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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Febbraio 2009
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MAHMOUD ABBAS PRESIDENTE DELL´AUTORITÀ PALESTINESE AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 5 febbraio 2009 - Il Presidente dell´Autorità palestinese ha denunciato le conseguenze della guerra e della politica israeliana nei confronti del suo popolo. Ha poi sollecitato l´arresto delle incursioni e della colonizzazione e la revoca del blocco dei valichi, per garantire l´unità territoriale ed economica dello Stato palestinese. Ha anche chiesto l´invio di una missione Ue di osservazione elettorale e di forze internazionali, e la ripresa dei negoziati di pace sulla base dell´iniziativa islamica. Ascoltato l´Inno europeo che ha aperto la seduta solenne, il Presidente Pöttering ha espresso grande gioia e commozione nel ricevere Mahamoud Abbas, sottolineando che il suo pensiero va al Medio Oriente e «al suo popolo che si trova in un momento difficile». Dopo aver ricordato il loro indimenticabile incontro di due anni fa a Gaza, ha evidenziato che il Parlamento europeo ha partecipato alla sofferenza del popolo palestinese, chiedendo anche il cessate il fuoco e condannando sia l´uso sproporzionato della forza da parte di Israele sia le provocazioni e il lancio di missili da parte di Hamas. Lanci, ha deplorato, che sono continuati anche dopo la tregua. Ringraziata l´Unrwa, ha sollecitato una ripresa rapida dei negoziati di pace, rilevando che non esiste una soluzione militare al conflitto. Il Presidente ha poi sottolineato l´esigenza di fare il necessario per promuovere la convivenza pacifica, spiegando che alla base di questa vi è la riconciliazione tra i palestinesi. Ha quindi offerto il suo sostegno al governo di Unità nazionale, precisando di aspettarsi da esso il rispetto dei principi fondamentali del processo di pace, la rinuncia alla violenza e l´impegno a negoziare la pace con Israele. A suo parere, infatti, il rilancio del processo di pace sulla base delle risoluzioni Onu «è possibile». Ha quindi concluso sostenendo di fidarsi del Presidente Abbas affinché promuova la pace e la riconciliazione e augurandogli quindi il successo. Mahmoud Abbas, dopo aver ringraziato dell´accoglienza, ha subito sottolineato la che il suo popolo «soffre di una delle più lunghe occupazioni della storia moderna» e ha subito un´aggressione militare che ha colpito civili e infrastrutture, distruggendo anche le prospettive per il futuro. In proposito, ha descritto «i corpi dei bambini bruciati . Le lacrime di chi ha perso i propri cari . La madre assassinata con due figli in grembo . Un bambino ha perso la vista a causa delle bombe al fosforo». Centinaia di bambini, ha aggiunto, hanno visto crollare il tetto delle proprie case, mentre 40 persone sono rimaste uccise in una scuola, sono morte 1. 400 persone e vi sono circa 100. 000 feriti, «gran parte dei quali civili innocenti», 4. 000 abitazioni sono andate distrutte e 80. 000 persone «sono per strada». Si è assistito, insomma, a «un offuscamento della coscienza umana» e questa guerra ha distrutto il lavoro di tanti anni dell´Anp in termini di infrastrutture, realizzate grazie anche al contributo europeo. Il Presidente ha poi sottolineato che la colonizzazione israeliana non si è mai fermata, aumentando di sette volte, mentre la costruzione del «muro di separazione razzista» è continuata, il numero di posti blocco sono saliti da 60 a 90 e le incursioni militari non sono cessate. A ciò, ha insistito, si aggiunge «il terrorismo dei coloni» e le loro aggressioni, anche contro i coltivatori di olive, «che per molti sono l´unica fonte di reddito». Questo, ha rilevato, «conferma un´aggressione contro l´intero popolo palestinese» che mina le prospettive di pace. L´oppressione di Gaza, ha aggiunto, «non è che l´ultimo anello di una catena di eventi che puntano alla separazione della Striscia dagli altri territori palestinesi, per vanificare la libertà e l´autodeterminazione, nonché la costituzione di uno Stato indipendente nei confini precedenti il 1967 e con capitale Gerusalemme Est». Sottolineando che Israele viola tutti gli accordi ed è «prigioniero della sua mentalità belligerante e colonizzatrice», ha esortato a smettere di trattare lo Stato ebraico «come se fosse al di sopra della legge» mentre i suoi leader dovrebbero «rispondere delle violazioni del diritto internazionale e umanitario». Il Presidente ha quindi ribadito la richiesta di revocare il blocco, applicare l´accordo del 2005 sulla libera circolazione di merci e persone e di riaprire i valichi, «non solo di Rafah, ma anche del corridoio di sicurezza tra Gaza e la Cisgiordania», così da confermare «l´unità territoriale ed economica palestinese». Ha poi ricordato di aver lanciato un appello al dialogo lo scorso mese di giugno e accettato il documento di lavoro egiziano. Anche se vi sono «forze che incoraggiano la separazione», ha proseguito, «porteremo avanti i nostri sforzi a favore del nobile obiettivo». Una volta costituito il governo di unità nazionale, sulla base delle indicazioni arabe e internazionali, potrà essere ripreso il controllo dei valichi, iniziata la ricostruzione e «potremo prepararci alle elezioni politiche e presidenziali». In proposito, ha sollecitato l´aiuto dell´Ue e l´invio, come nel 1997 e nel 2007, di osservatori elettorali, nonché la liberazione del Presidente del Consiglio legislativo e dei deputati detenuti in Israele. Inoltre, sostenendo che «il cuore del conflitto sta nell´occupazione israeliana che soffoca le aspirazioni palestinesi», ha chiesto l´invio di una forza internazionale. Una pace credibile, per il Presidente, è possibile solo con la cessazione di qualsiasi occupazione e degli insediamenti e con la liberazione degli 11. 000 mila palestinesi dalle carceri israeliane. Il processo di pace, ha aggiunto, va ricostruito dall´inizio e l´Unione europea deve affermare il proprio ruolo in cooperazione con gli Usa e il Quartetto. In proposito, ha rilevato che l´elezione di Obama «è incoraggiante» nell´ottica di ravvivare il processo politico nel suo insieme. Il Presidente ha poi voluto sottolineare che l´iniziativa di pace araba è diventata un´iniziativa di 57 paesi islamici e che questa deve essere applicata completamente, anche perché si inquadra nella tabella di marcia e nella risoluzione Onu. L´iniziativa, che si basa sullo scambio pace contro territori, prevede che «i 57 paesi islamici saranno disposti a normalizzare le loro relazioni con Israele, e questa è un´occasione storica». Infine, il Presidente ha evidenziato che il popolo ha diritto a un futuro e alla terra che merita e, in proposito, ha reso omaggio al poeta palestinese Mahmoud Darwish, ringraziando anche il Parlamento per le celebrazioni che gli ha dedicato. I deputati, in piedi, hanno tributato un lungo applauso al Presidente. Riprendendo la parola, Hans-gert Pöttering ha ringraziato Mahmoud Abbas e ha rilevato che «è ora nostro compito lavorare per la pace». Come Ue e Parlamento europeo, ha aggiunto, «vogliamo fare la nostra parte affinché i popoli israeliano e palestinese vivano entro confini sicuri», sull´esempio europeo. Dopo aver ricordato la centralità della dignità umana nell´approccio del Parlamento europeo, ha auspicato che la costituzione di due Stati indipendenti e sicuri diventi una realtà «in questa generazione» e, ha aggiunto, «se lo vogliamo, sarà possibile». La pace, ha concluso, «dev´essere possibile» e ha incoraggiato il Presidente a continuare sulla strada della riconciliazione e della pace. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: SANZIONI, ANCHE PENALI, PER CHI IMPIEGA IMMIGRATI ILLEGALI  
 
Strasburgo, 5 febbraio 2009 - Il Parlamento europeo ha sottoscritto il maxi-emendamento di compromesso negoziato con il Consiglio sulla direttiva che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell´Ue. Tuttavia, non essendo la Presidenza in grado di impegnarsi su una dichiarazione in materia di subappalto da allegare al testo, come richiesto dal relatore, la votazione finale avrà luogo nel corso della prossima sessione. Le sanzioni previste dalla direttiva dovranno essere pecuniarie (inclusi i costi dell´eventuale rimpatrio), amministrative (es. Ritiro della licenza d´esercizio) e, nei casi più gravi, penali. Gli Stati membri dovranno poi mettere a disposizione meccanismi per agevolare le denunce e garantire adeguate ispezioni sui luoghi di lavoro più a rischio. Approvando un maxi-emendamento negoziato dal relatore Claudio Fava (Pse, It), il Parlamento ha sottoscritto il compromesso con il Consiglio in merito a una nuova direttiva che, allo scopo di contrastare l’immigrazione illegale, vieta l´assunzione di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente e, a tal fine, stabilisce norme minime comuni relative a sanzioni applicabili ai datori di lavoro che violano tale divieto. La direttiva va a completare i testi legislativi sul rimpatrio e sulla "carta blu". Tuttavia, la Presidenza non si è potuta impegnare in nome degli Stati membri su una dichiarazione comune di Parlamento e Consiglio da allegare al provvedimento in cui le istituzioni sostengono che le norme relative al subappalto previste dalla direttiva non saranno rimesse in discussione da future disposizioni in materia introdotte da nuovi atti legislativi. La votazione formale della direttiva è stata quindi rinviata alla prossima sessione. Una volta completata la procedura, la direttiva sarà applicabile due anni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Obblighi dei datori di lavoro - La direttiva impegna gli Stati membri a obbligare i datori di lavoro a chiedere ai cittadini di paesi terzi, prima di assumerli, di presentare il permesso di soggiorno o altra autorizzazione di soggiorno, nonché a tenere o registrare una copia di tali documenti almeno per la durata del periodo di lavoro per poterli esibire durante le eventuali ispezioni delle autorità competenti nazionali. Inoltre, devono essere tenuti a informare le autorità competenti dell’inizio dell’impiego di un cittadino di un paese terzo entro il termine stabilito dagli Stati membri. Questi, peraltro, hanno la facoltà di fissare una procedura semplificata di notifica se il datore di lavoro è una persona fisica che assume a fini privati. Se i datori di lavoro adempiono a queste disposizioni non potranno essere considerati responsabili di aver infranto il divieto di impiegare immigrati clandestini, a meno che non siano al corrente del fatto che il documento presentato è falso. Sanzioni finanziarie, pagamento dei costi di rimpatrio e degli arretrati In forza alla direttiva, gli Stati membri dovranno adottare le misure necessarie affinché i datori di lavoro che impiegano manodopera extra-comunitaria illegale «siano passibili di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive». Queste potranno includere, sanzioni finanziarie che aumentano a seconda del numero di cittadini di paesi terzi impiegati illegalmente e il pagamento dei relativi costi di rimpatrio. Tuttavia, possono essere previste delle sanzioni ridotte per le persone fisiche che impiegano a fini privati e se «non sussistano condizioni lavorative di particolare sfruttamento». I datori di lavoro, inoltre, saranno tenuti a pagare la retribuzione arretrata ai cittadini di paesi terzi illegalmente impiegati, che si presume corrisponda al salario minimo stabilito dalla legge, da accordi collettivi o dalla prassi del settore interessato. Ma dovranno anche versare un importo pari alle tasse e i contributi previdenziali che avrebbero pagato in caso di assunzione legale, incluse le penalità di mora e le relative sanzioni amministrative. Se del caso, dovranno pagare anche tutti i costi derivanti dal trasferimento delle retribuzioni arretrate verso il paese in cui è stato rimpatriato il lavoratore. Gli Stati membri, inoltre, dovranno porre in atto gli appropriati meccanismi affinché i cittadini dei paesi terzi impiegati illegalmente possano presentare domanda e dare esecuzione ad una sentenza nei confronti del datore di lavoro per ogni retribuzione arretrata, anche nei casi di rimpatrio volontario o forzato, e possano ricevere tale pagamento. Norme specifiche sono definite per i casi di subappalto, fermo restando che un appaltante «che ha adempiuto ai suoi obblighi con la debita diligenza come previsto dalla legislazione nazionale non è ritenuto responsabile». Sanzioni amministrative: esclusione dalle sovvenzioni, chiusura e ritiro della licenza - Gli Stati membri dovranno anche adottare le misure necessarie affinché un datore di lavoro sia anche soggetto, se del caso, all´esclusione dal beneficio di alcune o di tutte le prestazioni, sovvenzioni o aiuti pubblici, compresi i fondi Ue gestiti dagli Stati membri, e dalla partecipazione ad appalti pubblici, per un periodo fino a cinque anni. Potrà inoltre essere imposto il rimborso di alcune o di tutte le prestazioni, sovvenzioni o aiuti pubblici – inclusi fondi Ue gestiti dagli Stati membri – concesse al datore di lavoro fino a 12 mesi prima della constatazione del lavoro illegale. Infine, potrà essere decisa la chiusura temporanea o permanente degli stabilimenti in cui ha avuto luogo la violazione, o il ritiro temporaneo o permanente della licenza d’esercizio dell´attività economica in questione, «se giustificata dalla gravità della situazione». Gli Stati membri, tuttavia, avranno la facoltà di esonerare da queste sanzioni il datore di lavoro che sia una persona fisica che ha assunto a fini privati. Sanzioni penali per i casi più gravi, come l´impiego di minori - In forza alla direttiva, gli Stati membri dovranno garantire che la violazione del divieto di assumere immigrati illegali, se intenzionale, «costituisca reato», come previsto dalla legislazione nazionale, se prosegue, oppure è costantemente reiterata, se riguarda l´impiego simultaneo di un numero significativo di cittadini di paesi terzi in posizione irregolare, se è accompagnata da situazioni di particolare sfruttamento, se è commessa da un datore di lavoro consapevole di impiegare una vittima della tratta di esseri umani e, infine, se riguarda l´impiego illegale di un minore. Sono punibili come reati anche l´istigazione, il favoreggiamento e la complicità nella commissione dei succitati atti. Coloro che commettono queste violazioni dovranno essere punibili con sanzioni penali «effettive, proporzionate e dissuasive», da applicare ai sensi della legislazione nazionale fatte salve altre sanzioni o misure di natura non penale. La direttiva prevede anche disposizioni simili per le persone giuridiche, consentendo inoltre agli Stati membri di rendere pubblico un elenco di quelle ritenute responsabili di un siffatto reato. In ogni caso, la responsabilità della persona giuridica non esclude azioni penali contro le persone fisiche che commettano uno di questi reati o istighino qualcuno a commetterli o vi concorrano. Agevolare le denunce, anche da parte di sindacati e Ong - La direttiva impone agli Stati membri di rendere disponibili meccanismi efficaci per consentire ai cittadini di paesi terzi impiegati illegalmente di presentare denuncia contro i loro datori di lavoro, sia direttamente sia attraverso parti terze designate dagli Stati membri, quali sindacati o altre associazioni o un’autorità competente dello Stato membro, qualora previsto dalla legislazione nazionale. Anche i terzi aventi un legittimo interesse a garantire che le disposizioni della direttiva siano rispettate potranno avviare tutte le procedure amministrative o civili previste, per conto o a sostegno dell´immigrato illegale e con il suo consenso. E´ anche precisato che l´assistenza fornita per presentare denuncia «non dovrebbe essere considerata favoreggiamento di soggiorno illegale». Nei casi in cui il reato riguarda una «situazione di particolare sfruttamento» o l´impiego illegale di un minore, gli Stati membri dovranno definire le condizioni alle quali possono essere concessi, caso per caso, permessi di soggiorno di durata limitata. Garantire adeguate ispezioni, soprattutto nei settori più a rischio - Gli Stati membri dovranno garantire che siano effettuate «ispezioni efficaci e adeguate sul loro territorio» per controllare l´impiego di cittadini di paesi terzi in posizione irregolare. Tali ispezioni, è precisato, dovranno basarsi innanzitutto su una valutazione dei rischi effettuata dalle autorità competenti degli Stati membri. Per renderle più efficaci, inoltre, gli Stati membri dovranno identificare periodicamente i settori di attività in cui si concentra nel loro territorio l´impiego di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente. Relativamente a ciascuno di tali settori, gli Stati membri, ogni anno entro il 1° luglio, dovranno notificare alla Commissione il numero di ispezioni effettuate l’anno precedente, espresso come numero assoluto o percentuale dei datori di lavoro in ciascun settore, e riferirne i risultati. Revisione della direttiva - Entro tre anni dopo la data di applicazione della direttiva, e successivamente ogni tre anni, la Commissione dovrà presentare al Parlamento europeo ed al Consiglio una relazione contenente proposte di modifica delle disposizioni relative al pagamento degli arretrati, alle sanzioni amministrative, al subappalto, all´agevolazione delle denunce e alle ispezioni. La legge italiana: arresto da uno a tre anni e 5. 000 euro di multa per ogni irregolare - In Italia, il datore di lavoro che “occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno…, ovvero il cui permesso di soggiorno sia scaduto e del quale non sia stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo, revocato o annullato” rischia l´arresto da uno a tre anni e un ammenda di 5. 000 euro per ogni lavoratore impiegato. Gli ispettori che constatano il reato devono inoltre inviare un rapporto agli istituti previdenziali per il conseguente recupero contributivo. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: UNA POLITICA UE INTEGRATA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO  
 
Strasburgo, 5 febbraio 2009 - Il Parlamento europeo ha formulato le proprie raccomandazioni per una futura politica integrata dell´Ue sul cambiamento climatico. Ribadendo l´obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra per limitare l´aumento della temperatura media entro i 2C°, propone una serie di misure in tutti i settori e chiede di definire un´agenda d´intervento per il periodo 2009-2014, illustrandone le modalità d´applicazione. Sollecita anche il sostegno a un New Deal "verde" e allo sviluppo di auto ecocompatibili. Con 570 voti favorevoli, 78 contrari e 24 astensioni, il Parlamento ha approvato con diverse modifiche la relazione di Karl-heinz Florenz (Ppe/de, De) sulla futura politica integrata dell´Ue sul cambiamento climatico stilata dopo 21 mesi di lavori dall´apposita commissione temporanea presieduta da Guido Sacconi (Pse, It). Il Parlamento sottolinea anzitutto l’urgenza di integrare il riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico in tutti i settori e in tutti gli ambiti politici come nuovi elementi chiave, adottando un approccio trasversale e tenendo conto delle cause e delle conseguenze del surriscaldamento globale nella legislazione comunitaria. Anche perché «il cambiamento climatico è più rapido e più grave nei suoi effetti avversi di quanto si potesse pensare». Incoraggiando la promozione di stili di vita e schemi di consumo in linea con lo sviluppo sostenibile, sottolinea anche la necessità «di prendere decisioni partendo dalla convinzione che siano necessarie e giuste», e «di cogliere l’opportunità straordinaria di forgiare il futuro della società attraverso un´azione strategica». Sollecita inoltre la Commissione e gli Stati membri dell´Ue «a sostenere l´invito Onu per un "Nuovo Corso Verde" ("Green New Deal")». Alla luce della crisi finanziaria, inoltre, chiede che gli investimenti per sostenere la crescita economica «lo facciano in modo sostenibile, in particolare, promuovendo le tecnologie verdi». Formula quindi una serie di raccomandazioni di carattere generale e settoriale. Per quanto riguarda le prime, ribadisce l´esigenza di fissare, per l´Ue e gli altri paesi industrializzati in quanto gruppo, un obiettivo a medio termine di ridurre le emissioni di gas serra del 25-40% entro il 2020 e un obiettivo a lungo termine di ridurle almeno dell´80% entro il 2050 rispetto al 1990, mantenendo l´enfasi sulla limitazione dell´aumento della temperatura media globale al massimo a 2°C rispetto ai livelli preindustriali. L´aula ha però respinto un emendamento del Pse che invitava la Commissione a presentare una relazione sulla necessità di introdurre ecotasse ai fini di un´ulteriore riduzione delle emissioni di Co2. Illustra poi nel dettaglio le misure che occorrerebbe prendere nei campi della politica estera energetica dell´Ue, dell´energia e dei biocombustibili, dell´efficienza energetica, dei trasporti e della logistica, del turismo, dell´agricoltura, delle foreste e della pesca. Raccomanda azioni riguardo al sistema di scambio di quote di emissioni, alla gestione delle risorse idriche e al trattamento dei rifiuti, nonché alla tutela della salute. Sottolinea il ruolo dell´innovazione, anche per la crescita economica e dell´occupazione, sostiene la promozione delle nuove tecnologie, e propone misure nel settore dell´istruzione, della formazione e della comunicazione. Chiede anche la creazione di una «comunità europea delle energie rinnovabili» esorta il sostegno allo sviluppo di tecnologie di trasporto ecocompatibili, come vetture a idrogeno, elettriche, a pile a combustibile, ibride o a biocarburante. Per quanto riguarda il finanziamento e le questioni di bilancio, il Parlamento rileva che l’Ue dovrebbe impegnarsi seguendo il principio di solidarietà, sia negli ambiti chiave della ricerca e dello sviluppo di tecnologie per la lotta al cambiamento climatico e dell’aiuto allo sviluppo nel settore del clima sia nel sostegno alle misure di adattamento transnazionali, all’aumento dell’efficienza e all’aiuto nelle catastrofi. Esorta quindi la Commissione a redigere un inventario di tutti gli strumenti di finanziamento e della loro rilevanza per gli obiettivi europei di protezione del clima, in vista di adeguare le linee del bilancio ai requisiti necessari della politica climatica, e «senza escludere la possibilità di creare nuovi fondi e di attivare pertanto nuove risorse». Invita inoltre il Consiglio ad affrontare la questione degli stanziamenti specifici inutilizzati, «riorientandoli, se del caso, sulle politiche per il clima». In materia di energia nucleare, riconoscendo poi i diversi approcci degli Stati membri in materia, il Parlamento sollecita la Commissione «a riservare un’attenzione particolare ai rifiuti nucleari e al loro intero ciclo, allo scopo di migliorare la sicurezza». Ritiene peraltro che la ricerca sulla fattibilità tecnologica della fusione nucleare nel reattore di ricerca Iter «sia il primo passo per avvicinarsi all’obiettivo di un utilizzo commerciale di questa forma di energia» e sottolinea che il raggiungimento di questo obiettivo «dipende in larga misura dall’erogazione a lungo termine di finanziamenti alla ricerca». Osserva però che questa nuova fonte energetica potrà fornire «un eventuale contributo al mercato dell´energia solo nel lunghissimo periodo». Il futuro inizia oggi Il Parlamento chiede che venga definita un´agenda d´intervento contro il cambiamento climatico per il periodo 2009-2014, con le seguenti modalità d´applicazione: A livello Ue, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero: condurre dibattiti a livello locale e globale sui provvedimenti per contrastare il cambiamento climatico, sviluppare, finanziare e realizzare una "super-rete" in ambito Ue che possa essere accessibile a qualunque tipologia di fornitore di elettricità, promuovere e finanziare infrastrutture efficienti di trasporto sostenibile in grado di ridurre le emissioni di carbonio, incluse le tecnologie basate sull´idrogeno e l´alta velocità ferroviaria, sviluppare nuove strategie di comunicazione con le quali educare i cittadini fornendo loro incentivi per la riduzione delle emissioni in maniera accessibile, ad esempio sviluppando un´informativa sul contenuto carbonico di prodotti e servizi, sviluppare idonei strumenti legislativi che possano incoraggiare i vari settori industriali a condurre la lotta al cambiamento climatico, iniziando con l´esigere trasparenza sulle emissioni di carbonio, stabilire legami più forti tra l´agenda di Lisbona, l´agenda sociale e le politiche in materia di cambiamento climatico. A livello locale e regionale, dovrebbero essere promosse e scambiate le migliori prassi, in particolare per quanto concerne: le misure di efficienza energetica volte a contrastare la povertà energetica con l´obiettivo di giungere ad un consumo netto di energia nullo negli edifici privati, commerciali e pubblici, il riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, potenziando ad esempio le infrastrutture per i punti di raccolta, lo sviluppo di infrastrutture per autovetture a basse emissioni che utilizzano energie rinnovabili e introduzione di incentivi per lo sviluppo di veicoli a emissioni zero adibiti al trasporto pubblico, la promozione di una mobilità maggiormente sostenibile nelle città e nelle aree rurali, l´adozione e attuazione di interventi di adattamento al cambiamento climatico, la promozione della produzione e del consumo di cibo locale e regionale. I deputati invitano infine i competenti organi del Parlamento europeo a redigere e pubblicare una versione della relazione «destinata al lettore comune», entro tre mesi dalla sua adozione. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, GUANTANAMO: L´UE ACCOLGA I DETENUTI, SE GLI USA LO CHIEDONO  
 
Strasburgo, 5 febbraio 2009 - Esprimendo profondo apprezzamento per la decisione del Presidente Obama di chiudere il centro Guantanamo, il Parlamento europeo chiede di garantire i diritti fondamentali ai detenuti. Più in particolare, sollecita di processare quelli contro i quali vi sono prove sufficienti, di rimpatriare quelli innocenti e di tutelare quelli che non possono tornare al paese d´origine. Se il governo Usa lo richiede, invita inoltre gli Stati membri ad essere pronti ad accettare i detenuti di Guantanamo nell´Ue. Approvando con 542 voti favorevoli, 55 contrari e 51 astensioni una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi politici, eccetto l´Ind/dem, il Parlamento esprime «profondo apprezzamento» sia per la decisione del Presidente statunitense Barack Obama di chiudere il centro di detenzione di Guantanamo sia per i provvedimenti esecutivi correlati, «che segnano una svolta nella politica degli Stati Uniti per quanto riguarda il rispetto del diritto umanitario e internazionale». Incoraggia quindi la nuova amministrazione ad adottare ulteriori misure in tal senso. Anche perché i detenuti nel centro di Guantanamo «sono stati privati dei diritti umani fondamentali, in particolare del diritto a un processo equo, e sono stati oggetto di tecniche d´interrogatorio estreme, quali il waterboarding, considerato una forma di tortura, e di trattamenti crudeli, inumani o degradanti». Ricordando poi che la responsabilità principale per l´intero processo di chiusura del centro di detenzione di Guantanamo e il futuro dei suoi detenuti «spetta agli Stati Uniti», il Parlamento afferma, tuttavia, che la responsabilità per il rispetto del diritto internazionale e dei diritti fondamentali «spetta a tutti i paesi democratici, in particolare l´Unione europea e i suoi Stati membri, che insieme rappresentano una comunità di valori». Il Parlamento osserva che gli Stati Uniti hanno pubblicato un elenco di 759 persone che sono o sono state detenute a Guantanamo, 525 delle quali sono state rilasciate, 5 sono decedute sotto custodia, e circa 250 sono ancora recluse nella struttura. In tale contesto, invita gli Stati Uniti a garantire che i detenuti possano beneficiare dei diritti umani e delle libertà fondamentali garantiti dal diritto costituzionale internazionale e statunitense. Più in particolare, chiede che tutti i detenuti contro i quali gli Stati Uniti sono in possesso di prove sufficienti «siano sottoposti tempestivamente a un processo equo e pubblico dinanzi a un tribunale competente, indipendente e imparziale e, qualora condannati, siano detenuti negli Stati Uniti». Quelli non accusati di reato, che scelgono volontariamente il rimpatrio, dovrebbero invece essere «rinviati nel rispettivo paese di origine nel modo più rapido e tempestivo possibile». Inoltre, il Parlamento chiede che detenuti non accusati di reato, ma impossibilitati a tornare nel rispettivo paese di origine a causa di un rischio reale di tortura o persecuzione, «possano essere accolti dagli Stati Uniti, beneficiare di protezione umanitaria nel continente statunitense e avviare procedure di ricorso». Invita inoltre gli Stati membri, qualora il governo statunitense lo richieda, «a cooperare nella ricerca di soluzioni, ad essere pronti ad accettare i detenuti di Guantanamo nell´Unione europea, al fine di contribuire a rafforzare il diritto internazionale e di garantire, a titolo prioritario, un trattamento equo e umano per tutti». In proposito, ricorda che gli Stati membri «hanno il dovere di cooperare lealmente, consultandosi reciprocamente in merito alle possibili conseguenze per la sicurezza pubblica in tutta l´Ue». Anche perché, secondo le autorità statunitensi, «61 ex detenuti di Guantanamo hanno partecipato ad atti di terrorismo dopo il loro rilascio». L´aula ha peraltro respinto gli emendamenti proposti dei Verdi in cui si deplorava fortemente il mantenimento da parte delle autorità statunitensi del programma di consegne straordinarie, si chiedeva di garantire «riparazione» alle vittime di tortura e si sollecitavano indagini volte a fare chiarezza sugli abusi dei diritti umani e sulle violazioni del diritto internazionale nella guerra al terrorismo. .  
   
   
INNOVAZIONE, NASCE NETWORK REGIONI CONFINE  
 
Trieste, 5 febbraio - Le Regioni europee di confine costituiranno un network permanente per rilanciare l´economia globale, valorizzando a questo scopo l´innovazione, la ricerca e lo sviluppo attraverso obiettivi comuni da perseguire attraverso progetti sinergici. La decisione di attivare questa stretta collaborazione interregionale è stata ratificata nel corso del Forum internazionale organizzato dall´Aerb, l´Associazione europea delle Regioni di Confine di cui il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, è vicepresidente. Al Forum, svoltosi nei giorni scorsi a Vigo, nella Galizia spagnola, a pochi chilometri dalla frontiera portoghese, la Regione più a Nordest d´Italia era rappresentata dal direttore delle Relazioni internazionali, Giuseppe Napoli, che ha ricordato come la "dichiarazione finale" giunta a conclusione del meeting sia frutto di un lavoro cominciato lo scorso aprile, quando il Forum era stato organizzato a Trieste. Nella prossima seduta del Comitato Esecutivo dell´Aerb, è stato detto, verranno definiti i settori capillari di intervento nell´ambito delle tre macroaree (innovazione, ricerca e sviluppo), con un occhio di riguardo per la nanotecnologia e per la ricerca ecocompatibile in funzione dell´auspicato rilancio dei comparti industriali attualmente più in difficoltà. .  
   
   
VERSO LE "EUROPEE 2009" DIBATTITI E CONFRONTI NEI MEDIA REGIONALI 9 FEBBRAIO 2009 CON MARIO MAURO, VICE PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO ANTONIO TAJANI, VICE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
 Milano, 5 febbraio 2009 - Perché i temi legati alle elezioni europee del 7 giugno prossimo riguardano anche, se non soprattutto, i media regionali e locali? Quale rapporto lega la politica dell´energia e di lotta al cambiamento climatico, la politica agricola comune, la promozione delle infrastrutture, la realizzazione del mercato interno, la protezione dei consumatori, i fondi di sviluppo regionale a radio, Tv, giornali e nuovi strumenti di comunicazione? Questo è l´argomento principale dell´evento di lancio della strategia di comunicazione in vista delle elezioni europee degli uffici a Milano di Commissione e Parlamento europei, che si terrà presso la Sala Bramante del Palazzo delle Stelline Corso Magenta 61 Milano lunedì 9 febbraio dalle 15 alle 17. 30. All´evento, aperto ai giornalisti e al pubblico, parteciperanno il vice Presidente della Commissione europea Antonio Tajani e il vice Presidente del Parlamento europeo Mario Mauro. Tutti i giornalisti e il pubblico presenti saranno coinvolti in una discussione aperta. Si richiede conferma della presenza al seguente indirizzo
e-mail: comm-rep-mil@ec. Europa. Eu. .
 
   
   
AUSTRIA, CONTRAZIONE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO  
 
 Vienna, 5 febbraio 2009 - Una ricerca presentata dalla Camera di commercio austriaca rivela che le vendite al dettaglio sono diminuite nel 2008 dell´1,1 per cento in termini reali, riporta l´Ice. In totale il fatturato del commercio al dettaglio austriaco ha raggiunto 47,4 miliardi di euro. È stato l´anno più debole dal 2002. Soltanto nel periodo pre-natalizio le vendite sono state soddisfacenti. Il 2008 è stato caratterizzato da aumenti dei prezzi relativamente alti (+3,2 p. C. ). Particolarmente colpite sono state le librerie e le cartolerie con una diminuzione reale del fatturato del 5,2 p. C. Nel 2008. Altri settori sotto la media dell´1,1 p. C. Sono stati i settori del commercio di pelletterie (-3,6 p. C. ), calzature (-3,1 p. C. ), mobili e articoli di arredamento (-2,5 p. C. ), articoli di ferro ed edilizi (-1,6 p. C. ) e abbigliamento (-1,3 p. C. ). Hanno invece registrato uno sviluppo positivo del fatturato i settori degli articoli sportivi (+3,2 p. C. ), dell´elettronica da consumo (+2,4 p. C. ) e dei giocattoli (+1,5 p. C. ). Il commercio al dettaglio austriaco ha impiegato 261. 000 persone nel 2008, un aumento del 3 p. C. Rispetto al 2007. .  
   
   
SLOVACCHIA, RIDOTTI GLI INVESTIMENTI ESTERI DEL 57,9% A/A NEL 2008  
 
Bratislava, 5 febbraio 2009 - La Sario, Agenzia slovacca per lo sviluppo degli investimenti e del commercio, ha concluso lo scorso anno 34 progetti, quasi la metà rispetto ai 64 del 2007. Di conseguenza, è sceso 57,9% a/a anche il volume degli investimenti, attestatisi a 538,1 mln euro. La Sario ha spiegato l’afflusso di investimenti è stato colpito da una crisi di liquidità sempre più profonda sui mercati finanziari internazionali dopo agosto 2008, ed ha sottolineato che la maggior parte dei progetti sono stati realizzati nel primo semestre dello scorso anno. La regione di Banska Bystrica ha attratto il maggior numero di nuovi investimenti esteri nel 2008, ma, in termini di volume, la prima è stata Bratislava, soprattutto grazie a dei grandi piani di espansione della casa automobilistica tedesca Volkswagen. Secondo una suddivisione per settore economico, gli investimenti stranieri sono stati diretti principalmente all’industria della chimica, della gomma, dell’auto e dell’elettronica. La Sario, alla fine del 2008, stava lavorando su 122 progetti di investimento per un valore aggregato di 3,5 mld Eur. . . .  
   
   
AUSTRIA, CONTRAZIONE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO  
 
Vienna, 5 febbraio 2009 - Una ricerca presentata dalla Camera di commercio austriaca rivela che le vendite al dettaglio sono diminuite nel 2008 dell´1,1 per cento in termini reali, riporta l´Ice. In totale il fatturato del commercio al dettaglio austriaco ha raggiunto 47,4 miliardi di euro. È stato l´anno più debole dal 2002. Soltanto nel periodo pre-natalizio le vendite sono state soddisfacenti. Il 2008 è stato caratterizzato da aumenti dei prezzi relativamente alti (+3,2 p. C. ). Particolarmente colpite sono state le librerie e le cartolerie con una diminuzione reale del fatturato del 5,2 p. C. Nel 2008. Altri settori sotto la media dell´1,1 p. C. Sono stati i settori del commercio di pelletterie (-3,6 p. C. ), calzature (-3,1 p. C. ), mobili e articoli di arredamento (-2,5 p. C. ), articoli di ferro ed edilizi (-1,6 p. C. ) e abbigliamento (-1,3 p. C. ). Hanno invece registrato uno sviluppo positivo del fatturato i settori degli articoli sportivi (+3,2 p. C. ), dell´elettronica da consumo (+2,4 p. C. ) e dei giocattoli (+1,5 p. C. ). Il commercio al dettaglio austriaco ha impiegato 261. 000 persone nel 2008, un aumento del 3 p. C. Rispetto al 2007. . .  
   
   
BORSA DI VIENNA CON UNICA PIATTAFORMA DI TRADING  
 
Vienna, 5 febbraio 2009 - L´operatore austriaco Wiener Boerse Ag intende installare nei prossimi due anni una sola piattaforma di trading per le quattro Borse valori che controlla a Vienna, Lubiana, Budapest e Praga. Lo rende noto il Budapest Business Journal. Wiener Boerse possiede l´81 per cento della Borsa di Lubiana, il 50,4 per cento della Borsa di Budapest e il 92,4 per cento della Borsa di Praga. Una singola piattaforma di trading, invece di quattro sistemi differenti, porterà a risparmi sui costi e ad incassi maggiori. .  
   
   
DIFFERENZE SOSTANZIALI TRA CONSULENTI DI INVESTIMENTO E PROMOTORI FINANZIARI  
 
Milano, 5 febbraio 2009 - Ecco in concreto, secondo le nuove norme, quali sono le differenze tra l´attività del promotore finanziario e quella del consulente. Il primo è un agente di vendita, il secondo un libero professionista. Quale differenza esiste tra un consulente indipendente persona fisica ed un promotore che offre per conto di una sim/banca il servizio di consulenza in materia di investimenti, che ha ad oggetto l´universo degli strumenti finanziari disponibili sul mercato, e per questo motivo si fa pagare una fee dal cliente? Il promotore finanziario lavora per un soggetto (banca o Sim) in conflitto di interessi, che è il nodo centrale dell’argomento ed è stato affrontato direttamente dalla Direttiva Europea; la Mifid, con l’istituzionalizzazione del Consulente di Investimento ,ha voluto dare una risposta inequivocabile alla questione. Pertanto, come previsto dal mandato, il promotore di fatto non lavora per il cliente, ma per la banca ovvero il soggetto che lo remunera. In merito alla differenza tra Consulente di Investimento e promotore finanziario , i due soggetti dal punto di vista formale e normativo sono diversi (il promotore finanziario è un agente di vendita monomandatario di una banca o di una Sim, mentre il Consulente di Investimento è un professionista simile al commercialista o all’avvocato); il promotore vende il contratto di consulenza della sua mandante ed il cliente non è suo, ma è della banca/sim per cui lavora. Quest’ultima, inoltre, può in ogni momento sostituire o sollevare dall’incarico il promotore, assegnando la sua clientela ad un altro soggetto. Il Consulente di Investimento , come previsto dalla Mifid, è al pari di un intermediario abilitato (banca o Sim) un soggetto che può prestare il servizio di consulenza in materia di investimenti, a differenza del promotore che è un agente di vendita del servizio e quindi non presta direttamente il servizio stesso ma solo attraverso la società mandante. In definitiva, un promotore finanziario potrebbe decidere se continuare a lavorare con la propria mandante oppure se lavorare per uno studio di consulenza indipendente; ovviamente, se ritiene di averne le competenze e le capacità, potrebbe esercitare direttamente l’attività e quindi non dover dividere la parcella relativa al proprio lavoro con un soggetto terzo. Www. Assoconsulenza. Com .  
   
   
EXPO: FORMIGONI, MORATTI E BRACCO LANCIANO ALLIANCE FOR AFRICA LA FONDAZIONE SOSTERRA´ PROGETTI DI COOPERAZIONE E SVILUPPO  
 
 Milano, 5 febbraio 2009 - Regione Lombardia ritiene strategico rafforzare l´alleanza con i Paesi del continente africano e lo vuole fare incentivando una modalità nuova di rapporto che valorizzi le potenzialità e le opportunità della cooperazione internazionale. Proprio a ciò mira Alliance for Africa - la Fondazione annunciata lo scorso 20 marzo 2008 che dovrà realizzare e sostenere progetti di educazione, formazione e sviluppo con particolare attenzione al settore agroalimentare, alla sanità e ai servizi pubblici - il cui comitato promotore è stato presentato questo pomeriggio al Palazzo Giureconsulti di Milano. Ne fanno parte il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il presidente di Expo 2015 Spa, Diana Bracco, il sindaco di Milano e commissario straordinario per l´Expo, Letizia Moratti e l´ex presidente della Repubblca del Ghana John Kufour che a breve sarà nominato presidente. "L´africa è decisiva per le sorti del mondo nel 21mo secolo - ha detto Formigoni - Molti Paesi africani si stanno affacciando sullo scenario mondiale come nuovi ed importanti interlocutori. Permangono però situazioni di grave crisi, troppo spesso ignorate. Milioni di persone vivono ancora sotto la soglia della fame, della dignità e hanno la sensazione di essere dimenticati e abbandonati". "Non è possibile rimanere indifferenti - ha aggiunto - e Alliance for Africa nasce proprio per questo, per mettere in atto ulteriori azioni che permettano di far conoscere tali situazioni e quindi intervenire". Dal 2000, per Regione Lombardia, la collaborazione con l´Africa ha significato il finanziamento di 124 progetti in 26 Paesi e uno stanziamento di 15 milioni di euro. Oggi, ha preso dunque forma un "ente" che dovrà diventare giorno dopo giorno più sistematico ed efficace, realizzando e sostenendo progetti di educazione, formazione e sviluppo, con particolare attenzione al settore agro-alimentare, alla sanità ed ai servizi pubblici, temi sui quali poggia l´Esposizione Universale del 2015. La Fondazione, che partirà con una dotazione iniziale di 11 milioni di euro destinati ad aumentare grazie anche ai fondi nazionali ed europei, avrà una sede a Milano e una ad Accra (capitale del Ghana), così che i rapporti con i governi nazionali e gli organismi internazionali (Onu, Unione africana) possano essere i più diretti possibili, e i progetti e gli interventi da finanziare possano essere valutati in modo puntuale e approfondito. .  
   
   
MILANO, PATTO STABILITÀ. MORATTI: "A FIANCO DEI COMUNI ITALIANI PER INTERESSI PAESE"  
 
Milano, 5 febbraio 2009 - “Faremo di tutto, attueremo ogni azione volta a non sforare il Patto di Stabilità, ma la nostra posizione è a fianco dei Comuni Italiani. Insieme all’Anci porteremo avanti un’azione che non è di ‘difesa’ delle realtà territoriali, bensì di tutela degli interessi dell’intero Paese ” nota il Sindaco di Milano Letizia Moratti in merito all’introduzione della Circolare n. 2/2009 che di fatto esclude dal saldo finanziario le entrate provenienti dalle alienazioni mobiliari, immobiliari e da dividendi. “Milano è sempre stato un Comune virtuoso, un modello per tutti – ha aggiunto il Sindaco – e ora si trova di fronte ad un imprevisto freno agli investimenti e alla crescita che è a sua volta motore di sviluppo per la nazione. È un momento di crisi, in cui tutti devono fare la propria parte, ma è in questi momenti che si deve avere il coraggio di guardare al futuro e credere, dare un segnale al mondo dell’impresa e alla società civile. Questo ‘esempio’ passa dalle nostre decisioni, dalla capacità che i Comuni – ovvero gli enti pubblici più vicini ai cittadini - hanno di investire. Limitare o addirittura bloccare questa capacità di progettare e realizzare nuove opere è negare lo sviluppo, è come arrestare il processo di uscita dalla crisi. Fermare il pubblico, rallentare la corsa dei comuni, enti attraverso i quali passano il 70% degli investimenti dello Stato, è arrendersi alla congiuntura economica negativa, è come chinare la testa di fronte alla crisi”. “La Circolare – aggiunge il Sindaco Moratti – è oggettivamente un ulteriore colpo e va ad aggravare una situazione già difficile per i conti del Comune, dove pesa un Bilancio di Previsione 2009, che ha già dovuto scontare una manovra da 160 milioni di euro. Chi amministra Milano sa quanti sforzi sono stati fatti per offrire servizi di qualità ai cittadini senza aumentare, anzi diminuendo, la pressione fiscale. Non solo i cittadini e i consiglieri comunali di Milano, ma tutte le associazioni di categoria e gli imprenditori italiani sanno che la nostra città ha bisogno di crescere e di investire nelle infrastrutture. Perché sanno che ogni euro non è speso ma investito; e ogni investimento di Milano e per Milano è un vantaggio per tutti”. “Malgrado la nostra pluriennale virtuosità nei bilanci (che ci ha visto sempre rispettare il Patto di Stabilità, con un progressivo efficientamento della macchina comunale a favore dei servizi ai cittadini) – conclude il Sindaco – pur dichiarandoci disponibili ad un percorso di dialogo con il Ministero dell’Economia, non siamo in grado di assolvere alle condizioni indicate dalla circolare che, in particolare, obbligherebbe i Comuni ad una riduzione delle spese per il 2008 rispetto alla media del triennio 2005-2007. Così facendo si andrebbe, infatti, in contraddizione con il meccanismo stesso del Patto di Stabilità fondato sul saldo storico tra spese ed entrate”. .  
   
   
EUROPA:CHIODI,FONDISTRUTTURALI PER CRESCITA ARMONICA ABRUZZO OGGI A PESCARA CONVEGNO DI PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA  
 
 L´aquila, 5 febbraio 2009 -. "I fondi strutturali rappresentano tematiche strategiche sulle quali vogliamo dimostrare efficienza e trasparenza per una crescita armonica del sistema economico abruzzese. Intendiamo garantire all´Unione europea e al ministero per lo Sviluppo economico, massima puntualità e chiarezza dei processi di utilizzo di questi fondi". Così, il presidente della Regione, Giovanni Chiodi, ieri mattina, a L´aquila, a Palazzo Centi, ha illustrato, in una conferenza stampa, i contenuti del convegno pubblico di presentazione del programma operativo sui fondi Por-fesr 2007-2013 che si tiene oggi, con inizio alle 16, nella sala dell´ex Aurum a Pescara. Un programma che punta a far conoscere le potenzialità finanziarie ed economiche del Por-fesr destinato a interventi pubblici e privati che attribuisce all´Abruzzo una dotazione finanziaria di oltre 345 milioni di euro. Le aree principali di intervento individuate per sostenere la crescita della regione sono ricerca e innovazione per la competitività delle imprese abruzzesi, energia, società dell´informazione e sviluppo del territorio. Giovanna Andreola, dirigente del servizio di attività internazionali e autorità di gestione del Por Fesr Abruzzo, in conferenza stampa, ha sottolineato, tra l´altro, l´importanza della presenza di domani di rappresentanti dell´Europa e del Ministero, segno evidente che sull´Abruzzo e sui processi di utilizzo dei fondi, c´è grande attenzione. Domani, infatti, al convegno prenderanno parte anche Patrick Amblard, capo unità della direzione generale delle Politiche regionali e Sabina De Luca, direttore generale del servizio politiche di coesione Mise. L´obiettivo è far conoscere le grandi opportunità che l´Europa offre agli imprenditori. Oltre al presidente Chiodi, saranno presenti al seminario moderato da Daniela Casciola, giornalista de "Il Sole 24 ore", gli assessori regionali Daniela Stati (Protezione civile ed Ambiente), Alfredo Castiglione (Sviluppo economico ed innovazione tecnologica), Mauro Di Dalmazio (Turismo e Cultura) ed Angelo Di Paolo (Lavori pubblici). "Il nostro obiettivo - ha aggiunto il Presidente Chiodi - è quello di accrescere, soprattutto, la sensibilità delle imprese ad investire in ricerca e sviluppo. Una possibilità di risposta concreta alle esigenze del nostro territorio. E´ necessario quindi, attivare un processo che consenta a tutti gli attori di avere consapevolezza delle azioni di governo. E´ importante far capire - ha concluso - che esiste questa opportunità e che l´accesso ai fondi è aperto. Dare informazione, infatti, significa proprio garantire trasparenza". .  
   
   
TONDO, DIFESA DINAMICA DEL SISTEMA REGIONALE DEL FVG  
 
Trieste, 5 febbraio 2009 - In una situazione dell´economia mondiale che presenta punti di criticità diversi da quelli affrontati nel passato e che si riflettono anche nel Friuli Venezia Giulia, "occorre dare una risposta nuova e diversa avendo come obiettivo una difesa dinamica del nostro sistema, capace di corrispondere ai cambiamenti progressivi nei quali veniamo tutti coinvolti". Il presidente della Regione Renzo Tondo, si rivolge ai rappresentanti degli imprenditori, delle organizzazioni sindacali e delle autonomie locali, per sottolineare che in questo momento "occorre arginare una situazione difficile per poter poi sviluppare, in tempi migliori, nuove strategie di sviluppo". Ai partecipanti all´incontro di ieri nella sede della Regione a Udine, Tondo ha ribadito che stabilire oggi una sicura strategia per il futuro non è operazione credibile, visto il rapido ribaltamento di molte previsioni e pianificazioni ideologiche nel settore economico, mentre va dispiegata tutta la capacità degli enti pubblici e dell´imprenditoria privata per individuare e sostenere il sistema locale e le imprese, anche piccole, che possono affrontare il presente mettendo le basi per ulteriore sviluppo. "Per uscire più forti dall´attuale situazione ed affrontare un sistema completamente diverso nel futuro" occorre, secondo Tondo, saper utilizzare gli ammortizzatori sociali, incidere sulla realtà con una accorta politica del credito volta all´innovazione, attuare una rigorosa politica per la riduzione della spesa pubblica non produttiva e sviluppare un forte senso di coesione che rafforzi una dimensione di comunità solidale. Il presidente ha riletto l´attività dell´attuale amministrazione regionale alla luce di questi punti mettendo in risalto come la scelta del contenimento del debito fatta fin dalle variazioni al bilancio dello scorso anno sia stata opportuna e consente oggi di mantenere una solidità finanziaria del sistema pubblico regionale in grado di intervenire a sostegno delle imprese e dell´economia del Friuli Venezia Giulia attraverso una attenta spesa per investimenti. Il rinnovo della Pubblica amministrazione, la semplificazione e la sburocratizzazione sono strumenti che il presidente della Regione ha indicato per rendere più efficiente la risposta alle esigenze dei cittadini e delle imprese anche in questa delicata fase, nella quale chi lavora nel settore pubblico, con le garanzie che questo comporta, deve essere solidale - ha sottolineato Tondo - con il resto della comunità e dare ad essa il miglior servizio possibile. In tutti i settori di intervento della Regione, hanno illustrato gli assessori presenti all´incontro, si sta operando per indirizzare gli strumenti normativi e finanziari a dispiegare i loro effetti in tempi rapidi e con la flessibilità che la situazione attuale richiede. .  
   
   
LAZIO: BANDI REGIONALI DA 13 MILIONI PER CREARE "BUONA OCCUPAZIONE"  
 
Roma 5 febbraio 2009 - “Con la disponibilità di ingenti risorse finanziarie, pari a quasi 13 milioni di euro, la regione Lazio intensifica il suo impegno per la buona occupazione, intervenendo con dei bandi sul fronte del contrasto al lavoro irregolare ed a favore delle lavoratrici e lavoratori disoccupati e/o disabili”. E’ quanto dichiara l’assessore regionale al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili Alessandra Tibaldi commentando la pubblicazione di due bandi di gara: per l’individuazione dell’organismo intermedio attraverso cui gestire una sovvenzione globale finalizzata a realizzare le misure previste dal Programma operativo Lazio Fse 2007-2013 per le politiche preventive di emersione del lavoro sommerso; per sostenere il diritto al lavoro delle persone diversamente abili. “Gli interventi gestiti mediante la sovvenzione globale - continua Tibaldi parlando del primo bando - consistono in contributi per i datori di lavoro privati che assumano lavoratrici e lavoratori appartenenti a categorie svantaggiate. Sono, inoltre, previsti voucher formativi per percorsi di qualificazione e riqualificazione delle persone assunte”. “I dieci milioni di questo bando - aggiunge - verranno utilizzati dal soggetto incaricato della gestione della sovvenzione globale per la concessione dei contributi e dei voucher, sulla base degli indirizzi operativi che saranno forniti dalla Regione. I lavoratori, la cui assunzione può essere accompagnata dall’incentivo, devono rientrare nelle condizioni di svantaggio indicate dal regolamento comunitario, ossia devono essere dei disoccupati che rientrano in una di queste categorie: non occupati da oltre sei mesi, con bassa scolarizzazione, che vivono da soli e con carichi familiari, over 50”. “Anche il secondo bando - sostiene l’assessore Tibaldi - si pone l’obiettivo di favorire le fasce più deboli del mercato del lavoro prevedendo specifiche misure per l’accompagnamento, l’inserimento, la stabilizzazione occupazionale e la qualificazione delle condizioni di lavoro dei lavoratori diversamente abili. In questo caso la disponibilità di risorse finanziarie, che sono cofinanziate dal Fse, è di oltre 2. 700. 000 euro. Questi fondi verranno utilizzati a favore di due categorie di beneficiari: i datori di lavoro privati che abbiano assunto o assumeranno disabili e le persone disabili interessate a mettersi in proprio, attraverso un lavoro autonomo o la creazione di imprese”. .  
   
   
VAL’ D’AOSTA: IL PRESIDENTE ROLLANDIN A ROMA PER L’AUDIZIONE SUL FEDERALISMO FISCALE  
 
 Roma, 5 febbraio 2009 - Il Presidente della Regione Augusto Rollandin ha partecipato ieri all’audizione convocata dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali sull’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione in relazione al nuovo assetto di competenze riconosciute alle regioni e alle autonomie locali in materia di federalismo fiscale. In tale occasione, il Presidente Rollandin ha rappresentato il punto di vista della Valle d’Aosta osservando che “la riforma in senso federale dell’Italia dovrebbe essere attuata nella sua interezza, a partire dalla riorganizzazione dell’intero sistema istituzionale. Ho voluto sottolineare - ha aggiunto - che il fatto di non affrontare il federalismo in termini più ampi rischia di compromettere il successo dell’iniziativa in esame, in quanto una riforma abbozzata, o comunque incompleta, può portare con sé le carenze di entrambi i modelli, federalista e centralista”. E ha concluso: “Ho comunque confermato l’impegno della Valle d’Aosta alla realizzazione degli obiettivi di solidarietà e di perequazione contenuti nell’articolo 25 del disegno di legge sul federalismo fiscale, manifestando tuttavia l’esigenza che tale concorso sia determinato nel rispetto dello Statuto speciale. ” .  
   
   
INSEDIATA COMMISSIONE PER IL CODICE CODICE ANTIMAFIA DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE DELLA REGIONE SICILIANA. ILARDA: "LA REGIONE SIA IN PRIMA LINEA CONTRO LA MAFIA"  
 
 Palermo, 5 febbraio 2009 – Una nuova normativa per bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di infiltrazione della criminalità organizzata nei ranghi delle pubbliche amministrazioni regionali. Dovrà elaborarla una commissione di esperti voluta dall’assessore alla Presidenza, Giovanni Ilarda, che si è insediata ieri. “La commissione ha il compito - dice Ilarda - di redigere un corpus organico di norme stringenti, che impediscano qualsiasi forma di infiltrazione della criminalità nella Pubblica amministrazione, mettendo al riparo l´azione amministrativa da pericolose interferenze: un vero codice antimafia delle pubbliche amministrazioni regionali, dei comuni e delle province”. La commissione, presieduta dall’ex procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna, è composta da Francesco Castaldi, avvocato generale della Regione Siciliana; Gaetano Lo Cicero, direttore generale del Comune di Palermo, Andrea Piraino, ordinario diritto degli enti locali dell’Università di Palermo e segretario generale dell’Anci Sicilia; Ernesto Savona, professore di criminologia dell’Università Cattolica di Milano; Gaetano Armao, docente di diritto amministrativo dell’Università di Palermo; Giovanni Fiandaca, ordinario di diritto penale dell’Università di Palermo e da Mario Centorrino, ordinario di politica economica dell’Università di Messina. “La riforma del sistema normativo regionale per renderlo impermeabile alle attività di una criminalità organizzata sempre più aggressiva ed attrezzata, anche giuridicamente, perché sempre più guidata da quelli che vengono definiti colletti bianchi - aggiunge Ilarda - è necessaria per fronteggiare proprio i pericoli derivanti dalla crescita di livello dell’attacco alle istituzioni. La criminalità si organizza e studia le normative per insinuarsi nelle pieghe anche delle leggi redatte con le migliori intenzioni da parte del legislatore. Occorre, dunque, intervenire utilizzando le esperienze maturate e cercando di individuare i punti di debolezza del sistema per chiudere la porta in faccia ad ogni forma di infiltrazione” L’idea di un codice della pubblica amministrazione era stata lanciata dall’assessore Ilarda nel corso di un dibattito universitario sul tema dell’autotutela delle imprese. “ La nostra iniziativa vuole andare oltre il semplice codice etico che di per se è una pregevole iniziativa che va tanto più apprezzata perché viene da privati intenzionati a concorrere alla crescita civile della società. La Regione come istituzione deve, però, fare di più ed elaborare provvedimenti normativi ad hoc”. “Ciò che per imprese private costituisce un impegno liberamente assunto - continua Ilarda -deve rappresentare per quanti sono addetti alla governance della cosa pubblica un obbligo giuridico cogente” “Occorre una verifica di carattere preventivo sui circuiti di interazione fra pubblica amministrazione e imprese e sui modelli organizzativi e operativi della stessa pubblica amministrazione, occorre perfezionare la normativa esistente sui controlli, sulle certificazioni e sulle autocertificazioni che possono e devono essere richieste”. Il 30 gennaio scorso, nel suo intervento in occasione dell´inaugurazione dell´anno giudiziario il Procuratore generale della Cassazione ha evidenziato il danno per l’economia del Paese derivante dalla distorsione del mercato indotta dalla criminalità organizzata. “E´ assolutamente indispensabile, quindi - aggiunge Ilarda - che politici, amministratori, cittadini e imprenditori siciliani siano tutti sempre ben consapevoli che la mafia disincentiva gli investimenti e ostacola nuove iniziative imprenditoriali; che tengano sempre presente che meno impresa significa meno posti di lavoro e minore reddito per le famiglie, con conseguente contrazione dei consumi e mancanza di ossigeno per l´economia. La mafia - conclude Ilarda - è la prima e più pesante piaga della nostra terra. Combatterla significa liberare la Sicilia dalla palla che porta al piede e impedisce lo sviluppo. E la Regione è l´istituzione che più di ogni altra ha il dovere di contrastare con ogni mezzo chi affama i siciliani”. .  
   
   
ABRUZZO, BILANCIO: SI LAVORA PER L´APPROVAZIONE SECONDO I TEMPI CON IL CONSIGLIO CLIMA DI DIALOGO E CONDIVISIONE DI SCELTE  
 
Pescara, 5 febbraio 2009 - Approvare il Bilancio in Giunta nei primi giorni di marzo per poi inviarlo in Commissione al Consiglio ed arrivare all´approvazione definitiva nel pieno rispetto dei tempi è un obiettivo primario per l´assessore al ramo, Carlo Masci. "La vera novità rispetto al passato - sottolinea l´assessore al Bilancio - è la chiara volontà di creare, fin da subito, un clima di dialogo e di condivisione nelle scelte da compiere con il Consiglio regionale. In questi giorni, tra l´altro, stiamo lavorando su più fronti. Da un lato, infatti, ci confrontiamo costantemente con il Governo e con le altre Regioni per giungere ad una definizione dell´importo effettivo dei fondi Fas, quelli relativi alle aree sottoutilizzate, e dei fondi del Fse, il Fondo sociale europeo, che ci sarà assegnato, anche in relazione alle risorse che il Governo deciderà di destinare agli ammortizzatori sociali - puntualizza l´assessore al Bilancio -. Dall´altro, siamo consapevoli di trovarci in una situazione difficile soprattutto alla luce alle scadenze legate all´approvazione del Bilancio. Come è noto, - ha proseguito l´assessore - siamo in esercizio provvisorio e la data del 31 marzo incombe. Stiamo lavorando inevitabilmente a tappe forzate - ha rivelato Masci - anche perché dovremo completare in un solo mese il lavoro che normalmente viene compiuto in sei mesi. Senza contare - ha aggiunto - l´oggettivo quadro di difficoltà legato alla crisi economica generale ed alla situazione contingente che vive il tessuto produttivo regionale". Entro questa settimana, comunque, si dovrebbe conoscere la griglia che stabilirà l´entità delle risorse da utilizzare per il rilancio dello sviluppo del territorio e che, quindi stabilirà i margini di manovra della Giunta regionale. "Due saranno le direttrici principali - ha annunciato Masci - e cioè azioni per lo sviluppo e misure anticrisi per fronteggiare le difficoltà, sempre tenendo conto del fatto che i fondi regionali sono tutti impegnati per il Piano di rientro del deficit sanitario. Entro la fine della prossima settimana, poi, sarà avviato un percorso di condivisione con il partenariato che porterà all´individuazione degli interventi da porre in essere". .  
   
   
PROSEGUE LA VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MOLISE, MICHELE IORIO, NEGLI STATI UNITI CHE HA INCONTRATO I RAPPRESENTANTI DELL´ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ  
 
 Campobasso, 5 febbraio 2009 - Prosegue la visita del Presidente della Regione Molise, Michele Iorio, negli Stati Uniti. Dopo aver partecipato alla cena in suo onore offerta dall´"Abruzzo and Molise Heritage Society", a Washington, che ha visto la presenza di oltre cento americani di origine molisana provenienti da varie parti degli States, il Presidente Iorio ha incontrato i rappresentanti dell´Organizzazione Mondiale della Sanità, con i quali si è lungamente intrattenuto sulla possibilità di realizzare nuovi e interessanti progetti nel campo della telemedicina. Quest´ultimo incontro era stato preceduto da una serie di riunioni, sullo stesso tema, presso l´Ambasciata Italiana a Washington, con vari specialisti nel campo della alta formazione e dell´utilizzo delle più moderne tecnologie di comunicazione geospaziale. "Sono molto soddisfatto del rapporto instaurato con l´Organizzazione Mondiale della Sanità – ha detto il Presidente Iorio - che ci porterà a poter mettere in campo iniziative e programmi comuni che consentano alle nostre strutture di potersi inserire in una rete di comunicazione globale per progetti di formazione a distanza e di implementazione di iniziative di alto e consolidato valore scientifico. Questo anche nell´ottica della cooperazione e dello scambio scientifico tecnologico di esperienza e di ricerche. Come Molise ci stiamo già muovendo in questo senso portando avanti varie iniziative, tra cui il Progetto Geodatabase. Attività queste che, senza dubbio, sono qualificanti per un´azione di Governo incisivamente funzionale a sviluppare il territorio, a valorizzare i cervelli e ad essere parte attiva della rete globale della ricerca". .  
   
   
SICILIA: NELLO STAFF DEL PRESIDENTE LOMBARDO ENTRA FRANCO BUSALACCHI  
 
Palermo, 5 febbraio 2009 – Franco Busalacchi, dirigente generale della Regione in quiescenza , rientra in amministrazione. Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, lo ha voluto nella propria squadra in qualità di “esperto”. Fornirà la sua collaborazione in diversi settori strategici sui quali il governatore punta per modernizzare il sistema Sicilia. Busalacchi, 63 anni, palermitano, è entrato in Regione nel 1972. Dirigente di notevolissima esperienza, ha iniziato la propria carriera alla guida della segreteria della giunta regionale con il presidente Piersanti Mattarella. Successivamente è stato capo di gabinetto del presidente Rino Nicolosi. Ha diretto i dipartimenti della Pubblica istruzione, degli Enti locali, del Personale, della Programmazione concludendo la sua esperienza nell’amministrazione attiva al Lavori Pubblici, andando in pensione nel 2002. .  
   
   
INDESIT DI NONE CONVOCATO PER MARTED 10 FEBBRAIO IL TAVOLO IN REGIONE  
 
Torino, 5 febbraio 2009 - L’assessore regionale al Lavoro, Teresa Angela Migliasso, ha incontrato ieri pomeriggio i lavoratori della Indesit di None, che hanno manifestato di fronte ai cancelli dell’azienda per protestare contro l’annunciata chiusura dello stabilimento. Insieme all’assessore all’Industria della Provincia, Carlo Chiama, al sindaco di None, Maria Luisa Simeoni, al presidente del Consiglio provinciale, Sergio Vallero e ai rappresentati delle organizzazioni sindacali, l’assessore Migliasso ha poi partecipato ad una riunione urgente convocata in consiglio comunale per affrontare l’emergenza. Nel corso dell’incontro, a cui sono intervenuti anche i consiglieri regionali Angelo Auddino e Gian Piero Clement, le istituzioni hanno ribadito la volontà di respingere ogni ipotesi di chiusura dello stabilimento. In attesa della riunione fissata il 24 febbraio per discutere la questione a livello nazionale, la Regione ha convocato per martedì prossimo, 10 febbraio, alle 18,30, in piazza Castello un tavolo di crisi con la proprietà, le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali. .  
   
   
ILVA E MINISTRO PRESTIGIACOMO FACCIANO CHIAREZZA  
 
Bari, 5 febbraio 2009 - Sull’esito dell’incontro romano tra il Ministro dell’Ambiente, Prestigiacomo e le Organizzazioni sindacali sul tema dell’emissione delle diossine Ilva, l’assessore al bilancio, Michele Pelillo, ha diramato seguente dichiarazione: “Quelle che solo pochi giorni erano preoccupazioni legate a indiscrezioni giornalistiche oggi, alla luce delle dichiarazioni che il ministro Stefania Prestigiacomo ha rilasciato nel corso dell´incontro avuto con i sindacati, diventano una dura realtà da ingoiare. “Secondo il Ministro- ha ricordato l’assessore-l´Ilva non è pronta ad applicare il metodo dell´Urea e il ministero dell´Ambiente non è in grado di concedere l´Aia. “Solo pochi giorni fa sono intervenuto per manifestare pubblicamente le mie preoccupazioni legate alla possibilità che la grande industria, nonostante le rassicurazioni fornite pubblicamente in commissione ambiente, non sia in grado di rispettare il primo step previsto dalla legge regionale contro la diossina. “Avevo, dunque, ragione a manifestare tutta la mia apprensione – prosegue Pelillo- e quelle che si ritenevano solo delle anticipazioni giornalistiche si svelano notizie fondate. A questo punto ritengo sia necessario un atto di responsabilità da parte di chi ha realmente la possibilità di dipanare il mistero. L´ilva o il Ministro divulgano informazioni in totale contrapposizione tra loro: chi dice il vero? Chi sta usando questa situazione cercando di strumentalizzare il diritto alla salute della nostra gente? Ricordiamo, per la cronaca, che proprio un esponente dell´industria aveva rassicurato la Regione circa i tempi di introduzione dell´Urea e che fino ad oggi non sono arrivate notizie ufficiali in contrasto rispetto a questo accordo. “Apprendiamo sempre dalla stampa che l´Ilva ha inviato una nota alla Presidenza del consiglio per chiedere l´intervento del Governo. “La città, oggi più d ieri, ha solo bisogno di risposte certe, i tarantini hanno il diritto di sapere la verità e la politica responsabile non consentirà a nessuno che si semini paura. “”L´ilva o il Ministro facciano chiarezza in tempi certi e smettano di giocare al solito teatro del ricatto occupazionale. Qui sono in ballo dei diritti sacrosanti sanciti dalla Costituzione – conclude Pelillo - e non è possibile e non è moralmente sostenibile che sul diritto alla salute e sul diritto al lavoro si possa prendere altro tempo”. .  
   
   
´IL RUOLO DELLA DONNA IN MIGRAZIONE´ E´ IL TEMA DEL SEMINARIO CHE LA PROVINCIA DI PIACENZA ORGANIZZA SABATO 7 GENNAIO IN FONDAZIONE  
 
 Piacenza, 5 febbraio 2009 - Sabato 7 febbraio, dalle 9,30 alle 12,30 circa, si tiene all´Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via S. Eufemia 12, a Piacenza, il secondo dei due seminari sull´immigrazione che la Provincia organizza con il supporto della Cooperativa Sociale Interculturando. Tema dell´incontro, moderato da operatori di Interculturando, il ruolo della donna in migrazione, approfondito in una tavola che coinvolgerà relatrici protagoniste e testimoni di diverse esperienze di integrazione al femminile: Isabelle Carles, rappresentante del Gruppo di ricerca “Genere e Migrazione” presso l´Università libera di Bruxelles, Barbara Burgalassi, referente regionale del Progetto “Intrecci”, Giulia Cagnolati, referente per il Comune di Piacenza della costruzione di un elenco delle assistenti familiari, Maja Grubisic, responsabile dell´Ufficio Stranieri di Cisl Piacenza, e Ilaria Dioli, coordinatrice della ricerca “Il volto femminile dell´immigrazione in provincia di Piacenza”. La iniziativa si tiene nell´ambito del Forum provinciale dell´Immigrazione ed è al suo secondo anno consecutivo. E´ stata progettata in collaborazione con i Comuni di Piacenza, Castel San Giovanni, Fiorenzuola d´Arda, Rottofreno, le Organizzazioni Sindacali, Caritas, Migrantes, Suore Scalabriniane. I temi di riflessione sono stati proposti dalle Associazioni e dai cittadini che hanno partecipato ai gruppi di lavoro locali di preparazione al Forum attivi sul territorio. Il primo seminario si è svolto sabato 24 gennaio all´Auditorium Santa Maria della Pace. Vi si è trattato di identità culturali “Questi seminari – ribadisce l’Assessore Provinciale alle Politiche Sociali Paola Gazzolo – rappresentano il risultato concreto di un percorso ormai consolidato e largamente partecipato sia dalle Istituzioni sia dai cittadini. Credo che le tematiche scelte siano estremamente attuali ed importanti per abbracciare l´essenza di un fenomeno sociale, quale è l´immigrazione, che nel territorio piacentino sta assumendo un carattere strutturale. I seminari favoriranno conoscenza e confronto. ” .  
   
   
SARDEGNA, PRIMA INFANZIA: UN CONTRIBUTO AI GENITORI CHE LAVORANO  
 
 Cagliari, 5 febbraio 2009 - La Giunta regionale sarda ha deciso ieri di destinare 9 milioni di euro per assicurare alle famiglie, nelle quali almeno un genitore è occupato, contributi per l’uso di servizi socio-educativi per la prima infanzia (nidi d’infanzia, micronidi e nidi aziendali, sezioni primavera). L’importo massimo mensile dei contributi è di euro 250 per un massimo di 11 mesi all’anno per ciascun figlio Il contributo è erogato prioritariamente nella misura di 250 euro mensili, indipendentemente dalla soglia Isee, alle famiglie nelle quali almeno un genitore è occupato e il bambino interessato ha una disabilità grave, appartiene a una famiglia monoparentale o a una famiglia in cui uno dei genitori o uno dei fratelli del bambino presenta una disabilità grave. Gli interventi per la conciliazione, denominati voucher o titoli di accesso a servizi di cura per l’infanzia, sono stati introdotti dalla programmazione Fse 2000-2006 e sperimentati in alcune regioni italiane quali il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna, la Valle d’Aosta, la Toscana e la Provincia di Trento. Il presente programma d’interventi si pone in continuità e prosecuzione con gli interventi della Regione Sardegna già avviati a sostegno della famiglia e della genitorialità, fra i quali in particolare si ricordano: l’avvio nel novembre 2006, del programma per la realizzazione di asili nido aziendali nei Comuni e nelle Aziende Sanitarie Locali con un investimento di € 8. 757. 308,98; l’istituzione di 85 “Sezioni primavera” con un impegno di € 1. 970. 000, attraverso la partecipazione della Regione al programma per l’ampliamento qualificato dell’offerta dei servizi socio-educativi per i bambini dai ventiquattro ai trentasei mesi, avviata dal Dipartimento per le Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, per l’anno scolastico 2007/2008; l’avvio del piano triennale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia con un investimento di € 7. 865. 756 per la realizzazione di strutture e di € 1. 362. 185 per l’avvio di servizi innovativi e sperimentali. Il programma è attuato in via sperimentale a partire dal primo marzo 2009 a seguito della pubblicazione di un Avviso. Un secondo Avviso, riferito all’anno educativo 2009-2010, sarà pubblicato a conclusione della prima fase sperimentale. Possono usufruire del contributo le famiglie residenti in Sardegna, in cui almeno uno dei genitori sia occupato al momento della fruizione del servizio, con figli di età compresa fra i 3 e i 36 mesi che usufruiscano di servizi socio-educativi per la prima infanzia di cui agli articoli 21 (nidi d’infanzia), 22 (micronidi e nidi aziendali), 23 (sezioni primavera), scelti liberamente dalla famiglia anche in comuni differenti da quello di residenza. Per lavoratori occupati si intendono i titolari di contratti di lavoro subordinato (a tempo determinato, indeterminato, pieno, parziale), i lavoratori non subordinati titolari di regolare contratto di lavoro, i lavoratori autonomi a condizione che esercitino un’attività autorizzata e in regola con le norme fiscali e previdenziali. Il genitore che intende beneficiare del contributo deve presentare domanda direttamente all’amministrazione comunale di residenza (oppure, ove i Comuni lo prevedano con accordo formale, all’ente gestore dell’ambito Plus); il Comune effettua la verifica del possesso dei requisiti e attribuisce il punteggio secondo i criteri previsti dal presente provvedimento. L’assegnazione dei contributi è effettuata dalla Regione a seguito della trasmissione delle domande da parte dei Comuni di residenza. La Direzione generale delle Politiche sociali fornirà ai Comuni un software operativo per la trasmissione delle domande con le modalità già sperimentate per la trasmissione dei piani personalizzati di cui alla legge 162/98. In via transitoria la Regione può individuare, unicamente per questo primo programma sperimentale, modalità di trasmissione differenti. .