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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Dicembre 2012
DISCORSO DEL PRESIDENTE BARROSO ALLA CONFERENZA DEI PRESIDENTI DEL PARLAMENTO EUROPEO SUI RISULTATI DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 13-14 DICEMBRE 2012  
 
 Bruxelles, 18 dicembre 2012 - Di seguito il testo dell’ Intervento: “ Presidente del Parlamento europeo, Il presidente del Consiglio europeo, Onorevoli parlamentari, Quando ti ho rivolto la settimana scorsa a Strasburgo ho detto che questo non è il momento di compiacersi e questo Consiglio europeo è stata l´occasione per prendere le decisioni necessarie per il cammino verso una profonda unione economica e monetaria, e di definire le azioni che dovranno essere progressivamente consegnati nei mesi, settimane e anni a venire. Misurata contro questi obiettivi, la scorsa settimana ha registrato progressi. La svolta sul meccanismo unico di vigilanza per le banche impostare la nota giusta per le europee discussioni riunione del Consiglio del sindacato bancario. Le proposte sul meccanismo unico di vigilanza adottate dalla Commissione il 12 settembre scorso ha consentito per la posizione unanime da parte del Consiglio il 12 ° dicembre, solo tre mesi dopo. Il Parlamento con i suoi due relatori, onorevoli Thyssen e l´onorevole Giegold ha lavorato altrettanto rapidamente, il che significa che le discussioni trilogo verso l´adozione definitiva può iniziare questa settimana. Ciò dimostra che, nel pieno rispetto per la nostra struttura unica istituzionale, l´Unione può andare avanti sulla politica giusta al momento giusto, se vi è la volontà politica. L´unico meccanismo di controllo è una pietra fondamento indispensabile del sindacato bancario. E ´il complemento necessario alla moneta unica, ma viene consegnato in un modo che è aperta a tutti ed è approvata dai 27 Stati membri nel quadro trattato. Ciò dimostra che non vi è contraddizione necessaria tra approfondimento dell´Uem, pur mantenendo l´integrità del mercato unico e l´Unione europea nel suo insieme. Si porta anche più vicina la possibilità di ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del Mse. Il Consiglio europeo ha ribadito che è indispensabile per spezzare il circolo vizioso tra banche e sovrani. Ha convenuto che a seguito della dichiarazione giugno Summit 2012 nell´area dell´euro e negli ottobre 2012 conclusioni del Consiglio europeo, un quadro operativo dovrebbero essere decisi nel più breve tempo possibile nel primo semestre del 2013, in modo che quando un efficace meccanismo di controllo unico è stabilito, la Commissione europea Meccanismo di stabilità, a seguito di una decisione normale, avere la possibilità di ricapitalizzare direttamente le banche. Ora è importante per assicurare la rapida conclusione dei negoziati sulle regole di capitale della banca e l´armonizzazione della risoluzione banca nazionale ei sistemi di garanzia dei depositi. Queste proposte sono al centro del codice unico per il settore bancario - le norme comuni sostanziali che il meccanismo unico di vigilanza e le autorità di vigilanza nazionali si applicano. Esorto tutti gli attori a lavorare per un accordo su tali proposte il più presto possibile. Ho annunciato al Consiglio europeo che la Commissione poi presentare una proposta per un meccanismo di risoluzione solo per le banche. I capi di Stato e di governo hanno convenuto che tale proposta "sarebbe da esaminare dai co-legislatori in via prioritaria con l´intenzione di adottare durante il ciclo attuale parlamentare". Questo è il passo logico successivo - ed è un passo particolarmente importante sulla strada verso la creazione di un sistema bancario più sostenibile e più giusto: un meccanismo di risoluzione unico renderà il sistema bancario più resistente e allo stesso tempo proteggere i contribuenti meglio dalle conseguenze di le banche in difficoltà. Banking unione è molto importante in quanto uno dei primi passi di una più forte e più profondo Uem. Il Consiglio europeo ha tenuto una discussione molto aperta sul futuro complessivo della Uem, sulla base di due contributi: la relazione del presidente del Consiglio europeo, in collaborazione con i Presidenti della Commissione europea, la Banca centrale europea e l´Eurogruppo e il Blueprint della Commissione, che ha definito una visione per il medio e lungo termine per porre in essere tutti gli strumenti e le strutture necessarie a garantire l´Uem, è adatto per le sfide a venire. I due documenti sono complementari e elaborare un programma ricco con un alto livello di ambizione. Le questioni in gioco in materia di unione fiscale, di coordinamento delle politiche economiche e di proporzionata unione politica sono fondamentali.Si toccano il cuore delle politiche nazionali e della politica, anzi il cuore della sovranità nazionale. Ecco perché, come ho detto in questa casa la settimana scorsa, non mi aspettavo a decisioni immediate sulla visione a lungo termine. Le discussioni in seno al Consiglio europeo rivelato la complessità delle questioni in gioco. Il senso di urgenza non è la stessa in tutte le capitali e più lavoro è necessario per creare un consenso e una via d´uscita. Detto questo, il Consiglio europeo ha individuato l´adozione del "pacchetto due" come priorità immediata e ha preso atto dell´intenzione della Commissione di presentare una proposta per il coordinamento ex ante delle principali riforme economiche, nel contesto del semestre europeo. La proposta della Commissione di uno strumento di convergenza e competitività è stato oggetto di molto interesse, domande e vivace discussione tra i leader, come lo è stato in occasione della seduta della scorsa settimana al Parlamento europeo. Presidente Van Rompuy e mi è stato chiesto di presentare eventuali misure e un limite temporale per tabella di marcia al Consiglio europeo di giugno sulla fattibilità e le modalità di tali contratti e di un meccanismo di solidarietà a loro sostegno. Come ho già detto la scorsa settimana, al centro del disegno della nostra idea è il principio che la disciplina deve essere accoppiato con la solidarietà. E che i nuovi strumenti, come un tale strumento deve rientrare nel trattato Ue e l´architettura istituzionale e l´architettura di bilancio dell´Ue. Il nostro approccio è per un miglioramento delle procedure esistenti, piuttosto che per un altro strato di governance economica: vale a dire, un sostegno specifico alle sfide specifiche definite nel quadro di tali procedure. Si potrebbe chiamare un "mitigatore stress" che dovrebbe aiutare gli Stati membri ad affrontare le riforme particolarmente esigenti o squilibri di regolazione. Questo strumento può essere uno strumento fondamentale per affrontare la questione fondamentale di competitività e può essere visto come un ulteriore contributo alla nostra agenda per la crescita. Si tratta di strumenti per la competitività e la crescita. La Commissione lavorerà per soluzioni che siano inclusive, saldamente all´interno del metodo comunitario e, quindi, soggetti al controllo del Parlamento. E ´nostra intenzione di presentare ulteriori idee dopo la decisione sul prossimo Qfp come base per un dibattito approfondito e la discussione, anche con il Parlamento. Dibattito globale Giovedi scorso sulla Uem è stata un´occasione preziosa per definire una vasta visione politica comune, quella che include molti degli elementi e la sequenza delle Blueprint della Commissione e che non chiudere tutti i possibili strade per il futuro. Tra la Commissione e il Parlamento europeo, credo che potremmo facilmente d´accordo su un ritmo più ambizioso. Ma dobbiamo anche riconoscere che gli sviluppi epocali come proposto nel nostro progetto sarà necessario un dibattito più profondo democratico nei nostri Stati membri. Vorrei anche sottolineare il fatto che il Consiglio europeo ha riconosciuto l´importanza della dimensione sociale dell´Uem compreso il dialogo sociale.Come sapete, la Commissione europea, pur concentrandosi il progetto in tema di architettura istituzionale dell´Uem, ha sempre insistito sull´importanza di utilizzare tutti gli elementi di politiche dell´Ue per integrare le azioni a livello nazionale per affrontare le questioni fondamentali di equità e la coesione sociale nell´Unione . La necessità di garantire la legittimità democratica e la responsabilità pur compiendo progressi nella Uem è stato riconosciuto nella relazione dei 4 Presidenti e il progetto. Sono felice che il Consiglio europeo ha chiaramente affermato che "Una maggiore integrazione del processo politico e una maggiore messa in comune di competenze deve essere accompagnata da una partecipazione proporzionale del Parlamento europeo." Onorevoli parlamentari, Ho sottolineato la scorsa settimana la priorità che la Commissione sta dando a misure per combattere la crisi crescente sociale in Europa. Il Consiglio europeo ha affrontato questi temi così importanti nel contesto della annuale della crescita. Il Consiglio europeo ha concordato con le cinque priorità presentate dalla Commissione ed esaminerà ulteriormente il pacchetto di Ags che porta al Consiglio europeo di primavera a marzo.Le conclusioni invitano il Consiglio ad affrontare le proposte del pacchetto per l´occupazione giovanile senza indugio, in particolare al fine di adottare la proposta della Commissione per una raccomandazione su una garanzia per i giovani al più presto nel 2013. Questo è molto gradito. Se vogliamo realizzare un lavoro ricco di recupero e se davvero quello che per combattere l´esclusione sociale, dobbiamo cominciare facendo in modo che nessun giovane è fuori di istruzione, la formazione, l´apprendistato o, meglio ancora, di lavoro, per più di quattro mesi. Un recupero di posti di lavoro ricco ci richiede anche di sfruttare al meglio tutte le nostre attività, e il primo di questi è il mercato unico. I co-legislatori ora hanno bisogno di concludere la Sma rimanente ho i file come una questione di urgenza. La Commissione ha esortato questo per un po ´di tempo e mi piacerebbe chiedere al Parlamento di fare tutto il possibile per garantire che le rimanenti sette azioni prioritarie siano adottate e possono essere attuate al più presto. Per quanto riguarda la Sma Ii, tutte le proposte legislative saranno presentate dalla Commissione entro il marzo 2013, ai fini della loro adozione durante il ciclo attuale legislatura. Noi impostare la barra in alto, e sarà pronto per fare il caso di un cambiamento anche nei settori sensibili come l´apertura delle industrie di rete. Ma io sono incoraggiato dal fatto che non vi era, a livello di capi di Stato o di governo, un impegno concreto per rafforzare il mercato interno e di estendere regolamentazione intelligente. Ora abbiamo bisogno di trasformare questa volontà politica in progressi concreti. Sono lieto di dire che sulla base di proposte della Commissione che abbiamo finalmente un accordo sul brevetto unico europeo. Dopo 30 anni era ora di avere questa adottato. Onorevoli deputati, C´era anche in seno al Consiglio europeo una discussione importante sulla politica estera e di difesa. Non voglio ripetere ciò che il presidente del Consiglio europeo ha detto, ma vorrei solo concludere dicendo che credo che questo vertice è stato uno dei lavori e l´applicazione, piuttosto che titoli e argomenti. L´intenso dibattito sul futuro dell´Unione economica e monetaria dovrebbe contribuire a promuovere la titolarità nazionale. Questo è estremamente importante. Tutte le opzioni rimangono aperte nel cammino verso una più profonda l´Uem e la Commissione continuerà a guidare il processo con un senso di ambizione. Questa ambizione accoppiato con le decisioni prese sui prossimi passi concreti in avanti, e alcune di queste decisioni sono state prese, vale a dire l´importante decisione del Ssm, e anche l´accordo sulla prossima erogazione alla Grecia, dimostrano che stiamo affrontando la crisi, qui e ora, e abbiamo anche una visione a lungo termine. Sono sicuro che con il lavoro duro e necessario senso di urgenza l´Europa può superare le attuali difficoltà. La Commissione è pronta a presentare le proposte che abbiamo annunciato e siamo pronti a partire con slancio nel 2013. Chiaramente la prima priorità sarà quella di raggiungere un accordo il più rapidamente possibile su un quadro finanziario pluriennale, perché non dobbiamo dimenticare che il nostro bilancio è un bilancio per la crescita e gli investimenti, su un quadro finanziario pluriennale che offre davvero, un bilancio europeo che sia compatibile con il nostro ordine del giorno crescita. Questo è il motivo per cui vorrei concludere augurando questa casa un posto molto tranquillo, riposante e felice Natale - e un anno molto impegnativo Nuovo! Vi ringrazio!”  
   
   
CONSIGLIO EUROPEO(13/14 DICEMBRE 2012).- TABELLA DI MARCIA PER IL COMPLETAMENTO DELL´UNIONE ECONOMICA E MONETARIA  
 
 Bruxelles, 18 dicembre 2012 - Il Consiglio europeo ha approvato una tabella di marcia per il completamento dell´Unione economica e monetaria, basato su una maggiore integrazione e una solidarietà rafforzata. Tale processo sarà avviato con il completamento, il rafforzamento e l´attuazione della nuova governance economica rafforzata, nonché con l´adozione del meccanismo di vigilanza unico e delle nuove norme sul risanamento e la risoluzione delle crisi nel settore bancario e sulle garanzie dei depositi. A completamento sarà istituito un meccanismo di risoluzione unico. Il Consiglio europeo di giugno 2013 esaminerà ulteriormente una serie di altri importanti aspetti concernenti il coordinamento delle riforme nazionali, la dimensione sociale dell´Uem, la fattibilità e le modalità di contratti reciprocamente concordati per la competitività e la crescita e meccanismi di solidarietà e misure volte a promuovere l´approfondimento del mercato unico e a proteggerne l´integrità. In tutto il processo verranno assicurate la legittimità e la responsabilità democratiche. Il Consiglio europeo ha avviato i lavori sul semestre europeo 2013 in base all´analisi annuale della crescita della Commissione. Ha deciso di avviare i lavori sull´ulteriore sviluppo della politica di sicurezza e di difesa comune dell´Ue e ritornerà sulla questione nel dicembre del 2013. I. Politica Economica Tabella di marcia per il completamento dell´Uem - Alla luce delle sfide fondamentali che si trova ad affrontare, l´Unione economica e monetaria dev´essere rafforzata per assicurare il benessere economico e sociale, nonché la stabilità e una prosperità duratura. Le politiche economiche devono essere completamente finalizzate a promuovere una crescita economica forte, sostenibile e inclusiva, garantire la disciplina di bilancio, rafforzare la competitività e potenziare l´occupazione, in particolare quella giovanile, affinché l´Europa resti un´economia sociale di mercato altamente competitiva e preservi il modello sociale europeo. Il consolidamento dell´Unione economica e monetaria (Uem) presuppone non solo che ne sia completata l´architettura ma anche che siano perseguite politiche di bilancio differenziate, favorevoli alla crescita e solide. Nel pieno rispetto del patto di stabilità e crescita, le possibilità offerte dal quadro di bilancio esistente dell´Ue per equilibrare la necessità di investimenti pubblici produttivi con gli obiettivi della disciplina di bilancio potranno essere sfruttate nel braccio preventivo del patto stesso. A seguito della relazione intermedia presentata nell´ottobre del 2012, il presidente del Consiglio europeo, in stretta collaborazione con i presidenti della Commissione, della Banca centrale europea e dell´Eurogruppo, ha elaborato una tabella di marcia specifica e circoscritta nel tempo per la realizzazione di un´autentica Unione economica e monetaria. Il Consiglio europeo prende atto del Piano (Blueprint) pubblicato dalla Commissione che contiene un´analisi esauriente delle questioni pertinenti coniugata alla valutazione degli aspetti giuridici. Prende atto altresì dei contributi apportati dal Parlamento europeo. Il Consiglio europeo indica le prossime fasi del processo di completamento dell´Uem, basato su una maggiore integrazione e una solidarietà rafforzata per gli Stati membri della zona euro. Il processo di completamento dell´Uem si baserà sul quadro istituzionale e giuridico dell´Ue. Sarà aperto e trasparente nei confronti degli Stati membri che non usano la moneta unica. In tutto il processo sarà rispettata pienamente l´integrità del mercato unico, ivi compreso nelle varie proposte legislative che saranno presentate. È altresì importante garantire parità di condizioni tra gli Stati membri che partecipano e quelli che non partecipano al meccanismo di vigilanza unico. È immediatamente prioritario completare ed attuare il quadro per una governance economica più forte, comprendente tra l´altro il six-pack, il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance e il two-pack. A seguito dei decisivi progressi compiuti sugli elementi fondamentali del two-pack, il Consiglio europeo invita i colegislatori ad adottarlo celermente. È parimenti urgente compiere progressi verso un quadro finanziario maggiormente integrato, che contribuirà a ripristinare la normale erogazione di prestiti all´economia, migliorerà la competitività e contribuirà a introdurre i necessari aggiustamenti alle nostre economie. Il meccanismo di vigilanza unico segna un passo qualitativamente importante verso un quadro finanziario più integrato. Il Consiglio europeo si compiace dell´accordo raggiunto in seno al Consiglio il 13 dicembre e invita i colegislatori a raggiungere celermente un accordo in modo da consentirne l´attuazione quanto prima possibile. Ribadisce altresì l´importanza delle nuove norme relative ai requisiti patrimoniali delle banche (Crr/crd), che costituiscono una priorità assoluta ai fini dell´elaborazione di un corpus unico di norme, e chiede a tutte le parti di adoperarsi per un accordo al riguardo e una rapida adozione. Il Consiglio europeo esorta i colegislatori ad approvare, prima di giugno 2013, le proposte di direttive sul risanamento e la risoluzione delle crisi nel settore bancario e sul sistema di garanzia dei depositi; da parte sua il Consiglio dovrebbe raggiungere un accordo entro la fine di marzo 2013. Una volta adottate queste direttive dovranno essere recepite dagli Stati membri in via prioritaria. Il Consiglio europeo auspica che la Commissione dia rapido seguito alle proposte del gruppo di esperti ad alto livello sulla struttura del settore bancario dell´Ue. È imperativo spezzare il circolo vizioso tra banche e Stati. A seguito della dichiarazione del vertice della zona euro di giugno 2012 e delle conclusioni del Consiglio europeo di ottobre 2012, occorre convenire quanto prima possibile nel primo semestre del 2013 un quadro operativo, compresa la definizione delle attività preesistenti, cosicché, una volta istituito un efficace meccanismo di vigilanza unico, il meccanismo europeo di stabilità potrà avere facoltà, sulla scorta di una decisione ordinaria, di ricapitalizzare direttamente gli istituti bancari. Ciò sarà fatto nel pieno rispetto del mercato unico. In un contesto in cui la vigilanza bancaria è trasferita effettivamente ad un meccanismo di vigilanza unico sarà necessario un meccanismo di risoluzione unico, dotato dei poteri atti ad assicurare che qualsiasi banca in uno Stato membro partecipante possa essere assoggettata a risoluzione mediante gli strumenti opportuni. Pertanto occorre accelerare i lavori concernenti le proposte di direttive sul risanamento e la risoluzione delle crisi nel settore bancario e sul sistema di garanzia dei depositi, in modo che possano essere adottate in linea con il punto 8. In tali questioni è importante assicurare un giusto equilibrio tra paesi d´origine e ospitanti. La Commissione presenterà, nel corso del 2013, una proposta relativa a un meccanismo di risoluzione unico per gli Stati membri partecipanti al meccanismo di vigilanza unico, proposta che sarà esaminata in via prioritaria dai colegislatori con l´intenzione di adottarla durante l´attuale mandato parlamentare. Questo meccanismo dovrà preservare la stabilità finanziaria ed assicurare un quadro efficace per risolvere gli inadempimenti degli istituti finanziari tutelando nel contempo i contribuenti in un contesto di crisi bancaria. Il meccanismo di risoluzione unico dovrebbe basarsi sui contributi dello stesso settore finanziario e comprendere adeguate ed efficaci misure di sostegno. Queste ultime non dovrebbero avere implicazioni di bilancio nel medio termine assicurando che gli aiuti pubblici siano recuperati attraverso prelievi ex post nel settore finanziario. Affinché l´Uem assicuri la crescita economica, la competitività in un contesto globale e l´occupazione nell´Ue e, in particolare nella zona euro, occorrerà ulteriormente esaminare una serie di altri aspetti importanti relativi al coordinamento delle politiche economiche e agli indirizzi per le politiche economiche della zona euro, fra cui misure volte a promuovere l´approfondimento del mercato unico e a proteggerne l´integrità. A tal fine il presidente del Consiglio europeo, in stretta cooperazione con il presidente della Commissione e al termine di un processo di consultazione con gli Stati membri, presenterà al Consiglio europeo di giugno 2013 possibili misure e una tabella di marcia circoscritta nel tempo sui seguenti aspetti: coordinamento delle riforme nazionali: gli Stati membri partecipanti saranno invitati ad assicurare, in linea con l´articolo 11 del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance, che tutte le grandi riforme di politica economica da essi pianificate siano discusse ex ante e, ove opportuno, coordinate tra loro. Tale coordinamento coinvolgerà le istituzioni dell´Ue come richiesto a tal fine dalla normativa dell´Ue stessa. La Commissione ha annunciato che intende elaborare una proposta relativa a un quadro per il coordinamento ex ante delle grandi riforme di politica economica nell´ambito del semestre europeo; dimensione sociale dell´Uem, dialogo sociale compreso; fattibilità e modalità di contratti reciprocamente concordati per la competitività e la crescita; intese individuali di carattere contrattuale con le istituzioni dell´Ue potrebbero potenziare titolarità ed efficacia. Tali intese dovrebbero essere differenziate in funzione della situazione specifica dei singoli Stati membri. Ciò coinvolgerebbe tutti gli Stati membri della zona euro, ma anche gli Stati membri non appartenenti alla zona euro potranno scegliere di concludere intese analoghe; meccanismi di solidarietà che possano intensificare gli sforzi compiuti dagli Stati membri che concludono tali intese contrattuali per la competitività e la crescita. Occorre migliorare ulteriormente la governance all´interno della zona euro muovendo dal trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance e tenendo conto della dichiarazione del vertice della zona euro del 26 ottobre 2011. I capi di Stato o di governo della zona euro saranno invitati ad adottare, in occasione della riunione di marzo 2013, un regolamento interno per le loro riunioni, nel pieno rispetto dell´articolo 12, paragrafo 3, del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance. In tutto il processo l´obiettivo generale resta quello di assicurare la legittimità e la responsabilità democratiche al livello in cui sono prese e attuate le decisioni. Qualsiasi nuova misura verso il rafforzamento della governance economica dovrà essere accompagnata da ulteriori misure verso un livello più elevato di legittimità e responsabilità. A livello nazionale i passi verso un´ulteriore integrazione dei quadri di bilancio e di politica economica richiederebbero che gli Stati membri assicurino l´opportuno coinvolgimento dei propri parlamenti. L´ulteriore integrazione nella definizione delle politiche e la maggiore condivisione delle competenze devono essere accompagnate da un coinvolgimento commisurato del Parlamento europeo. Nuovi meccanismi che potenzino il livello di cooperazione tra i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo, in base all´articolo 13 del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance e al protocollo (n. 1) dei trattati, possono contribuire a questo processo. Il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali definiranno di comune accordo l´organizzazione e la promozione di una conferenza dei loro rappresentanti per discutere questioni riguardanti l´Uem. Analisi annuale della crescita Il Consiglio europeo si compiace che la Commissione abbia presentato tempestivamente l´analisi annuale della crescita, da cui prende avvio il semestre europeo 2013. Conviene che gli sforzi a livello nazionale ed europeo devono continuare ad incentrarsi, nel 2013, sulle cinque priorità concordate nello scorso marzo, segnatamente: portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, ripristinare la normale erogazione di prestiti all´economia, promuovere la crescita e la competitività, lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi e modernizzare la pubblica amministrazione. Il Consiglio esaminerà più approfonditamente il pacchetto "analisi annuale della crescita" in funzione della tabella di marcia presentata dalla presidenza entrante e sulla scorta delle raccomandazioni formulate nella relazione della presidenza sugli insegnamenti tratti dal semestre europeo 2012, nella prospettiva di presentare le proprie osservazioni al Consiglio europeo di marzo 2013. Il Consiglio europeo darà quindi il suo accordo agli orientamenti necessari per i programmi di stabilità e di convergenza e i programmi nazionali di riforma degli Stati membri, nonché per l´attuazione delle iniziative faro dell´Ue. Si invita la Commissione a includere nella prossima analisi annuale della crescita una valutazione dell´efficienza dei mercati del lavoro e dei prodotti al fine di promuovere crescita e occupazione. Il completamento del mercato unico può contribuire grandemente alla crescita e all´occupazione e costituisce un elemento chiave della risposta dell´Ue alla crisi finanziaria, economica e sociale. Il Consiglio europeo ha fatto il punto della situazione in ordine alle proposte prioritarie dell´Atto per il mercato unico I e ha accolto con favore l´accordo sul brevetto unitario raggiunto tra gli Stati membri partecipanti, nonché l´accordo sulla risoluzione alternativa delle controversie e sulla risoluzione delle controversie online dei consumatori. Chiede ai colegislatori di concludere con urgenza i fascicoli rimanenti dell´Atto per il mercato unico I. In particolare occorre accelerare i lavori concernenti le qualifiche professionali, gli appalti pubblici, il distacco dei lavoratori, la firma elettronica e l´identificazione elettronica. Quanto all´Atto per il mercato unico Ii, il Consiglio europeo chiede alla Commissione di presentare tutte le proposte principali entro la primavera del 2013. Invita il Consiglio e il Parlamento europeo a dare la massima priorità a queste proposte affinché siano adottate al più tardi entro la fine dell´attuale mandato parlamentare. È importante altresì intervenire con urgenza in linea con le comunicazioni della Commissione sull´attuazione della direttiva sui servizi e sulla governance per il mercato unico. Il Consiglio europeo seguirà da vicino i progressi compiuti in ordine a tutte le proposte per il mercato unico. Il Consiglio europeo chiede che si esamini rapidamente la comunicazione della Commissione "Legiferare con intelligenza" e attende con interesse la pubblicazione del primo quadro di valutazione delle Pmi. Il Consiglio europeo accoglie con favore le proposte della Commissione volte a ridurre gli oneri normativi ed eliminare le normative non più utili nel quadro del suo approccio globale a "Legiferare con intelligenza". Attende con interesse progressi concreti e una relazione in merito nella riunione del marzo 2013. Nel rammentare la dichiarazione dei capi di Stato o di governo di gennaio 2012 e le conclusioni delle riunioni di marzo, giugno e ottobre, il Consiglio europeo accoglie con favore i progressi compiuti nel corso dell´anno verso un approccio globale dell´Ue all´occupazione giovanile. Chiede al Consiglio di considerare senza indugio le proposte del pacchetto sull´occupazione giovanile, in particolare nella prospettiva di adottare la raccomandazione relativa alla Garanzia per i giovani all´inizio del 2013 tenendo conto nel contempo delle situazioni ed esigenze nazionali. Invita la Commissione a finalizzare rapidamente il quadro di qualità per i tirocini, a istituire l´Alleanza per gli apprendistati nonché a proporre il nuovo regolamento Eures. Il Consiglio, gli Stati membri e la Commissione dovranno garantire un rapido seguito alla comunicazione della Commissione "Ripensare l´istruzione". Ii. Altri Punti Politica di sicurezza e di difesa comune - Il Consiglio europeo rammenta le conclusioni di dicembre 2008 e rileva che, in un mondo in evoluzione come quello di oggi, l´Unione europea è chiamata ad assumersi responsabilità crescenti nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionali al fine di garantire la sicurezza dei propri cittadini e la promozione dei propri interessi. Al riguardo il Consiglio europeo mantiene l´impegno di rafforzare l´efficacia della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc), quale contributo tangibile dell´Ue alla gestione delle crisi a livello internazionale. L´ue svolge un ruolo importante nel suo vicinato e a livello globale. Il Consiglio europeo ricorda che le missioni e le operazioni Psdc sono un elemento essenziale dell´approccio globale dell´Ue alle regioni in crisi, ad esempio i Balcani occidentali, il Corno d´Africa, il Medio Oriente, il Sahel, l´Afghanistan e il Caucaso meridionale e resta fermo nell´impegno di aumentarne l´efficacia e l´efficienza operative. Ricorda altresì che le missioni e le operazioni Psdc dovranno essere condotte in stretta cooperazione con gli altri soggetti internazionali competenti, quali le Nazioni Unite, la Nato, l´Osce e l´Unione Africana, come pure i paesi partner, in funzione delle singole situazioni specifiche. Al riguardo è particolarmente importante rafforzare la cooperazione con i partner interessati nel vicinato europeo. Per conseguire risultati relativamente alle responsabilità in materia di sicurezza, il Consiglio europeo sottolinea che gli Stati membri dell´Ue devono essere pronti a fornire capacità improntate al futuro, sia in ambito civile che nel settore della difesa. Fa presente che le attuali restrizioni finanziarie mettono in evidenza la necessità urgente di rafforzare la cooperazione europea per sviluppare le capacità militari e colmare le carenze critiche, tra cui quelle individuate nelle operazioni recenti. Sottolinea altresì i possibili benefici di tale cooperazione per l´occupazione, la crescita, l´innovazione e la competitività industriale nell´Unione europea. Il Consiglio europeo invita l´alto rappresentante, segnatamente attraverso il servizio europeo per l´azione esterna e l´Agenzia europea per la difesa, nonché la Commissione, ad elaborare - ognuno nella sfera di propria competenza e cooperando strettamente secondo necessità - ulteriori proposte e azioni di rafforzamento della Psdc e di miglioramento della disponibilità delle capacità civili e militari richieste, e a riferire su tali iniziative entro settembre 2013 in vista del Consiglio europeo di dicembre 2013. Gli Stati membri saranno strettamente coinvolti in questo processo. A tal fine il Consiglio europeo mette in rilievo, tra gli altri, i seguenti aspetti: Aumentare l´efficacia, la visibilità e l´impatto della Psdc sviluppando ulteriormente l´approccio generale alla prevenzione dei conflitti, alla gestione delle crisi e alla stabilizzazione, anche sviluppando la capacità di far fronte alle sfide che si profilano in termini di sicurezza; rafforzando la capacità dell´Ue di spiegare con rapidità ed efficacia le capacità e il personale civili e militari necessari nell´intera gamma di interventi di gestione delle crisi. Potenziare lo sviluppo delle capacità di difesa individuando le ridondanze e le carenze di capacità esistenti e stabilendo un ordine di priorità delle esigenze future per le capacità civili e militari europee; facilitando una cooperazione più sistematica e più a lungo termine nel settore della difesa europea, anche attraverso la "messa in comune e condivisione" delle capacità militari e, a tale riguardo, considerando sistematicamente la cooperazione dall´inizio nella pianificazione della difesa nazionale degli Stati membri; facilitando le sinergie tra iniziative bilaterali, sub-regionali, europee e multilaterali, comprese la "messa in comune e condivisione" dell´Ue e la "smart defence" della Nato. Rafforzare l´industria europea della difesa - sviluppando una base industriale e tecnologica di difesa europea più integrata, sostenibile, innovativa e competitiva; sviluppando maggiori sinergie tra le attività di ricerca e sviluppo civili e militari; promuovendo un mercato della difesa funzionante, in particolare attraverso un´attuazione efficace delle direttive sugli appalti pubblici e sui trasferimenti intra-Ue, che sia aperto alle Pmi e benefici dei contributi di queste ultime. Il Consiglio europeo passerà in rassegna, nel dicembre 2013, i progressi realizzati verso questi traguardi, valuterà la situazione e, sulla scorta delle raccomandazioni del suo presidente, fornirà orientamenti - anche stabilendo priorità e termini - al fine di assicurare l´efficacia degli sforzi dell´Ue volti a far fronte alle responsabilità in materia di sicurezza dell´Europa. Strategie regionali - Rammentando le conclusioni di giugno 2011, e fatta salva la valutazione del concetto di strategie macroregionali di cui alle conclusioni del Consiglio del 13 aprile 2011, il Consiglio europeo attende con interesse la presentazione, a cura della Commissione, di una nuova strategia dell´Ue per la regione adriatica e ionica entro il 2014. Chiede altresì la pronta attuazione della strategia riveduta dell´Ue per la regione del Mar Baltico. Al fine di rafforzare la cooperazione con i paesi vicini, il Consiglio europeo esorta il Consiglio ad adottare ulteriori iniziative per avvalersi pienamente della dimensione settentrionale e dei relativi partenariati. Allargamento e processo di stabilizzazione e di associazione Il Consiglio europeo accoglie con favore e approva le conclusioni sull´allargamento e il processo di stabilizzazione e di associazione adottate dal Consiglio dell´11 dicembre. Siria Il Consiglio europeo esprime sgomento per il crescente deteriorarsi della situazione in Siria. Sottoscrive le conclusioni adottate dal Consiglio il 10 dicembre. Il Consiglio europeo si compiace altresì dei risultati della quarta riunione ministeriale del gruppo degli amici del popolo siriano, tenutasi a Marrakech il 12 dicembre 2012. Il Consiglio europeo incarica il Consiglio "Affari esteri" di lavorare su tutte le opzioni per sostenere ed aiutare l´opposizione e consentire un maggiore sostegno alla protezione della popolazione civile. Il Consiglio europeo ribadisce l´opinione che in Siria è necessaria una transizione politica verso un futuro senza il Presidente Assad e il suo regime illegittimo. Sosteniamo un futuro democratico e inclusivo che veda il pieno sostegno dei diritti umani e dei diritti delle minoranze. Il Consiglio europeo continuerà a seguire la situazione in Siria in via prioritaria.  
   
   
UE: NUOVE NORME IVA APPLICABILI DAL 1 ° GENNAIO 2013 PER SEMPLIFICARE LA VITA DELLE IMPRESE  
 
Bruxelles, 18 dicembre, 2012 - Dal 1 ° gennaio 2013, nuove norme Ue in materia di Iva, che semplificano notevolmente la vita delle imprese in tutta Europa, avrà effetto. Dal 1 ° gennaio 2013, nuove norme Ue in materia di Iva entrare in vigore, il che renderà la vita molto più semplice per le imprese in tutta l´Europa. In primo luogo, la fatturazione elettronica dovranno essere trattati come fatturazione della carta, consentendo alle aziende di scegliere la soluzione di fatturazione Iva che funziona meglio per loro. Questo ha il potenziale per risparmiare alle imprese fino a € 18 miliardi di euro all´anno in costi di gestione ridotti. In secondo luogo, gli Stati membri saranno autorizzati a offrire un´opzione di contabilità per cassa per le piccole imprese con un fatturato inferiore a € 2 milioni l´anno. Ciò significa che queste piccole e medie imprese non dovranno pagare l´Iva fino a quando non è stato ricevuto dal cliente, evitando così problemi di liquidità per loro. Algirdas Šemeta, commissario per la fiscalità, le dogane, la lotta antifrode e Audit, ha detto: "Queste nuove norme Iva riflettono ciò che le imprese europee hanno bisogno oggi:. Semplificazione delle procedure, riduzione dei costi e di supporto nell´applicazione di soluzioni che meglio rispondono alle loro esigenze"  
   
   
LOTTA CONTRO L´EVASIONE FISCALE: NORME UE PIÙ SEVERE ENTRA IN VIGORE IL 1 ° GENNAIO  
 
Bruxelles, 18 dicembre, 2012 - Le nuove regole Ue in grado di migliorare la capacità degli Stati membri di calcolare e riscuotere le tasse che sono dovute entrerà in vigore il 1 ° gennaio 2013. La direttiva relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale ha posto le basi per una più stretta cooperazione e un migliore scambio di informazioni tra le autorità fiscali dell´Unione europea. Un elemento chiave della direttiva è quello di mettere fine al segreto bancario, cioè, uno Stato membro non può più rifiutare la divulgazione di informazioni ad un altro Stato per il solo motivo che essi sono detenuta da un ente finanziario. Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità, l´unione doganale, l´audit e la lotta antifrode, ha detto questo: "Le nuove norme porteranno maggiore trasparenza, un migliore scambio delle informazioni e una più stretta cooperazione, come strumenti fondamentali nella lotta contro l´evasione fiscale ". La direttiva individua misure concrete ed efficaci per migliorare la cooperazione amministrativa in materia fiscale. Fornisce procedure comuni e le forme per lo scambio di informazioni, che trasmettono i dati più veloce e più efficiente tra le autorità nazionali. Funzionari fiscali possono essere autorizzati a partecipare alle indagini amministrative effettuate in un altro Stato membro. Possono anche chiedere che le loro decisioni e documenti fiscali sono riportati in altri Stati membri dell´Unione. La direttiva ha un vasto campo di applicazione, che include tutte le tasse, ad eccezione di quelli già contemplati dalla legislazione specifica dell´Unione europea (ad esempio, l´Iva e le accise ). Contesto Per ulteriori informazioni sulla direttiva, si veda: http://ec.Europa.eu/taxation_customs/taxation/tax_cooperation/mutual_assistance/
direct_tax_directive/index_fr.htm
 Per ulteriori informazioni sulla lotta contro l´evasione fiscale, si veda: http://ec.Europa.eu/taxation_customs/taxation/tax_fraud_evasion/index_fr.htm  
 
   
   
UE: CONTROLLO DELLE TRANSAZIONI FINANZIARIE DEI TERRORISTI NEL RISPETTO DELLE SALVAGUARDIE PER I CITTADINI  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2012 - A più di due anni dall’entrata in vigore, l’accordo sul programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (Tftp) e le relative salvaguardie registrano un’attuazione soddisfacente. È quanto risultata della seconda verifica congiunta Ue-usa dell’attuazione del Tftp per il periodo dal 1º febbraio 2011 al 30 settembre 2012. "Sono soddisfatta perché la verifica dà una visione globale e realistica di come funziona il sistema di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi. Queste verifiche regolari sono l’occasione per controllare l’applicazione delle misure di salvaguardia della privacy e della protezione dei dati. È importantissimo per infondere fiducia in un sistema che garantisce a tutti noi più sicurezza", ha dichiarato la Commissaria per gli Affari interni, Cecilia Malmström. La Commissione ha presentato oggi la relazione al Parlamento europeo e al Consiglio per consentire una discussione sui principali risultati. La verifica conferma l’evidente valore aggiunto del programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi nella lotta e nella prevenzione del terrorismo e sottolinea i crescenti benefici per l’Ue. La relazione conferma inoltre che le misure di salvaguardia assicurano la protezione e la gestione sicura del programma. Un esempio particolarmente significativo è il caso Breivik in Norvegia. Le informazioni nell’ambito del Tftp hanno aiutato gli investigatori norvegesi e europei, tra cui quelli dell’Europol, a individuare, nel giro di poche ore, i canali tramite i quali Breivik raccoglieva e movimentava i fondi usati per preparare gli attentati. Sempre grazie ai dati raccolti tramite il Tftp sul caso Breivik, le autorità finlandesi hanno potuto poi arrestare, prima che entrasse in azione, un soggetto che perseguiva simili obiettivi terroristici. La relazione cita altri esempi di casi in cui il Tftp ha permesso di indirizzare le indagini. Le raccomandazioni formulate nella prima relazione, presentata a marzo 2011, sono state in buona parte messe in pratica e hanno permesso di migliorare l’applicazione dell´accordo. La relazione rende conto di notevoli miglioramenti, per quanto riguarda soprattutto le funzioni di verifica e supervisione e il potenziamento della squadra di supervisori. Queste funzioni vanno in qualche misura anche oltre quanto richiesto dall’accordo. La squadra di verifica dell’Ue fa comunque notare che il processo di cancellazione dei dati conservati da oltre 5 anni (articolo 6), tuttora in corso, va ulteriormente monitorato. La Commissione intende affrontare la questione in una relazione di verifica congiunta sui dati forniti nell’ambito del Tftp, prevista nel 2013. Frutto di uno sforzo comune con i rappresentanti degli Stati Uniti, questa seconda relazione esamina un periodo di applicazione più esteso (20 mesi) e fornisce una visione più approfondita del funzionamento del Tftp. La squadra che ha partecipato alla verifica comprendeva tre funzionari della Commissione e due esperti in materia di protezione dei dati, assecondati da un esperto giudiziario di Eurojust.  
   
   
RINNOVATO IL SOSTEGNO FINANZIARIO DELL´UE ALLE RIFORME NELLA EX REPUBBLICA IUGOSLAVA DI MACEDONIA  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2012 - La Commissione europea ha stanziato € 56 milioni a sostenere le riforme nella ex Repubblica iugoslava di Macedonia, che sono fondamentali per il suo processo di adesione all´Unione europea, anche nel sistema giudiziario, l´economia, il settore agricolo e per l´ambiente. Il finanziamento rientra nell´ambito di un programma di due anni nazionale dello strumento di assistenza preadesione (Ipa). "Questi fondi sono destinati per contribuire a realizzare un reale cambiamento attraverso l´ulteriore modernizzazione del paese e migliorare la vita dei cittadini. Spero che molti sapranno cogliere le nuove opportunità, come la partecipazione del paese al programma Erasmus" , ha dichiarato il commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle. La decisione arriva pochi giorni dopo il Consiglio Affari generali ha adottato conclusioni in materia di allargamento dare chiaro quadro di riferimento per l´ex Repubblica iugoslava di Macedonia per passare a un´altra fase del processo di adesione. Il finanziamento stanziato sosterrà anche le riforme della pubblica amministrazione, e aiutare l´aggiornamento due posti di frontiera: con la Serbia e con l´Albania. Questo si tradurrà in una lavorazione più efficiente di traffico commerciale e non commerciali tra i paesi. I cittadini inoltre beneficiare di una partecipazione del paese in una serie di azioni comunitarie nei settori della ricerca, l´energia, l´istruzione e lo sviluppo del business. Il denaro Ipa viene assegnato in base alle esigenze reali dei paesi ad attuare le riforme necessarie per entrare nell´Ue (riforme politiche, come la riforma giudiziaria, diritti umani, ecc, lo sviluppo economico, sociale e territoriale, al fine di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva crescita, capacità di adempiere agli obblighi che comporta l´adesione e l´allineamento con il diritto comunitario, l´integrazione regionale e la cooperazione transfrontaliera). Con questo finanziamento, i paesi aspiranti possono realizzare le riforme necessarie e si preparano per l´attuazione delle norme europee e delle politiche.  
   
   
UNA DELLE MISSIONI PRIMARIE DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA CONSISTE NEL FORMULARE RACCOMANDAZIONI, DIRETTE ALLA COMMISSIONE EUROPEA, SU COME MIGLIORARE LA GESTIONE FINANZIARIA DEL BILANCIO DELL’UE. QUESTA RELAZIONE MOSTRA CHE LA COMMISSIONE HA DATO SEGUITO ALLE RACCOMANDAZIONI DELLA CORTE  
 
. Lussemburgo, 18 dicembre 2012 - Una delle missioni primarie della Corte dei conti europea consiste nel formulare raccomandazioni, dirette alla Commissione europea, su come migliorare la gestione finanziaria del bilancio dell’Ue. Questa relazione mostra che la Commissione ha dato seguito alle raccomandazioni della Corte. La relazione mostra che la Commissione è intervenuta per dare attuazione alle raccomandazioni della Corte. Un’ampia maggioranza delle raccomandazioni è stata attuata pienamente o per la maggior parte degli aspetti. Soltanto in un caso le raccomandazioni non sono state recepite. La Corte ha osservato che la Commissione dispone di un sistema per monitorare il seguito dato a tutte le raccomandazioni della Corte e alle richieste del Parlamento e del Consiglio, ma che tale sistema dovrebbe essere rafforzato per consentire alla Commissione di reagire in modo tempestivo, efficace ed efficiente. “Sono lieto di constatare che la Commissione è intervenuta per dare attuazione alle raccomandazioni della Corte su come migliorare la gestione del bilancio dell’Ue” ha dichiarato Henrik Otbo, il Membro della Corte responsabile della relazione “ma esistono ulteriori margini di miglioramento. La Commissione ha bisogno di migliorare il sistema di gestione delle raccomandazioni in modo da poter reagire con tempestività, efficacia ed efficienza. La Corte intende presentare una relazione annuale sul seguito dato alle proprie raccomandazioni (relazione di follow-up) in modo da contribuire efficacemente al miglioramento della gestione finanziaria dell’Ue”.  
   
   
FINANZIAMENTI PER AIUTARE LA CROAZIA DIVENTARE UN SUCCESSO STATO MEMBRO DELL´UE  
 
Bruxelles, 17 dicembre 2012 – La Commissione europea ha approvato l´ultimo di pre-adesione e di assistenza programma di transizione per la Croazia. Il valore di € 46,8 milioni di euro del programma sarà incentrato sul rafforzamento della capacità amministrativa per un sistema giudiziario efficiente e la tutela dei diritti fondamentali. Il finanziamento sosterrà anche della Croazia in corso sforzi per costruire un servizio moderno, trasparente e orientata al cittadino pubblico. " La Croazia è quasi arrivati. Sono fiducioso programma di quest´anno aiuterà la Croazia raggiungere i suoi obiettivi ultimi nella preparazione per l´entrata e diventare un successo Stato membro dell´Unione europea ", ha dichiarato il commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle. Oltre a concentrarsi su aree di riforme, l´ultimo programma di preadesione aiuterà anche a migliorare le infrastrutture confine Tovarnik e Maljevac, riabilitare il Turopolje Correctional Institute, forniscono il supporto per croati organizzazioni della società civile, e la finanza sminamento in Lika- Senj, Sisak-moslavina, e zaratina. Dal 2007, l´Ue ha messo a disposizione un totale di € 998 milioni di euro nel sostegno finanziario alla Croazia nel quadro di pre-adesione (Ipa). Tutti questi fondi sono stati assegnati. In un futuro Stato membro dell´Ue, la Croazia in seguito beneficiare dei fondi strutturali e di coesione.  
   
   
ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO FRA UE E SINGAPORE  
 
Bruxelles, 16 dicembre 2012 - Il Ministro commissario Ue al commercio Karel De Gucht e Singapore del Commercio e dell´Industria Lim Hng Kiang, ha completato il 16 dicembre i negoziati finali per un accordo di libero scambio (Als) tra l´Unione europea e Singapore. L´accordo raggiunto è uno dei più completi l´Ue ha mai negoziato e creerà nuove opportunità per le imprese in Europa e Singapore a fare affari insieme. Il mercato in crescita di Singapore offre un potenziale di esportazione per l´Ue, industriali, agricoli e le imprese di servizi. L´ue-singapore sarà secondo accordo ambizioso dell´Ue con un partner chiave commercio asiatico, dopo che l´Ue-corea, che è in vigore dal luglio 2011. " Singapore è un mercato dinamico per le imprese europee ed è un centro vitale per fare affari in tutto Sud-est asiatico. Questo accordo è la chiave per sbloccare la porta d´ingresso alla regione e può essere un catalizzatore per la crescita per gli esportatori dell´Ue ", ha dichiarato Il commissario al commercio Karel De Gucht. " . Dopo il nostro accordo con la Corea del Sud, tenuta questo accordo con Singapore mette chiaramente l´Ue sulla mappa in Asia, ma non intendiamo fermarci qui - spero che aprirà le porte per accordi di libero scambio con gli altri paesi della regione Asean . " Si creerà nuove opportunità in molti settori dei servizi. Ad esempio, nel settore bancario, assicurativo e altre industrie di servizi finanziari, nonché negli appalti pubblici. Sarà anche ridurre la burocrazia e le doppie sperimentazioni che rende la vita difficile per le imprese. L´accordo faciliterà l´accesso dei prodotti industriali e agricoli su un importante mercato di esportazione, attraverso un maggior riconoscimento delle norme Ue. Ad esempio, Singapore accetta di importare auto europee prodotte sulla base Ue norme tecniche e di sicurezza e delle omologazioni. Inoltre, questo accordo è un primo quando si tratta di promuovere la ´crescita verde´ ed è stato appositamente progettato per soddisfare l´Ue "strategia Europa 2020" per una economia competitiva. L´accordo semplificare le regole per aumentare il commercio e gli investimenti in tecnologie ambientali e promuovere il verde pubblico di gara. Sia l´Unione europea e Singapore ora chiedere l´approvazione per il prezzo in rispettive autorità politiche e prevedono la sigla del progetto di accordo nella primavera del 2013. I colloqui tra le due parti sugli investimenti continuerà. Queste discussioni, che sono state avviate dopo che i negoziati commerciali, sono basati sulla nuova competenza dell´Unione europea nel quadro del trattato di Lisbona.  
   
   
FATTI E CIFRE: ACCORDO COMMERCIALE UE CON SINGAPORE  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2012 - Dopo più di due anni di colloqui, la Commissione europea ha concluso i negoziati per un accordo di libero scambio con Singapore. L´accordo offre reali opportunità per gli esportatori dell´Ue a Singapore e stabilisce nuovi standard. Si livellare il campo di gioco a Singapore ed è un trampolino di lancio per un maggiore impegno in tutto il sud-est asiatico. Mettere l´Europa sulla mappa in Asia - Concorrenti a livello mondiale dagli Stati Uniti o in Asia già godere di un accesso preferenziale al mercato di Singapore. L´ue-singapore accordo commerciale sarà livellare il campo di gioco a Singapore e dare alle imprese europee comparabili, o in alcuni settori di notevole interesse europeo esportatore, anche meglio di accesso ai nostri partner. I mercati dinamicamente in crescita del Sud-est asiatico offrono nuove fonti di crescita per le imprese dell´Ue. Con € 205.000.000.000 degli scambi di beni e servizi nel 2011, a dieci membri del gruppo Asean è già terzo partner commerciale dell´Ue al di fuori dell´Europa. Uno studio esterno (2009) ha stimato che il guadagno economico dell´Ue da un accordo di libero scambio con l´Asean sarebbe 29500000000 €. Singapore di essere il più grande partner commerciale dell´Ue in tale regione, rappresentando un terzo (€ 74 miliardi di euro) di tutti gli scambi di beni e servizi tra l´Ue e l´Asean, questo accordo di libero scambio ha un potenziale significativo per l´economia europea. Singapore è la porta di ingresso per la maggior parte delle società europee desiderose di fare affari in Sud-est asiatico. Alcune 8.800 imprese dell´Ue sono presenti a Singapore e usarlo come un hub al servizio del Pacifico. Queste aziende sono attive nella produzione di molti (da elettronica tramite farmaci e attrezzature per il trasporto alle tecnologie verdi) e dei servizi (trasporti e logistica, ingegneria, finanza, servizi professionali legali e di altro tipo) settori. Elementi principali del l´accordo commerciale Migliori opportunità di scambi di servizi - Il capitolo dei servizi di accordo commerciale è destinata a diventare un nuovo punto di riferimento nei negoziati servizi: Entrambe le parti si impegnano una profonda liberalizzazione dei mercati dei servizi. L´unione europea ha cercato di Singapore migliori impegni attuali e ha inoltre ottenuto importanti nuovi impegni in una gamma di settori: telecomunicazioni, servizi ambientali, di ingegneria e di architettura, servizi postali, trasporti marittimi e servizi informatici. Fornitori di servizi europei in tal modo godere delle condizioni più preferenziali per l´accesso al mercato di Singapore. Queste regole sono accompagnate da discipline in materia di non discriminazione e di trasparenza in modo da creare prevedibilità e la parità di condizioni in settori chiave. Molte di queste regole riflettono importanti elementi dell´acquis comunitario e discipline avanzate discusso in sede di Omc. L´als assicura inoltre che i requisiti di licenza non vengono utilizzati per ostacolare l´ingresso sul mercato. L´accordo definisce inoltre le procedure dettagliate che mirano a riconoscere reciprocamente i professionisti di entrambe le parti. Per i settori dei servizi finanziari (come la gestione della ricchezza, wholesale banking, investment banking e assicurazioni) che sono più interessanti per le istituzioni finanziarie dell´Ue, l´Ue ha ottenuto impegni che sono almeno alla pari con quello che gli Usa ottenuti nel suo accordo di libero scambio con Singapore. Protezione degli investimenti a livello di Ue - Alla luce della forza dei legami comuni di investimento - Singapore rappresenta i tre quarti (€ 190.000.000.000) di Ue-asean legami di investimento - il paese è tra i primi partner della politica estera di negoziare un trattato di protezione degli investimenti, sulla base di una competenza di nuovo sotto il Trattato di Lisbona. Le discussioni in questo settore hanno iniziato più tardi e si spera che possano essere completati entro l´estate del 2013. Appalti pubblici - Migliore accesso agli appalti pubblici - Singapore concederà offerenti dell´Ue opportunità molto più garantiti negli appalti pubblici rispetto a qualsiasi altro paese, tra cui per la prima volta in molti settori di servizi in cui l´Ue ha molti fornitori leader. Entrambe le parti hanno inoltre convenuto di norme in materia di trasparenza e di non discriminazione va al di là dell´accordo Omc sugli appalti pubblici (Aap). Questo darà fornitori Ue un vantaggio in più quando entrano in concorrenza nel mercato degli appalti di Singapore. Gli scambi di merci - Ridurre le barriere non tariffarie in settori chiave - Per la prima volta, Singapore ha deciso di affrontare gli ostacoli tecnici in settori chiave come automobili, elettronica e sistemi ad energia rinnovabile. Queste regole renderanno più facile per i beni prodotti e controllati secondo le norme europee che dovranno essere venduti a Singapore, senza modifiche tecniche o test supplementari. Singapore faciliterà anche il riconoscimento dei produttori di carne dell´Ue. Tale riconoscimento è attualmente concesso solo uno stabilimento-by-establishment base, che è eccessivamente onerosa e costosa, soprattutto per i piccoli stabilimenti. Diritti di proprietà intellettuale comprese le indicazioni geografiche - Singapore introdurrà un nuovo registro per i prodotti alimentari specifici per ogni regione e riconosciute, vini e liquori, noto come indicazioni geografiche. Ciò offre un livello elevato di protezione delle indicazioni più importanti dell´Ue geografiche del mercato di Singapore, come il Bordeaux vino o prosciutto di Parma. Questo è importante in una regione in cui vi è una notevole concorrenza da parte dei produttori dei paesi terzi, in particolare per i prodotti a base di carne e latticini. Poiché sia ​​il valore e innovazione dell´Ue Singapore, hanno deciso di un elevato livello di tutela della proprietà intellettuale. L´accordo sarebbe, tra l´altro offrono diritti di remunerazione migliori per alcune attività creative. L´accordo contiene inoltre norme forti sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale. Essa non prevede sanzioni penali. Per lo sviluppo sostenibile - I principi dello sviluppo sostenibile nel commercio sarà sancito dalla zona di libero scambio, in modo da garantire che il commercio supporta la protezione dell´ambiente e lo sviluppo sociale, e non andare a scapito dell´ambiente o dei diritti dei lavoratori. Per sorvegliare questo, le parti istituiscono un comitato per il commercio e lo sviluppo sostenibile, e di coinvolgere la società civile in questo processo. Altri aspetti normativi - L´accordo dovrebbe avere regole in materia di concorrenza e aiuti di Stato. L´als sottoporre i tipi più distorsivi di sussidi alla composizione delle controversie vincolante. L´als contiene un capitolo di trasparenza, che darà le parti interessate la possibilità di presentare le loro osservazioni sui progetti di legge in materia, prima che queste siano adottate. L´accordo di libero scambio fornirà affari con un meccanismo di controversie più efficace e rapido insediamento, che è più veloce rispetto alla risoluzione delle controversie dell´Omc nel sistema Omc. L´accordo prevede inoltre ulteriormente la possibilità di risolvere le divergenze di opinione tra le parti attraverso l´assistenza di un mediatore. Dell´ue primo ´verde Fta´ - L´accordo di libero scambio è stato appositamente progettato per promuovere la crescita verde, in linea con l´Ue "strategia Europa 2020" per una economia competitiva. Una nuova disciplina per eliminare gli ostacoli al commercio e agli investimenti nella generazione di energia rinnovabile è stato sviluppato. In aggiunta, ci sono impegni solidi in materia di servizi ambientali, nuove regole sul verde di gara nonché disposizioni in materia di cooperazione per affrontare la pesca illegale e legname. I prossimi passi L´accordo di libero scambio è stato messo a punto dai capi politici delle squadre di negoziatori, commissario Ue al Commercio De Gucht e il ministro di Singapore del Commercio e dell´Industria Lim. Entrambe le parti ora chiedendo l´approvazione rispettive autorità politiche e prevedono la sigla del progetto di accordo nella primavera del 2013. Quanto riguarda l´Ue, l´accordo sarà discusso dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Singapore è un importante partner commerciale per l´Ue Singapore è il principale partner commerciale dell´Ue nel sud est asiatico. Essa rappresenta - Un terzo di tutti gli scambi di merci tra l´Ue e il 10 blocco nazione di nazioni del Sud-est (Asean) - a € 46 miliardi nel 2011 Più della metà di tutta l´Ue-asean scambi di servizi - a € 28 miliardi nel 2011 Quattro quinti della Ue-asean esistente magazzino di investimento - a circa € 200 miliardi nel 2011 L´ue è il più grande destinazione di Singapore esportazioni, seguita dalla Cina, gli Stati Uniti e altri paesi dell´Asean. Ue-singapore commercio sta crescendo in modo dinamico: Ue-singapore scambi di merci è cresciuto del 40% tra il 2009 e il 2011. Ue-singapore scambi di servizi è cresciuto del 41% tra il 2009 e il 2011. Singapore è il secondo investitore più grande dell´Asia nell´Ue: 67000000000 € scorte nell´Ue nel 2010, che rappresenta molto più di Cina e India consistenze degli investimenti combinati. Ulteriori informazioni Ue-singapore commercio: http://ec.Europa.eu/trade/creating-opportunities/bilateral-relations/countries/singapore/  Ue-asean trad e: http://ec.Europa.eu/trade/creating-opportunities/bilateral-relations/regions/asean/ Ue-corea del Sud Accordo di libero scambio: http://ec.Europa.eu/trade/creating-opportunities/bilateral-relations/countries/korea/  Promemoria sugli accordi di libero scambio (in relazione alle procedure di conclusione) http://trade.Ec.europa.eu/doclib/docs/2012/june/tradoc_149616.pdf    
   
   
PRIMA STIMA PER IL TERZO TRIMESTRE DEL 2012 L´OCCUPAZIONE DELLO 0,2% NELLA ZONA EURO E DELL´UE-27 , RISPETTIVAMENTE, -0,7% E -0,5% RISPETTO AL TERZO TRIMESTRE DEL 2011  
 
Bruxelles, 17 dicembre, 2012 - Il numero di occupati è diminuito dello 0,2% sia nella zona euro 1 (Ea17) rispetto al Eu27 1 nel terzo trimestre 2012 rispetto al trimestre precedente, secondo le stime basate sui conti nazionali pubblicati dalla Eurostat, l´ufficio statistico dell´Unione europea . Nel secondo trimestre del 2012, l´occupazione è rimasto stabile nella zona euro ed è aumentato dello 0,1% nella Ue27 . Questi dati sono destagionalizzati. Occupazione è diminuita nella maggior parte dei settori, il più grande calo è stato registrato nel settore delle costruzioni (-1,5% nella zona euro e -1,3% nella Ue-27 ). Rispetto allo stesso trimestre dell´anno precedente, l´occupazione è diminuita dello 0,7% nella zona euro e dello 0,5% nella Ue-27 nel terzo trimestre del 2012 (dopo -0,7% e -0 3% nel secondo trimestre 2012). Eurostat stima che nel terzo trimestre del 2012, 222,6 milioni gli uomini e le donne sono stati impiegati nella Ue a 27 , di cui 146,0 milioni nella zona euro . Dati sono destagionalizzati.  
   
   
2012 PREMIO CESE SOCIETÀ CIVILE: "INNOVARE PER UN´EUROPA SOSTENIBILE"  
 
Bruxelles, 18 Dicembre 2012 - Il 12 dicembre, il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha assegnato il Premio 2012 della Società Civile per Transition Network, un´organizzazione di base istituito nel 2007 nel Regno Unito e attualmente attiva in 34 paesi. Più di 1000 comunità locali in tutta Europa sono impegnati nella transizione verso un modello più economico e sociale sostenibile. The Civil Society Prize celebra i successi delle organizzazioni della società civile che si sviluppano progetti che hanno un impatto positivo sulla europei ´vita e contribuire a promuovere i valori europei. In questo premio, il Comitato sostiene le organizzazioni di base che operano a livello europeo, nazionale e locale. Il premio 2012 ha cercato di premiare iniziative innovative e progetti volti a promuovere le pratiche economiche e sociali nuove e sostenibili per le comunità più inclusive. Presentando i premi, il Presidente del Cese Staffan Nilsson ha detto che è stato "colpito dalla creatività e il carattere unico dei tre progetti vincenti" notando quanto fosse orgoglioso dei vincitori del 2012, "che hanno l´innovazione sociale al centro delle loro attività e che hanno dimostrato che la sostenibilità non è solo per le questioni ambientali. " 1 ° premio: Transition Network (Regno Unito) - Transition Network, nelle sue stesse parole, è un´organizzazione che "ispira, incoraggia, collega, sostiene e allena le comunità, come si auto-organizzano in tutto il modello di transizione, la creazione di iniziative che ricostruire la resilienza e ridurre le due emissioni. " Questa sede nel Regno Unito in rapida crescita della rete ha ricevuto il primo premio per il suo progetto Reconomy , un´iniziativa lanciata nel gennaio 2011 per sostenere una transizione giusta verso un´economia verde. Reconomy aiuta le comunità locali a creare nuove imprese verdi e di introdurre pratiche eco-compatibili a quelli già esistenti. 2 ° premio: Cais (Pt) - Il secondo premio è andato a Cais, un´organizzazione portoghese, per i suoi successi complessivi in 18 anni è stato di funzionamento . Cais lavora per promuovere l´autonomia e l´emancipazione delle persone senza fissa dimora e le persone che vivono in condizioni di estrema povertà. I loro progetti spaziano da un "giornale di strada" per il riciclaggio laboratori e comprendono "calcio di strada", "asciutto auto-lavaggio" e lucidatura scarpe tradizionali. Lo scopo di tutte le iniziative è quello di combattere l´esclusione sociale attraverso la formazione e il lavoro. Essi offrono le persone svantaggiate prospettive sostenibili che vanno oltre la carità e assistenza, aiutandoli a recuperare la dignità a cui hanno diritto. 3 ° premio: Livstycket (Se) - Il terzo premio è andato a Livstycket, associazione che lavora per l´integrazione degli immigrati nella società svedese. Le attività dell´associazione sono focalizzati sull´insegnamento della lingua svedese, che è un elemento chiave di effettiva integrazione, con particolare attenzione le donne immigrate. Il progetto che è valso loro il premio è intitolato "Beviamo il tè e imparare la lettera" . Con questa iniziativa, l´associazione ha insegnato analfabeti donne immigrate a leggere e scrivere in un ambiente conviviale e con un approccio di apprendimento reciproco. È possibile trovare ulteriori informazioni sul premio sul nostro sito: http://www.Eesc.europa.eu/civilsocietyprize  Per un video con i vincitori ed i loro progetti, si prega di visitare il sito: http://www.Eesc.europa.eu/?i=portal.en.events-and-activities-civil-society-prize-2012-video    
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA AIUTI PER IL SALVATAGGIO TEMPORANEO PER L´ITALIANA BANCA MONTE DEI PASCHI  
 
Bruxelles, 18 dicembre, 2012 - La Commissione europea ha provvisoriamente approvato, in base alle norme Ue sugli aiuti di Stato, di un € 3900000000 ricapitalizzazione d´Italia la terza più grande banca Monte dei Paschi di Siena Spa ("Mps") per motivi di stabilità finanziaria. La misura consentirà alla banca di rispettare le raccomandazioni dell´Autorità bancaria europea. L´approvazione è subordinata alla presentazione di un piano di ristrutturazione entro sei mesi dalla decisione di oggi. Mps riceverà capitali freschi in forma di strumenti ibridi di capitale, in sostituzione di € 1,9 miliardi di attuali strumenti ibridi di patrimonializzazione che l´Italia ha sottoscritto nel 2009 sotto il regime italiano di ricapitalizzazione (cfr. Ip/09/302 ) . Ciò consentirà di aumentare il suo capitale di base di classe 1 capital ratio al 9% e permetterle di conformarsi ad una raccomandazione Eba che richiede un buffer aggiuntivo temporanea contro le aziende il rischio sovrano. La Commissione ha constatato che la ricapitalizzazione di Mps attraverso capitale ibrido è necessario per preservare la stabilità del sistema finanziario italiano, in linea con le linee guida della Commissione in materia di aiuti di Stato per le banche durante la crisi . L´approvazione da parte della Commissione delle misure di sostegno è subordinata alla presentazione, entro sei mesi un piano di ristrutturazione a partire dalla data della decisione.  
   
   
“PSR” 2007-2013: UMBRIA “PROMOSSA” A BRUXELLES PER RISULTATI ED EFFICIENZA; BUONA BASE PER NUOVA PROGRAMMAZIONE  
 
Perugia, 18 dicembre 2012 - Una programmazione degli interventi del Programma di sviluppo rurale ("Psr") 2007-2013 ormai ultimata, una spesa complessiva che ha già superato il 51 per cento, nessun rischio di disimpegno delle risorse comunitarie né per il 2012 né per il prossimo anno. È con questi risultati positivi che l´assessore alle Politiche agricole della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, si è presentata all´incontro in cui, ogni anno, a Bruxelles le Regioni si confrontano con i Servizi della Commissione Europea, in particolare la Direzione generale dell´Agricoltura e dello sviluppo rurale, sullo stato di attuazione del "Psr". "L´umbria - riferisce l´assessore, esprimendo soddisfazione per l´esito dell´incontro - ha potuto dimostrare un quadro alquanto positivo dell´avanzamento del Programma che sta volgendo al termine e che sostiene e valorizza con 785 milioni di euro di finanziamenti progetti innovativi e comportamenti ambientalmente virtuosi da parte degli agricoltori, ma anche investimenti degli Enti locali". "Abbiamo presentato un avanzamento delle realizzazioni anche per il 2012 di circa 100 milioni di euro - spiega l´assessore - e una programmazione degli interventi ormai completata. La spesa complessiva ha già superato il 51 per cento, ma nei prossimi giorni subirà ulteriori incrementi. E mentre alcune Regioni stanno lottando alacremente in queste ore per scongiurare la perdita di risorse comunitarie, poiché non sono riuscite a spendere il target assegnato dal Regolamento europeo, l´Umbria ha già superato non solo gli obiettivi del 2012, ma anche quelli dell´ultimo anno di programmazione, mettendo in sicurezza le risorse disponibili e che saranno così investite, anche queste, per lo sviluppo sostenibile e la qualificazione dell´agricoltura umbra". "L´attuazione dei Programmi di sviluppo rurale è una delle attività programmatorie più complesse e più consistenti - rileva l´assessore - L´umbria sta dimostrando particolare efficienza, che le viene riconosciuta appieno dalla Commissione Europea". A conferma di "questo comportamento attento e virtuoso e del nostro impegno - aggiunge - anche i significativi risultati sul fronte dei pagamenti. Dopo il superamento dei ritardi che si erano verificati in passato, ora possiamo con soddisfazione registrare un´accelerazione: nei prossimi giorni è previsto il pagamento da parte di ´Agea´ degli anticipi per le misure a superficie del 2012, che porterà anche a un ulteriore avanzamento della spesa del ´Psr´". Con i Servizi della Commissione Europea, la Regione Umbria ha parlato con interesse particolare delle iniziative a sostegno di ricerca ed innovazione da parte di numerose reti di imprese e centri di ricerca. La Regione ha poi sollecitato una rapida approvazione delle modifiche recentemente proposte dal Comitato di Sorveglianza per poter adeguare il Programma di sviluppo rurale alle esigenze più immediate dei prossimi mesi. "Queste modifiche - ricorda l´assessore - ci consentiranno in particolare di mettere subito in pista la nuova misura di sostegno agli investimenti delle imprese agricole ed agroalimentari da parte dei ´Gal´, i Gruppi di azione locale, aggregazioni costituite da enti locali e operatori economici e sociali". "L´attuazione di questo Programma di sviluppo rurale e il confronto costruttivo con la Commissione Europea - conclude l´assessore Cecchini - costituiscono una buona base per avviare la nuova programmazione per il periodo dal 2014 al 2020. Ci stiamo già attrezzando e a questo scopo auspichiamo che l´approvazione delle prospettive finanziarie per lo sviluppo rurale possa avvenire già all´inizio di febbraio 2013".  
   
   
COOPERAZIONE: FVG-VOJVODINA, INTESA SU ENERGIA, CULTURA E WELFARE  
 
Trieste, 18 dicembre 2012 - - Energie rinnovabili, cultura, piccole e medie imprese, welfare. Sono questi i contenuti dei quattro protocolli d´intesa relativi al programma Eurostat siglati ieri a Udine tra la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia autonoma di Vojvodina, in Serbia, quest´ultima rappresentata dal ministro Branislav Bugarsky e dal console generale della Repubblica di Serbia a Trieste, Momcilio Milovic. L´importo complessivo dei fondi che il Friuli Venezia Giulia metterà a disposizione per la realizzazione dei protocolli, hanno spiegato Silvia Acerbi di Informest e i vertici della direzione regionale Relazioni internazionali, ammonta a 165 mila euro ai quali si aggiungono altri 48.600 euro della Vojovodina per complessivi 213.600 euro. Il raggiungimento dell´accordo fa seguito ad una prima visita compiuta dall´assessore Elio De Anna nella provincia serba nel settembre 2011 ed alla successiva firma del presidente della Regione, Renzo Tondo, di un protocollo bilaterale siglato per la prima volta nel 2003, rinnovato nel 2007 e ribadito a marzo di quest´anno. L´obiettivo, per quanto riguarda le energie rinnovabili, è quello di predisporre e definire piani energetici locali e strategie per migliorare l´efficienza e creare reti che consentano l´accesso ai fondi europei. Nello specifico, si studierà il teleriscaldamento alimentato da biomasse e il risparmio energetico nelle scuole. Per la cultura, invece, verrà finanziato il progetto Sirmium - Città degli imperatori finalizzato allo scambio di esperienze e conoscenze per agevolare la conservazione e il restauro dei mosaici romani del palazzo dell´Imperatore. La Fondazione Aquileia è già attiva nel settore attraverso la valorizzazione della strada romana che da Aquileia raggiungeva Viminacium e il Mar Nero, attraversando Lubjana. Nel settore delle Pmi verrà creato un database delle aziende che operano in Vojvodina per definire una strategia di sviluppo locale, mentre per il welfare saranno attivati alcuni servizi presso le associazioni locali a favore di per persone con disturbi mentali. Tra le motivazioni che hanno spinto al rafforzamento del partenariato con la provincia serba vi è il comune interesse nel promuovere lo sviluppo locale di entrambi i territori nel quadro della futura integrazione della Serbia nell´Unione europea. L´intento è quello di sostenere l´aumento degli scambi commerciali, la collaborazione nel campo degli investimenti e la promozione di joint ventures. In merito al futuro del partenariato, si è creato un asse tra Friuli Venezia Giulia e Vojvodina con la condivisione di linee strategiche per lo sviluppo di progettualità attraverso un gruppo di lavoro chiamato anche ad individuare le necessarie fonti di finanziamento. "Su incarico della Regione- ha spiegato la presidente di Informest, Acerbi - l´Agenzia per lo sviluppo e la cooperazione internazionale deve creare un concreto raccordo tra le due entità coinvolte in Eurostat, riattivando anche Casa Fvg in Vojvodina". "Il nostro interesse - ha concluso Acerbi - è anche quello di collaborare nell´ottica del programma Europa 2014-2020 che ci permetta di trovare punti di contatto con i quali attrarre fondi comunitari".  
   
   
BILANCIO 2013, LIGURIA:”BILANCIO RIDOTTO DI 60 MILIONI. SALVAGUARDATO TPL, WELFARE E IL FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA  
 
Genova, 18 dicembre 2012 - “Con il bilancio 2013 la Regione Liguria avrà 60 milioni in meno da spendere a causa dei tagli dei trasferimenti statali e per i vincoli del patto di stabilità. Nonostante ciò il nostro sforzo è stato quello di salvaguardare il più possibile il trasporto pubblico locale, i servizi sociali e il fondo per la non autosufficienza per chi ha anziani in casa.” Lo ha detto ieri mattina l’assessore al bilancio della Regione Liguria, Pippo Rossetti, a margine della presentazione della relazione sul bilancio di previsione 2013 e sulla legge finanziaria. “In un quadro di riduzione delle risorse molto pesante – ha continuato Rossetti - abbiamo cercato di evitare i tagli lineari per salvaguardare settori che riteniamo più strategici di altri. Parallelamente abbiamo dovuto ridurre l’area dello sport del 15%, dell’agricoltura che sarà a meno 11,3%, della formazione a meno 14,3%, della cultura e della promozione turistica a meno 9,7%”. Una riduzione della spesa pubblica che ha visto la Regione Liguria impegnata in un contenimento generale delle spese. “Abbiamo ridotto le auto blu – ha continuato Rossetti - le consulenze, le spese di comunicazione e quelle degli affitti degli uffici. Oltre ad aver dato il via ad una riorganizzazione dell’Ente , attraverso la chiusura del Crri, il centro ricerca e innovazione, assorbendo in Filse il Bic Liguria, concentrando l’insieme dei Confidi, accelerando il processo di fusione di tre aziende partecipate da Filse come Are, Arred e Infrastrutture srl, fondendo in un’unica agenzia Arssu con l’agenzia Liguria Lavoro e proponendo un unico Ente Parchi, che salvaguarderà le presenze dei Comuni e delle realtà dei parchi liguri”. Preoccupazione è stata espressa dall’assessore Rossetti rispetto alla “riduzione del fondo sanitario nazionale che con il nuovo Governo potrà avere delle ripercussioni anche sulle regioni”.  
   
   
FUSIONE DEL RUBICONE. LA GIUNTA REGIONALE DELL’ EMILIA ROMAGNA APPROVA IL PROGETTO DI LEGGE PER UN UNICO COMUNE TRA SAVIGNANO E S.MAURO  
 
 Bologna, 18 dicembre 2012 – Un nuovo unico Comune da quasi 30 mila abitanti. Il progetto di fusione tra San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì, ha ottenuto il via libera dalla Giunta regionale, che ha approvato oggi il progetto di legge per la fusione. E’ questo uno dei passaggi dell’iter per arrivare ad un unico Comune del Rubicone, come chiesto dai consigli delle due amministrazioni. “La Regione ha scelto da tempo in modo convinto di affiancare e sostenere le sfide per le fusioni lanciate dai Comuni dell’Emilia-romagna”, sottolinea Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione. “Si tratta di progetti importanti, utili e in grado di mettere i nostri Comuni nelle condizioni di mantenere quantità e qualità dei servizi ai cittadini, nonostante si sia ridotta la disponibilità delle risorse pubbliche”. Il nuovo Comune avrà un territorio di oltre 40 chilometri quadrati, un solo Sindaco, una sola Giunta e un solo Consiglio comunale, ma sportelli e servizi più efficienti in entrambe le città. Alle minori spese di funzionamento andranno ad aggiungersi i vantaggi delle aumentate possibilità di investimenti e sviluppo: nei suoi primi 15 anni di vita, il nuovo ente potrà ottenere risorse pubbliche aggiuntive pari a circa 15 milioni di euro tra contributi statali (quasi 10) e regionali (oltre 5); inoltre, nei suoi due primi anni di vita, la nuova istituzione sarà esclusa dai vincoli del patto di stabilità, il che permetterà al nuovo Comune di avere maggiori risorse da mettere a disposizione del tessuto produttivo della zona. La proposta di legge ora sarà discussa dall’Assemblea legislativa mentre, nel frattempo, i cittadini dei due Comuni interessati saranno chiamati ad esprimersi in un referendum consultivo che avrà anche l’obiettivo di far scegliere loro il nome del nuovo Ente.  
   
   
PROVINCE, E ORA? A PALAZZO MEDICI RICCARDI UNA GIORNATA DI STUDIO "IL RIORDINO DELLE PROVINCE" ORGANIZZATA DALLA PREFETTURA IN COLLABORAZIONE CON L´UNIVERSITÀ DI FIRENZE  
 
Firenze, 18 dicembre 2012 - Cosa accadrà ora che il decreto sul riordino delle Province non è stato convertito? Quale futuro attende questi enti locali ridefiniti dalla legge sulla "spending review"? Come si completerà il trasferimento delle loro funzioni? Di questi argomenti si è parlato il 14 dicembre a Palazzo Medici Riccardi durante un incontro di studio "Il riordino delle Province", organizzato dalla Prefettura in collaborazione con la Facoltà di Giurisprudenza dell´Università di Firenze "Con la mancata conversione del decreto, il tema ha perso di attualità ma non di interesse - ha dichiarato il prefetto Luigi Varratta aprendo i lavori - Ritengo che l´argomento sia solo in stand-by. Per questo abbiamo deciso di fare una riflessione su quelli che potrebbero essere gli scenari futuri dell´assetto dello Stato in periferia. Una riforma comunque ci attende - ha proseguito - una riforma che guardi al cittadino, una riorganizzazione che offra alla collettività e al territorio servizi più adeguati. Abbiamo bisogno di riforme che aiutino questo Paese a crescere e le istituzioni a recuperare quel senso di sfiducia che i cittadini hanno nei loro confronti". Dopo il saluto del preside della Facoltà di Giurisprudenza, Paolo Cappellini, ha preso la parola Domenico Sorace, ordinario di Diritto Amministrativo presso la stessa Facoltà, che ha ripercorso il lungo cammino dei progetti di modifica che hanno riguardato in questi anni le Province. Un tema che il professore conosce bene avendo fatto parte del gruppo di studio i cui lavori hanno poi portato alla stesura della legge 142 del 1990, punto centrale dell´organizzazione del governo locale fino ai nostri giorni. L´ipotesi di rinunciare all´istituto provincia è tornata più volte alla ribalta in questi anni, accanto al problema di quale tipo di ente intermedio creare tra comune e regione. Finché siamo giunti "a questa soluzione di ripiego - ha sottolineato Sorace - non eliminare le province ma ridurne il numero. E al contempo portare avanti il progetto della città metropolitana". Il professore ha poi espresso perplessità sul fatto che si affronti il problema del governo locale sotto il profilo della riduzione della spesa pubblica con i decreti legge Salva Italia e della Spending Review. Dubbi di legittimità costituzionale del processo di riordino delle province sono stati sollevati da Andrea Cardone, professore di Istituzioni di Diritto Pubblico, per quanto riguarda il mancato coinvolgimento dei comuni nel processo di modifica delle circoscrizioni provinciali e il meccanismo di elezione degli organi provinciali. Sui riflessi di carattere amministrativo e organizzativo dell´abolizione delle province si è incentrata la relazione dell´avvocato amministrativista Domenico Iaria per il quale è mancato finora un dibattito approfondito sulla rassegnazione delle competenze finora svolte dalle province. Questa riattribuzione delle funzioni sarà operativa solo una volta completato il processo di riordino, pertanto "tutto al momento rimane come prima -sottolinea Iaria - e viene assicurata la continuità di erogazione dei servizi". Con la mancata conversione del decreto, per l´avvocato non si paventa pertanto alcuna ipotesi di "caos istituzionale", casomai si profileranno problemi di risorse, trovandosi le province a svolgere le stesse competenze di prima ma con minori stanziamenti statali.  
   
   
DE FILIPPO: TEMI GIUSTIZIA E DETENZIONE EMERGENZA NAZIONALE “L´INIZIATIVA NON VIOLENTA DI MARCO PANNELLA È SICURAMENTE UN MONITO AD EVITARE CHE DIVENTI UN´EMERGENZA DIMENTICATA”  
 
Potenza, 18 dicembre 2012 - "È unanimemente riconosciuto che i temi della giustizia e della detenzione rappresentano un´emergenza nazionale, e l´iniziativa di Marco Pannella è sicuramente un monito ad evitare che diventi un´emergenza dimenticata. Marco Pannella con generosità sta mettendo in gioco se stesso per richiamare l´attenzione delle massime cariche istituzionali su temi attinenti i diritti umani, la legalità, la democrazia, l´einaudiano diritto a poter conoscere per deliberare. Pannella ha ragione quando afferma che c´è una questione non ulteriormente differibile che investe i diritti umani e la Costituzione”. È il commento del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, allo sciopero della fame e della sete messo in atto da Marco Pannella. Sono anche convinto - ha detto De Filippo - che anche l´altro tema al centro dell´iniziativa politica di Pannella meriti attenzione. Abbiamo un problema con il "porcellum" che il Pd sta superando con le primarie per le candidature, ma c´è anche un´emergenza di informazione politica che nega ai cittadini di questo Paese la possibilità a poter essere informati su tutte le posizioni in campo. E c´è una situazione inaccettabile che nei fatti vieta a Marco Pannella e ai radicali di poter far conoscere in modo sufficiente le loro proposte e nel contempo nega un serio e approfondito dibattito su temi quali la giustizia e condizioni di detenzione che palesemente violano il dettato costituzionale. Sento di poter far miei i contenuti dell´appello del 1976 citato da Marco Pannella e affermo che in una democrazia non possiamo privare i cittadini del diritto ad essere informati in modo equo su tutte le posizioni in campo. A Marco – conclude il Presidente De Filippo - rivolgo l´invito a interrompere l´iniziativa nonviolenta prima che possano verificarsi conseguenze nefaste”.  
   
   
ABRUZZO: CHIODI, RILANCIO VAL SINELLO FINANZIATO CON I FAS IL PRESIDENTE: "PUNTARE SU INNOVAZIONE E RICERCA"  
 
Pescara, 18 dicembre 2012 - "In Abruzzo la crisi non deriva da un deficit infrastrutturale. Ne, d´altro canto, è pensabile che, in una economia globalizzata che si trova a fronteggiare una delle più gravi crisi economico-finanziarie che si ricordino, si possa incidere sulla situazione a livello locale". Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, intervenuto, il 14 dicembre, a Chieti, nella sala consigliare della Provincia, in occasione della presentazione del Piano di rilancio della Val Sinello, non ha dubbi. "La perdita di quote di mercato delle nostre imprese - ha sentenziato Chiodi - è legata, piuttosto, alla loro minore competitività e questo avviene perchè hanno costi di produzione molto più elevati rispetto delle aziende concorrenti che operano in altri mercati. Altrove, come in Germania, - ha messo in evidenza Chiodi - esiste un´organizzazione del lavoro molto più flessibile e questo, inevitabilmente, favorisce la riduzione del costo del lavoro. Pertanto, quello che mi sento di chiedere alle associazioni imprenditoriali è di sostenere la riduzione della spesa pubblica. Solo in questo modo sarà possibile ridurre la tassazione e, al tempo stesso, conseguire miglioramenti in termini di produttività". Rispetto al Piano di rilancio della Val Sinello, tema centrale dell´incontro odierno, il presidente della Regione ha confermato che "la Regione non ha mai avuto tante risorse da investire come ora. In questo caso, - ha spiegato - i finanziamenti al Piano arriveranno dai fondi Fas e dal Fesr, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale". Si parla di una cifra tra i 16 ed i 20 milioni di euro. "Il mio auspicio è che questi fondi possano essere spesi bene - ha ripreso Chiodi - ma questo dipenderà anche dalla qualità dei progetti che verranno presentati dagli imprenditori. Pertanto, dovremo stimolare le imprese ad investire su innovazione e ricerca poichè si tratta di settori in grado di produrre effetti positivi in termini di rilancio di un´area di crisi come Val Sinello". Non è un caso che l´Abruzzo, secondo quanto riportato recentemente dal quotidiano "Il Sole 24ore", sia la nona regione italiana per investimenti nei settori dell´innovazione. "In termini quantitativi è così - conferma il Presidente - ma se si tiene conto di parametri come popolazione, estensione geografica e Pil, siamo al primo posto. Peccato che questa notizia si debba leggere solo sulla stampa nazionale".  
   
   
BOLZANO. : OBIETTIVO RISPARMIO, COMPUTER IN LEASING E CENTRALE VIABILITÀ  
 
Bolzano, 18 dicembre 2012 - L´acquisto in leasing delle nuove attrezzature informatiche per la pubblica amministrazione, e l´accorpamento di Centrale viabilità e Infomobilità. Sono questi i due passaggi approvati il 17 dicembre dalla Giunta provinciale che consentiranno alle casse di Palazzo Widmann di attuare sensibili misure di risparmio. Risparmiare preziose risorse economiche: questo l´obiettivo prioritario della Giunta provinciale in un periodo caratterizzato dalla crisi e da una sempre minore disponibilità di fondi. Per raggiungere questo traguardo senza mettere a rischio il sistema di welfare e la competitività del sistema economico locale, si punta a gestire in maniera molto più oculata le risorse. Un esempio piuttosto significativo, in questo senso, arriva dalle due delibere approvate oggi (17 dicembre) dall´esecutivo guidato dal presidente Luis Durnwalder. La prima riguarda l´acquisto di attrezzature informatiche. "L´amministrazione provinciale - ha spiegato Durnwalder - ha una dotazione di circa 3mila personal computer, che ogni 5 anni deve essere aggiornata e adeguata. Se li acquistassimo tutti ex-novo saremo costretti ad investire una cifra non inferiore ai 7 milioni di euro, e in questo momento non ce lo possiamo permettere. D´ora in avanti, dunque, i pc saranno acquistati con la formula del leasing: ciò consentirà un sensibile risparmio di denaro". Ammonta a 400mila euro, invece, il risparmio raggiungibile grazie all´accorpamento di due strutture che operano in contesti molto simili. "Dal primo aprile 2014 - ha annunciato Luis Durnwalder - la Centrale provinciale viabilità gestirà anche il servizio di Infomobiltà. Abbiamo deciso, infatti, di rescindere il contratto con l´azienda che gestisce il call center, e i tempi tecnici ci impongono di farlo un anno prima della scadenza naturale. La Centrale viabilità verrà rafforzata con l´assunzione di due dipendenti in più rispetto all´organico attuale". Nuova legge per Laimburg La Giunta provinciale ha approvato una nuova legge che regolamenta l´attività del Centro di sperimentazione agraria e forestale Laimburg. "Le norme precedenti risalivano a una ventina d´anni fa - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - e ormai non erano più al passo con i tempi. In questo periodo, infatti, lo spettro di attività e di strutture gestite dal Centro Laimburg è cresciuto a dismisura, a partire dai giardini di Castel Trauttmansdorff. Serviva una legge più adeguata". Il ddl varato dall´esecutivo dovrà ora passare all´esame del Consiglio provinciale. Voli Bolzano-roma Sembra più vicino l´approdo all´aeroporto di Bolzano della compagnia aerea svizzera Darwin, che pare destinata a prendere il posto di Air Alps. "Nei giorni scorsi ho incontrato i vertici della Darwin - ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder - i quali hanno ribadito il loro forte interessamento a coprire la tratta Bolzano-roma offrendo voli a prezzi ridotti rispetto al precedente vettore, e con velivoli più grandi in grado di trasportare sino a 50 persone". La Giunta provinciale sarebbe favorevole ad un subentro immediato della Darwin, "ma Enac sta rallentando - ha ricordato Durnwalder - perchè intende prima risolvere in maniera definitiva la situazione giuridica legata ad Air Alps". In ogni caso, l´esecutivo di Palazzo Widmann ha deciso di sostenere la compagnia svizzera deliberando un intervento immediato presso le autorità competenti (Ministero ed Enac) affinchè venga concessa il prima possibile alla Darwin l´autorizzazione a operare su Bolzano. "C´è bisogno di un addestramento speciale dei piloti - ha concluso Durnwalder - il nostro obiettivo è quello di arrivare ad una conclusione positiva della vicenda entro Natale". Riforma dell´urbanistica Richiederà ancora alcune sedute il disegno di legge che aggiorna l´attuale normativa provinciale in una materia complessa come l´urbanistica: questa la calendarizzazione annunciata dal presidente Luis Durnwalder dopo la seduta di Giunta. "Stiamo lavorando a una prima riforma che punta a semplificare e snellire le procedure e a coordinare meglio la tutela del paesaggio con lo sviluppo del territorio", ha detto il Presidente. Tra i temi su cui è stata avviata la discussione, quelli riguardanti l´iter di approvazione del Puc, i contratti di urbanistica e il cambiamento di coltura. Approvvigionamento idrico delle Terme di Merano Anche in futuro le Terme di Merano dovranno poter contare su una quantità di acqua adeguata alle necessità e al funzionamento della struttura. Questo il parere della Giunta provinciale a fronte dell´eventualità di ridurre l´acqua a disposizione delle Terme - assicurata in base a una concessione idrica risalente al 1958 - per consentire l´utilizzo da parte dei contadini di una certa quantità a scopi irrigui. "La concessione a favore delle Terme scade nel 2047 e rappresenta il punto di partenza dell´attività termale a Merano", ha chiarito il presidente Durnwalder. Una riduzione dell´acqua significherebbe pregiudicare il funzionamento e le prospettive delle Terme: "Questo sviluppo non sarebbe giustificabile in considerazione degli investimenti fatti nell´attività termale". Anche in futuro, quindi, le Terme di Merano dovranno poter contare sulla quantità di acqua loro assegnata per concessione, che viene raccolta in un bacino di 11 Comuni con una superficie complessiva di 61mila ettari. Ponti Bailey per le Marche L´area di Pesaro e Urbino, seriamente danneggiata dal maltempo nel 2011, potrà contare su due ponti Bailey messi a disposizione dalla Provincia di Bolzano. Andando incontro alla richiesta della Provincia marchigiana, la Giunta provinciale ha messo a disposizione due ponti che verranno trasportati e montati sul fiume Cesano. "Potremo ripristinare un collegamento assolutamente prezioso per la popolazione del posto", ha spiegato il presidente Durnwalder. In Alto Adige restano a disposizione della Provincia altri 6 ponti Bailey da impiegare in caso di necessità.  
   
   
ROSSI: “INVESTIRE SULLA GREEN ECONOMY PER NUOVA OCCUPAZIONE AI GIOVANI E FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVE”  
 
Firenze, 18 dicembre 2012 – “La firma di oggi è importante perché mette nero su bianco una collaborazione virtuosa fra istituzioni e categorie economiche e sociali con lo scopo di far decollare lo sviluppo delle filiera bosco legno energia e favorire la creazione di filiere corte locali. L’obiettivo, in coerenza con le scelte strategiche della Regione in tema di fonti rinnovabili e di Green Economy, è la creazione di una rete di piccoli impianti di cogenerazione e reti di teleriscaldamento, che diano impulso alla filiera stessa, creando nuove opportunità di occupazione, sopratutto per i giovani, ma anche attivando un’efficace prevenzione del rischio idrogeologico di cui c’è un gran bisogno.” Questo il commento del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo la firma del protocollo sulla filiera bosco-legno-energia sottoscritto stamani dall’assessore all’agricoltura, Gianni Salvadori, e dai rappresentanti di Uncem, Anci, Upi, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Lega Coop, Confcooperative, Cgil, Cisl e Uil. In pratica gli obiettivi del protocollo si possono riassumere in 4 punti: Valorizzazione dei residui delle lavorazioni agroforestali: si riconosce nuovo valore ad un grande patrimonio della Toscana, la regione più boscata d’Italia, e agli scarti della lavorazione agricola. Filiera corta- presidio e prevenzione idroegeologica: mantiene il presidio sul territorio, evita lo spopolamento delle zone rurali, consente il presidio del territorio e la manutenzione del bosco con evidenti ricadute sulla salvaguardia idrogeologica Occupazione: realizzare la filiera collegata all’installazione di impianti consente un incremento dell’occupazione e crea un volano in zone per lo più marginali Tutela della salute: i piccoli e moderni impianti di cogenerazione e teleriscaldamento non inquinano ma generano energia pulita da fonti rinnovabili.  
   
   
SONO PIEMONTESI I PRIMI 29 MINORENNI APPRENDISTI CON QUALIFICA  
 
Torino, 18 dicembre 2012 - “Sono piemontesi i primi 29 apprendisti minorenni in Italia”: a renderlo noto è stata l’assessore regionale al Lavoro, Claudia Porchietto, intervenendo il 14 dicembre a San Benigno Canavese al convegno “Uno sguardo oltre la crisi”. “E´ un risultato importante e non scontato - ha sostenuto Porchietto - vista la diffidenza che da sempre si registra in Italia appena si sfiora la questione del lavoro minorile. Una materia delicata, ma che costituisce anche un’occasione unica per recuperare tanti giovani con percorsi familiari e scolastici difficili. Un plauso va alla disponibilità del sindacato”. L’apprendistato per la qualifica professionale è un vero e proprio contratto di lavoro agevolato e a tempo indeterminato per giovani tra i 15 e i 25 anni. Il ragazzo, oltre ad imparare un mestiere, consegue anche un titolo di studio che ha valore legale. La Regione Piemonte ha stanziato 5 milioni di euro per questa misura. “A poco più di un mese dal suo avvio - ha proseguito l’assessore - sono 48 i giovani che sono stati assunti con questa forma di contratto, di cui 29 minorenni: 17 i sedicenni e 12 i diciasettenni. Variegati i settori che hanno attivato i rapporti di lavoro: dal manifatturiero ai servizi sociali fino alle costruzioni e alla ristorazione. La maggioranza sono italiani, il 29,2% stranieri”. L’assessore ha concluso dicendosi convinta che “nonostante la crisi, nei prossimi due anni sarà possibile formare con questa tipologia di apprendistato circa 800 giovani. Un numero da record in Italia, che fa il paio con quelli della formazione in alto apprendistato, dove sono oltre 600 i ragazzi assunti a tempo indeterminato che hanno conseguito un titolo universitario o post laurea. Un dato che equivale alla sommatoria di apprendisti di tutte le altre regioni d’Italia”.  
   
   
LA SPINA 3 METAMORFOSI DI TORINO  
 
Torino, 14 dicembre 2012 - “Torino e Spina 3: metamorfosi della città” è il titolo della ricerca effettuata dall’Ires Piemonte su commissione della Direzione Programmazione strategica della Regione e che è stata presentata il 12 dicembre durante un seminario moderato dal direttore Livio Dezzani durante il quale è stato posto l’accento sulle caratteristiche demografiche e socio-economiche dei nuovi residenti, sugli esiti delle interviste effettuate a 150 residenti e domiciliati nell’area e a testimoni qualificati, sull’analisi spaziale dell’area oggetto di intervento. I dati elaborati dall’Ires tratteggiano una popolazione prevalentemente giovane - il 50% dei nuovi residenti ha un’età inferiore ai 35 anni - con livelli di istruzione medio-alti, occupati in larga misura nel lavoro dipendente e con una molto consistente rappresentanza di impiegati. Oltre ad un 75 % di nuovi residenti provenienti dalla città, e in particolare dalle circoscrizioni 4 e 5 cui la Spina3 appartiene, lo studio mostra come una quota significativa della percentuale rimanente, pari a 722 unità, provenga invece dalla prima cintura del capoluogo, in controtendenza rispetto alla mobilità residenziale degli ultimi vent’anni che vedeva la fuoriuscita dalla città verso le cinture dell’area metropolitana. Il bilancio della trasformazione realizzata dal Comune di Torino, oggi pressoché conclusa, viene letta dagli intervistati come generalmente soddisfacente (51%). Grandi aspettative sono inoltre rivolte al Parco Dora, per il quale gli intervistati chiedono, oltre ad una celere ultimazione, una destinazione che sappia coniugare, in sicurezza, tranquillità, intrattenimento e, specialmente per i più giovani, la possibilità di praticare sport all’aria aperta. Alle dimensioni simboliche e alle rappresentazioni identitarie scaturite dalle videointerviste realizzate da Ires a ex dipendenti delle fabbriche Fiat e Michelin precedentemente insediate nell’area hanno fatto riferimento gli economisti Giuseppe Berta e Giuseppe Russo, il sociologo Angelo Pichierri, gli urbanisti Ezio Micelli e Carlo Alberto Barbieri. Unanime è stato l’invito a mantenere la memoria storica della città, elemento imprescindibile del quale occorre recuperare la consapevolezza per poter definire traiettorie di sviluppo attendibili. La ricetta per il futuro di Torino e del Piemonte, a detta dei relatori, è dunque strettamente connessa al passato industriale, dal quale partire per specializzarsi in quell’economia dei servizi che ha fatto propri i meccanismi dell’organizzazione industriale. Per far ciò occorre lavorare su di un terziario che oggi appare debole, poco tecnologizzato, scarsamente internazionalizzato e che non scommette adeguatamente sulla qualità del capitale umano, vera e propria ricchezza del nostro territorio, ponendolo in relazione con la tradizione del passato.  
   
   
GIOVANI ED EUROPA: 14 GIOVANI VENETI A BRUXELLES IN VISITA A ISTITUZIONI EUROPEE E REGIONALI CUI HANNO PRESENTATO IDEE IIMPRENDITORIALI INNOVATIVE  
 
 Venezia, 18 dicembre 2012 - Si è svolta dal 10 al 13 dicembre 2012 a Bruxelles la visita di studio-premio di 14 giovani veneti autori di progetti innovativi nell’ambito dell’iniziativa “Creartivamente Impresando”. Organizzata congiuntamente da Regione Veneto, Unioncamere Veneto e dall’Osservatorio regionale sulle politiche sociali in collaborazione con Veneto Innovazione, la visita è stata l’occasione per presentare alle istituzioni europee le loro idee di lavoro e studio e per avvicinarsi alle opportunità che l’Europa può offrire. I ragazzi hanno visitato il Parlamento europeo e la Commissione Europea, nonché la sede di Bruxelles della Regione Veneto. Il progetto “Creartivamente Impresando” ha la finalità di stimolare idee e progettualità imprenditoriali innovative fondate sulla creatività, il talento e l’intuito dei giovani, favorendo lo sviluppo della cultura imprenditoriale. L’iniziativa “Creartivamente Impresando” si è svolta nelle province di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia e Vicenza. Sono state green economy, presentate idee relative alla al risparmio energetico, alle nuove tecnologie, alle arti e mestieri locali, arte all’ aggregazione turismo, all’ e cultura, al giovanile (musica, sport, ecc.), alle collaborazioni intergenerazionali, all’ inclusione sociale e integrazione. Proposte capaci di avere rilievo nel mercato ed, in particolare, nel territorio in cui risiedono. L’assessore regionale alle politiche giovanili Remo Sernagiotto, anche in qualità di Presidente della Rete Europea Elisan, ha commentato: “quest’iniziativa è in linea con le azioni messe in campo per stimolare la “cre-attività” e la cittadinanza attiva dei giovani. Abbiamo fatto per il secondo anno bandi che promuovono la genialità dei nostri giovani. E sempre su questo tema abbiamo in programma nel 2013 un importante incontro annuale sul Lago di Garda dal titolo “il volo giova: dammi spazio”. Ritengo inoltre fondamentale che si avvicinino all’Europa e alle opportunità di finanziamento che potrebbero essere sfruttate da loro in maniera più adeguata sul territorio” .  
   
   
OCCUPAZIONE: FVG, 1,6 MLN EURO PER NUOVI CANTIERI LAVORO  
 
Trieste, 18 dicembre 2012 - "Il voto di oggi prova ancora una volta la grande attenzione che la Giunta regionale e la Maggioranza hanno per il tema dell´occupazione in questo momento di crisi economica". Con questa espressione di soddisfazione l´assessore al Lavoro del Friuli Venezia Giulia, Angela Brandi, commenta l´approvazione dell´articolo 9 della Finanziaria in materia di Protezione sociale e Lavoro da parte del Consiglio regionale. "Proprio per sostenere i lavoratori in difficoltà - continua Brandi - accanto agli strumenti già messi in campo abbiamo inteso istituire, mettendo a bilancio 1,6 milioni di euro, i Cantieri Lavoro per i disoccupati i quali, attraverso gli Enti locali, potranno essere utilizzati per un massimo di sei mesi e impiegati nelle manutenzioni urbane e del verde pubblico con una procedura più semplificata rispetto a quella dei lavori di pubblica utilità". "Inoltre - prosegue l´assessore - questo tipo di contratto non fa perdere lo stato di disoccupazione, essenziale per poter usufruire di altri sostegni o agevolazioni". "Ritengo quindi - sottolinea Brandi, rispondendo ad alcune critiche dell´opposizione - che questa rappresenti una risposta concreta a chi dai banchi della minoranza accusa la Regione Friuli Venezia Giulia di sottovalutare la portata della crisi. A questo proposito, faccio presente che il non piangersi addosso non significa affatto sottovalutare il problema, altrimenti non avremmo certo confermato e rafforzato tutti gli strumenti anticrisi non adoperando alcun taglio". "A riprova dell´impegno della Giunta e della Maggioranza - spiega ancora Brandi - va ricordata in questo contesto la recente rivisitazione delle legge 18, con l´adeguamento degli strumenti di politica attiva alle modifiche intervenute in questa fase di crisi al mercato del lavoro, come ad esempio con l´apprendistato e i tirocini formativi". "Sono stati anche messi a regime e svincolati dalla fase di sperimentazione i contratti di solidarietà difensivi - evidenzia l´assessore - così come i lavori socialmente utili e quelli di pubblica utilità. Oltre a questo, l´attenzione è stata riposta anche ai giovani, mettendo in cantiere uno strumento che potrà incentivare il loro ingresso nel mercato del lavoro: i contratti di solidarietà espansivi per i quali interverrà la Regione con un contributo economico e che prevedono all´interno di un´azienda la riduzione di orario per i lavoratori con maggior anzianità e la contemporanea assunzione di giovani sotto i 29 anni".  
   
   
APPROVATO IL BANDO PER LA SELEZIONE DI 25 GIOVANI PER IL PROGETTO COHOUSING  
 
Trento, 18 dicembre 2012 - La Giunta provinciale ha approvato il bando di selezione per 25 giovani per l’attuazione del progetto pilota “Cohousing", ovvero "coabitazione". Il progetto nasce con l’obbiettivo di dare un aiuto concreto ai giovani nel delicato periodo di transizione all’età adulta e di ricerca dell’autonomia, anche abitativa. A questo scopo la Provincia, insieme ad altri soggetti del sociale, mette a disposizione spazi idonei per la coabitazione, dove i giovani inizieranno un percorso che li porterà ad inserirsi a pieno titolo nella società e nel mondo del lavoro. Il progetto coordinato dall’Agenzia per la famiglia natalità e per le politiche giovanili vedrà il supporto della Scuola di Preparazione Sociale che accompagnerà i giovani nel loro percorso di realizzazione personale intervenendo sia in fase di realizzazione del progetto sia in fase di progettazione intermedia. Il progetto pilota “ Cohousing” vuole essere un´espressione concreta di politiche giovanili incisive, che diano ai giovani gli strumenti per diventare cittadini a pieno titolo. A tale scopo le politiche giovanili devono attivarsi per facilitare non solo l’accesso al credito e le opportunità lavorative ma anche l’autonomia abitativa. In quest´ambito la crisi economica ha avuto un forte impatto negativo sulle categorie sociali più a rischio - come appunto quella giovanile - che nelle realtà urbane hanno minori possibilità di reperire alloggi a prezzi sostenibili, condizione aggravata dalla notevole difficoltà ad inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro. Il progetto di Cohousing per il Trentino, nato da una idea congiunta dell’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili con la Scuola di preparazione sociale, si rivolge a giovani che intendano fare un´esperienza di coabitazione e quindi di cogestione degli spazi abitativi che verranno messi loro a disposizione. Ovviamente, però, non si tratterà solo di dividere un´appartamento: i partecipanti dovranno essere motivati a portare avanti un progetto che fino ad oggi non ha altri riscontri in Italia, sottoscrivere una carta dei valori, aderire a percorsi programmati di sostegno all´autonomia individuale e professionale. L´aspetto della coabitazione si lega strettamente a quello lavorativo, cioè a ciò che la persona farà fuori dalle mura del suo nuovo alloggio: sarà infatti data la precedenza a candidati che abbiamo avuto dei periodi di disoccupazione negli ultimi tre anni o abbiano percepito un reddito basso. L´obiettivo finale, infatti, è quello di "cambiare status", Il progetto sarà sviluppato attraverso una sinergia fra Provincia e altri attori già attivi in ambito giovanile nel contesto territoriale, come la Fondazione comunità solidale, la Cooperativa sociale progetto 92, la Cooperativa sociale Villa Sant´ignazio, soggetti la cui esperienza ed attività rappresentano un contributo prezioso per la realizzazione del progetto stesso. Al progetto pilota potranno partecipare 25 i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni, che abbiano avuto esperienze lavorative non continuative negli ultimi tre anni, che non siano studenti, che risiedano da almeno tre anni in provincia di Trento e che vivano con il nucleo famigliare di origine da almeno tre anni continuativi. Il progetto partirà con il 1° marzo 2013 e avrà durata di 24 mesi. L’agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili -Ufficio per le politiche giovanili - provvederà all’istruttoria delle domande ed alla definizione della graduatoria. La domanda di partecipazione deve essere redatta avvalendosi del modulo predisposto dalla sopramenzionata Agenzia per la famiglia natalità e per le politiche giovanili e la scadenza della domanda è prevista il 9 gennaio 2013. Il modulo sarà reperibile dalla settima prossima sul sito: www.Modulistica.provincia.tn.it  ed informazioni potranno essere chieste all’Ufficio per le politiche giovanili della Provincia autonoma di Trento.  
   
   
CARCERE, SOTTOSCRITTO ACCORDO. VENDOLA: ASSORDANTE IL SILENZIO DELLA POLITICA.  
 
 Bari, 18 dicembre 2012 - “Come il titolo di un famoso romanzo di Francoise Sagan, credo che questo atto che sottoscriviamo oggi rappresenti un raggio di sole nell’acqua gelida”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola a margine della sottoscrizione dell’Accordo Operativo tra Regione Puglia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Provveditorato di Bari. All’incontro hanno partecipato il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Giuseppe Martone e gli Assessori regionali Elena Gentile e Alba Sasso. “Noi cerchiamo di fare il possibile – ha spiegato Vendola - di accendere un riflettore sulla condizione del carcere e anche di operare perché si possa dare speranza, possibilità di formarsi professionalmente, magari di sperimentare forme di lavoro per chi è oggi in prigione. Purtroppo, il sovraffollamento delle carceri rappresenta una condizione insostenibile e disumana: l’Italia è osservato speciale dai consessi internazionali per la violazione dei diritti umani nelle nostre carceri”. “In Italia – ha proseguito il Presidente Vendola – abbiamo il picco storico dei suicidi e degli atti di autolesionismo: un carcere violento e disumano fa male all’intera società. Credo, invece, che bisogna occuparci di chi ha sbagliato e occorre garantire ai detenuti il diritto di poter ritornare in società e potersi reintegrare. Si tratta di rispettare una norma della nostra Costituzione che prevede l’umanità della pena e il carcere come un luogo di transizione verso la reintegrazione. Penso che dobbiamo avere umanità, intelligenza e penso che dobbiamo dare chance di vita a chi oggi è in carcere”. “Firmiamo con piacere questo accordo operativo – ha concluso Vendola – tuttavia, resta ancora assordante il silenzio della politica sul tema del carcere. Siamo oggi nella necessità di affrontare di petto il problema relativo a provvedimenti che possano deflazionare la realtà della popolazione dei detenuti, ma anche a provvedimenti strutturali di modifica della nostra cultura penale. Credo che non si può più trattare la questione dell’immigrazione come un problema di ordine pubblico e credo che non si possano più trattare le questioni della tossicodipendenza con gli esorcismi normativi che sono la causa di tanta inutile galera, per chi avrebbe bisogno non di agenti di polizia penitenziaria, ma di assistenti sociali e psicologi”. “Come Regione Puglia – ha evidenziato l’Assessore Elena Gentile – abbiamo deciso di costruire in questi anni percorsi di formazione e di inserimento lavorativo nelle carceri pugliesi. Oggi vogliamo continuare su questa strada, cercando di costruire una feconda relazione con il sistema d’impresa”. “Con questo Accordo – ha dichiarato l’Assessore Alba Sasso – raccogliamo tutte le esperienze che abbiamo già fatto in questi anni e diamo a queste buone prassi il senso di una continuità”.  
   
   
CARCERE DI BOLLATE: APERTI AI DETENUTI I CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE DEL COMUNE IN PIAZZALE DATEO 200 METRI QUADRI DI SPAZI COMUNALI PER LA NUOVA SEDE DELL’ACCELERATORE DELLE IMPRESE DEL CARCERE  
 
 Milano, 18 dicembre 2012 - Nuovi corsi di formazione professionale per i detenuti e una nuova sede per l’acceleratore delle imprese che lavorano nei diversi istituti di pena del territorio (Opera, Bollate, San Vittore). Sono le nuove iniziative che l’assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani ha comunicato ai detenuti e alle detenute il 14 dicembre, durante l’inaugurazione dei mercati natalizi presso la casa circondariale di Bollate. “Dal prossimo anno – ha dichiarato l’assessore Cristina Tajani – i detenuti potranno frequentare i corsi di formazione professionale del Comune di Milano che si svolgono presso il centro di via Fleming. Si tratta di un progetto importante, perché l’integrazione sociale passa soprattutto dal reinserimento nella vita professionale. E, proprio per sostenere al meglio l’ottimo lavoro delle imprese e delle cooperative che svolgono attività dentro al carcere, abbiamo assegnato loro una nuova grande sede in viale dei Mille 1 (angolo piazzale Dateo) con 5 vetrine dove potranno esporre e vendere i loro prodotti”. Sono oltre 200 i metri quadrati di spazi comunali situati in piazzale Dateo dove, da febbraio, si insedierà l’acceleratore d’impresa del carcere: qui le 15 imprese operanti negli istituti penitenziari milanesi potranno esporre e vendere i loro prodotti a rotazione, rappresentando così il primo polo italiano di economia carceraria. Presso la sede di piazzale Dateo si svolgeranno anche seminari ed iniziative di livello nazionale. I corsi pre-professionalizzanti che i detenuti potranno frequentare nel centro di via Fleming hanno una durata di 200 ore e riguardano i settori dell’elettricità, ristorazione, manutenzione del verde, restauro e falegnameria, sartoria. In seguito a questi corsi sarà possibile avviare un ulteriore percorso integrativo di breve durata, da 50 a 100 ore.  
   
   
TRENTO: ULTERIORI 1,8 MILIONI DI EURO PER IL SOSTEGNO AL POTERE D´ACQUISTO DELLE FAMIGLIE  
 
Trento, 18 dicembre 2012 - 15 milioni di euro erano stati messi a disposizione, a partire dal primo luglio scorso, delle famiglie trentine che hanno avuto una diminuzione di reddito a causa dell´alto costo della vita e delle imposizioni fiscali: importi regolati dal sistema Icef e che variano da un minimo di 150 euro ad un massimo di mille euro. Quel nuovo importante tracciato per le politiche di sostegno al potere di acquisto dei nuclei familiari trova oggi un ulteriore passaggio: la Giunta provinciale ha infatti oggi dato via libera alla proposta dell´assessore alla sanità e politiche sociali, Ugo Rossi, di una ulteriore assegnazione di un milione e 800 mila euro - all´Apapi, l´Agenzia provinciale per l´Assistenza e la previdenza integrativa - e destinato a famiglie che non siano già beneficiarie del reddito di garanzia. Il provvedimento odierno è figlio della disposizione attuativa dell´articolo 1 della legge provinciale dello scorso 16 maggio che riguarda appunto gli interventi a sostegno delle famiglie. Si tratta di un provvedimento che interessa 26.500 nuclei familiari che prevede tre quote di sostegno. La prima è legata al contrasto delle dinamiche di aumento dei prezzi, va da un minimo di 150 euro ad un massimo di 738 euro a seconda della situazione redittuale e patrimoniale della famiglia. Una seconda voce legata all´impatto delle politiche fiscali nazionali, fino ad un massimo di 350 euro, è graduata a seconda della proprietà di prima casa di abitazione e dunque è rivolta a chi è tenuto al pagamento dell´Imu. Infine un sostegno "nascita figli": prevede una quota fissa di 200 euro in caso di nascita di un figlio e di 300 euro per la nascita di più di un figlio nell´anno precedente alla domanda. L´importo massimo complessivo erogabile per una famiglia non può superare i mille euro. "Avevamo detto che nessuno sarebbe stato lasciato solo in questo momento di difficoltà economica - sottolinea l´assessore Rossi - e quindi accanto alle altre disposizioni strutturali messe in campo in questi anni, a partire dal reddito di garanzia, aggiungiamo oggi, alla misura una tantum, una ulteriore significativa assegnazione, con la quale ribadiamo il segnale importante per il sostegno delle nostre famiglie e delle nostre comunità".  
   
   
POVERTÀ-PRESENTATO QUINTO RAPPORTO UMBRIA; PRESIDENTE MARINI, ”PRIORITARIA LA PROGRAMMAZIONE DI POLITICHE PER FARE USCIRE LE FAMIGLIE FUORI DALLA CRISI”  
 
Perugia, 18 dicembre 2012 - "Un lavoro prezioso e innovativo che contiene piste di ricerca utili per la programmazione del prossimo triennio in cui l´Italia dovrà fare i conti con una situazione che non conosceva da trent´anni": è quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo stamani alla presentazione del Quinto Rapporto sulle povertà in Umbria. "Il Rapporto - ha detto la presidente - ci consegna un´analisi approfondita e dei dati che potranno essere utilizzati per le politiche dei prossimi anni che risentiranno della manovra correttiva che ha previsto una riduzione della spesa sociale che, in pratica, si traduce in una sorta di arretramento dello Stato sui temi della cittadinanza sociale e del Welfare senza aver proposto un modello sostitutivo". Relativamente al Rapporto la presidente ha sottolineato che "lo studio conferma ciò che ci aspettavamo, e cioè che gli effetti della crisi avrebbero avuto un impatto sociale modificando le condizioni di vita dei cittadini umbri e degli italiani". La presidente, ricordando che i dati del Rapporto sono riferiti al 2011, ha precisato che le difficoltà evidenziate "si sono accentuate nel 2012 e si sentiranno anche nel 2013". "Non è un caso - ha detto - se l´Europa, come mai aveva fatto in precedenza, abbia inserito per la programmazione delle Regioni 2014-2020, la costruzione di azioni specifiche per il contrasto della povertà. Questo conferma - ha aggiunto - che la povertà in Europa torna ad essere una problema che interessa anche le nazioni progredite". La presidente ha quindi sottolineato che "in Umbria gli effetti della crisi si montano su fragilità strutturali e che, di conseguenza, le azioni di contrasto dovranno interagire sui due livelli. Le nuove povertà di oggi - ha precisato - sono rappresentate da quelle famiglie chiamate ´vulnerabili, che entrano in povertà in seguito alla crisi e ai cambiamenti che investono il sistema produttivo. Le politiche sociali e quelle attive del lavoro, devono incidere su questa emergenza anche per reinserire i lavoratori che hanno subito gli effetti negativi della crisi e ripristinare il lavoro per permettere alle famiglie di uscire dalle difficoltà". Povertà; presentato quinto rapporto umbria - Anche l´Umbria, come le altre regioni italiane, avverte i segni della crisi e le famiglie in sofferenza tendono ad aumentare rispetto al passato: se tra il 2008-2010 i nuclei familiari poveri erano circa 20 mila, con un´incidenza media del 5,5 per cento, nel 2011 l´Istat li stima pari a oltre 36 mila, quasi il 9 per cento. Il dato sposta la nostra regione più vicino alla media nazionale dell´11 per cento e ci riporta nelle stesse condizioni del 2003-04 e, accanto a questa fascia, c´è poi quella degli umbri a rischio di povertà. E´ quanto emerso nel corso della presentazione del Rapporto sulle povertà in Umbria realizzato dall´Agenzia Umbria Ricerche (Aur) e dall´Osservatorio sulle Povertà in Umbria, un organismo costituito nel 1995 dalla Regione e dalla Conferenza Episcopale Umbra. Lo studio, articolato in quindici capitoli, cinquecentotredici pagine, fitte di dati commenti e proposte, è stato presentato stamani a Perugia, alla presenza della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e del Presidente della Conferenza Episcopale Umbra, monsignor Gualtiero Bassetti, dell´assessore regionale al Welfare e all´Istruzione, Carla Casciari, del presidente dell´Aur, Claudio Carnieri. In Umbria, all´interno delle famiglie povere - è stato spiegato durante l´incontro dal consulente scientifico dell´Aur, Paolo Montesperelli - si possono individuare quelle che versano in uno stato molto grave che sono circa 6.300, l´1,7 per cento di tutte le famiglie umbre, mentre appena al di sopra della soglia di povertà, vi è un altro 5 per cento, pari a 19 mila famiglie. In pratica, dal 2010 al 2011, molte di queste unità definite ´quasi povere´ sono passate ad uno stato di povertà conclamata calcolata in termini di spesa per i consumi. Se si considera invece il reddito familiare disponibile, gli umbri a rischio di povertà sono circa 109 mila, il dato colloca la regione al terzo posto tra quelle del Centro-nord più a rischio". "Il Rapporto spiega il perché del fenomeno - ha detto Montesperelli - ricorrendo all´immagine di due ondate di cui una, l´onda lunga, è costituita dalla disuguaglianza sociale e dalla povertà cronica, l´altra più recente che si è riversata sulla prima, è rappresentata dall´attuale crisi economica, che accentua gli squilibri sociali e che ai poveri veri e propri aggiunge l´impoverimento di famiglie del ceto medio e medio-basso. L´effetto congiunto di queste due tendenze sta profondamente modificando il profilo sociale della nostra regione. "In particolare - spiega - l´allargamento dell´area della povertà prodotto dalla crisi economica ha investito soprattutto le famiglie più giovani e quelle più numerose. A ciò si aggiungono le "famiglie disagiate" - un terzo del totale - che hanno un basso reddito e un alto stato di malessere: in tal caso di solito i capifamiglia sono molto giovani, donne, monogenitori con figli, con un basso livello di istruzione, disoccupati o con un contratto a termine. Montesperelli ha quindi fotografato l´utente tipo che si rivolge alla Caritas: "Sono donne e uomini di età compresa tra i 35 e 39 anni, coniugati, nel 21 per cento dei casi con un livello di istruzione medio, il 36 per cento sono italiani e molti disoccupati ed hanno prevalentemente espresso il bisogno di trovare lavoro e di denaro per le esigenze elementari. In confronto, le famiglie di anziani hanno subito minori ripercussioni perché, dipendendo da redditi mediamente più bassi, sono riuscite a mantenere con minori difficoltà un livello di spesa più moderato. Ma gli anziani soli, secondo quanto riferiscono i medici di famiglia, si trovano costretti a scegliere tra la spesa per il riscaldamento e quella per le medicine". Lo studio ha dedicato un´attenzione particolare ai più giovani, "soprattutto quelli che hanno costituito una nuova famiglia - ha precisato la responsabile dell´Area economica e sociale dell´Aur, Elisabetta Tondini - per la quale un alto livello d´istruzione dei componenti e un lavoro stabile, ormai raro, possono essere insufficienti per impedire uno scivolamento verso la povertà". Inoltre, sempre fra le famiglie giovani, incertezza e precarietà possono convivere con livelli di reddito familiare relativamente elevati. "Questa - ha evidenziato - è la fascia sociale degli ´incerti´, presente per lo più tra i nuclei familiari la cui persona di riferimento è donna, con alto livello di istruzione e lavoro precario". Dal quinto Rapporto emerge con più forza l´emergenza lavoro: il fatto che il 10 per cento degli umbri viva in famiglie con almeno un componente in difficoltà, evidenzia come le occupazioni precarie, diffusissime nella nostra regione, abbiano innescato uno stile di vita dominato dalla instabilità. A sostegno di una società sempre più fragile cresce l´impegno solidaristico della comunità e l´attenzione della politica verso le problematiche sociali e il Rapporto indica numerose risorse di contrasto come ad esempio le politiche, l´associazionismo e il volontariato, le iniziative in cui convergono il pubblico ed il privato sociale, come il Fondo di Solidarietà promosso dalla Chiesa, le aggregazioni più informali di solidarietà. "La povertà ci porta con forza dentro la contemporaneità - ha detto il presidente Aur, Claudio Carnieri - per farci leggere la sua contraddittorietà. I percorsi di esclusione e di sofferenza, hanno una dimensione individuale, spesso silente. Essere poveri non vuol dire solo non avere denaro, ma anche non essere in grado di realizzare le funzioni fondamentali della vita umana, come vivere con una forte speranza di vita, istruirsi, avere sicurezza nel lavoro e una possibilità di partecipazione significativa alla vita sociale e politica". "La povertà va interpretata come un fenomeno complesso da declinare al plurale - ha detto il Presidente della Conferenza Episcopale Umbra, monsignor Gualtiero Bassetti - Le povertà sono di diversi tipi e tra queste c´è la cosiddetta vulnerabilità, cioè quella fascia che emerge sempre di più e che sta andando a precipizio in seguito alla crisi. Penso ai piccoli imprenditori e alle loro famiglie, che sono centinaia ed hanno difficoltà a mostrare pubblicamente le loro difficoltà - ha detto - e alle donne e alle coppie giovani per i quali la perdita di speranze equivale a spezzare il loro futuro". Tra le molte iniziative del mondo cattolico monsignor Bassetti ha ricordato il Fondo di solidarietà "che non si limita ad elargire contributi economici, ma fa un richiamo alle coscienze di tutti". In proposito la vicepresidente Carla Casciari, ha riferito che "la Regione Umbria ha sperimentato un´azione di sistema destinata alle famiglie vulnerabili, cioè quelle famiglie non povere e neppure abituate a chiedere aiuto ma che, per una serie di circostanze, si possono trovare a vivere situazioni di difficoltà. Il Rapporto - ha aggiunto - non deve essere solo un documento di riferimento per gli addetti ai lavori, ma uno strumento che ci avvicini ai bisogni reali di chi si trova in situazioni di svantaggio per costruire intorno al soggetto a rischio un percorso che ne garantisca l´autonomia".  
   
   
A NAPOLI IL PRIMO CORSO PREMATRIMONIALE LAICO, MA PARTECIPANO ANCHE ESPERTI DI DIRITTO CANONICO  
 
 Napoli, 18 dicembre 2012 - L’ofi - Osservatorio Familiare Italiano – ha istituito il primo Corso Prematrimoniale Laico, capace di rispondere in maniera multidisciplinare alla domanda formativa delle coppie che si apprestano a compiere il grande passo, durante i Forum della Famiglia che si terranno a Napoli alla Mostra d’Oltremare dal 12 al 20 gennaio 2013, nell’ambito della Xxiv edizione della manifestazione Tutto Sposi. L’esigenza è nata dalla rilevazione dei dati Istat del 2011 secondo i quali sono stati celebrati in Italia 204.830 matrimoni, 12.870 in meno rispetto al 2010. La tendenza alla diminuzione, in atto dal 1972, si è particolarmente accentuata negli ultimi quattro anni (-0,5% tra il 2007 e il 2011, a fronte di -1,2% rilevato negli ultimi 20 anni). Ad abbassarsi è soprattutto il numero delle prime nozze tra sposi entrambi di cittadinanza italiana: 155.395 celebrazioni nel 2011, circa 37 mila in meno negli ultimi quattro anni. Inoltre, le nozze sono sempre più tardive, infatti l´età media al primo matrimonio degli uomini è intorno ai 34 anni e quella delle donne ai 31 anni. Nel 2011 sono state celebrate con rito religioso 124.443 nozze, 39 mila in meno rispetto al 2008 e diminuiscono anche i secondi matrimoni: da 34.137 del 2008 a 31.048 del 2011. L’ultimo rapporto il Censis ha riportato che tra i timori degli italiani, con trend in aumento, c’è quello riguardante il futuro della famiglia. Dopo la malattia, la perdita dell´autosufficienza, il futuro dei figli e la perdita del lavoro c´è la paura della disgregazione del nucleo famigliare, con separazione e divorzio, che passa dal 1,4% del 2011 al 5,7% del 2012. “I Corsi Prematrimoniali - ha dichiarato Martina Ferrara, presidente dell’Ofi - dopo la fase di start up che si terrà a Napoli dal 12 al 20 gennaio 2013, ambiscono a diventare un format esportabile in tutte le regioni d’Italia al servizio delle giovani coppie che in vista del matrimonio”. L’iscrizione al primo Corso Prematrimoniale Laico è gratuita e si può effettuare compilando il form di prenotazione presente sul sito www.Tuttosposi.it  Tra le materie trattate da docenti universitari, psicologi e avvocati durante i nove giorni di corso sarà inserita anche la teologia e un approfondimento sarà dedicato al delicato tema delle cause per il riconoscimento di nullità del matrimonio presso la “Sacra Rota”, il cui numero è per altro in forte aumento. Per chiarire gli aspetti giuridici e gli effetti civili dello scioglimento del vincolo matrimoniale religioso è prevista la partecipazione di esperti di Diritto Canonico e rappresentanti del Tribunale Ecclesiastico. Hot Topics Forum ( Pre ) · Il Matrimonio oltre che un sacramento è un “contratto” e come tale va tutelato e rivalutato individuandone le criticità. · L’area di formazione e divulgazione (pre)-matrimoniale è da sempre (pre)-sidiata unicamente da ambienti religiosi, cui lo Stato delega senza alcuna forma di controllo (ex ante, in itinere ex post) anche gli effetti giuridici e che poi generano gli allarmanti dati di cui sopra. · La progressiva disgregazione familiare dal bivio della indissolubilità (legge sul divorzio 1970 ) è un costo sociale insostenibile, occorrono politiche sociali (pre)-ventive come (pre)-vede la Costituzione che tutela la Famiglia. · (Pre)-venire l’insorgenza della conflittualità di coppia attraverso politiche sociali di formazione e divulgazione con corsi (pre)-matrimoniali va in qualche modo nella direzione dei “Patti (Pre)-matrimoniali” che tradotto significa una maggiore tipizzazione a favore di minore volatilità giurisprudenziale come nelle esperienze dei Paesi anglosassoni. · Riforma del Diritto di Famiglia, quelle del 75 e del 2006 più che riforme altro non sono state che un tardivo adeguamento del codice civile ai dettati costituzionali (1948) Ancora oggi non esiste un Tribunale della Famiglia. · La definitiva emancipazione della donna a più livelli rivendicata, passa necessariamente attraverso la Riforma del Diritto di Famiglia, che oltre ai principi di eguaglianza tenga conto, valorizzandole, delle biodiversità.  
   
   
IN PUGLIA TARIFFE AGEVOLATE ALLE FAMIGLIE  
 
Bari, 18 dicembre 2012 - Per la prima volta in Puglia i buoni servizio per minori, disabili e anziani. Circa 30 milioni di euro per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e di cura per i bambini e i non autosufficienti. L’assessore Gentile presenta in conferenza stampa i due Avvisi pubblici rivolti alle famiglie per richiedere i contributi economici Avere accesso al nido o ai servizi socioeducativi per i bambini e le bambine è sempre più spesso insostenibile per le famiglie. Come è difficile accedere ai servizi a ciclo diurno per le persone con disabilità o per gli anziani non autosufficienti, cioè per la frequenza dei centri diurni socioeducativi e riabilitativi e per le persone affette da patologie neurodegenerative (demenze senili, Parkinson, Alzheimer). Per sostenere le famiglie e gli enti che gestiscono i servizi rivolti ai due target, l´Assessorato regionale al Welfare ha stanziato circa 30 milioni di euro per il finanziamento dei “Buoni servizio di conciliazione”, vale a dire per l’erogazione di contributi economici rivolti a sostenere l’onere della compartecipazione delle rette a carico delle famiglie per asili nido e centri diurni e altri servizi per bambini, anziani e disabili. Si tratta di un intervento assai significativo sia per la platea vasta dei potenziali destinatari finali, ma anche per la platea dei beneficiari, cioè per i soggetti pubblici e privati che erogano i servizi. Sono previsti contributi fino a 600 euro mensili. Per conoscere tutti i dettagli dei due Avvisi pubblici (quanti e quali sono i beneficiari, come funziona il meccanismo di attribuzione delle risorse, quali sono le strutture interessate etc.) l´Assessore regionale al Welfare Elena Gentile ha indetto una conferenza stampa martedì 18 dicembre 2012 alle ore 11,30 a Bari nella Sala stampa della Presidenza della Giunta, al terzo piano, con entrata da via Dalmazia Alla conferenza stampa parteciperanno: l´assessore Elena Gentile, la dirigente regionale del Servizio Programmazione e integrazione sociosanitaria Anna Maria Candela, la dirigente del Servizio Benessere sociale e pari opportunità Francesca Zampano.  
   
   
COMITATI IMPRENDITORIA FEMMINILE  
 
Roma, 18 dicembre 2012 - Presso le Camere di commercio operano i Comitati per l´Imprenditoria Femminile. I Comitati promuovono lo sviluppo delle imprese in "rosa" attraverso attività di indagine, studio e formazione, sperimentazione di progetti e interventi volti a favorire l´accesso al credito. I Comitati per l´Imprenditoria Femminile svolgono le seguenti attività: a) propongono suggerimenti nell’ambito della programmazione delle attività camerali, che riguardino lo sviluppo e la qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria; b) promuovono la partecipazione alle attività delle Camere sostenendo tematiche di genere in relazione allo sviluppo dell’imprenditoria locale; c) promuovono indagini conoscitive sulla realtà imprenditoriale locale; d) promuovono iniziative per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, anche tramite specifiche attività di informazione, formazione imprenditoriale e professionale e servizi di assistenza manageriale mirata; e) promuovono iniziative volte a facilitare l’accesso al credito; f) divulgano nel territorio le iniziative e le attività di ricerca e studio sullo sviluppo locale promosse dalle Camere di commercio; g) individuano gli strumenti per attivare un sistema di collaborazioni sinergiche con gli enti pubblici e privati che sul territorio svolgono attività di promozione e sostegno all’imprenditoria femminile in generale. I Comitati sono composti da almeno 5 componenti e durano in carica 3 anni. I componenti sono nominati dalla Giunta Camerale e di norma non possono ricoprire l´incarico per più di 2 anni. I componenti nominano al loro interno un presidente. La rete italiana dei Comitati per l´imprenditoria femminile è disponibile sul Portale If Comitati per la promozione dell´Imprenditoria Femminile. Http://www.imprenditoriafemminile.camcom.it/    
   
   
PISTOIA: INDEBITATI-BOOM QUINTUPICATE LE RICHIESTE IN CARITAS. POGGIO E CARMIGNANO VERSO IL DECUPLICAMENTO  
 
 Pistoia, 18 dicembre 2012 - Se nel 2008, primo semestre, la percentuale di chi si rivolgeva a Caritas diocesana segnalando problematiche di indebitamento stava al 3%, quattro anno dopo (primo semestre 2012) la stessa percentuale è esattamente quintuplicata: siamo al 15% e il dato, precisa Stefano Simoni di Caritas Pistoia, è “sottostimato”. Si parla anche di indebitamento nel rapporto Caritas (un fascicolo di 68 pagine) su povertà e risorse presentato questa mattina a Pistoia. Le problematiche della povertà economica, e dunque anche quelle relative all’indebitamento, sono poi analizzate anche su una ripartizione geografica fra tre sotto-aree in cui si suddivide la diocesi: le percentuali sull’indebitamento in Pistoia città, che nel primo semestre 2008, sfioravano il 4% adesso – nel primo semestre 2012 – sfiorano il 16% (15,7). E se l’incremento relativo ai debiti è più contenuto nell’area Agliana-oste (dove in 4 anni si è saliti dallo 0,5% al 2%), è nei due Comuni del Montalbano (Poggio a Caiano e Carmignano), in provincia di prato ma ecclesialmente sotto Pistoia, che l’incremento percentuale ha dell’incredibile essendo salito dall’1% del 2008 all’8,9% di questo 2012. E’ proprio all’indebitamento che si è riferito, commentando il rapporto Caritas, padre Adriano Sella responsabile della “rete interdiocesana” (65 diocesi italiane aderenti) sui nuovi stili di vita. Il religioso ha criticato i meccanismi del credito al consumo. “Se un tempo si voleva acquistare un bene – ha detto - si faceva riferimento alla possibilità consentita dal portafoglio, mentre oggi, troppo spesso, in molti finiscono per indebitarsi. E solo per star dietro alle lusinghe di un certo consumismo”. Fra le cause di povertà economica segnalate agli sportelli Caritas è comunque quella chiamata “’insufficienza del reddito” a farla da padrona: in Pistoia città toccano quota 65,2% le segnalazioni di “reddito insufficiente” e di “nessun reddito”. Queste salgono all’85,4% nel Montalbano e al 93,8% in Agliana-oste. Nel rapporto Caritas 2012 è anche contenuta una tabella, sempre riferita ai primi semestri, sul numero degli interventi di sussidio economico effettuati da Caritas nei 7 Centri di ascolto monitorati: il dato è sempre in crescita. Nel primo semestre 2008 Caritas, a parte tutti gli atri interventi, elargì un totale di 814 sussidi economici (riguardanti il pagamento di bollette e utenze) che nel primo semestre di questo 2012 sono saliti a 2.500 risultando, dunque, più che triplicati.