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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 05 Ottobre 2012
MILANO: NOTTE DEI RICERCATORI - GAM, ACQUARIO, PLANETARIO, E MUSEO ARCHEOLOGICO APERTI FINO ALLE 22 - 28 OTTOBRE  
 
Venerdì 28 ottobre, in occasione della ‘Meetmetonight – La Notte dei Ricercatori’ alcuni musei civici saranno aperti e gratuiti fino alle ore 22: Galleria D´arte Moderna, Museo di Storia Naturale, Planetario, Acquario, Museo Archeologico. ‘Meetmetonight – La Notte dei Ricercatori’ è un evento voluto dalla Commissione Europea e promosso in Lombardia dal Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Milano-bicocca, con il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. “È la prima volta – ha dichiarato l’assessore all’Università e ricerca Cristina Tajani - che il Comune di Milano in rete con altri enti locali lombardi ospita ‘La Notte dei Ricercatori’: questa collaborazione tra istituzioni pubbliche e mondo dell’Università e della Ricerca ci ha permesso di realizzare un grande manifestazione, che prevede un cartellone di 200 eventi rivolti a grandi e piccini. In sei musei civici milanesi l’ingresso dalle 18 alle 22 sarà gratuito e qui si svolgeranno eventi ludo-educativo di ogni tipo. La logica dell´evento é quella di favorire l´incontro tra mondo della ricerca e cittadinanza rendendo evidenti le ricadute sociali del lavoro dei ricercatori. Questo é importante in ancor di più in un momento in cui i fondi destinati alla ricerca rischiano di essere erosi dalla contrazione dei bilanci pubblici." A Milano ‘La Notte dei Ricercatori’ sarà inaugurata alle ore 18 presso tensostruttura presso i Giardini Pubblici di Porta Venezia alla presenza delle istituzioni locali, a cui partecipa l´assessore all’Università e ricerca Cristina Tajani  
   
   
MILANO (TWELVE, VIALE SABOTINO 12): TWELVE E ROSASPINTO PRESENTANO “ALTRI MONDI” - MOSTRA FOTOGRAFICA DI VALERIA D’ANGELO - DOMENICA 7 OTTOBRE 2012, ORE 19.00  
 
Si alza il sipario su un nuova proposta culturale targata Rosaspinto. L’associazione sceglie la formula dell’aperitivo artistico per mettere in mostra “Altri mondi”, sequenza di scatti fotografici eseguiti da Valeria D’angelo, che a tre mesi di distanza, dopo la personale “Viva”, torna al Twelve di Viale Sabotino per stupire di nuovo un pubblico sempre più attento e curioso. Poesia e seduzione, gli elementi primari in costante lotta, il tempo che scorre e lascia tracce indelebili del suo passaggio. E’ la Natura, intesa come forza irrefrenabile e principio ordinatrice, che da forma e sostanza al progetto dell’artista milanese. Una D’angelo che con il suo obiettivo intende trasmettere l’estasi e lo stupore che l’istinto umano suggerisce dinanzi a cotanto spettacolo. Impressioni che diventano testimonianza dello straordinario, e un contorno stuzzicante per il ritrovo conviviale del Twelve. L’artista plasma in modo effimero e puramente sensoriale l’esperienza emotiva del trovarsi a diretto contatto con gli elementi naturali, decisamente Altri mondi un’esperienza rispetto ai lunghi anni di “convivenza” con la scenografia imponente, umanizzata e artificiale di Milano. E così, da spettatrice incantata, Valeria D’angelo ricerca, scopre e racconta con lo stupore di un fermo immagine un mondo di estrema eleganza e bellezza, prorompente. Gli scatti “rubati” ritraggono superfici morbide ma anche levigate, scolpite ma nello stesso tempo sinuose, impreziosite da cromatismi inaspettati, scorci onirici e plastici. Per una Natura piena di vita, ritratta in scorci che raccontano di un momento appena trascorso e ne presagiscono uno ancora da venire. Di fronte a questa sequenza di brevi attimi, a noi spettatori rimane il compito di individuare una chiave di lettura, decodificando volumi estemporanei e architetture tratteggiate dall’evoluzione. E’ una bellezza, quella di “Altri mondi”, che affascina, e ispira riflessioni oniriche. Valeria d’Angelo, nipote del pittore milanese Alfredo D’angelo, nasce nel 1973. Dopo il liceo artistico frequenta il corso di arte, progettazione e tecnica per lo spettacolo e l’industria (indirizzo scenografia), presso Accademia di Comunicazione. Nel 1995 consegue il diploma di graphic design. Lavora a Milano tra il 1995 e il 2009 dedicandosi in particolar modo all’immagine coordinata e alla grafica editoriale. Nel 2009 si trasferisce in un piccolo paese della provincia torinese, dove, pur continuando il lavoro come graphic designer, inizia a sviluppare un personale percorso estetico-stilistico che si esprime attraverso la fotografia e la pittura. Principale fonte di ispirazione è il contatto diretto con la natura, le sue linee e i suoi colori. Vernissage Domenica 7 Ottobre 2012. In mostra  fino a Martedì 16 Ottobre 2012 Twelve Viale Sabotino 12, Milano 02 89073876 www.Twelvemilano.it    
   
   
MILANO (FONDAZIONE STELLINE): MAXIM KANTOR - VULCANO - IN COLLABORAZIONE CON IL MUSEO DI STATO RUSSO DI SAN PIETROBURGO 26 OTTOBRE/9 DICEMBRE 2012  
 
L’esposizione presenta per la prima volta in Italia in maniera completa ed esaustiva l’opera di Maxim Kantor, pittore e scrittore di origine russa. Dal 26 ottobre 2012 la Fondazione Stelline di Milano, in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, presenta per la prima volta in Italia in maniera completa ed esaustiva l’opera di Maxim Kantor, pittore e scrittore di origine russa. Il cuore dell’esposizione, a cura di Alexandr Borovsky e Cristina Barbano, è il portfolio Vulcanus. Atlas realizzato nel 2010, a cui fanno da cornice un nucleo di dipinti degli ultimi anni e alcuni esempi rappresentavi dell’intera attività pittorica di Kantor (1980-2012). L’opera di Maxim Kantor è conosciuta in Italia, dove l’artista ha esposto in tre precedenti occasioni. Nel 1988 presso Studio Marconi Milano, all’interno della mostra collettiva “Artisti Sovietici Contemporanei”; nel 1997 alla Xlvii Biennale di Venezia, con la mostra “Criminal Chronicle”, a cui fu completamente dedicato il Padiglione Russo e nel 2005 alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Tuttavia le numerose mostre tenute dall’artista a partire dalla fine degli anni Ottanta in diverse città in Europa e negli Stati Uniti, oltre a quelle italiane appena citate, sono sempre state dedicate a un particolare periodo del suo lavoro o ad una singola serie grafica. Questa mostra, che occuperà entrambe le Gallery della Fondazione Stelline, si differenzia invece dalle precedenti in quanto accosta al portfolio Vulcanus, realizzato nel 2010, un nucleo di ventidue dipinti, alcuni di grandi dimensioni, rappresentativi dell’intera attività pittorica di Kantor (1980-2012). Una piccola sezione sarà dedicata alla sua attività di scrittore. Maxim Kantor (Mosca 1957) è pittore, incisore e scrittore russo contemporaneo, figlio dell’intellettuale e filosofo Karl Kantor, scomparso nel 2008, con il quale ha sempre avuto un profondo rapporto di vicinanza, di scambio, di confronto. La sua produzione artistica si divide in tre periodi principali. Il Periodo Rosso (Periodo Sovietico, 1980-fine anni Novanta). Dipinti che rappresentano case, prigioni, lager, ospedali, metropolitane, ma anche e soprattutto uomini che, pur oppressi da un regime disumanizzante, conservano “umanità” nel senso più ampio e più profondo del termine. I colori preferiti sono il giallo, il rosso e l’arancione. Lo stile di quegli anni è definito di “resistenza” ed è spesso brutale. L´eroe più ricorrente è il padre ed il simbolo più importante Giobbe. Sono presenti in mostra opere significative di questo primo periodo, come Stato (1990-91) e La mia famiglia (1983). Il Nuovo Impero (Fine anni Novanta – 2008). La caduta del comunismo, alla fine degli anni Ottanta, rappresenta per Kantor la possibilità di viaggiare per il mondo, di abitare in altre città come Berlino, Londra, Parigi. Inizia un´epoca di grandi speranze, caratterizzata anche dalla perdita di orientamento. La Russia crolla, ma anche l´Europa attraversa una profonda crisi. L’opera riassuntiva di questi dieci anni è il portfolio di litografie Metropolis, del 2001-2003, ma anche quadri intensi come La Torre rossa (2005) e Requiem per un terrorista (2003-2004), che si possono ammirare in mostra. Atlandide (Dal 2008 a oggi). Negli ultimi anni la consapevolezza della fine di un certo “ciclo storico”, non solo in Russia, è diventata evidente. Il mondo è entrato in una crisi profonda, non solo politica, ma anche intellettuale. Il compendio del lavoro di questo periodo si ritrova nell´ultimo portfolio grafico Vulcanus (esposto integralmente in mostra), dove Kantor si ritrae nella prima incisione con il titolo Autoritratto tra Lenin e Putin (2010). In esso Kantor con segno mirabile, acuto e con ironia sferzante ripropone la storia del Xx secolo fino ai nostri giorni, con particolare attenzione agli eventi legati alla Rivoluzione Russa e alla Prima Guerra Mondiale. I soggetti delle sue incisioni sono i protagonisti della storia, da Lenin, a Stalin, a Trotsky da Churchill a Roosvelt, e gli intellettuali da Tolstoy a Cecov, a Majakovskij, all’Achmatova. L’artista critica i personaggi famosi della storia con implacabile severità e mostra compassione per le vittime: la gente comune. La sua critica non è solo nei confronti dei fantasmi del comunismo, ma anche degli spaventapasseri del capitalismo. In mostra, tra le opere recenti, anche Ritratto di Marx (2011) e Sala d´aspetto (2011-2012). Ogni periodo ha una propria geografia. Per il Periodo Rosso è Mosca. Per il periodo del Nuovo Impero sono le città in cui ha viaggiato, Berlino, Londra, Parigi ecc. Negli ultimi anni Kantor passa sempre più tempo in un´isola vicino alla costa della Francia, l´Ile de Ré. L’immagine centrale nelle sue opere pittoriche è Atlantide che si inabissa nell´oceano, come racconta Platone. La mostra, alla Fondazione Stelline dopo la tappa al Museo di Stato di San Pietroburgo, è accompagnata da un ricco catalogo (Palace Edition; pagg. 192; 30,5x30), con prefazione di Camillo Fornasieri, un saggio introduttivo di Erik Hobsbaum e testi dei curatori Alexandr Borovsky e Cristina Barbano, degli autori Vittorio Hosle, Ulrike Göschenen, Alexander Zinoviev e dell’artista. Le immagini a colori illustrano il nucleo principale della produzione pittorica di Kantor e le opere della serie Vulcanus. Maxim Kantor (Mosca, 1957), pittore, incisore e scrittore russo, è il figlio dell’intellettuale e filosofo Karl Kantor, con il quale ha sempre avuto un profondo rapporto di vicinanza, di scambio, di confronto. Sue opere sono esposte al British Museum di Londra, allo Städel Museum di Francoforte, alla Galleria Tretjakov di Mosca, alla South Australia Gallery di Adelaide e in numerosi altri musei. Autore di cinque opere letterarie, alcune in corso di traduzione in italiano e inglese, di diverse pièce teatrali e di tre raccolte di saggi. L’artista collabora costantemente con il giornale inglese online “Open Democracy”, col mensile parigino “Le Monde Diplomatique”, e con i giornali moscoviti “Novaya Gazeta”, “Rossiiskaja Gazeta” ed “Expert”. Kantor è membro del Senior Council del St. Antony College, del Wolfson College, del Pembroke College dell’Università di Oxford. Vive tra l’Île de Ré (Francia), Oxford, Berlino e Mosca. Maxim Kantor ha presentato la serie Vulcanus. Atlas lo scorso anno a Berlino alla Galerie Nierendorf; recentemente al Musée du Montparnasse di Parigi (6 aprile – 6 maggio 2012), all’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford (in occasione della Conferenza Internazionale sul tema “Come rispondere alla crisi globale” da lui promossa con il sostegno della Cattedra di Politica Mondiale dell’Università di Oxford, 12-13 maggio 2012), e al Museo di Stato di San Pietroburgo (20 giugno – 23 luglio 2012). Settembre, 2012 Maxim Kantor. Vulcano a cura di Alexandr Borovsky e Cristina Barbano Info: Fondazione Stelline - Corso Magenta, 61 – Milano - 26 Ottobre - 9 Dicembre 2012 - Orario da martedì a domenica: 10-20; lunedì chiuso Aperture straordinarie: 1 novembre; 7 e 8 dicembre 2012 - Biglietteria Euro 6,00 intero. Euro 4,50 Ridotto, Euro 3 scuole - +39.0245462.411 - http://www.stelline.it/    
   
   
MILANO (MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA LEONARDO DA VINCI, PADIGLIONE OLONA, VIA OLONA, 6): CINQUANT’ANNI VISSUTI DIABOLIKAMENTE - 10/21 NOVEMBRE 2012  
 
A cura di Mario Gomboli, con la collaborazione di Licia Ferraresi, Andrea Pasini, Alessandra Mangalaviti e il contributo di Gianni Bono, Dario Paolillo e Claudio Acquistapace. Progetto dell’arch. Folco Orlandini, realizzazione Wwstand. “Cinquant’anni vissuti diabolikamente” è il titolo della grande mostra, patrocinata dal Comune di Milano, che verrà ospitata dal 10 al 21 Novembre 2012 - in concomitanza con il 50° anniversario di nascita di Diabolik - presso il padiglione Olona del Museo della Scienza e della Tecnologia. In realtà una sorta di “diaboliko museo” itinerante, che ha già toccato numerose tappe italiane con grande partecipazione da parte del pubblico e che chiude il suo percorso proprio a Milano, la città che ha dato i natali alla Casa Editrice Astorina e che ancora oggi ospita la redazione. Nemmeno la scelta della location è casuale, la tecnologia e l’innovazione, uniti alla creatività, sono da sempre presenti negli albi del Re del Terrore: l’ideazione di colpi apparentemente impossibili, la costruzione di marchingegni e apparecchiature futuristiche, le fughe rocambolesche per sfuggire agli agguati dell’implacabile Ispettore Ginko, caratterizzano da sempre le avventure di Diabolik. La mostra si articola in un percorso tematico costituito da 20 tappe, rappresentate da teche contenenti scritti, tavole e oggetti che approfondiscono e descrivono gli aspetti distintivi del mondo di Diabolik. Particolare attenzione è stata posta all’evoluzione del personaggio nei decenni: Diabolik è stato ed è testimone del suo tempo, e l’impegno nelle campagne sociali a favore del divorzio, contro la pena di morte o l’abbandono degli animali, documentate in una sezione della mostra, ne sono un esempio. Sono per la prima volta esposti al pubblico numerosi cimeli di grande interesse per gli appassionati del fumetto e i semplici curiosi: le tavole originali dei primi numeri, l’introvabile e prezioso numero 1 del 1962, rari gadget d’epoca, pagine delle sceneggiature che hanno fatto la storia di Diabolik. Di notevole importanza la parte multimediale della mostra: alcuni monitor mostrano ai visitatori filmati d’epoca, gallerie d’immagini, il trailer del film “Diabolik” del 1968 girato da Mario Bava… e sono solo esempi della ricca documentazione proposta. Sono inoltre disponibili tre totem interattivi per permettere al pubblico di “sfogliare” elettronicamente il primo numero di Diabolik e di interrogare la banca dati della redazione alla ricerca di curiosità, di episodi o nomi apparsi nei quasi 800 albi pubblicati fino ad oggi. Infine un maxi schermo proietta il documentario “Le Sorelle Diabolike”, curato da Michele Buongiorno e dedicato all’appassionante vita di Angela e Luciana Giussani. Particolare attenzione è poi dedicata alla Jaguar E-type coupè del ’61, da sempre compagna d’avventure di Diabolik. Oltre all’auto vera, impeccabilmente restaurata per l’occasione, una serie di bacheche ospiterà modelli in scala della stessa, modificati per mostrare tridimensionalmente alcuni dei più spettacolari trucchi messi in opera dal Re del Terrore durante i suoi cinquant’anni di ininterrotte fughe. --- L’iniziativa “Cinquant’anni vissuti diabolikamente” vuole così rendere omaggio alla città di Milano - capitale del Fumetto Italiano, città di autori ed editori di primissimo livello e popolarità – che ha visto nascere Diabolik e muovere i suoi primi passi verso un successo che dura tutt’ora. Nel lontano 1 Novembre 1962, infatti, appariva nelle edicole italiane il primo numero di Diabolik. Il titolo, “Il Re del Terrore”, non lasciava dubbi sulla natura dell’albo e certamente, all’epoca, dovette suscitare un certo stupore il sapere che la paternità del fumetto era da attribuire a due colte ed eleganti signore della buona borghesia milanese, Angela e Luciana Giussani. Diabolik nacque a Milano, così come milanesi erano le sue creatici, ed a Milano gli anni del boom si misuravano anche dal flusso incessante di pendolari che, scesi dai treni delle Ferrovie Nord, transitavano ogni mattina da Piazzale Cadorna. Tale andirivieni non poteva passare inosservato dalle finestre della casa editrice Astorina, appena fondata dalle due sorelle, che sul piazzale si affacciava. Fu proprio per alleviare la noia del viaggio di quei pendolari che Angela e Luciana pensarono di ideare un fumetto. Un fumetto che, a differenza di tutti gli altri in edicola all’epoca, sarebbe stato rivolto a un pubblico adulto. E allora ecco l’intuizione di sfruttare il genere giallo, allora in voga sia sulla carta che sul grande schermo, la scelta di una durata di lettura pari al tempo medio di percorrenza dei pendolari e di un formato tascabile tale da poter essere facilmente letto anche in un vagone affollato. Così nacque quel Diabolik che, ancor oggi, si presenta ogni mese in edicola con una storia inedita (e due ristampe per gli appassionati) ed è tra i più letti e venduti fumetti italiani. Ma il successo di Diabolik fu anche il successo, inusuale in quei primissimi anni ’60, dell’imprenditoria femminile, e non è un caso se fu proprio a Milano che potè realizzarsi. Allora, come oggi, il capoluogo lombardo dimostrò di saper accogliere e valorizzare iniziative e progetti innovativi, nell’assoluta convinzione che le buone idee non hanno sesso  
   
   
VICENZA (BASILICA PALLADIANA): RAFFAELLO VERSO PICASSO  
 
La Basilica Palladiana di Vicenza, conclusi i restauri cui è stata sottoposta negli ultimi cinque anni, riapre al pubblico per accogliere una folla di personalità. Quelle ritratte dai maggiori interpreti della pittura italiana e internazionale, dal Quattrocento sino alla fine del Novecento. La mostra Raffaello verso Picasso non è, né vuole essere, una storia completa dell´arte del ritratto. E soprattutto e´ invece una vera e propria storia dello sguardo, con tutte le sue implicazioni anche di natura filosofica e letteraria, messe in evidenza nel libro/catalogo scritto per l´occasione da Marco Goldin. E´ poi, ovviamente, una magnifica, affascinante e ben circostanziata sequenza di opere-capolavoro che il curatore ha scelto per raccontare una sua interpretazione di questo fondamentale ambito della pittura, proponendo non un percorso di sola successione cronologica ma, come gli è consueto, uno stimolante gioco di confronti, rimandi, assonanze tra artisti e soggetti, tra epoche e scuole. In mostra, una novantina di quadri straordinari, provenienti dai musei dei vari Continenti e da alcune gelose collezioni private sia europee che americane. Raccontano la più grande storia che la pittura ricordi, quella dedicata al volto dipinto. E non a caso il titolo scelto è Raffaello verso Picasso, cioè il lungo percorso che dal senso di una perfezione delle forme giunge fino alla rottura di quella stessa forma, con la ricerca cubista novecentesca. Il volto e il corpo rappresentati, dall´armonia rinascimentale fino all´inquietudine del Xx secolo. E quel verso del titolo indica allo stesso tempo l´andare da un punto a un altro punto della storia dell´arte - il moto verso luogo - e il senso di una lotta tra l´elemento apollineo e quello dionisiaco. Sviluppata in quattro ampie sezioni tematiche (Il sentimento religioso; La nobiltà del ritratto; Il ritratto quotidiano; Il Novecento. Lo sguardo inquieto), la mostra racconta quella vicenda attraverso immagini celebri. Che dai ritratti e dalle figure per esempio di Fra´ Angelico, Botticelli, Mantegna, Bellini, Giorgione, Raffaello, Tiziano, Veronese, Dürer, Cranach, Pontormo e poi ancora tra gli altri di Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo arriva fino agli Impressionisti da Manet a Van Gogh, da Renoir a Gauguin, da Cézanne a Monet e ai grandi pittori del Xx secolo da Munch, Picasso, Matisse, Modigliani e Bonnard fino a Giacometti, Balthus, Bacon e Freud. Solo per dire di alcuni tra i moltissimi che compongono a Vicenza questo superlativo museo dei musei. Ma non generico, e invece dedicato all´immagine universale dell´uomo tra sacro e profano. Tra vita quotidiana e celebrazione di sé nella regalità delle corti, tra sentimento religioso e rappresentazione della propria immagine negli autoritratti, soprattutto tra Ottocento e Novecento. Il ritratto che nasce dal coprire un´assenza, che diventa baluardo in vita di fronte all´assenza della vita. Non a caso la riflessione operata da Goldin nel suo libro, parte dai ritratti del Fayum nell´Egitto dei primi secoli dopo Cristo. Chiusa a Vicenza, solo due settimane dopo, e con un titolo modificato ("Da Botticelli a Matisse volti e figure"), la mostra riaprirà a Verona, in un´altra sede prestigiosa come il Palazzo della Gran Guardia, proprio di fronte all´Arena. Il cuore dell´esposizione resterà lo stesso e una ottantina saranno le opere. E se alcune rientreranno nei musei di provenienza, altre, bellissime, giungeranno a sostituirle. Tanto che si può con certezza dire come la mostra a Verona potrà essere visitata da chi non l´avesse fatto a Vicenza ma anche da chi volesse rivederla con l´ingresso di altri capolavori. Sarà l´ambito nordico a essere ulteriormente descritto, con opere strepitose e rare di Memling e Van Eyck, con il riferimento italiano di Antonello da Messina. Insomma, Verona rappresenterà un motivo imprescindibile per tornare a vedere grande, grandissima pittura. Ad accompagnare le due tappe non sarà il tradizionale catalogo, ma come detto un intero libro scritto per l´occasione da Marco Goldin, sul tema soprattutto del volto e dello sguardo come antecedenti del ritratto. La mostra in Basilica Palladiana è promossa e sostenuta dalla Città di Vicenza e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. Fondazione che ha tra l´altro interamente sostenuto il restauro durato cinque anni della Basilica. Come sempre Linea d´ombra si affianca non solo quale società organizzatrice ma anche come partner importante nella produzione della mostra. Main sponsors di questo grande progetto sono realtà che con Linea d´ombra hanno una consolidata tradizione collaborativa: da un lato Unicredit, che ha individuato nella doppia proposta a Vicenza e Verona - territori in cui è presente in modo profondo e diffuso - la qualità necessaria per una nuova forte partnership, e dall´altro il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta, che sarà uno dei due sponsor principali della mostra nella sua sede vicentina, giungendo così a valicare il quindicesimo anno di collaborazione con la società trevigiana. Informazioni e prenotazioni: www.Lineadombra.it    
   
   
BOLZANO: UNA NOTTE AL MUSEO - DAL 6 OTTOBRE  
 
Il 6 ottobre, con numerose date fino a marzo 2013, i bambini dai 7 ai 10 anni potranno passare, dalle ore 19,30 alle 9 del giorno dopo, un’intera notte al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, alla scoperta di animali e minerali. Le iscrizioni sono già aperte. Tra giochi e scoperte, i piccoli esploratori partecipanti avranno la possibilità di passare un´intera notte al museo sulle tracce di animali e minerali, addormentandosi ai piedi del grande acquario marino. La mattina si farà colazione insieme, in attesa dei genitori. La manifestazione ha luogo in italiano e in tedesco. "Una notte al museo" si terrà nei seguenti giorni: 6 e 20 ottobre, 24 novembre e 15 dicembre 2012; 19 gennaio, 23 febbraio e 9 marzo 2013, sempre dalle ore 19.30 alle 9 del giorno dopo. Da quest´anno è possibile iscriversi subito nella data prescelta. La prenotazione, obbligatoria, deve essere effettuata al numero telefonico 0471/412964. Costo a bambino: 20 euro. Info: Museo di Scienze Naturali dell´Alto Adige - via Bottai 1, Bolzano - www.Museonatura.it    
   
   
SANGUINETTO (PALAZZO TAIDELLI - VERONA): LA FONDAZIONE ALDO MORELATO E L’AZIENDA MORELATO PRESENTANO LA MOSTRA LE STANZE DELL’ARTE. UNA RICOGNIZIONE SUL SENTIMENTO DEI LUOGHI DELL’ABITARE - CURATORE: DIONISIO GAVAGNIN - DA SABATO 13 OTTOBRE A GIOVEDÌ 11 NOVEMBRE 2012  
 
50 artisti internazionali, italiani e stranieri, del calibro di Carlo Carrà, Carlo Mollino, Giulio Paolini, Enzo Mari, Ugo La Pietra e tanti altri, accomunati dalla ricerca sul rapporto tra l’individuo e la casa. La mostra promossa dalla Fondazione Aldo Morelato, grazie al supporto dell’azienda Morelato e alla consulenza di Dionisio Gavagnin, ha lo scopo di approfondire la multiforme relazione tra le persone e il contesto abitativo attorno al quale si svolge la loro esistenza. Un’esposizione che, attraverso un percorso ricco e intenso costituito da dipinti, fotografie e oggetti di design, propone un ventaglio di espressioni sul vissuto quotidiano entro le mura domestiche. Un luogo, la casa, che “simbolicamente” può rappresentare una “costrizione del presente o una costruzione del futuro”. Uno spazio che può esasperare disagi o diventare un’occasione di riflessione, di liberazione, di benessere. Come afferma lo stesso curatore, Dionisio Gavagnin, “nell’arte moderna e contemporanea convive uno spettro di valori assegnato alle mura domestiche, e all’abitare in generale, che va dal rassicurante al tragico, fino a ipotesi utopiche che vedono necessario ripensare integralmente l’organizzazione e la funzione degli spazi abitativi e gli oggetti che li occupano”. Una mostra che vuole essere un “viaggio fatto di sorprese, di “luoghi altri” a nutrimento dell’anima, per scoprire che è sulla forza dell’immaginazione che bisogna far leva per una riprogettazione del nostro spazio vitale.” Artisti In Mostra: Araki Nabuoshi fotografo Backstrom Miriam Berengo Gardin Gianni Boriani Davide Branzi Andrea Buttafava Sandro Canavacciuolo Maurizio Carrà Carlo Ciam Giorgio Colombo Gianni Costa Claudio Cresci Mario Del Pezzo Lucio Evans Walker Garutti Alberto Goldin Nan fotografo Guerzoni Franco Hajek-halke Heinz Hofer Candida fotografo Icaro Paolo Jodice Mimmo La Pietra Ugo Les Krims Luthi Urs Mafai Mario Mari Enzo Martegani Amedeo Mollino Carlo Moon Sarah Mulas Ugo Munari Bruno Nigro Mario Oppi Ubaldo Paladini Vinicio Paolini Giulio Parmiggiani Claudio Patella Luca Maria Peverelli Cesare Pistoletto Michelangelo installazioni Prampolini Enrico disegni Saudek Jan Schoonhoven Jan Steinert Otto Strba Annelies Tesi Alessandra Tillmans Wolfgang Tirelli Marco Vishniac Roman Wolf Silvio Zaza Michele  
   
   
MILANO (TRIENNALE DESIGN MUSEUM): LA TRIENNALE RICORDA SERGIO TOPPI - MARTEDÌ 9 OTTOBRE 2012, ORE 18.00  
 
Triennale Design Museum presenta una serata per ricordare Sergio Toppi (Milano, 1932 - 2012), uno tra i maggiori illustratori europei a cui sono state dedicate numerose mostre personali in Italia e all’estero. Negli anni Cinquanta Toppi entra nel mondo dell’illustrazione con Utet e Garzanti, e poco dopo è attivo negli studi d’animazione Pagot per alcune campagne pubblicitarie. La sua carriera professionale prosegue al Corriere dei piccoli. Via via più noto e apprezzato, pubblica disegni su quotidiani e riviste, illustra classici della letteratura, scrive e disegna racconti a fumetti per diversi editori. Tante le illustrazioni da lui realizzate: da quelle volute da Oreste del Buono per illustrare le Mille e una notte, a quelle chieste da Sergio Bonelli per la collana Un Uomo Un’avventura, fino al lavoro di Dürrenmatt per Studio Michelangelo Edizioni, e poi al Davide e Golia uscito prima in Francia da Mosquito e poi in Italia. Insieme alla moglie Aldina Toppi, saranno presenti Silvana Annicchiarico, Laura Battaglia, Alfredo Castelli, Vittoria Ceriani, Gianluigi Colin, Sergio Cofferati, Luisa Crepax, Michel Jans, Guido Moretti, Luca Raffaelli, Italo Rota, Fulvia Serra, Antonio Tarzia. Alla serata parteciperà un gruppo di illustratori dell’Associazione Illustratori  
   
   
VENEZIA: FRANCESCO GUARDI 1712/1793 - 29 SETTEMBRE 2012 / 6 GENNAIO 2013  
 
In occasione del terzo centenario della nascita di Francesco Guardi (1712 – 2012), la Fondazione Musei Civici di Venezia dedica un’ampia retrospettiva che testimonia – con una ricchezza di prestiti mai vista in precedenza e con opere in alcuni casi per la prima volta esposte insieme - la lunga e complessa parabola artistica di uno degli ultimi grandi maestri della pittura veneta. A cura di Alberto Craievich e Filippo Pedrocco, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, la mostra – posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana – è allestita nelle sale espositive al secondo piano del Museo Correr dal 29 settembre 2012 al 6 gennaio 2013 e si suddivide in cinque sezioni che ripercorrono l’evoluzione del percorso artistico di Guardi e allo stesso tempo documentano i diversi generi in cui il grande artista si è cimentato. Un itinerario insieme cronologico e tematico che si sviluppa attraverso centoventuno opere, tra dipinti e disegni, scelte per il loro particolare valore qualitativo e storico, all’interno di un corpus assai vasto ed eterogeneo che va dalle opere giovanili di figura, ispirate alla pittura di costume, ai dipinti sacri e alle prime vedute, dai paesaggi e capricci, in cui risalta la sua originalità rispetto agli altri maestri veneti, alle tele che immortalano le feste e le cerimonie della Serenissima, fino alle splendide vedute di Venezia degli anni della maturità, dove il suo stile personalissimo si fa sempre più libero e allusivo. Prodotta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, in collaborazione con 24 Ore cultura – Gruppo 24 Ore, con il sostegno di Fondazione Antonveneta e con la partecipazione della Fondazione Ermitage Italia e della Provincia Autonoma di Trento – che dal 6 ottobre 2012 al 6 gennaio 2013 presenta al Castello del Buonconsiglio un approfondimento tematico sulle opere giovanili dell’artista, dal titolo “Francesco Guardi nella terra degli avi. Dipinti di figura e capricci floreali” - la mostra si realizza grazie al generoso contributo delle più importanti istituzioni museali italiane ed estere. Tra queste l’Accademia Carrara di Bergamo, la Gemäldegalerie di Berlino, il Museum of Fine Arts di Boston, la Fondazione Calouste Gulbenkian di Lisbona, la National Gallery di Londra, il Museo Thyssen-bornemisza di Madrid, la Pinacoteca di Brera e il Museo Poldi Pezzoli di Milano, l’Alte Pinakothek di Monaco, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée du Louvre di Parigi, l’Ermitage di San Pietroburgo, le Gallerie dell’Accademia di Venezia e la National Gallery di Washington. Al comitato scientifico della mostra hanno preso parte i maggiori studiosi della pittura veneziana del Settecento; il catalogo, edito da Skira, è a cura di Alberto Craievich e Filippo Pedrocco. Allestimento a cura degli architetti Caruso - Torricella, Milano A latere della mostra è inoltre organizzato un ciclo di conferenze a Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano – sei appuntamenti, di martedì, alle 18 dal 25 settembre all’11 dicembre – in cui alcuni dei maggiori esperti della storia di Venezia nel Settecento, affiancati da attori che leggeranno testi e documenti storici relativi alle vicende trattate, offriranno un affresco vivace e al tempo stesso rigoroso della Venezia in cui visse e operò Francesco Guardi. Info: Museo Correr - Piazza San Marco, Venezia - 29 settembre 2012/ 6 gennaio 2013 - Tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 (biglietteria 10.00-18.00) - Chiuso 25 dicembre e 1 gennaio  
   
   
MILANO (GALLERIA D’ARTE MODERNA): “FUORICLAS​SE” - MOSTRA COLLETTIVA D’ARTE CONTEMPORA​NEA - DAL 6 OTTOBRE  
 
Promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Moda, Design con la Galleria d’Arte Moderna e il Padiglione d’Arte Contemporanea, la mostra collettiva “Fuoriclasse”, curata da Luca Cerizza, riunisce una selezione degli artisti che hanno frequentato o ancora frequentano i corsi di Alberto Garutti nelle accademie di Bologna, Milano e Venezia. “C´è un´inaspettata coerenza nei lavori degli allievi di Alberto Garutti esposti nelle sale della Galleria d´Arte moderna - ha detto l´Assessore alla Cultura Stefano Boeri – . Un filo sottile ma unico che connette artisti di diverse età e provenienze, che si misurano con le opere classiche della Gam. Si tratta della prima esperienza, di grande impatto e suggestione, di una serie di momenti di sinapsi tra moderno e contemporaneo che abbiamo in programma di realizzare nel prossimo futuro in questa e in altre sedi espositive milanesi". In occasione dell’ 8° Giornata del Contemporaneo indetta da Amaci Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiana, Fuoriclasse inaugurerà alla Gam di via Palestro sabato 6 ottobre, “contaminando” anche lo spazio del Pac, in una sorta di preludio alla mostra personale di Alberto Garutti, in programma a novembre negli spazi del Padiglione milanese. Entrambe le sedi apriranno ad ingresso gratuito, come da tradizione per la Giornata del Contemporaneo, e la mostra alla Gam sarà visitabile gratuitamente fino al 9 dicembre. Attraverso una selezione di lavori legati a epoche e generazioni diverse, la maggior parte dei quali realizzati appositamente per la mostra, l’evento riunirà quasi 60 artisti, tra coloro che hanno raggiunto fama internazionale e chi ancora frequenta i corsi accademici. “La particolarità dell’insegnamento di Alberto Garutti”, dichiara il curatore della mostra Luca Cerizza, “risiede nella capacità di creare e agevolare, all´interno dell´aula, situazioni di confronto e di discussione, anche serrata, tra sé e i giovani artisti, e tra loro e il mondo. Non l´insegnamento di una tecnica, di uno "stile" o di una teoria, bensì la creazione di un "clima" favorevole allo sviluppo delle singole identità. Per questo, nonostante si possano individuare alcuni caratteri e disposizioni che ritornano anche tra generazioni diverse, i corsi di Garutti non hanno prodotto repliche o variazioni di uno stile. Semmai una costellazione di posizioni molto diverse tra loro e dallo stesso Garutti, che questa mostra aiuterà a conoscere”. Per questo motivo Fuoriclasse non vuole essere solamente la sintesi di una straordinaria esperienza educativa tutt’ora in corso, ma anche e soprattutto uno spaccato importante del lavoro degli artisti formatisi in Italia negli ultimi venti anni: cioè dal 1990 ad oggi. La mostra è quindi un modo per guardare all’arte italiana del dopo -Transavanguardia, per interrogarsi su un’eventuale identità dell’arte italiana, per riconoscere alcune corrispondenze e altrettante diversità. Fuoriclasse intende rappresentare questa varietà di posizioni all’interno di un contenitore molto particolare. Artisti italiani contemporanei affermati internazionalmente come Meris Angioletti, Roberto Cuoghi, Lara Favaretto, Giuseppe Gabellone, Petrit Halilaj, Diego Perrone, Paola Pivi e Patrick Tuttofuoco tra gli altri, si confronteranno non solo con alcuni giovanissimi colleghi, ma soprattutto con lo spazio settecentesco della Villa Reale e con lo straordinario patrimonio storico della collezione della Gam in esso contenuto. Enfatizzando la complessa e stimolante stratificazione di segni e corrispondenze presente nel museo milanese, la mostra ingaggia gli artisti in un dialogo serrato tra antico e contemporaneo, attraverso l’utilizzo di una grande varietà di mezzi espressivi: pittura, scultura, disegno, installazione, opere audio e video, performance musicali. Anche l’esterno della Villa, il suo cortile e le vie adiacenti saranno percorsi e alterati dalle opere degli artisti. Il primo sabato di ottobre il Pac ospiterà invece performance, interventi estemporanei e musicali degli artisti protagonisti della mostra in Gam, in una temporanea occupazione di quello che sarà lo spazio dedicato alla mostra retrospettiva di Alberto Garutti. Fuoriclasse 20 anni di arte italiana nei corsi di Alberto Garutti 7 ottobre 2012 – 9 dicembre 2012 Gam Galleria d’Arte Moderna Inaugurazione Gam+ Pac Padiglione d’Arte Contemporanea sabato 6 ottobre, ore 17.00 – 24.00 Ingresso Gratuito Orari Gam Galleria d’Arte Moderna dal 7 ottobre: da martedì a domenica 9.00-13.00 | 14.00- 17.30 Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura Info 02 88445947 www.Gam-milano.com - www.Comune.milano.it/pac  
   
   
LA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI PADOVA E ROVIGO ASSUME LA GESTIONE DEL ROVERELLA: UNA STAGIONE DI NUOVE MOSTRE SULL´ARTE TRA ´800 E ´900 - RIPRENDE ANCHE IL FILONE DELLE MOSTRE SULL´ILLUSTRAZIONE E VIENE VALORIZZATO IL PATRIMONIO DELLA PINACOTECA DELL´ACCADEMIA DEI CONCORDI  
 
La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha assunto la gestione di Palazzo Roverella firmando con il Comune una convenzione della durata di dieci anni con l´impegno di programmare e organizzare appuntamenti espositivi e di valorizzare al contempo la Pinacoteca dell´Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile. Partendo dalla positiva esperienza di grandi eventi espositivi ospitati nella sede del prestigioso Palazzo negli ultimi 6 anni, che hanno registrato un successo di pubblico e di critica e hanno favorito la scoperta di Rovigo come città d´arte, si è elaborata la programmazione dei primi tre anni in cui i singoli eventi sono affidati a differenti curatori scientifici, sotto la diretta regia della Fondazione stessa. La programmazione delle mostre di maggior impegno viene confermata nella prima metà di ogni anno (gennaio/febbraio - giugno). La proposta include anche delle appendici autunnali, con mostre di tipologia e dimensione diverse. Per il primo anno, ad esempio, viene ripresa la fortunata serie di mostre dedicate all´illustrazione per l´infanzia, create appositamente per un pubblico familiare e scolastico. Il triennio di eventi espositivi di respiro nazionale conferma la vocazione di Rovigo a presentare iniziative che abbiano un focus sull´arte italiana tra Otto e Novecento, scegliendo però un taglio diverso, più teso ad illustrare visioni e contaminazioni in chiave europea. --- Nella presa in gestione di Palazzo Roverella da parte della Fondazione, obiettivo è anche quello di valorizzare la Pinacoteca dell´Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile, tenendola aperta al pubblico non solo durante le mostre temporanee, ma anche negli altri periodi dell´anno e proponendo una selezione di volta in volta "ragionata" dei suoi maggiori capolavori. Già durante il primo evento espositivo in programma per l´autunno, si potranno ammirare 80 importanti dipinti selezionati dalla collezione permanente. Ecco il programma di Palazzo Roverella 2012 - 2015 così come definito dalla Fondazione e condiviso con il Comune di Rovigo e l´Accademia dei Concordi. ---- 2012 "Aria": mostra d´illustrazione per l´infanzia Palazzo Roverella, 27 ottobre 2012-13 gennaio 2013 Si tratta della mostra prodotta dal Museo Diocesano di Padova e presentata al pubblico nel corso del 2012 presso lo stesso Museo. L´evento espositivo, previsto da fine ottobre a metà gennaio, è rivolto principalmente al pubblico delle scuole di ogni ordine e grado del Polesine e alle famiglie e consente di riprendere la rassegna di illustrazione per l´infanzia, già promossa negli anni passati a Palazzo Roverella con "Pinocchio" (2009-2010) e "Il gatto con gli stivali" (2010-2011). La mostra prevede anche la visita ai dipinti della Pinacoteca dell´Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile. Durante tutto il periodo dell´esposizione, la mostra sarà arricchita da numerose iniziative dedicate al pubblico più giovane, alle scuole e alle famiglie: laboratori didattici, visite guidate e letture animate (previste anche il sabato e la domenica pomeriggio). Il costo per le visite guidate e i laboratori didattici per le scuole di ogni ordine e grado delle province di Padova e Rovigo sarà a carico della Fondazione. E´ previsto biglietto d´ingresso (comprensivo di visita alla Pinacoteca): euro 3 intero, euro 1 ridotto. La mostra ha ottenuto il patrocinio della Provincia di Rovigo. --- 2013 "La Maison Goupil e l´Italia. Il successo degli italiani a Parigi negli anni dell´impressionismo" Palazzo Roverella, 22 febbraio-23 giugno 2013 La mostra si propone di presentare, per la prima volta insieme, le opere degli artisti italiani della seconda metà dell´Ottocento, che lavorarono per la famosa Galleria Goupil di Parigi, tra i quali Boldini, De Nittis, Favretto, Zandomeneghi, Morelli, etc. Una Galleria, quella francese, che annoverava tra le sue fila pittori di diversa provenienza e formazione, francesi, italiani, spagnoli; una scuderia, come venne chiamata, o meglio una scuola vera e propria di artisti, che uniti da un comune progetto e sentimento, dipinsero scene di vita quotidiana e di genere, ambientate in eleganti interni o in ombrosi giardini, scene in costume pompeiano o settecentesco, vedute urbane e paesaggi animati, che divennero immediatamente popolari e apprezzate da collezionisti, critici e mercanti, creando una moda e un gusto collezionistico in tutta Europa, che il mercante Adolphe Goupil seppe alimentare grazie alla riproduzione dei dipinti più apprezzati attraverso stampe e litografie. La mostra presenterà per la prima volta in Italia opere provenienti da prestigiosi musei stranieri (Philadelphia, Philadelphia Museum of Art; Indianapolis, Indianapolis Museum of Art; Parigi, Musée d´Orsay), oltre che da collezioni private e dalle più importanti istituzioni museali italiane. L´evento espositivo prevede una collaborazione diretta con il Getty Research Institute di Los Angeles (che possiede tutti gli archivi originali del mercante Goupil dal 1884 al 1919) e con il Musée Goupil di Bordeaux. Curatore: Paolo Serafini. Laboratori didattici per le scuole primarie e secondarie di primo grado Costo ingresso: 1 euro a studente e gratuito per 2 accompagnatori Costo laboratorio: 25 euro; gratuito per le scuole del Veneto Guide a tema per le scuole secondarie di primo e secondo grado Costo ingresso: 1 euro a studente e gratuito per 2 accompagnatori Costo guida: 25 euro; gratuito per le scuole del Veneto La mostra ha ottenuto il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Rovigo. --- 2014 "L´ossessione nordica: artisti italiani e tedeschi alle prime Biennali di Venezia" (titolo provvisorio) Palazzo Roverella, febbraio-giugno 2014 La mostra indaga la fortuna e l´influenza della grande cultura pittorica nord-europea presso gli artisti -specie lombardi e veneti- chiamati a rappresentare l´Italia nelle prime edizioni della Biennale di Venezia tra Ottocento e Novecento. Capolavori tedeschi e nord europei di Edvard Munch, Ferdinand Boecklin, Arnold Hodler, ecc, confrontati con opere di Pellizza da Volpedo, Aristide Sartorio, Ettore Tito. Scene allegoriche e vedute, celebri ritratti, nudi in atelier, fantasie mitologiche per una pittura sospesa tra simbolo e realtà. La mostra si avvarrà di prestiti provenienti da importanti musei stranieri, in particolare svizzeri (Kunsthaus, Zurigo), tedeschi (Landesmuseum, Hannover), svedesi (Stoccolma, Museo Nazionale d´Arte) e norvegesi (Oslo, Museo Nazionale d´Arte). Curatore: Giandomenico Romanelli. --- 2015 "Lega, Fattori e Signorini: lavoro e vita quotidiana nella pittura italiana dell´Ottocento" (titolo provvisorio) Palazzo Roverella, febbraio-giugno 2015 La maggior parte delle esposizioni dedicate ai Macchiaioli hanno prevalentemente indagato gli aspetti mondani dell´epoca riportando l´immagine di una società ricca e borghese. Accanto a questa società un´altra affrontava quotidianamente la vita all´interno delle quattro mura domestiche o sul lavoro, temi questi sui quali moltissimi artisti si sono cimentati lasciando grandi capolavori. Una mostra curiosa, originale, a volte ironica, una lettura della società ampia e variegata che permette al visitatore di cogliere assonanze e dissonanze di una realtà fino ad ora restituita solo attraverso gli aspetti mondani e civettuoli. Curatori: Anna Villari e Alessandra Cuer  
   
   
MILANO (PALAZZO DELLA RAGIONE): MOSTRA “CASSANDRA. LE IDEE DEL 2001 E I FATTI DEL DECENNIO” – FINO AL 4 NOVEMBRE 2012  
 
Dal 4 ottobre fino al 4 novembre 2012, con ingresso gratuito, a Palazzo della Ragione, in piazza dei Mercanti 1, è in corso la mostra “Cassandra. Le idee del 2001 e i fatti del decennio". Il percorso espositivo racconta il primo decennio del nuovo millennio attraverso 250 opere tra fotografie, disegni, vignette, video, oltre a interventi di giornalisti e scrittori  
   
   
TRIESTE (CIRCOLO AZIENDALE DELLE ASSICURAZIONI GENERALI): FIABE E SOGNI - MOSTRA DI OLIVIA SIAUSS  
 
S’inaugura lunedì 8 ottobre 2012 alle 17.30 al Circolo Aziendale delle Assicurazioni Generali di Trieste (piazza Duca degli Abruzzi 1) Fiabe e sogni, mostra personale della pittrice triestina Olivia Siauss, che sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni: in mostra una ventina di opere, in buona parte inedite, realizzate dal 2002 al 2012 con pastelli acquerellabili su carta preparata e ad acrilico su tela. Fino al 19 ottobre (orario lunedì 17.30 • 19.00 • da martedì a giovedì 9.30 • 12.30 / 15.30 • 18.00 • venerdì 9.30 • 12.30). In questa rassegna - scrive Accerboni - Olivia Siauss intreccia i due temi prediletti della narrazione fantastica, realizzata con pastelli su carta, e dell’interpretazione essenziale e morbida del paesaggio, dipinta ad acrilico su tela, risolvendoli con raffinata originalità e attraverso la capacità non comune di conferire un ordine all’ininterrotto fantasticare. Una ventina di lavori, tra cui molti inediti realizzati ad hoc per l’esposizione, testimoniano la sua istintiva e profonda sensibilità e passione per il colore, di cui sa consegnarci interpretazioni dalle calde tonalità e dai morbidi passaggi tonali, intrise di luce, scandite secondo i modi di un personale timbro espressionista e sottolineate da una tecnica ineccepibile e personale, spesso impreziosita dall´uso di carte speciali. Operando sul filo di un linguaggio fantastico, simbolico e lievemente surreale, la Siauss compone una sequenza armonica e unitaria di suggestioni formali e cromatiche dall’intrinseco, squisito e istintivo equilibrio, che ci accompagnano lungo un suadente itinerario teso all’essenzialità e sulla soglia di un’intensa, ma nel contempo delicata, astrazione. Olivia Siauss, triestina, si dedica alla pittura e alla grafica dal 1970. Ha frequentato a Trieste la Scuola Libera di Figura tenuta da Nino Perizi al Museo Revoltella e quella d’incisione e stampa di Mariano Kravos; a Saciletto (Udine) si è affinata al Centro di Grafica Internazionale con Federico Righi per la parte artistica e con Corrado Albicocco e Federico Santini della Scuola di Urbino per la parte tecnica. Dal ´75 a oggi ha allestito una trentina di personali di pittura e grafica in Italia e all´estero, partecipando anche a numerose mostre collettive e di gruppo in prestigiose sedi nazionali e internazionali. Fin dagli esordi l’artista esprime la propria creatività attribuendo forte valenza al dato segnico e cromatico, equilibratamente intrecciati verso un infinito onirico e intriso di soffusa magia.S Info: Circolo Aziendale Generali - piazza Duca degli Abruzzi 1, Sala conferenze, 6° piano, Trieste - 8/19 ottobre 2012 - lunedì 17.30/ 19.00, da martedì a giovedì 9.30/12.30 e 15.30/18.00, venerdì 9.30/12.30 - tel +39 335 6750946  
   
   
MILANO (ROTONDA DELLA BESANA): FILA È SPONSOR TECNICO DELLA MOSTRA-GIOCO EQUILIBRIO  
 
Da ormai 4 generazioni, Fila (Fabbrica Italiana Lapis e Affini) è al servizio della creatività per permettere a tutti i bambini (ma non solo) di esplorare in libertà un mondo fatto di colori, scoperta e fantasia. Il percorso legato alla crescita creativa, per Fila si basa su tre elementi fondamentali: emozione, immaginazione e apprendimento. Proprio perché Fila, con i suoi prodotti, è al servizio del mondo dell’infanzia, non poteva non essere presente – in qualità di sponsor tecnico – alla mostra-gioco Equilibrio. La manifestazione si svolgerà dal 10 ottobre 2012 al 28 febbraio 2013 e sarà dedicata ai temi di Expo 2015. Promossa e prodotta dal Comune di Milano ­ Cultura, Moda, Design, Rotonda di via Besana e Muba, Museo dei Bambini di Milano, l’iniziativa è pensata per far avvicinare i bambini ai temi dell’alimentazione, della nutrizione e delle risorse alimentari. Nello specifico, Fila fornirà i suoi prodotti a marchio Giotto, storico brand dedicato ai più piccoli. Attraverso questa sponsorizzazione tecnica, continua e si consolida la pluriennale collaborazione tra Fila e Muba, un partner d’eccezione che condivide la stessa mission dell’azienda attraverso i suoi programmi e le sue attività ludico-formative dedicate ai ragazzi  
   
   
UDINE: “CASA CAVAZZINI” - NUOVO MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA - VENERDÌ 5 OTTOBRE  
 
Un moderno e funzionale museo, disegnato nel progetto di ristrutturazione dall’architetto Gae Aulenti, già destinato a trasformarsi in un centro propulsore di cultura contemporanea. Aprirà il prossimo 5 ottobre alle 18 “Casa Cavazzini – Museo d’arte moderna e contemporanea di Udine”, situato nel cuore del centro del capoluogo friulano all’interno dello storico edificio cinquecentesco donato al Comune dal commerciante udinese Dante Cavazzini. Un complesso, che si affaccia su via Cavour e via Savorgnana, che si sviluppa su tre livelli per complessivi 3 mila e 500 metri quadri e che accoglierà un percorso espositivo permanente con un allestimento delle collezioni completamente rinnovato rispetto al precedente museo. E se, da un lato, “Casa Cavazzini” presenterà le sue straordinarie collezioni permanenti, dall’altro, il piano terra del palazzo verrà, invece, dedicato all’allestimento di esposizioni temporanee e ad altri eventi collaterali che diventeranno altrettante occasioni per invitare il pubblico a partecipare attivamente alla vita del nuovo museo. Ed è proprio qui che verrà inaugurata, sempre il 5 ottobre come main-event di apertura di “Casa Cavazzini”, la mostra “Metamorfosi: le collezioni Moroso fra design e arti visive” dedicata a una delle più conosciute industrie di arredo e design friulane a livello internazionale. Alla conferenza di inaugurazione saranno presenti il sindaco di Udine, Furio Honsell, l’assessore comunale alla Cultura, Luigi Reitani, il conservatore del museo, Vania Gransinigh, il direttore dei Civici Musei, Marco Biscione, e, per la mostra “Metamorfosi”, Patrizia e Roberto Moroso e Andrea Bruciati  
   
   
ANZOLA EMILIA (GELATO MUSEUM CARPIGIANI): INAUGU​RATO IL PRIMO MUSEO DEDICATO A STORIA, CULTURA E TECNOLOGIA DEL GELATO ARTIGIANALE  
 
“La Fondazione Carpigiani ha realizzato un grande sogno: costruire una ‘casa’ intorno alla storia del gelato consentendo, finalmente, agli operatori di ritrovare la propria identità e memoria storica e al pubblico di scoprire come è potuto nascere, crescere, svilupparsi una tale meraviglia gastronomica” (Luciana Polliotti). Lo scorso 29 settembre 2012 è stato inaugurato il Gelato Museum Carpigiani, una struttura innovativa dedicata all´approfondimento, alla documentazione e alla trasmissione della storia, dei valori e della cultura del gelato artigianale, alimento fresco e di alta qualità che rappresenta l´eccellenza e la creatività del nostro Paese nel mondo. Il Gelato Museum Carpigiani - in fase di lancio - sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 14. Visite guidate gratuite, su prenotazione, con assaggio finale di gelato. Su richiesta, percorsi di degustazioni comparative, workshop didattici e corsi per amatori. "Il Gelato Museum Carpigiani si propone come punto di riferimento per il settore, vuole dare radici e valorizzare storicamente questo alimento fresco e di alta qualità ed il mestiere del gelatiere, diffondendone nel mondo eccellenza, creatività e “gusto”, spiega Romano Verardi, Presidente della Fondazione Bruto e Poerio Carpigiani. <Ringrazio coloro che hanno reso possibile la sua realizzazione: gli architetti Matteo Caravatti e Chiara Gugliotta, i curatori Luciana Polliotti e Andrea Barbieri, i donatori, i sostenitori e quanti hanno prestato volontariamente la loro opera: è stato fondamentale, per il raggiungimento di questo traguardo, fare squadra in una logica di cooperazione, tutela e innovazione>, prosegue Verardi. <Siamo felici, inoltre, che questa nascita avvenga proprio nell’anno dall’istituzione ufficiale della Giornata Europea del Gelato (24 marzo): uniamo il nostro orgoglio a quello dell’Associazione Artglace, che ha conquistato l’Ue>, conclude Verardi. Riconvertendo una porzione dello stabilimento Carpigiani di oltre 1000 metri quadrati, gli architetti ne hanno valorizzato il carattere industriale inserendo un patio giardino, generatore di nuovi collegamenti tra gli ambiti diversi dell´edificio, spazio di rappresentanza, e fulcro intorno al quale si snoda il Gelato Museum Carpigiani. <Dalle origini ad oggi, si tratta di un percorso interattivo su 3 livelli di lettura – dicono architetti e curatori-: evoluzione del gelato nel tempo, storia della tecnologia produttiva, luoghi e modi di consumo del gelato>. <Nel Gelato Museum Carpigiani troveranno spazio oltre 20 macchine originali, postazioni multimediali, 10.000 fotografie e documenti storici – proseguono -: e poi preziosi strumenti ed accessori d’epoca, inedite video-interviste, laboratori didattici>. <Il Gelato Museum realizza il sogno dei nostri Fondatori (Bruto e Poerio Carpigiani, i due bolognesi che hanno contribuito a diffondere nel mondo tecnologia, cultura e business del gelato) – dice Andrea Cocchi, Direttore Generale del Carpigiani Group -: siamo orgogliosi che apra a soli pochi mesi dalla nascita della Fondazione, la sfida è ora riaffermare la memoria per alimentare il futuro, rendendola foriera di progresso, innovazione e nuove conquiste culturali>. Il Museo ospita un´ampia collezione di oggetti e macchine che illustrano la storia del gelato e, nella consapevolezza del ruolo fondamentale riconosciuto dall´Unesco al patrimonio immateriale, raccoglie le testimonianze audiovisive dei protagonisti della storia del gelato. Il Museo è luogo della tradizione, della memoria e dell´identità, in cui vivere il gelato come prodotto della cultura gastronomica europea. Il Museo dà radici e valorizza storicamente il gelato artigianale e il mestiere del gelatiere, diffondendo nel mondo la cultura del gelato artigianale - da sempre inserito nella dieta mediterranea, dichiarata recentemente Patrimonio dell´Umanità Unesco - e soprattutto della cultura del benessere alimentare, legata al concetto del gelato come alimento sano. Il Museo dà visibilità ai progressi dell´evoluzione tecnologica delle macchine da gelato, prodotti d´eccellenza del Made in Italy che mirano all´innovazione in termini di sicurezza e igiene e all´ottenimento di un prodotto particolarmente indicato per la salute e la buona nutrizione. Nell’anno del centenario della nascita di Poerio Carpigiani (2011), fondatore con il fratello Bruto (l’ingegnere bolognese a cui si deve il brevetto della famosa Autogelatiera, tra le 34 invenzioni fondamentali del Xx°secolo) dell’azienda Carpigiani, oggi leader mondiale nel settore delle macchine per gelato, è stata costituita e riconosciuta la Fondazione Bruto e Poerio Carpigiani. La mission è diffondere nel mondo la cultura del gelato fresco, prodotto artigianale italiano fondato su una lunga ed illustre tradizione culinaria. Gli scopi? Tutelare il know how della creazione di prodotti artigianali di alta qualità che rappresentano l’eccellenza e la creatività del nostro Paese nel mondo, studiare e favorire lo sviluppo e la conoscenza della cultura del cibo, adoperandosi per la diffusione di alimenti dal prezioso valore nutritivo e sociologico. Supportare l´educazione allo studio ed alla salvaguardia del patrimonio alimentare artigianale, al fine di preservare caratteristiche e tipicità. Seguire nei suoi progressi lo sviluppo tecnologico che permetta di aumentare la sicurezza e l’igiene dell´alimento gelato. Www.fondazionecarpigiani.it Bruto Carpigiani (1903-1945), tecnico e progettista, è considerato da sempre come il “mito” e il padre di un’intera generazione di progettisti, tecnici e imprenditori del packaging bolognese. A lui si devono innovazioni tecnologiche e prototipi come la ruota a zeta. Nel 1942 Carpigiani lavora alacremente su una nuova macchina gelatiera più igienica, rapida ed efficiente. Il disegno e il prototipo vedono la luce poco prima della morte di Bruto, avvenuta nel 1945. L’anno seguente il fratello Poerio fonda la Carpigiani che – a partire dagli anni ’60, con il diffondersi della cultura del gelato italiano nel mondo – si afferma come leader di mercato per la produzione di macchine per gelato artigianale “all´italiana”. Poerio Carpigiani (1911-1982) A lui va riconosciuto un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura e del business del gelato artigianale nel mondo. Nel 1969, dopo aver assorbito Cattabriga, proprietaria dal 1927 del brevetto del mantecatore automatico, l´azienda trasferì la propria sede dal centro di Bologna ad Anzola dell´Emilia. Quegli anni videro anche l´inizio di una forte espansione della Carpigiani nel mondo, con le prime acquisizioni e con la fondazione di sedi in tutta Europa. L’azienda è da sempre impegnata nella diffusione all’estero della cultura del gelato italiano. Info e prenotazioni: Via Emilia 45, 40011, Anzola dell’Emilia, Bologna - www.Gelatomuseum.com  – tel +390516505306 - info@fondazionecarpigiani.It    
   
   
FOLIGNO (CLAC, CENTRO ITALIANO ARTE CONTEMPORANEA): GIUSEPPE TERRAGNI - IL PRIMO ARCHITETTO DEL TEMPO - 6 OTTOBRE/9 DICEMBRE 2012  
 
Nell’ambito della programmazione espositiva del Ciac Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, Sabato 6 Ottobre 2012 alle ore 18.00, si inaugura la mostra dedicata all’opera di Giuseppe Terragni, a cura di Attilio Terragni – Centro Terragni - e di Italo Tomassoni - Ciac. Di tutto il secolo scorso, un’epoca particolarmente feconda per l’architettura italiana, la figura di Giuseppe Terragni (1904-1943) spicca in maniera singolare tra i numerosi architetti di grande operosità e d’influenza internazionale: è suo infatti il merito di aver concepito il nuovo con lucida volontà, promosso un’intera generazione all’avanguardia in Europa, ripensato i termini dell’edificare. In meno di quarant’anni Terragni abbozza l’intero percorso dell’architettura moderna, portando l’Italia nella modernità e lanciando il pensare all’italiana in tutto il mondo. Terragni reagisce con lucida prontezza a diversi movimenti innovatori del primo dopoguerra (Francia, Austria, Germania, Olanda, Stati Uniti), quando questa cultura sopranazionale esordisce in riviste come Il Novecento, pubblicata dall’amico Massimo Bontempelli. Riesce a far confluire nella sua architettura tendenze contrastanti, pur integrandole in veri manifesti del costruire. Passando attraverso gli anni Venti e Trenta del Novecento alla velocità di una cometa, lascia sul suo percorso diversi edifici e progetti — la Casa del fascio di Como, l’Asilo Sant’elia, la casa per appartamenti Giuliani-frigerio, le abitazioni di Milano e il Danteum di Roma — che si sono iscritti negli annali del secolo. Uomo di grande sensibilità e forte impegno morale che, persino durante la tremenda campagna di Russia, trova il tempo per ritrarre in disegni e acquerelli uomini e fiori, professionista appassionato che inventa fino ai minimi particolari anche gli arredi degli edifici realizzati, pensatore dell’architettura che si preoccupa di pubblicizzare le ragioni del suo modo di progettare come se si aspettasse di vivere l’intero secolo, Giuseppe Terragni ha rinnovato le pietre miliari dell’architettura, assicurando al secondo dopoguerra un patrimonio d’idee che ha permesso di proseguire le conquiste della modernità. Viviamo in tempi che sembrano avere gli stessi problemi di allora. Terragni, come noi oggi, aveva alle spalle un mondo torbido e inquieto, ed era ossessionato dal problema della ricostruzione di un ordine trasparente, aperto sul progresso, che potesse garantire la stabilità, ma includesse il cambiamento. L’attualità di Giuseppe Terragni sta nell’aver capito che l’architettura non è un atto individuale, bensì uno strumento potentissimo di analisi e di trasformazione sociale e politica. In Terragni l’architettura cessa dunque di essere un fatto privato e appare per quella che deve essere in una nazione alla ricerca della propria identità: una procedura pubblica, come tale vincolante, sottratta ai giudizi e ai capricci individuali, diventando la nuova base responsabile del consenso sociale. Ciò che fa epoca è la sua dichiarazione che “essere del proprio tempo è essere di tutti i tempi”, e che proprio come “la grande letteratura o la grande musica, l’architettura può raccontare la storia dell’animo umano”. Con ciò, Terragni intende che l’architettura, per essere il linguaggio della creatività e della conoscenza, l’espressione di un nuovo umanesimo, non deve essere scialba espressione di rivoluzioni tecnologiche o di acrobazie individuali, ma è un oggetto animato, che “ vive e respira, ha un dentro e un fuori, un corpo e un’anima come l’essere umano ”. E come un essere vivente, l’architettura, con la sua saggezza geometrica, con le sue proporzioni e i suoi ritmi, cambia per sempre il modo in cui le persone vedono il mondo. Diventa un magnifico esempio, per tutti, di creatività che trasforma le condizioni storiche, politiche, pratiche e teoriche, in forme e spazi responsabili della vita collettiva. L’architettura è dunque per Giuseppe Terragni un linguaggio del tempo, la vivente rappresentazione del nostro irripetibile tempo, e racchiude, nelle forme e nei suoi materiali, un principio intellettuale di portata universale: quello di poter riflettere sulla nostra esperienza di esseri viventi, immersi in particolari circostanze storiche, di uomini che vogliono comunicare ad altri uomini che verranno. Centro per la cultura e lo sviluppo economico srl – socio unico fondazione cassa di risparmio di foligno capitale sociale i.V. 100.000 euro – partita iva 03092480544 – sede legale: via del campanile, 13 06034 foligno (pg) tel 0742 621022 – fax 0742 357035 mob. 340 4040625 info@centroitalianoartecontemporanea.It – www.Centroitalianoartecontemporanea.com La mostra di Foligno vuole essere la testimonianza di un gruppo di architetti, artisti e filosofi, che ha fondato il mondo moderno italiano, con una visione del mondo di grande responsabilità e autocoscienza. Ma addentriamoci ora nell´allestimento di questa mostra speciale. All’ingresso il visitatore si ritrova in mezzo alla “selva oscura”, l’Italia degli anni Venti, vista attraverso gli occhi di Giuseppe Terragni, con la riproduzione del progetto della Sala O alla mostra della rivoluzione fascista a Roma, testi e immagini storiche di come si presentava l’Italia in quegli anni del dopoguerra. Nella parete è esposto l’autoritratto del 1929, nel quale Terragni esprime il suo sgomento, e quello della sua generazione, di fronte allo smarrimento prodotto dalla guerra e viene proiettato un filmato sull’epoca. Nella seconda zona (Purgatorio) sono proiettate a grande formato le immagini delle opere costruite, sia quelle originali dell’archivio dell’architetto, sia quelle a colori realizzate nel 2004 da Paolo Rosselli. Al centro della stanza è posto un luogo di osservazione completamente trasparente (Paradiso), formato da lastre di vetro alte più di due metri, con luce zenitale dal velario esistente, mascherata al di sopra della struttura in vetro con un telo di colore scuro, riportante in bianco citazioni dai testi di Giuseppe Terragni sui temi della mostra. Nello spazio della sala saranno esposti i modelli, su basamenti posti a quote differenti e con uno specchio della dimensione del modello stesso, posizionato in diversi modi. La seconda sala è introdotta da due pareti sule quali sono riportate le strisce cronologiche dell’opera completa di Giuseppe Terragni. Ogni progetto è collocato cronologicamente negli anni Venti e Trenta, e rappresentato con piante, prospetti e sezioni. Questo, insieme alla presenza e consultazione dei principali testi sull’architetto, permette al visitatore di orientarsi nell’opera e nel pensiero dell’architettura razionale. Qui è inoltre esposta una selezione di testi dell’epoca quali gli originali di Quadrante e Valori primordiali, sono presenti i ritratti fotografici degli autori di questi testi con la loro biografia essenziale, vi si trova la riproduzione a grande formato del manifesto di Valori primordiali e di passi significativi di scritti di Terragni, Ciliberti e Banfi. Nella sala laterale viene poi documentato il progetto del Danteum, progetto per un centro studi a Roma dedicato alla figura di Dante, realizzato in collaborazione con un maestro dell’architettura contemporanea come Daniel Libeskind. Qui si trovano riproduzioni dei disegni originali, schizzi di Terragni e materiale di studio realizzato in tutto il mondo su questo importante progetto. In particolare una sezione è dedicata al rapporto con Dante e una alla colonna, con l’esposizione del dipinto di Sant’abbondio di Terragni e con le sue riflessioni scritte e progettuali sul tema della colonna. Il Danteum racchiude il tesoro della colonna nella storia dell’umanità, è il tempio ad essa dedicato, a questa struttura che ha attraversato tutte le epoche e si è trasformata da forma esteriore in forma interiore luminosa del grande spettacolo di luce dei cieli. La colonna è il centro dei principi costruttivi, la sua essenzialità materica tra forma e contenuto, tra forza e resistenza, tra interno ed esterno, trova il suo apogeo nella sala del paradiso dantesco, dove la geometria delle stelle fisse è trasfigurata nella geometria delle colonne vitree. Nella altra sala laterale sono infine esposti alcuni progetti non realizzati ma di grande importanza per la comprensione dell’architettura come linguaggio. Vi si trovano alcuni dipinti di Terragni che danno l’immagine di come sarebbe stata, nell’immaginazione dell’architetto, la gente comune in una società guidata dalla ragione e dall’architettura moderna. In occasione della mostra è in preparazione un catalogo di 144 pagine, comprendente i saggi critici dei curatori, testi originali di Giuseppe Terragni, numerose immagini delle opere e apparati biobibliografici aggiornati. Terragni intendeva l’architettura non come un’arte silenziosa, ma come una forma di comunicazione: durante l´apertura della mostra si terranno quindi giornate di studio e workshop, organizzati in collaborazione con la Facoltà di Architettura e ingegneria di Perugia. La mostra resterà aperta sino al 9 dicembre. Info: Ciac - Via del Campanile, 13, Foligno - tel. 0742 357035 – 0742 621022 - www.Centroitalianoartecontemporanea.com  - apertura e orari mostra: Venerdì, Sabato e Domenica 10.00-13.00 – 15.30-19.00 - Ingresso gratuito