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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Maggio 2015
ADOTTATI ALTRI 24 PROGRAMMI DI SVILUPPO RURALE PER RILANCIARE L´AGRICOLTURA DELL´UE E LE NOSTRE CAMPAGNE  
 
Bruxelles - La Commissione europea ha approvato il 26 maggio altri 24 programmi di sviluppo rurale (Psr) intesi a migliorare la competitività del settore agricolo dell´Ue, a preservare l´ambiente rurale e il clima e a rafforzare il tessuto economico e sociale delle comunità rurali nel periodo fino al 2020. Si prevede che i programmi adottati oggi creeranno oltre 40 000 posti di lavoro nelle zone rurali e circa 700 000 posti di formazione per promuovere l´innovazione, il trasferimento delle conoscenze, pratiche agricole più sostenibili e imprese rurali più forti. I finanziamenti resi disponibili dal bilancio dell´Ue, per un valore di 27 miliardi di Eur, saranno integrati dal cofinanziamento di fondi pubblici a livello nazionale o regionale e/o di fondi privati. Tra le azioni prioritarie dei programmi nazionali e regionali adottati figurano l´ammodernamento delle aziende agricole, il sostegno ai giovani agricoltori, la gestione sostenibile dei terreni e il miglioramento delle infrastrutture a banda larga. Gli Stati membri interessati sono Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Germania, Irlanda, Italia, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito. Accogliendo con favore le decisioni odierne, Phil Hogan, Commissario per l´Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato: "Uno dei principali punti di forza del nostro concetto di sviluppo rurale è che noi stabiliamo le priorità fondamentali, ma spetta poi ai singoli Stati membri o alle singole regioni definire il programma più consono ai loro problemi e alle loro opportunità. I programmi adottati oggi offrono finanziamenti per una serie di progetti dinamici, che vanno da progetti di ammodernamento dell´agricoltura e di incoraggiamento del rinnovo generazionale in Croazia e in Romania, alla diffusione della banda larga in zone scarsamente popolate dell´Emilia-romagna e al sostegno all´agricoltura biologica in Svezia o alla promozione di una gestione del suolo rispettosa dell´ambiente su 1 milione di ettari di terreni agricoli in Irlanda. Rafforzare la base di conoscenze del nostro settore agricolo è un aspetto importante dei Psr. Sono lieto di constatare che quasi tutti i programmi adottati oggi sosterranno progetti di innovazione nell´ambito del Partenariato europeo per l´innovazione".  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA I PRIMI CINQUE PROGRAMMI DI SVILUPPO RURALE ITALIANI PER IL 2014-2020  
 
Il Commissario per l´Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan ha dichiarato: "Sono molto soddisfatto dell´odierna approvazione dei primi programmi italiani: quelli per Bolzano, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, e il programma Rete Rurale. Altri seguiranno nei prossimi mesi. Uno dei principali punti di forza del nostro concetto di sviluppo rurale è che lascia agli Stati membri e alle regioni, nel rispetto delle priorità centrali, la flessibilità di adattare i programmi alle situazioni specifiche. Possiamo costatarlo in questo caso: tutte e quattro le regioni intendono dare sostegno alle pratiche agricole rispettose dell´ambiente, ma le modalità per raggiungere l´obiettivo sono diverse". Il programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Rete Rurale Nazionale (Rrn) per l´Italia è stato adottato dalla Commissione europea il 26 maggio 2015. Con una dotazione di bilancio di circa 115 milioni di euro (59,6 milioni dal bilancio Ue e 55 milioni di euro di finanziamenti nazionali), la Rete sosterrà le politiche per lo sviluppo rurale, attraverso lo scambio di esperienze e di conoscenze tra territori rurali e tramite una migliore attuazione e gestione dei programmi di sviluppo rurale italiani. Il programma mira a garantire una migliore visibilità dei risultati raggiunti e il maggior coinvolgimento possibile di tutti i soggetti interessati allo sviluppo rurale presenti sul territorio italiano. I programmi per l´Italia nel dettaglio: Bolzano - Il Psr per la Provincia di Bolzano delinea le priorità della provincia per l´utilizzo di più di 366 milioni di Eur di finanziamenti pubblici disponibili per il periodo 2014-2020 (oltre 158 milioni di Eur dal bilancio Ue e 208 milioni di Eur di cofinanziamento nazionale). E´ incentrato principalmente sul ripristino, sulla preservazione e sulla valorizzazione degli ecosistemi, sull´uso efficiente delle risorse e sui cambiamenti climatici, nonché su una maggiore competitività dei settori agricolo e forestale. Emilia Romagna - Il Psr dell’Emilia Romagna , che delinea le priorità della Regione per l’utilizzo di circa 1,19 miliardi di euro di spesa pubblica (quasi 513 milioni di euro dal bilancio Ue e 676 milioni di euro di cofinanziamento nazionale), mette l’accento su quattro priorità legate alla competitività, all´organizzazione della filiera agroalimentare, alla salvaguardia, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi, al clima e all’efficienza nell´uso delle risorse. La Regione sosterrà 870 progetti d´investimento per la ristrutturazione o l’ammodernamento delle aziende agricole, mentre a oltre 1.500 giovani agricoltori saranno concessi aiuti all’avviamento di imprese. Toscana - Il programma di sviluppo rurale per la Toscana delinea le priorità della regione per l’utilizzo di quasi 962 milioni di euro di denaro pubblico, disponibile per il periodo di 7 anni 2014-2020 (più 414 milioni di euro dal bilancio dell’Ue, di cui circa 547 milioni di euro di cofinanziamento nazionale). Si concentrerà su investimenti a favore dell’ambiente e del clima nelle aziende agricole e investimenti sugli ecosistemi forestali più resilienti, come la calcinazione forestale. Quasi il 17 % delle terre agricole sarà oggetto di contratti di gestione a sostegno della biodiversità, il 10 % dei contratti per migliorare la gestione delle risorse idriche e un altro 10 % dei contratti volti a migliorare la gestione del suolo. L’agricoltura biologica è altresì importante. Veneto - Il Psr del Veneto delinea le priorità della Regione rispetto all´utilizzo dei 1 194 milioni di euro di spesa pubblica disponibili per il periodo di programmazione settennale 2014-2020 (di cui circa 511 milioni di contributi Ue, 673 milioni di cofinanziamento nazionale, e 10 milioni di finanziamenti addizionali top-up). Le priorità identificate sono il ripristino, la preservazione e la valorizzazione degli ecosistemi. Più di 82 000 ettari saranno protetti da piani ambientali di gestione dei terreni mirati al raggiungimento di obiettivi specifici relativi alla biodiversità, all´utilizzazione delle risorse idriche e alla prevenzione dell´erosione del suolo. Inoltre, circa 8 000 ettari di superficie agricola riceveranno aiuti destinati all´introduzione o al mantenimento dell´agricoltura biologica. Contesto - La politica di sviluppo rurale dell´Ue, definita come il secondo pilastro della politica agricola comune, mette a disposizione degli Stati membri una dotazione finanziaria per gestire a livello nazionale o regionale una serie di programmi, cofinanziati in un quadro pluriennale. In totale sono previsti 118 programmi in 28 Stati membri. Il nuovo regolamento sullo sviluppo rurale per il periodo 2014-2020 stabilisce sei priorità generali di tipo economico, ambientale e sociale; i programmi sono chiamati a svilupparle esprimendo in modo chiaro gli obiettivi da raggiungere. La politica di sviluppo rurale inoltre pone l’accento sulle attività di messa in rete a livello dell’Ue e a livello nazionale. Inoltre, al fine di massimizzare il coordinamento e le sinergie con altri fondi europei strutturali e d’investimento (Esif), è stato approvato un accordo di partenariato con ciascuno Stato membro, nel quale è descritta la strategia complessiva d´investimenti strutturali finanziati dall’Ue.  
   
   
TONNO ROSSO, UE BENEFICIA DELLA RICOSTISTITUZIONE DELLA SPECIE  
 
Il Commissario europeo per l´Ambiente, gli affari marittimi e pesca Karmenu Vella ha dichiarato: "Lo stock di tonno rosso, una specie considerata ormai vicina all´estinzione, si sta ricostituendo e per la prima volta in quasi un decennio i nostri pescatori potranno beneficiare di un aumento della quota totale ammissibile di catture. Tutto ciò dimostra che sostenibilità e capacità di gestione ripagano gli sforzi effettuati. Dobbiamo continuare su questa strada". Per sostenere la ricostituzione dello stock di questa specie l´Ue ha riconfermato il suo impegno nell´implementazione delle misure di controllo. L´agenzia europea di controllo della pesca (Efca) e gli Stati membri interessati hanno approntato un rigoroso programma di controllo e ispezione che definisce priorità e parametri di riferimento concreti coinvolgendo un numero importante di ispettori, navi e aeromobili di sorveglianza. La Commissione europea monitora inoltre le catture e analizza regolarmente i dati forniti dal sistema di controllo dei pescherecci (un sistema di controllo satellitare), al fine di garantire che tutte le regole, soprattutto le quote delle singole navi, siano pienamente rispettate. Gli Stati membri coinvolti attivamente nella pesca del tonno rosso sono: Spagna, Francia, Italia, Grecia, Portogallo, Cipro e Malta. Gli 8 paesi condividono il contingente dell´Ue, di cui Spagna e Francia detengono le quote maggiori. Contesto La pesca al tonno rosso è regolata dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tonni dell´Atlantico (Iccat), che collabora con l´Efca e con gli Stati membri dell´Ue. Nel 2006 l´Iccat ha adottato un piano di 15 anni per la ricostituzione degli stock di tonno rosso nell´Atlantico orientale e nel Mediterraneo, che è modificato periodicamente sulla base della valutazione degli stock, delle esperienze di controllo e delle nuove tecnologie. Negli anni 2010, 2012 e 2014 sono state introdotte misure più concrete per rafforzare la gestione sostenibile degli stock. Nell´ultima riunione annuale nel novembre 2014 l´Iccat ha promosso un aumento annuo del 20% del totale ammissibile di catture (Tac) del tonno rosso per i prossimi tre anni. Pertanto quest´anno la quota Ue è passata da 7 938 a 9 372 tonnellate.  
   
   
VENERDI’ 29 MAGGIO ALLA FACOLTA’ DI AGRARIA IL TERZO SEMINARIO DEL PROGETTO “NUTRIRE TORINO METROPOLITANA”  
 
Migliorare la qualità del cibo nell’area metropolitana di Torino, con alimenti il più possibile sani, buoni, sostenibili e legati alle tradizioni e al territorio. E’ il tema al centro dei momenti di seminario e riflessione nell’ambito del progetto “Nutrire Torino Metropolitana”, promosso dalla Città Metropolitana, dalla Città di Torino e dall’Università di Torino - Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali e Dipartimento Scienze Politiche e Società. Gli Enti locali e l’Ateneo torinese hanno unito le forze per promuovere la definizione di un’Agenda strategica del cibo, da proporre ai decisori politici ed economici che hanno il potere di determinare cosa finisce tutti i giorni sulle nostre tavole, a casa, nelle mense scolastiche e aziendali, nei bar e ristoranti, nelle case di riposo e negli ospedali. L’idea di “Nutrire Torino Metropolitana” è quella di far parlare tra loro tutti i soggetti pubblici e privati che influenzano a qualsiasi titolo la qualità del cibo quotidiano, interagendo con il mondo produttivo dell’intero Piemonte. Il terzo ed ultimo incontro del progetto“Nutrire Torino Metropolitana” è in programma venerdì 29 maggio dalle 10 alle 13 al campus della Facoltà di Agraria dell´Università di Torino, in largo Paolo Braccini 2 e Grugliasco, con lo scopo dipresentare i risultati delle prime due giornate di studio e confronto e approfondire alcuni temi che troveranno spazio nell´Agenda del Cibo. All’incontro parteciperà la Consigliera metropolitana delegata all’agricoltura, all’ambiente e allo sviluppo montano, Gemma Amprino. Una volta definita nel dettaglio, l’Agenda sarà posta all’attenzione delle istituzioni locali e consentirà - in continuità con il lavoro di Torino Strategica su “Torino capitale del cibo” - di fare emergere idee, progetti, esperienze innovative, che potranno essere accompagnate e sostenute attraverso fondi europei o regionali o sponsorizzazioni pubbliche e private. L’agenda sarà inoltre parte integrante del Piano Strategico di cui nei prossimi mesi si doterà la Città Metropolitana di Torino. Per informazioni sul progetto e per iscriversi ai seminari si può scrivere a nutriretorino@gmail.Com    
   
   
VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE EUROPEA AL PSR VENETO 2014-2020: PRESIDENTE REGIONE, “GRANDE RISULTATO PER LA GRANDE SQUADRA DELL’AGRICOLTURA VENETA”  
 
 “L’approvazione definitiva da parte della Commissione Europea del Programma di Sviluppo Rurale Veneto 2014-2020 è un grande risultato, realizzato da una grande squadra che testimonia ancora una volta l’efficienza dell’agricoltura veneta, tempestiva e precisa nell’adottare il nuovo Psr per un totale di 1 miliardo e 184 milioni di euro”. Con queste parole il Presidente della Regione Veneto commenta il via libera delle Istituzioni europee all’utilizzo dei fondi strutturali per il settore primario destinati al Veneto, oggetto di un’ampia e approfondita consultazione con gli stakeholders del territorio. “E’ doveroso ricordare – sottolinea il Presidente – che il sistema regionale veneto ha sempre garantito massima efficienza nella gestione dei fondi strutturali per l’agricoltura”. Il Psr Veneto ha chiuso il 2014 confermando la leadership tra i Programmi di Sviluppo Rurale, con la migliore perfomance di spesa in Italia. A dirlo sono i dati di impiego dei fondi, che al 31 dicembre 2014 hanno raggiunto il 119% di impegno delle risorse disponibili: 1,042 miliardi di euro. “In sostanza – dice il Governatore - abbiamo utilizzato tutte le disponibilità offerte dall’Ue all’agricoltura veneta, sfruttando al massimo anche i regolamenti transitori di passaggio dalla vecchia alla nuova programmazione. Questo ci ha permesso di continuare a sostenere bandi rivolti alle aziende e ai giovani agricoltori, diversamente da altre Regioni”. Complessivamente il Psr Veneto ha finanziato in questi anni 63.000 domande, presentate da oltre 27.000 beneficiari tra i quali principalmente aziende agricole, giovani agricoltori, cooperative e imprese agroalimentari, ma anche consorzi di tutela, operatori rurali ed enti locali. “Infine va sottolineato – conclude il Presidente - che siamo l’unica Regione in Italia che nel 2015 ha anticipato i tempi di uscita dei bandi per le misure agroambientali, a valere sul nuovo Psr. Nello specifico si è trattato delle misure 10 (Pagamenti Agro-climatico-ambientali), 11 (Agricoltura biologica) e 13 (Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali), per una dotazione complessiva di 144 milioni di euro. L’operazione è stata possibile grazie allo stato avanzato del negoziato sul nuovo Psr, durante il quale il Veneto ha dimostrato determinazione e grande professionalità”. I termini per la presentazione delle domande sono attualmente aperti e consultabili nell’elenco bandi del sito www.Regione.veneto.it.  
   
   
OK UE A PSR VENETO 2014-2020: ASSESSORE AGRICOLTURA, “IN AUTUNNO PRIMI BANDI”  
 
 “Il Veneto è pronto a emanare, già in autunno, nuovi bandi del Psr 2014-2020 per una somma complessiva di 1 miliardo e 184 milioni di euro da distribuire nei prossimi cinque anni. I fondi verranno indirizzati in primis alle giovani start-up agricole, alla competitività delle imprese, alla sostenibilità ambientale e agli investimenti innovativi”. Con queste parole l’assessore all’agricoltura della Regione commenta l’Ok arrivato dalla Commissione Europea al nuovo Programma di Sviluppo Rurale Veneto, esprimendo la propria soddisfazione, “e il riconoscimento verso tutti i dirigenti e funzionari che hanno attivamente creduto nel raggiungimento di questo risultato, che ha permesso al Veneto di essere il primo in Italia, ai quali rivolgo un sincero grazie”. “Si tratta – dice l’Assessore - di un programma meglio finalizzato, che riduce da 37 a 13 le misure strategiche da finanziare da qui al 2020 con risorse pubbliche per oltre 1 miliardo 184 milioni. Rispetto alla passata programmazione i finanziamenti destinati alle aziende private aumentano a 800 milioni. 80 milioni saranno destinati ai giovani per avviare almeno altre 2000 aziende under 40. Un focus particolare riguarderà la montagna, alla quale è destinato oltre il 35 per cento delle risorse, che equivale al valore di 417 milioni di euro. Oltre il 10% delle risorse viene destinato alla competitività delle filiere agroalimentari, il 33,5% agli obiettivi agro-climatico-ambientali, senza tralasciare il sostegno allo sviluppo locale tramite il Leader” Con questi scopi, la Regione metterà a disposizione un fondo di garanzia, con la funzione di facilitare l’accesso al credito delle aziende agricole, che potranno appoggiarsi a un fondo regionale “garante” presso le banche rispetto agli investimenti delle imprese del settore primario. “A dimostrazione dell’efficienza del dipartimento agricoltura della Regione – aggiunge l’assessore – vorrei ricordare che nel 2014 il Veneto è stata la prima Regione in Italia ad avvalersi del regolamento europeo “di transizione”, approvando bandi per oltre 130 milioni di euro. Sono state così attivate misure a sostegno degli investimenti delle imprese agricole, dell’insediamento dei giovani agricoltori e della promozione dei prodotti agroalimentari, utilizzando risorse del nuovo periodo di programmazione con le regole del Psr 2007-2013, al fine di dare una continuità ai bandi del settore primario in questo momento di passaggio alla nuova programmazione”. “Inoltre – conclude - il percorso di definizione e costruzione del nuovo Psr è passato attraverso un’attività partecipata e condivisa con gli stakeholders di tutto il settore primario veneto, a tal punto da essere stato selezionato tra i progetti europei semifinalisti del ‘Premio Comunicazione Pac 2014’, indetto dalla Direzione Agricoltura della Commissione Europea, che lo ha definito un innovativo progetto di “e-democracy”.  
   
   
SVILUPPO RURALE - LA COMMISSIONE UE APPROVA IL PSR DELL´EMILIA-ROMAGNA. IL PROGRAMMA TRA I PRIMI A PARTIRE IN ITALIA E IN EUROPA  
 
Bologna - La Commissione europea ha approvato formalmente il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 dell’Emilia-romagna, dopo il via libera tecnico arrivato l’8 maggio. “Una notizia che aspettavamo, dopo essere stata la prima Regione italiana a ricevere la ‘comfort letter’ della Direzione agricoltura Ue – ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli - è la conferma che il nostro Psr è tra i primi a partire in Italia e in Europa, insieme a quelli di Paesi come la Germania, il Regno Unito e la Spagna. Il riconoscimento del buon lavoro svolto dai Servizi della Regione per la competitività, l’innovazione, la sostenibilità, lo sviluppo del territorio rurale emiliano-romagnolo.” Il via libera, arrivato dopo l’approvazione del Quadro finanziario pluriennale della Ue, riguarda anche altri 23 Programmi, tra regionali e nazionali. Per quanto riguarda l’Italia hanno ricevuto l’ok anche quelli della Provincia autonoma di Bolzano, delle Regioni Toscana e Veneto e della Rete rurale nazionale. A questo punto dei 118 Programmi di sviluppo rurale europei ne restano ancora da approvare 67, circa la metà di quelli presentati.  
   
   
SARDEGNA. SANITÀ, PIANO REGIONALE CONTROLLI SICUREZZA ALIMENTARE 2015-2018. SCELTA LA ASL 7 PER MONITORAGGIO SITI INTERESSE NAZIONALE  
 
Cagliari - Per il Piano regionale integrato dei controlli sulla sicurezza alimentare 2015-2018 è stata individuata dalla Giunta, su proposta dell´assessore della Sanità Luigi Arru, la Asl 7 di Carbonia come azienda che avrà il compito di ricercare determinati contaminati su matrici alimentari, monitorando i Siti di Interesse Nazionale (Sin). "La scelta della Asl di Carbonia - spiega l´esponente dell´Esecutivo - è motivata dal fatto che il territorio del Sulcis è inserito tra i siti di Interesse Nazionale (Sin) e ha maturato per questo una forte esperienza nel settore dei controlli sulla sicurezza alimentare. L´azienda definirà gli interventi più appropriati in accordo con la pianificazione e le disposizioni dell´assessorato della Sanità". La copertura finanziaria per il Piano di monitoraggio e ricerca dei contaminati su matrici alimentari troverà disponibilità nel capitolo di spesa a destinazione vincolata, per il miglioramento e potenziamento dell´efficacia della programmazione e attuazione del Piano Regionale Integrato dei Controlli (Pric) del Bilancio regionale.  
   
   
ASCOLI PICENO - CONTRIBUTI PER L´IMPIANTO DELL´OLIVO ASCOLANA TENERA  
 
 L’oliva “Ascolana Tenera” è un patrimonio del territorio piceno e, nel quadro delle iniziative istituzionali per promuovere le produzioni tipiche del territorio, la Camera di Commercio di Ascoli Piceno, presieduta da Gino Sabatini, ha deciso di sostenerla incentivando, attraverso il sostegno finanziario, l’innovazione e la qualità delle imprese agricole picene. A tale scopo, la Camera di Commercio di Ascoli Piceno ha emesso un bando per la concessione di contributi (riservato ad aziende agricole con sede legale oppure operative in provincia di Ascoli Piceno) per l’impianto dell’olivo “Ascolana Tenera” con uno stanziamento complessivo di 35.000,00 euro. Le domande di ammissione scadono il prossimo 30 giugno: possono accedere al contributo le imprese agricole picene che, dal 1° gennaio 2015 al 30 novembre 2015, hanno effettuato spese per l’impianto della varietà d’olivo “Ascolana Tenera” secondo alcune specifiche tecniche colturali, dettagliate nel bando. “L’oliva “Ascolana Tenera” – ha ricordato il Presidente della Camera di Commercio di Ascoli Piceno Gino Sabatini – è un patrimonio del territorio d’indubbia qualità, qualità riconosciuta in tutto il Mondo. Con questo bando vogliamo sostenere le imprese che hanno deciso di investire in innovazione, per accrescere la competitività sui mercati di questo prodotto unico”. Le spese ammissibili a contributo, al netto dell’Iva e delle analoghe imposte estere, devono riguardare: l’acquisto di piantine varietà di olivo “Ascolana Tenera”, debitamente certificate dal produttore/fornitore; l’acquisto di materiale e relativa posa in opera dell’eventuale sistema di irrigazione; i lavori connessi alla realizzazione dell’impianto, debitamente documentati. Non verranno ammesse spese fatte in economia, nonché ogni spesa riferita all’utilizzo di personale e collaboratori dipendenti dell’impresa beneficiaria. La domanda di ammissione (una sola per ogni impresa) deve essere presentata entro e non oltre il 30 giugno 2015, esclusivamente per via telematica all’ indirizzo di posta elettronica certificata della Camera di Commercio cciaa@ap.Legalmail.camcom.it indicando nell’oggetto “Bando per la concessione di contributi per l’impianto dell’olivo Ascolana Tenera – anno 2015”.  
   
   
CARNE, LOMBARDIA: CON AIUTI PAC SI PUÒ AMBIRE A FILIERA NAZIONALE  
 
Dello/bs - "Un modello positivo di integrazione aziendale, un´azienda familiare, che ha scelto la strada della valorizzazione diretta della propria produzione. Crescono l´animale, di razza Limousine, e commercializzano la carne in una sorta di filiera quasi completa. Per queste aziende auspico che si arrivi a una filiera completa nazionale, perché, di fatto, tutta la filiera della carne italiana in questo momento risente la perdita di vocazione sui ristalli: importiamo dall´estero, l´83 per cento dei bovini da carne è importato dalla Francia". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, visitando, oggi, l´azienda Giacomo Picco a Quinzanello di Dello (Brescia). L´azienda dispone di 5 ettari complessivi e da 27 anni offre al consumatore una scelta delle proprie carni e salumi - tra cui la salamina a denominazione comunale (Deco) di Quinzanello - nell´attiguo spazio aziendale. Invertire Dipendenza Da Estero Si Può - "Una dipendenza dall´estero - ha aggiunto Fava -, che, senza mire autarchiche, potrebbe essere invertita, applicando a pieno gli obiettivi della Pac in tema di aiuti accoppiati. Ci sono capitoli specifici dedicati al tema della diversificazione delle razze, che danno la possibilità di tornare a fare i ristalli con premi specifici, per tornare ad avere una filiera di carne totalmente nazionale".  
   
   
AGRICOLTURA: BRESCIA È AVANTI NEL RICAMBIO GENERAZIONALE  
 
Milano - "Brescia continua a essere tra le realtà più dinamiche e quella che forse meno soffre il ricambio generazionale. Non c´è dubbio che la quantità di giovani e l´entusiasmo che li contraddistingue in questa zona è abbastanza in controtendenza rispetto alla media nazionale e, anzi, migliora la media regionale". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, al termine delle visite effettuate ieri con un gruppo di giovani di Coldiretti in provincia di Brescia, insieme al presidente regionale Ettore Prandini. Fava ha visitato l´azienda di Giacomo Picco, allevatore di bovini di razza limousine, a Dello, l´azienda agricola Abbazia dei fratelli Zucchi a Orzinuovi (oltre 600 capi bovini in lattazione e 150 ettari a mais per l´alimentazione delle vacche) e l´azienda agricola Vigna Dorata a Cazzago San Martino, che produce oltre 70.000 bottiglie all´anno tra Franciacorta e Curtefranca. Tradizione Famigliare - "Quasi tutti arrivano da una tradizione famigliare - ha osservato l´assessore - e pur ragionando in continuità con le esperienze aziendali di famiglia, dimostrano di avere grande spirito innovativo e versatilità. Ieri abbiamo visto tre esempi in comparti diversi, dal vino alla carne, passando per il latte, nei quali la presenza giovanile si sente e i modelli aziendali risultano attuali e all´avanguardia". Compensare Valore Marginalita´ - "La mia più grande preoccupazione resta legata all´andamento generale - ha aggiunto l´assessore - poiché oggi la valorizzazione di buona parte dei prodotti della filiera primaria non garantisce la necessaria marginalità; il rischio è che anche l´integrazione fornita dalla programmazione comunitaria non possa compensare l´evidente gap negativo che si è creato tra costi di produzione e valore del venduto". Sostenere I Giovani Nostra Grande Sfida - "Fa ben sperare un dato - ha spiegato, in conclusione, Fava - che è legato al valore complessivo della produzione agroalimentare lombarda, unico comparto in crescita dell´economia di questo paese, che però ci costringe a una amara riflessione sull´assenza di una equa ripartizione del valore all´interno delle filiere: se si produce aumentando il valore e alla fine il risultato è che la marginalità delle imprese si riduce - quando addirittura non si annulla -, significa che la grande sfida della politica sarà cercare strumenti idonei per evitare queste forme di speculazione. Se dovessimo riuscirci, per questi giovani potrebbe aprirsi una fase di grande sviluppo economico e personale. Diversamente non possono esserci strumenti pubblici che tengano".  
   
   
RIUNIONE IN REGIONE TOSCANA PER IL FUTURO DI FLORAMIATA  
 
 Firenze – Si è tenuto a Firenze presso l´assessorato regionale alle attività produttive l´incontro, richiesto dalle istituzioni locali e dalle organizzazioni sindacali, sul futuro di Floramiata, l´azienda di Piancastagnaio che si trova in concordato preventivo e su cui pende anche un´istanza di fallimento. I partecipanti, alla presenza della proprietà, hanno fatto il punto sulla non facile situazione, ricostruendo gli ultimi anni di attività dell´azienda, che con i suoi 250 dipendenti è la più grande in Italia nel settore florovivaistico e vive oggi un momento di grande difficoltà in attesa della decisione del Tribunale di Siena circa concordato preventivo e istanza di fallimento. In tal senso l´assessore regionale alle attività produttive e al lavoro, ha osservato che prima di prendere qualunque decisione occorre attendere quella del giudice (prevista per venerdì 29) e che, qualunque essa sia, c´è da augurarsi che si tenga comunque conto della necessità di permettere a Floramiata di continuare a produrre e a commercializzare i suoi prodotti. Secondo l´assessore l´azienda rappresenta un insostituibile patrimonio per l´intera area amiatina, fonte di sostentamento per 250 famiglie e che quindi la Regione continuerà ad essere accanto a Floramiata, alle istituzioni locali, ai lavoratori e alle loro rappresentanze. In attesa della decisione di venerdì prossimo l´assessore si è detto disponibile a verificare la percorribilità di tutte le strade, dalla richiesta di costituzione di un tavolo nazionale all´incontro con possibili altri investitori che hanno mostrato il loro interesse verso l´azienda, ad una nuova convocazione delle parti a Firenze.