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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Gennaio 2012
UE: EMESSO CON SUCCESSO BOND CON SCADENZA A LUNGO TERMINE 30 ANNI, PRESTITI FINANZIAMENTO DI € 3 MILIARDI PER L´IRLANDA E IL PORTOGALLO  
 
 Bruxelles, 9 gennaio 2012 - Grazie ad una domanda diffusa da parte gli investitori ieri l´Unione europea (Ue) ha piazzato bond con scadenza 30 anni per 3 miliardi di €; una dichiarazione di fiducia del mercato verso l´Ue. L´operazione è stata effettuata dalla Commissione europea, a nome dell´Ue, in virtù del meccanismo di stabilizzazione finanziaria europea (Efsm). Con il ricavato L´irlanda e il Portogallo dovrà ricevere back-to-back a € 1,5 miliardi ciascuno come parte dei loro pacchetti di aiuti finanziari. La nuova obbligazione di riferimento è il primo rilascio Dell´ue con una scadenza fino a 30 anni, una maturità che è una rarità sia in euro e per gli emittenti sovranazionali. Questo finanziamento lunga data amplierà ulteriormente la scadenza media dei prestiti Ue a Irlanda e Portogallo e quindi migliorare la sostenibilità del debito e le prospettive a lungo termine di entrambi i paesi (si veda anche Memo/11/602 ). I 3 miliardi di € scadenza dell´obbligazione, il 4 aprile 2042, pagano una cedola del 3,75% ed è stato al prezzo di mid-swap 125 punti base. Ordini tra cui quasi 120 conti di qualità sono stati chiusi entro due ore, con sottoscrizioni pari a circa € 5,2 miliardi. Come previsto con tale questione molto datato, la parte predominante della domanda degli investitori è venuto da all´interno dell´Ue, con la Germania al 70%, seguita dal Regno Unito al 13% e il Benelux (8%). La Svizzera ha contribuito con il 4%. In termini di tipologia di investitore, assicurazioni / fondi pensione sono stati di gran lunga leader con il 81%, le banche contato con il 18%. Joint lead manager sono stati Barclays Capital, Bnp Paribas, Deutsche Bank e Goldman Sachs. Co-leader sono stati Commerzbank, Crédit Agricole Cib, Dz Bank, Ing, Jp Morgan, Morgan Stanley, Rbs e Ubs. L´ erogazioni per l´Irlanda e il Portogallo saranno effettuate il 16 gennaio 2012, la data di regolamento del prestito obbligazionario e in linea con le esigenze di finanziamento di questi paesi.  
   
   
NUOVO PROGRAMMA UE DI SOSTEGNO POLITICO E RIFORME DEMOCRATICHE NEL MEDITERRANEO MERIDIONALE  
 
Bruxelles, 10 gennaio 2012 - un nuovo programma regionale è stato adottato il 22 dicembre 2011 dalla Commissione europea, al fine di promuovere politiche e riforme democratiche in paesi vicini come il Sud parte del partenariato strategico tra Unione Europea e del Consiglio d´Europa (Coe). Questo programma, che sarà inizialmente laminato in Marocco e Tunisia, mira a sostenere l´indipendenza e l´efficienza del sistema giudiziario, nonché la promozione del buon governo, la lotta contro la corruzione, la tutela dei diritti umani e dei valori democratici e delle istituzioni e il controllo del traffico di esseri umani. Il programma sarà l’ obiettivo di enti governativi a tutti i livelli; i parlamenti e le strutture pubbliche con competenze specifiche nei settori pertinenti, la società civile e i rappresentanti dei giovani. Le attività comprenderanno le valutazioni e le raccomandazioni degli esperti al fine di semplificare la legislazione esistente e la pratica, pareri giuridici e consulenza politica per migliorare l´indipendenza e l´efficienza del sistema giudiziario, conferenze, tavole rotonde e gruppi di lavoro di esperti per consentire gli scambi e di peer-review e formazione di giovani leader politici provenienti dal sud del Mediterraneo. Catherine Ashton, Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza/Vice Presidente della Commissione, ha dichiarato: " L´unione europea è determinata a fornire tutto l´aiuto che può come i suoi vicini meridionali lottare per un futuro democratico. Costruire la democrazia è qualcosa di più profondo che una semplice elezione. Paesi hanno bisogno di costruire le istituzioni democratiche che consentirà la democrazia a radicarsi e diventare un modo normale di vita. Il programma che stiamo per adottare oggi si propone di aiutarli a fare proprio questo. Il Commissario per l´allargamento e la Politica Europea di Vicinato, of Trenčin Self Füle, ha commentato: "Assistenza nella costruzione sostenibile e durevole della democrazia in Africa del Nord è una delle nostre priorità massima. Con il sostegno dei diritti umani e del buon governo con programmi come questo, ci stanno aiutando a garantire che le persone hanno un sistema giudiziario che risponde alle loro esigenze e fa sì che essi siano trattati equamente. Il Consiglio d´Europa ha una lunga esperienza nel sostegno politico e democratico i processi di trasformazione, lo rende un partenariato ideale per la Commissione Europea su questo programma, che è parte di un nuovo approccio al quartiere meridionale. Il programma avrà la flessibilità necessaria per reagire alle nuove ed emergenti priorità, che possono derivare dal contesto politico ancora in via di sviluppo nella regione. Forte sarà inoltre garantita la complementarità e la coerenza con altre iniziative dell´Ue, quali il programma Primaverile o il futuro "dotazione per la democrazia europea". Essa avrà una dotazione iniziale di 4 milioni di euro, sarà avviato all´inizio 2012 e per tre anni.  
   
   
NUOVA INIZIATIVA DELL´UE PER RIDURRE LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE  
 
Bruxelles, 10 gennaio 2012 - Per far fronte alla crescente disoccupazione giovanile, il cui tasso ha ormai raggiunto il 21%, la Commissione ha adottato l´iniziativa "Opportunità per i giovani", nella quale esorta gli Stati membri a prevenire l´abbandono scolastico aiutando i giovani a sviluppare competenze che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro, garantendo la possibilità di esperienze professionali e di formazione sul posto di lavoro e agevolando l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Nonostante tutti gli sforzi messi in atto dall´Ue e dai suoi paesi membri, le prospettive di occupazione per i giovani europei restano fosche. Un giovane su cinque sotto i 25 anni e alla ricerca di un lavoro non riesce a trovarlo. Ci sono poi 7,5 milioni di giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano, non studiano e non seguono formazioni professionali. La Commissione sollecita gli Stati membri a fare un miglior uso del Fondo Sociale Europeo, che dispone di 30 miliardi di euro destinati a finanziare nuovi progetti non ancora assegnati. La Commissione ha inoltre proposto una serie di iniziative concrete che saranno finanziate direttamente dai fondi europei. Obiettivo finale dell´iniziativa - Aiutare i giovani disoccupati che hanno abbandonato la scuola o la formazione prima di ottenere un diploma di scuola secondaria superiore a riprendere gli studi o una formazione professionale che diano loro le competenze necessarie per trovare un lavoro. Permettere ai giovani in possesso di un diploma, ma che non riescono a trovare lavoro, di avere accesso ad una prima esperienza lavorativa. “L’iniziativa Opportunità per i giovani” - ha dichiarato José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea – “ dimostra ai giovani europei che siamo attenti alla loro situazione. Abbiamo dato ascolto alle loro richieste, ripetute da Madrid a Bruxelles, di essere parte attiva della società europea. Per arrivarci occorre avere un lavoro.. La riforma a lungo termine del mercato del lavoro è una necessità evidente, ma ci vorrà tempo perché produca I risultati attesi. Con questa iniziativa affermiamo la necessità di agire immediatamente per ridurre la disoccupazione giovanile.” Cosa cambia concretamente? Una collaborazione tra Commissione, autorità nazionali, parti sociali e società civile, con finanziamenti europei più mirati, potrà aumentare le possibilità di lavoro per i giovani. Almeno 5 000 giovani potranno beneficiare dell´iniziativa "Il tuo primo posto di lavoro Eures", pensata per aiutarli a trovare un´occupazione in un altro paese dell´Ue. I paesi dell´Ue istituiranno meccanismi per assicurare che, entro quattro mesi dalla fine del loro percorso scolastico, i giovani abbiano un lavoro, proseguano gli studi o seguano una formazione. La Commissione elaborerà un quadro per tirocini di alta qualità in modo da rendere più trasparenti le informazioni sulle opportunità disponibili a livello europeo, sulle condizioni di accesso e sugli obiettivi perseguiti. L’obiettivo per il 2012: almeno 130 000 tirocini nell’ambito dei programmi Erasmus e Leonardo da Vinci, con ampie risorse destinate ai tirocini in azienda; La Commissione metterà a disposizione fondi per l’assistenza tecnica destinati a sostenere gli Stati membri nell’impiego dei fondi europei disponibili, in particolare dal Fondo Sociale Europeo che dispone ancora 30 miliardi di euro per finanziare nuovi progetti.  
   
   
EUROBAROMETRO STANDARD DELL´AUTUNNO 2011: I CITTADINI CONSIDERANO L´UNIONE EUROPEA UNA PARTE DELLA SOLUZIONE ALLA CRISI  
 
 Bruxelles, 10 gennaio  2012  – I cittadini europei continuano a ritenere che l´Unione europea sia l´entità maggiormente qualificata, anche più dei governi nazionali, per far fronte agli effetti della crisi economica (cfr. Allegato). L´ue rimane dunque in prima posizione (23%, +1) seguita dai governi nazionali (20%, invariato), dal G20 (16%, + 2) e dal Fondo monetario internazionale (14%, -1). Una netta maggioranza di cittadini europei (61%, - 4) afferma che la situazione finanziaria attuale della loro famiglia è buona. Sussistono tuttavia notevoli differenze tra i vari paesi – si va dal 24% in Grecia e in Ungheria all´85% nei Paesi Bassi, all´88% in Finlandia, all´89% in Danimarca e al 90% in Svezia. Come nei precedenti sondaggi Eurobarometro, le risposte relative alla situazione delle economie nazionali differiscono notevolmente da uno Stato membro all´altro. Mentre la situazione economica è giudicata buona da più di tre quarti della popolazione in Svezia, Lussemburgo e Germania, meno del 5% degli abitanti condivide questa opinione in Grecia, Irlanda e Spagna. Nel complesso, gli ultimi sei mesi hanno visto una lieve diminuzione di coloro che giudicano buona l´attuale situazione dell´economia nazionale, scesi al 28% (-2), e un lieve aumento di coloro che la considerano negativa, saliti al 71% (+3). I cittadini sono sempre più consapevoli che per risolvere la crisi ci vorrà una maratona, e non un semplice sprint. Solo il 23% degli europei ritiene che l´incidenza della crisi sull´occupazione abbia raggiunto il suo massimo livello, mentre il 68% è del parere opposto. Globalmente, gli europei continuano ad avere più fiducia nell´Unione europea (34%) che nei rispettivi governi nazionali (24%). Entrambi i risultati denotano tuttavia una forte diminuzione (rispettivamente -7 e -8 punti) rispetto al sondaggio della primavera 2011. Contesto Il sondaggio Eurobarometro dell´autunno 2011 è stato realizzato mediante colloqui individuali tra il 5 novembre e il 20 novembre 2011. In totale sono state intervistate 31 659 persone nei 27 Stati membri dell´Ue e nei paesi candidati.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA FORNISCE INDICAZIONI AL SETTORE ASSICURATIVO EUROPEO PER GARANTIRE LA NON DISCRIMINAZIONE TRA DONNE E UOMINI NEI PREMI ASSICURATIVI  
 
 Bruxelles, 10 gennaio 2012 – La Commissione europea ha adottato il 22 dicembre 2011 linee direttrici per aiutare il settore assicurativo ad applicare tariffe unisex, a seguito della sentenza della Corte di giustizia dell´Unione europea secondo cui le differenze nel calcolo dei premi tra uomini e donne costituiscono una discriminazione fondata sul sesso. Nella sentenza del 1° marzo 2011 nella causa Test-achats, la Corte di giustizia ha stabilito che le compagnie di assicurazione devono provvedere entro il 21 dicembre 2012 ad applicare il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda i premi e le prestazioni assicurative (Memo/11/123). Nel settembre 2011 Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria Ue per la Giustizia, ha incontrato le principali compagnie di assicurazione dell´Ue per discutere di come il settore debba adeguarsi alla sentenza della Corte (Memo/11/624). Le nuove linee direttrici della Commissione, delineate a seguito di consultazioni svoltesi con i governi nazionali, gli assicuratori e i consumatori, rispondono all´esigenza di disporre di indicazioni pratiche per quanto riguarda gli effetti della sentenza, a vantaggio sia dei consumatori sia delle compagnie di assicurazione. "Quando, il 1° marzo 2011, la Corte di giustizia si è pronunciata nella causa Test‑achats, ho promesso che la Commissione avrebbe aiutato gli assicuratori e i consumatori a conformarsi alla sentenza" ha dichiarato Viviane Reding, Commissaria Ue per la Giustizia e Vicepresidente della Commissione. "Adottando queste linee direttrici un anno prima del termine per l´adeguamento alla sentenza della Corte, abbiamo onorato il nostro impegno. Spetta ora al settore assicurativo garantire una graduale transizione verso la parità di trattamento tra donne e uomini in quest´ambito. La Commissione vigilerà sulle modalità di esecuzione della sentenza della Corte da parte delle imprese del settore. È probabile che le compagnie di assicurazione che adottano per prime una tariffa unisex abbiano un vantaggio concorrenziale sul mercato europeo." Il Commissario per il Mercato interno e i servizi, Michel Barnier, ha dichiarato: "Le compagnie assicuratrici hanno espresso preoccupazioni in merito all´impatto e alle conseguenze di questa importante sentenza, soprattutto in questo periodo in cui devono, così come tutti gli altri soggetti del mercato finanziario, affrontare notevoli sfide. Ritengo che queste linee direttrici saranno utili per le imprese assicuratrici e le aiuteranno ad adeguare i contratti e i premi per garantire la piena e tempestiva esecuzione della sentenza, a vantaggio degli assicuratori e degli assicurati." Le linee direttrici adottate oggi riguardano una serie di questioni che sono emerse durante estese consultazioni tenutesi con gli Stati membri e le parti interessate. Per esempio precisano che la sentenza si applica solo ai nuovi contratti, in particolare quelli conclusi a partire dal 21 dicembre 2012, e forniscono esempi concreti di cosa si intende per "nuovo contratto", onde garantire a livello dell´Ue un´applicazione uniforme della regola unisex a decorrere dalla stessa data. Le linee direttrici forniscono inoltre esempi di pratiche assicurative basate sul genere ritenute compatibili con il principio dei premi e delle prestazioni unisex e che quindi non subiranno modifiche a seguito della sentenza Test-achats. Tali pratiche sono estremamente varie e vanno dal calcolo delle riserve tecniche ai costi delle riassicurazioni fino alle dichiarazioni dello stato di salute o al marketing mirato.  
   
   
AVANTI SULLE AGENZIE DI RATING  
 
 Roma, 10 gennaio 2012 - Avanti adagio nella lotta contro lo strapotere delle agenzie di rating. La recente proposta della Commissione europea riesce a fare alcuni passi in avanti rispetto alle regole per arginare il potere delle varie Moody´s, Fitch e Standard&poor´s, che hanno un impatto sempre più diretto sui mercati e sull´economia europea. Considerati gli errori commessi in passato dalle agenzie e le sospette tempistiche nell´annuncio dei rating, appare necessario intervenire sul piano legislativo. Michel Barnier, commissario responsabile al mercato interno e ai servizi, ha preparato delle proposte per disciplinare il raggio d´azione delle agenzie. Queste dovranno, secondo la proposta, rispondere in giudizio in caso di violazione del regolamento o di negligenza grave. I rating del debito sovrano dovranno essere più trasparenti e frequenti (una volta ogni sei mesi anziché dodici). Le agenzie di rating saranno tenute ad una maggior trasparenza dei loro giudizi: dovranno pubblicare dei rapporti su cui si basano i rating degli Stati ed effettuare la comunicazione al governo del Paese interessato il giorno che precede l´emissione dei giudizi. Per evitare conflitti di interesse, gli emittenti dovranno cambiare agenzia ogni tre anni. Queste misure vanno nella direzione giusta, ma molti eurodeputati si aspettavano un "pacchetto" ancor più robusto. ´´Le agenzie di rating - ha dichiarato il vice-presidente del Parlamento Gianni Pittella - negli ultimi anni hanno avuto un ruolo politico e questo è inaccettabile: bisogna avere il coraggio di dirlo e di affrontare questo nodo´´. Le agenzie che operano attualmente sono tutte private e questa situazione accende discussioni a non finire sul reale grado di legittimità delle stesse, ma il costo di creazione e gestione di una nuova agenzia, europea e pubblica, pari ad almeno 300-500 milioni di euro per cinque anni, è stato per il momento ritenuto eccessivo dalla Commissione. C´è molta apprensione per la situazione dei mercati, che sembrano a tratti incontrollabili. Questo spiega come su una materia non legata alle agenzie ma ai limiti verso gli strumenti in mano agli speculatori finanziari, la plenaria del Parlamento abbia votato a grande maggioranza (507 voti a favore) un regolamento. Lo scopo è quello di frenare le vendite allo scoperto e per vietare derivati finanziari quali i Cds "nudi", ovvero acquistati senza detenere i titoli dello stato per i quali ci si assicura contro il rischio di fallimento. "E´ la prima volta - ha dichiarato l´ecologista francese Pascal Canfin, relatore a Strasburgo - che la Ue proibisce un prodotto che serve a speculare sugli Stati´´. Nel provvedimento sono previste eccezioni allo stop ai Cds "nudi", che possono essere ammessi nel caso in cui un Paese abbia il timore di seri riflessi sul proprio debito sovrano. Tali eccezioni saranno però limitate nel tempo e sottoposte alla verifica dell´autorità europea sui mercati, l´Esma. Questo voto sottolinea quanto la regolazione e la gestione dei mercati finanziari, in uno scenario di crisi come quello che l´Europa sta affrontando, sia al centro dell´attenzione degli eurodeputati. In nome di una più efficace governance economica molti europarlamentari ritengono che la Commissione avrebbe potuto osare di più sulla proposta sulle agenzie di rating. Non solo per la mancata creazione di un´agenzia di rating pubblica ed europea. L´altro punto riguarda anche la misura che prevede la possibilità di sospendere il rating per i Paesi che negoziano un piano di aiuti. Tale sospensione avrebbe impedito che Paesi come la Grecia, l´Irlanda ed il Portogallo fossero continuamente oggetto delle valutazioni delle agenzie con tanto di relative turbolenze sui mercati europei. Tale misura, che si rivelerebbe molto utile per quei Paesi impegnati a risalire la china attraverso programmi di aiuti, non è stata inserita nel testo finale. Il dibattito contro le agenzie si è ulteriormente acceso dopo le dichiarazioni di Poul Nyrup Rasmussen, il presidente dei socialisti europei, secondo cui la Commissione europea avrebbe dovuto fare di più. La partita, insomma, non sembra finire qui. Nei passaggi che seguiranno tra Consiglio e Parlamento, il partito dei delusi farà di tutto per tornare allo spirito originario. Di Pierdavid Pizzochero  
   
   
EUREGIO AL LAVORO SUL LIBRO DI STORIA: PRONTO NELL´AUTUNNO 2012  
 
 Bolzano, 10 gennaio 2012 - Tre mesi dopo la prima riunione del Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) tra Alto Adige, Trentino e Tirolo, nell´ufficio di Bolzano l´Euregio istituzionalizzato lavora ai concreti progetti del 2012: "In particolare nel settore della cultura e dell´istruzione, con l´organizzazione del forum formativo per il personale insegnante e con la realizzazione del libro di storia sull´Euroregione, che uscirà nell´autunno prossimo", sottolinea la segretaria generale del Gect, l´altoatesina Birgit Oberkofler. "Attraverso il Gect Alto Adige, Tirolo e Trentino vogliono collaborare in tutti i settori di interesse transfrontaliero. Sono un´ottantina i progetti presentati, che vengono inquadrati per priorità prima di passare all´attuazione concreta", spiega il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder. Ad elaborare i temi e le prossime tappe è l´ufficio congiunto dell´Euregio operativo da due anni a Bolzano su incarico dei tre governi provinciali. Primo presidente del Gect è lo stesso Durnwalder e l´altoatesina Birgit Oberkofler è la prima segretaria generale. Le priorità della fase iniziale della cooperazione transfrontaliera sono state individuate nei settori energia, Corridoio verde del Brennero, salute, istruzione e giovani, università e ricerca. "Già nella seduta costitutiva del Gect, tre mesi fa, i responsabili politici avevano indicato l´esigenza di intervenire con azioni concrete nel trasferimento del traffico pesante dalla strada alla rotaia, nel potenziamento dell´utilizzo di fonti energetiche alternative e nelle corrispondenti iniziative per favorire il Green corridor lungo l´asse del Brennero", spiega Oberkofler. Il Gect lavora anche per favorire l´allacciamento delle infrastrutture dell´energia elettrica, vale a dire le linee di alta tensione, che attualmente si interrompono al confine di Resia, Brennero e Versciaco. Concreti progetti sono inoltre in fase di realizzazione in ambito scolastico e culturale, come il forum della formazione per il personale insegnante che si svolgerà il 29 marzo all´Eurac di Bolzano. L´evento riunirà circa 150 esperti delle tre Province specializzati nell´aggiornamento dei docenti. In autunno poi uscirà il primo libro di storia congiunto per tutta l´area dell´Euroregione alpina. Un gruppo di sei storici composto da Christine Roilo e Andrea Di Michele (Alto Adige), Brigitte Mazohl e Wilfried Beimrohr (Tirolo), Giuseppe Ferrandi e Luigi Bianco (Trentino) ha elaborato il concetto base e le tematiche del volume. Si vuole mettere a disposizione della popolazione un manuale di circa 50-60 pagine di semplice consultazione e comprensione che presenta le tappe fondamentali della storia comune degli ultimi 200 anni nei territori interessati. "Un libro che però si propone anche di illustrare la nostra terra alle persone che non la conoscono", spiega Oberkofler. L´euregio di Alto Adige, Trentino e Tirolo ha intanto allacciato anche i contatti con gli altri Gect riconosciuti dall´Ue: a maggio all´Eurac di Bolzano è già fissato un simposio con la presenza dei massimi rappresentanti di una dozzina di Gruppi europei di cooperazione territoriale già operativi.  
   
   
LN-LOMBARDIA. ´CREDITOADESSO´, 500 MILIONI PER LE IMPRESE-1 DALL´ACCORDO REGIONE-BEI LA RISPOSTA AL BISOGNO DI LIQUIDITÀ FORMIGONI: UN´OPERAZIONE INEDITA. GIBELLI: ESEMPIO DA SEGUIRE  
 
Milano, 10 gennaio 2012 - Regione Lombardia ha aperto una linea di credito agevolato per le piccole e medie imprese da 500 milioni di euro, a sostegno del loro bisogno di liquidità. Si chiama ´Creditoadesso´ e si rifà a un accordo quadro con la Bei, Banca Europea di Investimenti, firmato nel 2009 dal presidente Roberto Formigoni e dal vice-presidente della Bei, Scannapieco. L´operazione viene condotta dalla finanziaria regionale, Finlombarda, in collaborazione con numerosi istituto di credito, che contano nell´insieme 3600 sportelli sul territorio lombardo, in pratica più di due per ogni Comune. E´ stato lo stesso Formigoni a presentare alla stampa l´iniziativa, insieme al vice presidente e assessore all´Industria e Artigianato Andrea Gibelli, al capo divisione banche e corpored per l´´Italia della Bei Marguerite Mac Mahon, al presidente di Finlombarda Marco Nicolaj e al direttore della stessa Giorgio Papa. Presenti i rappresentanti delle banche, oltre che gli esponenti di numerose associazioni datoriali, camerali e sindacali. Prestito Senza Garanzie - ´E´ una notizia molto positiva per il mondo produttivo lombardo - ha sottolineato Formigoni - destinata ad alimentare il capitale circolante connesso all´espansione commerciale delle aziende piccole e medie, incluse quelle artigiane, che operano nei settori del manifatturiero, dei servizi alle imprese, del commercio all´ingrosso e delle costruzioni. ´Creditoadesso´ apre una innovativa e cospicua linea di finanziamento, senza garanzie, che risponde al bisogno di liquidità necessario a far fronte a uno o più ordini di fornitura già accettati e ai contratti di fornitura di beni e servizi´. 80 Domande In 2 Ore - Le domande si presentano on-line. Nelle prime due ore, ben 80 aziende l´avevano già inoltrata: il che prova che l´iniziativa coglie davvero nel segno. Primi In Italia - ´La Lombardia - ha messo in evidenza Gibelli - è la prima Regione in Italia e tra le prime in Europa a siglare un accordo così eccezionale. E´ la dimostrazione che la nostra Regione è già considerata alla stregua di un medio Stato europeo, non solo per la condizione economica, ma anche per la nostra solidità finanziaria. Siamo dunque l´esempio da seguire e per questo ci aspettiamo che altre Amministrazioni regionali facciano lo stesso´. Dato Ascolto Agli Imprenditori - In effetti l´iniziativa è inedita e unica nel contesto italiano, sia per l´entità della somma, sia per il fatto che si tratta di un prestito non per investimenti ma per alimentare la disponibilità di cassa: un nervo scoperto per molti imprenditori. Basti dire che i tempi di incasso sono mediamente di tre mesi e che i crediti commerciali rappresentano ormai il 23,5 per cento del fatturato delle aziende. ´Gli imprenditori stessi ci hanno chiesto di intervenire. Noi li abbiamo ascoltati´, ha detto Formigoni. Favorevoli Condizioni Di Accesso - Le condizioni di accesso al credito sono davvero molto favorevoli: sono semplici (nessuna rendicontazione della spesa), hanno tassi più bassi di quelli normalmente applicati, richiedono poca burocrazia, non impongono la presentazione di garanzie di natura reale né il pagamento di spese istruttorie. Inoltre incentivano le aziende che hanno già un legame stabile con il territorio, aumentando le possibilità che ci restino a lungo. Regione In Prima Linea - ´Tuteliamo dunque - ha commentato Formigoni - la nostra impresa, i nostri lavoratori e le nostre prospettive di crescita. E lo facciamo mettendoci in prima linea. Infatti Regione Lombardia garantisce personalmente il credito per le aziende, avendo firmato una comfort-letter nei confronti della Bei. In più, la Regione ha aggiunto alle risorse stanziate dal sistema bancario ulteriori 23 milioni di euro, allo scopo di abbassare ancora di più i tassi di interesse´. Una Nuova Visione Di Europa - ´E´ assolutamente importante - segnala ancora il vice presidente Gibelli - guardare a forme di finanziamento, come l´accordo siglato con la Bei, che rappresentano una grande opportunità per le nostre imprese. Inoltre l´intesa tra una Regione e la Banca Europea per gli Investimenti rappresenta una nuova visione d´Europa, in cui gli Stati e le Regioni sono sullo stesso piano nei confronti delle istituzioni europee e nell´interesse comune di sostenere il proprio sistema imprenditoriale. Regione Lombardia è quindi l´esempio di quanto una buona amministrazione sia un supporto concreto per le aziende presenti sul territorio´. ´Negli ultimi tre mesi - ha detto Marco Nicolai - si sono accentuati i segnali del credit crunch: un´azienda su tre, secondo i dati della Banca d´Italia, ha dichiarato di avere difficoltà di accesso al credito. Il finanziamento del circolante è una delle esigenze più sentite: ´Creditoadesso´ è il modo per dare una risposta concreta a questo bisogno. Inoltre, chi è fornitore della P.a., che oggi può scontare ritardi nei pagamenti nell´ordine di 180 giorni (non però nel caso di Regione Lombardia e del suo Sistema sanitario, che oggi paga a 60 giorni, ndr.) è finanziato da ´Creditoadesso´ alla firma del contratto, ancora prima di fornire il bene o servizio´. Le Banche Aderenti - Le banche che hanno ufficialmente aderito, a oggi, sono: Banca di Legnano; Bpm; Banca Popolare di Sondrio; Banca Popolare di Vicenza; Credito Artigiano; Credito Valtellinese; Monte dei Paschi di Siena; Unicredit; Veneto Banca; Bcc del Garda; Banca Popolare di Bergamo; Intesa Sanpaolo; Bcc di Binasco. Già preannunciata, inoltre, l´adesione di: Gruppo Banca Popolare di Lodi, Credito Bergamasco e Bcc di Sesto San Giovanni. ´Creditoadesso´ è l´iniziativa di Regine Lombardia a sostegno alle micro, piccole e medie imprese dei settori manifatturiero, dei servizi alle imprese, del commercio all´ingrosso e delle costruzioni, che operano da almeno due anni in Lombardia, attraverso la concessione di finanziamenti, in compartecipazione con il sistema bancario convenzionato, per soddisfare il fabbisogno di capitale circolante connesso all´espansione commerciale. Attua un Accordo Quadro (21 dicembre 2009) tra Regione Lombardia e la Banca Europea degli Investimenti (Bei) e segue il contratto di finanziamento (25 luglio 2011), con il quale la Bei ha aperto una linea di credito di 200 milioni di euro a favore di Finlombarda per interventi a supporto delle Pmi lombarde. La Dotazione E Le Linee D´intervento - 500 milioni di euro: 200 della linea di credito attivata da Bei a favore di Finlombarda per il finanziamento delle Pmi lombarde, fino a 300 milioni apportati dalle banche convenzionate. L´iniziativa si articolare in tre linee d´intervento: la linea Generale, 250 milioni di dotazione (50 per cento del totale), operativa dalle ore 10 del 9 gennaio 2012; la linea Aggregazione d´impresa (25 per cento del totale) e la linea Attrattività (25 per cento del totale), per le quali sono in fase di definizione le modalità operative. Chi Può Accedere Alla Linea Generale - Le Pmi singole, in qualunque forma costituite, comprese le imprese artigiane con sede operativa in Lombardia, appartenenti ai settori manifatturiero, servizi alle imprese, commercio all´ingrosso, costruzioni, operative da almeno 24 mesi e iscritte al registro delle imprese Che Cosa Finanzia - Uno o più ordini accettati/contratti di fornitura di beni e/o servizi, con importo minimo di 100.000 euro (al netto di Iva e formalizzati al massimo tre mesi prima della data di richiesta di finanziamento). Natura Dei Finanziamenti E Rimborso - Finanziamenti chirografari di importo compreso tra i 50.000 e i 500.000 euro a copertura di massimo il 50 per cento dell´ammontare dell´ordine/contratto di fornitura accettato. Durata di ogni finanziamento: 24 mesi o 36 mesi. Rimborso con rate semestrali a quota capitale costante (alle scadenze fisse del 30 aprile e del 31 ottobre) senza preammortamento (a eccezione di quello tecnico necessario a raggiungere la prima scadenza fissa utile). Condizioni E Vantaggi Per Le Imprese - Il finanziamento sarà erogato al tasso Euribor a sei mesi, oltre a un margine variabile in funzione della classe di rischio assegnata all´impresa. Grazie ai contributi in conto interessi di Regione Lombardia le imprese beneficeranno di una riduzione del costo del finanziamento nella misura di 100 basis points. Non è richiesta alcuna garanzia di natura reale. Le banche convenzionate e Finlombarda non richiederanno alcuna commissione e/o spesa d´istruttoria, salvo quanto previsto nel caso di ricorso al Fondo Centrale di Garanzia. Le procedure per richiedere il finanziamento sono semplificate: non è richiesta alcuna rendicontazione della spesa, bensì la semplice presentazione dell´ordine/contratto di fornitura accettato; le domande di accesso sono presentate esclusivamente online. Come E Quando Fare Domanda - Le domande possono essere presentate esclusivamente online dalle ore 10 del 9 gennaio 2012, collegandosi ai seguenti indirizzi: www.Regione.lombardia.it  - menù ´Servizi´ - ´Finanziamenti on line´ oppure https://gefo.Servizirl.it/  oppure www.Finlombarda.it  - homepage ´Iniziativa Finlombarda-bei´. I richiedenti dovranno registrarsi e ottenere i codici personali (login/password) nella sezione del Sistema di procedura informatica che spiega le modalità di registrazione e presentazione della domanda. Per Informazioni - L´avviso alle imprese - Linea Generale, le Faq e l´elenco delle banche convenzionate aggiornato sono scaricabili dal sito: www.Finlombarda.it  Per info sull´Avviso alle imprese-Linea Generale è possibile scrivere a: infoflbei@finlombarda.It  Per ricevere assistenza tecnica alla compilazione on line della domanda è possibile contattare Lombardia Informatica S.p.a. Al numero Verde 800.131.151, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle ore 20 e il sabato dalle ore 8 alle ore 12.  
   
   
TOSCANA: INVESTIMENTI DELLE IMPRESE, RISORSE PER LE GARANZIE AL CREDITO  
 
Firenze, 10 gennaio 2012 – Riparte il fondo di garanzia per gli investimenti delle imprese toscane. Lo ha deciso la giunta che ha approvato ieri, su proposta dell’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini, una delibera che consente di tenere aperto il fondo di garanzia gestito da Fidi Toscana e operativo dal 2009, con una dotazione di oltre 30 milioni, per fronteggiare la crisi. Dopo aver consentito oltre 3.200 operazioni per un importo garantito di oltre 400 milioni di euro, il fondo, molto richiesto dalle aziende toscane, aveva esaurito le sue risorse. “Restava ancora attivo il secondo fondo – spiega l’assessore Simoncini – quello per la liquidità delle imprese. Abbiamo perciò deciso di varare nuove direttive in modo da consentire, in attesa dell’entrata in vigore dei nuovi piani attuativi previsti dal piano regionale di sviluppo 2011-2015, di utilizzare il fondo per la liquidità anche per sostenere le garanzie delle imprese che intendono accedere al credito per fare nuovi investimenti produttivi”. Nelle nuove direttive sono state reinserite, fra l’altro, anche le misure ad hoc a favore delle imprese che vantano crediti nei confronti di imprese dell’industria ferroviaria per sostenere, in particolare, l’indotto della Breda di Pistoia, quelle a favore delle imprese creditrici del settore delledilizia e per le imprese danneggiate dall’alluvione dello scorso autunno. Complessivamente, secondo i dati di Fidi Toscana, l’intero programma Emergenza economia (di cui fanno parte i due fondi) ha accolto 6.800 operazioni di garanzia, per un importo finanziato di 1 miliardo e 28 milioni di euro ed un importo garantito di 855 milioni. “E’ un intervento – spiega ancora l’assessore – che si inserisce in un programma complessivo che ha visto, da parte della Regione uno sforzo massimo nel reperire, pure in tempi di crisi e di tagli, risorse e opportunità per le imprese toscane. Complessivamente entro primavera saremo in grado di varare un pacchetto di interventi per oltre 110 milioni di euro a favore delle imprese toscane, piccole medie e grandi. In particolare, nelle prossime settimane saremo al lavoro per trovare nuove risorse per l’accesso al credito delle imprese, in particolare rifinanzieremo il fondo rotativo industria con ulteriori 14,5 milioni, anch’essi destinati agli investimenti delle imprese industriali e poi trovando strumenti per dare continuità al fondo di garanzia”.  
   
   
PROTOCOLLO CONTRO INFILTRAZIONI MAFIOSE NEGLI APPALTI. ZAIA: VENETO LABORATORIO DI LEGALITÀ  
 
Venezia, 10 gennaio 2012 - “Il Veneto si offre alle istituzioni e alle imprese come laboratorio di legalità. Oggi abbiamo dato vita ad un network istituzionale per rendere un servizio ancora più efficace a favore degli onesti contro il rischio di infiltrazioni mafiose, in un momento nel quale la Regione è stazione appaltante di opere pubbliche che, solo nel 2011, ammontano circa 7,5 miliardi di euro”. Lo ha ribadito il governatore Luca Zaia, che ieri , alla presenza del ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, ha firmato con le Prefetture, rappresentate dai rispettivi prefetti, l’Unione regionale delle Province, rappresentata dal presidente Leonardo Muraro, e con l’Anci Veneto, rappresentata dal presidente Giorgio Dal negro, uno specifico protocollo d’intesa sulla legalità che si propone appunto di prevenire i tentativi della criminalità organizzata di inserirsi a qualunque livello nel settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Con la sottoscrizione del Protocollo di legalità, che avrà efficacia per 2 anni, la Regione si vincola ad anticipare le soglie delle verifiche previste dalla legge, con estensione dei controlli a forniture e prestazioni di servizi altrimenti esclusi dalle cautele antimafia. Viene inoltre creata un’unica rete di monitoraggio ultraprovinciale, con l’attivazione di una più intensa e costante collaborazione con le Prefetture, per una più efficace attività di contrasto ai tentativi di infiltrazione criminale. “Il nostro obiettivo – ha sottolineato Zaia – è la trasparenza, in particolare sui subappalti e sulle imprese che risultano certificate magari grazie ad alchimie finanziarie, ma senza vera esperienza di cantiere”. Il Veneto risulta al 6° posto per i beni confiscati alla mafia e al 5° posto per le operazioni finanziarie sospette, con 689 segnalazioni pervenute alla Direzione investigativa antimafia nel primo semestre 2010. E’ 10° posto per traffico di droga, è la terza regione italiana per quantità di eroina sequestrata (130 chili nel 2009) e addirittura la seconda per la cocaina. Per contro sono significative le operazioni di controllo e repressione avvenute in Veneto che, come ha avuto modo di dichiarare lo stesso procuratore nazionale antimafia Piero Grasso “ha saputo mostrare ‘anticorpi’: qui si denunciano subito situazioni dubbie, la camorra o la mafia fa fatica ad attecchire. Nel Nordest c’è un humus civico e sociale che finora ha evitato il radicamento di piccoli grandi boss”. Il presidente Luca Zaia insieme ai Prefetti del Veneto ha inoltre firmato un ulteriore protocollo d’intesa per garantire l’assistenza sanitaria al personale militare impegnato nelle operazioni di disinnesco di ordigni bellici.  
   
   
FVG: GIÀ ARRIVATE AL FRIE DOMANDE PER 240 MILIONI  
 
Trieste, 10 gennaio 2012 - Nel portafoglio del Frie ci sono già domande di finanziamento per l´anno in corso pari a 240 milioni, un incremento del 300 per cento rispetto al 2010 derivante dalla "combine" tra un tessuto economico regionale che sta ritrovando la voglia di investire e un sistema bancario senza liquidi e pertanto poco propenso a erogare prestiti. Un quadro in cui si inserisce positivamente l´attività del Frie, illustrata ieri mattina dall´assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti, e dal presidente del Fondo, Bruno Tellia, il quale ha confermato che "rispetto al 2010 gli investimenti nel 2011 sono quasi raddoppiati, un dato importante per l´economia regionale che indica come, nonostante la crisi, ci siano imprese che credono nel futuro". In pratica, alla fine dello scorso anno le richieste di intervento fatte al Frie ammontavano a oltre 237 milioni di euro contro i 106 milioni del dicembre 2010, mentre per quanto riguarda gli strumenti anticrisi sono state concesse 87 garanzie per 6 milioni e mezzo di euro e 13 smobilizzi crediti per quasi 1,7 milioni, con un incremento del 29 per cento delle garanzie e una diminuzione del 19 per cento degli smobilizzi rispetto al 2010. Un andamento favorito, ha ricordato l´assessore, dall´abbassamento del rapporto garanzie/finanziamento, dalla riduzione dell´ammontare minimo dei finanziamenti erogati dal Fondo da 250 a 100 mila euro e dall´estensione da 10 a 15 anni del periodo di rimborso dei mutui. Tellia, ricordando il miliardo di euro di prestiti attualmente in ammortamento, ha sottolineato il ruolo di "supplente del sistema bancario" svolto dal Frie, un ruolo che, ha notato l´assessore Seganti, ha mobilitato investimenti per quasi 300 milioni di euro a fronte di poco meno di 200 milioni di mutui e ha avuto come conseguenza l´assunzione di 800 addetti. Altri indicatori positivi sono, secondo Tellia, la diminuzione degli slittamenti dei pagamenti rispetto al 2010 e l´attestarsi delle "sofferenze" all´1,8 per cento, contro il 6 per cento registrato invece dal sistema bancario. Le imprese, è stato rilevato, hanno investito in risparmio energetico e per la realizzazione dei nuovi impianti: il Frie ha erogato nel 2011 oltre 58 milioni, corrispondenti al 30 per cento del totale delle concessioni approvate. Importante è stato anche l´intervento nel settore alberghiero, dove sono state finanziate iniziative immobiliari per oltre 13 milioni e mezzo di euro "che movimenteranno una spesa di 20 milioni di euro" ha affermato l´assessore. "La propensione all´investimento indica come gli imprenditori ritengano che per le loro aziende esistono un futuro e la possibilità di incremento occupazionale e di mercato - ha spiegato Federica Seganti, mentre Tellia ricordava che molti investimenti sono stati fatti nell´area del mobile, a dimostrazione che qualcosa si sta muovendo anche là dove la crisi è stata più pesante. Parlando del Fondo di cogaranzia, l´assessore ha affrontato il tema dei Confidi e confermato che "la Regione non intende, come è stato fatto altrove in Italia, istituire un fondo che sostituisca la loro attività". "Personalmente - ha detto l´assessore - nel corso di più incontri ho dato assicurazione che non riteniamo questa la strada da percorrere, primo perché i Confidi sono soggetti privati cui partecipano, in maniera consorziata, la stragrande maggioranza delle imprese del Friuli Venezia Giulia, poi perché il loro grande valore consiste nella connessione tra mondo delle categorie economiche e quello delle imprese, una capillarità che consente, tra l´altro, attività che nessun sistema bancario o pubblico potrà mai svolgere".  
   
   
PIEMONTE: SULLE LIBERALIZZAZIONI NON SI BUTTI FUMO NEGLI OCCHI  
 
Torino, 10 gennaio 2012 - Nuova presa di posizione del presidente della Regione, Roberto Cota, sul tema delle liberalizzazioni. “Quando si parla di riforme - ha sostenuto il 9 gennaio a margine dell’inaugurazione della sede Urp del Tribunale di Torino - bisogna evitare di buttare fumo negli occhi della gente. Se non ci sono soldi, non è che li si danno alle famiglie estendendo l’orario di apertura dei negozi”. Secondo Cota, “occorre operare su due fronti: garantire alle imprese di operare in un regime di maggiore competitività e alle famiglie di arrivare più soldi e non faticare di più per arrivare a fine mese”. Il presidente ritiene infine che sulle liberalizzazioni “c’é stata un’invasione di competenze del Governo e la Regione potrebbe ricorrere alla Corte Costituzionale. Il commercio è materia di competenza delle Regioni, spetta al territorio valutare le iniziative in campo commerciale”.  
   
   
PRESIDENTE DELLE MARCHE SPACCA: ´RICONFERMATA LA PRIORITA` DELLA RIDUZIONE DEI COSTI DELLA POLITICA´ .PDL STATUTARIA DELLA GIUNTA REGIONALE PER RIDURRE ASSESSORI E CONSIGLIERI REGIONALI  
 
Ancona, 10 Gennaio 2012 - La giunta regionale, su proposta del Presidente Gian Mario Spacca, ha approvato la proposta di legge di modifica dello Statuto che dispone la riduzione del numero degli assessori, la riduzione del numero dei consiglieri regionali, il taglio degli assessori esterni. ´La proposta di legge statutaria che sottoponiamo all´attenzione dell´Assemblea Legislativa - dichiara il Presidente Spacca ´ semplifica la governance regionale, consolida la priorita` centrale della riduzione dei costi della politica con atti e fatti concreti, consente alla Regione Marche di rafforzare il suo profilo di sobrieta` e virtuosita` in termini di risparmi. In questo momento di grandi sacrifici per i cittadini le istituzioni per prime devono dare il buon esempio tagliando i costi di funzionamento degli apparati. Proseguiamo cosi` il percorso di rigore e semplificazione istituzionale intrapreso da tempo che ha gia` consentito alle Marche di raggiungere risultati di eccellenza a livello nazionale´. Cosa prevede la proposta di legge statutaria. La pdl approvata dalla giunta regionale prevede la riduzione del numero degli assessori da 10 a 6, la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 42 a 30, il taglio degli assessori esterni (con la possibilita` di mantenerne massimo 1), il vincolo di scelta del Vicepresidente tra i consiglieri regionali eletti. Tali riduzioni potranno costituire parametri di virtuosita` anche nei benchmarking con le altre Regioni per la distribuzione di futuri tagli/finanziamenti di risorse nazionali. Si prevede anche che entro la fine 2012 la giunta regionale, con un´ulteriore iniziativa legislativa ordinaria, adeguera` alle modifiche statutarie la legge regionale n.27/2004 che disciplina l´elezione regionale. I tempi e le procedure di approvazione e applicazione. I numeri attuali degli assessori e dei consiglieri regionali sono previsti dallo Statuto Regionale (L.r. N.1 dell´8 marzo 2005). La loro riduzione, dunque, puo` essere disposta solo con una proposta di legge ´statutaria´, ovvero di modifica dello stesso Statuto. La proposta di legge di modifica statutaria, per la sua approvazione, richiede una procedura rafforzata con una doppia votazione dell´Assemblea Legislativa, a distanza non inferiore di 2 mesi. In conseguenza di tale procedura le previsioni della pdl potranno avere la loro efficacia a partire dalla prossima legislatura, come stabilito anche dalla normativa nazionale. Altre iniziative di ´sobrieta`´ e taglio dei costi della politica gia` assunte. Di seguito si elencano alcune iniziative gia` assunte dalla giunta regionale: eliminazione auto blu; soppressione 13 Aree vaste, soppressione Ente Regionale Fieristico; soppressione 5 Erap; soppressione Cda Ersu; soppressione Autorita` d´Ambito per gestione rifiuti e servizio idrico; riordino Enti Parco; taglio di dirigenti regionali, organismi, spese di rimborso e trasferta; riduzione del costo del personale regionale; taglio dei Cda; blocco del turnover; incarichi ad interim per gestione di piu` strutture; estensione agli enti dipendenti delle misure di contenimento della spesa regionale; ecc.. La giunta regionale inizia il 2012 con questo provvedimento che onora gli impegni assunti per consolidare la fiducia della comunita` regionale, appesantita dalla crisi dell´Italia e dell´Europa.  
   
   
CONFERENZA GIUNTA REGIONALE BASILICATA, DE FILIPPO SU AREE PROGRAMMA LA GIUNTA HA VOLUTO FAR FRONTE COL BILANCIO REGIONALE ALL’ASSORBIMENTO DEI DIPENDENTI DELLE COMUNITÀ MONTANE  
 
 Potenza, 10 gennaio 2012 - Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, aprendo la Conferenza di inizio anno della Giunta regionale ha puntato l’attenzione sulle Aree Programma, il nuovo modello di Governance che dal 2012 sostituisce le disciolte comunità montane. “La Basilicata – ha detto De Filippo - ha anticipato un modello preso a riferimento del Governo Monti. Con le Aree Programma si è voluto far fronte al problema strutturale della lontananza tra centro e periferia. In tale direzione la Giunta che ha voluto far fronte col bilancio regionale all’assorbimento dei dipendenti delle Comunità Montane”. De Filippo ha quindi proseguito: “La Basilicata ha un territorio eccezionale. Siamo la regione italiana con bacini idrografici particolari e quantità enormi di acqua, di cui molta con possibilità di caduta libera. Con il Copam abbiamo voluto dar corpo alla nostra volontà di avere maggiori dati scientifici. Il Tavolo della trasparenza su Fenice, l’Osservatorio ambientale, il Comitato di alta sorveglianza sono iniziative della Regione che hanno prodotto e produrranno risultati importanti”. “Il tema della crescita è il primo problema dell’Occidente. Nel nostro piccolo, senza facili entusiasmi, ci siamo posti il problema della crescita della nostra regione. La firma di Obiettivo 2012 mette in atto una piattaforma metodologica che anticipa il rapporto tra sindacati e imprese, una data importante che segna un metodo”. Lo ha detto il presidente della Regione, Vito De Filippo nel corso della conferenza stampa. “Il 2010 è stata un anno terribile per la Basilicata, che ha registrato i dati più negativi. La Basilicata è entrata più lentamente nella crisi e ci è rimasta più tempo. Dal 2012 lo Svimez farà un rapporto annuale sulla Basilicata, per dotarci di uno strumento adeguato di analisi”. “I dati del primo semestre 2011 sia per l’esportazione che per il Pil hanno elementi incoraggianti. Il Pil è cresciuto del +0,5 per cento, rispetto alla media nazionale dello 0,6 per cento. Per le imprese – ha aggiunto De Filippo - sono stati attivati il Fondo di garanzia regionale e il Fondo per il circolante, il Fondo rotativo, il Venture Capital per le imprese giovanili e il microcredito per i soggetti più svantaggiati. I bandi per il sistema imprenditoriale hanno avuto una forte accelerata e mostrano una straordinaria volontà di investimento nella regione. Nel 2011 per le imprese agricole sono stati decretati 160 milioni di euro”. “ L’europa non appare unita. E’ stato un anno particolarmente difficile, di forti turbolenze politiche”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, nel corso della Conferenza di inizio anno della Giunta regionale. “Il nuovo Governo Monti è costretto ad agire con tagli che hanno messo a dura prova le nostre amministrazioni. Tagli importanti sono stati effettuati a servizi e ad attività che le istituzioni pubbliche realizzano. Non possiamo nascondere le difficoltà che si presentano all’orizzonte, ma dobbiamo lavorare per concretizzare i programmi che pensato per il futuro della nostra regione" “La Regione Basilicata ha cercato di tenere alti i rapporti istituzionali con il Governo centrale per creare una forte interlocuzione per raggiungere importanti traguardi in ambito infrastrutturale”. Lo ha detto il presidente Vito De Filippo nel corso della Conferenza di inizio anno. “Grazie anche a precedenti intese con il ministro Fitto – ha detto ancora De Filippo - siamo riusciti ad ottenere 620milioni di euro per il rifacimento ed il miglioramento delle strade, ma anche dei collegamenti ferroviari che riguardano il nostro territorio”. “Per quanto riguarda Trenitalia – ha aggiunto - c’è l’impegno da parte del Governo Monti di convocare le Agenzie dei trasporti e chiede loro di lavorare per un rapporto più diretto con i territori ed i governi regionali e poter così meglio rispondere alle loro esigenze”. “Ci siamo impegnati per rendere la sanità della Basilicata altamente competitiva. Il nostro obiettivo, non facile, è stato quello di collocare la nostra regione ad un livello medio alto”. Lo ha detto il presidente Vito De Filippo nel corso della Conferenza di inizio anno. “I nostri sforzi spesso sono stati oggetto di polemiche e critiche, ma noi abbiamo voluto ascoltare considerando il tutto sempre con spirito costruttivo. Nel corso dell’anno abbiamo inteso garantire il fondo sociale handicap e tossicodipendenze, abbiamo interloquito con istituti di alta professionalità. Il progetto Benessere Bambino e l’attenzione per l’infanzia credo sia l’indicatore della nostra grande attenzione verso la sanità nonostante i tagli nazionali”. “Proroga degli ammortizzatori sociali e bandi per incentivare le imprese che vogliono assumere personale proveniente dalle platee di lavoratori in cassa integrazione e mobilità. Sono queste solo alcune attività che la regione ha compiuto sul fronte della formazione e dell’occupazione”. Lo ha detto il presidente della Giunta Regionale, Vito De Filippo durante la conferenza stampa di inizio anno. “Sono 1200 i giovani laureati e diplomati che hanno avviato le attività di formazione on the job mediante le work experience - ha aggiunto il presidente - siamo consapevoli che tutto può apparire insufficiente e che il lavoro giovanile è il problema principale della nostra Regione, come di altre, ma già nei precedenti incontri con il governo ho più volte sottolineato che la disoccupazione delle nuovi menti è la vera piaga del Sud. Non è semplice assorbire 3.500 laureati annuali ma stiamo lavorando sul fronte del lavoro interno affinché il 2012 possa portare progressi significativi su questo fronte”. Durante la conferenza stampa il presidente Vito De Filippo si è soffermato sulla questione petrolio. “Con il Memorandum – ha affermato – abbiamo posto allo Stato una domanda sulla quale non si può più fare ritorno. Dallo Stato attendiamo una risposta. Il petrolio in Basilicata, come ha detto oggi il presidente dello Svimez Giannola, può essere uno dei principali asset per dare rilancio allo sviluppo e alla crescita del Paese. Allo stato dei fatti, in Basilicata non sono stati autorizzati nuovi pozzi né sarà possibile farlo. Le quantità di greggio estraibili sono quelle stabilite nel 1998, e cioè 104 barili al giorno in Val d’Agri e 50 mila barili nel giacimento Camastra-tempa Rossa, ma ad oggi questi limiti non sono stati raggiunti non essendo entrato in funzione il giacimento Tempa Rossa. Dallo Stato – ha aggiunto - ci aspettiamo una risposta vera, valutabile democraticamente dal territorio. Intanto, continueremo a monitorare attentamente il territorio e ad aumentare le prescrizioni e i controlli”. Rispondendo a una domanda sull’Ospedale di Venosa, il presidente della Regione Vito De Filippo ha detto di essere stato sempre pronto ad ascoltare le richieste e le esigenze di tutte le comunità lucane, compresa quella venosina. Il presidente ha fatto, poi, riferimento, a un manifesto fatto affiggere sui muri di Venosa. “Mi sembra eccessivo e ho interessato i miei legali – ha detto ancora De Filippo - per accertare eventuali elementi di diffamazione. Sono molto paziente ma so essere anche coraggioso”. “Non ci saranno colpi di testa o di mano da parte di nessuno per quanto concerne l’eventuale nuovo assetto della Giunta regionale”. Lo ha affermato il presidente della Giunta Vito De Flippo. “Il voto dell’Intergruppo al bilancio è stato di certo positivo, ma non posso affermare che questo determini da solo delle scelte”.  
   
   
GOVERNANCE E MISURE ANTICRISI PER FAR CRESCERE LA BASILICATA DALLE AREE PROGRAMMA, ALLE INCENTIVI PER LE IMPRESE FINO ALLE INTESE CON IL GOVERNO SU PETROLIO, INFRASTRUTTURE E SVILUPPO: GLI INTERVENTI DEL 2011  
 
 Potenza, 10 gennaio 2012 - Sostenere il tessuto sociale e produttivo della Basilicata. E’ questo l’obiettivo degli interventi messi in campo dal governo regionale nel 2011. Un anno particolarmente difficile a causa della crisi economica, che si è manifestata con tutti i suoi effetti negativi. Gli interventi avviati hanno inteso semplificare i processi di governo del territorio, mettere a valore le sue risorse, rafforzare il sistema produttivo della regione, per affrontare il 2012 con programmi concreti per la Basilicata. Dal punto di vista della governance territoriale, il 2011 è stato l’anno che ha visto nascere le Aree programma, in sostituzione delle disciolte Comunità montane. La riforma, a costo zero, attribuisce alle Amministrazioni locali un ruolo fondamentale nella gestione del territorio e incentiva l’associazionismo tra i Comuni. Così non c’è spreco e sono ottimizzate le risorse a disposizione degli Enti locali. L’unione dei Comuni, inoltre, può garantire servizi essenziali per la collettività, che altrimenti non sarebbe stato possibile fornire. Nello sforzo di arginare la difficoltà del sistema economico, la giunta guidata dal presidente Vito De Filippo ha dato vita a un “patto” con le forze datoriali e sindacali. “Obiettivo 2012” non è solo un documento ma è il risultato di una concertazione con Confindustria, Cgil, Cisl e Uil sulle azioni da mettere in campo per la ripresa economica della Basilicata e l’occupazione. Otto interventi sono stati già avviati, altri lo saranno nel 2012, per un totale di 150 milioni di euro. L’anno che si è concluso è stato caratterizzato anche da una fitta interlocuzione con il governo nazionale. Prima di tutto sulla risorsa petrolio. Il memorandum sottoscritto ad aprile 2011 con lo Stato ha riconosciuto il contributo fondamentale della Basilicata alla bolletta energetica del Paese. Un ruolo che, però, deve avere come contropartita crescita, sviluppo e occupazione e aumentare la competitività del territorio. Una scelta, però, che non ha messo da parte l’attenzione riguardo all’impatto che l’estrazione petrolifera può avere su ambiente e salute. Proprio questi temi sono stati al centro di una Conferenza internazionale, che ha avuto come location la Basilicata, e che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti nazionali e stranieri. La contestuale inaugurazione dell’Osservatorio ambientale in Val d’Agri consente, con l’ausilio dei Centri di ricerca, di mettere insieme i dati per garantire un’efficace azione di tutela e valorizzazione ambientale nelle aree interessate dall’industria petrolifera. Sempre, a proposito di ambiente, sono stati intensificati i controlli su siti ritenuti “critici”, quali il Cova, il Pertusillo (il cui stato migliorerà con la messa in funzione dei quattro depuratori di Tramutola, Spinoso, Grumento Nova e Montemurro) e il fiume Noce. In seguito al caso Fenice, il governo regionale ha varato il Tavolo sulla trasparenza, con l’obiettivo di far chiarezza sull’impianto di termovalorizzazione di Melfi. Il 2011 è stato segnato anche dalle iniziative per far fronte alle criticità causate dall’alluvione che ha devastato il 1 marzo scorso vaste aree della fascia jonica metapontina. La Basilicata è intervenuta con 7,5 milioni di euro e si è attivata, in un lungo confronto nei tavoli regionali e nazionali, per individuare le risorse economiche indispensabili a risarcire le aziende e a mettere in sicurezza il territorio. L’interlocuzione con il governo centrale, inoltre, ha consentito lo sblocco dei fondi Fas, che in base all’intesa del Piano Sud contribuiranno al potenziamento del sistema infrastrutturale con l’aggancio all’alta velocità ferroviaria e lavori su 13 arterie stradali essenziali per i trasporti. In base a precedenti accordi con l’allora ministro Raffaele Fitto e il Commissario europeo alle Politiche regionali Johanns Hahn, è stata firmata un’intesa per accelerare la spesa dei fondi europei concentrandoli su misure anticrisi e cioè istruzione, banda larga, occupazione e trasporti. Per rimanere in tema di fondi comunitari, in agricoltura si è riusciti a perseguire l’obiettivo di spesa fissato nel piano finanziario del Piano di sviluppo rurale e a scongiurare il pericolo del disimpegno automatico delle risorse. Per cogliere il risultato si è lavorato attraverso l’indizione dei bandi, l’istruttoria di migliaia di domande, l’esame di progetti assai complessi e quindi si è pervenuti alla liquidazione dei finanziamenti ai beneficiari nel termine del 31 dicembre. Nel 2011 sono stati confermati, inoltre, i buoni risultati di impegno e di spesa delle risorse del Fondo sociale europeo (Fse), evitando, anche in questo caso, il disimpegno automatico. Le principali tipologie di operazioni attivate hanno riguardato l’integrazione tra il mondo della ricerca e quello del lavoro, tirocini e work esperienze, servizi e attività di accompagnamento per sostenere l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale. Sono proseguite le attività legate alla Misura “Un ponte per l’occupazione”. E, per avvicinare la formazione ai bisogni espressi dal mondo del lavoro, è stato istituito il Repertorio dei profili professionali, che definisce i contenuti di figure spendibili sul territorio nazionale ed europeo. Per rafforzare il sistema delle imprese si è agito, ancora, su tre fronti: credito, semplificazione e innovazione. Sul versante delle garanzie bancarie alle imprese, è operativo il Fondo di garanzia regionale per gli investimenti e sono già diversi gli istituti di credito convenzionati, sia per il Fondo Fesr (per gli investimenti), sia per il Fondo sul circolante. Sono stati finanziati interventi per lo start-up di nuove imprese in settori innovativi e in quello della società dell´informazione e per lo spin-off che prevede lo sfruttamento economico dei risultati della ricerca scientifica. Numerose le iniziative imprenditoriali finanziate con i bandi Valbasento, Val d’Agri e Pmi Micro - Piccole e medie imprese e quelli attivati con i Piot per il turismo. L’anno trascorso ha gettato le basi anche per una riforma del sistema sanitario regionale. La Basilicata è l’unica regione del centro – Sud Italia che non ha dovuto sottoporsi a piani di rientro dal deficit sanitario. Non è un fatto formale, ma riguarda direttamente i cittadini: l’equilibrio dei conti ha consentito la permanenza al valore minimo dell’addizionale Irpef regionale ed il mantenimento dell’autonomia decisionale della Regione sul suo sistema sanitario, sugli obiettivi di salute e sui servizi inerenti i diritti di cittadinanza. E’ in dirittura d’arrivo il Piano regionale integrato della Salute, da gennaio 2012 è partita la riforma della rete ospedaliera, un ruolo di primo piano è stato assegnato alla riorganizzazione del servizio di emergenza-urgenza e di continuità assistenziale e hanno avuto il via progetti per il benessere e la salute dell’infanzia. Intenso, infine, il dibattito sulle scelte effettuate sui ticket aggiuntivi imposti dallo Stato sulle ricette farmaceutiche e sulla specialistica ambulatoriale, che nei giorni scorsi è stato rimodulato sulla base del reddito familiare Isee.  
   
   
BASILICATA, CONFERENZA GIUNTA: SCHEDA AREE PROGRAMMA  
 
Potenza, 10 gennai 2012 - Un nuovo modello di governance che snellisca i costi della politica e dia voce ai territori e a quei piccoli comuni che, da soli, avrebbero difficoltà a comunicare con gli organi di governo centrale. Questo l’obiettivo delle Aree Programma, istituite con la Legge Finanziaria del 2011, e che dal 2012 hanno sostituito le disciolte Comunità Montane. Le Aree, infatti, hanno suddividono il territorio lucano in sette macrozone: Alto Basento-alto Bradano, Lagonegrese-pollino, Marmo Platano Melandro, Val d’Agri, Metapontino Collina Materana, Vulture Alto Bradano, Bradanica Medio Basento. Con le Aree programma un ruolo di primo piano è assegnato alle Amministrazioni locali, che diventano fulcro della coesione economica-sociale e territoriale e dell’attuazione delle politiche a scala locale in materia di assetto e governo del territorio, tutela e valorizzazione ambientale, sviluppo economico, beni culturali e naturali, servizi alla persona, alla famiglia e alla comunità, servizi scolastici e formativi, trasporti locali. Al fine di svolgere in modo coordinato funzioni e servizi determinati, gli enti locali possono stipulare tra loro apposite convenzioni. Le convenzioni prevedono anche la costituzione di uffici comuni che operano con personale distaccato dagli enti partecipanti, ai quali affidare l´esercizio delle funzioni pubbliche in luogo degli enti partecipanti all´accordo. La governance delle Aree programma è assicurata dalle Conferenze dei sindaci che si avvale di un Ufficio Comune, al quale è assegnato il personale delle ex Comunità montane. La Conferenza dei Sindaci opera mediante un ufficio comune degli Enti aderenti alla Conferenza stessa. Gli enti comunali firmatari della convenzione delegano all’ufficio comune le funzioni pubbliche di propria pertinenza occorrenti per lo svolgimento dei compiti gestionali relativi alla funzioni conferite e/o delegate all’Area Programma. Le Aree Programma rappresentano per i Comuni uno strumento utile, economico ed efficace per ottimizzare le risorse a disposizione e adempiere agli obblighi associativi. Il 22 dicembre scorso si è posta la firma dell’ultimo schema di convenzione che ha reso concreto il progetto di creare le sette macroaree.  
   
   
LA REGIONE CALABRIA HA CENTRATO GLI OBIETTIVI EUROPEI FISSATI PER IL FSE  
 
Catanzaro, 10 gennaio 2012 - La Regione facendo un bilancio ed una verifica di fine anno sull’utilizzo dei Fondi europei previsti per il Fondo Sociale, oggetto di continuo controllo, da parte della Commissione Europea, proprio per il modo inadeguato dimostrato, negli anni passati, nel loro utilizzo, ha concluso sottolineando di aver raggiunto tutti i target fissati in termini d’ impegno e spesa delle risorse comunitarie attribuite. La Ragioneria Generale dello Stato – Igrue, lo scorso ventidue dicembre, ha trasmesso alla Commissione Europea l’ultima domanda di rimborso comunitario relativamente al Por Calabria Fse 2007-2013. Tale comunicazione costituisce l’ultimo atto ufficiale che attesta il superamento di oltre sei milioni di euro del target comunitario di spesa previsto per l’anno 2011. In seguito a ciò, l’Autorità di Gestione del Por Calabria Fse 2007-2013 Bruno Calvetta ha comunicato di aver raggiunto anche quest’ultimo target fissato dalla Delibera Cipe 1/2011. Tale delibera era intervenuta per rafforzare le regole di responsabilizzazione, in termini di rispetto degli impegni e di strumenti, al fine di assicurare i risultati, stabilendo tre obiettivi precisi da conseguire nel corso del 2011: l’80% di impegni giuridicamente vincolanti da assumere entro il maggio scorso, 70% degli importi certificati entro ottobre passato ed un ulteriore incremento del 60% , sia per gli impegni che per la spesa, per il dicembre 2011. L’autorità di Gestione esprime, quindi, grande soddisfazione per i risultati raggiunti grazie all’impegno dell’intera squadra dei dirigenti e dei funzionari preposti alla gestione dei Fondi comunitari, ma rivolge un particolare ringraziamento al Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ed agli Assessori Stillitani, Caligiuri e Mancini che, con il loro indirizzo politico, hanno reso agevole l’attuazione del Programma ed il raggiungimento di questi obiettivi, senza il ricorso ad alcun artifizio finanziario, come la modifica o la riduzione dei tassi di cofinanziamento, peraltro utilizzato dalla maggior parte delle Regioni italiane. La nostra Regione, infatti, grazie all’impegno tangibile della Giunta Scopelliti, per la prima volta, risulta la Regione più efficiente fra quelle del Mezzogiorno, con livelli di attuazione dei Fondi addirittura superiori ad alcune Regioni del centro nord, basti pensare che il Por Calabria Fse ha raggiunto un livello di spesa certificata pari ad oltre il 25% del Programmato.  
   
   
BOLZANO, INCONTRO DURNWALDER-BOSSI: COOPERAZIONE, MA OGNUNO FA LA SUA POLITICA  
 
Bolzano, 10 gennaio 2012 - "Abbiamo parlato di cooperazione tra regioni, di lavoro in rete tra realtà locali, ma non abbiamo concordato programmi politici comuni: Bossi fa la sua politica, noi la nostra", ha detto il presidente della Provincia Luis Durnwalder il 22 dicembre a Bolzano al termine dell´incontro con l´ex ministro Umberto Bossi. Assieme all´assessore regionale alla sanità della Lombardia, Luciano Bresciani, l´ex ministro Umberto Bossi ha fatto visita il 22 dicembre a Palazzo Widmann, "un incontro concordato da tempo e che solo casualmente coincide con le votazioni al Senato sulla manovra", ha spiegato Durnwalder. Si è parlato di ampliare la possibile cooperazione tra Alto Adige e Lombardia in vari settori (si veda comunicato specifico sull´accordo nella sanità). Durnwalder e Bossi hanno infatti concordato sull´importanza di aprire questa finestra di collaborazione tra le regioni, con l´avvio di azioni concrete e un lavoro di messa in rete delle realtà locali: in questo modo si potrà favorire la creazione di macroaree che conferiscono più peso specifico al territorio e consentono un migliore utilizzo delle risorse, specie nell´attuale congiuntura economica. Ma a livello nazionale "ciascuno fa la sua politica", ha sottolineato il Presidente dopo l´incontro riguardo all´evoluzione della situazione in Italia, "perchè l´idea della Padania di Bossi non coincide con la nostra idea di autonomia." Il colloquio pertanto non ha delineato un percorso politico comune: "A Bossi ho spiegato che a suo tempo abbiamo dato fiducia al nuovo governo Monti - ha riferito Durnwalder - e ora ci aspettiamo il rispetto delle prerogative dell´autonomia e il riconoscimento degli impegni concordati con il precedente Governo attraverso l´Accordo di Milano." Un governo dal quale la Provincia autonoma si aspettava passi più decisi proprio sul fronte del federalismo, ha aggiunto Durnwalder. Nella telefonata ricevuta ieri dal premier, il presidente Durnwalder ha ravvisato "la volontà di comprendere le esigenze delle autonomie speciali e l´intenzione di aprire il dialogo per collaborare: ne parlerò direttamente con il presidente Monti nell´incontro a Roma a cui mi ha invitato a gennaio", ha concluso Durnwalder.  
   
   
TUTTI I TRASFERIMENTI AL COMUNE DI FIRENZE DAL 2009  
 
 Firenze, 10 gennaio 2012 – Ecco il dettaglio di tutte le risorse messe a disposizione del Comune di Firenze dal 2009 al 2013. Tabella 1 Totale pagamenti effettuati a favore del Comune di Firenze nel triennio 2009-2011
2009 2010 2011
Ambiente, depurazione, settore idrogeologico 8.045.041,78 2.740.061,90 6.394.188,91
Attività istituzionali e generali 264.925,14 1.772.073,93 483.459,15
Banda Larga, informatizzazione e innovazione tecnologica 44.358,00 57.487,76 339.924,60
Diritto allo studio 3.313.267,22 3.520.343,88 3.542.451,17
Interventi su Edilizia Residenziale Pubblica (Erp) 461.893,43
Interventi sul Patrimonio e riequilibrio quote proprietà Fortezza da Basso 500.523,12 10.356.114,09 5.089.468,86
Politiche sociali e Non Autosufficienza 3.133.510,58 3.534.462,18 2.487.198,63
Risorse trasferite a Firenze (tramite la Società della Salute) per la Non Autosufficienza 12.420.000,00 12.420.000,00 12.420.000,00
Trasporto Pubblico Locale 22.860.430,78 39.038.861,91 27.679.954,60
Viabilità 388.487,80 234.968,29 174.072,00
Attività culturali 1.303.509,12 1.127.554,55 1.160.483,12
Parco della Musica 26.000.000,00 14.000.000,00
Totale complessivo 52.735.946,97 100.801.928,49 73.771.201,04
N.b – Il prospetto sopra indicato, oltre a non comprendere le quote per la tranvia, non considera neppure l’operazione di ricapitalizzazione dell’azienda Mukki latte (10 ml euro), effettuata dalla Regione Toscana attraverso Fidi Toscana; Tabella 2 Quota patto stabilità ceduta al Comune di Firenze nel 2011 in rapporto agli altri comuni capoluogo.
Popolazione residente Percentuale residenti per comune capoluogo sul totale Quota Patto stabilità 2011 ceduta Percentuale quota patto stabilità Tot ceduto
Arezzo 100.212 8% 710.304,29 6%
Firenze 371.282 29% 5.137.900,00 44%
Grosseto 81.928 6% 181.496,38 2%
Livorno 161.131 13% 1.443.193,87 12%
Lucca 84.939 7% 883.981,61 8%
Massa 70.973 6% 222.580,66 2%
Pisa 88.217 7% 574.130,56 5%
Pistoia 90.288 7% 960.223,71 8%
Prato 188.011 15% 1.035.558,23 9%
Siena 54.543 4% 487.256,83 4%
Totale 1.291.524 100% 11.636.626,14 100%
 
   
   
OBIETTIVO BASILICATA 2012 - PATTO SISTEMA PER LAVORO E CRESCITA  
 
Potenza, 10 gennaio 2012 - Più occupazione per giovani e donne. Meno burocrazia con lo snellimento dei procedimenti per avvicinare l’amministrazione alle esigenze dell’economia e della società. Maggiore competitività per rilanciare le imprese, i servizi e l’artigianato nel segno dell’innovazione e della sostenibilità. Ma anche disegni di leggi che riguardano la semplificazione amministrativa, il contrasto al lavoro irregolare e la promozione dei sistemi produttivi locali e dei contratti di rete. Sono queste le linee programmatiche del documento d’intenti “Obiettivo Basilicata 2012- Patto di sistema per il lavoro e la crescita”, sottoscritto il 15 luglio 2011 dalla Regione Basilicata-dipartimento Presidenza della Giunta con Cgil, Cisl e Uil e Confindustria Basilicata. Il documento delinea un “disegno comune di responsabilità e di concertazione”, un fronte unico per arginare le difficoltà imposte dai rigidi vincoli del Patto di stabilità, dalle drastiche riduzioni dei trasferimenti dello Stato, dalle restrizioni della finanza pubblica in uno scenario già complicato dalla crisi economica. Il “patto” chiama Regione, forze sociali e produttive a condividere misure che vadano verso la razionalizzazione della spesa e dei costi e che siano, nello stesso tempo, efficaci per il rilancio dell’occupazione e per la crescita dei sistemi produttivi. La Regione Basilicata ha avviato finora già un significativo ventaglio di 8 interventi per un valore finanziario complessivo di ben 64 meuro sui 150 meuro stimati per il patto di sistema per il lavoro e la crescita. Nonostante la dilagante crisi e lo stato d’emergenza e di polverizzazione esponenziale delle risorse pubbliche la Regione è riuscita a costruire una finanziaria che metta in sicurezza il welfare lucano e certifichi anche agli occhi degli analisti indipendenti come Moody’s, l’equilibrio del bilancio ed il rigore della spesa pur non tralasciando di sviluppare azioni a favore della crescita economica e dell’innovazione territoriale. Le misure varate, dunque, incidono direttamente sulle condizioni di competitività del territorio ed al tempo stesso mirano a sostenere il tessuto economico in un momento di forte difficoltà.  
   
   
LAVORO, TERZO TRIMESTRE 2011: IN SARDEGNA CRESCE OCCUPAZIONE (22 MILA UNITÀ) E SCENDE DISOCCUPAZIONE (- 1,8%)  
 
Cagliari, 20 Gennaio 2012 - Nel terzo trimestre 2011 (luglio, agosto e settembre) l´occupazione in Sardegna è cresciuta di 22mila unità, portandosi quasi ai livelli pre-crisi, vale a dire quelli registrati nel terzo trimestre 2008 (619mila). E’ questo il dato saliente che si legge nell’ultimo numero di Congiuntura Lavoro Sardegna, pubblicazione trimestrale edita dall’Agenzia regionale per il Lavoro, Nel terzo trimestre 2011 - spiega il periodico che analizza ogni tre mesi i dati del mercato del lavoro dell’Isola sulla base di dati di fonte statistica e amministrativa - l´indagine dell’Istat ha evidenziato un importante incremento dell’occupazione, sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto allo stesso periodo del 2010. Più dettagliatamente, gli occupati rilevati dall´Istat nel terzo trimestre 2011 si sono attestati sulle 615mila unità, portandosi su livelli superiori rispetto al 2009 (599mila) e al 2010 (593mila). Questo miglioramento è dovuto soprattutto alla domanda turistica che ha visto far crescere gli occupati nel settore degli alberghi e ristoranti di 25mila unità. Nel periodo compreso fra luglio e settembre risultano essere quindi migliorati tutti gli indicatori del mercato del lavoro, vale a dire il tasso di disoccupazione, passato dal 13% del secondo trimestre 2001 all’11,2% del terzo; il tasso di occupazione passato dal 52,1% al 53,3% e il tasso di attività, passato dal 60,0% al 60,1%. Inoltre - evidenzia Congiuntura Lavoro - la Sardegna, nel confronto con le altre regioni italiane si contraddistingue per una maggiore vocazione turistica, in quanto il tasso di disoccupazione nel periodo estivo è migliorato portandosi al di sopra della media del Mezzogiorno, meglio di quanto riescano a fare invece, regioni come, ad esempio, la Puglia e la Basilicata. Occupazione - Liori: "Una conferma di una significativa inversione di tendenza" - "E´ la conferma di una piccola, ma significativa, inversione di tendenza che dimostra l´effetto positivo delle politiche attive per il lavoro finora attuate." E´ il commento dell´assessore regionale del Lavoro, Antonello Lori, ai dati sul terzo trimestre 2011 dell´occupazione in Sardegna. "Considerata la crisi internazionale non sarebbe tempo di far polemica, ma la forte crisi del settore industriale dovrebbe invitare i sindacati ad una maggiore prudenza nei commenti, accompagnata da una forte autocritica per quanto hanno fatto in questi anni proprio in quel settore - ha proseguito l´assessore Liori - Peraltro, è evidente come i numeri positivi in altri settori stiano delineando la nuova fisionomia del mercato del lavoro in Sardegna. In questo senso, il ‘Piano dei servizi per il lavoro e l’occupazione’ ha già delineato un percorso di impegno, avendo superato nel 2011 di ben 8 milioni di euro (277 invece che 269) i target di spesa e di impegni previsti dalla Comunità europea ed invertendo l’andamento negativo dei primi anni della programmazione Por 2007-2013”. "Si sta configurando - ha aggiunto Liori - una crescita di piccole e micro imprese, vera spina dorsale dell’economia regionale. Infatti, per aiutarle a superare le difficoltà di accesso al credito abbiamo stanziato 50 milioni di euro con il bando del ‘Microcredito’, determinando 480 start up ed oltre 1.000 progetti approvati e già finanziati, mentre 2.000 sono in fase di ultima valutazione. Risultati importanti arrivano dai dati sull’imprenditoria femminile che rappresentano i frutti degli sforzi realizzati con alcuni bandi, anche specificamente riservati come "Impresa donna", che ha registrato oltre 3.000 domande. Note positive anche dal settore turistico, oggetto della seconda edizione del bando “Lunga estate”, che ha favorito il rafforzamento del settore e dell’impiego di lavoratori, indicandolo come settore portante della nostra economia". "Per il 2012 - ha concluso Liori - sono già pronte misure concrete che hanno un obiettivo di spendita di 122 milioni di euro. Si tratta di fondi Por impegnati prevalentemente sulle politiche attive del lavoro, come argine decisivo alla crisi di un territorio che ha visto i cassaintegrati crescere, in appena tre anni, da 3.000 a 15.000. Peraltro, la Regione sta affrontando con tempestività ed impegno la crisi di alcuni settori, con una gestione oculata degli ammortizzatori sociali. Non vogliamo più essere l´isola dei cassintegrati, ma diventare l’isola delle piccole imprese del turismo e dell´artigianato, settori ancora in grado di esprimere una forte spinta propulsiva per la nostra economia".  
   
   
OCCUPAZIONE IN ABRUZZO: IN UN ANNO 18.000 OCCUPATI IN PIU´ ISTAT: DISOCCUPAZIONE AL 7,9%,OCCUPAZIONE +3,6%  
 
L´aquila, 9 gennaio 2012 - L´abruzzo resiste sul fronte del lavoro, lo fotografano i dati Istat nel Iii trimestre 2011.Il tasso di disoccupazione scende al 7,9% (dal 8,4% del Iii trimestre 2010), restando in linea con il dato nazionale (7,6%) e nettamente migliore rispetto al dato delle altre regioni del Mezzogiorno (13,1%). Il dato dell´occupazione, inoltre, registra un aumento del 3,6% (dato nazionale +0,7%), portando gli occupati in Regione a quota 510mila, con un incremento di 18.000 unità rispetto al Iii trimestre 2010. "Nel I trimestre 2009, spiega l´assessore al Lavoro Paolo Gatti, appena insediata la giunta Chiodi, abbiamo toccato il fondo sui dati occupazionali, con sole 485mila persone al lavoro. Oggi, nonostante la crisi continui a dispiegare i suoi effetti negativi sul mondo imprenditoriale e lavorativo di tutto l´occidente, la Regione Abruzzo resta in trincea e difende l´occupazione. In Regione dall´inizio del nostro mandato lavorano 35mila persone in più". Gatti prosegue : "Non essendo una provincia della Cina o dei paesi emergenti, le previsioni per i prossimi mesi non ci inducono certo ad uno sconsiderato ottimismo. Continueremo però a fronteggiare la crisi reiterando le nostre politiche di incentivi assunzionali, di aiuti all´autoimprenditorialità, di sostegno ai giovani e alle donne soprattutto attraverso il potenziamento della formazione e dell´alta formazione, della qualificazione del sistema dell´istruzione e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Politiche - conclude - che evidentemente in questi tre anni hanno prodotto effetti positivi accompagnando il coraggio e il dinamismo del tessuto imprenditoriale e sociale abruzzese".  
   
   
FORMAZIONE CONTINUA, ASSESSORE ROSSETTI: “DUECENTOMILA EURO PER LA FORMAZIONE CONTINUA DELLE PMI. SERVE MAGGIORE ADESIONE DI AZIENDE LIGURI A FONDI INTERPROFESSIONALI” SIGLATO ACCORDO TRA REGIONE LIGURIA E FONDO PARITETICO INTERPROFESSIONALE PER LA FORMAZIONE CONTINUA DEI LAVORATORI CHE RISCHIANO LA FUORIUSCITA DAL MERCATO  
 
Genova, 10 Gennaio 2012 - Duecentomila euro destinati per la formazione continua delle piccole e medie imprese liguri. Sono il frutto dell’accordo siglato ieri mattina tra l’assessore alla formazione e al bilancio della Regione Liguria, Pippo Rossetti e il presidente del fondo paritetico interprofessionale, Formazienda, Enrico Zucchi che si prefigge di razionalizzare le risorse per la formazione provenienti dai fondi europei e nazionali, evitando sovrapposizioni e rispondendo in modo più coerente ai bisogni delle imprese e dei lavoratori. “L’obiettivo dell’accordo – spiega l’assessore alla formazione, istruzione e bilancio, Pippo Rossetti – è quello di ridisegnare il sistema della formazione continua in Liguria, coordinando soggetti, compiti e azioni per garantire un’offerta che sappia innalzare le competenze dei lavoratori e delle lavoratrici, promuovere l’innovazione e valorizzare le eccellenze sostenendo la permanenza sul mercato dei lavoratori a rischio di esclusione. E’ un modo per mettere in circolo sul territorio le risorse a disposizione dei fondi interprofessionali evitando azioni ripetute”. Prenderà il via nel primo semestre di quest’anno il bando unico messo a punto dalla Regione e dagli organismi formativi a cui le imprese potranno rispondere presentando i progetti destinati a circa un centinaio di lavoratori. “Quello di oggi – aggiunge Enrico Zucchi, presidente di Formazienda – è il secondo accordo siglato a livello nazionale, dopo la Lombardia. La Liguria si presenta come una regione pioniera nel gestire le risorse evitando le duplicazioni. Al momento ammontano a 1500 le aziende liguri che hanno aderito al fondo interprofessionale per un totale di circa 6000 dipendenti, su un totale di 32.000 aziende con dipendenti presenti in Liguria”. “Di fatto – chiarisce l’assessore Rossetti – il 50% delle aziende liguri non risulta iscritta ai fondi interprofessionali, anche se le aziende versano comunque il contributo dello 0,30% sullo stipendio dei propri lavoratori a favore di un fondo nazionale per la formazione continua. In pratica versano i soldi , ma non si pongono il problema del loro utilizzo a vantaggio della formazione specifica per i lavoratori”. Dal 2007 al 2010 sono stati circa 28.000 i lavoratori che hanno beneficiato della formazione continua e circa 40 milioni i fondi stanziati tra risorse nazionali ed europee. “L’accordo di oggi – continua Rossetti – vuole rispondere all’esigenze di ricondurre ad un quadro unitario le numerose iniziative di formazione per lavoratori occupati, spesso disgiunte, frammentate e concorrenti, messe in atto sia dall’amministrazione pubblica, sia dai fondi interprofessionali e valorizzare le sinergie tra le diverse fonti di finanziamento in funzione di un’offerta formativa che sia più efficace, come ci è stato chiesto anche dall’Unione europea, per evitare il rischio di non diversificare l’offerta formativa continua e quindi di coinvolgere un numero ridotto di imprese”.  
   
   
TRENTO, PROGETTONE: IN ARRIVO NUOVE REGOLE DI ACCESSO  
 
Trento, 10 gennaio 2012 - Nuove misure per i lavoratori in difficoltà, in particolare nuove regole di accesso al Progettone. E´ quanto deciso il 21/12/2011 nell´ambito della Commissione provinciale per l´impiego, riunitasi in Provincia alla presenza del presidente Lorenzo Dellai. La Commissione - nella quale siedono i rappresentanti della Provincia, dell´Agenzia del lavoro, delle confederazioni sindacali e delle organizzazioni datoriali -, ha approvato la nuova disciplina, che entrerà in vigore con il 1 febbraio 2012. La novità più significativa riguarda i requisiti per l´ingresso, in particolare l’età anagrafica, che deve essere, al momento del licenziamento, di almeno 49 anni per le donne e 53 per gli uomini, contro rispettivamente i 45 e i 50 del regime preesistente. "E´ anche questo - ha detto Dellai - uno dei segnali attraverso quali costruire quell´antidoto alla solitudine di cui abbiamo parlato nell´elaborazione della manovra finanziaria 2012. L´intesa che abbiamo raggiunto rilancia la nostra politica sui lavori socialmente utili. Abbiamo concordato l´adozione di regole più selettive, orientate a dare questo servizio a persone che hanno effettivamente bisogno di trovare un canale parallelo per rientrare nel mercato del lavoro. Sono però regole importanti, che rilanciano lo strumento e consentono ai lavoratori espulsi dal mondo del lavoro di rientrarvi per svolgere compiti utili a tutta la comunità." Vediamo il dettaglio. Per accedere al sistema dei lavoratori socialmente utili il soggetto interessato deve essere in possesso dei seguenti requisiti: 1. Essere iscritto in lista di mobilità, ed aver goduto per l’intero periodo di permanenza del relativo sostegno al reddito; 2. Essere residente e domiciliato in provincia di Trento da almeno 5 anni continuativi immediatamente antecedenti il licenziamento o da 10 anni nel corso della vita purchè residente e domiciliato da almeno un anno in provincia di Trento al momento della domanda; 3. Avere un’età anagrafica, al momento del licenziamento, di almeno 49 anni per le donne e 53 per gli uomini; 4. Avere, al momento del licenziamento, un’anzianità contributiva minima contemplata nella sottostante tabella. Non è possibile l’inserimento nei lavori socialmente utili di lavoratori/ici che abbiano raggiunto i requisiti minimi pensionistici;
Eta’ a.C. Per uomini a.C. Per donne
49 15
50 15
51 15
52 15
53 15 15
54 15 15
55 15 15
56 15 15
57 15 15
58 15 15
59 15 15
60 15 15
61 15 15
62 16 16
63 17 17
64 18 18
65 19 19
La nuova regolamentazione vale per tutti coloro che sono stati licenziati a partire dal 1° febbraio 2012. Per l’ingresso nel sistema dei lavori socialmente utili ai sensi della legge 32/1990 l’interessato deve aver stipulato, ove proposto, durante il periodo di permanenza in lista di mobilità, un patto di collaborazione con l’Agenzia del lavoro e deve aver adempiuto a quanto in esso previsto. Dovranno inoltre essere attivati specifici interventi, nell’ambito della rete provinciale dei servizi al lavoro, per la ricollocazione all’esterno di lavoratori/ici già inseriti/e nel Progettone. Nel rispetto dell’accordo tra la Provincia e parti sociali del 29.01.2010 in materia di azioni per affrontare l’emergenza occupazionale, si stabilisce che la prima fase di inserimento lavorativo potrà avvenire, nel rispetto della normativa vigente, tramite contratto a tempo determinato, che potrà essere trasformato, alla scadenza, a tempo indeterminato. Il rapporto di lavoro nell’ambito dei lavori socialmente utili viene garantito fino al raggiungimento del diritto al percepimento della pensione di anzianità o di vecchiaia. Sono abrogate tutte le norme incompatibili con la presente regolamentazione. Per gli anni 2012 e 2013 vengono adottati i seguenti indici di priorità, a fronte delle risorse programmate e dei posti di lavoro che si renderanno disponibili, con l’obiettivo di trovare soluzioni lavorative per tutti/e i/le lavoratori/trici segnalati/e. Ferma restando la necessità di garantire in primo luogo, secondo quanto previsto dalla Lp 32/1990, le esigenze dei lavoratori al fine di rispondere alle loro attitudini, potenzialità ed esperienze lavorative, tenendo conto delle loro condizioni fisiche e psichiche secondo i principi del collocamento mirato ed individualizzato ed al contempo le richieste inoltrate dagli enti, saranno considerati, a parità di tali condizioni, i seguenti indici di priorità, da valutarsi in concorso tra di loro: a) esigenze tecniche ed organizzative; b) minor periodo mancante al raggiungimento del diritto alla erogazione della pensione; c) dall’anno 2013, maggiori periodi di prolungamento della permanenza in mobilità a seguito di sospensione per rapporti di lavoro a termine. Gli indici di priorità di cui alle lettere a) e b) saranno adottati anche nei confronti dei lavoratori privi dei requisiti di accesso al sistema che non abbiano rifiutato proposte di impiego nell’ambito dell’intervento 19 del Documento degli interventi di politica del lavoro.
 
   
   
LAVORO: VENETO NON DISPONIBILE ALLA SPERIMENTAZIONE SU CONTRATTO UNICO  
 
Venezia, 10 gennaio 2012 - “Vorrei sapere con chi ha parlato il Governo per dire che la Regione Veneto è disponibile alla sperimentazione”. Lo dichiara Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, in merito al cosiddetto “contratto unico” e aggiunge: “Posto che nella nostra Regione siamo abituati a confrontarci con le parti sociali su questioni tanto delicate quali quelle sul lavoro, che il Veneto è stato laboratorio di sperimentazioni vere e non create arbitrariamente e che le nostre esperienze, vere, si sono tradotte in riferimento per le politiche nazionali, mi pare doveroso chiarire che non c´è alcuna disponibilità da parte nostra a forzare l´equilibrio tra imprese e lavoratori in questo quadro difficile economico e sociale”. “Noi- precisa l’assessore regionale- abbiamo puntato e punteremo sulla garanzia degli ammortizzatori sociali in particolare quelli in deroga per le piccole imprese ed il settore dell´artigianato per i quali questo Governo non ha ancora chiarito la propria posizione, e sull´entrata nel mondo del lavoro dei giovani attraverso il nuovo apprendistato”. “Il Veneto- ancora Donazzan- è stata ed è terra di forte innovazione nelle relazioni industriali: dal modello partecipativo di Zanussi negli Anni ´90 al modello comunitario di Luxottica di oggi, dal Fondo Solidarietà Veneto alla bilateralità artigiana al Patto per lo Sviluppo di Treviso del 7 febbraio 2011”. “Non vorrei- conclude l’assessore regionale- si stesse sviluppando un dibattito accademico con l’effetto di diminuire la spinta propulsiva di tipologie contrattuali come il lavoro a chiamata nel nostro turismo o come i voucher nella nostra agricoltura. Non vorrei si moltiplicassero i costi per il nostro sistema d´impresa che ha come baricentro la dimensione medio- piccola o che non si realizzasse un sistema di outplacement efficace e attento alle specificità dei territori”.  
   
   
SICILIA: OPERATIVO SITO PER ACCEDERE A MICROCREDITO FAMIGLIE  
 
Palermo, 10 gennaio 2012 - E´ operativo, da ieri, il sito www.Microcreditosicilia.it  Sara´ possibile, cosi´, avere facilmente ogni tipo di informazione per accedere al microcredito per le famiglie siciliane. Tutti potranno conoscere la documentazione necessaria prima di rivolgersi a una delle oltre 50 associazioni che hanno stipulato la convenzione con la Regione siciliana per accedere a questa forma di finanziamento. "Con la consegna del primo finanziamento di microcredito a una famiglia siciliana che ne ha fatto richiesta (che sara´ fatta domani alle 15,30 nella sede di Unicredit di corso Vittorio Emanuele, 371/a, dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e dal direttore generale di Unicredit, Roberto Nicastro), la legge - dice l´assessore regionale per l´economia, Gaetano Armao - e´ pianamente operativa. Abbiamo dato un sostegno concreto e immediato alle famiglie che oggi soffrono particolarmente per la crisi in atto e scongiurato il ricorso all´usura, piaga che proprio in questi momenti colpisce piu´ duramente i soggetti deboli della societa´".  
   
   
MANOVRA MONTI. LE DONNE DICONO SI´ SUBITO CONTRATTI SPECIALI “ANTI BAMBOCCIONI”  
 
Padova, 10 gennaio 2012 – Da Top Perfomance Consulting un bilancio 2011 un pò al di sotto delle aspettative, un´immagine sfiduciata del nostro "sistema Paese" da combattere, gravi problemi di insolvenza, tenacia nello sviluppo di nuovi prodotti e voglia di comunicarlo a nuovi clienti e nuovi mercati, contratti speciali studio/lavoro per favorire l´uscita dei giovani dalle famiglie. E´ quanto emerge dal "report zero" dell´"Osservatorio Professione Donna", il nuovo centro studi che testerà ogni tre mesi l´opinione di 50 imprenditrici e professioniste tra le più autorevoli del nord est su argomenti socio economici di particolare attualità. Il "report zero", che in attesa della partenza ufficiale dell´Osservatorio nel 2012 anticipa l´opinione delle prime imprenditrici e professioniste aderenti, evidenzia che i risultati complessivi dell´anno 2011 sono stati, per circa la metà delle intervistate, "come previsto". Per il 30% i risultati sono sotto le aspettative, e per il 15% al di sopra. Per quanto riguarda le cause della crisi, al di là degli aspetti squisitamente economici, pesano la sfiducia del sistema Paese (85%), la sfiducia nel sistema Europa (50%), la scarsa propensione a ragionare sul medio periodo (40%), e la scarsa propensione di tutta la nostra società ad assumersi le proprie responsabilità (30%). Sui sintomi più evidenti della crisi le intervistate segnalano l´insolvenza (65%), la crisi di aziende partner (40%), rarefazione della clientela (35%) e riduzione negli importi di ordinativi e prestazioni (35%). Aziende e professionisti del nord est affrontano questa situazione con nuovi prodotti e servizi (65%), comunicazione (45%), rete commerciale (45%), risorse umane (35%), nuovi mercati (30%). Per quanto riguarda i tempi della ripresa, il 45% non riesce a dare una previsione, ma per altro 45% ci vorranno due o tre anni. Anche per questo il 65% non prevede assunzioni nel 2012. Sui recenti provvedimenti del Governo un appoggio con riserva: per il 60% la manovra Monti è inadeguata ma necessaria come segnale ai mercati, e per il 40% è efficace se seguiranno altri provvedimenti di liberalizzazione. Molto positivi i commenti sulla parte della manovra che prevede agevolazioni per l´assunzione di donne, purchè siano potenziati i servizi sociali per le lavoratrici e spostati dalle aziende alla collettività i costi collegati alla maternità. Infine, per quanto riguarda il problema dei cosiddetti "bamboccioni" la soluzione proposta è molto netta: per il 90% vanno predisposti contratti speciali studio/lavoro per anticipare scelte di vita autonoma tra i più giovani, che oggi si inseriscono nel mondo del lavoro molti anni dopo i loro coetanei europei. Tra i suggerimenti più significativi la valorizzazione dei settori cultura e turismo, e la detassazione di donne e giovani assunti dalle liste di mobilità. Sondaggio dicembre 2011 - Illustrazione tecnica dei risultati - La prima delle dieci domande del questionario punta a delineare l’andamento di aziende/studi delle Partecipanti durante questo 2011. La crisi economica, per 6 Partecipanti su 20, ha influenzato in modo negativo, in termini di fatturato, l’andamento delle attività. Per 9 intervistate su 20, questo 2011 è stato fedele alle previsioni. Lo spiraglio di luce si è visto solo per 4 aderenti all’Osservatorio su 20, che hanno visto crescere i risultati in modo positivo rispetto alle aspettative e agli anni precedenti. Al di là del difficile momento congiunturale, le cause che, secondo il Panel delle Partecipanti all’Osservatorio, alimentano la crisi sono principalmente la sfiducia verso il sistema Paese (17/20) ed al sistema Europa (10/20). La sempre maggiore concentrazione sulla crisi, la perdita di attenzione degli obiettivi futuri, la mancanza di capacità di ragionare nel medio periodo (8/20), insieme ad una sempre maggiore incapacità nell’assumersi le proprie responsabilità da parte di tutta la società (6/20), hanno influenzano in modo negativo la realtà di molte aziende e libere professioni nel nostro territorio. Sono da evidenziare inoltre la mancanza di cultura della managerialità di molte aziende del Nordest, la minore correttezza dei rapporti tra gli operatori (3/20) e l’abbassamento generalizzato della professionalità degli interlocutori (4/20). I numeri della crisi si possono calcolare sul minor afflusso di clienti (7/20), sulla riduzione degli importi delle prestazioni (7/20), sulla crisi di aziende clienti/partner (7/20. Il problema maggiore è da imputare all’insolvenza dei clienti (13/20). La difficoltà di prevedere un futuro roseo porta molto spesso alla demotivazione o rassegnazione nell’ambiente di lavoro (4/20); questa sfiducia generalizzata porta ad un malcontento che, partendo dai livelli più alti della gerarchia manageriale, arriva a toccare i livelli più bassi; il personale delle aziende spesso non si impegna per raggiungere i risultati condivisi. Le strategie intraprese al fine di migliorare l’andamento del 2011 hanno visto l’attuazione di importanti investimenti nell’area commerciale (9/20), in area comunicazione (9/20) e, di conseguenza, nel maggior contatto con il cliente e nella predisposizione di nuovi prodotti e servizi (13/20). Molte attività, trovando in Italia un mercato saturo, hanno deciso di crearsi un’immagine competitiva scegliendo nuove strategie, cercando fornitori e distributori, e rivolgendosi ai nuovi mercati esteri (5/20). Un aspetto importante su cui 7 Partecipanti dell’Osservatorio hanno investito è la formazione delle risorse umane. Secondo le aderenti all’Osservatorio, la formazione è un aspetto fondamentale; una buona preparazione e selezione del team di un’azienda porta risultati positivi. La ripresa, secondo 9 Partecipanti al sondaggio, sarà visibile nell’arco di 2/3 anni, in modo particolare; essendola ripresa difficilmente prevedibile sarà possibile un cambiamento dei settori di business su cui competere; per 9 intervistate su 20 la ripresa non è prevedibile. A risentire della crisi saranno anche le assunzioni per il nuovo anno; solo 7 aderenti all’Osservatorio su 20 hanno dato una nota positiva per quanto riguarda la previsione di assunzioni per il 2012. La sezione del questionario che commenta l’operato del Governo Monti ha evidenziato l’attivo coinvolgimento delle partecipanti nel delicato periodo che sta attraversando l’Italia. Nonostante 12 intervistate su 20 reputino questa manovra non adeguata, la ritengono tuttavia necessaria come segnale immediato ai mercati; 8 Partecipanti su 20 ritengono questa Manovra corretta anche se serviranno interventi più sostanziali di sviluppo. L’argomento Manovra e agevolazioni per le donne e giovani ha creato consenso tra le Partecipanti, che hanno riconosciuto nell’incentivazione dell’assunzione femminile e dei giovani un tema di grande rilievo. Valorizzare le figure professionali ed i settori più penalizzati è un segnale importante per il nostro Paese. La disoccupazione femminile influenza notevolmente i dati relativi alla disoccupazione generale, per questo è importante creare strumenti che permettano alle donne di lavorare; è al contempo necessario che i costi riguardanti maternità e post maternità non vadano a pesare sull’azienda. L’entrata in vigore delle quote rosa è un altro segnale importante: bisogna offrire alle donne la possibilità di far emergere il merito e permettere loro di entrare a far parte dei C.d.a. E dei collegi aziendali. Donne e giovani nel nostro paese possono accrescere il capitale intellettuale: vanno aiutati attraverso forme di agevolazione per l’apertura di Partita Iva o di un’attività imprenditoriale, aumentando la base occupazionale del nostro paese e non facendo scappare i giovani talenti all’estero. Il focus sullo sviluppo economico ha portato alla luce considerazioni importanti da parte delle aderenti al Panel dell’Osservatorio. L’internazionalizzazione, il sostegno del risparmio energetico, sul fronte Irap la defiscalizzazione di parte dei costi del lavoro e il nuovo credito per il fondo di garanzia per le Pmi sono aspetti fondamentali. La possibilità dell’aumento del credito alle aziende, l’alleggerimento della pressione fiscale, il migliore rapporto tra aziende e banche, l’istruzione e la formazione dei nostri giovani, la ricerca e lo sviluppo, la formazione nelle scuole, la sostenibilità aziendale, il sostegno ai giovani e liberi professionisti, la realizzazione di infrastrutture per consentire una maggiore qualità di vita sono i settori e le situazioni da valorizzare urgentemente, secondo le partecipanti all’Osservatorio. Bisogna “pensare in grande”, cercando di valorizzare i settori caratteristici del made in italy, il turismo, la cultura, “petrolio del nostro paese”. Il tema dei giovani ha offerto spunti importanti di riflessione per il Panel delle aderenti all’Osservatorio. Le partecipanti ritengono che sia troppo tardi, per un giovane laureato, considerare un inserimento lavorativo a 25 anni. Le scuole superiori e le Università dovrebbero consentire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro attraverso un percorso accompagnato, ricoprendo mansioni semplici e ‘a tempo’, per non far arrivare i giovani impreparati nel mondo del lavoro. Questo ritardo non è compatibile con gli standard europei e con la gestione futura di una attività autonoma. 18 Partecipanti su 20 sono favorevoli a promozione di nuove formule agevolate di studio e lavoro e suggeriscono che bisogna individuare i giovani talenti e investire su di loro. Le intervistate ritengono che sia fondamentale supportare i giovani e accompagnarli verso il mondo del lavoro perché un numero sempre maggiore di loro volta le spalle all’Italia per trovare impiego e condizioni migliori nei Paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti. Il sistema italiano è, infatti, nettamente diverso rispetto a quello di altri paesi. Bisogna dare fiducia ai giovani, creare iniziative scolastiche cercando di portarli fuori dall’ambiente familiare. È importante creare un maggiore coinvolgimento degli studenti (delle scuole superiori, dell’Università) attraverso una maggiore interrelazione scuola/lavoro, attraverso l’inserimento nella didattica di spazi dedicati al mondo professionale, quali presentazioni di esperienze dirette, la verifica in linea prospettica delle opportunità d’accesso alle professioni, così da consentire una più rapida autonomia economica dei giovani. Al contempo sono necessari percorsi di crescita per i genitori.