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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Dicembre 2007
UN MERCATO INTERNO EUROPEO PIÙ AMBIZIOSO NEL 2008  
 
Strasburgo, 18 dicembre 2008 - Il Parlamento europeo accoglie con favore il programma di lavoro della Commissione per il 2008, ma suggerisce maggiore ambizione, soprattutto per quanto riguarda il completamento del mercato interno. Chiede quindi la presentazione di una serie di proposte a favore delle imprese, tutelando al contempo i consumatori e l´ambiente. Suggerisce inoltre iniziative nel campo dei mercati finanziari, dell´energia, della sanità pubblica, dei trasporti, dell´agricoltura, dell´immigrazione e della politica estera. Il Parlamento ha approvato una risoluzione in cui sottolinea anzitutto che nel 2008 «sarà essenziale che il trattato di riforma venga ratificato così da poter entrare in vigore prima delle elezioni» europee del giugno 2009. Si compiace quindi dell´impegno della Commissione a sostegno della ratifica del trattato di riforma, anche perché ritiene che gli obiettivi e le riforme da esso previsti «siano indispensabili per il buon funzionamento e il futuro sviluppo dell´Unione (. ) renderanno l´Ue più democratica e l´avvicineranno al cittadino». Plaudendo poi alla struttura mirata del programma di lavoro della Commissione per il 2008 chiede che in futuro questo sia accompagnato da un calendario indicativo delle iniziative. Condivide l´importanza cruciale attribuita nel programma annuale 2008 alla crescita e ai posti di lavoro, allo sviluppo sostenibile, al mutamento climatico, all´energia e alla migrazione nonché l´accento posto sul miglioramento della legislazione, sulla corretta attuazione e sul rafforzamento del ruolo dell´Europa come partner mondiale. Il Parlamento chiede nondimeno alla Commissione di essere «più ambiziosa» nelle sue iniziative per garantire l´applicazione della legislazione relativa al mercato interno, i diritti fondamentali, la libertà, la giustizia e l´inclusione sociale. La esorta inoltre ad impegnarsi in un programma comunitario di Lisbona, «equilibrato e funzionale ai risultati», per il 2008-2010. Il Parlamento ribadisce la richiesta di un´agenda europea «in cui vi sia un reale sostegno reciproco tra prosperità e solidarietà». Chiede quindi alla Commissione di intensificare gli sforzi tesi a estendere e ad approfondire il mercato interno «nel senso di un mercato forte, innovativo e competitivo», da sviluppare attraverso «la concorrenza leale, la coesione sociale ed un elevato livello di protezione dei consumatori». La invita, in particolare, a porre l´accento sull´attuazione tempestiva e coerente della direttiva sui servizi. Ai fini della tutela dei consumatori, il Parlamento sottolinea poi l´importanza di migliorare la sorveglianza del mercato, e in particolare «di forgiare una forte credibilità del marchio Ce e di combattere le contraffazioni», mettendo un accento particolare sulla sicurezza dei giocattoli. Invita poi a chiarire «le zone grigie della legislazione» in settori come quello delle aste online e raccomanda un esame attento delle possibilità per una risoluzione «più rapida, più efficace e più equa» delle controversie tra imprese e consumatori. Il Parlamento esorta vivamente la Commissione «a non sacrificare la dimensione sociale della strategia di Lisbona considerandola come un ostacolo che penalizza la competitività». Anche perché un adeguato investimento nella conoscenza crea un´economia più prospera, in grado di lottare contro problemi quali la povertà, l´esclusione sociale e la disoccupazione e di garantire una migliore protezione dei lavoratori. Chiede inoltre l´introduzione di misure intese a promuovere un miglior equilibrio tra vita professionale e vita privata, nonché in materia di salute e sicurezza per tutti i lavoratori. Nell´accogliere poi con particolare soddisfazione l´annuncio, da parte della Commissione, di una proposta legislativa concernente la società privata europea, il Parlamento sottolinea la necessità di un livello adeguato di protezione dei diritti di proprietà intellettuale ed esorta un autentico miglioramento del regime dei brevetti. D´altra parte deplora che la Commissione non intenda proporre un´iniziativa concernente l´introduzione di una base comune consolidata per l´imposta sulle società. Accoglie invece con favore la determinazione della Commissione a realizzare entro il 2012 l´obiettivo di una riduzione del 25% degli oneri amministrativi gravanti sulle imprese, ritenendo ciò «una priorità chiave», in particolare per le Pmi. Inoltre, il Parlamento chiede la presentazione di proposte volte a migliorare l´efficacia della vigilanza prudenziale europea, in particolare per quanto riguarda i fondi speculativi e le agenzie di rating. In proposito, attendendosi un´analisi rigorosa delle cause e delle conseguenze della crisi dei mutui ipotecari, chiede una valutazione dei sistemi e degli strumenti attuali di vigilanza prudenziale in Europa. Insiste peraltro su una stretta concertazione con il Parlamento, che si traduca «in chiare raccomandazioni» quanto alle modalità «per migliorare la stabilità del sistema finanziario e la capacità di quest´ultimo di fornire finanziamenti alle imprese europee sicuri a lungo termine». Nel considerare una priorità la revisione del "pacchetto telecomunicazioni", il Parlamento accoglie poi con soddisfazione l´impegno della Commissione a favore della creazione di un mercato interno dell´energia «liberalizzato e integrato». In proposito ritiene opportuno «operare una distinzione tra l´evoluzione del mercato dell´elettricità e quella del mercato del gas». Nell´ambito della lotta al cambiamento climatico, chiede un quadro legislativo organico e generale per la promozione e l´impiego delle energie rinnovabili nell´Unione europea, corredato di obiettivi vincolanti, ma constata che le azioni elencate dalla Commissione nel piano d´azione per l´efficienza energetica e nel piano d´azione per la biomassa non sono comprese nel programma di lavoro per il 2008. Caldeggia, d´altra parte, un potenziamento degli sforzi dell´Ue e dei suoi Stati membri a sostegno di tutte le fonti energetiche che non emettono Co2. Nell´accogliere favorevolmente l´intenzione della Commissione di pubblicare un pacchetto "trasporto verde", il Parlamento appoggia le due iniziative prioritarie riguardanti il trasporto marittimo e il trasporto aereo. Plaude poi alle iniziative della Commissione nel settore della sanità pubblica, in particolare la proposta legislativa prevista sulla qualità e la sicurezza delle donazioni e dei trapianti di organi, nonché la proposta di raccomandazione del Consiglio sulle infezioni associate all´assistenza sanitaria inserita nel "pacchetto sanità", volte a garantire livelli ottimali di sicurezza del paziente e di qualità dell´assistenza. Chiede, peraltro, di intensificare gli sforzi per mettere a punto una politica coerente con riferimento alle emergenze nel settore sanitario, alle persone con disabilità, alle malattie croniche e all´informazione dei pazienti. In materia agricola, il Parlamento plaude alla comunicazione della Commissione sulla verifica dello "stato di salute" della Pac, ma sottolinea che la natura esatta delle necessarie proposte legislative «non potrà essere definita prima che il Parlamento, la Commissione e il Consiglio abbiano concluso un dibattito approfondito». Chiede poi di presentare proposte legislative concrete sul sistema di etichettatura ecologica. Il Parlamento ritiene che una politica comune in materia di migrazione, visti e diritto di asilo, nonché un´efficace integrazione economica, sociale e politica degli immigrati sulla base di principi comuni «rappresentino due facce della stessa medaglia e costituiscano una sfida chiave». Fermo restando, peraltro, il pieno rispetto della ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri e l´Unione europea, in particolare in materia di integrazione. Invitando poi la Commissione a potenziare le misure di lotta contro il traffico di esseri umani, accoglie con favore il rinnovato impegno della Commissione per una politica comune della migrazione, di strumenti comuni per proteggere le frontiere esterne e di una politica comune in materia di asilo. Allo stesso tempo chiede di migliorare ulteriormente le misure in materia di istruzione e integrazione al fine di instaurare un quadro chiaro e sicuro per gli immigrati economici, segnatamente i lavoratori qualificati, che precisi i loro obblighi e diritti. D´altra parte, il Parlamento rileva che il programma di lavoro non cita il futuro sistema Pnr europeo e, pertanto, chiede una maggiore cooperazione operativa a livello europeo nella lotta contro il terrorismo nonché, ove opportuno, un maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo. In proposito, sottolinea che degli strumenti di protezione dei dati efficaci e applicabili «non devono essere visti come ostacoli alla lotta al terrorismo o a qualsiasi tipo di radicalizzazione, ma come meccanismi per accrescere la fiducia nello scambio di informazioni tra servizi di polizia». In materia di politica estera, il Parlamento ritiene che il ruolo dell´Ue nella promozione del rispetto dei diritti dell´uomo, della democrazia e del buon governo «debba essere considerato come parte integrante dell´insieme delle politiche e dei programmi dell´Ue». Sottolinea poi la necessità di continuare il processo di ampliamento e considera i Balcani occidentali come una regione prioritaria. Nel prendere atto della priorità da conferire al dossier Kosovo, ritiene che il legame transatlantico sia fondamentale sia per la promozione dei valori condivisi che per la difesa degli interessi comuni. Per quanto concerne il Medio Oriente, è dell´avviso che, oltre a fornire fondi per la sopravvivenza economica e la ricostruzione, segnatamente in Libano e Palestina, l´Ue debba continuare a sviluppare iniziative politiche per rafforzare ulteriormente il suo ruolo di diplomazia attiva nella regione. Ponendo infine l´accento sulla necessità di una conclusione positiva del Doha Round, sottolinea che l´Ue deve rafforzare anche il suo impegno con le economie emergenti attraverso accordi bilaterali o regionali di libero scambio, includendo disposizioni sull´applicazione delle norme fondamentali del lavoro. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO; VERSO UN MONDO SENZA MINE  
 
Strasburgo, 18 dicembre 2007 - Sono ancora troppe nel mondo le vittime delle mine antipersona. Il Parlamento chiede quindi il pieno rispetto della Convenzione sulla messa al bando di questi ordigni e di iniziare subito i preparativi per la sua revisione. Sollecita poi l´Ue a finanziare lo sminamento e l´assistenza alle vittime e a vietare per legge ogni sostegno da parte di istituzioni finanziarie a favore di imprese attive nella produzione, nello stoccaggio o nel trasferimento di mine terrestri antipersona. Il Parlamento ha approvato una risoluzione comune sostenuta da tutti i gruppi politici (eccetto Ind/dem) che invita tutti gli Stati a firmare e a ratificare la Convenzione di Ottawa al fine di universalizzarla «per raggiungere l´obiettivo comune di un mondo senza mine». Nota infatti che sono 78 i paesi ancora in possesso di arsenali contenenti circa 250 milioni di mine terrestri, tre gli Stati non firmatari della convenzione producono ancora o mantengono il diritto di produrre mine antipersona e nove gli Stati firmatari che devono ancora distruggere i loro arsenali entro quattro anni dall´adesione alla Convenzione. In proposito, sottolinea l´importanza che gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, il Pakistan e l´India aderiscano alla Convenzione di Ottawa. Invita inoltre i due Stati membri (Finlandia e Polonia, ndr) che non hanno ancora aderito alla Convenzione o terminato il processo di ratifica a procedere in tal senso prima della prossima Conferenza di revisione della Convenzione di Ottawa che si terrà nel 2009. Gli Stati firmatari dovrebbero poi attuare «integralmente e rapidamente» tutti gli obblighi previsti dalla Convenzione di Ottawa. Il Consiglio, gli Stati membri dell´Unione europea e i paesi candidati sono poi invitati ad avviare «immediatamente» i preparativi per la Conferenza di revisione della Convenzione e a presentare, in tale contesto, una proposta relativa alla prevista "azione congiunta". In proposito, ricorda l´interpretazione della Croce rossa internazionale secondo cui fili di inciampo, fili a strappo, asticelle inclinate, spolette a bassa pressione, dispositivi antimanipolazione e congegni simili «sarebbero vietati nei paesi firmatari della Convenzione». Rivolge inoltre l´invito a adottare senza indugio misure per garantire che le mine anticarro che potrebbero essere fatte detonare dalla presenza, dalla prossimità o dal contatto di una persona vengano distrutte. Tra il 1999 e il 2004, si è proceduto allo sminamento di 4 milioni di mine antipersona (Apm) e di 1 milione di mine anticarro (Avm) e sono stati bonificati 2. 000 km2 (pari alla superficie del Lussemburgo) di aree contaminate. Tuttavia si stima che più di 200. 000 km2 a livello mondiale (pari alla superficie del Senegal) sono ancora contaminati da mine e ordigni inesplosi. Ciò significa che in più di 90 paesi si trovano ancora mine e ordigni inesplosi. Il Parlamento invita quindi la Commissione a garantire pienamente «la propria determinazione e continuità negli sforzi volti ad assistere finanziariamente le comunità e gli individui interessati dal problema delle mine antipersona con tutti gli strumenti disponibili», anche nei territori sotto il controllo o l´influenza di attori armati non governativi. In proposito, chiede il ripristino di una linea di bilancio specifica in materia di mine antipersona per il finanziamento delle azioni antimine, dell´assistenza alle vittime e della distruzione degli arsenali, e di garantire la disponibilità di risorse sufficienti dopo il 2007. Sottolineando che nel 2007 la Commissione ha impegnato un totale di 33 milioni di euro per azioni antimine in 10 paesi (Bielorussia, Bosnia-erzegovina, Cambogia, Cipro, Etiopia, Guinea-bissau, Giordania, Libano, Senegal e Sudan), ricorda peraltro che dagli inizi degli anni Novanta, la comunità internazionale ha destinato più di 3,4 miliardi di dollari ai programmi di azione antimine (sminamento e aiuti alle vittime), e che l´Unione europea ha speso circa 335 milioni di euro. Invita poi gli Stati membri dell´Unione europea e i paesi candidati, a garantire che i finanziamenti da essi destinati alle operazioni di sminamento «contribuiscano allo sviluppo di una capacità nazionale in materia», per garantire che le operazioni proseguano fino alla «bonifica totale di tutte le aree minate, note o presunte». Il numero di vittime segnalate è passato da 11. 700 nel 2002 a 5. 751 nel 2006, ma dati ufficiosi stimano a 15. 000-20. 000 l´anno il numero ufficioso di vittime di mine terrestri e ordigni inesplosi. Al mondo vi sono circa 450. 000 - 500. 000 sopravvissuti che necessitano di assistenza e riabilitazione e tre quarti delle vittime ufficiali sono civili di cui il 34% sono bambini. Il Parlamento invita quindi i paesi interessati dal problema delle mine e i donatori internazionali «a conferire maggiore priorità alla riabilitazione fisica ed economica dei sopravvissuti, poiché non si tiene adeguatamente conto delle loro esigenze». Il Parlamento ricorda poi che ogni paese firmatario della Convenzione di Ottawa si impegna ad astenersi «sempre e in qualsiasi circostanza» dall´assistere, incoraggiare o indurre, in qualunque modo, chiunque ad impegnarsi in attività proibite in virtù della Convenzione. Invita gli Stati contraenti a garantire che le istituzioni finanziarie presenti sul loro territorio e/o che rientrano nella loro giurisdizione effettuino investimenti in imprese coinvolte nella produzione, nello stoccaggio o nel trasferimento di mine terrestri antipersona. Di più, ritiene che nelle legislazioni europea e nazionale debba essere inserito il divieto di ogni tipo di sostegno finanziario diretto e indiretto da parte di istituzioni finanziarie pubbliche o private a favore di imprese coinvolte nella produzione, nello stoccaggio o nel trasferimento di mine terrestri antipersona». .  
   
   
UE: ILLY ALL´´INCONTRO CON BARROSO SU PROGRAMMA LAVORO 2008  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2007 - - Il presidente dell´Are/assemblea delle Regioni d´Europa e del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, ha incontrato 17 dicembre a Bruxelles, a Palazzo Berlaymont, il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, nel quadro di uno "scambio politico informale" (così è stato definito in ambiente comunitario) dedicato al programma legislativo e di lavoro della Ue per il 2008 ed alle prospettive del Trattato di Lisbona, siglato lo scorso 13 dicembre nella capitale portoghese. Alla riunione sono intervenuti il presidente del Comitato delle Regioni europee Michel Delebarre, nonché i presidenti della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime, Claudio Martini (presidente della Toscana), e delle Regioni europee di confine, l´olandese Lambert van Nistelroij. Secondo il presidente Illy si è trattato di un incontro molto produttivo, nel quale si sono confrontate le posizioni delle Assemblee delle Regioni europee con quelle del presidente Barroso e del commissario europeo per le Politiche regionali Danuta Huebner. "I temi principali - ha sottolineato il presidente Illy al termine dell´incontro con Barroso - sono stati quelli del Trattato di Lisbona, dell´energia e del cambiamento climatico e, infine, della politica di coesione". Le Regioni hanno presentato le loro posizioni, ha ancora commentato Illy, che sono state prese in considerazione dal presidente della Commissione europea, "il quale ha parlato di una ´naturale complicità´ che deve coesistere tra le Regioni e l´Unione europea". Il presidente Illy ha inoltre ricordato a Barroso che non c´è soltanto da approfondire il tema dell´unione europea che nasce con il trattato di Lisbona, ma occorre tener presente che alcuni Paesi attendono ancora gli sviluppi del processo di allargamento: in primis la Croazia, ha sottolineato, ma anche altri Paesi come la Serbia (con l´incluso problema del Kosovo) attendono dall´Unione europea una soluzione definitiva, "anche per evitare il rischio che nuove guerre civili possano scoppiare". "Credo che la Ue debba farsi carico anzitutto del problema del Kosovo - ha concluso Illy - senza attendere che siano gli Stati Uniti ad indicare delle soluzioni". L´incontro di Bruxelles è stato seguito anche dai rappresentanti del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d´Europa, della Conferenza dei presidenti dei Parlamenti regionali europei con poteri legislativi e di Regleg/regioni Ue dotate di potestà legislativa. .  
   
   
SLOVENIA/SCHENGEN: PRESENTATE INIZIATIVE A UDINE  
 
Udine, 18 dicembre 2007 - "Dopo aver vissuto separati per molti decenni, lavorando costantemente per riannodare e sviluppare i rapporti tra le genti da entrambi i lati del confine e dopo che la Slovenia è diventata membro dell´Unione europea, finalmente un altro fatto sancirà la nostra comune appartenenza alla stessa area di valori: il 21 dicembre i valichi di confine spariranno e dal primo gennaio sarà la Slovenia a rappresentare tutti noi nel mondo, assumendo la presidenza dell´Ue per un semestre. Tutto questo segna una svolta nelle politiche di collaborazione, anche con la Regione, che ci auguriamo possano portare a un futuro di crescita e di benessere per tutti con il coinvolgimento degli enti substatali che Lubiana sta per istituire". È così che il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini ha salutato a Udine le molte autorità transfrontaliere intervenute ieri alla conferenza stampa di presentazione delle manifestazioni per l´ingresso della Slovenia nell´area Schengen che si terranno nella fascia confinaria a partire dalla notte tra il 20 e il 21 dicembre. "Il fortissimo impatto emotivo che provoca vedere smantellare i valichi di confine, le garitte, le rampe, i blocchi e le transenne, è dovuto al fatto che le popolazioni non hanno mai accettato pienamente la frattura che si è creata nei territori al termine del secondo conflitto mondiale, perchè abituate a vivere insieme, con lingue e culture diverse e in virtù di questo spinte al dialogo e aperte verso l´altro. Ed è stato grazie a un infaticabile lavoro delle associazioni culturali, dei sindaci, dei prefetti, della gente, che si è riusciti a riunire nuovamente le popolazioni, arrivando a celebrare insieme i momenti più importanti. Il territorio ha saputo trascinare le istituzioni" ha sottolineato ancora Tesini. Alla conferenza stampa sono intervenuti i sindaci di Pulfero Piergiorgio Domenis, Taipana Elio Berra, Savogna Lorenzo Cerniola, il prefetto di Tolmino Zdravko Likar e il primo cittadino di Caporetto Robert Kavcic e il vice sindaco di Plezzo Robert Trampuz, insieme ai rappresentanti delle principali unioni delle associazioni culturali ed economiche slovene della provincia di Udine, Jole Namor per la Skgz e Giorgio Banchig per la Sso. "Con la tenacia e l´impegno costante delle popolazioni di confine, delle autorità locali e delle organizzazioni culturali e con il progresso delle istituzioni democratiche slovene, italiane e del Friuli Venezia Giulia - ha concluso Tesini - abbiamo trasformato radicalmente la situazione che ci ha consegnato la seconda guerra mondiale. Ed è stata la Regione quella che ha saputo riannodare meglio le fila tra culture e genti separate. Nella notte tra giovedì e venerdì finalmente tutto ciò avrà attuazione e la separazione scomparirà". La conferenza stampa di presentazione delle manifestazioni sulla fascia confinaria della provincia di Udine è proseguita con una dettagliata descrizione degli eventi che si susseguiranno dal 20 al 26 dicembre. Le manifestazioni sono state illustrate dagli amministratori locali e dal prefetto di Tolmino Zdravko Likar. In tutti gli interventi è stato rimarcato il fatto che il confine ha pesantemente segnato le zone confinarie nell´udinese, di fatto spostandole al margine dell´interesse e della vita socioeconomica per diversi decenni. È stato l´augurio di tutti che il definitivo ingresso della Slovenia nell´area Schengen porti a una rinascita di queste zone. L´evento principale si terrà giovedì 20 dicembre al confine di Stupizza - Robic, dove alle 22. 30 si incontreranno le fiaccolate che partiranno rispettivamente da Caporetto (alle ore 20. 00) e Pulfero (alle 20. 30). Alle 23. 30, sul confine, interverranno il ministro degli esteri sloveno Dimitrij Rupel e presidenti della Regione Riccardo Illy e del Consiglio regionale Alessandro Tesini. Poco dopo mezzanotte il confine verrà simbolicamente tagliato e l´evento festeggiato. Nella stessa serata, i rappresentanti dei comuni di Plezzo (Bovec), Resia, Tarcento e Lusevera si riuniranno alle 19. 00 al valico di Uccea per lasciarsi alle spalle il confine chiuso per l´ultima volta e incontrare alle 23. 00 sul Predil le genti di Tarvisio e Kranjska Gora. Venerdì 21 dicembre, alle 18. 00, saranno i comuni di Prepotto, Stregna e Kanal ob Soci (Canale d´Isonzo) a festeggiare, mentre sabato 22 alle 12. 00 sarà al confine di Solarje che si ritroveranno Tolmino e Drenchia. Nel pomeriggio dello stesso giorno, alle 15. 00, si inaugurerà il rinnovato sentiero che unisce Livek (Luico) a Topolò, per poi celebrare tutti insieme il grande momento presso il valico di Sturmi - Polava. Alle ore 10. 00 di domenica 23 dicembre verrà portata la Luce della Pace alla chiesa di Cras di Drenchia, mentre alle 11. 00 si aprirà solennemente il confine di Ponte Vittorio e conseguente programma culturale a Prossenicco, con cori, gruppi folkloristici e bande. Se il tempo lo permetterà, quello stesso giorno i pubblici amministratori sloveni e italiani della zona si cimenteranno in una sciata transfrontaliera del Canin, da Sella Prevala a Sella Nevea. A concludere il ricchissimo calendario di eventi, mercoledì 26 dicembre altre due manifestazioni: alle 10. 00 l´appuntamento è per il confine di Robedischis, mentre alle 12. 00 Stregna, Prepotto e Kanal ob Soci (Canale d´Isonzo) festeggeranno presso il valico di Ponte Clinaz. .  
   
   
COMMISSIONE MISTA FRIULI VENEZIA GIULIA -SLOVENIA A CIVIDALE  
 
 Cividale del Friuli, 18 dicembre 2007 - Uno strumento che ha permesso di ampliare in modo decisivo la reciproca conoscenza e di approfondire una serie di indirizzi strategici che ora si tradurranno in progetti transfrontalieri concreti e operativi, nell´ambito della programmazione delle risorse comunitarie per il periodo 2007-2013. Uno strumento che, dopo l´imminente abbattimento dei confini, è destinato ad assumere un´importanza ancora maggiore. Su questo giudizio hanno concordato in modo unanime i partecipanti alla settima sessione plenaria della Commissione bilaterale Friuli Venezia Giulia - Slovenia, che si è svolta ieri nella sala consiliare del Municipio di Cividale del Friuli, sotto la presidenza dell´assessore regionale per le Relazioni internazionali e comunitarie Franco Iacop e dal segretario di Stato della Repubblica di Slovenia Zorko Pelikan. Alla riunione, nel corso della quale sono stati illustrati i risultati a cui sono giunti i singoli tavoli tecnici misti su argomenti di reciproco interesse, erano presenti anche gli assessori regionali all´Istruzione e Cultura Roberto Antonaz e alle Risorse agricole e forestali Enzo Marsilio. Hanno partecipato anche i rappresentanti diplomatici: il console di Slovenia a Trieste Joze Susmelj e il primo segretario dell´Ambasciata d´Italia a Lubiana Roberto Neccia, in rappresentanza dell´ambasciatore. Assieme ai responsabili dei vari tavoli tecnici, hanno preso parte alla settima sessione plenaria i rappresentanti delle minoranze, quella italiana in Slovenia (Maurizio Tremul, dell´Unione Italiana) e quella slovena in Italia (Rudi Pavsic per la Skgz e Drago Stoka per la Sso). Ha fatto gli onori di casa il sindaco di Cividale Attilio Vuga. "La Commissione mista - si legge nella dichiarazione finale approvata al termine - rappresenta, insieme a tavoli tecnici costituiti, un importante luogo d´incontro all´interno del quale vengono raggiunti obiettivi comuni". "Gli ottimi rapporti - prosegue la dichiarazione - tra la Slovenia e la Regione Friuli Venezia Giulia sono caratterizzati dall´alto livello di collaborazione di vari tipi, con un impatto positivo sui rapporti di buon vicinato e sull´approfondimento del dialogo tra la minoranza slovena in Italia e la minoranza italiana in Slovenia". L´assessore Iacop ha rilevato come il lavoro della Commissione abbia rappresentato "un´importante tappa nella crescita dei nostri rapporti, permettendo di mettere a punto progetti condivisi di sviluppo sociale ed economico". L´abbattimento dei confini consentirà ora, secondo l´assessore, di "vedere moltiplicate le opportunità per i nostri cittadini" e di "praticare quella politica coesione a cui ci invita l´Unione europea proprio nelle aree transfrontaliere". L´assessore Antonaz ha sottolineato soprattutto l´importanza della collaborazione fra le minoranze, per sviluppare l´opportunità rappresentata dalla diversità culturale in questa parte dell´Europa, auspicando uno sviluppo dei programmi di insegnamento della lingua italiana in Slovenia e di quella slovena in Italia. L´assessore Marsilio ha rilevato l´importanza di inserire due temi nella programmazione delle risorse comunitarie: l´albergo diffuso e le energie rinnovabili utilizzando materie prime di tipo agricolo e forestale. La precedente riunione plenaria della Commissione bilaterale si era tenuta nel gennaio del 2005. Sono dunque passati quasi tre anni nel corso dei quali, è stato rilevato, è stato condotto un proficuo e approfondito lavoro nell´ambito dei singoli tavoli tecnici, alcuni istituti per la prima volta proprio nella precedente sessione plenaria. La riunione di Cividale è servita soprattutto a illustrare e discutere i risultati dei sette tavoli: minoranze, trasporti, servizi ed energia, ricerca scientifica, attività produttive, Euroregione, sanità e sociale. Si è deciso invece di chiudere il tavolo sulla "permeabilità transfrontaliera" che, dopo l´abbattimento del confine, perde la sua funzione. .  
   
   
IL "SISTEMA FVG" A BRUXELLES OGGI CONTA 31 ISTITUZIONI  
 
 Bruxelles, 18 dicembre 2007 - Il presidente della Regione Riccardo Illy ha firmato ieri a Bruxelles, assieme ai rappresentanti di sei nuove istituzioni ed associazioni del Friuli Venezia Giulia, il protocollo "Insieme in Europa", che testimonia la volontà da parte di questi organismi di voler "fare sistema all´interno", di voler massimizzare "la costruzione di sinergie tra gli enti e le istituzioni chiave che dalla regione si proiettano verso l´Europa ed oltre". Il protocollo è stato siglato dal presidente Illy e dall´assessore alle Politiche europee della Provincia di Pordenone, Renzo Francesconi, dal presidente di Federsanità Anci Fvg (la federazione delle Aziende sanitarie ed ospedaliere e dei Comuni rappresentati nella Conferenza dei sindaci del Friuli Venezia Giulia) Giuseppe Napoli, dal direttore generale del Centro di Biomedicina Molecolare Roberto Della Marina, dal vicepresidente vicario dell´Ente Friuli nel Mondo Pier Antonio Varutti, dal presidente dell´"Associazione Giuliani nel Mondo", Dario Locchi, e dal presidente del "Centro Formazione Pordenone"-opera Sacra Famiglia (onlus attiva in progetti di cooperazione internazionale) Eugenio Adriano Rosset. La firma è avvenuta nella sede della Rappresentanza regionale del Friuli Venezia Giulia nella capitale comunitaria, alla quale fanno capo i 25 soggetti già firmatari dello stesso accordo allo scopo, come è stato ricordato da Illy sottolineando i contenuti del documento, di affrontare in maniera più efficace le sfide derivanti dai processi di integrazione europea, da un lato, e di globalizzazione dell´economia dall´altro, riportando ad organicità l´insieme delle attività in fase di realizzazione e/o di programmazione a livello regionale e mettendo a disposizione di tutti le rispettive risorse istituzionali, professionali e tecniche. Illy, nel suo intervento, ha evidenziato come le nuove adesioni al protocollo fanno crescere la "casa del Friuli Venezia Giulia" a Bruxelles, offrendo di conseguenza maggior forza alla nostra Rappresentanza nella città belga e, allo stesso tempo nuove operatività e nuove possibilità di intervento nei confronti degli uffici comunitari agli organismi firmatari dell´accordo. Soddisfazione per l´odierna firma è stata espressa dai vertici di tutti gli enti e le associazioni oggi presente a Bruxelles, una sottoscrizione - è stato sottolineato - che rappresenta un´opportunità, anche perchè, come ha osservato il presidente Giuseppe Napoli, "assieme possiamo crescere tutti". Il protocollo, proposto per la prima volta in occasione dell´apertura della Rappresentanza del Friuli Venezia Giulia a Bruxelles nel maggio 2005, è stato in precedenza siglato da enti ed associazioni del mondo dell´università e della ricerca (atenei di Trieste ed Udine, Sissa, Area Science Park, Consorzio Friuli Innovazione, Ogs, Isig ed Isdee), del sistema delle Autonomie locali (Anci Fvg, Province di Gorizia ed Udine, Comuni di Gorizia e Trieste), del comparto finanziario (Friulia, Finreco, Finest, Informest, federazione della Banche di credito cooperativo) e del settore economico (Unioncamere Fvg, Associazione Industriali Udine, Camere di commercio di Trieste e Gorizia, Autorità portuale di Trieste), nonché dall´Associazione regionale delle Pro loco e dall´Associazione Avvocati del Triveneto. Nella Rappresentanza regionale sono inoltre ospitate il Land della Carinzia (Austria), la Regione Istriana (Croazia) e la Contea di Sarajevo (Bosnia-erzegovina). All´incontro sono anche intervenuti il presidente del Fogolar Furlan di Bruxelles Domenico Lenarduzzi, il presidente del Circolo Giuliano di Bruxelles Ruggero Melan. .  
   
   
VENT´ANNI DI FONDO SOCIALE EUROPEO: CONVEGNO E FESTA OGGI A BOLZANO  
 
Bolzano, 18 dicembre 2007 - Con un convegno e un concerto all´Auditorium di Bolzano, martedì 18 dicembre il Servizio Fondo sociale europeo della Provincia festeggia i vent´anni di Fse in Alto Adige, presente il presidente della Provincia Luis Durnwalder. Saranno presentati i progetti più significativi realizzati in questi primi vent´anni. Accrescere l’adattabilità dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori; conseguire un livello elevato di occupazione anche per categorie relativamente più deboli, aumentare gli investimenti in capitale umano attraverso il miglioramento di conoscenze e competenze, favorire progetti che favoriscono la transnazionalità e l’interregionalità: sono alcune delle azioni che in Alto Adige il Fondo sociale europeo ha realizzato in vent´anni, dopo l´approvazione della legge provinciale sul Fse che ha permesso anche alla Provincia di Bolzano di utilizzare i fondi previsti dall’Unione Europea. Per celebrare questa ricorrenza un´intera giornata di studio è in programma martedì 18 dicembre all’Auditorium di Bolzano, in via Dante 15, aperta alle 10 dal presidente della Provincia Luis Durnwalder e dalla direttrice del Servizio Fse Barbara Repetto. Sono previsti anche gli interventi del responsabile della Commissione Europea per l’Italia, Philippe Hatt, della responsabile del Coordinamento tecnico delle Regioni, Annalisa Vittore, e di Gianna Donati del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali. Verranno presentati anche alcuni tra i progetti più significativi accompagnati dal Fse, come la riorganizzazione della Procura di Bolzano, la scuola di cinema Zelig, l´Accademia giovanile Gustav Mahler, i progetti per lo sviluppo dei masi di montagna, la produzione di carta mela, l´esperienza di Casa Basaglia. La manifestazione si conclude alle 18. 30 con un concerto dell´Accademia nuova musica. .  
   
   
VAL D’AOSTA, CAVERI: “ELEMENTI POSITIVI NEL NUOVO TRATTATO COSTITUZIONALE BREVE”  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2007 – Il Presidente della Regione, on. Luciano Caveri, ha partecipato, ieri , a Bruxelles, alla riunione dell´Association Élus de la Montagne-aem, nel corso della quale è stata predisposta una strategia per il 2008, quando si succederanno alla Presidenza del Consiglio due Paesi interessati ai problemi della montagna quali Slovenia e Francia. Viva soddisfazione è stata espressa dai componenti del direttivo dell´Aem nel prendere atto della firma del Trattato Costituzionale Breve e in merito al quale il Presidente Caveri, ha evidenziato come “il nuovo Trattato di Lisbona porti in sé alcuni elementi positivi come il concetto nuovo di coesione territoriale e in particolare all´articolo 158 viene aggiunto un paragrafo che in materia di cooperazione territoriale accorda - per la prima volta nei Trattati - una attenzione particolare anche alle zone di montagna. ” “Nel nuovo Trattato - ha proseguito Caveri - particolare importanza è assegnata ai servizi non economici di carattere generale che risultano particolarmente utili nei territori montani che rischiavano una marginalizzazione nel caso di una liberalizzazione eccessiva di alcuni servizi pubblici. Utile per la Valle d´Aosta è poi il principio fissato all´articolo 8, che sostiene come il funzionamento dell´Unione sia fondato sulla democrazia rappresentativa, citando inoltre esplicitamente i parlamenti regionali che possiedono poteri legislativi, ed il ruolo del Comitato delle Regioni che ottiene nuovi diritti, come ad esempio quello di poter coinvolgere la Corte di Giustizia europea in caso di violazione del principio di sussidiarietà. ” In merito agli impegni per il 2008 la riunione ha permesso di sottolineare ancora una volta l´importanza del Libro Verde sulla Montagna attualmente all´attenzione del Comitato delle Regioni di cui il Presidente Caveri è membro. "E’ necessario che la montagna acquisisca nuova visibilità - ha aggiunto Caveri - e che si parta prima possibile con un ampio dibattito sulla montagna e sui grandi temi ad essa legati. Il 2013, che oggi appare distante ma certe scelte si fanno oggi, sarà un anno di grandi cambiamenti per la politica europea ed è quindi necessario arrivare a questa data preparati e con direttive che trattino per tempo i problemi della montagna. ” .  
   
   
TECHINNOV: FORUM DEDICATO A SVILUPPO E INNOVAZIONE  
 
Parigi (Francia), 18 dicembre 2007 - Il 7 febbraio si svolgerà a Parigi Techinnov, il forum dedicato a sviluppo e innovazione. Obiettivo della manifestazione è sviluppare sinergie e rapporti di collaborazione tra imprese, laboratori, iniziative aziendali innovative e investitori. Techinnov organizzerà nel 2008 le prime riunioni europee che avranno lo scopo di instaurare una collaborazione scientifica, industriale e tecnica tra gli attori europei nel settore dell´innovazione. Saranno organizzate riunioni tra imprese in base a una lista di offerte e richieste tecnologiche e alla ricerca di partner per il cosviluppo. Gli argomenti che saranno affrontati comprendono le tecnologie dell´informazione, l´elettronica e l´ottica applicate ai settori delle telecomunicazioni, automobilistico e dei trasporti, della sicurezza e della difesa, dell´aeronautica e dello spazio. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Techinnov-orly. Com/ .  
   
   
SLOVENIA E BULGARIA SVILUPPANO COOPERAZIONE  
 
Lubiana, 18 dicembre 2007 - Il Ministro dell´Agricoltura sloveno, Iztok Jarc, e la controparte bulgara, rappresentata dal ministro Nihat Kabil, hanno discusso a Lubiana l´implementazione e lo sviluppo della Politica Comune Europea per l´Agricoltura (Cap) e hanno rilevato che la cooperazione tra i due Paesi in campo agricolo dovrà aumentare; il commercio di prodotti agricoli ammonta a soli 2-3 milioni di euro l´anno. Secondo quanto riportato sul sito internet del governo sloveno, Kabil ha affermato che i due Paesi possono cooperare nell´agricoltura biologica. Secondo Kabil, quasi l´80 percento dei 100 mila chilometri quadrati di territorio bulgaro è adatto a questo tipo di agricoltura, ma per essere portato a successo ha bisogno di esperienza. I due ministri hanno concordato che l´Ue deve trovare dei compromessi nella Cap, per conseguire un´implementazione coordinata. .  
   
   
DELEGAZIONE DEL FVG IN VISITA A BELGRADO PER ACCORDI STRATEGICI  
 
 Trieste, 18 dicembre 2007 - Aziende ed imprenditori del Friuli Venezia Giulia sono in lizza per ruoli ed impegni di primissimo piano nel settore delle infrastrutture strategiche della Serbia, pronta ad investire centinaia di milioni di euro in una rete di collegamenti funzionale ed innovativa. Gli accordi in una prospettiva a breve e medio termine sono stati delineati dalla delegazione operativa regionale guidata dall’assessore alle Relazioni internazionali, Franco Iacop, che a Belgrado ha incontrato alcuni tra i principali esponenti serbi a livello istituzionale ed economico, oltre all’ambasciatore italiano, Alessandro Merola, ed i rappresentati di Ice e Cooperazione italiana allo sviluppo. Nei primi mesi del 2008, ha riferito Iacop al termine del colloquio con il viceministro alle Infrastrutture e segretario di Stato, Miodrag Jocic, verranno emanati già alcuni importanti bandi di gara relativi al perfezionamento dei collegamenti stradali ed autostradali tra la capitale serba e, rispettivamente, l’Ungheria ed il Montenegro, in particolare con il porto di Bar. Altra arteria inserita tra le priorità che, ha spiegato Iacop, potrebbero coinvolgere Autovie Venete anche in un’ottica di concessionario, è la superstrada da Nis a Sofia, in Bulgaria. Si prospetta, intanto, una visita ufficiale dei vertici economici serbi in Friuli Venezia Giulia all’inizio del prossimo anno, finalizzata proprio alla definizione di progetti comuni dei quali Iacop ha discusso anche con il ministro del Commercio e dei Servizi, Predrag Bubalo. .  
   
   
ROMANIA: PREVISTI INVESTIMENTI ESTERI DIRETTI ANNUALI PER 6 MLD EUR FINO AL 2013  
 
Bucarest, 18 dicembre 2007 - L’agenzia governativa romena per gli investimenti stranieri (Aris) ha stimato che il valore annuale degli Ide toccherà i 6 mld Eur nel periodo 2008-2013. Tuttavia, questo rimarrà al di sotto del 50% del deficit nelle partite correnti, che dovrebbe raggiungere i 14 mld Eur nel 2007 e presumibilmente crescere in modo marginale nei prossimi anni. Secondo gli esperti dell’Aris i settori energetico, edile, farmaceutico e delle telecomunicazioni rimarranno i principali obiettivi per gli investitori stranieri. Anche se in certe aree della Romania occidentale dev’essere affrontata la carenza di forza lavoro, gli investitori stranieri continuano a preferirla rispetto alla parte orientale. .  
   
   
MEDIOBANCA: AVVIO AL PROGRAMMA DI ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE  
 
Milano, 18 dicembre 2007 – Oggi viene avviato il programma di acquisto di azioni proprie ordinarie deliberato dall’Assemblea degli Azionisti del 27 ottobre scorso. Il programma è volto ad una più efficace gestione di dimensione, composizione e costo del capitale della Società, mantenendo comunque inalterata la complessiva solidità patrimoniale della Società e del Gruppo nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa di vigilanza. Lo scopo è anche quello di dotare Mediobanca di un importante strumento di flessibilità strategica ed operativa, che permetta di poter disporre delle azioni proprie acquisite nell’ambito di eventuali operazioni di acquisizione/alleanze. Non è prevista l’ipotesi di acquisti strumentali alla riduzione del capitale sociale. L’acquisto potrà avere ad oggetto un massimo di n. 16. 381. 963 azioni (rappresentanti attualmente il 2% del capitale sociale) di azioni ordinarie Mediobanca del valore nominale unitario di Euro 0,50 e quindi contenuto nei limiti di legge (10% dell’intero capitale sociale, in base a quanto disposto dall’art. 2357, 3° comma, del codice civile, tenuto conto anche delle azioni eventualmente possedute dalle società controllate). L’acquisto potrà avvenire in una o più volte. Gli acquisti saranno effettuati nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall’ultimo bilancio approvato. La Società costituirà, ai sensi dell’articolo 2357-ter, comma 3, del codice civile una riserva indisponibile, pari all’importo delle azioni proprie acquistate, mediante prelievo di un pari importo dalle riserve disponibili, e più in generale procederà alle appostazioni contabili richieste dalla vigente disciplina. La riserva così costituita verrà mantenuta finché le azioni proprie acquistate non saranno trasferite. In caso di cessione delle azioni proprie acquistate, la riserva di cui sopra riconfluirà alle riserve di provenienza. La durata dell’autorizzazione all’acquisto di azioni ordinarie proprie è stabilita per un periodo di diciotto mesi dalla data in cui l’Assemblea ha adottato la relativa deliberazione, mentre la durata dell’autorizzazione alla disposizione delle medesime azioni è senza limiti temporali. Il prezzo minimo di acquisto delle azioni ordinarie non potrà essere inferiore al valore nominale del titolo (pari ad Euro 0,50) mentre il prezzo massimo d’acquisto non potrà essere superiore del 5% rispetto al prezzo di riferimento che il titolo avrà registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente al compimento di ogni singola operazione di acquisto. Le operazioni di acquisto di azioni proprie saranno effettuate, ai sensi dell’art. 132 del D. Lgs. 58/98 e dell’art. 144-bis, comma 1, lettere b) e c) del Regolamento Emittenti emanato dalla Consob con deliberazione 14 maggio 1999, n. 11971 e successive modificazioni, secondo modalità operative stabilite nei regolamenti di organizzazione e gestione dei mercati stessi in modo da assicurare la parità di trattamento tra gli azionisti. Pertanto gli acquisti saranno effettuati, esclusivamente ed anche in più volte per ciascuna modalità: sui mercati regolamentati organizzati e gestiti da Borsa Italiana S. P. A. , secondo modalità operative stabilite da quest’ultima che non consentano l’abbinamento diretto delle proposte di negoziazione in acquisto con predeterminate proposte di negoziazione in vendita, oppure mediante acquisto e vendita di strumenti derivati negoziati sul relativo mercato regolamentato organizzato e gestito da Borsa Italiana S. P. A. Il cui regolamento prevede modalità conformi a quanto previsto dal citato art. 144-bis, comma 1, lettere b) e c) del Regolamento Emittenti. Nei limiti indicati in precedenza, potranno essere effettuate operazioni successive di acquisto e di alienazione delle azioni ordinarie proprie. .  
   
   
CREDITO BERGAMASCO: ACCENTRAMENTO PRESSO LA CAPOGRUPPO DEL PORTAFOGLIO TITOLI DI PROPRIETÀ  
 
Bergamo, 18 dicembre 2007 - Nella seduta di ieri il Consiglio di Amministrazione del Credito Bergamasco (Gruppo Banco Popolare) – nell’ambito del progetto (approvato dal consiglio di gestione della Capogruppo lo scorso 27 novembre) per l’accentramento nella Holding dei portafogli titoli di investimento (“held for trading”) delle banche del Gruppo, volto ad ottimizzare le politiche di funding e gestione della liquidità – ha deliberato il trasferimento alla Capogruppo, a prezzi e tassi di mercato, di circa euro 570 milioni in titoli rivenienti dal portafoglio di investimento – la cui consistenza complessiva, valorizzata alla data del 30. 11. 2007, si colloca a circa 697 milioni di euro – attualmente in mandato di gestione a Banca Aletti. L’accentramento in Banco Popolare del portafoglio titoli produrrà vantaggi sia a livello di Gruppo – garantendo una migliore gestione strategica ed amministrativa (uniformità delle politiche di allocazione degli asset, semplificazione delle politiche di gestione e delle deleghe, snellimento dei report e dei lavori di analisi. …) ed un’ancora più efficace attività di Asset & Liability Management – sia per quanto concerne le singole banche – tra cui Creberg – per le quali sono attesi consistenti benefici in tema di �� focalizzazione sull’attività commerciale; �� liberazione di capitale – realizzabile grazie alla vendita del portafoglio della Banca alla Capogruppo – che potrà essere allocato nell’attività “core” orientata agli impieghi sia verso il segmento retail sia verso il segmento corporate; �� riduzione della volatilità dei risultati economici provenienti dalla gestione – anche se in un’ottica di ritorno assoluto – di attività di natura finanziaria, attualmente implicita nella gestione dei portafogli di proprietà. Si specifica, inoltre, che il Consiglio di Amministrazione del Credito Bergamasco ha assunto tale delibera dopo aver valutato, anche con riferimento all’art. 2497 ter c. C. , che sussiste per il Creberg una convenienza sia sotto il profilo economico sia sotto quello organizzativo all’operazione. Continuano, peraltro, a restare investiti “sui libri” del Credito Bergamasco i prestiti obbligazionari emessi e riacquistati; le tranche junior e mezzanine di cartolarizzazioni di propri crediti sottoscritte in fase di emissione; i portafogli titoli detenibili fino a scadenza (“Htm”) e quelli disponibili per la vendita (“Afs”); le obbligazioni rivenienti dall’attività commerciale verso le società corporate, sottoscritte come strumenti alternativi di altre forme di finanziamento con controparti di particolare interesse per il territorio di radicamento delle singole banche del territorio; i titoli detenuti a garanzia. .  
   
   
BANCA ITALEASE: OPERAZIONE DI FINANZIAMENTO PER 800 MILIONI  
 
Milano, 18 dicembre 2007 - Banca Italease rende noto che in data 14 dicembre 2007, nell’ambito dell’attività di funding a supporto del proprio sviluppo commerciale, ha perfezionato un’innovativa operazione di finanziamento. Si tratta dell’avvio di un’operazione di cartolarizzazione ex L. 130 basata su un portafoglio di crediti in bonis derivanti da contratti di leasing originati da Banca Italease e dalle controllate Mercantile Leasing Spa ed Italeasing Spa . La peculiarità dell’operazione prevede che i titoli - emessi in seguito alla cartolarizzazione dei crediti - vengano riacquistati da Banca Italease ed utilizzati per operazioni Pronti/termine con la Banca Centrale o altre primarie controparti. L’operazione è stata strutturata con Abn Amro Bank e beneficerà di un finanziamento ponte di 800 milioni di Euro erogato da Abn Amro Bank, in attesa del perfezionamento dell’operazione principale che è previsto per la metà del 2008. .  
   
   
ANIMA SGR: APPROVATO L’AUMENTO AUMENTO DI CAPITALE A SERVIZIO DI UN PIANO DI INCENTIVAZIONE.  
 
Milano, 18 dicembre 2007 – L’assemblea degli azionisti di Anima Sgr, società di gestione del risparmio indipendente, riunita in sede straordinaria e ordinaria, ha attribuito al Consiglio di Amministrazione la facoltà di aumentare, in una o più volte, il capitale sociale, mediante emissione di massime n. 3. 000. 000 di azioni al servizio di uno o più piani di stock option riservati a dipendenti di Anima. L’assemblea ha inoltre approvato la proposta di un piano di incentivazione a favore dei dipendenti della Società, conferendo al consiglio di Amministrazione i poteri per l’esecuzione del Piano stesso. Le principali caratteristiche del piano di incentivazione sono delineate di seguito: - il Piano è finalizzato a dotare la Società di uno strumento di incentivazione e fidelizzazione dei partecipanti; - il Piano è destinato esclusivamente a dirigenti, quadri e impiegati della Società; - il Piano prevedere l’attribuzione ai partecipanti di massime n. 3. 000. 000 di Opzioni, ciascuna delle quali dà diritto alla sottoscrizione di una Azione. L’assemblea ha inoltre approvato le modifiche dei seguenti articoli dello Statuto sociale: - art. 1 (“Denominazione sociale”), in conseguenza all’uscita di Anima dal perimetro del Gruppo Banco Desio, ha deliberato di modificare la ragione sociale in “Anima – Società di gestione del risparmio per azioni”; la Società potrà essere indicata anche semplicemente con la denominazione “Anima Sgrpa”. - art. 6 (“Capitale sociale”), in relazione alla delega conferita al Consiglio per procedere all’aumento di capitale per un importo massimo di nominali € 150. 000. L’assemblea ha provveduto a ratificare la nomina dell’amministratore Enzo Chiesa. In data odierna, il Consiglio di Amministrazione ha poi provveduto ad attribuire ai dipendenti n. 2. 997. 000 Opzioni, da esercitarsi ad un prezzo di € 2,159 per azione, pari alla media aritmetica dei prezzi di borsa dei titoli azionari della Società nei 30 giorni che precedono la data di delibera di assegnazione delle Opzioni da parte del Consiglio. L’effetto diluitivo determinato dal Piano sarà pari a circa il 2,85%, assumendo la sottoscrizione integrale delle n. 2. 997. 000 Azioni sottostanti i diritti di opzione assegnati. .  
   
   
REGGIO EMILIA: CALANO I PROTESTI NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2007  
 
 Reggio Emilia, 18 dicembre 2007 – Inversione di rotta nell’andamento dei protesti a carico di residenti in provincia di Reggio Emilia nei primi nove mesi del 2007. È quanto emerge dall’analisi dei dati, ancora provvisori per settembre 2007, relativi ai protesti effettuata dall’Ufficio Studi-statistica della Camera di commercio. Dopo un 2006 in cui il numero di assegni protestati aveva superato quello delle cambiali ed il valore complessivo degli insoluti (cambiali+assegni) aveva registrato un incremento del 19,3%, i primi tre trimestri del 2007 hanno evidenziato una frenata che ha riportato quasi tutti i valori delle insolvenze ai livelli del 2005. Da gennaio a settembre 2007 rispetto al medesimo intervallo di tempo del 2006 il numero totale di insolvenze dei reggiani è sceso da 6. 551 a 5. 450 (-16,8%) ed il valore è diminuito da 18. 276 a 15. 902 migliaia di euro (-13%). L’analisi per tipo di titolo evidenzia un calo del 7,7% per le cambiali e del 25,8% per gli assegni il cui valore si è ridotto, nel contempo, del 22,3%. In aumento solo l’ammontare delle cambiali (pagherò e tratte accettate) che, passando da 3. 851 a 4. 695 migliaia di euro, ha subito un incremento del 21,9% condizionato principalmente dall’andamento degli effetti con importi più elevati. Nei primi nove mesi del 2007 le cambiali di importo superiore ai 5mila euro sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2006 raggiungendo quota 210 ed un importo di oltre 2,2 milioni di euro, portando così, il valore medio dell’effetto di questa classe a 10. 487,00 euro dai 9. 732,00 dell’anno precedente. Nonostante il maggior incremento delle cambiali protestate si registri per effetti di importo elevato, il maggior numero di protesti - 617, pari a un quinto del totale - è dovuto a cambiali di importo oscillante fra i 150 e i 300,00 euro. Per quanto riguarda gli assegni, invece, il maggior numero di protesti (697 per un importo di 7,5 milioni di euro) si concentra, così come lo scorso anno, nella classe “oltre 5milia euro”, per un valore medio pari a 10. 763,00 euro. .  
   
   
VIA LIBERA ALLA NUOVA LEGGE REGIONALE TOSCANA SUGLI APPALTI PREDISPOSTA UNA PROPOSTA DI LEGGE NAZIONALE CON GLI ARTICOLI BOCCIATI  
 
Firenze, 18 dicembre 2007 - Il governo regionale della Toscana prosegue nel suo impegno per mettere a disposizione delle imprese, dei lavoratori, delle amministrazioni pubbliche una normativa che garantisca trasparenza e sicurezza. Lo fa con due interventi legislativi approvati ieri in giunta, su iniziativa del vicepresidente Federico Gelli, che potranno ridisegnare il quadro normativo dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale rispetto a un ricorso di alcune regioni sul Codice unico degli appalti. Si tratta di una proposta di legge regionale che modifica la legge 38/2007 (“Norme in materia di contratti pubblici e relative disposizioni sulla sicurezza e regolarità del lavoro”) intervenendo sugli articoli in varie misura interessati dalla sentenza dei giudici costituzionali; e di una proposta di legge al Parlamento nazionale per modificare il decreto legislativo 163/2006, ovvero il Codice dei contratti pubblici, una proposta che punta a recuperare le parti fo! rtemente innovative della legge regionale che è stato n! ecessari o cancellare in base a quanto deciso dalla Corte Costituzionale. «Approvare la legge 38 è stato un atto di coraggio, oltre che di estrema attenzione alle richieste che ci provengono dal mondo dell’economia e del lavoro. Poi quello che è successo dopo, con il pronunciamento della Corte, ci ha imposto un nuovo tipo di urgenza – spiega Gelli - Abbiamo dovuto prendere atto di una sentenza che ha sancito nuovamente la competenza statale di parti importanti della legge, come la materia dei subappalti e ci siamo sentiti obbligati a intervenire prontamente con una nuova legge, concertata con enti locali e parti sociali, per offrire a tutti punti di riferimento certi. E lo abbiamo fatto forti di due convinzioni: che i giudici costituzionali hanno sollevato un problema di competenza, non di contenuto della legge; che proprio per questo era necessario richiamare con più forza il governo nazionale alle sue responsabilità». La sentenza della Corte Costituzionale produce effetti che vanno oltre l’articolo 20, quello sui subappalti, e investe almeno altri 8 articoli, per cui si deve prevedere l’abrogazione totale o parziale. Sono articoli che riguardano temi quali i piani di sicurezza, gli affidamenti in economia, l’esclusione delle imprese per violazioni in materia di sicurezza e regolarità contributiva, la presentazione delle giustificazioni ai fini della verifica delle offerte troppo basse, il subentro di altre imprese nel corso dell’esecuzione del contratto. «Al di là della questione delle competenze si tratta insomma di questioni di grande importanza – commenta Gelli – per le quali abbiamo fatto la nostra parte, trasformando le parti della legge regionale investite dalla sentenza costituzionale in una proposta di legge al Parlamento italiano». .  
   
   
OGGI GLI "STATI GENERALI DELLA SICUREZZA 2007"  
 
Milano, 18 dicembre 2007 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e l´assessore regionale alla Protezione civile, Prevenzione e Polizia locale, Massimo Ponzoni, prenderanno parte oggi , al convegno "Stati generali sulla sicurezza 2007", in programma all´Auditorium Gaber (piazza Duca d´Aosta 3 - Milano). I lavori del mattino - coordinati dal presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro - saranno aperti dall´assessore Ponzoni alle ore 9,30 e vedranno le conclusioni del presidente Formigoni alle ore 12,30. Nel corso del convegno verrà tra l´altro illustrato il "Rapporto annuale sullo stato della sicurezza in Lombardia" realizzato dall´Irer per conto della Regione. .  
   
   
“MIGRALINK”: UNA NUOVA GOVERNANCE DEI FLUSSI MIGRATORI UNIONCAMERE DEL VENETO PRESENTA LE STRATEGIE PER LA MIGRAZIONE DI RITORNO CORSI DI FORMAZIONE RIVOLTI A SERBI E ROMENI PER DIVENTARE IMPRENDITORI IN PATRIA  
 
 Venezia, 18 dicembre 2007 – I migranti come risorsa non solo per il Veneto, ma anche per lo sviluppo economico del loro Paese d’origine. Questo il fine del progetto “Migralink”, nato nel marzo del 2005 nell’ambito dell’iniziativa europea Interreg Iii B Cadses (Central Adriatic Danubian South Eastern European Space) e giunto a conclusione. I risultati del progetto, condotto da Unioncamere del Veneto in collaborazione con la Regione del Veneto, Veneto Lavoro e la Camera di Commercio di Venezia, sono stati illustrati lunedì 17 dicembre durante la conferenza finale da Oscar De Bona, assessore regionale alle Politiche della Sicurezza e dei Flussi migratori, e Gian Angelo Bellati, direttore di Unioncamere del Veneto. Ricordando la recente firma del Trattato di Lisbona che modifica il Trattato dell’Unione Europea sancendo, in particolare, lo sviluppo di una politica comune dell’immigrazione, Oscar De Bona, assessore regionale alle Politiche della Sicurezza e dei Flussi migratori, ha sottolineato che la partecipazione del Veneto e degli attori locali pubblici e privati ai progetti comunitari contribuisce ad accrescere la responsabilizzazione territoriale. “Nell’ultimo anno – sottolinea l’assessore De Bona – i programmi ex art. 23, attivati in concorso con la Direzione Nazionale Immigrazione, hanno coinvolto oltre cinquecento lavoratori di diverse provenienze, con modalità che superano il sistema delle quote. Stiamo inoltre operando per la riduzione della tempistica, aspetto fondamentale per la riuscita di quelle che dovrebbero essere corsie di ingresso veloci oltre che garantite. Sul versante dell’immigrazione di ritorno volontario, il Veneto sta già sostenendo economicamente progetti di rientro nei Paesi di origine per avviare attività d’impresa. Fondamentale a questo fine sarà il rafforzamento dei rapporti con i Paesi di origine delle migrazioni”. Nell’unione Europea a 27 Stati, soprattutto dopo l’ingresso della Romania e della Bulgaria lo scorso 1 gennaio, il “Migralink” si è posto l’obiettivo di individuare delle strategie per la governance dei flussi migratori in materia di migrazione di ritorno e, allo stesso tempo, stimolare un tavolo di discussione e confronto fra gli attori istituzionali ed imprenditori-migranti che possono contribuire allo sviluppo locale dei Paesi d’origine. “Realizzare delle procedure efficaci per la definizione di progetti di ritorno rivolti a categorie specifiche di lavoratori e stimolare un processo di monitoraggio del fenomeno della migrazione nello spazio della libera circolazione dell’Ue non è facile da attuarsi – spiega Gian Angelo Bellati, direttore di Unioncamere del Veneto –. E la possibilità di “fare impresa” per quanti desiderano tornare nel Paese d’origine presuppone un impegno economico immediato. Ai governi locali interessati spetta l’adozione di una strategia integrata per incentivare la migrazione circolare, tesa a supportare la creazione di relazioni tra Paese d’immigrazione e Paese d’origine; assistere le amministrazioni nella realizzazione di progetti di rientro basati su una formazione professionale; creare un sistema di supporto a favore del migrante che vuole rientrare in patria e sviluppare attività economiche; favorire un processo di monitoraggio”. “Per raggiungere tali obiettivi le Camere di commercio possono essere partner ideale – conclude Gian Angelo Bellati - dato che fra i loro scopi c’è anche quello dello sviluppo economico del territorio; Unioncamere del Veneto vuole con questo progetto appunto spingere gli attori pubblici a lavorare in rete realizzando una semplificazione nei rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni e creando i necessari supporti per l’avvio di nuove iniziative d’impresa”. Dopo uno studio sulle dinamiche migratorie, le politiche e le buone prassi per la governance della migrazione economica, il “Migralink” si è occupato della fase di formazione con una serie di corsi rivolti a stranieri residenti in Veneto sulla creazione di impresa o accompagnamento al lavoro, in particolare presso aziende venete ed italiane in Romania e Serbia. La scelta delle comunità romena e serba non è stata casuale: al 1 gennaio 2007, su una popolazione straniera residente in Veneto di 350. 215 persone, 48. 207 sono i cittadini della Romania (23. 939 maschi e 24. 268 femmine) che rappresentano la comunità più numerosa nella nostra regione; 22. 415 sono i cittadini della Serbia e Montenegro (12. 467 maschi e 9. 948 femmine) che rappresentano la quarta comunità straniera regionale dopo quella del Marocco e dell’Albania. I romeni sono la comunità più numerosa a Padova (14. 345), la seconda a Verona (11. 423), Treviso (10. 440) e Venezia (5. 278); i serbi, invece, sono la principale comunità a Vicenza (12. 093). Graduatoria confermata dai permessi di soggiorno: al 1 gennaio 2007, i cittadini provenienti dalla Romania sono 39. 349 (la punta massima a Padova con 13. 156, la minima a Belluno con 593), quelli dalla Serbia e Montenegro 18. 477 (punta massima a Vicenza con 9. 754, minima a Rovigo con 229). I corsi di formazione, ai quali hanno partecipato 23 romeni e 12 serbi, sono durati sei settimane e hanno fornito gli strumenti utili ad avviare un’attività autonoma nel Paese d’origine o inserirsi come lavoratori dipendenti in un’azienda già esistente. Al termine del corso i partecipanti hanno presentato un business plan in base al quale individuare i canali per il finanziamento dei progetti. Le strategie sulla migrazione del ritorno, tappa finale del progetto “Migralink”, sono consultabili in un vademecum bilingue italiano/inglese. Le strategie si articolano in cinque procedure: la creazione di un network; l’impostazione di uno spazio web; la formazione professionale ad hoc; l’accompagnamento del migrante valorizzandone le competenze acquisite al fine di sviluppare una corrispondenza domanda/lavoro e supportare il migrante ad iniziative d’impresa; creare un centro di documentazione, consulenza e coordinamento. .  
   
   
PROGETTO MIGRALINK PER UNA NUOVA GOVERNANCE DEI FLUSSI MIGRATORI: ASSESSORE DE BONA  
 
 Venezia, 18 dicembre 2007 - “Mi auguro che nel 2008 sui temi dell’immigrazione prevalga il buon senso, perché è soprattutto di questo che abbiamo bisogno”. E’ l’auspicio espresso dall’assessore alle politiche dei flussi migratori Oscar De Bona intervenendo ieri a Marghera nella sede di Unioncamere del Veneto alla conferenza finale del progetto europeo Migralink che affronta temi come l’immigrazione circolare, l’immigrazione di ritorno, la formazione degli operatori dei servizi nel nuovo quadro dell’Europa allargata. L’assessore ha ricordato che è di questi giorni la firma del Trattato di Lisbona che modifica il Trattato dell’Unione Europea sancendo, in particolare, lo sviluppo di una politica comune dell’immigrazione. De Bona ha sottolineato di aver sempre sostenuto la necessità che l’Ue si assuma maggiori responsabilità per quanto riguarda le politiche di indirizzo in materia di flussi migratori e di regole comuni per tutti i Paesi aderenti. L’assessore ha aggiunto che la partecipazione del Veneto e degli attori locali pubblici e privati ai progetti comunitari contribuisce ad accrescere la responsabilizzazione territoriale (già promossa e incentivata dalla Regione Veneto in questi anni con il rafforzamento del metodo partecipativo), ad affinare e precisare le strategie di intervento, a individuare strumenti e opportunità che possono essere valorizzati nei programmi regionali superando la fase della sperimentalità e strutturando servizi stabili in un quadro territoriale coerente e adeguato alle nuove sfide sociali. In un processo governato dei flussi migratori si contestualizza anche il sostegno all’immigrazione volontaria di ritorno. L’azione della Regione si articola in iniziative di avvicinamento tra la domanda di lavoro espressa dal sistema veneto della produzione, dei servizi, del lavoro domestico e di assistenza e l’offerta di lavoro extraeuropeo; di incentivazione della formazione all’estero e delle liste di prelazione prevista dall’art. 23 del testo Unico sull’immigrazione; di assistenza all’immigrazione di ritorno volontario. De Bona ha ricordato che nell’ultimo anno i programmi ex art. 23, attivati in concorso con la Direzione Nazionale Immigrazione, hanno coinvolto oltre cinquecento lavoratori di diverse provenienze, con modalità che superano il sistema delle quote. “Stiamo inoltre operando per la riduzione della tempistica – ha fatto presente - aspetto fondamentale per la riuscita di quelle che dovrebbero essere corsie di ingresso veloci oltre che garantite”. “Sul versante dell’immigrazione di ritorno volontario – ha conclusi De Bona - il Veneto sta già sostenendo economicamente progetti di rientro nei Paesi di origine per avviare attività d’impresa. Fondamentale a questo fine sarà il rafforzamento dei rapporti con i Paesi di origine delle migrazioni”. .  
   
   
VENDOLA IN MONTENEGRO INCONTRA PRIMO MINISTRO E MINISTRO DEGLI ESTERI  
 
Podgorica, 18 Dicembre 2007 - “Questa visita rappresenta la forza di un nostro impegno nei confronti del Montenegro. Dobbiamo scommettere di più per la conoscenza tra le nostre culture e lavorare di più affinché le giovani generazioni dei nostri territori possano conoscersi meglio”. Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha salutato il primo ministro del Montenegro Zeljko Sturanovic nel corso di un incontro ieri nella capitale Podgorica, nell’ambito della visita ufficiale della delegazione della Regione Puglia in Montenegro. “Questa giornata è l’occasione per condividere un’amicizia importante. Siamo contenti che agli auspici iniziali seguano fatti concreti”, ha aggiunto Vendola facendo riferimento al progetto del collegamento intermodale Bari – Bar – Belgrado, messo a punto dall’Autorità portuale di Bari e al progetto di collegamento energetico sottomarino tra i Balcani e l’Italia, a cura della società Terna. “Noi cerchiamo la chiave dell’unico sviluppo possibile, quello dove la cooperazione diventa garanzia di pace. Quindi il Montenegro sarà sempre nel cuore delle nostre iniziative di parteneriato” ha concluso Vendola. Subito dopo il presidente della Regione ha incontrato il ministro degli esteri montenegrino, Milan Rocen, al quale ha ricordato come “l’allargamento ai Balcani dell’Unione Europea sia uno dei principali contributi alla pace nel mondo”. “La nostra modernizzazione – ha sottolineato Vendola – sarebbe pregiudicata senza l’ampliamento dell’Ue fino a questo territorio”. Sotto il profilo del turismo, Vendola ha rimarcato come questa attività economica sia fondamentale per entrambi i territori. “Il turismo – ha detto Vendola – richiede una specializzazione e una formazione professionale attraverso un reciproco scambio di know how”. Durante i colloqui si è parlato anche di energie rinnovabili. A questo proposito Vendola ha sottolineato come “le potenzialità del territorio montenegrino ben si collegano con lo sviluppo della professionalità acquisita in questo campo dalla Regione Puglia”. Il ministro degli Esteri montenegrino, da parte sua, ha raccomandato al presidente Vendola la creazione di una zona franca tra il porto di Bar e gli scali portuali pugliesi. Infine Vendola ha formulato l’invito al ministro degli Esteri a partecipare a Bari alla cerimonia di inaugurazione, nei primi mesi del 2008, del corridoio intermodale tra la Puglia, il Montenegro, la Serbia e la Romania. .  
   
   
QUARTO RAPPORTO CENSIS TOSCANA EQUA, SOLIDALE E FIDUCIOSA NELLE ISTITUZIONI  
 
Firenze , 18 dicembre 2007 - Toscana equa e solidale. Campanilista quanto basta, un po’ più individualista, ma capace di fare delle peculiarità territoriali una risorsa, di cimentarsi con le nuove sfide, forte, a differenza di altre zone del paese, di una coesione sociale che appare tuttora solida e si concretizza ancora nell’impegno nel volontariato, in politica e nella fiducia nelle sue istituzioni. Una Toscana, insomma, che sembra avere le energie per uscire da uno dei momenti più bui della sua economia. Vitale e dinamica, aperta al mondo, accogliente verso gli immigrati e a sua volta propensa a varcare le frontiere, nell’export come nella ricerca e nell’istruzione. Capace di rimboccarsi le maniche per dare il via a un solido sviluppo, incline, anche se non ancora abbastanza, all’innovazione sia pure, ancora, preferibilmente sotto l’ombrello sicuro della spesa pubblica. E’ una Toscana da prima! to quella immortalata nella foto scattata dal quarto rapporto ! Censis a una regione che può vantare il più basso indice di disuguaglianza nella distribuzione dei redditi fra i suoi cittadini, sia che lo si paragoni a quello delle altre regioni, che alla media nazionale. Ma la Toscana non è solo la regione più equa d’Italia, è anche una delle regioni dove il benessere è presente e diffuso: l’incidenza di povertà relativa è del 4,6% (in Italia è oltre l’11%, nel Centro Italia il 6%). Solo l’8,1% delle famiglie si colloca nella fascia più bassa di reddito. E rappresenta un’eccezione, a livello nazionale, anche per la fiducia che i suoi cittadini continuano a tributare alle istituzioni pubbliche, che considerano più vicine dello Stato centrale alla maggior parte dei loro bisogni, a cominciare dalla sanità. «La Toscana sta reagendo ai processi di globalizzazione non mettendo in discussione i propri livel! li di coesione sociale ma anzi grazie ad essi. – commenta l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini presentando oggi insieme al direttore del Censis la ricerca – e i toscani sottolineano, nelle loro risposte, che è giusto tenere insieme competitività economica e coesione sociale, qualità e tutela del lavoro, attenzione verso l’industria tradizionale e l’innovazione. Un modello che ha saputo, per questo, reagire agli effetti della crisi con quello che la ricerca definisce uno scatto di orgoglio collettivo Infatti dai dati del Censis – illustrati nel dettaglio oggi dal suo direttore Giuseppe Roma, scopriamo che industria e turismo - tradizionali pilastri dell’economia toscana - hanno non solo retto l’urto della crisi, ma anche cominciato a ridefinire la propria fisionomia in termini più moderni e creativi. L’altra faccia della medaglia sta, come si è detto,! nell’eccezionalità della società Toscana ! che, in controtendenza rispetto al resto del paese, rimane nonostante tutto, soddisfatta dei governi locali, a cominciare dalle Comunità montane per arrivare alla Regione e, per questo, partecipa più attivamente alla vita della comunità in cui vive. Il 39,8% dei toscani ritiene che la Regione debba contare di più rispetto allo Stato, il 23% che province e comuni dovrebbero avere più potere. Insomma un miracolo toscano? «Non siamo un´isola felice ma tutto questo – dice Simoncini – è certamente un processo andato avanti non solo ma anche grazie ad alcune scelte che la Toscana ha fatto per governare il processo di cambiamento in atto nell’economia e nella società in maniera soft, con quella che la ricerca definisce «metamorfosi non traumatica» e che si è tradotto, per quanto riguarda la Regione, nello sforzo di puntare con decisione su capitale sociale e umano e quindi sull&rsq! uo;occupazione, sulle eccellenze numerose e diffuse, sull’integrazione sociale e su efficaci politiche di welfare, ma anche su una forte ricerca della concertazione e dell’impegno di tutti i soggetti sociali». Il rapporto descrive la delicata fase di mutamento attraversata dalla nostra regione e ne evidenzia le consistenti energie vitali. «E’ una reazione positiva che ci sta consentendo di affrontare le difficoltà che ancora ci attendono. Non dobbiamo infatti nasconderci ombre e punti critici». Le energie positive sono state convogliate, in economia, in attività che hanno fatto crescere il valore aggiunto del +5,5%, anche in presenza di un rallentamento generale A trainare il rilancio sono i settori più innovativi (fra il 2000 e il 2006 sono cresciute dei oltre l’80% le esportazioni di prodotti ad alto contenuto tecnologico) e la persistenza di una imprenditorialità piccola ma diffu! sa che ha saputo sfruttare a proprio vantaggio la competizione! interna zionale (come ad esempio il settore della nautica). Un altro fattore potente di crescita è stato il turismo: agli occhi dei cittadini toscani la forza di attrazione della regione è aumentata per il 55% delle persone. Una percezione esatta , perché nel 2006 il turismo ha superato quota 41 milioni di presenze, un record assoluto. Ma non mancano nemmeno le criticità. «Legate spesso – avverte Simoncini - al cambiamento ancora in corso e che dobbiamo convogliare sui binari giusti perché si traduca davvero in sviluppo, capace di conciliare competitivtà con equità sociale e sostenibilità ambientale. Ma va detto che elementi di disgregazione presenti in altri contesti, si pensi agli sconfortanti dati nazionali emersi nei giorni scorsi e dallo stesso rapporto Censis sul Paese, non hanno ancora scalfito il modello di democrazia solidale che in Toscana è stato costruito grazie! a una intensa opera di concertazione e di governance che ha visto la Regione e le istituzioni, i Comuni, le Province la parti sociali e tutta la società civile mobilitati verso l’unico obiettivo dello sviluppo». Ma segnali critici esistono e non sono taciuti. Anche se si insiste sempre e comunque sul fattore equità, sulle minori differenze di reddito e sulla coesistenza fra alto benessere e bassa disuguaglianza che costituisce il principale fattore di sviluppo regionale: un antidoto per scongiurare o quantomeno mitigare gli effetti negativi di una società in veloce cambiamento. Come la percezione via via meno positiva che i toscani hanno degli immigrati peraltro ben integrati nel tessuto regionale (i residenti sono 215 mila, dal 2005 al 2006 +11,3% con punte altissime in realtà, come Prato, che costituiscono casi a livello nazionale: a Prato quasi il 25% dei nati è di coppia straniera), ! le maggiori difficoltà che adulti e ragazzi stranieri i! ncontran o al lavoro e a scuola. Poi ci sono precarietà e sottoccupazione, una innegabile disparità di genere che l’aumento massiccio dell’occupazione femminile (oggi al 55%) non sembra aver che in minima misura scalfito. Le donne sono poco presenti e partecipano meno in politica e alla vita sociale, hanno carriere più discontinue, lavori mediamente più precari e inadeguati al titolo di studio, accusano di più il divario digitale e accedono meno alle tecnologie informatiche; in compenso accudiscono malati e anziani . C’è il costante invecchiamento della popolazione, che mette a dura prova un sistema socio-sanitario fra i più efficienti d’Italia. «Siamo consapevoli – afferma l’assessore - che alcuni fenomeni che al momento sono solo emergenti avranno più spazio anche da noi. Per questo stiamo lavorando molto sul fronte del lavoro precario, delle pari opportunità, del la! voro di soggetti deboli, e poi sulla casa, sui giovani, sul diritto allo studio. E tanto, tantissimo puntiamo sulla formazione: lo chiedono i toscani per primi: perché se per il 38% dice che per migliorare la propria condizione è necessario darsi da fare e faticare, aumenta la quota (35,6%) di chi attribuisce questo scatto a competenza, preparazione e imprenditorialità. .  
   
   
SIGLATO A ZUGLIANO IL PATI TERRE DI PEDEMONTANA VICENTINA.  
 
Zugliano (Vicenza) 17 dicembre 2007 - Sono otto i Comuni della Pedemontana vicentina che ieri hanno sottoscritto il Piano di Assetto Territoriale Intercomunale per una più sapiente copianificazione complessiva del territorio. Presso il comune di Zugliano l’Assessore regionale all’Urbanistica Renzo Marangon, il Presidente della provincia di Vicenza Attilio Schneck e i sindaci dei Comuni di Zugliano, Breganze, Calvene, Fara Vicentino, Lugo di Vicenza, Montecchio Precalcino, Sarcedo e Salcedo hanno sottoscritto il Pati “Terre di Pedemontana Vicentina”. Il territorio interessato presenta condizioni di omogeneità per quanto riguarda la struttura geomorfologica, idrologica, ambientale, paesaggistica e per le radici storico culturali, ma anche per la tipicità insediativa sia residenziale, sia produttiva. Gli obbiettivi generali del Pati sono fondamentalmente tre, ovvero la valorizzazione e la salvaguardia del territorio agricolo e delle risorse naturali; lo sviluppo sostenibile delle edificazione residenziale, industriale e commerciale e la valorizzazione delle componenti storiche, in particolare le ville venete e gli edifici storico monumentali; la creazione dei presupposti per l’implementazione di una rete di servizi infrastrutturali a livello intercomunale. In particolare per quest’ultimo aspetto è prevista la creazione di una rete di strade di collegamento di interesse intercomunale e la creazione delle condizioni di base per lo sviluppo di una rete di servizi intercomunali. Per quanto riguarda gli altri aspetti il Piano prevede la realizzazione di un parco dell’ Astico, la tutela degli edifici di valore storico e architettonico con i relativi spazi inedificati, l’individuazione e creazione di aree produttive intercomunali, consentendo così anche ai comuni più piccoli di dare alle proprie aziende prospettive di crescita adeguate. Infine, per quanto riguarda l’ampliamento dell’attività turistico ricettiva, è prevista, tra l’altro, la realizzazione di un campo da golf nel comune di Sarcedo, con il recupero totale dell’edificio dell’ex seminario. “Con questa firma – ricorda l’assessore Marangon - sono ormai 429 su 581 i comuni veneti che da soli o in aggregazione tra loro, hanno deciso di intraprendere la strada del Piano di Assetto Territoriale, che sostituirà il vecchio piano regolatore generale, come prevede la legge regionale per definire il futuro territoriale delle proprie comunità in un rapporto diretto tra cittadini e amministratori. Il Pati sottoscritto oggi – precisa Marangon – non solo è la concretizzazione di uno dei principali obiettivi della legge e cioè la concertazione tra tutti gli enti interessati ma è soprattutto un esempio per tutto il veneto. Dal basso questo gruppo di comuni ha saputo superare storiche differenze e programmare il futuro del proprio territorio. E’ il segno di cultura e intelligenza applicata alla quotidianità della pubblica amministrazione. E portare questa esperienza – ha concluso – ad esempio per i comuni del veneto interessati sarà per me un dovere e un piacere”. Il Sindaco di Zugliano, Romano Leonardi, nel fare il saluto introduttivo ha sottolineato “che oggi, dopo 2 anni e mezzo di lavoro, arriviamo alla fase conclusiva dell’iter che ci ha visti intraprendere e attuare la nuova Legge Regionale Urbanistica. A tale conclusione si è pervenuti dopo un’attenta e condivisa pianificazione tra regione, provincia e comuni, attraverso numerosi incontri avvenuti tra gli enti interessati e con i cittadini, al fine di giungere, superando gli inutili campanilismi, ad uno strumento concertato, che andrà sicuramente a incidere in futuro sulle scelte pianificatorie del territorio”. .  
   
   
NEL 2007 CRESCITA DEL PIL AL 4% NELLA TUSCIA  
 
Viterbo, 18 dicembre 2007 – Con una crescita del Pil procapite nel 2007 pari al 4% rispetto al 2006 la Tuscia conferma il suo ruolo di cerniera tra le province del Centro-nord e quelle del Sud collocandosi al 68° posto, in linea con il Pil medio nazionale. È quanto emerge dalle stime del Prodotto interno lordo provinciale del 2007 diffuse oggi da Unioncamere. Secondo questi dati, preliminari e provvisori, in termini di differenza tra il Pil procapite di Viterbo (21. 471 euro) rispetto a quello medio nazionale (25. 921 euro), la forbice si allargherebbe leggermente, passando dai 4. 232 euro del 2006 ai 4. 450 euro del 2007. “Nonostante il perdurare della crisi congiunturale e il verificarsi di alcuni fenomeni atmosferici straordinari (trombe d’aria e inondazioni) – spiega Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo – questo sistema, caratterizzato dalla prevalenza di piccole e microimprese e di cui sono note le fragilità economiche strutturali, ha consolidato i progressi compiuti nel 2006 grazie alla sua dinamicità e disponibilità a investire verso nuovi mercati con produzioni di qualità. Elementi che fanno ben sperare considerando che le prospettive di realizzazione dell’aeroporto, del completamento delle infrastrutture viarie e ferroviarie, del rilancio del polo ceramico di Civita Castellana non sono più una chimera”. Contestualmente alle stime del 2007 Unioncamere ha anche diffuso i dati definitivi e suddivisi per comparto relativi al Pil registrato nel 2006, da cui emerge una crescita della ricchezza prodotta dalla provincia del 4,1%, in linea con la crescita registrata a livello regionale (+4,2%) e discretamente superiore a quella nazionale (+3%). Un andamento che ha generato anche un miglioramento in graduatoria nella classifica delle province italiane in base al Pil procapite, dove Viterbo guadagna 2 posizioni. Questo indicatore ha infatti prodotto una variazione positiva rispetto ai dati del 2005 del 3,8% arrivando a segnare i 20. 800 euro per abitante e permettendo alla provincia di fare un leggero balzo in avanti passando dal 70° al 68° posto. Anche il numero indice di riferimento ha registrato un lieve miglioramento, con l’indice medio italiano pari a 100 quello della provincia di Viterbo è passato da 81,7 a 83,1, limando, anche se solo di pochi punti decimali, il gap con la media italiana. Scendendo nel dettaglio dei singoli settori economici, il 2006 sembra essere stato un anno piuttosto produttivo per il settore agricolo il quale, dopo aver vissuto un 2005 difficile che ha visto ridurre notevolmente il suo valore aggiunto, ha messo a segno un risultato positivo con una crescita relativa pari al 9,7%. Viterbo conferma la sua vocazione agricola con un’incidenza di questo settore sul totale provinciale del 6,5% contro dati regionali e nazionali ben più limitati, rispettivamente l’1,2 ed il 2,1%. Ottimo risultato anche per le attività manifatturiere in senso stretto che, pur scontando le carenze strutturali che da sempre contraddistinguono il settore industriale della Tuscia, sembrano aver sfruttato i loro punti di forza, generando un ottimo risultato (+8,2%), di gran lunga migliore dell’analogo dato evidenziato nella media regionale e nazionale. Rimane anche in questo caso notevole il distacco del peso percentuale di questo settore in ambito provinciale rispetto a quello nazionale (circa il doppio). “Come avevamo preannunciato durante la presentazione dell’Osservatorio economico provinciale di quest’anno – spiega Francesco Monzillo, vicesegretario generale della Camera di Commercio di Viterbo – il settore delle costruzioni sembra dare segnali di rallentamento della crescita, rispetto a quella esponenziale che era stata evidenziata gli anni scorsi, infatti per il 2006 il progresso messo a segno è stato solo di un +2,1%, rispetto a dati ben più alti di altri territori, i quali avevano generato in passato una crescita più modesta. Si conferma il forte contributo di questa attività alla produzione di ricchezza territoriale, il peso di questo settore a livello provinciale (11,2) è più del doppio di quello osservato a livello regionale (4,8%) e molto più alto anche dell’analogo dato nazionale (6,1%)”. Anche il settore terziario migliora la scarsa crescita dell’anno precedente facendo segnare un discreto +3,4%, che anche se inferiore all’aumento medio registrato dall’economia provinciale risulta piuttosto importante per il contributo che da in valore assoluto alla ricchezza del territorio. . .  
   
   
LAVORO, FVG: PIU´´ 24,7 PER CENTO ASSUNZIONI NEL 2007  
 
Trieste, 18 dicembre 2007 - - "La performance del sistema economico del Friuli Venezia Giulia si conferma buona, superiore alla media italiana e tendenzialmente superiore alla media del Nord- Est". Lo ha dichiarato ieri mattina a Trieste l´assessore regionale al Lavoro, Formazione, Università e Ricerca Roberto Cosolini dopo la presentazione di tre rapporti dell´Agenzia regionale del Lavoro: il rapporto trimestrale di previsione dell´economia e del mercato del lavoro regionale; il rapporto di previsione delle assunzioni delle imprese regionali per il 2007; i risultati del progetto regionale sulle assistenti familiari nel periodo luglio-settembre 2007. Illustrato da Domenico Sartori, presidente di Greta Associati (Venezia), il primo documento parte dall´ottima performance del 2005 (grazie ad un apporto positivo dei servizi del 4,4 per cento, il Pil della regione è cresciuto in quell´anno del 3 per cento, contro un dato pur positivo del Triveneto dell´ 1 per cento e una stagnazione a livello nazionale). I risultati ottenuti nel 2005 hanno avuto riflessi positivi su più versanti a partire da dal mercato del lavoro. "Dopo la sostenuta crescita registrata nel 2006 - si legge infatti nel rapporto - si manifestano segnali di stabilizzazione dell´occupazione mentre continua a scendere il numero delle persone in cerca di lavoro; in Friuli Venezia Giulia il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi, per il 2007, tra il 2,8 ed il 3, 2, raggiungendo quindi il livello più basso dell´ultimo decennio". Il dato è ribadito dal rapporto sulle previsioni di assunzione, che confermano, per il 2007, "il buon andamento dell´economia del mercato del lavoro". Decisamente superiore a quello previsto per il 2006 (più 24,7 per cento) il dato delle assunzioni a livello regionale per il 2007 ammonta a 20. 380 unità, di cui 11. 720 nei servizi e 8. 660 nell´industria. Il peso assoluto degli "indifferenti", pari a 8. 330 unità, attesta altresì la progressiva parità di genere. Anche il saldo assunzioni-licenziamenti risulta ampiamente positivo e ammonta a 2. 150 unità. E´ infine interessante l´incremento, in valore percentuale, dei laureati assunti nel 2007: più 41 per cento rispetto al 2006, con 1. 520 unità contro 1. 080. La domanda delle imprese per i lavoratori senza titolo di studio resta alta (il 36,5 per cento del totale) mentre i titolari del diploma di scuola media superiore rappresentano il 33,1 per cento degli assunti e quelli dotati di attestato professionale il 22 per cento. Si conferma anche nel 2007 il buon andamento del progetto assistenti familiari: i contratti sottoscritti al 30 settembre 2007 sono stati infatti 1. 270 a fronte dei 569 registrati nel 2006 con una media mensile di 166 contratti stipulati. In questo campo dunque, l´aumento percentuale dei contratti di lavoro dal 2006 al 2007 è stato del 202 per cento, un risultato che attesta da solo il risultato dell´operazione. "Sinora i dati consuntivi sono sempre stati più generosi di quelli previsionali - ha osservato Cosolini - e a gennaio potremo capire qualcosa di più sull´andamento dell´economia della nostra regione". "Le cose continuano ad andare abbastanza bene anche se occorre aspettare i dati Istat per l´occupazione nel 2007 e la stima definitiva per il preventivo del Pil 2006 per esprimersi compiutamente". Per quanto concerne il monitoraggio del progetto "assistenti familiari" Cosolini ha notato che "siamo a tutti gli effetti di fronte a qualcosa di straordinario: è la conferma della validità di un sistema che da un lato combatte con successo il lavoro sommerso e dall´altro consente l´incontro adeguato tra domanda ed offerta in un ambito abbastanza delicato". .  
   
   
BOLZANO: III° TRIMESTRE 2007: L’OCCUPAZIONE DIPENDENTE CRESCE DEL 3,7%  
 
Bolzano, 18 dicembre 2007 - L’occupazione dipendente in provincia di Bolzano è cresciuta del 3,7% (7 000 persone) nel corso del terzo trimestre 2007 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, raggiungendo così mediamente quota 192 000. L’aumento ha interessato in modo più significativo le donne (+4,5%) rispetto agli uomini (+3,1%). Nel corso del terzo trimestre dell’anno le donne occupate con contratto di lavoro dipendente erano 87 000 (45,2% del totale). Analizzando la crescita per cittadinanza l’aumento relativo più marcato si osserva tra i cittadini neocomunitari con il 20,4% (+2 090), mentre il numero dei lavoratori dell’Ue15 è cresciuto dell’ 8,1% (+270) e quello degli extracomunitari del 5,4% (+630). Tra i cittadini italiani si rileva una crescita del 2,4% (+3 880), per questo in valori assoluti è la più alta. .  
   
   
PORDENONE: IL PIL DELLA PROVINCIA SALE IN GRADUATORIA  
 
Pordenone, 18 dicembre . 2007 – Da Unioncamere giungono i dati sul valore aggiunto provinciale, elaborati dall´Istituto Guglielmo Tagliacarne, relativi al periodo 2004-2006, nonché le anticipazioni elaborate, sempre a livello provinciale, per l´anno 2007, e i dati sul prodotto interno lordo. Pordenone, nella graduatoria delle province italiane in base al Pil pro capite dell’anno 2007, occupa il 40° posto, con 27. 203 euro pro capite e al di sopra di 4,9 punti alla media italiana. Dal 2004 ad oggi la provincia è salita di 4 posizioni in classifica, con una crescita inferiore rispetto a Udine e Gorizia, ma superando altre province che vanno in discesa, come Trieste (-2) e la vicina Treviso (-2). Il trend di crescita del Pil della provincia di Pordenone segnava 25. 135 euro per abitante nel 2004, per arrivare ai 27. 203 euro del 2007. Il dato è espresso a prezzi correnti, cioè è ottenuto sommando al valore aggiunto ai prezzi base l’ammontare dell’Iva e delle altre imposte dirette nette gravanti sui prodotti e sulle importazioni. Positive sono le informazioni sulla ricchezza prodotta in provincia nei tre macrosettori presi in analisi dal Tagliacarne: il dato disponibile più recente, la variazione percentuale del valore aggiunto a prezzi correnti, attesta all’agricoltura pordenonese un +1,5%, all’industria + 3,5% e ai servizi +3,8%, per un totale dell’economia (+3,7%) superiore a quello della Regione Fvg (+3,0%) e delle altre province (Udine +3,2%, Gorizia +3,6% e Trieste +1,4%). .  
   
   
"DONNE NELLE NUOVE TECNOLOGIE", PRESENTAZIONE DI UNO STUDIO  
 
Bolzano, 18 dicembre 2007 - Il ruolo e la valorizzazione delle giovani donne nel settore delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione. Questo l´argomento al centro di una ricerca effettuata nell´ambito del progetto "Do. Te - Donne nelle nuove tecnologie", finanziato dal Fondo sociale europeo. I risultati dello studio verranno presentati dall´assessora provinciale Luisa Gnecchi nel corso di una conferenza stampa a Bolzano che avrà luogo venerdì 21 dicembre. .  
   
   
MATERA: IMPRENDITORIA FEMMINILE: CORSO SU MERCATO EUROPEO  
 
Matera, 18 dicembre 2007 - La Camera di Commercio di Matera, in collaborazione con il Comitato per l’imprenditoria femminile ha organizzato, per il 19 e 20 dicembre, un seminario formativo sul tema " Mercato del lavoro e politiche del lavoro in un contesto comunitario’’. I lavori saranno tenuti da Alessandra Servidori, consulente del Ministro per le pari opportunità e per le politiche del lavoro. Al seminario partecipano donne imprenditrici designate da associazioni, sindacati, comitati per le pari opportunità che si occupano delle problematiche del lavoro femminile. " Con la giornata formativa – ha detto Rosa Gentile, presidente nazionale del Comitato per le pari opportunità – approfondiremo conoscenze e strumenti,legati al mercato europeo,in grado di promuovere le imprese guidate da donne e idee-progetto che possono portare valore aggiunto all’economia locale´´. .  
   
   
INNOVARE PER COSTRUIRE CITTÀ SOSTENIBILI. "FORMA IMPATTO E SOSTENIBILITÀ, IL FUTURO DELL´ARCHITETTURA CONTEMPORANEA" IL 18 DICEMBRE A PADOVA PER PARLARE DI INNOVAZIONE, OPERE, FUTURO DELLE CITTÀ.  
 
Padova, 18 dicembre 2007 - Il nuovo Auditorium di Padova diventa occasione di confronto che coinvolge Istituzioni, Professioni e Mondo produttivo. Sarà anche l´occasione per presentare Archivisione, un progetto multimediale di promozione e comunicazione nel e per il mondo dell´architettura attraverso una serie di eventi che metteranno direttamente a confronto i protagonisti dell´innovazione in architettura, in economia e nella cultura coinvolgendo progettisti, aziende e committenti. Si tiene oggi dalle ore 10,00 presso l´Aula Magna Galileo Galilei - Palazzo del Bo - Università degli Studi di Padova, via otto febbraio 2, la conferenza "Forma Impatto e Sostenibilità, il futuro dell´architettura contemporanea", promosso dall´Associazione Innovia in collaborazione con il Dipartimento di Fisica Tecnica dell´Università di Padova. Il convegno cercherà di dare una risposta alla domanda: " L´innovazione premia?", cercando di comprendere cosa significhi oggi innovare la città, ideare opere nuove per nuove esigenze, cogliere la sfida del contemporaneo, colmare il gap nella diffusione della qualità architettonica in Italia, applicare nuove strategie e tecnologie di risparmio energetico per costruzioni eco-compatibili. Un incontro guidato da Ugo Savoia, con grandi progettisti e ricercatori italiani come il Prof. Roberto Zecchin, Direttore del Dipartimento di Fisica Tecnica dell´Università di Padova, Alberto Cecchetto, Architetto partecipante al Concorso per l´Auditorium della Città di Padova, Gabriele Del Mese, fondatore di Arup Italia e Giuseppe Cappochin Presidente dell´Ordine degli Architetti di Padova nonché Presidente del Forum delle Professioni intellettuali. Tra le "buone prassi" presentate, la giappo nese Sanyo ha aderito al progetto e sarà presente alla Conferenza presentando una particolare tecnologia per la climatizzazione che oltre a produrre raffrescamento e riscaldamento, permette di ottenere "gratis" acqua calda per i sanitari ed energia elettrica per l´illuminazione di servizio negli edifici. Due importanti realizzazioni che hanno visto l´impiego di queste unità climatizzanti sono il palazzo della Regione Lazio e la sede regionale laziale delle Banche di Credito Cooperativo. Altra presente sarà la padovana Isoclima, leader mondiale nella produzione di vetri curvi per l´architettura, che vanta collaborazioni con importanti architetti di fama mondiale, con i quali ha realizzato prestigiose installazioni in Europa, Asia e Stati Uniti. Alla Conferenza sono state presentate le ultime novità di Isoclima: Isolite e Magiclite due vetri dalle performance uniche. Isolite è un vetro a cristalli liquidi che da trasparente diventa opalino; Magiclite è un vetro che al suo interno contiene led luminosi che si accendono senza l´utilizzo di filamenti elettrici La Conferenza, rivolta ai progettisti architettonici e tecnologici, agli amministratori pubblici ma anche al largo pubblico, avrà lo scopo di evidenziare come la sinergia di sistema tra ricerca universitaria, aziende innovative, progettisti evoluti e committenza "illuminata" sia fondamentale per velocizzare il tempo di adozione delle innovazioni e per accelerare il raggiungimento di importanti obiettivi di risparmio energetico e di sostenibilità negli edifici. Innovia Associazione Culturale, nasce a Padova a fine 2006 con l´obiettivo di stimolare le sinergie tra i soggetti coinvolti nella filiera dell´architettura, per accelerare i tempi di adozione di soluzioni innovative, proiettate in un futuro che parla sempre più di sostenibilità ambientale e risparmio energetico. .  
   
   
BENI STABILI ESAMINA LO STATO DI AVANZAMENTO DEL PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DELLE PROPRIE ATTIVITÀ IN RELAZIONE ALL’IPOTESI DI TRASFORMAZIONE IN SIIQ - SOCIETÀ DI INVESTIMENTO IMMOBILIARE QUOTATA  
 
 Roma, 18 dicembre 2007 – Ieri in Consiglio di Amministrazione di Beni Stabili S. P. A. Ha esaminato lo stato di avanzamento del progetto di riorganizzazione delle proprie attività in relazione all’ipotesi di trasformazione in Siiq - Società di Investimento Immobiliare Quotata-. A conclusione di tale esame, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proseguire nell’espletamento delle attività finalizzate al conseguimento dei requisiti necessari per poter attuare la trasformazione della Società, riservandosi comunque di decidere in merito all’adesione al regime Siiq, in attesa della completa definizione del quadro normativo e dei relativi necessari approfondimenti. .  
   
   
PIRELLI RE SI AGGIUDICA IL MANDATO DI GESTIONE DI UN PORTAFOGLIO DI CREDITI IN SOFFERENZA ORIGINATI DA BANCA ANTONVENETA E DALLA CONTROLLATA INTERBANCA CON UN GROSS BOOK VALUE DI CIRCA 2,6 €MILIARDI  
 
Milano, 18 dicembre 2007 – Pirelli Re si è aggiudicata il mandato di gestione di un portafoglio di crediti in sofferenza originati da Banca Antonveneta e dalla controllata Interbanca, con un gross book value di circa 2,6 miliardi di euro. Il Gruppo opererà sia in qualità di Asset manager che di Special servicer tramite Pirelli Re Credit Servicing, società di special servicing leader in Italia. Pirelli Re coinveste nel portafoglio con una quota del 16,5% attraverso la joint venture con Calyon Sa (67%- 33% Pirelli Re), mentre il rimanente 50% è acquisito da Ge. Il prezzo di acquisto totale è pari a 530 milioni di euro e verrà finanziato per circa il 65% da debito senior erogato da Royal Bank of Scotland e Calyon Sa e per circa il 35% da debito mezzanino (sottoscritto dalle parti acquirenti) ed equity. L’operazione, che ha per oggetto un portafoglio di crediti costituito da oltre 20. 000 debitori, rappresenta la seconda tranche della transazione finalizzata alla fine del 2006 relativa ad un portafoglio di crediti ipotecari e corporate con un gross book value di circa 1 miliardo di euro. Con l’acquisizione di questo nuovo mandato di gestione, sale a circa 12 miliardi di euro a gross book value (circa 2,5 miliardi il net book value) il patrimonio di non performing loans gestito in esclusiva da Pirelli Re, che consolida così la propria posizione di leadership in Italia. Di quel patrimonio, circa 9 miliardi di euro a gross book value (circa 2 miliardi di euro il net book value) sono di proprietà della joint venture con Calyon Sa, che si posiziona ad oggi tra i principali investitori in Npls nel mercato italiano, unendo le competenze gestionali di Pirelli Re con quelle finanziarie della banca francese. Attraverso una piattaforma integrata di servizi unica nel mercato italiano, il Gruppo Pirelli Re opera nella gestione giudiziale e stragiudiziale di crediti in sofferenza, nella valutazione di portafogli di Npls e nell’attività di master servicing per portafogli cartolarizzati (gestione amministrativa del crediti). La piattaforma di Asset management e Special servicer di Pirelli Re ha una struttura di circa 300 professionisti ed una presenza capillare sul territorio nazionale, con 7 sedi di Pirelli Re Credit Servicing situate a Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo e Catania. La Società ha in programma l’apertura di altre 3 filiali, tra cui quella di Padova, anche alla luce del nuovo mandato di gestione acquisito e con l’obiettivo di rafforzare l’attività nell’area del Nord Est. La capillare presenza sul territorio, nonchè le sinergie con le altre società di servizi del Gruppo Pirelli Re rappresentano un importante vantaggio competitivo nel business dei non performing loans e permettono a Pirelli Re di incassare ogni anno circa il 50% dei recuperi previsti attraverso soluzioni stragiudiziali. Per il 2008 si prevede un’accelerazione dello sviluppo di quest’area di business: oltre all’Italia, in cui tra l’altro è in corso un processo di concentrazione nel sistema bancario, Pirelli Re punta ai Paesi dell’Europa Centro-orientale - in particolare Germania e Polonia - dove intende sviluppare piattaforme di gestione di portafogli di Npls. “Siamo molto soddisfatti delle competenze del nostro team di management che hanno così consentito in pochi anni una crescita del business dei non performing loans, che rappresenta una parte sempre più importante dell’attività del nostro Gruppo. Confidiamo di poter presto valorizzare l’esperienza e le competenze professionali maturate anche in altri mercati europei”, ha commentato Carlo A. Puri Negri, Ceo di Pirelli Re. La joint venture Pirelli Re/calyon è stata assistita da Studio Bonelli, Erede e Pappalardo in qualità di advisor legale. .  
   
   
LAZIO: IPOTECHE LEGALI SUGLI IMMOBILI IN CALO NEL 2006 SONO CALATE DEL 54% NELL‘INTERA REGIONE E A ROMA ADDIRITTURA DEL 64%.  
 
 Roma, 18 dicembre 2007 - Il numero delle temute ipoteche legali sugli immobili – quelle connesse al ricupero di crediti in sofferenza e non alla sottoscrizione di mutui - ha fatto registrare una progressione drammatica negli ultimi anni in tutta Italia, ma non nel Lazio. Lo afferma Experian, di riferimento nel mondo nei servizi di business information. Più in particolare nel 2006, il numero delle iscrizioni di ipoteche legali è calato nel Lazio del 54%, mentre in tutta Italia è risultato pressoché costante e importante rispetto all’anno prima. In più, sempre secondo Experian, nel Lazio e nell’intero arco degli ultimi 5 anni il fenomeno non ha fatto registrare il balzo visto in tutta Italia: fra il 2002 e il 2006 compreso, le ipoteche legali sugli immobili iscritte nell’anno sono cresciute in tutta Italia di ben 10 volte (con punte anche di molto superiori in alcune regioni) e nel Lazio “solo” di 3 volte.
N. Iscrizioni Ipoteche Legali
Anno 2002 2003 2004 2005 2006
Lazio 5. 397 7. 128 25. 385 34. 115 15. 493
Italia 34. 647 70. 346 162. 952 339. 147 322. 268
% Lazio su Italia 15,6% 10,1% 15,6% 10,1% 4,8%
Fonte Experian - 2007
Segnali un po’ più tranquillizzanti dunque nel Lazio per un fenomeno che da anni mostra in tutta Italia una dinamica allarmante per i cittadini, e spiegata dal crescente uso dell’ipoteca legale da parte della Pubblica Amministrazione e degli Enti di Riscossione per tutelare crediti (per imposte, tasse, contributi, e così via) ritenuti in sofferenza e spingere al loro saldo. Bene Roma, Viterbo, Latina, meno Frosinone e Rieti La dinamica 2006 nella regione (-54%) consegue ad andamenti diversi nelle province. A rallentare sono Viterbo (-15,7%), Latina (-48,5%),e soprattutto Roma (-64,1%), che per peso e progressione è la provincia che determina la positiva frenata regionale. Basti pensare che mentre a Roma le ipoteche legali sugli immobili sono calate del 64%, in tutte le altre province prese assieme sono calate della metà (32,6%). Non così bene Rieti e Frosinone, dove le iscrizioni di ipoteche legali sugli immobili nel 2006 hanno avuto un rimbalzo del +6,6% e del +5%, interrompendo il buon rallentamento iniziato nel 2005.
N. Iscrizioni Ipoteche Legali
Anno 2002 2003 2004 2005 2006
Frosinone 1. 538 2. 946 6. 295 2. 290 2. 405
Latina 1. 163 2. 320 6. 110 7. 175 3. 674
Rieti 159 375 773 664 708
Roma 2. 517 1. 451 11. 904 23. 757 8. 513
Viterbo 20 36 303 229 193
Tot Lazio 5. 397 7. 128 25. 385 34. 115 15. 493
Fonte Experian - 2007
E’ comunque da rilevare che solo una parte limitata delle ipoteche legali è seguita dalle temute vendite forzose, essendo assai più frequente la composizione della controversia con pagamenti, transazioni o ricorsi con esito positivo. .
 
   
   
URBANISTICA: LOTTA ALL’ABUSO EDILIZIO DOMANI A PERUGIA, SEMINARIO TECNICO SU APPLICAZIONE LEGGE REGIONALE  
 
 Perugia, 18 dicembre 2007 - Approfondire le problematiche relative all’applicazione della legge regionale in materia di “vigilanza, responsabilità, sanzioni e sanatoria in edilizia (L. R. 21/2004). Con questo obiettivo l’assessorato all’urbanistica della Regione Umbria ha promosso un seminario tecnico che si terrà per l’intera giornata di mercoledì 19 dicembre (a partire dalle ore 8. 45), nella Scuola di Pubblica Amministrazione di Villa Umbra, in Loc. Pila di Perugia. L’iniziativa, a cui interverrà il Consigliere di Stato Pietro Falcone – spiegano al servizio urbanistica della Regione, servirà a supportare il lavoro degli uffici degli enti e dei professionisti chiamati a dare applicazione alla legge regionale. Tra gli argomenti del seminario le correlazioni, le differenze e gli eventuali dubbi interpretativi e applicativi esistenti tra norma regionale e nazionale, anche con riferimento alla sanatoria ambientale. Verranno inoltre affrontate le questioni relative alla vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia da parte dei Comuni, alle responsabilità attribuite ai soggetti interessati dal titolo abilitativo e dalla realizzazione dell’opera prevista (titolare del titolo abilitativo, committente, impresa esecutrice, direttore dei lavori ecc. ). Tra i temi anche i procedimenti della norma regionale e di quella nazionale in materia di poteri sostitutivi, termini perentori e ruolo della Provincia. .  
   
   
UNA MERIDIANA MONUMENTALE NEL CUORE DI FIRENZE LO SPETTACOLARE OROLOGIO SOLARE, ALTO 6 METRI, È STATO INAUGURATO IERI IN PIAZZA DEI GIUDICI.  
 
Firenze, 18 dicembre 2007 – Antica ma modernissima, insieme strumento scientifico e opera d’arte, la nuova monumentale meridiana di Firenze prende ufficialmente posto da oggi nel cuore della città svettando in Riva d’Arno, a pochi passi da Uffizi e Ponte Vecchio, inedito motivo di attrazione e curiosità per turisti e residenti. Dopo una complessa fase di preparazione, è stato inaugurato stamani lo spettacolare orologio solare realizzato in piazza dei Giudici all’ingresso dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza (Imss), elemento qualificante di un’operazione di restauro e recupero di quest’area preziosa, fin qui parcheggio per auto e motorini. Alla cerimonia hanno preso parte i rappresentanti dell’Imss (presidente Ginolo Ginori Conti, direttore Paolo Galluzzi, vicedirettore Filippo Camerota, curatore Giorgio Strano), il presidente dell’Ente Cassa di Risparmio Edoardo Speranza, l’assessore al Piano Strategico Riccardo Nencini, il presidente del Consiglio provinciale Massimo Mattei, la soprintendente Paola Grifoni, il dirigente della Camera di Commercio Patrizia Rabatti e Marzio Cacciamani, presidente della Scuola Professionale Edile, i cui allievi hanno svolto rilievi topografici e attività di cantiere. La nuova meridiana è costata circa 400 mila euro ed è stata concepita dai due progettisti Camerota e Luise Schnabel come ‘ornamento matematico’, ovvero come sintesi di calcolo ed estetica, di precisione e bellezza. Si tratta in effetti di un manufatto assai complesso, che ha richiesto una lunga messa a punto e il concorso di molte professionalità scientifiche, tecniche e artigianali. Formata da uno gnomone in bronzo alto oltre 6 metri e da un quadrante astronomico inciso sul marciapiede, la meridiana indicherà giorno, stagione, segno zodiacale e soprattutto l’ora locale reale, da non confondere con quella convenzionale dell’orologio che è riferita all’intero fuso orario dell’Italia. Per esempio, in febbraio la meridiana segna il mezzogiorno vero alle 12,28, mentre in luglio (ora legale) lo segna alle 13,20. Lo gnomone è a sua volta formato da due grandi stele, simbolo del giorno e della notte. La prima, rivolta a sud, verso l’Arno, contiene una linea meridiana verticale in cui l’ombra della coda di una Lucipera (metà lucertola e metà vipera) indica il mezzogiorno durante tutto l’anno. La stele della notte, rivolta a nord, contiene invece la raffigurazione delle due costellazioni (le Orse) che ci permettono di individuare la Stella Polare. Alla base, una Rosa dei Venti per l’orientamento geografico, mentre le stagioni e i quattro elementi sono simboleggiati dai materiali: travertino per terra e autunno; vetro per acqua e inverno; pietra grigia per aria e primavera; bronzo per fuoco ed estate. Sormonta lo gnomone un poliedro di vetro, la cui ombra consente di leggere le informazioni sul quadrante astronomico. La posizione dello gnomone indica le ore (dalle 9 alle 14), che sono marcate da linee radiali di ottone. La data è invece indicata da linee trasversali di travertino, che segnano il percorso diurno del Sole nei vari periodi dell’anno. Per sapere l’ora e la data basta dunque osservare la posizione dell’ombra rispetto alle coordinate in ottone e travertino. La meridiana di piazza dei Giudici si aggiunge agli oltre cento analoghi strumenti di misurazione del tempo, che a Firenze si trovano nella cattedrale, nelle grandi chiese e in molte ville più o meno secolari. A questi antichi orologi l’Imss ha dedicato una mostra affascinante (La linea del Sole), che chiuderà il 22 dicembre, in coincidenza con il solstizio d’inverno. Nella circostanza, il personale del Museo spiegherà al pubblico (tra le 11 e le 13) il funzionamento della nuova meridiana. A mezzogiorno (tempo vero locale), ossia alle 12,13 dei nostri orologi, l’ombra del poliedro marcherà il solstizio cadendo sull’ultima lastra zodiacale, quella del Capricorno, che si trova proprio al centro del portone di ingresso dell’Imss. . .  
   
   
ENERGIA: ILLY, UE DEVE FARE PRESTO SCELTE IMPORTANTI  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2007 - Nel corso dell´ incontro di ieri con il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, il presidente dell´Are e del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, ha in particolare centrato il suo intervento sui temi dell´energia, uno dei punti principali contenuti anche nel nuovo Trattato di Lisbona, che prevede l´introduzione di una politica comune dell´energia e la lotta al cambiamento climatico. Barroso ha così preso nota, ha osservato Illy al termine della riunione, della sempre più impellente necessità da parte della Ue di "scegliere" la fonte energetica ideale: quella solare ma anche quella fotovoltaica, che consente la produzione di calore e di energia elettrica, presentando peraltro problemi di immagazzinamento. Un´ipotesi su cui lavorare, su basi tecniche già accertate dal mondo scientifico, ha indicato il presidente Illy, potrebbe essere quella proprio di una realizzazione diffusa, su tutti gli edifici pubblici e privati, di pannelli fotovoltaici e della successiva utilizzazione delle già esistenti reti urbane di distribuzione elettrica e del gas. L´energia prodotta dai pannelli fotovoltaici, infatti, verrebbe utilizzata durante il giorno per gli usi domestici ed a fini industriali, attraverso la rete elettrica esistente; la porzione residua sarebbe convertita (con un processo di elettrolisi) in idrogeno allo stato gassoso nella rete urbana del gas metano, per essere poi prelevato nel corso della notte. L´idrogeno gassoso, grazie alle celle a combustione, verrebbe così ritrasformato per la produzione di elettricità e calore nel corso delle ore notturne. Il presidente Illy ha anche voluto ricordare a Barroso un altro grave problema, che riguarderà non solo l´Unione europea ma tutto il mondo: il costante incremento del prezzo del cibo. La carenza di petrolio ed il suo aumento di prezzo produrranno un parallelo aumento dei prodotti alimentari. "Attendiamoci - ha affermato Illy - un incremento del costo dei cibi assolutamente proporzionale a quello del petrolio". Cibi come il grano, il mais, la soia, che oggi vengono adoperati anche per la produzione di energia e calore, quali il bioetanolo ed il biodiesel. Sempre di più conviene incentivare le produzioni di energie alternative, di qualunque tipo (solare, eolico, ecc. ), per ridurre la domanda di petrolio e quindi il suo prezzo finale: gli incentivi pubblici per la produzione di energia da fonti rinnovabili di fatto servono ad evitare che aumenti il costo del cibo. Infine il presidente dell´Are ha ricordato il tema delle accise sui carburanti, che oggi "lavorano al rovescio" rispetto alla funzione per la quale erano state introdotte. Le accise nascono per aumentare "artificialmente" il costo dell´energia, inibendone così un consumo eccessivo. Oggi, a fronte di incrementi anche di 5 o 6 volte avvenuti nel corso degli ultimi anni, il prezzo della benzina (considerato che l´accisa praticata è rimasta per lo più invariata) è soltanto raddoppiato. Da un lato, pertanto, il consumatore non ha l´esatta percezione dell´enorme aumento del costo dell´energia, dall´altro sente relativamente l´esigenza del risparmio, sia per il trasporto che per le esigenze di riscaldamento, ha concluso il presidente Illy. .  
   
   
RUSSIA: GAZPROM VINCE LICENZA IN LIBIA  
 
Mosca 18 dicembre 2007 - Il gigante dell´energia russo ha vinto una licenza in Libia per sfruttare un´area di 20 milioni di tonnellate metriche di petrolio. Lo rende noto l´agenzia informativa russa "Ria Novisti". Il bando era stato pubblicato dalla National Oil Corporation libica (Noc) e riguarda lo sviluppo dell´area. Secondo il giornale russo Vedomosti la Noc ha tenuto il bando sabato 9 dicembre e vi hanno partecipato 35 giganti dell´energia del mondo, tra cui Exxonmobil e Bp. I settori riguardano petrolio e gas e sono in totale 10. Gazprom svilupperà una zona di circa 4 chilometri; altri blocchi sono andati alla Shell, alla polacca Pgnig e all´algerina Sonatrach. .  
   
   
CONSUMI ELETTRICI: RAGGIUNTI I 56.810 MW, NUOVO RECORD ASSOLUTO L’ONDATA DI FREDDO SPINGE IL FABBISOGNO  
 
Roma, 18 dicembre 2007 – 56. 810 megawatt: è il nuovo record assoluto dei consumi di elettricità in Italia. E’ quanto ha rilevato Terna, la società che ha la responsabilità della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica in Italia, alle 17. 30 di ieri. Il valore è superiore di 221 megawatt rispetto al record precedente (56. 589 Mw, 20 luglio 2007) e di oltre 2. 400 megawatt a confronto con il record invernale del 2006 (54. 387 Mw, 13 dicembre 2006). Gli oltre 2. 400 Mw di differenza del nuovo picco corrispondono ad un valore superiore al consumo di una grande città come Roma. Tre i fattori determinanti la nuova punta di domanda: l’ondata di freddo intenso che sta attraversando l’Italia in questi giorni, soprattutto al Sud, caratterizzati da un brusco abbassamento delle temperature e il massiccio ricorso agli apparecchi di riscaldamento; il ricorso all’illuminazione artificiale fin dalle prime ore del pomeriggio a causa della progressiva riduzione dell’apporto di luce naturale tipica di questo periodo dell’anno. L’incremento dei consumi di energia elettrica in concomitanza con le settimane precedenti le festività natalizie, stimabile in circa 1. 000 Mw; I margini di riserva sono comunque adeguati a coprire il fabbisogno e il sistema elettrico è al momento in equilibrio. Il persistere di temperature rigide fa prevedere consumi sostenuti anche nei prossimi giorni. In termini percentuali, dal 2000 al 2007 il fabbisogno massimo invernale è aumentato del 14,3%, quello estivo del 19,4%. .  
   
   
APERTA LA PRIMA STAZIONE INTERNAZIONALE DI TELESCOPI  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2007 - La prima stazione internazionale del radiotelescopio Low Frequency Array (Lofar) ha avviato le proprie attività in Germania. La stazione, soprannominata Is-de1, la quale sarà gestita dall´Istituto di radioastronomia Max Planck, è situata ad Effelsberg nel land tedesco della Renania settentrionale-Vestfalia ed è la seconda di una serie di stazioni che verranno installate. Il progetto Lofar è stato avviato dall´Istituto di radioastronomia dei Paesi Bassi, Astron, e ad Exloo, nel nord-est dei Paesi Bassi, è stata installata la prima stazione nazionale nel 2006. Nella città olandese verranno installate nei prossimi due anni 36 ulteriori stazioni con oltre 25 000 antenne individuali. Lofar si basa su un concetto nuovo ed è il primo radiotelescopio privo di parti mobili. La direzione e il campo visivo delle stazioni non vengono quindi determinati meccanicamente, bensì elettronicamente, attraverso la combinazione dei segnali provenienti dalle 96 antenne individuali di una stazione e, infine, da diverse stazioni. La schiera di antenne opera a frequenze basse, comprese tra 20 e 80 Mhz, e consentirà di esaminare le varie sorgenti di radiazioni cosmiche, quali le esplosioni stellari, le galassie distanti e i quasar dove risiedono giganti buchi neri. Queste ricerche richiedono una bassa risoluzione angolare per la misurazione della distanza angolare fra due oggetti. Tali ricerche verranno effettuate collegando le stazioni situate nei Paesi Bassi, in Germania e, presto, in altri paesi europei (ad es. Regno Unito, Francia, Svezia) attraverso collegamenti transfrontalieri in fibra ottica ad alta velocità, che trasmetteranno i dati al supercomputer Lofar (Blue Gene/l) situato presso l´Università di Groninga. «Con Lofar è iniziata una nuova era, nonché un´attività di ricerca sull´universo alle lunghezze d´onda più ampie dello spettro elettromagnetico», ha dichiarato il consorzio Lofar. «Lofar attirerà astronomi provenienti da tutto il mondo che desiderano esplorare questa gamma di frequenza poco studiata, al fine di condurre studi che spaziano dai fenomeni altamente energetici dell´atmosfera superiore terrestre, ai pianeti più vicini, fino alle lontanissime prime stelle e galassie che si sono formate nell´Universo nei tempi osservabili più remoti. » Il consorzio ha suggerito inoltre che i benefici della schiera di antenne potrebbero essere notevolmente accresciuti collegandola alla rete European Géant. «Sarebbe un passo naturale creare una griglia di sensori su scala europea per l´astronomia, aggiungendo le stazioni Lofar a questi siti. In qualità di griglia di sensori europea, Lofar potrebbe fornire informazioni essenziali localizzate sulla Terra, complementari ai satelliti di osservazione terrestre, e offrirebbe così un importante contributo al Programma europeo di Monitoraggio globale per l´ambiente e la sicurezza (Gmes). » Il progetto del valore di 148 Mio Eur è finanziato dal governo olandese, dalla Comunità europea e dalla Rete delle province dei Paesi Bassi settentrionali (Samenwerkingsverband Noord-nederland, Snn). Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Lofar. Org/ .  
   
   
FORMAZIONE E PATTO DI ACCOGLIENZA PER LAVORATORI STRANIERI  
 
Venezia, 18 dicembre 2007 Il Veneto si appresta ad applicare il Patto di accoglienza e di integrazione nei confronti dei lavoratori stranieri. La definizione e le modalità di applicazione di questo strumento sperimentale, introdotto dal Piano triennale di interventi in materia di immigrazione approvato dal Consiglio Regionale nel luglio scorso, sono state affidate dalla giunta regionale – su proposta dell’assessore Oscar De Bona - all’Ente Veneto Lavoro che ha già al suo attivo la realizzazione di azioni pilota sui flussi migratori. “Questa sperimentazione – spiega De Bona – fa parte di un pacchetto di interventi nell’ambito delle misure adottate per gestire i flussi migratori per motivi di lavoro. Già da qualche anno infatti il Veneto sta attuando, in raccordo con le autorità delle aree di origine e di transito dell’immigrazione, una serie di azioni di sistema per far incontrare domanda e offerta di lavoro accompagnate dalla formazione nei paesi di provenienza e dal sostegno all’inserimento sociale qui da noi. La giunta veneta ha deciso di proseguire in questo percorso, che in base alle norme in vigore consente alle nostre aziende di ricorrere al titolo di prelazione a favore dei cittadini extracomunitari che abbiano partecipato a programmi di istruzione e formazione professionale nei Paesi di origine”. Il progetto finanziato dalla Regione prevede quindi che Veneto Lavoro elabori un piano operativo comprendente le azioni formative per i lavoratori stranieri (che dovranno essere cofinanziate dai soggetti promotori nella misura minima del 30%) e le procedure di raccordo con i soggetti pubblici e privati interessati, tenendo conto dei livelli di disoccupazione dei lavoratori italiani e stranieri già residenti nel Veneto monitorati dai Centri per l’impiego. L’attività riguarderà anche la collaborazione con i Paesi di origine dei flussi migratori e l’assistenza per il reinserimento degli immigrati regolari che intendono rientrare nella loro patria una volta scaduto il contratto di lavoro nel Veneto. “Per sostenere l’inserimento sociale dei lavoratori formati nei loro Paesi – sottolinea De Bona – sarà applicato il Patto di accoglienza e integrazione, che rappresenta il reciproco impegno della società veneta che ospita e del lavoratore straniero a rispettare diritti e doveri per una convivenza armoniosa”. Il Patto di accoglienza sarà definito da un tavolo di lavoro con la partecipazione di rappresentanti degli organismi già costituiti (Tavolo Unico e Consulta Immigrazione) mediante l’approfondimento di modelli europei esistenti, come quello francese, e l’individuazione dell’iter operativo per applicarlo. Il finanziamento complessivo della Regione è di 735 mila euro, di cui 235 mila per le attività relative al Patto di accoglienza e di integrazione. .  
   
   
MASTER: ECOPROGETTAZIONE E GESTIONE DELLE OPERE CIVILI UNIVERSITA´ DI ROMA "LA SAPIENZA" - CNIM  
 
Roma, 18 dicembre 2007 - Il Master di secondo livello in “ Ecoprogettazione e Gestione delle Opere Civili ” nasce dalla acquisita consapevolezza dell´importanza socio-economica e culturale delle tematiche ambientali e manutentivo-conservative. Il Master è congiuntamente organizzato dalla Università di Roma “La Sapienza” e dal Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione (Cnim). Il programma di studi proposto è finalizzato a fornire conoscenze specialistiche necessarie per progettare, gestire e mantenere in modo efficace ed efficiente le opere civili ed effettuare lo studio di impatto ambientale relativamente alle stesse attività. Scadenza presentazione domande di ammissione Prorogata Al 15 Gennaio 2008 Info: www. Master-manutenzione. It. Dettaglio della Offerta Formativa: 01. Il Contesto Sociale, Economico ed Ambientale; 02 Ingegneria dei Sistemi; 03. Ingegneria della Manutenzione; 04 Lo Sviluppo Sostenibile. 05. La Valutazione di Impatto Ambientale: 06. Eco Progettazione e Gestione degli Impianti (elettrici, termici…); 07. Gestione e Manutenzione dei Sistemi di Trasporto; 08. Eco Progettazione e Gestione degli Impianti di Ingegneria Sanitaria Ambientale; 09. La Gestione e la Manutenzione degli Ospedali e delle Apparecchiature Radiodiagnostiche. 10. Gestione, Manutenzione e Sicurezza degli Impianti Elettrici: 11. Eco Progettazione e Gestione delle Opere Civili; 12. Soluzioni Energetiche Ecocompatibili per l´Involucro Edilizio e Certificazione Energetica degli Edifici: 13. La Normativa Tecnica e di Legge; 14. La Contrattualistica di Lavoro e Commerciale; 15. Gestione Economica e Finanziaria; 16. La Gestione e la Manutenzione degli Impianti per il Trasporto Verticale e Orizzontale delle Persone e delle Cose. 17. La Qualità e la Sicurezza nella Manutenzione: 18. Sistemi Informativi; 19. La Simulazione per La Gestione e la Manutenzione; 20. La Simulazione dei Fenomeni di Inquinamento. 21. L´attivita´ di Ispezione ai Fini della Verifica della Conformità: 22. Tirocinio. Moduli Professionalizzanti - L’offerta formativa propone moduli didattici professionalizzanti, progettati e organizzati per essere erogati anche indipendentemente dal Master, a beneficio di professionisti e operatori del settore. La partecipazione al Master come uditori comporta il riconoscimento di un numero di crediti non superiore a 20 ed il rilascio di un attestato di frequenza. Tirocinio - A tutti gli iscritti viene garantito un periodo di tirocinio da svolgersi in una Azienda/organizzazione del settore per un totale di 100 ore, corrispondenti a 10 crediti. Destinatari - Il Master si rivolge ai dottori e operatori del settore della gestione e manutenzione delle opere civili con particolare riferimento agli aspetti legati all’ambiente, in possesso di diploma di laurea Specialistica preferibilmente in Ingegneria o in Architettura. Ulteriori titoli di studio verranno valutati per una eventuale idoneità dal Consiglio Didattico del Master. Docenti La docenza è affidata sia a professori universitari che a ad esperti provenienti dal mondo industriale di comprovata esperienza e competenza. Iscrizione - L’impegno economico richiesto per la frequenza del Master è di Euro 3. 000 onnicomprensivi. Sono disponibili borse di studio a copertura totale e parziale della quota. Segreteria del Master presso Cnim Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione Area Formazione Via Barberini, 68 00187 Roma tel. 06 47 45 340 / 06 420 10 534 fax. 06 47 45 512 master. Manutenzione@cnim. It . .  
   
   
UNIVERSITÀ - NASCE ER.GO., LA NUOVA AZIENDA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER IL DIRITTO AGLI STUDI SUPERIORI  
 
Bologna, 18 dicembre 2007 – Nasce in Emilia-romagna la nuova Azienda per il diritto allo studio, che dal 1° gennaio 2008 subentrerà all’Arstud di Bologna, all’Adsu di Ferrara, all’Arestud di Modena e Reggio Emilia e all’Adsu di Parma. La legge regionale n. 15, “Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l’alta formazione”, approvata lo scorso luglio, ha istituito l’azienda unica ma ha lasciato comunque attive le diverse sedi territoriali a cui gli studenti potranno continuare a fare riferimento. “La nuova legge nasce con l’obiettivo di migliorare la capacità di intervento su tutto il territorio regionale ampliando i servizi e le opportunità offerte, anche attraverso l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse, così da garantire omogeneità di trattamento per tutti gli studenti che frequentano percorsi di studio universitari e di alta formazione nella regione Emilia-romagna - spiega l’assessore regionale all’Università Paola Manzini - una sfida molto impegnativa i cui risultati si potranno vedere nel tempo. Un primo, importante traguardo è però già stato raggiunto: il pagamento della borsa di studio a tutti gli idonei per l’anno accademico 2007/2008, per un totale di circa 49 milioni di euro”. La legge regionale si propone obiettivi di razionalizzazione e di progressiva omogeneizzazione dei servizi, ma si prefigge anche di ampliare lo spettro degli interventi, introducendone di nuovi che si affiancheranno a quelli tradizionali. Nella logica dell’individualizzazione dei servizi, infatti, sarà possibile, purché in possesso dei requisiti di reddito e merito, fruire di interventi combinati e di servizi molto più ampi rispetto al passato, come ad esempio la borsa di studio più un prestito, più un sostegno per un’esperienza di studio all’estero, più eventualmente misure di accompagnamento all’inserimento lavorativo. .  
   
   
PREMIO DI LAUREA “LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO” ALLA SCADENZA DEL BANDO, 17 LE TESI PERVENUTE  
 
 Bitonto, 18 dicembre 2007 - In dirittura d’arrivo l’assegnazione del Premio di Laurea “Lo sviluppo sostenibile del territorio”, istituito dal Centro di Educazione Ambientale «Elaia» del Comune di Bitonto. Il premio, alla sua prima edizione, è nato per incentivare gli studi nel campo della sostenibilità ambientale nel territorio di Bitonto e della provincia di Bari e per valorizzare il lavoro dei giovani studiosi della materia. Sono 17 le domande pervenute alla scadenza del bando. Secondo regolamento, potevano partecipare tutti coloro che hanno discusso la propria tesi in una delle Università Italiane, dal 1° gennaio 2003 al 30 agosto 2007, senza alcun limite di indirizzo di studio. I 17 partecipanti al concorso, per lo più neo-ingegneri e neo-dottori in scienze naturali, arrivano da tutta la Provincia di Bari. I lavori saranno valutati in base all’originalità degli elaborati e al contributo di conoscenza che ognuno di esse apporterà al settore in esame. Per completare il giudizio, la commissione valuterà anche il curriculum del candidato.  
   
   
PROTEZIONE CIVILE:REGIONE ABRUZZO CONSEGNA MEZZI UNIMOG A PROVINCE  
 
Pescara, 17 dicembre 2007 - Le quattro province abruzzesi saranno dotate di mezzi polivalenti denominati Unimog U 400 L della Mercedes Benz. Lo ha comunicato l´assessore alla Protezione civile, Tommaso Ginoble, spiegando che dopo lo stato di emergenza dichiarato per gli eventi metereologici del gennaio 2005, con delibera di Giunta si è proceduto al riparto dei fondi destinati al ristoro dei danni al patrimonio pubblico delle amministrazioni provinciali. I mezzi saranno consegnati alla presenza del presidente della Giunta regionale, Ottaviano Del Turco, del vicecapo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabrizio Colecerasa, dei presidenti ed assessori delle quattro Province, dei resposnabili del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e del Corpo forestale dello Stato, dei Prefetti, della Guardia di Finanza, dell´Anas, dei questori, carabinieri, e organizzazioni di volontariato, a latere di una conferenza stampa prevista per la giornata di martedì 18 dicembre (ore 11. 30 sala Celestiniana nel complesso di Santa maria di Collemaggio all´Aquila). "Tale occasione - ha spiegato Ginoble - rappresenterà anche un momento di incontro tra tutte le componenti della Protezione civile, sempre più a stretto contatto per la salvaguardia e la tutela del nostro territorio". .  
   
   
TUTTI A BORDO DELL´AURORA BOREALIS, IL ROMPIGHIACCIO DA RICERCA EUROPEO  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2007 - Dieci nazioni europee hanno accettato l´invito a salire a bordo della nave da ricerca polare più avanzata che il mondo abbia mai visto, quando nel 2014 salperà. Aurora Borealis, il rompighiaccio da ricerca europeo frutto del lavoro della Fondazione europea della scienza (Fes), dell´Istituto Alfred Wegener per la ricerca polare e marina (Germania) e del ministero federale tedesco per l´Istruzione e la ricerca, punterà a essere la prima nave da ricerca d´avanguardia a esplorare e conquistare l´Oceano Artico. Attualmente il progetto riunisce 16 istituti, agenzie di finanziamento e imprese di 10 paesi europei (Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Romania e Russia). La Fes spera di riuscire ad attirare l´interesse di un maggior numero di Stati per il suo viaggio metaforico verso acque sconosciute. «Al momento non abbiamo un´ammiraglia europea e quindi occorre stabilire quale nazione dovrà farsene carico e, trattandosi di una nave di proprietà internazionale, si può comprendere quanto sia ardua questa impresa», afferma Nicole Biebow, responsabile del progetto e scienziata presso l´istituto Alfred Wegener. «Dobbiamo stabilire quale sarà il porto di attracco di questa nave. Inoltre, che cosa accadrà nel caso di un incidente? Di chi sarà la responsabilità di un´eventuale fuoriuscita di petrolio sul ghiaccio, ad esempio?» Nonostante svolga un ruolo cruciale nell´evoluzione dei cambiamenti climatici, l´Oceano Artico continua a rimanere un mistero, poiché nessuna nave al mondo è mai stata in grado di raggiungere il centro di questo sottobacino. Secondo lo European Polar Board (Epb), questa mancanza di dati rappresenta una delle maggiori lacune informative della moderna scienza della Terra. L´epb vuole fare in modo che il nuovo rompighiaccio sia dotato di apparecchiature di trivellazione in grado di perforare la banchisa, nelle acque settentrionali o meridionali, e poi di eseguire trivellazioni a 1 000 metri sotto il fondale oceanico, galleggiando su una stazione posta esattamente al di sopra di 5 000 metri di mare e ghiaccio marino. Con oltre 60 scienziati da tutta Europa, l´Aurora Borealis permetterà anche di raccogliere dati ed effettuare analisi ambientali in periodi dell´anno (in particolare fine autunno, inverno e inizio primavera) in cui la regione artica non è mai stata visitata. In questo modo, potrebbe fornire risposte sulla storia geologica dell´Oceano Artico, mentre altri strumenti misureranno il trasporto di contaminanti attraverso aria, acqua e ghiaccio. Questa nave diesel-elettrica sarà dotata di due «moon pool», ossia di due aperture dello scafo che danno sull´oceano: una per l´equipaggio di perforazione e l´altra per i biologi che utilizzeranno strumenti remoti e sommergibili per esplorare tutti gli aspetti della vita al di sotto della banchisa, tra cui anche lo strano assortimento microbico che preserva la vita durante la notte polare e che poi, con i primi raggi di sole, innesca un´esplosione di produttività ogni primavera. La progettazione e la preparazione dell´Aurora Borealis continueranno fino al 2011, mentre i costruttori inizieranno probabilmente ad assemblare lo scafo nel 2012; pertanto, la nave potrebbe solcare gli oceani a partire dal 2014, iniziando così a rispondere ad alcuni dei grandi interrogativi della scienza oceanica che sono rimasti senza risposta negli ultimi 40 anni. La Commissione europea ha inserito il progetto Aurora Borealis nella tabella di marcia del Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (Esfri), ritenendo che fosse necessario attribuire la massima priorità scientifica allo sviluppo di questa infrastruttura su vasta scala per la ricerca di base nello Spazio europeo della ricerca (Ser). .  
   
   
REGNO UNITO E PAESI BASSI AVVIANO UNO STUDIO SULL´ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2007 - Il Regno Unito e i Paesi Bassi hanno avviato un nuovo studio che aiuterà i paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Il ministro olandese per lo Sviluppo, Bart Koenders, e il ministro britannico per l´Ambiente, Phil Woolas, hanno annunciato l´iniziativa nel corso della conferenza dell´Unfccc (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) tenutasi a Bali (Indonesia). È ampiamente riconosciuto che i paesi più poveri del mondo saranno quelli più duramente colpiti dai cambiamenti climatici. Lo studio, della durata di due anni, sarà condotto dalla Banca mondiale, e ha come obiettivo aiutare i paesi in via di sviluppo a capire come prepararsi e adattarsi a tali cambiamenti. In questo modo, lo studio consentirà ai governi dei paesi del terzo mondo di prendere in considerazione il problema nel momento in cui elaboreranno piani e obiettivi di sviluppo. I finanziamenti per l´iniziativa sono stati fissati a 4 Mio Eur. «L´adattamento ai cambiamenti climatici è di fondamentale importanza», ha dichiarato il ministro Woolas. «Ogni futura questione climatica deve comprendere un adattamento ai cambiamenti climatici nonché una loro mitigazione. Tuttavia, abbiamo anche la necessità di garantire che i paesi che non sono in grado di far fronte alle inevitabili conseguenze dei cambiamenti climatici, vengano sostenuti nella previsione e gestione di tali conseguenze. » «Non abbiamo altro tempo. Dobbiamo essere trasparenti. I costi dell´adattamento dovrebbero aumentare, in base al principio di "chi inquina paga"», ha aggiunto Bart Koenders. Nicholas Stern, l´economista la cui relazione ha posto in rilievo in modo eclatante i costi in termini economici di una mancata azione sul versante dei cambiamenti climatici, ha accolto con favore il nuovo studio. «I paesi in via di sviluppo comprendono sempre meglio perché devono adattarsi», ha commentato. «Ora abbiamo bisogno di iniziare a pensare a come si traduca tutto questo nella pratica e al modo in cui garantire che i progetti e la portata economica dei piani di sviluppo siano sufficienti a ridurre la povertà e al contempo costruire una capacità di ripresa climatica. Questo studio contribuirà a fornire strumenti e competenze intesi a raggiungere tale obiettivo. » «Non si riuscirà a far fronte alla povertà se i piani di sviluppo non prendono in considerazione le eventuali conseguenze a lungo termine dei cambiamenti climatici», ha dichiarato Gareth Thomas, ministro britannico per il Commercio e lo sviluppo. «Maggiore è il livello di sviluppo di un paese, maggiori saranno le sue capacità di affrontare disastri naturali nel momento in cui colpiscono. » .  
   
   
PRESENTATO ALLA CONFERENZA DI BALI IL PROGETTO DELLA SCUOLA ANTISISMICA DI NIAS LA REGIONE TOSCANA CAPOFILA DEI GOVERNI REGIONALI  
 
Firenze, 18 dicembre 2007 - La Regione Toscana in prima fila a Bali. La Rete dei governi regionali per lo sviluppo sostenibile ha chiesto alla Toscana di porsi alla guida delle politiche della Rete per gli accordi post-2012. E grande successo ha riscosso la presentazione da parte dell’assessore regionale alla difesa del suolo e servizio idrico Marco Betti del progetto in corso di realizzazione con tecniche antisismiche e ecosostenibili della scuola dell’isola di Nias. «Tutte le Regioni presenti – racconta Betti - hanno dichiarato che la strada intrapresa è il modello con cui la Rete dovrà gestire i suoi interventi. E già ora le organizzazioni internazionali coinvolte nella ricostruzione di Nias chiedono assistenza ai responsabili del progetto, in cui il nostro partner principale è il Nord-sumatra. La scuola costruita da un team coordinato dall’architetto Vanni Puccioni costa infatti la metà di quelle dell’Unicef ed è davvero antis! ismica: c’è stato un terremoto di intensità 6,5 della scala Richter e nel nostro edificio non si è nemmeno scheggiata la vernice». Ad un anno e mezzo dalla firma della convenzione con l’Unione europea, che ha assegnato al progetto 800. 000 euro, è stato già completato il primo edificio della scuola elementare che è al tempo stesso centro di formazione e di creazione di microimprese. In questo periodo sono già stati formati oltre 200 tecnici. Quanto alla richiesta alla Regione Toscana di assumersi la responsabilità di guida delle politiche della Rete per gli accordi post-Kyoto, Betti ha dichiarato che «è l’aspetto più delicato che si sta negoziando a Bali, proprio quello su cui Usa, Cina ed India sono più rigidi. Cosa possono fare le Regioni? Moltissimo. Si pensi ad esempio a quanto la California stia trascinando altri stati americani. Le Regioni spesso sono assai più avanti dei governi nazionali. In questi giorni abbiamo studiato le singole posizioni e allacciato nuovi rapporti di collaborazione per iniziative volte da un lato a mitigare i cambiamenti, limitando le emissioni, e dall’altro a contenere i danni tramite lo studio e l’attuazione di un piano di adattamento». Gli incontri di Bali sono serviti anche a mettere in moto altri progetti. «La regione del Capo, che si sta preparando a ospitare i Mondiali di calcio del 2010, e quella del Nord Sumatra, soffocata dalla crisi energetica, ci hanno chiesto – ha continuato Betti - di esportare tecnologie e know how toscani per far fronte ai cambiamenti climatici nei settori della gestione dell’acqua e del territorio, dei trasporti e dell’energia. Ma la cooperazione con le Regioni funziona anche nell’altro senso: Paesi Baschi, Catalogna, Galizia, e altri sono già avanti nella messa a punto di piani di adattamento, che consentano di proteggere economia, agricoltura ed ambiente. La Toscana non ! pu&ograv e; permettersi di rimanere indietro. La Rete ci offre l’occasione per acquisire queste esperienze e iniziare da subito a mettere mano ad un piano integrato ed intersettoriale per proteggere il nostro modello di vita dall’impatto oramai inevitabile dei cambiamenti climatici». .  
   
   
AMBIENTE: 1.5MLN PER LA BIODIVERSITA´ PER EFFETTO DI UN ACCORDO TRA REGIONE ABRUZZO E MINISTERO  
 
Pescara, 18 dicembre 2007 - Sarà sottoscritto il 20 dicembre, nella sede del Ministero a Roma un Accordo di programma tra la Direzione Parchi, Territorio, Ambiente ed Energia della Regione e lo stesso Ministero. La stipula dell´accordo prevede l´erogazione di fondi statali per 1. 500. 000 euro finalizzati alla tutela della biodiversità. La Regione ha già stanziato il richiesto cofinanziamento di 300. 000 euro. Il territorio interessato è quello del Parco regionale Sirente-velino e il comprensorio dei Monti Simbruini: entrambi fanno parte della Rete europea Natura, per la presenza di specie animali e vegetali d´interesse europeo. I progetti che saranno realizzati in ambedue i territori riguardano il recupero di abbeveratoi, fontanili e piccole zone umide utilizzate dal bestiame al pascolo, che costituiscono un importante habitat per la riproduzione degli anfibi, tutelati da una legge regionale e da direttive europee per grave rischio d´estinzione. Questo intervento è di particolare importanza per i Monti Simbruini, che si caratterizzano per la presenza di numerosi fenomeni idrici superficiali. Oltre a quest´azione, nel Parco Sirente-velino sarà messo in sicurezza il tratto ferroviario sul quale ghanno perso la vita alcuni lupi e di altri animali selvatici, e saranno attuati interventi selvicolturali selettivi, sia nei riguardi di alcuni nuclei di betulla, specie protetta anche da una legge regionale, sia delle faggete, con lo scopo di favorire la maggiore mescolanza possibile, anche mediante la messa a dimora di altre specie forestali elevando il livello di biodiversità. .  
   
   
LA REGIONE INCARICA ARPAV DELLE INDAGINI DI SORVEGLIANZA DELLE ACQUE COSTIERE E DEI LAGHI DI GARDA E SANTA CROCE  
 
 Venezia, 18 dicembre 2007 - Con una delibera approvata dalla Giunta, su proposta dell’Assessore all’Ambiente, Giancarlo Conta, la Regione del Veneto ha confermato anche per l’anno 2008 l’incarico all’Arpav di condurre indagini di sorveglianza algale delle acque costiere del Mare Adriatico e del Lago di Garda, estendendo tali indagini anche per il Lago di Santa Croce. Si tratta di un provvedimento già adottato per la stagione 2007 e con il quale la Regione ha recepito e anticipato, rispetto al quadro normativo nazionale, la Direttiva europea che esclude l’ossigeno come parametro per stabilire se un tratto di costa è balenabile o meno. Tale parametro, infatti, non è ritenuto direttamente correlabile con situazioni di pericolo per la salute dei bagnanti, in quanto la sua alterazione potrebbe essere ricondotta ad una proliferazione algale, con conseguenze sanitarie solo nel caso si tratti di concentrazioni di specie tossiche. “Abbiamo ritenuto – sottolinea l’Assessore Conta – di inserire questo parametro di misurazione della qualità delle acque non solo per garantire maggiore sicurezza ai bagnanti, ma anche per evitare inutili allarmismi e divieti. In passato, infatti, basandosi proprio sul solo parametro ossigeno lunghi tratti di costa sono stati dichiarati non balenabili, pur in assenza di un concreto rischio sanitario, determinando conseguenze negative sull’economia delle località turistiche”. .  
   
   
INQUINAMENTO DELLA ROGGIA DI TRENTO NORD APPROVATO DALLA GIUNTA IL PIANO DI BONIFICA DEFINITE LE PRIORITÀ DI INTERVENTO PER UNA SPESA DI 41,5 MILIONI DI EURO  
 
Trento, 18 dicembre 2007 – Entro il 2010 saranno bonificate le rogge di Trento Nord. Lo ha deciso la giunta provinciale su proposta del presidente Lorenzo Dellai, che ha approvato il progetto di bonifica. La delibera votata oggi prevede due sezioni di intervento: l’area di priorità e gli ulteriori interventi futuri. L’intera bonifica costerà alla Provincia circa 41 milioni di euro, dei quali buona parte erogati dallo Stato (19 milioni solo per il primo intervento): oggi sono stati finanziati gli interventi dell’area di priorità per 27,5 milioni di euro. L’area di priorità comprende il primo lotto delle “rogge di monte”, ovvero la roggia degli Armanelli, rio Lavisotto (lato ex Carbochimica), fossa di Campotrentino e rio Lavisotto (lato Campo Coni), fino all’imbocco nei pressi di via Stoppani. Il progetto comprende la costruzione della piattaforma di stoccaggio temporaneo e di pretrattamento del materiale scavato. Il secondo lotto riguarda la bonifica del tratto coperto di via Lavisotto. Questi interventi, come detto sono stati finanziati oggi e saranno ultimati nel 2010. La seconda fase di interventi, del costo di 13,5 milioni – che verranno finanziati in un secondo momento – saranno realizzati in futuro e prevedono la bonifica del canale Adigetto e il sistema di ossidazione chimica degli strati profondi di terreno inquinato. A nord della città di Trento esiste una vasta area inquinata, che rappresenta un problema ambientale per complessità ed estensione e la natura delle sostanze contaminanti, dovuta ad attività industriali dei decenni scorti. L’area è costituita da tre zone omogenee per tipo di contaminazione e caratteristiche ambientali; ossia le aree industriali dismesse ex Sloi ed ex Carbochimica (di proprietà privata) e le rogge demaniali. Queste ultime non sono altro che una serie di canali di proprietà pubblica aventi origine da opere di bonifica e drenaggio delle acque superficiali della città di Trento, note come Roggia Armanelli, Fossa Primaria di Campotrentino, Rio Lavisotto e Canale Adigetto. In merito all’intervento di risanamento, l’ente provinciale si è accollato l’onere di procedere alla bonifica delle rogge demaniali. Per quanto riguarda, invece, la aree private, queste saranno bonificate dagli attuali proprietari con il supporto tecnico del Progetto speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali, secondo l’accordo di programma del dicembre 2002 ed integrato nel 2004. Il sito di “Trento nord” è stato inserito tra i siti contaminati di interesse nazionale e beneficia di finanziamento statale per la realizzazione degli interventi di bonifica per complessivi 19,46 milioni di euro. Il progetto definitivo è stato valutato positivamente in sede di Conferenza dei servizi, tenutasi presso la sede centrale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio nel novembre 2005, così come da parte del Comune di Trento. Attualmente è stato redatto il progetto esecutivo, che è stato valutato favorevolmente dal Cta il 20 novembre 2007. A questo punto, quindi, l’obiettivo della P. A. T. È quello di dare attuazione al progetto, eseguendo gli interventi necessari alla bonifica delle rogge. Tipologia di interventi da realizzare. Il progetto di bonifica oggetto del presente aggiornamento è così articolato: A) Sezione “Area Di Priorita’”: 1° Lotto: rogge di monte (bonifica della roggia degli Armanelli, rio Lavisotto a lato della ex Carbochimica, fossa primaria di Campotrentino e rio Lavisotto a lato del Campo Coni, fino all’imbocco del tratto tombinato presso via Stoppani, nonché la costruzione della piattaforma comune di stoccaggio temporaneo e pretrattamento del materiale escavato); 2° Lotto: Bonifica del tratto tombinato del rio Lavisotto; fondo di riserva. B) Sezione “Ulteriori Interventi Futuri”: 3° Lotto: Bonifica del canale Adigetto; applicazione di una metodologia di ossidazione chimica (Isco - “In Situ Chemical Ossidation”). Tenuto conto dei finanziamenti statali già introitati nel bilancio provinciale e delle risorse utilizzabili in base agli stanziamenti recati dal disegno di legge di bilancio 2008-2010, è attualmente possibile collocare in area di priorità solamente il primo lotto e il secondo lotto, che sono interamente coperti finanziariamente. Nel progetto viene prevista una sezione “ulteriori interventi futuri “, dove sono stati collocati il terzo lotto e gli interventi di ossidazione chimica (Isco), ritenuti indispensabili per la bonifica del sito, però attualmente privi di copertura finanziaria. Indicazione delle risorse finanziarie necessarie - Le risorse finanziarie necessarie per la realizzazione degli interventi inseriti nella area di priorità (la prima parte di intervento) ammontano a oltre 27,50 milioni di euro, dei quali 19,46 assegnati dalla Stato alla Provincia e 8,74 a carico del bilancio provinciale. Soggetti coinvolti e modalità di realizzazione - L’intervento sarà gestito dal Comune di Trento, attraverso il Servizio Reti e Telecomunicazioni, a seguito di delega da parte della Provincia. L’appalto dei lavori previsti in sede di progetto esecutivo sarà unico e comprenderà tutti i tre lotti in cui è suddiviso. Questa scelta è dettata da necessità di ordine tecnico per permettere una gestione ottimale delle operazioni di scavo, di trattamento dei rifiuti prodotti e di regimazione delle acque all’interno delle rogge durante i lavori. Il progetto esecutivo prevede infatti la stretta connessione tra i tre lotti, rappresentata soprattutto dalla piattaforma di stoccaggio e trattamento dei rifiuti comune a tutte le operazioni di bonifica. A questo si aggiunge il fatto che il raggiungimento degli obiettivi di bonifica per tutto il sito non è un’operazione dilazionabile nel tempo, e le operazioni di bonifica è bene avvengano in un lasso di tempo il più contenuto possibile, una volta iniziate. Tempi di realizzazione dell’area di priorità - L’intervento inizia con l’Area di priorità, così come deciso e finanziato oggi dalla giunta provinciale. La consegna dei lavori, salvo imprevisti, è prevista per il 2008 mentre l’ultimazione dei lavori nel 2010, per una durata stimata pari a circa 3 anni. Valutazioni dell’intervento - Il presente progetto nasce dall’esigenza di realizzare in maniera sistematica ed organica l’intervento di bonifica sul sito contaminato denominato “Trento nord”. Essendo stato il sito riconosciuto di interesse nazionale, l’istruttoria per l’approvazione dei progetti di bonifica fa capo al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, che si avvale, per le specifiche competenze, dei pareri di numerosi Enti pubblici, tra cui l’Istituto Superiore di Sanità, l’Agenzia per la protezione dell´ambiente e per i servizi tecnici e il Servizio Geologico Nazionale. L’intervento di bonifica sarà costantemente monitorato e controllo da parte del Ministero dell’Ambiente circa lo stato di avanzamento degli interventi finanziati e delle somme effettivamente erogate dalla Provincia. .  
   
   
"RICICLABRUZZO": CARAMANICO,TERMOVALORIZZATORI AL POSTO DI DISCARICHE  
 
 Pescara, 17 dicembre 2007 - La Regione conferma il suo orientamento per la termovalorizzazione dei rifiuti e la riduzione della presenza di discariche. Lo ha ribadito il 13 dicembre l´assessore all´Ambiente, Franco Caramanico, introducendo i lavori del workshop "Riciclabruzzo" svolto nell´auditorium "Petruzzi". "Sulla termovalorizzazione dei rifiuti la politica dovrebbe essere più razionale, in questi giorni al riguardo si è fatto un gran parlare paventando rischi e disagi - ha spiegato Caramanico - noi pensiamo che si ponga una scelta tra discariche o recupero energetico dei rifiuti e il nostro obiettivo è quello di chiudere le discariche, per le quali sul territorio regionale esiste una situazione delicata, perciò bisogna evitare di martoriare ancora il nostro territorio con le discariche, dunque occorre scegliere la termovalorizzazione, utilizzando le tecnologie migliori". Tra gli obiettivi indicati nel Piano regionale di gestione dei rifiuti, approvato di recente dal Consiglio regionale, l´assessore ha ricordato che "c´è quello di creare una filiera del recupero e riciclo dei rifiuti che non solo produrrà benefici ambientali ma anche economici ed occupazionali". E a proposito della recente approvazione consiliare del Piano regionale di gestione dei rifiuti Caramanico ha precisato che si "avvia un nuovo corso per la gestione dei rifiuti in Abruzzo, anche se il piano non deve rappresentare un punto di arrivo ma di partenza". Caramanico ha ricordato che "questo piano è stato condiviso e concertato con due anni anni di attività e assemblee pubbliche che hanno coinvolto tutti i soggetti interessati e anche i singoli cittadini messi in condizione di offrire un loro contributo alla proposta di piano". Quanto alla scelta di istituire quattro Ambiti territoriali ottimali (Ato), Teramo, area metropolitana Pescara-chieti, Chieti e L´aquila, per la gestione dei rifiuti Caramanico ha osservato che "questa scelta corrisponde agli scopi istituzionali degli Ato ed è l´unica possibile per ottimizzare gli impianti esistenti e garantire servizi efficienti ed efficaci". L´assessore, ribadendo il valore fondamentale del risultato ottenuto con l´approvazione del Piano rifiuti ha ricordato che "l´esistenza di questo strumento consentirà a tutti coloro che amministrano di agire con decisione avendo presenti obiettivi chiari e facendo gioco di squadra". Quindi Caramanico ha concluso auspicando che "attraverso il confronto costante, in Abruzzo si arrivi finalmente a considerare il rifiuto come risorsa". .  
   
   
RECUPERO RIFIUTI: IN PIAZZA CONTRO IL MONOPOLIO  
 
Roma, 18 dicembre 2007 - Si ritroverano oggi dinanzi le sedi dei Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente gli operatori del settore recupero rifiuti per protestare contro la proposta di correttivo al codice ambientale, attualmente in discussione, che di fatto elimina il ruolo fino ad oggi svolto dalle aziende private, consentendo al pubblico di esercitare la gestione dei rifiuti provenienti dalle attività economiche (industrie, laboratori, esercizi commerciali) senza fare ricorso al mercato, ossia in regime di monopolio. “Stiamo assistendo”, spiega Corrado Scapino, Presidente di Unionmaceri, l’Associazione delle imprese di recupero del macero aderente a Fise Unire – Confindustria, “a un vero e proprio caso di “strisciante nazionalizzazione” delle attività di recupero rifiuti, che paradossalmente avviene in un momento storico in cui la liberalizzazione appare, sul fronte nazionale ed europeo, come un baluardo per garantire (non solo nel settore ambientale) un sistema efficiente ed economico attraverso una corretta concorrenza”. “Affiora sempre più”, aggiunge Scapino, “il sospetto che tutto ciò stia avvenendo per recuperare risorse finanziarie con impropri oneri sugli utenti (cittadini e imprese)”. La norma oggetto del contendere è in palese contrasto con quanto indicato anche recentemente dal Presidente dell’Antitrust che ha invitato a “non limitare indebitamente la libera attività economica dei privati in settori dove tradizionalmente hanno operato efficacemente”. E’ questo il caso del settore del recupero, un mercato storicamente “libero” per le aziende private, in cui la concorrenza ha consentito in pochi anni il passaggio da una dimensione familiare ad una industriale. Soltanto per il comparto del recupero della carta, in base ad una recente indagine Unionmaceri, si contano in Italia circa 460 piattaforme, che solo per le attività connesse al recupero realizzano un fatturato pari a circa 630 milioni €. Nel 2005 tali aziende hanno recuperato 6,8 milioni di tonnellate di materiali, di cui circa 5 milioni rappresentate dal macero. I manifestanti intendono esporre ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico le ragioni della protesta e avviare un tavolo di confronto. In assenza di una positiva soluzione alla problematica, l’Associazione sarà costretta a denunciare in sede europea l’attuale situazione di grave minaccia alla libertà di impresa. .