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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Dicembre 2012
NOBEL PER LA PACE: DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA BARROSO  
 
Oslo, 11 dicembre 2012 – Di seguito il discorso di ieri del Presidente della Commissione europea José Manuel Durão Barroso in occasione della consegna del premio Nobel per la Pace all´Unione europea:” Maestà, Eccellenze, Signore e Signori, “La pace non è assenza di guerra: è una virtù” scriveva Spinoza: “Pax enim non belli privatio, sed virtus est”. Aggiungendo che la pace è “uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia”. Solo se fiduciosi, gli uomini possono conoscere la pace, quella vera. Fiduciosi nel proprio sistema politico. Fiduciosi nel rispetto dei propri diritti fondamentali. L’unione europea non si limita però a garantire la pace tra le nazioni. Come progetto politico, l’Unione europea incarna quella particolare predisposizione di spirito di cui parlava Spinoza. Come comunità di valori, l’Unione europea traduce una visione di libertà e di giustizia. Non dimenticherò mai quando, nel 1974, sono sceso per le strade di Lisbona, la mia città natale, per unirmi alla massa umana che celebrava la rivoluzione democratica in Portogallo. Lo stesso sentimento di gioia lo hanno provato i miei coetanei spagnoli e greci. E più tardi i popoli dell’Europa centrale e dell’est e degli Stati Baltici per la ritrovata indipendenza. Per generazioni di europei, la scelta per l’Europa è stata ogni volta anche una scelta di libertà. Non dimenticherò mai Rostropovich che suonava Bach mentre crollava il muro di Berlino. Questa immagine ricorda al mondo che è stata proprio la ricerca di libertà e di democrazia a abbattere le vecchie divisioni e a riunificare il nostro continente. L’adesione all’Unione europea è stata fondamentale per consolidare la democrazia nei nostri paesi. Perché l’Unione europea tiene a cuore gli individui e il rispetto della dignità umana. Perché l’Unione europea crea unità nella differenza. Dopo la riunificazione l’Europa è stata capace di respirare con i suoi due polmoni, come ebbe a dire Karol Wojtyla. E l’Unione europea è diventata la nostra patria comune. La “patria delle nostre patrie”, come l’ha descritta Vaclav Havel. La nostra Unione è molto più di un’associazione di Stati. È un nuovo ordinamento, basato non su equilibri di potere tra le nazioni ma sulla libera scelta degli Stati membri di condividere la sovranità. Il viaggio europeo – dalla condivisione del carbone e dell’acciaio all’abolizione delle frontiere interne, dai sei Stati iniziali ai futuri ventotto con l’arrivo della Croazia – è una grande epopea che ci condurrà a “un’Unione sempre più stretta”. Uno dei simboli più visibili di questa unità europea è già tra le nostre mani: l’Euro, la moneta dell’Unione, la nostra moneta. Che non lasceremo indifesa. Eccellenze, Signore e Signori, la pace non può però dipendere dalla buona volontà di donne e uomini. Deve ancorarsi nelle leggi, negli interessi condivisi e in un senso sempre più radicato di una comunità di destini. Il genio dei nostri padri fondatori è stato proprio capire che per garantire la pace nell’Europa del Xx secolo bisognava pensare oltre lo Stato nazione. Come ebbe a dire Walter Hallstein, primo Presidente della Commissione europea: “Das System der Nationalstaaten hat den wichtigsten Test des 20. Jahrhunderts nicht bestanden.” (“Il sistema degli Stati nazione ha fallito la prova più importante del Xx secolo”). Aggiungendo che “con due guerre mondiali, non è stato infatti capace di preservare la pace”. L’unicità del progetto europeo sta nell’aver associato la legittimità degli Stati democratici a quella di istituzioni sovranazionali: la Commissione europea e la Corte di giustizia dell’Unione europea. Sono queste istituzioni sovranazionali che tutelano l’interesse generale europeo, agiscono nel bene comune europeo e incarnano la comunità di destini. E insieme al Consiglio europeo, che rappresenta i governi, abbiamo sviluppato negli anni una democrazia transnazionale unica nel suo genere, personificata dal Parlamento europeo, un parlamento direttamente eletto. La nostra ricerca di unità europea non è un congegno perfetto: è un’opera in divenire che richiede costanza e diligenza. Non è fine a se stessa, ma votata a raggiungere fini superiori. Sotto molti aspetti, testimonia la ricerca di un ordine cosmopolita nel quale i benefici degli uni non vadano necessariamente a discapito degli altri. Nel quale il rispetto delle regole comuni è al servizio di valori universali. È per questo motivo che, al di là delle sue imperfezioni, l’Unione europea ha di fatto la grande capacità di ispirare il mondo. Soprattutto perché le sfide presenti oggi nelle diverse regioni, per più o meno gravi che siano, hanno una radice comune. Abitiamo tutti lo stesso pianeta. Povertà, criminalità organizzata, terrorismo, cambiamenti climatici, sono problemi che non conoscono frontiere. Abbiamo tutti le stesse aspirazioni, condividiamo valori universali, che vanno radicandosi sempre più nel mondo. Condividiamo “l’irréductible humain”, l’irriducibile unicità dell’essere umano. Al di là della propria nazione o del proprio continente, ognuno di noi è parte dell’umanità. Jean Monnet termina le sue Memorie con queste parole: “Les nations souveraines du passé ne sont plus le cadre où peuvent se résoudre les problèmes du présent. Et la communauté elle-même n’est qu’un étape vers les formes d’organisation du monde de demain.” (“Le nazioni sovrane del passato non sono più il contesto nel quale risolvere i problemi del presente. E la stessa Comunità [europea] è solo una tappa verso forme di organizzazione del mondo di domani.”) Questa visione federalista e cosmopolita è il contributo più prezioso che l’Unione europea può dare a un ordine mondiale in divenire. Eccellenze, Signore e Signori, l’impegno concreto dell’Unione europea nel mondo è profondamente segnato dalla tragica esperienza, nel nostro continente, del nazionalismo estremo, delle guerre e del male più atroce: la Shoah. E anela a evitare che si ripetano gli errori del passato. Su questo impegno si fonda il nostro approccio multilaterale per una globalizzazione all’insegna della solidarietà e delle responsabilità mondiali. Questo impegno guida le nostre azioni nei confronti dei nostri vicini e dei partner internazionali, dal Medio Oriente all’Asia, dall’Africa alle Americhe. Questo impegno ci porta a condannare la pena di morte e a sostenere la giustizia internazionale, amministrata dalla Corte internazionale di giustizia e dalla Corte penale internazionale. Guida la nostra leadership nella lotta contro i cambiamenti climatici e per la sicurezza alimentare e energetica. Informa le nostre politiche sul disarmo e contro la proliferazione nucleare. Da continente segnato dalla devastazione, l’Europa si è trasformata in una delle più grandi economie mondiali, con i sistemi sociali più progressisti, che dona al mondo il maggiore numero di aiuti e che porta una particolare responsabilità nei confronti di milioni di persone in condizioni di necessità. Una coppia di genitori assiste impotente alla morte del figlio perché non ci sono cure mediche di base; madri costrette a camminare tutto il giorno nella speranza di trovare cibo e acqua potabile; bambini privati dell’infanzia perché costretti a diventare troppo presto adulti. Queste scene sono semplicemente inammissibili nel Xxi secolo. Come comunità di nazioni scampata alla guerra e al totalitarismo, saremo sempre dalla parte di chi anela alla pace e alla dignità umana. E permettetemi di dire oggi da questa tribuna: quello che sta succedendo in Siria è una macchia sulla coscienza del mondo e la comunità internazionale ha il dovere di intervenire. Oggi, Giornata internazionale dei diritti umani, il nostro pensiero è più che mai rivolto ai difensori dei diritti umani che, in tutto il mondo, mettono in gioco le loro vite per difendere i valori nei quali crediamo. Nessuna prigione potrà imbavagliare le loro voci, che riecheggiano oggi nitide in questa stanza. Lo scorso anno questa stessa platea rendeva omaggio a tre donne per la loro lotta non violenta per i diritti e la sicurezza delle donne. L’uguaglianza tra donne e uomini è uno dei principi fondatori dell’Unione, sancito dal trattato di Roma nel 1957, ed è nostro preciso impegno proteggere i diritti delle donne di tutto il mondo e sostenere la loro emancipazione. Ci battiamo per i diritti fondamentali dei più vulnerabili, quelli che hanno il futuro nelle loro mani: i bambini del mondo. Come esempio riuscito di una riconciliazione pacifica basata sull’integrazione economica, contribuiamo a sviluppare nuove forme di cooperazione fondate sullo scambio di idee, sull’innovazione e sulla ricerca. La scienza e la cultura, elementi centrali dell’apertura europea, ci arricchiscono come persone e creano contatti al di là delle frontiere. Maestà, Altezze reali, Capi di Stato e di Governo, Membri del comitato per il premio Nobel, Eccellenze, Signore e Signori, siamo grati e onorati di ricevere il premio Nobel per la pace e non avremmo potuto condividere questa nostra visione in un posto migliore della Norvegia, un paese che ha dato tanto per la pace mondiale. Alfred Nobel teneva particolarmente a cuore la “pacificazione dell’Europa” che, in una prima versione delle sue volontà, coincideva con la pace internazionale. La ritroviamo nelle parole della dichiarazione di Schuman, testo fondatore dell’Unione europea. “La paix mondiale”. “La pace mondiale” recita il testo “non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Il mio messaggio oggi è questo: potrete contare sul nostro impegno per la pace duratura, la libertà e la giustizia, in Europa e nel mondo. Negli ultimi sessant’anni il progetto europeo ha dimostrato che i popoli e le nazioni possono unirsi al di là dei confini. Che è possibile superare il dualismo “noi” e “loro”. La nostra speranza, il nostro impegno oggi è che l’Unione europea, insieme a tutte le donne e a tutti gli uomini di buona volontà, aiuterà i popoli del mondo ad unirsi. Grazie.”  
   
   
NOBEL PER LA PACE: DISCORSO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO VAN ROMPUY  
 
Oslo, 11 dicembre 2012 – Di seguito il discorso di ieri del Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy in occasione della consegna del premio Nobel per la Pace all´Unione europea: “ Maestà, Altezze reali, Capi di Stato e di Governo, Membri del comitato per il premio Nobel, Eccellenze, Signore e Signori, siamo qui oggi per ricevere insieme, con umiltà e gratitudine, questa prestigiosa onorificenza a nome dell’Unione europea. In tempi di incertezze, questa giornata ricorda ai cittadini dell’Europa e del mondo la ragion d’essere dell’Unione: rinsaldare la fratellanza tra le nazioni europee, oggi come domani. Questo è il compito che siamo chiamati a svolgere. Come lo è stato per le generazioni che ci hanno preceduti. E come lo sarà per quelle che ci seguiranno. Permettetemi di rendere omaggio, da questa tribuna, a tutti gli europei che hanno sognato un continente in cui regni la pace e a tutti coloro che, giorno dopo giorno, fanno sì che questo sogno diventi realtà. Questo Premio è il loro premio. La guerra è vecchia come l’Europa. Questa Europa che porta le cicatrici di lance e spade, cannoni e fucili, trincee e carri armati. La tragedia della guerra riecheggiava già nelle parole di Erodoto 25 secoli fa: “In tempo di pace i figli seppelliscono i padri ma in tempo di guerra sono i padri a seppellire i figli”. Eppure, … dopo due guerre terribili che hanno gettato nell’abisso il nostro continente e il resto del mondo… un’era di pace duratura è finalmente sorta in Europa. In quei tempi bui le nostre città erano ridotte in macerie e il lutto e il risentimento animavano molti cuori. Quanto doveva sembrare difficile allora ritrovare “quelle semplici gioie e quelle speranze che rendono la vita degna di essere vissuta”, come ebbe a commentare Winston Churchill. Nato in Belgio nell’immediato dopoguerra, sono cresciuto con i racconti della guerra. Mia nonna parlava della Grande guerra. Mio padre raccontava che nel 1940, appena diciassettenne, aveva dovuto scavarsi la fossa con le proprie mani. Fortunatamente si salvò, altrimenti non sarei qui oggi. Quale ardita scommessa fu per i padri fondatori dell’Europa decidere di interrompere la spirale di violenza, mettere fine alla logica di vendetta, costruire un futuro migliore, insieme. Quale potente forza immaginativa. L’europa poteva vivere in pace anche senza l’Unione? Difficile a dirsi, non lo sapremo mai. Una cosa però è certa: non sarebbe stata la stessa pace. Vale a dire una pace stabile, non un cessate il fuoco a tavolino. Ciò che la rende speciale ai miei occhi è la riconciliazione. In politica come nella vita, la riconciliazione è cosa ardua, perché non vuol dire solo perdonare e dimenticare, o voltare pagina. Francia e Germania avevano lunghi trascorsi alle spalle quando decisero di compiere quel passo… di firmare un trattato di amicizia... Ogni volta che sento queste parole “Freundschaft” “Amitié” mi commuovo. Parole della sfera privata, non adatte a un trattato tra nazioni. Eppure era tale la volontà di non lasciare che la storia si ripetesse, di fare qualcosa di radicalmente nuovo, che acquisirono un nuovo significato. Per i popoli, l’Europa era una promessa che incarnava la speranza. Nel 1951 Konrad Adenauer era a Parigi per siglare il trattato sulla Comunità del carbone e dell’acciaio. Una sera in albergo ricevé un regalo. Era una medaglia di guerra, una Croix de Guerre appartenuta a un soldato francese. Gliela aveva recapitata la figlia di quel soldato, una giovane studentessa, con un biglietto che offriva la medaglia al Cancelliere in segno di riconciliazione e speranza. Nei miei ricordi ci sono tante immagini commoventi. I leader di sei Stati riuniti nella città eterna per dare il via a un nuovo futuro… Willy Brandt che si inginocchia a Varsavia. I portuali di Danzica ai cancelli del cantiere navale. Mitterrand e Kohl che si danno la mano. Due milioni di persone che uniscono Tallinn, Riga e Vilnius in un’unica catena umana. Era il 1989. Sono questi momenti che hanno cicatrizzato le ferite dell’Europa. Ma i gesti simbolici da soli non bastano a cementare la pace. Ed è qui che l’Unione europea sfodera la sua “arma segreta”: un impareggiabile intreccio di interessi che rende la guerra materialmente impossibile. Al prezzo di continui negoziati, su un numero crescente di argomenti, tra un numero crescente di paesi. È la regola d’oro di Jean Monnet: “Mieux vaut se disputer autour d’une table que sur un champ de bataille.” (“Meglio litigare intorno a un tavolo che su un campo di battaglia”). Se dovessi spiegarlo a Alfred Nobel direi, parafrasandolo: non un congresso di pace, ma un congresso di pace permanente! Ammetto che alcuni aspetti suscitino perplessità, e non solo dal di fuori. Ministri di paesi senza sbocco sul mare si infervorano per le quote di pesca. Europarlamentari scandinavi discettano sul prezzo dell’olio d’oliva. L’unione è maestra nell’arte del compromesso. Non un teatro di vittorie e sconfitte, ma una casa dove tutti i paesi si riscattano nel dialogo. E se il prezzo da pagare sono discussioni interminabili, siamo disposti a pagarlo… Signore e Signori, Ebbene sì, ci siamo riusciti. La pace è realtà. La guerra è inimmaginabile. Ma “inimmaginabile” non vuol dire “impossibile”. Ecco perché siamo qui riuniti, oggi. L’europa deve mantenere la sua promessa di pace. Non ho dubbi che sia questo lo scopo ultimo dell’Unione. Ma questa promessa non basta da sola a coinvolgere i cittadini. Per molti, fortunatamente, la guerra è oramai una eco lontana. Per molti, non certo per tutti. La dominazione sovietica sull’Europa dell’est è finita da appena vent’anni. Ancora recentemente i Balcani sono stati teatro di orrendi massacri. L’anno prossimo i bambini nati ai tempi di Srebrenica avranno appena diciotto anni. Certo hanno già fratelli e sorelle nati dopo la guerra: la prima vera generazione post-bellica d’Europa. L’importante è che non ce ne siano altre. Presidenti, Primi ministri, Eccellenze, ebbene sì: dove prima c’era la guerra ora regna la pace. La storia però ci chiama ad un altro compito: tenere viva la fiaccola della pace anche quando regna. Dopo tutto la storia non è un romanzo che chiudiamo una volta arrivati al lieto fine: ciò che può ancora accadere è nostra piena responsabilità. La conferma è proprio in quello che sta succedendo oggi: la crisi economica che viviamo, la peggiore delle ultime due generazioni, mette a dura prova la vita dei cittadini e i legami politici su cui si regge l’Unione. Famiglie che arrivano a fatica a fine mese, lavoratori per strada, studenti che vivono nell’angoscia di non trovare lavoro, per quanto facciano: la prima cosa che viene loro in mente quando pensano all’Europa non è certo la pace… Quando la prosperità e il lavoro, fondamenta delle nostre società, sono in pericolo, è normale che i cuori si induriscano, gli interessi si ripieghino e vecchie fratture e stereotipi riemergano dal passato. E allora possono sorgere dubbi non solo sulle decisioni comuni ma sul fatto stesso di decidere insieme. Certo bisogna relativizzare – per quanto forti, queste tensioni non potranno mai riportarci indietro ai tempi bui – ma l’Europa sta affrontando un vero e proprio banco di prova. Parafrasando Abramo Lincoln ai tempi di un altro banco di prova in un altro continente, la domanda oggi è “se quell’Unione, o ogni altra Unione così concepita e così votata, possa a lungo perdurare”. La risposta è nelle nostre azioni e siamo certi che ci riusciremo. Lavoriamo duro per superare le difficoltà, per rilanciare la crescita e l’occupazione. E anche se agiamo sotto necessità pressanti, siamo guidati dalla volontà di rimanere padroni del nostro destino, da un senso di comunità e, in qualche modo, dall’idea stessa di Europa... Che dai secoli ci parla. La presenza qui oggi di così tanti leader europei testimonia una convinzione profonda e condivisa: ne usciremo insieme e più forti. Più forti per difendere i nostri interessi e promuovere i nostri valori nel mondo. Lavoriamo tutti per tramandare ai nostri figli e ai figli dei nostri figli un’Europa migliore. Perché i posteri possano dire un giorno: quella generazione – la nostra – ha mantenuto la promessa dell’Europa. I giovani di oggi vivono già in un mondo nuovo. L’europa è per loro una realtà quotidiana. Non l’obbligo di rimanere nella stessa barca, ma la fortuna di poter liberamente scegliere per lo scambio, il viaggio e la condivisione. Condividere un continente, esperienze, l’avvenire e darvi forma insieme. Eccellenze, Signore e Signori, questo nostro continente, sorto dalle ceneri del 1945 e unitosi nel 1989, ha una grande capacità di rigenerarsi. Alla posterità il compito di portare oltre questa impresa comune. Mi auguro che i posteri sapranno assumersene la responsabilità con orgoglio. E che sappiano dire, come diciamo noi oggi: Ich bin ein Europäer. Je suis fier d’êtreeuropéen. Sono fiero di essere europeo.  
   
   
BRUXELLES, 10 DICEMBRE 2012 DICHIARAZIONE DELL´ALTO RAPPRESENTANTE CATHERINE ASHTON, A NOME DELL´UNIONE EUROPEA, SULLA GIORNATA DEI DIRITTI UMANI, 10 DICEMBRE, 2012  
 
 Bruxelles, 11 dicembre 2012 – Di seguito la dichiarazione di ieri dell´alto rappresentante Catherine Ashton, a nome dell´Unione europea, sulla Giornata dei Diritti Umani, 10 dicembre 2012: “ Oggi, il 10 dicembre, si celebra Giornata dei diritti umani. In piedi per i diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto è il filo d´argento che attraversa le relazioni esterne dell´Ue. Quest´anno abbiamo alle spalle un anno produttivo per l´Unione europea in materia di diritti umani. L´unione europea ha adottato una strategia per i diritti umani per migliorare l´efficacia e la coerenza della politica dell´Ue in materia di diritti umani in tutta la gamma delle sue attività. Abbiamo nominato il primo rappresentante speciale dell´Unione europea per i diritti umani, Stavros Lambrinidis, per promuovere i diritti umani attraverso il dialogo con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali e regionali. L´ue si è anche assegnato il Nobel per la pace nel mese di ottobre 2012 in riconoscimento del suo lavoro sulla riconciliazione, la democrazia e la promozione dei diritti umani, che hanno contribuito a estendere l´area di pace e stabilità in tutto il continente. E ´giusto che la presentazione di questo prestigioso premio è il giorno della celebrazione dei diritti umani. Il tema della Giornata di quest´anno umana diritti è l´inclusione e il diritto di partecipare alla vita pubblica. Si tratta di un tema particolarmente attuale alla luce delle transizioni alla democrazia che stiamo assistendo in tutto il mondo. Un certo numero di paesi a noi limitrofi come la Tunisia, Libia ed Egitto organizzato con successo le elezioni democratiche nel corso dell´anno passato, consentendo a molti cittadini di votare liberamente per la prima volta e offrendo loro la possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano il loro futuro. Questa tendenza verso la democrazia è stata evidente anche più lontano. Dopo decenni di repressione interna, cambiamenti drammatici sono finalmente in corso in Birmania / Myanmar. In Somalia, abbiamo accolto con favore l´adozione di una nuova Costituzione provvisoria e in Sierra Leone, le recenti elezioni si sono svolte in un ambiente tranquillo. Tuttavia, resta ancora molto da fare per sostenere coloro che rischiano la vita a sostegno dei valori fondamentali in cui credono e nella speranza di un futuro migliore per se stessi e per le generazioni future. Svolgimento delle elezioni non può che essere un primo passo verso la democrazia profonda in cui i diritti umani attecchire. Diritti devono essere sancito nella società attraverso il diritto, ma anche attraverso la pratica quotidiana. L´ue è consapevole di rinnovati sforzi da parte dei governi diversi per stringere restrizioni alle attività legittime delle Ong - in particolare, ma non esclusivamente quelli che ricevono finanziamenti esterni. L´ue si è impegnata a sostenere il lavoro vitale della società civile. In questo contesto, un Fondo europeo per la democrazia si è affermata come una espressione concreta dell´impegno dell´Ue a sostenere la democrazia nel vicinato e non solo. Noi crediamo che tutti devono essere liberi di esercitare il loro diritto ad una pari partecipazione. Le donne ei giovani sono stati in prima linea molti dei movimenti democratici che abbiamo assistito quest´anno e sono stati fonte di ispirazione per le persone di tutto il mondo. Le persone con disabilità devono affrontare ostacoli esercitare il loro diritto di partecipare alla vita pubblica, che deve essere affrontato. L´ue si è impegnata a lavorare con i governi di tutto il mondo, attraverso le organizzazioni multilaterali e internazionali, e in uno spirito di vero partenariato con la società civile per sostenere nuove democrazie e garantire il diritto di inclusione e la partecipazione alla vita pubblica può diventare una realtà concreta per tutti.”  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE: UN PASSO IN AVANTI  
 
Strasburgo, 11 dicembre 2012 - Il progetto sulla tassa sulle transazioni finanziarie potrebbe fare un passo in avanti in 11 Stati membri dopo il voto in plenaria di questa settimana. Il Pe aveva trovato un accordo in maggio, rifiutato poi dal Consiglio. Alcuni stati hanno quindi richiesto di mandare avanti il progetto da soli. Attraverso la procedura di cooperazione. Nel maggio 2012 i deputati avevano approvato la proposta della Commissione europea di tassare allo 0,1% gli scambi di titoli e allo 0,01 tutte le transazioni finanziarie relative ai contratti derivati. La Commissione ha sostenuto che questa tassazione avrebbe permesso al mercato finanziario di partecipare al costo della crisi alla quale ha contribuito. Il Pe ha difeso l´idea di applicare questa tassa anche a tutti i trader, anche quelli fuori dall´Ue ma che lavoro sui mercati europei. Il Consiglio non è ha trovato un accordo comune perché alcuni Stati membri si sono opposti all´idea, in particolare il Regno Unito e la Svezia. Un gruppo di Stati membri si è interessato ora a inserire il sistema a livello nazionale, utilizzando la proposta della Commissione attraverso la procedura di cooperazione. I paesi sono: Belgio, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Austria, Slovenia e Slovacchia. Maggiore cooperazione - Se non si raggiunge il consenso tra tutti gli Stati membri, nove o più Stati hanno la possibilità di proseguire i lavori. Ovviamente all´interno del quadro giuridico dell´Unione europea e senza i paesi che si sono tirati indietro. Da quando la cooperazione è stata introdotta dal Trattato di Amsterdam nel 1997, questa procedura è stata utilizzata solo due volte: nel caso della legge sul divorzio nel 2010 e del brevetto europeo, che sarà votato proprio durante questa plenaria. Il Parlamento dovrà dare la sua autorizzazione prima che il Consiglio possa autorizzare questa procedura. Il dibattito avrà luogo l´11 dicembre e il voto il 12. La Commissione pubblicherà una nuova proposta per i paesi che prenderanno parte al progetto. Il progetto di risoluzione è stato redatto dalla deputata socialista greca Anni Podimata e richiede alla Commissione di studiare quali saranno le conseguenze per i paesi che non aderiscono. Il presidente del Pe Martin Schulz ha dichiarato in ottobre: "Il Pe ha sostenuto la tassa sullle transazioni finanziarie per più di due anni. Anche se avremmo preferito una tassa comune a tutti gli Stati membri, cominciare con una procedura di cooperazione è un buon inizio".  
   
   
LA COMMISSIONE AVVIA IL PANORAMA UE DELLE COMPETENZE PER RISOLVERE IL DIVARIO TRA OFFERTA E DOMANDA DI ABILITÀ  
 
Bruxelles, 11 dicembre 2012 - La Commissione europea ha inaugurato ufficialmente il 7 dicembre il Panorama Ue delle competenze, un sito web che presenta informazioni quantitative e qualitative sui bisogni di abilità nel breve e medio termine, sull´offerta di abilità e sulle disparità in tema di offerta e domanda di abilità. Il Panorama, che attinge a dati e previsioni compilate a livello dell´Ue e degli Stati membri, evidenzierà i settori occupazionali in più rapida crescita nonché le occupazioni che risentono maggiormente di ´strozzature´ e presentano quindi un numero elevato di posti di lavoro che non si riesce a occupare. Attualmente, ci sono circa 2 milioni di posti di lavoro vacanti nell´Ue nonostante i livelli elevati di disoccupazione. Il sito web contiene informazioni dettagliate per settore, professione e paese. Androulla Vassiliou, commissario europeo responsabile per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha affermato: "Abilità e qualifiche più elevate sono essenziali per dare impulso alla produttività e alla competitività dell´Europa. Il Panorama Ue delle competenze fornirà un punto di accesso unico alle fonti di informazione europee e nazionali più aggiornate. Esso ci aiuterà anche a migliorare la reattività dei sistemi di istruzione e di formazione alle mutevoli tendenze sul piano delle qualifiche e ad assicurare che le persone siano pronte per rispondere alle esigenze dei settori lavorativi in cui la domanda di lavoro sembra destinata a crescere.” Laszlo Andor, commissario europeo responsabile per l´occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, ha commentato: "Il Panorama Ue delle competenze è il primo strumento europeo che fornisce accesso, con un solo click, a informazioni pertinenti sulle tendenze della domanda di abilità in tutti i paesi dell´Ue. Questo strumento di informazione on line presenta una messe di dati sui divari tra domanda e offerta di abilità e contribuirà a indirizzare le persone in cerca di lavoro sulle occupazioni più richieste in tutta Europa". Il Panorama delle competenze indica che le occupazioni che presentano oggi nell´Ue il maggior numero di posti di lavoro che non si riesce a occupare sono quelle nel campo della finanza e delle vendite. Altre carenze segnalate di frequente riguardano i biologi, i farmacisti, i medici e le professioni correlate, gli infermieri, gli informatici e gli ingegneri. Il sito web indica che il maggiore divario tra le abilità disponibili e le esigenze del mercato del lavoro è riscontrabile in Lituania, Bulgaria, Belgio, Ungheria e Irlanda, mentre in Portogallo, in Danimarca e nei Paesi Bassi la situazione risulta molto migliore. Il Panorama Ue delle competenze sarà aggiornato regolarmente con gli ultimi dati. Contesto - Il fatto di meglio far combaciare l´offerta di lavoro e la domanda di lavoro è una delle strategie chiave ribadite nel pacchetto Occupazione della Commissione dell´aprile 2012 (Ip/12/380, Memo/12/252). Lo si può fare, tra l´altro, grazie a una migliore previsione dei fabbisogni di abilità, in modo da consentire alle autorità e agli stakeholder di adattare i curriculi dell´istruzione e della formazione e ai giovani di fare scelte più informate in tema di istruzione e di carriera. Il Panorama rientra nelle sequele della strategia della Commissione pubblicata di recente ´Ripensare l´istruzione´ che incoraggia gli Stati membri a adottare azioni immediate per assicurare che i giovani sviluppino le abilità e le competenze necessarie per il mercato del lavoro e per raggiungere i loro obiettivi in tema di crescita e di occupazione (Ip/12/1233). Le informazioni disponibili sulle abilità tendono a essere sparpagliate tra i diversi paesi ed è difficile reperirle e raffrontarle. Nella sua iniziativa faro intitolata Un´agenda per nuove competenze e per l´occupazione (Memo/10/602) la Commissione ha pertanto deciso di sviluppare il Panorama Ue delle competenze quale strumento per migliorare il monitoraggio dei fabbisogni di abilità e per ridurre le disparità. La Relazione sulle offerte di posti di lavoro e le assunzioni in Europa, anch´essa pubblicata oggi, è una delle principali fonti di informazione per il Panorama Ue delle competenze. Questa relazione biennale, pubblicata ora per la prima volta, illustra i recenti sviluppi in termini di accordi contrattuali, domanda settoriale e occupazionale e requisiti in tema di abilità. Il Panorama comprende inoltre: · Analisi analitiche sulle tendenze occupazionali nonché su settori specifici o sulle abilità trasversali. Esse esaminano le tendenze nelle occupazioni a maggior crescita, come anche nelle occupazioni maggiormente richieste. Esse presentano inoltre previsioni a livello settoriale e in tema di bisogni specifici di abilità e di disparità tra domanda e offerta. · Un inventario delle fonti di informazione esistenti a livello nazionale, europeo e internazionale. Ciò consente agli utilizzatori di avere un accesso agevole a informazioni che in precedenza erano sparpagliate. La prima versione del Panorama è essenzialmente destinata ai decisori politici, ai ricercatori, ai servizi di intermediazione e agli operatori professionali. Essa consente un´analisi approfondita e lo sviluppo di strategie su base esperienziale in tema di pianificazione dell´istruzione e della formazione nonché lo sviluppo di misure mirate per affrontare le disparità tra l´offerta e la domanda sul mercato del lavoro. Il Panorama verrà ulteriormente sviluppato per rispondere alle esigenze delle persone in cerca di lavoro, dei lavoratori e degli studenti per consentire loro di fare scelte di carriera maggiormente informate. Il Panorama delle abilità dell´Ue è supportato dalla Rete degli osservatori nazionali sui fabbisogni di abilità e le disparità tra domanda e offerta, dal Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop) e dalle Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound). Il Panorama integra altri strumenti Ue, come ad esempio l´Osservatorio europeo dei posti vacanti, le indagini relative ai datori di lavoro e gli European Sector Skills Councils (consigli europei delle abilità settoriali). Esso integra strumenti pratici di informazione come il Cv Europass che è usato da più di 10 milioni di cittadini europei. Il Panorama delle competenze sarà sviluppato ulteriormente e aggiornato con il sostegno degli Stati membri e delle diverse organizzazioni partner. Erasmus per tutti, il neoproposto programma della Commissione per un valore di 19 miliardi di euro in tema di istruzione, formazione, gioventù e sport, intende raddoppiare il numero di persone che ricevono borse per studi, formazioni e attività di volontariato all´estero finalizzate all´ampliamento delle abilità, portando a 5 milioni di persone il numero dei beneficiari nel periodo 2014-2020. Più di due terzi del bilancio del programma saranno destinati a questo tipo di mobilità apprenditiva individuale, mentre il resto sarà consacrato a progetti imperniati sulla cooperazione per l´innovazione, la riforma delle politiche e la condivisione di buone pratiche. Http://euskillspanorama.ec.europa.eu/    
   
   
UE, JOAQUíN ALMUNIA: IL RUOLO DELLA POLITICA DI CONCORRENZA IN TEMPI DI CRISI  
 
Bruxelles, 11 dicembre 2012 - Di seguito il discorso del 6 dicembre di Joaquín Almunia: Il ruolo della politica di concorrenza in tempi di crisi: “ Sono stato felice di ricevere il tuo invito per affrontare questa conferenza, in quanto è il momento ideale per analizzare il ruolo della politica di concorrenza in una prospettiva transatlantica. L´unione europea ha aperto il dibattito sul futuro dell´Unione economica e monetaria e cerca di trovare un modo per avviare una nuova fase di crescita sostenibile. E il presidente Obama è stato appena rieletto e tutti negli Stati Uniti e in tutto il mondo sta guardando avanti le sfide e le priorità per i prossimi quattro anni. Mi auguro che le decisioni strategiche saranno adottati su entrambi i lati dell´Atlantico in un prossimo futuro. Abbiamo bisogno di questo livello di ambizione, perché dobbiamo lasciarci alle spalle la crisi e le sue conseguenze una volta per tutte. E noi sappiamo che, in passato, le nostre economie hanno beneficiato ogni volta che abbiamo deciso di lavorare insieme per affrontare le nostre sfide comuni. Questo è ancora più importante oggi, perché l´Unione europea e gli Stati Uniti condividono più interessi rispetto a cinque anni fa, prima che la crisi ha iniziato a scuotere la barca dell´economia globale. Naturalmente, ci sono importanti differenze pure, ma sono necessarie politiche attive qui e negli Stati Uniti per promuovere la crescita e l´occupazione, consolidare i bilanci pubblici, e aumentare la competitività a tenere il passo con le economie mondiali emergenti. In questo contesto, ogni lato è di interesse strategico per l´altro. America ha bisogno di una stalla, dinamica e prospera, e viceversa. La necessità di un rapporto più stretto è abbastanza chiaro. Per fortuna, abbiamo una lunga tradizione di dialogo fecondo e di cooperazione su cui costruire. Nonostante la recessione e l´aumento dei nuovi giganti economici, l´area economica transatlantica resta il più grande mercato del mondo, che rappresentano oltre la metà della produzione mondiale. L´ue-usa scambi di merci è cresciuto del 63% tra il 2000 e il 2011 di raggiungere oltre 630 miliardi dollari. Ma i nostri legami economici sono più profonde. Al di là di scambi di beni e servizi, l´Unione europea e gli Stati Uniti sono le principali fonti di ciascuno per gli investimenti esteri diretti e nel 2010 le vendite delle società collegate Usa in Europa ha raggiunto 2.700 miliardi dollari. Al contrario, le vendite delle società collegate europei negli Stati Uniti ha raggiunto 1.900 miliardi dollari - più di tre volte il valore delle importazioni americane dall´Europa. Nel concorso di controllo del dominio, le nostre relazioni sono altrettanto importanti. Posso personalmente testimoniare dell´ottimo stato di salute della nostra cooperazione. Ho regolarmente discutere con i capi delle autorità garanti della concorrenza degli Stati Uniti su questioni di interesse comune - questa settimana ho incontrato il presidente Ftc Jon Leibovitz - e il nostro dialogo franco rende l´applicazione delle regole di concorrenza più facile e più efficace sia in Europa che negli Stati Uniti. La ragione principale per cui abbiamo bisogno di costruire legami ancora più stretti tra le nostre economie è che lo stato dell´economia mondiale rimane incerto per qualche tempo a venire. Qui in Europa, il primo ordine del giorno risponde alle condizioni difficili e complessi creati da questa lunga crisi, in particolare nella zona euro. Non sarà facile, ma gli ultimi segnali sono incoraggianti. Stiamo lavorando duramente per trovare una risposta comune a livello di Ue. Importanti decisioni sono state prese nelle recenti riunioni del Consiglio europeo, e sono convinto che altre buone notizie sono in arrivo. Ma vorrei concentrarmi sulla politica di concorrenza. Come dovrebbe cambiare per rispondere a queste sfide? La risposta ovvia è il miglioramento delle condizioni di concorrenza sul mercato e non mettere limiti ad esso. Lasciatemi spiegare cosa voglio dire con questo. Sento chiamate da più parti per un´attuazione più mite del diritto della concorrenza. Per esempio, a volte mi è stato chiesto di ammorbidire il nostro controllo delle operazioni di concentrazione per contribuire a creare i cosiddetti "campioni europei". Ma il controllo delle concentrazioni non ostacolare il successo della creazione di imprese europee - Non mi stancherò di sottolineare questo fatto. In oltre due decenni, ai sensi del regolamento sulle concentrazioni, abbiamo eliminato più di 4.600 transazioni e bloccato solo 22. Naturalmente, le aziende possono anche crescere, aumentando le quote di mercato per conto proprio, ma non voglio ostacolare i loro sforzi per potenziare attraverso fusioni non problematici. Allo stesso tempo, farò in modo che non realizzare i loro piani a spese dei consumatori europei, dei loro partner commerciali, e delle condizioni di concorrenza nel mercato interno. Vi darò un esempio. Di recente ho sentito affermazioni sostenendo che il consolidamento nel settore delle telecomunicazioni è inevitabile e che il mercato europeo è troppo frammentato. Sono pienamente d´accordo sul fatto che non vi è la frammentazione in questo settore in Europa. Ma l´ho frammentazione che mi preoccupa è la persistente frammentazione del mercato interno in mercati nazionali separati. Per quanto riguarda le chiamate verso imprese europee riparo dalla disciplina della concorrenza globale, sono convinto che il protezionismo - nelle sue varie forme - è un veleno per le nostre economie, non una medicina. La Commissione è consapevole del fatto che l´Europa ha bisogno di una politica industriale moderna, abbiamo recentemente adottato una comunicazione che definisce le nostre idee. Ma le soluzioni che abbiamo in mente hanno imparato le lezioni del passato e dovrebbero essere progettati per raccogliere i frutti di un campo di condizioni a livello globale. Siamo a favore di una politica industriale moderna, aperta e coordinata a livello europeo, in quanto il mercato unico è vantaggio decisivo in Europa, ed è nel nostro interesse a non sollevare barriere intorno ad esso contro i nostri partner nel mondo. Ma abbiamo bisogno di mantenere le distanze dalla politica di scegliere i vincitori dei decenni passati. Se dovessimo tornare alle nostre vecchie abitudini, ci sarebbe uno spreco di risorse pubbliche in un momento in cui sono diventati davvero molto scarse. Il denaro dei contribuenti europei dovrebbe andare a creare opportunità di business per le imprese innovative e promettenti e tracciare un percorso di sana crescita per l´intera economia. Non possiamo permetterci di usarlo per costruire ospizi in cui vengono tenuti malati e le imprese in vita. Signore e Signori: Questi sono gli obiettivi generali di controllo della concorrenza nella fase attuale della crisi. Che cosa stiamo facendo, in pratica, di perseguirli? Questo è davvero un tempo occupato per in materia di concorrenza della Commissione europea. Solo ieri abbiamo imposto circa € 1,5 miliardi di multe nei confronti di aziende e che si erano formate due cartelli nel mercato dei tubi televisivi e computer-monitor. Altre decisioni importanti antitrust sono previste fino alla fine dell´anno in una vasta gamma di settori, tra cui i nuovi settori dell´economia digitale. Nick Banasevic vi racconterò più tardi sulle nuove sfide che incontriamo in questi nuovi mercati. Ma siamo anche impegnati nello sviluppo delle politiche. Attualmente, stiamo lavorando su tre fronti principali: la modernizzazione a tutti i livelli del nostro controllo degli aiuti di Stato, la riforma della politica sulle concentrazioni, e un´iniziativa per dare ad ogni europeo le stesse opportunità di esercitare il loro diritto di chiedere un risarcimento qualora siano vittime di violazioni delle norme antitrust. Vorrei dire qualche parola su questi ultimi due. Nei prossimi mesi, ho intenzione di presentare al Collegio dei Commissari una proposta legislativa in materia di antitrust azioni di risarcimento. La proposta darà più la certezza del diritto su una serie di questioni che si trovano al crocevia tra l´esecuzione pubblica e privata di diritto comunitario della concorrenza, in particolare quando si tratta di accesso agli elementi di prova relativo alle richieste di trattamento favorevole. Rainer Becker discuterà la questione nel pomeriggio. Ma cosa succede se una violazione del diritto della concorrenza colpisce molte persone che poi decidono di chiedere un risarcimento come gruppo? All´inizio di quest´anno, il Parlamento europeo ha sottolineato la necessità di un´iniziativa europea sui ricorsi collettivi per garantire un adeguato accesso alla giustizia per tutti. Nelle sue risoluzioni, il Parlamento riconosce le specificità del diritto della concorrenza, ma ritiene che la questione debba essere affrontata su più ampia scala. Ho preso nota di queste conclusioni e - insieme con i miei colleghi della Commissione - continuerò a lavorare per una politica europea coerente sui ricorsi collettivi. Per quanto riguarda il controllo delle concentrazioni, stiamo lavorando per mettere a punto e migliorare il nostro modo di rivedere le concentrazioni nell´Ue. Continueremo a semplificare le procedure di fusione, in particolare per quanto riguarda le operazioni che chiaramente pongono problemi alla concorrenza. Ma ho anche intenzione di fare dell´Unione europea in forma di controllo delle concentrazioni per il futuro. Le procedure utilizzate per indicare i casi dei paesi dell´Unione europea al lavoro della Commissione bene, ma potrebbe essere reso più agevole e più breve. La cosa più importante, stiamo guardando il divario in materia di esecuzione l´acquisizione di partecipazioni non di controllo di minoranza. Presto consultare i nostri stakeholder per trovare il modo migliore per risolvere il problema. Johannes Luebking vi darà maggiori dettagli durante il pannello di controllo delle concentrazioni. Signore e Signori: Come sapete, è nostra la responsabilità di applicare il diritto comunitario della concorrenza nel mercato interno indipendentemente dalla nazionalità delle società coinvolte. Questo significa che spesso siamo costretti a esaminare le pratiche delle imprese al di fuori dell´Unione europea e - a causa degli stretti legami che ho descritto in precedenza - le imprese americane sono ben rappresentati. Alcuni dei nostri attuali, di alto profilo indagini coinvolgono nomi di famiglia negli Stati Uniti. Avrete letto sui giornali del nostro lavoro in corso che coinvolge Microsoft e Google, ma l´elenco è più lungo. Ad esempio, abbiamo cercato nelle pratiche commerciali di Apple e un gruppo di grandi editori - tra cui Simon & Schuster, Harper Collins e altri editori europei - nel mercato dei libri elettronici. Inoltre, un certo numero di banche d´investimento superiore fanno parte della nostra indagine sul mercato dei credit default swap. Infine, un bel po ´di fusioni rivediamo riguardano imprese statunitensi. Solo quest´anno, abbiamo chiarito, con rimedi, l´acquisizione di Goodrich con United Technologies, nonché l´acquisizione di Synthes da Johnson & Johnson. Abbiamo anche eliminato senza offerte rimedi che coinvolgono Procter & Gamble, la società di produzione di birra Molson Coors e il business snack Pringles - acquisiti dalla Società Kellogg. Nel febbraio scorso, ovviamente, abbiamo approvato l´acquisizione di Motorola Mobility da parte di Google. Al momento, stiamo cercando strettamente nel progetto di acquisizione di Tnt Express da parte di Ups. Analizzeremo nelle prossime settimane i risultati del test di mercato dei rimedi proposti, che presto concludere. Resta ancora da vedere se le soluzioni appropriate in ultima analisi, affrontare le nostre preoccupazioni per cabinato pacchi consegne in Europa. Ora, tutto questo è il nostro lavoro l´applicazione ufficiale. Ma quando parlo con i leader aziendali e politici Continuo a sentire le stesse lamentele in materia di non-Ue imprese che operano nel mercato unico. La gente mi dice che non le imprese dell´Ue godere di maggiori sovvenzioni pubbliche e sono soggetti a un controllo più leggero. Questo vale per le società provenienti da Asia e, secondo alcuni, anche dagli Stati Uniti. Un´osservazione ricorrente per quanto riguarda le imprese americane è che devono pagare molto meno per l´energia. E ´un fatto che il boom del petrolio e del gas in Nord America - in particolare il gas shale-rivoluzione - conferisce un vantaggio alle società di produzione statunitensi. Il gas è attualmente di circa due volte e mezzo più economico negli Stati Uniti che nell´Unione europea. Ma uno degli effetti di questo sviluppo è che il gas naturale liquefatto proveniente dal Medio Oriente è sempre a disposizione degli acquirenti europei a prezzi più bassi. Se questo è un sviluppo a lungo termine resta da vedere. In ogni caso, perché l´energia è un input cruciale per la competitività europea, garantendo la diversificazione e l´eliminazione degli ostacoli alla concorrenza nella fornitura di energia continuerà ad essere una delle nostre priorità. Alcuni interlocutori lamentano anche che Stati Uniti e altri extra-Ue le aziende pagano meno tasse societarie in quanto si concentrano la loro conformità in materia fiscale per le attività europee in un determinato paese dell´Ue. Questo può essere vero in alcuni casi, ma devo riconoscere che imprese di paesi terzi semplicemente approfittare della nostra incapacità o mancanza di volontà di imporre livelli di tassazione equo per tutte le aziende che operano in Europa. Spero vivamente che l´Unione europea sarà in grado di colmare questa lacuna. In ogni caso, nella misura in cui tali denunce sono fondate, non tutti possono essere identificati utilizzando strumenti di politica della concorrenza. Molto può essere fatto per i nostri rispettive economie migliorando ulteriormente il rapporto commerciale tra l´Unione europea e gli Stati Uniti. Il mio collega Karel de Gucht - come Commissario per il commercio - ha preparato il terreno per avviare negoziati formali per un accordo di libero scambio globale insieme ai suoi omologhi negli Stati Uniti. Il processo avviato al più tardi il vertice Ue-usa chiaramente mosso nella direzione di un ´pacchetto´. Abbiamo l´obiettivo comune di promuovere mercati internazionali aperte, eque e competitive - e un accordo di libero scambio globale porterebbe tale obiettivo più vicino. Inoltre, se l´accordo dovesse includere un capitolo specifico sulla concorrenza, sarebbe un punto di riferimento e inviare il giusto messaggio ai nostri partner commerciali in tutto il mondo. Questo sarebbe particolarmente importante in due aree, a norme comuni per le imprese statali e sussidi del governo, e la necessità di concedere sovvenzioni trasparenti sia per i beni e servizi. Proprio come migliorare le condizioni di concorrenza sul mercato, l´accordo darebbe una spinta alla crescita e posti di lavoro che non costa nulla ai contribuenti. L´economia transatlantica è così grande che anche piccoli miglioramenti possono avere un impatto ampio e duraturo. La strada è ancora lunga e mentre l´industria è in genere molto favorevole a un accordo, ci saranno anche i settori speciali e gruppi di interesse che possono tentare di resistere o ritardare il progresso perché beneficiano dal regime attuale. Ma noi portare avanti a prescindere, perché la nostra responsabilità è quella di servire gli interessi di tutti e non per proteggere il privilegio di alcuni. Signore e Signori: Ho condiviso con voi le mie opinioni sul ruolo delle norme di concorrenza in un periodo di incertezza per le nostre economie, segnati da anni di crisi e dalla necessità di adattarsi al ritmo incessante della globalizzazione. Ho anche sostenuto che, se vogliamo veramente creare crescita e posti di lavoro su base sostenibile - dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra la necessità di re-industrializzazione e di mantenere le nostre economie aperte ai mercati mondiali più dinamici. Dobbiamo sforzarci di esportare i nostri buone pratiche piuttosto che importare i cattivi dall´estero. A coloro che richiedono un controllo della concorrenza più rilassata, io dico che mantenere il livello dei mercati, aperto e contendibile è parte della soluzione, non del problema. Soprattutto in questi tempi difficili. Non vi è alcun dubbio nella mia mente che un controllo forte competizione è una parte essenziale di qualsiasi progetto di creare il miglior ambiente in cui le nostre imprese possono crescere e creare posti di lavoro. Lasciate che vi dica una cosa in chiusura. Per prendere la strada di una crescita sostenibile, l´Europa deve varare riforme strutturali. Tutti sono d´accordo su questo punto. Beh, in materia di concorrenza è la riforma più economico e più efficace strutturale mi viene in mente. Si tratta di una riforma che viene distribuito ogni giorno portando benefici diretti e duraturi per le nostre aziende e ai nostri cittadini. In un´epoca in cui la gente inizia a voltare le spalle alla Ue, la politica di concorrenza dimostra che l´Europa può fare la differenza. Grazie.”  
   
   
IL QUADRO DI VALUTAZIONE DEI CONSUMATORI NELL´UNIONE EUROPEA DICE CHE I MERCATI BANCARI E AUTO USATE ANCORA NON SODDISFANO LE ASPETTATIVE DEI CONSUMATORI  
 
 Bruxelles, 11 dicembre 2012 - I Consumatori dell´Ue ancora una volta hanno espresso la loro insoddisfazione per le prestazioni di alcuni mercati chiave dei servizi, in base al quadro di valutazione dei consumatori della Commissione del 2012 I mercati pubblicato il 7 dicembre. Opinioni particolarmente negative sono effettuate sulla fornitura bancario, delle telecomunicazioni e dell´energia. Prodotti di investimento Mercati, mutui e immobili si trovano al piano per il terzo anno consecutivo. Mercati dei beni sembrano essere più sensibile alle aspettative dei consumatori, nonostante gli scarsi risultati ottenuti dal settore automobilistico, abbigliamento e carne. Il Commissario per la salute e la politica dei consumatori, il signor Tonio Borg ha detto: " i conti di spesa dei consumatori il 56% del totale del prodotto interno lordo dell´Unione europea. I mercati che portano a inganno dei consumatori, ingannare, prevenire facilmente cambiare fornitore o l´operatore, o lasciarlo alcune scelte perdere competitività a danno dei consumatori e dell´economia nel suo complesso. Il cruscotto è un indicatore dello stato di consumo nel mercato unico europeo, e invito le autorità nazionali e gli operatori economici per monitorare i mercati insoddisfacenti e adottare misure per porre rimedio alla situazione. " Il cruscotto è un rapporto annuale che si colloca la performance di 51 mercati di consumo basati sulla fiducia dei consumatori nelle società, la comparabilità delle offerte, il livello di soddisfazione complessivo e l´incidenza dei reclami e problemi. Altri fattori sono anche presi in considerazione, come la gamma di scelte a disposizione dei consumatori, l´opportunità di cambiare le differenze tariffarie o fornitore e prezzo tra i paesi. Quest´anno, il cruscotto contiene, per la prima volta, i dati sui reclami ricevuti con il metodo armonizzato definito nella raccomandazione elaborata dalla Commissione nel 2010 . Classificazione Tabella dei mercati è uno strumento utile per le autorità nazionali, le organizzazioni dei consumatori e gli operatori economici. Lo usano per identificare i mercati insoddisfacenti, risolvere i problemi e ripristinare la fiducia dei consumatori attraverso norme migliori per proteggerli, per far conoscere le iniziative di pubblico e di autoregolamentazione. Il miglioramento della situazione dei consumatori nel mercato unico può dare un contributo significativo al rilancio della crescita economica. I dati in questo pannello sono stati integrati nella relazione annuale sull´integrazione mercato unico che accompagna la revisione annuale della crescita nel 2013 . Principali risultati dei Mercati ultimo quadro di valutazione dei consumatori (2012) · I bancari mercati di gruppo sono i meno efficienti dal punto di vista dei consumatori. Hanno difficoltà confronto fra diversi tipi di tariffe e condizioni proposte, e hanno difficoltà a scegliere la migliore offerta, o cambiare il fornitore di servizio seguente. · I mercati delle telecomunicazioni ha registrato una nota negativa. Questo è ciò che questi mercati ha registrato più problemi, anche se il numero di questi è diminuito sensibilmente rispetto al 2011. Allo stesso tempo, si noti il mercato via cavo e accesso a Internet memorizza l´incremento maggiore rispetto al 2011. Il motivo è sviluppi particolarmente positivi in alcuni paesi dell´Ue-12, ma potrebbe anche essere correlato ad un aumento in combinazioni di servizio offerte (tutto, Tv, telefono e internet). · I mercati energetici mostrano risultati mediocri sulle scelte, la comparabilità e la possibilità di cambiare fornitore o tariffa, il che suggerisce che i consumatori non sono in grado di utilizzare appieno il potenziale della liberalizzazione mercati. · Il mercato delle auto usate è classificato nel pannello inferiore di approvvigionamento di beni per il terzo anno consecutivo, la peggiore performance in fase di registrazione per i problemi di fiducia, comparabilità e frequenza senza precedenti. · Queste sono le note di servizi postali e di trasporto pubblico è sceso di più. Questo risultato potrebbe essere spiegato con i tagli dettati dalle politiche di austerità, perché, in molti Stati membri, i due mercati dipendono da finanziamenti pubblici . Inoltre, il mercato dei carburanti per autotrazione è diminuito considerevolmente nella classifica per il secondo anno consecutivo. · In quasi uno Stato membro in tre centri di trattamento reclami ha cominciato a presentare i dati armonizzati della Commissione. Anche se questa informazione è ancora scarsa, che già danno una prima idea della natura dei reclami dei consumatori nei vari mercati. · I mercati non sono misurati costantemente da diversi gruppi socio-demografici. Sono necessarie ulteriori ricerche per capire perché. Passi successivi · La Commissione avvierà due studi approfonditi . Il primo studio si concentrerà sul mercato delle auto usate . Si effettua una revisione del contesto normativo negli Stati membri, valutare le pratiche di concessionari individuare i principali problemi segnalati dai consumatori e di esaminare queste affermazioni. Il secondo studio esaminerà la questione della vulnerabilità dei consumatori , con l´obiettivo di sviluppare un metodo per studiare i meccanismi di vulnerabilità ai mercati di consumo diversi e individuare risposte politiche efficaci. In questo modo, la Commissione risponderanno anche il recente appello del Parlamento europeo a favore del rafforzamento dei diritti dei consumatori vulnerabili. · Studi sul credito al consumo e carburanti, impegnata a seguire i risultati del pannello dello scorso anno (vedi Ip/11/1221 ), sono in corso.Studi sui mercati delle carni e la fornitura di servizi Internet, società in seguito al cruscotto del 2010 (cfr. Ip/10/1369 ) è stato appena completato e loro risultati saranno pubblicati a breve. · La Commissione sta attualmente lavorando allo sviluppo di un strumento legislativo su conti correnti bancari, che, tra le altre disposizioni assicurerebbe che tutti i consumatori l´accesso dell´Ue a un conto di pagamento di base così come le spese di gestione conto trasparenti e comparabili, e permettere loro di cambiare più facilmente banca. · Essa incoraggia le buone pratiche per facilitare, attraverso un trasparente energetico mercati al dettaglio nel confronto energetico dell´Ue delle offerte e la scelta dei fornitori di energia meno costose. · La Commissione continuerà a lavorare con l´elaborazione nazionale sostiene che viene applicata alla raccomandazione sulla armonizzazione della classificazione dei crediti e quindi dashboard future può contenere dati pienamente comparabili in tutta la Unione. Http://ec.europa.eu/consumers/consumer_research/editions/cms8_en.htm    
   
   
PROMUOVERE L´UNIVERSALITÀ DEI DIRITTI UMANI: FORUM 14 UE-ONG SUI DIRITTI UMANI  
 
Bruxelles, 11 dicembre 2012 - Il 14 ° Ue-ong sui diritti umani Forum si è svolto a Bruxelles il 6 e 7 dicembre. L´evento ha riunito oltre 200 partecipanti della società civile di tutto il mondo, rappresentanti di meccanismi internazionali e regionali sui diritti umani e dalle istituzioni dell´Ue e gli Stati membri. Il Forum è stato aperto dal rappresentante speciale dell´Unione europea per i diritti umani, Stavros Lambrinidis, e ha ricevuto contributi dal Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, la signora Navi Pillay, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d´Europa, il signor Niels Muiznieks, il Presidente della Commissione africana dei diritti dell´uomo e del Popolo, la sig.Ra Dupe Atoki, il presidente dei diritti umani del Parlamento europeo sottocommissione, la sig.Ra Barbara Lochbihler, il Vice Presidente della, Fidh signor Arnold Tsunga, così come da molti rappresentanti della società civile società e dei meccanismi regionali, come l´Osa, l´Osce, l´Asean, la Lega degli Stati Arabi e dell´Organizzazione per la cooperazione islamica. Il Forum è organizzato congiuntamente dalla società civile - per i diritti umani e le Ong di rete Democrazia e Dag Hammarskjöld Foundation - il Servizio europeo per l´azione esterna e la Commissione europea, sul tema: "Promuovere l´universalità: il ruolo dei meccanismi regionali sui diritti umani e la loro cooperazione con la società civile ". La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è stata adottata 64 anni fa ", come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e tutte le nazioni". Suo carattere universale, è cresciuta con l´adesione delle Nazioni Unite ed è stata integrata da una serie di convenzioni che sono sanciti ulteriori diritti universali umani nel diritto internazionale. Organizzazioni internazionali e dei meccanismi per la protezione e promozione dei diritti umani sono emersi su quasi tutti i continenti, e una maggiore consapevolezza e responsabilizzazione delle persone è stato realizzato in gran parte grazie al lavoro della società civile. Tuttavia, gli argomenti di storia, cultura e religione sono sempre stati utilizzati negli ultimi anni per mettere in discussione i principi fondamentali di universalità, l´uguaglianza di fronte alla legge, e di non discriminazione. L´ue-forum delle Ong recensione sia i progressi e le sfide per l´universalità dei diritti umani, attraverso la lente di delicate questioni dei diritti umani: il diritto alla libertà di religione o di credo, la parità di genere e la lotta contro il razzismo e la xenofobia. Ha sottolineato il ruolo svolto dagli organi indipendenti meccanismi regionali per garantire una protezione efficace dei diritti umani, e dalla vivace società civile per aiutare le persone a capire e rivendicare i loro diritti. I lavori del Forum saranno pubblicati on line e ispirerà dell´Ue a livello mondiale di azione a sostegno dei meccanismi regionali per i diritti umani e della società civile.  
   
   
BILANCIO LOMBARDIA, FORMIGONI: SOLIDO E ATTENTO ALLA SOCIETÀ  
 
Milano, 11 dicembre 2012 - "Quello approvato oggi è un bilancio solido, pulito e trasparente. Nessun conto in sospeso, nemmeno bombe a effetto ritardato. Lasciamo alla futura Amministrazione conti in ordine e allineati con le normative nazionali". Il presidente delle Regione Lombardia Roberto Formigoni e l´assessore alle Finanze Romano Colozzi commentano con soddisfazione l´approvazione della manovra di bilancio 2013 da parte del Consiglio regionale. "Abbiamo elaborato un bilancio difficile - spiegano Formigoni e Colozzi - a causa dei tagli imposti dal Governo nazionale. Ma siamo riusciti a garantire fondi per famiglie, imprese e per importanti ammodernamenti nel settore della sanità pubblica. Il tutto nella massima trasparenza e in linea con i dettati costituzionali sul pareggio di bilancio. Di questo possono essere orgogliosi non solo i consiglieri di maggioranza, ma anche i colleghi dell´opposizione, gli osservatori internazionali e, soprattutto, i cittadini lombardi". Subito accanto agli impegni per la sanità spicca, nel Bilancio 2013, anche il cospicuo stanziamento per la ricerca. "In particolare - sottolinea Formigoni - sono di grande importanza i 20 milioni previsti a favore della Fondazione per la ricerca biomedica per investimenti che consentiranno un ulteriore sviluppo degli studi e delle piattaforme in campo biomedico e in particolare oncologico. E´ un impegno che fa seguito a un lavoro assiduo e a sforzi economici non indifferenti condotti assieme alla mia Giunta, con l´obiettivo di non perdere, ma anzi di rilanciare, un patrimonio di assoluto pregio a livello internazionale, come il Nerviano Medical Science e i ricercatori di alto livello che vi lavorano".  
   
   
TRENTO FINANZIARIA 2013, DELLAI: UN´AUTONOMIA "SMART", APERTA E IN EVOLUZIONE  
 
Trento, 11 dicembre 2012 - Una relazione che va al di là della polemica quotidiana, "della quale fra qualche tempo non si ricorderà nessuno", quella pronunciata ieri dal presidente Lorenzo Dellai nell´illustrare all´aula consiliare la manovra finanziaria 2013. Ne esce l´immagine di un Trentino "normalmente ai vertici di tutte le classifiche che misurano la qualità della vita", un Trentino con un indice di povertà del 4%, a fronte del 13% italiano, un Trentino fiero del suo sistema della conoscenza, delle innovazioni introdotte nel campo del welfare, della tutela dell´ambiente, della sicurezza, della solidarietà. Uno sguardo d´insieme, insomma, quello del presidente Dellai, che non nasconde le difficoltà che anche il Trentino, in quest´epoca di crisi, deve affrontare, valorizzando "tutte le possibilità previste dall´ordinamento autonomistico." L´autonomia, per Dellai, costituisce una sorta di "smart power", un sistema autorevole e aperto, che si mette costantemente in discussione, che si evolve nel tempo, come comprovato dall´accordo di Milano. "Dobbiamo difendere il valore delle diversità - ha detto ancora Dellai - valorizzando le peculiarità e le virtù dei territori, delle comunità locali, vere risorse nascoste del Paese." Proprio all´’Autonomia Dellai ha riservato uno dei passaggi più significativi del suo discorso: "Essa non è graziosa elargizione dello Stato - ha detto - ma il riconoscimento di una “costituzione materiale” che ha trovato una sua forma istituzionale. I valori dell’Autonomia non stanno nelle istituzioni che li interpretano, ma nella comunità: una comunità autonoma, per l’appunto." Allargando lo sguardo al panorama regionale Dellai ha sottolineato come "si parla parla spesso, talvolta a sproposito, di Trento e di Bolzano come di due “autonomie potenti”. Vorrei osservare, rubando una efficace espressione al segretario di stato americano, che noi pensiamo alla nostra Autonomia, come ad una sorta di smart power. Un sistema cioè che mette insieme, sia nella vita interna che nelle relazioni competitive con gli altri territori in Italia e nel mondo, istituzioni e società civile, apparati pubblici e finanziari, reti della conoscenza e della solidarietà, musei e centri di ricerca, imprese, cooperative, associazioni. Se puntassimo solo sul soft power, il Trentino rischierebbe di dissolversi nella insignificanza a fronte della capacità attrattiva dei grandi sistemi metropolitani che ci stanno intorno e sarebbe omologato dai flussi prepotenti della modernità. Se ci affidassimo ad un hard power, il Trentino finirebbe con il rinchiudersi in se stesso, piegandosi sotto il suo stesso peso, mortificando i talenti e le energie di una società che ha bisogno di spazio, di apertura, di concorrenza e di competizione, di sentirsi in rete con il resto del mondo. E anche nei rapporti esterni finirebbe con l’accreditare un’idea arrogante e presuntuosa. L’unica strada, dunque, è quella di un sistema autonomistico insieme autorevole ed aperto, alimentato da un forte senso di appartenenza e di responsabilità, consapevole del proprio posizionamento, coraggioso nel mettersi costantemente in discussione senza per questo perdere di coesione, di forza, di riconoscibilità." La difesa della "terza via" rappresentata dalle culture autonomiste, dunque, come un antidoto di contro sia alle tendenze centrifughe e disgregatrici sia a quelle centraliste, nel contesto di "un Paese che finalmente affronti e risolva le grandi contraddizioni della sua storia, antiche e recenti." Venendo al Bilancio, Dellai ha ricordato come esso sia passato negli ultimi 15 anni da 3,1 a 4,5 miliardi di euro. Oggi le manovre nazionali investono anche il Trentino dell´Autonomia: Dellai ha rivendicato, a fronte di ciò, l´atteggiamento responsabile sempre mantenuto nei confronti del resto del Paese e la disponibilità a fungere anzi da "laboratorio", sviluppando soluzioni innovative e coraggiose. Anche la manovra 2013 è coerente con questa impostazione e contiene elementi di novità e di accelerazione, a fronte degli effetti della crisi nazionale ed europea. Fra questi, la politica di sgravi fiscali per accrescere la capacità competitiva del territorio, le iniziative straordinarie per favorire l´accesso al credito delle imprese, l´inizio dell´applicazione della delega statale in materia di ammortizzatori sociali. "Ho avuto l’onore di guidare il Trentino attraverso uno dei periodi più travagliati e inquieti sul piano politico - ha concluso Dellai, guardando oltre la contingenza e oltre gli orizzonti segnati da questa manovra di Bilancio - ricercando una stabilità di governo che non era data per acquisita nè si poteva ottenere utilizzando semplicemente le categorie e le formule del passato, poiché esse si erano in larga parte dissolte. Mi avvio a concludere questo percorso con l’orgoglio di aver potuto incontrare tantissimi interlocutori di valore dentro e fuori questa nostra istituzione. Non sempre il potere può dare le risposte giuste, può colmare un vuoto di senso o attenuare le solitudini. Non sempre il potere riesce a dare speranza. A tutte queste persone, poche o tante che siano state, mi sento di dire: abbiate comunque fiducia nella Comunità Autonoma del Trentino, nelle sue istituzioni, nelle sue risorse materiali ed immateriali, perché – in ogni caso – la vocazione solidale della nostra Autonomia sta scritta in modo indelebile non solo nelle norme ma soprattutto nello spirito che le persone costruiscono abitando insieme queste nostre straordinarie Terre Alte."  
   
   
FVG: TONDO, RIDUZIONE CONSIGLIERI ANCORA POSSIBILE  
 
Udine, 11 dicembre 2012 - Ci sono ancora le condizioni affinché il Parlamento possa approvare per tempo il disegno di legge costituzionale per la riduzione del numero dei consiglieri in Friuli Venezia Giulia, prima delle prossime elezioni regionali. Lo ha confermato il presidente della Regione, Renzo Tondo, in occasione di una conferenza stampa, che si è svolta questo pomeriggio a Udine, sui riflessi locali degli ultimi sviluppi della situazione politico-istituzionale nazionale e in particolare della chiusura anticipata della legislatura nazionale. Tondo ha inviato ieri al presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, una lettera con la quale si sollecita l´inserimento in calendario della seconda e definitiva lettura della legge costituzionale, dopo aver verificato con la segreteria generale della stessa Camera la fattibilità tecnica di questo passaggio. "Abbiamo aperto una strada - ha detto Tondo - per la riduzione dei costi della politica, e vogliamo portarla fino in fondo". Il presidente della Regione ha anche confermato il 21 aprile come data per tenere le elezioni regionali, contestualmente a quelle degli Enti locali del Friuli Venezia Giulia in scadenza.  
   
   
UMBARIA: LA PRESIDENTE MARINI HA RICEVUTO A PALAZZO DONINI SINDACO DI BETLEMME, VERA BABOUN  
 
 Perugia, 11 dicembre 2012 - La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha ricevuto ieri mattina a Palazzo Donini, a Perugia, il sindaco di Betlemme, signora Vera Baboun, prima donna a ricoprire il ruolo di sindaco nella città palestinese. Ad accompagnarla padre Ibrahim Faltas, vice presidente della Fondazione Giovanni Paolo Ii di Betlemme, e Maurizio Oliviero, amministratore dell’Adisu, l’Agenzia umbra per il diritto allo studio universitario. La presidente Marini ha rinnovato personalmente al sindaco di Betlemme gli auguri per l’elezione a primo cittadino, manifestandole anche il suo orgoglio “perché una donna guida l’amministrazione comunale di una città cui l’Umbria è particolarmente legata”. Nel corso del colloquio la presidente Marini ha ricordato i numerosi progetti di cooperazione internazionale che vedono impegnata l’Umbria nei territori palestinesi, ed anche nella stessa città di Betlemme, ed ha informato il sindaco Baboun della recente decisione del Ministero degli affari esteri di avviare una nuova fase dell’azione di cooperazione con la Palestina. La presidente Marini ha quindi ricordato il progetto di cooperazione internazionale “Ali della colomba” di cui la Regione Umbria è capofila e che è finanziato dal Ministero degli Affari Esteri. Un programma di sostegno alle Municipalità Palestinesi (con risorse anche di Banca Mondiale, Unione Europea ed altri donatori). L’obiettivo principale del programma è quello di migliorare le condizioni di vita del popolo palestinese nei Governatorati di Gerusalemme, Betlemme, Hebron, Khan Younis e nell’area di Gerusalemme Est, contribuendo alla ricostruzione di un sistema democratico e decentralizzato che incoraggi il coinvolgimento della popolazione nei processi decisionali e che sia in grado di garantire i servizi di base alle comunità locali, promuovendo piani di sviluppo adeguati. La signora Baboun ha a sua volta espresso la profonda gratitudine per la grande attenzione che l’Italia e l’Umbria per la sua terra e per la sua città: “per la nostra comunità – ha affermato il sindaco di Betlemme – è di fondamentale importanza che si continui e rafforzi il processo di cooperazione, soprattutto in una fase molto delicata per la convivenza pacifica tra palestinesi ed israeliani”.  
   
   
FVG, FONDO COMPLEMENTARE : TONDO, GARANZIA PER FUTURO CITTADINI FVG TUTTO PRONTO PER RACCOGLIERE ADESIONI  
 
Trieste, 11 dicembre 2012 - Un ottimo strumento per garantire un miglior futuro ai nostri cittadini, soprattutto in un periodo di forte incertezza. Il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha definito così il fondo territoriale di previdenza complementare del Friuli Venezia Giulia, i cui dettagli sono stati illustrati ieri nel corso di un incontro pubblico svoltosi a Udine nell´auditorium della Regione in via Sabbadini. "Quando abbiamo iniziato questo percorso con l´allora assessore Garlatti - ha detto Tondo - ci ho creduto dapprima come cittadino di questa regione e poi come presidente. In un momento di profondo cambiamento come quello attuale, siamo tutti preoccupati del nostro futuro e della qualità della vita. Pertanto, come amministratori, dobbiamo essere il più responsabili possibile e partecipi delle sicurezze per una comunità che invecchia. Per capire il contesto nel quale ci troviamo basti un dato per tutti, che illustra le difficoltà in cui si muove la Regione: nell´arco di 5 anni abbiamo subito un taglio delle risorse pari al 20 per cento, che per il 2013 si concretizza in un miliardo di euro in meno. Una riduzione, quella subita nel corso della legislatura, che sta mettendo a dura prova le finanze regionali e i servizi ai cittadini. Noi abbiamo retto l´urto con forza, ma alla fine di questa crisi - che sono sicuro terminerà - ci troveremo tutti di fronte ad un mondo diverso da quello che ci siamo lasciati alle spalle. In questa logica si inserisce il convegno di oggi, che porta a compimento un percorso il cui obiettivo è quello di garantire maggiori risorse per i lavoratori del Friuli Venezia Giulia che operano nell´ambito del territorio locale, ai quali garantire una qualità di pensione migliore grazie alla previdenza complementare". Illustrare a tutte le categorie economiche nonché ai sindacati e ai liberi professionisti gli obiettivi del fondo territoriale di previdenza complementare del Friuli Venezia Giulia, ora che le operazioni preliminari per la creazione dell´istituto sono state completate e si deve entrare nella fase di start up. È questo il senso dell´incontro svoltosi quest´oggi a Udine nell´auditorium della Regione, alla presenza del presidente della Regione, Renzo Tondo, dell´assessore alla Funzione Pubblica Elio De Anna, del direttore di servizio del personale Alessandra Vernier nonché di alcuni componenti del Consiglio direttivo del Comitato promotore del fondo stesso. L´iter per l´istituzione del fondo ha preso il via con la finanziaria del 2010 e si è concretizzato a luglio di quest´anno con l´approvazione della legge regionale n. 13 dell´8 giugno. Dopo il via libera alla norma, sono stati redatti e approvati sia lo Statuto che il Regolamento ed ora si deve entrare nella fase operativa. Destinatari del progetto sono tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia, anche quando cambiano lavoro, e coloro che operano in regione. Pertanto potranno parteciparvi i dipendenti, pubblici e privati, gli imprenditori e i liberi professionisti. Secondo uno studio preliminare affidato all´Università di Udine, il potenziale bacino di aderenti è di 521 mila lavoratori. "È stato calcolato - ha detto l´assessore De Anna - che nella fase di avvio al fondo potrebbero aderire circa 33 mila residenti in Regione, pari al 6,3 per cento del totale, con una raccolta iniziale di circa 60 milioni all´anno. Accanto a versamenti volontari, al Fondo potrà essere conferito in tutto o in parte il trattamento di fine rapporto già maturato (che in regione si stima ammonti a 2,5 miliardi di euro), con agevolazioni alle imprese per diluire gli esborsi. Aderire a questo strumento "locale" consente di mantenere bassi i costi di gestione e di innalzare parallelamente le prestazioni. La gestione territoriale, inoltre, permetterà di allocare parte delle sue risorse direttamente nel Friuli Venezia Giulia aumentando così gli investimenti a tutto vantaggio delle imprese locali. Ciò è quanto accade ad esempio anche nel servizio del trasporto pubblico locale, dove gli utili vengono reinvestiti in loco a tutto vantaggio dei cittadini delle quattro province". Sotto il profilo tecnico è stato spiegato che per quanti ne faranno richiesta, i contributi al fondo verranno versati dai datori di lavoro aderenti alle categorie che hanno firmato l´atto costitutivo del fondo. Ciò avverrà in misura almeno pari a quella stabilita dagli accordi collettivi nazionali delle corrispondenti categorie. La posizione individuale è formata da più parti: ossia il capitale accumulato, alimentato da contributi netti, dal Tfr, dagli importi derivanti da trasferimenti di altre forme pensionistiche complementari e da versamenti per il reintegro delle anticipazioni percepite. A questi vanno sottratti eventuali riscatti e anticipazioni. Per l´erogazione delle prestazioni pensionistiche in forma di rendita, il Fondo stipula apposite convenzioni con una o più imprese di assicurazione. Per rendere più capillare l´informazione in merito a questo nuovo strumento e far conoscere meglio i vantaggi che essa offre al sottoscrittore, al termine dell´incontro di quest´oggi si è deciso che in futuro verranno organizzate altre giornate di divulgazione. Dal canto suo l´assessore regionale De Anna ha auspicato l´avvio quanto prima del fondo con un numero di aderenti il più elevato possibile per raggiungere la massa critica che permetta una gestione finanziaria competitiva e quindi dare una garanzia di futuro certo ai lavoratori che operano in regione in un periodo di forte criticità.  
   
   
TOSCANA: FONDO SOCIALE EUROPEO, VERSO LA NUOVA PROGRAMMAZIONE 2014-2020  
 
Firenze, 11 dicembre 2012 – La fine del periodo di programmazione 2007-2013 del Fondo sociale europeo e la discussione in atto sul nuovo periodo 2014-2020 si inserisce in un contesto difficile, che ci vede ancora alle prese con la crisi più grave dal dopoguerra ad oggi. Se la Toscana, fino ad oggi, ha tenuto ferma la barra sugli interventi per la tenuta sociale, senza dimenticare di volgere lo sguardo verso una prospettiva di crescita e sviluppo, lo deve anche alle ricorse del Fse che, con il Programma operativo regionale 2007-2013, ha messo a disposizione oltre 664 milioni di euro. “E’ uno strumento che si è rivelato essenziale per fronteggiare la crisi, per sostenere l’occupazione, investire sul capitale umano a partire dall’infanzia, attuare iniziative a favore dei giovani, delle donne, dei soggetti deboli del mercato del lavoro. E’ uno strumento che ci serve ora e ci servirà nei prossimi anni. Per questo stiamo seguendo con attenzione e impegno la discussione che dovrà portare a determinare, per il nuovo periodo di programmazione, l’entità dei fondi”. Così, l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini è entrato nel vivo dei problemi al centro dell’annuale incontro sul Fondo sociale europeo “Verso la programmazione 2014-20120”, svoltosi oggi a Livorno nell’auditorium della Camera di Commercio. Gli scenari europei “Siamo preoccupati – ha detto Simoncini – per il mancato accordo sul bilancio europeo e sulle ipotesi di ridimensionamento dei fondi di coesione rispetto alle proposte della Commissione, ipotesi incoraggiate soprattutto da alcuni stati membri. Per questo, ribadendo la necessità di una dotazione adeguata, basata sulle necessità reali di stati e regioni, chiediamo al governo di fare la sua parte nel sostenere queste politiche e a tutti gli stati membri un’assunzione di responsabilità. Al governo italiano, in particolare, chiediamo poi di garantire un’adeguata compartecipazione e, nel caso di tagli a livello comunitario, di destinare i risparmi della quota italiana alle politiche regionali”. La Toscana ha le carte in regola per chiedere tutto questo. “Anche per questo – avverte Simoncini – rifiutiamo ogni logica di nuova nazionalizzazione e centralizzazione. Secondo noi, infatti, sono le Regioni la dimensione più adeguata nella gestione dei fondi comunitari, perchè hanno un forte legame con i territori e i loro fabbisogni”. Toscana virtuosa Lo stato di avanzamento, illustrato nel corso del convegno, dimostra la buona capacità di spesa della Toscana, che si colloca al di sopra della media italiana, confermandola come una delle Regioni più virtuose nell’utilizzo efficace delle risorse Fse. Il programma toscano ha approvato circa 42 mila interventi, per un valore di impegni pari a 490 milioni e di pagamenti pari circa 323 milioni di euro (lo scorso anno i pagamenti erano a quota 240 milioni) . Complessivamente, se si considera lo stanziamento complessivo, la percentuale di impegni tocca il 74%.I destinatari sono oltre 166 mila, di cui oltre il 50% donne.. Risorse per i giovani Dietro i numeri ci sono fatti molto concreti. Come ad esempio la creazione di nuove opportunità per i giovani, particolarmente penalizzati in questa fase: il tasso di disoccupazione fra i giovani è balzato al 25% rispetto al 14,4% del 2008 (il tasso complessivo è del 7,3%) con un aggravamento del fenomeno dei Neet (coloro che non sono né al lavoro nè a scuola) che oggi sono il 19% della popolazione giovanile, a fronte di un 12,5% del 2008. Per questo, grazie a rimodulazioni delle risorse Fse, abbiamo lanciato, un anno e mezzo fa, il progetto Giovanisì, introducendo con legge l’obbligo di retribuzione per tirocini e stage presso le aziende, per rendere più trasparente il mercato del lavoro e prevenire forme di sfruttamento occulto. Un successo: a fine estate le domande ammesse erano quasi 3000, una media di oltre 200 al mese. E guardano ai giovani anche gli incentivi per i master e i dottorati di ricerca, gli interventi per neo laureati e ricercatori, la mobilità transnazionale, i corsi di istruzione e formazione tecnica superiore, tutte iniziative che servono a favorire il raccordo fra formazione e mercato del lavoro, così come gli oltre 2000 corsi di formazione, per oltre 6500 allievi, finanziati con oltre 24 milioni di risorse Fse. Risorse per il lavoro Sono poi stati citati gli interventi svolti in questi anni per la tenuta sociale, il sostegno al reddito dei lavoratori, l’occupazione: dalla cassa integrazione in deroga (dal maggio 2009 a oggi, oltre 75 milioni di ore per circa 67 mila lavoratori e la mobilità in deroga per oltre 4000), agli incentivi alle imprese per l’assunzione di donne, disoccupati, giovani laureati e dottori in ricerca, lavoratori in mobilità, stabilizzazione di contratti a tempo determinato, persone che hanno perso il lavoro in vista della pensione (hanno coinvolto 2245 lavoratori, di cui oltre la metà donne, per un totale di quasi 12 milioni di euro). E ancora sono stati ricordati i 6.500 allievi usciti con un attestato dai circa 2 mila corsi di formazione finanziati grazie a oltre 24 milioni di risorse Fse, i voucher per la conciliazione fra famiglia e lavoro, l’alternanza scuola-lavoro. Fra le novità partite quest’anno, il bando uscito l’estate scorsa, per aiutare persone svantaggiate ad inserirsi nel mercato del lavoro, destinato a donne sopra i 40 anni, lavoratori sopra i 50, disabili. “Sono numeri imponenti – commenta Simoncini – dietro ai quali ci sono persone, tanti uomini, donne, ragazzi che hanno avuto, grazie a tutto questo, una chance. Siamo consapevoli del fatto che le politiche di austerità hanno reso per le Regioni e in particolare per la nostra, ancor più vitale il ricorso alle risorse e agli strumenti europei. E che non potremo farne a meno nemmeno in futuro. Per questo continueremo a confrontarci a tutto tondo, con i partner, con il governo, con la Commissione e gli altri organi Ue. Noi ci stiamo già lavorando e e inviteremo tutti a fare in fretta, per ridurre al minimo i tempi di decisione. Non solo non vogliamo perdere il treno dei fondi per i prossimi sei anni, ma non vogliamo nemmeno arrivare all’appuntamento in ritardo”.  
   
   
BASILICATA; FINANZIARIA 2013, RIUNIONE CONGIUNTA COMMISSIONI CONSILIARI IL PRESIDENTE DE FILIPPO HA ILLUSTRATO AI CONSIGLIERI REGIONALI LE LINEE GUIDA DELLA MANOVRA FINANZIARIA  
 
Potenza, 11 dicembre 2012 - Riunione congiunta delle Commissioni consiliari permanenti, ieri i, per ascoltare il presidente De Filippo sulla manovra finanziaria 2013 messa a punto dal governo regionale. “Una manovra – ha detto il governatore lucano – che prevede una serie di misure per la riduzione delle spese, così come previsto dai Dd.ll. N.95/2012 e n.174/2012, mediante la riduzione per l’esercizio 2013 dei relativi stanziamenti riguardanti principalmente le spese per consulenze (80%), per convegni e spese di rappresentanza (80%), per missioni (50%), per formazione (50%) e per manutenzione, esercizio e noleggio auto (50%). Se le Regioni – ha spiegato il Presidente – non osserveranno le recenti misure sulla riduzione della spesa andranno incontro a sanzioni significative quali la decurtazione nel 2013 dei trasferimenti erariali per un importo pari all’80%, oltre ad una ulteriore riduzione nei trasferimenti statali pari alla metà dell’importo erogato complessivamente a consiglieri ed assessori regionali”. “La manovra finanziaria regionale per il triennio 2013-2015 ha dovuto far fronte all’aggravarsi della crisi finanziaria ed economica – ha proseguito De Filippo. Nel corso del 2012 si sono susseguite norme che hanno imposto al comparto delle Regioni e degli Enti locali sostanziali interventi sui costi della politica e di riduzione delle spese secondo il principio per cui ogni livello di governo deve contribuire al risanamento del bilancio pubblico nazionale. La Giunta regionale con il Ddl che presenta all’approvazione consiliare, dà attuazione a tali norme facendo propri gli scopi della Spending Review. Nel Bilancio – ha sottolineato De Filippo – sono state previste tutte le risorse per sostenere il sistema delle imprese, lo sviluppo della società della conoscenza e in particolare dell’Università e della ricerca, la spesa sociale e il completamento degli investimenti pubblici. La dotazione finanziaria – ha aggiunto – è sufficiente per completare i programmi comunitari”. Il governatore lucano, poi, ha illustrato ai commissari i singoli articoli del disegno di legge ponendo l’attenzione sull’art.1 che prevede il limite massimo di indebitamento del bilancio della Regione Basilicata per l’esercizio finanziario 2013 che, tenuto conto delle operazioni di rimborso di prestiti, è determinato, in termini di competenza, in 61.554.451,54 euro; l’art.7 che detta le norme di attuazione delle misure di contenimento della spesa; l’art.9 che prevede i contributi agli enti locali per il mantenimento degli uffici giudiziari al fine di assicurare per il prossimo quinquennio un corretto equilibrio delle spese di gestione a carico degli enti locali; l’art. 12 che, in attuazione del D.l. N.138/2011, istituisce il Collegio dei revisori dei conti della Regione quale organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione che opera in raccordo con le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti. La capacità di indebitamento residua della Regione, relativamente all’esercizio 2013, ha detto De Filippo è pari a circa 39 milioni di euro e fra le principali allocazioni, sempre per il 2013, si prevedono quelle relative alla tutela della salute (1 miliardo e 40 milioni di euro), allo sviluppo economico e competitività (196 milioni di euro), ai trasporti e al diritto alla mobilità (150 milioni di euro), allo sviluppo sostenibile e alla tutela del territorio e dell’ambiente (149 milioni di euro), all’istruzione e diritto allo studio (12 milioni di euro), alla tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali (29.905 euro), all’agricoltura, politiche agroalimentari e pesca (37 milioni di euro), ai diritti sociali, politiche sociali e famiglia (23 milioni di euro), all’energia e diversificazione delle fonti energetiche (19 milioni di euro). Hanno partecipato alla seduta i consiglieri Autilio (Idv), Navazio (Ial), Mollica (Mpa), Gaudiano, Singetta e Mazzeo Cicchetti (Gm), Vita (Psi), Pagliuca, Castelluccio, Rosa e Napoli (Pdl), Scaglione (Pu), Straziuso, Robortella, Restaino, Santochirico e Dalessandro (Pd), Mancusi (Udc) e Romaniello (Sel).  
   
   
DALLA RIMODULAZIONE DEL POR CALABRIA FESR 2007/2013 VENTI MILIONI DI EURO IN PIÙ PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI  
 
Catanzaro, 11 dicembre 2012 - La Regione non è certo insensibile alle emergenze sociali che la grave crisi economica nazionale ed internazionale sta creando e si muove di conseguenza. Nell’ambito della recente rimodulazione del Por Calabria Fesr 2007/2013, approvata dalla Giunta, infatti, la somma di 16 milioni di euro che in un primo momento era stata destinata agli ammortizzatori sociali, è stata implementata in maniera sostanziosa e portata a 36 milioni di euro. Si tratta di uno sforzo notevole che certamente andrà a lenire le mille emergenze che in Calabria esistono in riferimento ai lavoratori precari, ai disoccupati ed a quanti si trovano oggi fuori dal mondo del lavoro. “E’ stata una decisione assunta tenendo conto delle oggettive necessità, in accordo anche con i sindacati, per aiutare tanti precari e tanti disoccupati ad affrontare il periodo di grande difficoltà -ha detto il Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti-. La Calabria non può permettersi un ulteriore sfilacciamento del proprio tessuto sociale e, pur nelle ristrettezze e nelle difficoltà del momento, ha ritenuto di fare la propria parte aumentando i fondi da destinare agli ammortizzatori sociali”. Anche l’assessore alla Programmazione, Giacomo Mancini, ha sottolineato come “l’azione della Giunta regionale, guidata dal Governatore Scopelliti, sia sempre attenta alle emergenze sociali”.  
   
   
RIUNITO IL CONSIGLIO REGIONALE DEI LAVORI PUBBLICI DELLA PUGLIA, FRA GLI ARGOMENTI DISCUSSI: SANITÀ, AMBIENTE, MMOBILITÀ  
 
Bari, 11 dicembre 2012 - Si è riunito ieri mattina a Bari il Consiglio regionale dei Lavori pubblici, presieduto dall´assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati. In particolare, il Consiglio ha approvato una prima perizia di variante del progetto di realizzazione del nuovo padiglione ospedaliero per accorpare le aree dell´emergenza urgenza del P.o. Oo.rr. Di Foggia, dell´importo di 65 milioni di euro. La variante e nata a causa di problematiche strutturali, poiché si è resa necessaria l´eliminazione di un secondo livello interrato per innalzamento della falda acquifera, che ha comportato altre verifiche architettoniche, distributive e impiantistiche. Il Consiglio ha inoltre approvato il progetto esecutivo dell´importo di 5 milioni di euro per i lavori di adeguamento alla vigente normativa di prevenzione incendi relativi al primo e secondo stralcio dei lavori di completamento del nuovo ospedale della Murgia. Le opere si sono rese necessarie per le nuove disposizioni normative. Approvata anche la perizia di variante al progetto esecutivo per i lavori di adeguamento a norma e rifunzionalizzazione del presidio ospedaliero di Bisceglie. La perizia nasce dalla necessità di eseguire interventi architettonici impiantistici per il manifestarsi di situazioni impreviste e imprevedibili al momento della redazione del progetto originario. Parere favorevole del Consiglio anche per la prima perizia di variante al piano di ammodernamento strutturale, tecnologico e organizzativo del progetto di completamento e soprelevazione della piastra esistente, installazione di tre impianti elevatori e acquisto di attrezzature elettromedicali presso il Presidio Ospedaliero Antonio Perrino di Brindisi, per un importo di 10 milioni di euro. Si tratta di una modifica di ubicazione di alcuni reparti e servizi in un apposito altro corpo di fabbrica adiacente e collegato alla torre più vicina. Inoltre sono previste modifiche minori al programma costruttivo originale. Approvazione poi per la seconda perizia di variante di €13.656.023,00, al progetto dei lavori di ricostruzione dei corpi A e B del monoblocco degli Ospedali Riuniti di Foggia. La perizia è necessaria al fine di apportare modifiche di destinazioni d´uso di tre dei sette livelli del corpo A e due dei quattro livelli del nuovo corpo B. All´esame del Consiglio è passata infine la seconda perizia di variante del progetto della nuova sede del Consiglio regionale, legata alla necessità di rendere indipendenti gli spazi esterni dalla nuova sede degli Assessorati e della nuova sede del Consiglio regionale.  
   
   
ENTI LOCALI, ASSEGNATI 3 MILIONI 900 MILA EURO IN FAVORE DEI PICCOLI COMUNI DELLA SARDEGNA CON MENO DI MILLE ABITANTI  
 
Cagliari, 11 Dicembre 2012 - L´assessorato regionale degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica ha disposto l´impegno dei 3 milioni 940 mila euro stanziati in favore dei piccoli comuni, con meno di mille abitanti, secondo il piano di spesa approvato dalla Giunta regionale l´11 luglio scorso. Il provvedimento che la Regione ha messo in campo è finalizzato alla concessione di contributi ai cittadini per attività socio-assistenziali, per interventi nel settore edilizio a favore delle famiglie e per interventi diretti alla promozione e lo sviluppo del sistema dei servizi, come previsto dalla Legge regionale 12 del 2011. L´assessorato degli Enti Locali vista la ristrettezza dei tempi entro i quali i comuni devono dare attuazione agli interventi, come stabilito dalla delibera della Giunta regionale del 1° dicembre 2011, ha previsto che il termine ultimo del 31 dicembre 2012 utile per la concessione dei contributi ai singoli beneficiari è da intendersi assolto con la sola pubblicazione dei relativi bandi. L´assessore Rassu. "Con questo provvedimento l´Esecutivo regionale, guidato dal presidente Cappellacci, sta portando avanti il suo programma di rilancio delle economie locali mettendo in campo ancora una volta tutta una serie di misure agevolative utili a dare respiro ai piccoli Comuni", ha sottolineato l´esponente della Giunta. "Nonostante le ristrettezze economiche che dobbiamo affrontare dovute alla crisi economica globale e alla pressione di un Patto di stabilità che sta frenando lo sviluppo delle amministrazioni locali dell´Isola - ha concluso Rassu - si stanno mettendo in circolo nei sistemi economici territoriali, importanti risorse atte a promuovere e sostenere le attività economiche e sociali esercitate nei piccoli comuni. In questo modo vogliamo rilanciare i sistemi economici sardi puntando alla base sostenendo direttamente le famiglie". I Fondi. Nello specifico i quasi 4 milioni di euro sono suddivisi in 440 mila euro per le attività socio-assistenziali, 1 milione di euro per interventi nel settore edilizio a favore delle famiglie e ancora 2 milioni e 500 mila euro per la promozione e lo sviluppo del sistema dei servizi. Seguendo delle precise direttive di attuazione l´intervento permetterà a 118 Comuni isolani di disporre di agevolazioni per le famiglie residenti verso le quali è previsto un contributo per ogni nuova nascita o adozione, un contributo a fondo perduto per l´acquisto, costruzione o ristrutturazione di immobili destinati a prima abitazione per coloro i quali trasferiscono nel piccolo comune la propria residenza da uno con popolazione superiore a 5mila abitanti e infine un contributo a fondo perduto in favore di chi avvia o trasferisce la propria attività artigianale, commerciale o professionale da un comune di oltre 5 mila abitanti a un piccolo comune.  
   
   
TRASPARENZA. MILANO TRA LE ECCELLENZE DI GESTIONE MUNICIPALE IN EUROPA LO SPORTELLO RECLAMI RICONOSCIUTO COME BEST PRACTICE DALL’ISTITUTO EUROPEO DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE  
 
 Milano, 11 dicembre 2012 - Milano è tra le migliori sette città europee per quanto riguarda l’efficacia gestionale e l’innovazione nella gestione dei servizi comunali. Lo sostiene Eipa (l’Istituto europeo di pubblica amministrazione) che, su commissione del comune di Bilbao, sta conducendo uno studio intitolato "Eccellenza nella gestione pubblica locale" (Excellence in Local Public Management) per raccogliere le migliori pratiche ed estenderle, "raccontandole", dal livello locale a tutta l’Europa. Il Comune è stato selezionato a seguito del riconoscimento ricevuto per il progetto “Sportello Reclami servizio di qualità”. Eipa ha individuato e selezionato, tra decine di città europee, le sette migliori iniziative realizzate in Europa sulla base di riconoscimenti ricevuti all´interno delle ultime due edizioni dell´European Public Sector Award (Epsa) e localizzate nelle città di: Bilbao, Milano, Tampere, Mannheim; Birmingham, Tallinn e Trondheim. Queste città ed i loro progetti sono diventate esempio per l’avvio di un’attività di benchmarking che consenta di sfruttare al meglio le loro esperienze e stimolare la trasmissione della conoscenza delle best practices da loro avviate, tra altri governi. “Pur essendoci diverse altre eccellenze fra le quali scegliere, quella di Milano è stata particolarmente apprezzata proprio per la filosofia di fondo: aumentare la qualità del servizio senza gravare sulle finanze dell´ente”, commenta Emanuele Padovani, Professore Associato di Public Management al Dipartimento di Scienze Aziendali dell´Università di Bologna e componente del comitato scientifico di Eipa. Lo Sportello Reclami è stato individuato da Epsa come best practice per il numero limitato delle risorse dedicate (3) in rapporto alla dimensione dell’Ente e alla domanda potenziale, per l’economicità dello strumento, implementato a costo zero attraverso risorse interne ed un applicativo “home made”; per la facilità di applicazione in ogni ente e struttura; per il monitoraggio e la tracciabilità di tutti i passaggi della gestione e la possibilità di collegare la risposta ad una specifica azione concreta messa in atto (reclamo, modalità di intervento, responsabile, tempi di messa in opera e controllo della performance) e per la reportistica dettagliata suddivisa per direzioni centrali, categorie ed aree tematiche dei reclami e per zone. Infine, la possibilità di accedere al servizio dal sito del Comune, via fax, posta ordinaria, tramite l’infoline telefonico e qualunque sportello comunale aperto al pubblico. Lo Sportello Reclami si propone, quindi, quale modello di eccellenza nell’ambito dei sistemi di gestione dell’ascolto del cittadino e esce dai confini territoriali italiani diffondendo la propria procedura quale modello a livello europeo.  
   
   
CIG IN DEROGA, LA TOSCANA SPERA CHE L’EMENDAMENTO SIA APPROVATO. MA SERVIRANNO ALTRE RISORSE  
 
Firenze, 11 dicembre 2012 – “Se l’emendamento sulla cassa integrazione in deroga diverrà legge si tratta di un primo risultato positivo della pressione delle Regioni”. E’ il commento dell’assessore alle attività produttive e al lavoro della Toscana, Gianfranco Simoncini, all’emendamento alla legge di stabilità presentato a Palazzo Madama a Roma e che metterebbe a disposizione 400 milioni in più per gli ammortizzatori sociali rispetto agli 800 già previsti. L’emendamento avrebbe già ricevuto il via libera dalla Ragioneria dello Stato. “Non siamo ancora alla disponibilità delle risorse necessarie per coprire tutto il 2013” sottolinea Simoncini. Il quadro è drammatico e servirebbe molto di più. Nel 2012 la spesa in Italia si avvia superare i 2 miliardi, il doppio di quanto stanziato (compresi i 400 milioni ora messa a disposizione all’emendamento); in Toscana sempre quest’anno sono state erogati 130 milioni e per il 2013 finora ce n’erano a disposizione solo 42. “Se la disponibilità è chiaramente ancora insufficiente – conclude l’assessore – l’emendamento è comunque un segnale importante di attenzione che garantisce maggiori risorse che permetteranno di evitare il blocco delle autorizzazioni a maggio o giugno, consentendo qualche mese in più di intervento. Si tratta ora di proseguire la pressione affinché si trovino altre risorse per dare tranquillità per tutto l’anno”.  
   
   
CAFFARO: VERSO VIA LIBERA A PROLUNGAMENTO CASSA INTEGRAZIONE  
 
Trieste, 11 dicembre 2012 - Schiarita per il futuro dei lavoratori della Caffaro. L´assessore regionale al Lavoro Angela Brandi ha incontrato ieri pomeriggio a Roma il direttore generale responsabile per gli ammortizzatori sociali del Ministero del lavoro, Giuseppe Mastropietro, dal quale ha ricevuto un sostanziale assenso alla richiesta di un ulteriore periodo di cassa integrazione in deroga per un massimo di sei mesi a partire dal 1 gennaio 2013. "Questo risultato - ha detto l´assessore Brandi - è dovuto anche alla determinazione con cui la Regione ha seguito la vicenda e al tempismo con cui ha segnalato al Ministero l´evoluzione relativa all´acquisto dell´Area 7 da parte della Newco composta da Bartolini, Bracco, Friulia". "A questo punto - ha concluso l´assessore - siamo fiduciosi di accompagnare i lavoratori nel percorso che li porterà all´assunzione nel momento in cui verrà attuata la riconversione".  
   
   
VALLE D’AOSTA: APPROVATI I CRITERI E LE MODALITÀ ATTUATIVE DELLA RIDUZIONE DELL’IRAP PER LE NUOVE ASSUNZIONI DI PERSONALE A TEMPO INDETERMINATO.  
 
 Aosta, 11 dicembre 2012 - L’assessorato del bilancio, finanze e patrimonio ricorda che dal 1° gennaio 2013 entrerà in vigore una nuova agevolazione fiscale sotto forma di riduzione dell’aliquota Irap dedicata agli operatori economici che effettueranno assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato, riduzione pari allo 0,92 per cento. L’agevolazione, prevista dalla legge regionale n. 30 del 2011 con l’obiettivo di incentivare l’occupazione stabile, è fruibile per tre anni d’imposta a decorrere dal momento dell’assunzione dei nuovi lavoratori, (anche con rapporti di lavoro a tempo parziale, corrispondente ad almeno il 40 per cento della prestazione lavorativa a tempo pieno) con l’obbligo di mantenere in forza i nuovi lavoratori per lo stesso periodo. Nella seduta del 7 dicembre della Giunta sono stati definiti i criteri e le modalità applicative della riduzione dell’Irap legata alle nuove assunzioni di personale a tempo indeterminato. L’agevolazione fiscale è utilizzabile dagli operatori economici di tutti i settori che rispettino le condizioni stabilite dalla legge regionale e dal documento approvato oggi. Per poter fruire della riduzione Irap è necessario rispettare una soglia minima di incremento occupazionale, determinata dalla legge regionale n.30 del 2011. Ovviamente è auspicabile che le assunzioni siano effettuate in misura maggiore alla soglia minima richiesta. Sono considerate nuove assunzioni anche le trasformazioni a tempo indeterminato. Per mantenere il diritto a fruire della riduzione per gli anni successivi al primo non deve registrarsi un decremento nel numero dei lavoratori a tempo indeterminato. «Questa nuova agevolazione – sottolinea l’Assessore Leonardo La Torre - risulta interessante per gli operatori economici valdostani, in quanto va ad aggiungersi alle misure e ai contributi previsti per l’assunzione di lavoratori dal Piano triennale di Politica del lavoro 2012-2014, ed è mia convinzione che rappresenti un segnale positivo da parte della Regione nei confronti delle imprese che operano in Valle d’Aosta in questo difficile periodo.» Per usufruire dell’agevolazione, gli operatori economici devono presentare una segnalazione di incremento occupazionale al Dipartimento politiche del lavoro prima dell’utilizzo della riduzione d’imposta. Le segnalazioni presentate dagli operatori saranno iscritte nell’apposito Registro degli incrementi occupazionali creato con l’obiettivo di monitorare l’utilizzo dell’iniziativa da parte degli operatori economici e di permettere alle strutture interessate le verifiche e i controlli stabiliti dalla normativa vigente. «Ricordo anche – aggiunge l’Assessore al bilancio, finanze e patrimonio La Torre - che dal 1° gennaio prossimo sarà in vigore un’agevolazione Irap che interesserà le nuove imprese che inizieranno a operare sul territorio regionale, misura che prevede una riduzione dell’aliquota per i primi 4 anni di imposta.»  
   
   
CALABRIA: PUBBLICATO IL NUOVO BANDO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI ALLE AZIENDE PER INCENTIVARE L’ASSUNZIONE E LA FORMAZIONE DI CINQUEMILA GIOVANI APPRENDISTI  
 
Catanzaro, 11 dicembre 2012 - L’assessorato regionale al Lavoro ha reso noto che è stato pubblicato, sul burc di venerdì’ scorso, sette dicembre, il nuovo bando per la concessione di contributi alle aziende per incentivare l’assunzione e la formazione di cinquemila giovani apprendisti nell’ambito del contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere. Un intervento che si unisce ai precedenti bandi già pubblicati (Fondo di Garanzia e Dote per laureati) e che fa parte delle dieci misure a sostegno dell’occupazione calabrese, predisposto dall’assessorato regionale al ramo, per il quale sono state impegnate risorse pari a 161 milioni di euro. Nel caso specifico, la Regione impegnerà 20 milioni di euro, per garantire a cinque mila giovani calabresi, in età compresa tra i 18 e i 29 anni, un contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere. L’obiettivo è quello di supportare, allo stesso tempo, sia la formazione che l’assunzione dei giovani calabresi, sviluppando le loro competenze e contribuendo a migliorare la capacità delle aziende di accogliere, affiancare, formare e inserire all’interno dei processi produttivi i giovani in apprendistato. Il bando prevede la concessione di un contributo di 3 mila euro ad azienda, per ogni apprendista assunto, a copertura dei costi sostenuti per la formazione del referente aziendale e per l’attività di “tutoraggio” svolta a beneficio dell’apprendista. All’azienda sarà corrisposto inoltre, un contributo pari a mille euro per ogni apprendista, a copertura dei costi sostenuti per la formazione degli apprendisti di 120 ore, che dovrà essere svolta in aula da un ente di formazione accreditato. I datori di lavoro che assumono con contratto di apprendistato potranno beneficiare oltre agli incentivi previsti dal bando regionale anche delle agevolazioni previste dal Governo nazionale che prevedono tra l’altro il completo esonero da ogni onere contributivo per tre anni. Il bando è a sportello e pertanto i datori di lavoro interessati potranno presentare subito le domande di agevolazione che, una volta istruite saranno subito finanziate. Potranno presentare le domande anche i datori di lavoro che hanno già assunto i giovani a partire dal 26 Aprile 2012. “Stiamo rispettando – ha sottolineato Stillitani – anche la tempistica prevista per l’uscita di ogni bando, ha dichiarato Stillitani, per realizzare nel più breve tempo possibile una nuova e più stabile occupazione, con la creazione di 15 mila nuovi posti di lavoro. Ribadisco ancora una volta che il mio intento non è semplicemente quello di spendere le risorse ma di spenderle bene e per far questo è necessario prevedere modalità e forme di aiuto che permettano ai lavoratori di non essere licenziati alla fine dei periodi di incentivazione ma di continuare a lavorare a tempo indeterminato”  
   
   
FIRENZE: ERASMUS PER GIOVANI IMPRENDITORI STUDIARE L´IMPRESA ALL´ESTERO. METROPOLI FA DA INTERMEDIARIA  
 
Firenze, 11 dicembre 2012 - Erasmus per Giovani Imprenditori, promosso e finanziato dall´Unione Europea (www.Erasmus-entrepreneurs.eu) è un nuovo programma che promuove l´imprenditorialità, l´internazionalizzazione e la crescita di imprese in fase di avviamento e di Pmi consolidate nell´Unione Europea, favorendo il trasferimento di know how e di competenze di gestione per la direzione di Pmi. Il progetto "Erasmus per Giovani Imprenditori" rappresenta una risposta innovativa alla doppia sfida di stimolare l´imprenditorialità e di incoraggiare le imprese transfrontaliere e la cooperazione in Europa. Erasmus per Giovani Imprenditori rappresenta un’opportunità per i giovani che vogliono sviluppare progetti di auto imprenditorialità attraverso un soggiorno da 1 a 3 mesi (per un massimo di 6) presso un imprenditore già affermato nella sua Pmi in un altro paese dell´Ue e per le imprese che possono ospitare un potenziale imprenditore che potranno pertanto arricchire le conoscenze in merito ad altri mercati europei, sviluppare contatti internazionali e costruire nuove opportunità di collaborazione all’estero. Operando sul campo e imparando da un imprenditore esperto in un altro paese europeo, i nuovi imprenditori guadagneranno in competenze e prospettive che si riveleranno fondamentali durante la fase di start-up dell´impresa, stimolando anche l´attività transfrontaliera e quindi la probabilità di successo. Nell’ambito del programma, Metropoli ha il ruolo di Intermediary Organization (Io) e potrà supportare sia gli aspiranti imprenditori che vorranno sviluppare un’idea imprenditoriale sia le imprese che, mediante la partecipazione al programma, potranno espandere il loro network aziendale internazionale. Per maggiori informazioni contattate Metropoli, azienda speciale della Cciaa di Firenze, 055.2671.609 renata.Mastracca@metropoliaziendaspeciale.it    
   
   
CONSULTE GIOVANI DEI TRE GRUPPI LINGUISTICI A CONFRONTO SULLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE  
 
Bolzano, 11 dicembre 2012 - Sulla disoccupazione giovanile in Alto Adige e sulle misure poste in essere per contrastarla si è incentrato il primo incontro congiunto durante la legislatura delle Consulte giovani dei tre gruppi linguistici svoltosi di recente. Tra le richieste un´offerta formativa più flessibile per migliorare le conoscenze linguistiche, un punto di informazione e consultenza per favorire i giovani nell´avviare un´attività lavorativa autonoma. I membri delle tre Consulte Giovani si sono confrontati sullla situazione della disoccupazione giovanile in provincia di Bolzano in una tavola rotonda moderata con Werner Pramstrahler (Istituto promozione dei lavoratori Afi-ipl), Rolanda Tschugguel (Ufficio Orientamento scolastico e professionale), Michael Mayr (Ufficio Servizio lavoro) e Stefan Luther (Ufficio Osservatorio Mercato del lavoro). Nell´ambito della discussione è emerso, dati alla mano che la situazione in Alto Adige non risulta essere così problematica rispetto ad altre realtà territoriali in Europa, ma che la disoccupazione colpisca i giovani altoatesini in modo differente, con maggiore incidenza nelle aree urbane. I rappresentanti delle Consulte giovani hanno condiviso sulla sempre maggiore importanza di conoscere la seconda lingua sottolineando la necessità a tal fine di un sistema formativo più flessibile e di maggiori possibilità di utilizzo della seconda lingua in ambito extrascolstico. Un problema particolarmente attuale, come è stato sottolineato durante l´incontro, sono i contratti di lavoro precari che creano difficoltà ai giovani nel programmare il loro futuro. Un aspetto ritenuto interessante è che sempre più datori di lavoro pongano rileivo sui cosiddetti "soflskills", ovvero capacità di tipo sociale e sulle competenze decisionali e direttive, che possono essere acquisite in primo luogo nell´ambito di attività di volontariato. A tal riguardo i giovani si attendono un riconoscimento formale migliore di queste attività da parte della scuola. Tra le richieste vi è quella di un centro di informazione e consulenza per i giovani che intendono avviare un´attività lavorativa autonoma. Al termine dell´incontro è stata espressa l´intenzione di organizzarne un altro nella primavera 2013 per proseguire nella trattazione di proposte ed idee.  
   
   
SICUREZZA: DAL RAPPORTO DI “AVVISO PUBBLICO” EMERGE L’AUMENTO DI MINACCE ED INTIMIDAZIONI CONTRO LA P.A.  
 
 Roma, 11 dicembre 2012 - Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti ha partecipato questa mattina alla presentazione del rapporto di "Avviso Pubblico". L’evento si è svolto presso la Sala Di Liegro di Palazzo Valentini. Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, è un’Associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati. Attualmente "Avviso Pubblico" conta più di 200 soci tra Comuni, Province, Regioni. Ebbene, i dati contenuti nel Rapporto "Amministratori sotto tiro. Intimidazioni mafiose e buona politica" appaiono allarmanti. Risulta in aumento il numero delle minacce e delle intimidazioni mafiose e criminali nei confronti degli amministratori locali e del personale della Pubblica amministrazione. Si è passati infatti da 212 casi del 2010 ai 270 fatti censiti nel 2011 (+27%). Gli atti intimidatori non si registrano soltanto nel Mezzogiorno, dove si conta la maggiore ricorrenza dei casi, ma anche nelle regioni centro-settentrionali dell´ Italia, tra cui il Lazio, la Toscana, l´ Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige. Le minacce appaiono sia dirette contro le persone, che indirette ovvero che colpiscono strutture e mezzi comunali. Nel 2012 è un anno in cui si registra un record negativo dei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, che sono arrivati al numero di venticinque. Nel 2011, secondo quanto emerso dall´ analisi, giunta alla seconda edizione, ci sono stati mediamente 22,5 atti intimidatori al mese, pari a 5 ogni settimana, 1 ogni trentaquattro ore. Dal punto di vista temporale, il maggior numero di atti intimidatori e di minacce si e´ registrato nel primo semestre,139 casi, con un picco assoluto nel mese di gennaio (42casi), mentre il dato più basso si e´ registrato nel mese di dicembre (14 casi). Gli atti intimidatori possono essere suddivisi in diretti, quando sono rivolti alle persone in modo specifico, e indiretti, quando sono rivolti a strutture e mezzi di appartenenza degli enti locali. Nel 2011 sono stati censiti 233 atti intimidatori diretti, 200 contro amministratori pubblici (il 74% a livello nazionale),33 contro impiegati e dirigenti della Pa, 37 atti intimidatori indiretti contro scuole, magazzini, mezzi e altre strutture comunali. Sono soprattutto i sindaci ad essere oggetto di intimidazioni, seguiti da assessori, presidenti del consiglio comunale e consiglieri. Tra le regioni italiane, le più colpite sono: Calabria, Sicilia, Campania e Puglia. Per il primo anno, poi, compaiono Lombardia e Lazio rispettivamente con 9 e 7 casi. A livello provinciale, il territorio romano è presente con 6 casi, il 2% del totale nazionale. "Il rapporto - ha affermato il presidente Zingaretti - conferma il lavoro prezioso che Avviso pubblico fa per non far spegnere i fari su questo problema e ci racconta bene la gravità e l´ allarme che questi dati dovrebbero lanciare. Sono utili anche per aprire una riflessione più complessa su un altro dato: il cambiamento di questi anni è il peggioramento della cultura della legalità. C´è una aggravio della coscienza civile, che è la base di un paese democratico”. “Spesso – ha aggiunto Zingaretti – la crisi economica può diventare, in modo sbagliato, un modo di arrangiarsi che potrebbe far sorridere ma è la via giusta. La giustificazione della sopravvivenza è tra noi, e´ scritto nei numero dei disoccupati, dei cassa integrati, della disoccupazione giovanile. Lo Stato sta facendo in tanti campi, dalla presenza per il sociale, tanti passi indietro portando gli enti locali a fare passi indietro, chiudendo un commissariato o un ospedale lasciando vuoto luoghi del territorio”. “I dati – ha concluso Zingaretti – ci dicono la risposta deve essere sviluppo ed economia sana. Un Paese che non ha più risorse per essere presente è uno Stato che lascia spazio ad altri. Il fatto che il Lazio compaia per la prima volta ha un motivo e cioè che questo territorio è diventato un luogo per le mafie per il riciclaggio e la pulizia del denaro sporco".  
   
   
CENTRI FAMIGLIE IN EMILIA–ROMAGNA COMPIONO VENT’ANNI  
 
Bologna, 11 dicembre 2012 - Sono 27 i Centri famiglie che operano sul territorio emiliano-romagnolo. Nati a seguito della legge regionale 27 del 1989 per realizzare adeguate politiche di sostegno alle famiglie con figli. Un convegno a Bologna. In pochi anni, dal 1992 nove Comuni hanno formalizzato l’apertura del proprio Centro per le famiglie (Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì, Lugo, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza), seguiti a fine anni novanta da altri cinque Rimini, Carpi, Imola, Faenza e Cesena costituendo a vent’anni di distanza una rete unica in Italia. Un approfondimento sui Centri famiglie sarà al centro di un convegno, in occasione dei vent´anni di attività, che si terrà a Bologna martedì 11 dicembre 2012 dalle ore 9,30 fino ore 16, nella sala Auditorium di viale A. Moro 18. Aprirà i lavori della mattinata Teresa Marzocchi, assessore regionale Politiche sociali: tra i relatori la professoressa Paola Milani dell’Università di Padova e Cecilia Edelstein del Centro Shinui di Bergamo . Con la loro realizzazione si è offerto uno spazio e un tempo per l´ascolto delle famiglie nei momenti delicati e difficili del lungo percorso di crescita dei figli: proprio sul percorso di ascolto dei bisogni dei genitori si è costruito l´offerta dei servizi dei centri. I dati precisi sull’attività dei centri partono dal 2003 e vengono raccolti ed elaborati dall’assessorato regionale alle Politiche sociali in collaborazione con l’unità di documentazione Gift del Comune di Ferrara e ai coordinatori dei 27 Centri per le famiglie. Tra il 2003 e il 2011 gli accessi di persone agli sportelli dei servizi informazione famiglie e bambini sono sempre risultati in aumento: 8699 nel 2003, 16609 nel 2007, 25435 nel 2009, fino ai 26891 del 2011 di cui in questo anno 11.452 lo hanno fatto per la prima volta e 11.123 sono stranieri. Durante il convegno il racconto di come sono oggi i centri per le famiglie in Emilia-romagna presentando oltre ai dati relativi al lavoro svolto, temi più specifici che attengono alle tre principali aree di funzionamento: informazione e vita quotidiana, sviluppo delle risorse di comunità e promozione e sostegno della genitorialità.  
   
   
BOLZANO: APPROVATO IL DDL SUL SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA  
 
Bolzano, 11 dicembre 2012 - Via libera ieri della Giunta provinciale al disegno di legge sul sostegno alla famiglia, che doterà di un quadro organico tutte le misure per la tutela e lo sviluppo della famiglia nelle sue diverse tipologie. Con la nuova legge la politica per la famiglia si sviluppa su tre pilastri e delinea una chiara impostazione nei diversi settori, ad esempio quello dell´assistenza all´infanzia. Un´azione coordinata tra Provincia e Comuni, l´armonizzazione di prestazioni e servizi all´interno di un unico quadro legislativo: due risultati raggiunti grazie al disegno di legge sul sostegno alla famiglia approvato dalla Giunta provinciale su proposta dell´assessore Richard Theiner, dopo un lavoro preparatorio sul territorio con gli esperti e le associazioni. Come ha ricordato il presidente Luis Durnwalder al termine della seduta, "il disegno di legge si propone di raccogliere organicamente tutte le misure di promozione, non solo quelle di natura finanziaria, e tutte le disposizioni inerenti alla famiglia, in modo da garantire un maggiore coordinamento, semplificare ed evitare doppioni." La bozza passa ora al vaglio della commissione e del plenum in Consiglio provinciale. Tre sono i punti cruciali del ddl: la famiglia e le competenze genitoriali vanno rafforzate precocemente attraverso un´ampia offerta di misure di accompagnamento e consulenza; la conciliazione famiglia-lavoro va potenziata con interventi a vari livelli; le famiglie vanno sostenute in misura maggiore sul piano finanziario e dei servizi. Nel delicato ambito dell´assistenza all´infanzia la nuova legge provinciale va in una direzione precisa: "L´assistenza fornita da servizi quali le Tagesmütter o le microstrutture per l´infanzia non vanno messe in contrapposizione alla cura dei bambini tra le mura di casa. È una discussione che non serve a nessuno, entrambe le forme sono una necessità della società di oggi ed entrambe vanno sostenute", sottolinea l´assessore Richard Theiner, che ricorda come la Provincia abbia il compito di "offrire le condizioni adeguate allo svolgimento di questi servizi, cosa che si garantisce grazie alla nuova legge." Sul fronte dell´assegno al nucleo familiare, si punta ad accorpare e rafforzare in maniera significativa le diverse misure finanziarie oggi esistenti. "Una domanda e una prestazione finanziaria corrisposta in modo omogeneo devono essere il nostro obiettivo, le modifiche necessarie saranno attuate in accordo con la Regione", aggiunge l´assessore. Con la nuova legge sul sostegno alla famiglia verrà introdotta su tutto il territorio anche una Carta famiglia (sulla base della Carta dei servizi) che permetterà alle famiglie con figli di beneficiare di migliori condizioni economiche in strutture pubbliche e private.  
   
   
LAZIO, BONUS BEBE’, POLVERINI: ANTICIPATA AL 12 DICEMBRE CONSEGNA VOUCHER  
 
Roma, 11 dicembre 2012 - E’ stata anticipata al 12 dicembre l’erogazione dei bonus bebè 2011, messi a disposizione dalla Regione Lazio. Da mercoledì prossimo le famiglie dei bambini nati dal 1 gennaio al 31 dicembre 2011, che hanno fatto domanda per il bonus, potranno recarsi presso i Comuni di residenza per il ritiro dei voucher. “Vogliamo fare in modo che il maggior numero di famiglie beneficiarie del bonus possano ritirarlo entro il periodo natalizio. Si tratta di un aiuto concreto – dichiara la presidente della regione Lazio, Renata Polverini – che dimostra l’impegno di questa Giunta a sostegno delle categorie più in difficoltà. Nonostante le minori risorse del governo, non abbiamo rinunciato a garantire i necessari finanziamenti alle politiche sociali”. Sono 20.718 i bambini, 20.265 famiglie, che beneficiano del bonus bebè 2011 con 364 Comuni coinvolti e le 19 municipalità di Roma Capitale. I bonus bebè 2011 saranno erogati attraverso un carnet di voucher, da 15 euro ciascuno, per una somma complessiva di 450 euro a bambino da spendere, entro il 31 dicembre 2013, presso una rete di oltre 2000 punti convenzionati nel Lazio: farmacie, supermercati, alimentari, negozi di abbigliamento e articoli per l’infanzia per acquistare prodotti per l’infanzia. L’elenco è disponibile sul sito www.Socialelazio.it. Insieme ai voucher ogni famiglia assegnataria disporrà anche di due card: la Farma Card e la Card Club Bonus Bebè per accedere a sconti e vantaggi esclusivi presso le farmacie e i negozi convenzionati.  
   
   
CONVEGNO: “PERCHÉ È NECESSARIO INSEGNARE LA SALUTE SESSUALE AI NOSTRI FIGLI MASCHI”  
 
Roma, 11 dicembre 2012 - Venerdì 14 dicembre, dalle ore 15 alle ore 18, a Palazzo Valentini, si terrà il convegno “Perché è necessario insegnare la salute sessuale ai nostri figli maschi”. All’appuntamento parteciperà l’assessore alle Politiche scolastiche della Provincia di Roma Paola Rita Stella. Ai lavori prenderanno parte autorevoli esperti: giuristi, dirigenti scolastici, medici e rappresentanti dei genitori. In questa occasione saranno presentati i risultati del progetto Nemo per la prevenzione delle patologie andrologiche nei ragazzi.  
   
   
LIGURIA APPOGGIA CAMPAGNA UNICEF "IO COME TU" PER CITTADINANZA ONORARIA AI BAMBINI NATI IN ITALIA DA IMMIGRATI  
 
Genova, 11 dicembre 2012 - La Giunta regionale aderisce all´appello dell´Unicef per conferire la cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia da immigrati, attraverso la campagna nazionale "Io come tu". Lo ha fatto venerdì 7 dicembre approvando un argomento di Giunta presentato dagli assessori all´immigrazione e alle politiche sociali, Enrico Vesco e Lorena Rambaudi che verrà portato, nei prossimi giorni, all´attenzione del consiglio regionale per l´approvazione. L´obiettivo è quello di sensibilizzare il Parlamento per cambiare l´attuale legge sulla cittadinanza italiana e richiamare l´attenzione sull´uguaglianza dei diritti di tutti i minori, senza alcuna discriminazione tra i bambini e gli adolescenti e invitando i Comuni italiani a conferire, con apposite delibere, la cittadinanza ai minori stranieri residenti sul proprio territorio. "La Giunta ha voluto aderire a questo appello – spiegano gli assessori Vesco e Rambaudi – visto che la legge non permette di riconoscere giuridicamente la cittadinanza ai figli degli immigrati. Si tratta di un´iniziativa frutto di civiltà e anche segnale culturale e politico importante. Per questo siamo convinti che anche il consiglio regionale e i Comuni liguri vorranno accoglierlo". Oggi sono quasi un milione i minorenni di origine straniera che vivono in Italia, di questi più di 500.000 sono nati sul territorio nazionale. Secondo i dati Istat in Liguria i cittadini stranieri regolarmente presenti sono circa 136.000, di questi il 22,6% minorenni.  
   
   
IL RACCONTO LUNGO SEDICI ANNI DEL MEETING TOSCANO SUI DIRITTI UMANI  
 
Firenze, 11 dicembre 2012 – Sedici meeting sui diritti umani in sedici anni. Il primo si svolse il 10 dicembre 1997 e coincise con le celebrazioni del 50° anno dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Il tema fu l’abolizione della pena di morte: proprio il Granducato di Toscana abolì infatti per primo nel mondo la pena capitale per qualsiasi reato il 12 novembre 1786. Il secondo anno la riflessione si concentrò su come passare dalle parole ai fatti, cioè con quali azioni concrete far sì che i principi contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti umani possano diventare realtà in tutto il mondo: ne venne fuori un dibattito sulle nuove frontiere dei diritti umani, con esponenti del mondo delle istituzioni, della cultura, del giornalismo e dell’associazionismo e testimoni provenienti da varie parti del mondo. I bambini sono stati i protagonisti della terza edizione: “Infanzia oltre le barriere”. Del resto nel 1999 si festeggiavano i dieci anni della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, il più condiviso e secondo alcuni il più innovativo trattato sui diritti umani che sia mai stato approvato dalle Nazioni Unite. La povertà nel mondo è stata al centro dell’edizione 2000, la quarta. Nel 2001 l’attenzione si è concentrata sulle nuove schiavitù: tante storie raccontate dai diretti protagonisti, storie di lavoro minorile, storie di bambini soldato e poi ancora bambini e ragazzi che diventano merce nel mercato del sesso. Dell’oro blu, ovvero dell’acqua che è il bene primario per tutti e che domani potrebbe essere la causa di guerre nel mondo, si è parlato nel 2002. E poi ancora farmaci e medicine nel 2003, l’informazione come diritto nel 2004, la pace nel tempo di guerra nel 2005, la Costituzione e la cittadinanza come diritto nel 2006, la libertà religiosa e il dialogo tra credenti e non credenti nel 2007, il diritto che molti diritti ancora non hanno nel 2008 con ospite Ingrid Betancourt e la cooperazione internazionale e la riconciliazione nel 2009. Nel 2010 il meeting sui diritti umani è stato dedicato alla libertà delle idee. Nel 2011, dopo le idee, è toccato alle persone che liberamente dovrebbero spostarsi nel mondo, ma non sempre accade. L’appuntamento di quest’anno, di nuovo al Mandela Forum con migliaia di ragazzi, sarà con il diritto al lavoro.