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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Febbraio 2008
PöTTERING: DIALOGO POLITICO SALDO FRA UE E GIAPPONE  
 
 Bruxelles, 12 febbraio 2008 - Nel suo primo viaggio in Asia in qualità di Presidente del Parlamento europeo Hans-gert Pöttering si è recato in Giappone, per una quattro giorni segnata dai "valori condivisi" fra i due blocchi. Fra i temi affrontati con primo ministro Yasuo Fukuda, l´imperatore Akihito e i capi delegazione dei partiti politici al parlamento nazionale, il cambiamento climatico e il dialogo interculturale. Nel corso del soggiorno, inoltre, Pöttering ha incontrato diversi studenti e cattedratici dell´Università Keio. Durante il colloquio con il primo ministro Yasuo Fukuda, Pöttering ha lodato l´intervento del collega a Davos per la sua dedizione alla causa e ha rilanciato l´idea di una "forte partnership" fra Unione europea e Giappone per affrontare la sfida del cambiamento climatico e trovare "un accordo post-Kyoto" per diminuire le emissioni di Co2. Nel suo incontro all´Università Keio il Presidente del Parlamento ha riaffermato agli studenti che il Giappone può rappresentare "il ponte fra i principali paesi industrializzati responsabili delle emissioni di gas a effetto serra, gli Stati Uniti e l´Unione europea". Pöttering ha poi elogiato il contributo giapponese al "fondo globale per le nuove tecnologie verdi" per aiutare i paesi in via di sviluppo nel loro contributo alla causa ambientalista. Per quanto riguarda il dialogo interculturale, Pöttering ha insistito sulla necessità di "costruire un legame stabile fra Mediterraneo e Medio Oriente". Dopo aver reiterato l´importanza dei valori condivisi fra Giappone e Ue, come la democrazia e il costituzionalismo", Pöttering ha sottolineato ai rappresentanti del Parlamento la saldezza di un "dialogo politico che prosegue da oltre 15 anni". Il Presidente ha inoltre colto l´opportunità per ringraziare personalmente per i 25 fiori di ciliegio ricevuti e piantati nei pressi dell´edificio del Parlamento europeo a Strasburgo. Nel corso degli incontri, si è discusso anche di pena di morte, "purtroppo ancora in vigore in Giappone". Pöttering ha infine parlato dell´importanza di un dialogo "franco" fra democrazie e dell´importanza di un´amicizia aperta e pronta a discutere di vari temi", senza alcun "tabù". .  
   
   
OCCORRE INFORMARE MEGLIO I CITTADINI DELL’UE SUL “112”, IL NUMERO UNICO DI EMERGENZA EUROPEO  
 
 Bruxelles, 11 febbraio 2008 - Solo il 22% dei cittadini dell’Unione europea è in grado di identificare spontaneamente il “112” come numero da chiamare per contattare i servizi di emergenza da qualunque località dell’Ue. Secondo un recente sondaggio condotto in tutta l’Unione europea, le autorità nazionali possono fare molto di più per migliorare l’informazione dei cittadini. La Commissione chiede quindi agli Stati membri di far conoscere meglio il 112. Da quando, nel 2003, è entrata in vigore la normativa comunitaria in materia di telecomunicazioni, 26 dei 27 Stati membri si sono attivati per consentire ai cittadini di chiamare il 112 dai telefoni fissi e mobili; il 112 è ancora indisponibile in Bulgaria, paese nei confronti del quale è in corso un procedimento di infrazione (si veda il comunicato Ip/07/1530). Far conoscere meglio il 112 come numero da chiamare sia all’interno del proprio paese sia all’estero è ora il passo logico successivo per assicurarne l’effettivo funzionamento, in quanto soltanto dei cittadini informati saranno in grado di servirsi del 112 in caso di incidente. In risposta a una richiesta formulata dal Parlamento europeo nel settembre 2007, la Commissione ha deciso di approfittare della data odierna, l’11 febbraio (11/2), per promuovere un’iniziativa di sensibilizzazione sul 112. “Un numero di emergenza che funzioni effettivamente in tutta l’Unione europea è uno strumento essenziale per garantire la sicurezza dei nostri cittadini. Soprattutto per chi viaggia, la sicurezza in situazioni di emergenza è l’altra faccia della medaglia del mercato unico e delle libertà che questo offre. I cittadini devono avere la possibilità di chiamare lo stesso numero di emergenza in qualunque luogo si trovino od ovunque siano in viaggio in Europa” ha dichiarato Viviane Reding, commissaria europea per le telecomunicazioni. “Fino ad ora, la Commissione ha dedicato tutte le sue energie ad assicurare che il 112 fosse accessibile in tutti gli Stati membri. È giunto il momento di informare meglio i cittadini sul 112 come numero unico di emergenza da tenere bene a mente. Invito pertanto tutti gli Stati membri a proseguire i loro sforzi per rendere il 112 un servizio totalmente affidabile in tutta Europa e a partecipare a una campagna attiva di promozione del 112”. I risultati del sondaggio, pubblicati oggi, indicano che il 95% dei cittadini dell’Unione europea riconosce l’utilità di un numero unico di emergenza accessibile ovunque nell’Ue. Il buon funzionamento del 112 è ritenuto particolarmente importante dai cittadini che vivono lontano dal contesto familiare. Ad esempio, è in genere meno probabile che le persone che viaggiano all’estero siano in grado di indicare precisamente il luogo in cui si verifica l’emergenza quando chiamano il 112 (solo il 53% sarebbe in grado di indicare l’esatta localizzazione, contro oltre l’80% nel proprio paese). Dal sondaggio è risultato inoltre che un intervistato su quattro ha avuto la necessità di chiamare un numero di emergenza negli ultimi cinque anni. Quasi il 40% delle chiamate è stato diretto al 112. Considerando la totalità delle chiamate verso numeri di emergenza, la grande maggioranza degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto aiuto (l’81% ha ottenuto l’intervento di un’unità di soccorso, il 7% ha ricevuto informazioni appropriate e il 5% altri tipi di assistenza). L’8% degli intervistati che hanno chiamato servizi di emergenza ha avuto difficoltà a stabilire o mantenere la comunicazione, percentuale che sale al 21% per i cittadini polacchi. Dal sondaggio è inoltre emerso che chi ha chiamato il 112 mentre era all’estero ha avuto meno problemi di lingua rispetto a chi ha chiamato altri numeri nazionali di emergenza (28% contro 12%). Secondo i due terzi degli intervistati, attualmente i cittadini non sono adeguatamente informati sul 112, affermazione che va interpretata come un appello alle autorità nazionali affinché intraprendano ulteriori iniziative. Anche quando il 112 è riconosciuto come numero di emergenza nazionale, solo il 22% delle persone sa di poterlo chiamare per tutti i servizi di emergenza e da qualunque località dell’Ue. La percentuale di intervistati che negli ultimi 12 mesi ha ricevuto informazioni destinate a promuovere il 112 come numero di emergenza europeo varia dal 6% in Danimarca e in Grecia al 56% nella Repubblica ceca. In generale, i cittadini dei nuovi Stati membri sono meglio informati. Infine, 9 cittadini su 10 concordano sul fatto che occorre migliorare l’accesso dei disabili ai servizi di emergenza. La riforma del settore delle telecomunicazioni proposta dalla Commissione a novembre (cfr. Ip/07/1677) comprende varie misure per accrescere l’efficienza e la disponibilità del 112 quale numero unico di emergenza europeo. La Commissione propone, tra l’altro, di migliorare l’accesso dei disabili al 112. Inoltre, la nuova Autorità europea delle comunicazioni elettroniche avrà il compito di verificare ogni anno il buon funzionamento del 112 in tutti gli Stati membri e di suggerire i miglioramenti tecnici necessari. Quadro generale - Nel 1991, quando fu introdotto il numero di emergenza europeo “112”, lo scopo era disporre di un numero unico da chiamare in caso di necessità in tutti gli Stati membri dell’Ue in modo da rendere i servizi di emergenza più accessibili, soprattutto ai viaggiatori. Dal 1998, la normativa comunitaria impone agli Stati membri di provvedere affinché tutti gli utenti finali di servizi di telefonia fissa e mobile possano chiamare gratuitamente i servizi di emergenza componendo il 112. A partire dal 2003, gli operatori delle telecomunicazioni devono fornire ai servizi di emergenza informazioni sull’ubicazione del chiamante, per permettere loro di localizzare e trovare in tempo le vittime di incidenti. Gli Stati membri sono inoltre tenuti a informare i cittadini dell’esistenza e della finalità del servizio 112. Per assicurare l’effettiva attuazione del 112, la Commissione ha finora avviato procedimenti di infrazione contro 14 Stati membri per l’indisponibilità di informazioni sulla localizzazione del chiamante. Nel frattempo, sette di questi procedimenti sono stati chiusi grazie all’adozione di misure correttive negli Stati membri interessati. Le informazioni relative alla localizzazione del chiamante non sono ancora disponibili in Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Slovacchia (si veda la tabella riportata sotto). La Commissione lavora in stretta collaborazione con tutti gli Stati membri per migliorare ulteriormente il 112 e per farne realmente il numero unico di emergenza europeo. Nel dicembre 2007, la Commissione ha inviato agli Stati membri un questionario per ottenere altre importanti informazioni sul funzionamento del 112 (come, ad esempio, l’accessibilità ai disabili e l’accuratezza delle informazioni sulla localizzazione del chiamante). La Commissione intende pubblicare i risultati dell’indagine prima delle ferie estive, in modo che coloro che vanno in vacanza abbiano tutte le informazioni sulla situazione del 112 nei paesi dell’Ue in cui desiderano recarsi. I risultati del sondaggio Eurobarometro Flash sono consultabili al seguente indirizzo: http://ec. Europa. Eu/information_society/policy/ecomm/current/pan_european/index_en. Htm Per maggiori informazioni sulla riforma del settore delle telecomunicazioni dell’Ue: http://ec. Europa. Eu/information_society/policy/ecomm/index_en. Htm Per informazioni sulle iniziative del Parlamento europeo riguardanti il 112: http://www. Europarl. Europa. Eu/news/expert/infopress_page/065-10135-246-09-36-911-20070906ipr10134-03-09-2007-2007-true/default_en. Htm . .  
   
   
DEMOCRAZIA LINGUISTICA: SE IN EUROPA È ANCORA TABÙ, L´ESPERANTO È TRA LE 9 LINGUE UFFICIALI DELLE OLIMPIADI CINESI PROPRIO LA CINA, CHE HA UN ALFABETO NON LATINO, ROMPE GLI INDUGI VERSO L´ESPERANTO E LA INSERISCE TRA LE NOVE LINGUE UFFICIALI ATTRAVERSO LE QUALI SARANNO FORNITE LE INFORMAZIONI DEI PROSSIMI GIOCHI OLIMPICI.  
 
Roma, 12 febbraio 2008 – Di seguitoi le dichiarazione di Giorgio Pagano, segretario dell´associazione radicale Esperanto: “Mentre in Europa si continua a non considerare l´ipotesi che la comunicazione transnazionale democratica, con la conseguente salvezza delle nostre lingue, si persegue solo attraverso la messa in campo di una lingua pubblica internazionale, come solo è l´esperanto, la Cina la inserisce tra le nove lingue ufficiali attraverso le quali saranno fornite le informazioni dei prossimi giochi olimpici. Delle lingue dell´Unione europea solo inglese, francese, tedesco e spagnolo sono state considerate, non il portoghese, non l´italiano. Basta andare su www. China. Org. Cn per rendersene conto. Si può considerare questo un segnale forte nell´identificazione dell´Esperanto come lingua transnazionale anche in Estremo Oriente: proprio la Cina, infatti, che più volte ci si era preoccupati di "tutelare" nei confronti dell´esperanto, per via del suo alfabeto non latino, ha rotto gli indugi. E´ ora che il ministero dell´istruzione italiano, il quale elaborò già dieci anni fa un copioso e favorevole Studio sulla Lingua Internazionale, ne avvii le sperimentazioni e se ne faccia promotore anche nell´Unione, già dalla prossima riunione dei ministri del 15 febbraio a Bruxelles: pena la marginalizzazione della lingua italiana nei prossimi 50 anni” http://lnx. Internacialingvo. Org/eo/index. Php?newlang=ita . .  
   
   
ELEZIONI PRESIDENZIALI RUSSE: LA DELEGAZIONE PRE-ELETTORALE DELL’APCE ESPRIME PREOCCUPAZIONE PER LA POVERTÀ DI OPZIONI  
 
Mosca, 12 febbraio 2008 – In seguito ad una visita pre-elettorale di due giorni a Mosca, la delegazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce) ha espresso dei dubbi in merito alla qualità delle prossime elezioni presidenziali in Russia. Al termine della visita, svoltasi dal 7 all’8 febbraio 2008, la delegazione ha dichiarato: “Un’elezione per la quale i candidati incontrano difficoltà quasi insormontabili per registrarsi rischia di non potersi definire libera. Inoltre, un’elezione in cui i candidati non godono di pari opportunità non può essere considerata democratica”. “Sebbene nelle prossime elezioni ci sia una parvenza di pluralismo, nella migliore delle ipotesi si può affermare che le possibili opzioni sono limitate” ha affermato la delegazione. “Il fatto che i candidati non siano disposti a partecipare ad un dibattito televisivo è scoraggiante per chiunque sostenga, come noi, che il dibattito pubblico rappresenti per gli elettori un’occasione unica per comprendere i punti forti e i punti deboli degli aspiranti presidenti. Il dibattito è fondamentale in ogni scrutinio e la volontà di prendervi parte è un segno dell’importanza che i candidati riconoscono ai principi democratici”. “Ancora una volta, abbiamo assistito alle stesse mancanze che si sono verificate durante le elezioni legislative del dicembre 2007. Nonostante, in linea di principio, a tutti i candidati spetta la stessa copertura mediatica, il “successore designato” gode di tutti i vantaggi legati alla sua funzione. A prescindere dalle scelte compiute dagli altri candidati, la copertura mediatica offerta dalla prima serata è unica”. La delegazione ha espresso il suo rammarico per l’assenza degli osservatori dell’Odihr, il cui compito è quello di osservare le elezioni in una prospettiva a lungo termine. “In parte, la loro assenza ha influito sul lavoro svolto dai nostri osservatori”, hanno dichiarato i delegati dell’Apce. “Infine, la delegazione ha tutte le ragioni per credere che le elezioni saranno gestite in maniera efficiente. Tuttavia, la buona qualità dello scrutinio non si riduce alla sua gestione”. La delegazione pre-elettorale – composta da Andreas Gross (Svizzera, Soc), Nadezhda Mikhaylova (Bulgaria, Ppe/dc), Maria Postoico (Moldavia, Gue), Andrea Rigoni (Italia, Adle) e Mevlut Cavusoglu (Turchia, Gde)¹ - ha incontrato tre dei quattro candidati all’elezione presidenziale e il direttore della campagna del quarto candidato, nonché Kasyanov, la cui candidatura è stata respinta. I delegati hanno inoltre incontrato il presidente della Commissione Elettorale Centrale, Vladimir Churov, alcuni rappresentanti dei media e della società civile e i membri del corpo diplomatico a Mosca. La delegazione si è recata in visita in Russia su invito del presidente della Duma, Boris Gryzlov. .  
   
   
RALLENTA CRESCITA DELL´INDUSTRIA AUSTRIACA  
 
Vienna, 12 febbraio 2008 - Dopo un periodo congiunturale favorevole, le turbolenze del mercato finanziario americano hanno rallentato la crescita economica dell´industria austriaca e la richiesta di nuove commesse è scesa di 9 punti percentuali. Lo comunica l´Ice. L´unione degli Industriali individua tra le cause del fenomeno anche le mancate riforme dello Stato in materia di imposte. Previsioni di andamento migliore saranno possibili per la seconda metà dell´anno. .  
   
   
MEF: NESSUN ´´BUCO´´ NEI CONTI 2008 NUOVE SPESE SOLO CON NECESSARIA COPERTURA  
 
Roma, 12 febbraio 2008 - In riferimento a recenti articoli di stampa, il Ministero dell´Economia e delle Finanze precisa che la Legge Finanziaria e il Bilancio approvati dal Parlamento nel dicembre scorso hanno coperture piene e certificate per tutte le spese che vi sono iscritte e comprendono tutte le spese che derivano dalla legislazione vigente. Non esiste quindi alcun "buco". Come sempre, vi sono nuove spese non ancora prescritte dalla legislazione vigente, e dunque non iscritte a bilancio, che è prevedibile si rendano necessarie nel corso dell´anno o successivamente. Tra queste, ad esempio, vi sono quelle derivanti dal rinnovo dei contratti pubblici per il periodo che inizia nel 2008. Come è stato regolarmente fatto negli ultimi due anni, tali nuove spese verranno considerate, stimate, ove necessario concordate nelle sedi contrattuali e istituzionali, e, infine, se ritenute necessarie dal Governo della Repubblica, iscritte nel bilancio con coperture adeguate che rispettino pienamente l´articolo 81 della Costituzione e i nostri impegni internazionali. L´anno scorso, innovando rispetto ad una prassi in vigore da anni, di queste possibili ulteriori spese il Dpef del luglio 2007 fornì prime stime, in preparazione della loro presa in considerazione nella Legge Finanziaria per il 2008. Quest´anno è intenzione del Ministero dell´Economia e delle Finanze iniziare una valutazione di tali spese già nella Relazione Unificata sull´Economia e la Finanza che sarà resa pubblica entro il 14 marzo prossimo, cioè in una data che conferma l´anticipo dei tempi di pubblicazione inaugurato l´anno passato. .  
   
   
AZIMUT: RACCOLTA NETTA POSITIVA DI RISPARMIO GESTITO IN GENNAIO AL VIA IL NUOVO FONDO HEDGE ALISEOSEI  
 
Milano, 12 Febbraio 2008 - Il Gruppo Azimut ha registrato nel mese di gennaio 2008 una raccolta netta di risparmio gestito positiva per circa 0,7 milioni di euro, in netta controtendenza rispetto al mercato che ha registrato deflussi per oltre 19 miliardi di euro. Con il 1° febbraio inoltre partita l´ operativitá di un nuovo fondo hedge Aliseosei. Si tratta di un fondo di fondi hedge, che investe sostanzialmente nei fondi long-short equità promossi e gestiti da Azimut Capita Management sgr spa. Si ricorda come la raccolta su questo prodotto sar contabilizzata come di consueto per questi fondi con il mese successivo. Nel commentare i risultati raggiunti, Pietro Giuliani, presidente e Ad del Gruppo Azimut, dichiara "Il dato positivo di raccolta registrato a gennaio nonostante un contesto di mercati fortemente negativi, conferma il valore e la qualitá della nostra distribuzione, che assiste il cliente nella pianificazione ed il monitoraggio di un portafoglio di risparmio gestito al fine di conseguire ritorni positivi nel medio-lungo termine mettendoli al riparo da scelte emozionali di breve periodo". .  
   
   
LA MAPPA DELLE INSOLVENZE NELLE REGIONI ITALIANE  
 
Roma, 12 febbraio 2008 - Le famiglie italiane che più onorano i debiti abitano in Friuli - Venezia Giulia. Lo afferma Experian, leader mondiale nei servizi di referenza creditizia, che ha diffuso i risultati sulle sofferenze rilevate per le più diffuse forme di indebitamento delle famiglie con finanziarie e banche specializzate: credito al consumo, finanziamenti auto e personali. Effettuata sugli oltre 40 milioni di contratti di questo tipo censiti dalla banca dati di Experian e in essere a fine 2007 - la rilevazione ha evidenziato in tutta Italia tassi di insolvenza pari: al 3,6 % dei casi per il credito al consumo (per acquisti specifici: es. Computer o vacanze); al 3% dei finanziamenti all’acquisto di auto; al 7,5% dei finanziamenti personali (non correlati a specifiche motivazioni); I risultati si riferiscono specificamente alle forme di finanziamento citate (non ai mutui immobiliari) e per contratti che mostrano ritardi di pagamento di una o più rate a partire da 90 giorni in su. Interessante l’osservazione delle criticità debitorie nelle singole regioni italiane (tabella).
Regione Di Residenza Credito Al Consumo Finanziamenti Auto Prestiti Personali
% insolvenza % insolvenza % insolvenza
Abruzzo 3,1% 2,9% 8,3%
Basilicata 2,7% 3,2% 6,4%
Calabria 5,3% 4,6% 8,4%
Campania 6,4% 4,9% 10,7%
Emilia Romagna 3,4% 2,6% 7,5%
Friuli 2,5% 1,9% 5,5%
Lazio 2,8% 2,8% 7,6%
Liguria 3,0% 2,4% 6,5%
Lombardia 2,7% 2,2% 7,5%
Marche 2,7% 2,8% 8,6%
Molise 3,0% 3,6% 6,7%
Piemonte 3,4% 2,4% 6,2%
Puglia 3,4% 3,6% 7,0%
Sardegna 3,1% 3,0% 5,9%
Sicilia 5,1% 4,5% 8,6%
Toscana 2,8% 2,4% 6,2%
Trentino Aa 3,4% 2,5% 6,7%
Umbria 2,7% 2,4% 7,4%
Valle d´Aosta 2,8% 2,1% 4,0%
Veneto 2,7% 2,1% 6,1%
Italia (media nazionale) 3,6% 3,0% 7,5%
Percentuale di contratti con 90+ giorni di insoluto al 30/11/2007 – Fonte Experian In verde i valori al di sotto della media nazionale delle criticità , in rosso quelli al di sopra
Più in particolare, secondo Experian : al vertice dell’affidabilità finanziaria risultano i residenti in Friuli Venezia Giulia, che presentano i valori percentuali di criticità più bassi per tutte e tre le forme di finanziamento osservato (2,5% per il credito al consumo, 1,9% per i finanziamenti auto e 5,5% per i prestiti personali); tallonati da vicino con valori molto contenuti dai residenti nel Veneto (2,7% per il credito al consumo, 2,1% per i finanziamenti auto e 6,1% per i prestiti personali) in coda alla classifica risultano i residenti in Campania, che presentano i valori percentuali di criticità più alti per tutte e tre le classi di finanziamento (6,4% per il credito al consumo, 4,9% per i finanziamenti auto e 10,7% per i prestiti personali), bene anche Trentino-alto Adige, Sardegna, Emilia Romagna Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana , Umbria, con percentuali di insolvenza al di sotto della media nazionale per tutte e tre le forme di finanziamento, seguite di un soffio dalla Lombardia che in un solo caso, quello dei prestiti personali, non riesce a staccarsi dalla media nazionale; in posizione intermedia Puglia, Abruzzo, Molise, Lazio, Basilicata e Marche che presentano criticità inferiori nel complesso, ma superiori per una delle forme osservate; poco soddisfacente la situazione in Calabria e Sicilia, con valori di criticità superiori di 2-3 punti percentuali alla media nazionale per tutte e tre le forme di finanziamento. La diffusione dei dati coincide con l’intensificarsi del dibattito sull’indebitamento delle famiglie italiane e in particolare dei rischi da sovraindebitamento. “I risultati di cui diamo conto non mostrano peggioramenti apprezzabili rispetto ai sei mesi precedenti, ed è un fatto che le famiglie italiane, sono ancora fra quelle che in Europa hanno il più basso rapporto tra debiti e patrimonio. “– ha commentato Marco Benvenuto, Direttore Generale di Experian Italia – Tuttavia, la crescita del ricorso al debito del 15% rilevata ancora lo scorso anno da parte delle famiglie italiane è un fenomeno da non sottovalutare e che dovrebbe indurre chiunque, operatori e famiglie, ad adottare nuovi strumenti di valutazione dei rischi”. La stessa Experian, sulla scorta dell’esperienza maturata in Gran Bretagna, già va dando risposta anche in Italia agli operatori che chiedono di poter valutare i rischi di credito al consumo con strumenti più efficaci. Come già avviene con Cdi (Consumer Debit Index), un indicatore capace di dar conto del rischio da sovraindebitamento dei soggetti prima che essi contraggano nuovi oneri, e calcolato su basi statistiche che tengono in conto l’uso contemporaneo di più strumenti (finanziamenti personali e al consumo, carte di credito/debito, mutui, ecc. ) e la frequenza del ricorso all’indebitamento. .
 
   
   
DEPOSITI BANCARI, È PADOVA LA CAPITALE FINANZIARIA VENETA  
 
Padova, 12 febbraio 2008 – È Padova la provincia veneta con il maggiore indice di depositi bancari. A decretare la leadership padovana è l’analisi sulle “Dinamiche dei depositi e degli impieghi bancari in provincia di Padova e nel Veneto” al 30 settembre 2007, elaborata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Padova su dati della Banca d’Italia. Basta del resto fare due conti per rendersi conto del gruzzoletto di soldi che ciascun padovano (tenendo conto degli abitanti di tutta la provincia) ha depositato in banca: è di 12. 917 euro il conto depositato pro capite in provincia di Padova. Nessun’altra realtà veneta supera questo valore, sia pure indicativo. Prendendo in esame la consistenza dei depositi e degli impieghi a livello provinciale si evidenzia, infatti, il ruolo primario del capoluogo come centro di raccolta del risparmio, con 11 miliardi e 900 milioni di euro accantonati dai residenti sino allo scorso autunno, pari al 20,5% del totale Veneto (58,1 miliardi) alla stessa data. Un’escalation abbastanza consistente, se si pensa che in appena 12 mesi la percentuale di crescita dei depositi è cresciuta dell’1,8%. A livello veneto seconda è Verona con 11,6 miliardi di euro (+3,6% rispetto al 2006), poi c’è Treviso (10,5 miliardi per un +6,1%) e Vicenza con 10,2 miliardi (+5,8%). Tornando a focalizzare il panorama padovano, lo studio condotto dall’ente camerale viene svolto comparando le dinamiche di Padova con quelle, appunto, delle altre province venete. In sintesi si rileva un’espansione particolarmente sostenuta dei depositi (la più rilevante nel Nordest). Anche l’utilizzo del credito da parte di imprese e famiglie si presenta fortemente dinamico rispetto ad altre province dell’area. Le Dinamiche - I depositi bancari raggiungono gli 11,9 miliardi di euro con un incremento del +1,8% rispetto allo stesso periodo del 2006. La variazione risulta inferiore all’aumento verificatosi a livello regionale (+3,6%) e nazionale (+3,7%), ma ciononostante colloca Padova al primo posto tra le province venete. A sottolineare quindi un altro fattore di grande rilevanza e significato per valutare lo stato di salute finanziaria provinciale, è Gianfranco Chiesa, presidente della Camera di Commercio di Padova: “Un quinto della ricchezza adagiata nelle casseforti delle banche venete, risiede a Padova. Il capoluogo mantiene così il primato a livello regionale per incidenza dei depositi bancari (20,5% del totale veneto), seguita da Verona (20%), Treviso (18,2 %), Vicenza (17,7%) e Venezia (16,5%). Ciò sta a indicare che, nonostante questi anni di pesante crisi economica per le famiglie e il mondo imprenditoriale padovano, la nostra provincia si conferma pressoché imbattibile sotto il profilo della capacità di risparmio. E’ una grande dimostrazione di forza e sacrificio. Va tuttavia evidenziato un dato oggettivo: la crisi economica si vede anche nelle differenze dei depositi rispetto a qualche anno fa; rispetto al 2004, infatti, si è passati dal +8,5% di incremento su base annua all’1,8% attuale. E’ quindi chiaro che la quantità di denaro messo da parte da famiglie e imprese non è più la stessa”. Per quanto riguarda invece gli impieghi (24,8 miliardi di euro in valore assoluto nella provincia), la crescita è da record: +10,7%, quindi al di sopra del trend regionale (+10,2%) e del totale Italia (+10%). L’evoluzione degli impieghi bancari nella provincia si presenta la più elevata degli ultimi 6 anni. E a proposito del rapporto tra impieghi e depositi bancari –indice dell’assorbimento del credito del sistema economico locale- in provincia di Padova il grado di utilizzo del credito registra una crescita consistente portandosi al 208,7% e rimanendo però al di sotto del dato regionale (236,3%) ma al di sopra di quello nazionale (202,1%). Dati Comunali - I dati comunali dei depositi e degli impieghi sono attualmente aggiornati al 31 dicembre 2006, dal momento che in questo caso Bankitalia non fornisce aggiornamenti trimestrali come avviene per il totale della provincia. E’ comunque interessante valutare il rapporto tra depositi e popolazione residente, che fornisce l’indicazione dell’entità dei depositi pro-capite a fine 2006 e costituisce quindi un importante indicatore della ricchezza disponibile nel territorio. Il comune più ricco è quello di Campodarsego, dove la media di depositi pro capite è pari a 22. 563 euro. Segue Padova (22. 283), Limena con 21. 335 e Cittadella con 20. 170, mentre Piove di Sacco occupa la quinta posizione con 15. 817 euro. Nelle prime 10 posizioni, con valori superiori ai 12 mila 800 euro di depositi pro-capite figurano anche Camposampiero, Monselice, Borgoricco, Este e Galliera. Il comune più “povero”? Due Carrare con 3. 250 euro in cassaforte. .  
   
   
NASCE IN ABRUZZO OSSERVATORIO REGIONALE SUL CREDITO  
 
L´aquila, 12 febbraio 2008 - Nasce l´Osservatorio regionale sul credito. L´annuncio è stato dato ieri pomeriggio dall´assessore alle Attività produttive, Valentina Bianchi, che ha incontrato all´Aquila i rappresentanti dei maggiori istituti di credito presenti in regione. "L´osservatorio - spiega l´assessore Bianchi - avrà il compito principale di strutturare e istituzionalizzare un dialogo tra banche e Regione per aiutare lo sviluppo economico della regione e ricercare azioni per il sostegno dell´impresa". Composto da Regione Abruzzo, istituti di credito e sindacati, l´Osservatorio, spiega l´economista Pino Mauro, "ha anche il compito di monitorare l´evoluzione del tessuto produttivo regionale e individuare strategie per favorire la crescita delle imprese". La proposta dell´assessore Valentina Bianchi di istituire l´Osservatorio regionale sul credito ha ottenuto subito il favore dei responsabili degli istituti di credito presenti alla riunione, che hanno parlato di "passo in avanti nei rapporti con la Regione Abruzzo". "Il nuovo organismo - chiarisce l´assessore alle Attività produttive - avrà anche il compito di fornire servizi alle imprese garantendo un´informazione capillare su norme di sostengo di natura regionale, nazionale e comunitaria, ma dovrà anche sostenere il sistema Confidi regionale e quindi le imprese nella loro azione di riforma in funzione delle difficoltà legate all´applicazione di Basilea 2". Nel corso della riunione, infine, l´assessore Bianchi ha chiesto agli istituti di credito "il necessario apporto tecnico a quelle imprese regionali che decidono di partecipare autonomamente a bandi di sostengo nazionale e comunitario per progetti di investimento, affiancando in questo l´azione della Regione Abruzzo". .  
   
   
PRG ROMA, POMPILI: "DARE CONTENUTO E VALORIZZARE L´AMBIENTE"  
 
Roma, 12 febbraio 2008 - "Il Piano regolatore generale e´ figlio di una visione riformista della citta´. Ora dobbiamo dargli contenuto e il passo in avanti per farlo e´ valorizzare al massimo la risorsa ambientale affinche´ la gente possa fruire del verde e guardare alla qualita´ delle progettazioni nelle ultime parti della citta´ rimaste edificabili". Lo ha detto Massimo Pompili, vicepresidente della Regione Lazio e assessore all´Urbanistica al termine della riunione della giunta con cui la Regione Lazio ha ratificato l´accordo di copianificazione sul nuovo Prg di Roma. "Credo che una sola cosa e´ stata trascurata dal Prg - ha aggiunto Pompili- e mi riferisco all´edilizia economica e popolare. Su questo, a breve, una riflessione deve essere fatta". Fondamentale per Pompili anche "la salvaguardia della cintura verde, agganciata ai cunei verdi che penetrano all´interno della città, la ristrutturazione della città consolidata e, infine, la visione policentrica per fare in modoche le nuove centralità siano dotate di servizi.  
   
   
SARDEGNA: CRITICHE AL PIANO PAESAGGISTICO SOLO PER UN USO POLITICO  
 
Cagliari, 12 Febbraio 2008 - "Chi ha criticato e contestato il Piano paesaggistico lo ha fatto solo per un uso politico ed ancora oggi non ne ha capito le vere finalità". Non ha usato mezzi termini l´assessore regionale dell´Urbanistica, Gian Valerio Sanna, nel corso di un convegno-dibattito sulle politiche urbanistiche e lo sviluppo del territorio, per rispondere a chi ha urlato e continua a parlare senza alcuna logica del Piano paesaggistico". "Sino ad oggi - ha sottolineato Gian Valerio Sanna - è stata data un´informazione distorta dello strumento di pianificazione urbanistica, con il chiaro e unico obiettivo di utilizzarlo solo per fini prettamente politici. Il Piano non è stato redatto per questo, il Ppr non è né di sinistra, né di destra, ma è stato realizzato perché la Sardegna aveva bisogno di mettere a posto le regole del governo del territorio". L´assessore Sanna ha poi ribadito come nel passato i governi non abbiano voluto affrontare alla radice queste problematiche. "Nel recente passato sono nate regole e leggi per ogni luogo, con l´unico obiettivo di privilegiare lo sviluppo economico sempre delle stesse zone della Sardegna: le coste. Occorreva rimettere le cose a posto, così noi abbiamo avviato il cammino di una riforma storica e certamente culturale. Lo abbiamo fatto nel rispetto delle nuove normative europe e di quanto ha previsto il Codice del paesaggio. La Convenzione europea di Firenze del 2000 lo ha ribadito con chiarezza: si deve utilizzare il territorio per creare sviluppo, ma senza distruggere l´ambiente. Abbiamo quindi avviato le riforme e realizzato il Piano paesaggistico come ha chiesto il Governo con il Codice Urbani. Quella delega è stata affidata alle Regioni per aggiornare i propri Piani paesaggistici. Un buon amministratore deve rispettare le regole e la Regione lo ha fatto: non ci siamo inventati niente". Sanna ha anche ricordato che in questa difficile fase di transizione i grandi alleati della Regione sono stati i sindaci, gli amministratori locali che hanno lavorato per agevolare questa difficile fase del cambiamento. "Il Piano paesaggistico ha imposto dei vincoli, certamente, non tanti come si vuole invece far capire, ma ha fissato e ribadito l´importanza delle norme transitorie, che sono quelle regole che governano il passaggio da un Piano all´altro". L´assessore Sanna ha, inoltre, parlato delle più recenti modifiche che il Governo ha approntato al Codice Urbani. In sintesi, è stato ribadito il concetto che anche la costa è un bene paesaggistico. "Finchè sarà necessario lungo le coste della Sardegna, non si potranno costruire alberghi e seconde case. La strada scelta dalla Giunta è quella di proteggere la fascia costiera. Non c´è dubbio che occorre essere lungimiranti e preservare il territorio per le prossime generazioni. Questa è la verità, solo questa. Il resto sono solo bugie urlate in lungo e in largo per meri fini elettoralistici". Sanna ha, infine, ricordato i progetti avviati dalla Regione per la riqualificazione delle borgate marine. "Il bando internazionale Costeras vuole dare una risposta proprio a questi tematiche. È un segnale importante di come la Regione vuole ridare vita, ruolo e motivazioni alle borgate della Sardegna. Nella Finanziaria 2008 abbiamo inserito le risorse per avviare i progetti e rimettere in sesto le borgate: per Marceddì e le altre borgate della Sardegna comincia una storia diversa". .  
   
   
ARTIGIANATO MANTOVANO IN CALO  
 
Mantova,12 febbraio 2008 - I dati raccolti dall’Ufficio Artigianato della Camera di Commercio di Mantova relativamente alla movimentazione delle imprese artigiane nell’anno appena trascorso registrano un saldo negativo di 97 unità, un risultato in contro tendenza rispetto al 2006. Giova sottolineare che il saldo negativo registrato risulta fortemente influenzato dalla cancellazione di 245 imprese risultate inattive, frutto di un lavoro straordinario di aggiornamento dell’Albo imprese Artigiane. I dati raccolti al 31 dicembre 2007 registrano, dopo anni di positività, un saldo negativo di 97 unità, stabilendo a 14. 505 il numero di imprese artigiane che operano nella nostra provincia; sono state iscritte 1. 312 imprese e cancellate 1. 409, l’indice di natalità è dell’8,99%, e di sviluppo del - 0,66%. Gli imprenditori individuali artigiani, iscritti in corso d’anno, sono l’89,25%, il rimanente 10,75 è costituito da società di persone e di capitali. Per quanto riguarda le attività economiche iscritte, rispetto al 2006, i servizi alle persone e alle imprese registrano un sensibile aumento + 25,7%, le attività manifatturiere + 9%, le costruzioni edili + 6,5%, in forte calo le imprese di trasporto – 42,9% e quelle che si dedicano alle attività agricole di contoterzismo – 26,3%. Nell’anno appena concluso le imprese con titolari extracomunitari sono 370 su un totale di 1. 312 nuove iscritte, con vita media stimata sull’ordine di 2 anni e 5 mesi. Riguardo alle nazionalità si registrano, in prevalenza, iscrizioni di cittadini cinesi, seguiti dagli albanesi, marocchini, tunisini e brasiliani; riguardo al settore di attività economica si rileva una forte presenza di extracomunitari nelle costruzioni e nelle attività manifatturiere. Nel corso del 2007 vanno aggiunti ai 370 artigiani extracomunitari iscritti, anche 96 imprenditori rumeni che dal 1 gennaio sono divenuti comunitari. Viene anche evidenziato il rapporto tra paesi di provenienza ed attività economiche: mentre i cinesi si dedicano quasi esclusivamente alle confezioni, albanesi, marocchini, tunisini e brasiliani alle costruzioni edili. .  
   
   
VICENA, A PALAZZO NIEVO UNA DELEGAZIONE DALLA BOSNIA  
 
 Vicenza, 12 febbraio 2008 - Un´ora e mezzo di confronto intenso con la promessa di ritrovarsi presto. Magari già a maggio in territorio bosniaco. Svoltosi in un clima disteso, l´incontro fra il Presidente della Provincia Attilio Schneck - accompagnato da Ubaldo Alifuoco Presidente dello Sportello Area Balcanica e dai rappresentanti dell´Assoindustria e dell´Api vicentine - e una Delegazione Istituzionale della Bosnia guidata dal premier del governo cantonale di Tuzla Enes Mujic e composta dal vice-ministro per la ricostruzione e lo sviluppo Nurdin Muhamedbegovic, dal Presidente della Camera di Commercio Nedret Kikanovic, dal Sindaco del Comune di Kladanj Faud Imamovic e dagli imprenditori Elvir Bracanovic e Suad Camdzic, ha comunque posto le prime basi per una collaborazione a tutto campo fra la provincia di Vicenza e la più importante e estesa entità amministrativo-territoriale della repubblica federata ex jugoslava. Sul tavolo la possibilità di accordi di cooperazione economico-imprenditoriale che potrebbero tradursi in investimenti produttivi in tutti i settori, compreso quello agricolo. Per la delegazione bosniaca, infatti, Vicenza, il suo territorio e la sua storia imprenditoriale sono certamente un modello di sviluppo da perseguire attraverso una stretta partnership. L´incontro si è poi spostato in Fiera a Vicenza e per concludere all´Azienda Agricola di Montecchio Precalcino per un pranzo d´onore che la Provincia di Vicenza, attraverso l´Assessorato all´Agricoltura guidato dall´onorevole Luigino Vascon, ha voluto organizzare per gli ospiti balcanici. .  
   
   
MEDITERRANEO: SROUR, CRESCONO LE INTESE DELL’ABRUZZO CON LA GIORDANIA ALLO STUDIO FORME DI COLLABORAZIONE ECONOMICA E CULTURALE  
 
 L´aquila, 12 febbraio 2008 - Nuove forme di collaborazione in campo culturale, artistico ed economico. Ma, soprattutto, impegno comune verso il raggiungimento di pace e sicurezza, uniche panacee contro conflitti ed instabilità politica. Sono questi i più importanti risultati conseguiti dalla delegazione della Regione Abruzzo in visita ad Amman, in Giordania. Missione che segue di qualche giorno l´incontro dell´attachè all´Agricoltura dell´ambasciata giordana, a Pescara, con gli assessori Mimmo Srour (Relazioni con i Paesi del Mediterraneo) e Marco Verticelli (Agricoltura). A guidare la delegazione abruzzese proprio l´assessore Srour che, in qualità anche di responsabile del ciclo idrico integrato, ha rappresentato un referente di eccezione per un Paese da sempre alle prese con la carenza d´acqua. "Con il segretario generale del ministero dell´Agricoltura, Radi Tarawnec, abbiamo deciso di firmare un accordo per l´implementazione degli scambi commerciali - ha riferito l´assessore Srour - La Giordania, infatti, importa riso, farina e vino ed esporta buone quantità di prodotti ortofrutticoli, fragole, datteri ed olio. Occorre però equilibrare questi scambi, consentendo agli agricoltori giordani di acquisire tutte le nostre conoscenze in fatto di tecniche conservative e di trasporto della merce". Il Paese è, nonostante l´atavica crisi idrica, altamente competitivo visto che la produzione ortofrutticola è praticamente continua in tutto l´arco dell´anno, nella valle del Giordano e nella zona del mar Morto. "Intendiamo studiare con le professionalità locali le soluzioni più avanzate a livello di risparmio e riciclo delle acque reflue - ha aggiunto Srour - E, in questo contesto, saranno decisivi gli scambi culturali con le nostre Università, in particolare con le facoltà di Ingegneria ed Architettura verso le quali il giovane ateneo di Giordania, nato nel 1962, mostra particolare interesse. Soprattutto per risolvere problemi concreti di infrastrutture, ivi compresi quelli inerenti gli impianti idrici". L´università giordana, 30 mila iscritti provenienti da una vasto bacino d´utenza, ha in essere collaborazioni con gli atenei di Roma, di Padova, del Salento e di Agrigento. L´abruzzo ha proposto insegnamenti bilaterali di lingua araba ed italiana, per favorire l´integrazione sociale, ma anche corsi di approfondimento sui materiali da costruzione e sulle più recenti didattiche in campo ingegneristico. "Ho invitato i vertici dell´Università giordana - ha spiegato l´assessore Srour - affinché, in occasione della Perdonanza celestiniana dell´Aquila, momento di grande solidarietà umana, intervengano con qualche personalità di spicco, sì da rappresentare l´unità e la comunione delle diverse religioni all´origine". La delegazione abruzzese, affiancata in alcune occasioni dall´ambasciatore italiano in Giordania, Gianfranco Giorgolo, ha offerto anche la propria disponibilità nel campo dell´alta formazione dell´audiovisivo, con eventuali borse di studio presso l´Accademia dell´immagine. Ma altri ancora sono stati i varchi aperti tra i due Paesi. A partire dall´interesse di molti imprenditori ed industriali giordani verso la nostra lingua ed il nostro mercato. Già a buon punto l´intesa artistica tra Abruzzo e Giordania. Visitando la National gallery of fine arts, Srour ha ricordato al direttore, Khaled Khreiss, il cordiale incontro di qualche mese fa tra il presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, e la principessa hashemita Wjisdan Al Hashemi durante il quale fu proposto l´allestimento di una mostra di fotografie, dipinti e sculture al Forte spagnolo dell´Aquila, sempre nell´ambito della Perdonanza, "per promuovere il dialogo interculturale e la fratellanza fra i popoli". "E su questa strada - ha concluso l´assessore Srour - molto importanti saranno le sinergie tra ambasciate ed istituzioni locali". . .  
   
   
PORDENONE, IV TRIMESTRE 2007: PRODUZIONE, ORDINI E FATTURATO IN AUMENTO  
 
Pordenone, 12 febbraio 2008 - Sono disponibili i risultati dell’indagine congiunturale relativa ai settori manifatturiero, costruzioni e commercio al dettaglio della provincia di Pordenone, commissionata dalla Camera di commercio di Pordenone alla società Questlab Srl di Mestre, relativi al quarto trimestre 2007. +3,4% la produzione, +4,6% il fatturato complessivo - nell’ambito del quale si registra un forte aumento, +10,9 %, del fatturato estero. Questi i valori della variazione tendenziale, cioè quella relativa allo stesso periodo del 2006; risultati ancora per la maggior parte positivi, anche se in calo rispetto ai medesimi valori del trimestre precedente. Praticamente stabili ma in forte calo rispetto al recente passato gli ordini interni (+0,9%) e in lieve aumento (+4,1%) quelli esteri, tendenza opposta rispetto al trimestre precedente che vedeva in calo gli ordini esteri (per la prima volta nel corso del 2007) ed in aumento quelli interni. Il rallentamento ha colpito con intensità diversa le specializzazioni produttive tipiche dell’area. I settori con la congiuntura meno vivace sono il Metallo e prodotti in metallo assieme al Legno e mobilio che hanno manifestato variazioni praticamente pari a zero e in certi casi negative, mentre il Metalmeccanico rimane il settore con le migliori performance sia in termini di produzione che di fatturato. L’andamento tendenziale dell’occupazione rimane buono con una crescita del +1,9%. Le imprese che hanno manifestato segnali di sofferenza in ambito occupazionale sono quelle appartenenti al settore del Metallo e prodotti in metallo, con una variazione tendenziale del -0,9%, le aziende con meno di 9 addetti che hanno registrato una flessione del -2,5%, ma anche quelle maggiori (con più di 250 addetti) con il -1%. Infine le previsioni per il primo trimestre del 2008 sono improntate alla cautela, con una prevalenza di coloro che prevedono contrazioni di oltre il -2% delle variabili monitorate rispetto a coloro che prospettano incrementi superiori al +2%. “Bisognerà comunque attendere il prossimo trimestre – si è espresso il presidente camerale Giovanni Pavan - per vedere se la tendenza registrata per questi settori viene confermata: gli indicatori relativamente ai quali gli imprenditori sembrano avere le previsioni più ottimistiche sono ordini esteri e occupazione”. “Certo si devono tenere in considerazione anche elementi fondamentali come l’andamento dei mercati internazionali, del dollaro, del costo del petrolio, che influenzano con prepotenza la situazione dell’economia internazionale e di conseguenza locale – prosegue Pavan – ma ci auguriamo che per i settori trainanti dell’economia pordenonese si avverino presto le previsioni positive degli imprenditori”. Il settore delle costruzioni, dopo un inizio anno con timidi segnali di ripresa, prosegue all’insegna di un progressivo peggioramento del quadro congiunturale. Le variazioni tendenziali della produzione e del fatturato sono entrambe negative e fanno segnare rispettivamente un calo pari a -0,7% e a ?4,8%. La dinamica dei costi di produzione è in linea con le variazioni registrate nello scorso trimestre. Le materie prime risultano la componente di costo con la crescita più sostenuta; la variazione tendenziale è pari a +3,6%. L’anno del settore commercio al dettaglio finisce con una variazione tendenziale delle vendite poco superiore allo zero (+0,6%); si tratta del valore più basso dell’intero 2007. L’occupazione mantiene un andamento positivo, ma la variazione, pari al +1,1%, è la più contenuta dal 2006. Sul fronte dei prezzi di vendita l’evoluzione manifesta un’impennata nella crescita che raggiunge il +2,6%, in linea con il rialzo dei prezzi registrato a fine anno dal tasso d’inflazione. Anche il ritmo di crescita dei prezzi di approvvigionamento sale; si è passati infatti dal +1,8% del terzo trimestre all’attuale +3,2%. Segno positivo invece per i dati congiunturali, cioè quelli di confronto con il terzo trimestre 2007: viene capovolta la tendenza, tutta negativa, registrata nel trimestre precedente (frutto probabilmente delle ferie estive): +5,6% la produzione, +9,1% il fatturato, addirittura +11,1% il fatturato estero e + 13,0% gli ordini esteri. Sono altresì disponibili i risultati Movimprese (analisi statistica sulla nati-mortalità delle imprese condotta da Infocamere sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane) relativi alla provincia di Pordenone e di resoconto del 2007. I dati mostrano un calo del -2,0%; sono cioè 548 imprese attive in meno, rispetto al 2006, in provincia. Per un totale di 26. 410 imprese. Tale calo non è da imputare ad un fattore congiunturale negativo bensì ad un´operazione amministrativa di aggiornamento degli archivi del Registro Imprese che ha consentito la cancellazione di imprese iscritte ma non operative da diversi anni. Segnali positivi per l’economia provinciale provengono al momento dal settore alberghi e ristoranti (+1,3%) e dalle attività immobiliari (+1,7%). In calo, invece, il trend di agricoltura (-4,8%), attività manifatturiere (-1,8%), settore dell’industria del legno (mobili esclusi) (-4,7%), settore della metalmeccanica (-2,1%), costruzioni (-1,1%), commercio (-1,5) e trasporti (-7,3%). Rimangono sostanzialmente stabili, con una leggera flessione, i servizi pubblici, sociali e personali (-0,6%). Per quanto riguarda la suddivisione per forma giuridica delle 26. 410 aziende risultanti attive a fine 2007, sono in calo rispetto all’anno scorso, seppur mantenendosi al primo posto, le ditte individuali, attive in 16. 793, mentre sono sostanzialmente stabili le società di persone e restano in aumento le società di capitali (+126 imprese). Nella lettura di questi dati c’è però da tenere in considerazione, per una giusta interpretazione del movimento anagrafico, la pratica delle cancellazioni d’ufficio messa in atto dalla Cciaa di Pordenone, a partire dal 2007. Dal 2005, infatti, in applicazione del Dpr 247/2004, le Cciaa possono procedere alla cessazione d’ufficio dal Registro delle imprese di aziende non più operative da almeno tre anni. Il dato negativo dell’analisi, quindi, non deriva dall’andamento propriamente economico della congiuntura demografica, ma piuttosto dalle decisioni di intervenire amministrativamente per regolarizzare la posizione di imprese non più operative. Gli effetti della nuova normativa sul Registro Imprese di Pordenone mostrano per l’anno 2007, un totale di 407 cancellazioni d’ufficio, contro le 42 del 2006. I settori in cui le cancellazioni d’ufficio hanno avuto maggior peso sono stati commercio (106 cancellazioni), costruzioni (81) e manifatturiero (68). Trend in calo, nel 2007, anche per le imprese artigiane, che hanno segnato –2,6%, con 216 imprese in meno rispetto al 2006. In tale ambito le cancellazioni d’ufficio sono state 82. Tutti i dati sono pubblicati nel sito www. Infocamere. It. .  
   
   
SARDEGNA: TUVIXEDDU, IL PRESIDENTE SORU E L´ASSESSORE MONGIU SULLA SENTENZA DEL TAR  
 
Cagliari, 12 Febbraio 2008 - Dopo la sentenza del Tribunale amministrativo regionale, che ha fatto cadere i vincoli ambientale sull´area del colle di Tuvixeddu e Tuvumannu, il Presidente della Regione, Renato Soru, e l´Assessore della Cultura Mara Antonietta Mongiu, hanno rilasciato queste dichiarazioni ai microfoni di due emittenti televisive sarde. "Intanto approfondiremo questa sentenza - ha detto il Presidente della Regione - perché per ora la abbiamo solamente letta e quindi merita di essere necessariamente approfondita. Poi quello che faremo è abbastanza scontato: ricorreremo al Consiglio di Stato, perché penso che lo Stato, lo Stato centrale, la Regione, hanno il dovere e il diritto di difendere il colle di Tuvixeddu da una colata di cemento. Poi c´è stata una sentenza importante del Tribunale amministrativo regionale, ma come sappiamo ci sono due gradi di giudizio, c´è il Consiglio di Stato e, come sempre accade, ci si rivolge al secondo grado di giudizio. Anche la settimana scorsa il Consiglio di Stato ha dato la ragione alla Sardegna su un altro tema importante, sul quale invece avevamo perso nel primo giudizio". "La sentenza è di quasi 200 pagine - ha continuato il Presidente Soru - quindi è molto grande e non può essere semplificata in poche battute. La sentenza dice due cose importanti: una è che la commissione non è stata istituita in maniera formalmente corretta: e cioè si dice che la commissione per i Beni culturali non doveva essere istituita con una delibera della Giunta ma con un atto legislativo. Forse sì, forse no: noi l´abbiamo fatto con la delibera della Giunta, anche comportandoci allo stesso modo in cui si sono comportate le altre regioni italiane che hanno istituito queste commissioni. Se per caso avremo sbagliato il procedimento costitutivo, vorrà dire che lo costituiremo meglio, e lo stesso atto verrà riproposto. Per di più, questo vincolo quando è stato posto, su proposta della Giunta regionale, negli stessi giorno lo stava proponendo anche il Ministero dell´Ambiente. Quindi abbiamo fatto una cosa che stava per attivare anche direttamente lo Stato. Quindi noi crediamo che la commissione sia ben costituita e lo difenderemo anche davanti al Consiglio di Stato, se per caso non lo fosse sarà costituita meglio e il vincolo verrà riproposto: magari con un´iniziativa anche diversa che può essere anche dello Stato. Quello che è certo è che lo Stato ha il diritto e non solo il dovere di difendere Tuvixeddu, che è la testimonianza più importante della storia di Cagliari, ancora viva, ancora presente, ed è un´area attorno alla quale costruire il futuro di Cagliari. Cagliari può e dovrà presentarsi nel futuro facendo leva su alcuni attrattori e valori forti. E che cosa c´è di più forte della più grande necropoli punica del Mediterraneo? Cosa c´è di più forte di un colle in mezzo alla città con quel valore storico e quella carica di memorie così forte?". "Io rispetto i tribunali - ha concluso Soru - e rispetto la loro sentenza. Noi dobbiamo semplicemente presentare ricorso, migliorare il procedimento amministrativo, se deve essere migliorato. Capisco che è un tema scottante, importante e difficile, e va seguito nei modi e nei luoghi dovuti. Noi siamo molto sereni e molto tranquilli: crediamo di essere nel giusto e lo porteremo avanti". "Noi ci siamo fondati sul Codice Urbani - ha poi detto l´Assessore Maria Antonietta Mongiu - che dal punto di vista delle considerazioni paesaggistiche e paesistiche è molto avanzato, e questo complesso, questo episodio straordinario di archeologia e di storia di lunga durata, che è forse uno degli esempi eclatanti in tutto il Mediterraneo, corrisponde esattamente alla nuova idea di paesaggio che il Codice Urbani prevede. Bisogna leggere attentamente la sentenza dove si fa riferimento ad alcune perplessità espresse in sede di commissione da qualche funzionario dello Stato: e dentro la commissione c´era un altissimo dirigente dello Stato che ha concordato assolutamente in questa idea di paesaggio che la Regione ai sensi del codice Urbani ha assunto. Dunque, parlare in quei termini, se è così che la sentenza dice, mi sembra assolutamente riduttivo e avere una percezione del paesaggio del tutto minoritaria e residuale. E il colle di Tuvixeddu è tutto fuorché residuale e minoritari". .  
   
   
OBIETTIVI DEL MILLENNIO, REGIONE MARCHE PREMIATA A ROMA  
 
Roma, 12 febbraio 2008 - L´assessorato regionale ai Servizi sociali e Immigrazione ha ricevuto il 7 febbraio a Roma un importante riconoscimento ´per aver contribuito alla mobilitazione globale `Stand up´ contro la poverta` e per gli Obiettivi del Millennio´. La premiazione con consegna di un attestato di merito e` avvenuta presso la terrazza del Vittoriano, in occasione dell´inaugurazione della sede europea dell´Onu per gli Obiettivi del Millennio. ´Abbiamo sostenuto questa causa, sostenendo le tante associazioni marchigiane che si impegnano in questo settore- ha spiegato l´assessore regionale ai Servizi sociali e Immigrazione, Marco Amagliani ´ e quindi divido volentieri questo prezioso riconoscimento con loro. Gli obiettivi del Millennio ispirano anche la nostra politica regionale, perche` se vogliamo vincere realmente la poverta`, in senso globale, bisogna cominciare guardando e agendo in casa propria. ´ La Campagna Onu per il Millennio, come si ricordera` era stata il filo conduttore di tre giornate nel corso della rassegna Eco and Equo, la Fiera sull´attenzione sociale, ambientale e sull´economia sociale che si e` svolta dal 12 al 14 ottobre 2007. Un evento in cui sono state protagoniste molte associazioni, le Comunita` Volontari per il Mondo che insieme alle altre associazioni (Amici di Piabeta`, Isf-ingegneria Senza Frontiere, Iniziativa Romeo, Iscos Marche, Cantieri di Pace, Liberato-zambia 2001, Associazione e cooperativa Mondo Solidale, Nie Wiem, Luoghi in comune, Caritas, Azione Cattolica e Cisl, con il contributo del Centro Servizi per il Volontariato) hanno preso parte al progetto regionale ´Target 2015 ´ i Poveri non possono aspettare´ . Sono state organizzate iniziative ludico-didattiche, azioni di sensibilizzazione e testimonianze dal Sud del mondo, come quella di Haylesyus Tsehay, un impiegato etiope, che dal 1996 lavora per il Cvm nel programma di cura e prevenzione dell´Hiv-aids a Gondar, in Etiopia. Momenti di riflessione che hanno dato impulso ad un´azione di sollecitazione del Governo italiano e delle principali istituzioni, affinche` dessero seguito agli impegni presi nel 2000 a New York contro la poverta`. Ricordiamo che gli otto obiettivi del Millennio sono eliminare la poverta` estrema e la fame; raggiungere l``istruzione primaria universale; promuovere l´uguaglianza di genere e l´empowerment delle donne; diminuire la mortalita` infantile; migliorare la salute materna; combattere l´hiv/aids, la malaria e le altre malattie; assicurare la sostenibilita` ambientale; sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo. Equo and Equo ha ospitato anche la mostra itinerante collegata alla Campagna del Millennio ´8 archi, 8 porte per 8 obiettivi´, un´ imponente installazione che ha girato in molte citta` italiane. Gli otto archi, rappresentavano l´alleanza tra otto bambini dei Paesi ricchi e otto dei Paesi poveri, con i piedi ancorati ai principali problemi del mondo e con i cuori legati agli obiettivi da realizzare entro il 2015. L´adesione a questa Campagna, nell´ambito di Eco and Equo, ha potuto promuovere anche la presenza di molte scolaresche per le quali erano stati costruiti specifici percorsi didattici. La Campagna del Millennio passava anche attraverso la partecipazione a gesti semplici, ma dalla forte carica simbolica, come gli `Stand up´, momenti di mobilitazione collettiva nei quali, appunto, in tutto il mondo si e` chiamati ad alzarsi in piedi contemporaneamente, contro la poverta`. In Italia dal 1 al 17 ottobre 2007, 756. 123 persone si sono alzate. Tra queste, moltissime, il 13 ottobre da Eco&equo ad Ancona. .  
   
   
NEL 2007 PIÙ MARCHI DEPOSITATI IN LOMBARDIA  
 
Milano, 12 febbraio 2008 - Cresce il deposito dei marchi in Lombardia: + 5,4% in un anno. E con poco meno di 16 mila registrazioni rappresenta quasi il 30% del totale italiano. Tra le province lombarde prima Milano con oltre 13. 000 marchi depositati, quasi un quarto del totale italiano, in crescita del 4,5% rispetto al 2006. Seconda Brescia con più di 700, in forte aumento: in un anno +31%. Seguono Bergamo e Varese con oltre 400 marchi e crescite rispettivamente del 2,4% e del 27,5%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Uibm (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) nel 2007 in confronto con il 2006. E del valore del marchio come forma di tutela, comunicazione ma anche come risorsa economica e parte importante del patrimonio dell’impresa da valutare correttamente e mettere a bilancio, si è parlato in Camera di commercio al seminario “Il marchio quale strumento di leva finanziaria e di patrimonializzazione dell’azienda”, organizzato dalla Camera di commercio di Milano in collaborazione con Mythos Arké. “In una realtà sempre più internazionale la tutela di marchi e brevetti diventa un fattore necessario per poter competere con la necessaria sicurezza sui mercati del mondo – ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di commercio di Milano -. La registrazione di un marchio fornisce infatti lo strumento giuridico per difendersi da imitazioni e contraffazioni, oltre a rappresentare una significativa forma di comunicazione dell’azienda ma anche un valore economico rilevante da mettere a bilancio. È quindi importante che ci siano occasioni come questo convegno per promuovere la registrazione dei brevetti come strumento di tutela e per valorizzare la creatività e l’innovazione delle nostre imprese”. .  
   
   
MATERA: MISSIONE DELLA CAMERA DI COMMERCIO A BRUXELLES  
 
 Matera, 12 febbraio 2008 – La giunta, il consiglio della Camera di commercio di Matera, funzionari ed esperti delle Associazioni imprenditoriali maggiormente impegnati nei rapporti e nella trattazione delle politiche comunitarie, effettueranno dal 14 al 16 febbraio una missione istituzionale a Bruxelles (Belgio) per conoscere funzioni, meccanismi e opportunità dell’Unione Europea in grado di favorire il processo di crescita del sistema produttivo del Materano. Nel programma della missione formativa sono previsti già dal primo giorno incontri con i parlamentari Gianni Pittella, Alfonso D’andria e con il segretario generale di Eurochambres Arnaldo Abruzzini. Seguiranno l’illustrazione del funzionamento delle istituzioni europee su ruoli, modalità d’interrelazione e siti web di riferimento a cura dello staff della sede di Bruxelles di Unioncamere. Saranno approfonditi, alla presenza dei massimi dirigenti delle Direzioni generali dell’Unione, i temi dei programmi comunitari a favore delle piccole e medie imprese e della cooperazione internazionale. Intensa è l’attività del 15 febbraio con il Fondo europeo di sviluppo regionale, con l’apporto del Desk Basilicata, sulla politica energetica dell’Unione europea e la promozione dell’energia rinnovabile, sull’impiego dei fondi strutturali, per la ricerca e il mondo agricolo. Previsto anche l’incontro con l’ambasciatore Rocco Cangelosi, rappresentante permanente presso l’Unione Europea. Nel pomeriggio ancora incontri, ma con gruppi tematici per i gruppi “agricoltura’’ sulla programmazione dello sviluppo rurale e la politica di qualità dei prodotti agroalimentari, e “politica di impresa’’ in materia di politiche europee per le piccole e medie imprese e a favore del turismo. “La Missione – ha detto il presidente Domenico G. Bronzino – nasce dalla positiva esperienza avuta nell’ottobre scorso agli Open Days del Comitato delle Regioni, dove ho potuto verificare sul campo le opportunità di crescita e di innovazione, che l’Unione può dare al sistema delle imprese e alle Camere di commercio nel favorire questo percorso. Altrettanto importante è la necessita di favorire il processo di integrazione europea, che deve essere tanto più sentito e percorso in una realtà come quella del nostro Mezzogiorno e di una regione piccola, ma dalle notevoli potenzialità, come la Basilicata. A Bruxelles i componenti del consiglio camerale, che sono espressione di vari settori; dall’agricoltura all’industria, dall’artigianato ai servizi, dal turismo al mondo del lavoro a quello dei consumatori ecc, supportati dagli esperti di politiche comunitarie delle associazioni, potranno conoscere, comprendere - incontrando funzionari e verificare sul campo l’attività di uffici e delle procedure - i meccanismi di programmazione e di operatività che regolano la vita dell’ Europa. Proprio a Bruxelles, sede decisionali della vita dell’Unione, che aspirazioni e problemi della provincia di Matera possono trovare risposte concrete, attivando con l’Unione europea strumenti e programmi di rilancio, di cooperazione, di conoscenza e di innovazione, ormai fattori indispensabili di crescita e di competitività. La Camera di commercio di Matera utilizzerà al meglio le risorse umane dell’Ente potendo contare sul lavoro di rete, le opportunità del sistema camerale a livello locale e internazionale’’. .  
   
   
ISTITUZIONE DEL DISTRETTO BASILICATA NORD-OCCIDENTALE  
 
 Potenza, 12 febbraio 2008 - La Camera di Commercio di Potenza, in linea con gli orientamenti e le azioni già intraprese in passato nell’ottica del sostegno ai sistemi locali di sviluppo, fornirà collaborazione e supporto alle Associazioni di categoria dei settori produttivi e della cooperazione attualmente impegnate, in qualità di soggetti promotori, nell’attivazione del percorso istitutivo del distretto dell’area Basilicata Nord-occidentale, secondo le modalità e le procedure previste dalla Legge Regionale numero 1 del 2001. «Guardare all’Europa dello “sviluppo locale” significa dotare sempre di più i nostri territori di agglomerazioni industriali capaci di arginare il processo di polverizzazione delle Pmi, assicurare maggiore potere contrattuale e una più elevata competitività alle imprese che ne fanno parte, sviluppare percorsi innovativi di ricerca e sviluppo a monte e a valle della produzione – ha spiegato il presidente della Cdc potentina, Pasquale Lamorte -. Sulla scorta dell’esperienza maturata nell’ambito del distretto agro-industriale del Vulture (di cui l’Ente camerale è stato fautore e co-protagonista) e del sistema produttivo locale del Parco del Pollino, abbiamo aderito alla proposta avanzata nel corso di alcuni incontri informativi che i rappresentanti delle associazioni hanno avuto con l’Ente camerale. Il coinvolgimento della Camera di Commercio, nel percorso che conduce alla ufficiale istanza di istituzione del distretto, sarà utile ai promotori anche per rafforzare il processo di promozione della proposta, come previsto dalla legge regionale. Forniremo pertanto la nostra piena collaborazione ed il supporto per accompagnare e qualificare il percorso costitutivo e i relativi adempimenti». Diverse le azioni che caratterizzeranno la fase di richiesta di riconoscimento del distretto: la costituzione di un Comitato promotore, l’organizzazione di un programma di iniziative di animazione e sensibilizzazione, il coinvolgimento della Provincia di Potenza (affinchè aderisca alla proposta e inserisca il costituendo distretto tra quelli sostenuti da specifiche azioni di sviluppo). Previsto inoltre il coinvolgimento delle Comunità Montane del Melandro, Alto Bradano e Alto Basento, della Città di Potenza, dell’Alsia (Agenzia regionale di sviluppo e innovazione in agricoltura) e dell’Apa (Associazione Provinciale Allevatori) per la sottoscrizione di un protocollo di intesa che sancisca l’avvio di uno studio di fattibilità per dare luce ad una vera “idea imprenditoriale di Distretto”. .  
   
   
NOVARA: LA NATIMORTALITÀ DELLE IMPRESE NEL 2007  
 
 Novara, 12 febbraio 2008 - Si accentua la crisi delle manifatture novaresi: secondo la rilevazione Movimprese – Infocamere, diffusa dall’ufficio Studi della Camera di Commercio di Novara, il 2007 si è chiuso con un bilancio negativo per l’industria locale, che ha perso 101 sedi d’impresa, con un saggio di variazione del -2%, che ne ha fatto scendere la consistenza a 4. 733 unità. A registrare le maggiori difficoltà sono stati il sistema moda e il metalmeccanico, entrambi interessati da una notevole riduzione della propria base imprenditoriale. Il tessile-abbigliamento, in particolare, perde 21 aziende (-2,8%), mitigando, senza riuscire tuttavia ad arrestare, la moria di imprese che nel 2006 aveva assottigliato la consistenza del settore di 46 unità. Un saggio di variazione inferiore alla media del comparto (-2,6%) viene evidenziato anche dal metalmeccanico, con una diminuzione, in termini assoluti, di 64 unità produttive. Tale risultato è in gran parte riconducile al saldo demografico negativo della fabbricazione di prodotti in metallo (-36 sedi d’impresa) e a quello della fabbricazione di macchine e apparecchiature meccaniche (-20 unità). In complesso, il peso dell’industria in senso stretto (che comprende, oltre al manifatturiero, anche l’estrattivo e l’energetico) è sceso, in termini di numero di imprese attive, dal 18,8% del 1998 all’attuale 14,9%, quota ormai ampiamente inferiore a quella del comparto edile ed impiantistico, arrivato a incidere per il 20%. A fine 2007, si contavano nel Novarese 5. 992 imprese edili, in aumento del +4,7% su base annua. I servizi hanno espresso un saggio di incremento di +1,6%, manifestando una battuta d’arresto relativamente al settore commerciale (+0,1%, a fronte del +1,6% del 2006) e registrando, invece, una buona performance nei rimanenti comparti, ad eccezione dei trasporti. È continuata, seppur in misura più moderata rispetto all’anno precedente, l’espansione dei servizi alle imprese (+4,4%), che hanno incrementato la propria consistenza di circa 180 unità; a questo sviluppo si affianca la crescita degli alberghi e ristoranti, che supera i due punti percentuale, e il buon recupero messo a segno dal comparto dell’intermediazione monetaria e finanziaria (+4,7%). In complesso il terziario ha portato la propria incidenza al 56,2%, contro il 54,7% del ’98. Cala, infine, di quasi due punti percentuale, pari a una perdita di 49 imprese, la consistenza delle imprese agricole che, con 2. 503 unità, rappresentano l’8,7% delle sedi attive nel Novarese (erano 11,1% a fine ’98). Sintetizzando le tendenze dei vari settori di attività, si evince un ritratto del tessuto imprenditoriale novarese caratterizzato da un indice di sviluppo positivo, ma più contenuto rispetto a quelli registrati nell’ultimo triennio. Dal confronto con l’anno precedente, in particolare, si rileva una contrazione del tasso di natalità, la cui incidenza viene accentuata dal corrispondente innalzamento del numero di cessazioni. Quasi tutti i settori, pur in misura differente, hanno risentito della diminuzione delle sedi d’impresa: il terziario ha visto scendere il proprio saggio di sviluppo dal +2,7% del 2006 all’attuale +1,6%; l’industria è precipitata da quota -0,3% a -2%, mentre le costruzioni, in controtendenza rispetto agli altri comparti, hanno conservato una situazione di sostanziale stabilità. Alla data del 31 dicembre 2007, dunque, le imprese registrate all’anagrafe camerale erano 31. 930, con un saldo positivo di +365 unità e un saggio di sviluppo del +1,1% (contro il 2,1% del 2006). “I dati relativi alla natimortalità delle imprese nel 2007” – ha commentato Gianfredo Comazzi, presidente della Camera di Commercio di Novara – “evidenziano un rallentamento del tasso di espansione del nostro tessuto imprenditoriale, che risente della contrazione dei consumi, nonché di una maggiore incertezza determinata dall’instabilità politica. L’aumento del numero di cessazioni” – ha aggiunto Comazzi – “si spiega, dunque, con l’acuirsi dei processi di selezione in atto tra le aziende, spesso a discapito delle realtà più piccole. L’ente camerale, consapevole di tali criticità, ha predisposto una serie di interventi per l’anno in corso volti a supportare, anche economicamente le imprese novaresi sotto il profilo dell’innovazione, dell’internazionalizzazione, del risparmio energetico e delle agevolazioni creditizie”. Le imprese artigiane, in linea con il risultato espresso dal sistema imprenditoriale locale, rallentano la crescita, evidenziando un tasso di sviluppo pari a +0,3%, inferiore rispetto a quello messo a segno l’anno precedente (+1,3%) e al di sotto della media del tessuto produttivo complessivo. Il peso dell’artigianato nel sistema economico novarese si attesta al 34% del totale delle imprese registrate in provincia (38% se si considerano le sedi attive), con punte di incidenza particolarmente elevate nelle costruzioni (83%), nei servizi sociali e personali (66%), nelle manifatture (64%) e nei trasporti (58%). Sotto il profilo settoriale le dinamiche dell’artigianato non si discostano in misura significativa da quelle generali del sistema imprenditoriale locale, salvo che per il terziario. L’incidenza più significativa, in termini di accrescimento della base imprenditoriale, va ricondotta al settore delle costruzioni che, con un saggio di sviluppo del +3,6%, corrispondente a un saldo positivo di ben 233 unità, ha raggiunto quota 4. 971 aziende (di cui 4. 956 attive), il 45% delle realtà artigiane attive della provincia. Negative o tendenzialmente stabili sono risultate invece le performance del terziario che, escludendo il commercio, ha perso complessivamente 49 unità, con l’unica eccezione significativa dei servizi alle imprese, che guadagnano 19 unità produttive (+5,1%). Il commercio ha visto invece assottigliarsi la propria consistenza di 18 unità, di cui 12 nel dettaglio, e le attività manifatturiere di 62, con perdite più accentuate nel metalmeccanico (-36 unità) e nel sistema moda (-16). Sotto il profilo della forma giuridica adottata dalle imprese, le società di capitali esprimono un tasso di sviluppo del +3,6%, mantenendo la più alta crescita, a fronte della flessione delle società di persone (-0,3%) e di quella, leggermente inferiore al -1%, delle imprese individuali, che rappresentano ben il 72% delle nuove iscrizioni. D’altra parte sono proprio le forme individuali a evidenziare la maggiore fragilità, tanto che il 44% delle cessazioni di imprese individuali verificatesi nel corso del 2007 ha riguardato imprese sorte nell’ultimo quinquennio, contro un dato medio provinciale del 41%, dato sintomatico della debolezza delle aziende nei primi anni di vita. .  
   
   
UNIONCAMERE: INDAGINE CONGIUNTURALE PMI DA 1 A 500 DIPENDENTI  
 
 Roma, 12 febbraio 2008 – Piccole imprese in tenue risalita, medio-grandi in parziale rallentamento; Nord-est veloce come un treno, Sud sempre più lento; metalmeccanica traino delle esportazioni e sistema moda ancora in affanno. Queste alcune delle tendenze evidenziate nell’ultimo trimestre 2007 dalle imprese manifatturiere, monitorate come di consueto dal Centro studi di Unioncamere. Secondo l’indagine congiunturale, produzione (+0,9%) e fatturato (+1,0%) hanno registrato incrementi positivi tra ottobre e dicembre 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006. In crescita risultano anche gli ordinativi (+1,4%, il miglior risultato registrato dal 2006) e le esportazioni (+3,1%). Piccole imprese: fatturato, produzione e ordinativi in recupero; accelera l’export - Il bilancio del Iv trimestre 2007 della manifattura italiana si deve anche alla lieve ripresa delle piccole imprese (con 1-49 dipendenti), che, pur mettendo a segno un aumento della produzione decisamente contenuto (pari a +0,1%), registrano un deciso miglioramento rispetto al –0,9% del terzo trimestre. Anche l’andamento del fatturato torna in positivo (+0,1%), dopo la brusca frenata dei due trimestri precedenti (entrambi -1,1%). E’ probabile che questi dati possano rappresentare un “effetto ritardato” della ripresa di cui sono state protagoniste soprattutto le imprese di maggiori dimensioni tra 2006 e il 2007. Il dato positivo di produzione e fatturato sembra sostenuto soprattutto dall’export (+3,5%). Dati incoraggianti provengono infine dal versante degli ordinativi (+0,2%). A livello settoriale, vanno bene le piccole industrie dei metalli (+3,8% la produzione e +3,0% il fatturato) seguite da quelle chimiche e delle materie plastiche (+2,5% la produzione e +2,6% il fatturato). Bene anche la filiera energia (+4,2% la produzione e +1,7% il fatturato). Negativi, invece, i dati delle le piccole imprese di tessile, abbigliamento e calzature (-4,0% la produzione e -3,9% il fatturato), alimentare (rispettivamente -3,4% e -1,9%) e per quelle dell’aggregato “altre industrie” (che comprende, tra le altre, le industrie dei mobili, dell’oreficeria e degli altri beni personali e per la casa), per le quali si registra una flessione del -2,1% per la produzione e del -0,9% per il fatturato. Artigianato: in ripresa tutti gli indicatori, ma la produzione resta ancora sotto i livelli del 2006 In chiaroscuro il consuntivo di ottobre-dicembre 2007 delle imprese manifatturiere artigiane: la produzione registra, infatti un calo del –0,1% rispetto allo stesso trimestre del 2006 mentre il fatturato (+0,3%) segna una ripresa dopo nove mesi con il segno meno. In accelerazione le esportazioni (+2,9% rispetto al quarto trimestre 2006). Infine gli ordinativi nel trimestre in esame hanno registrato, dopo i primi tre trimestri dell’anno in negativo, una crescita tendenziale del +0,1%. Medio-grandi industrie: rallentano la produzione e il fatturato; positivi gli ordinativi - Restano positivi ma si ridimensionano i risultati delle medio-grandi imprese (con 50-500 dipendenti) manifatturiere: la produzione registra una crescita tendenziale più contenuta (+1,8%) rispetto alle performance dei primi nove mesi del 2007. Analogo l’andamento del fatturato (+2,0%). Appare plausibile, al momento, interpretare questi dati più come una fase di assestamento che come un ridimensionamento. Infatti, si mantiene elevata la dinamica di crescita sui mercati esteri (+2,7%) anche se in rallentamento rispetto al periodo luglio-settembre. Anche gli ordinativi registrano un deciso incremento (+2,5%). A livello settoriale, particolarmente brillanti si presentano i risultati delle medio-grandi imprese dei metalli (rispettivamente +3,7% la produzione e +2,4% il fatturato), di quelle della meccanica e dei mezzi di trasporto (+3,4% la produzione e +4,0% il fatturato) e dai produttori di macchine elettriche ed elettroniche (+3,4% la produzione e +3,6% il fatturato). Negativo, invece, l’andamento registrato dalle medio-grandi imprese della chimica e delle materie plastiche (-2,4% per la produzione e -1,9% per il fatturato). Il Nord-est accelera, il Sud vede crescere il ritardo - La doppia velocità registrata già nei primi nove mesi del 2007 sembra essersi ulteriormente accentuata nell’ultimo trimestre dell’anno. Il Nord, infatti, consolida la crescita iniziata nel 2006. In particolare nel quarto trimestre è stato il Nord-est a registrare una crescita del +2,2% per la produzione e del +3,4% per il fatturato. Positivi, sebbene in rallentamento rispetto ai primi nove mesi del 2007, anche i dati del Nord-ovest (+0,9% per la produzione e +0,1% per il fatturato). Decisamente meno favorevole l’andamento per il Centro-sud. Al Centro la dinamica negativa di produzione e fatturato (rispettivamente -0,3% e -0,2%) segnala nel Iv trimestre un certo recupero rispetto ai trimestri precedenti. Al Sud le difficoltà sembrano accentuarsi: negli ultimi tre mesi del 2007, infatti, le regioni meridionali segnano una contrazione pari a -1,4% per la produzione e a -0,8% per il fatturato, determinata anche da una flessione delle esportazioni (-1,5%). .  
   
   
SAVONA: IMPRESE, ANNO DA RECORD PER ISCRIZIONI E CESSAZIONI  
 
Savona, 12 febbraio 2008 – Aumentano iscrizioni e cessazioni di imprese; è positivo il saldo del 2007. Nel 2007 si è registrato il record di iscrizioni alle Camere di Commercio, un dato, però compensato da un altro record: quello delle cessazioni. E’ questo, in estrema sintesi, il dato saliente che emerge dai dati nazionali Movimprese 2007, dato che trova conferma nella dinamica provinciale. Infatti, nel 2007, al Registro Imprese della Camera di Commercio di Savona si sono iscritte 2. 609 nuove imprese e 2. 409 sono risultate le imprese cessate (al netto delle cancellazioni di ufficio), il numero più elevato riscontrato negli ultimi anni. Il 2007 si è chiuso con un saldo positivo di 200 imprese, per un tasso di crescita della base imprenditoriale savonese pari a +0,62%. A spiegare gli aspetti positivi del saldo sono principalmente due fenomeni: la crescita delle imprese costituite in forma di società e i buoni risultati del settore “costruzioni”. Sull’altro piatto della bilancia pesano i saldi negativi delle imprese individuali e, per quanto riguarda le attività, la diminuzione in particolare del settore “commercio”. “I dati del 2007 confermano nella provincia di Savona una forte inclinazione a cercare nell’impresa e nell’auto-impiego una via per la realizzazione personale, ma questa vitalità riesce sempre meno a compensare le fuoriuscite dal mercato delle imprese marginali o meno strutturate per competere” dichiara il presidente camerale, Giancarlo Grasso. “Per attrarre nuovi investimenti privati e favorire il rafforzamento delle imprese esistenti, il territorio ha necessita che i piani di sviluppo delle infrastrutture siano realizzati in tempi certi. Si tratta di una vera e propria emergenza che la Camera di Commercio da tempo pone in primo piano tra gli obiettivi della propria azione a sostegno del sistema locale delle imprese. Né meno rilevanti gli obiettivi che riguardano la piattaforma contenitori di Vado, il potenziamento della centrale termoelettrica, il posizionamento della Piaggio e i piani di rilancio di Ferrania. ” In diminuzione il saldo tra iscrizioni e cessazioni - Rispetto all’anno precedente sono aumentate sia le cessazioni (da 2. 152 a 2. 409), sia le iscrizioni (da 2. 490 a 2. 609). Il saldo è pari a +200 imprese, in diminuzione rispetto al valore dell’anno scorso (pari a +338 imprese). La dinamica del sistema imprenditoriale risulta rallentata in diverse aree del Paese: il dato medio italiano presenta infatti una variazione dello 0,75% contro l’1,21% dell’anno scorso. Al di sopra della media risulta il contributo del Nord Ovest (+0,99%). All’interno di quest’area, però, soltanto la Lombardia ha fatto registrare un tasso di crescita (1,29%) superiore a quello nazionale (+0,75%), mentre Piemonte (+0,69%), Valle d’Aosta (+0,48%) e Liguria (+0,17%) sono restate al di sotto. In Liguria Savona, con Imperia, risulta la provincia più dinamica (+0,62% per entrambe); su valori inferiori si posiziona La Spezia (+0,24%). Sul dato complessivo ligure pesa, però, il bilancio negativo del capoluogo: Genova è infatti l’unica provincia ligure a presentare un esubero di cancellazioni rispetto alle nuove iscrizioni di imprese (-0,16%). Per inciso, a Genova l’andamento negativo della natimortalità delle imprese riflette la dinamica demografica: la provincia del capoluogo regionale è infatti l’unica a veder diminuire anche il numero di persone residenti. Le costruzioni guidano il bilancio per settore - Per quanto riguarda le imprese registrate (cioè la totalità delle imprese, comprese le unità in fallimento, in liquidazione e le nuove imprese che devono ancora comunicare al Registro Imprese l’attività economica prevalente esercitata), risultano 32. 348 a fine 2007, con una crescita dello 0,6% rispetto alla stock dell’anno precedente. Il confronto per settori di attività conferma come i settori in espansione siano l’edilizia ed alcune attività terziarie. In valori assoluti, la variazione di segno positivo più elevata è messa a segno dalle costruzioni, ormai il secondo settore in ordine di numerosità di imprese nella provincia, dopo il commercio. Le imprese delle costruzioni sono infatti aumentate di 250 unità in dodici mesi, con un incremento percentuale del 4,4%. Anche a livello nazionale il settore più dinamico è risultato quello delle costruzioni. Rilevante risulta anche la dinamica per le imprese delle attività immobiliari, noleggio, informatica e servizi alle imprese (+2,7%, settanta imprese in più), mentre una crescita di circa trenta imprese (+1%) si rileva per il settore degli alberghi e ristoranti. Andamento positivo anche per i servizi personali (+1,7%). Continua invece a diminuire il numero di imprese nei settori dove si concentra il maggior numero di imprese, ossia il commercio (-0,8%), l’agricoltura (-1,8%) e le attività manifatturiere (-1,3%). Particolarmente pesante risulta l’andamento nei trasporti: nell’ultimo anno hanno il settore ha perso quaranta imprese (-4,5%). In calo risulta anche il numero di imprese che esercitano le attività finanziarie (-1,7%). .  
   
   
ELECTROLUX, UN TAVOLO PERMANENTE PER MONITORARE LA CRISI IL 18 FEBBRAI O LA PROSSIMA RIUNIONE PER PREPARARE L’INCONTRO CON IL MINISTERO  
 
Firenze, 12 febbraio 2008 - Un tavolo permanente di confronto del quale fanno parte la Regione, il Comune di Scandicci, la Provincia Firenze, le organizzazioni sindacali, aziendali, provinciali e di categoria seguirà da vicino gli sviluppi della vicenda dello stabilimento della multinazionale Electrolux di Scandicci. Il tavolo si è costituito ieri, su proposta dell’assessore all’istruzione, formazione e lavoro, al termine dell’incontro convocato in Regione. All’ordine del giorno, il punto della situazione sulla chiusura dello stabilimento toscano ventilato da parte della multinazionale scandinava. In proposito i sindacati hanno ribadito la loro preoccupazione facendo presente che le strategie aziendali di Electrolux hanno progressivamente puntato su un ridimensionamento delle realt&ag! rave; specializzate nella produzione di elettrodomestici in tu! tta Euro pa. Nel corso dell’incontro è stata ribadita la posizione della Regione, che respinge con forza ogni ipotesi di chiusura e chiede il consolidamento e la riqualificazione delle produzioni. Una posizione che è stata manifestata anche ai vertici dell’azienda con i quali la Regione ha avuto già alcuni contatti. Il tavolo istituzionale sarà affiancato da un tavolo tecnico, che dovrà individuare gli strumenti di volta in volta più adatti per fronteggiare la crisi, favorire il mantenimento delle produzioni e prefigurarne il consolidamento, anche incentivando le attività innovative e di ricerca e scongiurando gravi effetti occupazionali su un territorio già duramente provato dalla crisi del manifatturiero. Il tavolo di confronto istituzionale si riunirà nuovamente lunedì 18 febbraio, anche per preparare l’incontro, previsto per il giorno success! ivo a Roma, al ministero dello sviluppo economico. .  
   
   
TREVI: RISULTATI PRELIMINARI L’ESERCIZIO 2007 CHIUDE CON CIRCA 830 MILIONI DI EURO DI RICAVI TOTALI (+29%) E UN EBITDA DI CIRCA 123 MILIONI DI EURO (+44%) L’INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO IN RIDUZIONE DEL 17% CIRCA ATTESI NEL 2008 RICAVI PER CIRCA 1 MILIARDO DI EURO  
 
Cesena, 12 febbraio 2008 - Il C. D. A. Della Trevi - Finanziaria Industriale S. P. A. (Mi:tfi), Holding del Gruppo Trevi, ha esaminato i Risultati Preliminari Consolidati relativi all’esercizio 2007 che confermano un anno molto positivo, in cui il quarto trimestre esprime un andamento nei ricavi e nei margini rispetto alla media dei tre trimestri precedenti. Si stima infatti che i Ricavi Totali Consolidati dell’esercizio 2007 si attestino attorno a 830 milioni di Euro (+29% rispetto all’esercizio precedente) con un Ebitda di circa 123 milioni di Euro (+44%). L’indebitamento Finanziario Netto a fine 2007 si stima in riduzione di circa il 17% rispetto all’esercizio precedente. Le dinamiche maggiormente interessanti riguardano la forte crescita della divisione metalmeccanica (Soilmec e Drillmec), senza trascurare le brillanti performance fatte registrare sia nei servizi di perforazione petrolifera (Petreven), che nei servizi di ingegneria del sottosuolo (Trevi), in particolare nei mercati del Medio Oriente e Africa. Per il Presidente Davide Trevisani, “Il 2007 è stato un anno importante con un’eccellente crescita per linee interne in tutti i nostri settori e mercati e un ulteriore sostanziale incremento della marginalità. Si evidenziano in particolare: - la forte crescita di Soilmec,, sempre più punto di riferimento mondiale del settore macchine per l’ingegneria del sottosuolo; - l’ulteriore affermazione di Drillmec e dei suoi innovativi impianti idraulici di perforazione petrolifera della serie Hh; - la crescita delle attività di Trevi in tutti i mercati di riferimento, con particolare positività in Medio Oriente e Africa; - lo sviluppo costante di Petreven, ormai considerata punto di eccellenza nei servizi di perforazione petrolifera in Sud America. La solidità dei settori economici di riferimento (infrastrutture ed energia), la diversificazione geografica dei mercati in cui il Gruppo opera, l’eccellenza tecnologica che contraddistingue da cinquant’anni il Gruppo Trevi nella fornitura di prodotti e servizi, ci portano a stimare per l’esercizio 2008 ricavi totali consolidati per circa 1 miliardo di Euro”. .  
   
   
AD ASTALDI COMMESSA DA 93 MILIONI DI DOLLARI USA IN QATAR  
 
Roma, 12 febbraio 2008 – Il Gruppo Astaldi ha sottoscritto un contratto del valore di 93 milioni di dollari Usa per la progettazione e la realizzazione di opere civili relative ad un impianto per la produzione di alluminio, nell’area industriale di Mesaieed, in Qatar. La commessa assegnata alla Astaldi include la progettazione e la realizzazione di silos di stoccaggio del diametro di 40 metri, con una volumetria complessiva di oltre 300. 000 metri cubi. L’avvio delle opere, che verranno realizzate in soli 7 mesi, è previsto a marzo 2008. “Il Gruppo Astaldi – sottolinea l’Ing. Giuseppe Cafiero, Amministratore Delegato con delega alle politiche industriali – ha maturato significative esperienze in Arabia Saudita e Qatar nel settore dell’impiantistica industriale applicata al petrolchimico. In questo ambito, abbiamo già registrato notevoli successi, come ad esempio la realizzazione dell’impianto Gtl di Ras Laffan in Qatar. L’attuale portafoglio ordini dell’area, pari a circa 150 milioni di dollari Usa, verrà ulteriormente accresciuto per effetto della strategia di crescita già adottata, che ha portato all’apertura di una nuova filiale ad Abu Dhabi, con ulteriori prospettive anche in Dubai e negli altri Emirati Arabi Uniti. ” .  
   
   
MERCATO DEL LAVORO: LAVORATORI RUMENI E BULGARI IN PROVINCIA DI BOLZANO  
 
Bolzano, 12 febbraio 2008 - Dal 1 gennaio 2007 Romania e Bulgaria fanno parte dell’Unione Europea. Se la presenza di lavoratori bulgari sul mercato del lavoro in provincia di Bolzano non è particolarmente rilevante (110 lavoratori dipendenti nel 2007), il numero dei rumeni è più che quadruplicato e rappresenta la variazione più rilevante di lavoratori dipendenti stranieri sul mercato del lavoro in provincia di Bolzano. Partendo da questo fenomeno l’attuale edizione di “Mercato del lavoro news” intende rivolgere l’attenzione sullo sviluppo e la situazione dei rumeni. Con una media di 1 200 lavoratori dipendenti i rumeni hanno superato, per la prima volta, i cechi e gli ungheresi, divenendo così il terzo gruppo di stranieri provenienti dai nuovi paesi membri dell’Unione Europea, dopo gli slovacchi ed i polacchi. Nel 1998 la percentuale di dipendenti rumeni sull’insieme di lavoratori stranieri in provincia di Bolzano rappresentava in media lo 0,6%, per passare nell’anno 2007 al 4,8%. Se si considerano soltanto i rumeni residenti, e non anche quelli che si trovano in provincia di Bolzano temporaneamente per svolgere un lavoro stagionale, la situazione è leggermente diversa. Rispetto alla situazione nazionale, infatti, la presenza di rumeni in provincia di Bolzano è ancora limitata. Secondo i dati Istat del 31/12/2006, i rumeni residenti complessivamente in Italia e specificatamente nella vicina provincia di Trento rappresentano rispettivamente il terzo gruppo di stranieri, mentre quelli residenti in provincia di Bolzano si situano solamente al nono posto. Ad esempio i 731 rumeni residenti in provincia di Bolzano si contrappongono ai circa 4 000 presenti nella vicina provincia di Trento. Come la maggior parte dei lavoratori stranieri, anche i rumeni lavorano in maggior parte come dipendenti stagionali del settore alberghiero e della ristorazione, mentre il loro numero è inferiore in quello agricolo. Rispetto ai lavoratori slovacchi, cechi e ungheresi, impiegati all’80% nel settore agricolo o alber ghiero, solo il 40% dei rumeni lavora in questi settori. In genere i rumeni sono meglio distribuiti tra i vari settori rispetto alla segregazione occupazionale che caratterizza gli altri lavoratori stranieri. È interessante notare la considerevole presenza nel settore pubblico (12%), dove i rumeni sono occupati nel campo sociale e sanitario, così come la presenza presso le famiglie (11%) in qualità di aiuto domestico o assistenziale e la grande presenza negli “altri servizi” (15%) in qualità di addetti alle pulizia di vario genere. Anche tra i nuovi arrivi annuali la situazione non cambia. I rumeni non cercano tanto lavoro nel settore agricolo o alberghiero, ma preferiscono settori non stagionali. Nel 2007 sono stati stipulati 217 nuovi contratti a tempo indeterminato in settori diversi da quello agricolo e alberghiero, rappresentando così il numero maggiore tra i nuovi paesi membri dell’Unione Europea. Osservando la ripartizione geografica si nota che dal punto di vista numerico la maggior parte di lavoratori rumeni vive e lavora nelle città di Bolzano e Merano e nei loro dintorni. In proporzione al numero di abitanti tuttavia la maggior parte dei dipendenti rumeni si trovano nei comuni ladini, così come nei comuni di Martello e Stelvio. Nei comuni rurali i rumeni sono impiegati soprattutto nel settore agricolo e alberghiero, mentre in città sono impiegati principalmente nel campo sociale e assistenziale, oppure come addetti alle pulizie. Nella sola città di Bolzano si trovano il 60% dei dipendenti rumeni attivi come addetti alle pulizie in tutta la provincia di Bolzano e l’80% dei lavoratori dipendenti rumeni impiegati nel settore sociale e assistenziale, generalmente essi sono occupati in due sole imprese. Rispetto al fattore età non si rivelano tra i lavoratori rumeni differenze considerevoli rispetto agli altri lavoratori dipendenti provenienti dai restanti nuovi paesi dell´Unione Europea. Nel rapporto tra i generi appaiono invece notevoli differenze. Il numero delle lavoratrici rumene è considerevolmente maggiore rispetto a quello dei lavoratori maschi, mentre i dati riguardanti i lavoratori provenienti dai nuovi paesi dell’Unione Europea presentano una proporzione opposta. Escludendo i “settori stagionali” agricolo e alberghiero il rapporto tra uomini e donne rumeni si equipara, mentre tra i lavoratori provenienti dai restanti nuovi paesi dell’Unione Europea il numero di uomini è decisamente maggiore. .  
   
   
ENI LANCIA LA NUOVA OFFERTA GAS-ELETTRICITÀ: IL PREZZO RIMARRÀ BLOCCATO PER DUE ANNI. E NEL SECONDO ANNO SARÀ PIÙ BASSO RISPETTO AL PRIMO. CON LA NUOVA OFFERTA “PREZZO CERTO DECRESCENTE”, ENI OFFRE ANCHE UN CHECK-UP ENERGETICO GRATUITO PER LA CASA CHE CONSENTE ALLA FAMIGLIA DI RISPARMIARE GRAZIE A UN USO PIÙ EFFICIENTE DELL’ENERGIA DOMESTICA  
 
 San Donato Milanese (Mi), 12 febbraio 2008 – Il prezzo dell’energia rimarrà bloccato per due anni di fornitura. E nel secondo anno sarà più basso rispetto al primo, sia per l’energia elettrica sia per il gas. È questa la nuova offerta Eni Prezzo Certo Decrescente” - valida per tutto il territorio nazionale - che garantisce certezza e riduzione nel tempo della spesa energetica. In più, alle famiglie che aderiranno all’offerta, Eni offre un check-up energetico gratuito per la casa: un prezioso supporto per risparmiare attraverso un uso più efficiente dell’energia. La nuova dual offer di Eni è composta dall’offerta Prezzo Certo Gas, che fissa il costo di commercializzazione in bolletta a 0,32 euro a metro cubo per il primo anno e a 0,31 euro a metro cubo per il secondo, e dall’offerta Prezzo Certo Energia Elettrica, che fissa il costo dell’energia in bolletta a 0,085 euro a kilowattora per il primo anno e 0,083 euro a kilowattora per il secondo. La famiglia che desidera dare stabilità alla propria spesa energetica domestica può così proteggersi dagli eventuali rialzi del costo dell’energia, garantendosi fin da oggi la certezza di un prezzo più basso per il secondo anno. Eni si propone come vero e proprio partner energetico della famiglia e in quest’ottica offre un vantaggio duplice: oltre ai prezzi bloccati e decrescenti, infatti, le famiglie che aderiranno all’offerta avranno un check-up energetico gratuito volto a rendere più efficiente l’utilizzo dell’energia domestica, con un conseguente risparmio. Anche in questo, dunque, Eni conferma il proprio impegno nella promozione dell’uso consapevole ed efficiente dell’energia, già introdotto dalla Campagna Eni 30percento. L’energia elettrica è prodotta al 100% da impianti alimentati da fonti rinnovabili, come certificato da un organismo internazionale indipendente. Ma non è tutto. Chi dispone di un contatore elettronico “teleletto” e concentra più di due terzi dei propri consumi nelle ore serali, nei week-end e nei giorni festivi può risparmiare ancora di più scegliendo l’opzione Bioraria che accompagna l’offerta Prezzo Certo Energia Elettrica. Con questa formula, il prezzo è più basso proprio nelle ore di maggior consumo, con la garanzia di un costo ancora più basso nel secondo anno. È possibile infine per la famiglia stabilizzare ulteriormente la propria spesa con il servizio Consumo Piatto, che permette di ripartire uniformemente in bolletta i propri consumi annui, eliminando così i picchi di spesa stagionali. La nuova proposta dual energy di Eni si affianca all’offerta di energia elettrica 1 ora gratis al giorno, che prevede uno sconto del 4,17% sul costo dell’energia definito nelle condizioni economiche di riferimento per i clienti domestici stabilite dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas. Affidarsi a Eni per la fornitura congiunta di gas e di energia elettrica offre la comodità di avere un unico interlocutore per tutte le esigenze energetiche della famiglia, rivolgersi a unico contact center e ricevere da subito una bolletta unica per entrambe le forniture. Alle offerte per il gas e l’energia elettrica è infine abbinata la partecipazione al concorso Efficienza da Vincere, che mette in palio buoni del valore di 1. 000 euro per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica. .  
   
   
ENERGIE RINNOVABILI, LA FINANZIARIA NAZIONALE DETTA LE REGOLE  
 
Cagliari, 12 Febbraio 2008 - Rinnovabili, isola in ritardo: così titolava l’ 8 febbraio un quotidiano regionale nelle pagine di economia. Sembrava che l´accusa arrivasse dall´amministratore delegato di Nomisma Energia, Alessandro Bianchi, presente ieri a Cagliari in un seminario del Consiglio regionale dell´economia e del lavoro. "Invece - puntualizza l´assessore regionale dell´Industria, Concetta Rau - la Nomisma non ha affatto detto, come invece il servizio giornalistico riporta, che il nostro Piano energetico è da rivedere, bensì che la Finanziaria nazionale 2008 ha assunto precisi impegni con Bruxelles sulla base del Protocollo di Kyoto, prevedendo che lo Stato italiano attribuirà (con dei criteri precisi) le quote regionali di energie rinnovabili da rispettare. Non a caso, il Piano energetico della Sardegna era flessibile: prevedeva, infatti, la possibilità di adeguamenti su scala nazionale. Vale per noi, come per tutti i Piani energetici regionali". "La Sardegna - sottolinea Rau - ha una quota di rinnovabili effettivamente inferiore ad altre regioni italiane, ma questo dato è condizionato da due fattori. Innanzi tutto, le regioni che tirano su la media nazionale sono quelle che possono contare su un maggiore sviluppo dell´idroelettrico. Inoltre noi abbiamo un sistema chiuso, dunque su certe rinnovabili dobbiamo avere una diffusione che possa essere compatibile con la nostra rete di trasmissione. È il caso dell´eolico, per esempio: sino a qualche mese fa doveva essere ‘ritirata´ tutta l´energia prodotta (mentre oggi l´Autorità dell´energia ha rivisto questa posizione), dunque non era possibile andare oltre certi limiti. A motivo delle procedure, quindi, lo sviluppo dell´eolico doveva essere coordinato con la possibilità della rete di gestire l´energia prodotta". Anche la Ne Nomisma Energia oggi ha preso posizione con una nota diffusa dall´Ad Bianchi, con la quale smentisce di aver affermato: che la Regione Autonoma della Sardegna è in ritardo sulle fonti rinnovabili; che la Regione Autonoma della Sardegna è a rischio di commissariamento; che il Governo italiano probabilmente chiederà all´isola uno sforzo maggiore nello sviluppo delle rinnovabili rispetto ad altre regioni". Bianchi ha pure spiegato che "le tematiche affrontate da me nel corso del seminario organizzato dal Crel hanno riguardato il contesto energetico e ambientale europeo e nazionale, inclusi i dettami dell´ultima Finanziaria, senza entrare nel merito della politica energetica sarda, argomento trattato invece dall´Assessore Rau". .  
   
   
MAIRE TECNIMONT SIGLA JOINT VENTURE CON EGYPTIAN PETROCHEMICALS HOLDING COMPANY IL “KEY AGREEMENT” APRE LE PORTE PER SVILUPPI FUTURI IN EGITTO  
 
 Roma, 12 febbraio 2008 - Maire Tecnimont S. P. A. , tramite la propria società operativa Tecnimont S. P. A. , ha firmato un accordo con la Egyptian Petrochemicals Holding Company (Echem), una delle società del Ministero del Petrolio egiziano. L’accordo è stato firmato per Echem dal Presidente, l’ingegner Hany Soliman e per Tecnimont dall’Amministratore Delegato, l’ingegner Enzo Caetani. Lo scopo dell’accordo è la nascita di una nuova società, che verrà costituita in Egitto e che sarà partecipata congiuntamente da Tecnimont, Echem e dall’egiziana “Petroleum Projects & Technical Consultation Co. ” (Petrojet). La nuova società fornirà servizi di ingegneria e management per l’implementazione di impianti industriali in Egitto e nei paesi limitrofi. Fabrizio Di Amato, Chairman & Ceo di Maire Tecnimont, ha dichiarato: “Questa iniziativa apre al nostro Gruppo le porte verso l’Egitto, uno dei principali paesi del bacino mediterraneo, dove abbiamo intenzione di focalizzare risorse significative. Siamo convinti che la firma di questa joint venture possa rappresentare il primo passo per Echem e Maire Tecnimont per il raggiungimento di importanti risultati in questo mercato”. .  
   
   
EDILIZIA RESIDENZIALE CONCLUSA PROGRAMMAZIONE TRIENNALE 2004/2006, DALL’ UMBRIA 84 MILIONI DI EURO  
 
Perugia, 12 febbraio 2008 - Ammontano a circa 84 milioni di euro (83 milioni e 928. 500, di cui 53 milioni 966. 700 in provincia di Perugia e 29 milioni e 961. 800 in provincia di Terni) le risorse stanziate dalla Regione Umbria per il Piano triennale di edilizia residenziale pubblica 2004/2006, che ha permesso interventi per 1584 alloggi (1030 di nuova costruzione e 554 di recupero edilizio). I dati relativi all´intera programmazione triennale, che si è conclusa con l´approvazione del secondo stralcio del "Programma operativo annuale" definitivo 2006, e all´utilizzo delle risorse dell´ultima annualità sono stati illustrati oggi a Perugia dai rappresentanti dell´Assessorato regionale alle politiche abitative ed edilizia residenziale. La Regione, hanno sottolineato ricordando come in Umbria siano circa seimila le famiglie in condizioni di disagio abitativo, è impegnata attualmente nella predisposizione del nuovo Piano triennale, che si prevede di sottoporre a marzo all´esame del Consiglio regionale. Nell´ultima annualità del Piano, sono state utilizzate tutte le risorse finanziarie, oltre 24 milioni di euro, stanziate nel primo stralcio del "Programma operativo annuale" 2006 per la realizzazione di alloggi da destinare a locazione a canone sociale e concordato, cui si è aggiunto il contributo di 22. 500 euro per l´intervento sperimentale per 15 alloggi in autocostruzione (a Corciano, in località Terrioli). È, inoltre, in corso il bando regionale per la realizzazione di circa 90 alloggi rispondenti ai canoni della bioarchitettura, con un finanziamento di 3 milioni di euro. Altri 3 milioni e 318mila euro sono riservati alla costruzione di circa 40 alloggi, a Perugia e Terni, sempre in bioarchitettura destinati agli affitti a canone concordato. Con il secondo stralcio del "Programma operativo annuale" 2006 si è intervenuti sul recupero del patrimonio edilizio privato all´interno di "programmi organici" individuati dai Comuni (che avevano il compito di promuovere le opportunità), sul recupero di alloggi di proprietà privata da destinare alla locazione a studenti universitari e il recupero di alloggi di proprietà di anziani autosufficienti. La risposta, hanno detto i rappresentanti dell´Assessorato, non è stata adeguata alle aspettative e alle esigenze del territorio. Le risorse messe a disposizione, pertanto, per carenza di domanda, non sono state completamente utilizzate. Non verranno comunque perse, è stato sottolineato, ma andranno a incrementare la dotazione finanziaria del prossimo Piano triennale. In particolare, per il recupero del patrimonio edilizio residenziale di proprietà privata, sono stati assegnati 4 milioni e 448mila euro a fronte dei 4 milioni e 860mila assegnati in via preliminare. Per il recupero di alloggi da affittare a studenti universitari, a canone concordato, sono stati finanziati interventi per circa 1 milione e 247mila euro, mentre erano stati messi a disposizione 3 milioni di euro. Dal Comune di Perugia (con un "budget" di 2 milioni di euro) sono giunte proposte per meno di 400mila euro, dal Comune di Orvieto nessuna proposta. Terni ha superato il "budget", con domande per quasi 854mila euro. Agli interventi finanziati, la Regione ha aggiunto un contributo di 3 milioni di euro all´"Ater" per l´acquisto di un immobile a Perugia, in località Ferro di Cavallo, con circa 170 posti letto per gli studenti universitari. Di forte contenuto innovativo, hanno detto i rappresentanti dell´Assessorato alle politiche abitative, il finanziamento per gli alloggi di proprietà di ultrasessantacinquenni autosufficienti che riguardano lavori volti all´eliminazione di barriere architettoniche, alla salvaguardia della sicurezza nell´abitazione e della corretta funzionalità degli impianti tecnologici, la ristrutturazione interna. Sono stati coinvolti i Comuni e le organizzazioni sindacali, è stato sottolineato, per ricercare una vasta collaborazione sia sul versante informativo sia per il supporto tecnico. Le domande sono state inferiori al 50 per cento del "budget" disponibile: sono stati assegnati contributi per circa 2 milioni e 245mila euro, a fronte di un finanziamento di oltre 5 milioni e 150mila euro. Altri 155 nuovi alloggi, è stato reso noto, potranno essere realizzati con le risorse nazionali del Piano straordinario di edilizia residenziale pubblica e la Regione potrà avvalersi anche delle risorse comunitarie della programmazione 2007/2013 per continuare a dare risposte a problema del disagio abitativo. .  
   
   
LAZIO, APPROVATA INCHIESTA SULL´ABUSIVISMO EDILIZIO  
 
Roma, 12 febbraio 2008 - La commissione speciale Sicurezza, contrasto all´usura, integrazione sociale e lotta alla criminalita´, presieduta da Luisa Laurelli (Pd) ha espresso parere favorevole sulla proposta di legge concernente l´´´istituzione di una commissione di inchiesta sul fenomeno dell´abusivismo edilizio nel litorale laziale´´, promossa dai consiglieri dei Verdi Enrico Fontana e Giuseppe Mariani. Erano presenti, oltre alla Presidente Laurelli ed ai firmatari della proposta di legge, i consiglieri Fabrizio Cirilli (Misto), Annamaria Grazia Massimi (Pd) ed il Dottor Edoardo Levantini dell´Osservatorio per la Sicurezza e la Legalita´. ´´Occorre garantire il rispetto delle leggi anche da parte degli enti locali, che sono le istituzioni più vicine al territorio, e la sicurezza sia nel settore della tutela dell´ambiente sia in quello della gestione del ciclo dei rifiuti" - ha commentato Luisa Laurelli - "in modo da prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità. La relazione del Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Luigi De Ficchy, recentemente pubblicata" - ha proseguito Laurelli -"ci induce ad alzare il livello di controllo e quindi ad avviare le indagini necessarie per meglio indirizzare gli interventi ed i programmi di Giunta e del Consiglio´´. Dopo che il Consiglio si sarà pronunciato sulla proposta di legge, la commissione di inchiesta avrà dodici mesi per concludere l´attività e presentare in aula una relazione sulla base della quale la Regione provvederà ad elaborare proposte e soluzioni per contrastare il problema, anche attivando concertazioni con enti ed organismi competenti per la predisposizione di una Carta della trasparenza e della legalità dell´attività urbanistico-edilizia. .  
   
   
BUZZI UNICEM: INFORMAZIONI PRELIMINARI ESERCIZIO 2007: VENDITE DI CEMENTO E DI CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO IN AUMENTO RISPETTIVAMENTE DEL 2,2% E 2,9% FATTURATO CONSOLIDATO +9,1%, TRAINATO DALL´EUROPA ORIENTALE  
 
Casale Monferrato, 12 Febbraio 2008 - Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem Spa si è riunito l’ 8 febbraio per l’esame dei dati preliminari consolidati relativi all’esercizio 2007. Le vendite di cemento sono ammontate a 34,1 milioni di tonnellate, +2,2% rispetto all´esercizio 2006. Il progresso è attribuibile all’andamento positivo della maggior parte dei mercati di presenza, con esclusione degli Stati Uniti d’America e dell’Italia. I Paesi dell’Europa Centro-orientale ed il Messico sono quelli nei quali i volumi venduti hanno beneficiato di situazioni operative particolarmente favorevoli. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato sono aumentate del 2,9%, a 17,0 milioni di metri cubi, soprattutto grazie all’ingresso nel perimetro di consolidamento delle attività situate nei Paesi Bassi, nonché al positivo contributo dell´Europa Orientale ed al continuo sviluppo delle produzioni in Messico. Il fatturato consolidato ha registrato una crescita del 9,1%, da 3. 205 a 3. 496 milioni; le variazioni di perimetro hanno avuto un effetto positivo di 122 milioni, mentre l’effetto cambio è stato negativo per quasi 111 milioni. A parità di condizioni, il fatturato sarebbe aumentato del 8,8%. L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2007 ammonta a 621 milioni di euro, in aumento di 12 milioni rispetto ai 609 milioni di fine 2006. Italia Le vendite di cemento, comprese le quantità destinate all’esportazione, sono diminuite del 1,2%; tale risultato è riconducibile ad una prima parte dell’anno positiva, mentre nel terzo e specie nel quarto trimestre dell’anno il calo dei volumi è stato marcato rispetto al periodo di confronto, che era stato caratterizzato da condizioni meteo particolarmente miti. La fase di rallentamento della domanda si è acuita nell´ambito della costruzione residenziale e per la graduale conclusione di alcuni lavori pubblici. Per contro la situazione dei ricavi medi unitari è migliorata, a parziale compensazione dell’inflazione da costi e delle sempre più stringenti normative ambientali che richiedono investimenti crescenti. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno risentito in maggior misura del rallentamento della domanda, facendo registrare una frenata del 10,9% anche a seguito di una riduzione del perimetro. Nel complesso il fatturato delle attività italiane si è attestato a 961 milioni, in diminuzione del 4,2% rispetto al 2006. Europa Centrale In Germania il settore delle costruzioni, dopo una marcata crescita nel primo semestre, ha subito un fisiologico rallentamento della domanda nella seconda parte dell’anno, soprattutto nel settore del residenziale, in parte causato dal nuovo regime dell’Iva, dall’eliminazione dei sussidi governativi per l’acquisto di nuove case e dalla nuova regolamentazione sul capital gain per gli acquisti d’immobili a titolo speculativo. L’edilizia commerciale e industriale invece è risultata in miglioramento, così come le opere d’ingegneria civile, sostenute dagli investimenti di mantenimento delle infrastrutture. Tenendo conto delle quantità destinate all’esportazione nei Paesi limitrofi, il differenziale rispetto all’esercizio precedente si è mantenuto in crescita del 4,1%, unito ad un progresso dei prezzi medi di circa il 7,7%. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato, riferite unicamente ai consumi del mercato domestico, hanno evidenziato una riduzione del 3,5% rispetto al 2006, in un contesto di prezzi medi migliorato di quasi il 9%. Il fatturato complessivo è così passato da 480 a 515 milioni (+7,3%); a parità di perimetro, la variazione positiva sarebbe stata del 10,4%. In Lussemburgo gli investimenti in costruzioni si sono attestati a livelli analoghi a quelli del 2006, ma l’andamento complessivo delle vendite ha beneficiato di una crescita delle esportazioni di cemento e clinker, con un aumento dei volumi pari al 20,0% ed un conseguente adeguamento verso l’alto dei prezzi medi del 5,7%. Il fatturato ha raggiunto quota 92 milioni (erano 84 milioni nel 2006, +9,7%). Nei Paesi Bassi, dove opera la nuova controllata totalitaria Basal, attiva nel settore del calcestruzzo preconfezionato e degli aggregati naturali, le vendite hanno raggiunto quota 1 milione di metri cubi di calcestruzzo ed oltre 5 milioni di tonnellate di aggregati, con ricavi pari a 141 milioni di euro. Europa Orientale E’ proseguito il momento di mercato assai favorevole dei Paesi dell’Europa Orientale, seppur in attenuazione rispetto all’andamento dei primi nove mesi. In Polonia, a fronte di un mercato cresciuto a doppia cifra, le vendite sono state in linea con quelle dell’anno precedente, integrate tuttavia da una quota di trading infra-gruppo proveniente da Germania e Repubblica Ceca, con conseguente beneficio di quest’ultima nazione, che ha registrato vendite di cemento in crescita del 20,1% rispetto ad un mercato cresciuto di circa il 7%. In Repubblica Ceca e Slovacchia, i volumi di calcestruzzo preconfezionato della controllata Zapa hanno avuto un andamento assai brillante (+10,9%). In Polonia le attività del calcestruzzo preconfezionato hanno migliorato i volumi di produzione del 2,8%. I ricavi della Polonia sono passati da 110 a 143 milioni (+29,3%), grazie ad un effetto prezzi in valuta locale largamente positivo (+19,3%); a parità di tassi di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 25,6%. Il fatturato delle attività in Repubblica Ceca è stato di 216 milioni (182 milioni nel 2006); il buon andamento delle vendite è stato amplificato da prezzi in aumento del 4,3% in valuta locale e da un effetto cambio positivo del 2% circa. In Ucraina lo sviluppo del mercato delle costruzioni è stato decisamente favorevole: le vendite di cemento sono cresciute del 12,4% e quelle di calcestruzzo preconfezionato del 37,2%. La combinazione di maggiori volumi di vendita e prezzi in netta ascesa (+69,3%) si è tradotta in un fatturato di 179 milioni di euro (+67,2%); escludendo l´effetto dovuto alla debolezza della valuta locale la variazione sarebbe stata positiva del 82,4%. In Russia il settore delle costruzioni ha continuato a svilupparsi in maniera dinamica, tuttavia le tonnellate vendute sono analoghe a quelle dello scorso anno, a causa del noto raggiungimento della capacità produttiva. I prezzi medi di vendita in valuta locale sono in sorprendente miglioramento (+68,8%), a beneficio del fatturato che si è portato a 198 milioni di euro, in crescita del 59,8% sul 2006 (+64% a parità di tassi di cambio). 3 Stati Uniti d’America Rispetto alla prima metà dell’esercizio la diminuzione dei volumi è stata meno marcata, essenzialmente perché nella seconda parte del 2006 la crisi del comparto residenziale aveva già cominciato a manifestarsi in modo evidente. Le vendite di cemento hanno consuntivato una diminuzione del 4,1%, ma in alcuni aree geografiche la variazione è stata ancora positiva. La debolezza della domanda non ha intaccato eccessivamente lo stato dei prezzi, che hanno registrato solo una lieve diminuzione nell’ultimo trimestre del 2007 rispetto alla media dei nove mesi precedenti; il miglioramento medio rispetto al 2006 è comunque del 5,1%. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato si sono mantenute stabili rispetto all’anno precedente (- 0,4%), grazie ad una variazione positiva di perimetro, con prezzi unitari anch’essi in discreto miglioramento (+5,2%). Nonostante i ricavi in dollari siano stati non inferiori a quelli dell’esercizio 2006, la traduzione in euro è stata penalizzante, con fatturato che si è attestato a 851 milioni rispetto a 925 milioni nell’esercizio precedente (-8,0%). L’effetto dovuto alla debolezza del dollaro è stato pertanto negativo per circa 78 milioni di euro. Messico (consolidamento al 50%) L’industria delle costruzioni ha mantenuto un’intonazione favorevole per tutto l’anno, con un valore della produzione delle imprese operanti in tale settore superiore di circa il 7% rispetto al 2006. Le vendite di cemento della collegata Corporación Moctezuma sono aumentate del 18,0%, mentre i prezzi in valuta locale hanno continuato ad evidenziare una certa debolezza (-2,0%). Su tale andamento ha influito la graduale modifica del mix di vendita da cemento in sacchi a cemento sfuso ed una distribuzione a più largo raggio del prodotto. E´ proseguita inoltre l’espansione delle attività nel settore del calcestruzzo preconfezionato, con vendite in aumento del 12,3% e prezzi allineati al precedente esercizio. Il fatturato si è attestato a 212 milioni, +7,6% rispetto al 2006; l’effetto cambio è stato penalizzante per circa 20 milioni di euro. Sulla base delle informazioni preliminari disponibili, si confermano le attese per l’intero esercizio 2007 di utile netto in sensibile crescita Il Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio e del bilancio consolidato è previsto in data 27 marzo 2008. Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Aldo Arri, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l´informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili. .  
   
   
SI ALLUNGANO I TEMPI DI VENDITA DEGLI IMMOBILI  
 
Milano, 12 febbraio 2008 - Un’analisi realizzata dall’Ufficio Studi Tecnocasa ha preso in esame l’andamento dei tempi medi di vendita degli immobili ed ha notato come questi siano in aumento negli ultimi mesi. La difficoltà di incontro tra domanda ed offerta immobiliare, la fine della “corsa al mattone”, la maggiore ponderatezza relativamente alla decisione di acquistare casa in seguito al rialzo dei tassi di interesse e alla stretta creditizia messa in atto dalle banche, hanno allungato i tempi medi di presenza degli immobili sul mercato. Gli ultimi dati ci dicono che nelle grandi città il timing del Day On Market è intorno ai 135 giorni, in crescita rispetto ai 118 giorni registrati sei mesi fa. A seguire i capoluoghi di provincia con una media di 142 giorni ed infine i comuni dell’hinterland con una media di 171 giorni. Da notare come nelle grandi città i tempi di vendita siano più brevi rispetto alle altre realtà, a conferma di un maggiore turn over metropolitano. La città più dinamica si conferma Firenze con una media di 106 giorni, in aumento rispetto ai 90 giorni di luglio del 2007; segue a ruota Torino con una media di 115 giorni (contro una media di 105 giorni sei mesi fa). Verona con 175 giorni si conferma come la realtà in cui le transazioni avvengono più lentamente.
Tempi Di Vendita
Giorni Mesi
Milano città 134 4,5
Milano provincia 180 6,0
Roma città 119 4,0
Roma provincia 141 4,7
Bologna città 153 5,1
Bologna provincia 217 7,2
Genova città 147 4,9
Genova provincia 153 5,1
Firenze città 106 3,5
Firenze provincia 148 4,9
Torino città 115 3,8
Torino provincia 164 5,5
Palermo città 124 4,1
Palermo provincia 157 5,2
Bari città 161 5,4
Bari provincia 188 6,3
Napoli città 113 3,8
Napoli provincia 156 5,2
Verona città 175 5,8
Verona provincia 207 6,9
Media grandi città 135 4,5
Media hinterland grandi città 171 5,7
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