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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 15 Ottobre 2010
VALLE AURINA (BZ): APPUNTAMENTO A RIVA DI TURES PER LA CELEBRAZIONE DEL RIENTRO DELLE MUCCHE NELLE STALLE - SABATO 16 E DOMENICA 17 OTTOBRE 2010  
 
Carri allestiti a festa, garzoni e mucche da pascolo addobbate con preziosi copricapi, musica e balli per una festa di lunga tradizione. Le celebrazioni della transumanza a Riva di Tures, nelle Valle di Tures e Aurina (Bz), che si tengono sabato 16 e domenica 17 ottobre 2010, si preannunciano ancora una volta come un’occasione da non perdere. Ogni due anni, la terza settimana di ottobre di si ripete nel paesino di montagna di Riva di Tures una grande festa di antica tradizione. Da secoli, i contadini della zona accompagnano le proprie mandrie di mucche sugli alpeggi d’alta montagna, compresi fra i 1800 e i 2500 metri d’altitudine, là dove l’erba e l’aria pura assicurano ancora un’alimentazione sana e biologica. La vigilia della festa una decina di contadini con i loro capi di bestiame (dai 20 ai 40 tra mucche e vitelli) ritornano, dopo la lunga permanenza sulla malga, verso il fondovalle. Il pomeriggio del giorno seguente, sempre di domenica alle 13, si consuma la festività chiamata in dialetto “Kiakemma”, che vede i pastori sfilare con le proprie bestie per le strade del paese. E la principale attrattiva è costituita proprio dalle mucche, addobbate in modo straordinario con campane e lacci finemente ornati da merletti e ricami. La mucca più bella precede le altre nel corteo, indossando un copricapo, simile ad una corona, impreziosito anch’esso da trine di vario colore, mentre i contadini sfilano con gli antichi e tradizionali arnesi di lavoro. Ma oltre alle mucche, la cerimonia si rivela un’occasione indimenticabile per vedere da vicino pecore, agnelli, capre, cavalli aveglinesi, e poterli anche accarezzare! L’orchestra vestita con i costumi tradizionali intrattiene il pubblico in vari momenti con un programma di musiche tirolesi. Non mancano specialità e pietanze tipiche della cucina locale, come i famosi Krapfen, il genuino burro contadino, i cosiddetti “Topfnudeln” (gustose palline fatte di burro e farina), canederli, speck e strudel e molto altro ancora dato che la festa va avanti per tutta la notte. Per seguire i suggestivi riti della transumanza si può alloggiare in una delle tante strutture ricettive suggerite dal Consorzio Area Vacanze Valli di Tures e Aurina (Alto Adige - Südtirol). Per informazioni: Consorzio turistico Area Vacanze Valli di Tures e Aurina (Alto Adige – Südtirol) - Via Aurina 95 – 39030 – Cadipietra – Valle Aurina - Tel. 0474.652081 - www.Tures-aurina.com  - info@tures-aurina.Com  
   
   
PEDERIVA DI MONTEBELLUNA (VILLA AMISTANI GUARDA): 1° FESTA DEL PANE SALAME - 16 E 17 OTTOBRE  
 
È dedicata a uno dei più semplici e allo stesso tempo più grandi piaceri della gola, all’abbinamento principe delle nostre tavole, l’evento conclusivo del V° del Campionato Italiano del Salame. Nella splendida cornice di Villa Amistani Guarda di Pederiva di Montebelluna (Tv), l’Associazione Accademia delle 5 T in collaborazione con Sapori d’Italia chiama a convegno i migliori produttori d´Italia di salumi e di pane. Sabato 16 la proclamazione ufficiale dei Vincitori della V° edizione del Campionato. Info: www.Panesalame.it. Una maratona del gusto alla ricerca del miglior abbinamento pane-salame: il pane di Altopascio meglio si accompagna con l´insaccato salato, mentre una michetta lombarda si sposa con un salame di Varzi e una croccante ciabatta si apprezza con una morbida sopressa veneta… Sarà una kermesse culturale e gastronomica a chiudere l’edizione 2010 del Campionato Italiano del Salame, il concorso che premia i salami d’Italia più buoni e genuini, ma anche più coerenti con la tradizione del proprio territorio. Nasce così la 1° Festa del Pane Salame, che il 16 e 17 ottobre porta a Villa Amistani Guarda di Pederiva di Montebelluna (Tv) i migliori produttori di salame con le principali associazioni dei panificatori, che sforneranno dal vivo la “merenda” per antonomasia, il re dei panini imbottiti. I salumi sono un vanto assoluto della nostra gastronomia, realizzati grazie alla perizia dell’uomo nell’utilizzare e lavorare ogni parte del suino. È un prodotto quasi simbolico, che fa la storia e il piacere del nostro mangiar bene. Nel corso della due giorni, un convegno dedicato al web per le piccole aziende dell´agroalimentare di qualità e il lancio del nuovo portale Solobuono, degustazioni e abbinamenti con vini e birre, la cena a tema “Salami viventi!” e itinerari del Pane Salame. L’evento, che ha il patrocinio del Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali e del Comune di Montebelluna, è promosso da Accademia delle 5T e Sapori d’Italia in collaborazione con Ascom Confcommercio Treviso, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Treviso, Cast Alimenti di Brescia, Icif di Costigliole d’Asti, Università degli Studi d Parma Facoltà di Scienze Gastronomiche, Ipssar “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria (Ch), Ipssart “G. Varnelli” di Cingoli (Mc), Alvise Amistani Wine & Co e Consorzio Starting4. Territorio, Tipicità, Tradizione, Tracciabilità, Trasparenza: l´Associazione Accademia delle 5T è un movimento culturale che raccoglie aziende che producono o somministrano prodotti legati al Territorio e che si distinguono per Tradizione e/o Tipicità, ossia per quel genere di qualità che contraddistingue l´agroalimentare italiano autentico. L´accademia delle 5 T si propone di tutelare il buon cibo quotidiano, quello che viene innanzitutto dalla terra, legato al territorio e alle sue tradizioni, tipico di una località, attraverso attività di informazione e promozione. Sapori d´Italia è un magazine bimestrale a diffusione nazionale dedicato ai prodotti tradizionali, autentici e genuini. La testata cresce e si alimenta delle idee, delle competenze, delle esperienze dei soci dell´Accademia delle 5T, con la direzione editoriale di Guido Stecchi. Sapori d´Italia è rivolta ai consumatori evoluti, che cercano di conoscere e capire i prodotti e tutto ciò che portano in tavola, oltre che agli imprenditori e gestori di qualsiasi attività nel settore dell´alimentazione, ospitalità e ristorazione che desiderano avvicinare e conoscere il mondo della produzione di qualità per orientare efficacemente i propri acquisti. Sabato 16 ottobre 2010 ore 10:00 / Convegno Pane Web e Salame / un appuntamento tutto dedicato a scoprire come il web possa essere importante e diventare una risorsa per le piccole aziende dell´agroalimentare di qualità con la presentazione di alcune case history. Seguirà presentazione del nuovo portale Solobuono. A cura di Uncle Pear di Brescia. Ore 12:00 / Annuncio e Premiazione ufficiale dei Vincitori della V° edizione del Campionato Italiano del Salame. Ore 13:00 / Degustazione dei prodotti vincitori con interviste video. Ore 14:30 / Inizio degustazioni guidate di Pane Salame e produzione del pane. Ore 19:30 / Chiusura degustazioni guidate di Pane Salame. Ore 20:30 / Cena a tema: salami viventi! Domenica 17 ottobre 2010 ore 10:30 / Inizio Volo frenato mongolfiere. Ore 10:30 / Inizio degustazioni guidate di Pane Salame e produzione del pane. Itinerari del Pane Salame. Ore 17:00 / Presentazione del miglior abbinamento Vino / Pane Salame ore 18:00 / Presentazione del miglior abbinamento Birra / Pane Salame ore 20:30 / Chiusura degustazioni guidate e festa di Pane Salame  
   
   
MIRANO: 13A EDIZIONE DEL “ZOGO DE L’OCA IN PIAZZA” - 13-14 NOVEMBRE 2010  
 
Nell’anno dei mondiali di calcio, parlare di un gemellaggio Italia-francia appare alquanto fuori luogo. Tra cugini al di qua e al di là delle Alpi storicamente non scorre buon sangue, men che meno in ambito sportivo, dove rivalità e sfottò sono all’ordine del giorno. Eppure c’è un gioco, o meglio un zogo, che riesce nel miracolo di unire italiani e francesi. Un sodalizio sotto l’inconfondibile insegna dell’oca. Zogo, oca… anche i più distratti avranno certamente capito che stiamo parlando del Zogo de l’oca de Miran, che tanto per restare in tema calcistico, quest’anno fa tredici. Tredici come le edizioni di questa originalissima manifestazione, che dal 1998, ogni secondo fine settimana di novembre (quest’anno il 13-14) si rinnova a Mirano, ridente cittadina della pianura veneta nel cuore del triangolo formato da Venezia, Padova e Treviso. Un evento sempre più ricco, grazie alla passione e alla fantasia degli organizzatori della Pro Loco, guidati dal presidente Roberto Gallorini, che di anno in anno portano avanti la sfida di trovare un qualcosa di nuovo che incuriosisca e sorprenda i visitatori. Questa continua ricerca lo scorso anno ha trovato un approdo naturale proprio nel sud ovest della Francia, e per la precisione a Sarlat, capoluogo del Perigord Noir. Un paese con meno di diecimila abitanti, ma con la più alta concentrazione di edifici classificati come storici di tutta Europa. Un gioiello perfettamente conservato, con testimonianze architettoniche dal medioevo al rinascimento. E, soprattutto, una delle capitali francesi dell’oca, con tanto di monumento dedicato al simpatico pennuto che fa bella mostra di sé nella piazza principale. Nei dintorni di Sarlat vengono infatti allevate oltre centomila oche e la lavorazione delle carni di questo animale, a partire dal celeberrimo fois gras, è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Con queste premesse, un gemellaggio con Mirano era inevitabile. Così nel 2009 una piccola delegazione di Sarlat era presente alla Fiera dell’Oca, il variopinto mercato di inizio ‘900 ricostruito nei minimi particolari che fa da cornice al Zogo vero e proprio. E la terza domenica di febbraio una rappresentanza della Pro Loco miranese ha ricambiato la visita Oltralpe in occasione della seconda Festa dell’Oca di Sarlat, un paradiso per i buongustai in cui la gastronomia si fa cultura, con tanto di pantagruelico pranzo durante il quale gli ospiti italiani sono stati insigniti dell’onoreficienza di “Chevaliers de la Truffe et du Foie Gras du Perigord”. Un’amicizia nel nome della buona cucina che sarà confermata anche in occasione della Fiera e del Zogo 2010, con un gruppo di allevatori e produttori francesi che presenteranno a Mirano le loro delizie. Ma cosa si troveranno di fronte gli amici francesi che scenderanno in Italia? Se tutto partì tredici anni fa dal Zogo in Piazza, col passare del tempo la sfida tra le squadre del capoluogo e delle frazioni è divenuta solo una parte di una vera e propria scena teatrale, che gli organizzatori della Pro Loco hanno arricchito negli anni di mille particolari e sfumature. E così, nella due giorni dell’Oca, il centro storico di Mirano diviene teatro di una vera e propria Fiera Dell’oca, una fiera del primo ‘900 che dal pomeriggio del sabato alla sera della domenica anima la centrale Piazza Martiri e le vie adiacenti, giù giù fino al bacino sul fiume Muson dove in passato attraccavano barconi carichi di ogni ben di dio provenienti dalle vicine Venezia e Padova. Un caleidoscopio di colori, suoni, sapori, profumi, una festa per i cinque sensi che travolgerà locali e “foresti”. Oltrepassando il portale di via Xx Settembre, il visitatore si ritroverà catapultato indietro di cent’anni: dalle bancarelle di legno con i grandi teli bianchi, all’osteria, ai numerosi figuranti in vestito d’epoca che si aggireranno con noncuranza per le strade e sotto i portici, tutto sarà fatto per riportare il visitatore alle atmosfere delle fiere paesane dell’inizio del secolo scorso. Ci saranno i carabinieri che controllano l´ordine; lo strillone che vende giornali; le maestrine che accompagnano le scolaresche tra i baracconi; le servette che sbirciano i tessuti e i cappellini in vendita, gli amici che si ritrovano all´osteria per un bicchiere e una cantata con la fisarmonica. Da non perdere la mostra di oche: meravigliosi esemplari di tutte le razze, tra cui anche quest’anno, come ormai da tradizione, il sabato pomeriggio verrà scelta la nuova Miss Oca. Uno spettacolo nello spettacolo è l’Ocaria, il mercato vero e proprio. Descriverlo è facile: provate a immaginare qualsiasi oggetto vi venga in mente, affiancatelo all’oca e… il “zogo” è fatto! Sui banchi di questo particolarissimo mercato, infatti, si può trovare veramente di tutto, come nella tradizione dei vecchi mercati paesani. E come nei vecchi mercati si passa di banco in banco, si tocca, si valuta, si compra, alla ricerca di cose semplici ma utili per la vita di tutti i giorni: dai canovacci ai grembiuli, dalle tovaglie ai piatti, dai bicchieri alle tazze, dalle magliette ai cappellini, dai manifesti alle cartoline. Tutto, naturalmente, marcato con l’effige del simpatico pennuto. Ovviamente, passeggiando di qua e di là è inevitabile prima o poi avvertire un certo languorino. D’altronde chi può resistere davanti alle leccornie offerte dai banchi gastronomici di patrie dell’oca come Mortara, Palmanova e, come si diceva poco fa, Sarlat? Dallo spek al prosciutto, dalle salsicce al foie gras, dal salame ai ciccioli al patè, lingua e palato si toglieranno le loro belle soddisfazioni. E se proprio non sapete resistere all’appetito, allora è davvero d’obbligo una tappa all’Osteria dell’Oca, luogo perfetto non solo per assaggiare qualche prelibatezza a base d’oca, ma anche incontrare vecchi e nuovi amici, scambiare due chiacchiere e brindare con un bicchiere di buon vino. In questo tourbillon non possiamo ovviamente dimenticarci del clou della due giorni, il Zogo della domenica pomeriggio. Tutti in piazza puntuali alle 15, quando, dopo la sfilata dei figuranti, le sei squadre del capoluogo e delle frazioni (Ballò, Campocroce, Scaltenigo, Vetrego, Zianigo) si sfideranno sull’ovale di Piazza Martiri lungo i 130 metri del Zogo De L’oca In Piazza. Spiegare il Zogo, le sue origini e le sue regole sembra quasi inutile, vista la celebrità raggiunta in pochi anni dalla manifestazione, grazie ai numerosi passaggi televisivi e agli articoli comparsi sulla stampa nazionale e internazionale. Facciamo solo un breve ripasso per i più distratti. Il Zogo nasce da una vecchia tradizione miranese, che voleva che la chiusura dell’anno agrario, l’11 novembre, venisse festeggiata proprio mangiando l’oca. Alla fine degli anni ’70 la tradizione venne ripresa dal Comitato de l’Oca, che nell’occasione ideò con il disegnatore Carlo Preti il Zogo de l’Oca de Miran, un gioco dell’oca che nelle 63 caselle riportava luoghi, monumenti, ville, personaggi, aspetti e momenti della storia e della tradizione del paese. Nel 1998 si pensò di riportare le caselle su 63 grandi tavole da 2 metri per 2, rialzate da terra di 80 centimetri, e di disporle attorno all’ovale della piazza, così da formare una passerella colorata lunga appunto 130 metri. Si chiamarono a giocare sei squadre, in rappresentanza di Mirano e delle sue cinque frazioni, ognuna delle quali composta da un capitano (per il lancio dei dadi), da un alfiere (per spostare la pedina) e da otto giocatori, che intervengono per superare le prove (dal tiro alla fune al taglio del tronco) richieste dalle caselle in cui la pedina va a finire. Era nato il Zogo de l’Oca in Piazza. Ogni anno lo spettacolo è unico, per via dei continui colpi di scena garantiti dalle particolari regole del Zogo, in un saliscendi di emozioni che coinvolge direttamente il pubblico, assiepato sulle tribune disposte a pochi metri dal campo di gara. Bastano pochi colpi di dadi particolarmente fortunati per ritrovarsi in testa. Ma basta un attimo di malasorte per finire nella casella della morte e ritrovarsi in un attimo alla casella numero uno. Chiedere per credere alla squadra di Zianigo, vincitrice dell’edizione 2009 dopo un gara tutta di retrovia e dopo aver visto una dopo l’altra le squadre che la precedevano cascare nei trabocchetti della sorte. Alla fine è stata comunque festa grande per tutti, anche perché Zianigo era rimasta l’unica squadra senza successi nella storia del Zogo. E ora che tutti possono vantare almeno una vittoria, la sfida si fa ancora più interessante. A proposito, gli amici di Sarlat potranno solo assistere e non partecipare alla gara. Passi il gemellaggio in nome dell’oca, ma se si parla di competizione non è davvero il caso di mettere Italia contro Francia  
   
   
INVERNO IN CARNIA: MERCATINI & PRESEPI  
 
Fra le vette innevate della Carnia, in Friuli Venezia Giulia, antiche tradizioni, folclore, buona tavola fanno da compagni a sci e sport invernali. A Sauris il 4, 5 e 8 dicembre si svolge il tradizionale Mercatino dell’Avvento, un mercatino speciale, fatto di cose semplici create con il cuore, che trasforma l’intera frazione di Sauris di Sopra in un incantevole “paese del Natale”: per tre giorni, sulle tradizionali bancarelle disposte fra rustici stavoli e antiche case in pietra e legno si potranno ammirare e acquistare i più tipici oggetti in legno, ferro battuto, paglia, ceramica, lana cotta e feltro dell’artigianato carnico (fra cui gli scarpets, le tradizionali pantofole in velluto con la suola ricavata dal copertone di biciclette), addobbi natalizi, sculture e giocattoli in legno, lavori a maglia, tante idee regalo e prodotti della gastronomia locale, come il prosciutto crudo leggermente affumicato per il quale Sauris è conosciuta dai gourmet, la birra di Sauris, le ricotte affumicate, i formaggi di malga, i mieli di montagna, i dolci natalizi. Cose semplici, realmente artigianali, che – lontano dall’omologazione e dalla standardizzazione- riportano indietro nel tempo, e fanno gustare il piacere del dono inconsueto ed unico. Musiche, piccoli spettacoli di artisti di strada, danze tradizionali, distribuzione di vin brulè e biscotti natalizi fanno da contorno alle bancarelle e contribuiscono a rendere festosa l’atmosfera. Il resto dell’incanto lo crea Sauris, con i suoi splendidi panorami, le architetture uniche, i capolavori d’arte custoditi nelle sue chiese, la sua eccellente cucina, l’ ospitalità di assoluto livello in piccoli hotel o nell’albergo diffuso. Pacchetto soggiorno (3 notti), con cena tipica, degustazione nei chioschi del Mercatino, visita al prosciuttificio e alla birreria, escursione nordic walking : in hotel a persona, mezza pensione 225€; in Albergo Diffuso da 205€ . Un evento tutto da gustare è quello che si tiene domenica 12 dicembre a Raveo, deliziosa località carnica che fa parte dei Borghi Autentici d’Italia: in occasione di Sapori di Carnia tutto il paese si mette all’opera per preparare prodotti conservati secondo antiche tradizioni e piatti gustosi dai sapori dimenticati. Accanto a loro, i piccoli produttori agroalimentari della Carnia espongono le loro merci. Il paese (chiuso al traffico) s’addobba a festa con frasche di pino, pannocchie, bacche di bosco e le semplici decorazioni con cui la gente di montagna usava abbellire la casa nei giorni di festa e diventa un unico, grande Mercatino, dove si acquistano e degustano marmellate pregiate (come quella di olivello spinoso prodotta proprio a Raveo), mele, sidro e succo di mela, miele, salumi affumicati, formaggi vaccini e caprini, ortaggi, brovada,senza dimenticare i distillati e le grappe (pregiata quella al radicchio di montagna).Il percorso gastronomico è particolarmente ricco e inusuale: la prima tappa è il Borc da Vedue (Borgo della Vedova), dove sin dal mattino viene proposta la colazione della nonna con la possibilità di degustare la polente e brume (polentina tenera accompagnata dalla panna scremata dal latte munto la sera precedente), crostes di polente tal lat (le croste della polenta ammollate nel latte caldo), lis frìtules di cavoce (le frittelle di zucca) e tante altre prelibatezze. Via via, l’itinerario del gusto si snoda nei borghi successivi, dove si possono assaggiare i piatti tipici della tradizione carnica: cjarsòns (sorta di ravioli dal ripieno in cui si mescolano dolce e salato, piatto-simbolo di queste montagne)gnocchi con le prugne o di zucca, frico croccante e tenero di patate, frittate con cipolla e salame, salame cotto nell’aceto, patate bollite servite con i ciccioli di lardo oppure accompagnate al formadi frant, ricotta affumicata o frante, fagioli saltati in padella con la pancetta, minestrone con i fagioli e, per finire, gubana e dolci, panna montata a mano sul momento, grappe e distillati di produzione casalinga. In programma, laboratori del gusto e degustazioni guidate. Pacchetto soggiorno (2 notti), con cena tipica e degustazioni nei chioschi del Mercatino, con pernottamento all’Albergo Diffuso di Ovaro € 155,00. A Sutrio, l’antico borgo carnico ai piedi dello Zoncolan famoso per la lavorazione del legno, dal 19 dicembre all’Epifania si possono ammirare decine di straordinari presepi allestiti nei cortili, accanto ai fogolar (i tipici caminetti carnici) e sotto i loggiati delle sue case più antiche e belle, in una sorta di percorso sacro tra le vie del paese, che per l’occasione sono addobbate con grandi alberi di Natale in legno da riciclo, realizzati dagli artigiani del paese. A realizzarne un buon numero sono stati artigiani di Sutrio e dei paesi della Carnia, ma molti provengono da altre regioni italiane (ad iniziare dall’Alto Adige) e straniere, fra cui la Slovenia,la vicina Carinzia, la Germania. A fare da cornice, rappresentazioni dei vari momenti della Natività con personaggi in costume, degustazione di specialità tradizionali, musica. Cuore di Borghi e Presepi è il Presepio di Teno, un´opera eseguita nel corso di ben 30 anni di lavoro da Gaudenzio Straulino (1905-1988), maestro artigiano di Sutrio. L’opera, che riproduce in miniatura gli usi e i costumi tradizionali del paese, animati con ingranaggi meccanici, regala uno straordinario spaccato etnografico sulle tradizioni, la vita, i lavori, le usanze della montagna carnica. Per vivere a pieno l’atmosfera natalizia, si può alloggiare a Borgo Soandri, l’accogliente albergo diffuso con le stanze (o meglio mini appartamenti con cucina arredati di tutto punto) ricavate dalla ristrutturazione di antiche case del paese. Pernottamento con prima colazione contadina, con prodotti carnici: 36€ . Pacchetti di 3 giorni (2 notti) B&b, con una cena tipica e una degustazione nei chioschi del Mercatino, ingresso al Presepe di Teno e visita guidata al Caseificio Alto But per conoscere da vicino come nascono il pregiato formaggio Latteria e le tipiche ricotte affumicate a € 130,00. Per informazioni: Carnia Welcome, tel. 0433 466220, e-mail: info@carniawelcome.It , www.Carnia.it    
   
   
MERANO: DALLE TERME AI MERCATINI - DAL 26 NOVEMBRE 2010  
 
Tante le proposte soggiorno delle strutture partner delle Terme Merano per vivere la magia del Natale. È uno dei momenti più attesi dell’inverno, una delle scene più suggestive ed emozionanti, quando le strade e i vicoli del centro si riempiono di bancarelle, l’aria profuma di bevande calde e biscotti appena sfornati e tutt’intorno brillano le luci e le decorazioni del Natale. Così si trasforma anche Merano, che a partire dal 26 novembre 2010 veste i colori del Natale e ospita il tradizionale mercatino. Anche le Terme Merano partecipano alla festa e contribuiscono a rendere tutti più buoni, con le piscine per il relax e i suggerimenti per i regali di Natale! Fuori la frenesia, dentro la pace - L’oasi del benessere è un vero punto di riferimento, anche nel mezzo delle feste quando tutti chiudono tranne le Terme Merano, anche nel mezzo della confusione dove tutti corrono per le ultime compere natalizie tranne alle Terme Merano. Le Terme sono lì, angolo di paradiso e di quiete, sempre aperte e accoglienti, benefiche e salutari, per regalare una pausa di relax e serenità. Immersi in una delle piscine coperte, tra le bollicine dell’idromassaggio o nel calore di una sauna, sarà comunque facile abbandonarsi al piacere, riscoprendo il lato “buono” del Natale! Idee per le strenne natalizie – Anche i regali di Natale alle Terme Merano si scelgono in piena tranquillità! Il negozio, all’interno del complesso, offre numerose idee originali. Alcune delle quali si ritrovano anche nel sito delle Terme Merano, www.Termemerano.it, nella sezione “Acquista ora”, per provvedere a tutto comodamente da casa. Lo Shop delle Terme è un vero e proprio negozio, anche se virtuale. Navigando si possono vedere i prodotti disponibili, leggerne le caratteristiche e vederne il packaging. La scelta va dalle carte valore per l’ingresso alle Terme, ai biglietti cumulativi e i buoni regalo di varie tipologie, fino ai numerosi buoni trattamento da dedicare alle persone care, a seconda delle loro esigenze. Se il Natale profuma di mela – Forse perché rappresentano una tipicità di Merano, forse per la dolce fragranza che sprigionano, i prodotti della linea di cosmetici naturali delle mele dell’Alto Adige figurano tra i doni preferiti. Creme viso e corpo, tonico, contorno occhi, latte detergente, emulsione, gel doccia e olio bagno: sono i prodotti che compongono la linea cosmetica alla mela, sviluppata in base ai più recenti principi naturali di bellezza. Gli elementi essenziali vengono estratti dalla mela e concentrati in prodotti assolutamente naturali, privi di minerali, conservanti, coloranti e ricchi di principi attivi vegetali. Particolarmente indicata anche per le pelli più sensibili, la linea cosmetica alla mela si prende cura delle barriere naturali dell’epidermide, rigenera, reidrata e dona nuova freschezza. Gli aromi naturali stimolano i sensi, mentre gli oli vegetali esercitano un’azione protettiva sulla pelle. Merano natalizia per grandi e piccini - Dopo una sosta rilassante alle Terme Merano, si è pronti per rituffarsi nella festa, a cominciare proprio da Piazza Terme che, come da tradizione, ospita la singolare pista di pattinaggio. E poi ancora il grande albero di Natale illuminato, il presepe e le simpatiche attrazioni per i bimbi, arricchiscono l’offerta per le famiglie del Natale in Piazza Terme. Proseguendo verso il centro, la festa continua con le bancarelle e le casette, le tante decorazioni e le prelibatezze gastronomiche tipiche altoatesine. Molte sono le proposte soggiorno delle strutture partner delle Terme Merano per vivere la magia del Natale, tra queste ad esempio quella dell’Hotel Westend*** che propone il pacchetto “Merano natalizia per grandi e piccini”. L’offerta comprende 7 notti con prima colazione, un giro in carrozza per Merano, una visita al Castello Principesco, sede storica dei principi di Tirolo, oggi ospita una collezione di strumenti musicali d’epoca; tre ore di relax alle Terme Merano tra piscine e saune. Il pacchetto è valido dal 26 novembre 2010 al 2 gennaio 2011, costo a partire da 437 euro a persona. Info: Terme Merano, www.Termemerano.it , tel. 0473.252000  
   
   
VIDEO E FOTO AMATORIALI RACCONTANO LA STORIA DI MILANO  
 
Dal 17 al 27 ottobre, al teatro Parenti, all’Arsenale e al Palazzo delle Stelline, è in programma il primo festival dedicato ai video amatoriali (super 8 e Vhs) sulla storia e le evoluzioni di Milano. L’iniziativa “Memoria Diffusa” è organizzata dall’Associazione Storie Digitali con il patrocinio dell’Assessorato al Turismo, Marketing territoriale e Identità del Comune, di Unesco e Regione Lombardia. Il festival prederà il via domenica 17 ottobre, in occasione dell’Home Movie Day (giornata mondiale dedicata alle pellicole amatoriali) e si concluderà il 27 ottobre, data stabilita dall’Unesco per valorizzare il patrimonio audiovisivo. “Questo primo festival rappresenta un nuovo modo di raccontare la storia e l’evoluzione della nostra città – ha detto l’assessore al Turismo, Marketing territoriale e Identità Alessandro Morelli -. Ogni milanese, grazie ai sui video, può diventare testimone dei cambiamenti di Milano, ritrovando, magari in vecchie scatole o in fondo ai cassetti, autentici frammenti di memoria che vanno tutelati e valorizzati perché ci aiutano a comprendere meglio la nostra identità”. Il festival è concepito come un´occasione per offrire a un pubblico di tutte le età, incontri, documentari, letture, spettacoli teatrali e racconti sul tema della memoria della città. A garanzia della qualità della proposta, è stato istituito un comitato scientifico composto da esperti di design, musica, fotografia, storia e comunicazione: ne fanno parte Walter Prati, Maria Luisa Galbiati, Cesare Colombo, Roberto Guerri, Maria Grazia Mattei e Luisa Morandini. Si inizia domenica 17 ottobre , al Teatro Franco Parenti, con un aperitivo filosofico che introdurrà il tema della memoria, mentre per i più piccoli saranno le lanterne magiche del collezionista Antonio Pignotti ad accompagnare fiabe raccontate da Sara Bertelà. Durante la giornata saranno proiettati filmati amatoriali portati da chi desidera condividerli; la raccolta di pellicole e fotografie (1900-1980) riguarderà sia Milano che il tema “Memoria del territorio agricolo e rurale”. Al Teatro Arsenale, Genius Loci, l´Arsenale dal passato al futuro. Mentre il 22 e 23 ottobre, sempre all’Arsenale, andrà in scena Memories design e Memories design live, installazione interattiva dedicata ai suoni di Milano (video e suoni dagli anni 50 ad oggi, a cura della Fondazione Mm&t). Domenica 24, al Teatro Parenti, dalle 10.30 alle 23.00, verrà proposta una rassegna di film e documentari realizzati con la tecnica del found-footage (utilizzando materiale d´archivio) su Brera bombardata, la storia del cabaret milanese e sulle vicende di quartieri storici come Bovisa, Garibaldi, Isola e Corvetto. Il festival si concluderà al Palazzo delle Stelline con un incontro in cui si discuterà di memoria audiovisiva in internet e del social network www.Storiedigitali.net/  dedicato alla condivisione di materiali amatoriali del ´900.  
   
   
PIZZALE: SAGRA DEL KIWI - DOMENICA 24 OTTOBRE  
 
A Pizzale si attende la festa del kiwi, in programma domenica 24 ottobre: un appuntamento voluto dalla Pro Loco, insieme al Comune e alle altre associazioni presenti sul territorio, e che ogni anno richiama migliaia di persone attorno al Palazzo Municipale e al Centro l’Ottagono, dove si svolge il clou della festa. “Tutto ruota attorno al kiwi, di cui a Pizzale esistono alcune piantagioni, nonostante sia chiaramente un frutto esotico – spiega il sindaco Sabina Rossi -. I volontari della Pro Loco preparano un risotto al kiwi davvero delizioso, ma in questa giornata si possono acquistare anche i prodotti tipici del territorio, come zucche, patate, peperoni..E poi arrivano decine di bancarelle (spazio gratuito ma va prenotato per tempo chiamando in Comune) con l’obiettivo di costruire un mercatino davvero originale lungo tutta la via principale del paese”. Oltre al sindaco, la presenza femminile a questa festa è garantita anche dalle infermiere volontarie della Croce Rossa di Voghera, che misureranno gratuitamente la pressione arteriosa a bordo di un’ambulanza; non mancheranno poi le contadinelle, graziose ragazze della zona vestite in costumi d’epoca da Luisa Dosseni, che sfileranno tra le bancarelle per dare un tocco di bellezza e di ritorno alle origini alla sagra. Da non dimenticare quest’anno anche l’inaugurazione della nuova biblioteca e una mostra fotografica allestita nella sala della giunta del Comune: si tratta di "Percorsi fotografici” di Domenico Palazzolo, con un reportage sul Chapas, in Messico, dal titolo “Come sta il tuo cuore oggi?”, e il viaggio interiore “Laforesta degli alberi cavi”. Al pomeriggio poi arriveranno i cori popolari, con i canti di osteria e la rievocazione delle tradizioni: di scena, tra gli altri, i gruppi “Colleri U’ Canta” e “Le Voci di Fego”, che faranno ascoltare i canti legati alla tradizione musicale dell’Altavalle Staffora. Seguirà, alle 16.30, “Fiabole”, spettacolo di immagini e parole con Ilaria Canobbio e Alessio Zanovello. Ulteriori informazioni: Associazione Porana Eventi c/o via Pirandello 20 27045 - Casteggio (Pv) Tel. 0383.804175 Fax 0383.803007 http://www.porana.it/   
   
   
PORTOGRUARO (GALLERIA AI MOLINI E DINTORNI, SEDE DEL PORTO DEI BENANDANTI, STUDIO ARKEMA, LANTERNA MUSICOCKTAILSNACKBAR): "ORCHESTRAZIONE 18. SOFFERENZE E PIACERI" (1707) – 16/23 OTTOBRE  
 
"Orchestrazione" diventa maggiorenne. Al via l´edizione numero 18 della fortunatissima manifestazione multi artistica tra i fiori all’occhiello dell’attività culturale dell’associazione Porto dei Benandanti di Portogruaro (Ve) e promossa assieme all´Amministrazione comunale della Città veneta. E´ oramai partito il conto alla rovescia per l´avvio dell´edizione numero diciotto, quella della maturità, seppur giovanile, dedicata quest´anno a "Sofferenze e piaceri". La ricca kermesse - che vede coinvolto un consolidato partenariat, oltre al Porto dei Benandanti ed al Comune di Portogruaro, si rinnovano le preziose collaborazioni con Multimediart e Cooperativa sociale Itaca - partirà infatti sabato 16 ottobre per concludersi domenica 24 ottobre. Così la Galleria ai Molini e suoi dintorni, la sede stessa del Porto dei Benandanti, lo Studio Arkema e la Lanterna musicocktailsnackbarla forniranno ai tanti ospiti e visitatori attesi assaggi di potenzialità espressive che compaiono in attimi e fuggono solo nella memoria visiva. Diciotto anni di sofferenze e di piaceri. Non sono tempi da dedicare a riflessioni ricorrenziali quelli attuali, diciotto anni non sono certamente la maggiore età per una manifestazione folkloristica e pop come le "Orchestrazioni" di Portogruaro. "Siamo sempre stati piccoli e arroganti, come si addice a degli adolescenti scavezzacollo e sbruffoni - affermano dal Porto dei Benandanti -, responsabili solo della nostra arte d´azione generosa. Sofferenze e piaceri, sempre, ad ogni calcio nel di dietro e ad ogni stretta di mano, con la giusta tensione positiva, sempre, e una lacrima strizzata appena, quale sia l´emozione provata o provocata" Il centro storico di Portogruarò diverrà così un palcoscenico naturale per le “orchestrazioni”, esperienze artistiche coordinate concentrate in brevi ambiti di tempo e spazio, con svariati e successivi eventi culturali, installazioni, esposizioni e performances. "Ecco, questo lo si dice da anni e funziona ancora così, per un cambio di rotta dovremmo solo immaginare che accada qualcosa di veramente dirompente - proseguono gli organizzatori - e che la società ci vomiti addosso il bene comune oramai dimenticato. A fine ottobre, noi coltiviamo sempre questo piccolo sogno per un mondo migliore da condividere con tutti voi". Il programma di sabato 16 ottobre prevede alle 18 Fulvia Spizzo “Pagine di musica iterativa”, mostra e presentazione libro a cura di Paola Bristot, presso studio Arkema; alle 19 inaugurazione mostra personale di Roberto Cantarutti, presso cocktail Bar La Lanterna; alle 21 presentazione Orchestrazione n.18 “piaceri e sofferenze”; alle 21.15 "Suoni Slegati", performance musicale; alle 22 Piccoli Viaggiatori in “Tutto Scorre”, performance teatrale; alle 22.30 "incastRimetrici Vol.2", a cura di Marco Borroni, presentazione libro; ore 20-24 Sabina Romanin, performance. Venerdì 22 ottobre alle 21 sarà la volta della rassegna video "Videodrome", mentre sabato 23 ottobre si parte alle 18.00 con Tamboleros, performance musicale; alle 18.45 “E adesso dove, spogliato delle ombre, dove?” Tullio Vietri, Gian Mario Villalta, Edizioni Liberinto, presentazione libro; alle 19.30 Microsolchi, performance musicale; alle 20 Nutri_menti; alle 21.25 Orchestrina Orchestrazione - “Stanno tutti dormendo“, performance musicale; alle 22 Lapin “In cuniculum” La Carmelina edizioni/linea bn, presentazione libro; alle 22.30 Denso “Plugged”, performance musicale; ore 20-24 Sabina Romanin, performance. Ricca anche quest´anno la sezione dedicata alle Esposizioni presso i Molini e dintorni, cui parteciperanno gli artisti: Alessandro Visentin, Catia Liani, Chiara Tesser, Elena Grimaz, Ennio Malisan, Federico Franzin, Flavio Di Nardo, Gaetano De Faveri, Giuliana Zigante, Liuba Giro, Lorenzo Vale, Luca Zaro, m+, Manuela Toselli, Marco Arreghini, Marco Ceccotto, Marisa Bidese, Maurogentile, Monica Ferro, Nicola Santellani, Pasotti Gianni, Renzo Cevro-vukovic, Roberto Cantarutti, Roberto Davide Valerio, Sandro Pellarin & Silvia Lepore, Simone Artico, Simone Santilli, Simone Simon Ostan, Stefania De Maria, Tizzi da Gorizzo, Tommaso Vidus Rosin, Valeria Boscariol. Info e contatti www.Orchestrazioni.splinder.com  339 3215592, 338 5683583, 338 3135999  
   
   
CASTIONE DI BRENTONICO: LA FESTA DELLA CASTAGNA ACCENDE L´AUTUNNO  
 
Turismo, enogastronomia, cura del territorio, ma soprattutto castagne. O meglio marroni. Tutto questo ed anche molto altro è la “Festa della castagna” di Castione (giunta alla 17ª edizione) che porterà nei giorni 23 e 24 ottobre migliaia di appassionati di questo frutto nel piccolo borgo sulle pendici settentrionali del Monte Baldo, accendendo i riflettori su questo lembo della Vallagarina. Molto denso il programma della manifestazione. Si comincia venerdì 22 con una convegno dal titolo “Castegneti, didattica e turismo per lo sviluppo della montagna” dove alcuni esperti a livello nazionale si confronteranno con queste tematiche coadiuvate da funzionari del ministero dell´agricoltura, cercando di sviluppare in particolare il tema del valore ambientale e turistico del castagneto. Presenti al convegno tra gli altri Alberto Manzo, dirigente del Ministero delle politiche agricole, Lorenzo Fazzi, presidente della Rete europea del Castagno, e l´assessore provinciale al turismo e all´agricoltura Tiziano Mellarini. In serata la premiazione del concorso “Castagne e vino”, il cui intendimento è quello di legare queste due eccellenze del territorio trentino in un indissolubile connubio di sapori. Venti le cantine che hanno partecipato quest´anno, con ben 50 vini in gara. Sabato 23 e domenica 24 spazio invece alle caldarroste, agli spettacoli di intrattenimento per bambini e adulti e alla musica che animerà il vasto tendone adibito all´assaggio delle specialità enogastronomiche locali. Da segnalare anche la possibilità di effettuare visite guidate al castagneto, paesaggio suggestivo e romantico, dove vengono ricavati i famosi marroni di Castione. Variante pregiata della castagna, questo frutto si differenzia da essa per la taglia più robusta, per la cicatrice rettangolare, per le striature su bordo e per la pelabilità più elevata oltre ad un più marcato apporto proteico. La produzione locale, 500 quintali circa l´anno (il 35% dell´intera produzione trentina) e l´elevata qualità di questo prodotto hanno fatto conoscere in tutta Europa questo angolo di Vallagarina, grazie anche all´impegno dell´Associazione “Tutela Marroni di Castione”. Fulvio Vilesi, presidente di questo sodalizio, ha spiegato questa mattina durante la conferenza stampa di presentazione della festa :«Il nostro impegno per la valorizzazione di questo prodotto è grande e la “Festa della castagna” è solo il culmine di una serie di iniziative distribuite in diversi periodi dell´anno. Con l´Associazione intendiamo elevare sempre di più il livello di qualità e di tracciabilità del prodotto, con un disciplinare che condividiamo con tutti i nostri associati e con una politica di trasparenza anche dei prezzi: i marroni di prima scelta li vendiamo quest´anno a 6 euro al chilo, mentre quelli di seconda scelta (minori solo da un punto di vista delle dimensioni, non delle qualità organolettiche) costano 4 euro. Un segno importante di serietà, visto che in questi giorni su tante bancarelle si trovano castagne di qualità inferiore vendute anche a 7 o 8 euro al chilogrammo». Complimenti per questo impegno sono giunti da Paolo Manfrini, direttore del settore Comunicazione di Trentino Spa, che collabora per l´organizzazione questa manifestazione: «Questa ricerca di standard qualitativi elevati è strategica – ha detto – perché significa attenzione per ciò che mangiamo e per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio, scelta molto cara anche alla Provincia che incentiva queste iniziative». Attenzione a queste tematiche e alle suggestioni del castagneto di Castione che tutti potranno ritrovare partecipando alla Festa, o, per chi non ci potesse andare, sintonizzandosi venerdì 15 ottobre su Rai 3 dalle 16.45 in poi sul programma Geo&geo, dove andrà in onda un ampio filmato su questa realtà, così singolare nonostante in Italia – e pochi lo sanno – il castagno sia la specie di alberi più diffusa di tutti, ben il 10% del totale su territorio nazionale. (rb) Per informazioni: www.Marronicastione.it    
   
   
MILANO: AL VIA LE CASTAGNATE IN CITTÀ PER VIVERE I QUARTIERI ALL’INSEGNA DELLA TRADIZIONE E DELLO SVAGO  
 
 Prendono il via sabato 16 ottobre, le castagnate nelle nove zone delle Città. Un’iniziativa aperta a tutti i cittadini, organizzata dall’Assessorato alle Aree Cittadine e Consigli di Zona, in collaborazione con le associazioni, i Consigli di Zona e le parrocchie presenti sul territorio. “Milano festeggia l’autunno in allegria – ha detto il Sindaco Letizia Moratti - animando i quartieri creando momenti di aggregazione rivolti a tutti i cittadini. Un impegno dell’amministrazione per far vivere la città con appuntamenti che sappiano coniugare tradizione e svago, divertimento per i bambini e le loro famiglie e scoperta dei prodotti tipici della stagione autunnale e non dimenticare l’origine agricola della nostra città”. Da domani a domenica 31 ottobre, nelle nove zone, si terranno 40 castagnate organizzate da 37 associazioni, grazie ai 23 quintali di castagne messi a disposizione dall’Assessorato alle Aree Cittadine e Consigli di Zona. “Le castagnate in Città – spiega l’assessore Mascaretti – realizzate con la partecipazione di 37 associazioni iscritte agli albi zonali, oratori e Cam – Centri di Aggregazione Multifunzionale, sono iniziative per coinvolgere e divertire i grandi e i bambini di tutti i quartieri e rendere l’atmosfera autunnale più piacevole e gioiosa. Vogliamo infatti promuovere una Milano sempre più attiva anche nelle periferie delle zone cittadine. Il coinvolgimento delle associazioni zonali e dei residenti, infatti, hanno un forte valore di presidio del territorio”.  
   
   
MONTALCINO: RIVIVE IL MEDIOEVO CON LA RIEVOCAZIONE STORICA DELLA “SAGRA DEL TORDO”  
 
Per due giorni, da sabato 30 a domenica 31 ottobre, il corteggio storico trecentesco, l’esibizione dei falconieri, banchetti e la spettacolare sfida tra gli arcieri dei quattro quartieri della città. A Montalcino ( Siena), sabato 30 a domenica 31 ottobre si potranno rivivere le atmosfere e le magie del Medioevo con la rievocazione storica della “Sagra del Tordo” arrivata alla 53° edizione. Una manifestazione organizzata dal Comune di Montalcino insieme ai quattro quartieri della città: Borghetto, Pianello, Ruga e Travaglio. Si tratta di un appuntamento atteso tutto l’anno da parte degli abitanti di questa città, famosa in tutto il mondo per il suo vino, il Brunello, e che trae le sue origini da un’antica tradizione della metà del Xiv° secolo. Un periodo in cui fiorirono le arti e le tradizioni cortesi tra le quali quella della caccia. I boschi nei dintorni di Montalcino erano infatti ricchi di selvaggina e nel periodo da agosto fino ad ottobre, quando più fitto è il passaggio degli uccelli migratori, ed in particolare del tordo, venivano battuti da cacciatori e falconieri. Le loro prede diventavano pietanze di banchetti festosi, giostre ai quali partecipavano sia i nobili che la gente del popolo, giostre e tornei. Da queste tradizioni traggono origine sia il “Torneo di Apertura delle Cacce” la prima domenica d’agosto, che la “Sagra del Tordo” che si svolge nell’ultimo fine settimana di ottobre con un programma ricco di appuntamenti nel segno della storia, del folklore e l’enogastronomia che culmina nella spettacolare gara con l’arco di domenica pomeriggio in cui si sfidano i quattro quartieri cittadini. Si comincia sabato mattina alle ore 11 con il ballo del “Trescone” nei tipici costumi della campagna toscana dell´Ottocento per le vie del centro storico di Montalcino. Alle 12 in piazza del Popolo si svolgerà il sorteggio degli arcieri che poi si sfideranno la domenica. Infatti ogni quartiere può presentare tre nomi di cui solo due però possono partecipare alla gara. Una volta composte le squadre nel pomeriggio ci sarà la “provaccia” di tiro dove ogni arciere si prepara per la gara. Domenica gli eventi cominciano alle ore 11 con il banditore che annuncia la festa e il corteo storico ( più di 150 figuranti con costumi che si ispirano a quelli di fine trecento - inizio quattrocento, studiati fin nei minimi particolari), che sfila per le strade e le piazze del centro storico addobbato di bandiere fino al sagrato della Chiesa di Sant’ Egidio dove si svolge la benedizione degli arcieri. Alle ore 12 il corteo entra all’interno della grande Fortezza trecentesca vero e proprio simbolo della storia di Montalcino, ultimo baluardo della Repubblica di Siena dal 1555 al 1559, dove gli squilli delle chiarine ed il suono dei tamburi accompagnano il saluto degli arcieri seguito da uno spettacolo di falconieri. Gli eventi della mattina si concludono con la presentazione del trofeo che andrà al quartiere vincitore. Nel pomeriggio alle ore 15 il corteo riprende alla volta del campo di tiro, costruito all´ombra dei bastioni della Fortezza, per l’emozionante e attesissima gara con l’arco tra i quattro quartieri. I due arcieri per squadra, a turno, devono colpire una sagoma di legno che raffigura un cinghiale nel susseguirsi di quattro serie nelle quali aumentano la distanza ed il punteggio. Vince il quartiere che, al termine della competizione totalizza con i suoi arcieri il maggior numero di punti. Come premio una freccia d’argento e il trofeo e iniziano i festeggiamenti che andranno avanti tutta la notte. Da sabato pomeriggio e per tutta la giornata di domenica, sono aperti gli stand gastronomici nell’area davanti alla Fortezza dove è possibile gustare le pietanze ed i prodotti tipici della Val d’Orcia: pappardelle al cinghiale, pinci al sugo, zuppa di fagioli, carni alla brace, tutto accompagnato dai famosi vini di Montalcino  
   
   
PARMA: FATTORIE APERTE… IN AUTUNNO  
 
Il 10, 17 e 24 ottobre la dodicesima edizione, per la prima volta non in primavera. 17 le aziende partecipanti nel Parmense Lo scenario è diverso dal solito: non la primavera, come sempre, ma i colori e i sapori dell’autunno. Ottobre anziché maggio per la dodicesima edizione di Fattorie aperte, che il 10, 17 e 24 ottobre coinvolge 17 aziende agricole e diverse altre realtà del nostro territorio. Tre domeniche per trascorrere una giornata diversa, alla scoperta della campagna e delle aziende agricole, in mezzo al verde, passeggiando nei campi, osservando da vicino gli animali e assaggiando i prodotti tipici delle nostre terre. La maggiore novità di questa dodicesima edizione, promossa come sempre dalla Regione in collaborazione con la Provincia, è proprio lo spostamento all’autunno: si avrà la possibilità di conoscere l’agricoltura parmense in una stagione ricca di colori, profumi e sapori, in un vero e proprio un viaggio alla scoperta delle aziende che, insieme ai parchi e ai musei del cibo, accoglieranno i visitatori. “Vogliamo far conoscere la terra, i suoi prodotti, il lavoro dell’uomo e tutto il mondo agricolo: un mondo che ha bisogno di essere apprezzato e sostenuto, tanto più in un momento difficile com’è l’attuale”, ha detto nella presentazione di oggi al Parma Point il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, che ha parlato di “un bel modo per valorizzare la tipicità e la vocazionalità delle nostre terre”. “In questa speciale edizione ottobrina – ha aggiunto - si potrà godere dei colori e dei sapori tipici dell’autunno: sarà una bella opportunità, l’opportunità di passare una domenica speciale”. Immutata l’idea di fondo: promuovere l’attenzione e il rispetto per la natura e per l’ambiente, far conoscere e valorizzare le aziende agricole, che sono sì luoghi di produzione ma anche sapienti custodi delle tradizioni del territorio, dei suoi “frutti” tipici e della preziosa biodiversità locale; l’agricoltura concorre infatti a creare un’economia che consente di sfruttare al meglio le risorse disponibili tutelandole e nel contempo conservandole per le generazioni future. Nel complesso, s’è detto, 17 le aziende agricole del Parmense che parteciperanno, ognuna contraddistinta da una particolare vocazione e specificità, dall’Appennino al Po. Come ogni anno la visita in azienda sarà arricchita dalle attività proposte dalle “eccellenze” dei dintorni delle Fattorie: i musei (tra cui il museo della civiltà contadina), i musei del cibo, che celebrano i nostri “monumenti gastronomici”, e i parchi, polmoni verdi della nostra provincia. “L’idea vuole essere proprio quella di un territorio che si muove – ha osservato Danila Fornaciari del Servizio Agricoltura della Provincia - perché solo unendo le forze si possono ottenere risultati apprezzabili”. “Noi partecipiamo da anni, anche perché essendo anche una Fattoria didattica siamo abituati a ricevere gente in azienda – ha spiegato Enrico Moschini dell’Azienda Agricola Colle Rio Stirpi di Salsomaggiore Terme -. L’obiettivo più importante, per noi, è farci conoscere: far conoscere i nostri prodotti e la loro genuinità; mostrare che ci sono persone che s’impegnano per salvaguardare la biodiversità e mantenere in vita varietà che altrimenti rischierebbero di scomparire”. “Noi abbiamo scelto di aderire – ha detto Saverio Delsante dell’Azienda Agricola Delsante Elvezio di Parma - per far conoscere il lavoro dell’agricoltore, soprattutto ai giovani: anche perché forse molti giovani non sanno bene che cose vuol dire essere agricoltore. Da Fattorie aperte mi aspetto che il visitatore torni a casa consapevole del valore dell’agricoltura, e di abitare in una provincia di cui anche per l’agricoltura e i suoi prodotti può andare orgoglioso”. Tra le realtà coinvolte, come sempre, anche l’Azienda agraria sperimentale Stuard, che offrirà l’occasione ad aziende della montagna di far conoscere la propria attività e i propri prodotti, e l’Istituto agrario Bocchialini, che con il personale della sua azienda agricola sarà a disposizione per mostrare la propria attività per la tutela biodiversità. Le informazioni relative alle aziende e il programma delle giornate sono on line: www.Agri.parma.it  http://www.Ermesagricoltura.it/la-pagina-del-consumatore/fattorie-aperte  
   
   
SAPORI RIVIERASCHI - LA RASSEGNA GASTRONOMICA UN PO DI GUSTO TORNA SULLE RIVE DEL GRANDE FIUME DAL 15 OTTOBRE ALL’8 DICEMBRE 2010  
 
Una terra generosa e ricca, che celebra la sua gastronomia rendendo omaggio a quel fiume che le ha consentito di diventarlo. E’ il lembo di pianura padana che si trova al limite occidentale, la Bassa piacentina, ad accendersi per Un Po di Gusto. Dal 15 ottobre all’8 dicembre 2010 si svolge la Quarta Rassegna Gastronomica del Po, un ideale viaggio che attraverso osterie, trattorie, ristoranti e aziende agricole conduce alla (ri)scoperta della tradizione culinaria e delle specialità tipiche del territorio. Quattordici ristoranti, i sette comuni che fanno parte della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina, propongono per quasi due mesi la degustazione di oltre cento piatti! Le prelibatezze sono suddivise in 28 menu a prezzo fisso, compresi tra i 25 e i 35 euro, con bevande incluse. Un Po di Gusto è l’idea per una cena con gli amici, un pranzo in famiglia, un appuntamento romantico all’insegna del buon cibo tradizionale. I classici piacentini sono i protagonisti sulla tavola, primi tra tutti la coppa, la pancetta e il salame Dop, il formaggio padano, seguiti da must come pisarei e fasò, tortelli di ricotta e spinaci, stracotti, culatello, mariola, fritto d’acqua dolce, anguilla in umido, la torta sbrisolona, la mostarda di fichi… e tante altre ghiottonerie. La caratteristica comune è che ogni menu è completo, e composto dall’antipasto al dolce unicamente con prodotti provenienti da aziende del territorio. Sapori genuini, che derivano da una millenaria tradizione di attenzione e gusto per la tavola e il cibo, e che si espongono in un ideale buffet che mescola fiume e terra, raffinatezze e piatti contadini. L’evento, che quest’anno si allunga fino a coprire una cinquantina di giorni golosi, è organizzato in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Provincia di Piacenza. “Con un Po di Gusto – sottolinea Maurizio Parma, assessore al Turismo della provincia di Piacenza e presidente della Strada del Po – l’Associazione intende rafforzare l’immagine di un prodotto all’avanguardia per quanto riguarda la qualità dell’offerta, e che è in grado di conquistare spazi rilevanti nell’ambito del moderno mercato turistico. La rassegna gastronomica è ideale per soddisfare la sensibilità con la quale il turista-viaggiatore odierno si accosta a realtà e tradizioni diverse dalle proprie”. Solo qualche dato per dare la dimensione dell’evento: l’itinerario della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina misura nel suo complesso circa 80 km, si sviluppa in una cornice di borgate dall’impianto urbanistico lineare e geometrico e riunisce 52 tra soci pubblici (la Provincia di Piacenza, la Camera di Commercio di Piacenza insieme ai Comuni di Besenzone, Caorso, Castelvetro Piacentino, Cortemaggiore, Monticelli d’Ongina, San Pietro in Cerro, Villanova sull’Arda) e privati (aziende agricole, ristoranti, agriturismi, salumifici, caseifici, musei, castelli, botteghe del tipico, associazioni di categoria). Per informazioni: Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina c/o Cts Via Campo Sportivo Vecchio 8 - 29122 Piacenza Tel . +39.0523.716968 Fax + 39.0523.462990 E-mail: piacenza@cts.It   
   
   
FRUTTI “DIMENTICATI”, TARTUFO, LAMBRUSCO E DELIZIE PIACENTINE NEL TERZO FINE SETTIMANA DI OTTOBRE DEL WINE FOOD FESTIVAL TRA EMILIA E ROMAGNA  
 
Tanti nuovi appuntamenti tra Emilia e Romagna per il terzo weekend ottombrino del calendario enogastronomico regionale, con i frutti “dimenticati” di Casola Valsenio (Ra), il tartufo nero di Fragno a Calestano (Pr), e quello bianco a Dovadola (Fc) e Bondeno (Fe), il Lambrusco a Correggio (Re) e i sapori tipici della bassa piacentina tra Caorso e Cortemaggiore con “Un Po di gusto” – Proseguono gli appuntamenti con la Sagra del Tartufo Bianco a Sant’agata Feltria, nel riminese, e “Tartufesta” a Monzuno, Pianoro e San Benedetto Val di Sambro (Bo), la Sagra del Marrone a Castel del Rio (Bo) e la Festa della Castagna a Tiedoli (Pr), la Salamina da Sugo a Madonna Boschi (Fe) e le eccellenze enogastronomiche modenesi a Carpi con “Tipici Dop in Festa” - Info, programmi e pacchetti sul sito www.Winefoodfestival.it Ci sono gli antichi sapori della terra nel terzo fine settimana di ottobre del Wine Food Festival. Quelli dei frutti “dimenticati” dell’omonima Sagra di Casola Valsenio, nel ravennate, che offre una suggestiva sfilata di nespole, azzeruole, sorbe, corbezzoli, corniole, mele cotogne e pere volpine, e dei prodotti da esse ricavate, ma anche quelli del tartufo nero di Fragno a Calestano, nel parmense, e di quello bianco di Dovadola (Fc) e Bondeno (Fe), senza dimenticare lo spumeggiante nettare ricavato dalle uve Lambrusco, cui si rende omaggio a Correggio, nel reggiano, con il “Raccontavino”. Spazio anche alla ricca tavola della bassa piacentina, con i “pisarei e fasò”, gli stracotti, il fritto d’acqua dolce, la torta sbrisolona, proposti per quasi due mesi nell’ambito di “Un Po di gusto” dai ristoratori di sette comuni della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina. Proseguono anche nel weekend gli appuntamenti con la Sagra del Tartufo Bianco a Sant’agata Feltria, nel riminese, e “Tartufesta” sull’appennino bolognese, la Sagra del Marrone a Castel del Rio (Bo) e la Festa della Castagna a Tiedoli (Pr), la Salamina da Sugo a Madonna Boschi (Fe) e la passerelle delle eccellenze enogastronomiche modenesi a Carpi, con “Tipici Dop in Festa”. Tutti i programmi degli appuntamenti sono consultabili su www.Winefoodfestival.it, dove si può trovare anche l’elenco dei pacchetti soggiorno creati appositamente per permettere ai turisti di godersi al meglio gli eventi, andando contemporaneamente alla scoperta delle eccellenze turistiche dell’Emilia Romagna. A Casola Valsenio “archeologia frutticola” con la Sagra dei Frutti Dimenticati E’ giunto alla 20a edizione il tradizionale appuntamento della località romagnola con la festa dedicata alla riscoperta degli antichi sapori dimenticati, ai prodotti d’autunno e a quei frutti di cui si è perso l´uso. Sabato 16 e domenica 17 gli agricoltori casolani esporranno i frutti autunnali, raccolti da antiche piante: nespole, azzeruole, sorbe, avellane, castagne, corbezzoli, corniole, noci, melagrane, mele della rosa, cotogne, pere volpine e tutti gli altri piccoli frutti autunnali, consumati in passato dalla popolazione contadina della collina e di cui ancora si ha memoria. Nel corso della festa saranno premiati la confettura di marmellata più gustosa, la miglior produzione di antichi liquori e la bancarella più estrosa, mentre uno stand gastronomico offrirà specialità autunnali. I ristoratori casolani prepareranno, per l´occasione, piatti a base di frutti dimenticati. Calestano, Dovadola, Bondeno, Sant’agata Feltria, Bologna: a tutto tartufo Tanti gli appuntamenti del weekend 16-17 ottobre dedicati al tartufo e alle sue diverse varietà. A Calestano (Pr) si apre, il 17 ottobre, la prima delle sei domeniche della Xxa Fiera del Tartufo Nero di Fragno, tra visite guidate in tartufaia, esposizione e vendita di tartufo e prodotti tipici e specialità gastronomiche al tartufo nei ristoranti locali. Sempre domenica si terrà la “Tartufo Trail Running” (partenza Piazza Europa, ore 8.00) originale gara podistica sulla distanza di 50 e 28 km attraverso i luoghi dove nasce il Tartufo Nero di Fragno. Tartufo, ma questa volta della varietà bianco, anche alla Sagra del Tartufo di Dovadola, nel forlivese, dove domenica 17 si potranno gustare tagliatelle, polenta, crostini, panzerotti e uova al tartufo, ma non mancheranno ovviamente piadina, salsiccia e Sangiovese. Le tre varietà di tartufo presenti nel territorio di Bondeno (Fe), ovvero il bianco pregiato, il nero liscio e l’“invernale”, saranno in esposizione, da venerdì 15 a domenica 17, al Centro Fiera Bondeno, dove si potranno anche assaporare le tipiche ricette della cucina ferrarese tutte declinate a base di tartufo. Infine a Sant’agata Feltria e a Monzuno, Pianoro e San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino Bolognese, proseguono rispettivamente gli appuntamenti con la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato e “Tartufesta”. Lambrusco in festa a Correggio con il “Raccontavino”. Non è casuale che Correggio dedichi due giorni di festa al rosso spumeggiante che anche il grande mondo dell’enologia sta dimostrando di cominciare ad apprezzare. La cittadina vanta la maggior superficie vitivinicola della provincia reggiana, la maggior densità di vigneti e la più alta produzione complessiva di vino. Oltre all’esposizione e degustazione delle produzioni locali di Lambrusco, agli stand di prodotti tipici e lavorazione di sughi, saba e “savor” e a un vasto programma di esposizioni, spettacoli e mostre d´arte, durante la festa si potrà assistere, domenica 17, a tutte le fasi di lavorazione del maiale secondo l’antichissima arte norcina. Per l’occasione Correggio esibirà tutta la sua grande tradizione museale e architettonica, aprendo le collezioni e ospitando eventi culturali di prestigio. Sapori piacentini in passerella, con “Un Po di gusto”. Per una volta lontani dall’atmosfera vociante e talvolta confusionaria delle sagre paesane, comodamente seduti al ristorante, per quasi due mesi gli appassionati di enogastronomia avranno l’opportunità di assaporare, in 14 ristoranti della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina, il meglio della tradizione culinaria locale. E’ “un Po di gusto”, rassegna gastronomica dedicata alla tavola piacentina e ai suoi must, dai tre salumi Dop della provincia, ai pisarei e faso, dai tortelli di ricotta e spinaci, agli stracotti, senza dimenticare le divagazioni che si rifanno alle tradizioni della Bassa Piacentina, come il culatello, il fritto d´acqua dolce, l´anguilla in umido con piselli e polenta, la mariola, la torta sbrisolona, la mostarda di fichi e tantissimi altri  
   
   
LUNANO: FESTA DELLA CASTAGNA - 15, 16 E 17 OTTOBRE  
 
Arriva la 39° edizione, con un programma di attività che nobiliterà il Gusto e lo Spirito. La Festa della castagna di Lunano si svolge ormai dagli inizi degli anni ´70 , da quando tutta la popolazione inizia ad organizzare una manifestazione per valorizzare le castagne prelibate del Monte della Croce. Quest´anno, in collaborazione con «I Luoghi Del Gusto e dello Spirito», la sagra gastronomica si svolge dal 15 al 17 ottobre, con lo scopo di far assaporare agli ospiti l´eccezionale qualità delle castagne con cui vengono preparati deliziosi dolci secondo le antiche ricette, ma anche di far conoscere ed apprezzare il territorio che alla fasta fa da sfondo. Per la popolazione del piccolo borgo marchigiano é l´avvenimento festaiolo più rilevante dell’anno. Le castagne sono il fulcro delle degustazioni e della vendita di prodotti, mentre stand gastronomici di varia natura ed iniziative d´intrattenimento saranno di degno contorno. Durante la manifestazione si potranno assaggiare infatti marmellate e dolci preparati con le castagne, nonché caldarroste accompagnate dal buon vino. Per il pranzo e la cena la prologo locale allestirà degli stand dove si potranno gustare tipiche prelibatezze della cucina tradizionale montefeltrina polenta con i funghi, tagliatelle e polenta al cinghiale. Dalla mattina alla sera lo staff de I Luoghi del Gusto e dello Spirito proporrà attività ludiche e formative alla scoperta del territorio. A contorno a questo appuntamento troveremo l´esposizione di lavori artigianli, l´esibizione di artisti di strada, e tanta buona musica . I Luoghi del Gusto e dello Spirito: il programma Venerdì 15 ottobre Dalle 20:30: Nel Centro Storico osservazione astronomica con telescopio professionale Sabato 16 ottobre Ore 9:00: Passeggiata naturalistica lungo i sentieri del Beato Lando a Lunano Ore 15:00: Visita guidata al Castello dei Conti Oliva e al Museo della Civiltà Contadina di Piandimeleto Ore 20:00: Cena negli stand allestiti dalla Pro Loco di Lunano Domenica 17 ottobre Ore 9:00: Passeggiata nel bosco in compagnia del tartufaio e del suo fedele amico cane. Pranzo libero all´interno della Festa della Castagna di Lunano Lunano, luogo del gusto e dello spirito Lunano è uno dei borghi della Comunità Montana del Montefeltro, distante circa 41 km da Urbino. In particolare, per rimanere in tema di prodotti autunnali, a soli 4 km da Lunano si incontra Piandimeleto, sede del “Museo del Fungo”, custode di circa 200 calchi in gesso delle specie più comuni delle foreste locali. “I luoghi del gusto e dello spirito” sono: Idee di viaggio lungo scenari suggestivi nell’antico ducato del Montefeltro. Undici Comuni uniti insieme nel proporre l’arte del bello e del buono dei propri suggestivi luoghi, in un denso programma di iniziative da giugno a dicembre 2010. Ogni itinerario è diverso dagli altri. La professionalità di guide culturali e naturalistiche conduce alla scoperta di paesaggi incredibili, , opere d’arte, di borghi recuperati o abbandonati, di luoghi stravaganti e misteriosi, di sapori e prodotti della nostra Terra; “I Luoghi del Gusto e dello Spirito”: il gusto dell’accoglienza, nel Montefeltro, è per noi uno stile di vita! info:345/1076284, coop.Ilcerchio@libero.it , www.Iluoghidelgustoedellospirito.it   
   
   
CARMIGNANO: UN WEEK END ALLA RISCOPERTA DEGLI ANTICHI SAPORI CON “BENVENUTO FICO SECCO”  
 
Da sabato 16 a domenica 17 ottobre inizia la vendita ufficiale di questo prodotto tipico per la produzione 2010. Tra gli eventi degustazioni e il concorso di ricette. Incontri, laboratori, degustazioni e un concorso di ricette. Sono questi gli appuntamenti della manifestazione “Benvenuto fico secco”, la rassegna dedicata a questo prodotto tipico che si svolgerà tra sabato 16 e domenica 17 ottobre a Carmignano ( Prato), organizzata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’Associazione produttori fichi secchi di Carmignano, che si svolgerà nelle ex Cantine Niccolini. Si tratta dell’apertura ufficiale della vendita e promozione per quanto riguarda la produzione 2010 di questo frutto coltivato e preparato secondo le antiche tradizioni e che rappresenta uno dei prodotti più famosi di Carmignano insieme al vino. Questo frutto è stato per millenni alla base dell’alimentazione contadina come prodotto secco. In questo modo si prolungava il suo consumo per tutto l’inverno fino alla primavera successiva. Oggi a Carmignano, tra i comuni fondatori della rete “Ficusnet”, la rete mediterranea che riunisce le città del fico, vengono prodotti, nelle 15 aziende agricole che fanno parte dell’Associazione, circa 10 – 12 quintali di fichi secchi dal tipico sapore dolce e pastoso e molto ricercati dai buongustai. I fichi freschi sono raccolti a fine estate sulle circa 1800 piante della specie “dottato”, la qualità migliore e più diffusa. Viene poi tagliato e messo ad essiccare al sole su stuoie detti “canniccioni” per 4 o 5 giorni e dopo tra i 30 e i 40 giorni all’interno di ambienti asciutti sottoposti al fumo di zolfo che imbianchisce la buccia. Dopo In questo periodo si forma un velo di zucchero in superficie (la cosiddetta gruma). Raggiunta la completa essiccazione, i fichi secchi, aperti, sono sovrapposti per formare le cosiddette “picce” dalla caratteristica forma a otto. In mezzo a ogni coppia di fichi si aggiungono alcuni semi di anice per dare un sapore ancora più caratteristico. Il programma della manifestazione prevede sabato 16 ottobre dalle 15 alle 19 nelle ex Cantine Niccolini in piazza Matteotti a Carmignano, l’apertura ufficiale della manifestazione con la vendita dei fichi secchi negli stand organizzati dall’Associazione Produttori fichi secchi. Alle ore 16 nella sala consiliare del Comune in piazza V. Emanuele Ii si svolgerà un incontro dal titolo “ Come di preparano le picce?” con un laboratorio sulla preparazione dei fichi con degustazione. Alle 17.30 presentazione del libro “Polvere di terra rossa” di Ivana Madaghiele e seguire la proiezione del filmato “La terra del fico” realizzato dall’Associazione culturale Aeneis 200 di San Michele Salentino (Brindisi). Per tutta la durata della manifestazione nelle ex Cantine Niccolini si potrà anche ammirare la mostra fotografica “Frutti di fichi” a cura di Claudio Lorenzi, Vivaio Cultiva di Pescia. Domenica 17 ottobre dalle 10 apertura degli stand alle Cantine ex Niccolini e alle 15 nella sala consiliare si svolgerà il laboratorio con degustazione dal titolo” Il fico secco nelle ricette del Medioevo e del rinascimento” organizzato dall’Associazione culturale Historiaedita. Infine alle 16 “A tavola con i fichi secchi”, la presentazione delle ricette e premiazione dei vincitori del concorso per cuochi non professionisti organizzato per valorizzare le ricette a base di fichi secchi. “Un prodotto che rappresenta la nostra cultura e le nostre radici contadine più autentiche – ha detto il sindaco di Carmignano Doriano Cirri – e oggi riconosciuto dallo Slow Food come presidio di qualità da salvaguardare e valorizzare. Una volta la frase “fare le nozze con i fichi secchi” era sinonimo di povertà, ma oggi Carmignano con i fichi secchi che vengono prodotti, ho il piacere di smentire questo detto popolare”. Per info: ufficio promozione tel.055.8750231, www.Comune.carmignano.po.it    
   
   
APPIGNANO DI MACERATA: LEGUMINARIA 2010 - 15, 16 E 17 OTTOBRE  
 
Legumi, vino, ceramiche: chi non conosce Leguminaria, la rassegna che riscopre e valorizza le produzioni di qualità da reintrodurre nel mercato e nella gastronomia locale. Ancor più ricca, quest´anno, grazie al “tocco” degli oli monovarietali delle Marche, a cura dell´Assam, ad impreziosire i piatti poveri della cucina marchigiana. Un sodalizio - protagonista del convegno di apertura, venerdì 15 ottobre alle 18 in Comune - incoraggiato dalla Provincia di Macerata per qualificare ulteriormente le manifestazioni che aderiscono al Sistema provinciale Macerata Fiera Diffusa e nell´ambito del nuovo progetto itinerante ...Assaggi di Raci. Sapori d´altri tempi che, nelle osterie delle eccellenze appignanesi allestite in centro storico dalla Pro Loco, i visitatori potranno gustare venerdì 15 e sabato 16 ottobre a cena, dalle 19, e domenica 17 ottobre anche a pranzo: ceci, fagioli, lenticchie serviti nelle ciotole di terracotta realizzate dai Maestri Vasai Appignanesi - che i commensali portano a casa con sé a fine pasto - e accompagnati dal Rosso Piceno di Villa Forano. E ancora, assaggi di roveja e fagiolo Solfì, mostre e mercatini, spettacoli, dimostrazioni dell´arte della ceramica a cura della Scuola comunale, fino ad arrivare nella piazza della biodiversità con la consegna dei diplomi ai contadini custodi, individuati dall´Assam, degli ecotipi di fagiolo Solfì, cece Quercia e roveja Monocromatica originari di Appignano, recuperati e mantenuti in purezza grazie ad un programma di ricerca finanziato dalla Regione Marche. Ci crede la Regione e bene ha fatto a scommettere su Leguminaria: edizione dopo edizione – questa è l´ottava - la manifestazione promossa dal Comune di Appignano continua a crescere, anche nei numeri, pur senza perdere di vista quella qualità che la fa fregiare, quest´anno, del patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole. Info: www.Leguminaria.it Venerdì 15 ottobre ore 18.00: sala eventi del Comune di Appignano Incontro “Legumi ed olio extra vergine di oliva monovarietale: due eccellenze del nostro territorio da sposare a tavola” ne parliamo con: Valentino Ferrari, direttore Cra-ora Orticoltura di Monsampolo del Tronto (Ap); Barbara Alfei, Assam Marche; i Cuochi dell´Istituto Alberghiero di Cingoli dalle ore 19: inaugurazione e apertura delle cantine Musica e spettacoli ore 21.30: Orchestra de u Portu de Pignà ore 22.30: Lando&dino Sabato 16 ottobre ore 18.00: inaugurazione Terracotta Urban Art dalle ore 19: apertura delle cantine Musica e spettacoli ore 21.30: Orchestra de u Portu de Pignà ore 22.30: Vincanto Domenica 18 ottobre ore 10.00: apertura mercatini bio e mostra degli antichi mestieri ore 11.00: Banda Musicale Rimini Mobili Città di Appignano ore 12.00: Piazza della biodiversità: consegna dei diplomi ai contadini custodi dell´Associazione “I Legumi di Appignano” dalle ore 12: apertura delle cantine Musica e spettacoli I Clown del Baule dei sogni Stornellatori Gli Indimenticabili Maghi dalle ore 19: apertura delle cantine Musica e spettacoli Talk Radio di Piero & Ettore dove si mangia... Le Osterie del centro storico “Osteria del Bellente”, “La cantina de Forano”, “La loggia del Re”, “Un mondo di verde”, “Osteria de Peppe de Birtina” , “Taverna de u Portu de Pignà”, “Caffè di Lando&dino” Leguminaria e un successo che si rinnova Un successo che si rinnova di anno in anno, anche nei numeri, pur senza perdere di vista quella qualità, quella peculiarità delle produzioni che la fanno annoverare fra gli eventi più conosciuti dell´autunno marchigiano. Leguminaria cresce e si qualifica. Se l´edizione 2009 ha registrato il tutto esaurito, con il doppio dei turisti e mille pasti in più serviti rispetto al 2008, ciò significa che non sono più soltanto le grandi città d’arte ad attrarre il visitatore, ma anche quei territori che gli permettono di assaporare il piacere del Made in Italy, soprattutto in campo enogastronomico. Una bella soddisfazione per gli organizzatori, le Associazioni di Appignano e, soprattutto, per i quasi 200 volontari - giovani e meno giovani – impegnati nella manifestazione, in una tre giorni “no stop” all´insegna della buona tradizione. Anche le “vergare” danno il loro contributo (l´anno scorso hanno cucinato oltre tre quintali di lenticchie condite con la salsiccia) mentre ai ceci ed ai fagioli (sette quintali circa, tutti coltivati ad Appignano) pensano gli impareggiabili cuochi dell’Avis. Sempre apprezzatissimi gli assaggi di roveja, serviti dal ristorante Il Villino di Treia, accompagnati dal Rosso Piceno dell’Azienda Agricola Villa Forano. In un’atmosfera d’altri tempi, nelle osterie allestite per le vie del centro storico dalla Pro Loco (“Osteria del Bellente”, “La cantina de Forano”, “La loggia del Re”, “Un mondo di verde”, “Osteria de Peppe de Birtina”, “Taverna de u Portu de Pignà”, “Caffè di Lando&dino”), musicanti e cantastorie allietano i commensali che giungono da diverse località delle Marche e da ogni angolo d´Italia persino con i camper. E già i Maestri Vasai sono all’opera al tornio, per realizzare le ciotole ed i bicchieri destinati alla prossima Leguminaria. Leguminaria e il territorio Valorizzare le peculiarità ambientali delle zone agricole di Appignano, per incrementare le coltivazioni biologiche e di qualità e dare, nel contempo, più forza al progetto Leguminaria: da rassegna a modello anticrisi. L’amministrazione comunale lancia, in via sperimentale, un Piano agricolo fondato sui principi di biodiversità e competitività e sui criteri del Programma di sviluppo rurale delle Marche 2007-2013. Del resto Appignano, Comune Bandiera Verde Agricoltura, è da tempo impegnato a recuperare, nell´ambito della cultura contadina, gli ecotipi dei suoi caratteristici legumi, anche alla luce del programma di ricerca scientifica condotto dal Centro di Monsampolo del Tronto (Ap) e finanziato dal servizio Internazionalizzazione, Cultura, Turismo e Commercio della Regione Marche. Un programma da cui è scaturita nel 2009, nel corso di un convegno, la consegna dei semi in purezza agli agricoltori custodi individuati dall´Assam. Ma per disciplinare produzione e marchio, ottenendo il riconoscimento Igp o Dop, c´è bisogno di qualcosa di più. Ecco perché nasce, grazie al Comune che ne è socio fondatore, l´Associazione “I Legumi di Appignano”, per la promozione e la conservazione del cece Quercia, del fagiolo Solfì e della roveja Monocromatica. Un passaggio importante per dare ulteriore slancio al progetto della commercializzazione dei legumi e della valorizzazione di tutto il territorio di Appignano e delle sue tipicità, incluse le produzioni artigiane in terracotta, nonché nuovo impulso al turismo. Leguminaria e la ceramica Protagoniste indiscusse di Leguminaria le terrecotte dei Maestri Vasai Appignanesi, che nel 2008 hanno celebrato il Cinquecentario della loro attività e grazie ai quali oggi Appignano è conosciuto in Italia come Centro della Ceramica. Una tradizione da valorizzare e tramandare. “Fare sistema”, mettendo in rete in un unico circuito, differenziati per tipologia, i musei e le iniziative sulla ceramica. È questo lo scopo dell’Associazione “Marche Ceramiche”, costituita dal Comune di Appignano con le città di Pesaro, Urbania, Fratte Rosa, Montottone e Ascoli. È infatti solo attraverso una catalogazione, una ricerca storica delle tipologie realizzative e delle tecnologie che è possibile mantenere quelle peculiarità, quella qualità delle produzioni da reintrodurre nel mercato, per promuovere, mantenendola viva, la tradizione artistica delle ceramiche del territorio marchigiano, decorate e d’uso (terrecotte). Fondamentale, ad Appignano, per far conoscere e tramandare le arti legate alla terracotta è stata la Scuola di Ceramica, istituita nel 2006 dall’Amministrazione comunale, i cui allievi si sono resi protagonisti, quest´anno, alla kermesse umbra “I Primi d´Italia”. Per dare ancora più forza al progetto, nel maggio 2008 si è costituita l’Associazione “Scuola di Ceramica Maestri Vasai Appignanesi - M.a.v.”, guidata dal presidente Anna Gagliardini, che gestisce la Scuola comunale ed i corsi di formazione sull’apprendimento di tecniche specifiche e sulla tecnologia dei materiali, basandosi sul contributo volontario dei soci. L’obiettivo è di dibattere i problemi gestionali, tecnici e scientifici del settore, per promuovere e migliorare le iniziative a sostegno della tradizione ceramista, dando vita, se possibile, ad un Museo della ceramica appignanese. Leguminaria e i piatti “poveri” della cucina marchigiana In realtà si tratta di piatti sostanziosi, dagli indiscutibili benefici nutritivi. In passato si preparavano in abbondanza: quello che rimaneva si mangiava la mattina successiva a colazione, prima di andare a lavorare nei campi. Come altri piatti, anche questi venivano cotti nelle pigne di coccio, visto che il camino e il fuoco a legna erano l’unica fonte di calore. Il cibo così preparato aveva un sapore eccezionale, anche perché cuoceva molto lentamente e gli aromi non evaporavano. Ancora oggi Leguminaria propone i suoi piatti serviti nelle tradizionali ciotole di terracotta realizzate dai Maestri Vasai, che i commensali portano a casa con sé, insieme al bicchiere, a fine pasto: ceci, fagioli, lenticchie, assaggi di roveja, innaffiati dal Rosso Piceno dell’Azienda Agricola Villa Forano. La Roveja (Pisum Arvense), piccolo legume simile al pisello, era conosciuta più che altro come erba infestante. Usata nei secoli passati per sostenere l’alimentazione dei pastori insieme ad altri legumi poveri come lenticchie, cicerchie e fave, Leguminaria la rivaluta e la propone al pubblico come gustoso legume da assaggiare, con l’obiettivo di tutelare e far conoscere il prodotto, collocarlo sul mercato e coinvolgere altri coltivatori che al momento producono solo per autoconsumo. Questo pisello selvatico, dal seme di colore marroncino tendente al giallo, il cui sapore ricorda quello della fava e del cece, si consuma ancora, anche se sporadicamente, sul versante marchigiano degli Appennini. In tavola lo si può gustare con la pasta, come tutti gli altri legumi, ma anche macinato, ottenendo una polenta dal gusto marcato, tendente all’amarognolo. Leguminaria e il vino Della Contrada di Forano si parla sin dal Xiii secolo, quando San Francesco d’Assisi si fermò nel vicino convento, all’epoca circondato da un folto querceto, ove i frati erano dediti alla meditazione. Con l’intensificarsi dell’agricoltura, le querce furono abbattute ed il terreno venne messo a frutto con le colture del grano e della vigna. Nei diversi passaggi di proprietà che l´azienda conobbe sino al 1966 (anno in cui Antonio Lucangeli rilevò la fattoria), la cantina di Forano con i suoi vini fu sempre l´anima dell´azienda, come è dimostrato dalle numerose fotografie e lettere di corrispondenza rinvenute in amministrazione. Nel corso di questi anni, la famiglia si è dedicata in modo meticoloso alla ristrutturazione di tutto quello che di più bello gli avi hanno lasciato. Decisivo è stato il 1997, quando si è reimpostata la filosofia produttiva. I vigneti sono stati a mano a mano reimpiantati seguendo un’impostazione volta alla qualità e alla territorialità. Si è scelto di rinnovare le tradizioni, impiantando i vitigni autoctoni: dal Maceratino (in passato Greco Maceratese, poi Montecchiese o Ribona) al Trebbiano e alla Malvasia, dal Montepulciano al Sangiovese, dalla Lacrima alla Vernaccia Nera, il legame con il territorio ha sempre distinto e premiato l´azienda. Anche all´interno della fattoria, accanto alla cantina storica, negli alti locali un tempo essiccatoi di tabacco, si sono ricavate altre due cantine volte alla vinificazione, lavorazione e vendita dei vini. La tecnologia introdotta, unitamente alla scelta in vigna del prodotto, hanno fatto in modo che negli anni crescesse la qualità dei vini sino ad ottenere riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di esperti del settore. La fattoria vede oggi l´aiuto dell´ultima generazione della famiglia, impegnata nei diversi settori. Il volto giovane e l’innovazione sono dimostrati, tra le altre cose, dalla ristrutturazione delle quattro case coloniche adibite ad agriturismo, dal recupero delle grotte sotterranee, utilizzate per la conservazione delle riserve aziendali di maggior valore, e dal desiderio di far emergere Forano. Fattoria Forano di Lucangeli Giovanni Battista - Società Agricola Società Semplice C.da Forano, 40 – 62010 Appignano Mc tel/fax +39 0 733 57102 - www.Villaforano.it  / info@villaforano.It  Leguminaria e il Sistema provinciale Macerata Fiera Diffusa La Provincia di Macerata, in questi anni, ha avviato un’azione di coordinamento degli assessorati al Turismo, all’Agricoltura, all’Artigianato, all’Industria, per valorizzare le rassegne presenti nel territorio e facilitare il turista a scegliere un pacchetto di itinerari. All’interno di questo progetto, che va sotto il nome di Sistema provinciale Macerata Fiera Diffusa, c’è anche Leguminaria. E se i prodotti tipici e di qualità sono un elemento fondamentale, oggi, per attrarre turisti che cercano nell’enogastronomia una chiave di lettura del territorio, in questo senso Leguminaria è un’idea vincente: i legumi, il vino, l’artigianato artistico nel loro insieme diventano un richiamo per il turista che va alla ricerca di elementi unici ed esclusivi, e riescono a esportare fuori dai confini provinciali l’immagine migliore del piccolo borgo. Quest´anno, per armonizzare ancor di più gli eventi di Fiera Diffusa ed ampliare gli aspetti promozionali offerti dalla Rassegna Agricola del Centro Italia (Raci), la Provincia lancia, in via sperimentale, il progetto itinerante ...Assaggi di Raci. Un contenitore di eventi in cui Leguminaria entra a pieno titolo perché, nel promuovere le produzioni agricole locali, si sposa bene con altre eccellenze del territorio, come l’olio extravergine di oliva monovarietale. Proprio su questo gustoso sodalizio gastronomico la Provincia, d´intesa con il Comune di Appignano, organizza venerdì 15 ottobre alle 18 nella sala eventi del Municipio un incontro con i consumatori sul tema: “Legumi ed olio extra vergione di oliva: due eccellenze del nostro territorio da sposare a tavola”. Aspetti produttivi, caratteristiche nutrizionali, abbinamenti e tecniche di cottura: se ne parla con Valentino Ferrari, direttore Cra-ora Orticoltura di Monsampolo del Tronto (Ap), Graziano Pallotto e Barbara Alfei, dell´Assam Marche, ed i Cuochi dell´Istituto Alberghiero di Cingoli. Leguminaria e il percorso di ricerca e sperimentazione applicata Con Leguminaria i legumi diventano una “opportunità da cogliere”, produzioni di qualità da reintrodurre nel mercato e nella gastronomia locale. La rassegna comprende, infatti, uno studio finanziato dal servizio Internazionalizzazione, Cultura, Turismo e Commercio della Regione Marche, sviluppato in quattro anni dal dottor Valentino Ferrari, direttore del Cra-ora Orticoltura di Monsampolo del Tronto (Ap), per l´individuazione, il recupero ed il mantenimento in purezza degli ecotipi di fagiolo, cece e roveja originari di Appignano. Mentre per il fagiolo Solfì ed il cece Quercia i quattro anni di studi hanno permesso di ottenere risultati originali e di alto profilo qualitativo, tant´è che alla fine del 2009 sono stati consegnati al Comune di Appignano 50 chili di seme di fagiolo Solfì e 7 chili di cece Quercia destinati agli agricoltori locali, per la roveja, la cui sperimentazione è cominciata con due anni di ritardo, sarà necessario ancora un biennio per poterla riconsegnare geneticamente stabilizzata nel colore della granella e quindi unica e di alta identificabilità del territorio d´origine. Lo studio fa parte di un più ampio progetto regionale di recupero delle tipicità che si estende alla “fava” di Fratterosa (Pu), alla “cipolla” di Suasa (Pu), al “carciofo” di Montelupone (Mc), al “rafano” di Barchi (Pu) e alle “patate” del Montefeltro. Fagiolo Solfì Per aspetti organolettici e nutrizionali, “Solfì” si colloca al primo posto di una ipotetica graduatoria delle diverse tipologie di fagiolo, perché è caratterizzato da una buccia sottilissima e da una bassissima concentrazione di fattori antinutrizionali che ne determinano una elevata digeribilità. Si tratta di una varietà a taglia bassa, con granella color zolfo. Roveja Monocromatica Nel 2010 sono continuati gli studi di ordine genetico sulle progenie segreganti S2 di roveja contraddistinte da granella grigia e rossa. È da premettere che l’espressione del colore è regolata dalla concomitante azione di numerosi geni che si esprimono a seconda della loro natura dominante o recessiva. Lo stadio S2 sottintende che le progenie in studio a granella rossa e grigia contengono il 50% dei geni stabilizzati nella espressione del colore. Ma il restante 50% può influenzare in maniera imprevedibile lo stesso carattere nella generazione successiva. Per accelerare il miglioramento genetico, nel 2010 sono state realizzati due cicli. Quello che ha permesso di ottenere materiale S3 si è concluso nel luglio scorso e dalle progenie con seme grigio si sono ottenute prevalentemente piantine con seme nero. Dalla accessione rosso mattone, invece, si sono ottenute progenie molto diversificate per il colore in cui prevale il verde in maniera più o meno intensa. Questi materiali sono al momento in studio sotto serra e le risultanze si potranno avere a fine ciclo nel mese di novembre-dicembre. In sintesi, dal materiale originale diversamente colorato, si è passati ad una S2 di colore grigio e rosso mattone ad una S3 nera o verde. La scelta dovrà essere condivisa su quanto emergerà nella S4. Infatti a tale stadio genetico l’87% dei geni regolanti il colore sarà fissato e quindi sarà possibile prevedere le generazioni future da cui ottenere una nuova varietà originale ed unica da reintrodurre nel territorio di Appignano contraddistinte da un colore oggi non definibile ma certo  
   
   
SICILIA: A NOVEMBRE "FRANTOI IN FESTA"  
 
Per sostenere la crescita dell´impresa olivicola e olearia siciliana, l´amministrazione regionale promuove la selezione per la partecipazione all´edizione 2010 di Frantoi in Festa, evento dedicato alla valorizzazione dell´olio extra vergine di oliva siciliano, che per tre giornate apre i frantoi alle famiglie, alle scuole e al consumatore, in generale, per proporre "I percorsi dell´olio, dall´oliva alla tavola" con degustazioni guidate comparative, illustrazione delle fasi di lavorazione, distribuzione di materiale informativo e gadget, proposte gastronomiche in cui l´extra vergine di oliva siciliano sara´ protagonista. L´obiettivo di "Frantoi in Festa" e´ incrementare il consumo di olio extra vergine di oliva, accrescere il reddito delle imprese olivicole e olearie, stimolare il miglior uso dello spazio rurale, puntando sul ruolo multifunzionale dell´olivo e dell´olivicoltura, diffondere la conoscenza dell´olio extra vergine di oliva, promuovendone il valore nutrizionale, al fine di stimolare o soddisfare la domanda di salubrita´ e di sicurezza alimentare, orientare la gastronomia all´uso di olio extra vergine di oliva per promuovere la cucina tradizionale, secondo i principi della dieta mediterranea, rivalutare le tradizioni legate all´olivo e ai suoi prodotti, scoprire il valore culturale dell´olivo e dell´olio nella civilta´ mediterranea, educare le nuove generazioni al consumo di alimenti tradizionali dell´agricoltura siciliana, secondo metodi ecocompatibili e a basso consumo energetico. La richiesta di manifestazione d´interesse e´ rivolta a tutti i frantoi oleari della Sicilia, che devono presentare l´apposita domanda mediante la scheda pubblicata sul sito della Regione siciliana. Frantoi in festa si svolgera´ dal 12 al 14 novembre 2010 e sara´ realizzato simultaneamente in tutti i frantoi selezionati, secondo un programma generale coordinato che potra´ essere adattato al contesto produttivo e alle tradizionali locali. Le prime due giornate saranno dedicate alle scuole. La terza giornata sara´, invece, dedicata all´attivita´ di comunicazione e degustazione indirizzata ai cultori della buona alimentazione e della gastronomia siciliana con eventi di approfondimento sulle tecniche di riconoscimento dei prodotti di qualita´, sull´etichettatura, sui marchi d´origine e sul prodotto biologico, sul patrimonio olivicolo regionale