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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Luglio 2008
NUOVE SCOPERTE RINNOVANO LE SPERANZE SULLA RIGENERAZIONE DELLE CELLULE NERVOSE  
 
Bruxelles, 16 luglio 2008 - Scienziati finanziati dall´Ue hanno indotto la rigenerazione delle cellule danneggiate attraverso la somministrazione di un farmaco comunemente usato nella cura del cancro. Le scoperte potrebbero un giorno portare allo sviluppo di trattamenti efficaci per i danni al sistema nervoso centrale. Le celule nervose mature sono costituite da un soma centrale maturo e una serie di annessi chiamati dentriti, i quali ricevono i messaggi provenienti dalle altre cellule nervose. La cellula nervosa passa i messaggi alle altre cellule tramite un´altro annesso chiamato assone. Ogni cellula nervosa dispone di vari dendriti ma di soltanto un assone; se l´assone è danneggiato (ad esempio in un incidente), non può ricrescere. Ne risulta che i danni al cervello e al midollo spinale di solito provocano disabilità come ad esempio la paralisi. Contrariamente alle cellule nervose mature, le cellule nervose giovani sono capaci di ripararsi. Se è danneggiato l´assone, uno dei giovani dendriti è convertito in assone, ristabilendo la funzionalità della cellula. In questa ultima ricerca, scienziati del Max Planck Institute of Neurobiology in Germania hanno esaminato in laboratorio cellule nervose adulte danneggiate, per scoprire se i loro dendriti avrebbero potuto essere indotti a trasformarsi in assoni. Dopo soltanto cinque giorni gli scienziati hanno notato che alcuni dei dendriti delle cellule erano diventate assoni completamente funzionanti in grado di trasmettere informazioni alle cellule nervose. I ricercatori hanno scoperto che lo "scheletro" di microtubuli delle cellule giocavano un ruolo chiave nel determinare la trasformazione di un dendrite in assone o meno. Gli scienziati sono riusciti a stabilizzare i microtubuli somministrando una medicina chiamata Paclitaxel, che viene usata nella terapia del cancro per rinforzare la struttura cellulare e prevenire la divisione cellulare non controllata. Nelle cellule nervose danneggiate, il Paclitaxel ha provocato la trasformazione di diversi assoni in un´unica cellula. "Sembra possibile che se viene causato un danno alle cellule nervose adulte, i dendriti-assoni riescono a costruire un legame funzionale con le altre cellule," ha commentato Susana Gomis-rüth del Max Planck Institute of Neurobiology. Il passo successivo per gli scienziati è stato quello di indagare se i dendriti possono essere convertiti in assoni negli organismi viventi e se questo può essere facilitato dalla somministrazione di Paclitaxel. Se avrà successo, questa ricerca potrebbe eventualmente condurre allo sviluppo di nuovi trattamenti per i danni al sistema nervoso centrale. L´ue ha sostenuto la ricerca attraverso una Borsa Marie Curie intraeuropea. Per ulteriori informazioni, visitare: Max Planck Society: http://www. Mpg. De/ Current Biology: http://www. Current-biology. Com/ .  
   
   
PROGETTO UE SI DIMOSTRA ALL´ALTEZZA DELLA SITUAZIONE NELLA TERAPIA CELLULARE  
 
Bruxelles, 16 luglio 2008 - I ricercatori definiscono la terapia cellulare come il trapianto di cellule vive per sostituire o riparare tessuti o cellule danneggiate. A seguire da vicino la ricerca sulla terapia a base di cellule staminali c´è un gruppo di eminenti esperti di imaging cellulare che prendono parte a Encite ("European network for cell imaging and tracking expertise" - "Rete europea di competenza per imaging cellulare e monitoraggio"), un progetto quadriennale sostenuto dall´Ue con 11 Mio Eur di finanziamenti. Coordinato dall´Istituto europeo di ricerca sull´imaging biomedico (Eibir), con sede a Vienna, Encite intende sviluppare tecnologie e metodi di imaging nel campo della terapia cellulare. Gli esperti hanno stabilito tre diversi principi alla base del trattamento dei disturbi medici: (1) cellule trapiantate usate come una "medicina attiva", (2) cellule trapiantate usate per sostituire tessuti danneggiati e degenerati e (3) cellule usate come veicolo per un farmaco. La medicina ha usato la terapia cellulare nel corso degli anni per trattare una miriade di disturbi, tra cui il cancro, le lesioni del midollo spinale, i disturbi autoimmuni e il morbo di Alzheimer. Al contrario di quanto si possa pensare, la terapia cellulare non è un concetto nuovo; la sua storia si può fare risalire fino al medico e alchimista tedesco-svizzero, Phillippus Paracelsus, che nel 1536 teorizzò che le malattie possono essere curate con tessuto vivo. Ritornando al 2008, è chiaro che al mondo della medicina manca una modalità di imaging singola che sia efficace nella terapia con cellule staminali. Ma gli esperti dicono che diversi tipi di imaging hanno la capacità di ricoprire un ruolo determinante in questa linea di ricerca, in particolare l´imaging a risonanza magnetica (Mri) e l´imaging ottico. Il team di Encite sta conducendo delle ricerche su entrambi questi tipi di imaging. I partner svilupperanno e testeranno metodi di imaging Mri e biomarcatori innovativi in modo da capire meglio cosa succede ad una cellula e come risponde il sistema immunitario. Il potenziale impatto di Encite è che i ricercatori prepareranno il terreno per la ricerca sulla terapia cellulare, e allo stesso tempo rafforzeranno il ruolo dell´Europa in questo campo di ricerca. I risultati potranno essere applicati nella cura del cancro, del diabete e delle malattie cardiovascolari. Il progetto Encite ha preso il via il mese scorso e riunisce 21 partner provenienti da 10 paesi. I membri del team hanno detto che man mano che Encite avanza, la collaborazione di altri partner altamente qualificati sarà sicuramente positiva per il progetto. Il loro contributo rafforzerà la ricerca o le attività di divulgazione e formazione per i nuovi metodi sviluppati. Encite lancerà un Bando competitivo nell´autunno 2008 per assicurarsi nuovi partner. Encite intraprenderà le seguenti attività per far fronte alle richieste e occuparsi delle diverse terapie cellulari esistenti: (1) fornire nuovi metodi di imaging per migliorare il monitoraggio spazio-temporale di cellule etichettate, (2) stabilire procedure di imaging in bi- e multimodalità per la convalida incrociata di ogni approccio individuale, (3) individuare nuovi agenti di contrasto e nuove procedure per potenziare la sensibilità e la specificità dell´etichettatura delle cellule, e (4) combinare la biologia molecolare per produrre molecole e cellule reporter di imaging con tecniche di imaging multimodali. Encite ha affermato che l´applicazione degli strumenti di imaging in questione contribuiranno a far conoscere la terapia cellulare, il monitoraggio reattivo nei pazienti e la sicurezza della terapia. Per ulteriori informazioni, visitare: European Institute for Biomedical Imaging Research (Eibir): http://www. Eibir. Org .  
   
   
SECONDO I RICERCATORI, L´ORIGANO È MOLTO DI PIÙ DI UNA SEMPLICE ERBA AROMATICA POTREBBE AVERE LE POTENZIALITÀ PER CURARE: INFIAMMAZIONI, ARTERIOSCLEROSI E OSTEOPOROSI.  
 
 Bruxelles, 16 luglio 2008 - L´origano si è fatto strada nei cuori, e negli stomaci, di coloro che amano le erbe aromatiche piccanti e perenni. Ma adesso si presenta sotto una nuova luce: la sua capacità di curare le infiammazioni. Alcuni ricercatori provenienti da Germania e Svizzera hanno scoperto che l´origano contiene una sostanza che può portare sollievo alle infiammazioni, oltre che ad altri disturbi. I risultati di questo studio sono stati pubblicati nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). I ricercatori, dell´Università di Bonn in Germania e dell´Eth Zürich in Svizzera, hanno somministrato beta-cariofillene (E-bcp), l´ingrediente attivo dell´origano, a dei topi. "Abbiamo usato il beta-cariofillene per trattare dei topi con le zampe gonfie a causa di un´infiammazione," ha spiegato il dott. Jürg Gertsch di Eth Zürich. "Nel 70% dei casi, il gonfiore è in seguito sparito. " Un altro dato interessante è rappresentato dal fatto che l´E-bcp potrebbe avere le potenzialità per curare altri disturbi, come l´arteriosclerosi e l´osteoporosi. Il professor Andreas Zimmer dell´Università di Bonn, membro del Life & Brain-zentrum, ha detto: "I nostri risultati hanno dimostrato che il beta-cariofillene blocca l´infiammazione," ed ha aggiunto: "Gli esperimenti sui topi hanno mostrato che questa sostanza è efficace anche contro l´osteoporosi. " L´e-bcp si trova in una miriade di erbe aromatiche e spezie, tra cui il pepe nero, il rosmarino e il basilico. Gli esperti stimano che le persone possono consumare fino a 200 milligrammi di ingrediente attivo al giorno. I ricercatori hanno spiegato che il beta-cariofillene si aggancia a specifiche strutture di ricettori nella membrana delle cellule, chiamati dagli esperti "ricettori cannabinoidi Cb2", e genera un cambiamento nel comportamento della cellula. Hanno detto che, per esempio, la produzione da parte della cellula di sostanze che potrebbero causare l´infiammazione è soppressa. I ricettori costituiscono i punti di aggancio di una serie di sostanze; sono i mezzi attraverso i quali una serie di meccanismi vengono innescati con un effetto "chiave-serratura". Da sole, le chiavi e le serrature sono inutili, ma insieme, aprono le porte. In sostanza, i ricettori sono le serrature biologiche. Un´altra proprietà essenziale dell´E-bcp è che non provoca intossicazione, a differenza di altre sostanze che agiscono sui ricettori Cb2, hanno spiegato i ricercatori. Secondo loro, il Cb2 ha un "fratello", il cosiddetto Cb1, oggetto di ampie ricerche da parte degli scienziati che si occupano di farmaci. Quest´ultimo si trova nei neuroni del cervello e alcuni ingredienti di piante hanno la capacità di attaccarsi facilmente nel cervello, aumentando così l´effetto intossicante nelle persone. Il Cb1 e il Cb2, sebbene differenti, possiedono qualità simili, e le sostanze che stimolano il Cb2 creano un effetto intossicante. Ed è qui che sta la differenza: mentre il beta-cariofillene si lega in particolare al Cb2, non si lega al Cb1. Il risultato finale è che una persona non può avere effetti da cibi particolari, ha detto il team di ricerca. Il sistema endocannabinoide, che regola la probabilità di rilascio dei neurotrasmettitori in una serie di tessuti neurali, è costituito da entrambi i recettori. I ricercatori stanno attualmente determinando la loro importanza in diversi disturbi. Un sistema che non funziona può generare vari problemi di salute, come dolore cronico e malattie cardiache, anche la memoria può essere colpita. "Gli endocannabinoidi sono formati dal corpo stesso e mantengono il suo equilibrio," ha osservato il professor Zimmer. Quando scoppia un´infiammazione, gli endocannabinoidi assicurano che il sistema immunitario non abbia una reazione "eccessiva" compromettendo la sua reazione difensiva. "Il sistema edocannabinoide entra in gioco quando l´equilibrio dei processi metabolici è stato distrutto," ha aggiunto il professor Zimmer. Le scoperte degli scienziati hanno dimostrato che l´E-bcp ha il potenziale per costituire la base di nuovi farmaci. Il fatto che questo ingrediente attivo si trovi comunemente in natura costituisce un notevole vantaggio per i ricercatori di farmacologia. Per ulteriori informazioni, visitare: Università di Bonn: http://www. Uni-bonn. De/ Eth Zürich: https://www. Ethz. Ch/ .  
   
   
MILANO PRIMA IN ITALIA NELLA LOTTA AL DOLORE  
 
Milano, 16 luglio 2008 - “Spiace constatare che l’Italia figuri all’ultimo posto nella graduatoria dei paesi impegnati nella terapia del dolore, mentre nel resto del mondo procedure e protocolli per combattere le sofferenze dei malati trovano ogni giorno nuove applicazioni”. Lo dichiara l’assessore alla Salute del Comune di Milano Giampaolo Landi di Chiavenna. “Spiace anche perché proprio Milano – spiega l’assessore Landi - è stata protagonista in passato di un forte impegno su questo fronte. Ricordo che Milano è stata la prima sede universitaria europea ad aver attivato un insegnamento di fisiopatologia e terapia del dolore e che con il professor . Giuseppe De Benedittis ha istituito il primo centro italiano di terapia del dolore con cure ambulatoriali presso la clinica neurochirurgica del Policlinico. Sempre a Milano, all’Istituto dei Tumori, il prof. Vittorio Ventafridda ha dato avvio al movimento delle cure palliative che si è tradotto nell’assistenza domiciliare ai malati di cancro e alla realizzazione di centri per le cure di fine vita”. “Se ciò non bastasse, voglio anche ricordare che, non più tardi di due mesi fa – specifica Landi -, insieme all’assessore Rossi Bernardi abbiamo deliberato lo stanziamento di un importante contributo per finanziare la ricerca nel campo della terapia del dolore presso la Fondazione Emilio Bernardelli”. “Se è vero che la salute è il bene primario da salvaguardare – aggiunge l’assessore - e che questo compito spetta a tutti noi, istituzioni in testa, a maggior ragione è vero che il dolore, vera e propria antitesi della salute, ancor prima della malattia va combattuto in tutti i modi possibili”. “La lotta al dolore, dunque – conclude Landi -, è uno degli obiettivi che il Assessorato si è posto e che sta già dando i primi risultati a livello statistico nelle nostre strutture. Alleviare, o meglio, eliminare il dolore è innanzitutto una questione di umanità prima ancora che sanitaria”. .  
   
   
INCONTRO REGIONE E COMUNE DI ANCONA SUL NUOVO OSPEDALE SALESI.  
 
Ancona, 16 luglio 2008 - Si e` tenuta, ieri mattina, presso il servizio Salute della Regione Marche, una riunione per dare l´avvio operativo alla realizzazione del nuovo ospedale pediatrico Salesi. Nel corso dell´incontro, al quale erano presenti il sindaco di Ancona Fabio Sturani, i dirigenti e i tecnici di Comune e Regione, dell´Azienda sanitaria e degli Ospedali Riuniti, si e` registrato l´accordo sulla collocazione del nuovo ospedale pediatrico e si sono tracciate alcune linee guida che porteranno, nel giro di pochi mesi, all´affidamento della gara per la sua realizzazione. Con questa riunione, inoltre, ha avuto inizio il confronto, da approfondire in un apposito tavolo, circa la vocazione e gli indirizzi medico scientifici della futura struttura sanitaria. Il progetto condiviso questa mattina integra l´ospedale Salesi all´interno della cittadella sanitaria di Torrette, nel rispetto dei criteri di accessibilita`, sicurezza e integrazione con la citta`. L´area individuata e` quella del pronto soccorso-sale operatorie, anatomia patologica, malattie infettive. L´ipotesi e` di collocare, in una sede diversa, alcuni degli attuali reparti, mantenendo fermo il pronto soccorso, e di demolire la palazzina dell´anatomia patologica, ricavando, in questo modo, uno spazio adeguato dal punto di vista geomorfologico, in una zona nevralgica, collegata con tutti i grandi servizi dell´ospedale (sale operatorie, pronto soccorso, radiologia´) e vicina ai due grandi accessi. Per la parte anteriore della nuova struttura si pensa a una piazza e, per la parte posteriore, alla valorizzazione dell´area verde a servizio del nuovo ospedale pediatrico. In quest´ottica potrebbe rendersi necessario uno studio per una nuova collocazione dell´eliporto, compatibilmente con le esigenze di pronto soccorso. Le questioni urbanistiche. ´Contestualmente a questo progetto ´ ha ricordato Sturani ´ va inserita la previsione di creazione di nuovi parcheggi. Il problema della viabilita` e della sosta, anche riferita al quartiere di Torrette, e l´adeguatezza agli standard in questo senso, sono, come da accordo di programma, preliminari rispetto al nuovo Salesi´. In quest´ottica il sindaco di Ancona ha anche sottolineato la necessita` di salvaguardare la funzionalita` di tutta l´area, non chiudendo tutti gli spazi e le prospettive: quindi, prendendo in esame anche ipotesi di parcheggio a nord, immediatamente a ridosso della cittadella ospedaliera, a essa collegate tramite tunnel sotterranei. Sul progetto presentato questa mattina e` gia` stata elaborata una prima analisi dei costi, con l´ipotesi di recuperare una parte consistente dei finanziamenti dalla vendita del vecchio Salesi, e la possibilita` di considerare, con la ditta aggiudicataria dei futuri lavori, la permuta dell´attuale struttura. Nel corso della riunione si e` anche affrontato il tema della collocazione della zona servizi, per il quale e` stato stabilito il principio della separazione tra percorsi pubblici e di servizio, anche in relazione alla elaborazione del piano parcheggi. Si e` registrato, a questo proposito, anche l´accordo circa la collocazione dell´asilo nido aziendale, che il Comune di Ancona propone di realizzare all´esterno dell´ospedale, a servizio dell´azienda, ma anche dell´intero quartiere, con quote riservate ai due tipi di utenza. L´ipotesi di cui si e` discusso questa mattina riguarda l´uso, per questo scopo, dell´area ex centrale del latte. I tavoli di lavoro. Il programma dei lavori prevede ora una prosecuzione attraverso due tavoli separati: il primo urbanistico, con il compito di studiare il progetto nel dettaglio, la possibile destinazione della vecchia struttura e le eventuali varianti urbanistiche e le procedure tecnico-amministrative necessarie; il secondo, di carattere medico scientifico, con il fine di stabilire il tipo di ospedale costruire. Per il primo tavolo esiste gia` una prima scadenza in calendario: il gruppo di lavoro dovrebbe essere in grado di fare una verifica entro la prima meta` di agosto. Il tavolo medico scientifico dovra` affrontare il tema delle scelte scientifiche che saranno alla base della nuova identita` del Salesi e che dovranno in seguito essere trasformate in orientamenti organizzativi. Occorrera`, dunque, procedere su tavoli sperati, per giungere, entro il mese di settembre, a un piano congiunto di prefattibilita`, che contenga anche una prima valutazione dei costi e che permetta di passare alla fase della gara per la scelta del progettista. Il nuovo ospedale. Il progetto del nuovo Salesi ´ presentato da Carmine Ruta, dirigente del servizio Salute della Regione ´ ´diverra` un centro di riferimento regionale per la medicina delle donne, per la medicina della coppia (sterilita`, infertilita`, problematiche relazionali) e per quella del bambino (prevenzione delle patologie e diagnosi precoce delle disabilita` dell´infanzia), che sapra` integrare il sapere tradizionale con le nuove conoscenze della medicina molecolare, al fine di trasformare la diagnosi precoce in predizione e assicurare il monitoraggio del rischio clinico attraverso strumenti come le biotecnologie e nanotecnologie. Sara` un ospedale prevalentemente per acuti, con l´obiettivo di limitare le degenze improprie, attraverso la riduzione dei ricoveri ordinari e l´implementazione dell´assistenza in day hospital e day service. Una struttura che registrera` una razionalizzazione dei posti letto tradizionali e un aumento degli spazi per i servizi innovativi´. Al contenimento delle necessita` di degenze e quindi dei posti letto, ha chiarito Ruta, ´si dovra` contribuire con un´organizzazione assistenziale a rete, con un´offerta assistenziale calata sul territorio e, quindi piu` vicina all´utente´. L´organizzazione della degenza, secondo Ruta, ´avverra` per aree funzionali omogenee, e non per specialita`, attraverso l´apertura dei reparti alle famiglie e la disponibilita` di stanze e posti letto per diminuire i disagi delle mamme o degli accompagnatori. Le camere di degenza dovranno garantire il massimo comfort e attraverso l´impiego di moderne tecnologie (basate su internet) trasformarsi in spazio virtuale con interazione continua con gli ambienti esterni (famiglia, scuola). Particolare attenzione verra` posta alla riorganizzazione di alcuni reparti, come la terapia intensiva, la neonatologia, l´oncoematologia, la neuropsichiatria´. Sturani e Mezzolani. ´Registro con soddisfazione il positivo esito dell´incontro di questa mattina´, ha affermato in conclusione il sindaco di Ancona, che ha preannunciato una serie di incontri con i capigruppo e con il Consiglio comunale del capoluogo per fare il punto sullo stato di attuazione dei protocolli relativi alla sanita`. ´Il Salesi ´ ha commentato l´assessore regionale alla Sanita`, Almerino Mezzolani -disporra` di una nuova struttura ospedaliera capace di incrementare la qualita` dei servizi offerti, attraverso spazi adeguati e prestazioni d´avanguardia. La sua riorganizzazione elevera` ulteriormente il buon livello raggiunto dalla sanita` marchigiana, contribuendo a garantire risposte calibrate alle esigenze sociosanitarie della comunita` regionale´. .  
   
   
BOLZANO: NON AUTOSUFFICIENZA: PRIMO BILANCIO  
 
Bolzano, 16 luglio 2008 - Dall´entrata in vigore nel novembre scorso della legge sull´assistenza alle persone non autosufficienti, è stato valutato il grado di non autosufficienza di 5600 dei complessivi 11mila utenti. Il prossimo 25 luglio è previsto il versamento del primo assegno di cura. Un bilancio dell´attuazione del programma voluto dalla Provincia è stato presentato oggi (15 luglio) a Bolzano dall´assessore alla Sanità e alle politiche sociali Richard Theiner. "Con questa legge - ha ricordato l´assessore Theiner - la Provincia vuole garantire alla persona in stato di non autosufficienza e ai suoi familiari la maggiore sicurezza ed autonomia possibile e sostenere l’assistenza e la cura nell’ambiente familiare. " La legge prevede un assegno mensile di cura, il cui importo varia a seconda del tempo impiegato per la cura e l’assistenza quotidiane. A soli 9 mesi dall’introduzione della legge sugli interventi per la non autosufficienza, sono state già valutate dai 23 team specializzati le situazioni di 5. 600 persone (grado di non autosufficienza e ammontare dell’assegno di cura). Entro fine anno saranno valutate in totale 11. 700 persone in condizione di non autosufficienza. Quelli seguiti a casa sono circa 8mila. Attualmente il 34,7% degli utenti è classificato con grado di autosufficienza Ii (pari a 900 € al mese per l´assistenza domiciliare), il 26,2% con grado Iii (1350 € mensili), 22,9% con grado I (510 €) e 9,4% i più gravi con grado Iv (assegno di 1. 800 € al mese). Il 6,7% delle persone valute è stato giudicato non inseribile in uno dei 4 gradi di non autosufficienza. "Siamo consapevoli che il cambiamento rappresenta un disagio per molte persone - ha osservato Theiner - alcuni non sono affatto d’accordo con la prima valutazione, perché si aspettano una valutazione maggiore del grado di non autosufficienza. " Il sistema prevede la possibilitá di ricorso, di cui finora si sono avvalse 122 persone. Theiner ha ricordato che la Provincia fa riferimento a standard internazionali di quantificazione del grado di non autosufficienza, che prevedono la valutazione della necessità di aiuto esterno nei bisogni della vita quotidiana: "Si quantifica cioè il fabbisogno necessario e non solo quello effettivo o relazionale. In situazioni molto diverse e in più di 10. 000 casi è necessario arrivare alla definizione di una misura obiettiva. La valutazione è un compito molto difficile e pieno di responsabilità, ai 23 team di valutazione sul territorio va il mio ringraziamento. " Il prossimo 25 luglio l’assegno di cura sará liquidato ai primi beneficiari, più di 4. 400 persone. L´indennità di accompagnamento e l’assegno di ospedalizzazione a domicilio dell’Azienda sanitaria vengono ora sostituiti dall’assegno di cura. L’assegno di accompagnamento finora veniva liquidato ad inizio mese, l’assegno di ospedalizzazione a domicilio successivamente: ai beneficiari del nuovo assegno di cura si chiede comprensione in questo periodo di transizione. L´assessore Theiner ha riferito dell´interesse del Ministero italiano e di istituzioni estere per l´iniziativa della Provincia: "Per il 2009 la Giunta ha destinato 185 milioni € al finanziamento dell´assistenza ai non autosufficienti", ha concluso.  
   
   
NON AUTOSUFFICIENZA: GIUNTA VENETA VARIA BILANCIO 2008 ISTITUENDO IN UN CAPITOLO UNICO FONDO REGIONALE NON AUTOSUFFICIENZA CON 580 MILIONI EURO  
 
 Venezia, 16 luglio 2008 - “La Giunta regionale ha attuato l’articolo 3 della legge finanziaria regionale 2008, e ha proceduto nella sua seduta odierna a fare una variazione al bilancio regionale creando, nel settore dei servizi sociali, un capitolo unico denominato ‘Fondo regionale per la non autosufficienza’ che è dotato di 580 milioni di euro complessivi”. E’ un fatto di grande rilevanza, un’iniziativa che ha ricadute importantissime e positivo per governare al meglio il crescente settore della non autosufficienza del Veneto, e costituisce una novità pressoché assoluta per il nostro Paese”. Lo afferma Stefano Valdegamberi, assessore regionale alle politiche sociali, nel dare notizia, ieri, di una deliberazione approvata dalla Giunta regionale e di cui è stata relatrice l’Assessora alle politiche del bilancio Maria Luisa Coppola. “Nel Fondo regionale unico per la non autosufficienza, che decorre dal 1° luglio 2008 – spiega Valdegamberi - confluiscono le risorse relative al fondo nazionale delle non autosufficienza, alla residenzialità delle persone anziane e di quelle disabili, ai centri diurni per anziani e disabili, alla domiciliarità per anziani e disabili, al telesoccorso. In particolare il Fondo viene suddiviso nel bilancio regionale in due grandi comparti: la residenzialità e la domiciliarità. Per quanto riguarda la residenzialità vengono accorpate in questo settore le voci relative all’assistenza riabilitativa residenziale per anziani non autosufficienti presso strutture (429 milioni di euro stanziati dalla Giunta nel 2008), l’assistenza riabilitativa semiresidenziale per anziani presso centri diurni (6 milioni di euro) l’assistenza riabilitativa residenziale per disabili (46 milioni di euro) per un totale di 481 milioni di euro e cioè con il 3,85% in più (18,5 milioni di euro) rispetto al 2007. Invece per la domicialiarità sono state accorpate le seguenti voci: trasferimenti alle amministrazioni pubbliche a favore degli utenti disabili dei Ceod (6,1 milioni di euro stanziati nel 2008), fondo per la domiciliarità-interventi a favore delle persone disabili e loro famiglie (26,9 milioni di euro), fondo per la domiciliarità-interventi a favore degli anziani non autosufficienti (58,3 milioni di euro) per un totale di 98. 310. 000 con l’11,81% in più (11. 610. 000 euro) rispetto allo stanziamento 2007. In attesa della legge regionale che disciplinerà il fondo – chiarisce Valdegamberi - sarà un provvedimento della Giunta veneta a ripartire il fondo, sentite la commissione consiliare e la conferenza permanente per la programmazione sociosanitaria, e sarà erogato alle Ullss secondo le finalità e le modalità deliberate di concerto con le rispettive conferenze dei sindaci in coerenza con quanto stabilito dai piani di zona”. .  
   
   
INAUGURATA LA CASA DELLA SALUTE DI STORO LA STRUTTURA REALIZZATA IN DUE ANNI  
 
Trento, 16 luglio 2008 - Con il taglio del nastro e la banda del paese a dare calore sotto l’ennesimo temporale è stato inaugurato il 13 luglio pomeriggio il nuovo Centro per i servizi sanitari della Valle del Chiese. Accorpa medicina di base e specialistica, grazie alla collaborazione con l’ospedale di Tione, punto prelievi e ambulatorio infermieristico. Serve i comuni di Bondone, Brione, Castel Condino, Cimego, Condino, Pieve di Bono, Prezzo e Storo e in generale tutta la valle del Chiese e una popolazione di circa 9000 persone. Che fosse un servizio lungamente atteso dalla popolazione lo dimostra la piccola folla che ha assistito alla cerimonia. In effetti prima della realizzazione della Casa della Salute, la prima in Trentino così organizzata e d’esempio per le altre sei in fase di progettazione, i servizi sanitari nella piana di Storo e nei comuni vicini della Valle del Chiese erano assicurati da diversi ambulatori e per la medicina specialistica l’unica possibilità era recarsi a Tione. Adesso non sarà più così perché saranno le prestazioni mediche ad avvicinarsi alla popolazione anche in base alle esigenze che emergeranno. “Attendevamo da anni questa struttura – ha detto il vice sindaco di Storo Vigilio Giovannelli – perché da molto tempo si parlava della necessità di un centro sanitario vicino alla nostra gente. E’ passato davvero poco tempo per trasformare le parole in programmi. L’amministrazione comunale si augura che le fughe verso gli specialisti delle province vicine vengano frenate dalla presenza di questa struttura”. “Oggi – ha detto l’assessore provinciale alle Politiche per la Salute Remo Andreolli – è una festa di popolo perché questa struttura è della popolazione e per la popolazione essendo nata su bisogni reali e concreti espressi dalla gente della Valle del Chiese. E’ la testimonianza che le cose si possono fare, che non deve vincere il senso di marginalità e di rassegnazione. Quando si hanno richieste serie e fondate si trovano anche le volontà e la passione per realizzare le cose in poco tempo. Oggi inauguriamo non solamente una nuova struttura ma anche una nuova filosofia, un nuovo modo di pensare i servizi sanitari portandoli sul territorio e integrando medicina di base e specialistica, servizio sanitario e sociale. Per me è fondamentale poi che questi servizi li assicuri la sanità pubblica che opera secondo il principio dell’adeguatezza delle cure e non del profitto”. “In pochi anni – ha detto la vice presidente della provincia Margherita Cogo – è completamente cambiata la politica sanitaria provinciale. Una volta dovevamo difendere i servizi sanitari presenti in periferia, penso in particolare al punto nascite di Tione, oggi invece è la sanità che raggiunge le comunità periferiche”. La nuova struttura ospita uffici e ambulatori in due corpi differenti collegati da un atrio centrale. Ad Est si trova il corpo amministrativo, con tre uffici, i servizi ed una sala riunioni che può funzionare anche in maniera autonoma, aprendosi al territorio in occasione di corsi. Ad ovest l’atrio conduce al corpo degli ambulatori. Al piano seminterrato si trovano autorimessa, locali tecnologici, spogliatoi del personale e spazi per attività riabilitative e di fisioterapia. Il piano terra ospita locali per i prelievi, per i medici di base, per l’igiene pubblica, per il pediatra e l’infermeria. Al primo piano si trovano l’ambulatorio di cardiologia e medicina dello sport, gli ambulatori di neuropsichiatria pediatrica e psicologia/psichiatria, l’otorino, l’ambulatorio di oculistica, il reparto di ostetrico-ginecologia con lo studio ecografico. .  
   
   
EMERGENZA OVERDOSE, GIUNTA REGIONALE UMBRA APPROVA PROGETTO  
 
Perugia, 16 luglio 2008 – La Regione Umbria sempre più impegnata per interrompere la catena di morti per overdose. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle politiche sociali, Damiano Stufara, ha approvato il progetto esecutivo del programma “Emergenza overdose: intervento integrato per la riduzione della mortalità per overdose nella Regione Umbria”, delineato nella passata legislatura dal ministero della Solidarietà sociale. Il programma di interventi di cui l’Umbria è capofila ha previsto, di seguito, un accordo di collaborazione tra il coordinamento dell’ex Dipartimento nazionale politiche antidroga del ministero e la Regione Umbria per un anno di attività ed un finanziamento di 100mila euro. “Il progetto delineato dal ministero – spiega l’assessore Stufara - si basa sul potenziamento del livello dell’acquisizione e diffusione delle conoscenze del fenomeno, del coordinamento interistituzionale e del grado base dell’operatività, ed è finalizzato a sperimentare, valutare e socializzare un modello di intervento efficace. Partendo dalle indicazioni ministeriali, è stato definito il progetto esecutivo che si avvarrà del contributo dei servizi sociosanitari e delle realtà operative regionali impegnate a vario titolo nel campo della lotta alle dipendenze”. Il progetto prevede il miglioramento delle conoscenze sul fenomeno delle dipendenze da sostanze, il potenziamento delle iniziative di informazione e prevenzione dei soggetti a rischio, anche sperimentando modalità di approccio innovative, compresa l’attivazione di un sistema di allerta rapido e la realizzazione di un sistema di monitoraggio per l’evoluzione del fenomeno. “In Umbria i dati relativi alla mortalità per overdose assumono, in rapporto alla situazione nazionale, una dimensione allarmante – rileva l’assessore Stufara - A questa situazione fa da sfondo, inoltre, un mercato illegale di sostanze in continua crescita. Infatti l’Umbria, e la città di Perugia in particolare, è oggetto di un narcotraffico marcatamente aggressivo, che risulta negli ultimi anni connesso ad infiltrazioni consistenti di segmenti della criminalità organizzata afferenti a cosche di provenienza extra regionale, i cui affari sono indirizzati sia ad attività criminose sia al riciclaggio dei proventi economici illegali attraverso attività legali. Lo smercio di eroina e cocaina attira acquirenti, e quindi potenziali vittime di overdose, anche dalle province limitrofe di altre regioni”. “La riduzione dei decessi correlati all’uso di stupefacenti è un obiettivo fondamentale della politica in materia di sanità pubblica dell’Unione Europea ed è presente negli obiettivi delle strategie nazionali della maggioranza degli Stati europei. Tale obiettivo può essere perseguito solo attraverso una serie di interventi in grado di rispondere ai diversi aspetti dei comportamenti a rischio, nel contesto di una strategia globale che comprenda misure volte ad affrontare i più ampi problemi sanitari e sociali che interessano questo gruppo di popolazione”. “Già nel 2006 – prosegue l’assessore - la Giunta regionale ha avviato un piano di intervento mirato, comprensivo di una serie di azioni integrate finalizzate alla riduzione dei decessi correlati all’uso di stupefacenti, in linea con gli obiettivi fondamentali e le strategie indicate in materia dall’Unione europea. Nonostante l’impegno e le iniziative poste in essere, in virtù delle quali sono stati realizzati interventi molteplici di informazione e sensibilizzazione, è stata potenziata l’azione delle Unità di strada e si è intensificata la collaborazione con le forze dell’ordine, il fenomeno rimane tuttavia persistente, seppure si colgano i primi segnali di un effetto positivo delle misure intraprese”. Osservando i dati relativi alla mortalità per overdose da eroina, cioè la sostanza responsabile pressoché della totalità dei decessi in Umbria fino al 2005 e nei cui confronti si è indirizzata la campagna preventiva si osserva la seguente evoluzione: 21 decessi nel 2002, 23 decessi nel 2003, 25 decessi nel 2004, 25 decessi nel 2005, 27 decessi nel 2006, 26 decessi nel 2007. “E’ evidente, quindi, come nel momento attuale sia in corso una iniziale stabilizzazione del dato, che incoraggia a proseguire con maggior forza sulla strada intrapresa, mentre si rende necessario intervenire in maniera incisiva anche sul fenomeno emergente della mortalità dovuta all’uso di cocaina - 3 decessi nel 2006 e 8 decessi nel 2007”. .  
   
   
CONFERENZA INTERNAZIONALE SCIENZA DELL´EQUITAZIONE  
 
Dublino, Irlanda, 16 luglio 2008 - La quarta Conferenza internazionale sulla scienza dell´equitazione (Ises 2008) si svolgerà dal 2 al 4 agosto a Dublino (Irlanda). Il tema generale della conferenza è "La diade cavallo-uomo: come possiamo migliorare simultaneamente la nostra comprensione dell´addestramento, delle prestazioni e del benessere dei cavalli?". Conferenze sui temi principali, presentazioni orali e studi pratici affronteranno tutti gli aspetti delle attività della scienza dell´equitazione, comprese riproduzione/produzione, equitazione, prestazioni, comportamento, addestramento e scienza del benessere. Inoltre, ci sarà una sessione pratica interattiva con cavalli, cavalieri e istruttori a vari livelli di addestramento ed esperienza nelle competizioni. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Equitationscience. Com/dublininformation. Html .  
   
   
A PAVIA LA MOSTRA LA BELLE ÉPOQUE. DAL 6 SETTEMBRE AL 14 DICEMBRE 2008  
 
 Pavia, 16 luglio 2008 - Music-hall, can can, dame agghindate all’ultima moda, uomini in frac, viali animati, serate a teatro, e poi le prime automobili, i grandi alberghi e le ferventi esposizioni universali sono le smaglianti icone nelle quali la borghesia di fine Ottocento e di primo Novecento si riconosce e a cui affida il proprio status symbol. È questa l’immagine della Belle Époque che si rinnova nelle opere di artisti quali De Nittis, Boldini, Zandomeneghi, Ghiglia, Corcos che hanno vissuto quegli anni e, attraverso le loro tele, ne hanno tramandato il ricordo alle generazioni future. Dal 6 settembre al 14 dicembre, Pavia celebrerà questo periodo con una mostra che presenterà, nelle Scuderie del Castello Visconteo, 60 opere, in grado di ripercorrere in modo esaustivo la produzione artistica italiana tra il 1880 e il 1915. L’esposizione, curata da Dario Matteoni e Francesca Cagianelli, con il coordinamento di Alessia Vedova, prodotta da Alef e promossa dal Comune di Pavia è la seconda tappa di un percorso che ha dapprima toccato Rovigo. L’iniziativa pavese, inserita tra gli eventi del Festival dei Saperi, presenta una selezione di opere della prima tappa e si arricchisce, rispetto all’appuntamento veneto, di un gruppo di capolavori provenienti dalla prestigiosa Collezione Morone e dalla Quadreria dell’800 - custodite presso i Musei civici pavesi - con lavori di Giovanni Boldini, Federico Zandomeneghi, Giuseppe De Nittis e di molti altri esponenti di questo rinnovamento culturale e artistico ed è inoltre corredata da affiches di quello che è riconosciuto come il periodo aureo della grafica pubblicitaria. La Belle Époque, periodo di stabilità e benessere, età dell’oro che continua a vivere del proprio mito anche se bruscamente spezzata dalla Grande guerra, è uno dei momenti della nostra storia che più di altri suscita sentimenti di nostalgia nel parlarci di un mondo gioioso, ma irrimediabilmente perduto. Un’età che poggia le fondamenta su una nuova congiuntura economica internazionale, un progresso tecnico-scientifico senza precedenti, una tranquillità sociale prima sconosciuta e una straordinaria fioritura di industria e arti. La modernità pulsa nelle arterie delle metropoli, animate di traffico, colorate di boutiques, attraversate da un universo mondano e brulicante. È nella fantasmagoria della città che la borghesia nascente si riconosce ed è Parigi, la Parigi fin de siècle, luogo di soggiorno e formazione degli impressionisti italiani - De Nittis, Zandomeneghi e Boldini - la grande metropoli che permette agli artisti di entrare in contatto con un milieu culturale innovativo, capace di influenzare il percorso della loro arte. Una produzione segnata dalla figura femminile, che domina l’iconografia Belle Époque. Ora spiata negli spazi privati della propria casa, intenta alla lettura, all’ascolto della musica, alla toilette, o alla rêverie, ora festosa e determinata negli esterni animati della notte mondana. Ora donna fatale - mito che nasce in questo periodo - con la vocazione alla coquetterie e alla seduzione, rappresentata mentre scioglie le sue movenze in rituali pericolosamente affascinanti. La mostra si inserisce all’interno della programmazione triennale del progetto di valorizzazione delle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia. .  
   
   
A TRENTO FIERE LA MOSTRA DI DESIATO  
 
 Trento, 16 luglio 2008 – Ieri mattina a Trento Fiere, in via Briamasco, è stata presentata la mostra “Desiato. Opere 1958-2008” promossa dalla galleria Transarte, la prima antologica a livello nazionale dell’artista napoletano. Si tratta di uno degli eventi collaterali a Manifesta 7. L’esposizione, 350 opere dell’artista napoletano - la sua prima antologica dopo cinquant’anni di attività - è allestita in uno spazio di 1200 metri quadri e rimarrà aperta fino 20 agosto per prendere poi la via di Palermo dove sarà dal 19 settembre al 31 ottobre all’Oratorio di Santa Cita. L’inaugurazione ufficiale della mostra di Giuseppe Desiato è in programma domani, mercoledì 16 luglio,alle ore 18. Alla presentazione di questa mattina è intervenuta l’assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo. “Il binomio tra turismo e cultura – ha detto Margherita Cogo - è determinante e la chiave di volta per realizzarlo compiutamente consiste nella propensione delle città a definirsi sempre più come città d’arte. Trento e il Trentino, ad esempio con Manifesta, ne sono un esempio. La Biennale europea d’arte contemporanea, di cui l’esposizione allestita da Transarte è un evento collaterale, avrà effettivamente successo se riuscirà a legarsi al territorio”. Paolo Facchinelli, presidente di Trento Fiere, ha affermato che “mostre come queste possono attrarre visitatori in città. E’ il secondo esperimento di questo tipo che garantiamo e non ho dubbi che potrà rivelarsi, anche in questo caso, positivo”. Sergio Poggianella di Transarte ha sottolineato quanto Giuseppe Desiato “rappresenta un esempio di artista-etnografo antimercato, un artista che ha opposto e tuttora oppone una forte e non comune resistenza al mercato. Anche per questo la sua prima antologica a livello nazionale - oltre che per le sue indubbie qualità pittoriche e performative - riveste una particolare importanza”. Nell’occasione è stato presentato il catalogo, la prima monografia dedicata all’artista partenopeo, pubblicato in edizione bilingue italiano/inglese per i tipi delle Edizioni Stella di Claudio Nicolodi e curato da Sergio Poggianella e Micaela Sposito. L’introduzione al catalogo - che si può acquistare in mostra a 25 euro - è di Gillo Dorfles. Tra i contributi critici anche un inedito di Luigi Serravalli. Nell’ultima Garzantina dell’arte, il settantatreenne Desiato viene così presentato: “Figura anticonvenzionale e provocatoria è stato tra gli animatori della scena artistica partenopea fin dagli anni Cinquanta. Nei decenni successivi ha realizzato “monumenti effimeri o inutili”, film, interventi urbani, performance nel segno della body art e “provocazioni religiose” ispirati alle tradizioni popolari e all’iconografia cattolica, polemicamente rivisitata. Negli anni Ottanta e Novanta ha proseguito la propria attività di performer con numerosi interventi sia in Italia sia all’estero, dedicandosi inoltre alla fotografia e all’installazione”. Nell’introduzione al catalogo, Gillo Dorfles scrive: “Desiato merita di essere riconosciuto finalmente come quella personalità “inquietante”, ma anche estremamente affascinante, creatrice di forme espressive ancora inesplorate”. La mostra di Desiato rimarrà aperta tutti i giorni fino al 20 agosto, dalle ore 11 alle ore 19. .