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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Ottobre 2011
BOLZANO: MOBILITÀ DEI PAZIENTI NELL´UNIONE EUROPEA: UN RISCHIO, MA ANCHE UN´OPPORTUNITÀ  
 
Bolzano, 26 ottobre 2011 - Ieri, presso la sede del Dipartimento alla sanità della Provincia si è tenuto un incontro informativo per i direttori degli Ospedali e per i dirigenti dell’Azienda sanitaria e della Provincia sull’applicazione della Direttiva comunitaria (2011/24/Ce) sull’assistenza sanitaria transfrontaliera che entrerà in vigore a partire dal 25 ottobre 2013. Con la misura viene resa possibile la mobilità dei pazienti nell´Unione Europea: un rischio, ma anche un´opportunità per l´assessore alla sanità Richard Theiner. La direttiva Ue, approvata nell´aprile 2011, per divenire operativa, dovrà essere recepita dai singoli Stati membri (entro la fine di ottobre 2013). In vista di tale data è stato attivato uno scambio di informazioni con collaboratori italiani ed esteri sullo stato di avanzamento dell’applicazione, particolarmente importante soprattutto per le regioni confinanti, quali la provincia di Bolzano. Come ha sottolineato l’assessore provinciale alla sanità Richard Theiner, presente all’incontro, per l’Alto Adige, al confine fra l’area italiana e quella tedesca, è di fondamentale rilevanza prepararsi bene per poter cogliere le opportunità che ne derivano. Secondo Martin Matscher dell’Ufficio per la mobilità internazione dei pazienti del Distretto sanitario di Bolzano, la regolamentazione interesserà in particolar modo lavoratori che hanno un impiego in un altro Paese Ue, frontalieri, pensionati con residenza in un altro Paese Ue, ma anche famigliari, che vivono in uno Stato Ue, di persone che lavorano in provincia di Bolzano. Come ha spiegato Alfred König dell’Ufficio distretti sanitari, dal 25 ottobre 2013 i cittadini potranno recarsi anche i altri Paesi membri, per usufruire di prestazioni sanitarie e cure che hanno il diritto di ottenere nel loro paese di origine. Si potrà beneficiare di visite specialistiche ambulatoriali a livello di Unione Europea senza autorizzazione preventiva; per i ricoveri ospedalieri, invece, sarà necessaria una autorizzazione preventiva del Servizio sanitario provinciale per porre un limite al cosiddetto turismo sanitario. È prevista la creazione di un punto di riferimento a livello provinciale, dove i cittadini possono informarsi sui propri diritti negli altri Stati dell’Ue ed in merito agli standard qualitativi, che devono essere garantiti in altri Stati dell’Ue L’avv. Amleto Cattarin, dell’Ufficio Rapporto Socio Sanitari Internazionali della Regione Veneto, e Lorenzo Gios, Centro Regionale per la Promozione della Salute della Regione Veneto, si sono soffermati sulle misure organizzative da intraprendere da parte delle Regioni in vista dell’attuazione della direttiva. In particolare hanno affrontato la questione dei costi. A tal proposito si è ricordato come saranno rimborsate le quote equivalenti al costo della stessa prestazione nel Paese di origine. Anche i farmaci prescritti potranno essere acquistati nei Paesi membri. Al termine dell’incontro informativo sono stati illustrati esempi della collaborazione transfrontaliera che intercorre tra il Land austriacodella Bassa Austria e la Repubblica Ceca.  
   
   
FEDERSANITÀ SARDEGNA, FIRMATO IN REGIONE L´ATTO COSTITUTIVO  
 
Cagliari, 26 Ottobre 2011 - È stato firmato a Cagliari l´atto costitutivo di Federsanità/anci Sardegna, la federazione delle Aziende sanitarie locali, ospedaliere, miste della Sardegna e dei Comuni sardi associati all´Anci. Il documento è stato sottoscritto dall’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci, dal presidente Anci Sardegna Cristiano Erriu e dai direttori generali delle Asl e aziende ospedaliere dell’Isola. Tra le finalità del nuovo organismo di rappresentanza, si legge nell’atto costitutivo, attivare i rapporti necessari con gli organi dello Stato e della Regione, con le istituzioni, le forze politiche e le parti sociali per concorrere allo sviluppo della qualità ed efficacia del servizio sanitario, sociosanitario e socio-assistenziale regionale e locale; assicurare la rappresentanza delle Aziende sanitarie, ospedaliere, miste nei rapporti con lo Stato e con la Regione per contribuire alle decisioni in materia sanitaria e sociosanitaria; individuare le linee d’indirizzo e di coordinamento delle attività degli enti associati; promuovere iniziative di studio e di proposta e attivare organismi di assistenza tecnico-giuridica agli associati.  
   
   
OSPEDALE GALLINO: NESSUN DIETROFRONT, POSTI LETTO INDISPENSABILI PER L´AREA GENOVESE  
 
Genova, 26 Ottobre 2011 - "Regione Liguria e Asl 3 Genovese non hanno mai proposto la chiusura dell´ospedale Gallino, i suoi posti letto sono indispensabili per l´area genovese". Così l´assessore regionale alla salute risponde alle accuse dei consiglieri di minoranza Rosso e Bagnasco. "Anche le funzioni insediate nell´ospedale di Pontedecimo – dichiara l´assessore alla salute – come medicina, cardiologia, chirurgia day-week surgery, cure intermedie, radiologia e servizi ambulatoriali, tra cui quelli oncologici, sono importanti per un ampio bacino territoriale". L´assessore rispondendo a Rosso e Bagnasco ha ribadito inoltre che "la Asl 3 presenterà, con la collaborazione dei suoi tecnici, il piano di funzionamento dell´ospedale Gallino e dell´integrazione dello stesso nella rete degli ospedali del ponente genovese, in particolare del Villa Scassi".  
   
   
PIASTRA LABORATORI ALL´OSPEDALE DI ROVERETO E HOSPICE A TRENTO: PRIMI VIA LIBERA DAL CTA  
 
 Trento, 26 ottobre 2011 - ll Comitato tecnico amministrativo dei lavori pubblici il 24 ottobre ha dato parere favorevole ai progetti definitivi relativi a due importanti strutture in ambito sanitario: la nuova piastra laboratori che sorgerà all´ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto, e l´Hospice per l´assistenza palliativa e antalgica che sorgerà a Trento sud. Parere favorevole dal Cta anche alla congruità dei prezzi di stima di un immobile di Vezzano destinato a diventare futura sede della Comunità della Valle dei Laghi e di un edificio in fase di ristrutturazione a Pomarolo acquistato dall´Itea. Via libera, infine, al progetto esecutivo per la riqualificazione della palazzina di servizio alla pista da sci 3/Tre del Canalone Miramonti (Stadio dello Slalom) a Madonna di Campiglio. Piastra Laboratori Ospedale Rovereto - Il progetto riguarda la realizzazione di un edificio in ampliamento del presidio denominato "Piastra laboratori" presso l´ospedale S. Maria del Carmine di Rovereto. L´ampliamento sarà realizzato su viale Verona, a sinistra dell´ingresso principale dell´ospedale, ed è legato ad altri due progetti: la piastra dialisi e il parcheggio a nord dell´ospedale per adeguare il numero di posti auto ai nuovi volumi. Sull´opera c´è un finanziamento ministeriale di 15 milioni di euro. Mercoledì prossimo la Conferenza servizi esaminerà la soluzione prevista per il parcheggio - servono 94 posti auto, 79 dei quali saranno realizzati con distinto progetto in area ospedaliera ed è stata richiesta al Comune di Rovereto la disponibilità temporanea di 61 posti in attesa che l´Apss realizzi un parcheggio multipiano - e la conformità urbanistica. L´edificio si sviluppa su vari livelli con questi usi: spogliatoi del personale, locali tecnici, celle frigorifere al piano interrato; centro trasfusionale (qui arriveranno tutti i campioni di sangue della Vallagarina e anche del basso Sarca) al piano rialzato e primo piano; ancora al primo piano l´area laboratoristica con uffici medici; al secondo piano il laboratorio di patologia clinica; al terzo piano altri laboratori; al quarto piano un´area tecnica per ospitarvi le macchine. L´edificio sarà certificato "Leed Italia" livello argento per quanto riguarda gli aspetti energetici. Il costo di realizzazione dell´opera e degli arredi tecnici sarà di 12.200.000 euro (totale a base d´asta 8.363.743 euro). Il criterio di aggiudicazione è quello dell´offerta economicamente più vantaggiosa (70 % elementi tecnico/qualitativi, 30 % prezzo). Hospice Assistenza Palliativa E Antalgica - La struttura sorgerà in località Man Malpensada, a monte dell´attuale Casa del Sole, in via Conci, su un´area di 8.000 mq. E´ un intervento affidato a Patrimonio del Trentino. La funzione della struttura è il ricovero temporaneo, con una dotazione di 10 posti letto, per pazienti malati terminali e per il trattamento attraverso la terapia del dolore. La superficie complessiva è di 2.273 mq. Il progetto prevede un piano interrato, un piano terra e un primo piano. Le stanze di degenza, tutte al primo piano, si affacciano su giardino oppure su terrazza. L´edificio sarà costruito secondo lo standard Leed livello argento. L´inizio dei lavori è previsto per il 2013. Il costo previsto è pari a 5.305.000 euro circa (591 euro/mc). L´aggiudicazione dei lavori sarà effettuata con il criterio dell´offerta economicamente più vantaggiosa. Sede Comunita´ Valle Dei Laghi - La Comunità della Valle dei Laghi è interessata ad acquistare, per destinarla a propria sede, l´edificio che attualmente ospita a Vezzano la Cassa rurale Valle dei Laghi. Dal primo gennaio prenderanno servizio presso la Comunità 20 dipendenti, occorrono dunque nuovi spazi. In base allo statuto la sede definitiva deve essere individuata nel comune di Vezzano: la ricerca ha portato dunque ad individuare l´attuale sede della Cassa rurale come la sede più adatta. Si tratta di un edificio oggetto nel 1986 di un importante intervento di risanamento, e poi ancora nel 2007 con un intervento di manutenzione della copertura, la realizzazione della coibentazione termica e l´installazione di un impianto fotovoltaico. L´edificio, nato dall´accorpamento di quattro diversi edifici appartenenti ad un nucleo di antica origine si trova in piazza Mons. Perli, nel centro storico del paese, di fronte alla chiesa parrocchiale. La superficie totale degli spazi disponibili è di 1.444 metri quadrati lordi, più un parcheggio esterno. Per adattare l´immobile alle proprie esigenze funzionali, la Comunità prevede di dover spendere 421 mila euro, interventi di sbarrieramento e recupero del sottotetto compresi. Sull´edificio dovrà essere effettuata la verifica sismica e acquisito il certificato di agibilità per le parti sprovviste. Per acquistare l´edificio la Comunità ha già presentato alla Provincia domanda di finanziamento. Alloggi Itea A Pomarolo - L´edificio, destinato ad ospitare 5 alloggi a canone sociale, è in corso di realizzazione a Pomarolo da parte dell´impresa Cof Bau. L´itea ha emanato un avviso di ricerca immobiliare sul territorio provinciale per 245 alloggi, di cui 6 nel comune di Pomarolo. L´immobile oggetto dell´intervento si trova nel centro storico del paese. Cinque gli alloggi che saranno ricavati a fine ristrutturazione. La vendita, per la quale il Cta ha espresso parere positivo in ordine alla congruità del prezzo di stima, andrà a buon fine solo se verrà intavolato ad Itea un diritto di passo per accedere all´edificio.  
   
   
L´IMPEGNO UMANITARIO DELLA REGIONE MARCHE PER LA LIBIA E LA SOMALIA  
 
Ancona, 26 Ottobre 2011 - La Regione Marche in aiuto delle popolazioni della Libia e della Somalia che stanno vivendo situazioni drammatiche, da una parte per la guerra civile, dall´altra per la gravissima crisi alimentare che ha colpito il Corno d´Africa. Nel caso di eventi di particolare gravita` che richiedano interventi immediati di assistenza medica e sanitaria alle popolazioni, la Regione puo` infatti erogare finanziamenti in favore di associazioni di comprovata esperienza che provvedono direttamente a tali interventi. Il Piano annuale delle attivita` di cooperazione allo sviluppo per l´anno 2011 ha stabilito una riserva di ´ 100.000 per interventi di questo tipo, con i quali s´intende contribuire a migliorare la cura e l´assistenza sanitaria della popolazione con particolare attenzione ai feriti di guerra, mediante la fornitura di materiale sanitario e di consumo e farmaci di base. E´ dello scorso 20 settembre l´approvazione all´unanimita` da parte dell´Assemblea legislativa della mozione di sostegno umanitario in Libia e nel Corno d´Africa con cui si impegna ´la Giunta regionale ad assumere tutte le iniziative di sostegno umanitario al popolo libico che riterra` piu` opportune e ad assumere analoghe iniziative a favore dei popoli del Corno d´Africa anche attraverso gli stanziamenti previsti per la cooperazione allo sviluppo´. ´Non siamo sordi ´ dichiara l´assessore regionale alla Cooperazione allo sviluppo, Luca Marconi ´ ai numerosi appelli lanciati sia dalla Comunita` Internazionale che dallo stesso Santo Padre affinche` venga affrontata e risolta la gravissima crisi umanitaria che si sta consumando nel Corno d´Africa ed in particolare in Somalia, dove le Nazioni Unite hanno dichiarato lo stato di carestia´. ´Per quanto riguarda la Libia ´ continua Marconi ´ nel corso della recente riunione a margine della sessione dell``Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la comunita` internazionale si e` impegnata a sostenere il governo libico ad interim; inoltre, la nuova situazione politica creatasi con la formazione del Consiglio Nazionale di Transizione rende possibile assumere iniziative avendo interlocutori certi, operativi ed in grado di garantire una continuita` di intervento´.  
   
   
SALUTE MENTALE RAGAZZI: ECCO I RISULTATI PRESENTATI O ALL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO I PIÙ RECENTI STUDI EPIDEMIOLOGICI SULLA SALUTE MENTALE DEI GIOVANI E LE PRIME LINEE GUIDA IN ITALIA PER IL TRATTAMENTO DELL’AUTISMO.  
 
Milano, 26 ottobre 2011 - In un’aula magna gremita (più di 400 partecipanti) sono stati presentati i risultati della ricerca italiana sulla salute mentale nei ragazzi: si tratta del primo Programma Nazionale di Ricerca Strategica in Età Evolutiva, guidato dall’Irccs Medea – La Nostra Famiglia e che ha coinvolto la Regione Lombardia, l’Irccs Stella Maris, l’Agenzia Sanitaria Regionale - Regione Emilia Romagna e l’Istituto Superiore di Sanità. Qui di seguito i principali ambiti indagati: “Il Difficile Equilibrio Gene/ambiente” I dati epidemiologici: continuità, discontinuità, il peso dei fattori biologici e ambientali Maria Nobile (Ricercatrice senior Linea di psicopatologia Irccs Medea), Massimo Molteni (Coordinatore Programma Nazionale di Ricerca Strategica in Età Evolutiva – Irccs Medea). In continuità con il precedente progetto di ricerca epidemiologico Prisma, L’irccs Medea ha sviluppato uno studio di follow-up epidemiologico con l’obiettivo di valutare se esiste una persistenza nei tratti patologici valutati nella fascia di età tra i 12/14 anni, anche in adolescenza (16/18 anni) e i fattori che sembrano influenzare la permanenza o la nuova insorgenza di disturbi e di conseguenza la possibile ricaduta operativa. Sono stati ricontattati 470 ragazzi di età compresa fra i 16 e i 18 anni che avevano partecipato sia alla fase di valutazione clinica che biologica dello studio precedente. Hanno aderito a questa seconda fase dello studio 287 ragazzi (141 ragazze e 146 ragazzi) con un tasso di adesione del 61%, simile a quello di analoghe ricerche internazionali. Un primo dato significativo è la conferma della presenza di continuità tra le due fasi di vita prese in esame, con un fattore di significatività statistica buona sia per i problemi internalizzanti ed esternalizzanti e addirittura elevata per le problematiche attentive e di iperattività: in altri termini, la presenza di un disturbo psicologico nella pre-adolescenza è l’indicatore di rischio più elevato per soffrire di un problema psicopatologico in adolescenza. La continuità si manifesta però con modalità sintomatiche anche molto diverse: continuità omotipica e continuità eterotipica, vale a dire che alcuni disturbi si mantengono invariati nel tempo, mentre altri cambiano la modalità della loro espressività clinica. In particolare, il disturbo oppositivo provocatorio in pre-adolescenza è un fattore di rischio per la comparsa di numerose patologie in adolescenza, anche molto diverse tra loro: dall’ansia, alla depressione al disturbo della condotta. Si è dimostrato particolarmente stabile invece il “disturbo della condotta”, disturbo con notevoli risvolti anche sociali. Un secondo elemento interessante è la minore significatività – quale fattore di rischio – dell’ambiente famigliare in tarda adolescenza, fattore che, al contrario, nella fase pre-adolescenziale giocava un ruolo molto importante. Un terzo elemento è il ruolo chiave giocato dalla presenza di eventi di vita considerati avversi in questa fase adolescenziale, anche se la modalità con cui alcuni eventi di vita interagiscono sia con quadri sintomatici già presenti nel pre-adolescente sia con una predisposizione a sviluppare sintomi psicopatologici si è rivelata tutt’altro che semplice e lineare. E’ fondamentale in questo senso il concetto di perdita: perdita ineluttabile e incontrollabile in alcuni casi (ad esempio la perdita di un genitore o la perdita della salute a causa di malattie), perdita controllabile in altri (per es. La perdita di privilegi data da momenti di crisi economica – una vacanza, un viaggio - o perdita di uno status dato da bisogni indotti – il telefonino, l’abito firmato). Chiaramente, se si vuole promuovere il benessere psicologico dei ragazzi, occorre avere particolare cura dell’ambiente sociale in cui i giovani vivono: se molti eventi sono infatti ineluttabili, altri - quali ad esempio un ambiente violento o l’induzione di bisogni irrealistici - potrebbero essere almeno parzialmente limitati. Tra i meccanismi che sembrano essere alla base di questa continuità/discontinuità giocano con chiarezza un ruolo significativo anche i fattori genetici, ma solo attraverso una complessa interazione con diversi fattori ambientali: dai dati emersi si conferma l’idea che non esiste un “determinismo” genetico per le forme psicopatologiche studiate, ma anche che non esiste neppure un ambiente “ideale” in grado di eliminare in maniera assoluta tutti i rischi. Questi risultati non devono indurre ad un facile atteggiamento di rinuncia, ma possono essere l’occasione per riscoprire il gusto di una “umana operosità” per migliorare, con il necessario senso del limite, le condizioni sociali che sono maggiormente coinvolte nella promozione della salute mentale, dei bambini, dei giovani e di conseguenza degli adulti. “Aiutare Gli Altri Diminuisce L’aggressivita’” Lo sviluppo delle abilità prosociali nel bambino: una risorsa nuova per i percorsi di prevenzione Gian Vittorio Caprara, professore ordinario di Psicologia della Personalità dell´Università Sapienza di Roma.- Il progetto Cepidea, promosso dalla Regione Lombardia, ha sviluppato un intervento rivolto alle scuole per sviluppare le capacità prosociali degli adolescenti (cioè la capacità di aiutare, prendersi cura ed essere solidali con gli altri) e diminuire significativamente la frequenza dei comportamenti aggressivi, ma anche uno studio su quanto tali capacità favoriscano il trattamento degli adolescenti in cura presso i servizi psichiatrici per problemi di comportamento (iperattività e comportamenti aggressivi). Il progetto, articolato su due filoni, è il frutto del lavoro sia del Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e sullo Sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali dell´Università Sapienza di Roma, che ha realizzato l´intervento in alcune scuole dell´area dei Castelli romani, sia dell´Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano e l´Ircss Fatebenefratelli di Brescia, che hanno condotto sul territorio Lombardo lo studio sugli adolescenti seguiti dai servizi di Neuropsichiatria Infantile. Attività, questa, svolta in collaborazione con le Aziende Ospedaliere Spedali Civili di Brescia, Niguarda di Milano, Manzoni di Lecco, della Valtellina e Valchiavenna di Sondrio e l´Istituto Mondino di Pavia. L´intervento nelle scuole, che allargherà i propri confini il prossimo anno scolastico alla Colombia (dove verrà svolto dalla Universidad San Buenaventura a Medellin) ha visto coinvolti 150 studenti dell´età di circa 12 anni dell´area dei Castelli Romani. Ha previsto sessioni di lavoro congiunto tra psicologi e insegnanti nella realizzazione delle attività scolastiche per promuovere negli studenti i valori e i comportamenti di aiuto, rispetto e impegno civico. L´efficacia dell´intervento è stata confermata a distanza di un anno. Lo studio con i servizi di Neuropsichatria del territorio Lombardo invece ha coinvolto circa 100 adolescenti con diagnosi psichiatriche connesse ai problemi di comportamento. Ha previsto una valutazione iniziale e a distanza di sei mesi dei problemi e delle risorse degli adolescenti attraverso il coinvolgimento degli operatori dei servizi, degli adolescenti e dei loro genitori. I risultati ottenuti a distanza di 6 mesi suggeriscono l´utilità di integrare i trattamenti dei servizi con azioni volte a potenziare le competenze prosociali degli adolescenti. (Attualmente è già stato inviato per la pubblicazione un articolo scientifico sull´efficacia dell´intervento nelle scuole). “Standard Elevato Nelle Uonpia Emiliane” Epidemiologia dell’uso dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza Giovanni De Girolamo (Direttore Scientifico dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia)- Lo studio, che ha coinvolto l’Agenzia Sanitaria Regionale della Regione Emilia Romagna, ha indagato le caratteristiche fisiche, architettoniche ed i dati di attività delle 11 Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Uonpia) della stessa Regione, che annovera 633.725 abitanti di età compresa tra 0 e 17 anni. In Emilia-romagna vi sono complessivamente 43 Centri di Neuropsichiatra dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Cnpia) e 67 Unità erogative ambulatoriali semplici. Nelle 11 Uonpia lavorano 699 figure professionali full-time equivalenti; vi sono circa 20 neuropsichiatri infantili e 23 psicologi ogni 100.000 abitanti di età compresa tra 0 e 17 anni. Tutte le strutture sono ben equipaggiate ed organizzate dal punto di vista logistico e strutturale ed ovunque è garantito l’accesso gratuito agli utenti. Nell’anno 2008, in maniera omogenea su tutto il territorio regionale, circa il 6% della popolazione 0-17 anni era in contatto con le Uonpia. La maggior parte degli utenti venuti in contatto per la prima volta nel 2008 ha ricevuto una diagnosi di disturbo del linguaggio o dell’apprendimento (41%). In maniera altrettanto uniforme, le prime visite corrispondono al 30% delle visite annuali effettuate in ciascuna Uonpia. La proporzione di bambini ed adolescenti in contatto con le Uonpia dell’Emilia-romagna per un disturbo mentale è in linea con i precedenti studi epidemiologici. In Italia i servizi di neuropsichiatria infantile si occupano sia di disturbi della sfera comportamentale che di disturbi neurologici: tenendo a mente questa caratteristica, che differenzia le Uonpia italiane dai servizi di salute mentale infantili degli altri paesi europei, emerge che il numero di neuropsichiatri per 100.000 abitanti in età pediatrica è uno dei più elevati d’Europa (secondo i dati disponibili), ed è comparabile a quello riscontrato nelle aree meglio equipaggiate degli Stati Uniti. (Dati appena pubblicati su Giornale di Neuropsichiatria dell’età evolutiva, vol.31) “Autismo Infantile: Riconoscere Il Disturbo Al 18° Mese” Dalla diagnosi precoce alla valutazione di efficacia degli interventi Filippo Muratori (Professore Associato di Neuropsichiatria Infantile all’Università di Pisa) - Vi è una crescente evidenza in letteratura dell´importanza della individuazione dei bambini a rischio di autismo, della diagnosi e del trattamento precoci nell´autismo; tale evidenza è sostenuta dal fatto che un trattamento tempestivo può modificare in modo significativo l´evoluzione del disturbo. Per l´individuazione tempestiva dell´autismo l’Irccs Stella Maris, in collaborazione con la Regione Toscana, l’Irccs Mondino e l’Irccs Medea, ha pianificato nella Regione Toscana percorsi formativi per i pediatri di libera scelta, ed ha proposto l´utilizzazione della M-chat come strumento utile per potenziare la loro capacità di riconoscimento dei casi sospetti nel corso del bilancio di salute del 18° mese. Attraverso tale programma si è reso possibile il riconoscimento tempestivo di bambini a rischio di autismo la cui conferma è avvenuta presso i servizi di Npi regionali. Parallelamente è stata avviata una ricerca sugli interventi terapeutici tesi a ridurre l´impatto di questo disturbo sullo sviluppo globale del bambino. Infatti l´intervento precoce, riducendo i lunghi periodi in cui lo sviluppo della vita mentale è fortemente compromesso dalla presenza dei difetti comunicativi e sociali tipici dell´autismo, può limitare la progressiva organizzazione atipica dei meccanismi neurobiologici che sono alla base dell´autismo. “Il Carico Di Sofferenza Delle Famiglie” Lo Studio epidemiologico Fabia - Family Burden in Infantile Autism Angelo Picardi (Primo Ricercatore presso il Reparto di Salute Mentale dell´Istituto Superiore di Sanità) - Lo Studio epidemiologico Fabia - Family Burden in Infantile Autism sul carico familiare associato all’autismo, coordinato dal Reparto Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità, ha come obiettivi la quantificazione e la caratterizzazione del carico di sofferenza (burden) e dei bisogni delle famiglie con un figlio affetto da un disturbo dello spettro autistico e l’identificazione dei fattori demografici, socioeconomici e assistenziali associati al carico di sofferenza. Si tratta di uno studio potenzialmente in grado di fornire criteri e informazioni utili alla progettazione di iniziative di miglioramento dei servizi sanitari collegate ai risultati ottenuti. Si tratta di uno studio trasversale in sei regioni italiane, due per ciascuna macroarea geografica (nord, centro e sud Italia). Sono stati reclutati tre campioni stratificati per fasce di età (5-8 anni, 9-12 anni, 13-17 anni) di famiglie con un figlio di età compresa tra 5 e 17 anni affetto rispettivamente da disturbo dello spettro autistico, sindrome di Down e diabete mellito di tipo I esordito prima dei 5 anni. Le famiglie arruolate sono state 359, 145 e 155 per quanto riguarda rispettivamente i soggetti con autismo, la sindrome di Down e il diabete mellito di tipo I, per un totale di 352 madri e 289 padri di pazienti con autismo, 140 madri e 115 padri di pazienti con sindrome di Down, e 153 madri e 133 padri di pazienti con diabete mellito di tipo I. Nei genitori è stata effettuata una valutazione finalizzata a rilevare il carico di sofferenza legato al disturbo del figlio, assieme a sintomi depressivi e ansiosi, stress, sostegno sociale, funzionamento familiare, benessere spirituale, capacità di fronteggiare e resistere a eventi e situazioni stressanti e soddisfazione per le cure ricevute presso il servizio che ha in cura il figlio. Nei figli affetti dalla patologia, la valutazione è stata finalizzata a rilevare dati sociodemografici, storia clinica, trattamento attuale e pregresso, numero e tipo di contatti con i servizi negli ultimi 3 mesi, gravità clinica della patologia, funzionamento sociale e intellettivo, e autonomia. Tutte le famiglie studiate presentano livelli di stress emozionale e di sintomi depressivi e ansiosi sensibilmente superiori a quelli di popolazioni di riferimento valutate con i medesimi strumenti. Le famiglie in cui è presente un disturbo dello spettro autistico sono sottoposte a un carico soggettivo e oggettivo, anche economico, superiore a quello, pur elevato, delle famiglie con un figlio affetto da sindrome di Down o diabete insulino-dipendente. Il carico familiare è risultato correlato a minor sostegno sociale percepito, peggiore opinione sulla qualità dell’assistenza, presenza di una patologia cronica in uno dei genitori, maggiore gravità clinica e minore funzionamento psicosociale del figlio affetto. Il ritardo mentale è risultato associato a maggiore carico familiare solo se almeno moderato. “Il Trattamento Dell’autismo Nei Bambini E Negli Adolescenti: Le Linee Guida “ Alfonso Mele (Dirigente di ricerca Istituto Superiore di Sanità), Marina Dieterich (Azienda Sanitaria Locale 6, Livorno), Salvatore De Masi (Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer, Firenze) - Le conoscenze in merito al disturbo autistico sono in continuo sviluppo e nuove se ne aggiungono incessantemente grazie al lavoro di numerosi team di ricerca presenti in tutto il mondo. Tuttavia, a oltre 60 anni dalla sua individuazione da parte di Leo Kanner (1943), persistono ancora notevoli incertezze in termini di eziologia, di elementi caratterizzanti il quadro clinico, di confini nosografici con sindromi simili, di diagnosi, presa in carico, evoluzione a lungo termine. La complessità del disturbo, la presenza di un quadro fenomenico molto diversificato, uniti alla naturale modificazione nel corso dello sviluppo, rendono particolarmente complessa l’adozione di modalità di intervento adeguate. A ciò si aggiunge la frammentarietà degli studi sull’efficacia dei diversi modelli di intervento sperimentati, legati sia alla complessità dei modelli da verificare sia alla difficoltà ad eseguire studi controllati e di buon disegno metodologico su adeguati campioni di popolazione. Per tale motivo è emersa l´esigenza di elaborare delle Linee Guida, specificatamente dedicate agli interventi a favore dei bambini e degli adolescenti affetti da Disturbi dello Spettro Autistico e alle loro famiglie, da mettere a disposizione di tutta la comunità nazionale. Le Linee Guida, documento dell’Istituto Superore di Sanità, consistono in raccomandazioni per la pratica clinica ricavate dai dati scientifici prodotti dalla letteratura internazionale, secondo una prestabilita metodologia di ricerca evidence based. Possono riguardare uno specifico aspetto di una situazione patologica o per contro aspetti più generali, e sono poste come punto di riferimento per gli operatori interessati, per tutti coloro che hanno a che fare professionalmente con una determinata condizione patologica e più in generale per tutti i cittadini. Questa Linea Guida tratta in modo esclusivo degli interventi rivolti a bambini e adolescenti (nell’età 0-18 anni) con Disturbi dello Spettro Autistico. Proprio la metodologia di ricerca adottata per elaborarla determina che gli interventi affrontati nel documento siano solo quelli su cui disponiamo di studi scientifici volti a valutarne l’efficacia. Nella Linea Guida vengono quindi presi in esame e valutati i principali programmi educativi, gli interventi comportamentali e psicologici, gli interventi biomedici e strutturali, gli interventi farmacologici. Http://www.Emedea.it  - www.Lanostrafamiglia.it    
   
   
INVALIDITA´: CHIODI, INTESA CON INPS PER MIGLIORARE SERVIZIO PROCESSO TRASPARENTE DALLA PARTE DEI CITTADINI  
 
L´aquila, 26 ottobre 2011 - Gli accertamenti per l´erogazione di prestazioni di invalidità civile in Abruzzo avranno un percorso più uniforme, chiaro e trasparente. È quanto si propone la convenzione che ieri è stata firmata dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, e il presidente dell´Inps Abruzzo, Marco Ghersevic, sui criteri per l´accertamento dei soggetti beneficiari e i tempi di attuazione. Grazie allo scambio di informazioni tra le Asl regionali e l´Inps le procedure di accertamento delle prestazioni di invalidità avranno tempi ridotti e certi, da contenere nei 120 giorni dalla presentazione della domanda. "E´ un miglioramento del servizio rivolto ai cittadini - ha spiegato il presidente Gianni Chiodi -, che passa attraverso interventi precisi e uniformi a tutte le Asl regionali". La prima azione è il miglioramento del sistema informatico per il trattamento e l´archiviazione elettronica delle domane di invalidità civile; la seconda permetterà di uniformare sul territorio regionale le attività relative agli accertamenti sanitari in modo da evitare disparità di trattamento e di tempi di lavorazione tra le diverse aree regionali. Il terzo punto della convenzione interessa i tempi di riconoscimento della prestazione, i cui standard nazionali sono fissati in 120 giorni dal ricevimento della richiesta; tutto questo permetterà di garantire maggiore trasparenza del procedimento con la possibilità da parte del richiedente di monitorare lo stato della pratica. Ma la convenzione servirà anche per combattere la difficile guerra per scovare i falsi invalidi. "E´ un altro aspetto importante dell´accordo con l´Inps - aggiunge Chiodi - che tende al rafforzamento di quel welfare meritocratico secondo cui deve usufruire della prestazione di invalidità solo chi ne ha veramente diritto. È una battaglia difficile ma necessaria, perché in un momento così difficile per il Paese non c´è spazio per i furbi e per quella classe politica che sulle pensioni di invalidità ha costruito gran parte del proprio consenso elettorale. E questa intesa tende anche al superamento di questa impostazione culturale e politica". Proprio sul fronte dei controlli, il direttore regionale dell´Inps, Marco Gherservic, ha fornito cifre importanti, specificando che "la consistenza e il numero dei controlli sulle false invalidità viene stabilito ogni anno dalla sede centrale per tutta l´Italia. Per il 2011, l´Inps ha stabilito 250 mila controlli a campione". Nel dettaglio il dato abruzzese è, sul fronte della regolarità dell´erogazione delle prestazioni, soddisfacente. "Nel 2011 - spiega meglio il direttore regionale dell´Inps - sono state effettuare 2296 verifiche, pari al 2,4% del dato nazionale. Di queste si è deciso per la revoca della prestazione di invalidità civile per il 4,5%, pari a 104 invalidità, al di sotto comunque del dato nazionale. In generale, in Abruzzo i cittadini che fruiscono di prestazioni di invalidità civile sono circa 76 mila, un numero certamente non rilevante se si guarda al dato nazionale". Discorso diverso invece per le prestazioni di accompagno. "I numeri in Abruzzo - conclude Gherservic - sono diversi da quelli nazionali, in ragione soprattutto del fatto che in regione c´è un´alta aspettativa di vita, aspetto questo strettamente legato alla concessione dell´indennità di accompagno".  
   
   
VENDOLA E FIORE SIGLANO PROTOCOLLO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI DETENUTI  
 
Bari, 26 ottobre 2011 - “Pur mettendo in piedi modelli evoluti di relazioni tra diverse Amministrazioni dello Stato per mettere al centro i diritti dei detenuti, come quello contenuto nel Protocollo d’Intesa che firmiamo oggi, rischiamo di scivolare, giorno dopo giorno, in una condizione di assoluta drammaticità. Oggi siamo seduti su una polveriera. Settantamila detenuti sono un dato assolutamente inedito nella storia nazionale. Chi ha vissuto come me una vita intera occupandosi di tematiche legate al carcere, sa bene che, non molti anni fa, quando si toccava quota “45 mila detenuti” c’era, in genere, una sollevazione di coscienze, maturava il sentimento dello scandalo: giornali e televisioni raccontavano l’insopportabilità, perché il sovraffollamento carcerario è di per sé la negazione del precetto costituzionale dell’umanità della pena”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola siglando ieri mattina il Protocollo d’intesa con il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per la Puglia Giuseppe Martone e il Direttore del Centro Giustizia Minorile per la Puglia Francesca Perrini. Obiettivo del Protocollo è definire le forme di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali per garantire la tutela della salute ed il recupero dei detenuti adulti e minorenni e assicurare loro l’assistenza sanitaria. “Cosa significa 70 mila detenuti? Significa che noi siamo in aperta violazione della Costituzione e dei diritti umani – ha continuato Vendola - le galere pugliesi sono, da questo punto di vista, in perfetta sintonia con questo disastro. In tutte le nostre carceri abbiamo circa il doppio della popolazione che dovrebbe lì risiedervi. Contemporaneamente, a fronte di questo dato che descrive l’inaudita gravità della condizione carceraria e dentro il processo di trasferimento delle funzioni sanitarie dalla vecchia medicina penitenziaria alle Asl, vi è il dimagrimento sostanzioso delle dotazioni finanziarie. E ancora contemporaneamente, come un imperativo morale dell’epoca nostra, ci sono i tagli alla spesa sociale. Questo combinato disposto dell’austerità coatta e della condizione di sovraffollamento potrebbe produrre storie di cui vergognarsi per svariati secoli”. Un contesto dunque non facile, che lascia prevedere, così come sottolineato anche da Vendola, “una tendenza naturale a non occuparsi più degli ultimi”. “Lo sforzo invece che noi stiamo facendo - ha aggiunto l’assessore alle Politiche per la salute Tommaso Fiore - è quello di non dimenticare gli ultimi: i detenuti, i matti, i drogati. Rimetterli al centro di una riflessione, convinti come siamo che quello, paradossalmente, sia il vero parametro di misura della nostra capacità di servizio sanitario. Soltanto occupandoci di questi problemi – ha continuato Fiore - saremo in grado di occuparci degli altri problemi. Mi auguro che questo lavoro collettivo serva a migliorare l’azione del servizio e ad individuare i settori prioritari su cui intervenire come la prevenzione e la diagnosi. Tuttavia, il senso vero di questa iniziativa credo risieda nel mettere al centro della nostra attenzione le situazioni più critiche”. Ad illustrare i contenuti del protocollo, che rappresenta un esempio di “collaborazione interistituzionale” molto alta, il dirigente del Servizio Programmazione Assistenza territoriale e Prevenzione dell’Assessorato alle politiche della salute, Fulvio Longo che ha sottolineato la gravità di due elementi, e cioè il sovraffollamento delle carceri (4.500 detenuti nelle carceri pugliesi a fronte di una capacità di 2.600 posti ndr) “un elemento questo che sviluppa condizioni di patologia” e la carenza di organico.  
   
   
ANDY WARHOL - DALL’APPARENZA ALLA TRASCENDENZA AOSTA, CENTRO SAINT-BÉNIN 26 NOVEMBRE 2011 – 11 MARZO 2012  
 
 Aosta, 26 ottobre 2011 - L´assessore all´istruzione e cultura, Laurent Viérin, inaugurerà venerdì 25 novembre prossimo, alle ore 18.00, presso il Centro Saint-bénin di Aosta, già sede di importanti rassegne di arte contemporanea, la mostra dedicata ad Andy Warhol, esponente di punta della Pop Art americana e artista di culto tra i più celebri del Xx secolo. L’esposizione, promossa e organizzata dall’Assessorato dell’istruzione e cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, è curata da Francesco Nuvolari e si avvale di oltre settanta opere, eseguite da Warhol tra il 1957 e il 1987. Si tratta di pezzi unici, serigrafie, grafiche, multipli e memorabilia, provenienti da 23 prestigiose collezioni, selezionati in modo tale da documentare l’intero percorso artistico dell’autore. Tra le opere, diverse per tecniche e dimensioni, spiccano i ritratti dei personaggi più in vista, a livello mondiale, degli anni ‘60 e ‘70, da Mao a Marilyn Monroe, da Mick Jagger a Liza Minelli, oltre ad uno dei più efficaci autoritratti dell’autore stesso, ma non mancano gli altri soggetti cui il pittore americano si dedicò con la stessa dirompente inventiva e che contribuirono a consolidare la sua straordinaria fama, come gli Space Fruits, le Campbell’s Soup, i Carton Box, i Flowers e le Cover discografiche più famose ed ambite dai collezionisti. Il percorso della mostra intende anche porre l’accento sulle opere che rappresentano la parte più intima della riflessione di Warhol, quella esteticamente più vicina alle sue radici europee, contribuendo così ad una rivisitazione della sua poetica più profonda. «Il Centro Saint-bénin di Aosta - dichiara l’Assessore Laurent Viérin - rinnova l’appuntamento con l’arte moderna e contemporanea con questa iniziativa culturale di rilievo e valenza internazionale, che si inserisce in un’offerta coordinata e integrata volta alla promozione e valorizzazione della cultura in tutti i suoi aspetti. La mostra costituisce un omaggio a un artista cruciale e amatissimo dal pubblico, ma anche un momento di riflessione sulla comunicazione di massa e sul significato dell’arte nella società di oggi e potrà così interessare un vasto pubblico, in particolare i giovani e le scuole che dedicano da sempre ampio spazio alla conoscenza di questo artista e dei suoi messaggi.» L’esposizione, che rimarrà aperta sino all’11 marzo 2012, è accompagnata da un catalogo trilingue italiano, francese e inglese, edito da Sala Editori, in cui sono riprodotte tutte le opere in mostra accompagnate da saggi di Francesco Nuvolari, Paolo Balmas e Gianfranco Rosini. Centro Saint-bénin: tel.0165.272687 Internet: www.Regione.vda.it