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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Settembre 2010
DISCORSO DEL PRESIDENTE BARROSO SULLO STATO DELL´UNIONE EUROPEA SU RIFORMA DEL BILANCIO, CRESCITA E IMPIEGHI "VERDI" PER I PROSSIMI 5 ANNI  
 
Strasburgo, 9 settembre 2010 - Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso è intervenuto stamattina al primo dibattito parlamentare sullo "stato dell´Unione", annunciando le prossime iniziative dell´esecutivo per combattere la disoccupazione, riformare il sistema di governance economica, e rivedere profondamente il bilancio comunitario. Inevitabile il riferimento alla questione dei Rom, su cui vari deputati hanno accusato l´esecutivo di eccessiva prudenza. Secondo il numero uno della Commissione europea, l´Europa "ha tenuto al test della crisi". Ma ora deve guardare avanti, e rilanciare le sue ambizioni. Ecco le cinque priorità di Barroso per i prossimi anni: 1.Una migliore governance economica per affrontare la crisi e evitarne di nuove. Il 29 settembre l´esecutivo pubblicherà una proposta per un monitoraggio più severo dei budget nazionali. 2.Crescita e occupazione, secondo la strategia Eu2020. La Commissione creerà un "ufficio per l´impiego europeo", per aiutare i cittadini comunitari a trovare lavoro. La conversione dell´economia verso un sistema sostenibile potrà generare 3 milioni di posti di lavoro "verdi", secondo il presidente della Commissione. Ricerca e innovazione vanno promosse approvando finalmente il "brevetto europeo". La Commissione promette anche di tagliare i costi della burocrazia, con un risparmio per le imprese di 38 miliardi di euro. 3.Libertà, giustizia e sicurezza. La Commissione si impegna a combattere ulteriormente "lo sfruttamento di lavoratori immigrati", il terrorismo e il crimine organizzato, ma "tutti nell´Ue devono rispettare la legge e i governi devono rispettare i diritti umani". Senza alcun riferimento specifico, Barroso ha però sottolineato che "in Europa non c´è spazio per razzismo e xenofobia", e non bisogna "svegliare fantasmi del passato". 4.L´esecutivo proporrà di rinforzare il sistema di finanziamento dell´Ue via l´espansione delle risorse proprie che affluiscono al bilancio comunitario, per renderlo più indipendente dalle volontà dei governi. Barroso ha parlato di estendere il quadro di programmazione finanziaria da 7 a 10 anni, con una revisione a metà periodo, di creare dei "bond europei" per finanziare le grandi opere senza pesare sui bilanci statali, e ha annunciato che la proposta sulle risorse proprie verrà pubblicata il mese prossimo. 5.Il presidente dell´esecutivo ha chiesto un vero impegno per rafforzare il ruolo dell´Europa nel mondo, perché "se non agiamo insieme, non saremo una potenza mondiale, e gli altri andranno avanti senza di noi: senza l´Europa e senza i singoli Stati". A questo proposito ha annunciato che la Commissione aggiungerà un miliardo di euro al suo contributo per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio dell´Onu, e riformerà il meccanismo di reazione alle crisi, come la tragedia del Pakistan. Le opinioni dei gruppi politici - Il rappresentante del Gruppo dei Popolari Joseph Daul, riferendosi alle questioni di bilancio, ha parlato del bisogno di "spezzare il taboo di una tassa europea" per finanziare meglio le politiche comunitarie senza aggravare gli oneri fiscali ma "al contrario, sfruttare le economie di scala e assicurare che il denaro pubblico sia speso meglio". "Deluso" si è detto il leader dei Socialisti e Democratici Martin Schultz, criticando Barroso per non aver fatto alcun riferimento "allo stato dell´Unione", e affermando che la situazione dell´Ue oggi "non è positiva, e lei e la sua Commissione non state adempiendo al ruolo conferitovi dai Trattati". Il tedesco ha poi condannato duramente quella che ha definito una "caccia alle streghe" contro i Rom. Per i liberali, Guy Verhofstadt ha insistito sul tema a lui più caro, la governance economica: "nell´ultimo anno i problemi sono stati molto grandi e la solidarietà molto piccola", ha detto riferendosi agli aiuti alla Grecia, e invitando la Commissione a "finalizzare" la risposta alla crisi e riformare profondamente il sistema finanziario, "a partire dal commercio dei derivati". Daniel Cohn-bendit, a nome dei Verdi, ha parlato di un´Unione che "va verso un intergovernamentalismo invece che una Comunità". Ha poi citato Camus riferendosi alla questione dei Rom: "la difesa delle minoranze significa non imporre la volontà della maggioranza", e ha accusato la Francia di aver "violato i Trattati". Di opinione diversa Tomasz Kaminski, della destra conservatrice (Ecr), che ritiene che "i 27 Stati membri sono lì per durare, e sono eletti dai cittadini". Bisogna secondo lui trovare "il giusto equilibrio fra politiche nazionali e comunitarie". Per Lothar Bisky, della Sinistra Unita (Gue/ngl) "sono stati spesi milioni di euro per salvare le banche invece che per aiutare i più bisognosi della società o per l´educazione". Nigel Farage (Efd) ha concluso gli interventi a nome dei gruppi con il consueto scetticismo: "più politiche comune fate, più la gente disprezza l´Ue".  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO A CACCIA DI MONETE FALSE  
 
Strasburgo, 9 settembre 2010 - Il problema dei distributori automatici che non accettano alcune monete è noto a tutti, e può diventare particolarmente fastidioso quando la macchina in questione dovrebbe erogare il primo caffè della giornata. Meno noto è che l´inconveniente è spesso causato dalle monete false. I paesi nell´area dell´euro hanno diverse procedure per rintracciare banconote e monete contraffatte. Oggi i deputati hanno votato una relazione che propone una serie di misure per uniformare l´autenticazione delle monete. In questo modo un caffè per iniziare la giornata dovrebbe essere assicurato a tutti… Banche e altri istituti che esercitano servizi di erogazione di denaro sono obbligate a sottoporre banconote e monete ricevute a un controllo di autenticità, prima di rimetterle in circolazione. Quando si individuano monete contraffatte devono essere ritirate dalla circolazione. Ma oggi le pratiche differiscono fra vari paesi Ue, è quindi impossibile garantire una tutela uniforme della valuta in tutta l´area dell´euro. La relazione del deputato bulgaro Slavi Binev intende proporre procedure comuni, sia per l´autenticazione di denaro falso, sia per controllare le monete non adatte alla circolazione. Le prescrizioni esatte saranno ulteriormente precisate dal centro tecnico-scientifico europeo (Ctse). I numeri sulla falsificazione - Nel 2009 sono state ritirate dalla circolazione 172.100 monete, 12% in meno rispetto all´anno prima. La moneta di due euro è quella che fa più gola ai falsari (tre quarti del totale). Ma le notizie non sono tutte negative: per ogni moneta contraffatta ci sono almeno 89.000 pezzi autentici in circolazione.  
   
   
ESPULSIONI DEI ROM DALLA FRANCIA: IL PARLAMENTO CHIEDE ALL´UE DI AGIRE  
 
Strasburgo, 9 settembre 2010 - Durante un dibattito sulla situazione dei rom, i deputati del gruppo Ppe hanno sottolineato la necessità di un´azione concreta dell´Unione in favore dell´integrazione, mentre i deputati dei gruppi S&d, Alde, Verdi/ale e Gue/ngl hanno condannato le decisioni prese dal governo francese, in quanto discriminatorie e in violazione del diritto comunitario. La legalità delle azioni francesi deve essere valutata, ha annunciato la Commissionaria Reding. Dichiarazione del Consiglio - In rappresentanza del Consiglio, il Segretario di Stato per gli affari europei, Oliver Chestel, ha ribadito l´attaccamento del Consiglio ai "valori e ai principi dei Trattati" e al "rispetto della legge, inclusi i diritti delle minoranze". Ha anche ricordato che è responsabilità degli Stati membri sostenere l´integrazione dei rom. "Ci deve essere libertà di movimento e i rom non possono essere vittime di discriminazione", ha concluso. Dichiarazione della Commissione - La Commissaria per la giustizia e i diritti fondamentali, Viviane Reding, ha detto che: "gli Stati membri hanno la responsabilità per l´ordine e la sicurezza" dei loro cittadini, ma ogni decisione deve essere proporzionata. Ha poi spiegato di aver ottenuto "grazie a dialogo intenso con le autorità francesi" il chiarimento che "non c´era intenzione di prendere di mira la comunità rom". Tuttavia, ha aggiunto, i servizi della Commissione "stanno controllando se quanto dichiarato dalle autorità francesi corrisponda alla situazione reale". Su alcuni punti, ha poi spiegato, "saranno richieste ulteriori informazioni alle autorità francesi". Interventi in nome dei gruppi politici - Livia Jaroka (Ppe, Hu) ha ricordato che le espulsioni possono essere decise "solo caso per caso". Ha poi sottolineato che "nessuno deve essere espulso solo per il fatto di essere rom", aggiungendo che le espulsioni collettive "sono ripugnanti", cosi come la mancanza di azioni tese ad alleviare la povertà e l´esclusione sociale, Ha quindi concluso ribadendo l´importanza di rinforzare l´inclusione sociale dei rom attraverso una strategia europea. Hannes Swoboda (S&d, At) ha espresso la propria delusione per "la risposta non chiara" della Commissione. "È scandaloso, io voglio sapere se le autorità francesi hanno violato il diritto europeo o no", ha detto, aggiungendo che altri paesi, "come l´Italia o l´Ungheria" potrebbero seguire l´esempio francese. Per Renate Weber (Alde, Ro),, "la Francia sta usando dei trucchi", offrendo denaro alla popolazione rom in cambio del loro rimpatrio: "lo chiamano rimpatrio volontario", mentre si tratta di "una chiara violazione del diritto europeo e internazionale" ha aggiunto. Dopo aver sottolineato che "anche nel caso italiano, qualche anno fa la Commissione ha preferito tacere", ha chiesto alla Commissione di dimostrare di essere veramente il guardiano dei principi dell´Unione. Hélène Flautre (Verdi/ale) rivolgendosi alla Commissione ha chiesto: "avete bisogno di perizie per concludere che quando si chiude un campo e si deporta una collettività" si è fatto "un uso estensivo ed abusivo dell´ordine pubblico?" Ha poi aggiunto: "Basta negare la realtà e non assumersi le proprie responsabilità". Timothy Kirkhopei (Ecr, Gb) ha sottolineato che "non bisogna mai colpire singoli gruppi o singole etnie" e che "la Commissione deve pronunciarsi formalmente sulla questione"; dopo aver analizzato attentamente i fatti, "piuttosto che condannare preventivamente uno Stato membro". Cornelia Ernst (Gue/ngl) ha affermato: "Iirom sono stati deportati", aggiungendo che così facendo "si viola il diritto comunitario" e che "i diritti personali sono stati calpestati". "I rom fanno parte della Comunità europea e le cose non devono cambiare", ha concluso. Mario Borghezio (Efd, It) ha definito "gli attacchi al governo francese" come prima a quello italiano "accuse pretestuose". Infatti, "non c´è stata, nessuna contestazione a un dato: dopo l´arrivo di questo esodo di rom da Romania e Bulgaria" abbiamo assistito a "più del 250% di aumento di furti". "Ci sono cittadini onesti", vittime di tali furti, "che forse motivatamente non gradiscono avere per vicini di casa i rom", ha concluso. Interventi dei deputati italiani - Per Luigi De Magristris Alde, It) quella del governo francese è una "grave decisione" che "criminalizza i diversi" e cerca "consenso sfruttando l´ansia di insicurezza". Ha poi criticato l´intenzione espressa dal Ministro italiano per gli affari interni di sostenere l´adozione dello stesso metodo a livello comunitario per "espellere cittadini comunitari senza dimora e reddito". Mario Mauro (Ppe, It) si è chiesto se le critiche fatte alle autorità francesi non siano solo "propaganda" onde "non affrontare il cuore del problema: al centro di tutto c´è la persona", ha sottolineato. "persona è il rom e persone sono i nostri poveri": ognuno hanno bisogno di "regole certe" e il governo francese ha chiesto di applicare le regole europee, ha concluso. Rita Borsellino (S&d) ha affermato che la decisione della Francia costituisce "un fatto di estrema gravità", fondato su "motivi propagandistici e populistici". Così facendo, "si lede il principio di cittadinanza europea", ha aggiunto, e il compito della Commissione "è quello di intervenire tempestivamente". Ha quindi concluso affermando che "la risposta della Commissione è sembrata tardiva". Per quanto riguarda l´integrazione dei rom, Roberta Angelilli (Ppe) ha detto che ci sono stati "molti buoni proposti, ma risultati inadeguati". Tuttavia, si è detta favorevole alle nuove proposte presentate dalla Commissione durante il dibattito, sottolineando però "che non è stato possibile un dibattito approfondito", ma "si è visto il solito teatrino", "come quello della sinistra oggi". Per il futuro bisognerebbe programmare "un dibattito vero", ha concluso.  
   
   
I DEPUTATI EUROPEI CONDANNANO FERMAMENTE LA LAPIDAZIONE DI SAKINEH MOHAMMADI-ASHTANI  
 
Strasburgo, 9 settembre 2010 - Il Parlamento europeo ha condannato con forza la condanna a morte per lapidazione dell´iraniana Sakineh Mohammadi-ashtani, in una risoluzione adottata mercoledì. Tutti i gruppi politici ritengono che, indipendentemente dai fatti, una sentenza di morte per lapidazione non può mai essere giustificata o accettata. Invitano pertanto le autorità iraniane a sospendere la sentenza inflittale e a avviare una completa revisione del suo caso. Esortano poi il governo iraniano a riconsiderare il caso di Zahra Bahrami, cittadina iraniano-olandese, le conceda immediatamente la possibilità di consultare un legale e di beneficiare dell’assistenza consolare, la rilasci o le permetta di essere sottoposta a un equo processo. I deputati chiedono inoltre la sospensione dell’esecuzione del diciottenne Ebrahim Hamidi. Vietare la lapidazione e depenalizzare l´adulterio e l´omosessualità - Il Parlamento europeo chiede all´Iran di emanare una legge che renda illegale la crudele e disumana pratica della lapidazione. Il paese continua a trovarsi nel gruppo dei pochissimi paesi, insieme all’Afghanistan, la Somalia, l’Arabia Saudita, il Sudan e la Nigeria, che ancora praticano la lapidazione. L´iran dovrebbe anche introdurre una moratoria sulle esecuzioni, in attesa dell´abolizione della pena di morte, depenalizzare l´adulterio e i rapporti sessuali consensuali tra adulti. Liberare tutti i difensori dei diritti umani in Iran - Le autorità iraniane devono rilasciare immediatamente tutti coloro che sono detenuti unicamente sulla base della loro partecipazione a proteste pacifiche e della loro volontà di utilizzare il diritto fondamentale della libertà di espressione. Il Parlamento ribadisce la sua richiesta che i sette leader Baha’i siano assolti. Tra le misure che l´Ue può intraprendere, i deputati citano un maggiore sostegno finanziario attraverso lo strumento europeo per la democrazia e i diritti dell´uomo (Eidhr) per i difensori iraniani dei diritti umani. Inoltre, il divieto di accesso all´Ue e il congelamento dei capitali dovrebbe essere esteso a coloro che sono responsabili delle violazioni dei diritti umani, la repressione e la limitazione della libertà nel paese. La risoluzione è stata approvata dall´Aula all´unanimità, salvo 22 astensioni.  
   
   
"CITTADINANZA DI GENERE NELL´EUROPA MULTICULTURALE: QUESTIONI, SFIDE, VISIONI - SEMINARIO FEMCIT PER LA DIVULGAZIONE DELLA RICERCA"  
 
 Bruxelles, 9 settembre 2010 "Cittadinanza di genere nell´Europa multiculturale: questioni, sfide, visioni - seminario Femcit per la divulgazione della ricerca", si terrà a Bruxelles (Belgio) il 23 settembre 2010. "Il progetto "Cittadinanza di genere nell´Europa multiculturale: l´impatto dei movimenti femminili contemporanei" (Femcit) ha esplorato la relazione tra le forme e le pratiche di cittadinanza di genere in continuo cambiamento e i movimenti femminili in vari paesi europei nel corso degli ultimi quaranta anni. In occasione di questo seminario, importanti studiosi di tutta Europa presenteranno i risultati principali del progetto Femcit, basandosi sulla ricerca da loro condotta sulle sei dimensioni della cittadinanza, e cioè politica, sociale, economica, etnica/religiosa, fisica e intima. Il workshop verterà sugli argomenti seguenti: "Quali sono le difficoltà che si presentano ai rappresentanti donna nella vita politica?" - "Come si incrociano le categorie di etnia e genere nella vita lavorativa?" - "Come si è trasformata la vita intima per chi vive al di fuori di famiglie tradizionali?" - "Che cosa significa la cittadinanza per le donne provenienti da specifici contesti etnici?" Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Femcit.org/news.xpl?theid=56    
   
   
´NASCE IN TOSCANA UN OSSERVATORIO SUL FEDERALISMO´ SIMULERÀ GLI EFFETTI DEI DECRETI ATTUATIVI.AVANZERÀ PROPOSTE PREVISTA UNA COLLABORAZIONE CON IRPET, COMUNI E UNIVERSITÀ  
 
Firenze, 9 settembre 2010 - La Regione studia il federalismo fiscale ed ha deciso di costituire un osservatorio regionale specifico al riguardo. Lo farà con l´aiuto e la collaborazione che già esiste con l´Irpet, l´istituto toscano di programmazione economica e finanziaria, ma anche coinvolgendo di volta in volta a seconda dell´argomento trattato i Comuni e le Province attraverso le associazioni Anci, Upi e Ifel, chiedendo la collaborazione e la consulenza delle tre università toscane e di altre in Italia, oltre a istituti di ricerca come l´Ires del Piemonte e l´Ipres di Bari. "L´osservatorio - spiega l´assessore alle finanze, alle riforme e ai rapporti con gli enti locali della Toscana, on. Riccardo Nencini - dovrà simulare l´impatto sui conti della Regione, dello Stato e degli enti locali dei modelli di federalismo f iscale che il governo prenderà a riferimento. Ma non si limiterà a stimare i possibili scenari futuri conseguenti ai decreti attuativi. Farà di più: avanzerà anche proposte autonome, tecniche, che spetterà poi alla politica analizzare e prendere in carico. Proposte che la Regione potrebbe a sua volta proporre al governo e che riguarderanno gli ambiti di autonomia tributaria o possibili basi imponibili". "Per di più - aggiunge l´assessore - la costituzione dell´osservatorio non costerà alle casse della Regione nemmeno un euro". La collaborazione con l´Irpet è infatti già coperta da un apposito trasferimento annuale. L´osservatorio si avvarrà naturalmente anche del supporto operativo degli uffici regionali.  
   
   
A ROMA RIUNIONE DELLA SEDE STABILE DI CONCERTAZIONE, GIANNINI: "REGIONI PROTAGONISTE DELLO SVILUPPO ECONOMICO"  
 
Roma, 9 settembre 2010 - ´Le Regioni intendono svolgere un ruolo da protagonista per favorire lo sviluppo economico. Al Governo chiedono un confronto serrato e costruttivo sulle politiche industriali e sulle risorse disponibili, che puo` essere favorito anche dalla nomina del nuovo ministro´. E` quanto hanno ribadito ieri le Regioni al sottosegretario Stefano Saglia, nel corso della riunione ´ al Ministero dello sviluppo economico ´ della Sede stabile di concertazione, organismo previsto dalla legge finanziaria 2007, non piu` convocato dal mese di dicembre 2008. Le Regioni erano guidate dall´assessore Sara Giannini, in quanto le Marche coordinano la Commissione attivita` produttive della Conferenza delle Regioni e Province autonome. Le Regioni avevano chiesto un incontro al Ministero per approfondire le questioni relative ai distretti produttivi, alle politiche industriali innovative, alle modalita` di accesso al credito di garanzia, e sulle crisi industriali nazionali. ´Su questi temi ´ ha sottolineato la Giannini ´ abbiamo deciso di costituire gruppi di lavoro congiunti tra Regioni e Ministero per favorire un confronto proficuo e costruttivo. Riteniamo questo primo appuntamento un passo avanti, verso la definizione di un calendario bimestrale di incontri, affinche` le Regioni possano svolgere un ruolo strategico e importante a sostegno dell´innovazione, della ricerca e della competitivita` del sistema produttivo nazionale´. Con l´incontro odierno, continua l´assessore, ´le Regioni riprendono in mano le linee strategiche della nuova politica industriale (Industria 2015), ribadendo la loro essenziale centralita` per favorire lo sviluppo e la competitivita` del sistema produttivo italiano. Le Regioni restano comunque preoccupate e insoddisfatte degli esiti della manovra finanziaria nazionale che sottrae risorse importanti soprattutto sul versante degli investimenti del comparto produttivo, addossando i maggiori sacrifici proprio agli enti che debbono interpretare le esigenze del territorio´.  
   
   
LA REGIONE TOSCANA VIAGGIA IN CLASSE ECONOMY, SPESE A LIVELLI MINIMI PER GARANTIRE RITORNI ECONOMICI IMPORTANTI  
 
Firenze, 9 settembre 2010 - ´´Dopo esserci dotati di un disciplinare per ridurre le spese ai livelli minimi, dopo aver stabilito che presidente, assessori, dirigenti e funzionari debbano viaggiare in classe economy anche per i viaggi intercontinentali – e siamo l´unica regione a farlo in Italia – non ci resta che fare una convenzione con il ´Gatto con gli stivali´ delegandolo a rappresentare la Regione Toscana nell´espletamento di funzioni strettamente connesse al ruolo di questo ente”. Così Riccardo Nencini, assessore regionale a Bilancio e finanze, risponde a quanto riportato oggi su alcuni quotidiani in merito alle spese della Regione Toscana. “È bene ricordare – aggiunge l´assessore - che dal 31 maggio scorso sono state abolite anche le indennità per il personale per le missioni all´estero e che sulla base della delibera n. 574 del 7 giugno 2010 la Regione h a applicato in maniera cogente delle misure che prevedono viaggi in aereo in classe economy ed in seconda classe per il treno e soggiorni in alberghi non superiori alle 4 stelle. In dettaglio, la spesa relativa alle missioni all’estero per il periodo 1 aprile – 30 giugno 2010 è stata di 1.201 euro per gli assessori e il presidente. A questo si aggiunga che nel mese di luglio la Regione è stata impegnata in una importante missione a Shanghai per una spesa di 4.382 euro. Una cifra però destinata a scendere ancora in virtù del fatto che l´importo di 1.300 euro inizialmente previsto per la presenza di un assessore che poi non ha accompagnato il presidente Rossi sarà rimborsata. “Per quanto riguarda i programmi comunitari – continua la risposta di Nencini - la spesa complessiva per le missioni per progetti specifici su cultura, sviluppo economico, ambiente e formazione è di 39.194 euro utilizzati per 28 missioni (di cui 12 a Bruxelles), che hanno coinvolto 37 tra dirigenti e funzionari e che si sono svolte per la realizzazione di programmi e progetti comunitari che porteranno per la Regione Toscana un ritorno in termini economici di quasi due miliardi di euro. Lo stesso discorso vale per i 47.185 euro spesi per le missioni, già programmate per attività internazionali, promozioni all´estero e rapporti con l´ufficio di Bruxelles´´.  
   
   
FVG: IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE BALLAMAN (LEGA NORD) RASSEGNA DIMISSIONI E ADERISCE AL GRUPPO MISTO  
 
 Trieste, 9 settembre 2010 - Il presidente del Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia Edouard Ballaman ha inviato la seguente lettera e ai due vicepresidenti del Consiglio Maurizio Salvador e Annamaria Menosso e al presidente della Regione Renzo Tondo: "Al solo fine di garantire la mia personale dignità ed il prestigio del ruolo istituzionale da me ricoperto, rassegno le dimissioni da Presidente del Consiglio Regionale Ritengo in tal modo di poter anche meglio contribuire a chiarire ogni dubbio in ordine alla legittimità dei comportamenti posti in essere dall´Amministrazione sino ad oggi da me rappresentata. Per quanto personalmente mi riguarda debbo soltanto affermare di non aver mai inteso ledere l´immagine della Regione Friuli Venezia Giulia. Nel contempo ho già dato incarico di intraprendere azioni in ogni opportuna sede giudiziale a tutela della mia onorabilità". Contestualmente, Edouard Ballaman ha inviato la seguente comunicazione al segretario generale del Consiglio regionale: "Il sottoscritto Edouard Ballaman, consigliere regionale, dichiara di aderire al Gruppo consiliare Misto, con decorrenza 9 settembre 2010".  
   
   
IL VOLO DELL’EXPORT: +20% PER LA PUGLIA  
 
Bari, 9 settembre 2010 - Vola ancora più alto l’export della Puglia. I primi sei mesi del 2010 ci descrivono un balzo in avanti del 20%, in crescita rispetto ai primi tre mesi 2010, che già testimoniavano un trend di ripresa (con un +13,7%). La notizia arriva dall’Istat che ha pubblicato  ieri mattina la rilevazione sulle esportazioni delle regioni italiane. Il rapporto paragona i risultati dei primi sei mesi di quest’anno con l’analogo periodo dell’anno scorso. In termini assoluti il valore pugliese delle esportazioni raggiunge quota 3.212milioni di euro contro i 2.675milioni dell’anno scorso. Il dato pugliese supera, come era già avvenuto a marzo, la performance esportativa italiana (che si ferma ad una crescita del 12,6%) e dell’Italia meridionale (+15,3%). Vola più in alto di regioni come il Piemonte (+16%), la Lombardia (+10,1%), la Liguria (+7,3%), il Trentino Alto Adige (+17,6%), il Veneto (+11,7%), il Friuli Venezia Giulia (+6,8%); l’Emilia Romagna (+11,7%); e anche dell’Italia centrale, con risultati migliori rispetto a Toscana (+14,1%); Lazio (+16,4%), Marche (+7,1%); mentre nel Mezzogiorno supera il Molise (+8,5%), la Campania (+15,1%), la Basilicata (-17,3%) e la Calabria (-6%). Tuttavia, dalla lettura analitica del rapporto, il risultato più incoraggiante per la Puglia è rappresentato dalla ripresa registrata in quasi tutti i settori e in particolare quelli caratterizzati da una lunga crisi, come il tessile e il mobile. Vanno benissimo i prodotti petroliferi e dell’industria chimica, l’agroalimentare, i computer e la meccanica. Aspetti, questi, che la Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone, non manca di sottolineare: “Dopo un 2009 drammatico in particolare per il commercio estero – dice - vediamo il rafforzarsi di un trend di crescita, già evidente nei primi mesi dell’anno, che lascia ben sperare soprattutto per la ripresa di settori come il Tac e il mobile. Ma allo stesso tempo registriamo la crescita dei comparti più innovativi. Tutto questo è la dimostrazione che aver puntato su politiche di internazionalizzazione mirate sia a riposizionare i settori tradizionali che a lanciare quelli ad alto contenuto tecnologico sia stata una politica lungimirante, ripagata da risultati che ormai sono tangibili. Oggi i dati Istat ci dicono che abbiamo imboccato la strada giusta per l’uscita dalla crisi. Noi ci impegniamo ad implementare gli sforzi per una crescita ancora più sostenuta”. Nel 2009 l’export pugliese aveva subito una flessione del 22,9 per cento.  
   
   
ESPORTAZIONI PIEMONTESI: NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2010 LE VENDITE ALL’ESTERO AUMENTANO DEL 16% RISPETTO AL 2009  
 
Torino, 9 settembre 2010 - Nei primi 6 mesi del 2010, il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 16,7 miliardi di euro, registrando un incremento del 16,0% rispetto allo stesso periodo del 2009. Valutando le singole variazioni trimestrali, si osserva come alla crescita del +11,1% del I trimestre dell’anno sia seguito un incremento del +20,7% nel periodo aprile-giugno 2010. Sia la variazione complessiva semestrale che quelle trimestrali vanno, tuttavia, valutate con cautela, in quanto calcolate sui valori dei corrispondenti periodi del 2009, quando il sistema economico piemontese era all’apice della crisi. L’incremento dell’export piemontese nel I semestre del 2010 risulta più sostenuto della media nazionale (+12,6%). Tutte le ripartizioni territoriali hanno registrato variazioni tendenziali positive, con incrementi superiori al dato nazionale per l’Italia insulare (+49,2%), meridionale (+15,3%) e centrale (+14,0%), mentre sia nell’area nord-occidentale (+11,5%) che in quella nord-orientale (+11,4%) la crescita è risultata meno sostenuta. Il Piemonte si consolida in quarta posizione tra le principali regioni esportatrici, con una quota del 10,3% dell’export nazionale e una performance migliore rispetto ai suoi competitor: in Lombardia l’incremento dell’export nel I semestre 2010 è stato del +10,1%, mentre in Veneto e in Emilia Romagna la crescita è risultata pari al +11,7%. “Le esportazioni piemontesi sono aumentate, nei primi sei mesi del 2010, di ben 16 punti percentuale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di un buon risultato per la nostra economia, superiore alle performance di altre regioni italiane nostre competitor e del dato complessivo nazionale - commenta Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte -. Le aziende piemontesi, che rimangono uno dei motori del made in Italy nel mondo, devono continuare a guardare con determinazione ai nuovi mercati emergenti e le istituzioni devono saper accompagnare questo sforzo, sostenendo il processo di internazionalizzazione dell’economia regionale. Aumentare sensibilmente la quota del mercato internazionale è un obiettivo possibile che dobbiamo perseguire con impegno, poiché l’export ha rappresentato e continuerà a rapprentare il volano fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio”. La crescita complessiva delle vendite piemontesi all’estero è stata trainata dalle variazioni positive registrate in tutti i principali comparti. Il settore dei mezzi di trasporto, che da solo genera circa un quarto dell’export complessivo, ha realizzato un incremento del 19,8%, frutto di aumenti registrati sia per le esportazioni di autoveicoli (+17,1%) che per quelle di componenti veicolari (+32,8%). La meccanica, secondo comparto delle esportazioni regionali con una quota del 19,4%, ha messo a segno un incremento dell’export del 13,5%. Risulta superiore alla media regionale la crescita delle esportazioni di metalli e prodotti in metallo (+22,9%), terzo settore dell’export locale. L’alimentare, che nel corso del 2009 aveva manifestato una dinamica negativa più contenuta rispetto agli altri comparti, nel I semestre del 2010 registra una crescita più modesta rispetto alla media (+8,0%). Per quanto riguarda i mercati di sbocco delle merci piemontesi, il bacino dell’Ue 27 continua ad attrarre circa i due terzi delle esportazioni regionali (il 64,0%), contro il 36% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. La dinamica delle vendite piemontesi dirette ai partner extra-Ue 27 nel I semestre del 2010 (+22,2%) è risultata più intensa rispetto a quella realizzata sui mercati comunitari (+12,8%), grazie soprattutto alla forte crescita delle esportazioni verso Cina (+71,4%), Turchia (+66,9) e Brasile (+66,6%).  
   
   
BILANCIO ABRUZZO: CHIODI, CONCRETEZZA NELLA LOTTA AGLI SPRECHI DEBITO COMPLESSIVO RIDOTTO DI 500 MLN DI EURO  
 
L´aquila, 9 settembre 2010 - "Rispetto agli anni passati e, grazie alla concretezza della nostra politica di contenimento delle spese, oggi possiamo vantare una riduzione del debito complessivo di oltre 500 milioni di euro in poco più di un anno. L´abruzzo, pur con evidenti sacrifici, ha smesso di fare nuovi debiti e di generare altro disavanzo. Un dato che, probabilmente, l´opposizione ignora, o finge di ignorare, cercando di focalizzare l´attenzione su una polemica sterile, demagogica, fondata sul nulla". Il Presidente Gianni Chiodi risponde così alle polemiche di questi giorni elencando i significativi tagli alle poltrone, agli sprechi e ai costi della politica operati da quando lui si trova al vertice di questa amministrazione. "Sul fronte della spesa pubblica - aggiunge - ricordo la riduzione delle Asl da sei a quattro, la chiusura di due sedi di rappresentanza in Romania ed in Brasile, la liquidazione di due società, la Sir e l´Aret, il commissariamento degli enti e delle agenzie regionali che ha portato ad eliminare 24 consigli di amministrazione, il taglio dei compensi ai consiglieri di amministrazione di Abruzzo Engeneering e Fira, del numero dei dirigenti regionali da 128 a 105, la riduzione del numero dei Confidi, l´arresto delle dinamiche di assunzione del personale e, infine, la riduzione delle Comunità montane e delle indennità dei consiglieri regionali. In due anni l´indebitamento è sceso di oltre il 12,5 per cento. Tutte iniziative che forse erano tra gli obiettivi della Sinistra, con la differenza che noi, dopo averlo annunciato lo abbiamo fatto veramente. E´ il risultato di una concreta politica del fare che questa amministrazione sta portando avanti. Insomma - conclude Chiodi - i consiglieri d´opposizione dimostrano di non essere attenti oggi ai tagli operati da questa amministrazione così come, in passato, sfuggivano loro gli sprechi di risorse pubbliche, le elargizioni di privilegi e le spese inutili che la loro maggioranza operava deliberatamente fino a portare questa regione all´immobilismo".  
   
   
INTERVENTO DELLA GIUNTA SARDA SULLA MOZIONE ENTRATE  
 
Cagliari, 9 Settembre 2010 - "Il vice ministro, proprio lunedì 6 in una comunicazione ufficiale ci ha rassicurato confermando quanto espresso nel corso dell’incontro che si è tenuto a Roma lo scorso 5 agosto". E´ quanto affermato dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci, nel corso del suo intervento di replica in Aula alla mozione sulle entrate. "Il nuovo sistema finanziario regionale entra a regime dal 2010 come espressamente stabilito dal comma 838 dell´articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, numero 296 – ha spiegato Cappellacci citando la nota del ministero - il Governo intende dare puntuale e corretta applicazione alle disposizioni di cui all´articolo 8 della legge costituzionale 348 come modificato dall´articolo 1, comma 834 della legge 296. Al riguardo l´amministrazione finanziaria statale sta già attuando tutte le nuove disposizioni finanziarie che non necessitano per la quantificazione delle quote regionali della definizione di nuovi criteri e meccanismi operativi. Inoltre, al fine di consentire la pronta e integrale applicazione del nuovo sistema finanziario gli Uffici ministeriali, in raccordo con gli Uffici regionali, stanno per ultimare la stesura delle disposizioni che verranno portate all´esame dell´apposita Commissione paritetica deputata alla proposizione delle norme di attuazione dello Statuto. Gli stanziamenti statali destinati alle devoluzioni delle autonomie speciali hanno un carattere provvisorio in conseguenza della momentanea indeterminabilità delle compartecipazioni spettanti alle medesime autonomie. Gli stessi saranno doverosamente adeguati appena saranno fissate le regole occorrenti per determinare le quote regionali". "Inoltre – ha ripreso il presidente della Regione - la Commissione paritetica è convocata per il 20 settembre alle ore 15 con all´ordine del giorno le norme di attuazione". Dopo il presidente ha replicato in Aula anche l’assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa. "Abbiamo da subito riconosciuto che il novellato articolo 8 prevedeva effettivamente maggiori introiti - ha spiegato - e ancora più correttamente per non inasprire il dibattito inutilmente abbiamo in parte anche sorvolato su alcuni limiti evidenti contenuti in quella chiusura dell´accordo. Le norme di attuazione non sono un tabù, sono norme che ci garantiscono perché sono fatte con un metodo pattizio che ci permettono di entrare nel merito di questi meccanismi attuativi. Solo per questo riteniamo che sia utile avere le norme di attuazione, non abbiamo mai detto che le norme di attuazione sono necessarie per riconoscere vigenza allo Statuto. Lo Statuto è vigente, è immediatamente applicabile ma con dei meccanismi che potrebbero essere aleatori, non vogliamo lasciarli alla discrezionalità della ragioneria centrale dello Stato".  
   
   
ENTRATE: LA GIUNTA NON ACCETTA PASSIVAMENTE NESSUN VINCOLO CHE RALLENTI LE POTENZIALITÀ DELLA SARDEGNA  
 
 Cagliari, 9 Settembre 2010 - "L´opposizione continua a cavalcare sterili polemiche perseguendo una linea totalmente contraria al dialogo e ignorando in modo del tutto pretestuoso la realtà dei fatti. La Giunta non accetta passivamente nessun vincolo che possa rallentare le potenzialità di crescita della Sardegna. La vertenza per la modifica dell’articolo 8 venne chiusa dall’allora giunta di sinistra senza nemmeno accennare alla modifica del patto di stabilità che oggi limita la spesa e non ci permette di dare ai lavoratori, alle imprese, agli agricoltori le risposte che vorremmo. E’ stata questa Giunta a impegnarsi sin dal suo insediamento, per portare avanti una rinegoziazione del patto, ma sarebbe demagogico ignorare gli impegni richiesti all’Italia dall’Unione Europea”. E’ quanto affermato dall’assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito alle dichiarazioni dell’opposizione sulla vertenza entrate. "Al contrario di quanto dichiarato dalla minoranza - ha ripreso La Spisa - la Regione spende velocemente e ad oggi ha movimentato oltre il 50 per cento della spesa. A causa del Patto è come se avessimo una Ferrari con il limitatore di velocità. Prima di arrivare allo scontro istituzionale stiamo affrontando il problema senza andare al traino del Governo, ma attraverso un confronto, dignitoso, forte e di alto livello con lo Stato. Abbiamo sempre ribadito senza bisogno di input dell’opposizione che avremmo portato avanti le ragioni della Sardegna in tutte le sedi, arrivando, se sarà necessario, sino alla Corte Costituzionale".  
   
   
UN NUOVO ASSETTO ISTITUZIONALE PER DARE AL TRENTINO UN NUOVO CAMBIAMENTO  
 
Trento, 9 settembre 2010 - Si e´ svolto il 7 settembre a Dimaro il primo dei tre incontri che il presidente della Comunita´ Valle di Sole, Pierantonio Cristoforetti, ha organizzato insieme ad alcuni componenti della giunta per promuovere la conoscenza della riforma istituzionale, del ruolo e delle funzioni della Comunita´ di valle. I prossimi due appuntamenti sono in calendario giovedì 9 settembre alle 20 e 30 a Ossana e sabato 11 alle 17 a Terzolas presso il Convento dei Frati Cappuccini. E´ stato il sindaco Romedio Menghini a introdurre l´appuntamento di ieri sera al teatro di Dimaro, organizzato dal presidente e dalla giunta della Comunita´ Valle di Sole. Presenti in sala oltre ai cittadini anche assessori e sindaci di alcuni paesi della valle. Primo a prendere la parola e´ stato il direttore del Consorzio dei Comuni Alessandro Ceschi che ha illustrato brevemente i principi della legge provinciale n. 3 del 2006, elencando le competenze che la Provincia ha trasferito ai territori. Ha anche ricordato quali sono gli organi della Comunita´ (assemblea, organo esecutivo, presidente e conferenza dei sindaci) e ne ha illustrato le funzioni. La responsabile del progetto per l´attuazione della Riforma istituzionale Patrizia Gentile ha poi illustrato quanto stabilito dalla legge n. 15 del 2009, vale a dire le disposizioni per l´elezione diretta di una parte della Comunita´, cioe´ quanto si svolgera´ in Trentino il prossimo 24 ottobre. Nel ricordare che le candidature dovranno essere presentate a partire dal 14 entro il 27 settembre, la dirigenteha spiegato che laddove si verificheranno le condizioni che porteranno al ballottaggio (previste dalla legge), l´elettorato tornera´ alle urne il 7 novembre. (Informazioni e dettagli sul voto del 24 ottobre sul sito www.Provincia.tn.it) L´assessore Mauro Gilmozzi, in chiusura dell´incontro, ha illustrato quali sono state le premesse della Riforma istituzionale ribadendo che "in un mondo che e´ cambiato molto velocemente era il Trentino che doveva trovare il modo di rapportarsi con il mondo globale. Non poteva stare ad aspettare che il cambiamento investisse il Trentino. Il nostro e´ un territorio che deve restare competitivo e integrarsi con il resto del mondo. Per questo - ha detto l´assessore - ai territori abbiamo trasferito le competenze, per poter gestire meglio il proprio sviluppo. Due sono le parole di questa Riforma, Autonomia e futuro. Laddove la parola Autonomia sta ad indicare, storicamente, una capacita´ di gestione autonoma, di pensare al proprio futuro che il Trentino ha sempre avuto. Attraverso la Comunita´ di Valle i territori possono farlo più direttamente. Per farlo fino in fondo, pero´, e´ necessario recuperare una dimensione collettiva e abbandonare l´individualismo, partecipare con convinzione alla vita della propria Comunita´. Voglio ricordare - ha sottolineato l´assessore - che e´ la prima volta che la Provincia trasferisce competenze e, con queste, ovviamente le responsabilita´". In conclusione l´assessore Gilmozzi ha ribadito la straordinaria opportunita´ fornita dal nuovo assetto istituzionale per dare al Trentino un nuovo cambiamento di passo. "L´obiettivo e´ rendere la Comunita´ più efficiente, più solidale, più capace di contenere la spesa pubblica prendendo le migliori performance dei Comuni portandole a obiettivo. Per questo sono stati formati i facility manager presso la Scuola di Governo del territorio e del paesaggio". Molte le domande del pubblico presente in sala, sia da parte degli amministratori e dei cittadini. A chiusura della serata il presidente della Comunita´ Valle di Sole, Pierantonio Cristoforetti, ha annunciato che verra´ indetto un concorso pubblico per ideare uno stemma che identifichi la Comunita´ della Val di Sole e che possa rappresentare tutti.  
   
   
VERTICE SU PROBLEMI DI MARATEA CON DE FILIPPO, ENTRO FINE ANNO BANDO PER L’EX OSPEDALE. IN APPALTO I LAVORI DEL PORTO. FEDERALISMO DEMANIALE SULL’AREA DEL PARCHEGGIO  
 
Maratea, 9 settembre 2010 - Entro la fine dell´anno sarà emanato il bando per far realizzare un centro di riabilitazione presso l’ospedale di Maratea, da subito la Regione manifesterà all’Anas la propria volontà di cofinanziare la realizzazione delle varianti per mettere definitivamente al riparo dal rischio di caduta massi la Ss 18 ed è pronto per andare in appalto il progetto esecutivo per la realizzazione del primo stralcio di interventi sul porto della cittadina tirrenica lucana, con interventi di riqualificazione che garantiranno la definitiva messa in sicurezza anche rispetto ai problemi delle mareggiate. Sono questo alcuni dei più evidenti risultati che si sono avuti con la conferenza di servizio su Maratea convocata, su richiesta del sindaco Mario Di Trani, dal presidente della Regione Vito De Filippo che ha portato al tavolo, a cui era anche presente il consigliere regionale Marcello Pittella, dirigenti regionali, a partire dal direttore generale Angelo Pietro Paolo Nardozza e il capo di Gabinetto della Presidenza, Angelo Raffaele Rinaldi, l’Autorità di Gestione del Fesr, Patrizia Minardi, l’Autorità di Bacino, col segretario generale Mario Cerverizzo, e i vertici dell’azienda Sanitaria di Potenza, guidati dal direttore generale Pasquale Amendola. Proprio i vertici dell’Azienda sanitaria, sulla vicenda dell’ospedale, hanno comunicato che è giunta a conclusione la fase di dialogo informale con i soggetti dotati di elevata competenza in campo riabilitativo che hanno manifestato interesse ad insediarsi a Maratea. La interlocuzioni hanno riguardato la Fondazione Don Gnocchi di Milano e l’Istituto Properius di Firenze e entro l’anno si procederà alla emissione del bando, aperto anche ad eventuali altri soggetti interessati, per aggiudicare il servizio ed avviarsi alla fase operativa. Trovare una soluzione definitiva è anche la logica con cui è stata affrontata la questione Ss18, ossia il problema dei ripetuti periodi di chiusura della principale strada di accesso a Maratea dovuto all’incombente fenomeno della caduta massi. Regione e Comune sono riusciti a giungere ad una soluzione progettuale condivisa, che parte dal progetto del prof. Spilotro dell’Università di Basilicata con la previsione di alcuni tratti in galleria, ma affianca alcune balconate nei tratti allo scoperto per realizzare dei “belvedere” sulla costa. Per realizzare l’opera serviranno 18 milioni di euro e la Regione ha deciso di inserirla nelle priorità da consegnare all’Anas, per cofinanziarla utilizzando i soldi già disponibili perché riprogrammati rispetto ad altri progetti di viabilità che non hanno avuto la sponda di finanziamento nazionale. Andrà, intanto, preso in appalto il primo stralcio dei lavori al porto. Il progetto esecutivo, per un milione e750mila euro, ha trovato copertura finanziaria da parte della Regione che, unitamente all’Autorità di Bacino, fornirà anche assistenza al Comune nella gestione dell’appalto. La Regione ha anche allo studio una serie di interventi di riqualificazione nelle aree vicine al porto con migliorie e interventi di arredo urbano. Tra gli altri temi esaminati nel corso della Conferenza di Servizio la vicenda del Parcheggio di Fiumicello e l’attività di pulizia del mare da rifiuti solidi avviata quest’anno. Quanto al Parcheggio, che sorge in area demaniale per la quale è previsto il pagamento di un cospicuo canone annuo, si è convenuto di procedere a inserire la zona nell’elenco di beni da trasferire dallo Stato alla Regione in virtù del così detto “federalismo demaniale”, in modo che un successivo trasferimento al Comune risolva definitivamente il problema. Quanto alla Pulizia del mare, attuata per la prima volta quest’anno con una chiatta che ha “spazzato” il mare quotidianamente nel periodo estivo eliminando tutti gli inquinanti solidi, si è preso atto del gradimento sul servizio espresso da operatori e turisti al fine di decidere per una prosecuzione anche negli anni a venire. “L’attenzione riservata a Maratea – ha spiegato il Presidente De Filippo – ha alla base una duplice motivazione: da una parte è del tutto evidente la necessità di rafforzare quello che è uno dei principali attrattori del turismo in Basilicata, dall’altra c’è la volontà di uscire definitivamente dalla serie di emergenze che hanno segnato l’economia dell’industria dell’ospitalità in questo territorio in modo da dare tranquillità e continuità al settore con ricadute anche nelle aree interne. La Regione, anche questa volta, non ha fatto mancare il proprio sostegno in una logica di condivisione con il Comune”.  
   
   
PERSONALE REGIONE ABRUZZO: PATTO PER RILANCIO E VALORIZZAZIONE  
 
L´aquila, 9 settembre 2010 - Sarà improntata sullo spirito fortemente innovativo tra Regione Abruzzo e sindacati l´attività tesa a riorganizzare la macchina amministrativa regionale. È quanto emerso al termine dell´incontro che l´assessore al Personale, Federica Carpineta, ha avuto con i rappresentanti sindacali per discutere le problematiche legate al personale dell´Ente. "Quella di ieri è da ricordare come una data importante per le relazioni sindacali nella Regione Abruzzo e per lo sviluppo di nuovi percorsi capaci di innovare, rilanciandola, la struttura amministrativa della Regione", ha commentato l´assessore Carpineta. "Ho trovato una concorde volontà per riorganizzare la macchina amministrativa partendo dalla valorizzazione dei lavoratori già dipendenti della struttura regionale. La stessa comune determinazione è emersa per cancellare la stagione del precariato, offrendo soluzioni che diano ai precari ed ai giovani abruzzesi in cerca di occupazione la concreta possibilità di misurarsi in prove selettive per accedere ai posti liberi in pianta organica. Ho preso impegno di portare all´approvazione della Giunta regionale un provvedimento per la per la nomina dei componenti le commissioni concorsuali attraverso procedure trasparenti. I giovani abruzzesi sapranno così che potranno competere e mettersi alla prova sulla base dei meriti, in un sistema trasparente che premierà i migliori e non lascerà dubbi e amarezze ingiustificate negli altri concorrenti". L´assessore Carpineta ha poi voluto sottolineare, rivolgendosi ai rappresentanti sindacali incontrati, "la sensibilità dimostrata nell´attività di modernizzazione e ottimizzazione della macchina amministrativa del personale e so che saranno, con la stessa passione, rigorosi nel partecipare sia alle prossime decisione concertate, sia al controllo di quanto sarà competenza del mio assessorato realizzare per conto del Governo regionale Si è fatta così chiarezza su polemiche che oggi non hanno motivo di essere ulteriormente agitate. Chi lo farà, si chiamerà fuori da questo patto che guarda al futuro. Così facendo - ha concluso l´assessore al Personale - dimostrerà di essere legato solo alla egoistica cura del proprio orticello, che vorrà continuare a coltivare con spregiudicatezza e disprezzo del bene comune".  
   
   
SOSTEGNO AL REDDITO PER GLI APPRENDISTI LICENZIATI L´ACCORDO RAGGIUNTO FRA REGIONE TOSCANA E PARTI SOCIALI  
 
Firenze, 9 settembre 2010 - I lavoratori assunti come apprendisti che hanno perduto il lavoro e che non possono più usufruire della cassa integrazione in deroga potranno comunque beneficiare di una speciale indennità a sostegno del loro reddito. La decisione di estendere agli apprendisti una copertura, analoga a quella del sussidio di disoccupazione per i lavoratori assunti con contratto di lavoro ordinario, è stata presa da sindacati e associazioni dei datori di lavoro al termine dell´incontro della Commissione tripartita presieduta dall´assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini. «Dato il perdurare della crisi - spiega l´assessore Simoncini - abbiamo individuato un ulteriore strumento per ridurre l´impatto sociale dell´emergenza occupazione e salvaguardare i redditi di tanti apprendisti che sono stati licenziati e che, a cose normali, non hanno diritto agli ammortiz zatori sociali tradizionali come la mobilità e la disoccupazione. Credo si tratti di una misura doverosa, così come l´estensione a questa categoria della cassa integrazione, anche perchè il contratto di apprendistato riguarda i giovani, che sono una delle componenti più deboli del mercato del lavoro». In Toscana i contratti di apprendistato negli ultimi anni hanno costituito circa il 5% del complesso delle assunzioni effettuate, anche se, nel corso del 2009, la crisi ha influito negativamente comportando un drastico ridimensionamento anche di questo tipo di contratto. A erogare il sostegno al reddito per gli apprendisti sarà la Regione, che gestirà direttamente le richieste che li lavoratori dovranno presentare tramite i centri per l´impiego. Per poter ricevere il sostegno previsto dalla Regione gli apprendisti dovranno documentare di avere un´anzianità aziendale d i almeno 12 mesi, di cui almeno 6 di lavoro effettivamente prestato. La domanda dovrà essere presentata, tramite i centri per l´impiego, entro 30 giorni dal licenziamento. Alla domanda ciascun lavoratore dovrà, fra l´altro, accompagnare una dichiarazione di disponibilità ad un percorso di riqualificazione professionale.  
   
   
ECCO IL PATTO PER LO SVILUPPO DELLA PROVINCIA DI FIRENZE PREVISTI INTERVENTI PER FORMAZIONE, OCCUPAZIONE E SISTEMA INFRASTRUTTURALE ROSSI: «SARÀ UNO STRUMENTO CHE SI INTRECCIA ALLE POLITICHE REGIONALI»  
 
Firenze, 9 settembre 2010 - «Un patto è una scelta politica che impegna. Considero dunque un segno positivo, in un momento particolare come quello presente, che le forze economiche e le istituzioni scelgano questo modello partecipativo per imboccare la strada verso il futuro». Sono le parole con cui il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha accolto ieri la presentazione del “Patto per lo sviluppo, la competitività e la buona occupazione” illustrata dal presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, insieme a tutti i rappresentanti degli enti locali e delle forze economiche firmatarie del documento. «La Regione – ha proseguito Rossi – si impegna a fare di questo patto uno strumento che si intreccia con le politiche regionali. Dopo aver esaminato le vostre proposte dovremo rivederci entro breve tempo, non più di un mese, per avviare una riflessione che ci porti ad integrare le vostre pro poste con i contenuti del prossimo Bilancio regionale e del Piano regionale di Sviluppo. La responsabilità conferitaci – ha proseguito- mi obbliga a dare risposte all’area più ricca e popolosa della Toscana su un terreno di confronto e di dialogo. In questo momento di crisi dobbiamo cercare intese e non esasperare le conflittualità”. Sottoscritto lo scorso maggio da Provincia di Firenze, Comuni, Comunità montane, associazioni delle imprese e organizzazioni sindacali, il patto prevede interventi per la formazione, per il rilancio del lavoro e dell’occupazione, sviluppo delle reti di impresa, accesso al credito e sistema delle infrastrutture, compresa l’alta velocità e la riorganizzazione della rete ferroviaria e metropolitana con particolare attenzione al sistema stradale e autostradale con l’adeguamento della terza corsia tra Barberino e Incisa e la bretella Prato-signa. “N el testo che oggi consegniamo alla Regione Toscana – ha spiegato Barducci - sono illustrate le difficoltà in cui si dibatte il nostro territorio, a cominciare dalla crisi economica. Ma in questo documento, che è frutto della concertazione fra tutte le parti, sono indicate anche le possibili vie di uscita che sono state individuate”. Rispetto all’analogo documento che fu firmato nel 2005, il nuovo patto, tenendo conto dell’attuale crisi economica, inserisce come momento di condivisione il valore del territorio e un nuovo concetto di partecipazione fra gli attori dello sviluppo e le amministrazioni pubbliche “dove la concretezza delle decisioni, i tempi brevi, il monitoraggio e i percorsi decisionali e la qualità degli interventi sono gli elementi portanti.  
   
   
SICUREZZA, ESTATE DIMINUISCONO I REATI -23%, DA 3 ANNI CRIMINI IN PICCHIATA GRAZIE A MODELLO MILANO.  
 
Milano, 9 settembre 2010 - Risultati eccezionali grazie a controlli per ordinanze. E a 100 presidi attivati quest’estate nei quartieri a rischio, parchi, metropolitane, mercati, garantiti da Forze dell’Ordine, Polizia Locale, militari e operatori sicurezza “Il crollo dei reati registrato dalla Questura nei mesi d’estate è la conferma che a Milano si sta lavorando in modo straordinario. E l’unico fallimento sono gli slogan parolai del centrosinistra. Perché questi sono dati reali. La percezione è altra cosa. Il 24 % in meno di reati nei mesi di luglio e agosto va inquadrato in un trend costante di perenne discesa dei crimini. Perché i reati nel biennio 2008-2010 erano già calati in città del 48% secondo la Questura. Un quadro completamente diverso all’epoca del governo Prodi, che infatti è caduto proprio sulla sicurezza. Perché secondo i dati diffusi dalla Polizia di Stato, a dicembre 2007, con Amato ministro dell’Interno, le rapine in abitazione erano invece aumentate del 6%, quelle in banca del 46%, i furti in casa del 7% e le truffe anziani del 24%” Lo afferma il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato a commento dei dati diffusi dalla Questura relativamente alla diminuzione del 23% dei reati nei mesi di luglio e agosto 2010 rispetto al periodo precedente. “Questi numeri straordinari- spiega De Corato – testimoniano la bontà del modello Milano, che ha dato sicurezza reale ai cittadini. E premiano l’azione sinergica attivata quest’estate con 100 presidi garantiti da Polizia Locale, Forze dell’ordine, militari e operatori della sicurezza in aree critiche, mercati, parchi, mezzi pubblici. Un’azione che ha beneficiato ulteriormente delle ordinanze che in alcuni quartieri a rischio, da Padova a Sarpi, al Corvetto, hanno messo per strada più uomini. Contribuendo a rendere Milano più sicura”.  
   
   
AL VIA IN ABRUZZO CONFRONTO PER APPROVAZIONE 4° PIANO SOCIALE REGIONALE  
 
L´aquila, 9 Settembre 2010 - Sarà il mese del confronto fra l´assessorato alle Politiche Sociali, i sindacati e i territori, per portare all´approvazione il quarto Piano Sociale Regionale, la cui bozza è in corso di ultimazione, grazie anche agli spunti che vengono dai sindacati, non ultimo la Uil, sollecitati dallo stesso assessore Gatti nella riunione del 13 agosto scorso nella quale sono state presentate le "Linee Guida del Piano Sociale". In esse sono tracciate le vere e proprie evoluzioni del welfare regionale, in superamento delle logiche di assistenzialismo e di dipendenza, con l´obiettivo di affermare strumenti attivi di assistenza e protezione, orientati più al cittadino e meno ai sistemi di rappresentanza e di mediazione. "Suggerimenti e osservazioni che io stesso ho sollecitato in un percorso franco e leale di confronto con le parti sociali, sono ovviamente sempre ben accetti - commenta Gatti - ma dispiace che possano essere oggetto di strumentalizzazione per accreditare la tesi che la Regione Abruzzo faccia poco e male in tema di politiche sociali". "Abbiamo fatto tanto ? prosegue l´assessore - con il contributo di tutti, e molto altro dobbiamo fare per mantenere e impegnarci a migliorare il livello dei servizi, nonostante l´evidenza dei tagli di risorse a livello nazionale e lo stato deficitario delle casse regionali. Auspico che il confronto che ci apprestiamo a realizzare sia ampio, esaustivo e rapido per dare certezze e servizi di qualità ai cittadini". Con questo spirito, in riferimento alle osservazioni della Uil, e senza alcuna vena polemica, peraltro inutile alla vigilia di un percorso di confronto importante e che deve vedere tutti gli attori sociali impegnati alla redazione del miglior piano sociale possibile, l´assessorato precisa 4 punti : 1)in relazione alla mancata adozione di un legge regionale di recepimento della Legge quadro, in previsione dell´unificazione di tutte le norme regionali che incidono sul welfare, il quarto Psr (Piano Sociale Regionale) individuerà con precisione i livelli essenziali, i criteri di gestione dei servizi e delle strutture assistenziali, dando atto che da mesi l´assessorato già ha proceduto a proporre ipotesi normativa di riordino delle Ipab, oltre che attivare gli uffici per la riformulazione della normativa regionale in materia di autorizzazione ed accreditamenti; 2)in relazione alla evidenziata carenza circa i dati socio-demografici esposti nelle Linee Guida, una puntuale lettura socio-demografica e dei bisogni troverà ampia sede nella costruzione del Profilo sociale regionale del redigendo Psr, correlandosi, essa sì, alla definizione dei Livelli essenziali di assistenza sociale; 3) in riferimento all´inclusione sociale per la prima volta e con una logica innovativa questo settore vedrà destinati ingenti risorse attraverso l´utilizzo del Fondo Sociale Europeo; 4) per quanto attiene ai metodi di distribuzione delle risorse, di concerto con le parti sociali, l´assessorato sta individuando i nuovi criteri di ripartizione delle risorse, mediante l´individuazione di indicatori di contesto certamente più calibrati di quanto avvenisse nel recente passato.