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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Aprile 2011
IL PROGETTO DI BILANCIO DELL’UE PER IL 2012: PER 500 MILIONI DI EUROPEI IN TEMPI DI AUSTERITÀ  
 
 Bruxelles, 21 aprile 2011 - “Un delicato equilibrio fra misure di austerità e di incentivazione della crescita per 500 milioni di europei”. Il Commissario alla programmazione finanziaria e al bilancio Janusz Lewandowski descrive così il progetto di bilancio dell’Ue per il 2012, adottato dalla Commissione il 20 aprile 2011. Nel progetto di bilancio 2012, gli stanziamenti di pagamento sono pari a 132,7 miliardi di euro e sono aumentati del 4,9% rispetto al 2011. Gli stanziamenti d’impegno ammontano a 147,4 miliardi di euro (aumento del 3,7%). L’obiettivo fondamentale del progetto di bilancio 2012 è sostenere a pieno l’economia europea e i cittadini dell’Ue. Per l’austerità - Il progetto di bilancio 2012 cerca di conformarsi all’attuale clima di austerità presente a livello nazionale. La Commissione si è adoperata in modo particolare, scegliendo di congelare le proprie spese di gestione per il 2012, senza alcun aumento rispetto al bilancio 2011. Tale risultato è stato ottenuto riducendo in maniera significativa le spese relative agli immobili, alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, agli studi, alle pubblicazioni e alle missioni, conferenze e riunioni. Inoltre, per il terzo esercizio consecutivo, la Commissione non ha chiesto nuovi posti supplementari. Inoltre, durante la preparazione del progetto di bilancio per il prossimo anno, la Commissione ha cercato di individuare i programmi o le iniziative che non danno risultati. Lo strumento di cooperazione allo sviluppo è stato ridotto di 70, 7 milioni di euro a seguito della valutazione dei suoi risultati. Lo strumento per i paesi industrializzati è stato oggetto di una riduzione di 14,5 milioni di euro a causa dell’elevato livello di disimpegni nel 2007, degli scarsi risultati e dei ritardi nell’adozione della nuova base giuridica. Il finanziamento di Galileo è stato ridotto di 24,9 milioni di euro (N.b. Cifre in stanziamenti d’impegno). “È un dovere nei confronti dei contribuenti europei, ha dichiarato il commissario Lewandowski: per risparmiare dobbiamo riflettere seriamente su quello che stiamo facendo, chiedendoci se il nostro operato comporti autentici benefici per l’intera Europa!”. “Le fatture vanno pagate!” - Tuttavia la Commissione deve onorare i propri impegni giuridici. I programmi finanziati dall’Ue avviati nel 2007 sono adesso in piena fase di realizzazione. Ciò significa che nel 2012 dovremo effettuare un maggior numero di pagamenti per rimborsare le autorità regionali o le Pmi che hanno investito in questi programmi. In particolare, l’aumento dei livelli di pagamento a titolo dei programmi di ricerca (7,6 miliardi di euro, +13,3%) e dei fondi strutturali e di coesione (45,1 miliardi di euro, +8,4%) mira a massimizzare il contributo del bilancio dell’Ue a favore della crescita economica e della coesione. L’aumento proposto per il bilancio del prossimo esercizio è il minimo necessario per onorare gli impegni giuridici della Commissione. Scendere al di sotto di questa cifra costringerebbe gli Stati membri e il Parlamento europeo a venir meno agli impegni giuridici derivanti dai contratti esistenti. “Ci viene chiesto perché dovremmo aumentare il bilancio dell’Ue mentre gli Stati membri adottano misure di austerità a livello nazionale, afferma Janusz Lewandowski.; È una domanda legittima. La ragione principale dell’incremento è l’obbligo di onorare i pagamenti richiesti dai progetti realizzati in tutta Europa. Tali progetti, di cui beneficiano le comunità e le imprese locali, nel 2007 probabilmente non sarebbero stati avviati senza il sostegno finanziario dell’Ue. Interrompere il finanziamento è impensabile: in primo luogo potremmo essere citati in giudizio per mancato rispetto dei termini contrattuali; in secondo luogo si danneggerebbe ancor di più il bilancio degli Stati membri, cui deve essere rimborsata la quota di finanziamento dell’Ue che hanno già versato ai beneficiari; in terzo luogo, interrompere questi progetti a metà sarebbe dannoso per intere comunità. Non possiamo punire i cittadini, le imprese e le autorità locali e regionali che hanno diritto a essere rimborsati. Pensiamo ad esempio all’interconnessione elettrica fra il Regno Unito e l’Irlanda. Il contributo totale dell’Ue a questo progetto supera i 100 milioni di euro! Lo scopo è garantire ai cittadini irlandesi e britannici una maggiore sicurezza dell’approvvigionamento di energia elettrica. I pagamenti che l’Ue dovrà effettuare nel 2012 per questo progetto saranno pari a 24 milioni circa, oltre il doppio del 2011. Per una crescita economica sostenibile - Per ottenere crescita economica e coesione in un’Unione di 27 Stati membri occorrono sforzi e investimenti coordinati. Il progetto di bilancio per il 2012 prevede pagamenti pari a circa 57,7 miliardi di euro a titolo della crescita sostenibile, al fine di aiutare gli Stati membri ad aumentare i loro investimenti in questi settori, e attribuisce 62,6 miliardi di euro circa alle priorità di Europa 2020, con un aumento del 5,1% rispetto all’esercizio precedente. I cittadini sono al centro delle politiche europee e la loro sicurezza ha la massima priorità per l’Ue. Il progetto di bilancio 2012 prevede un aumento del 6,8% nel settore libertà, sicurezza e giustizia, con azioni volte a tutelare gli interessi e a soddisfare le esigenze dei cittadini. Inoltre, nell’ambito delle iniziative di Europa 2020, le azioni a favore della gioventù dispongono di 1,9 miliardi di euro, cioè il 15,0% in più rispetto al 2011. Anche le attività connesse al cambiamento climatico occupano una posizione di rilievo. Nel 2012 è previsto un aumento del 6,1% per un totale di 8,1 miliardi di euro. Per 500 milioni di europei - Le spese per il funzionamento delle istituzioni europee rappresentano solo il 6% del bilancio dell’Ue: il rimanente 94% del bilancio annuale ritorna quindi alle regioni, alle città, alle imprese, ai ricercatori e ai cittadini europei ed è destinato per metà alla crescita e all’occupazione. “Il progetto di bilancio adottato oggi si incentra sull’Ue e sui suoi cittadini. In primo luogo proponiamo dei tagli in vari settori dell’amministrazione, come le spese di formazione del personale, le spese per le pubblicazioni, le spese di viaggio e le spese generali, al fine di mantenere i costi interni quanto più bassi possibile; in secondo luogo ci siamo adoperati con il massimo impegno per individuare i settori del bilancio che non stavano dando i risultati attesi onde spostare i fondi verso programmi o iniziative che ottengono risultati concreti. In terzo luogo abbiamo scelto di investire in settori che contribuiscono alla crescita economica e allo sviluppo: il bilancio dell’Ue è un pacchetto anticrisi!” ha dichiarato Janusz Lewandowski. Visione D’insieme Del Progetto Di Bilancio 2012
Pb 2012 Bilancio 2011 (1) Differenza Differenza
Si Sp Si Sp Si Sp Si Sp
1. Crescita sostenibile 67 962,5 57 700,9 64 501,2 53 279,9 5,4% 8,3% 3 461,3 4 421,0
Margine (2) 151,5
- Competitività per la crescita e l’occupazione 15 223,6 12 566,1 13 520,6 11 627,8 12,6% 8,1% 1 703,0 938,3
Margine (2) 129,4
- Coesione per la crescita e l’occupazione 52 738,9 45 134,8 50 980,6 41 652,1 3,4% 8,4% 1 758,3 3 482,7
Margine 22,1
2. Conservazione e gestione delle risorse naturali 60 158,4 57 948,4 58 659,2 56 378,9 2,6% 2,8% 1 499,2 1 569,5
Margine 651,6
3. Cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia (3) 2 023,9 1 514,0 1 823,3 1 460,3 11,0% 3,7% 200,6 53,3
Margine 81,1
- Libertà, sicurezza e giustizia 1 340,4 868,3 1 139,0 813,3 17,7% 6,8% 201,4 55,1
Margine 65,6
- Cittadinanza (3) 683,5 645,7 684,3 647,1 -0,1% -0,3% -0,9 -1,7
Margine 15,5
4. L’ue come attore globale 9 009,3 7 293,7 8 759,3 7 238,7 2,9% 0,8% 250,0 55,0
Margine (4) 246,7
5. Amministrazione 8 281,4 8 281,7 8 171,4 8 170,1 1,3% 1,4% 110,0 111,6
Margine (5) 472,6
Totale 147 435,4 132 738,7 142 111,3 126 546,7 3,7% 4,9% 5 324,1 6 192,0
Margine 1 603,5 8 815,3
Stanziamenti in % dell’Rnl 1,12% 1,01% 1,12% 0,99%
(1) Il bilancio 2011 comprende il bilancio rettificativo n. 1 e i progetti di bilancio rettificativo dal n. 2 al n. 3. (2) Il margine per la rubrica 1a non tiene conto degli stanziamenti connessi al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (500 milioni di euro). (3) Escluso il Fondo di solidarietà dell’Unione europea. (4) Il margine per la rubrica 4 non tiene conto degli stanziamenti connessi alla Riserva per gli aiuti d’urgenza (258,9 milioni di euro). (5) Per calcolare il margine al di sotto del massimale della rubrica 5 si tiene conto della nota (1) del quadro finanziario 2007-2013 con un importo di 84 milioni di euro per i contributi del personale al regime pensionistico.
(1): Si = Stanziamenti d’impegno; Sp = Stanziamenti di pagamento Quali saranno le prossime tappe? Il Consiglio esprimerà la propria posizione sul progetto di bilancio in giugno, seguito dal Parlamento europeo in ottobre. In caso di disaccordo, sarà avviata la procedura di conciliazione di 21 giorni nella quale la Commissione ha un ruolo di mediatore imparziale. Il bilancio definitivo per il 2012 dovrebbe essere adottato dal Parlamento in novembre. Per maggiori informazioni sul progetto di bilancio 2012: http://ec.Europa.eu/budget/index_en.cfm  
 
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA RIVEDE IL PROPRIO CODICE DI CONDOTTA PER I COMMISSARI  
 
Bruxelles, 21 aprile 2011 - Nel suo incontro settimanale di ieri , la Commissione ha deciso di rivedere il proprio codice di condotta per i commissari. Le modifiche apportate rafforzano il quadro etico potenziando e chiarendo alcune delle disposizioni già in vigore. Nei suoi Orientamenti politici per la nuova Commissione, presentati nel settembre 2009, il Presidente Barroso aveva annunciato la propria intenzione di rivedere il codice di condotta per i commissari, nella speranza che esso diventasse un documento di riferimento fonte di ispirazione per le altre istituzioni dell’Ue. Il codice di condotta attualmente in vigore è uno dei più rigorosi tra quelli applicati a coloro che svolgono funzioni pubbliche. La nuova revisione del codice di condotta è stata preceduta da diversi studi eseguiti recentemente dalla Commissione europea, dal Parlamento europeo e dall’Ocse (“Post-public Employment – Good Practices for Preventing Conflict of Interest, 2010”). Tali studi hanno fornito ulteriori spunti utili per aumentare la completezza e l’efficacia del codice di condotta della Commissione, che si riflettono nei seguenti cambiamenti: regole più chiare sulle attività politiche, compresa la partecipazione dei commissari alle campagne elettorali; regole più rigorose sulle attività svolte una volta lasciato il Collegio, compresi i criteri di riferimento per la valutazione del comitato etico ad hoc e il prolungamento dell’obbligo di notifica delle attività svolte dopo le funzioni di commissario da 12 a 18 mesi; aggiornamento annuo delle dichiarazioni sugli interessi finanziari; introduzione di una procedura chiara per affrontare il potenziale rischio di conflitti di interessi durante il mandato; regole più chiare in materia di regali e di ospitalità; divieto per coniugi, partner e familiari diretti dei membri della Commissione di far parte dei Gabinetti; rafforzamento delle competenze del comitato etico ad hoc. Il codice di condotta per i commissari rispetta appieno il disposto dell’articolo 17 del trattato sull’Unione europea e dell’articolo 245 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, conferendo una dimensione operativa agli obblighi di indipendenza e integrità imposti ai membri della Commissione e definiti in termini generali in tali disposizioni. In linea con l’accordo quadro sui rapporti tra il Parlamento europeo e la Commissione europea, il Parlamento europeo è stato invitato ad esprimere il proprio parere sulle modifiche proposte, parere di cui il codice di condotta adottato oggi tiene conto.  
   
   
2º FORUM UE-RUSSIA SULL´INNOVAZIONE  
 
 Lappeenranta, 21 aprile 2011 - Il secondo Forum Ue-russia sull´innovazione si terrà il 25 e 26 maggio 2011 a Lappeenranta, in Finlandia. Firmato nel 2010, il partenariato Ue-russia per la modernizzazione è un programma congiunto per aiutare a riformare il settore dell´economia e della società, con il dovuto rispetto della democrazia e della legge. Le aree prioritarie comprendono l´allineamento degli standard tecnici, la promozione di un´economia sostenibile a basse emissioni di carbonio e il dialogo con la società civile. Il programma della conferenza includerà attività per la ricerca di partner commerciali, una mostra sull´innovazione e dibattiti. Ci saranno inoltre sessioni dedicate ai seguenti argomenti: - "Ue e Russia - crescere insieme" - che metterà in rilievo gli obiettivi politici del partenariato Ue-russia per la modernizzazione e come piani concreti possono mettere in pratica tali obiettivi; - "Ue e Russia - lavorare insieme" - che metterà in luce le esperienze fatte e le esigenze delle aziende per costruire un partenariato efficiente tra i partner commerciali russi ed europei; - "Condividere conoscenze ed esperienze" - che esaminerà settori specifici nei quali la collaborazione Ue-russia è particolarmente necessaria: efficienza energetica ed energia rinnovabile, tecnologie dell´informazione e della comunicazione e salute e benessere. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Eurussiainnoforum.com/  
   
   
UE: VENERDÌ 29 APRILE A PERUGIA SEMINARIO “COTER” SU NUOVI INDICATORI PER PROGRESSI POLITICHE COESIONE  
 
Perugia, 21 aprile 2011 - Nell´ambito degli studi di economia per la valutazione del "Pil" (Prodotto interno lordo), negli ultimi tempi si è affacciata la tesi di aggiungere tra i criteri di riferimento anche quello del "benessere" complessivo dei sistemi economici e sociali di un Paese. Un dibattito che sta impegnando soprattutto la Commissione ed il Parlamento europeo, in quanto tale nuovo criterio di misurazione del "Pil" di uno Stato membro o delle singole Regioni d´Europa potrebbe influire sulla definizione delle opportunità di accesso ai benefici delle risorse comunitarie. Di questo si discuterà il prossimo venerdì 29 aprile a Perugia. Su invito della Presidente della Regione Umbria, membro del Comitato delle Regioni d´Europa, il capoluogo umbro ospiterà, nella Sala dei Notari, un Seminario della Commissione Politica di Coesione territoriale ("Coter"), dal titolo "Nuovi indicatori: misurare i progressi della politica di coesione". Il seminario, cui parteciperanno i Membri della Commissione "Coter", sarà coordinato dalla stessa Presidente della Regione Umbria e dal Presidente della Commissione, Michel Delebarre, sindaco di Dunkerque. In quale modo le numerose ricerche condotte negli ultimi dieci anni sui nuovi approcci volti a misurare i progressi e il benessere della società potrebbero essere applicate nel quadro della politica di coesione dell´Unione Europea stabilito dal Trattato di Lisbona? Quale è stato fino ad oggi e come evolverà il ruolo delle Regioni e degli enti locali nello sviluppo e nella messa in atto di questo tipo di indicatori? La Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale ha già allargato il campo di analisi delle disparità economiche regionali attraverso l´inclusione di indicatori del benessere, sia quantitativi che qualitativi e di vari altri indicatori che il Comitato delle Regioni ritiene debbano essere utilizzati a livello regionale. Queste sono alcune delle principali domande e delle questioni alle quali il seminario cercherà di trovare risposta, concentrandosi in particolar modo sull´utilizzo di nuovi indicatori per la ripartizione dei fondi strutturali europei, oltre che per la concezione, il monitoraggio e la valutazione di strategie di sviluppo e programmi operativi.  
   
   
A PALERMO CONFRONTO ITALIA TUNISIA OBIETTIVO DEL PROGRAMMA E´ LA PROMOZIONE DELL´INTEGRAZIONE ECONOMICA, ISTITUZIONALE E CULTURALE FRA LA TUNISIA E LA SICILIA  
 
Palermo, 21 aprile 2011 - Hanno preso avvio ieri a villa Malfitano e proseguiranno oggi i lavori della V riunione del Comitato di Sorveglianza Congiunto del Programma di Cooperazione transfrontaliera Italia - Tunisia 2007-2013. Alle ore 14 l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao ha dato il benvenuto alle delegazioni tunisine e italiane nonche´ alla rappresentante dell´Unione europea e svolgera´ la relazione introduttiva. Nel corso della due giorni si provvedera´ all´approvazione delle proposte presentate a marzo 2010 nell´ambito del primo bando per progetti standard e al lancio del nuovo bando per progetti strategici. L´avvio dei primi progetti consentira´ di realizzare azioni ed iniziative concrete per lo sviluppo socio-economico congiunto dei territori coinvolti, contribuendo a rafforzare i rapporti tra Sicilia e Tunisia in questa specifica fase di evoluzione politica ed istituzionale che coinvolge l´intera area mediterranea. Obiettivo del Programma e´ la promozione dell´integrazione economica, istituzionale e culturale fra la Tunisia e la Sicilia attraverso un processo di sviluppo sostenibile congiunto nell´ambito della cooperazione transfrontaliera. "In questo momento in cui tutta l´area nord del Mediterraneo vive momenti di difficolta´, questo programma di cooperazione, che vede coinvolte in modo significativo Sicilia e Tunisia, rappresenta un´opportunita´ di concreto aiuto a questo popolo da sempre amico dei siciliani, con cui la Sicilia intrattiene positivi rapporti economici e di collaborazione in tanti settori". Cosi´ l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao, ha aperto ieri a villa Malfitano i lavori della V riunione del Comitato di Sorveglianza Congiunto del Programma di Cooperazione transfrontaliera Italia - Tunisia 2007-2013, cui prendono parte le delegazioni tunisine e italiane e la rappresentante dell´Unione europea Armao ha evidenziato l´importanza che assume questa iniziativa che contribuisce "in modo concreto e immediato a sostenere la popolazione tunisina in questo momento in cui e´ alle prese con importanti decisioni sul proprio futuro. Questo programma, che coinvolge molti e significativi aspetti legati alla promozione e allo sviluppo, contribuira´ a rinsaldare i vincoli che ci legano alla Tunisia offrendo opportunita´ economiche e prospettive di collaborazione nel solco dei rapporti di buon vicinato che hanno sempre legato tunisini e siciliani". Il programma ha una disponibilita´ complessiva di 27.458.651 euro fino al 2013, ed e´ incentrato su varie priorita´: sviluppo ed integrazione regionale; promozione dello sviluppo sostenibile; cooperazione culturale e scientifica; appoggio al tessuto associativo, cui si accompagnano alcune specifiche misure. Le aree coinvolte dal programma sono le province di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, per la Sicilia, i Governatorati di Tunis, Ben Arous, Ariana, Manouba, Bizerte, Be´ja et Jendouba, per la Tunisia. "Di fronte al dramma dei tanti immigrati che sbarcano anche a costo della vita sulle nostre coste per cercare in Europa un futuro per le proprie famiglie - ha aggiunto Armao - il modo migliore per venire incontro alle loro esigenze e´ investire sui loro luoghi di provenienza. Occorre avviare uno sforzo collettivo, e questo programma puo´ costituire un valido esempio, per far si´ che il nord Africa sia terra di investimento di capitali e di occupazione per i residenti". Il programma prevede la possibilita´ di lanciare bandi per la presentazione di progetti strategici. Favorire l´implementazione di azioni concrete, il cui impatto sul territorio sia effettivamente apprezzabile e verificabile; contenere degli elementi di innovazione tecnologica; la coerenza e la complementarieta´ con le strategie e i piani di sviluppo locale dei territori coinvolti, sono alcune fra le caratteristiche del programma. E´ prevista, inoltre,la possibilita´ di contribuire alla valorizzazione di attivita´ o di progetti in corso nel quadro di altre iniziative o programmi riguardanti lo stesso tema e assicurare sinergie tra le quali i progetti Euromed regionali nell´ambito della politica di vicinato, o ancora il programma solare tunisino o il programma operativo per l´energia della Sicilia, approvato nel 2009, il Por Fesr e Fse; disporre di un budget appropriato in relazione agli obiettivi stabiliti alla sua dimensione regionale. I progetti strategici, inoltre, devono essere elaborati in coerenza con le prospettive di cooperazione nel bacino del Mediterraneo. Sono stati, infine, approvati 13 progetti di cooperazione per un importo complessivo di oltre 8 milioni di euro. E´ stato approvato il primo bando tra i progetti gia´ definiti, relativo a logistica, sviluppo integrato territoriale, innovazione, valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, energie rinnovabili, per un valore di oltre 10 milioni di euro. Nel corso della mattinata di domani sara´ presentato il portale www.Italietunisie.eu, che e´ visionabile in anteprima all´indirizzo www.Italietunisie.eu/index.php, nel quale sara´ possibile reperire tutta la documentazione necessaria per accedere ai bandi e seguire lo stato di attuazione dell´intero programma.  
   
   
ABRUZZO: IL PRESIDENTE PROMULGA TRE LEGGI REGIONALI  
 
L´aquila, 21 aprile 2011 - Il Presidente della Regione Abruzzo, in data 19 aprile 2011, ha promulgato tre leggi. La prima è la Legge regionale n.6 dell´8 aprile 2011 recante: Misure e valutazione delle prestazioni delle strutture amministrative regionali. La seconda, la Legge regionale n.7 dell´8 aprile 2011, reca: Differimento attuazione interventi regionali. La terza Legge regionale è la n.8 dell´8 aprile 2011 recante: Integrazione alla legge regionale 10 agosto 2010 n.40 (Testo unico delle norme sul trattamento economico e previdenziale spettante ai Consiglieri regionali e sulle spese generali di funzionamento dei gruppi consiliari) e interventi a sostegno dello sviluppo economico. Le tre leggi saranno pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo (Bura).  
   
   
ROMA CAPITALE: DA GIUNTA OK A TAGLIO RETRIBUZIONI MANAGER SOCIETÀ PARTECIPATE CON QUESTO PROVVEDIMENTO ULTERIORE RISPARMIO DEL 10% PER IL CAMPIDOGLIO  
 
 Roma, 21 aprile 2011 - La Giunta di Roma Capitale, presieduta dal sindaco Alemanno, ha approvato, su proposta dell’assessore al Bilancio e allo Sviluppo economico, Carmine Lamanda, la delibera che fissa una serie di limiti ai compensi degli organi amministrativi e di controllo delle società partecipate dal Campidoglio. Questo provvedimento tiene conto del parere non vincolante chiesto da Roma Capitale alla Corte dei Conti, e da questa recentemente reso. Le misure varate ieri danno immediata e piena esecutività ai criteri di indirizzo contenuti nella memoria di Giunta approvata lo scorso mese di dicembre al fine di contenere la spesa sostenuta dall’Amministrazione per garantire il funzionamento dei vertici delle aziende partecipate. Restano, pertanto, confermati i limiti ai compensi per i Presidenti e componenti dei Consigli di Amministrazione, fissati rispettivamente all’80% e al 70% della remunerazione del Sindaco di Roma. Per quanto riguarda gli Amministratori delegati che esercitano funzioni esecutive viene, invece, stabilito un tetto massimo di 350.000 euro lordi annui, ivi compresa la remunerazione di autonomi incarichi dirigenziali accordati nel rispetto delle disposizioni di legge e dei contratti collettivi. Tale limite è stato definito a seguito di un’analisi di confronto (benchmarking) volta a individuare il livello medio delle retribuzioni applicate a livello nazionale dalle società che gestiscono servizi pubblici essenziali per la cittadinanza. Da tale analisi è emerso che i livelli retributivi riconosciuti al management nelle aziende di trasporti, rifiuti, lavori e infrastrutture etc. In comuni come Milano, Torino, Genova, Firenze e Palermo, presentano un livello medio di 350.000 euro lordi annui, con picchi che giungono sino a 480.000 euro lordi all’anno. In base alle risultanze di tale analisi la Giunta di Roma Capitale, peraltro titolare - come sottolineato nel recente parere della Corte dei Conti - di partecipazioni in società che hanno dimensioni comparabili a quelle delle principali aziende a partecipazione statale, ha deciso di dettare una più severa “autoregolamentazione” allineando il tetto massimo retributivo dei manager che esercitano funzioni di amministrazione gestionale alla media nazionale (350.000 euro lordi annui). Tali misure permetteranno di assicurare una retribuzione adeguata ai prezzi di mercato e al tempo stesso di ridurre di circa il 10% la spesa pubblica sostenuta in tale ambito da Roma Capitale.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: MAFIA, APPROVATO IN COMMISSIONE IL PROGETTO DI LEGGE DELLA GIUNTA  
 
Bologna, 21 aprile 2011 – Maggiori interventi nel contrasto alle ecomafie e la possibilità per la Regione di costituirsi parte civile nei processi per mafia per essere a fianco delle vittime della criminalità organizzata. Sono le principali novità introdotte nella legge regionale “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile” voluta dalla Giunta e approvata ieri dalla Commissione bilancio e affari generali dell’Assemblea legislativa. “Il progetto di legge ha trovato ampio consenso e sostegno dentro e fuori dalla Regione”, sottolinea Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore regionale alle Politiche per la Sicurezza. “Con la discussione e il confronto lo abbiamo arricchito, facendo un lavoro corale che ci consentirà di intervenire in maniera decisa su questo tema e di rafforzare la nostra corazza istituzionale e la legalità”. Il testo sarà ora sottoposto all’Assemblea legislativa per l’approvazione finale. Le novità - Presentati dopo due audizioni in Commissione con magistrati, rappresentanti degli enti locali, associazioni di categoria e sindacati, gli emendamenti alla proposta di legge sono stati fatti propri dalla Giunta e votati all’unanimità dai consiglieri. Oltre alla possibilità per la Giunta regionale di costituirsi in giudizio per tutelare diritti e interessi lesi dalla criminalità organizzata, il testo emendato introduce nuove norme per potenziare l’attività di contrasto alle ecomafie e alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’ambiente. Gli strumenti previsti sono gli accordi e le convenzioni che la Regione potrà siglare con le autorità statali operanti nel settore ambientale, le associazioni di imprese, le organizzazioni sindacali e le associazioni di volontariato e ambientaliste “certificate” dal Ministero dell’Ambiente. Il progetto di legge prevede poi un aumento degli sforzi per la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile nel mondo dell’impresa, della cooperazione, del lavoro e delle professioni. Per favorire il coinvolgimento degli operatori nelle azioni di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa, si punta a promuovere iniziative di sensibilizzazione e formazione, in collaborazione con le associazioni, gli ordini e i collegi dei professionisti. Sono, infine, previste iniziative di formazione anche per i dipendenti degli enti locali.  
   
   
PRESENTATO IL “RAPPORTO SULL’ECONOMIA DELL’ALTO ADIGE 2010” DELL’ASTAT  
 
Bolzano, 21 aprile 2011 - È stata presentata il 20 aprile nel corso di una conferenza stampa, la pubblicazione dell’Astat “Rapporto sull’Economia dell’Alto Adige 2010” che illustra i dati più significativi della realtà economica altoatesina dell’anno scorso. È stato presentato questa mattina dal direttore dell’Istituto provinciale di statistica (Astat), Alfred Aberer, e dal vicedirettore dell’Ufficio statistiche economiche, Ludwig Castlunger, il Rapporto sull’economia dell’Alto Adige 2010 che raccoglie, analizza ed interpreta i principali dati riguardanti l’economia locale. Le peculiarità della pubblicazione sono molteplici: l’utilizzo di fonti statistiche pubbliche ufficiali ed attuali, la rappresentazione completa degli aggregati economici calcolati per l’ambito provinciale ed il raffronto con gli altri ambiti territoriali. Le informazioni statistiche permettono di conoscere la situazione economica attuale dell’Alto Adige e, mediante il confronto temporale, di ipotizzarne gli scenari futuri. “Lo scopo principale del notevole lavoro svolto dall’Astat” ha sottolineato il direttore Aberer “è quello di mettere in luce i punti di forza e di debolezza dell’economia locale, non soltanto in termini “monetari” bensì anche di benessere equo e sostenibile”. Nel corso della conferenza stampa sono stati messi in luce i tre livelli nei quali si articola il rapporto e che riguardano rispettivamente i “Punti di forza e di debolezza nel confronto europeo”, gli “Indicatori regionali per la misurazione del benessere” e quindi l’analisi di alcuni indici particolarmente interessanti sulla realtà provinciale come ad esempio l’indice dei prezzi al consumo, il potere d’acquisto ed i redditi da lavoro dipendente, l’inflazione Per quanto riguarda il primo livello il set di indicatori fissato dalla strategia di Lisbona permette di evidenziare diversi punti di forza dell’Alto Adige, così come alcune minacce, opportunità o debolezze. In generale viene palesata l’efficienza del mercato del lavoro, con il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Ue sul fronte dell’occupazione, sia totale che femminile. Superiori alla media europea risultano anche i dati relativi al Pil pro capite e alla produttività. Tuttavia il fatto che questi indicatori abbiano evidenziato una perdita di competitività nel medio periodo, li classifica come elementi a rischio. La situazione è simile anche nella redistribuzione del reddito, dove l’indicatore sul rischio di povertà risulta in linea con il dato europeo, ma in peggioramento rispetto al passato. Come opportunità di sviluppo per l’economia altoatesina vengono individuati gli ambiti dell’istruzione giovanile e della ricerca e sviluppo. In entrambi i campi, secondo Aberer, emerge un potenziale di crescita sul quale investire. In merito agli Indicatori regionali per la misurazione del benessere Un tema molto dibattuto, in particolare durante il periodo di recessione, riguarda l’utilizzo esclusivo del Pil, come indicatore dell’attività economica. Nell’ottica del dibattito “Beyond Gdp” (Oltre il Pil) gli esperti dell’Astat hanno reputato importante integrare l’analisi economica con indicatori che misurassero non solo il benessere materiale ma anche quello soggettivo. L’analisi del benessere materiale dimostra che, rispetto alle altre regioni italiane, l’Alto Adige presenta un Pil superiore alla media, sia che si consideri il pro capite che il valore per unità di lavoro. Rispetto al primo indicatore, il rapporto per unità di lavoro, si discosta di meno dal valore medio nazionale. Il reddito da lavoro dipendente è in linea con la produttività del lavoro, quindi superiore alla media nazionale. Rispetto al passato esso risulta in aumento, ma ciò è dovuto al fatto che viene rilevato a prezzi correnti, quindi non tiene conto dell’inflazione. Quest’ultima ha avuto maggiori ripercussioni a livello locale che su scala nazionale. Nell’arco di un decennio l’andamento dei prezzi ha superato mediamente di 0,5 punti percentuali la soglia del 2%, indicata come obiettivo dalla Banca Centrale Europea. Dall’analisi di alcuni indicatori che, andando oltre la dimensione puramente economica misurano la qualità della vita, emergono gli alti standard della provincia di Bolzano. Tutti gli indicatori presi in considerazione, ad esclusione del tasso di motorizzazione, presentano valori superiori alla media. Da record i valori registrati dalla speranza di vita alla nascita delle donne e dalla pratica sportiva. Anche le indagini riguardanti il grado di soddisfazione dei cittadini segnalano buoni risultati. Più di due persone su tre sono appagate dalla propria situazione economica. Nessuna regione italiana presenta un dato migliore. Estendendo l’analisi qualitativa ad altri ambiti, quali il tempo libero, lo stato di salute, le relazioni con amici e parenti, la situazione rimane invariata, con l’Alto Adige sempre nelle primissime posizioni. L’unica nota dolente è rappresentata dal confronto con i giudizi dati in passato, che in alcuni ambiti erano stati più ottimisti. Per quanto riguarda il terzo livello riguardante i dati macroeconomici locali l´inflazione è uno dei temi più dibattuti in questo periodo. Un processo di aumento continuo e generalizzato del livello dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo riduce il potere di acquisto delle famiglie che percepiscono un reddito fisso e scoraggia gli investimenti. Attualmente secondo gli esperti dell’Astat ci avviciniamo ad una situazione di stagflazione con un aumento dell’inflazione ed una crescita stagnante. Sul piano dell’andamento dei prezzi la crisi economica mondiale aveva portato nella seconda metà del 2008 ad un vero e proprio crollo dell’inflazione. Questo fenomeno era stato percepito anche a livello locale. Mentre il tasso di inflazione a luglio 2008 era salito al 4,8%, nello stesso mese del 2009 esso aveva addirittura evidenziato un valore negativo (-0,1%). Da allora si è verificata una nuova crescita dei prezzi. L’anno 2010, a differenza degli anni precedenti, è stato caratterizzato da un andamento costante. Per il prossimo futuro si ipotizza un aumento dell’inflazione. Ad innalzarsi sono soprattutto i prezzi dei combustibili fossili e delle materie prime. Il confronto dei prezzi nei capoluoghi di regione porta ad un importante e inconfutabile risultato: il livello dei prezzi al consumo nel nord Italia è notevolmente più alto rispetto al sud. Dai dati si evince pertanto che a Bolzano, come a Milano e a Genova, i prezzi di tutti i raggruppamenti di spesa sono maggiori rispetto alla media nazionale. In questo confronto il comune di Bolzano raggiunge, con un indice generale di 105,6, il valore più elevato in assoluto e si procura il titolo di “città più cara d’Italia”. In dettaglio, il capoluogo altoatesino segnala i valori più elevati nei raggruppamenti di spesa Generi alimentari, bevande e tabacchi (8,0% al di sopra della media nazionale) e Altri beni e servizi (+11,2%). Nell’ambito dei Mobili, articoli e servizi per la casa Bolzano si posiziona invece al secondo posto, con un +9,3% rispetto alla media nazionale; solamente a Trento sono stati evidenziati prezzi più elevati (+9,9%). I responsabili dell’Astat hanno inoltre comunicato che in base ai dati raccolti ed alle tendenze evidenziate dal quadro economico per il 2011 si prevede una crescita economica a livello provinciale dell’1,7%.  
   
   
POLITICHE PER LA SICUREZZA. APPROVATO IN COMMISSIONE IL PROGETTO DI LEGGE DELLA GIUNTA PER IL CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. TRA LE NOVITÀ: LOTTA ALLE ECOMAFIE E POSSIBILITÀ PER LA REGIONE EMILIA ROMAGNA DI COSTITUIRSI PARTE CIVILE  
 
Bologna, 21 aprile 2011 – Maggiori interventi nel contrasto alle ecomafie e la possibilità per la Regione di costituirsi parte civile nei processi per mafia per essere a fianco delle vittime della criminalità organizzata. Sono le principali novità introdotte nella legge regionale “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile” voluta dalla Giunta e approvata ieri dalla Commissione bilancio e affari generali dell’Assemblea legislativa. “Il progetto di legge ha trovato ampio consenso e sostegno dentro e fuori dalla Regione”, sottolinea Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore regionale alle Politiche per la Sicurezza. “Con la discussione e il confronto lo abbiamo arricchito, facendo un lavoro corale che ci consentirà di intervenire in maniera decisa su questo tema e di rafforzare la nostra corazza istituzionale e la legalità”. Il testo sarà ora sottoposto all’Assemblea legislativa per l’approvazione finale. Le novità Presentati dopo due audizioni in Commissione con magistrati, rappresentanti degli enti locali, associazioni di categoria e sindacati, gli emendamenti alla proposta di legge sono stati fatti propri dalla Giunta e votati all’unanimità dai consiglieri. Oltre alla possibilità per la Giunta regionale di costituirsi in giudizio per tutelare diritti e interessi lesi dalla criminalità organizzata, il testo emendato introduce nuove norme per potenziare l’attività di contrasto alle ecomafie e alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’ambiente. Gli strumenti previsti sono gli accordi e le convenzioni che la Regione potrà siglare con le autorità statali operanti nel settore ambientale, le associazioni di imprese, le organizzazioni sindacali e le associazioni di volontariato e ambientaliste “certificate” dal Ministero dell’Ambiente. Il progetto di legge prevede poi un aumento degli sforzi per la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile nel mondo dell’impresa, della cooperazione, del lavoro e delle professioni. Per favorire il coinvolgimento degli operatori nelle azioni di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa, si punta a promuovere iniziative di sensibilizzazione e formazione, in collaborazione con le associazioni, gli ordini e i collegi dei professionisti. Sono, infine, previste iniziative di formazione anche per i dipendenti degli enti locali.  
   
   
AMMORTIZZATORI SOCIALI, RAGGIUNTA L’INTESA STATO-REGIONI  
 
Roma, 21 aprile 2011 – Aumenta la quota a carico delle Regioni per il finanziamento della cassa integrazione e della mobilità in deroga. Lo ha stabilito l’accordo raggiunto ieri in conferenza Stato-regioni, sugli ammortizzatori sociali in deroga e sulle politiche attive per l’occupazione per gli anni 2011 e 2012. A darne l’annuncio è l’assessore toscano alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini che coordina le Regioni in tema di lavoro. “Le Regioni – ha spiegato l’assessore – con questo accordo si fanno carico per altri due anni, con grande senso di responsabilità , di una quota maggiore del cofinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. La quota a carico delle Regioni viene portata dal 30 al 40%. Accanto a questo impegno viene confermato quello per le politiche attive, cioè per la formazione e le iniziative di accompagnamento o reinserimento al lavoro, interamente di competenza delle Regioni. Così facendo, ancora una volta, ci siamo assunti una parte importante delle competenze statali. Ma lo abbiamo fatto perché siamo convinti che, ancora, la crisi richieda un impegno straordinario e che gli ammortizzatori sociali siano indispensabili per garantire la tenuta sociale del paese e per mantenere quanti più lavoratori possibile all’interno del sistema produttivo”. Oltre a garantire il sostegno al reddito, l’intesa nazionale prevede il rilancio delle misure di politica attiva, anche in una prospettiva di creazione delle condizioni per lo sviluppo. In particolare si prevede un rafforzamento del legame fra formazione e mercato del lavoro in modo da rendere i percorsi formativi più rispondenti alle necessità di riconversione e ristrutturazione aziendale e le competenze professionali in linea con le esigenze del mercato del lavoro e dei sistemi di impresa. Particolare attenzione è dedicata al coinvolgimento nelle politiche attive degli enti bilaterali e dei fondi interprofessionali. “Per certi versi – sottolinea l’assessore Simoncini – l’accordo fa tesoro dell’esperienza Toscana, prima regione italiana a definire accordi con i fondi interprofessinali per la formazione dei lavoratori in cassa integrazione in deroga.” Venerdì prossimo sarà firmato in Toscana l’accordo con le parti sociali.  
   
   
LAVORO FVG: RAFFORZATI GLI STRUMENTI DI RICOLLOCAZIONE ANTICRISI  
 
Trieste, 21 aprile 2011 - Si rafforzano gli strumenti per favorire il percorso di ricollocazione dei lavoratori del Friuli Venezia Giulia colpiti dalla crisi. La Regione sta infatti ormai completando la procedura di affidamento del servizio a un soggetto privato, la società Workopp, che affiancherà i Centri per l´impiego delle quattro Province con il compito di affrontare in particolare i casi più difficili. Lo ha annunciato l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, in occasione della riunione della Commissione regionale per il lavoro, che si è svolta ieri a Trieste con la partecipazione dei rappresentanti delle quattro Province. Nel corso della riunione è stato anche tracciato un bilancio positivo del progetto Professionisti/e in famiglia, cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri (dipartimento Pari opportunità), che ha coinvolto oltre 2 mila assistenti familiari attraverso 99 seminari informativi organizzati in tutta la regione. Grazie al progetto sono stati erogati quasi 900 incentivi per l´emersione del lavoro delle badanti e sono stati stipulati, attraverso i 14 sportelli attivi nel 2010, 2.256 contratti. L´assessore ha voluto ringraziare tutti i soggetti coinvolti: Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Acli e le quattro Caritas regionali. Entro giugno è in programma il convegno conclusivo del progetto, che proseguirà - è stato annunciato oggi - con un nuovo programma intitolato "Sì con te", che sarà finanziato congiuntamente dal Governo e dal Fondo sociale europeo e sarà nello stesso tempo esteso anche alle baby sitter. È stato inoltre deciso di prorogare i termini delle domande per ottenere gli incentivi del Fondo sociale europeo per le assunzioni di persone disabili (in base al Regolamento approvato dal presidente della Regione n. 117/2010). Modifiche sono state introdotte anche al Regolamento per la concessione dei contributi previsti dalla legge nazionale 68/1999, sempre per favorire l´assunzione di soggetti disabili. Sono stati infine illustrati i progetti per le attività di prevenzione e contrasto al fenomeno delle molestie morali e psico-fisiche sui luoghi di lavoro. È stato confermato l´accreditamento dei cinque Punti di ascolto presenti in Friuli Venezia Giulia che - è stato rilevato - hanno mostrato un miglioramento nella qualità dei progetti elaborati e nell´organizzazione e gestione del servizio. Questi i finanziamenti stabiliti per i Punti di ascolto: Provincia di Udine (50.000); Cisl e Provincia di Pordenone (36.640); Uil Trieste (25.440); Comune di Trieste (23.600); Cisl Gorizia (14.320).  
   
   
VALLE D’AOSTA: AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA  
 
Aosta, 21 aprile 2011 - Il Dipartimento politiche del lavoro e della formazione comunica che possono accedere agli ammortizzatori in deroga tutti i datori di lavoro, operanti in qualsiasi settore di attività, ad eccezione del lavoro domestico, ubicati nella Regione Autonoma Valle d’Aosta. Anche le aziende con meno di 15 dipendenti possono richiedere, derogando alla normativa vigente, il sostegno al reddito per i propri dipendenti. Pertanto possono fare domanda di ammortizzatori in deroga anche le aziende artigiane con un solo dipendente; il trattamento è previsto anche per gli apprendisti. Le aziende che necessitino di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni in deroga devono presentare domanda al Dipartimento politiche del lavoro e della formazione dimostrando lo stato di difficoltà finanziario e/o produttivo con apposita documentazione. La domanda può riguardare sospensioni parziali o totali dell’attività, nel senso che, a seconda delle necessità dell’impresa, il datore di lavoro può richiedere la sospensione dell’attività solamente per una parte del personale ed inoltre per un numero limitato di ore per ogni singolo lavoratore. I dipendenti (apprendisti, operai, impiegati e quadri) per i quali si richiede l’indennità di Cassa integrazione guadagni in deroga devono aver maturato, alla data di inizio del periodo di sospensione per il quale viene richiesta l’integrazione salariale in deroga, almeno 90 giorni di anzianità lavorativa presso il datore di lavoro di provenienza. In caso di eccedenze di personale le stesse aziende di cui sopra possono presentare la domanda per la concessione della Mobilità in deroga per i propri dipendenti licenziati; in questo caso è richiesta un’anzianità aziendale di almeno 12 mesi. Maggiori informazioni sono reperibili al seguente sito www.Regione.vda.it, alla voce “Lavoro” oppure telefonando ai seguenti numeri: Franco Pastorello 0165-275607 oppure Corrado Grange 0165-275606.  
   
   
DE FILIPPO SU AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA  
 
Potenza, 21 aprile 2011 - L’intesa sugli ammortizzatori sociali in deroga ha rappresentato uno dei punti di maggiore interesse dei lavori della Conferenza Stato-regioni, ancora in corso a Roma. Intervenendo nella discussione, il governatore lucano, Vito De Filippo, si è fatto portavoce della necessità che l’intesa per il 2011 non contenga condizioni che incidano negativamente sul ruolo e sul funzionamento dei cosiddetti Fondi interprofessionali, i quali – come è noto – sono alimentati da un gettito dello 0,30% versato dalle aziende aderenti per la formazione continua dei propri dipendenti. Una delle ipotesi in campo, peraltro non condivisa tanto da Confindustria, quanto da Cgil-cisl-uil, era che questi Fondi potessero essere utilizzati per finanziare politiche passive di sostegno al reddito, anziché la formazione continua riservata, come detto, ai soli lavoratori delle imprese aderenti. Il presidente De Filippo, condividendo la posizione di imprese e sindacati, recentemente illustrata in una lettera indirizzata al presidente della Conferenza delle Regioni dalla presidente nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha rimarcato i tre punti già condivisi tra Parti sociali, Governo e Regioni nelle linee guida per la formazione nel 2010. Vale a dire, primo: l’esclusività dell’impiego delle risorse dei Fondi interprofessionali per il finanziamento della formazione con vincolo di destinazione alla imprese aderenti e ai loro lavoratori. Secondo: la piena autonomia dei Fondi nella programmazione e nella gestione dei loro finanziamenti alla formazione e la sussidiarietà della loro iniziativa rispetto all’intervento pubblico, nel quadro degli indirizzi concordati tra Stato, Regioni e Parti sociali. Ed infine, l’esclusione di qualsiasi forma di coinvolgimento dei Fondi interprofessionali nella gestione degli interventi di sostegno passivo al reddito, senza alcuna confusione con l’eventuale ruolo che su questo versante può essere assunto dagli Enti Bilaterali.  
   
   
IMMIGRAZIONE: LA QUESTURA DI VENTIMIGLIA UFFICIALIZZI IL NUMERO DEGLI IMMIGRATI DIROTTATI SU SAVONA  
 
Genova, 21 Aprile 2011 - "La Regione Liguria ha chiesto che l´emergenza degli immigrati dirottati dalla Questura di Ventimiglia su Savona venga ufficializzata, in modo che possa essere chiesta al Ministero la copertura finanziaria delle spese sostenute". Lo ha detto l´assessore regionale alle politiche sociali e coordinatrice dell´emergenza profughi, Lorena Rambaudi a seguito dell’imprevista presenza a Savona di circa 80 immigrati del Nord Africa provenienti da Ventimiglia. "Nonostante le buone disponibilità – ha sottolineato l´assessore Rambaudi - ci sono difficoltà di coordinamento perché la Questura di Ventimiglia ha deciso di dirottare a Savona gli immigrati che chiedevano il permesso di soggiorno temporaneo, senza che ne avessero avuto comunicazione gli enti territoriali, il Comune di Savona e Regione Liguria". "Nonostante la difficoltà – conclude Rambaudi - voglio ringraziare il Comune di Savona che, senza alcuna possibilità di preventiva programmazione, è riuscito prontamente ad organizzare l’emergenza con la fattiva collaborazione della Croce Rossa locale e della Caritas".  
   
   
SOSTEGNO AI PROFUGHI A BOLZANO SI DISCUTE CON LE ASSOCIAZIONI DI IMMIGRATI  
 
Bolzano, 21 aprile 2011 - La possibilità di un sostegno delle associazioni locali attive nel settore immigrazione ai profughi nordafricani giunti a Bolzano è stata approfondita dall´assessore provinciale Roberto Bizzo: "Le associazioni che si occupano di immigrati sul territorio sono pronte a mettere a disposizione le loro risorse, esperienze e conoscenze per essere d’aiuto ai profughi.” Nell´incontro di Bolzano l´assessore Bizzo ha discusso con i rappresentanti di "Rete dei senza voce", associazione "Donne Nissà" e associazione "Un ponte per l’integrazione" le possibili forme di sostegno ai profughi nordafricani trasferiti nel fine settimana in Alto Adige e ad eventuali futuri arrivi nel quadro dell´intervento garantito dalle Regioni per fronteggiare l´emergenza umanitaria di Lampedusa. Con l’approvazione del piano di accoglienza la Provincia aveva individuato nell’ex caserma Gorio ai Piani di Bolzano la struttura adatta per accogliere i primi profughi assegnati all´Alto Adige. "Considerando che il numero attualmente è inferiore alla cifra stimata di cinquanta profughi assegnati al nostro territorio, per ora la Provincia non intende organizzare corsi di integrazione ad hoc", ha precisato Roberto Bizzo. I migranti nordafricani possono partecipare a tutte le iniziative che già vengono organizzate nel settore e a tutte le forme di aiuto all’integrazione già in corso. I rappresentanti delle associazioni degli immigrati hanno confermato l´attenzione e la collaborazione sul tema e annunciato prossime visite ai profughi per cercare di stabilire con loro i primi contatti e di far loro sentire la solidarietà del territorio.  
   
   
MIGRANTI, SONO 125 I TUNISINI ANCORA NEI CENTRI TOSCANI  
 
 Firenze, 21 aprile 2011 – “Pronto… il viaggio è andato bene. Ora sono con i parenti. Grazie”. Quando il telefono squilla i volontari di Santa Croce si commuovono. A chiamarli sono i ragazzi tunisini ospiti nei giorni scorsi del centro d’accoglienza notturna gestito dal Comune, una struttura che dà riparo a senza casa e senza fissa dimora. Telefonano i ragazzi partiti per raggiungere amici e familiari che si trovano altrove in Italia: chi a Roma, chi a Milano, chi di nuovo in Sicilia. Molti partono, qualcuno a volte torna. Tutti ringraziano, per l’accoglienza ricevuta. Continuano a spopolarsi i ventidue centri d’accoglienza predisposti dalla Regione, assieme agli enti locali e il mondo del volontariato per ospitare i tunisini sbarcati a Lampedusa e trasferiti in Toscana. Degli oltre cinquecento tunisini arrivati due settimane fa, ad oggi sono rimasti solo in 125, novanta in meno rispetto a lunedì. Altri si stanno preparando a partire. Qualcuno è stato spostato, mentre le stesse strutture si riorganizzano. In provincia di Siena ad esempio i 14 tunisini rimasti sono stati concentrati tutti nel castello di Montarenti, nel comune di Sovicille, mentre è stato liberata la struttura regionale alla Pineta, nel comune di Monticiano. Ad Arezzo sono rimasti solo 8 ragazzi, tutti a Stia ospiti della cooperativa Agorà. A Firenze città sono in 18: la metà all’albergo popolare, 3 alla Madonnina del Grappa ed altri 6 a Villa Peragnoli. Altri 12 ragazzi tunisini continuano ad essere ospiti di Casa Emmaus ad Empoli e 4 di Casa Mamma Margherita a Scandicci. A Massa Marittima, in provincia di Grosseto, sono rimasti in 10. La pattuglia livornese conta 15 tunisini (6 all’ostello della gioventù di Villa Morazzana, 5 a Piombino, 4 a San Vincenzo), mentre 19 sono in tutta la provincia di Pisa: non più a San Rossore né a Santa Croce, ma tutti concentrati tra la casa delle farfalle dell’università a San Piero a Grado (10) e a Montopoli (9). Infine a Capannori, in provincia di Lucca, ci sono 9 tunisini e 16 sono a San Marcello Pistoiese, nella casa vacanze della diocesi a Lizzano: uno dei gruppi più numerosi al momento. Le strutture ancora aperte in tutta la regione sono quindici.  
   
   
PUGLIA, MIGRANTI: NEL POMERIGGIO L´ARRIVO DI 61 PERSONE  
 
Bari, 21 aprile 2011 - Sono 61 i migranti che hanno raggiunto Bari ieri, intorno alle 18,30, sempre in base a quanto stabilito dal piano nazionale di emergenza relativo all´immigrazione. Lo annuncia l´assessore alla Protezione Civile Fabiano Amati. I migranti, provenienti da Crotone, raggiungeranno il centro polifunzionale della Polizia di Stato di Bari e saranno accolti da funzionari di Protezione civile regionale e da un mediatore culturale di lingua araba, che li accompagneranno nelle strutture di accoglienza. In particolare, 17 migranti saranno accolti in tre diverse strutture di Gravina in Puglia (5 nella cooperativa di accoglienza "San Sebastiano", 6 nell´alberghetto "Zia Rosa", 6 nella "Villa del Sol"), 12 a Molfetta nella casa di accoglienza "Don Tonino Bello", 9 ad Andria nella casa di accoglienza "Santa Maria Goretti", altri 8 a Minervino Murge ( 3 nella struttura di accoglienza "Casa Sant´andrea e 5 nel centro "Emmaus"), 8 saranno accompagnati nella struttura "Caritas" di Barletta, mentre altri 7 a Mesagne nella struttura pubblica "Misericordia".