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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 22 Giugno 2012
MILANO: HANGAR DESIGN GROUP CURA L’IMMAGINE COORDINATA PER LE NUOVE MOSTRE DELLA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM  
 
Si riconferma la partnership tra la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e Hangar Design Group a cui è stata affidata l’immagine coordinata delle due mostre che in contemporanea hanno aperto i battenti lo scorso 9 giugno. La prima delle due rassegne mette in luce il dipinto di Jean Metzinger Al velodromo (Au Vélodrome) del 1912, una delle più importanti opere cubiste della Collezione Peggy Guggenheim, e ruota intorno al tema del ciclismo. Non sono esposti solo dipinti, ma anche ricco materiale fotografico del Velodromo di Roubaix e diversi modelli di biciclette attuali e del passato, tra cui la famosa bici di Einstein. L’altra mostra, invece, è una monografica dedicata agli innovativi dipinti di Charles Seliger, la cui prima personale fu organizzata proprio da Peggy Guggenheim nel 1945 a New York. In stretta sinergia con la direzione culturale del museo, Hangar Design Group ha sviluppato l’immagine coordinata delle due mostre e il visual design della campagna adv privilegiando un’estetica minimale e valorizzando le opere degli artisti. La campagna pubblicitaria che accompagnerà l’evento espositivo uscirà sui principali quotidiani nazionali e su grandi affissioni nei luoghi strategici della città di Venezia, dall’Aeroporto Marco Polo al Canal Grande. Questa realizzazione consolida la partnership pluriennale tra l’agenzia e l’istituzione culturale. Hangar Design Group ha infatti sviluppato per la Collezione Peggy Guggenheim l’immagine delle mostre temporanee degli ultimi anni, così come della celebrazione del trentennale dalla fondazione del museo e delle recenti campagne associative. Ciclismo, Cubo-futurismo e la Quarta Dimensione. Al velodromo di Jean Metzinger. 9 giugno - 16 settembre 2012 Una visione interiore: Charles Seliger negli anni ‘40. 9 giugno - 16 settembre 2012  
   
   
MILANO (PALAZZO REALE): ‘THE END’ DI FABIO MAURI  
 
Fino al 23 settembre 2012 Palazzo Reale ospita in esclusiva nelle sue sale il progetto espositivo: “Fabio Mauri. The End”. La mostra – curata da Francesca Alfano Miglietti e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Moda, Design, raccoglie per la prima volta le opere più importanti di Fabio Mauri: installazioni, oggetti, performance, opere, emozioni e visioni dell’artista che ha fatto dell’ideologia un materiale dell’arte. “Fabio Mauri è stato uno dei grandi protagonisti della cultura dell’arte italiana. Ampliamo con questa mostra il ciclo di approfondimento dedicato all’arte e alla cultura degli anni ’70 – ha detto l’assessore alla Cultura Stefano Boeri –. Un ciclo che è iniziato con la mostra di Dario Fo, appena conclusa, e con quella dedicata all’arte milanese degli anni ’70, appena inaugurata al piano nobile di Palazzo Reale; e che si chiuderà con l’esposizione, in Sala delle Cariatidi, dei ‘Funerali dell’anarchico Pinelli’ di Enrico Baj, opera simbolo di quegli anni difficili e complessi. Una serie di progetti scientifici e di concept espositivi molto diversi, ma tutti complementari tra loro, che per la prima volta a Milano affrontano i temi, le contraddizioni, le passioni, le provocazioni, le tensioni e le germinazioni artistiche e culturali di quel periodo storico irripetibile, che ha impresso un segno indelebile nell’arte e nella società del nostro Paese”. Il progetto, nelle suggestioni di un edificio altamente simbolico della città, si muove su diversi registri espositivi che insieme costituiscono un itinerario unitario e coerente: un primo percorso, più intimo, per l’esposizione di una raccolta inedita di disegni; un secondo percorso, inaspettato e palese, delle più importanti installazioni di Fabio Mauri; e un ultimo che raccoglie una ricca selezione di ‘Schermi’, le prime opere monocrome dell’artista realizzate alla fine degli anni Cinquanta che contengono già il riferimento al cinema e alla civiltà contemporanea dell´immagine. Artista e drammaturgo, fondatore di due riviste critiche e protagonista dell´avanguardia italiana a partire dagli anni Cinquanta, Mauri intreccia storia e destino individuale nella sua poetica, che si struttura nei suoi primi diciotto anni di vita: la guerra, la conversione, la follia, il dramma degli amici ebrei mai più tornati, la scoperta del fascismo reale. Questa prima grande retrospettiva istituzionale milanese si concentra sui “classici” del lessico artistico di Mauri, opere in cui si evidenzia la sua propensione per l’esposizione come momento di coinvolgimento dello spettatore attraverso oggetti e immagini presi in prestito dalla storia, personale e collettiva, e risignificati nel contesto artistico. “Lo sguardo che richiedono le opere di Fabio Mauri - scrive Francesca Alfano Miglietti in catalogo - è uno sguardo en voyeur (inevitabile controfaccia della pietas). Ci chiedono di osservare dunque. Di identificarci e, nel contempo, di mantenere la distanza. E’ forte il disagio di un’assenza fuori dal luogo. C’è una stretta somiglianza, nella lingua tedesca, tra i verbi vorfuhren (“mostrare”, “proiettare”) e ver-fuhren (“sedurre”): ed hanno in comune fuhren, che vuol dire “guidare”. L’opera si eclissa progressivamente. Il “vedere” e il “far vedere”, sono elementi costanti nella poetica di Fabio Mauri, così come il bisogno di realizzare un’opera fruibile in tutte le sue parti, la possibilità, cioè, di mettere lo spettatore in grado di svolgere le attività di riflessione o di ricordo o, comunque, di partecipazione emotiva”. Nel suo complesso, la mostra di Fabio Mauri a Milano propone quello che da sempre è il tema centrale della poetica dell’artista: una riflessione sull’arte declinata con i toni, a lui più congeniali, della tensione ideologica, come allusione alla condizione drammatica dell’uomo nella dialettica tra struttura e materia, tra forma, immagine e storia  
   
   
MILANO (TRIENNALE DESIGN MUSEUM): LE CERAMICHE DI ANDREA BRANZI - 19 GIUGNO/9 SETTEMBRE 2012  
 
Triennale Design Museum presenta Le ceramiche di Andrea Branzi: una selezione di opere in ceramica, materiale dal grande valore simbolico per il designer perché portatore di un forte contenuto antropologico. Se la serie Nature Morte del 2011 introduce una riflessione sui temi della morte e della caducità, Epigrammi (2010) è invece costituita da piccole figure in ceramica intramezzate da elementi in ferro capaci di accogliere oggetti come fiori, frutta o candele. Ogni pezzo è come un frammento di un racconto ispirato a poemi classici (Catullo, Marziale) o moderni (Penna, Fortini). La serie Portali del 2007 è concepita come micro-habitat da arricchire con elementi floreali, così da creare un vero e proprio paesaggio architettonico. Bosco del 2011, ispirata all’Ikebana, tecnica giapponese dedicata all’esposizione dei fiori recisi, mette in dialogo artificiale e naturale, mentre in Roseti (2011) elementi geometrici si relazionano a forme organiche e naturali. Sono inoltre esposti lavori sempre del 2011 come Orecchio e la salsiera e la teiera Foglia. Ceramiche e non ceramiche Far girare il tornio, cuocere l’argilla, smaltare e decorare i vasi ha un forte contenuto antropologico e misterioso e testimonia la presenza dell’uomo sulla terra, la scoperta del fuoco e la possibilità di far girare il tornio seguendo la rotazione degli astri.. Dove gli antichi umani sono passati hanno lasciato tracce di cotto, nel deserto come nelle caverne. La ceramica, la terracotta, la porcellana, i gres, la terraglia per me non sono parti separate dell’universo umano, che è l’unica cosa che mi interessa. Non rappresentano un recinto specializzato. Il loro valore narrativo si misura in rapporto a valori più generali. Mi risulta quindi difficile affrontare la questione delle terre-cotte-stracotte-fuse-smaltate come specializzazioni a cui corrisponderebbero valori tecnici dominanti. Sarebbe come parlare del legno e dei legni con cui sono costruite le sedie o dei diversi tipi di pietre con cui è fatta (o rivestita) l’architettura. La “questione dei materiali” esiste ed è importante; ma la tecnologia o fa parte della cultura, oppure deve essere lasciata in mano ai tecnologi. Per me il vero problema consiste nel saper usare la tecnologia per le sue capacità “estetiche”, e l’estetica per le sue capacità “tecnologiche”… Andrea Branzi Maggio 2012 Biografia Andrea Branzi, architetto e designer, è nato a Firenze dove si è laureato; vive e lavora a Milano dal 1974. Fino dalla laurea (1966) ha fatto parte del movimento di avanguardia dell’”architettura radicale” e i suoi progetti sono oggi conservati presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, al Centro Georges Pompidou di Parigi e al Frac di Orléans. Si occupa di design industriale e sperimentale, architettura, progettazione territoriale, didattica e promozione culturale. Autore di molti libri sulla storia e teoria del design, pubblicati in vari paesi. È stato consulente responsabile del primo Centro Design e Servizi per un’industria di materie prime (Montefibre) dal 1974 al 1979, vincendo con le ricerche di Design Primario il primo dei tre Compassi d’Oro, di cui uno alla carriera. Nel 1982 ha co-fondato e diretto Domus Academy, prima scuola post-universitaria di design. È stato direttore della rivista Modo dal 1982 al 1984. Professore Ordinario e Presidente del Corso di Studi in Design degli Interni alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano. È stato membro del Consiglio Nazionale del Design del Ministero della Cultura. Ha curato le prime due edizioni del Triennale Design Museum di Milano. Nel 2008 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Design dall’Università della Sapienza di Roma e nello stesso anno è stato nominato Membro Onorario del Royal Design for Industry di Londra. Ha tenuto conferenze in Francia, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Giappone, Corea, Hong Kong, Cina, Singapore, Thailandia. Le ceramiche di Andrea Branzi 19 giugno – 9 settembre 2012 Le mostre del Triennale Designcafé sono un progetto a cura di Silvana Annicchiarico, direttore del museo. Orari: martedì-domenica 10.30-20.30 giovedì 10.30-23.00  
   
   
IL MITO DEL COLORE - COLLEZIONE MERZBACHER A MARTIGNY - 29 GIUGNO/25 NOVEMBRE 2012  
 
Dalla collezione costituita in sessant’anni da Werner e Gabrielle Merzbacher arrivano le opere della mostra che documenta, in un percorso interessantissimo attraverso la pittura del ‘900 (con qualche anticipazione degli ultimi anni dell’800), una sorprendente passione per il colore e per la sua potenza lirica. In mostra 108 opere dei seguenti artisti: Max Beckmann , Max Bill, Umberto Boccioni, Georges Braque, Alexander Calder, Heinrich Campendonk, Marc Chagall, Sonia Delaunay- Terk, André Derain, Max Ernst, Alexandra Exter, Lyonel Feininger, Sam Francis, Emile-othon Friesz, Natalia Goncharova, Julio Gonzales, Erich Heckel, Alexej von Jawlensky, Wassily Kandinsky, Ernst Ludwig Kirchner, Paul Klee, Oskar Kokoschka, Frantisek Kupka, Michail Larionov, Fernand Léger, Jacques Lipchitz, Kasimir Malevitch, Franz Marc, Henri Matisse, Joan Miró, Amedeo Modigliani, Claude Monet, Henry Moore, Gabrielle Münter, Emil Nolde, Pablo Picasso, Ljubov Popova, Pierre Auguste Renoir, Bridget Riley, Olga Rosanova, Karl Schmidt-rottluff, Arthur Segal, Gino Severini, Alfred Sisley, Jean Tinguely, Henri de Toulouse-lautrec, Vincent van Gogh, Maurice de Vlaminck  
   
   
MILANO (TRIENNALE DESIGN MUSEUM): MOSTRA CASAMATTA  
 
Triennale Design Museum presenta una mostra che svela un aspetto inedito e meno indagato del lavoro del cileno Sebastián Matta (1911-2002). Casamatta riproduce simbolicamente gli interni della casa di Matta arredata esclusivamente con le sue creazioni a cavallo fra arte, design e artigianato. Sedie, divani, panche, tavolini, armadi, letti, lampade, realizzati sperimentando diversi materiali come legno, resina e metallo, dialogano con oggetti d’uso quotidiano in ceramica, posate, piatti, vasi decorati e piccole sculture. Saranno inoltre esposte alcune delle opere pittoriche di Matta, che all’interno della casa, restituiranno una visione completa della sua versatile ed eclettica opera. Casamatta 21 giugno – 2 settembre 2012 Triennale di Milano A cura di Johnny Dell’orto Catalogo Corraini Edizioni Ingresso 6 euro  
   
   
MUGGIA (MUSEO D’ARTE MODERNA UGO CARÀ): MOSTRA DALL´UTOPIA AL DISSENSO. REALISMO SOCIALISTA RUSSO 1951-1991 - OPERE DALLA COLLEZIONE FRANCESCO BIGAZZI, COORDINAMENTO SCIENTIFICO DI TATIANA VILINBAKHOVA  
 
Dedicata al movimento del Realismo socialista in Russia con opere, documenti e oggetti dagli anni ´51 al ´91, la mostra, che gode della consulenza scientifica di Tatiana Vilinbakhova, Principale Coordinatore Scientifico del Museo Russo di San Pietroburgo, è organizzata dall’Assessorato alla Cultura e alla Promozione della Città del Comune di Muggia. Dall´utopia al dissenso, questo il titolo della mostra, intende dare uno spaccato degli sviluppi artistici in Russia nell´arco di un quarantennio contrassegnato da profondi cambiamenti sociali e politici: dagli anni della completa adesione all´ideologia comunista, alla destalinizzazione del Xx Congresso del Pcus, al periodo della stagnazione Bresneviana per arrivare alla Perestrojka di Mikail Gorbaciov, alla caduta del Muro di Berlino ed alla dissoluzione dell’Urss . Tutte le opere e i documenti in esposizione non sono mai stati esposti prima in Italia e provengono dalla collezione del giornalista e scrittore Francesco Bigazzi, per lunghi anni corrispondente Ansa dall’Unione Sovietica, addetto cultura del Consolato Generale d’Italia a San Pietroburgo, e attualmente collaboratore fisso di Panorama da Mosca. Negli anni trascorsi in Russia, oltre ad aver seguito in prima persona eventi storici di straordinario rilievo, Francesco Bigazzi ha infatti collezionato opere, manifesti e oggetti che testimoniano i più rilevanti mutamenti di una società in cerca di una nuova identità.Il percorso espositivo, che per la prima volta indaga anche la produzione artistica degli anni ’80 e ’90, segue un’articolazione tematica, tenendo fede all’impostazione "per genere" tipica delle mostre annuali organizzate in Urss dall’Unione degli Artisti. Vengono così affiancate anche opere distanti negli anni che spesso risultano, nella rigidità culturale dei temi trattati, poco risentire del trascorrere del tempo. La mostra si apre con un´opera emblematica realizzata nel 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, dal significativo titolo "Illuminata dal segno di Lenin", un´acquaforte a colori che rappresenta l´Armata Rossa simbolicamente guidata da un Lenin metafisico che aleggia sull´esercito ispirandolo nelle sue azioni. La mostra propone un percorso espositivo diviso in sezioni che ricalcano i temi e i soggetti prediletti dal regime, quali ritrattistica ufficiale, eventi istituzionali, mondo del lavoro e paesaggio industriale. In apertura l’ampia sezione dedicata alla propaganda di regime e alla ritrattistica ufficiale, ove viene presentato il rarissimo ritratto di Stalin in divisa da maresciallo oltre a tele di grande formato in cui compaiono Stalin e Lenin in situazioni ufficiali, da segnalare anche un esempio di iconografia più intimistica, come il "Lenin con i bambini a pesca" di Lopatkin del 1967. Ritratti istituzionali sono dedicati anche alla rappresentazione dell’esercito, come i tre delicati ritratti delle soldatesse di Segov (1951-52) o il toccante "A guardia del mondo" di Evstrilnieev, unici pezzi già esposti in occasione della mostra "L´epoca sovietica 1920-1950" realizzata nel 2006 al Museo dell’Accademia Russa di Belle Arti di San Pietroburgo. La seconda sezione si apre con le opere dedicate al mondo del lavoro e dei lavoratori; temi quali la cantieristica, la siderurgia e la metalmeccanica vengono presentati insieme al "ritratto ufficiale" dell´"Eroe del lavoro" A. M. Bochcarjov, opera di Valerij Borisovich Konomov del 1986, e insieme alle suggestive tavole che ritraggono la vita del porto di Murmansk sul Golfo di Kola, Mare di Barents, unici esempi, quelli di paesaggistica industriale, incoraggiati dal regime. Con la terza sezione invece si entra nell’articolato campo della contestazione, più o meno velata, al regime e ai tentativi di modernizzazione del Paese avviati con la Perestrojka. La sezione si apre con la tela di grande formato "Colazione sull’erba" di Alexandr Arkhanghiel’skij del 1980, con i dissacranti collage di Brusilov del 1984, e con una serie di vignette satiriche degli anni ’90 che criticano gli sforzi attuati da Gorbaciov negli anni della Perestrojka. La mostra si chiude infine con una quarta ampia sezione dedicata all’oggettistica più varia prodotta negli anni di regime e miracolosamente sopravvissuta fino a noi, esempi preziosi di arte applicata che denotano una grande perizia tecnica e artigianale, da ricordare fra tutti sono sicuramente le bandiere rosse con sopra ricamati slogan passati alla storia come: "Giungeremo alla vittoria del lavoro comunista" o "Proletari di tutto il mondo unitevi"; poster della Festa del 9 maggio, medaglieri, divise dell´Armata Rossa, e una serie di curiosità provenienti dal Cremlino, come grammofoni, calendari, ciotole e telefoni con falce e martello, e un prezioso vaso di cristallo con tanto di stella rossa proveniente dagli uffici di Gorbaciov. Dall’utopia al dissenso-Realismo socialista russo 1951-1991 presenta un centinaio fra opere e oggetti capaci di far rivivere una grande stagione della produzione artistica in Russia ma anche della sua storia politica e sociale recente. La mostra, ad ingresso libero, sarà visitabile fino al 12 agosto 2012  
   
   
MILANO (TWELVE, VIALE SABOTINO, 12): “VIVA” - MOSTRA FOTOGRAFICA DI VALERIA D’ANGELO - MERCOLEDÌ 27 GIUGNO 2012 ORE 19.00  
 
Gli aperitivi artistici curati da Rosaspinto offrono suggestioni poetiche ed impressioni seducenti che coinvolgono ed appagano un pubblico sempre più attento e curioso. La mostra fotografica “Viva” di Valeria D’angelo accompagnerà il ritrovo conviviale tra amici al Twelve con emozioni creative e dirompenti. Il progetto “Viva”, vuole essere, infatti, l’esortazione quotidiana alla vita, simbolo della ricerca insaziabile del sapere, estasi e stupore al cospetto dell’indecifrabile semplicità della Natura. L’artista Valeria D’angelo, attraverso il suo personale obiettivo, plasma in modo effimero e visivo l’esperienza emotiva del trovarsi a vivere a contatto con gli elementi naturali, dopo essere stata circondata per anni dalla scenografia imponente e artificiale di Milano. Quello che ricerca, scopre e racconta è un mondo di estrema eleganza e bellezza di cui è protagonista e spettatrice incantata. Le impressioni fotografiche germogliate da questa osservazione scultorea ci avvolgono con cromatismi inaspettati e intonati, scorci onirici e plastici e con una coreografia pittorica delle inquadrature. La viva Natura non è mai rappresentata come natura morta, ma è sempre in tensione come una forza vibrante in attesa, un attimo sospeso ma pulsante di aspettative. Ritroviamo nel suo progetto fotografico un omaggio ai dettagli scenografici della Natura e dei suoi elementi più comuni; a noi spettatori il compito di ricercare la chiave di lettura, decodificando forme architettoniche e composizioni grafiche. E’ una bellezza che rilassa e rallenta il ritmo euforico della vita metropolitana, è un soffio lieve di forme silenziose non congestionate da artifici coreografici. E’ una bellezza “Viva”. Valeria d’Angelo, nipote del pittore milanese Alfredo D’angelo, nasce nel 1973. Dopo il liceo artistico frequenta il corso di arte, progettazione e tecnica per lo spettacolo e l’industria (indirizzo scenografia), presso Accademia di Comunicazione. Nel 1995 consegue il diploma di graphic design. Lavora a Milano tra il 1995 e il 2009 dedicandosi in particolar modo all’immagine coordinata e alla grafica editoriale. Nel 2009 si trasferisce in un piccolo paese della provincia torinese, dove, pur continuando il lavoro come graphic designer, inizia a sviluppare un personale percorso estetico-stilistico che si esprime attraverso la fotografia e la pittura. Principale fonte di ispirazione è il contatto diretto con la natura, le sue linee e i suoi colori. Dj set della serata Deejay Westbanhof (Chemical Attack Project), eclettica nuova leva del panorama milanese, che proporrà un percorso creativo dal rock vibrante dei Led Zeppelin e dei Rolling Stones, crescendo in un´evoluzione virtuosa tra l´indie rock degli Arctic Monkeys e dei Wombats fino ad arrivare all´elettronica dei Justice e dei Soulwax, ogni tanto regalando piccoli cameo, capolavori ricercatissimi tra le piste internazionali e non. Info: Vernissage Mercoledì 27 Giugno 2012 - fino a Domenica 8 Luglio 2012 - Twelve, Viale Sabotino, 12, Milano  
   
   
MILANO (VILLA CLERICI): MAURO STACCIOLI A VILLA CLERICI - MARTEDÌ 26 GIUGNO, ORE 18.30  
 
Nel corso della mostra ‘Immagine della luce’ allestita fino al 4 luglio 2012, sono previsti a Villa Clerici una serie di appuntamenti di approfondimento ed eventi collaterali, sempre a ingresso gratuito, ideati in relazione ai contenuti dell’esposizione e all’identità del museo. Mauro Staccioli descriverà la genesi dell’opera realizzata per la mostra Immagine della luce: la scultura "Omaggio a Leon Battista Alberti. Milano 2012. Villa Clerici a Milano Niguarda". Staccioli è stato dagli anni Settanta uno dei primi e più significativi interpreti, in tutto il mondo, di una modalità creativa che ricerca una relazione con gli spazi condivisi, anticipando soluzioni di scultura “site specific” e “public”, nella sua straordinaria intuizione di quella che ha precocemente definito “scultura intervento”: una presenza plastica concepita a partire dal luogo di destinazione, e in funzione di esso, il cui significato è formalmente e poeticamente da esso inscindibile, e si pone come modificazione della sua identità stessa. Info: Villa Clerici - Via Terruggia 14 (secondo ingresso al civico n. 8), Milano - Tel 02 6470066 - 339 4085755 - www.Villaclerici.it - orari mostra: martedì e giovedì 10-22 - mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-18 - Ingresso libero  
   
   
TRIESTE (HAIR & BOUTIQUE): ANOTHER PLACE ANOTHER CODE - MOSTRA PERSONALE DI FEMI VILARDO DA LUANA RICCOBON - FINO A 18 LUGLIO  
 
S’inaugura sabato 23 giugno dalle 20 alle 23 nell’elegante spazio Luana Riccobon Hair & Boutique di Trieste (via Torrebianca 14/b) la personale della pittrice triestina Femi Vilardo intitolata Another place another code, che sarà presentata sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni: in mostra una ventina di opere realizzate dall’artista dal 2009 a oggi a tecnica mista, soprattutto acrilico, smalti e bitume. Fino al 18 luglio (orario: lun 13 - 20, mart 10 - 18, merc e giov 15 - 22, ven 15 - 20, sab e dom chiuso/ info 335 6750946 - 040 3720782 - 338 8955230 - www.Femivilardo.com ).  Come accade sempre, anche in questo caso la mostra di Femi Vilardo - scrive Marianna Accerboni - è concepita come una sorta di opera o installazione totale, volta, con equilibrio e istintiva eleganza a rapire il fruitore e a condurlo in un universo di silenzio e di riflessione, lontano, anzi lontanissimo, dal fragore contemporaneo. La pittrice, da colta autodidatta, si è formata andando ripetutamente a bottega da vari maestri e tuttora si esercita con passione nel disegno, che considera alla base di ogni esperienza artistica: alla Scuola Libera di Figura del Museo Revoltella tenuta da Nino Perizi e nello studio del pittore stesso, negli atelier di Marino Cassetti, Paolo Cervi Kervischer e Roberto Tigelli e alla Scuola Libera dell’acquaforte Carlo Sbisà con Mirella Schott Sbisà e Franco Vecchiet. Traendo ispirazione dalla natura e dal fascino di vecchie case in Croazia, Vilardo sa raccontare un mondo senza fretta, lontano dal contesto caotico e superficiale, votato soprattutto all’esteriorità, in cui tutti oggi siamo immersi, per addentrarci nella dimensione del silenzio, realizzata attraverso una pittura d’inclinazione informale, il cui baricentro è però costituito da un’immagine fotografica, ripresa dall’artista stessa, elaborata al computer e poi stampata su tessuto. Su tale supporto Vilardo declina, attraverso interventi ad acrilico, arricchiti da smalti, bitume e altri materiali, garze e carte increspate, l’espressione del suo universo ideale, sospeso tra un filosofico contesto informale e la dolcezza, forse imprescindibile, del dato naturale. In tal modo l’artista si colloca - sotto il profilo espressivo e stilistico - in una posizione di coerenza con la più avanzata avanguardia contemporanea, oggi nuovamente sensibile anche al dato figurativo. Elementi preziosi e fondamentali della sua pittura - conclude Accerboni - sono poi le vibrazioni di luce, che pervadono ogni attimo del suo percorso creativo e del suo affascinante ritmo compositivo, atarassico e straordinariamente sintonico con quello della vita delle origini. Dove: Luana Riccobon Hair & Boutique di Trieste (via Torrebianca 14/b) - Trieste Quando: 23 giugno - 18 luglio 2012 Orario: orario: lun 13 - 20, mart 10 - 18, merc e giov 15 - 22, ven 15 - 20, sab e dom chiuso A Cura Di: Marianna Accerboni Catalogo: no Info: 3356750946/ 040 3720782/ 338 8955230/ www.Femivilardo.com    
   
   
PREMIO MASTROIANNI DI SCULTURA DELLA REGIONE A GALLIATE E CORIO  
 
Sabato 23 giugno saranno inaugurate, alle ore 11 a Galliate (Novara), al Museo d’Arte Contemporanea Angelo Bozzola nel Castello Sforzesco, ed alle 17 a Corio (Torino), nella chiesa di Santa Croce, le mostre che presentano i bozzetti degli artisti italiani e stranieri. Sono 16 artisti per ciascuna esposizione: protagonisti dell’ottava edizione del premio internazionale di scultura della Regione Piemonte “Umberto Mastroianni 2012”, organizzato dall’ Associazione Piemontese Arte di Torino presieduta dallo scultore Riccardo Cordero. Alle inaugurazioni parteciperanno a Galliate l’assessore regionale alla Cultura Michele Coppola; il sindaco Davide Ferrari e l’assessore comuanel alla Cultura Laura Maria Bozzola; a Corio il sindaco Salvatore Diglio con l’assessore alla Cultura Susanna Costa Frola ed il direttore regionale alla Cultura, Turismo e Sport, Maria Virginia Tiraboschi. Le mostre resteranno aperte al pubblico sino a domenica 15 luglio ed i cittadini potranno votare l’opera prescelta fra i tre bozzetti finalisti per ciascuna Città. Vincerà l’opera di maggior gradimento artistico e rispondente al rapporto con l’ambiente e il paesaggio urbano. I tre bozzetti finalisti sono stati individuati da una Commissione Giudicatrice composta da Anna Maria Morello Dirigente Regionale del Settore Promozione delle Attività Culturali e dai critici d’arte Luca Beatrice, Martina Corgnati e Lea Mattarella. Sabato 21 luglio saranno proclamati e premiati il vincitore per Galliate e quello per Corio a cui verrà assegnato un premio in denaro di 5 mila euro ciascuno. I rimanenti finalisti riceveranno un premio di 1.500 euro ciascuno. Le sculture verranno realizzate con il finanziamento della Regione Piemonte e posizionate a Galliate e a Corio, come previsto nel bando del concorso, nell’anno successivo all’assegnazione del premio. Www.piemontearte.com  
   
   
MUSEI DELLA MAREMMA: ORDINARY WORLD. ANDY WARHOL, PIETRO PSAIER AND THE FACTORY ARTWORKS / KEITH HARING, PAOLO BUGGIANI AND THE SUBWAY DRAWINGS - A CURA DI MAURIZIO VANNI - FINO AL 4 NOVEMBRE 2012  
 
“Andy Warhol è diventato un maestro per una generazione di artisti, presente e futura, artisti cresciuti con il Pop che hanno guardato la televisione sin da quando sono nati, che ‘capiscono’ la cultura digitale”. Keith Haring Torna l’appuntamento con l’offerta espositiva della Rete Museale della Provincia di Grosseto. Dopo Klinge, Niki de Saint Phalle, Joan Mirò e Salvador Dalì, quest’anno i Musei della Maremma ospiteranno la mostra Ordinary World. Andy Warhol, Pietro Psaier and the Factory artworks / Keith Haring, Paolo Buggiani and the Subway drawings. Dalla seconda metà di giugno fino agli inizi di novembre l’evento espositivo sarà articolato su più sedi: prima a Follonica per proseguire, in contemporanea, a Orbetello e Porto S. Stefano, fino ad arrivare sul Monte Amiata, in simultanea a Castell’azzara, Arcidosso e Castel del Piano. Gli anni Sessanta americani erano destinati a diventare l’epicentro vulcanico del “Tutto” universale che, di lì a poco, avrebbe rappresentato, a livello politico, economico e culturale, il mondo. In questo quadro la Pop Art si affermava nel tentativo di andare oltre alle esperienze dell’Espressionismo Astratto, trasformando l’oggetto direttamente in immagine; per la prima volta, il pubblico si trovava di fronte al valore di ciò che, creato dall’industria e pensato per l’uso comune, ora era eletto a opera d’arte. Parallelamente alla Pop-art di Andy Warhol e agli artisti della Factory, nella New York della fine degli anni Sessanta, iniziava a imperversare una forma d’arte non convenzionale, fuori da ogni schema e difficilmente controllabile. I vagoni della metropolitana o le pareti di un sottopassaggio diventano palinsesto di una creatività libera, spontanea e dirompente che voleva arrivare direttamente al pubblico senza intermediari. Il fenomeno era la Street-art di cui uno dei massimi esponenti, nella generazione successiva, quella dei primi anni Ottanta, meno selvaggia e più consapevole della precedente, fu Keith Haring che sarà considerato l’erede spirituale di Andy Warhol. L’evento espositivo vuole fornire ulteriori basi di raffronto e comparazione, ma anche congruenze intellettuali, esistenziali e artistiche, in modo particolare tra Andy Warhol e Keith Haring. La mostra è completata dalla presenza di un testimone d’eccellenza protagonista di rilievo tra gli Street-artists di quegli anni: Paolo Buggiani. Il “Pattinatore volante”, che imperversava in quel periodo per le strade di New York e cui Haring stesso dedicò uno dei suoi personaggi, sarà esposto anche in mostra: The Flying Man. Il progetto espositivo Ordinary World. Andy Warhol, Pietro Psaier and the Factory artworks / Keith Haring, Paolo Buggiani and the Subway drawings cerca proprio un confronto tra artisti appartenuti a un tipo di comunicazione artistica pensata per le persone, concepita per manifestare messaggi che devono arrivare a tutti. Da una parte le opere di Warhol punti di riferimento assoluto per la generazione di artisti degli anni Ottanta e in particolare per Keith Haring, che lo aveva eletto prima ispirazione e in seguito amico e mentore. Dall’altra parte Keith Haring e i suoi Subway Drawings tra le sue prime opere, realizzate tra il 1980 e il 1982, quando era ancora un anonimo Street-artist newyorkese, opere preservate proprio grazie all’attenzione dell’amico artista Paolo Buggiani. Su Andy Warhol si è detto tutto, eppure la mostra vuole sottolineare un aspetto meno noto nella vita dell’artista di Philadelphia: le opere realizzate in collaborazione con Pietro Psaier o addirittura attribuite allo stesso artista italiano. Psaier, che sembra abbia incontrato Warhol a metà degli anni ’60 divenendone un grande amico, ha lasciato poche tracce e la sua presenza nella vita dell’artista americano è tutt’altro che certa. Poiché Warhol era solito giocare provocatoriamente con il suo pubblico, resta il dubbio se sia stata l’ennesima invenzione geniale di Warhol oppure il possibile colpo di fulmine favorito dalla Factory. Tre le opere in mostra: la Coca-cola, le Campbell’s soup, i famosi ritratti, da Marilyn Monroe a Mick Jagger, simboli che hanno popolato e tuttora popolano la realtà americana e, con modi differenti, fanno incontrare i propositi artistici di Warhol e di Haring: arte come forma di vita ed esistenza come alta espressione di un personalissimo concetto di universo da trasmettere, condividere e partecipare ogni giorno. Ordinary World, appunto. I Subway Drawings sono in assoluto alcuni tra i primi lavori di Keith Haring come street-artist, concepiti nella metropolitana di Manhattan, direttamente sulla superficie nera che sta sotto i manifesti pubblicitari; “salvati” e preservati dall’artista-performer italiano, oltre che amico, dello stesso Haring: Paolo Buggiani. I lavori di Haring, interventi volutamente clandestini, erano una denuncia per New York che stava sfuggendo a ogni possibile controllo nella neonata società yuppies e contemporaneamente rappresentavano un messaggio chiaro contro il consumismo imperante, il potere del “Dio-denaro”, contenuto non solo nei temi dei suoi disegni, ma anche nel gesto stesso in cui sono stati eseguiti. Sullo sfondo nero come una lavagna, lasciato da quei vecchi poster con messaggi commerciali, Haring col suo gessetto colonizzava intenzionalmente le superfici, non ancora ri-contaminate dalla comunicazione di massa, e tutto questo sarebbe andato perduto, ricoperto da nuovi poster pubblicitari, se non fosse stato per il sensibile ed eclettico artista italiano. L’aspetto della mostra dedicato alla Street-art si evolve pertanto in un dialogo artistico con le opere di Paolo Buggiani, molte delle quali realizzate proprio durante una sua lunga permanenza a New York, dove ha vissuto ed esposto in diverse occasioni. Nella Grande Mela, Buggiani ha frequentato ed è diventato amico della maggior parte dei protagonisti del tempo: dai galleristi più noti ad artisti come Keith Haring e lo stesso Andy Warhol. Fra le opere di Buggiani, saranno esposte le vedute di New York, recuperate in modo tangibile con effetti paragonabili a una camera oscura per un risultato ottico di “pittura sulla realtà” e in altri casi per una “pittura tridimensionale”. Altre sono composizioni che precorrono i tempi odierni come l’attacco alle Torri Gemelle, alternate a interventi provocatori e sorprendenti da “Flying man”, sospeso tra i grattacieli. Il corpus di lavori mette in luce il grande senso estetico che gli ha permesso di creare opere di recupero urbano con fregi salvati dai primi palazzi liberty della vecchia New York, che via via andava scomparendo per far posto ai nuovi grattacieli e di manifestare l’amore puro per l’arte testimoniato dallo stesso recupero dei primissimi lavori di Haring, fatto da Buggiani prima fotografandoli e poi salvandoli uno a uno grazie anche alle sue conoscenze delle tecniche del restauro. Oltre all’evento espositivo, saranno programmati una serie di eventi collaterali di taglio interdisciplinare: il “The living talkshow “The Factory And The Pop Shop. Business Art, Pubblic Art e i testimoni del proprio tempo”, con momenti di dibattito e live performance, il focus di approfondimento “Andy Warhol, Keith haring e Paolo Buggiani. Artisti contro. I sismografi della cultura popolare”, legato ai temi della Pop Art e della Street Art, performance teatrali e interventi performativi “inattesi e imprevisti”. L’intero evento è realizzato con il finanziamento della Regione Toscana e della Provincia di Grosseto. Sponsor: Banca Monte dei Paschi di Siena, sede di Grosseto Coordinamento: Rete museale della Provincia di Grosseto Organizzazione: Comediarting. Catalogo: Carlo Cambie Editore. Date mostre: 21 giugno/29 luglio: Follonica, Pinacoteca Civica - 5 agosto/2 settembre: Orbetello, Museo Archeologico “Polveriera Guzman” - 6 agosto/2 settembre: Porto S. Stefano, Fortezza Spagnola - 6 settembre/4 novembre: Castel del Piano, Palazzo Nerucci 6 settembre/4 novembre: Arcidosso, Castello - 7 settembre/4 novembre: Castell´azzara, Villa Sforzesca. Orari: Follonica: tutti i giorni dalle 17.30 alle 20 e dalle 21 alle 23.30 (chiuso il lunedì) - Orbetello: tutti i giorni dalle 18 alle 22 (chiuso il lunedì) - Porto S. Stefano: tutti i giorni dalle 18 alle 23.30 (aperto anche il lunedì) -  Casteldelpiano: da martedì a venerdì dalle 16 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (chiuso il lunedì) - Arcidosso: da martedì a venerdì dalle 16 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. I giorni 20 e 27 ottobre aperto anche dalle 21.30 alle 23.30 (chiuso il lunedì) - Castell’azzara: da martedì a venerdì dalle 16.00 alle 19.30; sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30 (chiuso il lunedì). Ingresso: Follonica: intero € 6,00 e ridotto € 4,00 - Orbetello/porto S. Stefano: cumulativo (per entrambe le sedi) intero € 6,00 e ridotto € 4,00; per la singola mostra intero € 4,00 e ridotto € 3,00 - Arcidosso e Casteldelpiano: cumulativo (per entrambe le sedi) intero € 3,00 e ridotto € 2,00 - Castell’azzara: intero € 4,00 e ridotto € 3,00. Inaugurazioni: 4 agosto ore 21.30 Orbetello, Museo Archeologico “Polveriera Guzman” - 5 agosto ore 21.30 Porto S. Stefano, Fortezza Spagnola - 5 settembre ore 17.30 Casteldelpiano, Palazzo Nerucci - 5 settembre ore 21.30 Arcidosso, Castello - 6 settembre ore 21.30 Castell´azzara, Villa Sforzesca Info: Rete museale della Provincia di Grosseto - www.Museidimaremma.it - musei@museidimaremma.It; Follonica - Tel 0566.42412 - pinacoteca@comune.Follonica.gr.it; Orbetello - Tel 0564.860447 - proorbet@ouverture.It; Porto S. Stefano - Tel 0564.810681 - 0564.811925 -  lidia.Ferrini@comune.monteargentario.gr.it; Casteldelpiano e Arcidosso - Tel 0564.965220 - sistemamusealeamiata@uc-amiata.Gr.it; Castell’azzara - Tel 0564.951038 int. 2 - sistemamusealeamiata@uc-amiata.Gr.it  
   
   
AL VIA IL GIUGNO DOMESE  
 
Un inizio dell’estate all’insegna di solidarietà, enogastronomia, shopping e grandi eventi: è la formula del Giugno Domese 2012, in programma a Domodossola da venerdì 15 a lunedì 25. Tre gli eventi live in cartellone, ci saranno i concerti di Fausto Leali martedì 19 giugno, Irene Fornaciari domenica 24 giugno e Arisa lunedì 25 giugno. Per il resto delle giornate piazza Matteotti sarà il centro della manifestazione, che alternerà spettacoli teatrali e di danza e degustazioni. Appuntamenti gratuiti nella cornice di bancarelle e stand ricchi di prodotti tipici locali. Www.giugnoinsieme.it  
   
   
VINCENZO AGNETTI: L´OPERAZIONE CONCETTUALE AL CIAC CENTRO ITALIANO ARTE CONTEMPORANEA DI FOLIGNO - DAL 23 GIUGNO AL 9 SETTEMBRE 2012  
 
Nell´ambito della programmazione espositiva del Ciac Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, spazio per l´arte contemporanea inaugurato nel 2009 nel centro storico della bella cittadina umbra, sabato 23 giugno viene inaugurata la mostra dedicata all´opera di Vincenzo Agnetti, a cura di Italo Tomassoni e Bruno Corà, in collaborazione con l´Archivio Agnetti di Milano, diretto da Bruna Soletti e Germana Agnetti. Singolare protagonista outsider dell´arte italiana degli anni Sessanta-settanta, Agnetti è considerato anche uno dei massimi esponenti dell´arte concettuale internazionale. Artista visivo, poeta, scrittore, nasce a Milano il 14 settembre 1926. Diplomatosi all´Accademia di Belle Arti di Brera segue anche la Scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio Strehler. Ancora giovanissimo inizia le prime esperienze di pittura informale e di poesia di cui tuttavia non restano tracce. "Quello che ho fatto - dichiarerà più tardi Agnetti - l´ho dimenticato a memoria: è questo il primo documento autentico". "Posizione paradossale quella che Vincenzo Agnetti assume nei confronti dell´arte - esordisce Italo Tomassoni nel suo saggio nel catalogo della mostra di Foligno - si serve della tautologia per dimostrare che se l´opera d´arte aumenta le sue potenzialità, diminuisce le sue possibilità di sopravvivere. Come dire che più l´arte si autodefinisce, più dilata la sua portata storica. Ma più dilata la sua portata storica, minori saranno le sue chances di entrare nella storia". E ancora: "...Infatti, sul presupposto che le contraddizioni sono un "parametro stimolante" e la tautologia un "parametro convincente", diversamente dagli artisti concettuali degli anni ´70 che da On Kawara a Joseph Kosuth fino ai logici di Art and Language puntavano sulla centralità dell´idea, Agnetti si preoccupa di rendere possibile un equilibrio tra supporto e superficie, lingua e parola, sincronia e diacronia, dimenticanza e scoperta. In altri termini punta a una verifica dei flussi che si irradiano dall´oggetto arte". "Egli ha prodotto - scrive Bruno Corà nel suo testo per il catalogo della mostra - luoghi vivi dell´immaginario e li ha codificati istantaneamente mediante uno statement, un materiale e una proposizione di complessa concezione spazio-temporale, la cui necessità d´assoluto ha richiesto una disponibilità di vocazione avventurosa e un´attitudine epistemologica aperta, se non analoga alla sua, almeno sicuramente non divagatoria". E ancora: " In tutta l´azione poetica di Agnetti il vuoto, il silenzio e l´oblio sono sempre latenti...Dimenticare, perdere, cancellare sono infiniti coniugati alle forme di volta in volta da lui concepite. E sono tutti predicati della memoria e del tempo, attore primario della drammaturgia agnettiana". Della proteiforme attività svolta da Agnetti restano le opere che, dal 1967 al 1981, poco meno di quindici anni - l´artista ha realizzato: dipinti, sculture, azioni e scritti spesso dedicati anche all´opera di altri artisti amici, come Manzoni e Castellani, ma anche Melotti, Calderara, Arakawa, Girke, Prantl, Jochims e altri. Tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta, partecipa alla vicenda della rivista d´arte Azimuth e dell´omonima galleria fondata da Piero Manzoni ed Enrico Castellani, coi quali stringe un sodalizio durato tutta la sua breve vita. Nel 1962 si reca in Sud America e risiede in Argentina sino al 1967, compiendo un´esperienza nel campo dell´automazione elettronica. Sosta poi a New York. Al rientro in Italia riprende i contatti con l´editore Vanni Scheiwiller, con cui aveva già collaborato nel 1958, scrivendo un testo critico-poetico per le Tavole di accertamento di Piero Manzoni. E´ nel ´67, infatti, che Agnetti pubblica nelle edizioni Scheiwiller il suo romanzo-manifesto Obsoleto, con una copertina a rilievo realizzata da Enrico Castellani e nel contempo realizza la sua prima mostra personale presso il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, dove espone Principia, una delle sue opere di ´logica permutabile´. Con opere come queste prende corpo la problematica della relatività dei significati del linguaggio, dimostrando che se l´opera, con la forza della sua essenza visiva, comunica di per sé, tuttavia essa reca anche una sottostante valenza critico-epistemologica. A riprova di ciò, nel 1968, nel pieno della contestazione studentesca, espone la sua Macchina drogata, una calcolatrice Divisumma 14 Olivetti, i cui centodieci numeri vengono sostituiti da Agnetti con altrettante lettere dell´alfabeto, idonee piuttosto alia composizione e intonazione poetica che al calcolo. Ma la Macchina drogata presente al Ciac nella mostra di Foligno non è che una delle circa cinquanta straordinarie opere esposte insieme ad alcuni altri capolavori come l´Apocalisse, 1970, il Libro dimenticato a memoria, 1970, gli Assiomi, 1969-70, su bachelite, i Feltri, pannelli incisi a fuoco e altre importanti opere, tra cui Surplace, 1979-80, quattro sculture e le Photo-graffie, 1980, di poco precedenti la sua scomparsa. Numerosi sono i viaggi compiuti da Agnetti in vari paesi tra cui quelli in Norvegia e nel Qatar, da cui invia una serie di lettere all´amico Scheiwiller, che saranno pubblicate postume nel 1981 e infine a New York, dove, sin dal 1975 apre uno studio e si confronta con la comunità artistica della città, attenta al suo lavoro teorico e artistico, osservandone l´opera presso la galleria di Ronald Feldman con cui egli collabora. Ma l´attitudine collaborativa con altri artisti della sua generazione è egualmente frequente al punto di realizzare opere insieme a Gianni Colombo (Vobulazione e bieloquenza), Paolo Scheggi (ll trono), Claudio Parmiggiani (Lo scriba), e altri. Le opere di Agnetti presenti in numerose gallerie, collezioni private e musei di vari paesi del mondo sono state esposte numerose volte alla Biennale di Venezia. Agnetti muore a Milano, improvvisamente, il 1° settembre 1981. In occasione di questa importante esposizione di Foligno, viene pubblicato un esaustivo catalogo, comprendente i saggi critici dei curatori, un testo biografico redatto da Germana Agnetti, figlia dell´Artista, nonché numerose immagini delle opere, oltre agli apparati biobibliografici aggiornati. La mostra di Agnetti resta aperta sino al 9 settembre. Www.centroitalianoartecontemporanea.com    
   
   
BOLOGNA (GALLERIA SPAZIO TESTONI): NE’ GIORNO NE’ NOTTE  
 
Presso la Galleria SPAZIO TESTONI in via D’Azeglio 50 a Bologna, è in corso la mostra personale di Luca Guenci NE’ GIORNO NE’ NOTTE, accompagnata dall’omonima pubblicazione con testi poetici di Serse Cardellini. Tutto è cominciato da un libro …. Luca Guenci è il pittore, Serse Cardellini è il poeta. Due artisti hanno unito il loro talento per creare un vero e proprio libro d’arte. Da un mondo surreale di forme e immagini, tutte in bianco e nero, creato dal pittore, il poeta si è lasciato ispirare scrivendo versi che evocano le emozioni, le passioni e i sogni dell’essere umano.Perché la pittura e la poesia sono anche questo: luoghi del nostro spirito dove possiamo sentirci liberi e sognare. Da questa collaborazione, è nata la pubblicazione NE’ GIORNO NE’ NOTTE e da questo libro l’idea di realizzare questo evento con lo stesso titolo nelle sale della Galleria SPAZIO TESTONI di Bologna, la cui giornata inaugurale, con la presenza dell’artista Luca Guenci, è stata appositamente fissata in occasione del solstizio d’estate, giovedì 21 Giugno 2012, giorno in cui la luce lascia lentamente spazio all’imbrunire della notte più breve dell’anno.Un video, realizzato dal regista Massimo Brizigotti anima le opere pittoriche proiettate sulla grande parete centrale all’ingresso della galleria. Il visitatore, attraversando le immagini animate delle opere in esposizione, può così immergersi nell’atmosfera evocativa delle emozioni che hanno ispirato Luca Guenci nella realizzazione dei suoi quadri, ed in quelle che hanno ispirato i versi poetici di Serse Cardellini dedicati alle stesse opere. I quadri di Luca Guenci presentati per la prima volta in questa esposizione, costituiscono un corpus di opere che mostrano l’eclettismo di questo artista, capace di raffigurare soggetti anche molto diversi tra loro.Si alternano visioni di città e metropoli antiche e moderne, a paesaggi naturali incontaminati e selvaggi, in cui il cielo e la terra si sfiorano all’orizzonte fino a rispecchiarsi, generando una mimesi in cui talvolta è difficile distinguere l’uno dall’altra. La ricerca artistica di Guenci è frutto della sua grande fantasia, pur attingendo anche dal mondo reale, che l’artista ha contemplato nel corso di suoi numerosi viaggi in paesi lontani. Il suo punto di forza è l’originale materia pittorica su tavola, olio e idroclear, una particolare sostanza che illumina le immagini e le rende estremamente nitide e brillanti. Ad un primo sguardo infatti questi lavori di Guenci possono sembrare opere fotografiche, pur presentando volute e sapienti “infedeltà” nelle distorsioni della luce, delle ombre e della prospettiva, creando uno spazio interpretativo che si pone tra reale ed irreale, tra composizione pittorica ed immagine riprodotta fotograficamente. In occasione di Artelibro 2012, la galleria SPAZIO TESTONI dedicherà alla “Serata d’Autore” di sabato 22 Settembre le letture del poeta Serse Cardellini delle sue poesie ispirate dalle opere di Luca Guenci raccolte nella pubblicazione NE’ GIORNO NE’ NOTTE – 2011 Greta Edizioni Pesaro, disponibile in galleria. L’esposizione resterà visibile fino a sabato 13 ottobre 2012, con pausa estiva della galleria dal 15 Luglio al 10 Settembre 2012.  Per informazioni: SPAZIO TESTONI - Via D’Azeglio n. 50, 40123, BOLOGNA - Tel. +39 051 371272 -  +39 051 580988 -  +393356570830 - www.giannitestoni.it l  
   
   
STAR INTERNAZIONALI CON IL JAZZ RE FOUND  
 
Le star del jazz internazionale saranno presenti alla quinta edizione del Festival Jazz Re Found che si terrà dal 21 al 24 giugno negli spazi della cascina Borghetto, in corso Bormida a Vercelli. Gli spettacoli live, a pagamento, iniziano tutti alle ore 21 e i gruppi si esibiranno su un megapalco; le serate proseguono poi nelle strutture parallele con i deejay che intratterranno il pubblico per le parti dance e altri eventi sono in programma al Red Bull Village. Www.jazzrefound.it/  
   
   
RIMINI (FAR): MOSTRA VIE DI DIALOGO - GRAZIANO SPINOSI – KETTY TAGLIATTI A CURA DI CLAUDIA COLLINA E MASSIMO PULINI - 23.6/2.9.12  
 
A Rimini dal 23 giugno al 2 settembre la Vie Di Dialogo | Dal 23 giugno al 2 settembre 2012 il Comune di Rimini - Far | galleria comunale d’arte moderna e contemporanea in collaborazione con l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-romagna, dà seguito al progetto Vie di dialogo nato per la conoscenza, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio artistico della contemporaneità presente sul territorio regionale, e con l’obiettivo di valorizzare le espressioni artistiche di maggiore qualità presenti in! Emilia- Romagna. Il progetto Vie di dialogo prevede il confronto espositivo, ma non solo, di due artisti che sappiano dialogare insieme attraverso il loro lavoro, parallelo e tangente, durante il processo di creazione della mostra e del catalogo, liberando nuove energie scaturite dalla reciproca collaborazione artistica. Inaugurato nel 2006 con Pinuccia Bernardoni e Antonio Violetta il progetto Vie di Dialogo era inizialmente nato da una collaborazione tra istituzioni pubbliche e private, Ibc, Mim Museum in Motion del Castello di San Pietro in Cerro (Pc) e la Fondazione D´ars – Oscar Signorini onlus di Milano per ottemperare l’art. 111 del Decreto Legge 22 gennaio 2004 n.42, il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, ove è prevista la partecipazione dei privati nella valorizzazione dei beni culturali. Vie di dialogo è poi proseguito con la mostra dedicata a Debora Romei e Erich Turroni, per poi approdare a Rimini con l’edizione dedicata a Graziano Spinosi e Ketty Tagliatti, scelti dal Comitato Scientifico composto da Davide Benati, Laura Carlini, Claudia Collina, Marco Pierini, Massimo Pulini e Claudio Spadoni. Claudia Collina evidenzia come Ketty Tagliatti e Graziano Spinosi facciano entrambi parte di quella corrente poetica trasversale, non solo emiliana, definibile “naturalismo-concettuale’. “Si tratta di artisti che partendo da un dato di natura lo astraggono e lo rielaborano teoreticamente a nuove forme e significati, mantenendo il dato di natura quale codice simbolico e pattern sintattico all’interno di lavori che aprono a rinnovata semantica. E, sia chiaro ribadirlo sin da subito, non si sta parlando di artisti ispirati, in chiave postmoderna, dall’ultimo naturalismo arcangeliano, ma di artisti la cui fantasia è eccitata dal dato di natura, dalle singole forme organiche che si trasform! ano attr averso processi diversi, mentali, gestuali, materiali, formali e simbolici, in una metanatura che li accomuna, nella ricerca declinata in seno alla maturazione e all’evoluzione dell’esperienza concettuale, enunciata o narrata nel gesto, dal segno, coi simboli, dalla materia e con la luce, sino all’approdo dell’opera, energia materiata dello spazio dei processi mentali […] e per quanto riguarda Tagliatti, la base per uno degli aspetti fondanti la sua ricerca: il reiterato rigoroso lavorio su un unico soggetto – poltrona, o rosa - che diventa il logos del suo spazio esistenziale: spirituale, mentale, emozionale e fisico.” Massimo Pulini rileva nel suo testo per Spinosi “Così come la storia delle parole, anche quella delle immagini, delle arti visive, continua a generarsi e a proliferare per via di analogie e metafore. Le forme primarie della natura sono un alfabeto inesauribile di significati e allusioni, di sintesi e ramificazioni artistiche. Da molti anni, con una insistenza variopinta, con un´ossessione innamorata, Graziano Spinosi lavora e ricerca, progetta e costruisce intorno alla forma archetipica del nido. Ma si potrebbe dire intorno al grembo materno, alla crisalide, al guscio, alla barca, alla gemma, alle mani giunte, al vaso, al carapace, al gomitolo, al sacco, al seme, al cranio, al nodo, al pianeta. Sono tutte forme che, prima di giungere all´arte, contengono cose tra loro diverse: un nascituro, un navigante, un cervello, una preghiera o un fuoco, ma ognuna svolge un ruolo di protezione, di conservazione e riparo.” Info: "Vie Di Dialogo” Graziano Spinosi – Ketty Tagliatti a cura di Claudia Collina e Massimo Pulini - Far, Galleria d´arte moderna e contemporanea - Palazzo dell’Arengo, Piazza Cavour, Rimini - dal 23 giugno al 2 settembre 2012 - ingresso libero - www.Riminifar.it  - info tel. 0541.704416 / 704421  
   
   
LUNEDÌ 25 GIUGNO AL VIA “ARCHITETTURA DI NOTE”  
 
Da sempre, nel corso della storia, i salotti di casa, le piazze e i teatri sono stati i luoghi ideali per ospitare eventi musicali, luoghi in cui il fascino dell´architettura si sposa armoniosamente con le note musicali. Uno scambio permanente tra forme e melodie che poggi può essere riscoperto in tre spettacoli musicali denominati "Architetture di note" - realizzati dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con Mix p.R., Città di Torino, Città di Ivrea, Mito-settembre Musica e Turismo Torino e Provincia, ente incaricato della promozione e comunicazione dell´evento – dei veri e propri spettacoli da vivere in luoghi da riscoprire. Lunedì 25 giugno Palazzo Birago di Torino ospita l´"Omaggio a Ray Charles", lunedì 2 luglio il Castello d´Ivrea è la splendida cornice dell´edizione straordinaria dello "Swing italiano dagli anni ´30 agli anni ´60", mentre "Chet Moods, ricordando Chet Baker" è l´appuntamento di lunedì 10 settembre presso il Museo di Scienze Naturali di Torino. Tutti i concerti hanno luogo alle ore 18. Www.turismotorino.org/internaevento.aspx?ida=267&idevento=6648  
   
   
AMELIA (MUSEO ARCHEOLOGICO): “CONVIVENZE” - UN PERCORSO TRA ARCHEOLOGIA E ARTE CONTEMPORANEA - 23 GIUGNO 2012/8 LUGLIO 2012  
 
Si inaugura sabato 23 giugno al Museo Archeologico di Amelia la mostra “Convivenze. Un percorso tra archeologia e arte contemporanea”. La rassegna, articolata nei due piani del Museo presenta una cinquantina di opere tra dipinti, disegni, sculture e fotografie di venti artisti contemporanei diversi per generazioni e aree di appartenenza. Un nobile “dialogo” tra i molteplici linguaggi dell’arte astratta e figurativa e i reperti archeologici della storia amerina, raccolti negli scavi della città e nei suoi dintorni. Il biglietto da visita dell’esposizione è l’installazione di Cecilia Bossi che interpreta la statua del germanico, utilizzando materiali diversi, segnati da tracce pittoriche. Il percorso continua con le opere di Antonella Pernarella, cariche di ricchezza cromatica, e con i recenti lavori di Fabio Santori che trasforma in opere d’arti legni di recupero. A seguire altri artisti legati da un unico filo conduttore: la ricerca del vero. Paul De Hann e Selly Avallone si soffermano sul tema della natura morta, realizzate con una minuziosità che non tollera semplificazioni. E se Rosita Sfischio prende in esame il tema della figura femminile catturata nella sua intimità, Maurilio Cucinotta mette in scena storie fantastiche e misteriose. Di nobiltà tutta letteraria invece la pittura di Stefano Sorrentino, che sovrappone al tessuto pittorico parole tratte dai manoscritti della vita dei grandi musicisti. La visita prosegue con le tele del periodo “emozionista” di Nuccia Amato, dipinte con una purezza formale e i lavori, lampeggianti di luce e di colore di Anna Salvati. La quotidianità è ripresa anche nella grande tela “Naufraghi” di Egidio Scardamaglia densa di particolari narrativi e nei paesaggi del Gargano, orlati di una felicità cromatica di Vincenzo Esposito. E ancora una scelta di disegni sul nudo femminile di Vincenza Costantini, definiti da una linea intensa e armoniosa e uno straordinario reportage, di scatti in bianco e nero “Sguardi del nostro tempo” di Robbi Huner. La sezione finale della mostra presenta alcuni esempi di pittura materia e lirica: Angela Scappaticci si esprime con la tecnica del cretto elevando la materia a protagonista dell’opera; Anna Seccia, figura di primo piano della pittura aniconica, riflette sul valore della pittura stessa articolata con venature e giustapposizioni cromatiche che dal 1986 lascia spazio all’azzurro del cielo; Cristina Messora esplora la musicalità del segno con tinte cupe e inserti collagistici. Lirici anche i paesaggi lunari di Felixandro, notturni monocromatici spolverati da superfici luminose. Punteggiano il percorso espositivo le sculture in pietra di Beatrice Palazzetti, un modellato tentato dall’astrazione per il loro movimento curvilineo e le sculture in plexiglas di Rodolfo Fincato con inserti di foglie colorate. Un panorama molto variegato dell’arte nostra ultima che si confronta in un dialogo a distanza con le opere del museo  
   
   
CAMMINATA DEL GUSTO A FARIGLIANO  
 
Domenica 24 giugno, dalle 8 alle 18, la Camminata del Gusto servirà a coniugare le bellezze naturalistiche e culturali di Farigliano con la tradizione enogastronomica. Si tratta di un itinerario che si snoda tra le campagne fariglianesi con numerose tappe nelle aziende agricole, per i golosi i cultori della gastronomia langarola locale. Per i turisti un modo per una esperienza sensoriale a 360 gradi: le bellezze del paesaggio, la natura spesso ancora incontaminata, gl i edi f ici stor ici e le proposte golose che ar r ivano dal le cucine e dal le cant ine di Far igl iano. Prenotazioni : 0173.76109. Www.cuneoholiday.com