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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Aprile 2005
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LABORATORI IN TUTTO IL MONDO DISTRUGGONO CAMPIONI DI VIRUS LETALI  
 
Bruxelles, 18 aprile 2005 - Laboratori di tutto il mondo stanno distruggendo un campione di influenza potenzialmente mortale inviato loro per sbaglio in kit per analisi. Fra il mese di ottobre 2004 e il febbraio di quest'anno, i campioni dell'influenza asiatica che nel 1957 uccise oltre un milione di persone sono stati inviati in kit per analisi a più di 3 700 laboratori in 18 paesi. Da allora, su richiesta del governo statunitense, il collegio dei patologi americani, responsabile dellaccaduto, ha scritto a ogni laboratorio chiedendo di distruggere i campioni. Per timori legati al bioterrorismo, le lettere sono state spedite prima che l'errore fosse reso pubblico. Sebbene non sia possibile garantire il recupero e la distruzione di tutti i campioni del virus, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ritiene che il rischio per la salute umana sia minimo. "Il rischio è considerato basso [...], ma fin quando permane, non si può escludere che tecnici di laboratorio ne rimangano infettati", ha dichiarato alla Bbc Klaus Stohr dell'Oms. Nel frattempo, il premio Nobel Peter Doherty ha lanciato l'allarme sul fatto che una contemporanea epidemia di influenza aviaria sugli esseri umani potrebbe avere effetti letali. L'influenza aviaria ha già ucciso molte persone entrate in contatto con pollame nel sud-est asiatico. Se i due virus fossero messi in condizione di poter mutare, tra la popolazione umana potrebbe diffondersi rapidamente una pericolosa infezione, ha affermato il professore Doherty. Consapevoli della minaccia, i governi hanno già iniziato a immagazzinare scorte di vaccini, mentre gli scienziati si stanno affrettando a sviluppare nuovi vaccini efficaci contro l'influenza aviaria.  
   
   
NON C’È CURA SE MEDICO E PAZIENTE NON COMUNICANO PIENA INFORMAZIONE SU DIAGNOSI E TERAPIE, LINGUAGGIO COMPRENSIBILE, MASSIMA DISPONIBILITÀ. COSÌ UN PUGNO DI QUALIFICATI OPERATORI DETTA LE 15 REGOLE DELLA MEDICINA DEL FUTURO  
 
Firenze, 18 aprile 2005 -  Se è vero che il medico tratta da sempre il paziente come un suddito chiedendogli solo ubbidienza pronta e passiva, altrettanto vero è che questo modello di rapporto è ormai considerato superato dagli operatori più avveduti. E non semplicemente in ossequio al politically correct, quanto piuttosto perché riconoscere i diritti del paziente alla piena informazione sulla diagnosi, all’autonomia di scelta, alla condivisione della terapia, equivale spesso anche a un più efficace metodo di cura. La Carta di Firenze, che un gruppo di operatori tra i più qualificati ha presentato stamani alla stampa in Palazzo Vecchio con l’assessore alla Sanità Graziano Cioni, propone dunque al mondo della medicina italiana una rivoluzione professionale insieme a un inedito modello di sviluppo. Ed evocando la necessità di comportamenti assai diversi, chiama il medico a confrontarsi a 360 gradi col paziente sulla base di un linguaggio comprensibile, di disponibilità autentica, di partecipazione massima, di totale trasparenza. In altre parole, la Carta di Firenze è lo statuto di una relazione alla pari. Esemplare quanto stabilisce all’articolo 5: il tempo dedicato a informazione, comunicazione, relazione è “tempo di cura”. Protagonisti della conferenza stampa Gianfranco Gensini, preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze, Giulio Masotti, presidente della Società Europea di Geriatria, Sandro Spinsanti, bioeticista, direttore dell’Istituto Giano di Roma, Patrizia Olmi, responsabile del Dipartimento di radioterapia dell’Istituto Tumori di Milano, Ettore Vitali, responsabile del Dipartimento di Cardiologia e Cardiochirurgia dell’Ospedale Niguarda di Milano, e Antonio Panti, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze. Coordinatrice Franca Porciani, giornalista medico-scientifico del Corriere della Sera. Si tratta del gruppo interdisciplinare riunitosi più volte in questi mesi a Firenze, su iniziativa e con il supporto della Fondazione Dei-onlus (Società Italiana di Farmacologia), per riflettere sulla delicata questione. Ne fanno anche parte, tra gli altri, Alessandro Mugelli e Pierangelo Geppetti (Università di Firenze), Marcello Tamburini, psicologo all’Istituto Tumori di Milano, Armando Santoro (Istituto Humanitas di Milano), Mariella Orsi Salvatori (Comitato Toscano di Bioetica), il magistrato milanese Amedeo Santosuosso, il fitoterapeuta a Empoli Fabio Firenzuoli. Al progetto ha aderito Giuseppe Del Barone, presidente nazionale dell’Ordine dei Medici. La Carta di Firenze contiene in tutto 15 articoli. Inizia dichiarando che la relazione tra operatore sanitario e paziente deve garantire a quest’ultimo autonomia di scelta; prosegue elencando contenuti, modi e tempi della comunicazione; insiste sul dovere del medico di rispettare la volontà del paziente; conclude ricordando che a comunicare si impara e che la materia deve dunque diventare parte del ciclo scolastico del professionista della sanità. Ha scritto recentemente l’autorevole British Medical Journal che l’obiettivo è passare “dalla compliance alla concordance”, dall’adesione supina alla condivisione. In Italia e tra gli operatori dei Paesi più avanzati si sta insomma radicando la convinzione che un buon medico non è tale se non comunica col paziente e che diagnosi e terapie che non lo coinvolgano non sono efficaci a prescindere. Il medico padre-padrone come finora l’abbiamo conosciuto è dunque figura sempre meno accettabile e accettata, oltre che in evidente crisi di credibilità cui fanno da spia le diaspore crescenti verso terapie alternative. Non è che la gente le ritenga superiori, ma vi trova ascolto, attenzione e una disponibilità al dialogo che la sanità ufficiale non sa offrire. Nessuno tra quanti hanno messo a punto la Carta di Firenze si fa illusioni circa la possibilità di tradurne in pratica le indicazioni in tempi brevi. Comunque, sostengono, vale la pena mettersi al lavoro. Ricerche sul tema del Paziente informato realizzate anche in Inghilterra certificano, del resto, che il futuro della sanità in Europa richiede un salto di qualità delle politiche di informazione rivolte a cittadini e pazienti. Il motivo è più che evidente: una migliore divulgazione delle informazioni non può che portare alla scelta di cure più appropriate e a risultati più felici per i pazienti.  
   
   
I CAROTENOIDI E LA VISTA: LA LUTEINA PUÒ MIGLIORARE LA VISTA NEI PAZIENTI CON DEGENERAZIONE MACULARE SENILE ATROFICA  
 
Milano, 18 aprile 2005 - Il professor Stuart Richer parla dei risultati dello studio Last durante il congresso “Fermo...l’amd” in corso a Fermo (Ascoli Piceno). Lo studio evidenzia non solo effetti preventivi, ma anche di controllo dei sintomi della Degenerazione maculare senile. La luteina può aiutare a controllare i danni della visione causati dalla Degenerazione maculare senile, la principale causa di cecità nei paesi del mondo occidentale? Uno studio, il Last (Lutein Antioxidant Supplementation Trial) evidenzia l’effetto dell’integrazione con luteina sulla regressione dei sintomi nei pazienti con Degenerazione maculare senile atrofica (o secca), che costituisce il 90% dei casi di Degenerazione maculare senile. “I nostri risultati evidenziano che i sintomi di questa malattia possono regredire grazie a integratori a base di luteina purificata o a integratori multivitaminici contenenti luteina e altri antiossidanti come la vitamina A, C, E e il beta-carotene” – spiega nel corso del congresso ‘Fermo....l’amd’ il professor Stuart Richer, Direttore del dipartimento di Optometria al North Chicago Medical Center e professore Associato di Optometria presso l’Illinois College of Optometry Lo studio Last ha arruolato 90 pazienti con Degenerazione maculare secca. Tra essi, quelli che hanno assunto ogni giorno per un anno un integratore a base di 10 milligrammi di luteina hanno avuto un miglioramento delle funzioni visive, incluso il recupero da bagliore (si tratta dell’adattamento dell’occhio al buio dopo che un flash di luce viene puntato sulla macula), la sensibilità al contrasto e l’acuità visiva rispetto al gruppo trattato con placebo. Hanno registrato inoltre un incremento pari al 35-45% della densità di questo carotenoide nella macula rispetto a pazienti trattati con placebo. La luteina, insieme ad un altro carotenoide, la zeaxantina, forma infatti i cosiddetti pigmenti maculari, una sorta di occhiale da sole naturale che protegge dalle radiazioni nocive del sole (luce blu) questa parte dell’occhio, responsabile della visione dei dettagli. Non solo. La luteina svolge anche un’importante attività antiossidante e per questo può preservare l’occhio dall’invecchiamento. “Anche se non si può parlare ancora di una cura contro la Degenerazione maculare senile,– precisa Richer – lo studio mostra comunque come l’assunzione di luteina porti un miglioramento contro i sintomi importanti della malattia”. Gli effetti degli antiossidanti sulla Degenerazione maculare senile sono stati evidenziati dello studio Areds, condotto su più di 3600 pazienti, che ha mostrato una riduzione del 25% del rischio di progressione della malattia nei pazienti che assumono antiossidanti (vitamine A, C, E, beta-carotene e zinco). I benefici della luteina sono emersi in diversi lavori, tra i quali lo studio epidemiologico Seddon (J.seddon et al. 1994), che ha evidenziato una riduzione del 57% del rischio di Degenerazione maculare senile nelle persone che hanno assunto almeno 6 milligrammi di luteina al giorno rispetto a quelle che ne hanno assunto meno di 1 mg al giorno. Benché i livelli di consumo raccomandati non siano ancora stati registrati, i risultati degli studi scientifici attualmente disponibili attestano una quantità di luteina nella dieta pari a 6 mg o più al giorno. In media la popolazione europea consuma solo 2,2 milligrammi di luteina al giorno. Sono molti i vegetali che contengono questo carotenoide. Tra i più comuni, cavoli, spinaci, broccoli e lattuga. Sarebbe sufficiente consumare 1 porzione di spinaci al giorno (circa 50 grammi) per ricevere il giusto apporto di luteina. In alternativa, chi non riesce a soddisfare con la dieta il fabbisogno di verdura può far ricorso agli integratori alimentari.  
   
   
UN ANNO DI "LINEA ARGENTO", LO SPORTELLO RISERVATO AI PIÙ ANZIANI I NUMERI DELL’INIZIATIVA PROMOSSA DA GEMMA PER AGEVOLARE CHI NON HA PIÙ L’ETÀ PER STARE IN FILA  
 
Roma, 14 aprile 2005 – Sono stati 6.968 nel corso del 2004 i cittadini over 80 le cui pratiche di Ici e Tarsu sono state canalizzate attraverso lo sportello “Linea Argento” studiato per agevolare l’interazione tra l’Azienda e i contribuenti più anziani. Per l’Ici sono stati infatti emessi 4.868 avvisi di accertamento per contribuenti che rientrano nella fascia d’età interessata dal servizio, con circa 600 contatti telefonici per necessità di chiarimenti e oltre 900 pratiche lavorate. Per quanto riguarda la Tarsu gli avvisi emessi sono stati 2.100, i contatti telefonici circa 1.000 e le lavorazioni 760. I cittadini che ne sono stati coinvolti hanno dimostrato di apprezzare il servizio che, proprio per la peculiarità di rivolgersi ad una clientela particolarmente anziana e quindi ad un numero ristretto di persone, riesce a portare il colloquio tra cittadino e pubblica amministrazione su toni di umanità e familiarità troppo spesso negati in analoghe situazioni. La media della durata delle telefonate a Linea Argento, infatti, sfiora i 15‘, con picchi anche dai 30’ ai 45’, cosa impossibile in qualsiasi call center o ufficio sia pubblico che privato. Il servizio, infatti, è stato strutturato proprio per dare ai cittadini la possibilità di definire la propria posizione telefonicamente, con maggior calma e, se necessario, prendere un appuntamento evitando file ed attese. Il numero riservato, infatti, - attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00 - è segnalato all’interno della comunicazione che i contribuenti anziani ricevono a casa Nei casi in cui risulti impossibile definire telefonicamente la posizione contributiva e l’anziano sia impossibilitato a recarsi presso una delle sedi Gemma, viene attivato un servizio domiciliare. Questa iniziativa, insieme ad altre messe in atto da Gemma, nasce dai suggerimenti di tutti quei cittadini – circa 5.000 – che hanno collaborato con gli operatori della Customer Satisfaction di Gemma dedicando qualche minuto per esprimere suggerimenti, soddisfazione o dissensi.  
   
   
QUALI SONO LE IMPLICAZIONI BIOETICHE DEI PROCESSI DI GLOBALIZZAZIONE?  
 
Bruxelles, 18 aprile 2005 - La diffusione dell'Hiv/aids, il dibattito sugli organismi geneticamente modificati, nonché la prospettiva del bioterrorismo internazionale sono alcuni esempi della natura sempre più globale che assumono la biotecnologia e la biomedicina. Il processo di globalizzazione presenta sia opportunità che rischi. Accanto alla prospettiva di nuovi trattamenti e tecnologie esiste il rischio di nuove malattie e minacce. Quali sono le questioni bioetiche sollevate da tale processo, e quali sono le soluzioni politiche più adeguate per affrontarle? Fornire la risposta a questi quesiti è lo scopo del progetto Big (Implicazioni bioetiche dei processi di globalizzazione), finanziato dalla Commissione europea nell'ambito dellarea tematica "Qualità della vita" del Quinto programma quadro (5Pq). Con il coordinamento del Centro per la Scienza, la Società e la Cittadinanza di Roma, i partner analizzeranno le principali cause alla base delle preoccupazioni bioetiche nel contesto della globalizzazione. Grazie alla formulazione di soluzioni politiche in risposta, il progetto mira a considerazioni tattiche a breve termine, e a una prospettiva strategica a lungo termine. Oltre al coinvolgimento diretto di esperti di istituzioni di Italia, Paesi Bassi, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti, il progetto si prefigge di raccogliere contributi da tutto il mondo, invitando studiosi e professionisti nei campi della globalizzazione e delle bioetiche a rispondere a un questionario. Il questionario è strutturato sulla base del metodo Delphi, una tecnica di comunicazione studiata in modo specifico per raccogliere e filtrare in maniera controllata il parere di esperti, e il progetto sta tuttora cercando partecipanti qualificati. Sulla base del metodo Delphi e del lavoro dei partecipanti stessi, il progetto si concluderà con la pubblicazione di una relazione finale, oltre a una serie di raccomandazioni da sottoporre poi ai principali decisori politici dellUnione europea. Http://www.bigproject.org/  Per partecipare al questionario Delphi consultare: http://www.Bigproject.org/dephi.htm  
   
   
BIOLOGIA E SOCIETÀ  
 
Bruxelles, 18 aprile 2005 - Una conferenza sulla ricerca interdisciplinare e transnazionale su biologia e società avrà luogo il 19 aprile ad Umeå (Svezia). La manifestazione riunirà scienziati naturalisti, umanisti e teologi con lo scopo di stimolare e sviluppare le collaborazioni fra i ricercatori di settori scientifici diversi, in modo da poter realizzare progetti interdisciplinari. La manifestazione è organizzata da Synpraxia, rete per la ricerca interdisciplinare con sede nell'Università di Umeå. Ogni progetto di Synpraxia coinvolge ricercatori di almeno due diversi settori scientifici. Le presentazioni tratteranno argomenti quali: l'opinione pubblica sulle biobanche; l'etica, la tecnologia dei geni e l'estensione della vita; gli organismi geneticamente modificati; le nuove malattie; le neuroscienze; la distinzione tra bioscienza e biotecnologia. E-mail: Annalydia.svalastog@religion.umu.se  
   
   
PER IL CEO DI DUPONT LA BIOTECNOLOGIA E' ESSENZIALE PER SODDISFARE LA DOMANDA E CONTRIBUIRE A SODDISFARE IL FABBISOGNO GLOBALE DI CIBO, BENESSERE E MATERIALI  
 
 Lione e Wilmington, 18 aprile 2005 - Charles O. Holliday, Jr., Dupont Chairman e Chief Executive Officer, ha annunciato al World Life Sciences Forum Biovision che le biotecnologie permetteranno di stare al passo con la crescita esponenziale delle esigenze dell'uomo e della societa'. "Non esiste strumento piu' potente delle biotecnologie per soddisfare la domanda globale", afferma Holliday. Entro il 2025, il fabbisogno mondiale di cibo e fibre raddoppiera', mentre le aree di produzione resteranno pressoche' invariate. Anche nel campo della salute e dell'energia si dovranno affrontare sfide analoghe. Le attuali applicazioni della biotecnologia dimostrano la capacita' della tecnologia di soddisfare la domanda futura. Holliday ha quindi illustrato il ruolo della scienza e dell'innovazione di Dupont nella produzione di bio-raccolti, piu' redditizi e resistenti ai pesticidi e in grado di rispondere al crescente fabbisogno alimentare, nonostante la minore disponibilita' di terreno coltivabile. Dupont si avvale anche di strumenti di bioingegneria al fine di creare materiali nuovi ad alte prestazioni. Dupont Sorona, attualmente prodotto da una materia prima petrolchimica, verra' ad esempio prodotto dal mais. La versione bio di Sorona, ultima innovazione polimerica di Dupont, sara' lanciata sul mercato nel 2006. Inoltre, Dupont e' impegnato a promuovere la nutrizione come strumento di prevenzione e trattamento delle malattie. Recentemente, la societa' ha lanciato un nuovo olio di semi di soia che aiuta le aziende alimentari a ridurre i grassi trans. Fra gli altri progetti in corso, vi e' quello sui semi di soia che producono i salutari acidi grassi omega-3 e la ricerca volta ad aiutare le aziende alimentari ad offrire cibi piu' sani e gustosi. "E' importante parlare di biotecnologia rossa, verde e bianca per distinguere fra applicazioni umane, vegetali e industriali", afferma Holliday. "Ma l'esperienza di Dupont rivela che i vari tipi di biotecnologia sono fra loro correlati. In collaborazione con un pannello globale di scienziati, esperti di bioetica, personalita' politiche influenti, Ong e imprenditori, abbiamo stabilito dei principi guida per portare il frutto della nostra ricerca sul mercato". Il World Life Sciences Forum Biovision www.Biovision.org  e' una piattaforma internazionale che riunisce i rappresentanti della sfera sociale, scientifica e industriale, intesa a discutere e avanzare proposte sulle principali questioni internazionali riguardo al futuro di salute, alimentazione e ambiente. Il Forum, che si tiene ogni due anni, ha visto aumentare il numero dei partecipanti da 1.200 al Biovision 1999 ai 4.500 previsti per il Biovision 2005.  
   
   
I VERDI CHIEDONO CHE IL 7PQ FINANZI LA MEDICINA ALTERNATIVA  
 
Bruxelles, 18 aprile 2005 - Il gruppo dei Verdi/alleanza libera europea al Parlamento europeo chiede maggiore attenzione in Europa per l'omeopatia e sollecita la Commissione a finanziare la ricerca nella medicina alternativa nell'ambito del prossimo programma quadro. Il 10 aprile, giornata internazionale dell'omeopatia, che segna il 250° anniversario della nascita del medico tedesco Samuel Hahnemann, fondatore dell'omeopatia, il gruppo Verdi/ale ha rilasciato una dichiarazione in cui si critica la scarsa considerazione che l'Europa ufficiale riserva all'omeopatia e si rivendica un'azione politica per porre fine alla "discriminazione contro la medicina alternativa in Europa". " Lo sviluppo dellomeopatia in Europa, America e Asia è un esempio di "success story". Nonostante ciò, mentre linteresse dei pazienti continua ad aumentare, le autorità competenti restano indietro, noncuranti delle potenzialità dellomeopatia o espressamente contrarie ad essa," dichiara Monica Frassoni, co-presidente del gruppo Verdi/ale. "Abbiamo bisogno di unazione politica che metta fine a questa discriminazione, specialmente dal momento che i pazienti richiedono una libertà di scelta terapeutica". A parere del gruppo, lomeopatia ha dimostrato la sua sicurezza ed efficacia per oltre due secoli e contribuisce in modo significativo alla salvaguardia della salute pubblica. Ciò nonostante, l'on. Frassoni sostiene che, mentre le direttive europee affermano che lomeopatia veterinaria occupa un posto di primo piano nellagricoltura biologica, le legislazioni europee e nazionali riducono la disponibilità e laccesso a tali medicine innalzando eccessivamente gli standard di sicurezza. "Tale comportamento non rispetta affatto il nuovo approccio del "viver più sano" inserito tra le priorità dellUnione europea in termini di salute," prosegue la dichiarazione. "I difensori della "scuola di medicina" affermano che lefficacia dellomeopatia non è mai stata provata da studi scientifici. Tuttavia, alla ricerca della medicina alternativa e complementare non è allocato quasi nessun fondo pubblico. A tale situazione si dovrebbe porre rimedio con il prossimo Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo," ha concluso l'on. Frassoni.  
   
   
ACEGASAPS SUPPORTA LA CAMPAGNA DEI LIONS CLUB PER LA RACCOLTA OCCHIALI USATI  
 
 Trieste, 18 aprile 2005 - Acegasaps ha ritenuto importante dare un contributo alla campagna dei Lions Club relativa alla raccolta di occhiali usati da destinare alle popolazioni del terzo mondo, una campagna grazie alla quale i cittadini potranno liberarsi di vecchie paia di occhiali dimenticati nei cassetti e destinarli a popolazioni che non sono economicamente in grado di acquistarli I cittadini che desidereranno aderire all’iniziativa potranno portare i propri occhiali presso i banchetti allestiti dal locale Lions Club Alto Adriatico, nelle giornate di sabato 16 e domenica 17 , presso il centro commerciale “il Giulia” oppure, nelle giornate di venerdì 15 e sabato 16, potranno consegnare i propri occhiali presso uno qualsiasi dei centri di raccolta di Acegasaps che poi avrà cura di recapitarli al Lions Club I centri di raccolta sono i seguenti: Trieste- Via Carbonara 3 - dalle 7.00 alle 19.00; Strada per Cattinara 2/1 - dalle 7.00 alle 19.00; Via Valmartinaga 10 - dalle 7.00 alle 19.00; Strada per Vienna 84/a - dalle 7.00 alle 19.00; Via Giulio Cesare 10 - dalle 6.00 alle 18.00. Duino Aurisina - Centro servizi del Comune – venerdì dalle 14.00 alle 17.00, sabato dalle 8.00 alle 15.00. Muggia - Strada per i laghetti di Noghere – venerdì dalle 14.00 alle 17.00, sabato dalle 8.00 alle 12.00.  
   
   
LA MEMORIA FUGGE IN LÀ... PAROLE PER RESISTERE  
 
Milano, 18 aprile 2005 - Il libro, curato da Informagiovanni, centro di servizi e informazione del comune di San Lazzaro, raccoglie il suono di voci narranti diverse fra loro, racconti e suggestioni, ragioni e passioni, che si rincorrono attorno ad un tema unico: Resistenza. Quella storica, quella personale, quella politica. Quella che è stata e quella che è oggi. Resistenza alla dittatura, lotta per i diritti, ma anche resistenza alla tristezza della nostra società, al sentimento di impotenza che spesso ci avvolge, al disagio di crescere in un mondo distratto e poco incline all’ascolto. In questo libro sono raccolti testi inediti di autori italiani e stranieri scritti con la competenza, la sensibilità e la professionalità del mestiere. Ma anche testimonianze di adolescenti e giovanissimi, che incontriamo sul libero terreno della creatività, con il loro linguaggio, a volte forse ingenuo, ma anche travolgente e personale. E ancora narrazioni di quanti, giovani e anziani, studenti e lavoratori, professionisti e pensionati, da anni condividono il piacere della scrittura e dello scambio dialogico attorno ai loro testi, come i partecipanti ai laboratori di scrittura dell’associazione culturale “Italo Calvino”di Bologna: dilettanti della penna, sedotti dal piacere della parola che intesse il filo della memoria e che evoca mondi possibili. Storie scritte per aiutare il ricordo, per medicare ferite, per rinominare le cose, per salvarsi e per salvare, come ci ha insegnato Shéhérazade. Il ricavato delle vendite del libro sarà devoluto a Emergency, associazione umanitaria italiana per la cura e la riabilitazione delle vittime delle guerre e delle mine antiuomo. Testi di: Pino Cacucci, Gianni Cascone, Giorgio Celli, Marcella Cioni, Gianluca Di Dio, Patrizia Finucci Gallo, Gabriella Ghermanti, Licia Giaquinto, Francesco Guccini, Sikeena Karmali, Giulio Leoni, Loriano Macchiavelli, Enrico Calandri, Fiorenza Renda, Pablo Sibar Sibar, Stefano Tassinari, Silvia Torrealta, Adriana Zarri. Pagine 240 Prezzo € 12,00  
   
   
SUPER VONGOLE VERACI: BUONE E A BASSO COSTO IL PROGETTO SARÀ PRESENTATO A BIONOVA, IL SALONE DELLE BIOTECNOLOGIE ALLA FIERA DI PADOVA DAL 20 AL 22 APRILE 2005  
 
 Padova, 18 aprile 2005 - Vongole veraci di alta qualità e con bassi costi di produzione. Il progetto verrà presentato alla fiera di Padova nel corso di Bionova, il Salone delle Biotecnologie dal 20 al 22 Aprile 2005. Verranno messi a punto nuovi processi biotecnologici negli allevamenti della vongola verace nostrana al fine di ottenere un prodotto ottimo a basso costo secondo un protocollo che ne garantisca il valore nutrizionale e la sicurezza alimentare. I risultati conseguiti costituiranno un’alternativa sia alle attuali modalità di produzione di fitoplancton presso gli allevamenti che all’utilizzo di sospensioni algali reperibili tutt’oggi sul mercato. La sperimentazione viene condotta presso gli impianti di Ittica Allevamenti Cà Pellestrina. Il gruppo di ricerca è costituito da: Ittica Allevamenti Cà Pellestrina, capofila del progetto, Goro Acquicoltura Srl, Sogesca Srl, Fotosintetica e Microbiologica Srl, Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del Cnr. La ricerca è finanziata dalla Regione Veneto, insieme ad altri 17 progetti. Queste nuove tecnologie prevedono l’uso di sospensioni concentrate e conservate di microalghe vive come alimento diretto delle vongole e colture algali di qualità controllata ottenute da inoculi selezionati in vasche all’aperto opportunamente gestite. Gli inoculi e le sospensioni saranno ottenuti da colture controllate in fotobioreattori di due microalghe marine: Tetraselmis suecica e Isochrysis sp. Clone T-iso. I due nuovi processi biotecnologici saranno raffrontati con le tecniche comunemente utilizzate negli impianti di venericoltura presenti nel Veneto (uso delle acque di laguna; induzione di bloom algali). Il progetto prevede anche la definizione delle specifiche tecniche per la certificazione volontaria di prodotto sia per il fitoplancton che per la vongola.  
   
   
BIONOVA: PROSECCO DOC AL RIPARO DEI LIEVITI CHE LO MINACCIANO  
 
Padova, 18 aprile 2005 - Dal 20 al 22 Aprile 2005 a Bionova, il Salone delle Biotecnologie della Fiera di Padova, sarà presentato un progetto per migliorare con le biotecnologie gli aspetti qualitativi e salutistici del prosecco Stop ai lieviti che possono rendere sgradevole lo splendido prosecco di Valdobbiadene e Conegliano durante l’invecchiamento in botte o barrique. Nel corso di Bionova, la rassegna sulle biotecnologie che si inaugura il 20 aprile in Fiera a Padova, verrà presentato un progetto che riguarda le applicazioni biotecnologiche per il miglioramento degli aspetti qualitativi e salutistici del vino prosecco doc. Il progetto riguarda prevalentemente la selezione di ceppi di lievito ecotipici, isolati dai vigneti della zona Doc di Conegliano e Valdobbiadene, da utilizzare per la produzione di vino base e per la spumantizzazione del Prosecco. L’identificazione dei lieviti isolati verrà effettuata mediante analisi genetiche, principalmente basate sull’analisi dell’Rna ribosomale. Per i ceppi che saranno selezionati verrà messo a punto un sistema molecolare in grado di monitorarli facilmente e rapidamente durante l’uso per la vinificazione. Partecipano al progetto il Dipartimento di Biotecnologie Agrarie dell’ Università di Padova e Masottina Spa. A vario titolo partecipano anche Aziende vitivinicole e cantine della zona del Prosecco Doc. Il progetto si avvale inoltre del contributo della Regione Veneto e dell’Istituto per la qualità e le Tecnologie Agroalimentari di Veneto Agricoltura con sede a Thiene (Vi). Parallelamente verranno messi a punto sistemi molecolari, basati sull’individuazione di apposite sequenze nucleotidiche, per la rilevazione qualitativa e quantitativa di microrganismi dannosi in enologia, con particolare riferimento ai lieviti del genere Dekkera /Brettanomyces, temuti per la capacità di impartire note sgradevoli ai vini durante l’invecchiamento in botte o barrique.  
   
   
SALONE DEL MOBILE 2005 - PLASTIC 4 THE HOUSE, PLASTIC 4 THE CITY: DALLA CASA ALLA CITTÀ LA PLASTICA RIVIVE E DIVENTA DESIGN  
 
Milano, 18 aprile 2005 - Arrivano al Salone del Mobile 2005 i sei progetti vincitori del concorso Plastic 4 the house promosso lo scorso anno da Corepla – Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica – insieme a Plasticseurope Italia - l’Associazione dei Produttori di materie plastiche che opera nell’ambito di Federchimica e rappresenta le imprese produttrici di resine plastiche - in collaborazione con Casa Vogue. E dal Salone il via a una nuova edizione: Plastic 4 the city. Che cosa hanno in comune Corepla – Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica, Plasticseurope Italia e i giovani designer di tutte le scuole italiane di design e arte? Un obiettivo ben preciso: dare vita ad oggetti di design in plastica vergine e riciclata come esempio di ciò che questo materiale e i relativi rifiuti di imballaggi sono in grado di fare. Il risultato di questo “Incontro” sarà visibile al pubblico dal 13 al 18 aprile 2005 presso Spazio 30 (Viale Vittorio Veneto, 30 a Milano) in occasione del Salone del Mobile. In questa occasione saranno infatti esposti i progetti vincitori di Plastic 4 the house, il concorso promosso lo scorso anno da Corepla e Plasticseurope Italia in collaborazione con Casa Vogue. Dal binomio tra plastica e futuro, nasce, dunque, il dialogo di Corepla e Plasticseurope Italia con i giovani designer presso i quali il Consorzio e l’Associazione mirano a diffondere la conoscenza della plastica. La sfida lanciata agli studenti è stata, perciò, quella di liberare la creatività per dare vita ad un progetto inedito di un altrettanto inedito complemento d’arredo in plastica. I vincitori? Tre (più altrettante menzioni), provenienti dalla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, dalla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, da Domus Academy. Alcuni esempi degli oggetti vincenti? Una sedia che fiorisce, una libreria, un pannello con le tasche, una chaise longue. Oltre all’esposizione privilegiata durante il Fuori-salone, coloro che hanno saputo valorizzare l’incontro tra plastica e design hanno vinto uno stage - presso un’azienda del settore - durante il quale potranno trasformare, con il supporto di progettisti e disegnatori professionisti, il proprio progetto in realtà. E, per passare alla fase di produzione industriale propedeutica alla vera e propria commercializzazione, Corepla metterà gratuitamente a disposizione delle aziende il proprio reparto di Ricerca & Sviluppo. L’edizione 2005: Plastic 4 the city Dalla casa alla città, dal privato al pubblico. E’ questo il percorso che Corepla e Plasticseurope Italia, in collaborazione con Casa Vogue, hanno compiuto lanciando l’edizione 2005 del concorso riservato ai giovani designer. Plastic 4 the house diventa, dunque, Plastic 4 the city proprio a sottolineare l’importanza della dimensione collettiva come estensione del nostro privato. La plastica, che nell’ambito di Plastic 4 the house si era trasformata in oggetti d’uso quotidiano e domestico, ritorna nella nuova edizione Plastic 4 the city dando vita ad oggetti di arredo urbano. Ma non solo. Infatti i progetti, oltre ad essere realizzati sia in plastica vergine che riciclata, dovranno integrare alla propria funzione d’uso la altrettanto rilevante finalità di comunicare con i cittadini. Attendiamoci, dunque, pensiline, cassonetti, panchine progettati con lo scopo di far conoscere la plastica. I progetti vincitori verranno sottoposti ad Amministrazioni Pubbliche e ad aziende private.  
   
   
EUROFLORA 2006 IN SCENA PIANTE E FIORI DA TUTTO IL MONDO DAL 21 APRILE AL 1°MAGGIO  
 
 Genova, 18 aprile 2005 - Si annuncia come uno spettacolo unico al mondo la nona edizione di Euroflora, l’esposizione internazionale di piante e fiori in programma alla Fiera di Genova dal 21 aprile al 1° maggio 2006. Nel segno della tradizione la presentazione al mondo della floricoltura internazionale è avvenuta oggi a Gand nell’ambito delle “floralies” più antiche d’Europa. Per la prima volta – alle Floralies è presente uno stand di Euroflora dedicato alle piante di Liguria. Grazie a un accordo di reciprocità la manifestazione belga sarà ospite a Genova il prossimo anno. Alla presentazione hanno preso parte Roberto Urbani, Amministratore delegato di Fiera di Genova Spa, Ivano Tocchi, Responsabile Commerciale, Giovanni Robiglio ed Ettore Zauli, membri del Comitato tecnico di Euroflora 2006. Euroflora- che si svolge ogni cinque anni secondo il calendario dell’A.i.p.h., Association Internationale des Producteurs de l’Horticulture - è la più grande “floralie” europea al coperto e la più visitata, con quasi 700mila persone registrate in undici giorni di apertura nel 2001.Si rivolge a un pubblico eterogeneo di appassionati, di operatori del settore, ma anche di persone attratte dall’emozionante rappresentazione di una natura capace di ricrearsi e di adattarsi grazie al rispetto delle sue leggi e all’ingegno dell’uomo, dalle novità, dalle molte rarità e dalle produzioni di eccellenza che simboleggiano le caratteristiche di ogni territorio.Euroflora trasmette un messaggio chiaro e forte di rispetto della natura e di invito a un maggior utilizzo del verde per migliorare la qualità della vita. La rassegna italiana è un appuntamento unico ed emozionante, dietro al quale si cela il lavoro di migliaia di floricoltori e di florovivaisti italiani e dei più qualificati Paesi produttori che per questa straordinaria occasione mettono a disposizione la loro produzione più pregiata e esemplari da collezione. L’impegno ele capacità professionali dei florovivaisti si esprimeranno attraverso la partecipazione ai concorsi tecnici ed estetici, aggiornati e rivisitati, saranno 756 con alcune importanti novità nel settore delle ibridazioni e delle manutenzioni. Il montepremi sfiora i 420mila euro, il giudizio sarà affidato a esperti internazionali secondo standard di altissima qualità. Questa nona edizione si annuncia con una scenografia progettata nei più piccoli particolari ideata per valorizzare gli esemplari più rari di piante e fiori provenienti da ogni parte del mondo all’interno dei padiglioni e nelle aree all’aperto del quartiere fieristico, centocinquantamila metri quadrati – direttamente affacciati sul mare - sapientemente trasformati a giardino. L’acqua come elemento primario della vita sul nostro pianeta, ma anche come risorsa non inesauribile sulla quale è necessaria una consapevolezza diffusa, sarà il tema principale di questa nona edizione. Acqua in movimento con cascate, giochi e fontane, ma anche acqua come via di collegamento attraverso cui si sono diffuse nuove specie vegetali. Ed è proprio il mare una delle novità della prossima edizione di Euroflora. La ricostruzione di un porto “old America” - realizzato sotto la tensostruttura della marina del quartiere fieristico – sarà l’ambientazione ideale per ripercorrere la storia di spezie, erbe e frutti arrivati in Europa nel corso dei secoli dai punti più remoti della terra. Piante del thè, del caffè e del cacao, datteri e banani entreranno a far parte di un panorama già ricco di migliaia di specie: dalla flora alpina alle lussureggianti vegetazioni tropicali, passando per “monumentali” piante di limoni e rarità botaniche. Grandi getti d’acqua a creare scenografie astratte in continuo movimento caratterizzeranno il Palasport, il grande padiglione circolare d’ingresso. Sulla gradinata nord, da una serie di terrazze semicircolari, grandi getti alti sino al soffitto creeranno lo sfondo mutevole a straordinari esemplari di limoni e confluiranno in un’unica cascata di oltre 25 metri di altezza. Dalla gradinata opposta si alzerà, ad arrivare quasi al tetto, una grande parete d’acqua che creando una superficie mutevole farà da sfondo a una grande composizione di azalee che formerà il punto focale del palasport. L’atrio del padiglione C si trasformerà in una galleria di felci arboree, un percorso tropicale attraversato da cascate a balze successive, il cui punto d’origine sarà il tetto dell’edificio. Tre le iniziative espositive collegate: Flortec con le attrezzature e i prodotti professionali e amatoriali per il floroivavismo, Florcasa con gli arredi e i complementi da giardino e il Mercato Verde per acquistare direttamente dai produttori.  
   
   
ANALISI UNRAE DEL MERCATO ITALIA DOPO IL PRIMO TRIMESTRE 2005 SEGMENTI BASSI IN DIFFICOLTA’, CRESCONO QUELLI DI LUSSO LE MEDIE RECUPERANO, I SUV “OCCUPANO” IL SEGMENTO E  
 
Roma, 18 aprile 2005 - Nei primi tre mesi del 2005, il mercato italiano delle auto nuove ha registrato alcune modificazioni nelle tendenze. Secondo gli analisti dell’Unrae, l’Associazione delle Case Estere, i fattori più significativi si rilevano dall’andamento sia delle segmentazioni, sia delle immatricolazioni per tipo di carrozzeria. Nella suddivisione per segmenti del mercato, si nota che a soffrire sono quelli delle medio-piccole, diversamente da quanto invece si registra nei settori executive e lusso. Un segnale da non sottovalutare nello stilare la previsione dell’andamento del mercato nel suo insieme: appare infatti chiara la spaccatura fra il popolo delle auto di ampia domanda dei segmenti A e B, rispetto alla contenuta elite che può avvicinarsi ai prodotti premium, senza dimenticare che in quest’ultima area hanno un forte impatto anche le vendite Flotte, il Noleggio Lungo Termine e il Leasing. “L’andamento negativo dei segmenti di volume conferma lo stato di difficoltà nel quale si trova l’economia, che continua a rinviare i segni di una ripresa degna di tale nome”, sottolinea Gianni Filipponi, Segretario Generale dell’Unrae, che aggiunge “va, però, evidenziato che ci sono anche altri fattori che incidono sulla domanda di nuove automobili: le limitazioni del traffico, l’aumento vertiginoso del prezzo dei carburanti, il peso sempre molto elevato delle assicurazioni Rc”. Scendendo nel dettaglio statistico, i segmenti A,b e D registrano contrazioni, rispetto all’analogo periodo del 2004, superiori a quelle medie del mercato, cedendo circa mezzo punto di quota ciascuno. In questo quadro negativo, è una eccezione il segmento delle medie, il cosiddetto segmento C, grazie all’ingresso sul mercato di alcune importanti novità di prodotto. I segmenti di lusso E ed F, dal canto loro, registrano un andamento positivo, con un incremento di quota che nel complesso raggiunge il 4%. In questo ambito, si conferma la supremazia delle marche estere. Nel segmento E, inoltre, si rileva come la top ten veda una forte “infiltrazione” di Suv, a conferma di una tendenza sempre più diffusa fra i clienti dei segmenti alti, orientati a scelte meno convenzionali, tanto da aver suggerito ai produttori di vetture premium di inserire in gamma anche veicoli in grado di rispondere ai diversi stili di vita. Nell’analizzare il mercato in base alla tipologia delle carrozzerie, gli analisti dell’Unrae hanno rilevato, per il primo trimestre del 2005 rapportato all’analogo periodo del 2004, il crescere costante delle monovolume piccole ( +25,38%) e medie (+ 8,73%), che insieme con le monovolume grandi rappresentano ormai il 19,08% della domanda, cioè a dire quasi un quinto del mercato totale. “La crescita di questa tipologia di vettura trova riscontro nella costante diminuzione delle berline che, sia pure con valori assoluti sempre molto alti, hanno perso in tre mesi 3 punti netti di quota”, evidenzia Filipponi, che conclude “in un mercato che si è ridotto di oltre 40.000 immatricolazioni (-5,7%) in tre mesi, merita sottolineare la crescita delle fuoristrada, la sostanziale stabilità delle multispazio, dei coupè, di cabrio e spider e la lieve flessione delle station wagon/break, che comunque mantengono una quota superiore al 10%, pur avendo perso, in assoluto, 6.000 immatricolazioni”.  
   
   
IN LIEVE CALO IN MARZO IL MERCATO DEI VEICOLI COMMERCIALI IL PRIMO TRIMESTRE 2005 CHIUDE IN LEGGERA FLESSIONE (-0,37%)  
 
Roma, 18 aprile 2005 - Sulla base dei dati comunicati da Unrae ed Anfia, in marzo le consegne a clienti di veicoli commerciali hanno registrato una flessione dell’1,4%, con 19.960 unità, rispetto alle 20.248 del marzo 2004. Dopo una crescita in gennaio (+3,1%) ed il calo in febbraio (-2,4%), il risultato di marzo consente di mantenere il primo trimestre 2005 su livelli molto vicini a quelli registrati nello stesso periodo dello scorso anno. La flessione del gennaio-marzo 2005 è, infatti, solo dello 0,37%, con 53.601 unità consegnate, rispetto alle 53.798 del gennaio-marzo 2004. “Il segnale che fa più pensare, però, è quello che ci arriva dai contratti, che nel trimestre registra una flessione del 5,2% - sottolinea Gianni Filipponi, Segretario Generale dell’Unrae, l’Associazione delle Case estere – ed è evidente che ciò riflette una situazione macroeconomica non positiva, che spinge molti operatori ad un atteggiamento riflessivo prima di investire nell’acquisto di nuovi veicoli da lavoro”.  
   
   
300C: LA NUOVA AMMIRAGLIA CHRYSLER 3.5 V6 E 5.7 HEMI V8 CON SISTEMA MDS (MULTI-DISPLACEMENT SYSTEM)  
 
Roma, 18 aprile 2005 - 300C rappresenta l'ingresso di Chrysler nel segmento europeo delle berline alto di gamma. La piattaforma a trazione posteriore ha consentito di sviluppare il design di Chrysler 300C sulla base di proporzioni classiche e dalla forte personalità stilistica. Il lungo cofano motore, i cerchi da 18 pollici, il rapporto tra le superfici vetrate e la carrozzeria rendono il profilo di Chrysler 300C immediatamente riconoscibile. Gli interni di Chrysler 300C Sedan riprendono l'aspetto raffinato del design esterno con materiali e rifiniture esclusive ed eleganti. Chrysler 300C Sedan offre una dotazione di serie estremamente completa ed un'ampia gamma di accessori tra cui un nuovo sistema di navigazione satellitare con Gps e Dvd offerto per la prima volta in Europa. Posto in un'unità integrata al centro del cruscotto, il sistema è dotato di schermo a colori da 14,7 cm, impianto radio Am/fm stereo, lettore da 6 Cd con riproduttore di file audio Mp3 e sistema di navigazione. Su richiesta, Chrysler 300C Sedan è equipaggiata con il sistema di comunicazione hands-free Mopar Uconnect. Il sistema Uconnect usa la tecnologia Bluetooth che consente di collegare via radio il telefono cellulare con il ricevitore a bordo del veicolo. Grazie ad un'avanzata tecnologia di riconoscimento vocale, Uconnect riconosce la voce dell'utente e le chiamate telefoniche sono diffuse dagli altoparlanti del veicolo. Una vettura progettata fin dall'inizio per offrire qualità e prestazioni eccezionali merita propulsori ben oltre le aspettative dei clienti. Sono state sviluppate due motorizzazioni e due tipi di trasmissione: il propulsore da 3,5 litri V6 offre un'eccezionale combinazione di prestazioni, consumi e silenziosità, mentre, per il massimo delle prestazioni i clienti della 300C hanno a disposizione il motore 5.7 Hemi. Chrysler 300C segna infatti il ritorno, dopo quasi cinquant'anni, del motore Hemi. Equipaggiato negli Anni '50 sulle leggendarie Chrysler "Letter Series", il propulsore Hemi ha subito una profonda trasformazione che lo ha reso una moderna, potentissima ed affidabile motorizzazione. L'attuale evoluzione del V8 Hemi da 5,7 litri sviluppa 340 Cv (250 kW) di potenza e dispone di una coppia pari a 53,5 kgm (525 Nm). Chrysler 300C 5.7 Hemi V8 accelera da 0 a 100 km/h in 6,4 secondi ed ha una velocità massima limitata elettronicamente a 250 km/h. In Europa, Chrysler 300C Sedan e Touring sono gli unici veicoli del segmento E che offrono di serie il sistema Mds (Multi-displacement System) su un motore 8 cilindri a V. Il sistema Mds interrompe l'alimentazione a quattro degli otto cilindri del motore Hemi 5,7 litri quando non viene richiesta piena potenza. Si ottiene così una combinazione unica al mondo tra prestazioni e potenza con consumi molto contenuti. Il Multi-displacement System riduce il consumo di benzina fino al 20%, in base allo stile di guida del conducente e l'uso del veicolo. Le due trasmissioni automatiche sono studiate per garantire la migliore combinazione di prestazioni, fluidità di funzionamento e consumi. Per la prima volta su un'automobile del gruppo Chrysler è disponibile sulla versione con motore 5,7 litri V8 Hemi, la trasmissione automatica Daimlerchrysler a 5 rapporti con modalità manuale Autostick. La versione con motore da 3,5 litri è equipaggiata con una versione rinnovata del collaudato cambio automatico a 4 marce Chrysler. L'architettura del telaio a trazione posteriore permette di trasferire la potenza di 300C al terreno. La trazione posteriore offre una configurazione di equilibrio e maneggevolezza ottimali, in cui la sterzata del veicolo è affidata alle ruote anteriori e la propulsione a quelle posteriori. Chrysler 300C Sedan è realizzata per offrire al conducente una guida morbida, silenziosa, comoda ed una continua sensazione di controllo e sicurezza. Per i mercati al di fuori dal Nord America, la 300C Sedan ha pneumatici, taratura di sterzo e sospensioni adatte ad una guida più sportiva. Grazie alla taratura più rigida delle sospensioni anteriore e posteriore, lo sterzo e le sospensioni della Chrysler 300C con motore Hemi hanno una risposta ancora più pronta e sportiva. La marcia ben ammortizzata con rollio ridotto offre al guidatore una guida precisa e reattiva. Le sospensioni anteriori con braccio lungo/corto e le sospensioni posteriori indipendenti a cinque bracci offrono eccellenti caratteristiche di guida e maneggevolezza. Lo sterzo a cremagliera facilita le manovre di parcheggio senza compromettere le prestazioni ad alta velocità, con un ottimo equilibrio tra comfort, facilità d'uso e reattività. Abs, controllo della trazione a tutte le velocità ed Esp sono di serie su Chrysler 300C Sedan. Questo sistema integrato si avvale di un'elettronica di avanguardia che offre una risposta estremamente rapida. Principali caratteristiche tecniche: · Trazione posteriore · 5,7 litri Hemi V8 con cambio automatico a 5 marce con funzione Autostick e sistema Multi-displacement System (Mds) · 3,5 litri V6 con cambio automatico a 4 marce · Sterzo a pignone e cremagliera · Cerchi in lega leggera da 18 pollici · Sospensioni anteriori indipendenti a bracci oscillanti di differente lunghezza · Sospensioni posteriori indipendenti tipo multi-link a 5 punti di attacco · Accelerazione 0-100 km/h: 6,4 secondi (5.7 Hemi V8) Comfort: · Inserti brevettati in finta tartaruga oppure, a richiesta, in vero legno di noce californiano · Volante rivestito in pelle con pulsanti a filo per la regolazione dell'impianto audio · Volante regolabile in inclinazione ed profondità su posizioni memorizzabili · Sedili anteriori con inserti in pelle riscaldabili (di serie su 5.7 Hemi V8) · Sedili anteriori con supporto lombare regolabile · Sedile del guidatore regolabile elettricamente in otto modi · Pedaliera regolabile elettricamente, posizioni memorizzabili (a richiesta) · Regolazioni di piantone dello sterzo, sedile del guidatore, specchietti retrovisori e pedaliera memorizzabili per due guidatori · Impianto audio digitale Boston Acoustics di alta qualità con amplificatore da 276 watt (a richiesta) · Autoradio Am/fm, lettore Cd/mp3 con caricatore per 6 cd (di serie sulla versione 5.7 Hemi V8) · Regolazione automatica agli infrarossi della temperatura interna su due zone separate · Filtraggio dell'aria all'interno dell'abitacolo · Alzacristalli anteriori elettrici con funzione salita/discesa rapita e protezione anti-schiacciamento · Sedile posteriore ribaltabile frazionato (60/40) · Specchietto retrovisore interno e posteriore lato guidatore di tipo elettrocromatico · Tetto apribile elettricamente con funzione apertura/chiusura rapida e protezione anti-schiacciamento (a richiesta) Sicurezza: · Controllo elettronico della stabilità (Esp) · Controllo elettronico di trazione a tutte le velocità (All Speed Tcs) · Quattro freni a disco con Abs · Assistenza per le frenate di emergenza (Bas) · Airbag a tendina anteriori e posteriori (di serie sul mercato europeo) · Fari anteriori allo Xenon Hid (High-intensity Discharge) · Lava-fari ad alta pressione · Tergicristalli con sensore di pioggia · Assistenza alle manovre di parcheggio in retromarcia con sensore ad ultrasuoni · Antifurto Sentry Key con blocco accensione · Allarme anti-furto con comando sul portachiavi Tutte le Chrysler 300C vendute in Europa saranno garantite per due anni senza limiti di chilometraggio da Chrysler Group. Le vetture sono al momento prodotte nello stabilimento di Brampton (Ontario, Canada) del Chrysler Group, in estate inizierà nello stabilimento Magnay Steyr di Graz, in Austria, la produzione per i mercati extra americani.  
   
   
HONDA JAZZ SPORTY DAY MOTORI BOLLENTI IN PISTA  
 
Verona, 18 aprile 2005 - Sabato 16 e domenica 17 aprile la grintosa Honda Jazz è scesa in pista a scaldare i motori in occasione di Jazz Sporty Day. Presso l'Autodromo "Santa Monica" di Misano Adriatico (Rimini) tutti gli appassionati e i curiosi hanno potuto testare le performance della vettura in un particolare percorso suddiviso in aree, partecipando in prima persona ad attività di frenata, curve a bassa aderenza, confronto di trazione e skid car. Con l'ausilio degli istruttori della scuola di guida sicura Driving Academy, i partecipanti hanno avuto l'emozione della guida con simulazioni particolari quali neve, ghiaccio e fondo scivoloso. Gli esercizi sono finalizzati ad insegnare come tenere il controllo nella guida anche in situazioni estreme, acquisendo così maggiore sicurezza e perfezionando lo stile di guida. In Autodromo è stata allestita anche un'area 4X4 per testare le doti fuoristradistiche di Honda Cr-v a cui saranno dedicati esercizi particolarmente arditi.  
   
   
FIAT CAFÉ LA TRIENNALE: UN NUOVO MODO DI "VIVERE" IL DESIGN  
 
 Milano, 18 aprile 2005 - Auto e Design. Il celebre binomio - immagine dello stile italiano - da oggi trova una nuova spinta con l'apertura del "Fiat Café La Triennale". Nato dalla collaborazione fra Fiat e la Triennale, l'originale spazio è stato inaugurato il 14 aprile a Milano, nel giardino dello storico Palazzo dell'Arte (prossima sede del Museo del Design Italiano) e potrà servire circa cento persone sedute, ma lo sviluppo sul parco in un'area di 8.000 m2 consente un comodo accesso a più di mille ospiti. Il locale sarà aperto da aprile ad ottobre, dalle 10.30 alle 23.30 (chiusura il lunedì) e proporrà un servizio di caffetteria. Sempre alla ricerca di nuove vie di comunicazione, Fiat è anima e spirito del progetto: fortemente voluto da Lapo Elkann, responsabile Brand Promotion di Fiat Auto, e da Davide Rampello, presidente della Triennale, è stato affidato all'architetto Michele De Lucchi e si avvale inoltre della collaborazione di partner di assoluto rilievo nei settori dell'arredamento e del design, della tecnologia e dell'alimentazione. "La collaborazione con le aziende del design italiano è importantissima per Fiat - conferma Lapo Elkann -. Anche le automobili sono oggetti di design e credo lo saranno sempre di più in un futuro dove potremmo pensare a singole collaborazioni con grandi nomi del design italiano per progettare insieme una parte delle nostre vetture o dei loro componenti. Lo stile è infatti una degli elementi fondamentali di un'automobile nonché la sua prima motivazione d'acquisto. Reputo pertanto di grande importanza, anche per una casa automobilistica, proporsi durante il Salone del Mobile, evento internazionale dal quale si possono attingere preziosi spunti creativi da aziende che operano in settori diversi dal nostro". La scelta della Triennale del resto non è casuale: nell'aprile del 2004 Fiat scelse questo stesso luogo per presentare in anteprima mondiale la Panda Alessi. "Negli ultimi anni - precisa Davide Rampello - la Triennale è diventata un luogo sempre più aperto al pubblico, frequentato da migliaia di persone, al centro di un intenso dibattito tra arte, società civile e industria su questioni che abbracciano tutti gli aspetti della cultura del progetto. Ecco perché abbiamo deciso di realizzare un grande caffè all'aperto, ed ecco perché abbiamo deciso di realizzarlo insieme a Fiat, l'azienda che attraverso il design ha inciso, forse più di ogni altra, nella vita degli italiani". Proprio in occasione dell'inaugurazione del "Fiat Café La Triennale", è stata presentata la Panda "Bigusto" e annunciata la sua commercializzazione in serie limitata. Presentata a Milano in due versioni, la nuova Panda si contraddistingue per la carrozzeria e gli interni bicolore: una è blu e grigia, l'altra blu e nera (quest'ultima è la versione che sarà in vendita). Un tocco di raffinatezza in più, quindi, che rende il modello davvero "una vettura alla moda" e che rappresenta anche un elemento di continuità con il passato, testimoniato dalla presenza di due vetture storiche all'evento milanese: una Fiat 600 D Multipla del 1963 (contraddistinta dalla carrozzeria verde chiaro e tetto bianco) e una Fiat Nuova 500 F del 1968 proposta con una particolare verniciatura "marmorizzata" eseguita da Mimmo Laganà, l'artista presente al "Fiat Café La Triennale" con alcune sue originali sculture. Infine, durante l'evento sarà comunicata anche la commercializzazione della Panda Alessi a partire dalla fine del 2005 in tutta Europa.  
   
   
“L’ITALIA È ARTE. PER TUTTI” - VII SETTIMANA DELLA CULTURA 16-22 MAGGIO 2005 UNA SETTIMANA DI EVENTI CON INGRESSO LIBERO NEI LUOGHI D'ARTE  
 
Roma, 18 aprile 2005 - Da lunedì 16 maggio a domenica 22 maggio 2005 “L'italia è arte. Per tutti”. Sette giorni da dedicare alle bellezze e alle curiosità del patrimonio artistico italiano in cui sarà possibile visitare i luoghi della cultura italiana senza pagare il biglietto e anche in orari e percorsi insoliti. La settimana della cultura, che l'anno scorso ha registrato un milione di visitatori, aumenta per questa settima edizione 2005 le tante iniziative pensate per avvicinare il mondo della cultura al pubblico italiano e internazionale. Oltre all'entrata gratuita in musei, pinacoteche, parchi e aree archeologiche sono organizzati eventi e mostre, concerti, rappresentazioni teatrali, visite guidate, convegni, conferenze, presentazione di guide e libri d'arte, laboratori didattici per i più piccoli ma anche per gli adulti. Saranno aperti anche siti normalmente chiusi e nei molti comuni italiani che aderiscono alla settimana della cultura vengono organizzati percorsi per spiegare la storia dell'arte e l'architettura del territorio. A partire dai prossimi giorni sarà possibile consultare l'elenco delle iniziative nella sezione "Eventi culturali" previste in tutta Italia . Tale elenco verrà aggiornato in tempo reale dagli istituti periferici del Mibac.  
   
   
AL PALAZZO DELLA PERMANENTE DI MILANO DAL 16 AL 19 APRILE 2005 LA I EDIZIONE DI THE MIDAS THE MILANO INTERNATIONAL DESIGN+ART SHOW  
 
Milano, 18 aprile 2005 - Aprile è il mese in cui Milano diventa il centro mondiale per il design. Tra le molte iniziative in programma, ce n’è una che, pur essendo alla sua prima edizione, è annunciata come un appuntamento da non perdere per i collezionisti e gli amanti del design storico. Stiamo parlando di The Midas – The Milano International Design+art Show, una mostra mercato che dal 16 al 19 aprile renderà il Palazzo della Permanente di Milano, un osservatorio privilegiato per focalizzare l’attenzione sulle arti decorative del ‘900, proponendo anche creazioni storiche di design - realizzate entro e non oltre gli anni Settanta e non più in produzione - con il proposito di documentare il meglio del Xx secolo nelle arti applicate. Saranno presenti circa trenta gallerie insieme a importanti editori d’arte internazionali, provenienti per il 50% da paesi stranieri (Regno Unito, Stati Uniti d’America, Germania, Spagna, Francia, Montecarlo, Belgio). Anche la caratteristica di selezionare rigidamente le gallerie ammesse è una novità per Milano, ma questa linea permette di ammirare un percorso espositivo che annovera pezzi straordinari. Si parte con un elegantissimo pendente Cavallo nella foresta in oro, avorio, smalto e ametista (1900-1902 ca.) di Lalique e con un Pendentif in argento e smalto (diam.6,5 cm), realizzato da Fouquet nel 1925 (da Arthem, Parigi), passando poi a una ceramica smaltata di Fausto Melotti dal titolo Vaso con buchi (1940), a Sintesi comunicazione di terra, di mare, di cielo (1935) o La fabbrica dei Caproni (1932), esposto alla Permanente nel 1932, entrambi di Daniele Fontana, a un piatto in maiolica della serie della venatoria (1928) di Giò Ponti, a un troumeau (1950) di Giò Ponti e Piero Fornasetti, a un dipinto su oro e vetro di Venini (1932), nel quale si racconta la storia di come si lavora il vetro soffiato, realizzato da Vittorio Zecchin, alla curiosa serie di ventiquattro piatti di Adamo ed Eva di Piero Fornasetti, ai tappeti di Ugo Nespolo e Emilio Tadini degli anni Cinquanta, alla sedia in legno di uno degli esponenti storici dell’Arte Povera, Mario Ceroli (Robertaebasta, Milano); per poi incontrare il Profilo continuo di Mussolini (1933) di Renato Bertelli e Pavone in tarsie di pannolenci (1920) di Marcello Nizzoli, a fianco di una Donna distesa, una scultura in terracotta di Giovanni Romagnoli, realizzata per la Quadriennale di Roma del 1936, o la tela Gioventù vittoriosa di Plinio Nomellini, esposto alla Biennale di Venezia del 1907 e all’esposizione universale di St. Louis del 1905, o ancora a un ritratto di donna di Otto Maraini del 1952 (Xx Secolo - Archive, New York). Capolavori e gallerie di alta qualità e serietà, grandi designer sempre al centro dell’interesse della storia e del mercato (proprio in questi giorni una casa d’aste internazionale ha in programma una grande vendita con creazioni di Giò Ponti) avvicineranno il pubblico all’evoluzione del design, rendendoli partecipi di quella ricerca di una qualità estetica per gli oggetti di produzione industriale, nata in concomitanza con il diffondersi delle tecnologie, nel corso del Xix secolo e che ha portato, grazie anche al ruolo trainante dell'industria inglese nel campo della produzione, alle prime formulazioni di un rapporto tra "arte" e "industria", da cui scaturisce la cultura dell'industrial design che The Midas documenta in modo cólto e approfondito. Www.the-midas.com  
   
   
MODIGLIANI A VENEZIA, TRA LIVORNO E PARIGI VENEZIA, BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA (LIBRERIA SANSOVINIANA) 20 MAGGIO - 5 LUGLIO 2005  
 
Venezia, 18 aprile 2005 - La mostra, allestita nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana (Libreria Sansoviniana) dal 20 maggio al 5 luglio 2005, illustra il percorso creativo e personale di Amedeo Modigliani con la presentazione di opere, documenti e foto d’epoca dell’artista, dalle prime esperienze livornesi, a quelle fiorentine e veneziane, sino al suo arrivo a Parigi. Particolare risalto è dato al periodo veneziano e all’atmosfera artistica, culturale e sociale che Modigliani visse dal 1903 al 1905 nella città lagunare. Si presentano infatti le opere del grande artista realizzate in quegli anni, insieme ad alcuni capolavori dei pittori che hanno qui lavorato ed esposto alla fine dell’800 e ai primi del ‘900, tra i quali quelli della collezione della Biblioteca Marciana provenienti dalla donazione Licudis. Il percorso scientifico è arricchito dalle opere degli amici toscani e francesi. La sua permanenza in Sardegna con la famiglia è invece confermata dalla presentazione dei documenti d’epoca ritrovati recentemente nelle biblioteche italiane e dall’opera eseguita nel 1899 nell’isola e dedicata a Medea Taci. L’itinerario biografico dell’artista è illustrato dall’ampia rassegna delle carte del Modigliani Institut Archives Legales di Parigi e Livorno. L’esposizione, curata da Christian Parisot e dedicata alla memoria di Alessandro Bettagno, è dotata di un ricco catalogo edito da Carlo Delfino con saggi dei maggiori esperti nei vari settori dall’arte figurativa, al cinema, alla musica, alla moda. La sezione eventi della stessa casa editrice, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana, ha curato l’organizzazione e il coordinamento della mostra. La rassegna ha ottenuto il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Museo di Montparnasse, di Ville d’Orlèans, dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e la collaborazione dei Civici Musei Veneziani. La manifestazione si avvale del contributo del Comune di Cagliari e di Akhela. La mostra sarà riproposta, in una versione ampliata, a Cagliari, Castello San Michele, dal 14 luglio al 15 settembre 2005. Http://www.modiglianiavenezia.it  http://marciana.Venezia.sbn.it/avvenisi.htm  
   
   
A MILANO LA MOSTRA BEAUTY SO DIFFICULT ALLA FONDAZIONE STELLINE, NUOVE GENERAZIONI DI ARTISTI A CONFRONTO IN DUE MOMENTI DISTINTI DAL 28 APRILE ALL’11 GIUGNO LA SEZIONE CURATA DA MICHELE ROBECCHI DAL 16 GIUGNO AL 23 LUGLIO QUELLA CURATA DA MARCO CINGOLANI  
 
Milano, 18 aprile 2005 - La Fondazione Stelline prosegue il suo lavoro di ricerca nell’ambito dell’arte contemporanea attraverso un progetto espositivo di forte impatto, dedicato alle nuove generazioni interrogate su un tema centrale, la bellezza. Il Comitato scientifico della Fondazione, composto da Jean Clair, Claudia Gian Ferrari ed Elena Pontiggia, ha indicato in Michele Robecchi e Marco Cingolani i curatori di questa mostra invitandoli a scegliere alcuni giovani artisti, che offrano visioni diverse ma complementari di questo tema. Il risultato sarà visibile dal 28 aprile al 23 luglio nella mostra Beauty So Difficult, allestita negli spazi del Palazzo delle Stelline e promossa dalla Fondazione, con il contributo della Regione Lombardia e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Provincia di Milano e del Comune di Milano. La mostra sarà suddivisa in due momenti, temporalmente distinti, ma da intendersi come tappe di un unico percorso espositivo. Muovendo da un verso dei Canti Pisani di Ezra Pound, “So very difficult, Yeats, beauty so difficult”, giovani artisti italiani e stranieri si confronteranno sul concetto di bellezza com’è inteso oggi. Dopo un intero secolo che ha considerato e accettato, anche nel campo delle cosiddette “belle arti”, il brutto e il negativo, ha ancora un senso un riferimento alla bellezza? Permane ancora nell’uomo e, quindi, soprattutto nell’uomo contemporaneo, un’esigenza insopprimibile di bellezza? Dire che la bellezza è difficile sottintende che la si stia cercando: una posizione che al giorno d’oggi sembra sia diventata sempre più rara. E’ davvero così? Ci sono molti modi di intendere (e di fraintendere) la bellezza. Essa non coincide necessariamente con una nozione solo estetizzante: non per niente gli antichi parlavano di una convergenza tra pulchrum e bonum. E dimenticarla, qualunque sia il significato che vogliamo darle (anzi, dimenticarne perfino l’esigenza), non è stato un punto di forza della nostra epoca. Da questi e altri spunti muove il lavoro dei due curatori, che affronteranno il tema secondo il proprio punto di vista e proporranno le loro riflessioni nate dal confronto con alcuni giovani artisti. Si comincerà il 28 aprile (fino all’11 giugno) con la collettiva curata da Michele Robecchi che ha selezionato 5 artisti, tra italiani e stranieri: Pavel Braila, Shirana Shahbazi, Ceal Floyer, Alex Cecchetti, Chris Gilmour. “Questa prima parte – sottolinea Robecchi - intende ipotizzare come la ricerca della bellezza non vada indagata in un ritorno a espressioni più tradizionali e confortanti, bensì in un confronto con concezioni piu’ personali solo in apparenza distanti”. Dal 16 giugno al 23 luglio toccherà a Marco Cingolani proporre il risultato della sua visione della bellezza: “Ma perché la bellezza dovrebbe essere difficile? Siamo noi ad essere difficili e diffidenti ad una sua disponibilità, lei, la bellezza, è disponibile, nella quotidianità. Nel gesto domestico c’è la massima concentrazione di spiritualità e di bellezza.”. Questo esemplificano le opere di Nunzio De Martino, Alessandro Di Giugno, Andrea Di Marco, Ciriaca Erre, Laura Fantacuzzi, Michela Forte, Glückstraße, Sabina Grasso, Andrea Mastrovito, Stefania Romano, Laboratorio Saccardi. La mostra è inserita nell’evento “Arteaperta - seconda edizione”, organizzato da Provincia di Milano Assessorato alla Cultura, culture e integrazione e in collaborazione con Fondazione Fiera Milano in occasione di Miart2005, che coinvolgerà giovedì 28 aprile gallerie e istituzioni milanesi, aperte per l’occasione fino alle ore 24. Inaugurazioni mercoledì 27 aprile ore 18.30, mercoledì 15 giugno ore 18.30, www.Stelline.it  
   
   
I TULKUS DEL TIBET LA REINCARNAZIONE DEI GRANDI LAMA FOTOGRAFIE DI MARTINE FRANCK  
 
Roma, 18 aprile 2005 - Inaugura a Roma, martedì 19 Aprile, nella Sala Santa Rita la mostra I Tulkus del Tibet – La reincarnazione dei grandi lama, di Martine Franck. All’inaugurazione sarà presente l’autrice e interverrà Ghesce Lobsang Sherab Lama dell'Istituto Samantabhadra - Centro Studi di Buddhismo tibetano di Roma La mostra curata da Contrasto e Magnum Photos e organizzata dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, fa parte di Fotografia, e rimarrà aperta fino al 27 Maggio 2005. Secondo la tradizione religiosa del Tibet, i grandi Lama dopo due o tre anni dalla loro morte, si reincarnano nel corpo di un bambino. Quale sia, tra i tanti piccoli, il bambino che racchiude in sé la predestinazione alla santità, e come fare a riconoscerlo, è di difficile soluzione. A volte lo stesso defunto, prima della morte, indica in che direzione cercare; altre volte dei sogni, visioni o intuizioni da parte di altri grandi e saggi Lama indicano la strada. Una volta trovato il bambino "giusto", la sua vita cambia completamente: ora è diventato un tulku. In genere i tulkus vengono riconosciuti intorno ai 3 o 4 anni e subito dopo sono allontanati dalla famiglia, entrano in un monastero e qui vengono affidati ad un maestro che sarà responsabile della loro educazione morale e intellettuale. I piccoli vengono chiamati anche "rimboche", gioiello prezioso e proprio come una gemma rara sono accuditi, accompagnati e guidati verso una vita fatta di spiritualità e meditazione. Martine Franck, fotografa di Magnum Photos, entra in punta di piedi nel mondo dei Tulkus all'interno dei templi tibetani. Con tocco delicato e partecipe coglie momenti teneri, il gioco e la preghiera, di questi bambini che poco alla volta imparano a convivere con un futuro ingombrante, già scritto per loro, che se da un lato li limita, al tempo stesso li esalta. Martine Francknata ad Anversa ma cresciuta negli Stati Uniti e in Inghilterra, Martine Franck ha studiato Storia dell’Arte all’Università di Madrid all’Ecole du Louvre di Parigi. Dopo la tesi in Storia dell’Arte sull’influenza del cubismo nella scultura, capisce di preferire l’espressione visiva alla scrittura e, nel 1963, comincia ad occuparsi di fotografia. Diventa assistente di Eliot Elisofson e di Gjon Mili e per Time-life; lavora in Cina, in Giappone e in India. Diventa poi fotografa freelance e collabora con Life, Fortune, Sports Illustrated, New York Times e Vogue. Dal 1965 partecipa, come fotografa, alla cooperativa del Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine. Nel 1970-1971 lavora con l’agenzia Vu di Parigi e nel 1972, insieme, ad altri colleghi, fonda l’agenzia Viva. Nel 1980 entra come associata a Magnum Photos per diventarne poi membro effettivo nel 1983. Il suo lavoro è caratterizzato da una calda capacità di comprendere la gente, sia che fotografi i giovani monaci tibetani (i Tulkus), gli anziani delle case di cura, gli illustri membri del Collège de France o le famiglie che popolano l’isola di Tory, al largo dell’Irlanda. Nel 1995 ha diretto il cortometraggio Ariane et Co. Le Théâtre du Soleil, in collaborazione con Robert Delpire, e nel 2000, insieme a Fabienne Strouvé-beckers, ha realizzato Retour en Irlande avec Martine Franck, photographe. Nel 2002, su sua iniziativa, fonda insieme al marito e alla figlia Mélanie la Fondation Henri Cartier-bresson che conserva e promuove il patrimonio artistico del grande autore recentemente scomparso. Ha raccolto il suo lavoro in diverse mostre, personali e collettive, presentate nelle principali gallerie e musei del mondo e ha pubblicato diversi libri. Martine Franck vive a Parigi, è membro di Magnum Photos ed è rappresentata in Italia da Contrastro. La Sala Santa Rita è lo spazio polifunzionale che l’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma ha aperto nel centro della città, dopo un accurato restauro. Un luogo connotato da un particolare disegno architettonico destinato ad attività multidisciplinari come mostre, spettacoli, convegni e pronto ad ospitare iniziative istituzionali e culturali di prestigio, con particolare attenzione a progetti originali che ne valorizzino le caratteristiche estetiche. Info Sala Santa Rita Assessorato alle Politiche Culturali Annarita Bartolomei 06-67104226 Paolo Ruffini 06-67104770 – 06-67106812 Urp 0667105568 www.Comune.roma.it  
   
   
CAIO MARIO GARRUBBA, FOTOGRAFIE 1953-1990  
 
Roma, 18 aprile 2005 - Dopo il grande successo della mostra dedicata a Tano Festa, a Cinecittàdue Arte Contemporanea, il nuovo spazio espositivo all'interno del centro commerciale Cinecittàdue, il 17 aprile si apre la prima mostra antologica in Italia di uno dei maestri della fotografia contemporanea: Caio Mario Garrubba. La mostra curata da Diego Mormorio comprende più di cento fotografie per celebrare Caio Mario Garrubba, scelte dal curatore insieme all'autore, in modo da offrire un panorama di tutta la produzione del fotografo in quasi cinquant'anni di attività. Caio Mario Garrubba è conosciuto e riconosciuto forse molto di più all'estero che in Italia, dove viene posto accanto ai grandi del reportage, quali Eugene Smith, Edouard Boubat, Mica Bar-am, Werner Bischof, Robert Capa, Henri Cartier-bresson. Impegnato politicamente sin da giovanissimo, si iscrive al P.c.i. Nel 1946, fonda insieme a Plinio De Martiis e Franco Pinna una cooperativa di fotografi "di tipo sovietista", in cui ognuno lavorava quanto poteva e prendeva quanto necessitava (il connubio dura circa un anno), ma soprattutto usa la fotografia come mezzo di impegno sociale. Nuclei fondamentali della produzione di Garrubba presenti in mostra rappresentano ciò che il suo occhio ha colto di Napoli, la Calabria, Roma, la Spagna, la Germania, l'est europeo e la Cina (dove entrò alla fine degli anni Cinquanta, subito dopo Cartier-bresson). Inoltre immagini di Parigi, Beirut, New York, Milano e Istanbul… Caio Mario Garrubba nasce a Napoli il 19 dicembre 1923. Dopo aver conseguito la maturità classica, frequenta la facoltà di medicina, prima di Napoli e poi di Roma. Nel 1947, dopo aver lasciato gli studi universitari, comincia a lavorare per i giornali sindacali della Cgil. Nel 1953 inizia a fotografare nel sud d'Italia e in Spagna: questi primi fotoreportage per valore informativo e per impegno politico sono straordinari. Il Mondo di Pannunzio il primo giornale con cui collabora. Da allora viaggia in buona parte del mondo e i suoi fotoreportage (ricordiamo fra i tanti: Polonia del 1957, Krupp, Napoli, le due Germanie, l'Urss di Krusciov, la Cina di Mao, la Mongolia) sono pubblicati in Italia soprattutto da "Vie Nuove" e da "Noi Donne" e all'estero in maniera prevalente da "Der Spiegel". Durante la sua vita pubblica alcuni libri. Ricordiamo Le due Germanie, Amburgo 1963; China, New York 1963; Lazzaro alla sua porta, Roma 1967; I cinesi, Milano 1969 (testo di Goffredo Parise); Caio Garrubba, I grandi fotografi Fabbri, Milano 1983 (testo di Goffredo Parise); Fotografie, Roma 2000. Inoltre hanno scritto di lui Nikita Mikalkoff, Ermanno Rea e Stefano Malatesta. Da qualche anno vive a Spoleto. "Non lavora di moda, né per la moda, non lavora troppo spesso per i giornali, egli osserva e ogni tanto lo coglie quell'attimo fulmineo che coincide con il suo occhio e fotografa". Così lo scrittore Goffredo Parise definiva l'aggirarsi per il mondo di Caio Garrubba, quel suo viaggiare che gli ha fatto incarnare il tipo d'uomo che tanto amava Petrarca e che, per naturale inclinazione, parte col solo scopo di "osservare e ricordare molte cose e costumi d'uomini". Un allontanarsi da casa che è pur sempre un rimanervi, perché, ovunque vada, ogni viaggiatore cerca qualcosa che ha già dentro di sé. Lontano o vicino che sia, egli viaggia per conoscere meglio la propria casa mentale - cercando parole, profumi e immagini che servano ad affinare la propria comprensione delle cose. Caio Garrubba ha fotografato abbastanza Napoli e la Calabria - che sono i luoghi da cui egli proviene - e moltissimo i paesi di quello che fu il mondo comunista - soprattutto la Polonia, la Germania, l'Urss, la Cina. Usando ancora le parole di Parise, si può dire che, per essere telegrafici, si può definire Garrubba il fotografo del comunismo. Ma già allora, nel 1983, l'autore del Prete bello si chiedeva: di quale comunismo? Non di quello reale, della dittatura e della burocrazia, bensì di quello fissato nella speranza. Più precisamente, possiamo dire che Garrubba è stato il fotografo racchiuso in una poesia di Bertold Brecht, in cui il comunismo viene definito la semplicità difficile a farsi. Tanto difficile - perché tanto semplice - da essere irraggiungibile: fuori dalla portata dei mortali. Garrubba divenne fotografo per necessità intellettuale. Abbandonando la tranquillità economica che poteva offrirgli la professione di medico, si consegnò alle difficoltà di un mestiere che, fuori da una ristrettissima cerchia, era considerato poco importante. Come può capire chiunque abbia un minimo di frequentazione della storia della fotografia, le sue fotografie hanno una chiara ascendenza bressoniana, e, al tempo stesso, una connotazione tutta loro particolare. Garrubba infatti, forse meglio di ogni altro, è riuscito a raccogliere nella sua fotografia un modo di essere tutto italiano, in cui razionalità e sentimento si fondono nella prospettiva cattolica della "pietas", generando un equilibrio formale che rende evidenti le ingiustizie del mondo ma che, al tempo stesso, apre un varco alla loro sopportabilità. In questo senso, le immagini di Garrubba sono la visualizzazione di un dramma che tende ad uscire da se stesso, per divenire una storia che aspira a un esito migliore. Proprio per questo, esse sono un vero specchio del mondo. (Diego Mormorio) In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo-cofanetto diviso in due: il primo tomo comprende una selezione delle fotografie più belle di Garrubba e il secondo un lungo saggio (circa 40 pagine) di Diego Mormorio che racconta la vicenda umana e fotografica di Garrubba, uno scritto di Valerio Magrelli, testi di Goffredo Parise e Nikita Mikalkoff. Il catalogo sarà venduto a prezzo di costo. La mostra, uno degli appuntamenti di Fotografia festival internazionale di Roma, è patrocinata dall'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, è promossa dall'Associazione dei Commercianti del Centro Commerciale di Cinecittàdue in collaborazione con il Municipio X del Comune di Roma. Diego Mormorio, storico e critico della fotografia, ha curato molte mostre per enti pubblici e gallerie private; è autore di diversi libri, fra cui "Gli scrittori e la fotografia" (Editori Riuniti), "Un'altra lontananza" (Sellerio), "Vestiti" (Laterza). Informazioni: 06-7220910/fax 06-7220891/email: direzione@cinecittadue.Com  
   
   
GENOVA E IL GIAPPONE: UN PROGETTO DI GRANDE RILIEVO CULTURALE NEL COLLEZIONISMO DI EDOARDO CHIOSSONE  
 
Genova, 18 aprile 2005 - L’abbinamento di Genova col Giappone proposto nel progetto che si presenta oggi si lega alla riqualificazione avviata da alcuni anni nel capoluogo ligure per adattarlo alle esigenze di una città europea d’avanguardia. Esso si riconduce anche agli intensificati rapporti internazionali culminati l’anno passato con “Genova Capitale Culturale d’Europa”. E’ interessante che in questa sua fase di rinnovamento la città si misuri con un Paese apparentemente così lontano. Esistono però motivi precisi. Quella giapponese è una delle culture che nel loro sviluppo secolare hanno maggiormente saputo trasformarsi assorbendo stimoli provenienti dall’esterno, anzi molte volte andandoli tenacemente a ricercare. E però in tutti i suoi connubi di civiltà non ha mai perduto l’essenza della propria natura. Dapprima il grande impatto dalla Corea e dalla Cina con la cultura confuciana e la fede buddhista, poi quello dall’India e dal buddhismo esoterico di impronta himalayana, e ancora dalla Cina — questa sorta di grande madre o anche di rispettato, temuto, a volte persino odiato, fratello maggiore — quindi dall’Europa e dal cristianesimo missionario del Cinquecento e del Seicento, infine da tutto l’Occidente, soprattutto nell’impronta degli Stati Uniti, in almeno due fasi: dalla metà Ottocento e dopo la guerra del Pacifico. In più occasioni il Giappone si confrontò, e continua a farlo e lo farà probabilmente sempre, con realtà economiche, culturali, politiche, sociali gigantesche. Le abbraccia con tutto se stesso. Cerca a volte addirittura di inghiottirle. Ne fa spesso grandi indigestioni che fanno temere per la perdita di sé. Ma poi risorge sempre arricchito dai frutti dell’incontro, talvolta anche scontro, con quelle realtà diverse. Per questo motivo il tema del ciclo triennale da Genova dedicato al Sol Levante ha per fondamento la trasformazione vista attraverso l’arte. Trasformazione nel senso del passaggio da un tipo di società a un’altra, dell’accelerazione e intensificazione dei rapporti, dell’approfondimento, della messa a confronto ed esaltazione delle differenze culturali. Oltre a essere intrinseco alla natura stessa della società giapponese rappresenta anche la via di sviluppo intrapresa da Genova in questi anni. Ciascun evento del triennio 2005-2007 durerà quattro mesi e si articolerà in un gruppo di mostre nel Palazzo Ducale e di attività collaterali: sul cinema, la letteratura, la musica e lo spettacolo, le arti marziali, la cerimonia del tè, la cucina in vari luoghi della città. Bisogna inoltre dire che Genova fu direttamente partecipe, anche se in modo circoscritto, di una delle metamorfosi del Giappone e cioè quando esso intraprese il suo vertiginoso processo di occidentalizzazione dopo la metà dell’Ottocento. Mi riferisco a quando Edoardo Chiossone lasciò la città per andare a fare il direttore artistico del nuovo poligrafico dello Stato del governo Meiji nel 1875. Egli portò a Tokyo, dove rimase fino alla morte nel 1898, le più avanzate tecniche della produzione di carte valori ed è ancora considerato una sorta di padre della stampa giapponese moderna. Ma oltre all’attività nel poligrafico, dipinse anche diversi ritratti di personaggi importanti tra cui l’imperatore Meiji, l’imperatrice e il principe ereditario, nonché altri membri della famiglia imperiale e del governo. Durante la sua permanenza in Giappone raccolse inoltre circa ventimila opere che formano la raccolta del museo genovese che porta il suo nome. La prima delle quattro mostre di quest’anno Capolavori dal Museo Chiossone. Stampe e dipinti Ukiyoe comprende centocinquanta opere e mette in luce la società giapponese dei due secoli e mezzo che precedettero l’apertura del Paese nel 1854. Quello fu un periodo di grandi tramutazioni con la crisi e l’irrigidimento del sistema feudale, la comparsa di istituti sociali di tipo moderno e, con l’emergere della classe mercantile e imprenditoriale, anche la formazione di un nuovo gusto, una nuova arte e nuovi divertimenti. Anche la seconda mostra: Avvolti nel mito.Tessuti e costumi fra Settecento e Novecento dalla collezione Montgomery testimonia un periodo di tramutazioni in cui nuovi elementi iconografici e nuove tecniche si sovrappongono e si fondono con altre più tradizionali. Si compone di centocinquanta manufatti tessili d’uso corrente in cotone, ma con esemplari in ramia, in glicine, banano e altre fibre e decorati perlopiù in indaco. Si tratta di coperture per futon, di vesti pesanti e leggere di festa o di lavoro, per contadini, pescatori, pompieri, rivelano l’intrinseco splendore del design tessile e di abbigliamento per la maggior parte l’ultimo quarto dell’otto e il primo del Novecento. Alcuni di essi sono ancora dello stesso tipo che si vede illustrato nelle stampe e i dipinti più tardi delle opere nella collezione di Edoardo Chiossone. La terza mostra Manifesti d’artista. 1955-2005 è unica nel suo genere per ricchezza di opere, complessità e ampiezza del periodo considerato in quanto raccoglie seicento opere di sessantasette grafici di più generazioni. Il manifesto giapponese per certi aspetti si riallaccia alla tradizione della grafica nazionale che già con l’ukiyoe — il mondo fluttuante — raggiunse livelli ineguagliati. Le opere saranno raggruppate secondo i principali temi rappresentati: Arti e Teatro, Ambiente, Comunicazione, Tipografia, Sport, Pace, Stile Giappone. L’ultima mostra Hiroshima-nagasaki. Fotografia della memoria è una mostra-evento per il sessantesimo anniversario dalla distruzione delle due città con la bomba atomica. Le tre sezioni sono dedicate una a ciascuna città con foto scattate in quei giorni, la terza alla piccola Sadako e alla sua storia delle mille gru di carta. Un’istallazione particolare, che occuperà l’intera corte grande di Palazzo Ducale fino all’ultimo piano, ha lo scopo di richiamare alla memoria e al raccoglimento. Sedi principali. Palazzo Ducale tel. +39 010 5574000, e-mail: palazzoducale@palazzoducale.Genova.it  Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone, tel. +39 010 542285, e-mail: museochiossone@comune.Genova.it  
   
   
PRESENTATO IL REGGIO PARMA FESTIVAL  
 
Roma, 18 aprile 2005 - Giovedì 14 aprile 2004 è stato presentato il Reggio Parma Festival 2005. Due città, un solo grande festival. Accade a Reggio Emilia e a Parma dal 2002, in una striscia di territorio che in soli 28 chilometri concentra alcune delle maggiori istituzioni culturali italiane: a Parma, il Teatro Regio, il Teatrofestival, il Teatro Due, il Red - Reggioemiliadanza - e la Fondazione “I Teatri” a Reggio Emilia. Due città dove nel corso dell'anno l'offerta di cultura e di spettacoli autoprodotti è continua, di grande livello, seguita ed apprezzata dal pubblico locale. E' questo il terreno su cui nasce il Reggioparmafestival 2005. Due città vicine - esempio unico nel nostro paese - per il quarto anno uniscono in modo paritetico le loro forze per dar vita a una grande rassegna su quanto di meglio offrano oggi musica, teatro e danza, permettendo inoltre alle loro istituzioni culturali di commissionare e di proporre novità assolute per l'Italia. Perché il compito di un grande Festival come il Reggioparma è quello di proporre innovazione e sperimentazione, senza rinnegare le proprie radici. Quest'anno più che mai il cartellone è una festa di novità. Gli eventi si snodano nell'arco di diciassette giorni, dal 13 al 29 maggio, mentre altri eventi paralleli ampliano l'orizzonte delle date e degli accadimenti con offerte non meno interessanti quanto più particolari e talvolta più di tendenza. Saltano agli occhi alcuni fili conduttori che emergono all'interno delle sezioni, o che le legano insieme: la multiculturalità, la fusione delle arti, l'utilizzo dei prestigiosi spazi cittadini non come mera scenografia ma come protagonisti a tutti gli effetti degli spettacoli, l'attenzione verso realtà artistiche finora misconosciute come quelle provenienti dall'Africa, il festival nel festival di danza brasiliana, la riflessione sulle maschere di Pulcinella e Arlecchino. Ma vale la pena di guardare più da vicino i programmi delle varie sezioni. Data felicemente per scontata la presenza di Verdi, nume tutelare del territorio, a cui viene dedicata negli eventi principali della sezione opera una nuova edizione di Ernani e negli eventi paralleli una nuova sezione di Aida - un confronto diretto tra il Verdi giovanile e il Verdi maturo -; dati altrettanto per scontati i bei concerti di musica classica in uno dei luoghi più attenti a questo tipo di musica, appare invece quasi una provocazione il debutto accanto a questa della sezione jazz, per giunta jazz elettronico. Ma se pensiamo che Stravinsky diceva che esistono solo due tipi di musica, quella bella e quella brutta, timbri che ad orecchie poco accorte potrebbero suonare come uno sberleffo si risolvono invece in un omaggio quanto mai rispettoso alle peculiarità del genius loci. Perché questi otto concerti sono quanto di meglio c'è al mondo - letteralmente - delle nuove tendenze del jazz. Otto concerti che attraverso strumenti, laptop, computer grafica miscelano a modo loro suoni, arti visive, danza e letteratura, accostando la siberiana Sainkho Namtchylak all'indiano Nitin Sawhney, ai Transglobal Underground Live - campioni del più estremo melting pot sonoro – a una grande voce “classica” come quella di Amii Stewart, che per una volta abbandona le rive sicure del pop, a uno dei maggiori jazzisti italiani, Flavio Boltro, alle esperienze uniche di fusione tra sufi ed elettronica di Mercan Dede, all'eclettismo di Karl Bartos, per concludere in bellezza con un grande concerto di Richard Galliano, considerato l'erede di Astor Piazzolla. La sezione teatro è a sua volta un vero e proprio laboratorio internazionale, e non solo. Qui trionfa non solo il multilinguismo – spettacoli in italiano ma anche in francese, tedesco, fiammingo, sia pure con l'aiuto dei sovratitoli – ma trionfa soprattutto la stratificazione interculturale e interartistica dei messaggi, a cominciare dal trittico Villeggiatura (Polichinelleries), Una notte in biblioteca, Fuochi sparsi, tre lavori del duo Jean – Christophe Bailly e Serge Valletti, messi in scena da Gilberte Tsaï, scritti apposta per il Reggioparmafestival e pensati per tre spazi parmigiani molto particolari: il fantasmagorico Teatro Farnese, la settecentesca Biblioteca Palatina e la pinacoteca della Fondazione Magnani Rocca. In altre parole, alcuni dei teatranti di maggior interesse della scena francese ripensano il patrimonio monumentale, librario e museale italiano non in termini scenografici, di mero contenitore dell'azione teatrale, quanto di contenuto imprescindibile dell'azione teatrale stessa, con la quale diventa una sorta di corpo unico. Il luogo, le parole e la rappresentazione, insomma, sono qui impossibili da separare, pena la dissoluzione di un organismo complesso e irripetibile. Al primo spettacolo del trittico, dedicato alla figura di Pulcinella vista attraverso i disegni che ad essa dedicò Giandomenico Tiepolo, fa da contraltare il workshop di Christian von Treskow su Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni, tenuto anche questo nello spazio folle e meraviglioso del seicentesco Teatro Farnese. A distanza di pochi giorni la scena francese e quella tedesca riflettono su due protagonisti dell'italianissima Commedia dell'Arte nel più strabiliante spazio teatrale del mondo. Gli eventi paralleli della sezione teatro sono molti, e di vario interesse: da Sabenation, in prima italiana la storia sarcastica e crudele del fallimento della compagnia aerea Sabena, a L'oeil du cyclone, sempre in prima italiana la realtà africana narrata dall'Ymako Teatri attraverso l'incontro tra una avvocatessa benestante e un ex bambino-guerriero, a Ma Férolia, in prima europea, storia surreale del tentato rimpatrio clandestino di due emigranti clandestini, messa in scena dall'Ensemble Artistique de Lomé, fino al laboratorio di danza e architettura ispirato all'esperienza marsigliese di Le Corbusier realizzato a Parma dal Ballet National de Marseille in coproduzione con la Fondazione Teatro Due, Festival de Marseille, Theatre National de Marseille e l'Università Iuav di Venezia, facoltà di Design e Arti dal titolo La Cité Radieuse, al work in progress in sette scene su musiche di Franz Schubert Dove tu non sei di Nico and the Navigators di Nicola Hümpel. Altrettanto eclettica la sezione danza, che propone un viaggio tra Brasile, Africa e Italia attraversando un oceano e tre continenti. Per una volta il Brasile non sarà rappresentato dalle immagini logore delle ragazze che esibiscono tutto quello che possono nel sambodromo di Rio, ma dalla sua anima più vera, dal crogiolo di razze africane, portoghesi e amerinde che ha dato vita ad una straordinaria varietà di musiche e danza. Uno sguardo su questa grande terra ricca di contraddizioni, un tentativo di esprimere, grazie a compagnie e coreografi, la vitalità, l'energia e la grande crescita della danza contemporanea di questo straordinario paese del continente sudamericano. Verranno in Italia per il Reggioparmafestival le grandi compagnia di danza con sede nelle principali città brasiliane: il Balé da Cidade São Paulo, per la prima volta nel nostro paese, la Compagnia Lia Rodrigues – e qui ritorna il tema che attraversa come un filo rosso tutto il festival, quello della multidisciplinarietà, perché la coreografa presenta un lavoro ispirato ad Oskar Schlemmer e ad Italo Calvino – e infine il Balé Folclorico da Bahia, massima espressione dell'autentica anima folklorica del Brasile, un retaggio di immensa portata fatto di cultura amerinda, africana ed europea, a noi pressoché sconosciuto. La programmazione si rivolge anche all'Africa con la prima italiana della Compagnia Jant Bi, diretta da Germane Acogny, che incontra il Butoh, danza tradizionale giapponese, per proporre Fagaala, spettacolo sul tema del genocidio in Ruanda. L'italia è rappresentata da Aterballetto, la principale compagnia italiana, che coproduce per il Festival, in prima assoluta, Wam e Omaggio al Brasile di Mauro Bigonzetti, un lavoro bifronte dedicato nella prima parte a Mozart (nel 2006 ricorrerà il 250° anniversario della nascita del compositore salisburghese: Wam è l'acronimo delle sue iniziali), nella seconda parte al paese sudamericano. Per proseguire il filone che lega l'Italia al Brasile ecco Artemis Danza con un lavoro in prima italiana frutto di una full immersion a Rio de Janeiro e quindi Enzo Cosimi, uno degli autori storici della nouvelle danse italiana degli anni '80 del secolo appena passato, con uno spettacolo dedicato al Giappone contemporaneo che prende le mosse da La casa delle belle addormentate di Yasunari Kawabata, premio Nobel per la letteratura nel 1968. Gli eventi paralleli che compongono la sezione danza, a partire dall'11 maggio renderanno protagonisti gli spazi urbani di Reggio Emilia attraverso spettacoli, performance, mostre, installazioni. Da sottolineare il defilé con oltre 1500 danzatori del 14 maggio, che si annuncia tanto spettacolare quanto coinvolgente, e le performances di capoeira durante il Remida Day del 15 maggio. La danza italiana è protagonista anche di altre due performances che animeranno il centro storico cittadino utilizzando l'Isolato San Rocco, Palazzo Busetti e la Chiesa di San Carlo, due progetti curati dalla Compagnia Virgilio Sieni Danza, coreografo della nouvelle vague italiana, sensibile al tema degli spazi e dell'architettura e dalla Mmcompany di Michele Merola. Ultimo in ordine di menzione, ma solo in quello, il primo degli eventi paralleli: l'Omaggio al Brasile e a Fabrizio De André, con Dori Ghezzi, Mario Brunello e gli Archi Italiani, musiche di Villa Lobos, testi di Fabrizio De André e Alvaro Mutis. Www.reggioparmafestival.com/  
   
   
“NUOVI SPAZI DI COMUNICAZIONE IN TEATRO” AL TEATRO SMERALDO DI MILANO  
 
Milano, 18 aprile 2005 - Il gruppo Officine Smeraldo, attraverso la Bucefalo s.R.l., ha varato un’innovativa idea di comunicazione in Teatro, promossa in sinergia con Top Immagine, ideatrice del progetto. Dal proscenio del palco, uno schermo di dimensioni cinematografiche apre la via ad un efficace strumento per la comunicazione commerciale e d’impresa. Grazie a questa scelta si concretizza la volontà del Gruppo di integrare i più tradizionali mezzi di informazione (come il programma di sala, i manifesti e il bimestrale Milano in Scena) con un strumento decisamente innovativo per la realtà teatrale. Subito prima dell’inizio delle rappresentazioni e durante l’intervallo, gli spettatori hanno la possibilità di assistere alla proiezione di trailer promozionali degli spettacoli in programma nei teatri Smeraldo, Ventaglio Nazionale e Ciak, e quindi ricevere un’informazione più completa ed accattivante.  
   
   
ASPETTANDO GODOT DI SAMUEL BECKETT DAL 19 APRILE ALL'8 MAGGIO AL TEATRO LEONARDO DA VINCI DI MILANO  
 
Milano, 18 aprile 2005 - La storia: una coppia di vagabondi, di clochards, a rappresentare le più svariate relazioni umane e private. Vladimiro ed Estragone, simultaneamente amici, coniugi, innamorati, padre e figlio, spettano vicino ad albero sinistro - in una scena al contempo vuota e chiusa - uno sconosciuto che non arriva mai, mentre passa e ripassa la coppia crudele del servo e del padrone, Lucky e Pozzo. Un labirinto senza scampo. Aspettando Godot è una strana e tragica farsa, una commedia enigmatica, esasperante e complessa. Un'opera che non si riesce e non si può spiegare poiché l'interesse essenziale dell'autore sembrerebbe quello di comunicare il senso del mistero, dello smarrimento. Il vero soggetto della commedia è l'attesa. L'atto di attendere è un aspetto essenziale della condizione umana. Aspettiamo sempre qualcosa, in tutta la nostra vita, e Godot non rappresenta altro che l'oggetto della nostra attesa: un avvenimento, una cosa, una persona, la morte. Prendersi una pausa. Sentire che il tempo può scorrere con un ritmo diverso, sospenderlo e, nonostante tutto, in questa sospensione percepire ancora la vita. Samuel Beckett per noi è stato un percorso da attraversare tutto, lasciandoci contagiare proprio da quel senso di incertezza che provoca, senza bisogno di trovare le risposte, ma solo con la necessità di sforzarci per capire quali domande pone. In questa oscillazione e perplessità, abbiamo costruito la nostra messa in scena; in nostro aiuto le varie piste interpretative - da quella religiosa a quella psicologica o filosofica - per accorgerci poi, più avanti, che Aspettando Godot è soprattutto una poesia sul tempo, sul paradosso tra stabilità e cambiamento, sulla difficoltà di comunicazione tra gli esseri umani. E in un universo in cui è difficile trovare un significato e affermare qualcosa, è ancora Beckett a scuoterci per portarci più in là e a lasciarci detto "La parola chiave delle mie commedie è Forse"! Ma noi vogliamo continuare ad illuderci, perché "il signor Godot mi ha detto di dirvi che non verrà questa sera ma di sicuro domani." Quelli di Grock Siamo noi che ci siamo abituati a chiamare Vladimiro e Estragone, Didì e Gogò, due clochard puzzolenti, spauriti e affamati che, senza riuscirci, sulle soglie di un nulla popolato di brandelli e del passato, di tentativi di suicidio falliti, di liti e di scoregge, aspettando vanamente Godot, cioè confidenzialmente God, Dio. Per Becket no, erano due clown, e la landa desolata di tanti allegorici allestimenti era la pista di un circo, e l'agitarsi dei due in un risibile esorcizzare il "timor mortis"; e Pozzo, poi cieco, che spinge a frustate lo schiavo Lucky, poi muto, l'eterna coppia sfruttatore-sfruttato: e il messaggero bambino la promessa di un improbabile altrove metafisico. Dunque, tirando le somme la fedeltà filologica a Samuel Becket sta dalla parte della regia "circense" di Susanna Baccari e Claudio Orlandini, delle gags a ripetizione dei bravi, inesauribili Alessandro La Rocca, Vladimiro, e di Andrea Ruberti, Estragone; della estremizzata, classica contrapposizione dei clown Bianco e Augusto (De Pascalis è Pozzo, Zatta Lucky). Le risse sono comiche come al circo: aspettare Godot è (forse) un semplice gioco al quale, il nuovo pubblico di oggi partecipa. www.Elfo.org  
   
   
DA MARTEDI’ 3 MAGGIO AL TEATRO STREHLER “CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?” DI EDWARD ALBEE CON MARIANGELA MELATO E GABRIELE LAVIA  
 
Milano, 18 aprile 2005 - Martedì 3 maggio, al Teatro Strehler, ore 19.30, Chi ha paura di Virginia Woolf?, di Edward Albee, versione italiana di Ettore Capriolo, con Mariangela Melato e Gabriele Lavia, nel doppio ruolo di regista e interprete, e con Agnese Nano e Emiliano Iovine. “C’era un caffè nella 10° Strada tra Greenwich Avenue e Waverly Place con un grande specchio sopra al bar, dove la gente aveva l’abitudine di scrivere delle frasi. Una sera – eravamo nel ’53 o nel ’54 – ero a prendere una birra e vidi, scarabocchiato sullo specchio forse col rossetto: Chi ha paura di Virginia Woolf?. Quella frase significava evidentemente ‘chi ha paura del lupo cattivo’.Cioè chi ha paura di vivere senza false illusioni. E quella frase mi colpì: un’arguzia tipica di intellettuali e universitari”. Così Edward Albee motivava, tracciando sinteticamente le coordinate sociografiche e culturali del testo, la scelta del titolo della sua pièce, Chi ha paura di Virginia Woolf?, scritta nel 1962, uno dei più grandi successi teatrali statunitensi e internazionali, resa celeberrima dal film di Mike Nichols con Elisabeth Taylor e Richard Burton. Al centro della vicenda una coppia di coniugi di mezza età, George e Martha (Gabriele Lavia e Mariangela Melato) e una di giovani, Nick e Honey (Emiliano Iovine e Agnese Nano), entrambe di ambiente accademico. Riuniti per convivialità, i quattro improvvisano una sorta di “gioco della verità”, senza tenere conto tuttavia dei suoi possibili drammatici risvolti. Tra accuse, colpi bassi e segreti disvelati, i quattro personaggi mettono a nudo se stessi e la crisi della società occidentale. “Mi sono chiesto: di che cosa parla il testo? Che cosa racconta il testo? Che cosa vuol dire il testo? Per che cosa è stato scritto il testo? A cosa deve servire il testo? L’unica risposta che possiamo dare con sicurezza a queste domande è: il Teatro - dichiara Gabriele Lavia, che aggiunge - Tutte le altre risposte che possiamo dare, del genere ‘gioco al massacro tra marito e moglie…’ sono fuori da ogni significato profondo. Fuori da quel luogo di inquietudine che è la nostra post-modernità”. Un “luogo di inquietudine”, in cui serpeggiano senso di inadeguatezza e slanci dell’io, proiezioni fantastiche (George e Martha hanno “partorito” e cresciuto un figlio immaginario, che faranno morire nel corso dell’azione) e squarci di coscienza. Una battuta di George al centro della pièce (“E il vecchio Occidente, incatenato da vecchie zoppicanti alleanze e gravato della zavorra di vecchie e pesanti ideologie morali non riuscirà più ad adattarsi al nuovo cambiamento della storia e finirà per crollare”), suggerisce una chiave di lettura possibile. “Mettendo al centro dello spettacolo questa battuta, il testo assume una straordinaria contemporaneità – dichiara Lavia – E’ dell’Occidente, ‘la terra del tramonto’, che qui si sta parlando. Dello smarrimento che consegue al tramonto della sua cultura, quello che noi tutti stiamo vivendo con uno stato d’animo che non si può più definire né tragico, né comico. Quella battuta sul crollo di valori occidentali mi ha profondamente colpito e aperto una nuova prospettiva su tutta la commedia. Il centro del discorso è l’America, intesa come la fine o la caduta di un sogno. Come il sogno che Martha coltiva a proposito del figlio (“grande bolla di sapone” lo definisce George), che scoppierà… morirà all’improvviso”. Coprodotto dal Teatro Stabile di Genova e dalla Compagnia Lavia, lo spettacolo si avvale della scenografia antinaturalistica di Carmelo Giammello e dei costumi di Andrea Viotti; musiche originali di Andrea Nicolini e luci di Pietro Sperduti. www.Piccoloteatro.org  
   
   
LOUIS-FERDINAND CÉLINE LA TRAGICA STORIA DEL DOTTOR SEMMELWEIS UNA TESI DI LAUREA  
 
Milano, 18 aprile 2005 - Nel 1924 Louis-ferdinand Destouches, in arte Céline (Courbevoie 1894 - Meudon 1961), sostiene la tesi di laurea con un lavoro dedicato al medico ungherese Philippe Ignace Semmelweis (Buda, Ungheria, 1818 - Vienna, 1865), il precursore della lotta contro la febbre puerperale. Céline traccia la storia di Semmelweis presentandocelo come un tragico eroe moderno ed un caso emblematico dell'atteggiamento del mondo scientifico di fronte alle nuove scoperte. Semmelweiss era giunto alla conclusione che la febbre fosse provocata dagli stessi medici e studenti i quali venivano a visitare le pazienti dopo aver fatto pratica in sala anatomica. Il valore della scoperta, tuttavia, fu contestato aspramente dalla maggioranza dei medici del tempo, che gli rivolsero una tale quantità di accuse da provocare addirittura la sua espulsione dall'ospedale e in seguito anche dalla cattedra universitaria di Budapest. Semmelweiss cadde in un lungo periodo di depressione. Fatto internare in un manicomio, morì in breve tempo. “Questo studio ha la sola pretesa di porre e condividere con il pubblico, che forse in gran parte ignora questa vicenda, alcune domande. Gli eroi sono nascosti: la tragica storia del dottor Semmelweis non è un caso isolato. E' la storia di coloro che hanno pagato con l'isolamento, l'emarginazione e una beffarda messa al bando il loro pensiero. La sua tragica storia non può che esistere ed essersi ripetuta innumerevoli volte nel corso del tempo: le menti dotate di pensiero del '900 hanno spesso pagato il coraggio di dire ciò che pensavano con la vita. Fermarsi, meditare, ripercorrere alcuni di questi destini, ringraziare questi uomini di essere vissuti prima di noi e di avere cambiato le nostre vite, riconoscerne il valore e la grandezza sono doveri cui non dobbiamo sottrarci. Lo spettacolo vuole anche - da ultimo - essere l'occasione di offrire ad alcuni appassionati studenti la possibilità di esplorare dal vivo alcuni temi della vita e della sua espressione maggiore: il teatro". Martedì 19 aprile 2005, alle ore 21,15 prima nazionale assoluta dello spettacolo. Www.teatroarsenale.org  
   
   
LA STORIA D’ITALIA UNA PRODUZIONE ITALIA IN MINIATURA PER VIAGGIARE NEL TEMPO  
 
Milano, 18 aprile 2005 - Se qualcuno domandasse dove è possibile visitare tutte le bellezze di Italia, Isole comprese, in un solo giorno, la risposta sarebbe solo una: Italia in Miniatura. Dopo avere reso la Geografia uno spasso e dopo aver trasformato le Scienze in un Luna-park, a Italia in Miniatura si è deciso di rendere irresistibile anche la Storia. E se qualcuno sostiene che per imparare ad amare la Storia non ci sia nulla di meglio di un bel viaggio indietro nel tempo, magari con i protagonisti delle grandi epoche come compagni di strada… il gioco è fatto! La nuova sfida di Italia in Miniatura si chiama “La Storia d’Italia”, spettacolo novità ideato e prodotto da Italia in Miniatura che dal mese di aprile e per tutta la Stagione 2005 promette di incantare grandi e piccini dal palcoscenico del nuovo Palaeventi Italia. Un viaggio nel tempo dove la realtà incontra il mito, e dove, dal centro di suggestivi quadri viventi, i personaggi che hanno fatto la storia si materializzano e svelano impensabili retroscena tutti da ridere! Ecco quindi Giulio Cesare alle prese con un problema di look o Leonardo intento a tenere a bada garzoni troppo… zelanti. Accanto a una ricostruzione storica fedele, ma resa godibile e immediata dalla multimedialità visiva e da espedienti teatrali di sicura riuscita come gli interventi “fuori onda” di simpatici personaggi, tutto il resto è emozione: numeri mozzafiato, acrobazie al limite, scintillio di costumi incorniciati da inedite scenografie, entrambi ideati da Alfredo Corno, e ancora: musiche avvolgenti e ricercate, selezionate da Ambra Orfei e da Giuseppe Caniglia, che ha anche curato la sceneggiatura. Si sono divisi la parte tecnologica Antonio Cozzolino, che ha disegnato il caleidoscopio di luci, e Russel Bekins, che ha fornito l’indispensabile supporto video multimediale. La regia di un evento che coniuga le massime potenzialità spettacolari e artistiche con elementi scenografici legati al teatro è stata affidata a Ambra Orfei, che di trasformazioni e di evoluzioni se ne intende davvero. Fra i primi in Italia, fu lei a captare e intuire le avvisaglie dei cambiamenti che dall’Estero stavano profondamente mutando la tradizione del circo, e che avrebbero aperto la strada a quell’esperienza acrobatica, artistica ed emozionale che si chiama Nouveau Cinque e che ha assunto le dimensioni di un fenomeno culturale planetario. “La Storia d’Italia” riflette perfettamente la filosofia di “edutainment”, termine traducibile come “istruzione divertente”, o “divertimento intelligente” che da molti anni rappresenta per Italia in Miniatura una vera e propria missione aziendale. Grazie alla lungimiranza e alla sensibilità della Direzione del Parco, che privilegia gli investimenti sulle persone e sulle idee piuttosto che sulle tecnologie, a Italia in Miniatura non si producono cose: si produce gioia. La Storia D’italia Uno spettacolo ideato e prodotto da Italia in Miniatura: Regia Ambra Orfei; Sceneggiatura Giuseppe Caniglia; Musiche Ambra Orfei e Giuseppe Caniglia; Scene e costumi Alfredo Corno; Video e supporti multimediali Russel Bekins; Disegno e datore luci Antonio Cozzolino; Realizzazione scenografie General Display s.R.l.; Cast artistico Gruppo Ambra Orfei Entertainment e Nando Orfei. Www.italiainminiatura.com  
   
   
FORUM MILANO: EVENTI IN PROGRAMMAZIONE A MAGGIO E GIUGNO 2005  
 
Assago (Mi) 18 aprile 2005 - Sabato 30 aprile – domenica 1 maggio: Mostra “Esotica” www.Esotica.info  Lunedì 2 maggio: “Concerto Gigi D’alessio” www.Gigidalessio.com  Domenica 8 maggio: “Fiera Smart Market“ www.Smartmarket.secondamano.it  Sabato 21 maggio: “Concerto Francesco De Gregari” www.Friendsandpartners.net Martedì 24 maggio: “Concerto Subsonica” www.Indipendente.com  Giovedì 26 maggio” “Concerto Destiny’s child” www.Destinyschild.com  Lunedì 30 maggio: “Concerto System of a down” www.Systemofadown.com  Domenica 5 giugno “Concerto Duran Duran” www.Duranduran.com  Lunedì 6 giugno: “Concerto Lenny Kravitz” www.Lennykravitz.com  Martedì 7 giugno: “Concerto Bruce Springsteen” www.Barleyarts.com  Giovedì 10 giugno: “Concerto Mark Knopfler” www.Mark-knopfler.com    
   
   
CORNETTO FREEMUSIC FESTIVAL 2005: AUDIZIONE LIVE AI MAGAZZINI GENERALI DI MILANO  
 
Milano, 18 aprile 2005 - Sono stati i Magazzini Generali di Milano ad ospitare domenica 17 aprile la prima esibizione live degli artisti emergenti di cornetto freemusic audition, l’iniziativa di talent scouting organizzata da Cornetto Algida in collaborazione con Laserra, laboratorio musicale della Carosello Records. La serata condotta da Elio con Federico russo, ha visto la partecipazione degli zen si é chiusa con una esibizione straordinaria degli sugarfree. L’ingresso a quello che si preannunciava come un vero e proprio concerto live “a più voci”, rappresentativo delle nuove tendenze musicali, era gratuito. Gli artisti e gruppi semifinalisti di Cornetto Freemusic Audition - selezionati da una giuria di esperti e dal popolo degli internauti di www.Cornettoalgida.com - saliti sul palco dei Magazzini Generali di Milano sono: Aneetha, i cammelli di pianura, gianmarco martelloni, i millenovecento79 e tao. Ciascun artista e gruppo ha avuto a disposizione il palco per proporre due diversi brani. E’ stata un'occasione particolarmente importante per i giovani semifinalisti che hanno avuto avranno l’opportunità per farsi conoscere ed apprezzare. Per qualcuno di loro, inoltre, potrebbe essere l’inizio di una seconda fase ancora più esclusiva e privilegiata: essere cioè scelto per esibirsi in apertura di uno dei concerti-evento gratuiti cornetto freemusic festival che si terranno a maggio, giugno e luglio a milano, roma e napoli. Alla serata dei Magazzini Generali partecipavano, inoltre, gli Zen, gruppo che, superata la selezione 2004 di Audition, ebbe l’opportunità di aprire il concerto-evento gratuito di Napoli e che oggi ha in previsione l’uscita del primo album, “Wondering”, prevista per il 29 aprile. In chiusura di serata, infine, si sono esibiti anche gli sugarfree, sicuramente uno dei gruppi più amati della nuova scena musicale italiana. Con Cornetto Freemusic Audition, per il secondo anno consecutivo Cornetto Algida intende offrire una reale opportunità ai giovani artisti, musicisti e interpreti che cercano la concreta possibilità di proporsi. Un desiderio e una necessità testimoniata dai numeri: sono stati infatti oltre 600 gli artisti e i gruppi che si sono proposti per la selezione e più di 200, selezionati tra questi, hanno avuto nell’immediato uno spazio di libera espressione artistica sul sito www.Cornettoalgida.com  e la possibilità di farsi conoscere dal pubblico di internet. L’audizione di Milano è la prima di 3 serate - le altre due si svolgeranno il 21 aprile a Roma e il 29 aprile a Napoli e vedranno ciascuna la partecipazione di altri 5 emergenti semifinalisti - al termine delle quali saranno resi noti i nomi dei 6 artisti o gruppi emergenti (due per ciascuna tappa) scelti per partecipare alla selezione finale, attraverso il sito www.Cornettoalgida.com. Tra questi, attraverso il voto della giuria e degli internauti, saranno infine selezionati i 3 artisti o gruppi che parteciperanno ai concerti-evento Cornetto Freemusic Festival insieme ad alcuni dei più importanti artisti internazionali e nazionali, di fronte alla sterminata platea che è la cornice di questi eventi, seguiti nel 2004 da oltre 1 milione di spettatori.  
   
   
XXII TROFEO ACCADEMIA NAVALE E CITTA’ DI LIVORNO CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DEL VILLAGGIO TUTTOVELA  
 
Livorno, 18 aprile 2005 - Con il taglio del nastro inaugurale da parte della Signora Francesca, moglie del Contrammiraglio Dario Patti Presidente del Comitato Organizzatore, madrina della cerimonia di apertura del Xxii Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno, il 16 aprile, alle ore 11.00 ha aperto ufficialmente i battenti il Villaggio Tuttovela, appuntamento che, da sempre correlato al Tan, ne ha percorso l’intero iter propositivo imponendosi da sempre quale piacevole momento di incontro, musica e divertimento. Il Presidente del Comitato Organizzatore del Tan, Contrammiraglio Dario Patti l’Assessore al Turismo ed al Commercio Piero Santini, hanno presenziato all’inaugurazione di Tuttovela e all’apertura al pubblico già numeroso, dello stand espositivo della Marina Militare e Capitaneria di Porto, della Xii Mostra di Navimodellismo Statico e Dinamico a soggetto La Storia e le sue navi da guerra curata del Circolo Sottufficiali dell’Accademia Navale, della Mostra Filatelica a cura del Circolo Filatelico Livornese in collaborazione con la Direzione Doganale di Livorno e all’inaugurazione del punto informazioni dell’Agenzia delle entrate e delle dogane. Nel pomeriggio si è svolto il 1° Trofeo Triavela (Duathlon e Vela), originalissima competizione in tre fasi in cui gli atleti, oltre 70 suddivisi in 15 squadre provenienti da tutta la Toscana, si sono cimentati in un avvincente circuito misto (corsa-bici-corsa) predisposto su un percorso complessivo di 19 Km. La competizione, ad iscrizione gratuita ed a scopo puramente dimostrativo, è proposta dall’Associazione Sportiva Balestrini Team Scuola di Triathlon, al fine di promuovere la specialità del Triathlon e la pratica dello sport in generale. In particolare gli atleti, tra i quali figurano due ufficiali frequentatori dell’Accademia Navale, hanno affrontato in successione e senza sosta le prime due specialità, corsa e bici, la terza, quella di vela, vedrà gli stessi atleti a bordo di imbarcazioni che parteciperanno poi nei prossimi giorni alle regate del Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno. La gara di Duathlon si è svolta sul percorso Porto Mediceo -Piazza Grande- Porto Mediceo partendo dal Villaggio con la frazione della corsa (4.8 Km) per poi saltare in sella alla bici per circa 10 Km ed infine concludere con ulteriori 2 Km di corsa. Alle ore 18.30 grande successo ed interesse ha riscosso la premiazione delle prime tre squadre classificatesi alla competizione di cui sopra; primo e secondo posto per il Balestrini Team (primo indiscusso Gabriele Balestrini), podio anche per la Regina Team. Alle ore 19:30 in piazza Grande spettacolo di musica e balli latini a cura del Gruppo “Afroeira” che, al termine della esibizione, si è diretto in parata lungo le strade livornesi per raggiungere il Villaggio della Vela e concludere la propria performance sul palco dello spazio Incontri e Spettacolo fino alle ore 21.45. A seguire nel Tendone degli Spettacoli di Tuttovela, il cabarettista Marco Conte che ha animato la rassegna Comica e Cabaret con il gruppo Ars nova che, nella rappresentazione “That’s Amore”, ha offerto al pubblico, tra freddure e doppi sensi, una simpatica e quanto mai ironica immagine della moderna “vita di coppia”. Http://www.trofeoaccademianavale.com  
   
   
XXII TROFEO ACCADEMIA NAVALE E CITTA’ DI LIVORNO NUMEROSISSIMI I VISITATORI CHE IERI, HANNO AFFOLLATO GLI STAND DEL VILLAGGIO TUTTOVELA  
 
Livorno, 18 aprile 2005 - Anche per questa Xxii edizione del Trofeo, le aree e gli spazi espositivi si stanno dimostrando asse portante tra le variegate iniziative di Tuttovela; la Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Livorno partecipa al Villaggio con un ampio spazio e sotto la sua egida sono presenti, con la rassegna Livorno expo, le realtà commerciali più significative della provincia labronica. Negli spazi dello stand presso il Molo Capitaneria è possibile visitare la Mostra della Marina Militare Italiana al cui interno è esposta un’ampia carrellata di modelli in scala delle maggiori Unità Navali impegnate in numerose missioni internazionali ed una sezione delle Capitanerie di Porto che offre una panoramica completa di quelle che sono le principali attività del Corpo e, in particolare, una sezione dedicata al nucleo sommozzatori Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto. La giornata delle competizioni si è aperta con una dimostrazione di Windsurf, in località “Tre Ponti” dove il Grecale di punta, con raffiche fino a 20 nodi ha portato l’entusiasmo del pubblico alle stelle, esaltando le doti tecniche dei giovani ma agguerritissimi regatanti, che si sono esibiti in numerose e spericolate evoluzioni. Numerosi appassionati sono accorsi al Villaggio della Vela per la sesta edizione del “Trofeo Gaetano D’alesio”. Nelle acque comprese tra la Darsena Nuova e il Molo Mediceo del Porto di Livorno, si sono avvicendate le regate delle categorie vogatori Giovani ed Adulti a 4 remi e vogatori Adulti a 10 remi. Vincitore della Gara Giovani l’imbarcazione Venezia che, per aver primeggiato per il terzo anno consecutivo, riceve anche il trofeo Gaetano D’alesio; per la categoria Vogatori Adulti a 4 remi si è imposta la compagine di Pontino San Marco mentre trionfatori assoluti della categoria Adulti a 10 remi, sono risultati i vogatori del San Jacopo. Alle ore 21.30 ha avuto luogo il secondo appuntamento con la Comicità e il Cabaret con la partecipazione del cabarettista Claudio Marmugi, “graffiante, incavolato e coraggioso” comico labronico balzato alle cronache come l’Uomo dei Plagi Musicali di Zelig off 2004 e di Zelig Circus 2005. A seguire, presentato dal giovane imitatore Leonardo Fiaschi, felice promessa del mondo del Varietà, esibizione del gruppo Vertigo che, con “Ricordo di Giorgio Gaber”, promettono comicità e divertimento per quanti vorranno concludere una serata in allegria.
Segue la programmazione delle attività per la giornata di lunedì 18 Aprile:
Ore 8.00: Stand-by per partenza Freedom 05 di Matteo Bof, record di lunga percorrenza in kitesurf. Location Tre Ponti Livorno.
Ore 10.00: Apertura degli stands espositivi; Mostre della Marina Militare, della Capitaneria di Porto, di Livorno Expo, di Navimodellismo, di stampe e libri antichi; Arrivo delle scolaresche per la visita guidata del Villaggio.
Ore 16.30: “Giro dei Fossi” con la motobarca Pamiglione con visita guidata dei “fossi medicei” (emiciclo Calata Elba).
Ore 17.00: Giro dei Fossi Medicei con la motobarca Marco Polo - partenza e arrivo dal Villaggio Tuttovela (Emiciclo Calata Elba).
Ore 20.00: Proiezione serale di film Walt Disney Spazio Incontri e Spettacolo.
Ore 22.00: Chiusura degli stands espositivi e delle mostre del villaggio.
Www.trofeoaccademianavale.com
 
   
   
A GERUSALEMME VINCE LA PACE, NEL NOME DI WOJTYLA  
 
Gerusalemme, 18 aprile 2005 – Lo scorso 14 aprile, un centinaio di sportivi italiani, israeliani e palestinesi hanno percorso fianco a fianco la maratona Betlemme - Gerusalemme, scrivendo insieme una nuova pagina di quella Pace invocata più volte da Giovanni Paolo Ii Si è conclusa la maratona di Pace Betlemme-gerusalemme, dedicata quest¹anno a Papa Giovanni Paolo Ii, il cui grido di Pace ha accompagnato con forza e determinazione tutto il suo pontificato. La maratona poco dopo le 8 di ieri mattina è partita dalla Basilica della Natività di Betlemme, per giungere a Gerusalemme, sul monte Sion, vicino al Cenacolo dove Gesù istituì il Sacramento dell¹Eucaristia. Il numero dei marciatori di pace è stato più consistente del previsto, un centinaio dopo il check point, quando agli sportivi italiani e palestinesi, si é unita la folta rappresentativa israeliana. Nella piazza di Betlemme da dove è partita la maratona, tutti ricordano ancora il drammatico assedio militare del 2002. ³Quei giorni terribili dice padre Ibrahim Faltas, il francescano che li visse in prima linea oggi sembrano davvero lontani, grazie anche a iniziative come questa². Con questa iniziativa gli sportivi italiani si sono proposti come ambasciatori di pace e di solidarietà per consentire idealmente agli atleti israeliani e palestinesi di passarsi la fiaccola, partecipando ad un¹unica corsa congiunta, simbolo tangibile di uno sport che può e vuole adoperarsi efficacemente per il dialogo, la riconciliazione e la pace. Sul palco delle autorità salgono in molti per salutare e ringraziare gli italiani: l¹accoglienza più calorosa arriva dal ministro palestinese per il turismo, Ziad Elbandak, in carica da appena un mese, e dal sindaco di Betlemme, Hanna Nasser. Da parte Italiana il risultato ottenuto dal Centro Sportivo Italiano e dall¹Opera Romana Pellegrinaggi è stato sottolineato dal Ministro della Funzione Pubblica on. Mario Baccini, e dal Nunzio Apostolico per la Terra Santa, mons. Pietro Sambi. Monsignor Liberio Andreatta, Presidente dell¹Opera Romana Pellegrinaggi ha acceso la fiaccola dei teodofori, portata nel primo tratto dall¹ex campione italiano di pallavolo Andrea Zorzi e dal suo compagno di nazionale Roberto Masciarelli: 2 dei 50 atleti che hanno marciato sotto le insigne del Centro Sportivo Italiano. Entrambi si sono detti entusiasti dell¹iniziativa definendola: “una sorta di abbraccio in cui lo sport rende davvero tutti fratelli”. I maratoneti hanno superato in un clima di festa il check-point dell¹esercito israeliano, che controlla uno dei varchi principali del muro che divide da anni due popoli e due stati che non riescono a convivere sullo stesso territorio. Persino due soldati, con tanto di armi, si uniscono per alcuni metri ai marciatori al grido di ³Pace, Pace, Pace². Rispetto alla maratona Gerusalemme Betlemme targata 2004, l¹edizione di quest¹anno ha avuto un valore aggiunto e non solo perché il percorso è stato inverso. Per la prima volta dal 28 settembre 2000, infatti, i maratoneti palestinesi sono riusciti ad entrare in Gerusalemme, cosa fino a ieri impossibile dopo l¹inizio della nuova Intifada. L¹anno scorso tra i ragazzi palestinesi ed ebrei non era stato possibile nessun contatto ed erano stati gli italiani, attraversando il check-point, a passare il ³testimone² della fiaccola dagli uni agli altri. L’ultima fase ufficiale della maratona-pellegrinaggio, prima della Santa Messa conclusiva nella Chiesa del Patriarcato di Gerusalemme di domani, è stata nella mattinata di oggi, 15 aprile: il taglio del nastro, da parte del presidente del Csi Edio Costantini, del centro Sportivo ad Ain Arik, piccolo villaggio palestinese situato in Cisgiordania. Da circa tre anni il Csi di Modena, in collaborazione con il comune di Modena, l¹Ong Overseas, la Caritas Diocesana, la Comunità Piccola Famiglia dell¹Annunziata, ha promosso il progetto di un centro sportivo dotato di un campo polivalente da calcio, pallavolo e pallacanestro, di spogliatoi, di servizi igienici, di un anfiteatro, di una caffetteria e, infine, di un Internet Point con 9 postazioni. Per la realizzazione di tali strutture sono stati investiti 120.000 Euro, con l¹aiuto di fondi pubblici, privati e dalle iniziative del Csi di Modena.  
   
   
UNA PAGANELLA BIKE TUTTA NUOVA PER IL RITTER RAMPITOUR D’ITALIA  
 
Trento, 18 aprile 2005 - Uno degli appunti che talvolta vengono mossi al team che organizza il Ritter Rampitour d’Italia di mountain bike è quello di riproporre anno dopo anno le medesime gare con i tradizionali tracciati. Gran parte degli aficionados del challenge però, circa 10.000 ogni anno, gradiscono gareggiare sugli stessi percorsi per poter misurare il proprio stato di forma e verificare i miglioramenti ottenuti. Per dare un segnale positivo agli "innovatori" quest’anno Riccardo Taroni, il "patron" del Ritter Rampitour d’Italia, ha rivoluzionato il percorso della terza tappa, che rimane comunque adagiato sempre sullo splendido altopiano della Paganella. Il nuovo percorso della Paganella Bike 2005 si sviluppa su un tracciato molto vario, lungo poco più di 41 km, con 1.350 metri di dislivello totale, e si estende su gran parte dell’altopiano della Paganella al cospetto delle Dolomiti di Brenta. La zona di partenza è la stessa delle scorse edizioni, presso l’ampia area sportiva di Andalo, quindi il percorso si innesta sulla S.p. 64 per Fai della Paganella fino agli impianti di risalita della Società 2001 dove, piegando a destra, si affronta una breve salita. Al termine, girando a sinistra, si prosegue su una strada sterrata che corre proprio sotto la telecabina. Questo tratto ad andamento pianeggiante è decisamente piacevole da pedalare ed è circondato da bellissimi prati che nel periodo della gara sono in fiore. In prossimità del capitello, al maso Toscana, il percorso ritorna sulla S.p. 64 proseguendo per circa 300 metri verso Fai, fino ad incontrare sulla destra una strada forestale che sale nel bosco. Si tratta di una salita adagiata in una ricca e fascinosa abetaia che porta a Pian del Dosson (1.448 m. S.l.m.) nel cuore del carosello degli impianti e delle piste sciistiche della Paganella. È una zona immersa nel verde e che il pubblico può raggiungere solamente in mountain bike o a piedi da Andalo, ovviamente meglio se prima del passaggio dei concorrenti. Successivamente il percorso procede pianeggiante per 1,5 km infilandosi sulla pista da sci Paganella2, dove è previsto il primo ristoro. Da qui si potrà ammirare uno scorcio "da cartolina" del Gruppo di Brenta con al centro la mitica cima del Campanil Basso. Un’affascinante vista che gratificherà chi non è in lotta per la classifica e che oltre a pedalare ama anche i paesaggi. Il tracciato poi procede su single track giungendo ad una sorgente in località "Acqua de le Scudele" (1,5 km). Dopo la fatica di salire in quota, una lunga discesa di 4,9 km trasferisce la "Paganella Bike" nei pressi del Grand Hotel Molveno (854 m. S.l.m.). Attraversata la S.s. 421 il percorso si dirige sul sentiero "Re dei Belgi" costeggiando per un breve tratto le rive del lago di Molveno, per poi affrontare il giro del laghetto di Bior. Per un tratto viene interessato il centro storico di Molveno quindi, attraversata la statale, in prossimità degli impianti di risalita per Pradel si risale lungo via Belvedere fino a raggiungere Località "Cros", luogo ideale per accompagnatori e pubblico. Si tratta di uno splendido "balcone" sul lago di Molveno. Dopo aver svoltato a sinistra si affronta una salita impegnativa di circa 1,9 km che porta alla Chiesetta degli Alpini (1.150 m. S.l.m.) in località Spiaz del Piof, nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, per il secondo ristoro. A questo punto ci sarà un attimo di "tregua", su una strada forestale pianeggiante per 900 m. E in lieve discesa per i successivi 600 metri, che conduce fino al vivaio forestale (1.115 m. S.l.m.). Da qui, e queste sono zone già conosciute dai bikers che hanno partecipato alle scorse edizioni, su strada forestale si raggiunge la località Pian de la Lipa (1.206 m. S.l.m.). A questo punto si gira a destra e si scende per 2,5 km fino alla località Priori (comune di Cavedago). In pratica, con una inversione ad U si affronta un breve tratto in salita per poi scendere verso la località Selvapiana. Superato il bivio per la Malga Spora, si prosegue per la discesa (4,9 km) che in alcuni tratti segue il torrente Sporeggio, habitat naturale dell’orso bruno che da queste parti non é proprio difficile incontrare, e nel periodo della gara magari anche con i cuccioli. Siamo in località "Seghe di Spormaggiore" (585 m. S.l.m.), dove un tempo erano attive delle segherie ad acqua. All’incrocio, facilmente individuabile perché sulla sinistra si trova un crocefisso in legno, si gira a destra oltrepassando il ponte sul rio Sporeggio, terzo ed ultimo ristoro prima di affrontare l’ultimo sforzo di 4,4 km. I primi 2,5 km si snodano su strada in cemento ed asfalto fino al maso Dalsass di Cavedago, poi si prosegue per 600 metri su una mulattiera fino ad uscire sulla S.s. 421 di fronte alla chiesetta di San Tommaso. La parte finale del percorso costeggia poi a destra la statale per 100 metri quindi, prendendo a destra, si prosegue su strada in cemento fino a raggiungere il centro sportivo di Cavedago in località Priori (1.019 m. S.l.m.). Un’ultima pedalata di 2 km su strada sterrata pianeggiante conduce direttamente all’arrivo, presso il centro sportivo di Andalo. È una Paganella Bike che da questa edizione gira in senso orario anziché antiorario come in passato, e che non mancherà di suscitare interesse, grazie anche ai suoi incantevoli panorami. L’appuntamento è per il 28 e 29 maggio: il sabato con la Mini Paganella Bike, la domenica con l’ottava edizione della gara maggiore. Www.rampitour.com