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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Gennaio 2011
UN QUADRO EUROPEO PER LA GESTIONE DEI FALLIMENTI BANCARI?  
 
Bruxelles, 18 gennaio 2011 - A seguito della Comunicazione sul quadro di gestione europeo delle crisi nel settore finanziario (Ip/10/1353 – 20 ottobre 2010) la Commissione europea richiede il parere di tutte le parti interessate per la definizione dei dettagli di questo quadro, con particolare riferimento al settore bancario. Una proposta legislativa in merito è prevista prima della prossima estate. La consultazione è aperta fino al 2 marzo 2011. Ad oggi vi sono pochissime regole a livello europeo per una gestione comune, da parte degli Stati membri, delle crisi di quegli istituti bancari che, per ragioni di stabilità finanziaria, non possono essere lasciati fallire secondo le usuali regole di insolvenza. La consultazione mira a individuare poteri comuni ed efficaci per affrontare le crisi bancarie tempestivamente e per minimizzare i costi dei contribuenti, quali: - La possibilità da parte degli Stati di richiedere agli istituti bancari di cambiare la propria struttura o strategia di business qualora questo fosse necessario per la sopravvivenza dell´istituto stesso - Il potere, da parte dei supervisori, di agire prima che la situazione diventi critica o incontrollabile. - La possibilità, data agli Stati, di poter gestire il fallimento nel caso questo non fosse evitabile, tramite, ad esempio, il trasferimento di beni mobili e immobili ad altre banche o a banche-ponte. - Accordi efficaci tra le autorità per assicurare la cooperazione per minimizzare gli effetti negativi transfrontalieri del fallimento delle banche. - Una distribuzione equa dei costi dei meccanismi di finanziamento che minimizzino l´uso dei fondi dei contribuenti. L´obiettivo è quello di minimizzare il rischio di un "contagio" fallimentare e di assicurare la continuità dei servizi bancari, ivi compreso l´accesso ai depositi da parte dei risparmiatori. Il quadro dovrà fornire una credibile alternativa ai "bailout" che hanno caratterizzato la recente crisi.  
   
   
INAUGURATO IL CORSO PER AMMINISTRATORI LOCALI "GOVERNANCE LOCALE E UNIONE EUROPEA"  
 
Roma, 18 gennaio 2011 - Il 13 gennaio scorso presso l´Università di Roma Tre è stato inaugurata la terza edizione del corso gratuito di formazione per amministratori locali denominato “Governance locale e Unione Europea”, organizzato dal Pore e dal Dipes (Dipartimento di Istituzioni pubbliche Economia e Società) in collaborazione con l´Upi e l´Anci. Ad aprire i lavori e a dare il benvenuto ai 150 amministratori locali selezionati, provenienti da tutto il territorio nazionale, sono stati il prof. Francesco Guida, Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell´Università degli Studi “Roma Tre”, il prof. Ernesto Somma, coordinatore del Pore, il prof. Gianfranco D´alessio, Direttore del Dipes, il dott. Giacomo D´arrigo, componente dell´Ufficio di Presidenza nazionale dell´Anci, e la dott.Ssa Claudia Giovannini, Vice Direttore dell´Upi. «Per noi del Pore – ha detto il coordinatore Somma aprendo i lavori - è motivo d´orgoglio essere arrivati alla terza edizione del corso che si pone tra le più importanti iniziative di formazione per i giovani amministratori locali. Quest´anno l´età media dei partecipanti si è ulteriormente abbassata a 32 anni; si tratta per oltre il 50% di amministratori provenienti dal Sud e dalle Isole, per il 26% dal Centro e per il 23% dal Nord. La forza di questo corso – ha sottolineato Somma - continua ad essere la sinergia tra le varie realtà istituzionali, le amministrazioni locali, l´Anci e l´Upi, il Governo l´Università e le istituzioni europee, con l´opportunità di svolgere uno stage conclusivo a Bruxelles. Questa terza edizione presenta degli aspetti nuovi e delle migliorie, introdotte grazie alle esperienze passate e al feedback proveniente dagli altri partecipanti». Anche il Preside della Facoltà Francesco Guida ed il prof. D´alessio nei loro interventi hanno voluto sottolineare l´importanza dell´iniziativa per l´Università, definendola un´occasione di apertura e di confronto del mondo accademico con le realtà istituzionali e territoriali, in una prospettiva europea. Il rappresentante dell´Anci, D´arrigo, ha sottolineato l´ottimo livello del corso di formazione del Pore, definendolo «il più importante tra quelli che organizziamo», mentre l´esponente dell´Upi, Claudia Giovannini, si è soffermata sull´attenzione dimostrata dall´Unione delle Province, anche a livello europeo, alla formazione e informazione sulle politiche europee per cogliere al meglio le opportunità di crescita offerte dall´Ue.  
   
   
"NULLA È PIÙ COME PRIMA": IL VICEPRESIDENTE TAJANI INTERVIENE AL TERZO INCONTRO DEL CICLO ORGANIZZATO DA CONFINDUSTRIA ANCONA SULLA CRISI ECONOMICA  
 
 Ancona, 18 gennaio 2011 - Il Vicepresidente della Commissione europea responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria Antonio Tajani è intervenuto al terzo incontro del ciclo organizzato da Confindustria Ancona sul tema "Nulla più come prima" e dedicato alla crisi e al rilancio dell´economia in Italia e in Europa. Il dibattito ha avuto luogo il 14 gennaio presso la sede di Confindustria Ancona ed è stato moderato dal giornalista e capo redattore news di Radio 24 Sebastiano Barisoni. Nel suo intervento il Vicepresidente Tajani ha sottolineato la necessità in particolare in questo periodo di crisi di "rimettere al centro l´economia reale"; un esercizio fondamentale per le Marche, con il loro tessuto imprenditoriale locale costituito da una "dorsale di piccole e medie imprese innovanti e di successo a livello internazionale, che rappresentano la carta vincente per la Regione e costituiscono un modello di riferimento per l´intera Europa". Dalla crisi alla complessità per guardare allo sviluppo. "Il mondo non sarà più come prima" è frase patrimonio di tutti seppur nessuno oggi abbia una risposta certa e chiara che indichi cosa deriverà dal cambiamento in atto. È certo che l’industria non può più pensare solo alla crisi; deve e vuole guardare a nuove forme di sviluppo, orientate a garantire benessere economico e sociale. Non solo "il mondo non sarà più come prima"; anche l’industria e l’imprenditoria della nostra provincia evolveranno ma siamo certi che sapranno guardare aldilà del mare e dei monti per ritrovarsi protagoniste nei mercati.  
   
   
L´EUROPA E IL RITORNO ALLA CRESCITA DURATURA. L´OPINIONE DI DIEGO MARANI.  
 
Roma, 18 gennaio 2011 - Il varo dell´Analisi annuale della crescita è uno di quei piccoli passi che spesso passano inosservati nel cantiere della costruzione europea ma che nel medio termine possono creare il terreno propizio alle grandi svolte. Dopo la definizione del piano anti-crisi, governi e Commissione discuteranno insieme della stabilità macroeconomica, delle riforme strutturali e della crescita in una prospettiva inedita di coordinamento scandita dal nuovo "Semestre europeo". La perdurante crisi ha dimostrato ancora una volta che non vi può essere Europa forte senza politiche economiche convergenti e ha messo a nudo le grandi debolezze del sistema europeo. Il rigoroso risanamento dei bilanci sarà necessariamente al centro dello sforzo, ma il campo in cui i governi dovranno dar prova di vera capacità innovativa è quello della crescita. Oggi non è più possibile concepire la crescita nei termini dell´economia classica e diventano sempre più veri gli scenari presagiti dal Club di Roma nel suo noto testo "I limiti della crescita". Le grandi questioni ambientali ed energetiche, assieme alla crisi finanziaria che ha rivelato lo strapotere delle agenzie di rating e la loro capacità di mettere in scacco Stati sovrani, dovrebbero ulteriormente indurci a esplorare nuovi orizzonti. Ma soprattutto i governi non possono più ignorare un fattore che sta avendo effetti devastanti sul vero e proprio tessuto sociale della nostra società: la profonda trasformazione del lavoro. Mentre nell´èra della globalizzazione capitale e industria possono migrare ovunque alla ricerca dei migliori mercati e delle migliori condizioni di produzione, il lavoratore è legato ad un luogo specifico, dove tesse quella maglia di relazioni che sono il fondamento del vivere civile. Il ruolo di collante sociale del lavoro, la sua centralità fra i valori su cui l´Unione europea si fonda, devono sottrarlo alla logica della pura mercificazione, come ormai viene detto da molte autorevoli voci. Si consolida in questo pensiero la concezione del lavoro che Karol Wojtyla definiva "dimensione fondamentale dell´esistenza" e che lo psicologo americano James Hillman chiama "una gratificazione istintiva". L´uomo trae piacere dal lavoro, cui è portato da un naturale istinto, ma a condizione che il lavoro gli offra la gratificazione dell´autonomia, della realizzazione di sé, del riconoscimento sociale e della sicurezza economica. Non è più pensabile oggi una mobilità del lavoro che non tenga conto di questi elementi e che non accompagni la necessaria flessibilità a strumenti di consolidamento e di sostegno dell´occupazione. E´ a rischio proprio quella coesione sociale che la Commissione cerca di sostenere con altri suoi strumenti. La precarizzazione permanente dei giovani impedisce loro di prendere le redini del ricambio e di stabilizzare quei consumi non volatili che assicurano il benessere. La dispersione del lavoro è anche un ostacolo all´insediamento e alla conservazione in uno specifico territorio di un sapere e di un´industria. Una delle grandi ricchezze dell´Europa è proprio questa appartenenza territoriale di certe produzioni e conoscenze. La loro specificità è un plusvalore che sposta la prospettiva della crescita dalla quantità alla qualità e che produce una ricchezza di ritorno anche in termini ambientali. Le catastrofi naturali come le inondazioni, le frane e gli incendi boschivi possono essere sventati con una presenza di attività radicate che assicurino un controllo del territorio e un suo equilibrato sfruttamento. In questa cornice, l´Analisi annuale della crescita deve essere un´opportunità per mettere sul tavolo delle discussioni anche un profondo ravvicinamento delle legislazioni sul lavoro degli Stati membri. In particolare, deve essere sviluppata la legislazione che con la direttiva sul comitato aziendale europeo affronta questa tematica a livello di Unione. Solo in questo modo si potranno dare al lavoro gli strumenti per adeguarsi alla modernità. Una spinta in avanti in questa direzione permetterà ai lavoratori europei di essere più competitivi, darà più forza alle imprese e rafforzerà quella dimensione della conoscenza che è il pilastro della strategia Europa 2020.  
   
   
SLOVENIA, CITTADINI CONTRO RIFORMA PENSIONI  
 
Lubiana, 18 gennaio 2011 - Un sondaggio compiuto in Slovenia ha pubblicato il livello di apprezzamento della riforma delle pensioni in atto nel Paese. Stando a tale analisi, oltre la metà della popolazione slovena non gradirebbe tali novità, uno dei perni dell´attuale legislatura.  
   
   
CROAZIA, CONTINUA CALO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE  
 
Zagabria, 18 gennaio 2011 - Secondo i dati diffusi dall´Ente Nazionale Statistico Croato, nei primi 11 mesi del 2010 è stato registrato un calo della produzione industriale dell´1,6 per cento su base annua, mentre su base mensile si è registrato un lieve aumento dello 0,2 per cento. Il maggiore calo a livello annuo è stato registrato dal settore dei veicoli (-24,8), dal settore minerario (-23,3) e dal settore dei cantieri navali (-21,8), mentre nel settore farmaceutico vi è stato un aumento del 29,9 per cento, seguito dal settore della lavorazione della pelle (+26,6), dai tabacchi (+21) e dalla lavorazione della carta (+16,9).  
   
   
IN VIGORE DAL 28 GENNAIO 2011 GLI INCENTIVI FISCALI PER I LAVORATORI CHE RIENTRANO IN ITALIA  
 
Roma, 18 gennaio 2011 - Contribuire allo sviluppo del Paese mediante la valorizzazione delle esperienze umane, culturali e professionali maturate da cittadini dell´Unione europea che hanno risieduto continuativamente per almeno due anni in Italia, che studiano, lavorano o che hanno conseguito una specializzazione post lauream all´estero e che decidono di rientrare in Italia, attraverso la concessione di incentivi fiscali, sotto forma di minore imponibilità del reddito è la finalità della Legge n. 238 del 30 dicembre 2010, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 13 gennaio 2011. I benefici fiscali – spettano dalla data di entrata in vigore della legge fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013. Hanno diritto ai benefici i cittadini dell´Unione europea che, alla data del 20 gennaio 2009, siano in possesso dei seguenti requisiti: a) i cittadini dell´Unione europea, nati dopo il 1° gennaio 1969, in possesso di un titolo di laurea, che hanno risieduto continuativamente per almeno ventiquattro mesi in Italia e che, sebbene residenti nel loro Paese d´origine, hanno svolto continuativamente un´attività di lavoro dipendente, di lavoro autonomo o di impresa fuori di tale Paese e dell´Italia negli ultimi ventiquattro mesi o più, i quali vengono assunti o avviano un´attività di impresa o di lavoro autonomo in Italia e trasferiscono il proprio domicilio, nonché la propria residenza, in Italia entro tre mesi dall´assunzione o dall´avvio dell´attività; b) i cittadini dell´Unione europea, nati dopo il 1° gennaio 1969, che hanno risieduto continuativamente per almeno ventiquattro mesi in Italia e che, sebbene residenti nel loro Paese d´origine, hanno svolto continuativamente un´attività di studio fuori di tale Paese e dell´Italia negli ultimi ventiquattro mesi o più , conseguendo un titolo di laurea o una specializzazione post lauream, i quali vengono assunti o avviano un´attività di impresa o di lavoro autonomo in Italia e trasferiscono il proprio domicilio, nonché la propria residenza, in Italia entro tre mesi dall´assunzione o dall´avvio dell´attività. I redditi di lavoro dipendente, i redditi d´impresa e i redditi di lavoro autonomo concorrono alla formazione della base imponibile ai fini dell´imposta sul reddito delle persone fisiche in misura ridotta, secondo le seguenti percentuali: a) 20 %, per le lavoratrici; b) 30%, per i lavoratori. Sono esclusi dai benefici i soggetti che, essendo titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con pubbliche amministrazioni o con imprese di diritto italiano, svolgono all´estero, in forza di tale rapporto, la propria attività lavorativa. Le pratiche necessarie a perfezionare il rientro in Italia delle persone fisiche sono curate dagli uffici consolari italiani. Alle persone che rientrano in Italia è garantita l´attestazione delle proprie competenze e dei titoli acquisiti all´estero, attraverso il rilascio della documentazione «Europass», del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 dicembre 2004. Le regioni, nell´ambito delle loro disponibilità, possono riservare ai soggetti interessati una quota degli alloggi di edilizia residenziale pubblica per un periodo non inferiore a ventiquattro mesi. Il Governo promuove la stipulazione di accordi bilaterali con gli Stati esteri di provenienza dei lavoratori il diritto alla totalizzazione dei contributi versati a forme di previdenza estere con quelli versati a forme di previdenza nazionale. Il beneficiario degli incentivi fiscali decade dal diritto se trasferisce nuovamente la propria residenza o il proprio domicilio fuori dell´Italia prima del decorso di cinque anni dalla data della prima fruizione del beneficio. In tal caso si provvede al recupero dei benefici già fruiti, con applicazione delle relative sanzioni e interessi.  
   
   
INTESA FORMIGONI-GELMINI,120 MILIONI PER RICERCA FONDI DESTINATI A DISTRETTI TECNOLOGICI E SETTORI STRATEGICI FRA QUESTI:BIOTECH, ICT, NUOVI MATERIALI, ENERGIA, AEROSPAZIO  
 
Milano, 18 gennaio 2011 - Centoventi milioni di euro in tre anni (2011-2013) per sviluppare in Lombardia la ricerca e l´innovazione nei settori di punta quali agroalimentare, aerospazio, edilizia sostenibile, automotive ed energia e fonti rinnovabili, oltre che per potenziare l´attività dei distretti tecnologici già operativi delle biotecnologie, Ict e nuovi materiali. E´ quanto prevede l´Accordo di programma tra Regione Lombardia e Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca, sottoscritto dal presidente Roberto Formigoni e dal ministro Mariastella Gelmini. Attraverso l´Accordo Regione Lombardia e Ministero mettono in campo rispettivamente 61.650.000 euro e 59.000.000 euro per realizzare iniziative di ricerca industriale, sviluppo precompetitivo, alta formazione e valorizzazione dei risultati della ricerca in settori considerati strategici per l´economia lombarda e per l´ulteriore sviluppo delle posizioni di eccellenza già raggiunte in molti campi. I ricercatori saranno sostenuti anche con interventi di defiscalizzazione. A questo importante traguardo si è giunti, per parte della Regione, grazie alla fattiva collaborazione del vicepresidente e assessore all´Industria e Artigianato Andrea Gibelli, dell´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Rossoni e del sottosegretario all´Università e Ricerca Alberto Cavalli. "In un momento di difficoltà economica - ha detto Formigoni - Regione e Ministero dedicano alla ricerca un investimento importante. Si tratta di un messaggio di forte contenuto positivo. Questi fondi sono come il turbo che viene inserito nel motore dell´economia lombarda. Ci aspettiamo, grazie all´utilizzo di questi finanziamenti, anche la nascita di nuovi brevetti e nuovi prodotti". "Stiamo investendo moltissimo sull´università e la ricerca - ha proseguito Formigoni - per dare più competitività alle nostre aziende, al lavoro dei nostri cittadini, all´intera Lombardia e all´intero Paese". A questo proposito Formigoni ha ricordato, tra le altre azioni, l´intervento regionale sul centro di Nerviano (che è entrato a far parte del sistema regionale), oltre che gli investimenti sulle residenze universitarie. "Assegno a questo accordo - ha detto il ministro Gelmini - una valenza particolare, perché spero che sia il primo di una serie di analoghe intese da firmare con le altre Regioni. Si tratta inoltre di una prima misura di attuazione della riforma dell´Università, che ha tra i suoi principi l´impegno a coniugare la ricerca con l´innovazione, la competitività e il sistema produttivo". Le Linee D´azione - La azioni specifiche verranno organizzate nell´ambito di tre assi - Azioni di sistema, Potenziamento della capacità competitiva della impresa lombarda, Potenziamento della cultura dell´innovazione all´interno del sistema industriale lombardo - e prevedono diversi interventi di sostegno alla nascita di nuove imprese e di applicazione industriale dei risultati della ricerca, anche attraverso il ricorso a forme di finanza innovativa (sulla scorta della positiva esperienza del Fondo Next). Fondamentale in questi progetti anche il coinvolgimento di altri soggetti pubblici, privati, misti e senza fini di lucro, chiamati a dare il proprio contributo. Con questo accordo viene data una prima attuazione al Protocollo d´Intesa sottoscritto, sempre dal presidente Formigoni e dal ministro Gelmini, il 19 luglio scorso. L´intesa prevedeva appunto la messa a sistema degli investimenti e delle iniziative destinate alla ricerca attraverso un utilizzo sinergico delle fonti di finanziamento regionali e statali. Risorse - Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 120.650.000 euro. Regione Lombardia mette a disposizione 61.650.000 euro, di cui: - 25 milioni per il sostegno e lo sviluppo agli investimenti e alla ricerca nelle aree tematiche prioritarie (agroalimentare, aerospazio, edilizia sostenibile, automotive ed energia e fonti rinnovabili); - 13 milioni per le iniziative di potenziamento del capitale umano nell´ambito della ricerca e per progetti di ricerca applicata realizzati da Università ed imprese (Dote ricercatori e Dote ricerca applicata); - 23,650 milioni per azioni a sostegno di progetti innovativi nei settori oggetto dell´accordo (12 milioni), azioni a sostegno della nascita di nuove imprese innovative (5 milioni), sostegno all´attrattività del territorio attraverso un Fondo di venture capital Next Ii (2 milioni) e per iniziative di accompagnamento alla domanda e offerta di innovazione (bando da 4 milioni), oltre a 650.000 euro per il potenziamento del sistema Questio e per attività di studio. Il Ministero stanzia 59 milioni per il sostegno di progetti di ricerca industriale e di sviluppo pre-competitivo e per la creazione di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: LA VICEPRESIDENTE SALIERA HA INCONTRATO LA CONSOLE GENERALE DELL´ECUADOR ESTHER CUESTA  
 
Bologna, 18 gennaio 2011 - Sono poco più di 4000 gli immigrati equadoregni in Emilia-romagna, di cui la metà vive nel piacentino. Un’immigrazione prevalentemente al femminile (colf e badanti), caratterizzata dalla giovane età. Ne hanno parlato ieri Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-romagna, ed Esther Cuesta, console generale dell’Ecuador a Genova. Una visita di cortesia, un’occasione per confrontarsi su temi sociali ed economici e su possibili ambiti di collaborazione. In particolare la vicepresidente Saliera e la console Cuesta hanno concordato sull’importanza di seguire e accompagnare la crescita delle “seconde generazioni” di immigrati, in una prospettiva di reale integrazione. Prima di intraprendere la carriera diplomatica, Esther Cuesta (nominata dal presidente dell’Ecuador Rafael Correa a capo della sede consolare di Genova nel dicembre 2009) è stata docente di Castigliano allo Smith College (Northampton) e di Letteratura Comparata all’Università di Massachusetts-amherst.  
   
   
ABRUZZO: ECCO IL "PATTO PER LO SVILUPPO"  
 
Pescara, 18 gennaio 2011 - Si chiama "Patto per lo sviluppo" l´accordo che la Regione Abruzzo propone alle parti sociali, datoriali e agli altri soggetti del partenariato economico e sociale, con l´obiettivo di "risanare riformare e sviluppare". "E´ una occasione più unica che rara per fare qualcosa in più come sistema regione e per affrontare i prossimi dieci anni di scelte difficili", ha commentato il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi. Il "Patto", in corso di presentazione nella sede della Presidenza di Pescara, illustrato dal presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, alla presenza degli assessori, Alfredo Castiglione, Carlo Masci e Mauro Di Dalmazio, sarà governato da una Consulta regionale, composta da sedici membri, rappresentanti di Province, Comuni, Comunità montane, Sindacati, Organizzazione di categoria, mondo della Cooperazione, Università, Unioncamere e camere di commercio, Sistema creditizio, e aperta anche alle forze di opposizione. La Consulta potrebbe riunirsi già nella prossima settimana. Chiodi l´ha definita una "sorta di delivery unit sul modello inglese che coniuga competenza, efficacia e snellezza". Il Patto per lo sviluppo, che muove dal principio di alleanza tra il sistema istituzionale ed il sistema territoriale, si propone di "centrare le priorità per promuovere e sostenere lo sviluppo economico, sociale, civile e culturale dell´Abruzzo. Una novità assoluta del "Patto", collegata alla Consulta regionale è lo Steering committee per le aree e le situazioni di crisi, che avrà il compito di "anticipare le crisi aziendali" ed intervenire sia su un livello di interlocuzione con i Ministeri e le parti sociali per la governance dei territori e delle aziende in difficoltà economica e finanziaria; e sia su un livello di analisi delle opportunità di riallocazione, riconversione o vendita di aziende o gruppi di aziende in fase di dismissione, liquidazione o cessazione per evitare la dispersione del capitale materiale ed umano. Contestualmente al "Patto", il Governo regionale propone "Fabbrica Abruzzo", un progetto che mira a raccogliere in un unico quadro di riferimento le più importanti iniziative industriali di immediata cantierabilità presenti sul territorio per negoziarle con il Ministero per lo Sviluppo economico, anche utilizzando gli strumenti del "Patto". "Non abbiamo la pretesa di invertire in un solo colpo una crisi internazionale che ci ha segnato profondamente - ha spiegato il Presidente - ma ragionare secondo un´ottica di medio e lungo termine, sapendo che da un lato c´è la rarefazione delle risorse, dall´altro il debito pubblico da colmare". In materia di sviluppo economico e di priorità, l´obiettivo del Governo regionale è quello di condividere gli scenari, ricorrendo a "procedure fortemente innovative" che dovranno garantire: il miglioramento della qualità dei provvedimenti e degli atti regionali, un metodo di analisi condiviso, la diffusione di un patrimonio di conoscenze. All´interno del documento di presentazione del "Patto", sono state indicate anche le priorità per il 2011: si tratta delle politiche di innovazione per agevolare la transizione finanziaria veloce, delle politiche di aggregazione come azioni di supporto alla costituzione di reti d´impresa, costituzione e rafforzamento dei poli di innovazione, promozione delle reti e partenariati tra Università, centri di ricerca e imprese; delle politiche di sostegno all´imprenditoria innovativa, promozione e sostegno alla nascita e alle prime fasi di sviluppo di imprese ad alta tecnologia, delle politiche di innovazione finanziaria come sostegno alla fusione e all´aggregazione di consorzi fidi, politiche del credito, ruolo della finanziaria regionale, delle politiche di internazionalizzazione e marketing territoriale come sostegno all´export, alla penetrazione commerciale, all´attrazione di investitori esteri e localizzazioni industriali. Il "Patto per lo sviluppo" si svilupperà attraverso l´attuazione di specifici protocolli con gli Enti locali, le Associazioni datoriale e sindacali, le Università, le Camere di Commercio, le Banche. L´assessore allo Sviluppo Economico, Innovazione e Tecnologia Alfredo Castiglione ha sottolineato l´importanza del Patto per lo sviluppo. "Quella di oggi è una giornata fondamentale per la nostra Regione. Si avvera finalmente un confronto costruttivo con le parti sociali e datoriali per parlare di Abruzzo e di come proseguire sulla strada della crescita e delle riforme. Ci attende un confronto serrato che dovrà portare all´attuazione di questo progetto. Con il Patto per lo sviluppo - ha proseguito l´assessore Castiglione - cercheremo di condividere tutti insieme le scelte strategiche da attuare. Si tratta di un impegno a cooperare reciproco, sapendo che occorrerà una maggiore responsabilità da parte della Regione Abruzzo e di tutte le parti sociali. L´obiettivo più immediato della Consulta Regionale, che a breve nascerà, sarà quello di individuare le priorità, i tavoli tematici e le aree di crisi su cui intervenire. Fondamentale sarà poi l´interazione con il Governo centrale. La regia del patto per lo sviluppo - ha concluso Castiglione - sarà affidata ad Abruzzo Sviluppo".  
   
   
CALABRIA: IL PRESIDENTE SCOPELLITI ILLUSTRA LA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE CONTRO IL RACKET  
 
Catanzaro, 18 gennaio 2011 - Il Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, nel corso dell’incontro di inizio anno con la stampa, ha presentato ieri una proposta di legge riguardante gli “interventi regionali a sostegno delle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta e disposizioni in materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’imprenditoria”. Il progetto è stato deliberato dalla Giunta Regionale lo scorso 7 gennaio, in attesa di essere discusso ed approvato nella seduta del Consiglio Regionale, prevista il 22 febbraio. Il provvedimento di legge è incentrato sulla predisposizione di appositi ausili in favore delle imprese vittime della ‘ndrangheta, facilitando l’accesso delle stesse alle procedure ad evidenza pubblica. “Questa legge – ha dichiarato il Presidente Scopelliti - consentirà di inserire le aziende che hanno denunciato e che sono vittime di racket o usura, in una ‘short list’ che la Regione utilizzerà per affidare commesse sotto soglia. Oltre agli enti subordinati – ha proseguito il Governatore Scopelliti - mi auguro possano partecipare anche altri enti". Le norme proposte, riassunte nella relazione illustrativa, sono applicabili oltre che alla Regione anche agli enti, aziende e società regionali ma, nel rispetto della normativa nazionale, possono costituire un valido indirizzo e stimolo per gli Enti locali, che possono valutare la possibilità, nell’ambito delle rispettive autonomie, di adottare analoghi provvedimenti.  
   
   
PARMA, PRODOTTI DERIVATI: “LA PROVINCIA NON HA PERSO NIENTE”  
 
Parma, 18 gennaio 2011 – “La Provincia non ha perso niente”. L’assessore al Bilancio Roberto Zannoni risponde così all’interrogazione del consigliere Gianluca Armellini sui “prodotti derivati”, pubblicata dalla stampa locale. “Con la sua interrogazione il consigliere Armellini si è soffermato sul differenziale dei tassi d’interesse pagati dalla Provincia su una parte del suo indebitamento. Non è assolutamente vero che la Provincia “ha perso 464mila euro”, come sostiene Armellini, ma quella somma è stata riconosciuta solo a seguito dei tassi di riferimento attualmente in vigore, che come notorio penalizzano i mutui a tasso fisso”, spiega Zannoni, che precisa: “Il ricorso a strumenti derivati è stato deciso nell’anno 2007 dalla Provincia di Parma in un’ottica di copertura dei rischi derivati dalla volatilità dei tassi; infatti mediante lo strumento finanziario prescelto la Provincia ha voluto scambiare un tasso variabile con un tasso fisso per garantirsi dai rischi derivanti da un’impennata del costo del denaro. L’operazione è stata comunicata al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento del Tesoro, e alla Corte dei conti annualmente nell’ambito dei dati relativi ai bilanci preventivi e consuntivi”. Entrando nel dettaglio dell’interrogazione, Zannoni spiega che “non si tratta, come sostiene Armellini, di “perdite accumulate” ma del pagamento del tasso concordato. Ne è riprova il fatto che queste risorse sono già previste in bilancio, essendo programmate nei 10 anni. È solo per trasparenza che si evidenzia il differenziale annuale con i tassi in essere. Quindi non si possono definire perdite: abbiamo ottenuto una certezza del costo del mutuo che ci permette di programmare le nostre scelte. Il giudizio poi se sia stata una scelta giusta o sbagliata sui costi lo si potrà dare solo al termine dei 10 anni, valutando il saldo complessivo”, osserva Zannoni, che conclude: “Quella di Armellini è quindi una forzatura politica, messa in piedi per cercare di giustificare il taglio del governo che ci ha privato di oltre 10 milioni di euro nel bilancio 2011 e che ci mette in grave difficoltà anche nelle manutenzioni stradali e del territorio”.  
   
   
SICUREZZA, DE CORATO: “VIA DA MILANO 6500 ROM, PROSTITUTE SULLE STRADE DIMEZZATE, STUPRI IN PICCHIATA DELL’80%. MILANO PIÙ SICURA E RISPETTOSA DELLE REGOLE GRAZIE ANCHE A POLIZIA LOCALE” VIOLAZIONI A ORDINANZE IN CALO DEL 20%. FOTOSEGNALATI PIÙ DI 1.500 CLANDESTINI, SEI REATI SU DIECI COMMESSI DA STRANIERI. AUMENTATA DI UN TERZO LA DOTAZIONE DELLE TELECAMERE  
 
 Milano, 18 gennaio 2011 - “A Milano i reati sono calati del 34% in 3 anni: diminuiti di un terzo grazie ad una strategia di sicurezza condivisa tra Istituzioni e Forze dell’ordine che ha consentito al ‘modello Milano’ di fare scuola in Italia e non solo. Un risultato per cui ringrazio il Prefetto Gian Valerio Lombardi e il Questore Alessandro Marangoni, e prima di lui Vincenzo Indolfi, con cui è in corso da tempo una proficua collaborazione. E che è stato raggiunto anche grazie al contributo della Polizia Locale e dell’Amministrazione. Come dimostrano i dati delle ordinanze anti-degrado: tra il 2009 e il 2010 le sanzioni emesse complessivamente per prostituzione, alcol, droga e imbrattamenti sono scese del 20%, un quinto. E questo, a fronte degli stessi servizi messi in campo, vuol dire una sola cosa: efficacia dei provvedimenti e dei controlli, più rispetto delle regole”. Lo ha comunicato questa mattina il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato durante la conferenza stampa sui dati del 2010 della Polizia Locale, insieme al Comandante dei vigili Tullio Mastrangelo, il direttore del settore Sicurezza Roberto Forgnone e il dirigente di staff Silvio Scotti. “Alcuni dei fenomeni che creavano allarme sociale – ha spiegato il vice Sindaco – si sono ridotti notevolmente. Penso ai nomadi che, secondo il Prefetto, dal 2007 al 2010 sono scesi dell’81%: da 8.000 solo a Milano a 1.500 compreso l’hinterland. E questo grazie agli sgomberi effettuati dalla Polizia Locale: 156 nel 2010, più del doppio del 2009 quando erano stati 75. Le violenze sessuali ‘di strada’ hanno avuto un calo dell’80% circa, in 4 anni: 61 episodi nel 2007, l’anno scorso 14. E in due occasioni è stata proprio la Polizia Locale ad arrestare gli stupratori. Le prostitute sono quasi dimezzate: secondo la mappa del rischio sono scese da 900 a 500 le presenze mensili di ‘lucciole’ sulle strade, anche grazie all’impiego di oltre 2.500 agenti della Polizia Locale nei servizi notturni in un anno”. “Anche le ordinanze sui quartieri – ha aggiunto De Corato – hanno dato riscontri importanti. Nelle 4 aree e nei 3 stabili interessati dai provvedimenti, sono stati controllati 353 appartamenti, con 924 identificazioni, 306 denunce e 31 arresti di cui 26 a clandestini. Se poi consideriamo solo i controlli sui pubblici esercizi, sono state rilevate oltre 500 violazioni per e fuori ordinanza, con 13 arresti, 183 denunce e più di 10 mila violazioni al codice della strada”. “Non va dimenticato l’impegno della Polizia Locale sul fronte della contraffazione – ha continuato il vice Sindaco – che nel 2010 ha portato i vigili a scoprire alcuni depositi e centri di stoccaggio del ‘falso’ col sequestro di oltre 8 milioni di merci. E poi le case popolari: grazie a 2.700 interventi con Aler, 906 alloggi sono stati sgomberati e, cosa più importante, la quasi totalità delle case occupate in flagranza è stata restituita al patrimonio. E ancora, la sicurezza stradale, che impegna i nostri agenti nella rilevazione di tutti gli incidenti che accadono in città: diminuiscono quelli registrati nel 2010, confermando il trend in discesa degli ultimi 4 anni con un calo dell’11% dal 2007”. “Fiore all’occhiello di questa Amministrazione – ha rilevato De Corato – è la videosorveglianza. Che è stata una delle leve fondamentali nella strategia della sicurezza. Grazie a 1.359 telecamere, impianti implementati nel 2010 del 30%, abbiamo fornito 2.050 filmati utili a indagini che nel 63% dei casi si sono risolte positivamente proprio grazie alle immagini riprese dagli impianti. Grazie alla Mappa del rischio, e a 34 mila segnalazioni arrivate finora, abbiamo un quadro delle criticità cittadine aggiornato in tempo reale e di cui le altre Forze dell’ordine possono servirsi. Con le ‘telecamere intelligenti’, che abbiamo testato nel 2010 e che nei prossimi mesi installeremo definitivamente in 14 aree sensibili, saremo in grado di rilevare situazioni potenzialmente pericolose nel momento stesso in cui accadono. E poi lo street control, sperimentato nel 2010 ed ora verso un raddoppiamento delle auto, che consentirà di riprendere in tempo reale episodi di ordine pubblico o emergenze”. “Il primo stupro dell’anno – ha concluso De Corato – è stato ad opera di un clandestino tunisino. E non stupisce visto che anche i dati 2010 della Polizia Locale confermano il fatto che gli stranieri, pur essendo un quinto degli italiani (clandestini inclusi) commettono la maggioranza dei reati: 6 reati su 10, per la precisione, tra quelli rilevati dai vigili che hanno fotosegnalato l’anno scorso più di 1.500 immigrati. Un dato che fa il pari con le stime Ismu del biennio 2008/2009 secondo cui gli stranieri sono stati responsabili del 40% delle violenze sessuali e di più della metà dei furti”.  
   
   
PROSTITUZIONE, MILANO, RETE CINESE DI MASSAGGI HARD, 3 ARRESTI; CENTRI MASSAGGI FORAGGIANO CRIMINALITA’ CINESE CRESCIUTI IN 15 ANNI DEL 9600%, NE APRE UNO OGNI 48 ORE”  
 
 Milano, 18 gennaio 2011 - “Plaudo all’iniziativa della magistratura e della Polizia di Stato che ha portato a scoprire una rete di prostituzione dietro i centri massaggi. A Milano ne risultano in attività 388. Nel 1995 erano solo 4. Una crescita più che anomala, in 15 anni +9600%. E nel 2010 si sono registrate 117 nuove aperture (circa una ogni 48 ore). La maggior parte, 77, sono gestiti da cittadini cinesi e impiegano ragazze cinesi. La Polizia Locale ne ha sequestrati 7 per attività di prostituzione nelle vie Lomazzo, Giordano Bruno, Venini, Gluck, Anfossi, Teodosio e Inama. In questi ultimi due esercizi, i sigilli sono stati posti a seguito di indagini durate 4 mesi, coordinate dal sostituto procuratore Ester Nocera, e che ha visto impegnati 20 agenti della Polizia Locale. E recentemente per via Anfossi è arrivata anche la sentenza, emessa dal gip, a carico della tenutaria, una thailandese di 44 anni, condannata a 2 anni di reclusione per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione oltre al pagamento di 4 mila euro di multa più le spese processuali e di custodia cautelare”. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato in merito a una rete di centri massaggi a luci rosse di zona Cenisio-sempione, gestiti da cinesi, posti sequestro con un’operazione della Polizia di Stato. “Che la prostituzione – spiega De Corato – sia ormai uno dei business della malavita cinese, insieme a clandestini e contraffazione, è un dato di fatto. Eppure solo pochi anni fa non si parlava di prostituzione cinese. Secondo un’indagine recente condotta dal Codacons sui nuovi modi e i costi della prostituzione in tre delle maggiori città italiane, tra cui Milano, il sesso ‘low cost’ è per lo più in mano ai cinesi che ne detengono il 35/40% dell’intero mercato italiano. E in base al progetto accoglienza vittime della tratta gestito dal Comune (sostenuto grazie anche agli introiti delle multe antiprostituzione), per cui ogni anno vengono prese in carico circa 80 donne tolte dalle grinfie degli sfruttatori, le prostitute cinesi rappresentano il terzo gruppo più numeroso dopo le nigeriane e le romene”. “La proliferazione dei centri massaggi – sottolinea De Corato – è esplosa con la liberalizzazione del commercio avviata dal decreto Bersani. E su cui il Comune non può far nulla per impedire le aperture, visto che non concede licenze commerciali ma viene solo informato dall’avvenuta dichiarazione di inizio di attività produttiva. In assenza di una normativa che disciplini queste attività anche dal punto di vista orario, il Comune è intervenuto in alcune aree critiche con le ordinanze, che hanno imposto la chiusura anticipata alle 20 punendo le violazioni con 450 euro di multa. Finora sono una trentina le attività di questo tipo già sanzionate. E la Giunta, lo scorso ottobre, dopo avere informato la Regione Lombardia, competente in materia, ha approvato un regolamento che ha disciplinato l’attività dei centri estetici imponendo regole più restrittive, necessaria qualifica professionale, sanzioni più pesanti che prevedono anche la chiusura temporanea. Il regolamento dovrà essere sottoposto all’esame del Consiglio comunale”.  
   
   
PRESENTATA IN PUGLIA L´ATTIVITÀ DELL´UFFICIO DELLA CONSIGLIERA DI PARITÀ  
 
Bari, 18 gennaio 2011 - “Sono qui a testimoniare il mio apprezzamento alla Consigliera di Parità e a tutte le donne di Puglia impegnate in questa sfida per lo straordinario lavoro fin qui svolto”. Così l’Assessore regionale al Welfare Elena Gentile presentando, insieme a Serenella Molendini, l’attività svolta dalla Consigliera di Parità della Regione Puglia. “Un lavoro – ha proseguito la Gentile – che ha contribuito a mettere in rete tutti le esperienze, le conoscenze e le azioni avviate dalla Regione. In questi cinque anni sono cambiate molte cose. Sostantivi e aggettivi che non avevano diritto di cittadinanza, oggi sono diventati patrimonio comune”. Oggi, ha concluso l’Assessore, “raccogliamo i frutti di una felice intuizione politica: pensare il Welfare non come mera assistenza, ma come opportunità per mettere a valore le differenze”. “Il 2010 – ha commentato la Consigliera Molendini – è stato un anno impegnativo, difficile e complesso. Non sempre abbiamo potuto realizzare quanto speravamo e quanto abbiamo programmato, perché le limitazioni del Patto di stabilità hanno colpito, in modo rilevante, anche il nostro Ufficio. Nonostante ciò, anche quest’anno sono numerosi ed importanti gli interventi attivati sul piano dell’azione antidiscriminatoria, del sostegno al lavoro, delle politiche di conciliazione vita-lavoro, del contrasto alla violenza di genere e sul fronte del rafforzamento e consolidamento delle reti con Enti, organismi e associazioni presenti sul territorio”. Sul piano dell’azione antidiscriminatoria sono state tante le azioni in giudizio a tutela delle donne vittime di discriminazione. Per ciò che attiene la promozione di politiche del lavoro sono stati attivati progetti come Rosa (Rete Occupazionale Servizi Assistenziali) e il progetto Owle 50+ di Tecnopolis: un programma di formazione e accompagnamento all’impresa per donne over 50; e poi la promozione dell’imprenditoria turistica sostenibile e la diffusione dei Bandi relativi alla formazione, al reinserimento, alla ricerca, all’imprenditoria femminile degli Assessorati regionali al Welfare, alle Risorse Agroalimentari, alla Ricerca. “La crisi – ha proseguito la Molendini – ha colpito soprattutto le donne tra i 25 e i 44 anni, ovvero quel segmento della forza lavoro femminile maggiormente alle prese con le difficoltà di conciliazione e più interessato dai fenomeni di instabilità lavorativa e precarizzazione del lavoro. Per questo, solo partendo da una riflessione attenta sulle discriminanti di genere che ancora caratterizzano i mercato del lavoro regionale, sia possibile elaborare concrete e mirate azioni di intervento in grado di liberare il potenziale femminile e di dar vita ad un nuovo e più equo modello di sviluppo”.