilibrate in termini di territorio ed abitanti. Dunque, saranno due nuove asl che saranno il risultato della fusione delle attuali quattro. Il cuore della proposta è il modello organizzativo, i servizi da offrire ai cittadini. La Giunta entro la fine di luglio o i primi di agosto adotterà definitivamente le decisioni di merito e trasmetterà al consiglio regionale il ddl perché resta ferma la nostra intenzione di andare a regime con la riforma dal primo gennaio del prossimo anno”.  
   
   
TUMORI: MIGLIORA LA SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI DALLA DIAGNOSI “I GIOVANI ONCOLOGI IN PRIMA LINEA NELLA LOTTA AL CANCRO”  
 
 Perugia, 16 luglio 2012 – I 5 big killer, i tumori (colon retto, polmone, seno, prostata e stomaco) che ogni anno fanno registrare il maggior numero di decessi, oggi fanno meno paura. Il merito è dell’ampia diffusione dei programmi di screening e di terapie più efficaci che hanno cambiato radicalmente la storia di queste malattie. A 5 anni dalla diagnosi è vivo l’88% di chi è colpito da neoplasia della prostata, l’87% al seno e il 58% al colon-retto. I dati emergono dal Convegno Nazionale dei giovani oncologi dell’Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), che si è appena concluso a Perugia, con la partecipazione di oltre 150 specialisti under 40 provenienti da tutta Italia. “Dall’analisi delle cifre disponibili relative al periodo 1998-2005 – spiega la dott.Ssa Stefania Gori, tesoriere Aiom e oncologa all’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia - emerge una riduzione significativa della mortalità complessiva per tumore, in entrambi i sessi. Il calo è del 12% nei maschi e del 6% tra le femmine. È la conferma che l’Oncologia italiana è fra le migliori al mondo, grazie anche al contributo dei giovani specialisti. La nostra società scientifica da sempre è impegnata nella loro formazione, garantendo scambi continui con i professionisti ‘senior’. Negli ultimi anni, numerose novità terapeutiche hanno caratterizzato il trattamento di quasi tutte le neoplasie solide. In particolare, molti farmaci a meccanismo d’azione bio-molecolare, sulla base dei risultati ottenuti nelle sperimentazioni cliniche, sono diventati parte integrante dell’armamentario terapeutico dello specialista. Anche il trattamento dei principali ‘big killer’, che rappresentano la quota più importante di attività quotidiana di una divisione di oncologia medica, si è oggi arricchito dell’impiego di nuove armi, in aggiunta ai classici farmaci citotossici”. Per alcune patologie meno frequenti, come il tumore del rene e del fegato, la disponibilità di molecole innovative ha radicalmente rivoluzionato l’approccio al trattamento della malattia avanzata. “È sufficiente rileggere un testo di pochi anni fa – continua il dott. Massimo Di Maio, coordinatore dei giovani oncologi dell’Aiom - per rendersi conto di quanto velocemente le nuove evidenze scientifiche abbiano determinato cambiamenti nella pratica clinica. Congresso dopo congresso, aumentano le evidenze a sostegno dell’efficacia di nuovi trattamenti e la conoscenza dei fattori predittivi che dovrebbero aiutare le decisioni terapeutiche rendendole mirate e personalizzate per il singolo paziente. In questo Convegno gli oncologi senior hanno svolto il ruolo di moderatori e i giovani sono stati i relatori”. Nel 2011 in Italia il cancro del colon-retto è risultato nel complesso il più frequente con 50.000 nuove diagnosi, seguito da quello alla mammella (45.000), alla prostata (42.000) e al polmone (38.000), a testimonianza dell’entità del problema che la nostra sanità si trova a gestire quotidianamente. “Ma – sottolinea la dott.Ssa Gori - questo tipo di convegni scientifici sono importanti anche perché la diffusione e la lettura critica che si realizzano a livello nazionale circa le evidenze scientifiche e le novità diagnostico-terapeutiche emergenti rappresentano una delle tante modalità con cui arrivare ad una gestione sempre più oculata delle risorse economiche, in un periodo critico come quello che stiamo attraversando”.  
   
   
BASILICATA: COSTITUITO IL COMITATO ETICO UNICO REGIONALE  
 
Potenza, 16 luglio 2012 - Il Comitato Etico Unico Regionale (Ceur) è stato costituito e nominato, su proposta dell’assessore alla Salute, Sicurezza e Solidarietà sociale, Servizi alla Persona e alla Comunità, Attilio Martorano, nel corso dell’ultima riunione della Giunta. Il Ceur è preposto all’approfondimento degli aspetti bioetici e di ogni loro risvolto di carattere deontologico, etico e giuridico connessi con l’esercizio della pratica sanitaria e della ricerca biomedica. “Si tratta di un importante provvedimento – commenta l’Assessore Martorano – che rappresenta un ulteriore passo verso l´integrazione del sistema sanitario regionale, superando così la precedente impostazione che, prevedendo più comitati etici in ambito regionale, non garantiva l´uniformità di valutazione delle sperimentazioni diagnostiche a beneficio dei pazienti lucani, con il serio rischio di determinare delle disparità di trattamento”. Il Comitato Etico Unico Regionale è preposto all’approfondimento degli aspetti bioetici e di ogni loro risvolto di carattere deontologico, etico e giuridico connessi con l’esercizio della pratica sanitaria e della ricerca biomedica ed al suo impatto ambientale su materie quali: sperimentazione clinica, donazione di organi e trapianti, accanimento terapeutico e l’eutanasia, interruzione volontaria della gravidanza, riproduzione medicalmente assistita; ingegneria genetica e manipolazione genetica e cellulare, anche applicate alla biotecnologia animale e vegetale; tutela della biodiversità del germoplasma, problemi connessi alla raccolta ed alla gestione dei dati sull’identità generale e biologica, tossicodipendenza ed alcoolismo, riabilitazione del portatore di handicap e dell’anziano, istanze etiche i psichiatria; bioetica, economia e salute. L’esecutivo ha stabilito che il Comitato è composto in forma stabile, dai seguenti membri con diritto di voto: assessore alla Sicurezza e solidarietà sociale della Regione o un suo delegato; coordinatore dell’Organismo tecnico scientifico dell’Azienda sanitaria regionale interessata dalla sperimentazione clinica dei medicinali, componente ex officio; direttore sanitario dell’Azienda sanitaria regionale interessata dalla sperimentazione clinica dei medicinali, componente ex officio; direttore del Servizio farmaceutico dell’Azienda sanitaria regionale interessata dalla sperimentazione clinica dei medicinali, componente ex officio; quattro clinici con documentata esperienza e conoscenza delle sperimentazioni terapeutiche controllate e randomizzate di cui due già componenti di comitati esistenti; un chirurgo generale; un biostatico con documentata esperienza e conoscenza delle sperimentazioni terapeutiche controllate e randomizzate; un farmacologo; due esperti di bioetica; due esperti di scienze giuridiche, un rappresentante dei medici di medicina generale territoriale, designato congiuntamente dagli Ordini dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri regionali; un rappresentante dei pediatri di libera scelta, designato congiuntamente dagli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri regionali; un rappresentante degli infermieri, designato congiuntamente dai Collegi provinciali Ipasvi regionali; un rappresentante del volontariato per l’assistenza e/o l’associazionismo di tutela dei pazienti, designato congiuntamente dalle Associazioni di riferimento operanti in ambito regionale; un teologo. Il Comitato è stato costituito ai sensi dell’articolo 16 in adempimento della legge regionale n. 17/2011. La deliberazione è stata trasmessa dalla Giunta al Consiglio Regionale per l’acquisizione del parere previsto dall’articolo 16 della legge regionale n. 17/2011.  
   
   
NOVITÀ PER LA GESTIONE DEL LABORATORIO ANALISI DELL’ASL BI  
 
Biella, 16 luglio 2012 - All’asl di Biella è entrato in funzione “Galileo”, un nuovo programma informatico per la gestione del Laboratorio Analisi e del Centro Trasfusionale che velocizza la prenotazione degli esami e porta miglioramenti nella comunicazione agli utenti degli esiti delle analisi. Si tratta di una piattaforma più intuitiva che agevola l’operatore nelle prenotazioni degli esami per i pazienti ricoverati e rende disponibili in anteprima quelli urgenti, non appena validati tecnicamente e clinicamente dal personale del Laboratorio e del Centro Trasfusionale. Ogni reparto può accedervi 24 ore su 24 e l’operazione di prenotazione diventa così più veloce: è infatti sufficiente cliccare su quelli indicati nella lista, senza dover trascrivere manualmente alcun codice. Con questo nuovo programma, ciascun paziente può essere monitorato potenzialmente anche di ora in ora e visualizzando in modo immediato l’evoluzione del suo stato di salute, mediante il raffronto degli esiti. Inoltre è stata posta attenzione al collegamento con i Laboratori dell’Ospedale Maggiore di Novara (ospedale di riferimento per Biella) al fine di rendere disponibili agli utenti biellesi anche gli esami specialistici che vengono eseguiti a Novara senza doversi recare di persona. Www.aslbi.piemonte.it/    
   
   
MODIFICATO IL REGOLAMENTO DEL "FAP - SALUTE MENTALE"  
 
 Trieste, 16 luglio 2012 - Consentire la continuità dei progetti sperimentali a favore di persone affette da problemi di salute mentale, per non interrompere il percorso avviato, volto a favorire la loro autonomia. Con questo obiettivo la Giunta regionale, riunita il 12 luglio a Trieste, ha approvato in via preliminare su proposta del presidente Renzo Tondo, nella veste ai assessore alla salute e al sociale, alcune modifiche al Regolamento del Fondo per l´autonomia possibile (Fap), in quella parte dedicata appunto al tema della salute mentale. Nell´impostazione originaria del regolamento la durata di tali progetti era stata quantificata in tre anni, nell´auspicio che si trattasse di un tempo sufficiente a consentire alle persone coinvolte di acquisire un minimo di autonomia, tale da permetterne l´affidamento agli ordinari servizi del welfare, rivolti a questa categoria di assistiti. Tuttavia, poiché le disposizioni sul "Fap-salute mentale" sono entrate in vigore, a differenza della altre, appena nel 2008, per avere effettiva attuazione solo dal 2009, già dalla fine dello scorso anno stanno venendo a scadenza i trienni delle relative progettualità. Come segnalato da numerosi portatori di interesse, quali il presidente e alcuni componenti della terza commissione del Consiglio regionale, così come operatori dei servizi sanitari e sociali e associazioni dei familiari, questa circostanza fa sì che nell´arco di durata della sperimentazione il sistema ordinario di tutela non sempre sia in grado di prendere in carico queste persone, attivando interventi ed azioni indispensabili alla loro emancipazione. Da qui la possibilità, indicata nelle modifiche al regolamento, di dar continuità ai progetti avviati, fino ad un massimo di un ulteriore biennio. Il provvedimento della Giunta passa ora all´attenzione della competente Commissione consiliare, della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e sociosanitaria regionale, del Consiglio delle autonomie locali e della Consulta regionale delle associazioni dei disabili, che dovranno esprimere il proprio parere.  
   
   
“LA CHIRURGIA DELL’OBESITÀ MOLTO SPESSO È INDISPENSABILE”  
 
Firenze, 16 luglio 2012 – La Sicob, Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche, pur partecipando al lutto per la scomparsa di una giovane donna mantovana deceduta domenica scorsa in una clinica di Verona durante un’operazione per guarire da una malattia severa quale l’obesità grave, ritiene che questo evento rappresenti una tragica fatalità, che nulla ha a che fare con la validità e sicurezza delle tecniche operatorie, che rappresentano per molti pazienti l’unica alternativa. “Fatti di cronaca drammatici, come quello accaduto nella clinica veronese - afferma il presidente della Sicob, Marcello Lucchese, Direttore della chirurgia bariatrica e metabolica del Policlinico “Careggi” di Firenze - non possono mettere in discussione il valore di interventi come il bendaggio gastrico. La chirurgia bariatrica, volta a migliorare se non guarire la sindrome metabolica presente nell’obesità grave, non può e non deve essere vista come una scelta per fini estetici, ma come un vero e proprio strumento per salvare spesso la vita agli individui obesi, che soltanto nel nostro Paese hanno ormai toccato la soglia dei 6.000.000, il 10% della popolazione”. L’aspettativa di vita nella popolazione severamente obesa è ridotta di 9 anni nelle donne e di 12 negli uomini. “Sono molteplici i problemi che affrontano questi pazienti nella quotidianità - conclude Marcello Lucchese -, senza contare che l’obesità porta con sé diverse malattie invalidanti, come per esempio il diabete, che riducono sensibilmente la qualità di vita. Di questi individui, almeno un milione potrebbe risolvere efficacemente i propri problemi di salute con interventi di chirurgia cosiddetta bariatrica (per ottenere una forte riduzione di peso scongiurandone le conseguenze). Ma solo poco più di 7000 persone vengono operate ogni anno”.  
   
   
REMBRANDT INCIDERE LA LUCE I CAPOLAVORI DELLA GRAFICA TRIESTE, SCUDERIE DEL CASTELLO DI MIRAMARE FINO AL 7 OTTOBRE 2012  
 
 Trieste, 16 Luglio 2012 - Fino al 7 ottobre 2012 gli splendidi spazi delle Scuderie del Castello di Miramare ospiteranno la mostra Rembrandt. Incidere la luce. I capolavori della grafica. Inaugurata il 7 luglio 2012, l’iniziativa è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività culturali - Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici e Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia - in collaborazione con i Musei Civici di Pavia, curata da Laura Aldovini e prodotta e organizzata da Alef-cultural project management. L’esposizione presenta la produzione grafica del grande artista olandese, Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Leida, 1606 - Amsterdam, 1669), celebre pittore, ma anche e soprattutto geniale incisore che, attraverso una grande varietà di soggetti, una straordinaria perizia tecnica e un inconsueto uso della luce, ha realizzato circa trecento stampe di forte impatto emotivo. In mostra quaranta incisioni - tra autografe dell’artista e alcuni fogli di bottega - tutte provenienti dalla Collezione Malaspina, una delle raccolte di maggiore valore di tutto il territorio nazionale che conta oltre 5000 fogli di grande prestigio e che costituisce il nucleo fondante dei Musei Civici di Pavia. Il percorso espositivo presenta anche tre opere di Albrecht Dürer (1471-1528), al fine di mostrare l’influenza del celebre maestro tedesco su Rembrandt e affiancare due artisti che, seppure distanti cronologicamente e tecnicamente, sono da considerarsi i più grandi incisori di tutti i tempi. Il visitatore potrà ammirare alcuni dei capolavori di Rembrandt tra cui una serie dei suoi famosi ritratti e autoritratti come il Ritratto di Jan Six (1647), l’Autoritratto con la sciarpa al collo (1633) o l’Autoritratto alla finestra (1648), prova di una forte capacità di introspezione psicologica, nonché le celeberrime scene sacre come La morte della Vergine (1639) o La stampa dei cento fiorini (1649 ca.) e anche esempi di opere rimaste ancora oggi enigmatiche nel loro significato, come quella conosciuta con il titolo Il Faust (1652 ca.). Dopo la mostra “Cranach, Tintoretto, Bernini” che nella scorsa stagione artistica ha presentato le opere della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Trieste al pubblico delle Scuderie del Castello Visconteo, prosegue quindi la partnership culturale tra i Musei Civici di Pavia e il Museo Storico del Castello di Miramare a Trieste che, in questa occasione, accoglierà le opere del Maestro olandese provenienti dalla collezione pavese. Un evento importante che contribuirà ad arricchire l´offerta culturale del Castello di Miramare e consentirà al pubblico di ammirare gli affascinanti spazi delle Scuderie progettate da Carl Junker, su incarico di Massimiliano d’Asburgo, e costruite tra il 1856 e il 1860.  
   
   
PRESENTATA AL CONI FIRENZE LA SPEDIZIONE PER LE PROSSIME OLIMPIADI  
 
Firenze, 16 luglio 2012 - Saranno 10 gli atleti della Provincia di Firenze che prenderanno parte ai prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Londra (in programma rispettivamente dal 27 luglio al 12 agosto e dal 28 agosto al 9 settembre 2012) e ai quali spetterà il compito di tenere alto l’onore dello sport fiorentino in quella che è considerata la massima competizione internazionale per eccellenza. Il presidente del Coni Firenze Eugenio Giani ha presentato questa numerosa delegazione che sarà presente a Londra 2012 nel corso di una conferenza stampa organizzata in collaborazione con il Gruppo Toscano Ussi Unione Stampa Sportiva Italiana. “Si tratta di una delegazione di prim’ordine, che sono certo potrà regalarci grandi soddisfazioni – ha detto Giani - e che conferma la spessore tecnico di un movimento provinciale e regionale da sempre ai primi posti nel panorama sportivo nazionale”. Alla conferenza stampa era presente, insieme al suo tecnico Aldo Vigiani, anche il fiorentino Niccolò Campriani, 24 anni, campione mondiale assoluto in carica nel Tiro a Segno, specializzato nella carabina 10 metri, certamente uno dei candidati a una medaglia pregiata nei Giochi londinesi. “Il palmares migliore tra gli atleti della Provincia è quello di Niccolò – ha continuato Giani – Lui è un campione di tutto rispetto, e le sue credenziali ci fanno sperare in un piazzamento d’eccezione.” Fiducioso in un buon risultato lo stesso Campriani. “Sono reduce da una preparazione lunghissima – ha spiegato Campriani – Sono stato a lungo negli Stati Uniti, dove mi sono laureato in Ingegneria ed ho praticato il tiro a segno nella squadra di college. Al momento parto da favorito perché sono primo nel ranking mondiale, anche se nella mia disciplina non funziona come nel tennis e la differenza tra vincere e restare fuori dalle finali a 8 è davvero minima. Conosco il campo di gara di Londra, è molto ventoso. La mia preparazione a Colorado Springs è stata impostata proprio per fronteggiare al meglio questa situazione”. Gli altri sei atleti della Provincia impegnati nei Giochi Olimpici sono Lorenzo Carboncini di Limite sull’Arno e Francesco Fossi di Firenze (canottaggio), Elena Gigli di Firenze e Allegra Lapi di Bagno a Ripoli (pallanuoto femminile), Marta Pagnini di Firenze (ginnastica ritmica) e Sebastiano Ranfagni di Reggello (nuoto). Tre invece quelli impegnati nei Giochi Paralimpici: Marco Innocenti di San Casciano Val di Pesa (tennis), Andrea Marcaccini di Firenze (canottaggio) e Maria ‘Marisa’ Nardelli di Sesto Fiorentino (tennistavolo). Tre atleti della spedizione hanno già conquistato una medaglia nelle precedenti edizioni dei Giochi: Lorenzo Carboncini è stato argento a Sydney 2000 nella specialità del ‘quattro senza’, Elena Gigli ha vinto da giovanissima l’oro ad Atene 2004 con il Setterosa, mentre Maria ‘Marisa’ Nardelli ha conquistato argento e bronzo ai Giochi di Barcellona 1992, e un bronzo ad Atlanta 1996.  
   
   
LOMBARDIA. RUFFINELLI: AIUTI ALLO SPORT COLPITO DAL SISMA  
 
Milano, 16 luglio 2012 - Un fondo finalizzato alla raccolta di aiuti, gestiti dall´Isc (Istituto per il Credito Sportivo), da destinare alle popolazioni colpite dal terremoto, oltre ad agevolazioni sui mutui sportivi. È questa l´idea proposta ieri, a Roma, nel corso dell´evento organizzato per festeggiare i 50 anni di attività dell´Ics. Il fondo, lanciato in occasione della serata di solidarietà ´Un aiuto da campioni´, ha già ricevuto un contributo da parte dell´Ics stesso, che lo ha aperto con 50.000 euro. Soddisfazione è stata espressa da parte dell´assessore regionale allo Sport e Giovani Luciana Ruffinelli, presente insieme a molti atleti che hanno fatto la storia del nostro sport, come Igor Cassina, Manuela di Centa, Piero d´Inzeo, Domenico Fioravanti, Giorgio Lamberti e Andrea Lucchetta. ´Oltre al fondo - ha detto Luciana Ruffinelli - i commissari dell´Ics hanno esplicitato la volontà di praticare agevolazioni sui mutui già in essere, destinati a strutture sportive sui territori interessati dal sisma. L´istituto per il Credito Sportivo ha dimostrato, in questi 50 anni, una grandissima capacità di essere vicino allo sport nella maniera più intelligente e concreta: contribuendo alla realizzazione di impianti sportivi, condizione indispensabile per raggiungere in modo capillare i giovani e avvicinarli alla pratica dello sport´. ´Questo ulteriore gesto di solidarietà - ha sottolineato l´assessore - è la dimostrazione che, alle policy proprie di un istituto bancario, si possano affiancare spirito etico e forte impegno sociale. Anche noi, come Regione Lombardia, non mancheremo di fare la nostra parte, siamo disponibili a consultare l´Ics, in occasione del prossimo bando regionale, per sostenere concretamente l´impiantistica sportiva mantovana danneggiata dal sisma´. ´Il bando - ha ribadito l´assessore - contemplerà, infatti, criteri di agevolazione dedicati a progetti di recupero delle strutture danneggiate, evidenziate dal monitoraggio effettuato dai nostri tecnici´.