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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Febbraio 2008
SCIENZIATI INDIVIDUANO IL GENE CON «CODICE A BARRE» NELLE PIANTE  
 
Un´équipe internazionale di scienziati ha scoperto un gene contenente un «codice a barre» che può essere utilizzato per distinguere la maggior parte delle specie vegetali terrestri. Il gene potrebbe aiutare i ricercatori a catalogare le piante nelle regioni ricche di specie, e a monitorare il commercio di specie vegetali in via d´estinzione. Il lavoro, finanziato in parte dall´Ue, è stato pubblicato on line dalla rivista «Proceedings of the National Academies of Science» (Pnas). La codificazione a barre del Dna è una tecnica che utilizza le differenze in un tratto specifico del genoma per identificare le diverse specie. Pur essendo una tecnica già consolidata nel caso degli animali, attualmente non esiste un codice a barre generalmente accettato per le piante. La sfida per i ricercatori consiste nell´individuare un tratto di genoma che vari marcatamente tra specie e specie, ma che evidenzi differenze minime in seno alla singola specie. Con questo recente studio, alcuni scienziati di Regno Unito, Sudafrica e Costa Rica hanno testato otto potenziali codici a barre su oltre 1. 600 specie vegetali provenienti da due zone emblematiche in termini di biodiversità: l´area mesoamericana e l´Africa meridionale. Il Costa Rica vanta una delle flore più ricche di orchidee del mondo. Poiché alcune specie di orchidee sono spesso difficili da distinguere a occhio nudo, rappresentano delle candidate ideali per testare i codici a barre del Dna. Inoltre, le orchidee sono in pericolo a causa della deforestazione e del commercio illegale, per cui potrebbero beneficiare delle applicazioni di tale tecnica per scopi di conservazione. Il parco nazionale sudafricano Kruger è noto soprattutto per i grandi animali selvatici. Tuttavia, ospita anche circa 600 specie di alberi e arbusti, e la regione circostante presenta la più alta diversità arborea di tutte le regioni temperate del pianeta. Le analisi hanno rivelato che una sezione del gene «matK» soddisfa tutti i requisiti di un potenziale codice a barre del Dna. La sequenza differisce da specie a specie, ma è quasi identica nelle piante della stessa specie. Il codice a barre è così accurato che gli scienziati sono persino riusciti a utilizzarlo per fare luce su un mistero di lunga data. Molti esperti di orchidee sospettavano che quella che ufficialmente era un´unica specie di orchidea del Costa Rica fossero in realtà due specie distinte. Gli studi sul gene matK hanno rivelato la fondatezza dei sospetti degli esperti; le orchidee erano effettivamente di due specie diverse. In ultima analisi i ricercatori sperano di compilare una banca dati genetica delle sequenze del gene matK di quante più specie possibile, in modo da poter confrontare i campioni con la banca dati e identificarli correttamente. «In futuro ci piacerebbe veder tradotta quest´idea della lettura dei codici a barre genetici delle piante in un dispositivo portatile da utilizzare in ogni ambiente, che possa analizzare con rapidità e semplicità il Dna matK di qualsiasi campione vegetale e raffrontarlo a una banca dati ricca di informazioni, consentendone un´identificazione quasi istantanea», ha commentato il dottor Vincent Savolainen dell´Imperial College London e dei Royal Botanic Gardens di Kew (Regno Unito). Anche se ci vorranno parecchi anni prima di avere a disposizione un dispositivo del genere, le applicazioni potrebbero essere numerosissime. «Sono tante le circostanze in cui la tradizionale identificazione tassonomica delle specie vegetali non è praticabile - ad esempio, nei porti e aeroporti al momento di controllare l´eventuale trasporto illegale delle specie, o in luoghi come il Costa Rica, dove la semplice ricchezza di un gruppo di piante, quali le orchidee, rende difficile una catalogazione accurata», ha spiegato il dottor Savolainen. Tutte le orchidee sono elencate nell´appendice 2 di Cites (convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione), il che significa che per il loro commercio occorre un permesso speciale. Tuttavia, le specie più a rischio, quali l´orchidea pianella della Madonna dell´America centrale, sono elencate nell´appendice 1, che ne vieta il commercio. I ricercatori sono riusciti a dimostrare che il codice a barre è diverso per i due gruppi. Gli scienziati osservano tuttavia che il pieno potenziale della codifica a barre del Dna verrà sfruttato solamente se la stessa verrà messa a disposizione di tutti i paesi. «Se si vuole che il codice a barre del Dna consegua gli obiettivi descritti, deve essere messo urgentemente a disposizione di tutti i paesi ricchi di biodiversità ma poveri di risorse, con un´efficiente creazione di capacità e avveduti programmi di finanziamento», raccomandano i ricercatori. Il sostegno comunitario al lavoro di ricerca è stato fornito dal progetto Hotspots («Understanding and conserving the Earth´s biodiversity hotspots», Comprendere e conservare i punti caldi di biodiversità della Terra), finanziato a titolo dell´area di attività «Azioni Marie Curie - risorse umane e mobilità» del Sesto programma quadro (6°Pq). Per maggiori informazioni consultare: Progetto Hotspots: http://www. Kew. Org/hotspots/index. Html Pnas: http://www. Pnas. Org Imperial College London: http://www. Imperial. Ac. Uk .  
   
   
CONFERENZA SULLE NANOTECNOLOGIE E SULLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE  
 
Il 28 e il 29 maggio si terrà a Londra (Regno Unito) una conferenza intitolata «Nanotechnology - towards reducing animal testing» (Natotecnologia: verso la riduzione della sperimentazione animale). A causa delle limitazioni e dei costi della sperimentazione animale vengono condotte numerose attività di ricerca su possibili alternative praticabili ed efficaci. Questa conferenza presenterà alcune delle potenziali applicazioni nanotecnologiche che potrebbero ridurre gli esperimenti sugli animali, garantendo al contempo la sicurezza ai pazienti e ai consumatori. Tra le questioni che verranno discusse durante la conferenza figurano: - una rassegna di alcuni dei modelli in vitro basati sulle cellule umane più promettenti; - nuovi sistemi quali "laboratori su chip" e bioreattori per studi relativi a screening, tossicologia e targeting; - modificazione delle superfici su scala nanometrica per migliorare i biosensori e i sistemi di sperimentazione in vitro; - nuove potenziali strategie per applicare le nanotecnologie a soluzioni alternative; - il ruolo del Centro europeo per la convalida di metodi alternativi (Ecvam). La conferenza è organizzata dall´Istituto di nanotecnologia. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Nano. Org. Uk/events/ionevents. Htm .  
   
   
A PADOVA IL TAVOLO EUROPEO DEI PRODOTTI DOP E IGP OLTRE 40 CONSORZI DOP ITALIANI, MEMBRI UE DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DI BRUXELLES, E RAPPRESENTANTI DEI MINISTERI DELL’AGRICOLTURA DA NOVE PAESI ( BULGARIA, GRECIA, REPUBBLICA CECA, ROMANIA, SLOVACCHIA, SLOVENIA, UNGHERIA, GRAN BRETAGNA E IRLANDA).  
 
 Si tiene martedì 12 febbraio 2008, nell’ambito di Tecnobar & Food, il Salone della Ricettività alla Fiera di Padova fino a mercoledì 13, il meeting internazionale “Dop e Igp quale strumento di competizione sul mercato globale”. All’incontro, organizzato dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e Padovafiere saranno presenti oltre 40 consorzi Dop italiani, membri Ue della Commissione agricoltura di Bruxelles, e rappresentanti dei Ministeri dell’Agricoltura da nove Paesi ( Bulgaria, Grecia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Gran Bretagna e Irlanda). Tema del meeting, le strategie comuni per sostenere e valorizzare le produzioni tipiche locali che richiedono questo riconoscimento. Un’occasione di apertura dei processi operativi per migliorare e rinforzare lo sviluppo di questo enorme patrimonio delle comunità rurali di ogni stato membro. Un segmento importante per l’economia del nostro Paese, che detiene il primato europeo tra i prodotti riconosciuti con la qualifica di Denominazione d’Origine Protetta (Dop), Indicazione Geografica Protetta (Igp) e Specialità Tradizionale Garantita (Stg), con 165 tipicità su un totale di 770. Sul mercato interno i prodotti Dop e Igp, valgono 7. 250 milioni di euro (Fonte Ismea) in crescita del 6,2%. L’italia in Europa ha registrato nell’ultimo quinquennio il tasso di crescita per i riconoscimenti più elevato ( 35,5%), in testa alla graduatoria della produzione certificata con 741mila tonnellate, seguita dalla Francia con 430mila. La regione che si vanta del maggior numero di marchi di qualità è l´Emilia Romagna, seguita da Veneto e Lombardia. (Fonte - sondaggio della Camera di commercio di Milano-cedcamera su dati della Commissione europea a novembre 2007 e del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali a ottobre 2007). L´italia è prima in Europa per quanto riguarda ortofrutta e cereali (51 prodotti, 31,7% del totale Ue), olii e grassi di origine animale (38, 36,5%) e prodotti a base di carne (29, 34,1%). Nel campo dei formaggi la leadership dei riconoscimenti comunitari appartiene invece alla nazione transalpina (28,1% del totale), prima anche per la produzione di carne fresca-frattaglie (49,5%). Britannici protagonisti nel settore ittico, con 3 prodotti Igp su 11 europei, mentre il Portogallo si distingue negli "altri prodotti di origine animale", soprattutto grazie ai suoi 9 mieli Dop. Insuperabili i tedeschi per le birre, con il 70,6% del totale, ed i Greci per le olive da tavola (l´Italia è terza). Fanalino di coda Finlandia, Polonia e Slovenia, che hanno ottenuto una sola certificazione Ue. Nel 2007 il nostro Paese ha conseguito ben 9 riconoscimenti fra Dop e Igp: il formaggio Stelvio, l´olio di Sardegna, l´asparago bianco di Bassano, la castagna di Cuneo, il riso di Baraggia Biellese e Vercellese, l´arancia del Gargano, la carota dell´altopiano del Fucino, il limone femminello del Gargano, il salame Cremona. .  
   
   
REPUBBLICA CECA: CEZ HA INCREMENTATO DEL 52% LA PRODUZIONE ENERGETICA DA BIOMASSE  
 
 Nel 2007 la Cez, la maggior utility energetica della Repubblica Ceca, ha incrementato la produzione di elettricità da biomassa presso i suoi impianti del 52% a/a, raggiungendo i 249 Gwh. Il principale impianto a biomasse si trova a Hodonin, dove la produzione è salita dell’85% a/a toccando i 116 Gwh. Cez ha anche generato 102 Gwh di energia presso l’impianto polacco di Skawina. Nonostante la crescita registrata, la generazione di energia da biomassa incide sulla produzione totale per meno dell’1%. La Cez, controllata dallo Stato per il 65,9%, intende investire 30 mld Czk (1,2 mld Eur) nell’espansione della produzione da fonti rinnovabili entro il 2015. Circa il 66% dell’intero investimento sarà destinato a impianti ad energia eolica, i restanti per la produzione idroelettrica e a biomassa. Cez incide per il 58% della produzione da fonti rinnovabili del Paese, che, entro il 2020, dovrebbe aumentare la quota dall’attuale 6% al 13%. .  
   
   
DURNWALDER INCONTRA IL MINISTRO RUSSO DELL´AGRICOLTURA  
 
Nel corso della sua visita in Russia, il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder ha incontrato anche il Ministro dell´agricoltura Aleksey Gordeev. Durante il colloquio i due hanno discusso in merito a possibili forme di collaborazione tra i due paesi nel settore agricolo, con particolare riferimento alla viticoltura. Durnwalder e Gordeev si sono soffermati inizialmente sulle nuove direttive provenienti da Bruxelles, soprattutto per ciò che riguarda l´ordinamento del mercato vitivinicolo e del mercato orto-frutticolo. Il ministro russo ha poi chiesto al presidente altoatesino delucidazioni in merito al recepimento del programma di sviluppo rurale in Provincia di Bolzano. "Abbiamo entrambi convenuto - commenta Durnwalder - che ci sia spazio per una maggiore collaborazione tra le due realtà. In concreto, il primo passo si compierà già nel prossimo aprile, quando Gordeev inaugurerà a Mosca una mostra di vini altoatesini, e non è escluso che lo stesso ministro russo venga a visitare il Winefestival di Merano". Aleksey Gordeev, che conosce di persona l´Alto Adige per essere stato due volte in vacanza nella zona di Dobbiaco, è stato omaggiato dal presidente Durnwalder di una statua di legno intagliato raffigurante un cavallo avelignese, razza equina tipica del territorio provinciale. .  
   
   
ASS.I.CA.: I PREZZI DI CARNE SUINA E SALUMI SI RIDUCONO ALLA PRODUZIONE. AL CONSUMO CRESCONO MENO DELL’INFLAZIONE. DA ANNI ALLEVATORI, MACELLATORI E INDUSTRIA SALUMIERA CONTENGONO I PREZZI PERDENDO REDDITIVITÀ NEI CONFRONTI DELLA DISTRIBUZIONE  
 
 Milano - Ass. I. Ca. - che rappresenta a livello confindustriale le imprese di macellazione e trasformazione della carne, rassicura i consumatori: carne suina e salumi sono aumentati nel 2007 molto meno dell’inflazione. Come è stato confermato nella riunione di ieri a Roma con lo stesso Garante per la sorveglianza sui prezzi, i consumatori possono acquistare con fiducia carne suina e salumi, che sono da anni tra i beni stabilmente sotto il tetto dell’inflazione. Merito di questo risultato è degli anelli produttivi della filiera (allevatori, macellatori e industria salumiera) che hanno visto negli ultimi anni una continua erosione della loro redditività a vantaggio della Distribuzione. Il contenimento dei prezzi di carne suina e salumi, quindi, è determinato dai bassi prezzi praticati dagli allevatori e dall’industria di macellazione e trasformazione. Venendo alle informazioni apparse in questi giorni sulla stampa, anche al fine di ottemperare alla richiesta del Garante dei prezzi, Antonio Lirosi, e del Ministro De Castro di fornire informazioni corrette, basate su elementi e dati certi, precisiamo che: - I consumi di carne suina e salumi non sono diminuiti. Anzi, sono aumentati - Sulla base di elaborazioni dei dati Istat non risulta il calo dei consumi denunciato dalle organizzazioni agricole. Secondo l’Associazione degli industriali delle carni nel 2007 il consumo nazionale di carne suina fresca e salumi registra, al contrario, un aumento ancor più sostenuto di quello degli ultimi anni (intorno al 2%). Lo dimostrano, tra l’altro, i dati del circuito dei prodotti tutelati (Gran Suino Padano Dop, Prosciutti di Parma e San Daniele, Salamini italiani alla Cacciatora, ecc. ). - Non esiste alcun problema di prezzo al consumo per i salumi e la carne suina - Come è stato confermato nella riunione con lo stesso Garante per la sorveglianza sui prezzi, questi alimenti hanno visto aumenti molto contenuti, anche a causa di un eccesso di offerta a livello comunitario. Secondo i dati Istat sull’inflazione di dicembre 2007, i salumi sono aumentati, nell’ultimo anno, meno dell’inflazione (1,9% contro un indice generale dell’2,6%), mentre la carne suina è cresciuta di solo l’1,1%. Con vantaggi considerevoli per i consumatori. E questo nonostante gli enormi aumenti di tutti gli altri costi di produzione, dall’energia elettrica ai carburanti, dal costo del lavoro ai tassi di interesse, alle materie prime cerealicole sui mercati internazionali. Se prendiamo il periodo 1995-2007, mentre l’inflazione è cresciuta del 30%, la carne suina è aumentata, in 12 anni, solo del 22,9% (- 7,1%), mentre i salumi addirittura del 20,6% (-9,4 %). Se si esclude la fiammata dei prezzi del 2001 (determinata dalla psicosi della mucca pazza), carne suina e salumi sono rimasti sempre sotto l’inflazione. Suggerire che esista una speculazione a danno dei consumatori è quindi falso e irresponsabile. Le affermazioni di alcune confederazioni agricole possono ingenerare nel pubblico diffidenza e sospetto verso la carne suina e i prodotti della salumeria, compresi i prodotti Dop e Igp, realizzando così un grave danno per una filiera che sta sicuramente attraversando un momento difficile. Gli anelli produttivi della filiera (allevatori, macellatori e industria salumiera) hanno infatti visto, negli ultimi anni, una continua erosione della loro redditività a vantaggio della Distribuzione, la quale, come ha certificato Cermes Bocconi, detiene oggi più del 50% del valore di un prodotto di salumeria, mentre ad allevatori, macellatori e trasformatori rimane meno della metà del prezzo pagato dai consumatori. Nonostante questo squilibrio, il contenimento dei prezzi di carne suina e salumi è determinato dai bassi prezzi praticati dagli allevatori e dall’industria di macellazione e trasformazione, che stanno assorbendo l’aumento dei costi dei fattori produttivi, mentre la distribuzione non sempre ha trasmesso al consumatore gli sconti ottenuti, a vario titolo, dai fornitori. - È demagogico e stravagante confrontare il prezzo del maiale con quello della braciola o del prosciutto. Non è concepibile confrontare il prezzo del maiale con quello del prosciutto affermando che, se un maiale costa 1,2 euro al chilo e un prosciutto ne costa 22, siamo di fronte a “prezzi che dalla stalla alla tavola si moltiplicano per 20 volte”. Un prosciutto non è, infatti, come un chilo di zucchine che subisce praticamente solo la selezione, il confezionamento e il trasporto. Un prosciutto, prodotto dalla parte più pregiata del maiale, necessita di un lungo e costoso processo di trasformazione, con ingenti costi di macellazione e lavorazione. Al punto che da una maiale di 170 Kg, al consumatore non giungono più di 10 Kg di prosciutto. - È assurdo affermare che il prezzo dei suini è “un terzo di cinque anni fa” Il prezzo medio dei suini negli ultimi 10 anni è rappresentato nella tabella qui sotto riportata: prezzi medi annui suini certificati 160-180Kg (€/kg)
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
suino vivo certificato 1,13 1,04 1,23 1,52 1,24 1,25 1,23 1,13 1,24 1,14
Dati: elaborazione Ass. I. Ca. Su dato Cciaa Mantova Come è evidente, a parte il dato anomalo del 2001 determinato dai riflessi della crisi della mucca pazza, il prezzo medio annuo è sempre rimasto compreso tra 1 euro e 1,25 euro. 5 anni fa, nel 2002, il prezzo medio è stato 1 euro e 25 centesimi al chilo. Non si capisce come si possa affermare che il suino possa essere mai costato più di 3 euro al chilo. È evidente che le confederazioni hanno considerato la quotazione record del 2001 (dovuta al fenomeno della mucca pazza) dimenticandosi che allora l’unità di misura era la lira e non l’euro. .
 
   
   
CARNI E SALUMI, REPERTORIO DELLE IMPRESE E PORTALE OGGI LA PRESENTAZIONE A CASTELNUOVO  
 
Tipologie produttive, fatturato, addetti, esportazioni. E’ una fotografia dettagliata e aggiornata di oltre cento aziende del settore quella proposta dal Repertorio delle imprese che lavorano carni e salumi in provincia di Modena. Promosso dalla Provincia, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e realizzato da Promo, il Repertorio – che alla versione cartacea affianca quella elettronica con il portale www. Distrettocarniesalumi. Com - è sia in lingua italiana che inglese, offrendosi come strumento di promozione delle produzioni modenesi sui mercati internazionali. Repertorio e portale verranno presentati al pubblico martedì 12 febbraio alle ore 18 nella Sala delle Mura, in via della Conciliazione 1 a Castelnuovo Rangone. Dopo il saluto del sindaco Roberto Alperoli interverranno il presidente della Provincia Emilio Sabattini e la direttrice di Promo Adriana Zini, mentre le conclusioni sono affidate all’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni. Pensato come strumento di supporto all’attività delle imprese modenesi che lavorano carni e salumi, il Repertorio vuole contribuire a promuovere l’immagine di un’area produttiva fortemente specializzata, popolata da grandi marchi ma anche piccole imprese e artigiani, dove le tecniche di lavorazione tradizionali si affiancano a importanti innovazioni di processo e di prodotto, sviluppando un know-how di grande rilevanza a livello internazionale. .  
   
   
MR FRUITNESS COMBATTE L’OBESITA’ INFANTILE CON NUOVE ARMI AL SAPORE DI FRUTTA  
 
Si amplia il ventaglio di iniziative di “Fruitness Enjoy it!”, campagna triennale per incentivare il consumo di frutta fresca tra i piccoli consumatori di Austria, Germania, Inghilterra, Polonia, Svezia. Il progetto, www. Fruitness. Eu, è finanziato da Unione Europea, Agea e Cso e si propone di promuovere uno stile alimentare più naturale al fine di combattere l’obesità infantile, contrapponendo al cosiddetto junk food, cibo ricco di zuccheri e grassi, la forza naturale di pesche e nettarine, pere e kiwi. Per il secondo anno consecutivo i consumatori sono coinvolti grazie ad attività in-store, condotte su oltre 1. 500 punti di vendita sparsi nei cinque paesi target e con la collaborazione di alcune tra le più importanti insegne della grande distribuzione, nelle quali sono distribuiti materiali informativi, leaflet e un cd-rom (4,5 milioni di copie diffuse in tre anni) contenente un videogame didattico adatto ai più piccoli. Protagonista della campagna è Mr Fruitness, supereroe in calzamaglia verde che trae il suo potere dal consumo quotidiano di frutta, grazie al quale i bambini approfondiscono la loro conoscenza su pesche e nettarine, pere e kiwi e sui benefici di una corretta alimentazione. E, da quest’anno, Mr Fruitness cerca nuove strade per raggiungere i più piccoli: “Tra le novità di questa stagione – dichiara Luciano Trentini, Direttore del Cso – è importante sottolineare i recenti accordi per la promozione della frutta anche con il canale tradizionale in Germania e Polonia e un’iniziativa che stiamo portando avanti nelle scuole elementari di Colonia. Mr Fruitness ci sta dando l’occasione di raggiungere molti bambini e adolescenti, proponendo loro un regime alimentare più sano e naturale". Margherita Caroli Presidente dell’European Childhood Obesity Group e membro del Comitato scientifico del progetto “Fruitness enjoy it!” lancia un allarme. “In Europa – dichiara la Dr. Ssa Caroli - il numero dei bambini obesi è in continuo incremento. Nel 2006 è stato calcolato che nella fascia di età fra 5 e 18 anni vi sono circa 5 milioni di bambini obesi a cui vanno aggiunti circa 17 milioni di bambini in sovrappeso e quindi a forte rischio di diventare obesi. L’incremento annuale calcolato è di circa 1. 200. 000 bambini per anno, cosicché nel 2010 è previsto che, se non verranno attuate strategie preventive efficaci e diffuse, avremo circa 26. 700. 000 bambini in sovrappeso ed obesi. La cifra è già di per sé terribile, ma va aggiunto che ora i bambini diventano obesi in età sempre più precoci e che le complicanze da cui sono affetti sono sempre più gravi. Sono infatti ormai frequenti anche in età precoci l’iperinsulinemia, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e la steatosi epatica. Uno dei fattori alla base della comparsa di queste complicanze è proprio un’alimentazione povera di fibre ed antiossidanti e ricca invece di alimenti preconfezionati con grassi e zuccheri aggiunti. L’uso quotidiano di frutta e verdura non solo ha un importantissimo effetto preventivo dell’obesità e delle sue complicanze, ma può anche essere curativo sulle complicanze su ricordate”. “Il problema – continua Margherita Caroli - è che comunque il consumo di frutta fra i bambini europei è molto scarso, anche nei Paesi che per tradizione sono forti produttori come l’Italia. In uno studio recente si evidenzia come su circa mille bambini fra 6 e 10 anni di età solo 15 bambini, pari all’1. 6%, sono soliti consumare frutta a scuola come snack. I motivi di tale scarso uso sono molti ma tutti superabili, se si stabilisce una rete di lavoro fra medici, produttori, distributori, economisti e politici. Occorre far conoscere ed apprezzare la frutta ai bambini, utilizzando tutte le tecniche dell’educazione alimentare. Devono essere impegnati i canali della pubblicità diretta ai bambini, che in questo caso diventerebbe apportatrice di salute, sottolineando il valore edonico di questi alimenti. La possibilità di acquisto dei prodotti ortofrutticoli dovrebbe essere favorita con sgravi fiscali. La rete di distribuzione deve essere ampia ed organizzata per permetterne una diffusione capillare in tutti i Paesi europei e in tutte le aree, anche le meno avvantaggiate economicamente. Nelle sedi di distribuzione dovrebbero essere attuate diverse attività promozionali non solo in termini di costo, ma anche di valore aggiunto alla clientela, associando l’offerta di frutta e verdura ad interventi di promozione della salute. L’impegno di tante professionalità diverse (incluse quelle commerciali e quelle del settore della comunicazione) ad aumentare il consumo di frutta e verdura è indispensabile per raggiungere il fine più importante al mondo: la salute dei bambini”. .  
   
   
RAGGIUNTO L´ACCORDO SUL PREZZO DEL LATTE IN PIEMONTE TARICCO: E´ L´ACCORDO MIGLIORE POSSIBILE, GRAZIE ALLA RESPONSABILITA´ DI TUTTI  
 
E’ stato raggiunto il 7 febbraio l’accordo integrativo sul prezzo del latte in Piemonte, al tavolo regionale convocato presso il Centro Incontri della Regione Piemonte, in corso Stati Uniti a Torino e dopo la lunga mediazione esercitata nelle ultime settimane dall’assessore all’Agricoltura Mino Taricco. L’accordo raggiunto prevede un prezzo di 0,40033 euro medi al litro, ovvero una integrazione complessiva di 385,5 euro/mille litri sui sette mesi da settembre 2007 a marzo 2008, con una modalità che porti, per i tre mesi gennaio-marzo 2008, a un’integrazione di almeno 91,5 euro/mille litri. Il prezzo complessivo, considerando il precedente accordo del 7 maggio 2007 e l’integrazione, in un percorso modulato sui tre mesi, arriverà, a marzo 2008, a un prezzo compreso tra 420 e 430 euro/mille litri. Tale integrazione complessiva è da intendersi, salvo conguaglio, in sede di definizione del prezzo per la prossima annata lattiero-casearia 2008/2009, per la quale le parti si impegnano a incontrarsi nuovamente nella prima decade di marzo 2008, sulla base dell’andamento dei mercati e delle altre realtà territoriali. L’accordo è stato sottoscritto da Coldiretti Piemonte, Confagricoltura Piemonte, Cia Piemonte, Confindustria Cuneo, Assolatte Piemonte, Centrale del Latte di Torino e si applica alle aziende associate alle parti firmatarie. “Credo che l’accordo raggiunto sia, nelle condizioni date, il migliore possibile – afferma l’assessore Taricco – La distanza tra le parti era davvero grande e si è potuto trovare questo accordo con la buona volontà, la consapevolezza e la responsabilità di tutti. Esprimo ovviamente soddisfazione anche per le premesse che si creano per la definizione della prossima annata lattiero-casearia 2008-2009. ” .  
   
   
PROSCIUTTO DI MODENA: 180.000 LE COSCE STAGIONATE PER UN VALORE DI CIRCA 12 MILIONI DI EURO QUINTUPLICATO IL TREND DELLA VASCHETTA, UN MILIONE DI VASCHETTE  
 
Produzione in crescita per il Prosciutto di Modena Dop (Denominazione di Origine Protetta) che chiude il 2007 con 180. 000 cosce di Prosciutto prodotte per un valore di circa 12 milioni di Euro, rispetto all’anno precedente segna un + 20%. Il pre-affettato addirittura ha quintuplicato i risultati del 2006 con oltre un milione di vaschette. “Il dato del preaffettato è molto positivo, ma ci auguriamo cresca ancora, ha affermato Davide Nini – Presidente del Consorzio del Prosciutto di Modena. Oggi la commercializzazione del Prosciutto di Modena è principalmente su territorio nazionale, che copre circa il 95% della produzione totale, l’export rimane una quota marginale. In futuro speriamo di aumentare - grazie all’affettato - la quota destinata all’ export ”. Le origini del Prosciutto di Modena affondano in tempi antichissimi, probabilmente addirittura all’età del bronzo, i primi documenti risalgono all’epoca dei Celti, che introdussero la pratica di conservare le carni col sale, e dei Romani che allietavano i loro banchetti con porchette, prosciutti e salsicce; i soldati romani partivano per le lunghissime campagne con rilevanti quantità di carne suina salata e prosciutti che provenivano dalla florida pianura del Po. Venendo ad epoche più recenti si può trovare conservato tra le carte della Camera ducale estense un lungo elenco di rifornimenti della cucina del cardinale Rinaldo (1670) in cui compare la distinzione tra “prosciutto di montagna” e “prosciutto nostrano”. La denominazione di origine "Prosciutto di Modena" è giuridicamente protetta a livello nazionale dalla Legge n. 11 del 12 gennaio 1990: "Tutela della denominazione d´origine del prosciutto di Modena, delimitazione della zona di produzione e caratteristiche del prodotto" e dal Reg. Cee 1107/96 .  
   
   
VITERBO: MARCHIO TUSCIA VITERBESE, PRESENTATE LE NOVITÀ PER IL 2008  
 
Il marchio Tuscia Viterbese si afferma nell’intero territorio provinciale grazie all’iniziativa della Camera di Commercio di Viterbo che, d’intesa con i Comuni, intende evidenziare la diffusa vocazione alla tipicità di qualità. Proprio in questi giorni, infatti, è stata avviata l’installazione di cartelli segnaletici marroni all’ingresso dei Comuni indicanti: “Comune della Tuscia Viterbese”. Al momento sono 46 gli Enti locali che hanno aderito all’iniziativa: Acquapendente, Arlena di Castro, Bagnoregio, Bassano in Teverina, Bassano Romano, Bolsena, Bomarzo, Calcata, Canepina, Canino, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castiglione in Teverina, Celleno, Cellere, Civitella D´ Agliano, Corchiano, Faleria, Farnese, Gallese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Marta, Montefiascone, Monteromano, Monterosi, Oriolo Romano, Proceno, Ronciglione, San Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia, Tessennano, Tuscania, Valentano, Vallerano, Vetralla, Vignanello, Villa S. Giovanni in Tuscia e Vitorchiano. I rimanenti stanno facendo le dovute verifiche amministrative ed entro breve tempo formalizzeranno la loro richiesta. Tra i primi ad aderire compare il Comune di Tarquinia, che attraverso il sindaco Mauro Mazzola si è così espresso: “Il nostro territorio e quello della Tuscia rappresentano una risorsa indispensabile per far decollare l’economia della provincia di Viterbo. Valorizzarne e promuoverne l’immagine è quindi fondamentale. E ciò passa anche attraverso l’installazione di una cartellonistica adeguata ad una città, che deve trasformare il comparto turistico in un volano dell’economia locale”. “Attraverso questa iniziativa – dichiara Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo – abbiamo riscontrato la disponibilità degli Enti locali a favorire la valorizzazione del territorio, dei prodotti tipici e delle imprese. Aspetti su cui è cresciuta la consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità di sviluppo”. Oltre ai cartelli stradali il piano di promozione del marchio Tuscia Viterbese per il 2008 prevede l’incremento del numero di aziende licenziatarie e dei prodotti tipici. A tal proposito nell’ultimo incontro del Comitato di gestione e controllo del marchio Tuscia Viterbese, è stata inserita la nuova categoria dei ristoranti, legata al marchio nazionale Quality Restaurants dell’Isnart. Nella stessa riunione sono state ammesse 14 nuove richieste di imprese: Ristoranti - Tattoria Da Oliviera, di Viterbo - Ristorante Casa Tuscia di Nepi - Ristorante Casino di Caccia di Bagnaia-viterbo - Ristorante La Ripetta di Gradoli - Ristorante Verde Luna di Bolsena - Ristorante Le Colonne (Terme Salus) di Viterbo - Ristorante Il Ferro di Cavallo di Monterosi - Ristorante Biscetti di Bagnaia-viterbo. Alberghi - Antica Locanda della Via Francigena di Vetralla - Hotel Viterbo di Viterbo - Hotel Columbus di Bolsena. Pasticceria E Prodotti Da Forno - Specialita´ Dolciarie Lamagna di Bagnaia-viterbo - Pasticceria Catanese di Viterbo. Miele - Azienda Agricola Ciccarelli di Viterbo. Prodotti Caseari - Fattorie di Maremma di San Lorenzo Nuovo. Con i nuovi ingressi passano a 66 le aziende che possono fregiare i loro prodotti del Tuscia Viterbese, sinonimo di qualità e tipicità: 13 per pasticceria e prodotti da forno, 9 per i prodotti caseari, 9 per gli alberghi, 8 per i ristoranti, 6 per l’olio extra vergine d’oliva Dop Canino, 5 per l’olio extra vergine d’oliva Dop Tuscia, 5 per le ceramiche artistiche, 4 per la patata dell’alto Lazio, 3 per il miele ed i prodotti apistici, 3 per le carni bovine, ovine e suine, 1 per il coniglio verde leprino di Viterbo. Un numero destinato a salire tanto più che nel 2008 saranno elaborati i disciplinari per prodotti ortofrutticoli, artigianato artistico (inclusione di manufatti in vetro, ferro, legno, pietra, etc. ) e agriturismi. Inoltre, dopo il successo dell’iniziativa “Tusciamo?”, sarà incrementata la rete di esercizi commerciali autorizzati a promuovere i prodotti a marchio Tuscia Viterbese sia nella provincia di Viterbo sia nella Capitale. Così come sono allo studio una serie di iniziative promozionali di rilevanza regionale e nazionale per sostenere l’affermazione del marchio. Le aziende e gli esercizi commerciali interessati a utilizzare il marchio Tuscia Viterbese, possono contattare lo Sportello Tuscia Viterbese presso il Cefas, l’Azienda speciale della Camera di Commercio di Viterbo, in viale Trieste 127, Viterbo - Tel. 0761. 324196 Fax 0761. 345974; e-mail info@tusciaviterbese. It; www. Tusciaviterbese. It .  
   
   
LIVORNO: SOSTEGNO AL SETTORE AGRICOLO, INTESA TRA CDC E PROVINCIA  
 
È stato firmato presso la sede della Camera di commercio un protocollo d’intesa tra il presidente della Cciaa Roberto Nardi e il presidente della Provincia Giorgio Kutufà, col quale le rispettive amministrazioni si impegnano a favore dell’agricoltura, settore di rilevante importanza per l’economia del territorio. Vinitaly a Verona, workshop agroalimentare a Cecina, Salone del gusto a Torino, piano vitivinicolo provinciale: queste le principali iniziative che vedono coinvolte Camera e Provincia in un progetto comune di sostegno delle produzioni agricole - i vini in particolare - che meritano sempre maggiore attenzione per gli elevati livelli qualitativi, la cui notorietà ha ormai ampiamente superato i confini nazionali. “È un esempio virtuoso del governare insieme – ha detto il presidente Kutufà – che è diretto non solo alla valorizzazione di prodotti di qualità ma anche alla promozione di tutto il territorio e della sua cultura”. “Questa collaborazione, in atto da alcuni anni – ha aggiunto il presidente Nardi – è un’esperienza da estendere anche ad altri campi: il protocollo d’intesa ha consentito di estendere e migliorare immagine e conoscenza delle nostre aree di produzione; sono all’esame ulteriori progetti dei quali verificheremo modalità e tempi di realizzazione”. .  
   
   
ZAMPONE MODENA E COTECHINO MODENA IGP CONQUISTANO LE TAVOLE DEGLI ITALIANI. LA PRODUZIONE NEL 2007 SEGNA UN + 7% AGLI ITALIANI PIACCIONO SEMPRE DI PIÙ ZAMPONE E COTECHINO MODENA IGP.  
 
Lo testimoniano i dati di produzione del 2007 che registrano circa un + 7% per entrambi i salumi. Nel 2007 sono stati prodotti oltre 8 milioni di Zamponi e Cotechini: 2. 700. 000 Zamponi Modena Igp e 6 milioni di Cotechini Modena Igp per un valore di circa 23 milioni di euro. “Siamo molto soddisfatti dei risultati di queste due Igp perché vanno a premiare la campagna informativa del Consorzio che ha puntato alla valorizzazione dei due Salumi. Nel 2007 abbiamo investito molto in comunicazione, in particolare con le telepromozioni nella trasmissione condotta da Gerry Scotti “Chi vuol essere milionario”” – afferma Paolo Ferrari, Presidente del Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena”. Due gli obiettivi prioritari del Consorzio, il primo è sicuramente destagionalizzare il prodotto in modo da consentirne l’utilizzo durante tutto l’anno. Il secondo obiettivo del Consorzio, è avviare la produzione di Igp porzionato. “Per un single ad esempio è molto comodo fermarsi in un supermercato ad acquistare una fetta o due di cotechino pronto da cuocere – continua Ferrari. Se invece dovesse acquistare un cotechino intero opterebbe per un’altra soluzione. Il porzionato è una strada da percorrere perché ci permetterà di incrementare ancora di più le vendite dei nostri prodotti”. Dal punto di vista nutrizionale, lo zampone e il cotechino Modena, si possono inserire in una alimentazione razionale ed equilibrata. Rispetto al passato in questi prodotti risulta ridotto in modo considerevole il contenuto di grassi ed anche in sodio. Inoltre con la cottura si ha una perdita, oltre che del sale, anche di una buona percentuale di grasso, tanto che un etto di zampone e cotechino cotto contenenti circa 300 calorie, ne hanno soltanto10 in più di un etto di mozzarella. Lo Zampone e il Cotechino Modena Igp si riconoscono dai “tasselli” che compaiono sulle confezioni. Oltre alla scritta “Zampone Modena” o “Cotechino Modena”, nel tassello viene riportato il marchio comunitario dei prodotti Igp (quello tondo e giallo), il marchio blu del Consorzio di Tutela e la scritta “garantito dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali”. .  
   
   
A BOLZANO IL PRIMO CONVEGNO SULL´AGRICOLTURA DI MONTAGNA  
 
Il punto sulla situazione dell´agricoltura di montagna e l´analisi dei possibili scenari futuri sono al centro del convegno internazionale sull´agricoltura di montagna, con relatori di fama, che per la prima volta verrà ospitato in Alto Adige: appuntamento mercoledì 13 febbraio in Fiera, apertura affidata al presidente della Provincia Luis Durnwalder e all´assessore Hans Berger. L´agricoltura di montagna riveste un ruolo centrale in Alto Adige e si troverà nei prossimi anni a confrontarsi con grandi sfide, che esperti del settore, rappresentanti politici e addetti ai lavori vogliono discutere a fondo nel convegno internazionale in programma mercoledì 13 febbraio a Bolzano, dalle 9. 30, nella sala Elena Walch della Fiera. L´introduzione è affidata al presidente Luis Durnwalder e all´assessore Hans Berger. Tra i punti caldi figura l´abolizione dell´attuale contingentamento delle quote latte, che dopo il 2015 esporrà le aziende locali alla concorrenza di contadini che puntano sulla quantità anzichè su produzione naturale e qualità, come invece gli allevatori altoatesini. Il convegno viene organizzato dal Servizio di consulenza tecnica per i contadini di montagna nella Ripartizione provinciale Formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica con alcuni partner: Ripartizione provinciale Agricoltura, Lub, Unione agricoltori, associazioni allevatori e federazione delle latterie sociali altoatesine. Sono previsti interventi di rappresentanti della Commissione Ue, amministratori e tecnici del settore. Tra i temi trattati, oltre al futuro delle quote latte, lo sviluppo della zootecnica e la gestione di sistemi regionali. .  
   
   
´PRODEXPO 2008´ LE MARCHE IN RUSSIA PER LA FIERA INTERNAZIONALE DELL´AGROALIMENTARE  
 
Dall´11 al 15 febbraio le Marche saranno a Mosca per la fiera agroalimentare ´Prodexpo 2008´. Negli spazi dell´Expocentr, la Regione in collaborazione con l´Ice, torna in Russia per partecipare alla quindicesima esposizione internazionale di prodotti alimentari e materie prime. Oltre al mobile e alla calzatura, le Marche si aprono al mercato russo con l´industria agroalimentare (vini Doc e Igt, oli e tartufi freschi e conservati; alimentari biologici e non di alta qualita`, pasta e biscotti, conserve) per cui sono note ed apprezzate nel mondo. Una presenza significativa per un settore particolarmente dinamico e ricettivo, che offre grandi prospettive alle aziende marchigiane. ´Prodexpo e` un evento che valorizza, in un Paese strategico come la Russia, le produzioni agricole regionali e l´intero sistema agroalimentare, settore in forte crescita con prodotti di eccellenza e che da` impulso alle esportazioni´ sottolinea il vicepresidente, Luciano Agostini. La strategia della Regione nel programma di promozione 2008 e` infatti incentrata sulla promozione di un sistema economico competitivo a livello internazionale fondato sull´aumento costante del valore aggiunto, sulla ricerca e l´innovazione tecnologica, sulla qualita` delle produzioni e la valorizzazione delle risorse umane. ´L´intento e` promuovere, in maniera coordinata e secondo una strategia di sistema, un modello economico che vede nei `distretti´ e nelle `filiere´ i punti di forza per la crescita della competitivita`´ aggiunge il vicepresidente. La partecipazione alla fiera internazionale dell´agroalimentare e` quindi l´occasione per favorire la valorizzazione dei prodotti tipici dell´agroalimentare e dell´enogastronomia e promuovere, allo stesso tempo, le eccellenze storico artistiche, naturalistiche e paesaggistiche del territorio marchigiano molto apprezzato dal turismo russo (in netto sviluppo, con incrementi di oltre l´11% negli arrivi e del 27% nelle presenze per il 2006). Il mese di febbraio e` molto intenso per la promozione regionale all´estero: dal 17 al 19, le Marche parteciperanno alla Fiera di pelletteria e calzature ´Expo Riva Schuh Middle-east´ di Sharjah (Eau), - localita` vicina a Dubai. Dal 21 al 24 febbraio, saranno alla Fiera del biologico ´Biofach 2008´ di Norimberga, in Germania. Eventi che seguono la strategia, testata con successo negli ultimi anni, di fare sistema promuovendo il ´Made in Marche´ attraverso la partecipazione a fiere e altre iniziative (workshop, missioni, incoming, eventi). Nel presentare i prodotti delle Marche si valorizza l´immagine unitaria e complessiva del ´Sistema Marche´ e soprattutto la ´Way of Life´ tipica della regione con le sue eccellenze e peculiarita` storico-artistiche, culturali, paesaggistiche, gastronomiche ed artigianali. Prodexpo La fiera, su un``area di oltre 23. 000 metri quadrati, divisa in 26 padiglioni, ha registrato lo scorso anno la presenza di 55. 000 visitatori e di 1. 100 espositori, di cui 450 stranieri provenienti da 55 nazioni. Il Salone Internazionale Prodexpo e` un evento di portata europea, e` uno dei migliori e piu` promettenti eventi di Expocentr. E´ un luogo ideale per incontri di lavoro efficace tra espositori e visitatori. Ogni anno la mostra viene visitata da un grande numero di professionisti del settore, i rappresentanti dei circoli aziendali, e dei capi e dei dirigenti delle varie imprese. Leader russi e produttori stranieri di alimenti hanno riscontrato eccellenti risultati commerciali grazie alla partecipazione alla mostra. Per il suo alto livello di organizzazione professionale, i contributi significativi per l``economia della Russia e di espansione della cooperazione internazionale, l``evento e` stato premiato con il Segno della Unione Internazionale delle Mostre e Fiere (Iuef) ed e` membro della Associazione dei Global Salone Industria (Ufi). Nel corso della mostra si svolgera` un concorso di degustazione, ai vincitori saranno assegnati premi speciali in cerimonia di chiusura. .  
   
   
DANNI ALLE COLTIVAZIONI AGRICOLE CAUSATI DA FAUNA SELVATICA, L’IMPEGNO DELLA REGIONE UMBRIA  
 
Perugia - Incentivi a titolo di risarcimento e revisione della normativa vigente sulle modalità di rilevamento dei danni: sono le misure adottate dalla Regione Umbria per far fronte ai danneggiamenti causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole. “Un fenomeno ciclico – spiegano gli uffici competenti della Regione - che sfocia in periodi di elevato impatto. Il biennio 2006-2007 è uno di questi, amplificato anche dal notevole aumento dei prezzi delle produzioni agricole”. Gli interventi predisposti dalla Giunta regionale si muovono lungo due direttrici: da un lato si è incentivata la disponibilità economica del fondo predisposto per i risarcimenti, destinando a questo una parte dei maggiori introiti previsti dalla recente legge di aumento della tassa di concessione regionale per l’esercizio venatorio, ciò consentirà di coprire, sia pur con ritardo, tutte le necessità economiche per l’anno 2006 ed in previsione per il 2007. Dall’altro lato si sta operando una revisione della normativa riguardante le modalità di rilevamento dei danni e le procedure di risarcimento che comporterà una netta diminuzione dei tempi necessari per l’erogazione delle somme riconosciute per la rifusione del danno accertato. “Inoltre, vedrà coinvolti in modo più diretto ed efficace i cacciatori, nella gestione della specie cinghiale, la principale responsabile dei danni, attraverso l’assegnazione specifica ad ogni squadra dei territori su cui poter effettuare il prelievo, perseguendo in tal modo anche una maggior responsabilizzazione dei cacciatori stessi – precisano dagli uffici - Per tale specie saranno programmati piani di abbattimento minimi, calibrati sulle reali capacità del territorio di sostenere una determinata popolazione, stabilendo una soglia massima di tollerabilità dei danni causati alle coltivazioni. L’obiettivo finale è quello di consentire un normale svolgimento delle attività agricole, limitando al minimo l’impatto della fauna selvatica. Gli agricoltori devono essere messi in grado di poter gestire e fruire dei loro raccolti, considerando l’ipotesi ‘risarcimento’ come un’eventualità applicabile solo in casi eccezionali ed occasionali”. .  
   
   
AGROALIMENTARE SCHIERATO CONTRO IL CAROPREZZI VERTICE DI FILIERA IN LOMBARDIA CON L´ASSESSORE NICOLI CRISTIANI  
 
Vertice a tutto campo, anzi dal ´campo alla tavola´, per le associazioni interessate al settore agroalimentare, che si sono incontrate in Regione per iniziativa dell´Assessore al Commercio, Fiere e Mercati, Franco Nicoli Cristiani. Obiettivo, il contenimento dei prezzi al consumo attraverso la semplificazione dei passaggi e una collaborazione tra tutte le componenti produttive. All´incontro erano presenti Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Unionalimentari Confai, Federalimentare, Lega Coop, Confcooperative, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione e Unioncamere regionale. Questi i temi affrontati: dare trasparenza ai diversi passaggi di ciascuna filiera monitorando la formazione dei prezzi "dal campo alla tavola"; individuare i punti di miglioramento possibile per ciascun segmento e nei passaggi da un segmento all´altro della filiera; sostenere la produzione locale e avvicinarla alla distribuzione; condivisione di progetti strategici di settore; promuovere la qualità dei prodotti locali: gestione di momenti di comunicazione sui prodotti tipici regionali e sulle produzioni locali di qualità; importanza dell´innovazione di prodotto nello stimolare la domanda. La Regione prosegue quindi nella politica di intervento attivo sul fronte dei prezzi, recentemente consolidata dall´iniziativa ´stop ai prezzi´, che ha visto la convergenza di tutti i grandi gruppi della distribuzione lombarda. "Regione Lombardia - ha dichiarato Franco Nicoli Cristiani - con un metodo di partenariato, offre alle Associazioni dei diversi segmenti dell´agroalimentare una sede per lavorare insieme, superare le difficoltà e costruire dei progetti integrati di filiera, che rispondano alla necessità di un miglioramento complessivo del settore". Iniziativa quindi resa ancor più opportuna dall´ultima impennata dei prezzi al consumo, che ha colpito in particolare i beni di prima necessità, con contraccolpi negative su tutte le famiglie e, in particolare, su quelle a basso reddito. Approccio peraltro condiviso dalle Associazioni dei Consumatori, che parteciperanno alla prossima seduta di lavoro, come ha anticipato l´Assessore Nicoli Cristiani. Angelo Motta, responsabile di Adiconsum, ha infatti accolto positivamente l´invito, sottolineando "l´urgenza di trovare soluzioni condivise e non demagogiche al grave problema delle famiglie lombarde e italiane dell´aumento dei prezzi". .  
   
   
AUTOGRILL: RISTORAZIONE E RETAIL SU OTTO NAVI DELLA FLOTTA GRANDI NAVI VELOCI IL GRUPPO ENTRA NEL NUOVO CANALE DELLA RISTORAZIONE MARITTIMA ON BOARD  
 
Autogrill entra nel canale della ristorazione marittima on board e si aggiudica i servizi di food&beverage e retail su otto navi della flotta Grandi Navi Veloci. In base ai termini dell’accordo, la gestione delle nuove attività avrà inizio nel febbraio 2008 con durata di cinque anni. Si stima che il business Autogrill sulle otto unità genererà un fatturato complessivo annuo di circa € 20 milioni. Al Gruppo faranno capo 23 snack bar, otto caffetterie self-service, cinque ristoranti à la carte con servizio al tavolo per la clientela più esigente e 14 negozi dove acquistare – oltre a libri, giornali, giocattoli e snack – anche articoli di abbigliamento e accessori. Le 70 persone reclutate da Autogrill andranno a integrare il personale Gnv di bordo per la gestione delle attività. Le unità della flotta Grandi Navi Veloci sono dedicate al servizio di cabotaggio – linee miste passeggeri e merci – nel bacino del Mediterraneo. Le linee, operate da Gnv con una flotta complessiva di 10 unità, sono: Genova–porto Torres, Genova–olbia, Genova–palermo, Civitavecchia–palermo, Livorno–palermo, Genova–barcellona, Genova–(malta)–tunisi, Civitavecchia–tunisi, Palermo–tunisi, Genova–barcellona, Barcellona–tangeri. In occasione di ponti e festività e in caso di charterizzazioni Grandi Navi Veloci effettua anche mini–crociere di 3-4 giorni. Autogrill e Gnv hanno sviluppato un sistema dei servizi di bordo ad hoc per la clientela della compagnia, caratterizzata dalla presenza di un target internazionale: in particolare, i menù comprendono tipicità gastronomiche delle diverse aree geografiche scalate e sono in grado di rispondere alle esigenze di una clientela multietnica. “Siamo molto soddisfatti di questo risultato – ha dichiarato Aldo Papa, direttore generale di Autogrill Italia – col quale Autogrill entra per la prima volta nel mercato della ristorazione on board marittima accanto a un operatore di prim’ordine come Grandi Navi Veloci. I risultati positivi che abbiamo conseguito durante il test effettuato nel 2007 ci inducono a guardare a questo canale con grande interesse e a valutare le future opportunità di sviluppo”. Dice Ariodante Valeri, direttore generale commerciale Gnv: “Diamo il ‘benvenuto a bordo’ ad Autogrill, un gruppo che è garanzia di qualità del servizio e che vanta un’esperienza consolidata nel settore, in grado di seguire la crescita di Gnv sui mercati internazionali e di sviluppare progetti innovativi e pluriennali. Un ulteriore intento è di poter integrare la nostra offerta ‘a terra’, coinvolgendo la comune base di clienti privati e autotrasportatori”. Nel 2007 Gnv ha trasportato oltre 1. 200. 000 passeggeri: accanto alla presenza regolare di mezzi pesanti per il trasporto merci si registrano picchi stagionali in occasione delle vacanze che generano importanti flussi di passeggeri da e per le isole in estate e per le feste pasquali e di fine anno. .  
   
   
ORTOFRUTTA BIOLOGICA, IL MARCHIO ALMAVERDE BIO CRESCE DEL 34%  
 
Importanti dati di vendita hanno stimolato la messa a punto di un piano di investimenti di Apofruit per 20 milioni di euro entro il 2010 - Nuove strutture, nuove linee di lavorazione ad alta tecnologia - Un nuovo impianto fotovoltaico da 140. 000 kilowatt/anno - Si prevede un aumento dell’occupazione del 10% Vendite ancora in crescita per i prodotti biologici di Apofruit, la grande cooperativa (4. 000 soci tra Emilia-romagna, Puglia, Sicilia e Basilicata, e 12 stabilimenti sparsi nelle principali aree di intervento) di produzione e lavorazione dei prodotti ortofrutticoli freschi, leader nell’ortofrutta biologica. Le vendite Bio 2007, realizzate attraverso la controllata Canova, hanno raggiunto 40,5 milioni di euro di fatturato: il 4% in più rispetto al 2006. In particolare, hanno segnato un consistente incremento le vendite dei prodotti contrassegnati dal marchio Almaverde Bio: più 34% tra il 2006 e il 2007, per un valore di 14,1 milioni di euro. «Dopo un biennio di sostanziale stabilità in questo comparto – afferma Renzo Piraccini, direttore generale di Apofruit – la nostra impresa si appresta ad una nuova fase di sviluppo, frutto di una rinnovata attenzione della distribuzione verso il biologico, ma anche di una maggiore capacità propositiva del marchio Almaverde Bio che raccoglie il frutto della riconoscibilità ormai collaudata tra i consumatore. Poiché intendiamo conquistare altre fette di mercato, siamo alla ricerca di produttori di biologico di specie autunnali e invernali (pere, mele, uva da tavola, susina tardive), che vogliano condividere il nostro progetto». Un progetto sostenuto, oltrechè dagli importanti risultati di vendita registrati nel corso del 2007, anche da un piano complessivo attraverso il quale Apofruit intende mettere a frutto investimenti per 20 milioni di euro entro il 2010. Nel pacchetto c’è l’ampliamento delle strutture di Latina e la ristrutturazione di quelle di Bologna e Scanzano Ionico (in provincia di Matera). Ma l’investimento più importante riguarda Longiano (in provincia di Forlì-cesena), zona strategica della propria produzione. Qui, su un terreno di 25. 000 metri quadri adiacente agli stabilimenti, già attivi da anni e destinati prevalentemente alla lavorazione dei prodotti biologici ed orticoli, Apofruit ha dato il via alla realizzazione di nuove strutture per un valore complessivo di 6 milioni di euro. In quest’area sono iniziati i lavori per la realizzazione di 24 nuove celle frigorifere per lo stoccaggio di 6. 500 tonnellate di prodotto ed un capannone di lavorazione di oltre 2 mila metri quadri che fungerà da raccordo tra le nuove celle e lo stabilimento già attivo. All’interno dei nuovi spazi di ritiro, stoccaggio e lavorazione troveranno posto nuovi impianti ad alta tecnologia. Tra gli interventi più significativi figura, inoltre, la realizzazione di un maxi impianto fotovoltaico progettato per produrre 140. 000 kilowat/anno di energia che soddisferanno una parte del fabbisogno energetico dell’azienda. La struttura, la cui ultimazione è prevista entro settembre 2008, rafforza l’impegno di Apofruit verso la produzione di energia rinnovabile, nell’ottica del rispetto della natura e della salute ed in linea con la scelta del biologico. L’impianto di Longiano, ad ulteriore dimostrazione di un indirizzo ecologico collaudato, si aggiunge a quello già realizzato sopra lo stabilimento di Pievesestina (sempre in provincia di Forlì-cesena) di cui sarà 6 volte più grande. Un contributo concreto alla qualità del territorio circostante. Gli investimenti in questione avranno anche una ricaduta positiva sull’occupazione. Gli spazi così ampliati daranno luogo ad un carico di lavorazione più consistente che si tradurrà in un 10% di occupazione in più (attualmente a Longiano sono impiegati 410 degli oltre 2. 200 stagionali in forza negli stabilimenti di Apofruit). In questo risultato si ravvisa anche l’effetto virtuoso dell’accordo di flessibilità sottoscritto nel 2007 tra le organizzazioni sindacali e l’azienda. .  
   
   
IL MERCATO DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI IN ITALIA IN ANTEPRIMA ALL’INTERNO DEL CORSO FEDERSALUS, LA PRESENTAZIONE DEI DATI DI VENDITA RELATIVE ALL’ANDAMENTO DEL MERCATO DEGLI INTEGRATORI NEL CANALE PARAFARMACEUTICO  
 
Federsalus, Federazione Nazionale dei Produttori di Prodotti Salutistici, terrà, venerdì 15 febbraio presso l‘Hotel Jolly, un corso di approfondimento in collaborazione con Ac Nielsen sui dati di vendita degli integratori alimentari all’interno del canale farmaceutico e della grande distribuzione relativi all’anno 2007. Un corso che vuole fornire un valido strumento di analisi e approfondimento sulle performance più significative degli operatori e i relativi ai trend di mercato con una particolare attenzione al canale distributivo della parafarmacia. Ac Nilesen presenterà una panorama aggiornato, con dati e stime di mercato, sul mondo degli integratori alimentari in Italia. Uno dei pochi comparti in crescita nel canale “farmacie” che registra nel 2007 un fatturato al pubblico pari a 1. 125 milioni di Euro. A cui si aggiungono i 90 milioni sviluppati dal secondo canale, ovvero la grande distribuzione. Una crescita rispetto al 2006 di altre il 9% nelle farmacie e dell’11% nei supermercati. .  
   
   
APPROVATA DAL CANADA LA RICHIESTA DI REGISTRAZIONE DELLA MENZIONE “VINO NOBILE” ANCHE IL CANADA DICE “NO” AL VINO NOBILE TAROCCATO  
 
Luca Gattavecchi (presidente del Consorzio): «Quello della registrazione del marchio è un processo che abbiamo intrapreso da anni necessario, oggi più che mai, per la tutela del nostro prodotto in mercati nei quali l’agropirateria sta danneggiando il “Made in Italy” alimentare». Non più “Vino Nobile” falso in Canada. I consumatori canadesi da qualche giorno possono infatti stare tranquilli grazie all’esito positivo riscosso dalla domanda di registrazione del marchio “Vino Nobile” alle autorità del Paese americano. Una nuova conquista dunque per il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano che da ormai oltre un decennio è fortemente impegnato sul fronte della tutela del prodotto all’estero. «Abbiamo ormai registrato il nostro marchio - spiega il presidente del Consorzio, Luca Gattavecchi – in tutta l’Europa e in gran parte di quei paesi che nel mondo potevano destare maggiori pericoli sul fronte della contraffazione dei nostri vini». Il processo di registrazione in Canada fa seguito a quello approvato a fine 2006 dall’U. A. M. I. (Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno), l’organo giudiziario europeo addetto alla registrazione dei marchi. In quell’occasione il Vino Nobile di Montepulciano aveva registrato la propria unicità in tutta Europa. «Abbiamo da anni intrapreso il processo di registrazione della menzione “Vino Nobile” giacché quella della denominazione “Vino Nobile di Montepulciano” era già stata tutelata – spiega il Coordinatore del Consorzio, Paolo Solini – perché ci eravamo accorti che la maggior parte della contraffazione altro non era che un uso illecito della menzione che tuttavia poteva trarre in inganno il consumatore straniero e quindi rovinare il nostro mercato». Il processo di richiesta della registrazione, cominciato negli anni scorsi, ha visto coinvolti, oltre all’ufficio legale del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, anche esperti dell´Università di Siena, dell´Archivio Storico di Stato e molte aziende produttrici di Vino Nobile che hanno fornito dati e reperti storici sulla storiografia della menzione “Vino Nobile”. L’azione di tutela della denominazione, “Vino Nobile di Montepulciano”, è un impegno che il Consorzio del Vino Nobile porta avanti già da diversi anni. In passato il Consorzio aveva registrato la denominazione in vari paesi europei e del mondo per prevenire clonazioni del marchio. Dal Consorzio intanto si annuncia una nuova campagna di registrazione del marchio di menzione nei principali paesi del resto del mondo, in particolare quelli in cui il Nobile sta riscotendo maggiore successo in questi ultimi mesi. E per verificare la tracciabilità del prodotto resta attivo sul sito del Consorzio il sistema informatico che permette di verificare l’originalità della bottiglia acquistata. Il software, progettato dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è stato pensato proprio per dare la certezza del prodotto acquistato, soprattutto per gli acquirenti dei paesi stranieri. .  
   
   
BIRRA MORETTI ZERO ‘INCORONATA’ PRODOTTO DELL’ANNO 2008  
 
Leggera, Innovativa E Soprattutto Analcolica Al 100%. Migliaia Di Consumatori Decretano Il Successo Dell’ultima Nata Della Famiglia Birra Moretti. Ha un aspetto limpido, un aroma intenso e un gusto piacevole. E’ bionda, leggera e, soprattutto, completamente analcolica. È Birra Moretti Zero e sebbene sia ancora molto giovane (i primi passi sul mercato li ha mossi nemmeno due anni fa) ha già saputo conquistare tanti consumatori italiani. Non a caso ieri sera, nel corso di una cerimonia ufficiale, il Gran Premio Marketing e Innovazione ha premiato Birra Moretti Zero fra i Prodotti dell’Anno 2008. Pensato per selezionare e premiare l’innovazione di prodotti di largo consumo, il Gran Premio Marketing e Innovazione è un riconoscimento ‘a votazione’ nel quale il decisore, arbitro inappellabile, è il consumatore stesso. La votazione avviene attraverso una ricerca di mercato condotta da Tns Infratest per Prodotto dell’Anno e che ha coinvolto 8. 159 consumatori italiani invitati a esprimere il loro parere in merito all’attrattività e al valore d’uso di una serie di prodotti del largo consumo pre-selezionati e suddivisi in categorie omogenee. L´analisi dei risultati consente di eleggere il Prodotto dell’Anno in ciascuna categoria merceologica. La forza di Birra Moretti Zero sta nelle caratteristiche di prodotto: una birra realmente innovativa in quanto, pur essendo completamente analcolica, mantiene tutto il gusto e l’aroma delle tradizionali birre lager. Per tutto il 2008, sul cluster di Birra Moretti Zero, spiccherà il logo rosso e bianco di ‘Eletto Prodotto dell’Anno’. Una vera e propria certificazione per garantire a tutti le ‘innovative’ qualità di questa birra, analcolica, sì, ma non a discapito del gusto. .  
   
   
A FAENZA UNA DOPPIA FIERA DEDICATA AL MONDO DELL’AGRICOLTURA IN MARZO, IN CONTEMPORANEA, LA MOSTRA DELL’AGRICOLTURA E IL MO.ME.VI.  
 
Alle soglie della primavera, come oramai da tradizione il Centro Fieristico Provinciale di Faenza (Ra) si appresta ad ospitare alcuni importanti eventi legati al mondo dell’agricoltura. In particolare sono due le fiere di settore, ormai consolidate negli anni: la Mostra dell’Agricoltura, che in questo 2008 festeggia addirittura la 71esima edizione, e il Mo. Me. Vi. , la Mostra della Meccanizzazione in Vitivinicoltura, che di edizioni ne conta “solo” 32. L’appuntamento con il doppio evento espositivo è fissato nei giorni venerdì 7, sabato 8, e domenica 9 marzo. La Mostra dell’Agricoltura rappresenta un “pezzo” di storia della città di Faenza e di tutta la Romagna. Ha accompagnato negli anni l’evoluzione del mondo agricolo e del suo indotto nel territorio e rimane un appuntamento atteso soprattutto dagli operatori del settore. Pur non avendo una qualifica di fiera nazionale, la Mostra dell’Agricoltura continua ad avere una dimensione sufficientemente equilibrata fra macchinari, prodotti e servizi esposti e il visitatore può con agio valutare, osservare nei dettagli e informarsi dagli espositori sulle caratteristiche dei prodotti presentati. L’evento manfredo, infatti, rappresenta il momento di scambio e incontro tra diversi settori della stessa filiera: attrezzature e materiali per la frutticoltura e per le coltivazioni a pieno campo, prodotti per la gestione aziendale e proposte delle società di servizi. Uno dei punti di forza della Mostra faentina è l’equilibrata presenza fra distributori di marchi nazionali e costruttori e artigiani locali che rappresentano una punta d’eccellenza della piccola imprenditoria romagnola, specializzata nel fornire soluzioni ritagliate su misura per le esigenze dell´agricoltura del territorio. Fra le curiosità che si potranno ammirare in Fiera c’è sicuramente quella legata alla presenza di una delle trattrici cingolate più performanti del mondo: la Challenger Mt865. Di proprietà di Emanuele Venturelli, un giovane contoterzista, la Challenger nella versione Mt875b da 570 Cv ha stabilito un nuovo record mondiale: abbinato a un dissodatore a dischi Gregoire Besson Xxl della larghezza di 14m, ha lavorato la bellezza di 644 ettari in 24 ore. La media oraria è stata di 26,8 ettari (quasi come 30 campi da calcio!) con un consumo di carburante veramente basso: 4,42 litri/ha. La notorietà e l’apprezzamento del Mo. Me. Vi. - Mostra della Meccanizzazione in Vitivinicoltura risiede nel fatto che per prima a livello nazionale ha sviluppato il concetto di filiera, partendo cioè dal vigneto e dalle sue esigenze, tenendo in considerazione tutti gli aspetti della produzione vitivinicola fino ad arrivare alla bottiglia di vino. Inoltre il Mo. Me. Vi. È stata la prima manifestazione a puntare decisamente sulla meccanizzazione della viticoltura, soprattutto per quanto riguarda la vendemmia e la potatura alle quali si sono poi affiancate tutte le altre lavorazioni del vigneto oggigiorno quasi completamente meccanizzabili. Altro punto di forza della fiera è la parte dedicata ai convegni, affidata a esperti del settore. Quest’anno, venerdì 7 marzo, alla sala congressi del Centro Fieristico ne sono in programma due. Alle ore 17 si parlerà del “Sistema Rapido E Innovativo Per La Determinazione Dei Polifenoli Direttamente In Vigneto”, brevetto vincitore del premio Sive 2007 per la ricerca in enologia. Interverranno il Prof. Emilio Celotti, del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell´Università di Udine, e il Dott. Giuseppe Carcereri de Prati, Amministratore Delegato dello Studio di consulenza “Caeleno” di Verona. Convegno organizzato da Trerè Chimica di Castel Bolognese. Alle ore 20. 30 si parlerà invece della “Nuova Ocm: Quali Opportunità Per Il Settore Vitivinicolo?”, convegno organizzato da Confcooperative Emilia-romagna in collaborazione con Faenza Fiere. .  
   
   
IL PRIVILEGIO DI BRINDARE ALL’ AMORE AL RISTORANTE ACANTO DELL’HOTEL PRINCIPE DI SAVOIA  
 
Il ristorante Acanto dell’Hotel Principe di Savoia – uno dei gioielli della Dorchester Collection – invita i suoi ospiti alla celebrazione dell’amore: in occasione della ricorrenza di San Valentino lo Chef Fabrizio Cadei ha ideato un menu esclusivo, dedicato alle coppie che ogni anno fanno del 14 febbraio l’occasione migliore per rinnovare l’autenticità del loro legame. Preludio a una cena indimenticabile è un elegante flute di champagne, cui seguiranno capesante scottate con cipolle rosse di Tropea al latte in tempura, accompagnate da un succulento condimento al miele e zenzero. Gnocchetti di patate croccanti, canolicchi, olive nere marinate al finocchietto selvatico e pomodori confit imbandiscono le tavole dell’esclusivo ristorante e anticipano gli speciali filetti San Pietro con mandarini canditi, misticanza e fiori eduli, tripudio creativo del nostro Chef. Ad esaltare il gusto del menu prelibato la cantina di Acanto, sotto consiglio dello Chef Sommelier Michele Garbuio, propone un Verdicchio dei Castelli di Jesi - Cuprese 2004 – Colonnara, un Bianco di Torgiano – Torre di Giano – Vigna il Pino 2005, e un Brachetto d’Acqui-villa Banfi. Concludono queste ore memorabili due dolci che come pochi altri si ergono a simbolo dell’amore: flan alla gianduia e fragole e sorbetto allo Champagne. Www. Hotelprincipedisavoia. Com www. Dorcherstercollection. Com .  
   
   
IL RISTORANTE LE SPECIALITÀ DI MILANO FESTEGGIA LA 5000.MA PIZZA PER CELIACI  
 
La celiachia è una patologia molto diffusa nel nostro Paese. Si tratta di un’intolleranza al glutine, proteina contenuta nella maggior parte dei cereali, tra cui: avena, frumento, orzo, segale. Aumentano gli italiani che, affetti da tale malattia, non possono nutrirsi di cibi composti da questi cereali o derivati e quindi, farine, amidi, pane, pasta e torte. I disturbi sono di diverso tipo: dimagrimento, carenze vitaminiche, diarrea e, nei bambini, arresto della crescita. La malattia non è da sottovalutare poiché, per i celiaci, la prolungata assunzione di glutine comporta danni al funzionamento del sistema intestinale. Attualmente, la sola cura esistente è la dieta priva di glutine, anche se questa influenza negativamente la vita dei celiaci, dal momento che una semplice cena al ristorante può diventare, per loro, un serio problema. Il ristorante Le Specialità in via Pietro Calvi 29 a Milano, che a partire dall’estate scorsa si è attrezzato per offrire menu privi di glutine ma al contempo sfiziosi, proponendo 37 tipi di pizza assieme ad altri piatti, come pasta, fritti e dolci fatti in casa, ha festeggiato sabato scorso 2 febbraio la 5000. Ma pizza per celiaci. Tre le pizze più richieste: alle verdure, margherita ed ai frutti di mare, ma in vetta alla classifica sorpassando di gran lunga le altre due è risultata la pizza alle verdure, gustosa ed allo stesso tempo di alta digeribilità. Sicuramente una grande risposta ed apprezzamento da parte dei celiaci per la qualità e l’ottimo cibo. Il ristorante Le Specialità, presente nel capoluogo lombardo dal 1977, è diventato il ritrovo di clienti abituali che lo frequentato da 30 anni per le sue famose pizze (una delle sue specialità – da qui il nome del locale -), oltre che per la sua cucina casalinga e classica realizzata con materie prime di qualità. Di comprovata qualità anche i menu per i celiaci: Le Specialità è infatti accreditato alla Ds Food, che ha procurato tutti gli ingredienti base per realizzare i menu. .  
   
   
LA PERFEZIONE? SI DEGUSTA AL CALICE DA OTTIMO RISTORANTE & GASTRONOMIA  
 
Nell’oasi gourmand di Michele Ferrero sita nell’elegante zona meneghina di Brera, si possono degustare vini al calice (anche di notevole pregio) come appena stappati. Merito della conservazione sotto azoto, capace di eliminare le alterazioni dovute al contatto con l’ossigeno, conseguente all’apertura di una bottiglia. E così, grazie alle azotatrici Enomatic, le qualità del vino rimangono inalterate per oltre tre settimane, come ben evidenziato dalle analisi di laboratorio del Consorzio del Marchio Storico Gallo Nero: 40 i vini totali al calice disponibili presso il ristorante (16 rossi, 16 bianchi, 5 da dessert e 3 spumantizzati), di cui 32 conservati sotto azoto (in due file, 16 da una parte e 16 dall’altra), in bella vista dei clienti. Due le modalità di fruizione. Anzitutto, il self-service, ovvero servendosi il vino da sé. Operazione resa ancor più semplice e vantaggiosa dall’acquisto di una tessera-degustazione. Si tratta di una carta (gratuita) ricaricabile, comprensiva di un 10% in omaggio. In pratica, se la ricarica è di 5 euro (il minimo), si hanno 5,5 euro di ricarica effettivi; se, invece, è di 20 euro, gli effettivi sono 22 euro. Insomma, un bel risparmio per gli appassionati enofili. In alternativa, vi è il classico servizio al tavolo. Ma non finisce qui. Da Ottimo si può persino decidere la quantità in assaggio: dose degustazione da 30 ml, per testare, prima di un eventuale acquisto, anche bottiglie importanti, scoprendo se sono di proprio gradimento; dose abbinamento da 90 ml, per accompagnare a una determinata portata il vino più idoneo; dose calice da 120 ml, per sorseggiare il vino preferito. Sempre con la certezza di assaporare il nettare alla giusta temperatura, differenziata a seconda della tipologia: 18° per rossi di grande corpo; 16° per rossi di buon corpo e rossi più leggeri; 10° per bianchi leggeri; 12° per bianchi strutturati. Nonché con la libertà di optare per il calice più adeguato al vino. Molti i vini nobili a disposizione della degustazione al calice. Qualche esempio? Barbaresco 2003 Gaja (6 euro, 17 euro, 22 euro, a seconda della dose); Tignanello 204 Antinori (4 euro, 10 euro, 12 euro); Brunello di Montalcino 2002 Fanti (2,8 euro, 8 euro, 10 euro); Pinèro 2001 Ca’ del Bosco (4 euro, 8 euro, 10 euro); Barolo Cerretta 2003 Germano (3 euro, 7 euro, 10 euro); Chablis 2006 Fèvre (2,1 euro, 6,1 euro, 7,5 euro); Braide Alte 2005 Livon (2,3 euro, 6,5 euro, 8 euro); Chardonnay élevé en flût de chêne 2006 Anselmet (2,5 euro, 7,5 euro, 9 euro); Latour a Civitella 2005 (2 euro, 5,7 euro, 7 euro). Ottimo Ristorante & Gastronomia, via San Marco 29 - Milano - tel. 02 62694634. Sul sito www. Ottimomilano. Com è possibile consultare tutto l’anno il menu aggiornato in tempo reale nonché la carta dei vini. Per conoscere in anteprima cosa poter assaggiare e sorseggiare. .  
   
   
IL LABORATORIO ARTIGIANALE LA SFOGLIA PROPONE PER IL PROSSIMO SAN VALENTINO UN ROMANTICO PIATTO DI CARAMELLE ROSSE AL BACCALÀ.  
 
Per un San Valentino all’insegna della creatività culinaria, il laboratorio “La sfoglia” propone un piatto insolito: romantiche caramelle rosse dal cuore di baccalà. Un modo originale per festeggiare l’amore: un’esclusiva ricetta in cui colori e sapori raffinati si mescolano perfettamente tra loro dando vita ad un mix in grado di stupire tutte le papille gustative. Il laboratorio di pasta fresca La Sfoglia, è oggi considerato una piccola “Maison del Gusto”, dove artigianalità e tradizione si sposano con innovazione ed alta creatività: nascono così prodotti perfetti per chi ama assaporare piatti unici dal sapore antico. Corrado Zamboni titolare del pastificio dichiara: “ L’arte culinaria è la mia vita. Mi piace giocare con gli ingredienti come un pittore con i suoi colori e con un pizzico di fantasia creare nuove ricette in modo da stuzzicare tutti i palati. Ho pensato questo piatto per gli innamorati visto che il gusto fa parte dei piaceri della vita, sono certo che la mia clientela apprezzerà questa novità”. Ingredienti per la pasta: farina di grano tenero tipo00, 10 uova per ogni kg di farina. Per colorare la pasta di rosso aggiungere triplo concentrato di pomodoro Ingredienti per il ripieno: filettoni di baccalà desalati, cipolla, carota, sedano, olive nere, olio extra vergine di oliva, pepe, latte, un filo di panna da cucina e ricotta. Preparazione: battere e tagliare in piccoli pezzi il filetto di baccalà precedentemente pulito. In una padelle antiaderente fare scaldare l’olio, una volta caldo aggiungere cipolla, sedano e carote finemente tritate, per insaporire il tutto fare un fumetto di pesce ed aggiungerlo in padella. Una volta appassite le verdure, aggiungere il baccalà. Far cuocere il composto a fuoco lento, sfumare con del vino bianco e aggiungere un pizzico di pepe e paprika. A fine cottura, quando il tutto si sarà asciugato e addensato aggiungere le olive nere e per insaporire un pò di ricotta. Condimento: pomodorini o pomodoro tagliato a pezzi con aggiunta di olive e prezzemolo. Sede operativa: Rione Cln 2/D Reggio Emilia Tel 0522/280671 www. Lasfoglia. Net .  
   
   
UN MONDO DI PINOT NERO: L’OLTREPÒ PAVESE  
 
Domenica 17 febbraio alla Città del gusto del Gambero Rosso di Roma un’intera giornata dedicata all’Oltrepò Pavese, terra d’elezione del Pinot nero prodotto di punta di questo territorio, dove la coltivazione di questo vitigno è ormai più che secolare e dove avviene la fusione di due anime: quella delle bollicine legata soprattutto alla zona di alta collina - Alta Valle Versa, Valle Scuropasso - e quella di produzione del Pinot nero come vino rosso nelle prime due fasce collinari. Nel corso della giornata il Pinot nero sarà protagonista del convegno “Un Mondo di Pinot nero: l´Oltrepò Pavese” al quale parteciperanno i massimi esperti del settore: Attilio Scienza, docente di Viticoltura all´Università di Milano, Osvaldo Failla, professore associato di Viticoltura Università di Milano, Kyriakos Kynigopoulos, enologo e consulente di aziende in Borgogna, Oregon (Usa) e Oltrepò , Daniele Cernilli , condirettore del Gambero Rosso e Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. Il momento clou della giornata sarà la grande degustazione aperta al pubblico che vedrà protagoniste ben 39 aziende per un totale di 87 etichette, tra i migliori rossi e bollicine Metodo Classico a base di Pinot nero dell´Oltrepò Pavese. Durante la degustazione sarà possibile partecipare anche ai due seminari “Il Metodo classico per il Pinot nero in Oltrepò Pavese” e “Pinot nero: i vini rossi in Oltrepò Pavese”, organizzati insieme al Consorzio dell´Oltrepò Pavese e condotti dai massimi esperti del Gambero Rosso Daniele Cernilli e Marco Sabellico. .  
   
   
PROSECCO – ZAIA A COLDIRETTI: OK SULLE SEDI OPPORTUNE  
 
“Spero che, anche con la dichiarazione del presidente Giorgio Piazza, si chiuda la discussione di questi giorni sul futuro del Prosecco, che va appunto riportata nelle sedi istituzionali appropriate”. Lo ha ribadito il vicepresidente della Giunta veneta Luca Zaia, commentando la dichiarazione del 7 febbraio del presidente della Coldiretti regionale. “Mi fa piacere che il massimo rappresentante della organizzazione professionale abbia indicato l’esigenza di imboccare un percorso corretto per una vicenda di tale importanza. Però, libero chiunque di farlo, non sono stato io ha promuovere un incontro in una sede privata sulla questione, con la presenza del dott. Ambrosio, al quale hanno preso parte anche rappresentanti del mondo agricolo, e i cui contenuti sono stati poi diffusi alla stampa”. “Il continuo successo del nostro Prosecco sui mercati di ogni parte del mondo deve essere un richiamo per tutti alla tutela concreta del nome, della tipicità di questo vino eccellente e del suo legame con il territorio, per evitare fenomeni di svilimento del prodotto e di concorrenza di fatto sleale. E’ su questo che siamo chiamati a confrontarci – ha concluso Zaia – e ad operare con la necessaria intelligenza”. .