Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Maggio 2015
TUMORI: CENTRO BIOMARCATORI DELL’ULSS 12 VENEZIA ELEVATO A PROGRAMMA REGIONALE E INSERITO IN RETE ONCOLOGICA VENETA. FONDI NEL 2015. ASSESSORE SANITA’, “ECCELLENZA CHE TUTTA ITALIA STUDIA”.  
 
Venezia, 27 maggio 2015 - La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’Assessore alla Sanità, ha deciso di elevare al rango di “Programma Regionale”, inserendolo a pieno titolo nella Rete Oncologica Veneta istituita con il nuovo Piano Sociosanitario Regionale, il Centro per lo Studio degli Indicatori Biochimici di Tumore dell’Ulss 12 di Venezia, confermando in qualità di direttore scientifico il dottor Massimo Gion. “L’equipe veneziana ed il suo prezioso lavoro – fa notare l’Assessore – sono forse poco noti alla gente, ma godono di altissima considerazione ai livelli scientifici nazionali e internazionali, tanto che l’ultima importante ricerca, sull’appropriatezza prescrittiva e l’incidenza delle terapie nella lotta a tutti gli specifici casi di cancro, alla costante ricerca di quella più incisiva e meno impattante per il paziente e per i costi, ha trovato l’adesione unanime di tutte le Regioni italiane, che la stanno assumendo come buona pratica, e l’apprezzamento dell’Agenas e delle strutture tecniche del Ministero della Salute”. “Un’altra eccellenza veneta – aggiunge – che con questa delibera entra a far parte della Rete Oncologica Regionale, ma che mettiamo a disposizione di tutto il Paese e di tutto il mondo della ricerca per fare fronte comune contro un male che impaurisce la gente e provoca profonde sofferenze”. Il Centro per i Marcatori Biologici di Tumore, ora divenuto Progetto Regionale nell’ambito della Rete Oncologica, rimane collocato nell’ambito dell’Ulss 12 Veneziana e, come prevede la delibera regionale, vedrà garantito nel 2015 uno specifico finanziamento per le attività svolte. Lo schema di Convenzione con l’Ulss 12 Veneziana per la gestione del Programma è già stato definito e il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben ha dato il via alla nuova organizzazione con un propria delibera.  
   
   
“SOLO 1 PAZIENTE SU 10 OTTIENE LA PROTESI AL PENE DOPO UN TUMORE” GLI UROLOGI: “QUESTO INTERVENTO SIA INSERITO SUBITO NEI LEA”  
 
Bologna 27 maggio 2015 - Solo il 10% degli italiani che hanno bisogno di una protesi peniena riesce a farsi operare in una struttura pubblica. Per ritornare ad una normale attività sessuale il restante 90% deve affidarsi al privato. L’intervento deve essere inserito quanto prima nei livelli essenziali di assistenza (Lea). E’ questa la richiesta avanzata dall’Associazione Urologi Italiani (Auro) durante il suo 22° congresso nazionale che si è chiuso ieri a Bologna. “L’operazione è interamente rimborsata dal sistema sanitario nazionale ma attualmente per motivi economici solo alcuni ospedali riescono a svolgerla - afferma il dott. Maurizio Carrino Responsabile della Chirurgia Andrologica dell’Ospedale Cardarelli di Napoli -. Siamo costretti a selezionare i pazienti e di solito diamo precedenza a chi ha dovuto affrontare un intervento chirurgico dopo un tumore. Le protesi di ultima generazione sono semirigide e gonfiabili: possono così garantire un’erezione più fisiologica. I costi però sono alti e non sostenibili per i budget sempre più risicati di molte strutture pubbliche. I pazienti più fortunati riescono talvolta ad essere operati in un´altra regione rispetto a quella di provenienza”. Il deficit erettile è un altro dei temi al centro del congresso di Bologna. “La salute sessuale è lo specchio del benessere maschile - sostiene il dott. Antonio Casarico Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano -. L’impotenza è un problema che colpisce oltre 3 milioni di italiani ma solo il 10 % riceve una terapia. Molte volte dietro al disturbo si nascondono malattie bene più gravi e pericolose come ipertensione, infarto, diabete o ipercolesterolemia. Quando si presenta il problema è fondamentale, soprattutto per gli uomini con più di 50 anni, rivolgersi immediatamente ad un medico specialista”. Un’altra soluzione ai disturbi che affliggono gli italiani sotto le lenzuola è rappresentata dalla terapia ormonale sostitutiva. “Con la fine dell’adolescenza l’uomo affronta una riduzione costante del testosterone dell’uno per cento l’anno - sottolinea il dott. Massimo Capone dirigente medico dell’Unità operativa di Urologia Asl 2 Gorizia -. Se il livello ormonale è troppo basso le conseguenze per la salute sono calo della libido, sbalzi d’umore e senso generale di malessere. Attraverso la somministrazione di ormoni possiamo risolvere molti di questi problemi. E’ una cura sicura e molto efficace che garantisce una buona qualità di vita ma non può essere adatta a tutti i pazienti. Prima di iniziare la terapia deve essere svolta un’accurata valutazione della salute generale ed alcuni esami specifici alla prostata”. Al congresso Auro molte sessioni sono dedicate anche alle malattie urologiche femminili come l’incontinenza urinaria. “E’ una problematica molto più diffusa tra le donne - sostiene la dott.Ssa Roberta Gunelli dell’Urologia dell´Ospedale “G.b.morgagni-l.pierantoni” di Forlì -. Le cause sono le contrazioni involontarie provocate dall’iperattività della vescica, il malfunzionamento del muscolo sfintere o interventi chirurgici per rimuovere un tumore della vescica. Per vincere la partita contro l’incontinenza è necessario un buon allenamento. Esistono, infatti, esercizi riabilitativi che se appresi nel modo corretto ed eseguiti con costanza garantiscono ottimi risultati. Tutte le donne colpite da incontinenza dovrebbero svolgergli ma questo non sempre avviene”. “La “ginnastica” per la riabilitazione del pavimento pelvico deve sempre essere consigliata alle pazienti - afferma il dott. Fulvio Di Tonno urologlo dell’Ospedale Civile Mestre (Venezia) -. E’ necessario che la donna sia motivata e che segua scrupolosamente le istruzioni dell’urologo e del fisioterapista. Al di là degli esercizi per eliminare i problemi dell’incontinenza è importante diminuire di peso e avere un intestino che si svuota regolarmente”.  
   
   
SANITÀ, A NUORO I PRIMI INTERVENTI DI ABLAZIONE CARDIACA PEDIATRICA. PASSO AVANTI PER LA SARDEGNA NELLA LOTTA AI DECESSI IMPROVVISI  
 
Nuoro, 27 Maggio 2015 - Tre interventi di ablazione cardiaca pediatrica su bambini affetti dalla sindrome di Wolff-parkinson-white sono stati eseguiti dalla cardiologia di Nuoro dell´Ospedale San Francesco per mano dello scienziato spagnolo Josep Brugada, insieme all´equipe del reparto. Ai bambini, di età compresa tra i dieci e i tredici anni, è stata diagnosticata la patologia in seguito ad accertamenti suggeriti da episodi di aritmia. "Grazie allo studio, la ricerca e la cura delle malattie legate a morte improvvisa - ha detto l´assessore della Sanità Luigi Arru - è stato costituito al San Francesco di Nuoro un centro di valenza nazionale, unico in Sardegna, diretto dal dottor Gavino Casu". La patologia. "La sindrome è caratterizzata dalla presenza di un’anomala connessione elettrica tra atri e ventricoli, in grado di provocare una sorta di cortocircuito – ha spiegato il titolare della Sanità - che origina aritmie molto severe e il rischio di morte improvvisa. Essendo inefficace la terapia farmacologica nel controllo della malattia, i pazienti sono stati sottoposti ad ablazione trans catetere della connessione anomala, localizzata tra l´atrio e il ventricolo sinistro. L´operazione è stata risolutiva e i piccoli pazienti non devono sottoporsi ad alcuna terapia". L´intervento. E’ stato eseguito dal professor Josep Brugada, Direttore dell’Hospital Clinic di Barcellona e Responsabile della Sezione di Pediatria aritmie dell´Hospital Sant Joan de Deu e dall’equipe Cardiologica di Nuoro costituita dalla dottoressa Graziana Viola, dalla dottoressa Francesca Amadori e dal dottor Giovanni Motta, diretta dal dottor Gavino Casu. Durante l’intervento era presente anche il commissario della Asl 3 di Nuoro, Mario Palermo. L´assessore Arru ha sottolineato che il professor Brugada è uno dei maggiori esperti mondiali di aritmie cardiache e di interventistica aritmologica. "Brugada collabora da tempo con la Cardiologia dell’Ospedale San Francesco di Nuoro - ha proseguito l’assessore - sede del centro di riferimento regionale per la morte improvvisa associata a canalopatie (www.Morteimprovvisa sardegna.Org) che si avvale, tra gli altri, dell’ attività dalla dottoressa Paola Berne, che per quasi dieci anni ha lavorato con il professor Brugada, e del genetista dottor Nicola Marziliano. Grazie alla collaborazione con Brugada è stato possibile risolvere in sede regionale un’importante problematica dell’età pediatrica che in passato obbligava a ricorrere a centri di eccellenza nazionale. Un enorme passo avanti per l’intera comunità cardiologica della Sardegna".  
   
   
AL CONGRESSO DI STRESA SULLE CEFALEE LE EMICRANICHE SI CURANO DI PIU’ E MEGLIO  
 
Stresa, 27 maggio 2015 - Sono per lo più donne fra i 40 e i 60 (77,52%) le maggiori acquirenti di prodotti contro il mal di testa in farmacia e sono anche quelle che sanno cosa prendere: invece dei soliti analgesici da banco, puntano direttamente sui farmaci più specifici di ultima generazione, i cosiddetti triptani, superando i maschi di oltre il 7% nella correttezza della cura (35% a 27,9). Perché le donne si curano di più e meglio ? Innanzitutto perché il mal di testa è da sempre una malattia più femminile (per la sola emicrania il rapporto maschio/femmina è di quasi 1 a 3) e la loro esperienza in questa malattia supera di gran lunga quella dei maschi. Ma, come ha dimostrato un’indagine sponsorizzata dalla Ficef (www.Ficef.it ) e condotta dall’Università di Torino in collaborazione con la Federfarma Piemonte tramite la distribuzione di 9.100 questionari che i farmacisti si preoccupavano di far compilare a chiunque richiedesse farmaci per il mal di testa, il motivo è anche un altro: le donne si affidano di più al medico. Quasi il 7% in più si reca da lui rispetto ai maschi (72,4% a 65,7) ricavandone quindi migliori consigli, anche perché gli parlano di più di questo problema (4,5% a 35,9). Solo nella consultazione dei centri specialistici i due sessi si avvicinano, anche se le donne restano comunque in leggero vantaggio: 21,7% contro il 17,4% dei maschi.  
   
   
BOLZANO: OK DELLA GIUNTA ALLA FIRMA DELL´ACCORDO TRANSITORIO PER MEDICI DI BASE  
 
Bolzano, 27 maggio 2015 - A seguito di una sentenza della Corte di Cassazione, in Alto Adige si rende necessario elaborare un nuovo accordo integrativo provinciale per i medici di medicina generale. La Giunta provinciale il 26 maggio ha autorizzato l’assessora provinciale alla sanità Martha Stocker alla sottoscrizione di un accordo transitorio. Concluse le trattative con i rappresentanti dei medici e delle loro organizzazioni sindacali, la Giunta ha approvato l´accordo di transizione relativo ai medici di base. Dopo la firma di questa intesa transitoria la Giunta definirà le condizioni quadro per un nuovo accordo integrativo provinciale. Un pronunciamento della Corte di Cassazione nel gennaio 2014 aveva accolto il ricorso del sindacato Fimmg in merito al contratto provinciale per i medici di medicina generale e stabilito che i contratti collettivi nazionali per i medici di base vadano applicati anche in Alto Adige essendo i principi della contrattazione nazionale prevalenti anche in sede locale. La Provincia, di conseguenza, può solo stipulare accordi aggiuntivi a quello nazionale per regolare una serie di aspetti collaterali. In questi giorni si attende la specifica pubblicazione della sentenza della Corte d´Appello, probabilmente subito esecutiva, trascorso il periodo di deposito. Per prevenire eventuali problemi nel passaggio dal contratto provinciale a quello nazionale, è stato quindi elaborato un accordo transitorio, che utilizza gli stretti spazi di manovra del contratto statale e tiene conto delle misure di risparmio prescritte. Oggi la Giunta provinciale ha autorizzato l´assessora Stocker alla firma dell´accordo. Le spese per le prestazioni dei medici di medicina generale prevedono qualche spostamento ma restano complessivamente invariate. "Il nuovo accordo fissa in 1500 il numero massimo dei pazienti per ciascun medico di base, finora erano 2000", sottolinea l´assessora Stocker. "In questo ambito dobbiamo chiaramente seguire le direttive statali, che prevedono un´intensità di assistenza in continua crescita." L´adeguamento al tetto massimo di pazienti si realizzerà gradualmente nei prossimi anni. "Con la firma di questo accordo si avvia inoltre la creazione della medicina in rete come nuova forma organizzativa della rete di assistenza", aggiunge Stocker. Subito dopo la firma i partner dell´accordo avvieranno congiuntamente la realizzazione della rete della medicina di gruppo e dei centri della salute. L´interfaccia tra le due forme organizzative e l´Azienda sanitaria provinciale dovrà essere garantita attraverso adeguati sistemi di elaborazione dati. In tal senso la collaborazione dei medici è obbligatoria. Fino ad allora sono confermati i principi generali e i criteri della continuità nell´assistenza, come previsto dal contratto provinciale. "Rafforzare i servizi per il paziente sul territorio è una delle nostre priorità", ricorda l´assessora. In questo contesto andrà discusso, nel futuro accordo integrativo provinciale, anche l´alleggerimento del servizio degli ospedali ad opera dei medici di famiglia, specie per quanto riguarda l´assistenza ai malati cronici.  
   
   
SANITÀ: 21 NUOVE ASSUNZIONI PER LA ASL DI FROSINONE  
 
Roma, 27 maggio 2015 - La Regione ha predisposto 21 assunzioni tra medici e infermieri per la Asl di Frosinone. In particolare si tratta di dieci infermieri e di quattro ausiliari che andranno a rinforzare l’attuale organico degli infermieri, categoria largamente colpita dal blocco delle assunzioni. Con l’assunzione di cinque neurologi, inoltre, si potranno garantire l’apertura e il funzionamento della nuova Unità di Terapia Neurovascolare dell’ospedale Spaziani di Frosinone, prevista nel riordino della rete ospedaliera regionale. La Regione sta predisponendo anche gli atti per l’assunzione di due medici che andranno a rinforzare il personale del Dea e del comparto dell’emergenza di Frosinone e Alatri. Il calcolo per l’assunzione è stato determinato in base al 15% dello sblocco del turnover. Con queste nuove assunzioni il totale di quelle autorizzate dal 2013 ad oggi per la Asl di Frosinone è di 33 nuovi elementi, tutti scelti a tempo indeterminato. “Si tratta di una boccata di ossigeno che permette di iniziare ad attivare le nostre scelte e di andare incontro anche alle richieste avanzate dall’azienda sanitaria per garantire la funzionalità di nuovi reparti- lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: per i cittadini dunque migliori prestazioni e servizi soprattutto nelle sezioni dell’urgenza-emergenza. Per la prima volta, infine, dopo anni a Frosinone abbiamo autorizzato l’assunzione anche di personale infermieristico. Una scelta precisa che è stata compiuta per rendere più snello il lavoro in corsia e soprattutto in quei reparti di urgenza dove da tempo se ne avvertiva la stretta necessità”- ha detto ancora Zingaretti.  
   
   
TRENTO: PIANO SALUTE: C´È TEMPO FINO AL 20 GIUGNO PER PARTECIPARE  
 
Trento, 27 maggio 2015 - Buona la partecipazione alla consultazione online nel fine settimana: sono aumentati gli accessi e le visualizzazioni, ci infatti sono 25 nuove proposte e 270 valutazioni e commenti con quasi 3.400 accessi dalla rete digitale. "Il secondo step di consultazione pubblica ha preso il via il 1° aprile. Come spesso accade quando si avvicina una scadenza – commenta l’assessora alla salute e solidarietà sociale, Donata Borgonovo Re – ci si attiva. Non vogliamo chiudere proprio quando l’interesse su un tema così rilevante si fa sentire. Vogliamo dare a tutti la possibilità di contribuire al Piano, pertanto la consultazione prosegue fino al 20 giugno". Una buona occasione per partecipare è il 30 maggio in Valle dei Laghi. C’è un "fuori programma" che invita alla discussione e al confronto: si tratta di un laboratorio in stile "Ost" (Open Space Technology), a partire dalle 9 del mattino al teatro di Vezzano. Mezza giornata di tempo per proporre un argomento, approfondirlo in gruppo e mettere nero su bianco una proposta condivisa da inserire nel Piano per la salute, tutti possono partecipare. Il laboratorio in stile "Ost" di Vezzano si inserisce in un calendario di appuntamenti promossi dal Progetto per la Trasparenza e la Partecipazione della Provincia autonoma di Trento, insieme alle Comunità di Valle e al Dipartimento Salute e Solidarietà sociale, per capire meglio di cosa parla il Piano e come dare il proprio contributo. I prossimi incontri saranno il 26 a Rovereto, presso la Comunità di Valle (ore 20.15, Sala Aste, via Tommaseo 5) e il 28 a Riva del Garda nella Sala Ex-biblioteca (ore 20.30, via Damiano Chiesa 12). Domenica scorsa in Paganella alla passeggiata che da Andalo porta alla Tana dell’Ermellino c’erano tutte le età: da Azzurra, una bimba di 2 mesi, a una signora di 93 anni, numerose sono state poi le famiglie e i bambini. Se pensiamo al primo obiettivo del Piano – Più anni di vita in buona salute – l’intero arco della vita era ben rappresentato. Ora l’invito rivolto alla cittadinanza è per sabato 30 maggio a Vezzano, presso il teatro in via Stoppani. Mezza giornata di tempo per proporre un tema di interesse, approfondirlo in gruppo e mettere nero su bianco una proposta condivisa da inserire nel Piano per la salute. Il laboratorio è aperto a tutti, perché salute non è solo un tema da addetti ai lavori, riguarda ognuno di noi. Il programma inizierà alle 9 del mattino, L´ost è una modalità di confronto informale, che cerca di stimolare la conversazione. I 5 obiettivi del Piano per la salute - 1. Più anni di vita in buona salute - Per garantire più anni di vita in buona salute occorre contrastare in modo efficace i problemi di salute prioritari. Questi comprendono le malattie croniche e degenerative, gli incidenti, i disturbi muscolari e scheletrici, la salute mentale insieme alle dipendenze, le malattie infettive, la fragilità e il disagio sociale. 2. Contesto di vita e di lavoro favorevole alla salute - Uno stile di vita salutare riduce significativamente il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e tumori nonché di morire precocemente. Adottare una sana alimentazione, praticare attività fisica, mantenere il peso nella norma, non fumare e non bere alcol, sono i modi migliori per rimanere a lungo in buona salute ed autonomi. La sfida è facilitare ai cittadini scelte salutari. 3. Sistema sociosanitario con la persona al centro - Servizi al cittadino più vicini, efficaci, sicuri, equi e sostenibili. Per assicurare la sostenibilità del sistema è necessario individuare le strategie da implementare, intervenire sugli sprechi, salvaguardando l´equità e la qualità dei servizi. 4. Ridurre le disuguaglianze sociali nella salute e aumentare la solidarietà - La salute non è distribuita equamente nella popolazione. In Trentino la maggior parte dei cittadini hanno un tenore di vita medio più che soddisfacente. Ma la relazione tra determinanti sociali (istruzione, situazione lavorativa, condizioni economiche, cittadinanza) e stili di vita trova conferma anche qui. Si può fare meglio. 5. Comunicazione e competenza in salute - Migliorare la comunicazione tra istituzioni e cittadinanza e la competenza in salute della popolazione: quest’ultima definisce la capacità delle persone di ottenere e comprendere le informazioni necessarie per prendere decisioni autonome, scegliere cos’è meglio per sé e adottare stili di vita sani. Per partecipare alla consultazione pubblica c’è tempo fino al 20 giugno. Questo è il link: pianosalute.Partecipa.tn.it Per rimanere informati: https://ioracconto.Partecipa.tn.it    
   
   
SARDEGNA. SANITÀ, 400 MILA EURO ALLE ASL PER LA PREVENZIONE DEL RANDAGISMO E IL CONTROLLO NASCITE ANIMALI  
 
Cagliari, 27 Maggio 2015 - Quattrocentomila euro per la lotta al fenomeno del randagismo e il controllo delle nascite degli animali, sono stati stanziati nel Bilancio regionale 2015 e saranno ripartiti tra le otto Asl dell´isola. Obiettivi: l´identificazione e la cattura dei cani vaganti, l´implementazione dell´anagrafe canina regionale, la sterilizzazione delle cagne catturate e delle gatte delle colonie feline, pronto soccorso e interventi chirurgici sugli animali vittime di incidenti, e ancora la vigilanza nei canili. Criteri di ripartizione. Su proposta dell´assessore della Sanità Luigi Arru, la Giunta ha approvato anche i criteri di ripartizione della somma alle Aziende sanitarie locali. Sarà considerata la consistenza demografica dei comuni di ciascuna Asl (30% delle risorse), l´attività svolta nel 2014 - sterilizzazioni escluse, indicatore di carico di lavoro in capo al Servizio veterinario (40%) - e sterilizzazioni realizzate nel 2014 (30%). "Rispetto agli anni precedenti - ha messo in evidenza l´assessore Arru - abbiamo voluto incrementare le attività di sterilizzazione portando la voce dal 10% al 30% degli importi spettanti a ogni singola Asl. Abbiamo invece diminuito l´entità delle somme assegnate sulla base della popolazione che viene ridotta dal 50% al 30%". Secondo questi criteri saranno assegnati alla Asl 1 di Sassari 76.926 euro, mentre alla Asl 2 di Olbia 40.545. A Nuoro, alla Asl 3, spetteranno 26.766 euro, mentre alla Azienda sanitaria numero 4 di Lanusei 12.947 euro. La lotta al randagismo a Oristano (Asl 5) si combatterà con 24.778 euro disponibili, e per la Asl 6 di Sanluri sono previsti 20.316 euro. A Carbonia si farà prevenzione con i 45.739 euro di stanziamento per la Asl 7. La cifra più significativa andrà alla Asl 8 di Cagliari: 151.983 euro.  
   
   
IN EUROPA NEL 2050 QUADRUPLICHERÀ NELL’ARIA LA QUANTITÀ DI POLLINI ALLERGENICI DELL’AMBROSIA LA STIMA NELLO STUDIO DEL PROGETTO EUROPEO ATOPICA PUBBLICATO SU NATURE CLIMATE CHANGE  
 
Trieste, 27 maggio 2015 - Un team di scienziati del progetto europeo Atopica traccia lo scenario futuro dei pollini di Ambrosia e dell’aria in Europa. Quantità quattro volte superiori rispetto a quelle attuali: questi i livelli nell’aria che i granuli pollinici di questa pianta invasiva potrebbero raggiungere nel 2050. L’aumento sarebbe imputabile per due terzi ai cambiamenti climatici e per un terzo alla colonizzazione di nuovi ambienti favorita dalle attività umane. Le stime parlano chiaro: è necessario intervenire a livello europeo, intraprendendo azioni di controllo coordinate, monitorando a lungo termine i pollini e mappando le aree interessate dalla presenza dell’Ambrosia. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Climate Change*. Originaria del Nord America, Ambrosia artemisiifolia è una pianta dal polline altamente allergenico, causa di rinite, congiuntivite e asma. La pianta, particolarmente diffusa in Ungheria, Italia (nella parte occidentale della Regione Lombardia) e Francia (soprattutto nelle regioni della Borgogna, dell’Alvernia e del Rodano-alpi), ne produce in gran quantità in agosto e settembre, mesi in cui si raggiunge un picco, estendendo fino all’autunno, per le persone sensibilizzate, il periodo delle allergie. Diversi studi indicano che il riscaldamento globale favorirà l’espansione territoriale di questa specie invasiva e la colonizzazione di nuove aree che in passato non offrivano, dal punto di vista climatico, condizioni adatte al suo insediamento. Nessuno, tuttavia, aveva finora stimato l’entità degli incrementi di polline nell’aria prevedibili in futuro. Lo ha fatto il team internazionale dei ricercatori di Atopica - Atopic diseases in changing climate, land use and air quality - coordinato da Michelle Epstein della Medial University of Vienna. I partner italiani del progetto Atopica sono tre: per le indagini molecolari sulle coorti, da Milano, l´Università Vita-salute San Raffaele con un gruppo di ricercatori guidati da Dejan Lazarevic, per gli studi sul clima l´International Centre for Theoretical Physics (Ictp) Abdus Salam di Trieste con il team coordinato da Filippo Giorgi e, sempre da Trieste, per la disseminazione dei risultati della ricerca Promoscience, impresa dell’Area Science Park specializzata in soluzioni Ict, grafica e comunicazione scientifica. Da un punto di vista geografico, la contaminazione dell’aria da parte dei pollini è un fenomeno in evoluzione che dipende da diversi fattori, in particolare dalla capacità della pianta di raggiungere nuovi territori attraverso una varietà di fenomeni di dispersione dei suoi semi e dai cambiamenti climatici che ne favoriscono la crescita in nuovi territori. Per predire gli effetti del clima e delle diverse modalità di dispersione dei semi sulla concentrazione atmosferica del polline, gli scienziati hanno utilizzato due diversi tipi di modelli numerici: il primo per simulare i cambiamenti climatici sulla base della quantità di gas serra che sarà potenzialmente emessa negli anni a venire in relazione alle diverse attività umane; il secondo per simulare i fenomeni di invasione della pianta, la produzione e il rilascio di polline e la sua dispersione nell’aria. Questi modelli, con cui sono stati testati diversi scenari di disseminazione dei semi e climatici, hanno permesso ai ricercatori di calcolare che, per il 2050, gli incrementi di concentrazione dei pollini di ambrosia arriveranno in media a quadruplicarsi. Come ogni previsione, anche questa ha in sé un margine d’incertezza e per confermare il trend messo in luce è necessario monitorare a lungo termine i pollini e in che modo evolve la distribuzione della pianta in Europa, insieme a mapparne la presenza. Altro risultato importante dello studio è anche l’aver pesato il contributo dei singoli fattori nel determinare gli aumenti previsti. Un terzo degli incrementi sarebbe imputabile alla dispersione dei semi, sia essa per mezzi naturali attraverso i fenomeni di ruscellamento e i corsi d’acqua, o mediata dall’uomo attraverso i trasporti su strada, su rotaia e l’agricoltura. I cambiamenti climatici, invece, sarebbero responsabili per i restanti due terzi. Questi, infatti, favoriscono da un lato l’espansione dei limiti territoriali dell’ambrosia, in particolare verso il Nord e il Nord-est dell’Europa, e dall’altro un incremento nella produzione dei pollini. Quest’ultimo effetto è indotto dall’aumento nell’atmosfera dei livelli di anidride carbonica, che influenzano positivamente lo sviluppo della vegetazione. Quali sono le conseguenze degli aumenti predetti sulla salute dei cittadini europei? Gli scienziati si aspettano un aumento dei casi di sensibilizzazione al polline dell’Ambrosia e un numero maggiore di persone che manifesteranno in futuro i sintomi dell’allergia in tarda estate. Questi risultati, ottenuti nell’ambito del progetto europeo Atopica, creano il presupposto per lo sviluppo di strumenti per la previsione a breve termine delle concentrazioni di polline e dovrebbero rappresentare la base scientifica per includere l’ambrosia nelle azioni di sorveglianza per la prevenzione delle allergie.