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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Marzo 2013
IL COMMISSARIO EUROPEO OETTINGER ACCOGLIE CON FAVORE L´ADOZIONE DEL REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO INFRASTRUTTURE ENERGETICHE  
 
 Bruxelles, 13 marzo 2013 - Günther Oettinger, commissario europeo per l´Energia ieri ha detto: "Questa è davvero una svolta e darà una grande spinta alle infrastrutture tanto necessarie: Invece di aspettare fino a 12 anni o più di permesso, gli sviluppatori di infrastrutture cruciali transfrontaliere - come gasdotti o reti elettriche - avrà una decisione in circa 4 anni questo è un modo di risparmiare tempo e denaro -.. E ci aiuterà a creare un vero e proprio mercato europeo in cui i sistemi di energia sono fisicamente collegati tra loro i consumatori e le imprese trarranno vantaggio perché la concorrenza mantiene i costi verso il basso.´´ Ieri il Parlamento europeo ha adottato il regolamento sugli orientamenti per le reti transeuropee delle infrastrutture energetiche. Il Consiglio ha ancora bisogno di approvare formalmente il regolamento. Per sfruttare gli investimenti tanto necessari di 200 miliardi di euro per le reti elettriche e reti del gas entro il 2020, il regolamento istituisce un nuovo quadro normativo per le infrastrutture cruciali: Si prevede un nuovo permesso più trasparente e accelerata la concessione di procedura che in genere non supera i 3 anni e 6 mesi. La procedura di ridurre i costi amministrativi per un determinato progetto in tutta Europa, in media, del 30% dalla parte dei promotori. Questa procedura accelerata si applica solo per le grandi infrastrutture, i cosiddetti "progetti di interesse comune". In base al regolamento, si tratta di progetti che sono transfrontalieri o avere benefici per due o più Stati membri. I progetti possono essere ammissibili al finanziamento comunitario nell´ambito del meccanismo per collegare l´Europa. Per ulteriori informazioni: Memo/11/710 : http://ec.Europa.eu/energy/infrastructure/strategy/2020_en.htm    
   
   
"SVILUPPARE NUOVE CELLE SOLARI - PIÙ ECONOMICHE O PIÙ EFFICIENTI?"  
 
 Londra, 13 marzo 2013 - Il 17 aprile 2013 si svolgerà a Londra, nel Regno Unito, una conferenza intitolata "Sviluppare nuove celle solari - più economiche o più efficienti?" (Developing new solar cells - cheaper, or more efficient?). Usare le celle solari per trasformare la luce solare in elettricità è un modo interessante per ridurre le emissioni di carbonio, ma le celle solari sono ancora troppo costose per essere istallate nella misura necessaria. La prossima generazione di celle solari mira a risolvere questo problema usando materiali fortemente assorbenti come i polimeri che possono essere posati in modo economico su grandi aree mediante stampa. La conferenza si concentrerà sul modo in cui le prestazioni di questi dispositivi possono essere migliorate mediante la comprensione e il controllo delle complesse nanostrutture che permettono l´estrazione delle cariche dallo strato attivo. Verrà inoltre presentato un nuovo approccio che potrebbe rendere possibile il superamento del limite di efficienza del 34 % che interessa tutte le celle solari semplici. Questo potrebbe essere ottenuto estraendo l´energia dalle parti blu e verdi dello spettro solare che vanno solitamente sprecate. Per ulteriori informazioni, visitare: http://royalsociety.Org/events/2013/kavli-medal-lecture/    
   
   
ENERGIA, SOCIETÀ ENERGETICA LUCANA: NEL 2012 RISPARMIO UN MILIONE EURO PER ENTI PUBBLICI  
 
Potenza, 13 marzo 2013 - La Società Energetica Lucana, nell’ambito delle attività che svolge in qualità di Centrale di Committenza Unica regionale per l’energia, ha generato nel 2012 un risparmio di circa un milione di euro a vantaggio di aziende ed enti pubblici lucani. “ Un risparmio notevole – si legge in una nota diramata dalla Sel - se si considera che solo 14 su circa 150 aziende ed enti pubblici lucani hanno sinora aderito a tali benefici. Un risparmio che potrebbe essere notevolmente incrementato dall’attività della Società, in considerazione non solo del numero di enti aderenti e delle relative forniture di energia, ma anche degli ulteriori ribassi sulle tariffe che si potrebbero ottenere con adesioni più numerose. La Società Energetica Lucana, attraverso procedure ad evidenza pubblica, mette a gara importanti quantità di energia elettrica e gas, riuscendo ad ottenere sul mercato libero dell’energia migliori condizioni economiche rispetto a quelle che potrebbero ottenere le singole amministrazioni. Tali condizioni risultano più vantaggiose rispetto a quelle che pratica a livello nazionale la Consip, la società a totale partecipazione pubblica preposta agli acquisti aggregati a favore delle pubbliche amministrazioni, con prezzi che rappresentano il parametro economico massimo per gli acquisti di tutti gli enti pubblici a livello nazionale, regionale e locale”. Per il presidente della Società Energetica Lucana, Ignazio Petrone “ i risultati ambizioni permettono di liberare, in questo particolare periodo di contrazione economica, risorse utili che gli enti possono investire in altre azioni a vantaggio della comunità”. Petrone invita tutte le amministrazioni lucane ad aderire alle convenzioni Società Energetica per conseguire sempre maggiori risparmi non solo economici ma anche energetici.  
   
   
EMERGENZA SFRATTI: LA REGIONE TOSCANA DÀ IL VIA LIBERA ALLE COMMISSIONI TERRITORIALI  
 
Firenze, 13 marzo 2013 – Evitare o ridurre gli sfratti esecutivi promuovendo la gradualità del rilascio degli alloggi è l’obiettivo della legge 75/2012 che da ieri potrà essere attivata su tutto il territorio toscano dando il via alla potestà dei Comuni di istituire Commissioni territoriali per il contrasto del disagio abitativo a cui potranno partecipare, oltre ai rappresentanti dei Comuni stessi, anche quelli delle organizzazioni sindacali degli inquilini e dei proprietari immobiliari, eventualmente insieme a quelli di Prefetture e Questure. “Il nostro obiettivo – spiega l’assessore regionale al welfare e alle politiche per la casa, Salvatore Allocca – è far si che che si eviti il più possibile il dramma dello sfratto esecutivo, favorendo invece, anche nelle situazioni più critiche, un passaggio da casa a casa, senza traumi. Con questo regolamento attuativo offriamo quindi ai Comuni che lo vorranno la possibilità di istituire apposite Commissioni con il compito di garantire la sostenibilità sociale dello sfratto. Ulteriore obiettivo è quello di costituire un’Osservatorio sociale regionale in grado di acquisire tutte le informazioni sul disagio abitativo esistente, per migliorare e rendere più puntuali gli interventi della Regione in tale campo”. Per raggiungere questo obiettivo ogni Livello ottimale d’esercizio dovrà tra l’altro trasmettere all’Osservatorio tutte le informazioni sul disagio abitativo esistente e i dati raccolti serviranno da base per la prevista annuale Conferenza sulla condizione abitativa da tenersi ogni anno a maggio, con modalità seminariale.  
   
   
UE, PMI: IL MALCOSTUME DEI PAGAMENTI TARDIVI TERMINERÀ IL 16 MARZO  
 
Bruxelles, 13 marzo 2013 - Ogni giorno in Europa dozzine di piccole e medie imprese (Pmi) fanno bancarotta perché non si vedono pagare le fatture che hanno emesso. In tal modo vanno persi posti di lavoro e non vengono valorizzate opportunità imprenditoriali, il che non favorisce certo la ripresa dell´economia. Per por fine alla piaga dei ritardi nei pagamenti l´Unione europea ha perciò adottato la direttiva 2011/7/Ue relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Entro il 16 marzo 2013 gli Stati membri dovranno aver recepito la direttiva sui ritardi di pagamento nella loro normativa nazionale. La direttiva fa obbligo alle autorità pubbliche di pagare i beni e servizi loro forniti entro 30 giorni di calendario o, in circostanze eccezionali, entro 60 giorni. Le imprese dovranno pagare le loro fatture entro 60 giorni di calendario a meno che non stabiliscano altrimenti con una clausola contrattuale esplicita e qualora ciò non rappresenti una prassi gravemente iniqua per il creditore. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l´Industria e l´imprenditoria, ha affermato: "Le Pmi trovano particolari difficoltà a far rispettare il loro diritto ad essere pagate tempestivamente. I pagamenti tardivi fanno perdere tempo e denaro alle Pmi. Le controversie nel merito possono avvelenare le relazioni con i clienti. Il malcostume dei pagamenti tardivi deve finire. Spetta ora agli Stati membri attuare nella loro normativa nazionale la direttiva sui ritardi di pagamento offrendo così alle Pmi il sostegno vitale di cui hanno bisogno in questi tempi difficili e aiutandole a espletare il loro ruolo centrale nella creazione di posti di lavoro in Europa.” Per ulteriori informazioni sulla direttiva sui ritardi di pagamento e sui seminari informativi negli Stati membri cliccate qui http://ec.Europa.eu/enterprise/index_en.htm  Le nuove regole sono semplici: le autorità pubbliche devono pagare entro 30 giorni di calendario i beni e i servizi che si fanno fornire o, in circostanze eccezionali, entro 60 giorni; libertà contrattuale nelle transazioni commerciali tra aziende: le imprese devono pagare le loro fatture entro 60 giorni di calendario a meno che non concordino diversamente con una clausola contrattuale esplicita e qualora tale prassi non sia gravemente iniqua per i creditori; le imprese hanno automaticamente diritto a chiedere gli interessi per i ritardi di pagamento e possono anche ottenere automaticamente un importo minimo fisso di 40 euro quale indennizzo dei costi di recupero dei pagamenti. Esse possono anche chiedere un indennizzo per tutti gli altri ragionevoli costi di recupero; il tasso legale di interesse di mora per i ritardi di pagamento è portato ad almeno 8 punti percentuali al di sopra del tasso di riferimento della Banca centrale europea. Le autorità pubbliche non possono fissare un tasso d´interesse di mora inferiore a tale soglia per i ritardi di pagamento; le imprese possono impugnare più agevolmente i termini e le pratiche gravemente iniqui innanzi ai tribunali nazionali; maggiore trasparenza e sensibilizzazione: gli Stati membri devono pubblicare i tassi d´interesse di mora per i ritardi di pagamento per far sì che tutte le parti interessate siano informate; gli Stati membri sono incoraggiati a creare codici di pagamento rapido; gli Stati membri possono continuare a mantenere o mettere in vigore leggi e regolamenti che siano più favorevoli al creditore rispetto alle disposizioni della direttiva. Le nuove misure sono opzionali per le imprese nella misura in cui esse acquisiscono il diritto di intentare un´azione, ma non sono obbligate a farlo. In determinate circostanze un´impresa può preferire di prolungare il periodo di pagamento di alcuni giorni o settimane per mantenere una buona relazione commerciale con un cliente. Ma le nuove misure sono obbligatorie per le autorità pubbliche. Queste devono dare il buon esempio e far prova di affidabilità ed efficienza onorando i loro contratti.  
   
   
TERREMOTO/EMILIA, RICOSTRUZIONE: POSITIVA LA SOLLECITAZIONE DEI SINDACATI SULLA LEGALITÀ. TUTTI DOBBIAMO TENERE ALTA LA GUARDIA AFFINCHÉ SI RISPETTINO LE LEGGI  
 
Bologna, 13 marzo 2013 - «Accogliamo positivamente le sollecitazioni dei sindacati in merito ai controlli antimafia. Il territorio colpito dal territorio ha già tanti cantieri aperti, e molti altri seguiranno in tempi brevi. È quindi necessario che ciascuno, secondo il proprio ruolo, tenga alta la guardia affinché lavori chi rispetta le regole». A dirlo è l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, che ha aggiunto che «abbiamo creato un modello in cui ciascuno è protagonista della legalità» facendo riferimento ad una ampia gamma di strumenti messi in campo come: l’elenco di merito regionale, la white list delle imprese presso le Prefetture, il Gruppo interforze ricostruzione Emilia-romagna (Girer), il Protocollo per la legalità (siglato con i sindacati, le associazioni di categoria, le Prefetture, l’Autorità per la vigilanza dei contratti pubblici, il Provveditorato Interregionale alle opere Pubbliche, Inail, Inps, Drl, Unioncamere, Anci, Upi, Abi e gli Ordini professionali. In attuazione del protocollo è stato approvato il prezzario regionale per la verifica di congruità delle richieste di contributo per la ricostruzione, sono state emanate apposite Ordinanze del Commissario delegato che declinano gli obiettivi di legalità, tutela e sicurezza del lavoro sia per gli appalti pubblici, sia per quelli privati. «Al fine di garantire un monitoraggio continuo dei lavori per la ricostruzione post-terremoto – ha aggiunto Muzzarelli - sono stati realizzati sistemi informativi, Mude e Sfinge, per la presentazione delle richieste di contributo in formato digitale. Tali soluzioni innovative consentono la verifica del rispetto delle normative sulla trasparenza, sulla tracciabilità dei pagamenti, sulla regolarità contributiva delle imprese, sulla qualificazione delle imprese (Soa), nonché le verifiche sui subappalti». Inoltre, in accordo con il Ministero dell’Interno, è stato ampliato l’elenco delle attività lavorative per le quali viene richiesto obbligatoriamente alle imprese di iscriversi alle white list, così come si è data attuazione alle Linee Guida Ccasgo (Comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere). Infine, a breve, uscirà un’ulteriore ordinanza che estenderà all’intero settore dell’edilizia tali controlli.  
   
   
CALABRIA, CONCLUSI I LAVORI DEL SEMINARIO "UN PAESE OSPITALE PER LE START-UP INNOVATIVE"  
 
Catanzaro, 13 marzo 2013 - L´assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha concluso ieri mattina i lavori del seminario "Un paese ospitale per le start-up innovative", organizzato da "Calabriainnova", la societa´ promossa dalla Regione Calabria. I lavori sono stati introdotti da Danilo Farinelli di "Calabriainnova" che ha spiegato le ragioni del seminario. E´ quindi intervenuto il Presidente di Unioncamere Calabria Lucio Dattola che ha espresso le potenzialità delle aziende della regione. La relazione di base e´ stata svolta da Alessandro Fusacchia, Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico, che ha presentato le misure principali previste dalla legge 221/2012 e ha incoraggiato i giovani a sviluppare il proprio spirito imprenditoriale. Antonio Mazzei ha spiegato il ruolo di "Calabriainnova" ed ha illustrato il bando di 7 milioni di euro che verrà´ pubblicato entro il mese di aprile. Caligiuri ha infine illustrato le politiche regionali della ricerca ed ha evidenziato anche i programmi futuri.  
   
   
IN TRE ANNI DA REGIONE E VENETO SVILUPPO 672 MILIONI A SOSTEGNO DELLE IMPRESE. ZAIA: “STIAMO FACENDO MOLTO MA VOGLIAMO E DOBBIAMO FARE DI PIÙ”  
 
Venezia, 13 marzo 2013 - Sono 4.759 le imprese venete che hanno beneficiato nel triennio 2010-2012 di finanziamenti agevolati erogati dalla Regione attraverso la sua società finanziaria Veneto Sviluppo, per complessivi 297 milioni di euro che hanno generato un importo di oltre 672 milioni di euro. “Sono dati – spiega il presidente Luca Zaia – che testimoniano come la Regione abbia fatto e stia facendo la sua parte, mettendo in gioco, nonostante le difficoltà di bilancio determinate dai tagli statali, un ammontare di risorse di tutto rilievo per fronteggiare la grave crisi che sta facendo molto male alle nostre aziende. Si tratta di risorse reali che già sono state erogate entro la fine dello scorso anno e stanno producendo la loro utilità, contribuendo a dare ossigeno e speranza a molti imprenditori”. In particolare la cosiddetta ‘Misura Anticrisi’ varata dalla Giunta regionale a metà del 2012 e che rientra suddetto piano di intervento di Veneto Sviluppo, ha garantito lo scorso anno un’operatività di 181 finanziamenti agevolati per un importo nominale complessivo pari a oltre 31 milioni di euro. Grazie a questa stessa misura fino al prossimo 31 dicembre saranno ammissibili a finanziamento, con l’intervento dei fondi di rotazione settoriali, le operazioni di supporto finanziario a fronte di: crediti insoluti, sorti nei 18 mesi antecedenti alla data di presentazione della domanda; crediti maturati verso le pubbliche Amministrazioni; rimborsi di finanziamenti a medio lungo termine a fronte di investimenti aziendali; anticipazioni a fronte di uno o più ordini accettati e/o contratti di fornitura di beni e/o servizi. Dall’inizio del 2013 sono già pervenute 150 domande di ammissione a finanziamento agevolato, per un importo complessivo che supera i 25 milioni di euro. “Siamo consapevoli che ciò, comunque, non basta – ha sottolineato il presidente – e che la nostra azione a favore del sistema produttivo veneto non possa e non debba fermarsi qui”. Zaia, infatti, ha annunciato che nei prossimi giorni l’assessore alle attività produttive, Isi Coppola, presenterà un progetto di ‘microcredito’, mentre Veneto Sviluppo sta per cantierare altre due iniziative funzionali al sostegno creditizio, derivanti da un nuovo rapporto con il mondo dei Confidi, delle banche e delle associazioni di categoria. “Stiamo affrontando questa grave emergenza economica e sociale – ha concluso Zaia – con la consapevolezza che non possiamo lasciare nulla di intentato e io non mi stancherò mai di dire che noi veneti riusciremmo ad affrontare e superare questa difficile situazione se le risorse che il nostro sistema imprenditoriale genera tornassero nei nostri territori e non venissero assorbite da uno Stato vorace che premia chi spreca e penalizza le realtà virtuose come la nostra”.
Provincia numero erogazioni importo finanziamenti agevolati importo quota Veneto Sviluppo
Belluno 386 31.672.803,08 14.636.031,87
Padova 740 103.484.088,55 46.765.868,87
Rovigo 151 19.222.572,64 9.334.142,32
Treviso 867 138.339.363,39 59.559.615,09
Venezia 648 82.229.912,58 37.323.381,78
Vicenza 1.397 214.802.723,62 91.962.278,83
Verona 569 82.100.684,68 37.141.016,83
altro 1 647.000,00 323.500,00
totale 4.759 672.499.148,54 297.045.835,59
 
   
   
COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PIEMONTE PER VINCERE LA PARTITA DELL´EXPORT. SCENARI GLOBALI, ECONOMIA PIEMONTESE E IMPRESE PRESENTATI I DATI DELLA CONGIUNTURA IN PIEMONTE DEL IV TRIMESTRE 2012 E DEL I TRIMESTRE 2013  
 
Torino, 13 marzo 2013 – Ieri Unioncamere Piemonte, Confindustria Piemonte, Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno organizzato il convegno “Competitività del sistema Piemonte per vincere la partita dell´export. Scenari globali, economia piemontese e imprese”, durante il quale Roberto Strocco, coordinatore dell’Area Studi e Sviluppo del Territorio di Unioncamere Piemonte, ha analizzato lo scenario economico regionale 2012, con un focus sui risultati della performance congiunturale del periodo ottobre-dicembre 2012, e Luca Pignatelli, responsabile dell’Ufficio Studi economici di Confindustria Piemonte, ha presentato le “Previsioni del primo trimestre 2013 e outlook 2013”. Le indagini presentate confermano il perdurare della fase recessiva iniziata a fine 2011. I risultati negativi registrati dall’indagine di Unioncamere Piemonte nel quarto trimestre 2012 trovano corrispondenza nelle previsioni per il primo trimestre 2013 registrate dal sondaggio di Confindustria Piemonte: la crisi continua a mordere, seppur non si prevede un ulteriore peggioramento. La crisi colpisce in misura trasversale tutti i settori, le tipologie di impresa e le aree territoriali, sia pure con intensità diverse. Ha aperto i lavori Antonio Nucci, Direttore Regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo, che ha poi passato la parola a Claudia Porchietto, Assessore al Lavoro e Formazione Professionale Regione Piemonte. Giovanni Foresti, economista del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha poi tratteggiato lo scenario macroeconomico mondiale e nazionale, mentre Zeno Rotondi, Head of Italy Research Unicredit, è intervenuto sul tema di “Imprese piemontesi e internazionalizzazione”. È seguita una tavola rotonda dal titolo “Made in Piemonte: la sfida dei mercati esteri” che ha posto al centro del dibattito le eccellenze del territorio piemontese viste come strumenti di crescita e sviluppo internazionale: moderati da Francesco Antonioli del Sole 24 Ore, sono intervenuti Gianfranco Carbonato, Presidente di Confindustria Piemonte; Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte; Thesy Kness Bastaroli del Börsen Zeitung; Antonio Nucci, Direttore Regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo; Vladimiro Rambaldi, Deputy Region Nord Ovest Unicredit; e Edith Ravaux, Console Generale di Francia a Torino e Genova. “Stiamo vivendo un momento di straordinarie difficoltà ormai da oltre un anno. Il nostro sistema imprenditoriale è sottoposto a dura prova, soffrendo gli impatti negativi derivanti dal crollo della domanda interna. A livello nazionale e regionale, però, la domanda estera continua a rappresentare, seppure con minore vigore rispetto agli anni pre-crisi, la nostra àncora di salvezza, un appiglio solido a cui possiamo fare riferimento grazie alla buona proiezione internazionale delle nostre imprese. La via della ripresa e della crescita della nostra economia passa quindi, necessariamente, attraverso l’export. Dobbiamo, quindi, continuare a lavorare con impegno per sostenere il nostro sistema imprenditoriale più internazionalizzato e, allo stesso tempo, dobbiamo lavorare al fine di ridurre tutti quegli ostacoli strutturali che rappresentano un peso oneroso per le nostre aziende” afferma il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello. Nel commentare i dati dell’indagine, il Presidente di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato osserva come manchino le condizioni per avviare una vera ripresa: “La domanda interna resta molto debole e ha scarsi margini di rilancio; il clima di fiducia è fortemente condizionato dall’aumento della disoccupazione, dall’incertezza sugli scenari futuri e, non ultimo, dalla persistente situazione di instabilità politica. Ancora una volta le uniche, concrete opportunità nascono dalla capacità delle imprese di rafforzare la propria presenza sui mercati esteri. Da questo punto di vista la nostra indagine conferma una crescente polarizzazione tra aziende ben posizionate all’estero e imprese legate soprattutto al mercato domestico”. “Lo scenario presentato oggi conferma quanto sia determinate il presidio dei mercati esteri in un biennio in cui si stima che la domanda internazionale crescerà del 6%, mentre quella italiana sarà inferiore all’1% - rileva Antonio Nucci, Direttore Regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo -. Il fattore premiante per le imprese sarà puntare maggiormente su innovazione, qualità e internazionalizzazione per trovare sbocchi sui mercati a maggior sviluppo, valorizzando le eccellenze industriali e produttive locali. Le banche possono svolgere un ruolo importante nell’accompagnare le aziende che vogliono percorrere questa strategia di sviluppo. La sfida per l’economia piemontese è aumentare i casi di successo anche attraverso i progetti di rete e le altre forme di aggregazione in grado di accrescere la massa critica e il livello di competitività. Vorrei ribadire la disponibilità del nostro Gruppo a sostenere i processi di crescita delle imprese, anche di quelle più piccole, che sono le prime a subire gli effetti della crisi, sottolineando nel contempo l’urgenza di politiche economiche volte a favorire la ripresa degli investimenti e a contrastare la riduzione dei consumi in atto”. “Secondo l’indicatore Unicredit-regioss, che misura il tasso di crescita tendenziale dell’attività economica a frequenza mensile, l’economia piemontese mostra una sostanziale convergenza con tutto il Nord Ovest e l’Italia nell’ultimo anno, rispetto a quanto osservato nel periodo di crisi del 2008-2009. Una dinamica simile emerge anche confrontando l’andamento dell’economia del Piemonte con quella delle principali regioni esportatrici (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna). L’attuale convergenza delle quattro regioni riflette l’andamento delle esportazioni, che in Piemonte sono cresciute del 5,7% tra il quarto trimestre del 2011 e il terzo trimestre del 2012, un tasso inferiore solo a quello dell’Emilia Romagna (6,1%). Come mostra l’analisi dell’Ufficio Italy Research Unicredit, il Piemonte ha saputo più delle altre regioni esportatrici catturare negli ultimi anni la domanda più dinamica dei paesi emergenti. Nel 2013 può rafforzarsi sui suoi mercati a più alta crescita attesa, ma anche rivolgersi a paesi che per caratteristiche socio-demografiche ed economiche rappresentano interessanti mercati di sbocco per le sue produzioni” dichiara Vladimiro Rambaldi, Deputy Region Nord Ovest Unicredit. “Per invertire l’attuale congiuntura sfavorevole - spiega l’assessore al Lavoro e Formazione Professionale della Regione Piemonte Claudia Porchietto - è indispensabile intervenire su due fronti: politica interna e comunitaria. Sul fronte nazionale è fondamentale che la politica si torni ad occupare di crescita e sviluppo del territorio. Le Regioni fino ad oggi hanno fatto la propria parte ma con risorse e competenze del tutto limitate rispetto alle macro necessità delle imprese: le quali chiedono una revisione delle politiche sul credito e sulla pressione fiscale. Allo stesso tempo è però indispensabile intervenire anche a livello comunitario: lavorando da un lato su un federalismo solidale di Stati e dall’altro con tavoli europei per rilanciare alcuni settori strategici per il nostro continente e che oggi sono a rischio di estinzione”. Iv Trimestre 2012: I Dati A Consuntivo Di Unioncamere Piemonte - La variazione grezza complessiva annua della produzione industriale è del -4,7% - Piemonte: Il 2012 in sintesi - Produzione industriale grezza -4,7% rispetto all’anno precedente Ordinativi interni -6,2% rispetto all’anno precedente Ordinativi esteri +1,5% rispetto all’anno precedente Fatturato -4,2% rispetto all’anno precedente Fatturato estero -1,2% rispetto all’anno precedente Prosegue, nel Iv trimestre 2012, la fase recessiva che ha colpito il sistema manifatturiero piemontese, allungando così la serie di risultati negativi in atto a partire dal Iv trimestre 2011: dopo quattro trimestri consecutivi caratterizzati da flessioni via via più intense, nel periodo ottobre-dicembre 2012 la produzione industriale ha registrato, infatti, una variazione tendenziale grezza del -4,1%. Il calo realizzato nell’ultimo trimestre dell’anno, facendo seguito alla flessione dello 0,4% registrata nell’ultimo trimestre del 2011 e a quella più accentuata dei tre periodi successivi (con variazioni pari rispettivamente a -3,6%, -5,4% e -5,7%) risulta in lieve attenuazione. La contrazione della produzione industriale si associa ai risultati per lo più negativi realizzati da quasi tutti gli altri indicatori congiunturali. Gli ordinativi interni diminuiscono del 5,6% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2011, quelli esteri, dopo la lieve flessione registrata nel corso del trimestre precedente, manifestano una sostanziale stabilità (+0,4%). Cala il fatturato: infatti, le imprese manifatturiere piemontesi registrano, mediamente, una diminuzione tendenziale del fatturato totale pari al 3,8% e per quanto concerne quello estero una variazione negativa dello 0,7%. Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla 165ª Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di gennaio-febbraio 2013 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2012, e ha coinvolto 1.244 imprese industriali piemontesi. Si evidenzia come, per via delle modifiche metodologiche introdotte a partire dal I trimestre 2011, i risultati successivi all’ultimo trimestre del 2010 non siano statisticamente confrontabili con quelli delle precedenti rilevazioni. L’andamento negativo della produzione dell’industria manifatturiera piemontese interessa quasi tutti i principali comparti. Il panorama settoriale continua, infatti, a essere costellato di segni negativi. I comparti del legno (-11,9%), del tessile-abbigliamento (-8,3%) e dei metalli (-6,0%) registrano la flessione più elevata. Le industrie elettriche ed elettroniche realizzano una contrazione in linea con il dato medio regionale (-4,0%). Più contenuti i cali registrati dai settori della chimica e delle materie plastiche (-2,4%), dell’alimentare (-1,5%) e dalla meccanica (-1,3%). I mezzi di trasporto, dopo la flessione del 2,6% concretizzata nel corso dello scorso trimestre, manifestano una situazione di sostanziale stazionarietà (+0,2%). Il segno negativo accomuna, inoltre, tutti i territori, anche se con intensità differenti. Biella risulta la provincia con la flessione più marcata della produzione industriale (-12,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Registrano una performance peggiore rispetto al dato medio regionale anche le province di Asti (-8,0%) e di Vercelli (-5,2%). Il capoluogo piemontese realizza una variazione in linea con il dato medio piemontese (-4,0%). Le province di Novara e Alessandria rilevano una contrazione pari, rispettivamente, al -3,7% e al -3,6%. Meno intense risultano, invece, le flessioni registrate dalle altre province piemontesi: il Verbano Cusio Ossola manifesta una diminuzione della produzione del 2,6%, mentre la provincia di Cuneo una contrazione pari allo 0,4%. I Trimestre 2013: I Dati Previsionali Di Confindustria Piemonte - All’indagine hanno risposto circa 1000 imprese di tutti i settori e dimensioni - Dalla rilevazione non emergono variazioni rilevanti rispetto ai mesi precedenti. I principali indicatori sulle aspettative delle imprese piemontesi sono in leggera flessione; il ribasso nella maggior parte dei casi è minimo, il che esclude un ulteriore peggioramento della recessione. Solo l’export presenta valori cautamente confortanti. Il saldo ottimisti-pessimisti sulla produzione industriale relativo al primo trimestre del 2013 è pari a -22,6%; 2,2 punti in meno rispetto alla precedente rilevazione. Il dato è negativo, ma ancora distante dai minimi del 2009, quando si sfiorava il -60%. A livello settoriale emerge un saldo meno pessimistico per le aziende metalmeccaniche rispetto alle non metalmeccaniche. Le previsioni sugli ordini export presentano un lieve incremento, e il dato è al di sopra del punto di equilibrio per il secondo trimestre consecutivo. In dettaglio, per il primo quarto del 2013 il saldo ottimisti-pessimisti sugli ordini export è del +2,5%. Le aspettative delle imprese piemontesi sugli ordini totali rimango stabili rispetto al periodo precedente; il dato si attesta al -19,1% per la prima parte del 2013. Le imprese che prevedono di fare investimenti per ampliamenti e per sostituzioni, rispettivamente 18,2% e 38,2%, sono sicuramente meno rispetto a quelle che si possono osservare in un periodo di sviluppo economico “normale”, ma restano comunque costanti rispetto alle ultime indagini. Nessuna variazione anche per quel che riguarda i ritardi degli incassi, segnalati da circa il 60% delle aziende. Investimenti e ritardi degli incassi pagano le conseguenze di un mercato del credito ancora instabile e ricco di incertezze. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva rallenta di 1,5 punti percentuali, attestandosi al 68,8%. Anche in questo caso il dato è poco incoraggiante, e sottolinea lo stato recessivo in cui si trova l’economia piemontese, che normalmente a pieno regime sfrutta la capacità degli impianti al 75%. Il saldo relativo all’occupazione perde 2,7 punti percentuali, passando da -14,8 a -17,5 e confermando le difficoltà del mercato del lavoro piemontese. Indicazioni analoghe si osservano dall’indicatore relativo alla cassa integrazione, che evidenzia come il numero di imprese che hanno intenzione di far ricorso alla cassa integrazione sia in aumento; in dettaglio, il dato passa dal 31,7% al 34,1%. Ancora una volta è importante sottolineare l’importanza dell’export, capace di favorire le aziende che nel tempo sono riuscite a differenziare i propri mercati di sbocco, e a non basarsi esclusivamente sul mercato interno, dove a oggi la domanda è ferma. A conferma di ciò segnaliamo come le aziende piemontesi che dichiarano di esportare meno del 10% del fatturato presentano un saldo sulla produzione in calo del -34,7%; le aziende che esportano più del 60% del fatturato si fermano al -8,4%. A tale dato si collega anche il miglior andamento delle aziende più strutturate (saldo produzione -14%) rispetto alle aziende più piccole (saldo produzione -27%): le aziende con più di 50 addetti sono notevolmente più ottimiste sugli ordini export rispetto alle aziende di dimensioni più ridotte, rispettivamente +11,7% e -3,5%. Scenario Macroeconomico Mondiale E Nazionale - Secondo i dati presentati da Giovanni Foresti, economista del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, il ciclo economico internazionale presenta indicazioni di leggera ripresa, anche grazie al recupero dei flussi commerciali. La crescita mondiale per il 2013 dovrebbe raggiungere livelli simili a quelli dello scorso anno (+3,2% vs. +3,0%); solo nel 2014 avremo una ripresa più consistente (+4,2%). La crescita sarà trainata dai paesi asiatici, Opec e dagli Stati Uniti, mentre l’Eurozona rimarrà in recessione. Negli Stati Uniti il freno della politica fiscale verrà controbilanciato dalla politica monetaria fortemente espansiva della Fed, dal graduale riequilibrio dei bilanci delle famiglie e dalla ripresa del settore dell’edilizia residenziale. Nell’eurozona nel 2013 anche la Germania registrerà una crescita modesta mentre i paesi periferici subiranno un nuovo e significativo calo del Pil. Su questo scenario continua a pesare un elevato grado di incertezza, legato alla difficoltà di valutare l’impatto sulla dinamica della domanda interna di una crisi finanziaria e di fiducia senza precedenti. Se non interverranno nuovi elementi destabilizzanti, l’Eurozona potrà tornare a crescere nel 2014, quando il freno al ciclo derivante dalla politica fiscale dovrebbe allentarsi e l’accelerazione della domanda mondiale dovrebbe dare nuovo impulso alle esportazioni europee. L’apprezzamento del cambio effettivo (di oltre il 5% negli ultimi sei mesi), sembra essersi fermato e dunque i rischi per l’export sembrano limitati. Il 2013 sarà un altro anno difficile per l’economia italiana. Stretta fiscale, condizioni fiscali ancora tese, nuova contrazione del reddito disponibile reale delle famiglie continueranno a pesare sulla domanda interna. Il commercio estero resterà l’unica fonte di crescita. I dati di gennaio hanno confermato la vivacità dell’export italiano verso i paesi extra-Ue. Su base annua, le esportazioni verso questi mercati hanno registrato un aumento del 17,7% con punte del 20,2% negli Stati Uniti, del 25% circa in Cina e Giappone, del 26,1% nei paesi Opec e del 32,2% nei paesi Asean. Si conferma pertanto la centralità dei mercati internazionali come focus strategico imprescindibile per l’industria italiana e piemontese nei prossimi anni. Tuttavia, la sfida dell’export non è facile e può essere vinta solo dalle imprese più attive in termini di innovazione, certificazioni ambientali e di qualità, marchi. Imprese Piemontesi E Internazionalizzazione - Secondo le analisi presentate dall’Head of Italy Research Unicredit Zeno Rotondi, la migliore performance delle esportazioni piemontesi si spiega con una tendenza più marcata e crescente negli ultimi anni a sostituire il mercato europeo con quelli dei paesi extra Ue: dal 2007 infatti la quota di vendite di prodotti e servizi piemontesi dirette verso queste destinazioni è cresciuta del 5,9%, una variazione superiore a quelle registrata per le altre regioni esportatrici esaminate. Le stime pubblicate da Sace per le esportazioni italiane forniscono alcune indicazioni circa i mercati ed i settori a più alto potenziale di crescita. Considerando i principali mercati di sbocco dei beni e servizi piemontesi, quelli a più forte espansione saranno Cina, Svizzera, Brasile, Turchia e Stati Uniti. Vi sono tuttavia altre destinazioni che mostrano un elevato potenziale di crescita, ma che ancora non figurano tra le principali destinazioni dell’export regionale. Si tratta di paesi di grandi dimensioni, caratterizzati da un rapido aumento dei consumi interni, da bassi livelli di debito e da rating positivi, quali Egitto, Indonesia, Filippine, Messico e Corea del Sud. Per quanto riguarda i settori di specializzazione delle esportazioni piemontesi invece, si segnalano elevati tassi di crescita per meccanica strumentale, prodotti in metallo e computer / elettronica / tecnica, apparecchiature elettriche e industria della gomma e della plastica. Dal punto di vista microeconomico, i dati del Ix Rapporto Unicredit relativi alle piccole e medie imprese della regione mostrano come tra le realtà più grandi la presenza all’estero sia più consolidata rispetto al resto del Paese, ma anche una più diffusa internazionalizzazione di data recente tra le aziende di dimensioni minori. Di contro, la diversificazione geografica delle attività estere è tuttora principale appannaggio delle medie imprese, sebbene in Piemonte le piccole abbiano più frequentemente in essere attività con più paesi. Nell’approccio ai mercati esteri risultano decisive le relazioni con soggetti esterni (partecipazione a fiere di settore, contatti segnalati da altre imprese), ma tra gli operatori più piccoli conta anche la ricerca diretta via Internet. Sembrano invece ancora poco sfruttate le opportunità offerte in questo ambito dalle banche. Per quanto riguarda infine la distribuzione, in Piemonte è più marcato rispetto alla media nazionale l’uso di canali commerciali tradizionali e, tra le piccole, la distribuzione tramite agenti in loco.  
   
   
FORLÌ-CESENA, DATI EXCELSIOR: SALDO NEGATIVO PER LA DOMANDA DI LAVORO  
 
 Forlì-Cesena, 13 marzo 2013 - La crisi perdurante e la prospettiva che si prolunghi per tutto il 2013, frenano la ripresa della domanda di lavoro da parte delle imprese che, in Italia, per il primo trimestre 2013 è prevista pressoché invariata rispetto all’ultimo trimestre 2012. In provincia di Forlì-cesena i contratti di lavoro che si prevede saranno attivati nel trimestre potranno raggiungere, nel loro insieme, le 1.880 unità. In linea con quanto accade a livello nazionale, solo 1.170 unità (62% del totale) riguarderanno assunzioni di personale dipendente. A questi si aggiungeranno poi 220 contratti in somministrazione (i cosiddetti "interinali"), pari al 12% del totale, quasi 400 contratti di collaborazione a progetto (21%) e un centinaio di contratti relativi ad altre modalità di lavoro indipendente (5%). L’analisi dei dati relativi all’inserimento di lavoratori con modalità contrattuali diverse costituisce una novità introdotta proprio a partire dal I trimestre 2013. A queste “entrate” di lavoratori, sia subordinati che autonomi, si contrappongono poco più di 1.900 “uscite” (dovute a scadenza di contratti, pensionamenti, ecc…) da cui deriva un saldo negativo pari a una ventina di unità, la componente più penalizzata è quella del lavoro dipendente, con 1.170 assunzioni e 1.800 (-630 circa posti di lavoro). Questi dati sono il risultato del monitoraggio eseguito periodicamente dal sistema camerale mediante Excelsior, il sistema informativo attivato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, banca dati sui fabbisogni occupazionali delle imprese italiane, suddivisi per categoria professionale, tipo di qualifica, titolo di studio, tipologia contrattuale, territorio e dimensione aziendale. I report (annuali e trimestrali), sono pubblicati e disponibili sul sito della Camera di Commercio di Forlì-cesena (www.Fc.camcom.gov.it, area informazione economico statistica, prodotti). Dall’esame dei dati riguardanti il lavoro dipendente, relativi alle previsioni occupazionali della provincia di Forlì-cesena, per il primo trimestre 2013, risultano 1.170 assunzioni, di cui circa un terzo rivolto agli under trenta, anche se il saldo entrate/uscite risulta comunque negativo di 30 unità. Le previsioni Excelsior per questo primo trimestre del 2013 riportano un aumento delle assunzioni "non stagionali" (incidenza pari al 74,6% del totale), mentre la componente "stagionale" si attesta al 25,4%., incidenza più elevata rispetto a tutti gli altri livelli territoriali. Sul totale delle assunzioni previste, il 68,7% sarà a tempo determinato, e solo il 18,8% a tempo indeterminato (le restanti percentuali confluiscono nell’apprendistato pari al 7,8% e in altre forme contrattuali al 4,6%); è inoltre possibile notare un aumento dell’incidenza delle assunzioni a tempo indeterminato rispetto al trimestre precedente (pari al 14% del totale). La percentuale delle assunzioni previste nel settore dei servizi appare in aumento, passando dal 61% dell´ultimo trimestre del 2012, all´attuale previsione del 67,5% (con particolare riferimento al commercio), mentre il 38,5% sarà realizzato da imprese di maggiori dimensioni (con almeno 50 addetti). Con riferimento alle assunzioni previste, nel 66,2% dei casi è richiesta una specifica esperienza pregressa; il 18% delle imprese prevede difficoltà nel reperimento delle figure professionali desiderate, mentre il 27,1% delle assunzioni sarà rivolta a lavoratori immigrati, incidenza in aumento rispetto all´ultimo trimestre considerato (quando era pari al 12,1%). Passando alle figure professionali maggiormente richieste nel primo trimestre 2013, al primo posto ci sono i “Commessi e altro personale qualificato nelle attività commerciali” e “Cuochi e camerieri” (rispettivamente il 16,2% e l´ 11,1% del totale); seguono il “Personale di segreteria e servizi generali” (10,3%), e gli “Operai nelle industrie chimiche, del legno, della carta, e altre industrie” (9,4%). Inoltre, nel 65,7% dei casi, le imprese ritengono difficoltoso il reperimento di “Professioni operative dei servizi alle persone e di sicurezza”. Le assunzioni “non stagionali”, nel primo trimestre del 2013, sono previste in aumento rispetto all´ultimo periodo considerato, che esprimeva variazioni negative legate al prolungarsi della crisi . L´ 11,3% di esse sarà rivolto a laureati, il 47,9% a diplomati, il 17,1% a lavoratori in possesso di una qualifica professionale, mentre la restante parte (23,7%) non prevede alcuna formazione specifica. Parallelamente alla rilevazione “congiunturale” dei fabbisogni occupazionali prosegue anche l’attività di aggiornamento del sistema informativo Excelsior su base annuale, indispensabile per cogliere le tendenze di fondo che caratterizzano la domanda di lavoro delle imprese nella provincia di Forlì-cesena. Nell’anno 2012, la serie storica dei tassi di variazione provinciali ha evidenziato per la quarta volta dal 1997, anno di inizio della rilevazione, un valore negativo (-1,2%). La serie storica provinciale riporta, inoltre, un aumento negli anni del peso dei contratti a tempo determinato (79,3% sul totale delle assunzioni del 2012) e una contestuale riduzione di quelli a tempo indeterminato (11,8%). “Il lavoro continuo di analisi territoriale conferma – commenta Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio di Forlì-cesena – che tutta la nostra economia, e quindi anche i livelli occupazionali, stanno risentendo pesantemente della crisi tuttora in atto, crisi che ha amplificato già note difficoltà strutturali preesistenti. Ribadisco l’impegno della Camera di Commercio che, da sempre attenta alle dinamiche del locale mercato del lavoro, continuerà ad operare per rafforzare tutto il sistema imprenditoriale, contribuendo di conseguenza a supportare la tenuta dei livelli occupazionali, mediante azioni rivolte alla crescita delle conoscenze e delle competenze; gli obiettivi primari rimangono quelli di rafforzare la competitività delle aziende e l’attrattività del territorio”.  
   
   
FIRENZE - REVISIONE DEL RUOLO DEI PERITI E DEGLI ESPERTI  
 
Firenze, 13 marzo 2013 - La Camera di Commercio provvede alla revisione del Ruolo dei periti ed Esperti in base alle seguenti regole: 1. La Camera, con raccomandata con ricevuta di ritorno, e non tramite Pec in quanto trattasi di soggetti non sottoposti all’obbligo di dotarsi di posta elettronica certificata, provvederà a inviare a ciascun professionista, inserito attualmente nel Ruolo, richiesta di conferma della propria iscrizione; 2. Per ottenere la conferma della propria iscrizione, il professionista dovrà: a) sostenere le spese per i diritti di segreteria, pari a euro 31,00, così come stabilito nel Decreto M.i.s.e. 2 dicembre 2009; b) sottoscrivere una dichiarazione sostitutiva di certificazione per confermare il possesso dei requisiti morali previsti dall’art.5, comma 2, del Dm 29 dicembre 1979; 3. La Camera effettuerà un sistematico e totale controllo della veridicità di quanto affermato dai professionisti, tramite le informazioni ottenute presso il Casellario Giudiziale, la Prefettura e il Registro delle Imprese; 4. Al termine della revisione, con determinazione dirigenziale, saranno cancellati dal Ruolo coloro che: -dichiareranno espressamente di non avere più interesse a rimanere iscritti; -non saranno più in possesso dei requisiti morali previsti dall’art.5, comma 2, del Dm 29 dicembre 1979; -non esprimeranno la loro volontà di rimanere iscritti entro il termine di 30 giorni dalla ricezione della raccomandata a/r di cui al punto 1; 5. Il professionista cancellato dal Ruolo godrà di un termine di 30 giorni, decorrenti dall’avvenuta comunicazione della cancellazione, per fornire le proprie giustificazioni e avrà il diritto di essere sentito personalmente; 6. In ogni caso, rimane confermato il diritto per il professionista cancellato da Ruolo di ricorrere, entro il medesimo termine, al Ministro dello Sviluppo Economico, tramite ricorso gerarchico ordinario.  
   
   
CONSORZIO SVILUPPO INDUSTRIALE PZ,DALLA REGIONE BASILICATA UN MILIONE DI EURO  
 
Potenza, 13 marzo 2013 - Su proposta dell’assessore alle Attività Produttive, Marcello Pittella, la Giunta regionale ha concesso al Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza un contributo di un milione di euro per il Piano di Risanamento, per l’anno 2013, della struttura stessa. La concessione del contributo è finalizzata a garantire in via prioritaria i pagamenti destinati al regolare funzionamento degli impianti e all’erogazione dei servizi destinati alle imprese insediate nelle aree di competenza. “Dopo la pubblicazione dello Statuto del Consorzio per lo sviluppo industriale di Potenza, avvenuta lo scorso anno – commenta l’assessore alle Attività Produttive Marcello Pittella - è partita una stretta collaborazione tra Regione e Consorzio al fine di garantire la continuità dei servizi e rapporti più snelli per il mondo imprenditoriale. L’obiettivo del pareggio di bilancio per il Consorzio per lo sviluppo industriale di Potenza è un fatto fondamentale – osserva Pittella – per garantire la piena attuazione degli indirizzi di politica industriale fissati dalla Regione e favorire il rilancio del sistema produttivo locale. A tutela di tutti i lavoratori impegnati nelle attività gestite dal Consorzio – sottolinea l’Assessore - attraverso la legge regionale 18/2010 sono stati individuati gli strumenti per assicurare il risanamento economico-finanziario della struttura e con la legge 16/2012 il Consiglio regionale ha poi messo la Giunta nelle condizioni di concedere al Consorzio Asi di Potenza un contributo annuo per il conseguimento dell’equilibrio economico finanziario. L’ultimo Piano di risanamento presentato dal Consorzio – spiega l’Assessore – contiene l’analisi patrimoniale e contabile della struttura ed evidenzia compiutamente tutte le criticità che hanno determinato, nel corso del tempo, lo squilibrio finanziario. Per tale motivo - conclude Pittella – non abbiamo dubbi sul fatto che la somma trasferita possa essere coerentemente utilizzata per conseguire gli obiettivi di risanamento fissati nel Piano stesso”.  
   
   
MARCHE, L´EXPORT IN RISPOSTA ALLA CRISI ECONOMICA  
 
Ancona, 13 marzo 2013 - “E’ urgente una progressiva riduzione della pressione fiscale su imprese e lavoro, insieme al superamento di inefficienze, improduttività e sprechi della spesa pubblica ”, così il presidente di Unioncamere Marche, Federici, lancia l’allarme sull’economia e sui provvedimenti necessari. Le vendite sui mercati esteri frenano la crisi del sistema manifatturiero marchigiano negli ultimi tre mesi del 2012, ma non riescono ad invertire una perdita costante di produzione, fatturato e ordinativi, che si protrae ormai da ottobre 2011. Ad aumentare la preoccupazione delle imprese, secondo l’indagine “Giuria della Congiuntura”, realizzata da Unioncamere Marche, c’è la convinzione che anche il primo trimestre del 2013 si chiuderà con un ulteriore calo della produzione. Lo afferma il 33 per cento degli imprenditori intervistati da Unioncamere mentre il 50 per cento prevede una situazione di stabilità e solo il 18 per cento pensa di produrre di più. Per quanto riguarda il fatturato, la percentuale di imprenditori che prevede una nuova contrazione sale al 35 per cento mentre il 15 si aspetta di aumentarlo. Infine gli ordinativi: alla fine di marzo saranno diminuiti ancora per il 33 per cento delle aziende e aumentati per il 12 per cento. Una percentuale che per le imprese esportatrici sale al 33 per cento mentre solo il 25 per cento prevede di diminuirli. Per le imprese che esportano, anche l’ultimo trimestre dell’anno corso non è andato male, con un incremento del fatturato sui mercati esteri del 2,3 per cento che arriva all’8,9 per cento per la meccanica e al 5,1 per il tessile abbigliamento. Perde competitività anche sul mercato estero il mobile (-4,4 per cento). Secondo l’indagine Unioncamere Marche, in tutto il 2012, solo il 27 per cento delle imprese ha realizzato investimenti. Un dato che scende al 17 per cento nell’artigianato e al 12 per le imprese con meno di dieci dipendenti. “Questa situazione - afferma il presidente Unioncamere Marche Adriano Federici - richiederebbe un Governo in grado di fare le riforme necessarie sul piano istituzionale, elettorale ed economico, tagliando i costi della politica e destinando risorse al lavoro e alla crescita. E’ urgente una progressiva riduzione della pressione fiscale su imprese e lavoro, insieme al superamento di inefficienze, improduttività e sprechi della spesa pubblica. Infine servono politiche industriali efficaci che non possono prescindere dal territorio e dalle sue comunità”. Il sistema produttivo marchigiano, secondo la “Giuria della Congiuntura”, non se la sta passando bene. Negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, la produzione è calata del 6,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011, quando la crisi aveva già manifestato pienamente i suoi effetti. Inoltre il fatturato è diminuito del 6,5 per cento e gli ordinativi del 6,7. A passarsela peggio, ancora una volta, sono le imprese artigiane e quelle con meno di dieci dipendenti, che perdono in media il 10 per cento di produzione e fatturato e poco meno di ordinativi. Ma, rispetto ai trimestri precedenti, questa volta si ha un calo pesante di produzione (-6,9), fatturato (-8,4) e ordinativi (-8,2), anche nelle aziende tra i dieci ed i cinquanta dipendenti. Tra i settori il prezzo più alto lo paga di nuovo il tessile abbigliamento con un calo produttivo del 9,2 per cento mentre supera il 7 per cento nel mobile e nel settore energetico. Perde il 6,5 per cento il calzaturiero che paga però il prezzo più alto per il fatturato (-9,5). Si riduce del 5,9 per cento la produzione nel settore delle macchine elettriche, del 4,1 per cento nella meccanica e del 4 per cento negli alimentari La crisi coinvolge tutto il territorio marchigiano, senza variazioni significative tra le cinque province. Si va da un calo produttivo del 6,9 per cento a Fermo ad una contrazione del 5,4 per cento ad Ancona, passando per Macerata (-6,6), Ascoli (-6,5) e Pesaro (-6,1). Una situazione che si ripercuote sul grado di utilizzo degli impianti che, tra ottobre e dicembre del 2012, è stato soltanto del 74,1 per cento. In attesa di tornare a crescere, le imprese marchigiane hanno soltanto 5,1 settimane di produzione assicurata, che scendono a 3,6 per gli artigiani. L’auspicio di Unioncamere Marche  
   
   
CORSO SICUREZZA BREVE  
 
Milano, 13 marzo 20123 - Una sola giornata a scelta tra giovedì 14 o giovedì 21 marzo per il corso breve di “Sicurezza nei luoghi di lavoro” che Fast e Opera propongono agli interessati, in applicazione della vigente normativa che rende obbligatorio questo tipo di formazione per tutti i lavoratori, anche quelli che svolgono attività d’ufficio. Scade venerdì 15 marzo p.V. La possibilità di iscriversi al corso Analisi valutazione e gestione dei rischi pagando la quota ridotta. Si tratta di un’iniziativa Aice, con la collaborazione della Fast, nell’ambito del programma 2013 di Ingegneria Economica. Http://www.aice-it.org/formazione/95-corsi/413-corso-di-ingegneria-economica-2013-modulo-3-analisi-valutazione-e-gestione-dei-rischi    
   
   
LECCE, AUMENTATE LE IMPRESE GESTITE DA STRANIERI  
 
Lecce, 13 marzo 2013 - Sono stati diffusi nei giorni scorsi da parte di Unioncamere i numeri sulle imprese gestite da stranieri, secondo i quali nella provincia di Lecce sarebbero 5.912, pari all’8,11% delle imprese salentine, le aziende con alla testa un cittadino straniero. Ma da un’attenta analisi dei dati, conoscendo i fenomeni migratori che hanno interessato la penisola salentina negli anni ’60, si evince che buona parte delle imprese straniere del Salento sono riconducibili a cittadini italiani nati all’estero, figli degli emigranti salentini che hanno cercato fortuna al di fuori dei confini nazionali, in modo particolare in alcuni paesi europei: Svizzera, Germania, Belgio e Francia. Sono, infatti, ben 1.598 imprese i cui titolari sarebbero di nazionalità elvetica, 605 di nazionalità tedesca, 160 belga e 87 francesi: ma chi conosce la storia migratoria della provincia di Lecce, sa perfettamente che tali imprese sono riconducibili senza ombra di dubbio a imprenditori salentini. Premesso ciò, al fine di analizzare il fenomeno degli imprenditori stranieri, stabilitisi nella provincia di Lecce occorre escludere le imprese i cui titolari pur essendo nati all’estero, di fatto sono italiani, tale operazione di scrematura è fattibile sole per le imprese individuali (che costituiscono circa il 90% delle imprese di stranieri) per le quali è possibile attribuire una nazionalità certa dell’attività coincidendo questa con quella del titolare, per le società, invece, le banche dati attualmente disponibili non consentono di individuare la nazionalità dei soci, ma solo se è un cittadino straniero o no, per cui non vi è la possibilità di filtrare quelle posizioni riconducibili di fatto a cittadini leccesi. Tenendo conto di ciò emerge che in Provincia di Lecce sono 2.776 le imprese individuali gestite da stranieri, il 5,6% del totale ditte individuali iscritte nel registro delle imprese. Un anno fa erano 2.452: nell’arco di 12 mesi si è registrato un aumento del 13% corrispondente a 325 aziende in più. Il saldo delle imprese straniere (ditte individuali) nel 2012 è stato positivo di ben 76 unità, scaturito da 112 iscrizioni e 36 cancellazioni, con un tasso di crescita pari a + 2,8%, mentre il tasso di crescita delle ditte individuali in generale è stato dello 0,04%: è evidente la dinamicità imprenditoriale degli stranieri e la voglia di scommettere sul proprio futuro nel Salento, pur in presenza di una grave crisi economica che interessa la nostra provincia come il resto d’Italia. E’ il commercio al dettaglio, il settore economico in cui si concentra l’84% delle imprese straniere pari a 2.332 unità economiche su un totale di 2.776, segue il comparto dell’edilizia con 98 imprese e i servizi di alloggio e ristorazione con 74 aziende, delle quali 69 riconducibili alla sola ristorazione. Il settore manifatturiero annovera 44 aziende, delle quali 16 nel settore moda, mentre l’agricoltura ne conta 41. Dal punto di vista numerico i paesi più rappresentati sono il Senegal con 803 imprese e il Marocco con 742, che sono anche gli imprenditori inseritesi nel tessuto economico salentino da più tempo, ma subito dopo sono i paesi asiatici ad essere maggiormente rappresentati: Cina (240 imprese), India (164) e Pakistan (125) e i paesi al di là dell’Adriatico come l’ Albania (105) e la Serbia e Montenegro (68). Gli incrementi più consistenti registratisi nel 2012 sono riconducibili, sia in termini assoluti che relativi all’India, gli imprenditori indiani, infatti, sono passati infatti da 95 unità (2011) agli attuali 164 con un incremento del +72,6%. Dall’analisi territoriale della dislocazione delle imprese straniere, si evince che il 46%, pari a 1.282 imprese, insiste sul territorio del comune capoluogo e rappresentano oltre il 20% delle ditte individuali del comune di Lecce. Un’elevata incidenza percentuale di imprenditori stranieri si registra anche nei comuni di Spongano (16,2%), Porto Cesareo (14,9%) e San Cesario di Lecce (12,4%). Viceversa i comuni di Caprarica , Giuggianello, Martignano e Seclì non hanno sul loro territorio nessuna impresa straniera.  
   
   
GAS FLUORURATI: SEMINARIO SUL NUOVO REGISTRO TELEMATICO  
 
 Como, 13 marzo 2013 - Il Dpr 43/2013, che di recepimento del Regolamento Ce 842/2006 sui gas fluorurati finalizzato alla riduzione dei tre gruppi di gas fluorurati ad effetto serra contemplati dal Protocollo di Kyoto e utilizzati in alcune tipologie di apparecchiature e applicazioni industriali, ha istituito il Registro Telematico Nazionale delle imprese e delle persone certificate per l’utilizzo dei Gas Fluorurati ad effetto serra. Per poter continuare a svolgere la propria attività sono soggette all’iscrizione le imprese che svolgono attività di installazione, manutenzione o riparazione di apparecchiature fisse di refrigerazione, di condizionamento dell’aria e di pompe di calore, di impianti fissi di protezione antincendio e di estintori contenenti gas fluorurati e le imprese che effettuano recupero di Fgas da commutatori ad alta tensione e di solventi a base di Fgas, nonché le imprese che effettuano recupero di Fgas da impianti di condizionamento d’aria dei veicoli a motore. Al fine di riuscire a districarsi all’interno di questa nuova normativa la Camera di Commercio di Como organizza un incontro informativo destinato ad imprese e professionisti specializzati per illustrare con chiarezza e praticità gli obblighi, le procedure, i tempi e i costi previsti. Il seminario si terrà il prossimo 19 marzo alle ore 9:30 presso la sede camerale. La partecipazione è aperta a tutti, previa registrazione sul sito della Camera di Commercio all’indirizzo web www.Co.camcom.it  . Per ulteriori informazioni è possibile contattare lo Sportello Ambiente al numero 031/256.386 oppure inviare una e-mail a ambiente@co.Camcom.it    
   
   
VCO, ANDAMENTO ECONOMICO DEL IV° TRIMESTRE 2012  
 
 Baveno, 13 marzo 2013 - L´analisi congiunturale relativa al Iv° trimestre 2012 realizzata dalla Camera di Commercio del Vco in collaborazione con Unioncamere Piemonte continua a registrare, rispetto allo stesso periodo 2011, andamenti critici soprattutto per produzione e ordinativi interni (-3%). Stabile il fatturato (+0,4%). Confermata la crescita, rispetto al quarto trimestre 2011, degli ordinativi esteri (+7%) e del relativo fatturato (+5,4%). I risultati sono comunque migliori rispetto alla media regionale (produzione e fatturato si attestano circa al -4% rispetto al trimestre ottobre-dicembre 2011), ma in peggioramento rispetto al trimestre luglio-settembre 2012. A preoccupare sono ancora le incerte aspettative degli operatori economici sull’andamento di produzione e fatturato nel primo trimestre del 2013. Saldi pesantemente negativi per tutti gli indicatori. Rispetto all’ultimo trimestre del 2011 tutti i settori registrano andamenti negativi per la produzione. Le industrie metalmeccaniche segnano risultati in linea alla media provinciale per quanto riguarda la produzione (-2,4%) mentre il fatturato è superiore (+1,2%). In calo gli ordinativi interni per il comparto chimico (-6,5%), tessile e abbigliamento (-16%) e delle altre industrie manifatturiere (-4%). Lieve aumento degli ordinativi interni per il settore metalmeccanico (+1%). Bene il comparto dei metalli, quasi +3% rispetto al trimestre ottobre-dicembre 2011. Tutte le province piemontesi registrano, seppur con tassi diversi, un andamento negativo della produzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La media regionale segna -4% per la produzione e -3,8% per il fatturato. Rispetto al terzo trimestre 2012 a livello locale le imprese segnalano una “diminuzione” di tutti gli indicatori. Per il 52% del campione di imprese la produzione è diminuita (per il 15% delle imprese intervistate si registra un aumento mentre per il 33% nulla è cambiato rispetto al trimestre luglio – settembre 2012). Stesso andamento per ordinativi interni, esteri e fatturato: oltre la metà degli intervistati registra una diminuzione degli indicatori rispetto al Iii° trimestre 2012. Nessun cambiamento di rilevo nel grado di utilizzo della capacità produttiva che, nel Vco, supera nel quarto trimestre 2012 il 60% (era il 55% nel secondo trimestre dell’anno), dato leggermente superiore alla media regionale (59%). Aspettative degli operatori per il primo trimestre del 2013 - Restano negative le aspettative degli operatori economici per il trimestre gennaio – marzo 2013 per tutti gli indicatori economici. La produzione industriale crescerà per il 5% degli intervistati, registrando un saldo tra ottimisti-pessimisti pari a -48%. Stimato in flessione anche il fatturato (-46%), gli ordinativi totali e quelli interni: rispettivamente -60% il saldo ottimisti-pessimisti per gli ordini totali, -46% per gli ordinativi interni, segnale del perdurare delle difficoltà negli ordini a livello nazionale. Negativi anche gli ordinativi esteri -36% anche se oltre la metà degli intervistati segnala una stazionarietà dell’indicatore, indice che la ripresa non è ancora iniziata ma la caduta si è forse arrestata.