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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Settembre 2012
LETTERA DEL PRESIDENTE UE BARROSO ALL´ON. MARTIN SCHULZ, PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
 Bruxelles, 12 Settembre 2012 – Di seguito il testo della lettera: "Signor Presidente Schulz, il discorso sullo stato dell´Unione che pronuncerò oggi delinea una chiara visione politica per il futuro dell´Unione europea, evidenziando sfide che richiedono lungimiranza, coerenza ed efficacia da parte delle istituzioni dell´Ue. Nei prossimi mesi la Commissione eserciterà il proprio diritto di iniziativa presentando proposte in risposta alle sfide evidenziate nel discorso. In linea con l´accordo quadro tra il Parlamento europeo e la Commissione, e a seguito del dialogo strutturato fra i membri della Commissione e diverse commissioni parlamentari, la presente lettera definisce i principali elementi in base ai quali sarà preparato il programma di lavoro della Commissione per il 2013 e oltre. Il nostro principale imperativo politico è riformare l´economia europea per promuovere una crescita sostenibile e fonte di occupazione, un compito immenso che riguarda tutte le fasce della società. La Commissione articolerà quindi il suo prossimo programma di lavoro attorno a una serie di obiettivi principali da raggiungere attraverso iniziative specifiche. Nel definire questi obiettivi si è tenuto conto delle riflessioni del Parlamento sulle azioni principali per il futuro. La presente lettera deve alimentare il nostro dialogo politico costante fino al mese prossimo, quando sarà adottato il programma di lavoro della Commissione per il 2013. Il programma di lavoro includerà le iniziative chiave da proporre nel 2013 – Anno europeo dei cittadini – e nel 2014, fino alle prossime elezioni del Parlamento europeo previste per metà 2014. Più specificatamente, il programma sarà elaborato in modo da garantire una maggiore sostenibilità e continuare ad attuare tutte le misure necessarie per conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020. Settori prioritari - Di seguito si illustrano le questioni di cui la Commissione si sta occupando. Il programma di lavoro sarà oggetto di un ulteriore dialogo fra le nostre istituzioni e giungerà alla sua versione definitiva solo dopo la riunione del 2 ottobre tra la Conferenza dei presidenti di commissione e la Commissione. Un´unione economica e monetaria solida e effettiva - Nel mio discorso odierno sullo stato dell´Unione ho annunciato che la Commissione intende presentare un piano globale per un´unione economica e monetaria solida e effettiva, da tutti considerata indispensabile per il futuro dell´economia europea. Combinando un´unione bancaria, un´unione di bilancio e tutti gli elementi necessari per un´unione politica si fornirà una solida piattaforma per promuovere la sostenibilità della crescita, l´occupazione e la competitività. Stiamo già realizzando questo programma attraverso le proposte concrete relative a un meccanismo di vigilanza unico per le banche che la Commissione ha appena adottato e che nei prossimi mesi dovranno essere oggetto di attenzione prioritaria da parte del Parlamento europeo e del Consiglio insieme alle proposte esistenti che riguardano i requisiti patrimoniali delle banche, la garanzia sui depositi e la risoluzione delle insolvenze bancarie. Auspico inoltre una rapida adozione delle proposte del "two pack" presentate l´anno scorso dalla Commissione. Il rinnovamento economico presuppone tuttavia un senso radicato di giustizia e di equità. La Commissione intensificherà quindi gli sforzi per combattere la frode e l´evasione fiscale e garantire che tutti i settori versino il giusto contributo alle finanze pubbliche. Il Consiglio deve approvare urgentemente la direttiva riveduta sulla tassazione dei redditi da risparmio e un mandato che consenta alla Commissione di negoziare accordi rafforzati in questo campo con i paesi vicini. È ora chiara l´esigenza di portare avanti, nell´ambito di una cooperazione rafforzata, la proposta relativa all´imposta sulle transazioni finanziarie, che ho presentato al Parlamento nel mio discorso del 2011. La Commissione risponderà in modo rapido e positivo a qualsiasi richiesta di procedere in questa direzione. Esempi di misure ipotizzabili per il futuro: ulteriori proposte per completare il quadro normativo sui servizi finanziari e l´unione bancaria, come ad esempio una normativa volta a ovviare ai rischi sistemici connessi agli istituti non bancari e al sistema bancario ombra e altre misure atte a migliorare l´individuazione e la prevenzione dei rischi nelle attività bancarie; nell´ambito dell´attuale approfondimento della governance economica dell´Ue, ulteriore sviluppo del coordinamento ex ante e sostegno ai piani di riforma delle politiche economiche degli Stati membri nel contesto del semestre europeo; iniziative per incentivare l´erogazione di finanziamenti a lungo termine all´economia reale; un piano d´azione per lottare contro la frode e l´evasione fiscale; proposte relative ai paradisi fiscali e alla pianificazione fiscale aggressiva da parte delle imprese; proposte sui servizi bancari al dettaglio comprendenti la trasparenza sulle provvigioni e maggiori agevolazioni per i consumatori che vogliono cambiare banca. Rilanciare l´occupazione e la crescita nel mercato unico e promuovere una nuova politica industriale Lo sviluppo tecnologico e i mutamenti mondiali costituiscono due sfide cruciali per l´Europa attuale. Per trasformarli in opportunità di crescita occorre adoperarsi per rendere più remunerativi gli investimenti nell´Unione e promuovere lo spirito imprenditoriale al suo interno, consentendo a nuove imprese di emergere e prosperare. La Commissione continuerà a caldeggiare l´attuazione delle riforme necessarie per sfruttare appieno il potenziale del mercato unico, in particolare attraverso il nuovo Single Market Act che sarà proposto in ottobre. Nell´ottobre 2012 la Commissione presenterà anche proposte relative a una politica industriale moderna, seguite in autunno da un piano d´azione atto a promuovere maggiormente l´imprenditoria in Europa e, entro la fine dell´anno, da un´iniziativa nel settore automobilistico. Occorre sfruttare la dimensione europea per realizzare appieno il potenziale innovativo, così da superare la stigmatizzazione del fallimento aziendale e garantire fin d´ora la realizzazione di investimenti nelle industrie su cui poggerà la futura economia europea. Alla luce di queste proposte di base, il programma di lavoro potrebbe includere anche iniziative volte a: adottare nuove norme sugli aiuti di Stato per la ricerca, lo sviluppo e l´innovazione; intensificare il lavoro su norme, certificazione e etichettatura; modernizzare il nostro approccio ai diritti di proprietà intellettuale; stimolare e dinamizzare gli investimenti privati e l´accesso al capitale, soprattutto per le Pmi; definire un nuovo approccio europeo relativo al fallimento aziendale e all´insolvenza. Garantire la coesione sociale investendo nelle persone L´ue deve continuare ad agire a livello europeo per contribuire a ridurre la disoccupazione, che attualmente colpisce milioni di persone. Va rivolta particolare attenzione ai giovani, che risentono in modo particolare di questa situazione. Nel definire il nostro approccio dobbiamo tener conto anche della sfida a lungo termine legata all´invecchiamento della società e della necessità di dotare gli europei delle competenze globali indispensabili per lo sviluppo delle imprese e, di conseguenza, per la creazione di posti di lavoro e per la nostra prosperità futura. Dotare il mercato del lavoro europeo di strumenti in grado di aumentare l´occupabilità sarà di vitale importanza per rilanciare la crescita, orientare gli interventi a favore di categorie diverse come le persone vulnerabili o molto qualificate e avvalersi delle innovazioni più valide nei sistemi di istruzione e formazione e presso i servizi per l´occupazione. Il programma di lavoro potrebbe includere future iniziative volte a: presentare un pacchetto di investimenti sociali; agevolare la libera circolazione dei lavoratori; migliorare l´accesso al mercato occupazionale per i gruppi vulnerabili; ampliare l´iniziativa europea a favore della gioventù per quanto riguarda l´occupazione e la mobilità. Sviluppare le reti in Europa Il buon funzionamento delle reti sarà determinante per le future prospettive dell´Europa e questo è un settore in cui la dimensione europea può rivelarsi fondamentale per ottenere i risultati previsti. Investire in infrastrutture moderne e nell´economia digitale serve a sbloccare la crescita in tutto il mercato unico. L´europa ha bisogno di industrie di rete resilienti, sicure e competitive, che sfruttino appieno l´innovazione. La Commissione si sta adoperando per garantire agli europei un accesso online universale, in qualsiasi momento e con qualsiasi supporto entro il 2015 e l´interconnessione totale fra tutte le reti e attraverso le frontiere dell´Ue entro il 2020. Dobbiamo "collegarci per essere competitivi" e adoperarci con maggiore impegno per creare un vero e proprio spazio europeo dei trasporti, disciplinato da norme europee. La Commissione continuerà a lavorare alla creazione di un sistema di trasporti competitivo, intelligente e efficiente sotto il profilo delle risorse, in particolare con un nuovo pacchetto sulle ferrovie e un´iniziativa sui trasporti puliti da adottare entro la fine dell´anno. Continueremo anche a sviluppare la nostra politica marittima integrata. Il programma di lavoro potrebbe comprendere misure dirette a: utilizzare la tecnologia per abbattere le barriere fra le reti, migliorare le sicurezza delle reti e offrire una maggiore scelta ai consumatori; liberare larghezza di banda attraverso una politica attiva dell´Ue in materia di spettro e creare il quadro necessario per sfruttare appieno il potenziale del cloud computing; dare inizio a una nuova fase del Cielo unico europeo; allineare i regimi Iva per evitare distorsioni e agevolare il commercio elettronico transfrontaliero. Un uso sostenibile e efficiente delle risorse La futura economia europea deve fare un uso più efficiente delle sue risorse e ridurre le emissioni di gas serra. Un´evoluzione in questo senso può liberare il potenziale di innovazione e, pertanto, di crescita con ripercussioni dirette su prosperità e occupazione. Il programma di lavoro potrebbe comprendere iniziative volte a: definire una politica del clima e dell´energia per assicurare prospettive a lungo termine per gli investimenti dopo il 2020; promuovere le opportunità tecnologiche per rilanciare l´efficienza energetica nel settore dei trasporti; rivedere le direttive sulla qualità dell´aria; consentire lo sviluppo di reti energetiche e contatori intelligenti; dare seguito a Rio +20. Un´europa sicura L´ue poggia su solide basi in termini di diritti fondamentali e Stato di diritto. Una delle sue principali realizzazioni è la libertà offerta ai cittadini di vivere, viaggiare, lavorare e svolgere un´attività commerciale in altri Stati membri. Un´azione efficace per combattere la criminalità e la corruzione o controllare le nostre frontiere esterne ci permette di tutelare questi diritti e queste libertà. È ugualmente nostro compito rafforzare gli strumenti necessari per gestire situazioni potenzialmente difficili legate alla migrazione, tutelare la salute e la sicurezza alimentare, dare una risposta efficace alle catastrofi naturali o provocate dall´uomo e offrire un rifugio sicuro alle vittime di persecuzioni. Il programma di lavoro potrebbe comprendere misure volte a: lottare contro il riciclaggio del denaro e il finanziamento del terrorismo; migliorare la circolazione delle informazioni sui casellari giudiziari; istituire una procura europea per tutelare gli interessi finanziari dell´Unione; rivedere la direttiva sulla sicurezza nucleare e presentare proposte sulla responsabilità nel settore nucleare, sulle assicurazioni e sulla preparazione e risposta alle emergenze nucleari; elaborare una relazione sulla cittadinanza che evidenzi la necessità di un´azione comune volta a rimuovere gli ostacoli che impediscono ai cittadini di sfruttare appieno i vantaggi che offre l´adesione all´Unione europea. L´europa quale attore globale - Nell´ambito dei suoi numerosi obiettivi globali, l´Ue è chiamata a promuovere i nostri valori, a tutelare i nostri interessi economici e a favorire lo sviluppo. Un´unione europea unita, che parli e agisca all´unisono, è il modo più efficace di favorire questi interessi. Nel periodo coperto dal programma di lavoro, la Commissione si adopererà per: attuare la nostra strategia su più fronti (assistenza finanziaria, commercio e mobilità) a sostegno delle riforme politiche e economiche nei paesi del vicinato; incrementare gli scambi e gli investimenti con i partner strategici e la cooperazione multisettoriale; preparare ulteriori iniziative per conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio e svolgere un ruolo attivo nel dibattito internazionale sugli obiettivi di sviluppo mondiale post-2015; elaborare il prossimo pacchetto annuale sull´allargamento; creare un centro di risposta alle emergenze che aiuti gli Stati membri colpiti da catastrofi naturali o causate dall´uomo e migliori ulteriormente la capacità europea di rispondere alle crisi nei paesi terzi. Investire per il futuro: concordare e realizzare un quadro finanziario pluriennale (Qfp) a lungo termine - Gran parte del lavoro della Commissione per i prossimi dodici mesi sarà inoltre finalizzata a predisporre la prossima generazione di investimenti dal bilancio dell´Ue e a preparare l´attuazione del prossimo Qfp, che dovrebbe essere adottato entro la fine dell´anno. Il Parlamento dovrà dare un contributo determinante, garantendo un volume adeguato di stanziamenti e risorse proprie, per massimizzare le potenzialità del bilancio dell´Ue; dal canto suo, la Commissione collaborerà strettamente con il Parlamento per dare veste definitiva a tutti gli atti legislativi settoriali di cui l´Unione ha bisogno per eseguire un bilancio pluriennale moderno e favorevole alla crescita. Il sostegno del Parlamento per l´adozione di iniziative quali il meccanismo per collegare l´Europa e Orizzonte 2020 darà un contributo determinante in tal senso, a complemento del suo attuale sostegno in favore di una politica agricola comune forte e della coesione. Rafforzare la responsabilità democratica nell´Unione europea - Una maggiore integrazione presuppone un´ulteriore integrazione politica e un livello elevato di responsabilità democratica. Dobbiamo garantire un controllo democratico effettivo e dimostrare ai cittadini che questo è il loro progetto, e non un progetto delle élite politiche e economiche. La proposta della Commissione relativa a un regolamento sullo statuto e sul finanziamento dei partiti politici e delle fondazioni politiche europei, adottata oggi, è un passo importante verso la creazione di uno spazio politico autenticamente europeo. Possiamo e dobbiamo fare di più al riguardo. Come indicato nel mio discorso odierno, la Commissione intende avviare con il Parlamento europeo una riflessione sulle misure opportune per garantire il controllo parlamentare e la responsabilità pubblica dell´attuale processo di definizione delle politiche nonché un quadro appropriato per le prossime elezioni del Parlamento europeo. Un programma di lavoro efficace - Questi obiettivi chiave permetteranno, nei prossimi anni, di trasformare la nostra strategia generale in azioni concrete. Nel dare veste definitiva alle singole iniziative del suo programma di lavoro, la Commissione anticiperà le misure con la maggiore incidenza sulla crescita e sull´occupazione, privilegiando le iniziative che possono dare rapidamente risultati e creando al tempo stesso i presupposti per una sostenibilità a lungo termine; darà priorità all´attuazione del recente patto per la crescita; cercherà di garantire un´azione concertata tra l´Unione e gli Stati membri per massimizzare i vantaggi. Questo spiega perché approfondire l´impostazione di Europa 2020 sia così importante per promuovere la crescita e l´occupazione. Come sempre, le misure evidenziate nel programma di lavoro rappresentano solo una parte dell´attività della Commissione. Tutte le istituzioni dovranno dare priorità al completamento delle proposte già all´esame e contribuire all´effettiva attuazione delle misure concordate. A livello della Commissione, questo significa concentrare le risorse sulle proposte su cui è possibile raggiungere un accordo politico entro giugno 2014, applicando al tempo stesso gli standard più elevati della regolamentazione intelligente. A questo proposito, colgo l´occasione per informarLa che la Commissione intende ritirare la sua proposta di regolamento sull´esercizio del diritto di promuovere azioni collettive nel quadro della libertà di stabilimento e della libera prestazione dei servizi (Monti Ii"). Il dibattito odierno sullo stato dell´Unione sarà un´altra tappa importante del nostro dialogo per la definizione delle priorità. Sono lieto di ospitare il 2 ottobre la terza riunione tra la Conferenza dei presidenti di commissione e la Commissione. La Commissione procederà inoltre a un esame approfondito della risoluzione sulle priorità del Parlamento per il 2013, adottata questa settimana. Il fatto che la Commissione stia lavorando attivamente a diverse iniziative su cui il Parlamento e le sue commissioni stanno riflettendo dimostra, a mio parere, che le nostre priorità convergono. Alcune di queste iniziative dovrebbero essere adottate dalla Commissione nei prossimi mesi. Negli ultimi anni l´Unione europea ha svolto un ruolo determinante nella lotta per uscire dalla crisi. Insieme abbiamo fornito soluzioni mirate alle emergenze pur rimanendo concentrati sulle sfide a lungo termine dell´Europa. Abbiamo dato vita a un nuovo sistema di governance economica, rimodellato il nostro sistema di regolamentazione e vigilanza finanziaria e mantenuto la crescita e l´occupazione al centro della nostra attività. La stretta collaborazione fra le nostre istituzioni ha già dato risultati. Ora dobbiamo andare avanti, garantendo il giusto equilibrio fra finanze pubbliche sane, riforme strutturali e investimenti mirati. Mi rallegro alla prospettiva di collaborare con il Parlamento nel corso del prossimo anno per definire un programma di azione efficace. José Manuel Barroso"  
   
   
STATO DELL´UNIONE EUROPEA: CRISI ECONOMICA E DEMOCRAZIA I TEMI PRINCIPALI DEL DIBATTITO  
 
Strasburgo, 13 settembre 2012 - I deputati hanno offerto un sostegno condizionato alla visione dell´Europa presentata dal Presidente della Commissione Barroso, con una forte maggioranza in favore di un´Ue più forte, ma critica sulle problematiche sociali e sulla mancanza d´ambizione in tema di integrazione. I gruppi politici maggioritari hanno chiesto un bilancio comunitario forte per garantire investimenti e crescita. "Meno Ue" è stata invece la proposta dei gruppi più a destra dell´emiciclo. Il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha dato il via a quattro ore di discussione, concentrandosi quasi esclusivamente sugli effetti della crisi economica e sulla democrazia. Ha sottolineato come fosse giunto il momento per i paesi europei di riconoscere l´impossibilità di trattare individualmente i problemi del presente, per poi definire la sua visione di una vera unione economica, basata su un´unione politica, sotto forma di una federazione di Stati nazionali. Dalla crisi una nuova Ue - Gli effetti della crisi per il futuro dell´Unione europea e le implicazioni per i cittadini sono state due questioni fondamentali sollevate dai deputati. Il concetto espresso dal Presidente Barroso di "una federazione di Stati nazionali" è stato criticato sia dal leader del gruppo liberale Guy Verhofstadt, che da quello dei Verdi Daniel Cohn-bendit. "Questa federazione esiste già, è il Consiglio europeo. Abbiamo bisogno di un´unione basata sui cittadini", ha detto Verhofstadt. "L´obiettivo deve essere la creazione di uno spazio pubblico europeo", ha aggiunto Cohn-bendit. Il leader del gruppo Ppe Joseph Daul ha anche sottolineato la necessità di essere in contatto con le persone. "Il nostro compito principale è quello di uscire, spiegare e convincere, anche se non sarà facile", ha detto. Barroso ha replicato che la Commissione ha presentato oggi un progetto legislativo sui partiti politici europei per contribuire a promuovere la "democrazia europea complementare alla democrazia nazionale". Ha aggiunto che è il momento di avere dei partiti politici veramente transnazionali e chiesto che ciascuno partito proponga un candidato alla carica di prossimo Presidente della Commissione europea. Garanzie sociali e crescita - I deputati hanno chiesto a Barroso di lavorare per preservare l´Europa sociale, anche di fronte alla crescente crisi. "Esiste un´alternativa ai tagli che è basata sugli investimenti", ha detto il leader del gruppo S&d Hannes Swoboda, sottolineando la necessità di un patto sociale e aggiungendo, più tardi durante il dibattito, che senza il progetto di un´Europa sociale, il gruppo socialista non potrebbe sostenere la Commissione. "Quello che la gente desidera oggi è la solidarietà. Dobbiamo ottenere questo, prima di proiettarci nel futuro. È inaccettabile che stiamo promuovendo una cultura della punizione", ha detto Gabriele Zimmer, leader del gruppo Sinistra unitaria. Barroso ha insistito sul fatto che le riforme intraprese sono state dure ma necessarie, ribadendo tuttavia che lo sviluppo di una "dimensione sociale europea" è un obiettivo "critico". C´è stato un ampio consenso sul bilancio comunitario fra i deputati e il Presidente Barroso sul fatto che questo rappresenti il principale strumento per gli investimenti e la crescita. Per questo motivo, i deputati hanno insistito sulla necessità di dotare l´Ue di risorse sufficienti, mentre il Presidente Barroso ha affermato che nel caso di un bilancio ristretto, i primi a perderci sarebbero gli stessi Stati membri. Meno e non di più - I gruppi Efd ed Ecr hanno avuto parole critiche per il Presidente Barroso. "Tutto quello che vediamo è lo stesso approccio stanco - più Europa, invece che un´Europa migliore", ha detto il leader Ecr Martin Callanan. Nigel Farrage, capo del gruppo Efd, ha criticato aspramente il progetto del Presidente Barroso come "un´emergente e strisciante dittatura europea".  
   
   
UNA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER AUMENTARE LA CAPACITÀ DEI PARTITI POLITICI EUROPEI DI RAPPRESENTARE I CITTADINI DELL’UNIONE E PER RAFFORZARE LA DEMOCRAZIA  
 
Bruxelles, 13 settembre 2012 - La Commissione ha adottato ieri una proposta volta a rafforzare la capacità dei partiti politici europei di formare uno spazio pubblico autenticamente europeo e di esprimere la volontà dei cittadini dell’Unione, aumentando la visibilità, il riconoscimento, l’efficacia, la trasparenza e la responsabilità di tali partiti. La proposta conferisce ai partiti politici europei e alle fondazioni ad essi collegate una personalità giuridica di livello europeo, eliminando in tal modo l’ostacolo principale a cui si trovano di fronte quando operano all’interno degli Stati membri e tra uno Stato membro e l’altro. La maggior parte di essi sono attualmente registrati come associazioni senza scopo di lucro di diritto belga (asbl). Il vicepresidente Maroš Šefčovič ha dichiarato: “Fondazioni e partiti politici europei, che siano veramente transnazionali, rappresentano uno strumento fondamentale per esprimere la voce dei cittadini e dar vita a dibattiti pubblici a livello europeo. Il loro ruolo è cruciale per dare forma al confronto su questioni europee che, in vista delle elezioni del 2014, si preannuncia animato negli anni a venire. Questa ambiziosa proposta rappresenta un passo importante verso il consolidamento della democrazia europea”. Per essere riconosciute come partito politico europeo o fondazione politica europea, queste organizzazioni dovranno rispettare standard elevati di democrazia interna, governance, responsabilità, trasparenza e rispetto per i valori su cui si fonda l’Unione europea. Tutti gli aspetti del finanziamento dei partiti saranno disciplinati da un quadro esaustivo di disposizioni comprendenti obblighi in materia di rendicontazione e controllo. Per i casi di violazione sarà introdotto un regime di sanzioni amministrative. La proposta non inciderà sugli importi complessivi messi a disposizione a carico dal bilancio dell’Ue per il finanziamento dei partiti politici e delle fondazioni, ma semplificherà le norme che disciplinano il finanziamento adeguandole alle situazioni ed esigenze specifiche dei destinatari. I partiti politici europei dovranno pubblicare i nomi dei donatori che offrono contributi superiori a 1 000 euro l’anno, mentre si prevede di aumentare il limite annuale delle singole donazioni da 12 000 a 25 000 euro. Contesto La normativa che attualmente disciplina a livello europeo i partiti politici e il loro finanziamento risale al 2003 (regolamento (Ce) n. 2004/2003, del 4 novembre 2003) ed è stata modificata nel 2007 per consentire, fra l’altro, il finanziamento delle fondazioni politiche europee a carico del bilancio dell’Ue. Per migliorare detta normativa il Parlamento europeo ha presentato attraverso la relazione Giannakou una serie di richieste, la maggior parte delle quali è compresa nella proposta odierna. Nel 2012, complessivamente sono 13 i partiti politici a livello europeo che hanno ricevuto, in virtù del regolamento, un finanziamento gestito dal Parlamento europeo. Il bilancio destinato a partiti e fondazioni politici a livello europeo nel 2012 è stato di poco superiore ai 31 milioni di euro. Regolamento 2004/2003: http://eur-lex.Europa.eu/lexuriserv/lexuriserv.do?uri=oj:l:2003:297:0001:0004:it:pdf    
   
   
Q & A: PROPOSTA DELLA COMMISSIONE RELATIVA ALLO STATUTO E AL FINANZIAMENTO DEI PARTITI POLITICI EUROPEI E LE FONDAZIONI POLITICHE EUROPEE  
 
 Bruxelles, 13 settembre 2012 - Qual è l´obiettivo di questa proposta? La proposta della Commissione intende accrescere la sicurezza, visibilità riconoscimento, l´efficacia, la trasparenza e la responsabilità dei partiti politici europei e le loro fondazioni politiche affiliate. A tal fine, migliora il quadro normativo e il finanziamento in cui operano. Non ha incidenza sul bilancio dell´Unione europea, né in alcun modo le decisioni future influenza sugli importi complessivi messi a disposizione nel quadro del bilancio dell´Unione europea per il finanziamento dei partiti politici e delle fondazioni. Qual è il ruolo dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche affiliate? I Trattati e la Carta dei diritti fondamentali riconosce il ruolo fondamentale dei partiti politici a livello europeo, in quanto contribuiscono a formare una coscienza politica europea e ad esprimere la volontà politica dei cittadini dell´Unione (articolo 10 del Tue e l´articolo 12 della Carta dei diritti fondamentali diritti). I partiti politici a livello europeo, hanno, in qualità di membri, nazionali ei partiti regionali degli Stati membri e, nella maggior parte dei casi, consentono anche l´adesione di singoli cittadini. Essi sono gli attori fondamentali per rafforzare la democrazia europea, in quanto sono in una posizione privilegiata per stabilire legami con i cittadini e di colmare il divario che separa i livelli di politiche nazionali ed europee. Con la promozione transfrontaliera dialogo politico, contribuiscono alla nascita di una sfera pubblica europea. Ci sono delle regole esistenti in materia di partiti politici europei? Un insieme di regole è in vigore dal 2003 (regolamento 2004/2003), principalmente a che fare con il finanziamento dei partiti politici europei e, a seguito di un emendamento nel corso del 2007, delle loro fondazioni politiche affiliate. Nel 2012, ci sono 13 partiti politici e 12 fondazioni politiche a livello europeo, e tra di loro hanno in comune un totale di € 31 milioni. Sebbene le parti e le fondazioni sono riconosciuti a livello europeo e di beneficiare di un finanziamento a carico del bilancio comunitario, sono soggetti giuridici nazionali. A volte hanno nomi simili e l´appartenenza, ma i partiti politici europei sono diversi da gruppi politici del Parlamento europeo. Perché c´è una necessità di uno statuto giuridico europeo dei partiti politici europei? Questa è stata una vecchia richiesta del Parlamento, ha ribadito in una risoluzione elaborata da Marietta Giannakou Mep e adottato nel mese di aprile dello scorso anno. Partiti politici europei sono diventati gli attori principali della vita politica dell´Unione. Tuttavia, per una serie di motivi, tra cui il loro status giuridico delle Ong nel sistema giuridico di uno Stato membro, che non hanno finora stata in grado di soddisfare completamente il ruolo conferito loro dai trattati. Lo statuto giuridico europeo fornirà i partiti politici europei con il riconoscimento di cui hanno bisogno e li aiutano ad operare in modo visibile ed efficace in tutta Europa e oltre. Si tratta di un notevole passo avanti nella Approfondire la democrazia nell´Unione europea. La Commissione si augura che le nuove norme possono essere concordate rapidamente dai co-legislatori, in tempo per le campagne elettorali del Parlamento europeo nel 2014. Parlamento è stato la richiesta di uno statuto europeo dei partiti politici a livello europeo per anni. Per quale motivo la Commissione ha atteso fino ad oggi di proporre un simile statuto? La creazione di uno statuto giuridico dei partiti politici europei è un passo ambizioso e potenzialmente di vasta portata, che ha richiesto un´attenta analisi. Nel 2007, quando i cambiamenti delle regole sono stati da ultimo fatto, la Commissione era sotto pressione di tempo e quindi ha optato invece per introdurre modifiche limitate alla normativa vigente. Oggi, tutte le condizioni sono in atto per noi di presentare una proposta ambiziosa, che stabilisce un quadro del tutto nuovo all´interno del quale i partiti politici europei e delle fondazioni in grado di sviluppare, crescere ed adattarsi alle sfide di oggi e di domani. Qual è il legame tra la presente proposta sui partiti politici europei e le fondazioni politiche, e la proposta della Commissione di febbraio 2012 relativo allo statuto della fondazione europea? La Commissione ha adottato nel mese di febbraio una proposta legislativa su uno statuto generale per fondazioni europee. Questo trasversale proposta mira a rendere più facile le attività paneuropee delle fondazioni attive in settori di pubblica utilità - come la salute, l´educazione, la scienza e diritti fondamentali. Esso risponde a una richiesta di vecchia data dalle parti interessate e del Parlamento europeo in materia di economia sociale e l´innovazione sociale. La proposta sui partiti politici europei e delle loro affiliate fondazioni politiche europee offre quest´ultimo uno specifico quadro giuridico, finanziario e normativo adeguato alle loro esigenze. Uno statuto europeo si propone sia dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee. Perché sono soggetti a norme di finanziamento? La natura delle spese sostenute dai partiti politici e le fondazioni politiche sono diverse. La natura stessa dei partiti politici, che hanno bisogno di flessibilità per adeguarsi e reagire agli sviluppi politici imprevisti o urgenti, giustifica un regime speciale per loro. Fondazioni politiche europee, tuttavia, svolgere compiti e hanno tipi di spesa simili a altri non politiche fondazioni o organizzazioni finanziate dai programmi comunitari. Non vi è quindi alcuna giustificazione per il sollevamento di fuori del sistema attuale sovvenzione di funzionamento. Che cosa saranno i criteri sia per l´accesso allo status giuridico europeo e ai finanziamenti comunitari? I partiti politici e le fondazioni che vogliono diventare entità europee con la registrazione a livello europeo, devono soddisfare una serie di condizioni. Questi includono la rappresentanza in un numero sufficientemente elevato di Stati membri dell´Unione europea, il rispetto dei principi di non-profit, e il rispetto per i valori sui quali si fonda l´Unione europea. Inoltre, la Commissione propone che i partiti politici europei e le fondazioni devono soddisfare elevati standard di democrazia interna, la governance, la trasparenza e la responsabilità. Ci auguriamo e ci aspettiamo che queste condizioni, che possono essere facilmente soddisfatti da alleanze transnazionali organizzate e commesse di partiti politici e privati, favorirà lo sviluppo regolare di nuovi partiti politici europei. Al fine di ricevere finanziamenti Ue pubblica, la registrazione come un partito politico europeo o di una fondazione è un primo passo necessario. Tuttavia, data la limitata quantità di fondi comunitari a disposizione a tal fine, la Commissione ritiene che una parte deve anche dimostrare un sufficiente grado di ambizione europea, e che ha il supporto, e rappresenta quindi il punto di vista e opinioni, di una porzione sufficiente di cittadini dell´Ue. Pertanto, in riconoscimento del ruolo del Parlamento europeo ha di che rappresenta direttamente i cittadini dell´Unione, l´accesso ai finanziamenti Ue è dipendente da un partito politico europeo vincere almeno una sede per le elezioni al Parlamento europeo. Prestazioni elettorale è un modo obiettivo di stabilire sia l´ambizione europea e il riconoscimento di un partito politico europeo, e questo ulteriore requisito dovrebbe essere visto come un incentivo a partecipare pienamente alla vita democratica europea al più alto livello possibile. Che cosa significa rispettare i valori su cui si fonda l´Unione europea? Will partiti politici euroscettici essere penalizzato? Tutti i partiti politici europei e le fondazioni devono rispettare i diritti fondamentali ei principi. Questi includono il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell´uguaglianza, dello Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle minoranze. In nessun modo sono le regole attuali o future intese a prevenire dibattito sano e democratico sul futuro dell´Unione europea. Sono partiti politici europei ha permesso di partecipare al referendum nazionali se queste riguardano questioni comunitarie? No. Finanziamento referendum nazionali, anche quelli relativi alle questioni comunitarie, è una questione che deve continuare ad essere trattati in conformità con le leggi nazionali. Quali iniziative sono state prese per garantire che i cittadini dell´Ue e finanziamenti privati ​​saranno utilizzati per scopi legittimi? La Commissione propone di aumentare in modo significativo il quadro di trasparenza, contabilità e controllo. Le nuove norme, ad esempio, obbligare il Parlamento europeo a rendere pubbliche le informazioni dettagliate in merito alle procedure di riconoscimento e di finanziamento, tra cui bilanci annuali, elenchi di donatori, i membri dei partiti, o documenti e statuti presentate al Parlamento europeo nel quadro del processo di registrazione. Inoltre, la proposta prevede un sistema completo per controllare come sia dell´Ue che fondi privati ​​vengono ricevuti e spesi. Ciò comporterà il coordinamento e lo scambio di informazioni fra gli attori Ue e le autorità nazionali competenti. La Commissione propone inoltre di creare un solido sistema di penalità, che, a seconda dell´infrazione, si prevedono sanzioni che vanno dalle ammende minori alla perdita di status europeo. Inoltre, al fine di prevenire l´abuso delle norme di finanziamento, la proposta chiarisce che i deputati non saranno computate ai fini della determinazione dell´importo del loro partito di finanziamento dell´Ue, se rimanere con il partito politico europeo al quale è affiliata la loro festa nazionale o regionale. Questo dovrebbe anche garantire una maggiore responsabilità e trasparenza per quanto riguarda i cittadini comunitari e gli elettori. L´statuto europeo dei partiti politici europei modificare le condizioni in cui vengono impiegati il ​​personale dei partiti? No. Né il diritto del lavoro, né legislazioni fiscali rientrano nel campo di applicazione dell´articolo 224 del Tfue. Tuttavia, nel tentativo di promuovere l´auto-finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni, la Commissione propone che i frontalieri donazioni sono beneficiare dello stesso trattamento fiscale agevolato, come quelli realizzati all´interno degli Stati membri. Perché la proposta della Commissione relativa allo statuto completata da un documento di lavoro della Commissione che stabilisce il regolamento finanziario? Perché non ci sono due proposte legislative formali? Il regolamento finanziario è attualmente in fase di revisione. Anche se vi è già un accordo formale tra i co-legislatori, il regolamento modificato non è ancora in vigore e, pertanto, non può essere ulteriormente modificata. Tuttavia, il documento di lavoro allegato alla proposta è stata approvata dalla Commissione. Sarà formalmente trasformato in una proposta legislativa volta che la revisione del regolamento finanziario è stato adottato. Questi due documenti devono essere considerati nel loro insieme.  
   
   
UNA POLITICA ESTERA UE PIÙ STRATEGICA, ORIENTATA AI RISULTATI E INCENTRATA SUI VALORI  
 
Strasburgo, 13 settembre 2012 - Perché l´azione esterna dell´Ue sia coerente ed efficace nel raggiungere i suoi obiettivi, è necessario un nuovo concetto globale e strategico della politica estera dell´Unione, hanno ribadito mercoledì i deputati con la votazione della relazione annuale sulla politica estera e di sicurezza comune (Pesc). Hanno inoltre chiesto che la politica estera dell´Ue sia sostenuta dalle risorse necessarie. Il Parlamento afferma che, nonostante il Trattato di Lisbona stia imprimendo nuovo slancio alla politica estera dell´Ue, offrendo gli strumenti istituzionali e operativi, la sua efficacia e la sostenibilità sono compromessi dalla crisi finanziaria in corso. Per far sentire il suo peso a livello internazionale, l´Ue non deve solo garantire che le sue politiche, i suoi attori e le sue istituzioni siano coerenti, ma deve anche sviluppare un concetto davvero strategico per la politica estera e fornire il personale necessario, nonché le risorse finanziarie e diplomatiche. "Oggi, abbiamo inviato un chiaro segnale a Catherine Ashton. La politica estera dell´Unione europea, in tempi di crescenti sfide e di risorse limitate, deve essere strategica e lungimirante. Il nuovo quadro strategico per l´azione esterna dell´Unione europea deve essere anche democraticamente legittimo", ha affermato il relatore del Parlamento e Presidente della commissione affari esteri Elmar Brok (Ppe, De). "In ogni caso, non vogliamo diminuire la flessibilità dell´Unione nel rispondere ai cambiamenti politici sul terreno. Il nostro ruolo di parlamentari è comunque essenziale, se la politica deve essere compresa e sostenuta dai cittadini europei", ha aggiunto Brok. Approccio realistico e pragmatico Secondo i deputati, soltanto approcci globali che includono strumenti diplomatici, economici, di sviluppo e - in ultima istanza - militari, possono fronteggiare le minacce e le sfide globali. L´ue deve garantire che le diverse componenti della sua politica estera siano coerenti e sviluppino un approccio lungimirante e strategico, sulla base di realismo e pragmatismo. I deputati chiedono che siano impostati parametri di riferimento per una definizione più sistematica e quantificabile delle priorità e degli obiettivi, nonché delle risorse da utilizzare, secondo calendari precisi per il breve, il medio e il lungo periodo. Il Parlamento ritiene che sia importante concentrare le sue limitate risorse sulle priorità strategiche, partendo dai paesi dell´allargamento per poi muovere verso l´esterno in cerchi concentrici. I valori alla base della politica estera L´azione esterna dell´Ue deve essere ispirata dalla promozione e dalla tutela dei valori dell´Unione, fondata sul conseguimento della pace, della sicurezza e della prosperità. Il documento approvato sottolinea che la Pesc deve essere guidata dai principi che hanno ispirato la creazione dell´Ue stessa e chiede che i diritti umani e la democrazia siano al centro delle sue politiche. La risoluzione è stata approvata con 511 voti a favore, 73 contrari e 78 astensioni.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO SOSTIENE I DIRITTI MINIMI IN TUTTA L´UE PER LE VITTIME DI REATI  
 
Strasburgo, 13 settembre 2012 - Qualsiasi vittima di reati avrà gli stessi diritti in tutta l´Ue, compresa una valutazione delle sue esigenze specifiche, grazie a una direttiva approvata dal mercoledì dal Parlamento. Servizi di supporto gratuiti, come il sostegno psicologico, saranno forniti alle vittime, che avranno il diritto di essere interrogate dalla polizia e sentite in tribunale in una lingua che possono comprendere. Ogni anno nell´Ue, circa 75 milioni di persone sono vittime di reati. Le vittime di reati commessi all´estero possono incontrare gravi problemi a causa delle differenze tra culture, lingue e leggi. Il testo approvato con 611 voti favorevoli, 9 contrari e 13 astensioni, mira a garantire che per qualsiasi crimine - rapina, furto, aggressione, stupro, molestie, crimine d´odio, attacchi terroristici, o traffico di esseri umani - e ovunque in Europa, tutte le vittime godano degli stessi diritti fondamentali nei procedimenti penali, siano trattati con rispetto e dignità e abbiano accesso ai servizi di assistenza alle vittime, alla giustizia e ai risarcimenti. "Questa direttiva dice forte e chiaro alle vittime che i loro diritti non saranno più ignorati. Questo servirà a rinforzare la fiducia nella giustizia", ha detto la relatrice della commissione libertà civili, Teresa Jiménez-becerril (Ppe, Es), nel dibattito il martedì. La relatrice della commissione per i diritti della donna, Antonyia Parvanova (Alde, Bg), ha commentato che "questa legislazione è guidata da un principio fondamentale: l´interesse delle vittime e il sostegno di cui hanno bisogno per superare un momento che può essere particolarmente difficile". Valutazione individuale - Il testo concordato con il Consiglio sottolinea che tutte le vittime avranno una tempestiva valutazione individuale delle loro esigenze specifiche. In base alle caratteristiche personali, quali età, sesso, razza, religione o orientamento sessuale, la natura e le circostanze del reato, chiunque potrebbe avere esigenze specifiche di protezione. Inoltre, le valutazioni individuali dovrebbero essere ripetute durante i procedimenti penali, per tenere conto di eventuali cambiamenti nella situazione della vittima. Servizi di supporto - La direttiva inoltre obbligherà gli Stati membri a garantire - dal momento in cui la vittima subisce il reato - che alla vittima e ai suoi familiari sia garantito l´accesso ai servizi di assistenza gratuiti e confidenziali (ad esempio, il sostegno psicologico), dal momento in cui la vittima riporta il reato, durante e dopo le indagini e il processo e indipendentemente da dove sia avvenuto il reato. Servizi di supporto specialistici dovrebbero essere istituiti per le vittime con esigenze specifiche, come le vittime di violenza di genere o bambini. Informazioni chiare e traduzione - Le vittime dovranno essere informate dei loro diritti, oralmente o per iscritto, in una lingua a loro comprensibile. Servizi di interpretariato e traduzione saranno messi a disposizione per assicurare che possano prendere parte attiva nel procedimento penale (colloqui e udienze) nella propria lingua. I prossimi passi - Anche il Consiglio deve approvare la direttiva e, una volta adottate le nuove norme, i Paesi dell´Ue avranno tre anni per recepirla nei loro ordinamenti nazionali. Il Regno Unito e l´Irlanda hanno deciso di applicare questa direttiva, mentre la Danimarca, avvalendosi dell´opzione di "opt-out" per la giustizia e gli affari interni, non applicherà la direttiva.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE L’ATTRIBUZIONE DI NUOVI POTERI ALLA BCE IN MATERIA DI VIGILANZA BANCARIA NELL’AMBITO DI UN’UNIONE BANCARIA  
 
 Bruxelles/Strasburgo, 13 settembre 2012 - Le proposte presentate ieri relative ad un meccanismo di vigilanza unico (Ssm) per le banche della zone euro costituiscono un passo importante nel rafforzamento dell’Unione economica e monetaria. Nel nuovo meccanismo unico, la responsabilità ultima per quanto riguarda specifici compiti di vigilanza in materia di stabilità finanziaria di tutte le banche della zona euro spetterà alla Banca centrale europea (Bce). Le autorità di vigilanza nazionali continueranno a svolgere un ruolo importante nella vigilanza quotidiana e nella preparazione e attuazione delle decisioni della Bce. La Commissione propone oggi, inoltre, che l’Autorità bancaria europea (Abe) elabori una guida comune per l’attività di vigilanza al fine di preservare l’integrità del mercato unico e assicurare l’uniformità nell’attività di vigilanza bancaria in tutti i 27 paesi dell’Ue. La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio ad adottare i regolamenti proposti oggi entro la fine del 2012, assieme alle altre tre componenti di un’”Unione bancaria“ integrata: il corpus unico di norme in materia di requisiti patrimoniali (cfr. Ip/11/915), i regimi armonizzati di garanzia dei depositi (cfr. Ip/10/918) e il quadro unico sul risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie (Ip/12/570). Il Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha dichiarato: “La Commissione ha presentato oggi le sue proposte per un meccanismo europeo unico di vigilanza, che costituisce un passo importante verso un’Unione bancaria. Questo nuovo sistema, che vede al centro la Banca centrale europea e comprende le autorità di vigilanza nazionali, ripristinerà la fiducia nella vigilanza su tutte le banche della zona euro. Il Parlamento europeo dovrà svolgere un ruolo fondamentale nel garantire un controllo democratico. Questa iniziativa deve avere la massima priorità in modo che l’autorità di vigilanza europea possa entrare in funzione all’inizio del prossimo anno. Essa preparerà inoltre il terreno ad eventuali decisioni di utilizzare reti di protezione europee per ricapitalizzare le banche.” Il Presidente ha aggiunto: “Vogliamo rompere il cerchio vizioso tra Stati e banche. In futuro, le perdite delle banche non dovranno più diventare un debito dei cittadini, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria di interi paesi.” Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno, ha dichiarato: “È necessario che la vigilanza bancaria divenga più efficiente in tutti i paesi europei per fare in modo che le norme sul mercato unico siano applicate in modo uniforme. Spetterà alla Bce assicurare che le banche della zona euro si attengano a pratiche finanziarie sane. Il nostro obiettivo ultimo è smettere di utilizzare il denaro dei contribuenti per salvare le banche”. E ha proseguito: “Abbiamo proposto un meccanismo per separare l’attività di vigilanza da quella di politica monetaria all’interno della Bce e per fare in modo che la Bce sia responsabile nei confronti del Parlamento europeo delle decisioni in materia di vigilanza”. Il pacchetto di oggi comprende: un regolamento che conferisce forti poteri alla Bce per la vigilanza di tutte le banche della zona euro, accompagnato da un meccanismo che consente ai paesi non aderenti all’euro di aderire su base volontaria; un regolamento che allinea il vigente regolamento istitutivo dell’Abe al nuovo assetto della vigilanza bancaria al fine di assicurare che il processo decisionale dell´Abe rimanga equilibrato e che quest´ultima continui a tutelare l´integrità del mercato unico; una comunicazione che delinea la visione complessiva della Commissione per l´Unione bancaria, che comprende il corpus unico di norme e il meccanismo di vigilanza unico, nonché le prossime iniziative per un meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie. Nella zona euro saranno trasferiti al livello europeo specifici compiti di vigilanza, in particolare quelli essenziali per preservare la stabilità finanziaria e individuare i rischi per la solidità economico-finanziaria delle banche. La Bce assumerà la responsabilità di compiti come il rilascio delle autorizzazioni bancarie, la conformità ai requisiti patrimoniali e in materia di leva finanziaria e liquidità, nonché la vigilanza sui conglomerati finanziari. La Bce potrà intervenire tempestivamente nel caso in cui una banca violi o rischi di violare i requisiti patrimoniali chiedendo alla stessa di adottare misure correttive. La Bce coopererà con l’Abe nell’ambito del Sistema europeo di vigilanza finanziaria. Il ruolo dell’Abe sarà simile a quello odierno: essa continuerà ad elaborare il corpus unico di norme applicabile a tutti i 27 Stati membri e si assicurerà che le prassi di vigilanza siano uniformi in tutta l´Unione. Nel caso delle banche transfrontaliere che operano sia all’interno che all’esterno di Stati membri che partecipano al meccanismo unico di vigilanza (Ssm), continueranno a restare in vigore le attuali procedure di coordinamento della vigilanza dello Stato di origine e dello Stato ospitante. Come la Bce avrà assunto compiti di vigilanza, svolgerà le funzioni dell’autorità dello Stato di origine e dello Stato ospitante per tutti gli Stati membri partecipanti. La Commissione propone l’entrata in funzione del Ssm entro il 1° gennaio 2013. Per permettere una transizione senza problemi verso il nuovo meccanismo, è previsto un periodo transitorio. Come primo passo, dal 1° gennaio 2013, la Bce potrà decidere di assumere la piena responsabilità di vigilanza su qualsiasi ente creditizio, in particolare su quelli che hanno ricevuto o hanno chiesto assistenza finanziaria pubblica. Dal 1° luglio 2013 tutte le banche di rilevante importanza sistemica rientreranno sotto la vigilanza della Bce. Il periodo transitorio dovrebbe essere completato entro il 1° gennaio 2014 quando l’Ssm comprenderà tutte le banche. Contesto - Sulla spinta della moneta unica e del mercato unico, il settore bancario dell’Ue è cresciuto ed è divenuto sempre più integrato. Molte banche hanno sviluppato attività transfrontaliere crescendo oltre il proprio mercato nazionale. Visto l’accentramento delle responsabilità monetarie nella zona euro e la più stretta integrazione finanziaria, sussistono rischi specifici in termini di effetti di ricaduta transfrontalieri in caso di crisi bancarie. Il coordinamento delle attività di vigilanza bancaria nazionali non è più una semplice opzione per la zona euro. È necessario avanzare verso un sistema integrato. Al Consiglio europeo e al vertice della zona euro del 28/29 giugno, i leader dell’Ue hanno deciso di approfondire l’unione economica e monetaria per contribuire alla soluzione della crisi attuale. Una delle componenti principali per una più profonda integrazione è l’Unione bancaria. Tutte le quattro componenti dell’Unione bancaria rivestono un’importanza vitale (cfr. Memo/12/656 sull’Unione bancaria). Le proposte pendenti dovrebbero essere adottate entro la fine dell’anno. È importante notare la decisione degli Stati membri di fare dell´istituzione di un meccanismo unico di vigilanza il presupposto per l’eventuale ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del Meccanismo europeo di stabilità (Esm). Una volta raggiunto l’accordo sulle proposte pendenti, come prossimo passo la Commissione intende presentare una proposta per l’istituzione di un meccanismo unico europeo per le risoluzioni delle crisi bancarie con il compito di occuparsi in modo efficiente della risoluzione di crisi bancarie transfrontaliere ed evitare che il denaro dei contribuenti finisca nel salvataggio delle banche. Cfr. Anche Memo/12/662 Per ulteriori informazioni I testi delle proposte legislative e della comunicazione sono disponibili all’indirizzo: http://ec.Europa.eu/internal_market/finances/committees/index_en.htm    
   
   
DISTRICT +, SEI REGIONI EUROPEE SI INCONTRANO A PISA  
 
Firenze, 13 settembre 2012 – Le sei regioni europee partner della Toscana nel progetto europeo Interreg Iv District + si riuniranno martedì 18 settembre a Pisa, al Polo tecnologico di Navacchio, per fare il punto sullo stato di avanzamento del progetto. L’incontro, in particolare, servirà alle Regioni partner per discutere, analizzare e condividere le pratiche più innovative e avanzate a livello europeo, sulle relazioni e i modelli di integrazione fra Università, centri di ricerca, alta formazione e imprese, cercando di individuare i modelli ed i casi di successo che possono essere riprodotti a livello locale. Al seminario seguirà una visita al Polo di Navacchio, al Polo Sant’anna Valdera e al Consorzio Pontech, le eccellenze presenti nel territorio pisano. I lavori avranno inizio alle 9.30 e si concluderanno nel pomeriggio. Il progetto District + (Disseminating innovative strategies for capitalization of targeted good praticses) dispone di un finanziamento europeo pari a 4,6 milioni di euro. Le sei regioni coinvolte, oltre alla Toscana capofila del progetto, sono West Midlands (Gran Bretagna), Sassonia (Germania), Västra Götaland (Svezia), Bassa Slesia (Polonia), Centru (Brasov Romania) sono impegnate in una serie di attività che mirano a contrastare la de-industrializzazione, sostenendo le regioni nel passaggio da economie industriali di tipo tradizionale a modelli di sviluppo maggiormente incentrati sulla conoscenza e l’innovazione tecnologica. Con questo obiettivo District + promuove lo scambio di esperienze e buone pratiche tra i partner al fine di migliorare l’efficacia delle politiche regionali nei campi dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo tecnologico. Http://toscana-notizie.it/wp-content/uploads/2012/09/district+-pisa-workshop-and-study-visit.pdf    
   
   
PIANO EUROPEO CRESCITA PER IL SUD - NAPOLI, 14 SETTEMBRE  
 
Roma, 13 settembre 2012  - Le regioni del Sud stanno attraversano una crisi senza precedenti, pur avendo un grande potenziale inespresso che ha bisogno di essere liberato. Per promuovere un confronto politico tra Ue, governo, regioni, attori economici e parti sociali, la Regione Campania e la Commissione europea, in collaborazione con le altre regioni del meridione, hanno promosso un evento il 14 settembre alle 14.30 a Napoli, alla Fiera d´Oltremare dal titolo "Un Piano europeo Crescita per il Sud". Questo piano deve partire dalla straordinarietà del momento per mettere in campo tutte le risorse disponibili per vincere una sfida difficile quanto vitale. E dove la Commissione è pronta a fare la sua parte. Tra i partecipanti, oltre ai governatori delle regioni meridionali e al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, il ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca, il sottosegretario all´Economia e le Finanze Gianfranco Polillo, il Commissario del Governo per la Razionalizzazione della Spesa, Enrico Bondi, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il Vice Presidente della banca Europea per gli Investimenti, Dario Scannapieco, e altri rappresentanti del mondo economico, delle parti sociali e dell´università. Il vicepresidente Tajani ha dichiarato: "Far ripartire il Meridione è indispensabile affinché l´Italia possa rispettare gli impegni presi, rassicurare i mercati, tornare competitiva. Il Sud è quindi la prima frontiera per la difesa dell´Italia e dell´euro. Questa crisi può essere un´occasione affinché la politica – anche europea – si focalizzi sull´emergenza Sud. Il potenziale inespresso è enorme. Oltre a talenti, intelligenze, capacità imprenditoriale e, un patrimonio storico, culturale e ambientale senza uguali, nel meridione si concentrano buona parte dei fondi regionali europei disponibili. Se utilizzati in modo rapido ed efficiente, insieme ad altre risorse, quali investimenti privati e della Bei, possono costituire un formidabile volano per far uscire il Sud e l´Italia dalle secche della crisi". Per far tornare il Sud un luogo in cui sia possibile investire e fare impresa sono anche indispensabili riforme e azioni per garantire legalità, stato di diritto, efficienza e semplificazione amministrativa, anche per dare risposte alla massa crescente di giovani disoccupati che deve poter avere prospettive di realizzazione del proprio futuro.  
   
   
L´EUROPA PREMIA L´IMPEGNO DEL TRENTINO CON L´ASSEGNAZIONE DI DUE PROGETTI COMUNITARI  
 
Trento, 13 settembre 2012 - La Giunta provinciale, su iniziativa del presidente Lorenzo Dellai, ha dato il via libera a due progetti, recentemente approvati dalla Commissione Europea, con finanziamenti del Programma comunitario per l’ambiente Life+. I due progetti hanno come capofila e coordinatore proprio la Provincia autonoma di Trento. Si tratta del progetto "Ten – Trentino Ecological Network", gestito dal Dipartimento territorio, ambiente e foreste, e del progetto "Clean-roads" che sarà affidato al Servizio gestione strade in collaborazione con l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e il Servizio prevenzione rischi. L’affidamento dei due progetti dal parte della Commissione europea premia l’impegno che l’amministrazione provinciale ha profuso negli ultimi anni, promuovendo il ricorso alle opportunità di finanziamento offerte dal programma Life +, e conferma il riconoscimento di cui godono i Servizi provinciali chiamati ad attuare i progetti, con lo stimolo ed il supporto del Servizio Europa. Il primo progetto, approvato il 31 agosto dalla giunta provinciale, porta il nome di "Ten - Trentino Ecological Network" e intende programmare la gestione ed il ripristino a lungo termine della Rete Natura 2000, costituita dai “Siti di Importanza Comunitaria” e dalle “Zone di Protezione Speciale”. In Trentino la Rete ha un’estensione di 176.182 (pari al 28,4 % dell’intera superficie provinciale), interessando 173 comuni su 217 totali, la quale si articola in una dozzina di Reti di riserve. Queste ultime sono state istituite per valorizzare al meglio il patrimonio provinciale di biodiversità attraverso una gestione decentrata di Riserve naturali provinciali e locali, con la collaborazione delle comunità locali.. Il partenariato coinvolge, oltre alla Provincia autonoma di Trento e il Dipartimento Territorio ambiente e foreste (tramite la Valorizzazione della rete delle aree protette), anche il Museo delle Scienze di Trento. Il budget di progetto è poco meno di 1.800.000 euro, di cui circa 1.360.000 per le attività della Provincia, cofinanziate per il 50%. Il progetto avrà una durata di circa quattro anni e si concluderà a fine 2016. Comuni e Comunità di Valle assumeranno la gestione dei siti di Natura 2000 attraverso l’istituzione di Reti di riserve e la realizzazione di piani di gestione integrati. In quest’ottica si prevede che le politiche di conservazione dialoghino con l’agricoltura e il turismo, attivando poi le azioni di tutela attiva e i progetti di valorizzazione socio-economica compatibile basati sui servizi ecosistemici di Natura 2000. A tal fine il progetto Life+ T.e.n. Prevede un intenso percorso partecipativo locale, con coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche, delle categorie economiche (in particolare: agricoltori e operatori turistici) e degli stakeholders, mediante il quale verranno concordati nel dettaglio i programmi di azione locale, secondo precise priorità. I programmi saranno finalizzati alla tutela attiva degli habitat seminaturali e ad assicurare la connettività ecologica e la funzionalità della rete, con particolare riferimento agli habitat e alle specie di Natura 2000. Il progetto, prevede la realizzazione di numerose azioni che porteranno all’individuazione della Rete Ecologica Polifunzionale del Trentino, che costituirà la nuova struttura su cui si baserà la gestione integrata della conservazione della natura. In particolare si avvieranno la raccolta e condivisione di dati su specie e habitat di Natura 2000 (Pat, Musei, Parchi Naturali); l´elaborazione di linee guida di dettaglio per la Provincia autonoma di Trento concernenti i piani di gestione per le Reti di Riserve, i monitoraggi, la gestione degli habitat di interesse comunitario. Inoltre si procederà all´individuazione di ambiti territoriali omogenei sotto il profilo ecologico ed istituzionale comprendenti siti di Natura 2000 e istituzione di Reti di Riserve, oltre alla realizzazione di azioni dimostrative per la tutela attiva di specie e habitat prioritari e per il contrasto alle specie alloctone. Altre info sono reperibili sul sito http://www.Areeprotette.provincia.tn.it/natura2000/index.html Il secondo progetto "Clean-roads", approvato sempre oggi dalla giunta provinciale, mira ad affrontare il problema dell´inquinamento ambientale prodotto dall´utilizzo del sale disgelante nelle operazioni di manutenzione stradale invernale nella Provincia autonoma di Trento. Le strutture trentine impegnate nel progetto sono il Servizio Gestione Strade (coordinatore), il Servizio Prevenzione Rischi (Ufficio Previsioni e Pianificazione) e l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell´Ambiente, in partenariato con Famas System e Tis innovation park. Il progetto potrà contare su un budget totale di poco meno di un milione e mezzo di euro, di cui circa 652.000 per le attività della Provincia, cofinanziate per circa il 50%. Il Progetto "Clean-roads" inizierà il prossimo mese di settembre ed avrà una durata attesa di 40 mesi (fine 2015). Il sale disgelante, che viene utilizzato nella stagione invernale sia per i trattamenti preventivi antighiaccio - al fine di aumentare la sicurezza dei veicoli in transito – che durante le nevicate - per ridurre i tempi di permanenza della neve sulla sede stradale e di conseguenza i disagi alla circolazione delle persone e delle merci -, ha per contro il possibile impatto negativo sull´ambiente e fenomeni di corrosione anche sulle infrastrutture e veicoli. Nello specifico, il progetto - oltre ad approfondire e quantificare a livello locale l´impatto che il sale produce sull´ambiente alpino in prossimità delle sedi stradali - mira a porre le basi per una maggiore efficienza nell´utilizzo del sale e degli altri prodotti di anti-congelamento utilizzati in Provincia di Trento attraverso la sperimentazione di un sistema di monitoraggio scalabile e a basso consumo energetico. Il nuovo sistema permetterà di raccogliere in tempo reale dati sulle condizioni correnti dell´infrastruttura stradale e realizzare, grazie all´integrazione con dati meteorologici riferiti sull´area d´interesse, delle previsioni sul breve periodo. I dati costituiranno una base per il servizio di manutenzione invernale e permetteranno l´ottimizzazione delle procedure di intervento e dell´utilizzo del sale nelle operazioni di spargimento, con ricadute positive sull´ambiente, sui costi, sulla viabilità e la sicurezza stradale. Un ulteriore componente del progetto riguarda la diffusione delle informazioni ai viaggiatori della strada. Attraverso i canali di info-mobilità, già disponibili a livello provinciale, gli automobilisti saranno informati e responsabilizzati per una guida sicura in condizioni meteo difficili.  
   
   
BOLZANO: PRESENTATA LA GIORNATA EUROPEA DEL PATRIMONIO 2012  
 
 Bolzano, 13 settembre 2012 - È stato illustrato ieri mattina dall’assessora provinciale Sabina Kasslatter Mur, nel corso di una conferenza stampa, il programma della "Giornata Europea del Patrimonio” che si celebra il 16 settembre. L´assessora provinciale Sabina Kasslatter Mur, il direttore di Ripartizione, Leo Andergassen, e l´assessora comunale Patrizia Trincanato hanno illustrato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Widmann a Bolzano i dettagli del programma della Giornata Europea del Patrimonio, che si celebrerà domenica 16 settembre. L´edizione di quest´anno, ha sottolineato nel corso del suo intervento l´assessora Kasslatter Mur sarà incentrata in particolar modo sul Xix secolo con il romanticismo, l´eclettismo storicista e l´avvio della tutela dei monumenti. "La Giornata Europea del Patrimonio intende gettare anche in Alto Adige uno sguardo nuovo sulla molteplicità di espressioni artistiche che hanno caratterizzato un secolo tutto da scoprire. La manifestazione, che in Alto Adige è giunta alla sua ottava edizione, sarà come di consueto" ha sottolineato l´assessora "un´occasione per avvicinare la popolazione altoatesina ed in particolare le famiglie al nostro patrimonio storico-culturale. Auguro a tutti i visitatori di vivere una proficua esperienza a contatto con i nostri beni culturali". Analoghi concetti sono stati espressi quindi dal direttore della Ripartizione beni culturali, Leo Andergassen, che ha svolto un´approfondita disamina degli aspetti più salienti dei beni storico-culturali al centro di questa ottava edizione della Giornata Europea del Patrimonio. Durante la giornata saranno infatti aperti al pubblico l´ex chiesa conventuale e la sala teatrale delle dame inglesi ed il Castello Razötz di Millan, a Bressanone, il Castelletto del Lago di Monticolo, la sede della Ripartizione Beni culturali nella sesidenta "Rottenbuch" a Bolzano, l´Archivio provinciale ed è prevista anche una visita guidata al Cimitero di Bolzano. Hanno preso parte alla conferenza stampa anche la direttrice dell´Archivio provinciale, Christine Roilo, la direttrice dell´Ufficio servizi museali e storico-artistici del Comune di Bolzano, Silvia Spada, e la direttrice dell´Ufficio beni architettonici ed artistici, Waltraud Kofler.  
   
   
FVG, UE: DEFINITO PERCORSO PER FONDI COMUNITARI 2014-2020  
 
Trieste, 13 settembre 2012 - Entra in dirittura d´arrivo il percorso che porterà a definire in Friuli Venezia Giulia la programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020, dopo che la Commissione europea ha predisposto un documento di lavoro sugli obiettivi della politica di coesione e dopo che, nella Conferenza-stato Regioni, è stato condiviso un documento del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca sui tempi e modalità per delineare le strategie regionali all´interno delle linee d´indirizzo dell´Ue. Gli assessori per le Relazioni internazionali e comunitarie, Elio De Anna, e alla Programmazione, Sandra Savino, hanno infatti presentato il 30 agosto in Giunta una generalità che prevede l´assegnazione di precise responsabilità all´interno della struttura regionale. Sarà dunque la direzione centrale Finanze, Patrimonio e Programmazione, in coordinamento con le altre direzioni centrali, ad avviare il processo di programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020, con la raccolta delle proposte di azioni da parte delle singole strutture operative della Regione. L´obiettivo indicato dalla Giunta è di concentrarsi, nel quadro degli obiettivi indicati dalla Ue, su un numero limitato di azioni e interventi mirati. Sarà poi la direzione Programmazione, in accordo con quella per le Relazioni internazionali e comunitarie, a proporre un percorso di partenariato unitario da formalizzare con delibera di Giunta.  
   
   
MILANO: PISAPIA INCONTRA IL PREMIER PALESTINESE SALAM FAYYAD COOPERAZIONE ED EXPO 2015 NEI COLLOQUI CON LE AUTORITÀ DI RAMALLAH  
 
Milano, 13 settembre 2012 - Il Sindaco Giuliano Pisapia ha concluso ieri la sua prima missione all´estero in Israele e Territori Palestinesi cominciata il 9 settembre. L´incontro a Ramallah con il primo ministro dell´Anp Salam Fayyad e´ stato al centro della mattinata di colloqui con le autorità governative palestinesi. Un incontro che ha assunto un interesse particolare all´indomani delle misure prese per arginare le proteste sociali innescate dalla grave crisi economica in cui versano i Territori. A tale riguardo c´è l´impegno a far si che Il rafforzamento della cooperazione economica e la collaborazione in vista di Expo Milano 2015 possano contribuire a ridurre le difficoltà della popolazione specie nel momento in cui lo sviluppo dell´economia e della democrazia palestinese e´ messo a rischio dal totale stallo del processo di pace con Israele. Di cooperazione Pisapia ha parlato anche con il ministro degli enti locali Kaled al Khawasmi e con il ministro della Cultura, la signora Siham Barghouti. I Territori Palestinesi hanno già aderito a Expo e hanno nominato il loro commissario che il Sindaco ha incontrato al termine della mattinata a Ramallah. L´esperienza dei Territori Palestinesi, che parteciperanno al cluster dedicato all´agricoltura nelle regioni aride, potrà contribuire al dibattito sui temi sicurezza alimentare, diritto al cibo e acqua in quanto bene strategico per il futuro del Pianeta.  
   
   
I PROGETTI SOSTENUTI DALLA REGIONE FVG IN BOSNIA  
 
Trieste, 13 settembre 2012 - Quattro progetti ancora in essere e due conclusi, per un investimento complessivo di quasi 500 mila euro. Sono questi i numeri legati alle attività bilaterali tra Friuli Venezia Giulia e partner locali nella Repubblica di Bosnia Erzegovina, che vedono impegnata la Regione nella nazione balcanica, attraverso la legge 19 dedicata alla cooperazione allo sviluppo. Iniziative, queste, in cui l´Amministrazione regionale compartecipa alla spesa per progetti in diversi ambiti di interesse. Tra quelli ancora attivi figura "People versus Borders- Valorizzazione del corso dell´acqua di Dobrinja a Sarajevo (Bih)" per migliorare la situazione ambientale nel cantone di Sarajevo. Si propone di riqualificare una parte del fiume Dobrinja tramite la partecipazione attiva della comunità in questo processo. A proporre l´attività è stata l´associazione no profit Kallipolis di Trieste e vede coinvolti Cantone di Sarajevo, Agenzia di Sviluppo Serda, Municipalità di Novi Grad, facoltà di Architettura di Sarajevo, Provincia di Gorizia, Provincia di Trieste, facoltà di Architettura di Trieste, Ordine degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Trieste, Mimexity e Irisacqua. Il contributo della Regione è pari a 98 mila euro. Nel campo del turismo è attivo il progetto "Add-albergo Diffuso Drina - Sostegno alla promozione di sistemi di ospitalità nella Valle della Drina", nato con l´obiettivo principale di migliorare le condizioni di vita della popolazione residente nelle aree rurali mediante una strategia integrata di lotta alla povertà ed allo spopolamento delle campagne, incentivando l´attrattività della valle della Drina attraverso la promozione di un´offerta turistica locale sostenibile. Anche in questo caso il soggetto proponente dell´attività è l´associazione Kallipolis con il coinvolgimento della Municipalità di Foca, Parco nazionale di Sutjeska, Oxfam Italia, Provincia di Gorizia, Comuni di Grado Sauris, Arpa Fvg. Il sostegno della Regione è pari a 88 mila euro. Sempre con la legge 19 è stato anche finanziato, con 107 mila euro, "Bih-bosnian intelligent Housing" che si propone di rafforzare le politiche di tutela ambientale per un miglioramento degli standard di vita nei contesti urbani. Il progetto punta al raggiungimento di elevati standard energetici grazie all´intervento d´aziende del settore operanti in Friuli Venezia Giulia. A proporre l´iniziativa è stata la Provincia di Gorizia, con il coinvolgimento di Agenzia di Sviluppo economico locale Serda, Cantone di Sarajevo, Città di Sarajevo, Università di Sarajevo, Owpsee, Consunigo, Kallipolis, Università di Trieste, Camera di Commercio di Gorizia, Agenzia Aries della Camera di Commercio di Trieste e Agenzia Ares. Infine tra i progetti ancora operativi c´è anche Form@innova- "Formazione e Innovazione per lo Sviluppo d´Insieme" per la promozione e sviluppo dei sistemi produttivi locali. Le attività del progetto sono rivolte anche a tutti i coltivatori di piccoli frutti della zona di Bratunac-sebrenica e le loro famiglie che potranno utilizzare le nuove varietà e le nuove tecniche usufruendo dell´esperienza acquisita dai beneficiari del progetto. Accanto alla Provincia di Gorizia, proponente l´iniziativa, partecipano anche la Cooperativa Zz "Insieme" di Bratunac, Università di Sarajevo Est, Ires e Peace and Homan. Valore del progetto finanziato dalla Regione: 80 mila euro. Tra le attività concluse invece figura Stra.de 1, nata con lo scopo principale di garantire il potenziamento della capacità amministrativa del Cantone di Sarajevo e Stra.de 2 per la valorizzazione delle risorse ambientali e naturali della Bosnia Erzegovina attraverso la gestione dei rifiuti e l´incentivazione della raccolta differenziata. Valore complessivo dei progetti: circa 120 mila euro.  
   
   
ENTRO FINE ANNO MEMORANDUM FVG-BOSNIA ERZEGOVINA  
 
Trieste, 15 settembre 2012 - Gli uffici della direzione regionale Relazioni internazionali e il ministero degli Affari Esteri, con il supporto dell´Ambasciata d´Italia, sono al lavoro per rendere possibile una visita del presidente della Regione Renzo Tondo a Sarajevo entro la fine dell´anno. È questo uno dei risultati raggiunti durante la missione istituzionale compiuta nei Balcani dall´assessore Elio De Anna, nel corso della quale ha incontrato il ministro dell´Economia e del Commercio Estero della Repubblica di Bosnia Erzegovina, Mirko Sarovic, e l´ambasciatore Raimondo De Cardona. Obiettivo della visita del presidente Tondo sarà sottoscrivere un memorandum con il Governo centrale della Repubblica di Bosnia Erzegovina al fine di attivare iniziative di cooperazione ambientale per la gestione dei rifiuti, energetica attraverso l´utilizzo delle fonti rinnovabili, nonché tra piccole e medie imprese, nella "high technology" della comunicazione, nell´agro-alimentare e nel turismo con albergo diffuso e turismo culturale. Attualmente la Regione Friuli Venezia Giulia ha già in atto una collaborazione con la Repubblica Srpska. L´assessore De Anna ha ricordato, nel corso dei colloqui, che la prima visita istituzionale del presidente Tondo, appena eletto nel 2008, fu proprio a Sarajevo, confermando le buone relazioni già esistenti tra le parti; proprio in quell´occasione venne sottoscritto il memorandum con la Repubblica Srpska. Lo Repubblica di Bosnia Erzegovina comprende la Repubblica Srpska e la Federazione di Bosnia Erzegovina con i suoi dieci cantoni e il distretto di Brcko ed è uno dei principali partner commerciali del nostro Paese: l´export italiano è pari infatti a 800 milioni di euro mentre il valore delle importazioni è di 500 milioni di euro. "Numeri - ha detto il ministro - che fanno capire la vicinanza tra i due Stati e che vorremo implementare in tutte e due le direzioni". Il rappresentante del Governo ha dimostrato poi particolare interesse per i progetti europei che vedono protagonisti, come Paesi partner, anche nazioni che al momento non ancora membri della Ue, come la Bosnia Erzegovina. "Il Friuli Venezia Giulia - ha sottolineato l´assessore De Anna - sostiene una serie di piccoli progetti finanziati con la legge regionale sulla cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionale. Il nostro obiettivo è quello di ampliare l´attività con un accordo di alto livello che veda collaborare la Regione, la Federazione di Bosnia Erzegovina e la Repubblica Srpska, ampliando l´attività già esistente e con iniziative di maggior peso. Sono molto fiducioso nella sigla dell´atto - conclude De Anna - poiché ho visto grande interesse da parte dei nostri partner". Nel corso della missione l´assessore ha incontrato anche alcuni stretti collaboratori del primo ministro della Federazione e l´ambasciatore italiano in Bosnia. Infine nella città di Srebrenica, teatro del massacro di luglio del 1995, la Regione ha ricordato con la deposizione di una corona d´alloro le vittime dello sterminio compiuto durante la guerra.  
   
   
“IL PATTO DI STABILITÀ È LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE” CIRCA 200 PARTECIPANTI AL MEETING DI ANCI TOSCANA A FIRENZE SULLA SITUAZIONE FINANZIARIA DEI COMUNI. I TEMI PRINCIPALI E LE CONCLUSIONI DEL PRESIDENTE ANCI TOSCANA COSIMI  
 
Firenze, 13 settembre 2012 - “Anci dovrà aprire una netta fase di contrasto con il Governo su un commissariamento di fatto dei Comuni.” Così il presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, in chiusura del Xii Meeting sulla situazione economico-finanziaria degli enti locali toscani. Cosimi, nel suo intervento che ha chiuso la giornata – a cui hanno partecipato circa 200 persone, di cui 1/4 amministratori di Comuni di tutto il territorio – ha denunciato ancora una volta la drammaticità della situazione in cui si trovano a dover operare gli amministratori italiani. “È chiaro, purtroppo, che la contrazione della spesa pubblica oggi non avviene per progetto ma per contrarietà e i Comuni sono confinati in una situazione di minus non più accettabile. Per questo – ha concluso il presidente di Anci Toscana – la modifica sostanziale del Patto di stabilità è la madre di tutte le battaglie, quella che i Comuni e Anci in primo luogo devono portare avanti con una forza sempre maggiore”. E proprio sui tagli, i minori trasferimenti e i vincoli di Patto si sono concentrati tutti gli interventi della giornata. "Il 2012 per i Comuni toscani è un anno difficile - sostiene Silvia Scozzese, direttore scientifico di Ifel, che continua – dato che la possibilità di rivedere i bilanci entro ottobre, unita ai continui tagli, determina una situazione di perenne incertezza per gli enti locali". Ma non solo, come spiega Scozzese, infatti, "questo ha pesanti ricadute sulle economie dei territori, perché blocca i pagamenti alle imprese e il taglio dei servizi". Taglio che, comunque, in Toscana, afferma Patrizia Lattarulo di Irpet, "è contenuto rispetto alla situazione nazionale". In sostanza, secondo Lattarulo, gli enti toscani si stanno comportando in maniera virtuosa, "dato che riducono la spesa corrente, puntano alla razionalizzazione e alla riduzione degli sprechi, ma riducono gli investimenti in misura minore rispetto a quanto accade nel resto d´Italia". La mattinata si è conclusa con l’intervento dell´assessore al Bilancio e Partecipate del Comune di Firenze Alessandro Petretto, che si è lasciato andare ad una battuta sul federalismo fiscale: sparito dall´agenda politica, nel silenzio generale. Si è parlato anche di Fabbisogni Standard e di Imu, di cui ad agosto sono state elaborate le nuove stime del Mef, con un sospiro di sollievo per i Comuni dovuto al loro parziale riallineamento rispetto alle previsioni iniziali di gettito; agli interventi per ridurre la spesa pubblica, ovvero le politiche del personale e l’acquisto di beni e servizi e l’appalto di lavori. I Comuni con meno di 5000 abitanti, entro marzo 2013 dovranno procedere all´acquisizione di servizi e forniture e all´appalto di lavori nell´ambito delle Unioni di Comuni oppure attraverso la stipula di appositi accordi consortili. Proprio su questo, Anci Toscana potrà giocare un ruolo fondamentale, dato che, è l’ipotesi lanciata dall’avvocato Alberto M.bruni, secondo cui l’Associazione “può essere una centrale di committenza per l’acquisizione di beni e servizi per i Comuni, in base alla ratio della Spending Review, che punta ad accentrare funzioni e acquisti per ingenerare risparmi”  
   
   
REGIONE TOSCANA: BILANCIO E FINANZIARIA 2012: VIA LIBERA A SECONDA VARIAZIONE E MODIFICHE SÌ UNANIME ALLA CANCELLAZIONE DELL’ACCISA ADDIZIONALE REGIONALE SUI CARBURANTI. APPROVATO UN EMENDAMENTO PER PREMIALITÀ A FAVORE DELLE FUSIONI DEI COMUNI.  
 
Firenze, 13 settembre 2012 - La cancellazione dell’accisa di 5 centesimi per litro di carburante, introdotta lo scorso anno per finanziare gli interventi di ricostruzione dopo l’alluvione della Lunigiana, è la novità più importante della seconda variazione al Bilancio regionale di previsione 2012 e alle modifiche alla Finanziaria 2012. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (favorevoli Pd, Idv, Fds-verdi e i consiglieri Romanelli e Ciucchi del gruppo Misto; contrari Pdl, Udc, Lega Nord e i consiglieri Locci e Staccioli del gruppo Misto). L’articolo tre della pdl di modifiche alla Finanziaria, relativo proprio alla cancellazione dell’accisa a partire dal prossimo primo ottobre, è però stato approvato all’unanimità. Voto unanime, anche all’emendamento presentato dalla commissione Affari istituzionali per incentivare la fusione dei Comuni. La variazione al bilancio di previsione 2012, come ha ricordato il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi (Idv), “prevede minori introiti pari a 25 milioni e 750 mila euro, dovuti proprio alla cancellazione dell’accisa sui carburanti (9 milioni e 750 mila euro) e alla contrazione dei consumi dei carburanti stessi (16 milioni)”. I minori introiti sono recuperati dal capitolo dell’edilizia residenziale pubblica, che scende a 59 milioni e 250 mila euro rispetto agli 85 milioni previsti inizialmente. Altre variazioni riguardano un maggiore stanziamento di 12 milioni a favore del sistema sanità, 17 milioni a favore del trasporto pubblico su gomma in attesa delle ripartizioni del fondo nazionale, 5 milioni per eventuali acquisti di aree industriali dismesse e un milione e 100 mila euro a favore dei contratti di solidarietà. La copertura per questi interventi sarà ottenuta da risparmi sulle politiche settoriali (19 milioni), rientri di somme giacenti presso Fidi Toscana (7 milioni e mezzo) e Artea (2 milioni e 300 mila euro) per misure ormai esaurite, e dal prelevamento dal fondo di riserva (2 milioni e mezzo). Per quanto riguarda le modifiche alla Finanziaria, il presidente Manneschi ha ricordato che “sono stati presentati due emendamenti per modificare la legge regionale 68, relativa al riordino degli enti locali, tesi a incentivare la fusione dei Comuni rispetto all’Unione dei Comuni”. Il primo emendamento, presentato dai consiglieri del Pdl Nicola Nascosti, Paolo Marcheschi e Paolo Enrico Ammirati, prevedeva di innalzare da 150 a 300 mila euro il contributo regionale a favore dei Comuni che porteranno a compimento il processo di fusione. “Chiedo però ai proponenti di ritirarlo”, ha detto Manneschi, “poiché l’emendamento presentato dall’ufficio di presidenza della commissione lo assorbe in larga misura”. L’emendamento della commissione, che poi è stato approvato all’unanimità, stabilisce in 250 mila euro il contributo regionale minimo per la fusione tra Comuni. Inoltre “questa cifra potrà essere superiore”, ha spiegato Manneschi, “sulla base di parametri, quali popolazione, virtuosità dei bilanci o disagio territoriale”. L’ammontare della premialità sarà determinata, di volta in volta, nelle singole leggi che determineranno la fusione tra Comuni. L’innalzamento del contributo minimo e la premialità aggiuntiva sono stati introdotti per incentivare le fusioni, che rispetto alle Unioni dei Comuni rappresentano una forma di semplificazione del quadro istituzionale regionale. Manneschi, infine, ha sottolineato che l’emendamento “non ha necessità di copertura finanziaria, perché non si perfezionerà alcuna fusione prima del gennaio 2014. E’ però necessario introdurre da subito gli incentivi, per dare ai Comuni il segnale che le fusioni sono la via privilegiata al riordino degli Enti locali”.  
   
   
PRESENTATO IL SETTIMO "RAPPORTO ANNUALE" SULLA PROVINCIA DI ROMA  
 
Roma, 13 settembre 2012 – Ieri il presidente dell´Amministrazione provinciale, Nicola Zingaretti ha presentato il settimo rapporto annuale sulla provincia di Roma. Il documento, realizzato dall´ufficio di Statistica della Provincia di Roma, offre un quadro esaustivo delle complesse dinamiche socio economiche e demografiche che interessano il vasto territorio romano e la sua popolazione. Il rapporto si articola in quattro capitoli e un’appendice statistica nella quale sono tracciati i profili dei 120 comuni dell’hinterland che compongono il mosaico complesso della provincia di Roma. E dallo studio, nel complesso, emergono realtà allarmanti: nell’area romana crolla la capacità di produrre ricchezza, aumentano i cittadini che non cercano più lavoro, cresce il ricorso alla cassa integrazione. Vediamo ora i vari segmenti del Rapporto 2012. Analisi Demografica - Dal 1971 al 2011 è rallentato il trend di crescita del capoluogo mentre è costantemente aumentato quello dei territori dell’hinterland. Ad oggi la popolazione della Provincia di Roma pari a 4.042.676 abitanti è distribuita per il 65,9% nella capitale e il 34,1%nell´hinterland. Nei soli comuni di “I^ Cintura”, nel 2011, è stanziato ben il 47,7% dell’intera popolazione dell’hinterland corrispondente a 657.374 abitanti. Si assiste, dunque, a una tendenza al riequilibrio fra popolazione residente nel capoluogo e popolazione residente nell’hinterland. Guidonia Montecelio è il comune di hinterland con maggior numero di residenti (80.585 abitanti); Ardea ha incrementato la sua popolazione del 50,8% negli ultimi 10 anni. Il comune più densamente popolato, invece, è Ciampino. Nel comune di Roma si registrata una minor presenza di giovani in età compresa fra i 15 e i 25 anni rispetto ad altri territori dell’hinterland. Per gli over 65 invece vi è un’incidenza molto alta nel comune di Roma e in quei comuni molto distanti da Roma, afflitti da una scarsità di risorsa demografica e che presentano un rischio di spopolamento, a causa di mancanza di ricambio generazionale fra vecchie e nuove famiglie. Al 1° gennaio 2011, tra i cittadini della provincia di Roma si contavano ben 442.818 residenti stranieri, pari al 9,6% della popolazione residente . Roma è la città italiana che, in assoluto, conta, tra i propri cittadini, la numerosità più consistente di popolazione di origine straniera del Paese. Nel comune di Roma, gli stranieri residenti erano, nel 2011, pari a 294.571 (dati Istat), un consistente numero e, per di più, in rapido incremento. L’aumento della numerosità di residenti stranieri, tra il 2001 e il 2011, a Roma è pari al 196% nel comune capoluogo e al 368% nell’insieme dei comuni di hinterland. Analisi Della Ricchezza - L’area romana, che da sola genera l’8,8% del valore aggiunto prodotto a livello nazionale, in un primo momento, ha resistito meglio di altre aree del paese agli effetti della crisi, ma ora presenta una ripresa più lenta. Se, infatti, fino al 2007 il valore aggiunto della provincia di Roma è aumentato a un tasso sostenuto (+12% rispetto al 2000) e superiore rispetto alla media nazionale e alle altre importanti province nazionali, la ripresa del 2010 e del 2011 è stata molto contenuta (prossima alla media nazionale) e inferiore rispetto a quella sperimentata da altre importanti province come Milano. La capacità di produrre ricchezza si è ridotta notevolmente in soli 5 anni, per il 2012 si stima (dati Prometeia 07/2012) una riduzione rispetto al 2007 del 5% del valore aggiunto complessivo e del 10% di quello pro-capite. Questo dato mette in evidenza la criticità dell’economia romana che in soli 5 anni ha perso capacità di produrre ricchezza. Accesso al credito - Tra gli effetti collaterali della prolungata crisi economica c’è la difficoltà di accesso al credito e quella di restituire nei tempi i crediti ottenuti. Mentre le famiglie hanno aumentato, anche se in misura contenuta, la domanda creditizia probabilmente ricorrendo all’indebitamento per mantenere il proprio tenore di vita, le imprese private hanno ridotto la domanda creditizia, soprattutto a partire dalla fine di novembre 2011. Questo, se da un lato è imputabile al comportamento delle banche che concedono meno e a condizioni più stringenti, dall’altro è imputabile anche alle decisioni degli imprenditori che, valutando il periodo generale di crisi, non investono e riducono le richieste di prestiti. La stretta creditizia è stata tale che in soli 6 mesi (tra il 30 novembre 2011 e il 31 maggio 2012) i prestiti delle imprese private si sono ridotti del 2,9% in Italia e del 3,4% a Roma. Oltre alla difficoltà di ottenere un credito, si è verificato anche un forte incremento della difficoltà di restituire i crediti. Le sofferenze bancarie (crediti la cui riscossione non è certa perché i debitori si trovano in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili) al 31 marzo 2012 sono state pari a oltre 11 miliardi di euro nella provincia di Roma e a quasi 105 miliardi di euro in Italia. Rispetto all’anno precedente (31 marzo 2011) sono aumentate del 57,3% a Roma e del 31,5% a livello nazionale. Rispetto al 31 marzo 2009, quando la crisi economica era solo all’inizio, l’incremento è stato del 164,6% a Roma e del 135% a livello nazionale. Analisi Dell´occupazione - Nel 2011 il tasso di disoccupazione registrato nella provincia di Roma era pari all’8,5%, in diminuzione rispetto all’anno precedente (cfr. 9,1%). Questa diminuzione, tuttavia, non dipende dall’aumento delle persone occupate, che anzi diminuiscono, ma piuttosto dall’aumento delle persone inattive, quelle, cioè, che non cercano più lavoro. Nella fattispecie, nel 2011 si registrano più di 900 mila inattivi, circa 26 mila unità in più rispetto al 2010, ed un tasso di inattività pari a 33,2% (lo 0,7% in più rispetto all’anno precedente). Queste persone, come i disoccupati, non hanno un’occupazione e probabilmente sono scoraggiati e demotivati nel cercarla. Infatti gli occupati che, nel 2010 erano un milione e 703 mila, nel 2011 scendono a un milione e 702 mila unità. A livello regionale invece secondo le prime stime Istat nel Ii trimestre 2012 è aumentato il numero dei disoccupati che passa da 159.000 a 251.000 (+71000 rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente) registrando un tasso di disoccupazione del 9,9% (era 7,3 nel Ii trimestre 2011). È preoccupante la condizione dei giovani, decisamente i più penalizzati dalla situazione di difficoltà economica. Nel 2011, infatti, il tasso di disoccupazione giovanile (persone comprese tra i 15 e i 24 anni) si attestava al 36,1%, in aumento rispetto al 2010, quando il livello di disoccupazione giovanile era del 30,5%. Entrando nel dettaglio, nel 2011 il tasso di disoccupazione giovanile maschile (pari al 35,5%) era aumentato di circa 6 punti percentuali rispetto al 2010 (quando si registrava un tasso pari al 29,6%) mentre quello femminile era aumentato di oltre 5 punti percentuali passando dal 31,7% del 2010 al 37% del 2011. Dal punto di vista contrattuale nel 2011 solo il 26,9% dei contratti stipulati è stato redatto sotto forma di tempo indeterminato. Negli ultimi 3 anni sono stati registrati i record di ore autorizzate di Cig, sia nella provincia di Roma, sia a livello nazionale. Nel 2011 le ore autorizzate nell’area romana sono infatti aumentate dell’835,5% rispetto al 2008 (cfr. 327,5% in Italia). Questo dato rende ancora più preoccupante l’ulteriore incremento registrato, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nei primi 8 mesi del 2012 (+31%; cfr. Italia +9,6%). Tra gennaio e agosto 2012 sono state autorizzate 38 milioni di ore di Cig, un incremento rispetto allo stesso periodo 2008 del 1.080% (cfr. Italia +456%). Analisi Dell´imprenditoria - La congiuntura economica negativa non ha scoraggiato gli imprenditori. In Italia, infatti, nel 2011 il numero di imprese registrate alle Camere di Commercio è aumentato di 50.000 unità con un tasso di crescita dello stock dello 0,8%. A Roma il tasso di crescita è stato ancora maggiore (+2,3%, il più elevato tra le province italiane) e si è confermato positivo anche nei primi due trimestri del 2012 (+0,5% nel primo e +0,8% nel secondo). Al 30 giugno 2012 nella provincia di Roma risultavano 456.176 imprese registrate, pari al 7,5% del totale nazionale. Relativamente alla nazionalità degli stranieri con carica in impresa della provincia di Roma si evidenzia come quasi il 70% sia extracomunitario e in particolare quasi il 15,8% provenga dal Nord Africa e l’8,3% dalla Cina. Nel 2009 le imprese attive nei settori industriale, commerciale e dei servizi alle imprese e alle famiglie dell’area romana avevano mediamente 4,92 addetti (cfr. Italia 4,04) e quasi il 96% delle imprese aveva meno di 10 addetti. Altra caratteristica del sistema imprenditoriale romano è la forte terziarizzazione (oltre il 73% delle imprese sono attive nel terziario, contro circa il 57% registrato a livello nazionale). I settori predominanti sono quelli del commercio all’ingrosso e al dettaglio, delle costruzioni e dei servizi di alloggio e ristorazione. Nel 2011 la provincia di Roma ha registrato un incremento sia delle esportazioni (+14,4%; cfr. Italia +11,4%) che delle importazioni (+17,1%; cfr. Italia +9%). Nel primo trimestre del 2012 la provincia di Roma ha registrato una riduzione delle esportazioni su base tendenziale del 3,6%. Principale mercato di destinazione dell’export provinciale è l’Unione Europea che assorbe oltre il 47% dell’export romano. Punti Di Forza - Il patrimonio culturale e il turismo: l’area è dotata di un impareggiabile patrimonio storico-artistico che nel 2011 ha attirato oltre 10 milioni di turisti stranieri che hanno speso più di 5 miliardi di euro. Inoltre tra i primi 30 musei, monumenti ed aree archeologiche statali più visitati, ben 8 sono nella provincia di Roma con introiti lordi di oltre 36 milioni di euro per il solo circuito archeologico “Colosseo, Palatino e Foro Romano”, che è il sito più visitato. Il digital divide: la Provincia di Roma dà il suo contributo per abbattere il digital divide grazie al progetto “Provincia Wifi”. Il digital divide è il termine tecnico utilizzato in riferimento alle disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie della Società dell’Informazione e della Comunicazione (Ict). Secondo i dati elaborati dal Ministero dello Sviluppo economico, la provincia di Roma ha il 63% dei comuni nei quali risiede l’86% della popolazione con un digital divide inferiore allo 0,5%. Il 3% della popolazione deve subire il disagio del digital divide superiore al 10%. Quattro comuni ancora non hanno alcuna copertura relativa alla banda larga sia fissa che mobile. Un sistema imprenditoriale che può contare su oltre 450 mila imprese con eccellenze nell’aerospazio, biotecnologie, audiovisivo e terziario avanzato. Un importante sistema di infrastrutture: l’indice generale delle infrastrutture elaborato dall’Istituto Tagliacarne è stato pari a 203 (fatto 100 il valore dell’Italia), in aumento rispetto al 194 registrato nel 2001. La provincia di Roma ha un’ottima dotazione di aeroporti La provincia di Roma conta anche 2 porti principali che sono quello di Civitavecchia e quello di Fiumicino e 3 porti a rilevanza prettamente turistica, vale a dire il nuovo porto di Ostia, quello di Anzio e il porto turistico di Nettuno. Roma ha anche una ottima dotazione di “infrastrutture del sapere”. La Capitale è, infatti, la sede di numerose Università, sia pubbliche che private, e dei più importanti centri di ricerca del Paese.  
   
   
MOLISE: MAGGIORANZA CONSIGLIO REGIONALE, RIUNIONE PROFICUA  
 
 Campobasso, 13 settembre 2012 - Si è tenuta nella serata di ieri, presso la Sala Giunta del Palazzo della Regione, una riunione della Maggioranza consiliare definita dai partecipati «molto proficua», in quanto sono stati affrontati vari temi ritenuti oggettivamente urgenti e di grosso interesse per il futuro del Molise. Sentita la relazione del Presidente Michele Iorio, i vari Consiglieri e Assessori - mancava solo il Consigliere Franco Giorgio Marinelli, assente giustificato per impegni concomitanti - hanno deciso innanzitutto di voler immediatamente presentare una Proposta di legge che riduce da 30 a venti il numero dei Componenti del Consiglio regionale del Molise. Parallelamente, verrà anche proposta una revisione statutaria che consenta di evitare il ricorso al referendum confermativo ritenuto, in questo momento, «inutile, dispendioso e inopportuno». La Maggioranza ha anche inteso avviare, in tempi contingentati, una revisione complessiva dell´assetto istituzionale del Molise che, tra gli obiettivi dichiarati di operatività, di efficienza e di contrazione dei costi, permetta di ribadire con forza la volontà della Regione di consentire la conservazione della Provincia di Isernia, difendendola da ogni forma di "cancellazione" o "soppressione", così come previsto dal Decreto del Governo sullaSpending review. «Evidentemente - ha detto il Presidente Iorio - dovremo discutere anche della nuova Legge elettorale regionale e di altri punti di interesse cogente in questo momento. Su ciascun argomento cercheremo un´intesa e un confronto con la Minoranza in una convinta ricerca di "larghe intese"». «Ad ogni modo, attendiamo su questi temi - ha concluso Iorio - anche una posizione ufficiale da parte dei Partiti, che sicuramente non faranno mancare il loro apporto in questa fase delicata e strategica per la messa a punto di un assetto istituzionale che dovrà gettare le basi del Molise di domani»  
   
   
RIORDINO PROVINCE. ASSESSORE PUGLIA INCONTRA SINDACI COMUNI INTERESSATI  
 
Bari, 13 settembre 2012 - Riordino delle Province: l’assessore al Federalismo Marida Dentamaro auspica chiarezza sulla riforma ‘spending review’ e apre al dialogo tra Comuni e Regione Puglia per creare organismi di collaborazione per valorizzare le autonomie locali Fare chiarezza sugli intenti della Regione Puglia e ragionare su un confronto quanto più partecipato tra i diversi livelli istituzionali per decidere insieme come agire sul tema del riordino delle Province. E’ stato un incontro istituzionale e operativo quello che si è tenuto stamattina, 12 settembre, nel padiglione istituzionale della Regione Puglia della Fiera del Levante (‘Comunità locali e riordino delle Province – incontro con i sindaci’) a cui hanno partecipato l’assessore al Federalismo Marida Dentamaro, le comunità locali e i sindaci sulla ipotesi di riorganizzazione ottimale del territorio in seguito alla applicazione del decreto legge sulla ‘spending review’... “Il desiderio della Regione Puglia – spiega l’assessore Dentamaro - è di massima disponibilità e apertura nei confronti delle volontà e delle iniziative delle comunità locali, naturalmente nell’ambito delle possibilità concesse dalla legge nazionale e nel rispetto dei tempi imposti da quest’ultima, per evitare di subire decisioni del Governo calate dall’alto. E’ questa una responsabilità-ha continuato- che l’amministrazione regionale non intende assumere, ad onta di chiunque tenti di bloccare od ostacolare il percorso, determinando l’unico effetto di consegnare altrove la decisione. “Un intervento del Parlamento e del Governo sul riordino territoriale non è auspicabile: è questa la linea comune condivisa da tutti per evitare un caos generale nella gestione dei servizi e di tutte le funzioni delle Province che ugualmente manterranno le loro funzioni.” Marida Dentamaro va poi sullo specifico iter amministrativo, indicando che ogni proposta degli enti dovrà essere formulata in tempo per consentire al consiglio regionale di deliberare entro il 24 ottobre e tenendo ben presente che, in assenza di iniziative comunali, le Province di Brindisi e Taranto potranno soltanto essere accorpate o tra loro, o entrambe a Lecce; mentre la Bat sarà automaticamente accorpata alla Provincia di Foggia in quanto l’altra provincia confinante (Bari) è destinata ad essere sostituita dalla città metropolitana. In tutto questo resta intangibile il potere dei Comuni nelle scelte da operare, fermo restando di rispettare il paletto rigido della continuità territoriale. “In questa fase è auspicabile che ogni comune non pratichi l’egoismo – chiosa l’assessore -: è necessario assecondare le esigenze e le vocazioni del territorio, pur essendo consapevoli che saremo destinati ad avere Province molto estese e disomogenee. Questa riforma può e deve diventare occasione per dare finalmente impulso a quell’associazionismo tra Comuni che non è mai decollato, ma che potrebbe portare tanti benefici in termini di efficienza ed efficacia, di qualità dei servizi e di contenimento dei costi, rispettando al tempo stesso le specificità dei territori e lo spirito della spending review”.  
   
   
MOLISE: AUTONOMIE LOCALI, DECRETO SUI COMPONENTI DELLA CONFERENZA REGIONALE  
 
Campobasso, 13 settembre 2012 - Il Presidente della Regione, Michele Iorio, ha firmato il decreto con cui vengono indicati i componenti della Conferenza regionale delle Autonomie locali, così come previsto dalla Legge regionale vigente, riguardante le norme sulla ripartizione delle funzioni e dei compiti amministrativi tra le Regioni e gli Enti locali. La Conferenza sostituirà il Cal - che verrà costituita in futuro con specifica previsione statutaria - e ne svolgerà i compiti circa la fornitura di pareri vincolanti sul piano delle iniziative concernenti l´architettura istituzionale. Nello specifico, la Conferenza, tra le altre cose, dovrà pronunciarsi sulla strutturazione delle Province in ambito molisano, così come previsto dal Decreto sulla spending review. «La Conferenza - ha detto il Presidente Iorio - potrà raccogliere l´espressione dei territori e delle istituzioni che in esso operano, circa la protezione e la salvaguardia delle singole identità. Lo stesso organismo sarà chiamato ad esprimersi anche sulla ripartizione provinciale intesa come aggregazione di storia, tradizioni ed interessi omogenei».  
   
   
COMUNI: VIA LIBERA A REFERENDUM PER FUSIONE DI FIGLINE CON INCISA VALDARNO  
 
Firenze, 13 settembre 2012 - Via libera all’unanimità, da parte del Consiglio regionale della Toscana, alla proposta di legge che, prevedendo la consultazione referendaria, dovrebbe portare alla nascita del Comune unico di Figline ed Incisa nel Valdarno attraverso la fusione dei Comuni di Figline ed Incisa Valdarno. Contestualmente l’Aula consiliare, sempre all’unanimità, ha approvato un ordine del giorno che invita la Giunta toscana a modificare la legge regionale 68 in modo da favorire i processi di fusione tra i Comuni. “I processi di fusione vanno incentivati”, ha affermato Marco Manneschi, Idv, introducendo la discussione sull’argomento. “L’ordine del giorno presentato va in questo senso”. Secondo Manneschi, che ha anticipato che il referendum dovrebbe svolgersi nel 2013 e il nuovo Comune unico dovrebbe veder la luce nel gennaio 2014, è importante rilevare come, nel caso di Figline ed Incisa, la proposta di unificazione parta dalle Amministrazioni comunali e non da comitati di cittadini. Secondo Alessandro Antichi, Pdl, “la fusione dei Comuni va sostenuta” perchè “quella della semplificazione territoriale è l’unica grande vera riforma istituzionale che è possibile attuare” e rappresenta, secondo il suo ragionamento, “il segno concreto di rigenerazione della politica”. Anche Gianfranco Venturi, Pd, si è detto favorevole “a incentivare le fusioni dei Comuni” e ha giudicato il percorso di Figline e Incisa “utile per guardare in termini positivi al riassetto istituzionale della Toscana”. Venturi ha inoltre sottolineato che “rispetto a quanto accaduto all’isola d’Elba e in Casentino, qui siamo di fronte a percorsi diversi perché la proposta nasce dalla volontà dei sindaci e delle Amministrazioni locali”. Nicola Nascosti Pdl, ha affermato che “bisogna fare un plauso a questi Comuni” dal momento che hanno avuto il coraggio di dare avvio a un percorso di semplificazione che “non riguarda solo l’erogazione di servizi” ma l’intero assetto amministrativo ed istituzionale. In accordo con la proposta di legge si è detto anche Antonio Gambetta Vianna, Lega Nord, secondo cui il processo di unificazione partito a Figline ed Incisa rappresenta un esempio fermo restando che “ogni territorio ha la sua specificità” e quello che vale per dei territori può non valere per altri. Eugenio Giani, Pd, ha sottolineato che “è importante notare come alla base di certe unioni di Comuni vi sia la volontà dell’irreversibilità del progetto” e ha aggiunto come fusioni ed unioni possono rappresentare un’autoriforma del sistema istituzionale toscano. Per il consigliere Dario Locci, Gruppo misto, quello offerto da Figline ed Incisa è un “esempio da seguire”. Locci tuttavia ha anche messo in guardia sul fatto che “non in tutti i territori esistono le condizioni per la fusione delle strutture amministrative”. Giudizio positivo sul percorso intrapreso da Figline e Incisa è stato infine espresso da Pieraldo Ciucchi, Gruppo misto, secondo cui “quanto stanno facendo nel Valdarno, dove intendono unirsi due Comuni di ragguardevoli proporzioni, dovrebbe far riflettere quelle comunità locali e quegli amministratori di Comuni che hanno meno di due o tre mila abitanti ma sono contrari alle fusioni perché anacronisticamente attaccati ad interessi di campanile ormai superati dalla storia”.  
   
   
IL COMUNE DI FIRENZE DICE ADDIO A EQUITALIA  
 
Firenze, 13 settembre 2012 - “Oggi è un gran giorno per tutti i cittadini di Firenze. L´assessore al bilancio, Dott. Petretto, ha infatti annunciato ieri intervenendo all´emittente radiofonica Lady Radio che sarà finalmente attuata la mozione da noi proposta e votata dal consiglio comunale nello scorso mese di luglio, che impegna il Comune di Firenze ad interrompere, con decorrenza immediata, il rapporto con Equitalia per quanto riguarda la riscossione coattiva dei tributi. Come noi stessi avevamo chiesto nella nostra mozione, il servizio sarà affidato a Linea Comune, società interamente di proprietà dello stesso Comune di Firenze”. Questo quanto fanno sapere i consiglieri comunali Francesco Torselli (Pdl) e Marco Semplici (Lista Galli). “Partendo dal presupposto che nessuno deve sentirsi autorizzato ad evadere il pagamento dei tributi - spiegano i due consiglieri comunali - Equitalia era diventata un vero e proprio incubo per tutti quei cittadini che si sono visti recapitare cartelle esattoriali da decine di migliaia di Euro che, in un periodo come quello attuale, per molte famiglie potevano significare la disperazione più assoluta”. “Abbiamo voluto la riscossione coattiva tramite una società direttamente controllata dal comune - aggiungono i due esponenti dell´opposizione - perché crediamo che occorra distinguere uno per uno i casi di coloro che hanno contratto debiti inevasi con il fisco, a differenza di come ha fatto invece fino ad oggi Equitalia, trattando alla stessa maniera i ´furbetti della tassa non pagata´ e l´anziano che si è dimenticato di pagare una multa per divieto di sosta due o tre anni fa. E lo stesso vale per le attività commerciali: chi si è arricchito con l´evasione non può essere considerato alla stregua di chi ha saltato qualche pagamento pur di non chiudere bottega e mandare a casa i dipendenti”. “Ringraziamo, non solo a nome nostro, ma di tutti i fiorentini - dichiarano inoltre Torselli e Semplici - il Sindaco del comune di Calalzo di Cadore (Bl), Luca De Carlo, per essere stato il primo amministratore in Italia ad interrompere il rapporto con Equitalia, mostrando a tutti come questa fosse una strada percorribile in questo momento di difficoltà per la gente e l´assessore Petretto che, evidentemente, ha capito lo spirito della nostra proposta e si è adoperato per attuarla il prima possibile”. Infine Torselli e Semplici rivolgono una stoccata alla maggioranza in consiglio comunale: “chissà se quei consiglieri comunali e quei presidenti di commissione del Pd che hanno cercato a più riprese di bocciare la nostra mozione, non solo votando contro in consiglio comunale, ma arrivando perfino a dire che richiedere l´interruzione dei rapporti con Equitalia fosse un qualcosa che andava contro la legge, hanno cambiato idea di fronte alla netta presa di posizione dell´assessore? Oppure, da oggi, considereranno l´assessore un fuorilegge? Una cosa è certa, ed è quello che oggi ci interessa di più: noi abbiamo ottenuto una grande vittoria politica, ma Firenze ha ottenuto una vittoria ancora più grande di civiltà”  
   
   
SICUREZZA LAVORO. VENDOLA: "EDUCHIAMO RAGAZZI PERCHÈ POSSANO EDUCARE SOCIETÀ"  
 
Bari, 13 settembre 2012 - “Sul palcoscenico della vita ogni giorno si recita il copione del lavoro. Il lavoro che non c’è, il lavoro precario, il lavoro sporco, il lavoro che comporta il rischio della propria vita”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola alla conferenza stampa di presentazione del progetto “Dal palcoscenico alla realtà: a scuola di prevenzione”, realizzato dall’Assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia e Inail, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e il Teatro Kismet di Bari. L’iniziativa è stata illustrata ai giornalisti questa mattina, presso il Padiglione istituzionale della Regione Puglia, all’interno della 76esima edizione della Fiera del Levante. Oltre al Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola hanno partecipato alla conferenza il Direttore Inail Puglia, Mario Longo, il Dirigente del Servizio Programmazione, Assistenza Territoriale e Prevenzione, Fulvio Longo, Anna Cammalleri dell’Ufficio Scolastico Regionale e Augusto Masiello, Direttore del Teatro Kismet Opera di Bari. Ha moderato Antonio Stornaiolo. “Dal palcoscenico alla realtà: a scuola di prevenzione” è destinato agli studenti del Iv e V anno degli Istituti Tecnici e Professionali pugliesi, per sensibilizzarli al tema della sicurezza e della prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro. “Dal palcoscenico alla realtà: a scuola di prevenzione” è l’evoluzione progettuale di “Vite spezzate”, la pièce teatrale prodotta dalla Regione Puglia in collaborazione con il Teatro Kismet Opera di Bari, premiata da Confindustria Salerno come Best Practice per l’Innovazione. La pièce, ideata dalla regista Teresa Ludovico, mette in scena 10 racconti di infortuni sul lavoro realmente accaduti in Puglia per mantenere alta l’attenzione su una tematica importante e purtroppo molto spesso trascurata. La principale finalità del concorso per le scuole presentato oggi è infatti quella di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro partendo da un’analisi dei rischi connessi all’attività lavorativa; il tutto per favorire e rafforzare la cultura della prevenzione. Durante la conferenza a lanciare i dati allarmanti sugli incidenti sul lavoro è stato il Presidente Nichi Vendola che ha ricordato i numeri: 20mila invalidi l’anno per incidenti sul luogo di lavoro, 1000 morti e 1milione di incidenti complessivi. Il settore che più risente della scarsa sicurezza è quello dell’edilizia, mentre secondo i dati dell’Inail, migliorano le condizioni dei lavoratori nel settore industriale. Così dalla scuola parte la lotta per la prevenzione e la sicurezza, una battaglia contro il male che si insidia nei sottoscala dei laboratori tessili o lungo i fili elettrici degli impianti. “Parliamo, a proposito degli ultimi vent’anni – ha spiegato Vendola – di una media italiana annuale di un milione di incidenti sul lavoro, ventimila feriti con invalidazioni permanenti e oltre mille morti; si tratta una guerra invisibile e nascosta, ma che c’è. Si muore tutti i giorni, in tanti modi: risucchiati dalla fornace della fonderia, decapitati da un cavo quando si è appesi su una gru, si muore nella stiva di una nave, nel ribaltamento di un mezzo agricolo o precipitando dalle impalcature dei cantieri di un’edilizia talvolta border line”. “Tutti i giorni va in scena, quindi il rapporto tra il lavoro e la vita: si lavora per vivere e non è possibile che sia normale rischiare la vita pur di lavorare. Questo è il tema che dobbiamo cercare di affrontare con qualche conoscenza precisa”. Con l’Inail, in questi anni, ha evidenziato Vendola “abbiamo fatto un lavoro di approfondimento, accendendo ogni giorno i riflettori sulle realtà degli incidenti sul lavoro. Abbiamo scosso le grandi aziende: molti non lo sanno, ma tra le tante cose negative che accompagnano la vicenda dell’Ilva a Taranto, c’è un dato positivo, è la unica grande fabbrica in Italia che è stata costretta dall’azione congiunta della Regione e dell’Inail ad aprire un ambulatorio all’interno della fabbrica, affinché ci fosse dentro la cittadella industriale un luogo di monitoraggio permanente di quelle dinamiche che favoriscono gli incidenti”. Secondo il Presidente della Regione Puglia “i dati che ci fornisce l’Inail da un lato sono incoraggianti, perché rilevano un lento e costante abbattimento delle percentuali di incidentalità e di mortalità sui luoghi di lavoro; dall’altro, però ci devono allarmare perché gli incidenti aumentano clamorosamente per i lavoratori atipici. Il lavoro precario è anche più rischioso del lavoro a tempo indeterminato”. “Noi – ha continuato Vendola – abbiamo bisogno di conoscere la dinamica di ogni incidente per poter fare anche una battaglia culturale nei confronti delle aziende: le imprese in cui non vengono rispettati i crismi della sicurezza devono perdere immediatamente i contributi pubblici, perché non è possibile avere i finanziamenti pubblici e non dare la garanzia del diritto alla vita a chi lavora”. “Non possiamo abituarci all’idea – ha sottolineato Vendola – che mille morti, ventimila invalidi e un milione di incidenti all’anno siano un fatto naturale. Non possiamo accettare il fatalismo nei confronti di una drammatica condizione che investe il mondo del lavoro”. Vendola ha poi evidenziato l’importanza del contributo della scuola su questo tema, “la scuola se non educa alla prevenzione, non educa ad un ingrediente fondamentale della cittadinanza. Educare alla prevenzione significa non soltanto fornire gli strumenti ai più piccoli per capire che cos’è l’organizzazione del lavoro e il mercato del lavoro, ma vuol dire educarli alla responsabilità dei propri comportamenti, primo fra tutti quello alimentare”. “La cultura della prevenzione – ha concluso Vendola – è fondamentalmente cultura della responsabilità. Prevenzione significa essere intelligenti, responsabili, significa produrre meno costi per la collettività che poi deve affrontare gli effetti della mancata prevenzione. Io sono rimasto molto affezionato ad un poemetto scritto da Elsa Morante dal titolo “Il mondo salvato dai ragazzini”: quando penso al mondo degli adulti ho qualche disincanto, quando penso al mondo dei bambini e degli adolescenti delle nostre scuole ritrovo il filo della speranza. Educhiamo i bambini, perché possano educare la società a diventare un posto più decente”. Il progetto è stato finanziato con i proventi ricavati dalle sanzioni per inosservanze delle regole sulla sicurezza del lavoro. La scadenza per le adesioni è fissata per l’8 ottobre 2012. I lavori pervenuti (entro gennaio 2013) verranno selezionati da una giuria di esperti presieduta dal produttore della Fandango Domenico Procacci. Tutte le informazioni e le modalità di adesione sul sito www.Ascuoladiprevenzione.it    
   
   
APPROVATO IL PROGETTO EUROPEO "FOR.IT " PER L’INTEGRAZIONE LINGUISTICA E SOCIALE DEGLI IMMIGRATI  
 
Trento, 13 settembre 2012 - Su proposta del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, la Giunta ha approvato il progetto europeo "For.it – Formazione italiano", finalizzato ad erogare corsi di integrazione linguistica e sociale per i cittadini di Paesi terzi, con regolare permesso di soggiorno, che vivono sul territorio provinciale. Il progetto prevede una spesa massima ammissibile a carico della Provincia Autonoma di Trento di 280 mila euro, finanziata per il 75% dal Fondo Europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi 2007-2013 e per il 25% da fondi statali. L’attuazione del progetto “For.it” sarà affidata al Servizio politiche sociali e abitative, attraverso il Cinformi, in collaborazione col Servizio istruzione, supportato dal Servizio Europa, per curare i rapporti tra la Provincia e gli organismi nazionali e transnazionali di gestione del Programma “Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi”. Il progetto “Formazione italiano – For.it”, condiviso col Commissariato del Governo, intende sviluppare un sistema integrato per la formazione linguistica e l’orientamento civico dei cittadini di Paesi terzi, in regola con la legge e attivi sul territorio provinciale. I principali obiettivi del progetto consistono nella promozione dell’integrazione linguistica e sociale degli immigrati attraverso grazie a servizi di formazione linguistica, educazione civica ed orientamento e la realizzazione di piani regionali per l’integrazione linguistica e sociale degli stranieri. Beneficiari del progetto saranno cittadini straniero con permesso di soggiorno per motivi diversi dal turismo, cittadini di Paesi terzi o apolidi titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e in particolare stranieri appartenenti a specifiche fasce sociali, quali donne, analfabeti, disabili e anziani. A questo progetto collaboreranno, assieme alla Provincia, alcuni enti locali e i centri Eda.  
   
   
"DONNE CHE DECIDONO": ONLINE LA PIATTAFORMA ELETTRONICA  
 
Bolzano, 13 settembre 2012 - Nell´ambito di una videoconferenza interregionale con le referenti delle sei realtà territoriali coinvolte, con l´assessore provinciale Roberto Bizzo per la Provincia di Bolzano assieme alla presidente della Commissione provinciale pari opportunità Ulrike Oberhammer, mercoledì 12 settembre 2012, a Palazzo Widmann a Bolzano, è stata inaugurata online la piattaforma elettronica www.Donne-eu.net  sulle competenze delle donne. Il 23 novembre al via in Alto Adige i corsi sul web.2 per le donne "Più forti grazie ai contatti in rete - I Social media per fare carriera". Coordinati dall´Assessorato alle politiche femminili e alla parità di genere della Regione Carinzia - che funge da partner capofila - altri cinque assessorati dei Länder del Tirolo, Salisburgo, della Provincia di Bolzano (Ripartizione lavoro-Servizio Donna-commissione provinciale per le pari opportunità), della Regione Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Udine hanno dato vita sotto l´egida del programma Interreg Italia-austria al progetto "Donne che decidono". Lo scopo perseguito dall´iniziativa, che ha quale background l´Agenda Europea (Strategia di Lisbona 2010) e copre l´arco temporale 1° settembre 2011 - 31 agosto 2013, è quello di creare una rete di contatti transfrontaliera per donne che ricoprono posizioni direttive o che rivestono ruoli in politica, dando loro la possibilità, da un lato,di scambiarsi conoscenze, informazioni e competenze ed acquisirle tramite una piattaforma elettronica, e, dall´altro, di sostenersi a vicenda nella propria carriera politica o dirigenziale, puntando altresì ad aumentare la quota di partecipazione delle donne alle funzioni direttive. A tal fine è stata attivata la piattaforma http://www.Donne.eu.net/ , inaugurata online questa mattina. Una parte della piattaforma è accessibile a tutti, una è riservata alle donne L´assessore provinciale Roberto Bizzo si è detto doppiamente soddisfatto, in qualità di assessore provinciale alle pari opportunità, perché con la piattaforma elettronica si concretizza un progetto importante che consente di creare rete e così favorire una maggiore presenza delle donne, ed altresì, in qualità di assessore provinciale all´informatica, perché le donne si avvalgono di strumenti innovativi. Infine ha rivolto a tutte l´invito a partecipare al Festival dell´innovazione in programma dal 27 al 29 settembre a Bolzano. Qui vi sarà un apposito stand dedicato alle donne, dove sarà possibile registrarsi nella piattaforma. È seguita, quindi, un´introduzione sui recenti sviluppi in Alto Adige ed in Italia riferiti alle donne nelle posizioni direttive a cura della presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità, Ulrike Oberhammer. Ricordando come in provincia di Bolzano la quota di occupazione femminile superi il 60 per cento fissato dalla Strategia di Lisbona, Oberhammer ha, quindi, snocciolato alcuni dati riferiti alle donne in politica ed in posizioni dirigenziali in Alto Adige: nella Giunta provinciale la rappresentanza femminile si attesta all´11,11 per cento, nel Consiglio provinciale al 25,71 per cento; con riferimento alle elezioni comunali 2010: tra i consiglieri eletti il 21,90 per cento sono donne, mentre fra gli assessori le donne sono il 24,20 per cento, mentre fra i sindaci solo l´8,60 per cento. Nell´amministrazione provinciale sono le posizioni apicali al femminile si attestano per le direzioni di dipartimento al 16,6 per cento, al 7,1 per cento per le direzioni di ripartizione, al 25 per cento per le direzioni d´ufficio, al 32 per cento per le direzioni di scuole professionali e d all´86 per cento per le direzioni di scuole materne per un totale del 26 per cento di donne in posizioni dirigenziali. Intervenendo online ha sottolineato come nel corso della presentazione odierna erano presenti in sala le rappresentanti delle commissioni pari opportunità locali e rappresentanti di organizzazioni femminili che fungeranno da moltiplicatori per la nuova piattaforma. Sono state, quindi, illustrate le prossime fasi di "Donne che decidono" in provincia di Bolzano, fra le quali la partecipazione al Festival dell´innovazione (27-29 settembre 2012), il convegno e la campagna online "Rafforzare la presenza delle donne" che partirà nel prossimo autunno, il ricorso della Commissione provnciale pari opportunità al Tar vinto contro l´Azienda Energetica Spa per quanto attiene la presenza delle donne nei consigli di amministrazione, ed i corsi sul web.2 per le donne "Più forti grazie ai contatti in rete - I Social media per fare carriera" che in provincia di Bolzano prendono il via il 23 novembre 2012 con un corso in lingua italiana a Bolzano e proseguiranno fino a fine febbraio 2013 con corsi anche a Merano, Brunico e Bressanone (in lingua tedesca). Per partecipare (la partecipazione è gratuita)deve avvenire 20 giorni prima dell´inizio del corso. Quindi, in videoconferenza interregionale con gli altri partner del progetto, è avvenuta l´inaugurazione online della piattaforma elettronica con la moderazione di Astrid Pichler, direttrice del progetto per l´Alto Adige. In provincia di Bolzano i contatti sono il Servizio Donna nella persona di Ulrike Sanin ( ulrike.Sanin@provincia.bz.it ) e la responsabile di progetto Astrid Pichler ( astrid.Pichler@lessing-uni.net )  
   
   
FONDAZIONE MILANO. È UNA DONNA IL NUOVO DIRETTORE GENERALE: MONICA GATTINI BERNABÒ  
 
Milano, 13 settembre 2012 - Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione Milano – Scuole Civiche ha nominato il nuovo direttore generale: Monica Gattini Bernabò, ex responsabile delle relazioni istituzionali del Teatro Litta. La nomina, a maggioranza, è giunta dopo un approfondito esame delle candidature ritenute idonee, che si sono distinte per l’alto valore complessivo. Tra gli aspetti salienti della candidatura di Gattini Bernabò, è stato considerato il forte legame che il nuovo direttore generale ha saputo stringere nel corso degli anni con il tessuto culturale e produttivo della città, i significativi risultati conseguiti nella gestione di processi complessi e articolati, tra i quali l´acquisizione e la ristrutturazione degli spazi di Palazzo Litta. “Rivolgo a Monica Gattini Bernabò i miei migliori auguri per il suo nuovo ruolo di direttore generale della Fondazione Milano. La scelta del Consiglio di Indirizzo di Fondazione valorizza una professionista di alto livello, che da trent’anni lavora nel mondo della cultura e del teatro, e che con le sue competenze potrà rafforzare la connessione tra Scuole Civiche e tessuto artistico-culturale delle città, anche con lo scopo di promuovere positivi percorsi occupazionali per i giovani studenti. La sua nomina, inoltre, è in linea con le scelte adottate fin dall’inizio del mandato dal Sindaco Pisapia, che nelle società del Comune di Milano ha dato impulso positivo alla parità di genere nei ruoli dirigenziali”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani. "Con questa nomina – ha spiegato il presidente di Fondazione Milano Filippo Del Corno - la squadra della Fondazione e delle Scuole Civiche è al completo per affrontare le future sfide della formazione professionale nel campo delle arti performative, dell´audiovisivo, delle lingue applicate. Gattini saprà assicurare alla governance della Fondazione non solo le sue indiscutibili capacità gestionali, ma la sua spiccata sensibilità per progetti di sviluppo ad ampio respiro, dando piena attuazione al forte indirizzo intrapreso dal nuovo Consiglio per garantire una riconquistata autonomia didattica delle quattro Scuole". “Mi sento onorata per questa nomina - ha dichiarato Monica Gattini Bernabò - che voglio interpretare come ‘civil servant’, mettendo i miei trent’anni di professionalità a servizio della città e delle Scuole Civiche, che ho sempre conosciuto come esempio di eccellenza e di ricchezza. Per me è una sfida nuova, che intraprendo con entusiasmo, perché mi permette di lavorare per i giovani e a fianco di persone con grandi competenze”. Monica Gattini Bernabò Professionista milanese, che dalla formazione umanistica – una laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne, esperienze mondo dell’editoria e come traduttrice dal russo – ha costruito la sua carriera nell’ambito dell’organizzazione teatrale e dello spettacolo. Trent’anni di esperienza che l’hanno portata dal Teatro Verdi, al ruolo di responsabile delle relazioni istituzionali del Teatro del Buratto, prima, e del Teatro Litta, poi. Per il Teatro Litta, ha curato l´acquisizione e la ristrutturazione degli spazi di Palazzo Litta e la costituzione della Fondazione Palazzo Litta onlus. Costante il suo impegno per la promozione e il sostegno di progetti, in ambito teatrale, dedicati ai giovani. È presidente dell’associazione Teatri per Milano, vicepresidente della Antac - Associazione Teatri d’arte contemporanea e fa parte del comitato scientifico di Fondazione Cariplo per il progetto Laiv laboratorio arti dal vivo. Dal 2000 fa parte del consiglio direttivo dell’Agis Lombarda e collabora da tempo con l’Osservatorio dell’Immaginario Infantile e Giovanile. Dal 2009 è incaricata della direzione del Teatro Comunale di Casalpusterlengo, ottenuta su bando pubblico per cui cura con rischio di impresa la stagione di musica, prosa, cinema e teatro per le scuole. Nel 2010 avvia l’Associazione Teatri per Milano di cui diventa presidente e il progetto di rete Teatri per Milano, che ottiene importanti riconoscimenti da operatori e istituzioni pubbliche. Ha una lunga esperienza anche come docente, di materie inerenti l’organizzazione e il management dello spettacolo dal vivo, ed è chiamata a tenere con continuità lezioni al master di Management dello Spettacolo dell’Università Bocconi, al Cleacc (Corso Laurea discipline della cultura e spettacolo) della Bocconi, al Master dell’Università Cattolica di Milano e Brescia, alla Università Statale di Milano Bicocca e a molti corsi di Formazione tenuti da diverse associazioni dedicate.  
   
   
VIOLENZA CONTRO LE DONNE: FINANZIATI 17 PROGETTI DI INCLUSIONE LAVORATIVA  
 
 Torino, 13 settembre 2012 - Nuovo intervento concreto della Giunta regionale per aiutare le donne vittime di violenza: saranno 277 quelle che potranno seguire percorsi di inserimento lavorativo qualificato o di reinserimento nel mercato del lavoro realizzati da associazioni attive sul territorio piemontese. L’assessore al Bilancio e Pari opportunità, Giovanna Quaglia, ha annunciato che sono state stanziate ulteriori risorse, derivanti dal Fondo sociale europeo, a favore del bando emanato nei mesi scorsi per la realizzazione di interventi integrati e personalizzati, servizi di formazione orientativa e tirocini di inserimento lavorativo per le donne che hanno subito violenza. “La misura attivata - ha dichiarato Quaglia - si è rivelata di interesse per gli operatori pubblici che lavorano a favore dell’inclusione socio-lavorativa delle vittime di violenza. Le prime risorse stanziate, un milione e mezzo di euro, non sono state sufficienti per completare la graduatoria dei progetti ammissibili. Per questo motivo si è deciso di stanziare ancora 1 milione e 300mila euro, sempre provenienti dai fondi europei, per poter finanziare tutti i 17 progetti ammessi in graduatoria. Si tratta di interventi che rispecchiano la solidità delle reti attivate in questi anni sul territorio; da qui la volontà di premiare l’impegno di molte associazioni che da anni operano in collaborazione con le istituzioni locali e con i centri per l’impiego”. “Anche alla luce dei dati purtroppo ancora allarmanti diffusi dall’Osservatorio nazionale sullo stalking - ha concluso l’assessore - è fondamentale riuscire ad intervenire concretamente e in modo trasversale a favore di donne che, a causa di un’esperienza così profondamente negativa, hanno ora a disposizione un’occasione importante di riscatto nei confronti della propria vita”.