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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 29 Febbraio 2008
SARDEGNA / IS MOLAS: AUTORIZZAZIONE A SVILUPPO PROGETTO DUE ALBERGHI DI PRESTIGIO  
 
Immsi SpA ha reso noto il 21 febbraio che la società controllata Is Molas SpA ha ottenuto dalla Giunta Regionale della Sardegna l´autorizzazione a procedere con lo sviluppo del proprio progetto turistico-immobiliare nel Comune di Pula (Cagliari). Lo sviluppo porterà, oltre alla realizzazione di due alberghi di prestigio, spa, fashion shop e impianti sportivi, alla realizzazione di oltre 200 residenze di elevato valore artistico. Il progetto, ideato dall´architetto Massimiliano Fuksas, caratterizzerà Is Molas come uno dei resort turistico-residenziali di più alto livello in Europa, grazie alle ricercate qualità architettoniche e paesaggistiche. L´is Molas Golf Resort prevede inoltre la realizzazione di un nuovo percorso golfistico firmato da Gary Player, che si andrà ad aggiungere a quello esistente, e per il quale l´autorizzazione definitiva è prevista dopo approfondimenti tecnici inerenti in particolare l´utilizzo delle risorse idriche, aventi fondamentale importanza nel territorio della Regione Sardegna.  
   
   
TOSCANA / SCOPERTE CINQUE ‘MINIERE’ DI SABBIA A LARGO: SONO LE ANTICHE SPIAGGE, RISORSE STRATEGICHE PER COMBATTERE L’EROSIONE COSTIERA  
 
Migliaia di anni fa erano spiagge (materiale alluvionale dell’era glaciale), oggi sono giacimenti di sabbia che si estendono sotto il livello del mare e che potranno diventare i più grandi alleati della Toscana nella lotta all’erosione costiera. La notizia della scoperta di queste ‘miniere’ di sabbia è stata data al convegno Beachmed-e, che si è tenuto il 22 febbraio al Convitto della Calza di Firenze e che ha visto i partner italiani ed europei aderenti al progetto comunitario Beachhmed-e confrontarsi su risultati e tecniche utili nella lotta all’erosione costiera. I giacimenti individuati a largo della Toscana sono cinque e si trovano non molto distanti da quelle che ancora oggi sono mete turistiche d’eccellenza. Il più grande si trova nei fondali dell’isola di Capraia, ha un volume potenziale di ben 170 milioni di metri cubi e da solo basterebbe a soddisfare tutte le esigenze di ripascimento spiagge della Toscana, tuttavia al momento è tra i cinque il più lontano dalla possibilità di essere usato, perché composto per la maggior parte (circa l’80-90%) da carbonati (soprattutto gusci di molluschi), un materiale ancora non sufficientemente testato nel ripascimento spiagge. Le altre quattro ‘miniere’ di sabbia si trovano a Massa, Piombino, davanti all’Argentario e nel corridoio tra l’isola d’Elba e Pianosa. Si tratterebbe di giacimenti prevalentemente silicei dal volume complessivo di circa 100 milioni di metri cubi, una risorsa strategica per la tutela delle spiagge toscane e la difesa della costa. Ecco i dati presentati dal dottor Luigi Enrico Cipriani, del settore tutela del territorio e della costa della Regione Toscana, e confermati dal prof. Enzo Pranzini dell’Università di Firenze e! dal prof. Giovanni Battista Laconica dell’Università di Roma. Zona Capraia: Profondità: 100 - 140 metri sotto il livello del mare, Distanza dalla riva: 32 - 37 Km, Volume giacimento: 170 milioni di metri cubi. Zona Elba: Profondità: 81 - 88 metri sotto il livello del mare, Distanza dalla riva: 2 - 10 Km, Volume giacimento: 56 milioni e quattrocento mila metri cubi. Zona Massa: Profondità: 46 - 100 metri sotto il livello del mare, Distanza dalla riva: 17 - 25 Km, Volume giacimento: 31 milioni di metri cubi. Zona Piombino: Profondità: 73 - 83 metri sotto il livello del mare, Distanza dalla riva: 2 - 7,5 Km, Volume giacimento: 26 milioni e ottocento mila metri cubi. Zona Argentario: Profondità: 90 - 100 me! tri sotto il livello del mare, Distanza dalla riva: 2,5 &n! dash; 7, 5 Km, Volume giacimento: 18 milioni di metri cubi. Scheda - La Regione ha investito 110 milioni di euro e punta a soluzioni innovative - La Toscana ha 191 chilometri di litorale sabbioso e di questi oltre il 35 per cento, circa 70, sono colpiti da erosione. Negli ultimi anni si sono persi circa 180. 000 metri quadrati di spiaggia, soprattutto nelle aree vicine alla foce dei grandi fiumi. L’erosione costiera è un fenomeno che preoccupa fortemente, anche perché connesso alla pressione esercitata dall’uomo. Difendere la costa è la parola d’ordine del progetto europeo Beachmed-e e l’obiettivo che si sono date le istituzioni, gli istituti di ricerca e gli istituti presenti al Convitto della Calza di Firenze in una due giorni organizzata dalla Regione per fare il punto sul fenomeno e sulle strategie e gli interventi utili a contrastarlo. La Re! gione Toscana ha affrontato il fenomeno dell’erosione costiera ed ha messo a disposizione per questo problema oltre 110 milioni di euro, con l’obiettivo di abbandonare i sistemi rigidi di difesa della costa (scogliere) - fino ad oggi imposti dall’esigenza di difendere i centri abitati e le infrastrutture costiere - per passare a metodologie di riequilibrio dei litorali basate sulla prevenzione (Piani di bacino), sull’alimentazione artificiale delle spiagge (ripascimenti) e sulla graduale eliminazione delle opere di difesa rigida esistenti. I nuovi interventi hanno un impatto ambientale minore, minori costi di manutenzione e consentiranno di usufruire delle spiagge sia per le attività ricreative che come elemento di difesa dell’entroterra dalle mareggiate. Gli esperti riuniti al convegno di Beachmed-e si sono confrontati sul progetto Eudrep, che valuta l’impatto delle attività di dragaggio e ripascimento spia! gge, tecnica cui si guarda con grande attenzione per i prossim! i interv enti in Toscana; su Nausicaa, azione ideata per valutare l’influenza dei cambiamenti climatici sul moto ondoso e sull’erosione; su Resammè, opera di ricerca di giacimenti sabbiosi, antiche spiagge da utilizzare per salvaguardare quelle attuali. Una particolare attenzione è stata però dedicato ad Optimal, il progetto di eccellenza che monitora le variazioni delle linee di riva. Evoluzione delle spiagge toscane: La Toscana ha in tutto 442 Km di coste, 243 Km sono di scogliere e costa alta, 200 km sono di costa bassa e di questi 191 sono di litorale sabbioso. In questo quadro i circa 70 chilometri di spiagge colpite da erosione rappresentano una porzione più che significativa del totale. Questo dato, già preoccupante, viene aggravato dal fatto che alcuni chilometri di costa, un tempo costituiti da litorali sabbiosi, oggi non sono più considerabili come spiagge essendo protetti da scogliere a ridos! so di centri abitati e vie di comunicazione (Marina di Massa e Marina di Pisa) oppure ospitano strutture portuali (Marina di Carrara, Viareggio). Confrontando spiagge in avanzamento e in erosione, quelle in avanzamento risultano il 64,1% del totale contro il 35,9% di quelli in erosione, tuttavia l’avanzamento è limitato a pochi centimetri l’anno mentre l’erosione può arrivare anche a superare i 10 metri annui (foce dell’Ombrone e San Rossore). Analizzando i punti critici vediamo che alla foce dell’Arno il litorale settentrionale è arretrato di circa 1300 m dalla fine dell’800 a oggi ed il tasso di erosione ha raggiunto punte di 20 metri all’anno. Anche il delta dell’Ombrone ha perso un Km all’apice ed oggi l’arretramento della riva sfiora i 15 metri all’anno. Ma anche le spiagge poste a sud della foce del fiume Magra e quelle alla foce del Cecina e dell’Albegna hanno reg! istrato arretramenti di di centinaia di metri. L’erosion! e ha int eressato anche tratti di costa lontani dalle foci, in particolare quando opere realizzate in mare hanno alterato il normale flusso dei sedimenti lungo la riva. In particolare a Marina di Carrara la costruzione del porto ha bloccato l’erosione che stava avvenendo sul lato settentrionale, ma ha amplificato quella che ha colpito il litorale di Marina di Massa. La stessa cosa è successa con il porto di Viareggio, solo che il consistente flusso di sedimenti che viene da sud ha nel tempo scavalcato l’ostacolo e ancora riesce a far avanzare la spiaggia. Anche porti minori, come ad esempio quelli di San Vincenzo, Marina di Grosseto, Salivoli, Cala Galera e Marina di Campo hanno innescato processi erosivi interferendo nel normale flusso dei sedimenti lungo la costa, ma vi sono anche tratti di litorale, come ad esempio a Punta Ala, dove l’erosione sembra dovuta ad un processo esclusivamente naturale. Molti dei problemi attuali sono il risultato di interv! enti di difesa effettuati in passato, un esempio è la spiaggia a nord di Bocca d’Arno, dove negli anni ’60 sono state costruite cinque scogliere parallele che hanno amplificato molto l’erosione naturale dell’ala nord del delta dell’Arno. Altro caso emblematico è il golfo di Follonica dove, per contrastare un modesto processo erosivo, si sono realizzate scogliere parallele che hanno amplificato il fenomeno. In altri casi le scogliere hanno portato ai risultati sperati, ma la stabilizzazione della linea di riva ha portato all’erosione dei fondali antistanti. Ad esempio a Marina di Pisa all’esterno delle scogliere parallele di difesa i fondali si sono abbassati fino a sette metri. La stessa cosa è avvenuta anche a Marina di Carrara e Marina di Massa. Cosa ha fatto la Regione: La Regione segue con attenzione il problema dell’erosione e nel corso degli anni ha messo a disposizi! one ingenti risorse, in tutto 110 milioni di euro, per il Pian! o region ale di gestione integrata della costa (cui si lavora dal 2001) ed il Programma degli interventi prioritari di recupero e riequilibrio del litorale, che comprende 23 progetti. Ad oggi sono stati investiti 4 milioni di euro per avere un chiaro ed esauriente quadro conoscitivo della situazione in essere, 5 milioni per attivare efficaci strumenti di monitoraggio ed il resto per gli interventi, i maggiori dei quali, attualmente in fase di progettazione, saranno realizzati a Marina di Carrara, Marina di Massa, Pisa, Cecina, Follonica e alla foce dell’Ombrone. La linea che negli ultimi anni ha prevalso in Toscana è stata quella del ripascimento dei litorali, i primi interventi di questo tipo furono realizzati negli anni ’90 sui due lati della foce del Cecina. In quel caso modesti rinascimenti artificiali riuscirono a stabilizzare un litorale fino ad ora soggetto ad erosione cronica. In aree più critiche, ad esempio Punta del Tesorino, sono stat! e utilizzate spiagge di ghiaietto, mentre a Marina di Pisa è stata creata una spiaggia ghiaiosa che oggi costituisce un’efficace difesa ed è utile alla balneazione. Estremamente utili per il ripascimento potranno dimostrarsi i giacimenti sabbiosi che grazie alle ricerche condotte dalla Toscana, anche nell’ambito di Beachmed-e, sono stati scoperti. I principali giacimenti sono cinque, quattro a prevalenza silicea ed uno a prevalenza di carbonato. Quelli silicei, attualmente più interessanti perché composti da materiali più testati, si trovano davanti al litorale apuo-versiliese, nei pressi promontorio di Piombino, vicino all’isola d’Elba e vicino all’Argentario. La loro portata complessiva è di 100 milioni di metri cubi di sabbia. Un altro, grande, giacimento è stato individuato nei pressi dell’isola di Capraia, da solo equivale alla portata complessiva dei precedenti, ma è composto p! rincipalmente da gusci di molluschi, materiale carbonatico la ! cui affi dabilità nelle opere di ripascimento ad oggi non è stata ancora sufficientemente studiata. Cos’è Beachmed-e: Il “Progetto Beachmed-e: gestione strategica e difesa dei litorali per uno sviluppo sostenibile delle aree costiere del Mediterraneo” è un’iniziativa europea che prosegue il lavoro iniziato con il progetto Beachmed che si è concluso nel dicembre 2004. In particolare Beachmed-e si dedica alla gestione e al recupero delle risorse sedimentarie nei bacini fluviali e lungo le coste, alle tecniche di monitoraggio dell’erosione costiera, alla ricerca in mare di giacimenti di sabbia da utilizzare negli interventi di difesa dei litorali, alla valutazione di impatto ambientale degli interventi di difesa. I partner del progetto, insieme alla Regione Toscana, sono le Regioni Lazio, Emilia Romagna, Liguria, il Département de l´Herault (Francia), il Service Maritime et Navigati! on du Languedoc-roussillon (Francia), la Generalitat de Cataluña (Spagna), l’Est Macedonia e Tracia (Grecia), la Regione Creta (Grecia). L’ue ha investito su Beachmed-e circa 8 milioni di euro, di questi circa un milione è stato riservato alla Toscana. Il progetto si concluderà nel giugno 2008. Monitorare le spiagge con Optimal: Il Progetto Optimal, coordinato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, riguarda lo sviluppo di tecniche di monitoraggio dell’erosione costiera. Elaborando le immagini prodotte dai satelliti ad alta risoluzione è stato possibile tracciare la linea di riva lungo la costa toscana ed aggiornare i dati storici. Oggi grazie ad Optimal sappiamo che solo negli ultimi anni il litorale toscano continenatale ha perso circa 180. 000 metri quadri di spiaggia. I tratti che più sono soggetti al fenomeno erosivo sono le spiagge poste in prossimit! à delle foci dei fiumi, soprattutto l’Arno, il Ce! cina e l ’Ombrone, corsi d’acqua che non portano più sedimenti verso il mare. Per il monitoraggio è stata installata una rete di punti di controllo a mare unica al mondo e costituita da piattaforme sommerse che consentono di tarare gli strumenti con i quali si eseguono i rilievi batimetrici. Ad oggi è installata lungo il litorale pisano e nel Golfo di Follonica ma verrà gradualmente estesa a tutta la costa. Un ulteriore studio è stato fatto anche sui cicli stagionali delle spiagge. Grazie a telecamere installate in punti panoramici si sono documentate le fasi stagionali, in modo da poterle identificare e non confonderle con i veri e propri processi erosivi. . .  
   
   
VENETO / VENEZIA – ZAIA: ´NO ALL’ECOPASS, SÌ AL NUMERO PROGRAMMATO´  
 
“Totale contrarietà ad ogni ipotesi di ecopass per i turisti, piuttosto programmiamo gli ingressi”. Non ha tentennamenti il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Luca Zaia nel ribadire il suo fermo “no ad una simile proposta, e non perché siamo in campagna elettorale, sia chiaro – sottolinea – ma perché si tratta di un puro e semplice balzello per la città lagunare, una tassa aggiuntiva, in qualunque modo si tenti di mascherarla o chiamarla, dagli effetti devastanti per tutto il Veneto sul piano dell’immagine turistica, a livello nazionale e internazionale. La lettura che ne verrà data soprattutto all’estero, come già accaduto, sarà che in Italia temono i turisti. E mentre qualche giorno fa abbiamo presentato assieme il sistema Venezia alla Bit, ora ci si dimentica che, dei 61 milioni e mezzo di presenze turistiche del Veneto, quasi 50 milioni vengono registrate fuori dalla città lagunare”. “Se c’è un problema di evitare sovraccarichi rispetto alla spazio fisico veneziano, si faccia ricorso al numero programmato, non a una selezione di censo: Venezia è di tutti e non può essere trasformata in una meta per soli ricchi: quanti sono i Bill Gates che ci sono venuti in sacco a pelo da giovani e poi ci sono tornati da nababbi dopo aver costruito un impero?”. “A me non risulta che Venezia viva di molte altre attività diverse da quelle che ruotano attorno al turismo – aggiunge Zaia – e dunque finiamola di dire che i turisti sono un problema, sennò non mancheranno voci autorevoli, come abbiamo letto anche di recente, che diranno che di turisti ce n’è che basta. In tutto questo, poi, ci si dimentica di dire che i turisti che vengono a Venezia pagano già e non poco: 6,5 euro per un viaggio in battello, di sola andata, che significa minimo 13 euro per muoversi. Ecopass di vario genere come quelli ipotizzati finora dagli amministratori veneziani hanno forse effetti positivi sulle casse comunali, ma sul turismo hanno più conseguenze nefaste. Non solo ingenerano preoccupazioni nei potenziali ospiti stranieri ma anche fenomeni di concorrenza sleale tra località dell’interland. Infine causano effetti anomali che, per paradosso, impoveriscono Venezia e i suoi esercizi pubblici senza diminuire i flussi: ci sono viaggi organizzati che pernottano e utilizzano i ristoranti di Padova o Treviso e poi giungono a Venezia in treno: il numero dei turisti resta fuori controllo e le ricadute economiche sono altrove. Non mi pare un grande successo”. “Il Veneto ha al suo interno il patrimonio Venezia – conclude Zaia – ma per le sue problematiche è meglio pensare ad una codifica normativa della specificità di questa città, una sorta di “Venezia Capitale”, proprio perché essa rappresenta una opportunità per la regione ma ha anche caratteristiche che vanno risolte ad hoc”. .  
   
   
LAZIO / INTESA REGIONE-PROVINCIA DI ROMA PER INFO POINT A OSTIA ANTICA  
 
E’ in arrivo sul litorale romano un information point per promuovere il territorio che dalla Fiera di Roma arriva fino alla costa. Nell´ambito della delibera regionale sul Piano delle attività di promozione turistica, che è stata approvata dalla giunta Marrazzo l´8 febbraio e che prevede specifici protocolli d´intesa con le Province e il Comune di Roma a sostegno delle loro attività promozionali, Regione Lazio e Provincia di Roma hanno concordato il 25 febbraio di destinare uno stanziamento di 50 mila euro alla realizzazione di un "Punto di accoglienza e informazione turistica", all´interno del borgo medievale di Ostia Antica. “Il mare di Roma – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo Claudio Mancini - è una risorsa da valorizzare e l´apertura di questo punto d´accoglienza permetterà di agganciare lo sviluppo della Nuova Fiera di Roma al rilancio di questo quadrante, che ha grandi potenzialità per la crescita di un turismo culturale, archeologico, ambientale, ma anche legato agli eventi, allo sport e al divertimento”. Il Punto di accoglienza fornirà ai turisti informazioni e assistenza sul territorio della provincia di Roma (sarà attivato anche un servizio informativo telefonico e via internet) e offrirà la possibilità di effettuare visite guidate al Porto di Traiano e Claudio, con escursione in battello lungo il Tevere.  
   
   
FRIULI VENEZIA GIULIA / SACILE, LA PICCOLA VENEZIA  
 
Una città che si è formata sull´acqua, specchiandosi nella bellezza della vicina Venezia. Spesso definita Il Giardino della Serenissima, Sacile è una cittadina avvolta da atmosfere veneziane, che si esprimono sia nell´architettura cinquecentesca sia nel sottile equilibrio che la terraferma ha saputo trovare con l´acqua. Ultimo avamposto del Friuli Venezia Giulia nell´estremo nord-ovest della regione, al confine con il Veneto, questo centro del pordenonese si è sviluppato sulle rive di uno dei fiumi più importanti del territorio regionale, il Livenza. Il corso d´acqua, navigabile fin dai tempi più antichi, si dirama fino a formare due isole proprio nel cuore della città. Camminando da piazza del Popolo, nata come ampio emporio collegato allo scalo merci del porto fluviale, si può iniziare un percorso disseminato di viuzze e ponticelli, vivendo l´emozione di scoprire l´immagine di splendidi palazzi rinascimentali riflessi nell´acqua limpida. Tra gli edifici storici da non perdere figurano Palazzo Ragazzoni Flangini-Biglia, un vero e proprio monumento architettonico del Cinquecento che ospitò a più riprese i potenti del tempo: da Maria la Cattolica a Filippo II di Spagna, da Enrico III di Francia al gran visir di Costantinopoli. Di grande rilievo anche Palazzo Carli, imponente struttura cinquecentesca che ospita il museo del duomo, la galleria d´arte moderna Pino Canarini, all´interno della quale trovano posto pregevoli affreschi mitologici attribuiti al Pordenone. Vero gioiello dell´arte è il duomo di San Nicolò, uno degli edifici religiosi più suggestivi dell´intera regione. Se le suggestioni della città rappresentano un´attrattiva unica nel suo genere, Il Giardino della Serenissima è conosciuto in tutta Italia per la tradizionale Sagra degli Osei, un mercato-esposizione di uccelli da canto e da voliera che ha origini antichissime e si tiene la prima domenica dopo Ferragosto. Il celebre appuntamento, del quale si hanno notizie sin dal 1274, mantiene ancora oggi un fascino del tutto particolare, soprattutto con la gara dei chioccolatori, gli imitatori del canto dei volatili. . .  
   
   
LIGURIA / E’ PRIMAVERA… USCITE DAL LETARGO! IL GOLFO DIANESE VI ASPETTA PER UNA SFERZATA DI ENERGIA  
 
Si rinnova con nuovi entusiasmanti appuntamenti la Festa di Primavera del Golfo Dianese, nella provincia di Imperia. Prelibatezze al cioccolato, grandi esibizioni di musica, itinerari naturali e tanto altro ancora. Il Golfo Dianese presenta la nuova edizione della Festa di Primavera, un contenitore che include circa 70 manifestazioni che vi accompagneranno fino alla metà del mese di maggio. Il Golfo Dianese è il biglietto da visita della Provincia di Imperia, un’insenatura naturale tra le più belle della Riviera dei Fiori. Sono sette i comuni che ne fanno parte: Diano Marina, San Bartolomeo al Mare, Cervo, Diano Castello, Villa Faraldi, Diano Arentino e Diano San Pietro. I comuni hanno unito le loro forze per dare vita a un fitto calendario di appuntamenti sempre nuovi e diversi. Si è iniziato con la presentazione di San Bartolomeo tra le “Città del cioccolato” e si prosegue con il grande teatro di Diano Marina che ospita le tappe di tournèe di gran pregio, che spaziano dall’operetta alla commedia. Cervo vuole incrementare ancor più la sua fama di Borgo della Musica, dando spazio questa volta a giovani emergenti. San Bartolomeo al Mare dedicherà un fine settimana ai cartoon, invitando tutti i suoi appassionati. Ma non è finita qui. Sono tante le sorprese che aspettano gli ospiti del Golfo Dianese, da concerti con particolari fruste organizzati dall’Italian Musical Folk Group, al trekking in montagna, alla scoperta di sentieri ormai poco battuti, fino ad uno speciale itinerario alla scoperta del tè, tra la sua storia e i suoi sapori. I sette comuni ospitano a turno gli eventi, rivelando al turista sette preziose gemme, tra cui alcune ancora poco conosciute, della Riviera dei Fiori. Tra il mare e la montagna c’è una Liguria ancora da scoprire, ricca di storia e tradizioni. .  
   
   
LAZIO / VALLE REATINA: 800 ANNI FA PASSAVA, PER LA PRIMA VOLTA, SAN FRANCESCO. NUMERI IN AUMENTO: NEL 2007 SONO STATE 16.960 LE PRESENZE DI STRANIERI. TANTI I PELLEGRINI CHE SI SONO “PRENOTATI” PER LA PROSSIMA PASQUA  
 
Un anniversario importante quello che si appresta a festeggiare l’intera Valle Reatina. Ottocento anni fa, San Francesco d’Assisi giunse, per la prima volta, in quella che poi è stata definita la Valle Santa di Rieti. Era l’estate del 1208, quando Francesco ed i suoi primi compagni decidono di lasciare Assisi, città natale, perché la loro scelta di povertà assoluta e di completa dedizione a Cristo non era stata né capita né accettata. Dopo aver attraversato la Valle Spoletana, Cascia e Leonessa, giunsero a Poggio Bustone. “Buon giorno, buona gente!” fu il saluto di Francesco agli abitanti del posto ed ancora oggi, la mattina del 4 ottobre di ogni anno, a ricordo dell’avvenimento, un tamburino bussa all’uscio di ogni casa rinnovando quel saluto. Qui a Poggio Bustone, Francesco scelse come dimora un luogo solitario, un piccolo romitorio nascosto nei boschi. Vale la pena dunque, in occasione di questa speciale ricorrenza, percorrere il Cammino di Francesco (www. Camminofrancesco. It), un tragitto, in 80 km, sui luoghi più importanti nella storia del francescanesimo. Un Cammino che continua a suscitare sempre di più la curiosità di molti non solo per l’aspetto religioso ma anche per quello naturalistico e storico, per il legame tra fede e tradizioni. Per la prossima Pasqua già si annuncia il pienone di pellegrini, provenienti soprattutto da Germania e Stati Uniti, pronti a percorrere i sentieri del Cammino di Francesco. Un progetto quello dell’Azienda di Promozione Turistica di Rieti che continua a promuovere il territorio ma soprattutto a far conoscere paesaggi incontaminati ed il messaggio di frate Francesco, patrono d’Italia. Un messaggio che si fa internazionale. Ad oggi si sono già “prenotati” per il Cammino di Francesco 53 “pellegrini” provenienti dall’America, 50 dalla Germania, 40 dalla Francia, 11 dall’Austria. Non mancano “i camminatori” dall’Italia, tra cui 30 conferme da Assisi, città natale di San Francesco. Questi potranno trovare ospitalità nelle numerose strutture che si sono organizzate per l’accoglienza. Sul sito www. Camminodifrancesco. It si trova l’elenco completo di agriturismi, bed and breakfast, casevacanze, alberghi, affittacamere, ostelli, aree sosta per i camper e rifugi montani. Non mancano case per ferie e centri di spiritualità. Lo stesso monastero di Poggio Bustone (dove San Francesco, iniziò la sua missione di pace, tel. 0746/688916) può dare accoglienza ai pellegrini (solamente per quelli in gruppo organizzati in autogestione, per max 32 posti), rispettando la caratteristica propria dei frati che chiedevano loro stessi ospitalità. Chi arriva al santuario, però, deve essere munito di sacco a pelo: a disposizione camerate e bagni (al costo di 7 euro a persona a notte). Dati alla mano, l’Azienda di Promozione Turistica di Rieti rivela che lo scorso anno (2007) sono state 16. 960 le presenze di stranieri (non solo fedeli) lungo il Cammino di Francesco, attuando forme miste di turismo “cultural-religioso”, “naturalistico e storico”. La Germania è in testa con 3. 546 persone; segue la Svezia con 1. 540; gli Stati Uniti d’America con 1. 490. Ancora Regno Unito con 1. 348 presenze e la Francia con 1. 199. Una buona posizione è occupata anche dall’Austria con 745 camminatori e dai Paesi Bassi con 604. Si assestano sulle 300 unità: Svizzera, Belgio e Portogallo. E c’è chi è arrivato persino dalla lontana Australia: 127 turisti. Numeri più ridotti, ma da non trascurare sono anche quelli di Israele con 58 presenze, Sud Africa con 57 e Cina con 49. In Italia il primato spetta ai pellegrini del Lazio: 25. 784, seguiti dalla Calabria con 6. 396 e dalla Liguria con 5. 289. Interesse anche da parte dei Siciliani e dei Campani: sono oltre 3000 quelli che hanno raggiunto la Valle Reatina. La maglia nera va, invece, all’Umbria con soli 42 visitatori, forse perchè legati ai luoghi natii di San Francesco. Non da meno i turisti sulla strada di San Benedetto, la Via Benedicti (www. Viabenedicti. It) tra Lazio e Umbria, uno dei santi più popolari e venerati, nonché Patrono d’Europa, noto a tutti per la sua regola “ora et labora”, prega e lavora. Durante il convegno “La presenza francescana e benedettina nel Lazio. Azioni interregionali e prospettive transnazionali per la valorizzazione turistica del territorio” sono state analizzate le prospettive interregionali e transnazionali per questi importanti progetti, comparandosi con quanto si sta muovendo a livello europeo all’indomani dall’elezione del “primo percorso culturale” riconosciuto dal Consiglio d’Europa, ovvero il Cammino di Santiago de Compostela. Un titolo meritato, viste le peculiarità artistiche, architettoniche e naturali che si incontrano lungo la strada. E poichè il Cammino di Francesco e la Via Benedicti non sono da meno (pur se in un territorio più limitato e con meno chilometri di percorso), potrebbero essere i prossimi candidati per il prestigioso riconoscimento. Www. Camminodifrancesco. It .  
   
   
TOSCANA / IL 25° TAN PROTAGONISTA ALLA BORSA INTERNAZIONALE DEL TURISMO 2008  
 
Il mare, il sole, il vento e le vele del 25° Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno protagonisti della Borsa Internazionale del Turismo di Milano, la più grande esposizione al mondo del prodotto turistico italiano nel quartiere Fieramilano. Noto ai regatanti con l´acronimo di TAN, la manifestazione agonistico-sportiva a carattere velico che si terrà nelle acque antistanti l´Accademia Navale dal 23 aprile al 4 maggio 2008 era ospitata presso lo stand dell´Azienda Promozionale per il Turismo (APT) della Toscana, assieme alle novità dell´offerta turistica della Regione per il 2008. A presentare equipaggi, marine e Classi di regata, nonché le grandi novità introdotte in occasione del prestigioso 25esimo anniversario del TAN, erano il Presidente del Comitato Organizzatore del 25° Tan, C. F. David Volpe e il Responsabile Ufficio Stampa del 25° Tan, c. C. Luca Anconelli, che il 22 febbraio hanno tenuto una conferenza stampa presso il Centro congressi della Fiera. Il Bit 2008, giunto alla 28ma edizione, ha ripetuto la formula multitarget che ha già ricevuto diversi consensi l´anno passato: 4 giorni dedicati agli operatori e un intero weekend aperto anche al pubblico dei viaggiatori, che nei nove padiglioni allestiti per la manifestazione, ha potuto godere di un´offerta articolata e completa: gli interessati hanno potuto approfondire gli aspetti culturali e geografici delle destinazioni e i servizi proposti dagli operatori. .  
   
   
TRENTINO / RIAPRONO LE TERME DI COMANO, AMICHE PER LA PELLE  
 
Alle spalle del Lago di Garda, in un angolo di Trentino salubre, dal clima di mezza montagna e dall’aria pura, sta per cominciare una nuova, lunga stagione di benessere. Il prossimo 20 marzo riaprono le Terme di Comano (rimarranno aperte fino al 9 novembre 2008), le cui acque bicarbonato-calcio-magnesiache sono uniche in Europa per la cura della pelle. Di origini antichissime, godono oggi di grande fama in campo dermatologico, confortata da sempre nuove, autorevoli ricerche mediche internazionali che le confermano assai efficaci nella cura delle malattie della pelle (le Terme di Comano, convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale). Con una temperatura alla sorgente (nelle dolomie del Gruppo di Brenta) di 27°C, le Terme di Comano sono ideali nella cura di psoriasi (in abbinamento a una efficace fototerapia selettiva), eczemi e dermatiti di grandi e bambini. Lo stabilimento termale vanta anche un moderno comparto wellness. In tutti i trattamenti viene impiegata la linea cosmetica Salus per Aquam, composta di prodotti di altissima qualità, scientificamente provati e ottenuti con l’acqua termale di Comano in aggiunta a materie prime e ingredienti largamente, se non esclusivamente, naturali. ACQUE DA PREMIO, ACQUE CHE PREMIANO – Punto di riferimento per la cura delle malattie della pelle, le Terme di Comano hanno indetto un Premio per l’impegno in dermatologia, alla prima edizione. L’evento, a cadenza biennale e prestigioso momento di incontro per i grandi attori della dermatologia, è in calendario il prossimo 19 aprile. Il premio, destinato agli studiosi che più si sono distinti a livello internazionale per l’importanza e l’originalità delle proprie ricerche, verrà assegnato al professor Otto Braun-Falco, direttore emerito della cattedra di dermatologia dell’Università di Monaco e presidente mondiale dei dermatologi, al professor Alfredo Rebora, professore emerito dell’Università di Genova e al dottor Natale Cascinelli, già direttore scientifico dell’Istituto Tumori di Milano e del WHO Melanoma Programme. Www. Comano. To .