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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 01 Febbraio 2007
IL PARLAMENTO EUROPEO ACCELERA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO  
 
Strasburgo, 1 febbraio 2007 - Chi di noi non ha notato in questi ultimi tempi la maggiore frequenza di tempeste, inondazioni o uragani nel mondo? Stagioni invertite, pioggia d´estate, clima mite e senza neve d´inverno. Questo stravolgimento delle regole naturali del clima segue un lento ma inesorabile percorso, se è vero che dal 1976 la temperatura media del pianeta è aumentata ad un ritmo dello 0,18°C per decennio. Senza un´azione risoluta oggi, il processo continuerà inarrestabile fino a conseguenze nefaste. Nella settimana europea per l´energia sostenibile, il Parlamento europeo chiede di fare di più e affronta la questione con un dibattito oggi in plenaria. La Commissione europea invierà una proposta ai Capi di Stato e di governo per il prossimo Consiglio europeo di primavera, per un nuovo approccio e nuove politiche per affrontare senza indugi questo problema. "Non si parla solo di salvare il pianeta, ma di salvare la civilizzazione". Ad affermarlo, Lester Brown, il guru americano in tema di ambiente, autore e coautore di oltre 50 libri, in visita il 30 gennaio al Parlamento europeo. Secondo Brown, 800 milioni di possessori di auto e 2 miliardi di persone povere nel mondo sono tutti in cerca delle stesse risorse. Dei recenti studi scientifici, come lo Stern Review pubblicato lo scorso ottobre sugli aspetti economici del cambiamento climatico, insistono sugli enormi costi derivanti da una non-azione, anche in termini sociali e ambientali. Il costo di un´azione può aggirarsi annualmente attorno all´1% del Pil mondiale, mentre quello della non-azione inciderebbe ogni anno del 5-20% sul Pil globale. Va ricordato che i paesi cosiddetti industrializzati, fra cui l´Unione europea, sono responsabili per il 75% dell´attuale accumulazione di gas a effetto serra. Cosa si sta facendo? Il Parlamento europeo è conscio della minaccia e da tempo si batte non solo con azioni di sensibilizzazione in campo ambientale ma anche con proposte concrete. A questo riguardo, la commissione parlamentare ambiente ha votato ieri a larga maggioranza una risoluzione sul cambiamento climatico, proponendo fra le altre cose di limitare del 30% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2020, per arginare il continuo processo di riscaldamento del pianeta. Solo lo scorso anno, il Parlamento ha adottato un regolamento sui gas fluoruranti a effetto serra e una relazione di iniziativa per ridurre l´impatto del cambiamento climatico dell´industria aeronautica. La risoluzione votata lo scorso dicembre per una "strategia europea sull´energia sostenibile, competitiva e sicura", che richiede sforzi congiunti e fissa obiettivi precisi, verrà inviata al prossimo Consiglio europeo di primavera. Questo appuntamento sarà l´occasione per valutare anche la recente proposta della Commissione europea che propone anch´essa una serie di misure target, al fine di limitare a 2°C il riscaldamento climatico medio globale. Non aspettiamoci però solo un´azione da parte dei governi o delle istituzioni europee e internazionali, il primo contributo concreto può venire da noi stessi, con gesti quotidiani quali il riciclaggio, l´uso accurato dei computer, degli elettrodomestici o del cellulare, ma anche parsimonia nel riscaldamento della casa. Per non parlare poi dell´uso dei mezzi di trasporto, privilegiando, laddove possibile, il camminare, la bicicletta o il trasporto pubblico. E poi un consiglio: non andare veloce in macchina, a oltre 120 km/h il consumo aumenta del 30% rispetto a un´andatura a 80km/h. Così facendo, inoltre, non solo si consuma meno benzina, ma soprattutto si emette meno diossido di carbonio. Questo giovedì 1° febbraio, l´Alliance for the Planet organizza un evento singolare dal titolo "5 minuti per il pianeta", in cui chiede di spegnere per 5 minuti, fra le 19. 55 e le 20. 00, tutti gli apparecchi elettrici. Il 2 febbraio verrà pubblicata una relazione redatta dal gruppo intergovernamentale sul cambiamento climatico, che promette risultati sorpendenti. Segui oggi in diretta il dibattito sul cambiamento climatico in plenaria - a partire dalle ore 15. 30 - con le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione europea . .  
   
   
SERVIZI BANCARI AL DETTAGLIO: INDAGINE DELLA COMMISSIONE EUROPEA CONSTATATA L´ESISTENZA DI SIGNIFICATIVE BARRIERE ALLA CONCORRENZA  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2007 - La Commissione europea ha pubblicato la relazione finale sulla sua indagine sulla concorrenza nel settore dei servizi bancari al dettaglio. L´indagine ha rilevato una serie di motivi di preoccupazione per quanto riguarda la concorrenza nei mercati delle carte di pagamento, dei sistemi di pagamento e dei prodotti bancari al dettaglio. Indicatori rilevanti sono le ampie variazioni delle commissioni interbancarie e di quelle a carico degli esercenti per le carte di pagamento, le barriere all´ingresso dei mercati per i sistemi di pagamento e i registri del credito, gli ostacoli alla mobilità della clientela ed i prodotti vincolati. Alcuni operatori del mercato hanno già proposto di introdurre volontariamente alcune riforme dopo la pubblicazione delle conclusioni preliminari sulle carte di pagamento nel 2006. La Commissione utilizzerà i poteri di cui dispone in base alle norme di concorrenza per affrontare gli abusi gravi, operando in stretto contatto con le autorità nazionali preposte alla concorrenza. Il risultato dell´indagine dovrebbe aumentare la concorrenza nel settore dei servizi bancari al dettaglio in vista dell´imminente creazione dell´area unica di pagamento in euro (Sepa). La commissaria responsabile per la concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato: “L´indagine ha rilevato barriere alla concorrenza molto estese che aumentano inutilmente i costi dei servizi bancari al dettaglio per le imprese ed i consumatori europei. La Commissione farà pienamente ricorso ai propri poteri in base alla normativa sulla concorrenza per eliminare queste barriere, sia sul mercato delle carte di pagamento che in altri ambiti, ogni qualvolta esse derivino da comportamenti anticoncorrenziali”. Carte di pagamento e sistemi di pagamento L´industria europea delle carte di pagamento ha dimensioni considerevoli e garantisce ai consumatori mezzi di pagamento per un valore complessivo di 1. 350 miliardi di euro all´anno. Tali pagamenti generano commissioni bancarie a carico delle imprese dell´Ue per un importo stimato annuo di 25 miliardi di euro. L´indagine della Commissione ha evidenziato vari motivi di preoccupazione: - mercati molto concentrati in vari Stati membri, in particolare per l´affiliazione delle carte di pagamento, possono permettere alle banche già presenti sul mercato di limitare l´ingresso di nuovi concorrenti e di applicare commissioni elevate - ampie variazioni delle commissioni a carico degli esercenti in tutta l´Ue. Ad esempio, le imprese in Stati membri con commissioni elevate devono versare alle banche una parte delle entrate derivanti dalle vendite tramite carta tre o quattro volte superiore rispetto alle imprese in Stati membri con commissioni basse - ampie variazioni delle commissioni interbancarie tra le banche dell´Ue, che non potrebbero non tradursi integralmente in commissioni più basse per i titolari delle carte. La Commissione non sostiene che le commissioni interbancarie debbano essere pari a zero; la loro gestione in alcune reti di pagamento è tuttavia fonte di preoccupazioni - la redditività elevata e costante - in particolare nell´emissione delle carte - indica che in alcuni Stati membri le banche godono di un significativo potere di mercato e che potrebbero imporre commissioni elevate per le carte alle imprese ed ai consumatori - regole e pratiche che indeboliscono la concorrenza al livello del dettaglio; ad esempio la pratica delle banche affilianti di applicare agli esercenti le stesse commissioni per l´accettazione di carte emesse da reti diverse (il cosiddetto “blending”) e il divieto di applicare un sovrapprezzo in caso di pagamento mediante carta (“surcharging”) e - standard tecnici divergenti nell´Ue impediscono a molti fornitori di servizi di operare efficientemente su scala paneuropea. Dopo la pubblicazione della relazione provvisoria sulle carte di pagamento ed i sistemi di pagamento, la Commissione ha incontrato le banche di vari Stati membri per discutere gli ambiti nei quali l´autoregolamentazione potrebbe risolvere i problemi in materia di concorrenza. Questo sistema sta dando risultati promettenti. Buoni esempi in materia sono l´Austria, la Finlandia ed il Portogallo, dove gli operatori del mercato hanno compiuto i primi passi per ovviare alle riserve espresse dalla Commissione. Il settore bancario europeo - con il pieno appoggio della Commissione e della Banca centrale europea - sta operando per costituire un´area unica di pagamento in euro (Sepa) onde migliorare l´efficienza e diminuire i costi dei pagamenti al dettaglio. L´indagine di settore ha evidenziato diverse barriere di mercato che dovrebbero essere affrontate nel contesto Sepa. Mercati dei prodotti bancari al dettaglio. L´industria bancaria al dettaglio dell´Ue genera 250-275 miliardi di euro all´anno di reddito lordo, equivalenti al 2% del Pil dell´Ue. I mercati sono generalmente frammentati lungo i confini nazionali e sono suddivisi a causa di vari fattori, quali le barriere alla concorrenza e le differenze giuridiche, culturali e di regolamentazione. L´indagine di settore ha constatato l´esistenza di problemi di concorrenza in diversi ambiti: in alcuni Stati membri, la combinazione di un´elevata redditività costante, di un´alta concentrazione del mercato e di prove dell´esistenza di barriere all´entrata suscita preoccupazioni circa la capacità delle banche di influenzare il livello dei prezzi per i consumatori e le piccole imprese alcuni registri del credito, che contengono dati riservati che i prestatori utilizzano per fissare i tassi di prestito, possono essere utilizzati per escludere nuovi operatori dai mercati bancari al dettaglio alcuni aspetti della cooperazione fra le banche, comprese le casse di risparmio e le banche cooperative, possono ridurre la concorrenza e scoraggiare gli ingressi sul mercato i prodotti vincolati, ad esempio quando un cliente che accende un prestito è costretto ad acquistare in aggiunta un´assicurazione o ad aprire un conto corrente, sono una pratica molto diffusa nella maggior parte degli Stati membri. Questo potrebbe ridurre la scelta dei clienti ed aumentare il potere delle banche di influenzare i prezzi sul mercato e gli ostacoli alla mobilità dei clienti nelle attività bancarie - in particolare le difficoltà per cambiare conto corrente - sono elevati. L´analisi dell´indagine indica che i margini di guadagno delle banche sono più bassi quando i clienti sono più mobili. L´indagine settoriale è stata avviata nel giugno 2005. Sono state pubblicate relazioni intermedie sulle carte di pagamento nell´aprile 2006 e su conti correnti e servizi collegati nel luglio. .  
   
   
RISCHIO ESODO PER L’AFRICA OCCIDENTALE UNA RICERCA DELL’ISTITUTO DI BIOMETEOROLOGIA (IBIMET) DEL CNR HA FOCALIZZATO LE DINAMICHE SOCIO-ECONOMICHE DEI PAESI DI QUEST’AREA  
 
Roma, 1 febbraio 2007 - L’africa occidentale potrà assorbire la crescita della popolazione o sarà destabilizzata da un fenomeno migratorio senza precedenti? Quali le strategie per assicurare lo sviluppo sostenibile delle future generazioni oggi costrette ad emigrare? Le Nazioni Unite stimano che nel 2030 l’Africa occidentale supererà la soglia dei 400 milioni di abitanti, facendo registrare un aumento della popolazione del 70% rispetto a quella del 2000. Tale andamento fa presagire che la popolazione potrebbe decuplicare in poco meno di un secolo, rispetto ai circa 60 milioni di abitanti del 1950. Il trend non preoccupa soltanto i governi africani, ma anche quelli dell’Unione Europea, impegnati in misura crescente ad affrontare il problema dell’immigrazione massiccia proveniente dal continente africano. “Tenendo conto dei dati sulla vulnerabilità nei termini di sostenibilità agro-ambientale e delle ‘nuove’ crisi alimentari degli ultimi anni, causate da infestazioni di cavallette, siccità, riduzione della produzione di cereali e restrizioni delle esportazioni dai paesi limitrofi con innalzamento dei prezzi, guerre civili, è stato possibile identificare le dinamiche che stanno radicalmente trasformando il sistema africano e che si riflettono nel massiccio aumento di flussi migratori clandestini”, spiega Andrea Di Vecchia, ricercatore dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr e autore dello studio “Migrazioni e sviluppo: vulnerabilità e potenzialità”, realizzata nell’ambito del progetto “Sviluppo e gestione sostenibile dei flussi migratori provenienti dall’Africa”, promosso dal Cespi (Centro Studi di Politica Internazionale) e dal Sid (Society for International Development) per il Ministero degli Affari Esteri. Lo studio, in particolare, evidenzia come l’emigrazione continuerà a rappresentare uno strumento per il mantenimento dell’equilibrio socio-demografico e politico-economico e la connessione tra sviluppo sostenibile e rapporto tra pressione antropica e risorse naturali. I cambiamenti climatici, l’avanzamento della desertificazione e della deforestazione, l’incremento della popolazione, le tensioni fra agricoltori ed allevatori della fascia saheliana per l’utilizzo della terra, la contrazione della tradizionale mobilità verso i paesi del Golfo di Guinea dovuta all’instabilità politica hanno messo in crisi le tradizionali economie familiari di sussistenza. “I nuovi modelli di sviluppo, in una fase transitoria come quella attuale, hanno trasformato la migrazione clandestina in una strategia per la sopravvivenza”, sottolinea Di Vecchia. Si rischia così di compromettere i risultati raggiunti nella regione, dove la quota di popolazione sottonutrita, secondo la Fao, è scesa nel 2005 al 16%, molto al di sotto del 40% del resto dell’Africa Sub – Sahariana. Contrariamente all’idea stereotipata, l’Africa occidentale - ed il Sahel all’interno di essa - rappresenta una regione strategica per la stabilizzazione dei flussi migratori e per lo sviluppo di tutto il continente, non più rappresentabile come un’area omogenea ed indifferenziata dal punto di vista ambientale e produttivo. “A fronte di zone più vulnerabili”, sostiene Di Vecchia, “ve ne sono altre in rapida crescita o con interessanti potenzialità agro-alimentari ed economico-produttive su cui investire con programmi di sviluppo a medio e lungo termine. Questo è il solo modo per evitare che l’esodo della popolazione verso i paesi dell’Ue diventi incontrollabile. Basti pensare che, dal 1990 al 2000, la popolazione dell’Africa Sub-sahariana è aumentata di 140 milioni di abitanti, di cui 50 milioni nella sola Africa occidentale, che nel 2020 avranno più di venti anni ed avranno quindi raggiunto la fascia di età ottimale per entrare nei circuiti migratori”. L’africa occidentale, inoltre, è caratterizzata da grandi disparità nazionali in rapporto al tasso di urbanizzazione, che nel 1960 corrispondeva a meno del 10% in Gambia, Mali, Niger e Ciad, e a circa il 30% in Senegal; nel 1990, questi stessi tassi oscillavano da meno del 20% in Niger e in Gambia a poco più del 50% in Costa d’Avorio e in Nigeria. “Tuttavia, negli ultimi anni, si è avuta un’accelerazione dello sviluppo in termini di popolazione ed estensione dei centri economici principali”, rileva Andrea Di Vecchia, “e lo sviluppo dei centri urbani si è concentrato maggiormente intorno alle capitali, provocando un cambiamento nel rapporto con il mondo rurale che ha perso la funzione di supporto in caso di crisi. La fonte di reddito viene ricercata nell’economia urbana piuttosto che in quella rurale”. “Rilanciare lo sviluppo e la modernizzazione del settore agricolo in un contesto di solidarietà sociale”, conclude il ricercatore, “resta dunque l’unica strategia che i governi africani ed europei possono adottare per assicurare lo sviluppo sostenibile delle future generazioni oggi costrette ad emigrare”. .  
   
   
BNL ACQUISISCE IL 100% DI BNL FONDI IMMOBILIARI  
 
Roma, 1 febbraio 2007 - Bnl ha acquisito il 100% di Bnl Fondi Immobiliari Sgr pA, acquistando il 5% del capitale della società dal Gruppo Ixis-aew. Il Gruppo Ixis-aew aveva sottoscritto la partecipazione in sede di costituzione della società ed offriva alla stessa servizi di advisory nell’asset management immobiliare per alcuni fondi gestiti dalla società, collaborazione che proseguirà anche in futuro. A seguito dell’operazione, Andrea Amadesi, rappresentante il Gruppo Ixis-aew nel Consiglio di Amministrazione, ha rassegnato le dimissioni dalle cariche di Amministratore e Vice Presidente di Bnl Fondi Immobiliari Sgr pA. .  
   
   
UNICREDIT: BULGARIA E ROMANIA, CONSOLIDARE COMPETITIVITA´  
 
 Trieste, 1 febbraio 2007 - Secondo le analisi diffuse da Unicredit e riprese da Nine O´ Clock, Bulgaria e Romania dovrebbero avere come obiettivo principale quello di consolidare l´attuale competitività, attraverso le specializzazioni in alcuni settori e il mantenimento di un costo della forza lavoro a un basso livello. Romania e Bulgaria sono ancora un luogo vantaggioso, per gli investitori, per merito soprattutto della disponibilità a buon mercato di lavoratori qualificati, della flessibilità e dinamicità che caratterizza il contesto, e dell´importante tradizione industriale. .  
   
   
BORSA ITALIANA INTERESSATA A CONTROPARTE BULGARA  
 
 Trieste, 1 febbraio 2007 - - Secondo i quotidiani bulgari, che riportano una notizia diffusa nel nostro Paese, Borsa Italiana sarebbe interessata a comprare parte delle azioni della sua controparte bulgara. La Sofia News Agency riferisce che si attendono i risultati ufficiali dell´incontro tra Massimo Capuano, managing director di Borsa Italiana, una rappresentativa della Bulgarian Stock Exchange, il Ministro delle Finanze e la Commissione per la supervisione finanziaria. Borsa Italiana sarebbe uno dei principali candidati per acquistare il 44 p. C. Delle azioni della Borsa di Bulgaria. Altri possibili acquirenti sarebbero anche l´Hellenic Exchange Holdings e la Deutsche Boerse. .  
   
   
CABOTO E RBS HANNO LANCIATO UN TITOLO OBBLIGAZIONARIO SENIOR EURO 350 MLN PER IL CREDITO VALTELLINESE  
 
 Sondrio, 1 febbraio 2007 - Il Credito Valtellinese ha lanciato sull’euromercato un nuovo titolo obbligazionario senior di 350 milioni di euro a tasso variabile con durata 5 anni. Il titolo, emesso al prezzo di 99,772%, paga una cedola pari a 25 punti base sopra il tasso Euribor a 3 mesi e rimborsa alla pari a scadenza. Caboto e Rbs hanno agito in qualità di joint-bookrunner nel collocamento dei titoli, mentre Bancaperta (società del Gruppo Credito Valtellinese) ha assunto il ruolo di senior co-lead manager. Il titolo, emesso nell´ambito del Programma di Euro Medium Term Notes del Credito Valtellinese, sarà quotato presso la Borsa di Lussemburgo. Il rating atteso per l´emissione è Baa1 (Moody´s). L’emissione è stata distribuita tra 55 investitori qualificati provenienti da 12 differenti nazioni. Gli ordini sono pervenuti prevalentemente da parte di Banche e Fondi che hanno rappresentato rispettivamente il 78. 5% ed il 17. 5% dell’ammontare finale. La domanda da parte degli investitori internazionali sulla base dell’ammontare dell’emissione è stata così ripartita: Germania 17%, Irlanda 7%, Uk 11%, Austria 6%, Spagna/portogallo 4. 5%, per un totale complessivo di 54% all’estero e 46% presso investitori istituzionali italiani. .  
   
   
ACE LIMITED REGISTRA UN RISULTATO NETTO RECORD NEL QUARTO TRIMESTRE DI 665 MILIONI DI DOLLARI E DI 2.305 MILIONI PER L’INTERO 2006. IL REDDITO OPERATIVO SALE A 2.351 MILIONI DI DOLLARI E L’EPS A 7,05 DOLLARI  
 
 Milano, 1 febbraio 2007 - Ace Limited, ha registrato un risultato netto, per il quarto trimestre che si conclude al 31 dicembre 2006, di 665 milioni di dollari pari a 1,99 dollari per azione ordinaria dopo il pagamento dei dividendi privilegiati, rispetto al risultato netto di 236 milioni di dollari o 0,69 dollari per azione dello stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato, al netto delle tasse, è stato pari a 643 milioni di dollari, cioè 1,92 dollari per azione, rispetto ai 244 milioni e a 0,72 dollari per azione dello stesso trimestre dell’anno precedente. Sull’intero anno il risultato netto 2006 è cresciuto del 124% a 2. 305 milioni di dollari, mentre il reddito operativo 2006 ha raggiunto 2. 351 milioni di dollari (+146% rispetto al dato del 2005). La combined ratio per il 2006 si attesta all’ 88,7%. Evan Greenberg, Presidente e Chief Executive Officer di Ace Limited ha commentato: “L’ultimo trimestre 2006 è stata la degna conclusione di un anno eccezionale. Il valore delle attività è cresciuto del 20% e il Roe (Return On Equity) ha superato il 18%. Nonostante le condizioni di mercato siano in flessione non deroghiamo dalle regole dell’underwriting, Siamo una grande organizzazione con una grande capacità e una capillare distribuzione geografica. Questo crea opportunità di crescita senza compromettere i nostri standard di underwriting. Siamo ben posizionati per continuare la crescita delle nostre attività per il prossimo futuro. ” . .  
   
   
AVVIATO IN VENETO “FORUM DELLA COMPETITIVITA’” GAVA: “NUOVA MODALITA’ DI CONCERTAZIONE ATTIVA” SI PARTE CON RICERCA E INNOVAZIONE, CONOSCENZA E FORMAZIONE, LOGISTICA E INFRASTRUTTURE  
 
Venezia, 1 febbraio 2007 - “Una nuova e snella modalità di concertazione attiva, nella quale i diversi soggetti portatori dei legittimi interessi della società veneta partecipano all’orientamento delle scelte politiche e amministrative”. Con queste parole l’Assessore regionale alle Politiche Economiche ed Istituzionali del Veneto Fabio Gava ha riassunto l’essenza del “Forum per la Competitività nel Veneto”, organizzato dalla Giunta regionale e apertosi ieri con un primo incontro plenario al quale partecipavano i rappresentanti degli Enti Locali, delle associazioni imprenditoriali e di categoria, dei sindacati, del mondo universitario. I lavori del Forum, come ha sottolineato Gava, si concentreranno su 5 fattori “che la Regione considera determinanti per sostenere la competitività del sistema veneto in Italia e nel mondo”: la ricerca e l’innovazione; la conoscenza, la formazione, le Università e il loro rapporto con le imprese; la logistica e le infrastrutture; l’economia dei servizi e l’efficienza della pubblica amministrazione. Sui primi tre temi, il lavoro preparatorio del Forum ha già prodotto 3 “libri verdi” (compendi di studi e informazioni specifiche) che oggi sono stati presentati con la richiesta agli interlocutori di intervenire con loro osservazioni e suggerimenti. Ne scaturirà una versione definitiva, che poi evolverà in altrettanti “libri bianchi”, contenenti gli esiti della concertazione e le indicazioni strategiche per le scelte politiche e amministrative future. “E’ il meccanismo operativo usato dall’Unione Europea – ha sottolineato Gava – che vogliamo applicare anche in Veneto perché è in sede comunitaria che si giocheranno alcune delle partite più importanti per il nostro futuro, a cominciare dalle progettualità per la distribuzione dei Fondi Europei per il periodo 2007-2013”. Il Forum sarà animato anche da una serie di incontri e workshops tematici che verranno organizzati sul territorio e da una sede informatica del confronto sul sito http://forumcompetitivita. Regione. Veneto. It, pronto a raccogliere i contributi che arriveranno dalla società veneta e a farne sintesi. Ai lavori di oggi sono intervenuti anche l’economista Enzo Rullani, il direttore di Veneto Innovazione Enzo Moi, il Segretario Regionale della Programmazione Adriano Rasi Caldogno ed il Dirigente regionale dei Piani e Programmi Paolo Ceccato. Gava, nel suo intervento, ha anche tenuto a illustrare le motivazioni che hanno spinto a dare priorità ai temi della ricerca, della conoscenza e della logistica. E’ infatti necessario operare per favorire un ambiente economico e sociale che stimoli maggiormente gli individui e le organizzazioni a usare le leve dell’applicazione e della creatività per produrre innovazione continua di prodotti e servizi. In questo senso urge avere risorse umane più qualificate, e diventa quindi fondamentale il dialogo tra il mondo della scuola e l’Università e quello delle imprese. E’ inoltre ormai chiaramente condivisa da tutti la necessità di avere non solo un sistema logistico più efficiente, ma anche delle soluzioni che favoriscano l’accesso alle informazioni e l’utilizzo di infrastrutture immateriali, nella consapevolezza che il “digital divide” può diventare un fattore di rischio per la crescita di un sistema economico. .  
   
   
A NAPOLI CONVEGNO NAZIONALE SULL’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA ITALIA 6 E 7 FEBBRAIO 2007 CITTÀ DELLA SCIENZA  
 
Napoli, 1 febbraio 2007 - Un confronto a tutto campo tra istituzioni e privati. E’ in programma a Napoli, il 6 e 7 febbraio, presso l’Auditorium di Città della Scienza, il Convegno nazionale su “Il governo dei processi di internazionalizzazione: le sinergie stato-regioni”. L’incontro, promosso dal Ministero del Commercio Internazionale e dalla Regione Campania e finanziato dall´Unione Europea Pon Atas 2000-06 Misura 1. 2 e dal Por Campania 2000-2006 Misura 6. 5. , sarà l’occasione per stimolare il dibattito tra tutti gli attori, pubblici e privati, che sostengono il processo di internazionalizzazione del Sistema Italia. Ciò anche in base alle esperienze maturate nel periodo 2000-2006 e in considerazione della nuova programmazione dei fondi europei prevista per il 2007-2013. I lavori saranno aperti da Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania. Interverranno Emma Bonino, Ministro del Commercio Internazionale e delle politiche comunitarie; Luigi Nicolais, Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione; Ugo Intini, viceministro Ministero Affari Esteri, Filippo Bubbico, sottosegretario Ministero Sviluppo Economico; Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte, Andrea Cozzolino Assessore all’ Agricoltura e alle Attività Produttive della Regione Campania. L’evento si articola in due giornate. Nel corso della prima, dopo un dibattito tra Amministrazioni centrali e regionali sulle sinergie da potenziare e rinnovare per operare al meglio sui mercati esteri, ci sarà una tavola rotonda sui ruoli degli sportelli regionali per l’internazionalizzazione ai fini dell’integrazione tra strumenti pubblici e privati. Nella seconda saranno presentati i risultati del Progetto Operativo Italia Internazionale. Sei Regioni per Cinque Continenti- Secondo stralcio, gestito dal Ministero del Commercio Internazionale. Si confronteranno, inoltre, le Regioni Obiettivo 1 (Basilicata, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise) sulle potenzialità offerte da una necessaria proiezione internazionale del Mezzogiorno nel prossimo periodo di programmazione europea. “Dobbiamo rendere irreversibili i segnali di crescita che hanno caratterizzato l’export nel periodo 2000-2006 – ha dichiarato Andrea Cozzolino – E’ necessario, per questo, confrontarsi in modo continuo e costruttivo con le istituzioni nazionali e i privati: non solo per delineare un piano preciso nell’ambito dei processi di internazionalizzazione, che individui settori e paesi su cui puntare, ma anche per stabilire una diversa governance. Bisogna porre le basi per una strategia unificata delle Regioni del Sud, magari distinta per filiere, con una cabina di regia nazionale. E accompagnare, infine, questi processi con un diverso utilizzo del capitale umano a nostra disposizione. Servono nuove figure, capaci di permettere alle nostre imprese e alle nostre stesse politiche di essere davvero competitive sui mercati. Dei veri e propri “manager dell’internazionalizzazione”, giovani che abbiano conoscenze adeguate, una mentalità più aperta e meno rigida, che sappiano guardare ai mercati emergenti non come una minaccia ma come una opportunità”. 6 febbraio: “Confronto tra Amministrazioni centrali e regionali sulla proiezione internazionale del Sistema Italia”; 10. 30 Registrazione partecipanti 11. 00 Apertura dei lavori Antonio Bassolino, Presidente della Regione Campania ; 11. 20 Intervengono: Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte ; Filippo Bubbico, Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico; Ugo Intini, Vice Ministro del Ministero degli Affari Esteri; Luigi Nicolais, Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione; Emma Bonino, Ministro del Commercio Internazionale e delle Politiche Comunitarie. Moderatore: Sergio Luciano, Direttore di “Panorama Economy” . 13. 30 Colazione di lavoro. Tavola Rotonda. “Gli Sportelli Regionali per l’Internazionalizzazione - Sprint: integrazione tra strumenti pubblici e privati”. 15. 00 Esperienze a confronto: Enrico Bollini, Coordinatore Sprint Piemonte; Edoardo Imperiale, Direttore Sprint Campania. 15. 40 “ Imprese e territorio: i servizi delle Istituzioni nazionali” Ministero del Commercio Internazionale - Angelo di Stasi, Direttore Generale ; Ice - Massimo Mamberti, Direttore Generale; Simest - Giancarlo Lanna, Presidente; Sace - Ignazio Angeloni, Presidente. 16. 20 “Il punto di vista degli attori dell’internazionalizzazione”: Confapi - Paolo Galassi, Presidente; Confindustria - Ettore Artioli, Vice Presidente; Monte dei Paschi di Siena - Francesco Fanti, Responsabile Area Sud Ovest; Unicredit - Giuseppe Scognamiglio, Responsabile relazioni internazionali; Unioncamere - Andrea Mondello, Presidente. 17. 00 “L’esperienza dell’Istituzione bancaria nell’integrazione dei servizi all’internazionalizzazione in Campania”. Antonio Nucci, Direttore Generale Sanpaolo Banco di Napoli Moderatore: Giorgio Giovagnoli, Vice Capo di Gabinetto del Ministero del Commercio Internazionale. 7 febbraio: “Gli strumenti di indirizzo e di coordinamento nazionali e il ruolo delle Regioni in materia di internazionalizzazione: l’esperienza 2000-2006 e le prospettive per il 2007-2013” 9. 00 Registrazione partecipanti: “Il Progetto Italia Internazionale. Sei Regioni per cinque Continenti-secondo Stralcio: un modello di supporto alla governance dei processi di internazionalizzazione delle Regioni obiettivo 1”. 9. 30 “Il Progetto Operativo Italia Internazionale: l’esperienza del Ministero del Commercio Internazionale” Angelo di Stasi, Direttore Generale per le Politiche di Internazionalizzazione - Ministero del Commercio Internazionale. 10. 00 “Il coordinamento delle Regioni obiettivo 1: il ruolo dei Presidi e i risultati della Task Force Internazionalizzazione (Tfi)” Ivana Sacco, Responsabile Operativo Tfi - Ministero del Commercio Internazionale. 10. 20 “Analisi e valutazione dell’esperienza sul territorio” Loris Celetto, Esperto Tfi - Ministero del Commercio Internazionale; 10. 40 “www. Itint. Gov. It, il Portale Italia Internazionale: modalità di adesione” Velia Leone, Esperto Tfi - Ministero del Commercio Internazionale. 11. 00 “Il tutoraggio Simest” Francesco Tilli, Dirigente Dipartimento Advisory - Simest Spa. 11. 20 Coffee break. 11. 45 “I progetti multiregionali. Sinergie Stato-regioni nel mercato mediterraneo “ “Il progetto Moda/turchia” Sergio Cifalinò, Esperto Tfi - Ministero del Commercio Internazionale; “Il progetto Ittico/algeria” Fabrizio Dell’olio, Esperto Tfi - Ministero del Commercio. Internazionale; “Il progetto Ortofrutta/tunisia” Bruno Calzia, Esperto Tfi - Ministero del Commercio Internazionale. Moderatore: Angelo di Stasi, Direttore Generale per le Politiche di Internazionalizzazione - Ministero del Commercio Internazionale. 13. 00 Colazione di lavoro. Tavola Rotonda: “Le azioni regionali di internazionalizzazione dei sistemi locali di sviluppo nel Mezzogiorno: risultati e prospettive 2007-2013” 14. 30 Apertura dei lavori: “L’internazionalizzazione nella programmazione 2007-2013 dei Fondi Strutturali”. Sabina De Luca, Direttore Generale Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione – Ministero dello Sviluppo Economico. 14. 50 Intervengono i responsabili delle Autorità di Gestione dei Programmi Operativi Regionali delle Regioni del Mezzogiorno. 16. 00 “Il ruolo degli Sprint nella prossima programmazione” Intervengono i responsabili e i referenti degli Sprint (Sportelli Regionali per l’Internazionalizzazione) . 17. 30 Conclusioni. Andrea Cozzolino, Assessore all’Agricoltura e alle Attività Produttive - Regione Campania. Moderatore: Alfonso Ruffo, Direttore de “Il Denaro” L’iniziativa è finanziata dall’Unione Europea Pon Atas 2000-06 Misura 1. 2 Por Campania 2000-06 Misura 6. 5. Azione C www. Itint. Gov. It .  
   
   
PRESENTAZIONE RICERCA PARCO MACCHINE DELL´INDUSTRIA ITALIANA  
 
Roma, 1 febbraio 2007 - Mercoledì 7 febbraio 2007, ore 9,30, la sede di Confindustria (viale dell´Astronomia 30, Roma), ospiterà il convegno di presentazione dell´indagine sul parco macchine utensili e sistemi di produzione installate nell´industria italiana. La ricerca, condotta con cadenza decennale e giunta alla quarta edizione, propone la fotografia dell´intero apparato produttivo nazionale, fornendo informazioni in merito a grado di innovazione e livello di competitività dell´industria italiana (per settori produttivi, aree territoriali, classi dimensionali delle imprese) Realizzata da Ucimu-sistemi Per Produrre, l´associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione con il contributo di ministero del Commercio Internazionale, camera di Commercio di Milano e Banca Intesa Medio-credito, la ricerca è stata condotta su un campione rappresentativo costituito da 3. 000 imprese. All´incontro interverranno Mauro Agostini, sottosegretario ministero del Commercio Internazionale, Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre, Maurizio Beretta, direttore generale Confindustria, Gian Maria Gros-pietro, direttore dipartimento Economia Università Luiss di Roma, e Sandro Trento, direttore Centro Studi Confindustria. .  
   
   
GILBERTO MARCHI NUOVO PRESIDENTE ASSORES  
 
 Milano, 1 febbraio 2007 – L’assemblea Straordinaria dei soci Assores (l’associazione nazionale delle società di ricerca e selezione di personale) ha eletto alla presidenza, per i prossimi due anni, Gilberto Marchi, fondatore e amministratore dello Studio Marchi di Verona. Gilberto Marchi, 53 anni, ha maturato un’esperienza di oltre 30 anni nel settore delle Risorse Umane. Nella prima parte della sua carriera professionale, è stato Responsabile del Personale in un’azienda grafica/editoriale/radiotelevisiva di Verona e in un attività turistico-alberghiera in provincia di Rovigo, Direttore del Personale di un’industria cartaria di Trieste (con 1000 dipendenti) e, successivamente, di un’industria calzaturiera di Verona (700 dipendenti). Nel 1986, ha creato lo Studio Marchi, specializzato nella ricerca e selezione del personale e nella consulenza per la gestione delle risorse umane e nelle relazioni industriali. Gilberto Marchi è inoltre Presidente della Sezione Terziario Consulenza D’impresa presso Confindustria di Verona e, in quanto tale, membro della Sezione Terziario Consulenza d’impresa di Confindustria Veneto, nonché Responsabile delle Politiche del lavoro presso il dipartimento Area Economica di Italia dei Valori. Quattro gli obiettivi principali della nuova presidenza Assores: evidenziare e mantenere la fondamentale caratterizzazione che contraddistingue le Società di Ricerca e Selezione dagli altri operatori previsti dalla legge 30, ottenere il riconoscimento a livello normativo dell’estraneità delle società R&s dall’ambito della legge Biagi, l’ulteriore incremento del numero degli associati, l’intensificazione delle relazioni con interlocutori qualificati (Università, Ordini degli Psicologi e altre associazioni professionali), e l’acquisizione di visibilità per l’Associazione, attraverso l’organizzazione di Convegni e Simposi e lo sviluppo dei rapporti con i media. “Il programma che ho presentato al momento della candidatura”, ha dichiarato Gilberto Marchi, “e in base al quale sono stato eletto, presenta forti elementi di continuità con la presidenza uscente. Io stesso ho chiesto a Giovanni Oriani, che mi ha preceduto in questo incarico, di entrare a fare parte del nuovo Consiglio Direttivo, non solo in qualità past president ma come membro a tutti gli effetti. Peraltro, la mia intenzione è quella di imprimere un’accelerazione energica in direzione del pieno riconoscimento delle specificità e dell’autonomia della nostra professione”. L’assemblea ha eletto come Consiglieri, oltre a Giovanni Oriani (Support Hr), i soci Nicola Bertin (Ehr Srl), Tiziano Briguglio (Teg Research Srl), Anna Cragnolini (Polisigma consultants Srl), Francesco Esposito (People Directions), Francesco Pazienza (Planet Work), Cinzia Rossi (Cross) e Mario Zannini (Adoc Group Srl). .  
   
   
AIDA: L’ASSOCIAZIONE ITALIANA DELLE AGENZIE DI SVILUPPO LOCALE E MARKETING TERRITORIALE HA RIDEFINITO LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA PER IL TRIENNIO 2007-2009  
 
 Sesto San Giovanni,1 febbraio 2007 - In vista del nuovo triennio 2007-2009, l’Assemblea dei Soci Aida si è riunita il 26 gennaio presso il Laboratorio Innovazione Breda (Lib) di Sesto San Giovanni per definire gli obiettivi futuri, rivedere l’assetto associativo e nominare i nuovi organi sociali. In questa occasione è stato riconfermato come presidente Fabio Terragni, già Amministratore Delegato di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, e sono stati eletti i nuovi membri del Consiglio direttivo. Per valorizzare l’identità dell’Associazione e la sua diffusione sul territorio sono stati individuati, all’interno del Consiglio direttivo, alcuni coordinatori che avranno il compito di promuovere le iniziative di Aida a livello locale: per il Nord Ovest Umberto Fava, Direttore di Langhe Monferrato Roero; per il Nord Est Paolo Gurisatti, Consigliere d’Amministrazione di Agenzia per lo Sviluppo della Provincia di Trento; per il Centro Edoardo Terenziani, Direttore di So. Pr. I. P Società Provinciale Insediamenti Produttivi di Parma e Piacenza; per il Sud Leopoldo Spedaliere, Amministratore Delegato di Tess Costa del Vesuvio; per le Isole Giuseppe Matolo, Direttore di Bic Sardegna. Fanno attualmente parte dell’Associazione: Agenzia per lo Sviluppo della Provincia di Trento, Agintec, Agenzia Sviluppo Karalis, Milano Metropoli, Asse Avellino Sviluppo, Bic Sardegna, Consorzio per lo Sviluppo del Polesine, Gal Alto Oltrepo, Langhe Monferrato Roero, Promo, Risorse Rpr, Società di Sviluppo Locale, So. Pr. I. P, Sviluppo Brianza, Tess Costa del Vesuvio, Assot, Investiacatania, Bic Lazio, Associazione Gal Alto Bellunese, Murgia Sviluppo, Zona Ovest di Torino, Consorzio Area Alto Milanese. Possono associarsi ad Aida le agenzie di sviluppo locale e le società costituite su iniziativa dei Comuni o delle Camere di Commercio, i centri servizio quali i Bic, le società di gestione degli strumenti di programmazione negoziata. Per informazioni e adesioni: tel. 02. 24126535, segreteria@aidaweb. Org .  
   
   
DURNWALDER INCONTRA IL CONSOLE DELLA REPUBBLICA CECA  
 
Bolzano, 1 febbraio 2007 - I programmi Ue a favore di Stati e Regioni e la collaborazione tra Alto Adige e Repubblica Ceca nei settori economico e turistico sono stati tra i temi discussi dal presidente della Provincia Luis Durnwalder nell´incontro del 31 gennaio a Bolzano con il console generale della Repubblica Ceca a Milano, Karel Beran. Nella sua visita di cortesia a Palazzo Widmann il console generale della Repubblica Ceca in Italia, con sede a Milano, ha voluto conoscere da vicino gli ultimi sviluppi in materia di autonomia e la strategia della Provincia di Bolzano nell´applicazione delle misure Ue, specie per il settore culturale e dello sviluppo rurale. "Abbiamo discusso tra l´altro della nuova programmazione europea per il periodo 2007-2013 - ha spiegato il presidente Durnwalder - e ho illustrato al console Beran le priorità e il piano di azione dell´Alto Adige per il migliore utilizzo dei fondi assegnati. " Nell´incontro, presente anche il console onorario Paolo Petiziol, si è poi parlato delle possibili forme di collaborazione tra la realtà ceka e quella altoatesina, a cominciare dai contatti - in parte già avviati - con gli imprenditori locali. Il console generale si è voluto informare anche sulla politica della Provincia in materia di agricoltura, che ha permesso di evitare l´esodo verso i centri urbani e lo spopolamento della montagna, e sulle strategie in tema di turismo, considerato che sono molti i ceki che scelgono l´Alto Adige come meta delle loro vacanze e altrettanti gli altoatesini che visitano Praga e la Boemia. . .  
   
   
“LE DIMENSIONI DELLA CRESCITA AZIENDALE” MODELLI ED ESPERIENZE IMPRENDITORIALI IN FRIULI VENEZIA GIULIA ANALIZZATI IN UNO STUDIO DI AREA SCIENCE PARK PUBBLICATO DA FRANCO ANGELI  
 
Palmanova, 1 febbraio 2007 - Quali sono i fattori che favoriscono una reale crescita delle imprese, in particolare in una Regione come il Friuli Venezia Giulia, dove otto aziende manifatturiere su dieci sono di piccole dimensioni? Prende le mosse da questa domanda lo studio promosso da Area Science Park “Le dimensioni della crescita aziendale”, pubblicato in un volume edito da Franco Angeli c presentato a Palmanova (Ud). Gli autori della ricerca, i professori Roberto Grandinetti (Dipartimento di Scienze Economiche “Marco Fanno” - Università di Padova) e Guido Nassimbeni (Dipartimento di Ingegneria Elettrica Gestionale e Meccanica - Università di Udine), hanno affrontato l’argomento da diverse angolature, alla ricerca di un modello virtuoso desumibile da esperienze “esemplari” di imprenditori di successo della regione. La necessità per il sistema industriale italiano di aumentare la propria scala a misura delle dimensioni globali della competizione e dei mercati è nota. I dati lo dicono chiaramente anche in Friuli Venezia Giulia: qui il 77% delle imprese manifatturiere si colloca nella classe da 1 a 9 addetti e solo lo 0,4% supera i 250. L’amministrazione regionale ha varato alcuni interventi legislativi per favorire la crescita dimensionale. Ma resta un interrogativo: cosa vuol dire crescere per un’azienda? Sono partiti da qui gli autori dello studio, proponendo una nuova chiave di lettura che descrive una crescita a tre facce: dimensionale, qualitativa e relazionale. La prima è misurabile attraverso parametri quantitativi (fatturato, volumi produttivi, numero di addetti). La seconda pone invece l’accento sugli strumenti organizzativi e gestionali e sulle capacità di innovazione dell’impresa (capacità di elaborazione strategica, di incorporazione di contenuti immateriali nel prodotto, di coordinamento delle interdipendenze e dei flussi interni ed esterni). La terza fa riferimento alla rete del valore, cioè l’insieme di relazioni utili per generare vantaggio competitivo (con i fornitori di materiali, di servizi strategici, i partner per la cooperazione commerciale, i partner per l’innovazione tecnologica, gli attori istituzionali etc. ). Oltre alla dimensione dei confini proprietari, è necessario infatti saper ampliare il sistema delle relazioni che l’impresa intreccia con l’ambiente esterno. I tre aspetti citati risultano interdipendenti e necessari per un’azienda che vuole crescere. Lo sviluppo equilibrato di queste diverse “crescite”, è la conclusione, va sostenuta nel tempo, pena la regressione del processo. Il mondo delle imprese, in particolare di quelle che hanno saputo avviare processi di cambiamento imprenditoriale in Friuli Venezia Giulia, conferma questo modello? Lo studio ha selezionato otto aziende (Calligaris, Fazioli, Moroso, Maxdesign, Brovedani, il gruppo Lima, il gruppo Omi e C-blade) operanti nei due settori manifatturieri più rilevanti nella regione, il legno-arredo ed il meccanico, oggi sottoposti a formidabili pressioni competitive e primi destinatari delle esortazioni alla crescita. Si è cercato di individuare esperienze rappresentative della capacità di cambiare, di trasformarsi e di trasformare le basi del proprio vantaggio competitivo innanzi ai mutamenti di contesto. Queste otto aziende che hanno saputo crescere, mostrano alcuni elementi comuni. Essi riguardano ad esempio l’evoluzione della figura imprenditoriale, dell’organizzazione, la capacità di elaborazione strategica e di costruzione di reti, l’orizzonte internazionale su cui si muovono. Gli otto sentieri di sviluppo non possono e non devono essere ripercorsi, ogni realtà presenta delle peculiarità che ne segnano il percorso in maniera unica: la sua storia passata, le esperienze e le competenze che questa storia ha generato, gli orientamenti e le convinzioni delle persone che vi lavorano, le caratteristiche del tessuto industriale e del settore in cui opera. Lo studio di Area ne propone un’analisi, nella consapevolezza che non esiste un’unica best way per la crescita: ogni impresa deve trovare una propria, originale traiettoria all’interno dello spazio tridimensionale dello sviluppo. .  
   
   
INTESA REGIONE MARCHE-UNDP, COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO  
 
Ancona, 1 febbraio 2007 - "Siamo onorati che la Undp, l´agenzia dell´Onu per la cooperazione allo sviluppo, riconosca il ruolo della Regione Marche con la firma di questo Protocollo d´Intesa´ ha detto il presidente Gian Mario Spacca al momento di sottoscrivere l´accordo, alla presenza del coordinatore del Progetto ´Art Marche´, Giovanni Camilleri della sede di Ginevra dell´Undp (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo). Con tale firma le Marche aderiscono all´iniziativa multilaterale ´Art´ sostenendo un progetto che ha l´obiettivo di promuovere e realizzare tanto in paesi terzi quanto sul territorio marchigiano, iniziative e attivita` di sviluppo e cooperazione internazionale gestite in collaborazione con i partner internazionali e realizzate con l´apporto degli enti locali interessati. Per Art si intende l´appoggio alle reti territoriali gia` funzionanti ´ma soprattutto per la nostra Regione ´ ha sottolineato Spacca ´ che ha gia` una grandissima esperienza fruttuosa a livello internazionale, l´accordo significa riuscire a fare sinergia con tutti i partner alla cooperazione´. ´Si articolano su base territoriale e sfruttando i canali esistenti, con tale intesa, tutte le esperienze gia` avviate ´ ha spiegato Camilleri ´ che hanno portato finora ottimi risultati nel campo dell´innovazione e del migliore utilizzo delle risorse´. Si tratta del coronamento di un´intensa attivita` di cooperazione allo sviluppo della Regione Marche, tesa a mettere a frutto le risorse destinate alla cooperazione, come volano privilegiato per le nostre piccole e medie imprese, grazie ad una rete internazionale di accordi con partnership di tutto il mondo. I Paesi verso dove sono state avviate importanti iniziative sono Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Serbia. ´In vista del nostro impegno verso la Regione Euroadriatica, questo e` un altro passo avanti´ ha commentato Spacca. Nell´ambito del triennio 2004-2006, nelle attivita` di cooperazione allo sviluppo, i 5 milioni di euro investiti dalla Regione hanno avuto un effetto moltiplicatore di oltre 20 milioni come risorse per i Paesi in cui le Marche hanno avviato iniziative. Per esempio in Albania con la stessa Undp, gli enti locali marchigiani hanno potuto esportare le loro esperienze dirette nella stesura dei piani regolatori, di alcuni asset organizzativi dell´Agenzia regionale sanitaria; si e` andati a confrontare con la Cisl alcuni piani formativi e lavorativi; a livello turistico sono state date risorse alle abitazioni per la ristrutturazione a scopo di ospitalita` turistica e infine diversi incentivi alle piccole imprese per attivita` produttive e commerciali. .  
   
   
IMPRESE MANTOVANE NEGLI EMIRATI ARABI UNITI  
 
Mantova, 1 febbraio 2007 - Con la Camera di Commercio negli Emirati Arabi per promuovere l’“italian style”: è la nuova sfida dell’ente camerale mantovano sul versante dell’internazionalizzazione. L’azienda speciale Promoimpresa coordina la partecipazione mantovana alla fiera “Italian life style in the Emirates”, che si svolgerà a Dubai dal 29 maggio al 1° giugno 2007. Le adesioni delle aziende interessate dovranno pervenire agli uffici di Largo Pradella entro il prossimo 23 febbraio. “Gli Emirati Arabi Uniti – spiega il presidente camerale Ercole Montanari - sono uno dei mercati maggiormente dinamici e in forte sviluppo, sia per le potenzialità del mercato interno sia per l’attrazione che esercitano sull’area del Nord Africa e dei Paesi del Golfo Arabo, zone commerciali in cui c’è propensione verso i prodotti italiani”. La manifestazione, organizzata nell’ambito di una collettiva coordinata dall’Istituto per il Commercio Estero, è rivolta alle imprese operanti nei seguenti settori merceologici: agroalimentare di qualità (caffè, cioccolato, condimenti e sughi, formaggi, pasta, pasticceria, preparati per bar e ristoranti, specialità regionali); arredamento per casa, uffici, giardino; materiali per l’edilizia; progettazione architettonica e interior design; attrezzature per comunità. Per le aziende mantovane partecipanti, il costo della prenotazione dello spazio espositivo allestito, nonché gli oneri di spedizione dei prodotti in fiera, verrà abbattuto da un contributo della Camera di Commercio pari al 50% degli oneri. Per conoscere il dettaglio dei costi e per scaricare i moduli di partecipazione, si può consultare la sezione “Commercio estero” del sito internet camerale (www. Mn. Camcom. It ). . .  
   
   
NUOVO PARCO INDUSTRIALE IN SLOVACCHIA  
 
Trieste, 1 febbraio 2007 - La costruzione del Parco Industriale di Kezmarok, che si estende su una superficie di 20 Ha, ha avuto inizio alla fine del 2006. Secondo l´Ice, nel Parco apriranno sedi produttive, oltre a società già presenti sul mercato slovacco, nuovi investitori come la francese Treves, la belga Aspel, l´americana Hengstler, la russa Technomed Service e l´italiana Rema Milano. .  
   
   
SEDUTA STRAORDINARIA CONFERENZA REGIONI: VENETO RIBADISCE I PRINCIPI PER L’ATTUAZIONE DI UN FEDERALISMO FISCALE COERENTE CON LE ESIGENZE DI AUTONOMIA E RESPONSABILIZZAZIONE  
 
Roma, 1 febbraio 2007 - Nel corso della seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, convocata ieri a Roma, l’assessore Oscar De Bona, in rappresentanza della giunta regionale del Veneto, ha ribadito quanto già affermato dal Presidente Giancarlo Galan a margine della Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 25 gennaio scorso in tema di federalismo fiscale. In particolare, De Bona ha riaffermato che il federalismo fiscale deve “servire” a migliorare il benessere dei cittadini, a semplificare la vita di essi e delle imprese, a contenere la spesa pubblica e la pressione fiscale. Deve assicurare inoltre il giusto equilibrio delle esigenze di autonomia fiscale, responsabilizzazione nella gestione delle entrate e delle spese e solidarietà interregionale. L’assessore ha sottolineato come l’esigenza di assicurare al proprio sistema socioeconomico adeguate prospettive di sviluppo richieda che, pur nel rispetto dell’equilibrio complessivo, il Veneto debba vedersi riconosciuto un maggiore grado di autonomia finanziaria in relazione al soddisfacimento di peculiari aspettative dei cittadini veneti. Con questa fondamentale esigenza appaiono compatibili i principi generali delineati nella proposta Giarda, specie laddove quest’ultima riconosce come un valore acquisito il principio di autonomia fiscale sancito dalla novellata Costituzione. “Non partiamo da zero – ha fatto presente De Bona. Molti dei principi fondamentali per l’attuazione del federalismo fiscale sono già stati acquisiti e condivisi dalle Regioni con gli accordi dei Presidenti a Ravello nel 2003, a Villa San Giovanni nel 2005 e con il Parere sul Dpef 2007-2011 dello Stato. Siamo d’accordo sul fatto che devono essere riconosciuti a tutte le Regioni i livelli essenziali delle prestazioni in materia sanitaria, con la particolare avvertenza però di distinguere i fattori strutturali ed oggettivi di costo dalle spese dovute ad inefficienze nella fornitura dei servizi. Solo i primi sono finanziabili dalla solidarietà interregionale, mentre le seconde dovranno trovare copertura attraverso lo sforzo fiscale autonomo o attraverso una quota delle risorse destinate alle altre funzioni di spesa”. Per quanto riguarda il finanziamento delle funzioni non essenziali, De Bona ha ribadito che non ci si può discostare dal criterio della perequazione della capacità fiscale (delineato dall’articolo 119, comma 3 della Costituzione), che sottintende una solidarietà che riduca ma non annulli le differenze di risorse fiscali tra aree ricche e povere. “Certamente la perequazione deve realizzare incentivi all’efficienza – ha aggiunto - oltre che realizzare obiettivi di equità. Non deve quindi compensare le inefficienze regionali nella fornitura dei servizi regionali o il deliberato limitato ricorso allo sforzo fiscale, ma deve introdurre meccanismi premiali per lo sforzo delle Regioni a sostegno del mondo produttivo e quindi della crescita dei gettiti fiscali”. Un principio da salvaguardare, già adottato nel modello di federalismo fiscale tedesco, è quello di evitare un capovolgimento delle situazioni di partenza, cioè che le Regioni con risorse pro-capite superiori alla media prima della perequazione scendano sotto la media a seguito della perequazione. Cioè, la solidarietà non deve costituire uno strumento per realizzare una sorta di “esproprio fiscale”. La perequazione deve fondarsi su una chiara e trasparente rilevazione dei flussi di solidarietà tra Regioni (perequazione orizzontale), che escluda quindi la dipendenza dal fondo perequativo delle Regioni a più elevata ricchezza. “La Regione del Veneto – ha concluso De Bona - ritiene condivisibile la previsione di una partecipazione, seppure graduale, delle Regioni a Statuto Speciale più ricche alla solidarietà interregionale. D’altra parte, gli interventi speciali di cui all’articolo 119, comma 5 della Costituzione devono essere estesi anche alle realizzazione delle infrastrutture indispensabili ai fini dello sviluppo del tessuto socioeconomico delle Regioni del Nord”. .  
   
   
FEDERALISMO FISCALE: DEL TURCO, GIOCHIAMO PARTITA IMPORTANTE  
 
 Roma, 1 febbraio 2007 - "Dobbiamo evitare che il federalismo fiscale diventi un gioco a perdere per le regioni più deboli. Comincia una partita importante ma molto complessa, forse la più difficile per il sistema delle Regioni ma anche per il sistema statale italiano". Con queste parole il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, questa mattina, ha commentato i lavori della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome convocata per affrontare nel merito questioni e problematiche legate al federalismo fiscale. Sull´argomento sarà necessario un confronto serrato con il Governo per poi, si auspica, raggiungere un´intesa e dare attuazione già con la Finanziaria 2008. "Non tutte le regioni - ha proseguito Del Turco - sono uguali e non tutte hanno la stessa partecipazione alla distribuzione del reddito nazionale. Intanto, dobbiamo arrivare ad una posizione condivisa tra le Regioni per poi interloquire con il Governo portando avanti una linea comune". Lo studio della bozza del documento predisposto dal Ministero dell´Economia e delle Finanze in materia di federalismo fiscale è stato approfondito oggi nella Conferenza i cui lavori andranno avanti per tutta la giornata. Ogni Regione ha presentato le proprie osservazioni. Occorre - si è detto - un sistema di tutela finanziaria per le singole regioni che assicuri loro risorse complessive in grado di coprire i fabbisogni di spesa senza lacerazioni a scapito delle regioni meno ricche. .  
   
   
BASILICATA, DE FILIPPO: POSITIVO IL DIBATTITO SUL FEDERALIMO FISCALE  
 
Potenza, 1 febbraio 2007 - “Il documento del governo sul federalismo fiscale sottoposto alla conferenza dei presidenti rappresenta un buon passo avanti per restituire fiducia ed ottimismo al Sud e permetterle un percorso di avanzamento in linea con l’equità e la solidarietà che spetta ai territori regionali”. Lo ha dichiarato il Presidente della regione, Vito De Filippo secondo cui “il dibattito avviato sul cosiddetto testo Giarda è positivo perché recupera e capitalizza le sollecitazioni poste dalle regioni meridionali di sostenere il livello di coesione e l’ambizione di sviluppo del Mezzogiorno, mettendo in campo una ripartizione delle risorse che sia giusta e solidale. La Basilicata è direttamente impegnata a sostenere il valore di questa proposta che potrà consentirle di accettare responsabilmente la sfida dell’autonomia tributaria e della sostenibilità finanziaria, rendendola anche partecipe della risalita di competitività nazionale”. .  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA SEZIONE EDILE DELLA FEDERLAZIO, FURIO MONACO, INTERVIENE SULLA PRESENTAZIONE DEL BANDO RELATIVO AL PROGETTO DENOMINATO “CAMPIDOGLIO 2”  
 
Roma, 1 febbraio 2007 - “Abbiamo appreso dalla stampa che il 29 gennaio è stato presentato in Campidoglio, dal Sindaco Veltroni e dall’Assessore Minelli, il bando di concorso internazionale di progettazione della nuova sede degli uffici centrali del Comune di Roma. Dalla prima fase, volta ad individuare il progetto vincitore, si passa ora alla seconda fase per l’affidamento ad un soggetto adeguatamente selezionato della progettazione esecutiva e della gestione di alcuni servizi, dalla sicurezza alla manutenzione. La Federlazio auspica che nel momento in cui l’amministrazione procederà alla gara per individuare il soggetto esecutore, si terranno nella giusta considerazione le esigenze delle piccole e medie imprese consentendo a queste ultime di partecipare in forma associata al fine di evitare le esperienze negative verificatesi nel passato che le hanno viste escluse a vantaggio di imprese di grandi dimensioni. Ultimi esempi ne sono il maxi appalto delle strade romane, gli appalti per le linee B e C della Metropolitana, le grandi trasformazioni urbanistiche della città, ecc. , in cui le pmi sono state costrette a subire senza difesa lo strapotere dei grandi gruppi. Gli attuali bandi di gara, sempre più spesso associati a grandi opere, proprio per le loro caratteristiche escludono a priori la partecipazione delle Pmi. Ci auguriamo pertanto che almeno nel prossimo importante bando su Campidoglio 2 le piccole e medie imprese possano avere la possibilità di associarsi tra loro e partecipare alla pari delle grandi realtà imprenditoriali protagoniste di questa stagione del mercato romano”. .  
   
   
RDM REALTY S.P.A.: RAGGRUPPAMENTO DELLE AZIONI  
 
Milano, 1 febbraio 2007 - Rdm Realty S. P. A. Rende noto che, in esecuzione della deliberazione assunta dall’Assemblea Straordinaria degli Azionisti del 30 novembre 2006 (iscritta presso il Registro delle Imprese di Milano in data 19 dicembre 2006), viene dato corso dal 5 febbraio 2007 alle operazioni di raggruppamento delle azioni ordinarie Rdm Realty S. P. A. (“Rdm Realty”) come segue: n. 1 (una) nuova azione ordinaria priva di valore nominale ogni n. 100 (cento) azioni ordinarie esistenti prive di valore nominale. Il raggruppamento sarà effettuato mediante sostituzione nel rapporto sopraindicato delle azioni codice Isin It0004023393 (godimento regolare, cedola n. 2) con nuove azioni raggruppate codice Isin It0004179088 (godimento regolare, cedola n. 2). Saranno oggetto di raggruppamento, nel rapporto sopraindicato, anche le azioni emesse a favore di Piovesana Holding S. P. A. , attualmente non quotate, e contraddistinte dal codice Isin It0004158314 (godimento regolare, cedola n. 2) che a seguito dell’operazione di raggruppamento prenderanno il nuovo codice Isin It0004179096 (godimento regolare, cedola n. 2). Conseguentemente, dal 5 febbraio 2007 il capitale sociale di Rdm Realty – pari ad euro 75. 636. 741,89. Risulterà suddiviso in n. 22. 989. 725 azioni ordinarie, prive di valore nominale. Per facilitare le operazioni di raggruppamento, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni S. P. A. (“Bim”) è stata incaricata di acquistare e vendere, a richiesta di ciascun intermediario, le quantità frazionarie minime non raggruppabili per consentire il possesso di un numero di vecchie azioni ordinarie Rdm Realty pari a 100 o ad un suo multiplo. Detto incarico avrà termine il 31 dicembre 2007. Le frazioni non compensabili saranno compravendute da Bim al prezzo ufficiale di Borsa di venerdì 2 febbraio 2007. Nessuna spesa sarà posta a carico dell’Azionista per oneri accessori inerenti alle suddette compravendite. Le operazioni di raggruppamento saranno effettuate esclusivamente presso Monte Titoli S. P. A. Si rammenta ai possessori di azioni ordinarie Rdm Realty non ancora dematerializzate che le operazioni di raggruppamento potranno essere effettuate esclusivamente previa consegna dei certificati azionari ad un intermediario autorizzato, per la loro immissione nel sistema di gestione accentrata Monte Titoli S. P. A. In regime di dematerializzazione. .  
   
   
BUZZI UNICUM: RISULTATI PRELIMINARI DYCKERHOFF ESERCIZIO 2006 MIGLIORA IL FATTURATO CONSOLIDATO CONFERMATE LE PREVISIONI  
 
Casale Monferrato, 1 febbraio 2007 - Dati di sintesi preliminari del gruppo Dyckerhoff:
(in milioni di euro) Gen – Dic 2006 Gen – Dic 2005 Var.
preliminare in %
Fatturato consolidato 1. 423 1. 327 7
di cui divisione Germania / Europa Occidentale 557 625 - 11
di cui divisione Europa Orientale 524 390 34
di cui divisione Stati Uniti d’ America 342 312 10
Nell’esercizio 2006 il fatturato consolidato è aumentato del 7%, attestandosi a circa 1,4 miliardi di euro. A parità di perimetro la crescita sarebbe stata del 15%. L’andamento positivo dei primi 9 mesi si è ulteriormente rafforzato grazie al clima mite nei mesi di novembre e dicembre. L’incidenza delle attività estere è cresciuta di 3 punti percentuali rispetto all’esercizio precedente, raggiungendo il 66%. Il Consiglio di Amministrazione di Dyckerhoff conferma la previsione per il 2006 e prevede un deciso miglioramento dell’utile netto consolidato. Per l’esercizio 2007 Dyckerhoff prevede il perdurare della congiuntura favorevole e quindi un fatturato consolidato in leggero aumento, a circa 1,5 miliardi di euro. La crescita della domanda ed il venir meno degli oneri straordinari riferiti alla riorganizzazione delle attività olandesi dovrebbero portare ad un ulteriore miglioramento dell’utile netto consolidato. La relazione preliminare completa sarà resa disponibile il giorno 31 gennaio 2007, alle ore 12. 00. .
 
   
   
RIPORTARE RESIDENTI, ATTIVITÀ ECONOMICHE E TURISTI NEI CENTRI STORICI DELL’UMBRIA G.R. PREADOTTA “DDL” PER VALORIZZAZIONE E RIVITALIZZAZIONE  
 
 Perugia, 1 febbraio 2007 – Riportare residenti, attività economiche e turisti nei centri storici dell’Umbria grazie a politiche integrate di promozione e recupero, da attuare in stretta sinergia con soggetti pubblici e privati: il nuovo disegno di legge che detta “norme per i centri e nuclei storici” (preadottato ieri dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore ai centri storici Silvano Rometti) ha l’ambizione di riqualificare e valorizzare “il tessuto storico dell’Umbria, integrando recupero edilizio ed attività produttive, politiche culturali e promozione sociale” e di “incentivare la residenzialità secondo condizioni di sviluppo sostenibile dell’ambiente urbano”. “Intendiamo ridisegnare le funzioni dei centri storici umbri ed arginare il degrado e lo spopolamento di luoghi che per diverse motivazioni rischiano la perdita dell’originaria identità - ha detto Rometti”. Il disegno di legge individua negli ”ambiti di rivitalizzazione prioritaria” la parte dei centri e nuclei storici dove concentrare maggiormente l’impegno pubblico e finalizzare quello privato per il recupero urbanistico, edilizio, sociale ed ambientale delle aree e degli edifici. Prevede inoltre l’attivazione di strumenti e di “quantità edificatorie premiali” per la realizzazione degli interventi; la definizione di un “quadro strategico di valorizzazione” da parte di Comuni, istituzioni pubbliche, imprese, operatori privati per la promozione delle attività economiche e la semplificazione di alcune procedure. “La questione del rilancio dei centri storici è una problematica comune a livello nazionale ed europeo. Ma sono certo – ha sottolineato Rometti - che la nostra proposta di legge sia decisamente innovativa. La questione viene affrontata non solo da un punto di vista edilizio ed urbanistico, ma con un approccio culturale in cui si integrano politiche diverse per ridare ai centri storici umbri il ruolo centrale e strategico che loro compete nella città e nella regione. ”. “Il disegno di legge – ha concluso – contiene indirizzi per regolarne la conservazione, la tutela ed il recupero ma anche, e soprattutto, per garantire la qualità fisica e sociale dell’abitare e per stimolare nuove azioni culturali ed economiche. In particolare la normativa intende per centri e nuclei storici le zone “A” perimetrale a norma di legge dagli strumenti urbanistici generali: ambiti insediativi che rivestono carattere storico, artistico, culturale e paesaggistico. In questo ambito vengono definite sia le azioni di recupero per immobili e spazi pubblici e privati, sia gli strumenti attuativi per consentire, anche con il concorso delle forze economiche e sociali, efficacia ed unitarietà degli interventi. Il disegno di legge verrà inviato al Tavolo del Patto per lo sviluppo dell’Umbria ed al Consiglio delle autonomia locali, prima di essere approvato dalla Giunta regionale. .  
   
   
UTILIZZO DEI NEUTRONI PER IL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI: CONCLUSO ESPERIMENTO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE PER L’IMPIEGO DI NEUTRONI PER IL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI NUCLEARI ENEA PARTNER ITALIANO DELL’ESPERIMENTO MEGAPIE  
 
Roma, 1 febbraio 2007 - Megapie è il più innovativo esperimento scientifico internazionale finalizzato a dimostrare la possibilità di produrre una sorgente di neutroni di elevata potenza da impiegare in vari settori della ricerca, ed in particolare, per il bruciamento dei rifiuti radioattivi. L’esperimento ha consistito in una prima fase di irraggiamento, riuscendo a produrre una sorgente di neutroni di elevata potenza colpendo un bersaglio di metallo liquido con un fascio di protoni. Megapie è stato condotto presso il Paul Scherrer Institute (Psi) di Villigen in Svizzera, impegnando esperti della comunità scientifica internazionale dal suo avvio, avvenuto nell’agosto 2006, fino a quando le attività di ricerca sono state portate a termine a fine dicembre 2006. Per questo esperimento è stato utilizzato un fascio di neutroni da 1 Mw, il più potente al mondo, ed i risultati ottenuti hanno dimostrato che il flusso neutronico prodotto era più elevato dell’ 80% in comparazione a quello che si ottiene con gli abituali bersagli di tipo solido, superando di gran lunga le aspettative iniziali. L’italia ha partecipato tramite l’Enea a questo esperimento, nell’ambito del quale ha svolto attività di progettazione dei sistemi di carico e scarico del “bersaglio di spallazione”, ovvero di una sorta di modulo, chiamato “target”, nel quale avviene una reazione in cui il nucleo bersaglio emette neutroni a seguito del bombardamento con protoni ad alta energia, oltre ad attività di qualificazione dei sistemi per l’asportazione di calore, di qualificazione dei materiali strutturali in condizione di corrosione da metallo liquido e di verifica termo-meccanica del target stesso. Il supporto italiano a questo esperimento è stato pari a circa l’otto per cento del valore delle realizzazioni effettuate, ma l’Italia è risultato il terzo paese per forniture tecnologiche dopo la Svizzera e la Francia. L’industria italiana, infatti, ha realizzato alcune delle parti più delicate del sistema, ricevendo il 22 % degli investimenti per la realizzazione del “target” e dei suoi sistemi ausiliari, ed in particolare: il circuito di asportazione del calore, il circuito di circolazione del gas di copertura del “target”, il sistema di carico. Tutto ciò è stato reso possibile dalle elevate competenze tecnico scientifiche maturate a livello nazionale sia nel settore della ricerca sui sistemi Ads e delle tecnologie dei metalli liquidi pesanti sia nel settore dello sviluppo industriale. Il Paul Scherrer Institute ha coordinato i lavori per l’installazione e l’assemblaggio del bersaglio e del sistema nel suo complesso. Le autorità svizzere competenti per la sicurezza (Swiss Federal Office of Public Health) hanno garantito il controllo di tutte le operazioni. Megapie ha fornito informazioni di grande rilevanza per lo sviluppo di queste tecniche, e la campagna sperimentale viene seguita da un team internazionale con competenze interdisciplinari, composto da 170 persone tra ricercatori, ingegneri e tecnici provenienti da nove Istituti di ricerca ed Agenzie governative tra Europa (Cea, Cnrs, Enea, Fzk, Psi, Sck-cen), Giappone (Jaea), Corea (Kaeri) e Stati Uniti d’America (Usdoe). I costi del progetto Megapie, pari a circa 50 milioni di euro complessivi, sono stati suddivisi tra i vari partecipanti, compresa l’Unione Europea. Lo studio del bersaglio, ora fatto solidificare, continuerà per i prossimi 2 anni fornendo preziosissime informazioni sulla composizione ed il comportamento dei materiali utilizzati nell’esperimento. Alla validazione della tecnologia con i bersagli a metallo liquido prendono parte anche gli Stati Uniti e Giappone, che partecipano con propri progetti. Megapie costituirà una base fondamentale per tutti i futuri progetti industriali per l’incenerimento delle scorie nucleari e per i reattori sottocritici alimentati da acceleratore. L’utilizzo dei neutroni per il trattamento dei rifiuti radioattivi: Con la loro alta energia, i neutroni possono essere utilizzati per alimentare un reattore sottocritico, in cui gli elementi radioattivi a lunga vita, quali nettunio, americio e curio, che si trovano nei rifiuti prodotti negli impianti nucleari, possono essere trasmutati in elementi a tempo di decadimento più breve, se non, addirittura, in elementi stabili. A causa delle loro proprietà pressoché uniche, i neutroni risultano essere particelle di grande importanza per la ricerca scientifica. La struttura atomica della materia, la dinamica, così come le sostanze biologiche possono essere investigate sfruttando questi costituenti dell’atomo. Tuttavia, per essere disponibili, i neutroni devono essere rilasciati dai nuclei atomici, così come avviene nel sistema di spallazione neutronica Sinq (Spallation Neutron Source) presso il Paul Scherrer Institute. Qui un fascio protonico di alta energia è diretto contro un bersaglio metallico, provocando l’emissione, per spallazione, dei neutroni dagli atomi del metallo. Fino ad oggi i bersagli impiegati sono sempre stati di tipo solido, ma i calcoli teorici effettuati hanno sempre evidenziato come bersagli di metallo liquido avrebbero consentito di produrre flussi neutronici più elevati. Da qui è nato l’esperimento Megapie (Megawatt Pilot Experiment), pensato per dimostrare la veridicità o meno delle previsioni teoriche, nonché la possibilità di operare sul lungo periodo un bersaglio costituito da 920 kg di piombo-bismuto liquido, impiegando il fascio protonico del ciclotrone presente al Paul Scherrer Institute, in grado di fornire una potenza in uscita di 1 Mw. Usando questo fascio ad elevata potenza si ottiene un effetto equivalente a quello che si avrebbe impiegando la potenza di 500 stufe elettriche per riscaldare una teiera. .  
   
   
UNO STUDIO ANALIZZA SITUAZIONE E PROSPETTIVE DELLA RICERCA EUROPEA IN MATERIA DI ENERGIA  
 
 Bruxelles, 1 febbraio 2007 - Secondo una relazione recentemente pubblicata dalla Commissione europea, l´Europa investe più dei suoi concorrenti nella ricerca e sviluppo (R&s) di nuove tecnologie energetiche, ma la sua ricerca è scarsamente coordinata e poco mirata. La relazione «The state and prospects of European energy research» (Situazione e prospettive della ricerca europea in materia di energia) confronta la dotazione finanziaria assegnata dall´Ue e da diversi grandi Stati membri alla ricerca nel settore dell´energia non nucleare con i bilanci stanziati allo stesso fine dai principali concorrenti dell´Europa: Giappone e Stati Uniti. A prima vista, l´Europa risulta all´avanguardia nella ricerca sulle nuove tecnologie energetiche. Secondo lo studio, rispetto ai suoi concorrenti l´Europa investe collettivamente una parte maggiore dei propri fondi pubblici nella ricerca in materia di energia, in particolare nella ricerca sull´idrogeno, l´energia eolica e le celle a combustibile, il sequestro e lo stoccaggio del carbonio e l´energia solare termica concentrata. Nel complesso, l´Europa spende 332 Mio Eur l´anno per la ricerca sulle energie rinnovabili rispetto ai 192 Mio Eur del Giappone e ai 144 Mio Eur degli Stati Uniti. Il denaro, però, non è tutto. Lo studio esamina anche le aree coperte da ciascuno dei bilanci assegnati alle attività di R&s. Una delle caratteristiche fondamentali delle dotazioni finanziarie di Giappone e Stati Uniti è la tendenza a concentrarsi su una serie di obiettivi ben precisi e chiaramente definiti. Ne sono un valido esempio l´idrogeno e le celle a combustibile, risorse per le quali le tabelle di marcia di Giappone e Usa definiscono specifici obiettivi di commercializzazione e riduzione dei costi. Per contro, lo studio rileva che gli obiettivi del programma di ricerca dell´Ue tendono a essere più generali. Questa caratteristica può essere spiegata dal fatto che, quando si tratta di formulare gli obiettivi della ricerca europea, il bilancio comunitario in materia di R&s deve tenere conto dell´ampio numero di priorità e obiettivi delle parti interessate. Gli obiettivi vengono quindi mantenuti a un livello generale affinché sia possibile pervenire a un´intesa. Secondo lo studio, tale atteggiamento può essere vantaggioso per le primissime fasi della ricerca condotta su una determinata tecnologia. Inizialmente, è logico prefiggersi ampi obiettivi di ricerca senza accordare priorità ad alcuna tecnologia sulla base delle prime stime del potenziale. Questo significa che il bilancio comunitario tende a creare un ambiente favorevole alla promozione di una moltitudine di idee e alla creazione di una base davvero ampia per la ricerca futura. Tuttavia, lo studio rileva che, disponendo di una dotazione finanziaria più generalizzata, il quadro europeo della ricerca non si presta facilmente alla revisione dei progetti e, di conseguenza, diventa complicato valutare i progressi dei vari programmi di ricerca e adottare misure correttive per riallineare i progetti agli obiettivi iniziali. Questo approccio diventa più problematico verso le fasi finali dello sviluppo della tecnologia, quando, dal punto di vista economico, avrebbe più senso concentrare la ricerca e le risorse su poche tecnologie promettenti anziché ripartire gli sforzi all´interno dello spettro tecnologico. Un suggerimento dello studio è che l´Europa valuti l´ipotesi di inserire alcune caratteristiche dell´approccio statunitense e giapponese all´interno del proprio schema di ricerca. Nello specifico, raccomanda di instaurare un legame più diretto tra gli obiettivi in materia di concorrenza, energia e clima e le attività di R&s correlate, definendo con precisione gli elementi imprescindibili per il trasferimento di tecnologia, quali la fissazione di scadenze, la riduzione dei costi e le prestazioni tecniche, nonché un monitoraggio e una valutazione maggiori e costanti dei progressi compiuti affinché sia possibile adeguare la dotazione finanziaria, qualora ve ne sia la necessità. Lo studio chiede inoltre un maggiore allineamento tra le priorità di ricerca dell´Unione europea e quelle degli Stati membri. Sebbene alcuni paesi siano all´avanguardia nella ricerca sulle nuove tecnologie energetiche, molte attività condotte a livello nazionale non sono mirate né collegate alla situazione presente a livello europeo, come evidenzia il settore della bioenergia. Benché un esiguo numero di Stati membri (Svezia, Lettonia e Finlandia) sia molto attivo, in buona parte dei paesi europei l´impiego della tecnologia, nonché l´approfondimento della ricerca in quest´ambito, sono ancora casuali, si legge nel documento. Nel Sesto programma quadro (6Pq), con la creazione del progetto Era-net Bioenergia, sono state avviate azioni coordinate per collegare in rete programmi nazionali per la ricerca sulla bioenergia. Si prevede che, attraverso la collaborazione, i programmi nazionali produrranno risultati di maggiore qualità e che, attraverso il coordinamento, verrà promosso lo scambio di informazioni aggiuntive ed evitata la duplicazione. Tuttavia, secondo gli autori dello studio, persiste la necessità di avviare azioni concertate tra l´Ue e gli Stati membri. Tra le azioni prioritarie devono figurare il sostegno al trasferimento delle attuali conoscenze e tecnologie mature in Europa, la garanzia di un ulteriore sviluppo tecnologico, nonché l´elaborazione di una visione comune sul ruolo che queste nuove tecnologie dovrebbero svolgere in un futuro sistema energetico europeo. Per sviluppare una visione comune occorre tenere conto delle diverse condizioni presenti nelle varie regioni d´Europa, nonché delle specifiche opportunità per l´impiego di tali energie. Secondo gli autori dello studio, l´Ue e i suoi Stati membri devono dunque assumersi congiuntamente la responsabilità di questo compito, altrimenti alcune regioni d´Europa rischieranno di non usufruire delle ulteriori opportunità socioeconomiche che potrebbero derivare da queste nuove tecnologie. Nel caso di un maggiore ricorso alla bioenergia, lo studio prevede un incremento dello sviluppo economico regionale e un aumento dell´occupazione. Per ulteriori informazioni consultare: http://ec. Europa. Eu/research/energy/pdf/portfolios_report_en. Pdf .  
   
   
SNAM RETE GAS; BERSANI: NON HO SCRITTO LETTERA A BRUXELLES HO SEMPRE AUSPICATO SEPARAZIONE PROPRIETARIA RETE MINISTRO SCRIVE A ‘LA STAMPA’  
 
Roma, 1 febbraio 2007 - “Personalmente non ho inviato nessuna lettera a Bruxelles a proposito della separazione proprietaria tra Eni e Snam Rete gas”. Il ministro dello Sviluppo economico, in una lettera inviata al Direttore de ‘La Stampa’, smentisce la ricostruzione fatta il 30 gennaio dal quotidiano torinese e spiega: “Per l’ennesima volta ribadisco quella che è sempre stata la mia convinzione a proposito di Snam Rete Gas e che cioè sia auspicabile una separazione della rete nel momento in cui sia praticabile, sul piano proprietario, un forte radicamento nazionale della rete stessa”. “Personalmente –precisa il ministro- non ho inviato nessuna lettera a Bruxelles. Evidentemente il testo cui si fa riferimento è il contributo della delegazione italiana ad una discussione aperta a livello europeo. Una discussione che è nata a seguito della presentazione da parte della Commissione europea di un documento sulla politica energetica europea nel cui ambito si delineavano diverse ipotesi su come procedere in prospettiva nel processo di separazione delle reti e sulla possibilità di realizzare un gestore unico ed una autorità unica di regolazione delle reti europee. E’ rispondendo alle ipotesi di Bruxelles che la delegazione italiana ha sottolineato: ‘la separazione proprietaria è il sistema che dà maggiori garanzie per quanto riguarda l’accesso indiscriminato dei terzi alle reti e che incentiva in maniera efficiente gli investimenti sulla rete, tuttavia la sua attuazione immediata a livello europeo appare incerta e irrealistica, stante l’attuale situazione’”. “La posizione italiana, che ribadisce la preferenza per la separazione proprietaria –spiega Bersani- considera la difficoltà ad assumere in questo momento una scelta del genere a scala europea. Queste considerazioni, con tutta evidenza –scandisce il ministro- non pregiudicano in nessun modo scelte nazionali che tocca a noi compiere e che peraltro nei diversi paesi d’Europa sono state compiute, nella maggior parte dei casi, scegliendo la separazione societaria e, in altri casi, scegliendo fra varie forme di separazione gestionale”. “Spero – conclude il ministro Bersani - che queste precisazioni siano sufficientemente chiare per evitare ulteriori equivoci o, peggio, interpretazioni maliziose”. .  
   
   
PROGETTO PER L’INTEGRAZIONE TRA AEM S.P.A. E ASM S.P.A.  
 
Milano – Brescia, 1 febbraio 2007 - I Sindaci dei Comuni di Brescia e Milano si sono riuniti ieri, insieme ai rispettivi consulenti, al fine di fare il punto sul progetto di possibile integrazione tra Aem S. P. A. E Asm S. P. A. All’esito di tale riunione i Sindaci hanno deciso di dare mandato ai consulenti al fine di approfondire, indicativamente entro la fine del mese di febbraio, le modalità per raggiungere alcuni fondamentali obiettivi: l’equilibrio tra le partecipazioni azionarie dei due Comuni, lo stabile controllo congiunto da parte dei Comuni di Milano e di Brescia della società risultante dalla fusione, e quindi la sua non contendibilità, nonché l’ottimizzazione dei servizi resi alle comunità. I Sindaci hanno altresì convenuto che, previo accordo sulle modalità per raggiungere i suddetti obiettivi, dovranno essere compiuti i migliori sforzi per rispettare una tempistica di massima finalizzata a realizzare la fusione entro l’autunno. . . .  
   
   
ENERGIA RINNOVABILE: CARAMANICO, PROSEGUE CONCERTAZIONE.  
 
L´aquila, 31 gen. ´Sarebbero necessari finanziamenti europei ed uno sforzo da parte di Regione Abruzzo e Governo nazionale per aumentare il livello di produzione di energia da fonti rinnovabili ed evitare che l´Abruzzo paghi le sanzioni stabilite dal Protocollo di Kyoto´. E´quanto si è augurato l´assessore all´Ambiente, Franco Caramanico, nel corso del secondo tavolo di concertazione voluto dall´assessore in merito al Piano regionale energetico abruzzese. L´incontro si è svolto a L´aquila nell´auditorium di Palazzo Silone è l´avvio di una concertazione ´aperta a tutti´ che dovrà essere completata entro giugno. ´Puntare sul rinnovabile e sull´efficienza energetica per arrivare al 51% della produzione da fonti rinnovabili entro il 2015 è quello che stabilisce il piano regionale´. ´Il Protoccolo di Kyoto, prosegue Caramanico, parla di multe che a partire dal 2008 si aggirano attorno ai 70 milioni annui se non si rispetteranno i parametri sdtabuiliti che stabiliscono, in Italia, la riduzione dell´emissione di gas serra del 6,5% rispetto al valore del 1990. Invece, aggiunge, si sta registrando un aumento pari al 12%. Per poter rispettare Kyoto, prosegue, dovremmo diminuire tra il 2008 ed il 2012 del 18 % l´emissione inquinante in atmosfera´. Caramanico insiste, poi, sul fatto che non si tratta di una pianificazione a medio termine ´bensì è necessario guardare ai prossimi venti anni; tecnicamente si punta su energia rinnovabile, che non crea l´effetto serra, e sull´efficienza energetica, ossia ridurre i consumi di energia. Nell´immediato ovviamente,continuiamo ancora a sfruttare i combustibili tradizionali, cercando di utilizzare tecnologia a più alto rendimento ed avere comunque un risparmio energetico. Mentre, continua, a medio termine, sarà utile puntare su fonti rinnovabili. L´obiettivo del Piano è arrivare ad avere nel 2015 una produzione energetica del 51% da fonti rinnovabili. Un obiettivo molto ambizioso, afferma, che pero è in linea con le politiche di una Regione che vuole caratterizzarsi a livello europeo per la tutela ambientale". Hanno partecipato al tavolo di concertazione : sindaci, associazioni di categoria, comunità montane, ordini professionali. E´ stato raggiunto tra tutti i soggetti sociAli ed economici la condivisione sulle proposte della Regione. ´Tutti gli interlocutori, ha concluso Caramanico, potranno far arrivare osservazioni´. Il piano regionale è realizzato in convenzione con l´università di L´aquila. .  
   
   
DEPOSITO COSTIERO GAS BRINDISI: LA REGIONE CHIEDE LA VIA  
 
Bari, 1 febbraio 2007 - L’assessorato regionale all’Ecologia ha assoggettato alla procedura di Via - valutazione d´impatto ambientale - il progetto di ampliamento del deposito doganale “Costiero Adriatico 2” di gas propano liquido a Brindisi. Il provvedimento è stato assunto con determina dirigenziale sulla base di molteplici e motivate considerazioni che spaziano dall’applicazione delle procedure di legge al merito delle dimensioni dell’ampliamento richiesto, dalla sua localizzazione nell’area di crisi ambientale alla compresenza di impianti a rischio, dal probabile aumento del traffico navale a quello connesso all’uso delle banchine ed altri ancora. L’istruttoria degli Uffici ha anche considerato le osservazioni presentate dall’Amministrazione Provinciale di Brindisi per i loro aspetti tecnici e per un coinvolgimento maggiore dell’opinione pubblica. .  
   
   
ELETTRODOTTO, SERVONO STUDI SCIENTIFICI, DATI SULL’INQUINAMENTO E PROGETTI ALTERNATIVI: LA COMUNITA’ DEL PARCO DEI MONTI PICENTINI ATTENDE RISPOSTE SULL’IMPATTO AMBIENTALE E SULLA CONCENTRAZIONE DI POTENZA  
 
Montella (Avellino), 1 febbraio 2007 - “Senza studi scientifici concreti, soprattutto per quanto riguarda l’impatto elettromagnetico, la Comunità del Parco dei Monti Picentini non può che esprimersi in maniera negativa sull’elettrodotto”. E’ la posizione che viene espressa da Nicola Di Iorio, presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto, componente del consiglio di amministrazione dell’Ente Parco e componente della Comunità del Parco, a seguito dell’incontro che si è svolto ad Acerno alla presenza dei tecnici di Terna Spa, che hanno illustrato i progetti di rafforzamento delle linee di alta tensione, che prevedono un cospicuo passaggio all’interno del perimetro del Parco regionale dei Monti Picentini. “I tecnici – afferma Di Iorio – hanno giustificato la necessità di rafforzare le linee per assicurare la continuità energetica, ed hanno illustrato un progetto che prevede la realizzazione di una linea da 380 kw, che andrebbe a sostituire alcune linee che andrebbero in dismissione e che oggi trasportano 150 kw. A questo si aggiunge la realizzazione di piloni che avranno un’altezza, imposta dalla potenza dell’elettrodotto, che va dai 50 ai 70 metri”. Secondo la società Terna Spa per il Parco dei Picentini ci sarebbe un vantaggio in termini di riduzione chilometrica dell’impianto e, quindi, dell’impatto ambientale. “Ma allo stato attuale – commenta Di Iorio – il Parco non può fornire alcuna indicazione alla società, che non deve considerare la riunione che si è svolta ad Acerno come una fase di concertazione. Terna aveva l’obbligo di illustrare i progetti, ma finché non saranno portati sul tavolo studi concreti, soprattutto riguardo l’impatto ambientale che l’attraversamento dell’elettrodotto comporta dal punto di vista dell’inquinamento elettromagnetico, la Comunità del Parco non sarà in grado di decidere. Al contrario, alla luce della normativa esistente e sulla base dei dati attuali, il parere non può che essere negativo”. “Il problema – continua il presidente della Terminio Cervialto - non è diminuire il percorso in termini chilometrici dell’elettrodotto, ma la concentrazione di potenza, che sarà pari a più del doppio di quella attualmente prevista. Finora però non ci è dato ancora sapere, attraverso dati scientifici, cosa può causare questa enorme concentrazione di potenza. Ho invitato quindi i tecnici di Terna Spa, che hanno affermato di non essere ancora entrati nella fase di progettazione esecutiva, a compiere valutazioni alternative rispetto al progetto iniziale. È davvero questa l’unica soluzione possibile? Oppure si può evitare una così forte concentrazione di potenza su una stessa linea? Infine, è chiaro che il posizionamento di piloni di 70 metri d’altezza creerebbe un impatto visivo evidente. Terna si è dichiarata disponibile a ristorare il danno, ma che senso avrebbe allora avere un Parco? Non possiamo accettare il principio del ristoro per un’area protetta, sarebbe come accettare il principio che si può creare un vulnus che si può poi risarcire. In sintesi, finché la società Terna Spa non fornirà maggiori dettagli sia sulla possibilità di avere una progettualità alternativa, sia sulle valutazioni scientifiche dell’impatto elettromagnetico sul territorio, la Comunità del Parco continuerà ad invitare gli organi decisionali a non concedere deroghe in tal senso, mantenendo quella linea di coerenza già tracciata con le posizioni espresse sul metanodotto e sulla Galleria Pavoncelli”. .  
   
   
EDISON E DEPA: SIGNIFICATIVO PASSO IN AVANTI NEL PROGETTO IGI PER LA REALIZZAZIONE DEL METANODOTTO ITALIA-GRECIA  
 
Atene, 1 febbraio 2007 – E’ stato firmato ieri ad Atene dal Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e dal Ministro per lo Sviluppo greco Dimitris Sioufas un Protocollo di Intesa in cui i governi dei due Paesi riconoscono a Edison e Depa, in accordo con le Autorità per l’energia nazionali, la possibilità di utilizzare 8 miliardi di metri cubi l’anno di capacità di trasporto del metanodotto Igi tra l’Italia e la Grecia per 25 anni. Con questo atto formale i Governi riconoscono il valore strategico del progetto di Edison e Depa e pongono le premesse per un’accelerazione dei tempi di costruzione dell’infrastruttura. Il metanodotto Igi si collegherà alla rete del Paese anatolico, consentendo all’Italia e ai Paesi dell’Unione Europea di importare annualmente 8 miliardi di metri cubi di gas naturale provenienti da aree del Mar Caspio e del Medio Oriente, nelle quali si trova oltre il 20% delle riserve mondiali (30. 000 miliardi di metri cubi di gas). Il gasdotto Igi rappresenterà una nuova via di approvvigionamento del sistema energetico italiano ed europeo, in grado di incrementarne la sicurezza e favorire lo sviluppo della concorrenza sul mercato del gas nell’Unione Europea. In base agli accordi tra le due società l’80% della capacità di trasporto sarà riservata a Edison, mentre il restante 20% sarà destinato a Depa. Il Protocollo firmato oggi prevede inoltre che Edison e Depa si impegnino a rendere disponibile per l’accesso a terzi capacità addizionale del gasdotto e a incrementare gli scambi di gas al Punto di Scambio Virtuale italiano, contribuendo alla nascita della futura Borsa del gas. Edison e Depa hanno già avviato negoziati con alcuni Paesi produttori dell’area del Mar Caspio, e con quelli interessati dal transito del gasdotto, volti ad assicurare le forniture di gas naturale al nuovo metanodotto. “Siamo molto soddisfatti per la firma del Protocollo di Intesa, che rappresenta un passaggio fondamentale nello sviluppo del gasdotto Igi”, ha commentato Roberto Potì, Direttore Sviluppo di Edison e Presidente di Edison Hellas. “Per incrementare la sicurezza degli approvvigionamenti europei è necessario diversificare le fonti di approvvigionamento, aprire nuove vie del gas con Paesi e aree che oggi non esportano in Europa. Edison è l’unico operatore italiano che sta sviluppando progetti di rilevanza europea che vanno effettivamente in questa direzione, come l’Igi e il rigassificatore di Rovigo, che consentirà l’importazione di gas dal Qatar”. “L’odierna firma del Protocollo di Intesa costituisce un passo importante per l’ulteriore sviluppo del progetto”, ha affermato Assimakis Papageorgiou, Presidente e Amministratore Delegato di Depa. “Questa opera, che interconnetterà le reti gas di Turchia, Grecia e Italia, rappresenta un corridoio energetico di vitale importanza per il transito del gas dall’Est verso l’Ovest, contribuendo alla valorizzazione e l’utilizzazione di fonti energetiche alternative. Con le Interconnessioni Grecia-italia e Turchia-grecia e con l’ ampliamento del terminale Lng di Revithousa, Depa pone le fondamenta affinché la Grecia diventi uno snodo energetico di importanza strategica per il Sud-est europeo e per l’intera Europa”, ha aggiunto Papageorgiou. Il gasdotto Igi sarà lungo circa 800 Kilometri, di cui 600 saranno realizzati da Depa in territorio greco e 200 nel tratto marino tra la costa greca e quella pugliese. I lavori di costruzione del gasdotto Italia-grecia verranno avviati, ottenute le necessarie autorizzazioni, entro il 2008 e si concluderanno nel 2011. Insieme al metanodotto Itg di collegamento tra la Turchia e la Grecia, l’Igi completerà il 3° asse prioritario di sviluppo del sistema energetico trans-europeo, riconosciuto e sostenuto dall’Unione Europea nella direttiva n. 1229 del 2003. Il valore strategico del progetto è stato inoltre ribadito dalla stessa Unione Europea nel gennaio di quest’anno: l’infrastruttura è stata infatti riconosciuta Project of European Interest dalla Ue. Le richieste di autorizzazione per la costruzione e la gestione del metanodotto sono state inoltrate al Governo italiano nel novembre 2006. Notevole attenzione è stata manifestata in Italia dalle amministrazioni locali e regionali, con cui Edison sta collaborando attivamente per definire le migliori condizioni per la realizzazione dell’opera. L’approdo del metanodotto in Italia avverrà nella città di Otranto ritenuta la più adatta sotto tutti gli aspetti. .  
   
   
MOBILITAZIONE LANCIATA IN FRANCIA LUCI SPENTE OGGI ALLE 19.55 CONTRO I CAMBIAMENTI DEL CLIMA  
 
Firenze, 1 febbraio 2007 - "I cambiamenti climatici ci riguardano tutti. E tutti possiamo e dobbiamo dare un contributo per contrastarli. A partire dalle piccole azioni quotidiane. Per questo abbiamo deciso di aderire alla mobilitazione partita dalla Francia su iniziativa dell´Alleanza per il pianeta terra, un gruppo di associazioni ambientaliste, e di rilanciare anche in Toscana l´appello a spegnere la luce per cinque minuti questa sera, primo febbraio, dalla 19. 55 alle 20". Lo afferma l´assessore all´ambiente della Regione Toscana Marino Artusa che promuove l´adesione all´iniziativa "Cinque minuti di tregua per il pianeta" con "un piccolo gesto che può servire non tanto a economizzare l´elettricità, ma a attirare l´attenzione dei cittadini e dei media sullo spreco di energia e l´urgenza di mettere al primo posto nelle agende di tutti le questioni ambientali". Proprio in queste settimane del resto l´allarme sui cambiamenti climatici è diventato un grande tema di dibattito nella politica mondiale. "Dopo il rapporto Stern al governo britannico - afferma l´assessore - in cui l´ex vicepresidente della Banca Mondiale mette in guardia delle ricadute economiche immense sul Pil mondiale che i cambiamenti climatici indurranno nei prossimi anni, all´inizio di gennaio è stato presentato il rapporto della Commissione europea contro le emissioni climalteranti. Domani sarà invece pubblicato il nuovo rapporto del gruppo di esperti climatici dell´Onu, e proprio in coincidenza con questo evento è stata lanciata l´iniziativa popolare contro l´emergenza clima". "La Regione Toscana - aggiunge l´assessore Artusa - sta facendo la sua parte per contribuire al raggiungimento degli impegni di Kyoto e ridurre di circa 5 milioni e mezzo di tonnellate rispetto al 2003 i gas serra emessi. Ma occorre andare più avanti e intensificare le azioni intraprese, ad esempio assumendosi un ruolo centrale di indirizzo, informazione, assistenza e supporto per il mondo delle aziende nella gestione degli obblighi previsti dal protocollo di Kyoto. Ma intanto domani sera spengiamo la luce e gli apparecchi elettrici per cinque minuti. Se riuscissimo a partecipare tutti, questo piccolo gesto avrebbe avrebbe un forte peso mediatico e politico". .  
   
   
INQUINAMENTO: RINVIATA LA CONFERENZA STAMPA A ROMA SULLE INIZIATIVE COMUNI DI PIEMONTE, LOMBARDIA, VENETO ED EMILIA-ROMAGNA.  
 
 Bologna, 1 febbraio 2007 - E´ stata rinviata, a data da destinarsi, la conferenza stampa prevista per oggi 1 febbraio, a Roma, dei Presidenti delle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-romagna, delle Province autonome di Trento e di Bolzano e del Consigliere di Stato del Canton Ticino, sul tema relativo alle iniziative comuni che le suddette Regioni intendono adottare per contrastare l´inquinamento atmosferico nella valle padana. .  
   
   
FIRENZE, I PUNTI PRINCIPALI DELL´ACCORDO SOTTOSCRITTO PER I RIFIUTI DELLA PIANA IL FABBISOGNO DI TERMOVALORIZZAZIONE STIMATO AL 2010 È DI 1270 TONNELLATE AL GIORNO. 14 MILIONI DI EURO PER RIDURRE QUANTITÀ DEI RIFIUTI E POTENZIARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA.  
 
Firenze, 1 febbraio 2007 - Firmato ieri da tutte le istituzioni coinvolte l´accordo sui rifiuti della piana metropolitana di Firenze, Prato, Pistoia. Il tavolo regionale, indetto dal presidente Claudio Martini nel novembre del 2005 per arrivare a una soluzione condivisa per la gestione dei rifiuti, ha portato a termine il proprio lavoro rispettando i tempi stabiliti. Sulle 7 pagine dell´accordo hanno apposto la loro firma stamani alle 9 nella sala giunta di Palazzo Bastogi, dopo il presidente Martini, i presidenti delle province di Firenze, Prato, Pistoia e del Circondario Empolese-valdelsa, e i sindaci dei 12 comuni interessati, Firenze, Prato, Pistoia, Empoli, Sesto Fiorentino, Pontassieve, Scandicci, Rufina, Greve, Montale, Agliana e Quarrata. Questi i punti principali dell´accordo: - riduzione del 15% della produzione di rifiuti urbani rispetto ai dati del 2004, come indicato nel Piano regionale di sviluppo e nel Piano di azione ambientale. Tutti i firmatari si impegnano a sviluppare azioni per raggiungere il primo degli obiettivi regionali. - raggiungimento del 55% di raccolta differenziata, in conformità con il Prs e con il Praa. Ciascun soggetto si impegna a sviluppare azioni per raggiungere il secondo degli obiettivi regionali. - certezza delle risorse. La Regione renderà disponibile nel quadriennio 2007-2010, nell´ambito dei propri strumenti di programmazione, 6 milioni di euro per la riduzione dei rifiuti e di 8 milioni di euro per l´incremento della raccolta differenziata, da destinare prioritariamente ai progetti finalizzati al conseguimento degli obiettivi regionali nei comuni sede di impianti. - impianti di termovalorizzazione. I soggetti competenti procederanno a realizzare o adeguare gli impianti previsti dai piani delle province di Firenze e Pistoia per le potenzialità stabilite. Si tratta degli impianti localizzati nei comuni di Montale, Rufina, Greve in Chianti e Sesto Fiorentino. - società unica di gestione. Entro 180 giorni da oggi (il termine, inizialmente previsto a 90 giorni, è stato prorogato perché coincidente con la scandenza elettorale dei Comuni di Pistoia e Quarrata), i 12 Comuni firmatari proporranno alla Regione e alle Province un piano a tappe che porti già da quest´anno alla comune gestione dello smaltimento dei rifiuti in vista della successiva costituzione di un´unica società. Tutti i comuni saranno soci in ragione di un triplo parametro che terrà conto della quantità di rifiuti prodotti, della popolazione residente e della presenza sul territorio dei relativi impianti. La nuova società rispetterà accordi e convenzioni in atto, compresi quelli a livello interambito, per governare la fase di transizione necessaria al raggiungimento dell´autosufficienza, inclusi i costi di smaltimento fuori ambito e l´utilizzo di tutti gli impianti. Alla nuova società, non appena realizzati o adeguati, saranno conferiti tutti gli impianti di termovalorizzazione, nonché gli altri impianti di trattamento e smaltimento, previa perizia dei valori patrimoniali dei beni conferiti. - Ato unico. La Giunta regionale proporrà al Consiglio, entro 90 giorni da oggi, una proposta di modifica alla legge regionale 25 del 1998, per istituire nelle province di Firenze, Prato e Pistoia un unico Ambito territoriale ottimale. - unico piano di ambito Le province di Firenze, Prato e Pistoia si impegnano ad elaborare entro il 2010 un´unica pianificazione di ambito che, senza aumentare il numero complessivo degli impianti, terrà conto sia della verifica dei risultati previsti dal Prs e raggiunti entro quella data, sia delle pianificazioni provinciali approvate. Se tale piano dovesse richiedere la riorganizzazione del sistema di impianti della piana, si terrà conto di quanto previsto e localizzato nella programmazione della Provincia di Prato. - schema dei flussi. Alla base dell´accordo c´è uno schema dei flussi, in base al quale il fabbisogno di termovalorizzazione stimato ammonterà al 2010 a 1. 270 tonnellate al giorno. Tale quantitativo giornaliero corrisponde ad un totale annuo, calcolato su 330 giorni di funzionamento impianto, di 418. 000 tonnellate di rifiuti, di cui 278. 000 di rifiuti urbani e 140. 000 di rifiuti speciali. Per far fronte a tale fabbisogno di termovalorizzazione l´accordo prevede la realizzazione di un solo nuovo impianto di termovalorizzazione a Case Passerini per smaltire 140. 000 tonnellate, compresa un´aliquota di fanghi per il 30% circa, l´ampliamento dell´impianto esistente dei Cipressi a Rufina per 70. 000 tonnellate, l´adeguamento e il potenziamento dell´impianto in località Testi (Greve in Chianti) per smaltire 70. 000 tonnellate, escluse le 15. 000 di Cdr destinate al cementificio, l´ampliamento dell´impianto di Montale (Pistoia) che attualmente tratta 120 tonnellate al giorno, mentre a regime dovrebbe garantire il trattamento di tutto il Cdr prodotto nel relativo ambito, circa 200 tonnellate al giorno. Gli impianti menzionati saranno dunque in grado di trattare, nel complesso, circa 350. 000 tonnellate annue di rifiuti. .  
   
   
DOPO LA FIRMA DELL´INTESA SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI METROPOLITANI MARTINI: "UNA SVOLTA ECOLOGICA NELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI" "RISULTATO POSITIVO, FRUTTO DI UNA FORTE VOLONTÀ DEGLI ENTI COINVOLTI DI FARE SQUADRA"  
 
Firenze, 1 febbraio 2007 - "Con questa firma la Toscana compie una svolta ecologica nello smaltimento dei rifiuti". E´ questo il commento di Claudio Martini, presidente della Regione Toscana alla firma dell´intesa sottoscritta stamani a Palazzo Bastogi, oltre che dalla Regione Toscana, dalle tre province di Firenze, Prato, Pistoia, dal Circondario Empolese-valdelsa e da 12 Comuni, Firenze, Prato, Pistoia, Empoli, Greve, Montale, Pontassieve, Rufina, Scandicci, Sesto Fiorentino, Agliana e Quarrata. "E´ un risultato molto positivo per la Toscana - prosegue il presidente - essenzialmente per due motivi: l´accordo apre una nuova stagione nella gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, ed è il frutto di una forte volontà, dimostrata da tutte le istituzioni coinvolte, di fare squadra e di lavorare insieme per garantire la gestione di questo settore". "Con il patto che abbiamo sottoscritto oggi - aggiunge Martini - vengono assunti precisi impegni per una forte riduzione dei rifiuti e per potenziare la raccolta differenziata, in modo da diminuire la quantità di rifiuti da inviare allo smaltimento e in discarica. Ridurre, differenziare e recuperare: sono queste le scelte strategiche dell´accordo. Si tratta di una svolta ecologica e di un impegno ambizioso, ma anche possibile e da realizzare. Proprio per questo ci siamo assunti precisi impegni per gli investimenti: 14 milioni di euro nei prossimi quattro anni, 8 milioni per l´incremento della raccolta differenziata e 6 milioni per la riduzione della produzione di rifiuti". "Di grande rilevanza - conclude il presidente Martini - è anche il fatto che Regione, Comuni e Province si impegnano a lavorare insieme per costruire un nuovo sistema di gestione dei rifiuti. Voglio sottolineare che si tratta di scelte impegnative, ma ampiamente discusse, verificate e approfondite da parte di tutti. Vi sono state anche numerose sedute dei consigli provinciali e comunali appositamente dedicate". Anche l´assessore regionale all´ambiente Marino Artusa sottolinea l´importanza dell´accordo raggiunto grazie a un percorso di collaborazione forte tra la Regione e gli enti locali interessati. "La firma apposta oggi sull´intesa - afferma Artusa - segna un passaggio fondamentale e una svolta culturale nell´affrontare la questione della gestione dei rifiuti. L´accento viene sempre più posto sull´aspetto dei rifiuti come dissipazione di risorse. Gli obiettivi regionali per il 2010 del 15% di riduzione dei rifiuti e del 55% di raccolta differenziata, su cui tutti gli enti della piana hanno assunto impegni precisi, sono ora più concreti e raggiungibili". .  
   
   
LAZIO, PIANO RIFIUTI: PRIMO OK DAL MINISTERO  
 
Roma, 1 febbraio 2007 - Il piano contro l´emergenza rifiuti del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha raccolto un successo ufficiale, ricevendo dal ministero dell´Ambiente il primo “si” alla realizzazione degli impianti. ´´Nel piano si parla di 8 linee di produzione – ha detto il ministro Pecoraio Scanio – il problema è ora vedere come dovranno essere realizzate´´. Al termine dell’incontro con il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, il presidente Marrazzo ha poi annunciato la conferma della proroga al suo incarico di commissario straordinario per i rifiuti del Lazio, per tutto il 2007. "I nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti – ha detto il ministro Pecoraro Scanio – si faranno, ma prediligeremo le tecnologie dal minor impatto ambientale´´. “L´emergenza si supera attraverso l´equilibrio tra la raccolta differenziata, la riduzione dei rifiuti e l´impiantistica”, ha detto il Presidente Marrazzo, che ha fatto sapere di aver chiesto risorse al ministero per la raccolta differenziata. Lunedì prossimo si insedierà una commissione congiunta tra il ministero dell’Innovazione e dell’Ambiente che dovrà scegliere entro 60 giorni quali tecnologie utilizzare per i nuovi impianti del Lazio. .  
   
   
APPROVATA LA CONVENZIONE ANNUALE CON LA FONDAZIONE MONTAGNA SICURA – MONTAGNE SURE DI COURMAYEUR  
 
Aosta, 1 febbraio 2007 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore al Territorio, Ambiente e Opere pubbliche Alberto Cerise, ha approvato la convenzione annuale con la Fondazione Montagna sicura – Montagne sûre di Courmayeur per la realizzazione di iniziative riguardanti l’ambiente, la glaciologia, la difesa del territorio e la prevenzione dei rischi idrogeologici, per un importo di 330. 000 €, in buona parte finanziato dal “Programma di studi per il triennio 2007 – 2009 nel settore della difesa del suolo”. “L’accordo – precisa Cerise - prevede tre diversi ambiti: la gestione della sede operativa dell’Espace Mont Blanc; lo sviluppo di progetti transfrontalieri in materia di rischi naturali in montagna e la gestione della “Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani. L’attività sui rischi naturali in montagna – sottolinea l’Assessore - prevede numerosi interventi e tra questi la gestione, da parte della Fondazione Montagna sicura, di una rete transfrontaliera per definire i futuri progetti in materia e stabilire relazioni permanenti con Centri di Ricerca ed Università oltre all’organizzazione di eventi divulgativi dedicati ai rischi naturali, a livello internazionale, a supporto di specifiche necessità”. La “Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani”, autentica cellula operativa costituita nel giugno 2004, rappresenta l’aspetto principale della nuova convenzione e la Fondazione, su incarico dell’Assessorato, ne cura il coordinamento e la gestione, in particolare attraverso l’effettuazione di puntuali interventi di monitoraggio e di sperimentazione sugli ambiti glaciali e periglaciali dell’intera regione. Nel corso del 2007 alla Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani sono state prioritariamente assegnate numerose attività, tra le quali lo sviluppo del Catasto Ghiacciai regionali: una banca dati contenente diverse informazioni riguardanti tutti i ghiacciai valdostani e che sarà prossimamente resa consultabile on line sul sito dell’Amministrazione regionale. È inoltre prevista l’effettuazione di tre campagne di monitoraggio approfondito di sette apparati glaciali valdostani, nonché la misurazione della crescita o del ritiro complessivo su altri quattro, il tutto condotto congiuntamente all’Arpa Valle d’Aosta è in programma la sperimentazione di tecnologie moderne (laser scanner) per queste misurazioni e la gestione di progetti specifici con l’utilizzo di tecnologie innovative in collaborazione con il Politecnico di Torino. Proseguono poi gli interventi documentali e di approfondimento, in particolare attraverso la ricostruzione dell’evoluzione storica di alcuni ghiacciai, nell’intento di documentarne le modificazioni in atto. .  
   
   
APPROVATO DALLA GIUNTA IL PIANO DI INDIRIZZO REGIONALE PER L´UTILIZZO DEL DEMANIO MARITTIMO CALABRESE  
 
Reggio Calabria, 1 febbraio 2007 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore all´Urbanistica e Governo del Territorio, Michelangelo Tripodi, ha approvato nella seduta di ieri l´adozione del Piano di indirizzo regionale per l´utilizzo del demanio marittimo. L´esecutivo, preso atto del protocollo d´intesa sottoscritto con le autonomie locali, ha disposto la trasmissione del provvedimento all´esame del Consiglio. Il Pir, alla cui redazione si è giunti attraverso una forte concertazione e collaborazione istituzionale con le Province e gli enti locali, è uno strumento a valenza economica e di indirizzo teso a disciplinare, nell´ambito territoriale della Calabria, le modalità dell´esercizio delle funzioni dei Comuni preposti. Cioè, il rilascio, rinnovo, revoca e decadenza delle concessioni demaniali marittime; la vigilanza sull´uso delle aree concesse rispetto alle finalità turistico-ricreative; l´autorizzazione al subingresso nella concessione; l´autorizzazione all´affidamento ad altri soggetti delle attività oggetto della concessione; il rilascio, rinnovo, modificazione e revoca delle concessioni relative ai porti di interesse regionale (articolo 9 della legge n. 88/2001). Per quanto riguarda l´operatività, il Piano di indirizzo per l´utilizzo delle aree demaniali marittime, ha valenza di piano di settore ed esprime i criteri generali di riferimento per i Comuni nella redazione e approvazione dei piani comunali di spiaggia equivalenti a piani particolareggiati di utilizzazione delle aree del demanio marittimo. Con essi si vuole favorire, nel rispetto della vigente normativa urbanistica, edilizia, paesaggistica e ambientale, la migliore funzionalità e produttività delle attività turistiche che si svolgono sul demanio marittimo e prevedendo, per le zone non in concessione, tipologie di intervento che favoriscano lo sviluppo turistico. Alla delibera approvata ieri dalla Giunta regionale si è pervenuti in seguito all´incontro che l´assessore Tripodi ha avuto, l´8 gennaio scorso, con i rappresentanti dell´Anci, della Soprintendenza ai beni architettonici, dell´Agenzia del demanio, di Confesercenti-fiba e Confcommercio-sib e al termine del quale è stato siglato un protocollo d´intesa con cui, su richiesta della stessa Anci e dei sindacati dei balneari, è stato convenuto che il passaggio delle funzioni alle amministrazioni comunali avverrà dopo l´approvazione da parte del Consiglio regionale del Piano di indirizzo regionale. .  
   
   
PROGETTO UE TENTA DI INTEGRARE LA RICERCA SULLE INONDAZIONI CONDOTTA IN TUTTA EUROPA  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2007 - Negli ultimi anni in Europa il numero e la gravità delle inondazioni sono in aumento e un´iniziativa finanziata dall´Ue sta tentando di integrare i programmi di ricerca nazionali sulle inondazioni condotti in 11 paesi europei. Il progetto ha appena pubblicato la sua relazione sulle modalità con cui tali paesi rispondono attraverso la ricerca alla sfida del cambiamento climatico e della maggiore vulnerabilità nella loro missione tesa a comprendere meglio cause e conseguenze delle inondazioni. Sebastian Catovsky, coordinatore del progetto Crue, ha dichiarato: «Sviluppare una maggiore comprensione degli impatti di inondazioni e cambiamento climatico è essenziale per evitare la crescita esponenziale di costi e danni. La relazione che pubblichiamo oggi dimostra come l´Europa stia già intraprendendo il primo passo, rafforzando la sua base di ricerca per quanto riguarda la gestione dei rischi di inondazione e integrando maggiormente i programmi di ricerca nazionali. » La relazione Era-net Crue «National research programmes on Flood Risk Management across Europe» (Programmi nazionali di ricerca sulla gestione dei rischi di inondazione in tutta Europa) ha rivelato che i programmi di ricerca negli 11 paesi usufruivano di un bilancio di oltre 55 Mio Eur; i programmi più grandi sono quelli realizzati in Germania, Regno Unito, Francia e Paesi Bassi. Le attività di ricerca legate alle inondazioni rappresentano in media dall´1 al 4% dell´investimento totale annuale nella gestione dei rischi di inondazione; si tratta di finanziamenti provenienti principalmente dal settore pubblico e in primo luogo dai ministeri, dalle agenzie governative e dai consigli di ricerca. Secondo la relazione, il maggior rischio di inondazioni è probabilmente una delle conseguenze più dannose del cambiamento climatico in Europa. Citando un recente studio del settore assicurativo, la relazione prevede che, in assenza di un´azione adeguata, entro la fine del secolo i costi causati dalle inondazioni in Europa potrebbero crescere da dieci a venti volte, fino a superare i 100 Mrd Eur annui. Il progetto Crue Era-net, coordinato dal ministero britannico per l´Ambiente, l´alimentazione e gli affari rurali (Defra), costituirà il punto di partenza per una migliore integrazione delle attività di ricerca sulle inondazioni condotte in Europa. Tra i partner del progetto figurano Austria, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Scozia, Spagna e Ungheria. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Crue-eranet. Net http://cordis. Europa. Eu/coordination/home. Html .  
   
   
IL MINISTRO SCHAVAN DELINEA LE PRIORITÀ NEL CAMPO DELL´ISTRUZIONE PER LA PRESIDENZA TEDESCA  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2007 - Il ministro tedesco dell´Istruzione e della ricerca Annette Schavan ha promesso di promuovere la creazione di uno Spazio europeo dell´istruzione superiore e di un quadro europeo delle qualifiche nel corso della presidenza tedesca del Consiglio dell´Ue. Annette Schavan è intervenuta dinanzi al Parlamento europeo il 30 gennaio e ha illustrato alla commissione per la cultura e l´istruzione le priorità della Germania nel campo dell´istruzione. Il 1° gennaio 2007 è entrato in vigore un nuovo programma per l´apprendimento lungo tutto l´arco della vita. Il ministro Schavan ha accolto con favore il nuovo programma integrato, sottolineando tuttavia che occorre un maggiore impegno affinché l´Europa realizzi l´obiettivo di diventare l´economia basata sulla conoscenza più competitiva del mondo entro il 2010. Il ministro ha chiesto di procedere a una modernizzazione dell´istruzione superiore europea. «Solo allora le nostre università saranno in grado di offrire il loro contributo agli sforzi di innovazione europei. Le nostre università presentano un potenziale enorme», ha dichiarato. Modernizzazione, secondo Annette Schavan, significa cambiare non soltanto il modo di controllare e gestire le università, ma anche quello in cui vengono finanziate e dirette. Il ministro ha aggiunto che il lavoro svolto sotto la presidenza tedesca sarà dedicato a incoraggiare gli Stati membri a promuovere docenza e ricerca di prim´ordine, a sostenere rapporti più stretti tra università e industria e ad accelerare l´innovazione e la modernizzazione nell´istruzione superiore. Una conferenza che si terrà a Londra nel prossimo maggio esaminerà le misure che ancora devono essere adottate per stabilire uno Spazio europeo dell´istruzione superiore. Tra le misure figurano una maggiore autonomia per le università e cambiamenti nei programmi di finanziamento. Inoltre, la Germania intende far progredire il quadro europeo delle qualifiche. L´iniziativa è tesa a promuovere la mobilità e la trasparenza transfrontaliere e a offrire uno strumento di traduzione che consenta la classificazione e il raffronto delle qualifiche. «Lo scopo è garantire che il quadro europeo delle qualifiche copra l´intero spettro didattico e formativo, l´apprendimento formale e informale, le qualifiche formative, i diplomi di dottorato e le competenze professionali», ha dichiarato il ministro Schavan. Nel settembre 2006, la Commissione europea ha adottato una proposta di quadro europeo delle qualifiche che ha riscosso il favore del Consiglio in novembre. «Adesso attendiamo con impazienza l´opinione del Parlamento», ha dichiarato il ministro agli eurodeputati. «Lo sviluppo dell´Unione europea dipenderà principalmente da come affronteremo la questione dell´istruzione e della ricerca, dell´innovazione e della tecnologia. Sono le fonti della ricchezza futura», ha dichiarato Annette Schavan, che si è espressa con ottimismo sui progressi realizzati dall´Ue negli ultimi 50 anni, e ha concluso affermando: «Adesso tocca a noi mobilitare l´Europa per incrementare la crescita e l´occupazione attraverso l´istruzione e la ricerca. La presidenza tedesca del Consiglio farà la propria parte per il conseguimento di tale obiettivo. » Per ulteriori informazioni sulla Presidenza tedesca del Consiglio consultare: http://cordis. Europa. Eu/germany/presidency .  
   
   
MASTER POST UNIVERSITARIO “DIRITTI E TUTELA DEI MINORI”  
 
Bolzano, 1 febbraio 2007 - Si è conclusa nei giorni scorsi a Bressanone, presso la sede dell’Università, la prima edizione del Master internazionale post universitario in “Diritti e tutela dei minori” organizzato dalle Università di Padova, Innsbruck e Freiburg in collaborazione con la Provincia autonoma di Bolzano – Assessorato alla sanità e politiche sociali. Al Master, unico nel suo genere, hanno partecipato nell’arco dei due anni 13 persone, di cui cinque provenienti dalla provincia di Bolzano. I 13 candidati hanno pertanto concluso il proprio lavoro discutendo a Bressanone davanti alla Commissione d’esame le tesi di fine Master. La peculiarità dell’iniziativa formativa consiste nell’interdisciplinarietà delle materie insegnate che hanno visto alternarsi alla docenza professori ed esperti, italiani e stranieri, provenienti dall’area giuridica (tra questi anche la Presidente del Tribunale dei minori di Bolzano, Dott. Ssa Margit Fliri), sociopedagogica e sanitaria. È stata pertanto la volontà di perseguire una sempre maggiore integrazione tra le diverse professionalità impegnate nella tutela dei diritti dei bambini e delle bambine a spingere le tre Università verso questo obiettivo che ha trovato un forte sostegno nell’Assessorato provinciale alla sanità e alle politiche sociali. L’assessore Theiner sottolinea infatti l’importanza dell’integrazione tra i servizi sociali e quelli sanitari che devono però poter interagire sempre meglio anche con gli operatori (magistrati, avvocati, ma anche Forze dell’Ordine) dell’ambito giudiziario. Solo la capacità di utilizzare un “linguaggio comune” tra i servizi può favorire il raggiungimento di un tale risultato. Al Master hanno partecipato tre operatori dell’area sociopedagogica (due dei quali impegnati professionalmente nei distretti sociali di Bressanone e Laives), due con laurea in psicologia ed otto con laurea in giurisprudenza (alcuni già in possesso del titolo di avvocato). Il Master è stato diretto dal Prof. Antonio Condini, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Padova, il quale ha presieduto anche la commissione d’esame finale. Membri di commissione erano inoltre il Prof. Dr. Hartmann Hinterhuber direttore della Clinica universitaria di psichiatria di Innsbruck (Leiter der Klinischen Abteilung für Allgemeine Psychiatrie der Universität Innsbruck), la Prof. Ssa Federica Giardini docente di Diritto privato comparato presso l’Università degli studi di Padova, la Prof. Ssa Liliana Dozza Ordinaria di Pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano e il Dott. Eugenio Bizzotto Direttore dell’Ufficio provinciale famiglia, donna e gioventù. .  
   
   
IL PRESIDENTE BASSOLINO INCONTRA 4 DOTTORANDI IRACHENI E I RESPONSABILI DEL PROGETTO DI COOPERAZIONE CON L´UNIVERSITÀ DI NASSIRYIA  
 
Napoli, 1 febbraio 2007 - Il Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino ha incontrato una delegazione irachena guidata dal prof. Abrah Malik, rappresentante del rettore dell´Università di Nassiriya, per fare il punto sul progetto di collaborazione avviato con il protocollo d’intesa tra Regione Campania, Associazione Il Campo e l´ateneo iracheno. All´incontro erano presenti l´on. Giuseppe Soriero, presidente dell´Associazione "Il Campo", partner del progetto, la responsabile scientifica Giovanna Borrello e quattro borsisti iracheni neolaureati, a Napoli per conseguire dottorati di ricerca presso le Università Federico Ii e Orientale. Nella realizzazione del progetto, sono impegnati, il Ministero degli Esteri, la Regione Campania, la Regione Calabria e le strutture universitarie campane, calabresi e l´Università Roma Tre. Il Presidente Bassolino ha espresso la propria soddisfazione per lo stato di avanzamento del progetto, assicurando il suo impegno per intensificare la cooperazione con l´Università di Nassiriya, sia con gli scambi accademici, sia supportando i programmi di formazione professionale in loco dedicati alle donne irachene. Il programma di sviluppo dell´università di Nassiriya prevede, tra l´altro, la creazione di un Dipartimento di Italianistica presso l´ateneo iracheno e l´allestimento di programmi di e-learning e aule multimediali per la formazione a distanza. .  
   
   
“ENTERPRISE EUROPEAN BUSINESS GAME” STUDENTI A SCUOLA DI IMPRESA: IL 2 FEBBRAIO PRESENTAZIONE PROGETTO A PERUGIA  
 
 Perugia, 1 febbraio 2007 - Verrà presentata venerdì 2 febbraio, alle ore 9. 30, nell’Aula Magna dell’Istituto Giordano Bruno di Perugia la seconda edizione di “Enterprise European Business Game”, il progetto europeo di simulazione di impresa rivolto a studenti del penultimo anno delle scuole superiori. Si tratta di un percorso formativo basato sul gioco di ruolo in cui gli studenti assumono le vesti da imprenditori, progettando un’impresa grazie ad una propria business idea. Aderiscono al progetto gli istituti “G. Bruno” di Perugia, “A. Casagrande” di Terni, il “G. Spagna” di Spoleto e “M. Gattopone” di Gubbio. Alla presentazione interverrà l’assessore alla formazione professionale della Regione Umbria, Maria Prodi. .