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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Marzo 2014
DISCORSO DI IERI DEL PRESIDENTE BARROSO ALLA SECONDA CONVENZIONE INNOVAZIONE  
 
Bruxelles, 11 marzo 2014 – “ Caro Primo Ministro, Caro Marco, Signor Commissario, Dear Máire, Signore e Signori, Cari Amici E ´un piacere essere di nuovo con voi per la seconda convenzione Innovation, dopo il primo successo che ha avuto luogo qui nel dicembre 2011. In particolare, vorrei ringraziare il Commissario Máire Geoghegan-quinn per tutti i suoi sforzi, la sua competenza e l´entusiasmo nel portare avanti un ambizioso programma europeo sull´innovazione, nel contesto della nostra agenda globale Europa 2020, e anche per il suo ruolo, e il ruolo della sua squadra, nell´organizzazione di questo Convenzione di oggi. Ringrazio anche il primo ministro Mark Rutte dei Paesi Bassi per essere con noi oggi. Caro Marco, penso che sei stato un grande sostenitore dell´innovazione in Europa. Dal momento che ora avete questi indicatori e la classifica sull´innovazione, lasciate che vi dica che se ci fosse una classifica per i primi ministri a favore dell´innovazione in seno al Consiglio europeo, allora si sarebbe sicuramente essere uno dei migliori, e certamente tra i primi tre . Non voglio dire di più sugli altri due. Questa convenzione è l´incarnazione perfetta di innovazione. E ´ambizioso, più grande e più ampia rispetto alla prima edizione. E ´innovativo anche se stesso nel modo in cui viene gestito, con vere e proprie storie dal vivo viene detto, e alcuni esempi reali emozionanti delle innovazioni in mostra. L´esempio contatore è me stesso come ho intenzione di tenere un discorso classico, per il quale mi dispiace! E quando guardo il pubblico e la lista dei partecipanti, vedo il più brillante e il migliore non solo dall´Europa, ma da tutto il mondo. Quindi lasciatemi anche dire una speciale parola di benvenuto al nostro amico e Ministro della Scienza del Sud Africa e molti altri personaggi che conosco sono tra noi, perché abbiamo a cuore l´apertura in Europa e nel mondo. L´innovazione ha un ruolo vitale da svolgere nel recupero e nel plasmare le nostre società di domani. L´europa ha una buona storia da raccontare, ma abbiamo ancora bisogno di fare di più per favorire l´innovazione e vogliamo farlo con i nostri partner. Signore e Signori, Come Anne ha appena ricordato, sono successe molte cose da quando mi trovavo qui di fronte a voi nel dicembre 2011. Eravamo allora nel mezzo della peggiore crisi che abbia colpito le nostre economie in quanto la Comunità europea è stato creato. La gente in dubbio se ci fosse la volontà politica ed economica di trovare soluzioni per l´economia europea e per i cittadini europei. E ´stato, in quel momento, comune a parlare di uscita della Grecia, l´implosione dell´euro, alcune persone erano ancora parlando della possibilità della disintegrazione dell´Unione europea. Sono lieto di dire che siamo riusciti a trovare un percorso che ha resistito misure introspettiva breve termine e. Sono fiducioso, nel corso dell´anno e scivola nella seconda metà di questo decennio, che avremo trovato soluzioni che imparato dal passato, che ci permette di uscire più forte, più unita, più aperta, più competitiva e anche più innovative e più lungimirante. Anche se rimane fragile e modesto, ora stiamo recuperando. La nostra ripresa sta guadagnando terreno, con le previsioni del Pil più recenti due settimane fa alzate al 1,5% di crescita quest´anno e al 2% il prossimo anno. Quindi, abbiamo motivi per guardare il mondo e per la nostra economia con fiducia. Vale a dire, vi è ora un miglioramento della fiducia degli investitori e dei consumatori. Credo davvero che abbiamo girato l´angolo. Ma davvero dobbiamo evitare qualsiasi tipo di autocompiacimento. Shock esterni rimangono una minaccia, dagli sviluppi economici nelle potenze emergenti, a sviluppi politici sulla nostra porta di casa, per esempio in Ucraina. E con l´attuale livello di disoccupazione, soprattutto tra i nostri giovani generazioni, non possiamo dire, purtroppo non possiamo dire che la crisi è finita. Sappiamo che non possiamo tornare al business as usual. Il mondo dopo la crisi non sarà come il mondo prima della crisi. Sappiamo che abbiamo bisogno di costruire il nostro slancio e non può sedersi e rilassarsi. Sappiamo permanente ha ancora lo stesso effetto di scivolare indietro. E io so che tu - come innovatori - lungimirante, come siete voi tutti dal vostro Dna, capisce meglio di chiunque altro, che dobbiamo investire nel futuro, che il futuro dell´Europa è scienza, il futuro dell´Europa è l´innovazione. Signore e Signori L´innovazione svolge un ruolo fondamentale nella nostra ripresa e vitalità a lungo termine. La nostra ripresa economica e sociale richiede innovazione e competitività per creare posti di lavoro e la crescita. L´evidenza mostra che i paesi che investono in ricerca e innovazione sono stati i più attrezzati per uscire dalla crisi economica. Ed è per questo che la ricerca e l´innovazione sono al centro della nostra strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Abbiamo già compiuto passi importanti nella giusta direzione con la nostra iniziativa faro sull´Unione dell´innovazione, nonché obiettivi concreti, come gli investimenti in equivalente R & S al 3% del Pil, riduzione del numero di abbandoni scolastici precoci e aumentare il numero di cittadini con istruzione terziaria, in modo che possiamo abbinare le nostre competenze con le nostre esigenze economiche future. Innovazione e competenze vanno al cuore di ciò che noi, in Europa, dovrebbe essere circa nel 21 ° secolo, a nostra conoscenza, nei nostri valori e nel nostro modo di vivere. Ecco perché sono lieto di vedere l´ampiezza dei settori rappresentati a questa convenzione. Perché l´innovazione si applica a tutti i settori della nostra società, dall´agricoltura all´energia e alla nuova era digitale, dalla salute e lo sport per l´ambiente, i trasporti, spazio, da un nuovo modo di produrre un nuovo modo di consumare, e può essere applicato da tutti noi nel settore pubblico e privato. Così come ci è stato eseguendo in tutta l´Unione europea dal lancio dell´Unione dell´innovazione e la nostra prima Convention? Vorrei ricordare in primo luogo che l´Europa, unita in uno Spazio europeo della ricerca, rimane il più grande casa di produzione della conoscenza in tutto il mondo. L´unione europea produce quasi un terzo della scienza e della tecnologia di produzione totale del mondo e conta quasi il doppio di molti laureati in discipline scientifiche e tecnologiche, come gli Stati Uniti. Molto spesso, siamo consapevoli di queste cifre, perché nelle statistiche di tutto il mondo, l´Europa non appare come una singola voce. Ma nonostante tutte le difficoltà - e so che abbiamo molti -, siamo la più grande casa di potere in termini di innovazione e scienza nel mondo. E in generale, l´Europa sta migliorando la sua capacità di innovazione. Questa era una chiara conclusione dal Quadro di valutazione dell´innovazione 2014 pubblicato la scorsa settimana dalla Commissione: l´impatto della crisi economica sulla innovazione non è così grave come ci si poteva attendere. Le differenze nelle prestazioni dell´innovazione tra gli Stati membri stanno diventando sempre più piccoli di nuovo, anche se a un ritmo modesto. Dal mio punto di vista, ero particolarmente attento alle più recenti statistiche di Eurostat gli Stati membri le prestazioni dell´Unione europea la crescita dell´innovazione. Questo mostra un paese, il Portogallo, che sarà presto lascia la crisi come il numero uno in termini di crescita dell´innovazione, 3,9%. Cito Portogallo perché Anne è presidente del Centro di Lisbona. Ma ci sono altri casi, quindi questo è il punto che voglio fare. Dovremmo guardare non solo quando il paese del è in termini di posizione generale. Ad esempio, il paese del premier Rutte è uno dei migliori. E ´considerato come leader nell´innovazione. Ci sono leader dell´innovazione, seguaci di innovazione, innovatori moderati. Il Portogallo è un innovatore moderato, ma è il numero uno in termini di crescita. Così dovrebbe inoltre incoraggiare i paesi che sono un po ´indietro per recuperare. Penso che questo sia estremamente importante per il successo della nostra strategia. Andando contro quello che io chiamo il fascino intellettuale del pessimismo che oggi è tanto di moda in Europa, permettetemi forse menzionare brevemente alcuni esempi positivi. Noi abbiamo preso un po ´con alcuni dei nostri partner internazionali, sebbene siamo ancora indietro in termini di innovazione, rispetto ai nostri amici sudcoreani e americani. Il gap di innovazione si sta chiudendo con gli Stati Uniti e il Giappone, e questa è una buona notizia. Con la spesa delle imprese al 1,26% del Pil, noi siamo dietro gli Stati Uniti al 2%. Corea del Sud, con il 2,5%, continua ad andare avanti, ma noi restiamo davanti ai nostri altri partner internazionali, con la Cina recuperando. All´interno dell´Unione europea, stiamo offrendo il nostro Unione dell´innovazione, con il 100% di esso in pista, mettendo in atto le basi per le sfide che ho esposto qui alla prima Convention. Abbiamo abbinato la nostra visione con un bilancio europeo più ampio per aiutare a stimolare gli Stati membri e le imprese a innovare. Finanziamenti per la ricerca e l´innovazione in Orizzonte 2020, con 80 miliardi di euro, è del 30% più grande rispetto al suo predecessore, il settimo programma quadro, ed è più coerente, unito con altri fondi disponibili. Voglio sottolineare questo punto. Perché, in effetti, e il primo ministro Rutte conosce molto bene, abbiamo avuto trattative molto difficili per il nuovo bilancio per i prossimi sette anni. Ma devo essere onesti con i capi di Stato e di governo, che mentre erano piuttosto prudenti in altri settori del bilancio, credo di poter dire che erano abbastanza aperti, compresi ovviamente Paesi Bassi - vorrei ringraziare Mark - verso questo problema del bilancio per la scienza e la ricerca. E non era ovvio, all´inizio, a causa dei vincoli finanziari che stiamo vivendo in Europa. Orizzonte 2020 è stato progettato per essere semplice da utilizzare per i ricercatori e le imprese, in particolare le Pmi, in modo che possano dedicare più tempo alla ricerca e all´innovazione e meno tempo per l´amministrazione. In particolare, ora abbiamo meno burocrazia, perché vogliamo vedere i progetti installato e funzionante in 8 mesi anziché 12 mesi che ancora prendono oggi per preparare. Abbiamo avuto un paio di altri notevoli successi, per citarne alcuni: Il brevetto europeo è stata concordata dopo 30 anni di negoziati e di blocco. Questo dovrebbe rendere la brevettabilità 80% in meno. L´istituto europeo di tecnologia (Iet) - con il suo budget estesa 2.7billion euro - ha già contribuito a lanciare più di 100 start-up, nuovi prodotti e servizi e addestrato oltre 1000 studenti completamente nuovi corsi post-laurea. La nuova funzione di condivisione dei rischi e il passaporto di venture capital che il Commissario Máire messo così tanto tempo ed energie in, dovrebbero incoraggiare più l´assunzione di rischi, perché senza prove ed errori, non ci può essere progresso. Il Consiglio europeo della ricerca, uno dei nostri fiori all´occhiello, ha consolidato la sua posizione e la reputazione di finanziamento e un´entità basata sull´eccellenza. E infatti oggi è un punto di riferimento a livello globale. Infine, opportunità di lavoro per i ricercatori in tutta l´Unione europea stanno diventando sempre più visibili. Il gateway Euraxess ha pubblicizzato 100.000 posti di lavoro in 4 anni. Questo deve essere aumentata ulteriormente, motivo per cui abbiamo recentemente lanciato un roadshow - 29 città in 22 paesi in 2 mesi - per offrire consulenza di carriera ai ricercatori e renderli consapevoli delle opportunità di lavoro in tutta l´Unione europea. Ma dobbiamo fare di più. C´è ovviamente altro da fare se vogliamo massimizzare il nostro potenziale. Ci sono ancora ostacoli da abbattere, investimenti pubblici e privati ​​per aumentare, i lavori per riempire; giovani generazioni per attirare e l´equilibrio di genere al risarcimento. E qui, ancora una volta, vorrei ringraziare il Commissario Máire Geoghegan-quinn perché è stata anche molto vocale nella necessità di un equilibrio di genere in questo campo. E infatti i premi per l´innovazione per le donne che ci accingiamo a fornire solo successivamente sono un buon segnale di questo. Perché la realtà è che, mentre ogni Stato membro ha compiuto progressi nella ricerca e nell´innovazione, vi è una crescente disparità attraverso le nostre regioni, se si guardano non solo a livello nazionale ma anche regionale. Le 27 regioni migliori sono in solo 8 dei nostri Stati membri. Siamo ancora indietro alcuni dei nostri partner, e siamo ancora lontani nostro obiettivo del 3% del Pil in R & I che gli altri sono già riuniti. Stiamo cadendo a breve nella proporzione di ricercatori e giovani innovatori e cittadini. Questo è il motivo iniziative come il sistema di garanzia per i giovani e la grande coalizione per Digital lavori sono così importanti. Noi sappiamo che l´innovazione ha bisogno di Ict, e che il 20% della nostra crescita si basa su Internet. Sappiamo anche che abbiamo quasi 1 milione di nuovi posti di lavoro Tic nei prossimi anni per le generazioni più giovani a riempire. E mentre i progressi sullo Spazio europeo della ricerca ha accelerato negli ultimi anni, abbiamo bisogno di migliorare ulteriormente la nostra competitività e l´efficienza, e, in particolare, la mobilità dei ricercatori. Questo è un ottimo esempio di cui l´Europa ha bisogno di essere più grande delle grandi cose, in cui ha senso mettere in comune le risorse per innovazioni all´avanguardia che gli Stati membri non poteva permettersi solo. La comunicazione stiamo preparando sul tema "Ricerca e innovazione come fonti di rinnovata crescita", da adottarsi entro la prossima estate, ci fornirà la prossima trampolino di lancio per prendere questo lavoro avanti insieme. Proprio perché, come è stato già detto, l´innovazione non è solo una politica per un commissario o un direttore generale, è qualcosa che deve essere una politica mainstream, e non solo una politica settoriale. E ho detto ´a lavorare con gli Stati membri insieme´ , perché è per loro. Per le amministrazioni pubbliche, ma anche per le imprese private - piccole e grandi - per cogliere le opportunità disponibili e fornire ai loro impegni. Abbiamo bisogno di imprese più innovative e di un quadro favorevole alla crescita di portare con successo le innovazioni ai mercati. L´innovazione in quanto tale non è sufficiente. L´innovazione deve anche essere tradotto nella vita quotidiana. Quindi si tratta di una responsabilità condivisa e ci dovrebbe muoversi insieme nella stessa direzione. La collaborazione è essenziale per un´innovazione intelligente, di successo ed efficiente su una scala più grande, migliorando la nostra competitività, tra governo e industria e all´interno di governi e industria. Infine, ci sono alcuni problemi che non possiamo risolvere da sola le politiche dell´innovazione. E voglio fare questo punto molto chiaramente. Questo non si traduce talvolta in statistiche. Il modo migliore per guidare l´innovazione in Europa è anche in termini culturali. Alcune delle grandi difficoltà che abbiamo ancora in Europa sono di natura culturale: la resistenza all´innovazione . Infatti, vediamo che questo è meno importante che in altre parti del mondo. Ci sono alcuni blocchi culturali che, a causa di stereotipi o pregiudizi, creano difficoltà per le aziende che vogliono farci fare più in termini di scienza e dell´innovazione. E alcuni problemi sono anche legati alla frammentazione del mercato interno. Facciamo in modo chiaro: se negli Stati Uniti, una piccola start-up ha un´idea, subito il loro mercato è il loro intero mercato interno, attraverso gli Stati Uniti. In Europa è assurdo, come abbiamo ancora 28 mercati digitali. Come possiamo competere quando abbiamo ancora 28 mercati digitali? Ecco perché dobbiamo rompere le barriere del mercato interno. Questo è uno dei modi migliori per contribuire ad un ambiente più favorevole all´innovazione. Questo è estremamente importante. Ecco perché dico sul serio quando dico che dobbiamo sviluppare. E lo stiamo facendo attraverso la scienza e l´innovazione, attraverso politiche specifiche per l´innovazione. Ma dobbiamo anche - nel quadro generale del programma di riforme economiche - di sostenere questa iniziativa per l´innovazione e anche a guardare alcune delle resistenze culturali che esistono, ad esempio, per l´imprenditorialità in molti quartieri in Europa. E questo è il messaggio che voglio trasmettere a voi oggi. La Commissione si è impegnata ad esso, credo che stiamo per farlo. Ecco perché è importante anche guardare al futuro , e che sta per essere la mia ultima parola, per lungimiranza. Penso che le capacità di previsione sono importanti. Credo che abbiamo bisogno di identificare le scienze a lungo termine, tecnologia e innovazione innovazioni che offriranno opportunità che l´Europa rimanga un leader globale e al tempo stesso forma la nostra società verso il futuro. Così ho chiesto al Chief Scientific Advisor, il professor Anne Glover e il Consiglio Consultivo della Scienza e della Tecnologia (Stac) per preparare una relazione sulle prospettive per la prossima estate. Sulla base di tale relazione, stiamo progettando una conferenza di alto livello sul tema "Il futuro dell´Europa è scienza" che sarà organizzata congiuntamente dalla Commissione e la prossima presidenza italiana del Consiglio in autunno. Abbiamo intenzione di organizzare in o intorno Ispra, dove il Centro comune di ricerca ha i suoi laboratori principali. Signore e Signori, Vi auguro una convenzione molto successo. Di solito quando facciamo questi discorsi di apertura diciamo ´Non vedo l´ora di leggere le conclusioni della Convenzione´. In realtà, ho intenzione di dire di più. Solo più tardi oggi, ho intenzione di unirsi di nuovo in un cocktail, così posso imparare qualcosa circa le conclusioni arriveremo con durante il giorno. E vi auguro tutto il meglio di fortuna per alcuni lavori di grande successo e costruttivo. La ringrazio molto per la vostra attenzione.”  
   
   
VICE PRESIDENTE TAJANI PARTECIPA PRESIDENZIALE INAUGURAZIONE IN CILE  
 
Bruxelles, 11 marzo 2014 - Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani si recherà in Cile per partecipare alla Cerimonia di Inaugurazione presidenziale di Michelle Bachelet, a nome dell´Unione europea di oggi e domani 10 ° e 11 ° marzo. Vicepresidente Tajani sarà congratularmi con il Presidente per la sua vittoria elettorale e riaffermare l´Ue impegno a mantenere e rafforzare ulteriormente le già ottime relazioni con il Cile. Egli inoltre ribadire l´impegno dell´Ue a mantenere buoni rapporti economici, come l´Ue è il secondo partner commerciale del Cile e il primo fornitore di investimenti esteri. Le discussioni si concentreranno su di esplorare nuovi settori di cooperazione. La recente firma dell´accordo di agevolare la partecipazione del Cile alle operazioni di gestione delle crisi da parte dell´Ue è un buon esempio di come il Cile e l´Ue possono lavorare bene insieme. Il Cile ha chiesto il sostegno dell´Unione europea per la riforma dell´istruzione nel suo paese. L´ue è pronta a fare di più in questo settore, sulla base degli attuali e futuri programmi di cooperazione (tra cui Erasmus + e il partenariato Ue-cile). Inoltre, ulteriori priorità dell´Ue nelle sue relazioni con il Cile sono: consolidare la cooperazione politica nelle sedi internazionali (Onu); potenziare le relazioni economiche (commerciali e di investimento); A margine della manifestazione, il Vice Presidente Tajani incontrerà il nuovo ministro degli Esteri di Panama , Francisco Alvarez de Soto. L´incontro avviene nel contesto della risoluzione della controversia commerciale tra il Canal Authority e il consorzio di costruzione. Vp Tajani incontrerà il presidente Ollanta Humala del Perù per seguire sulla cooperazione consolidata sulle Pmi e esplorare ulteriormente l´iniziativa per promuovere il business tra l´Ue e il Perù nel contesto dell´accordo commercio Multi partito in corso di attuazione dal 2013. Vp Tajani incontrerà anche il presidente della dell´Uruguay , José Mujica, per discutere intensificare ulteriormente il dialogo Pmi esistenti e discutere la decisione di istituire un gruppo di lavoro dedicato alle Pmi, in occasione del prossimo comitato misto di cooperazione Ue-uruguay. Vp Tajani sarà anche pronto a discutere una possibile cooperazione in altri settori di intervento, sulla base delle lettere di intenti firmata nel 2011 in cinque settori: turismo, dialogo Pmi cooperazione industriale, di standardizzazione industriale e dialogo politico sulle materie prime. Relazioni Ue-cile Nel settore delle Pmi, una lettera di intenti è stata firmata nel 2011 e una missione per la crescita, con la partecipazione delle imprese dell´Ue si è tenuta dal vicepresidente Tajani nel 2013 ( Memo/13/26 ) . La cooperazione mira a favorire la promozione di cluster e reti di imprese per aumentare l´internazionalizzazione delle Pmi. In questo contesto, un memorandum d´intesa è stato firmato tra Eurochile e la piattaforma Cluster Collaboration europea (Eccp) nel dicembre 2013. Altri settori di interesse comune tra l´Ue e il Cile sono questioni di difesa e sicurezza (cooperazione nel mantenimento della pace, la criminalità organizzata), i diritti umani, la ricerca e l´innovazione preparazione alle catastrofi e questioni multilaterali (cambiamento climatico, i diritti umani, lo sviluppo sostenibile). Il cambiamento climatico è particolarmente importante nella prospettiva della Conferenza delle Parti a Lima il prossimo dicembre. Il Cile è ammissibile per la cooperazione Ue in strumenti regionali e tematici come strumento di partenariato e regionale Dci programma per l´istruzione in America Latina. Ulteriori informazioni : http://eeas.Europa.eu/chile/index_en.htm    
   
   
OCCUPAZIONE GIOVANILE: LA COMMISSIONE EUROPEA ACCOGLIE CON FAVORE L´ADOZIONE DEL QUADRO DI QUALITÀ PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DEI TIROCINI  
 
Bruxelles, 11 marzo 2014 - La Commissione europea accoglie con favore l´adozione di oggi dal Consiglio dei Ministri di un quadro di qualità sulla tirocini dell´Ue per permettere ai tirocinanti di acquisire un´esperienza di lavoro di alta qualità in condizioni di sicurezza ed equi, e per aumentare le loro possibilità di trovare un lavoro di buona qualità. La raccomandazione del Consiglio su un quadro di qualità per i tirocini nei invita in particolare gli Stati membri a garantire che la legislazione o la prassi nazionale, rispetta i principi stabiliti negli orientamenti e ad adeguare la loro legislazione, ove necessario. La Commissione intende ora monitorare attentamente l´attuazione del Quadro di qualità in tutti gli Stati membri. Tirocini sono un elemento chiave della garanzia per i giovani proposto dalla Commissione europea nel dicembre 2012 e adottato dal Consiglio dei Ministri dell´Ue nel mese di aprile 2013. Attualmente uno su tre tirocini è scadente per quanto riguarda le condizioni di lavoro e contenuti di apprendimento, secondo un sondaggio di Eurobarometro del novembre 2013 ( Ip/13/1161 ) . Molti di questi tirocini declassati sono utilizzati dai datori di lavoro a sostituire posti di lavoro entry level. " T raineeships sono essenziali per garantire la scuola liscia per lavorare transizioni Tuttavia, essi sono di valore per i giovani solo se offrono contenuti didattici di qualità e di condizioni di lavoro sicure tirocinanti non deve essere usato come una fonte gratuita oa buon mercato di lavoro,.. Dovrebbero Non sostituire lavoratori a tempo indeterminato. Invece, tirocini dovrebbero essere considerati come un investimento, essendo di valore al datore di lavoro e il tirocinante. Pur apprezzando il testo di compromesso che il Consiglio ha adottato oggi, alcuni degli elementi avrebbe potuto essere più in linea con la Commissione di proposta ambiziosa. È fondamentale che tutti gli Stati membri ora pienamente e concretamente attuare il quadro di qualità nel più breve tempo possibile, con il coinvolgimento attivo dei datori di lavoro e dei dipendenti rappresentanti " , ha dichiarato László Andor, commissario europeo per l´Occupazione, affari sociali e inclusione. Le linee guida accrescono la trasparenza per quanto riguarda le condizioni di tirocinio, per esempio richiedendo che tirocini essere basati su un accordo di tirocinio scritta. L´accordo dovrebbe coprire contenuti di apprendimento (obiettivi formativi, supervisione) e le condizioni di lavoro (durata limitata, orario di lavoro, chiara indicazione del fatto che i tirocinanti saranno pagati o altrimenti compensate e se si qualificheranno per la sicurezza sociale). Infatti, i fornitori di tirocinio saranno invitati a indicare nel posto vacante se il tirocinio sarà pagato. La Commissione ha consultato una vasta gamma di parti interessate, comprese le piccole imprese, al fine di garantire che il quadro di qualità per i tirocini non è né troppo prescrittiva né troppo gravoso. Fissando standard comuni di qualità per i tirocini, il quadro di qualità per i tirocini sosterrà l´attuazione dei regimi di garanzia per i giovani dagli Stati membri. Essa incoraggerà inoltre tirocini transnazionali più e aiutare l´estensione di Eures ai tirocini, come richiesto dal Consiglio europeo nelle sue conclusioni del giugno 2012 . Il quadro di riferimento non riguarda i tirocini che fanno parte di diploma universitario o che sono obbligatori per accedere a una professione specifica. Sfondo Il quadro di qualità per i tirocini è una delle iniziative annunciate nel pacchetto per l´occupazione giovanile del dicembre 2012 (cfr. Ip/12/1311 , Memo/12/938 e Speech/12/910 ). La garanzia per i giovani mira a garantire che tutti i giovani fino all´età di 25 anni ricevono un´offerta buona qualità del lavoro, ha continuato l´istruzione, un apprendistato o un tirocinio entro quattro mesi di disoccupazione o di lasciare educazione formale. La garanzia per i giovani è una delle riforme strutturali più importanti e urgenti che gli Stati membri devono introdurre per affrontare la disoccupazione giovanile e per migliorare la scuola al lavoro di transizione. Tirocini di buona qualità sono essenziali per la sua realizzazione effettiva ( Memo/13/968 e Memo/14/13 ). Negli ultimi due decenni, i tirocini sono diventati un importante punto di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani. Anche se rappresentano sempre più una funzione standard nei nostri mercati del lavoro, la loro diffusione è stata anche accompagnata da crescenti preoccupazioni per quanto riguarda i contenuti didattici e le condizioni di lavoro. Se tirocini sono davvero per facilitare l´accesso al lavoro, devono offrire contenuti didattici di qualità e di condizioni di lavoro adeguate, e non dovrebbe essere un sostituto a buon mercato per i posti di lavoro regolari. A novembre 2013 Eurobarometro sulla qualità dei tirocini rivela che i tirocini sono molto diffusi: circa la metà degli intervistati (46%) hanno fatto un tirocinio, e l´alta percentuale di loro ha fatto più tirocini. Esso indica inoltre che il 35% dei fornitori di tirocinio non offrono un contratto di tirocinio scritto e il 23% dei tirocinanti viene offerto di rinnovare il tirocinio, alla fine, invece di essere adeguatamente assunto. E l´indagine mostra che solo il 9% dei tirocini si svolgono all´estero. Uno studio sui tirocini in tutti gli Stati membri dell´Ue è stato pubblicato dalla Commissione nel luglio 2012. Si raccomanda che i tirocini offrono maggiori garanzie in termini di qualità e di prospettive per i giovani, e dovrebbero essere più sensibili alle esigenze del mercato del lavoro (cfr. Ip/12/731 ).  
   
   
"COSA SIGNIFICA UN´UNIONE ALLARGATA A TE?" COINVOLGERE I GIOVANI IN UN CONCORSO SULL´ALLARGAMENTO  
 
Bruxelles, 11 marzo 2014 - La Commissione europea ha lanciato un concorso di scrittura intitolato "Che cosa significa un´Unione allargata a te?" Rivolte ai giovani da parte dell´Unione europea, nonché da paesi del processo di allargamento. I vincitori riceveranno una visita di due giorni a Bruxelles e un e-reader. Quest´anno ricorre il 10 ° anniversario del più grande allargamento dell´Ue, con l´adesione senza precedenti di dieci paesi. Oggi, la prospettiva Ue è aperta a Albania, Bosnia-erzegovina, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Islanda, Kosovo 1 , Montenegro, Serbia e Turchia. In questo contesto, il concorso permetterà ai giovani (di età compresa tra 15 - 25) per condividere le loro opinioni su: Cosa può fare l´Unione europea di oggi 28 Stati membri imparare dal suo passato per aiutare a migliorare il suo futuro? Che cosa fa un´Unione europea allargata significa per te? I partecipanti sono invitati a scrivere un articolo (max. 700 parole) o fino a tre post del blog (max. 700 parole in tutto). Il concorso sarà aperto fino al 11 maggio 2014. Giurie nazionali sceglieranno una voce per ogni gruppo di età (età 15-18 anni e di età 19-25 anni) per un´ulteriore valutazione da parte di una giuria internazionale. Il miglior voce di ogni categoria verrà assegnato il primo premio. Per ulteriori informazioni sul concorso di scrittura e come partecipare: http://ec.Europa.eu/enlargement    
   
   
LA PROVINCIA DI TRENTO PREMIATA PER GLI OPEN DATA GEOGRAFICI E TEMATICI  
 
Trento, 11 marzo 2014 - Negli scorsi giorni la Provincia autonoma di Trento è stata premiata a Roma dall’Associazione Opengeodata Italia come miglior amministrazione italiana nella divulgazione degli open data. «Il Trentino – si legge nella motivazione del premio – ha avviato un percorso virtuoso che ha visto come tappa fondamentale la pubblicazione sul portale dati.Trentino.it,con licenza opena, di dataset geografici, in quantità̀ riguardevole, fra cui la cartografia catastale, unico caso in Italia, i dati sui trasporti pubblici e vari altri dataset di base e tematici”. A ritirare il premio “Provincia Opengeodata 2013” a Roma era presente Lorenzino Vaccari, della Provincia autonoma di Trento, project manager del Progetto Open Data in Trentino. A quasi un anno dal lancio del Catalogo dei dati aperti del Trentino, guidato oggi dal Progetto per l’innovazione, lo sviluppo dell’Ict e l’organizzazione del sistema pubblico provinciale della Provincia autonoma di Trento, con il coinvolgimento di Trentorise, Informatica Trentina, Fondazione Bruno Kessler e Università degli Studi di Trento, è arrivato un nuovo riconoscimento al Trentino quale “Provincia Opengeodata 2013”. Il riconoscimento arriva dall’Associazione Opengeodata Italia, fondata con l’obiettivo di stimolare l’apertura dei dati geografici degli Enti pubblici, al fine di renderli disponibili e riutilizzabili da aziende, professionisti, cittadini ed altri enti pubblici o privati. Il premio è stato consegnato a Lorenzino Vaccari, della Provincia autonoma di Trento, project manager del progetto Open Data in Trentino, lo scorso 27 febbraio a Roma, durante la Conferenza Opengeodata Italia “Istruzioni per il Ri-uso”. Il processo di apertura del patrimonio informativo pubblico trentino ha preso il via in Trentino nel febbraio 2012 proprio dai dati geografici, grazie alla realizzazione del Geocatalogo, coordinato dalla segreteria Siat (Sistema Informativo Ambiente e Territorio) della Provincia, in collaborazione con tutte le strutture competenti, che raccoglie oltre 160 tematismi pubblicati in modalità open. Con l’approvazione delle linee guida provinciali in materia di open data del dicembre 2012 e la pubblicazione del catalogo http://dati.Trentino.it, avvenuta lo scorso marzo 2013, il processo si è notevolmente esteso e accelerato, andando ad arricchire l’offerta con i dati del trasporto pubblico, le piste ciclopedonali, le aree boschive, le strutture ricettive in ambito turistico, solo per fare degli esempi. Nelle motivazioni del premio viene posto particolare risalto al rilascio in open data – ossia liberamente consultabili e riusabili anche in modo automatizzato – di una significativa quantità di dati catastali: primo caso in Italia, l’iniziativa ha destato sin da subito un notevole interesse nella comunità dei dati aperti nazionale. Il servizio Catasto, consapevole di avere da anni in custodia un importante patrimonio informativo costantemente aggiornato, ha ritenuto prioritario metterlo a disposizione in modo digitale. I dati rilasciati sul catalogo dei dati aperti del Trentino non rappresentano la parte aggiornata giornalmente, che ha valore legale negli atti notarili, ma propone una fotografia aggiornata periodicamente. Aprendo queste informazioni e mettendole a disposizione per il riuso da parte di sviluppatori ed esperti dei sistemi informativi territoriali, il Servizio Catasto offre i dati che sono oggetto quotidiano del proprio lavoro affinché si creino collaborazioni innovative fra i professionisti e altri soggetti che lavorano in questo settore. L’iniziativa del Servizio Catasto rispecchia la filosofia del progetto Open Data in Trentino, che ha da sempre posto l’accento sul contributo che il processo di valorizzazione del capitale informativo pubblico può portare alla crescita economica e all’efficienza della pubblica amministrazione, interpretando i dati aperti come strumento per lo sviluppo di nuovi servizi e applicazioni sussidiarie ai servizi erogati dall’ente pubblico, quindi a beneficio delle imprese e con un conseguente risparmio per la pubblica amministrazione. Il catalogo “dati.Trentino.it” è stato realizzato in modo federato affinchè diverse istituzioni pubbliche (dalle strutture della Provincia ai comuni), società partecipate ed enti di ricerca del territorio possano condividere, sulla base delle medesime procedure e linee guida, la messa in rete del proprio patrimonio informativo in modalità aperta. Inoltre, i dati sono messi a disposizione con licenza aperta, dando così la possibilità per un riutilizzo anche a fini commerciali. In aggiunta, i dati sono forniti con protocollo aperto, dando così la possibilità agli interessati di scaricare e utilizzare il dato con una procedura pubblicamente conosciuta. Infine, ogni dato è opportunamente documentato, per favorire una chiara ed esaustiva comprensione del suo significato. Il catalogo è inoltre “distribuito”, cioè connesso direttamente ai sistemi di catalogazione e pubblicazione già esistenti. Molti dei dati sono collegati automaticamente sia al Geocatalogo, nel quale sono pubblicati secondo gli standard del Repertorio Nazionale Dati Territoriali, sia anche ai diversi attori sul territorio coinvolti nel processo: le strutture della Provincia in prima persona, i comuni, le società partecipate e gli enti di ricerca.  
   
   
POVERTÀ: LA COMMISSIONE ACCOGLIE CON FAVORE L´ADOZIONE DEFINITIVA DEL NUOVO FONDO DI SOSTEGNO EUROPEO PER LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE COLPITE DALLA POVERTÀ  
 
Bruxelles, 11 Marzo 2014 - La Commissione europea ha annunciato oggi l´ ultima adozione del regolamento sui nuovi fondi per gli aiuti europei da parte del Consiglio dei ministri dell´Unione europea ha accolto con favore per la maggior parte delle persone colpite dalla povertà (Ehap). Attraverso il Fondo, gli Stati membri sono notevolmente assistiti nei loro sforzi per aiutare le persone più svantaggiate in Europa, che sono state prese dalla crisi economica e sociale tuttora in corso più difficile. Più di 3,8 miliardi di euro concreto fornito al Fondo nel periodo 2014-2020. Il costo dei programmi nazionali sono a carico il 15% dagli Stati membri, il restante 85% proviene dal Fondo. László Andor, commissario Ue per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, ha dichiarato: "Accolgo con favore il fatto che il Parlamento e il Consiglio per l´istituzione di questo nuovo fondo hanno concordato un aumento significativo del bilancio da cui si può garantire che circa 4 milioni di persone sono direttamente supportati. Esorto gli Stati membri con urgenza, per utilizzare il fondo intensiva e applicare alle loro specifiche esigenze. " Il Ehap sosterrà gli Stati membri nelle loro azioni, gli aiuti non finanziari diversi, tra cui cibo e vestiti, e di altri beni di consumo di base per uso personale, come scarpe, sapone e shampoo, per lo più colpite dalla povertà le persone forniscono. È necessario anche l´utilizzo del Fondo che la distribuzione del materiale di supporto si combina con misure di reinserimento sociale, come consulenza e sostegno per garantire che le persone più svantaggiate in situazione di povertà di fuggire. Gli Stati membri possono anche decidere di fornire solo un sostegno morale per promuovere l´inclusione sociale delle persone più colpite dalla povertà. I fondi assegnati agli Stati membri una notevole flessibilità: è possibile, a seconda della loro particolare situazione e la tradizione decidere che tipo di supporto (sostegno materiale o non materiale) che vogliono offrire, e questo secondo il loro modello preferito per la fornitura e la distribuzione di cibo e altri beni procedure. Sfondo Il fondo contribuirà al raggiungimento dell´obiettivo della strategia Europa 2020, in base al quale l´Ue si è impegnata a ridurre il numero di persone che vivono in condizioni di povertà oa rischio di povertà le persone di almeno 20 milioni di euro. Nel 2012, quasi 125 milioni di persone - quasi un quarto della popolazione europea - a rischio di povertà o di esclusione sociale (vedi Stat/13/184) . Quasi 50 milioni di persone soffrono di grave deprivazione materiale. Quando si tratta di migliorare l´occupabilità, per combattere la povertà e promuovere l´inclusione, è e rimane ilFondo sociale europeo (Fse) è il principale strumento dell´Unione europea. Nell´ambito di questo strumento di politica è imputata direttamente a persone e le loro competenze investito con l´obiettivo di aumentare il loro valore nel mercato del lavoro. Alcuni dei cittadini più vulnerabili che soffrono di forme estreme di povertà, però, sono troppo lontano dal mercato del lavoro di quanto potrebbero beneficiare del Fse per l´inclusione sociale. Il programma comunitario per la distribuzione di prodotti alimentari agli indigenti (programma di aiuti alimentari), dal 1987 è stata un´importante fonte di approvvigionamento per le organizzazioni che lavorano direttamente con le persone più vulnerabili e fornire loro il cibo. Il programma è stato creato per sfruttare il primo senso eccedenze agricole. A seguito di numerose riforme della politica agricola comune e causa della prevista riduzione delle scorte d´intervento, l´ambito è possibile prevedere difficoltà per il periodo 2011-2020, il programma di aiuto alimentare è stato sospeso alla fine del 2013. Sostituito Il fondo di sostegno europeo proposto per la maggior parte delle persone colpite dalla povertà e l´ampliamento del programma di aiuto alimentare. Il Parlamento europeo ha adottato la proposta nel mese di febbraio ( Statement/14/22 ), in modo che il Fondo può essere attivo ora.  
   
   
L´EUROPA IN VALLE D´AOSTA E PIEMONTE  
 
Aosta, 11 marzo 2014 - La Presidenza della Regione informa che mercoledì 26 marzo 2014, alle ore 10.30, nel Salone delle manifestazioni del Palazzo regionale, avrà luogo l’incontro L’europa In Valle d’Aosta e Piemonte, un appuntamento voluto dalla Commissione europea come occasione per lanciare e far conoscere ai cittadini e alla stampa locale l’Europa presente in Valle d’Aosta e in Piemonte e i servizi offerti dalle diverse articolazioni delle Istituzioni europee sul territorio regionale. In questa occasione la Commissione intende dare l’avvio in Valle d’Aosta ed in Piemonte, come nelle altre Regioni, al dibattito sul futuro della costruzione europea anche in vista delle elezioni europee di maggio 2014 e della seguente Presidenza italiana dell’Ue. Programma 10.30 – Introduzione Augusto Rollandin, Presidente della Regione Autonoma Valle d´Aosta. 10.50 – Interventi: Alessandro Giordani, Capo della Comunicazione della Commissione europea in Italia, Stato dell’Unione e sfide dell’Ue per il 2014 Ewelina Jelenkowska, Capo dell’Ufficio stampa della Commissione europea in Italia, Nuova programmazione finanziaria 2014-2020: l’Europa delle opportunità per i cittadini, le imprese e il territorio. Presentazione dei Centri Europe Direct presenti in Valle d’Aosta e Piemonte. Dibattito.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: IL PRESIDENTE ERRANI INCONTRA L’AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA DI MOLDOVA  
 
Bologna, 11 marzo 2014 - L’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Moldova in Italia, Stela Stingaci, si è incontrata con il Presidente dell’Emilia-romagna, Vasco Errani, nella sede della Regione a Bologna. L’emilia-romagna ha relazioni con la Repubblica di Moldova dai primi anni Duemila, un’attività che si è sviluppata su canali imprenditoriali e da parte della Regione in particolare con il supporto a progetti di cooperazione internazionale a tutela del disagio minorile. Durante il colloquio si è stabilito di rafforzare la collaborazione istituzionale in vista del futuro accordo di associazione della Moldova all’Ue, anche sul tema dell’utilizzo delle risorse europee.  
   
   
ASSESSORE TOSCANA ALL´AMBASCIATRICE DEL SUDAFRICA: "A FIRENZE E IN TOSCANA BATTAGLIA QUOTIDIANA PER I DIRITTI UMANI"  
 
Firenze, 11 marzo 2014 - "Sono particolarmente contenta di riceverla qui. Fino a pochi giorni fa ero vicesindaco di una città che ha intitolato il suo Palasport a Nelson Mandela anziché a una marca di qualcosa. E rivendico fortemente a questa città e a questa Regione la battaglia quotidiana per i diritti umani e a garanzia delle stesse opportunità per tutti". La vicepresidente della Regione Stefania Saccardi ha incontrato in Palazzo Strozzi Sacrati l´ambasciatrice del Sudafrica Nomatemba Tambo e il direttore generale della Nelson Mandela Foundation Sello Hatange, venuti a Firenze per programmare una serie di eventi che si terranno al Mandela Forum nel 2014: il 18 luglio il Nelson Mandela Day, il 10 dicembre il Meeting per i diritti umani e, nel pomeriggio del 10 dicembre, con proseguimento la mattina dell´11, l´incontro dei sindaci di tutte le città che hanno dato la cittadinanza a Mandela. "Sono certa - ha proseguito Stefania Saccardi - che il programma che avete definito con il sindaco Nardella e con Massimo Gramigni (presidente del Mandela Forum, ndr) troverà nella Regione Toscana un partner impegnato quanto e più del Comune di Firenze. Un modo, questo, per trasformare l´impegno passato di Nelson Mandela in una guida per il futuro dei nostri giovani. Al più presto realizzeremo un gruppo di lavoro Comune-regione-ambasciata per cominciare concretamente a gettare le basi per gli eventi che abbiamo programmato". "Grazie per come avete accolto la notizia di questi eventi e per la disponibilità dimostrata - ha detto Sello Hatange - Ci impegneremo perché questi eventi abbiano successo. Per noi è importante sapere che gli italiani ci sostengono. Grazie per il vostro sostegno durante l´apartheid, nel periodo di Mandela, e ora che lui è morto". "Oggi per noi è un giorno meraviglioso - ha aggiunto Nomatemba Tambo - Avete riconfermato la devozione e l´impegno della Toscana a tenere viva la memoria dei nostri eroi. Nelson Mandela è un´icona internazionale, ma per noi è un personaggio molto vicino. Firenze e la Toscana sono un esempio per tutti, anche per noi, di come bisogna tener viva la memoria". Nomatemba Tambo è divenuta ambasciatrice del Sudafrica nell´aprile del 2013. E´ figlia di Oliver Reginald Tambo, scomparso nel 1993, politico sudafricano e uno dei leader del movimento anti-apartheid e dell´African National Congress (di cui è stato anche presidente). Anche Nomatemba fa parte dell´African National Congress, oltre a essere membro di diverse organizzazioni femminili, tra cui l´International Women´s Forum e il National Council of Africa Women, e trustee (amministratore fiduciario) della Oliver & Adelaide Tambo Foundation. Inoltre è stata cofondatrice e presidente della South African Women´s Chamber of Commerce. Attiva anche in campo giornalistico, ha lavorato come produttrice e presentatrice di programmi televisivi e ha diretto varie riviste per il pubblico femminile.  
   
   
TOSCANA AL PRIMO POSTO FRA LE REGIONI NELLA SPESA DEI FONDI FESR 2007-2013  
 
Firenze, 11 marzo 2014 - La Toscana è la prima nella classifica delle Regioni italiane per capacità di spendere i finanziamenti del Programma operativo regionale competitività e occupazione del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Creo Fesr 2007-2013). A dirlo sono i dati forniti dal dipartimento della Ragioneria generale dello Stato sullo stato dell´avanzamento finanziario del programma e sulle percentuali di avanzamento di impegni e pagamenti rispetto all´importo di spesa programmato. "Il monitoraggio nazionale al 31 dicembre 2013, conferma l´andamento positivo della spesa, un avanzamento che già in più occasioni abbiamo registrato e avuto modo di sottolineare - osserva l´assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini - con un valore di impegni pari al 117% superiamo la dotazione stessa del programma, che ammonta a poco meno di 1 miliardo e 24 milioni di euro e che ci pone al secondo posto dopo la Val d´Aosta. Ma non è tutto. La Toscana è al top anche rispetto al volume dei pagamenti che sfiora la soglia del 70% dell´importo programmato e che assegna alla nostra regione il primato tra le regioni del Centro Nord, seguita ad una certa distanza dall´Emilia Romagna, dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Friuli Venezia Giulia. Questi dati assumono un valore anche maggiore se si considera che in termini di valore assoluto il nostro programma è il terzo più corposo, per quantità di risorse, paragonabile solo a quelli di Piemonte e Sardegna". I progetti finanziati alla fine di dicembre 2013 sono stati in tutto 3287, per un impegno complessivo di 1 miliardo e 198 milioni e un costo ammesso di oltre 1 miliardo e 200 mila. Si tratta di interventi che nella maggior parte dei casi hanno contribuito a rendere più innovativo il sistema produttivo, andando ad incidere su innovazione, ricerca, trasferimento tecnologico. "Sono dati che confermano il Fesr come leva fondamentale per lo sviluppo della Toscana - prosegue Simoncini - una sfida che si gioca tutta sulla capacità di innovazione del sistema. Una sfida ineludibile con cui, grazie alle risorse dei nuovi fondi, ci confronteremo anche per i prossimi sette anni. Ed è proprio grazie alle capacità acquisite nella gestione del periodo che si sta per chiudere che contiamo di partire con tutte le carte in regole e guardare con ottimismo alla prossima stagione, che sarà ancora decisiva per l´uscita dalla pesante crisi che ci ha investito in questi anni".  
   
   
MARCHE: INAUGURATA LA SEDE CENTRALE DELL’AREA VASTA 2. SI RAZIONALIZZA L’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA PER MAGGIORE EFFICIENZA E MINORI COSTI.  
 
Ancona, 11 marzo 2014 - Inaugurata , a Fabriano, la nuova sede amministrativa dell’Area Vasta 2. Una struttura che punta alla riorganizzazione dei servizi amministrativi dell’Asur, con particolare riferimento alle aree Tecnica e Logistica. La riorganizzazione dell’area Atl (Amministrativa, Tecnica e Logistica) ha come finalità il raggiungimento di una maggiore concentrazione dei livelli decisionali e strategici a dimensione di Area Vasta; infatti il nuovo modello garantisce la necessaria integrazione tra i processi produttivi, la committenza e l’autonomia dei professionisti all’interno di percorsi fortemente responsabilizzati. Nella nuova Sede centrale sono già operative le funzioni di Governo delle seguenti Unità Operative Complesse: Segreteria, Personale, Provveditorato, Bilancio, Affari Generali, Controllo di Gestione. Le altre funzioni (Gestione Servizi Informatici, Gestione Graduatorie Regionali, Nuove Opere ed Attività Tecniche, Direzione Amministrativa Ospedaliera, Direzione Amministrativa Territoriale), pur governate dalla Sede centrale, avranno una maggiore articolazione sul territorio. “Uno degli aspetti utili della riforma sanitaria regionale – dice il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca – riguarda l’ottimizzazione dell’organizzazione amministrativa del servizio sanitario. Razionalizzare l’attività tecnica, logistica e dell’amministrazione, concentrando le funzioni, significa avere più efficienza ed efficacia. Si generano così risorse a vantaggio dei servizi più autenticamente sanitari per i cittadini. Proprio il commissario per la spending review nazionale, Carlo Cottarelli, pone l’accento sulle spese per i canoni di locazione, che indica come l’area su cui intervenire maggiormente per ridurre sensibilmente la spesa pubblica. L’operazione che riguarda la sede centrale dell’Area Vasta 2 ha anticipato questa filosofia: anziché pagare un canone di locazione, si è acquistato l’immobile con i fondi per le aree sottoutilizzate e, in tempi non troppo lunghi, si riesce a ottenere un risparmio che si scarica sul lungo periodo. Questo consente di liberare risorse a favore dei servizi sanitari ai cittadini. La struttura che si inaugura – prosegue Spacca - rappresenta un passaggio importante nel completamento del processo di costruzione dell’Area Vasta 2. Il percorso di riorganizzazione complessiva dell’Asur, avviato nel 2011, ha ridisegnato l’Area Amministrativa, Tecnica e Logistica dell’Azienda sanitaria unica, insieme a quella delle Aree Vaste. Grazie a esso è stata ottimizzata l’articolazione organizzativa del settore, migliorando la qualità delle attività di supporto. L’omogeneizzazione degli standard dell’attività amministrativa, che si presentava come un processo difficile e lungo, è stata invece facilitata e conseguita grazie al proficuo e costante lavoro che viene svolto dai diversi team operativi nell’unica sede che viene inaugurata. Il nostro Sistema sanitario regionale si è caratterizzato, a livello italiano, per la sua affidabilità economica e la qualità delle prestazioni, in virtù di scelte coraggiose che la Regione Marche ha operato negli ultimi anni, come l’Asur e le Aree Vaste”. Spacca ha sottolineato che la scelta di Fabriano per la sede centrale dell’Av2 risponde al modello policentrico della nostra regione, che punta a distribuire i servizi su tutto il territorio regionale e non a concentrarli in poche aree metropolitane. “Difendere un modello policentrico, in un momento di crisi, è un segnale forte di attenzione verso il territorio – ha rimarcato l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani – L’inaugurazione costituisce una rappresentazione concreta della riforma in atto. È il segno evidente di come sia possibile contenere i costi amministrativi, per destinare maggiori risorse ai servizi per i cittadini, puntando su una razionalizzazione dell’organizzazione burocratica”. Pur in un momento difficilissimo per ogni settore, ha continuato l’assessore Mezzolani, “il nostro Servizio sanitario ha mantenuto in equilibrio i conti, senza ridimensionare i servizi ai cittadini. Merito di tutti, anche e soprattutto degli operatori che, con grande spirito di sacrificio, hanno svolto il loro ruolo con il massimo impegno. Da questa struttura diventa ufficialmente il punto di riferimento della regia per le attività dell’Area Amministrativa, Tecnica e Logistica (Atl). Dopo la già avvenuta individuazione delle funzioni dirigenziali, ora il sistema si sta assestando per ricoprire le carenze e riequilibrare l’assetto complessivo della sede amministrativa. La Regione Marche non ha assistito passivamente ai grandi cambiamenti che le società del terzo millennio stanno attraversando, anzi, li ha anticipati, con l’orgoglio di accettare la sfida e realizzare oggi sistemi stabili per le future generazioni”. L’assessore si è quindi soffermato sulla questione dell’equilibrio finanziario del sistema sanitario regionale: “Nel 2013 siamo stati l’unica Regione che è riuscita a sterilizzare i tagli dell’anno precedente, grazie al meccanismo della premialità che è scattato nel moneto in cui il Fondo nazionale è stato ripartito per costi standard, cosa che noi auspicavamo. Adesso dovremmo imboccare, se non una strada in discesa, almeno di pianura, visto che se si mantengono gli stanziamenti del Fondo sanitario nazionale per il 2014-2016, che dovrebbero essere in aumento, il meccanismo della premialità dovrebbe metterci in sicurezza e dare certezza per la tenuta finanziaria del nostro sistema”. “Il compito di guidare il percorso dell’Area Vasta – dice il direttore dell’Asur, Gianni Genga - spetta alla Direzione, supportata dal tessuto dirigenziale dell’Av2. Il management, accanto alle azioni istituzionali previste, ne ha anche un altro, importantissimo e decisivo: la valorizzazione delle persone. Se le organizzazioni sono indispensabili e i ruoli vanno definiti con chiarezza, il tutto però si concretizza grazie alla componente umana”. I dipendenti complessivi dell’Area Amministrativa-tecnico-logistica (Atl) dell’Area Vasta 2 sono 720, di cui 203 per l’amministrazione e 517 addetti agli sportelli e ai servizi per i cittadini. “Di questi 720 – rileva il direttore dell’Av2 Giovanni Stroppa – 105 sono quelli destinati alla sede centrale. Per i servizi che qui sono già attivi, sono già oggi operativi, tra dirigenti e comparto, 80 unità. Nell’ottica del completamento dell’organizzazione, i dirigenti stanno articolando i rispettivi organigrammi ed individuando le necessità di personale nel rispetto delle relative funzioni, delle professionalità, definendo l’organico della sede centrale e disegnando le possibili articolazioni sul territorio delle stesse funzioni. Allo scopo sarà attivata la mobilità per ricoprire le unità mancanti e riequilibrare l’assetto delle varie strutture. Mobilità che, è bene sottolinearlo, sarà di natura volontaria”.  
   
   
LEGGE FINANZIARIA FVG: SODDISFAZIONE PER VIA LIBERA DA GOVERNO  
 
Trieste, 11 marzo 2014 - "La circostanza che la legge finanziaria 2014 - la prima dell´esecutivo a guida Serracchiani - sia passata indenne da rilievi di legittimità del Governo nazionale e da conseguenti azioni d´impugnazione, altre volte esercitate, ci riempie di orgoglio". Con queste parole l´assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia, Francesco Peroni, ha commentato la decisione assunta dal Consiglio dei Ministri, riunito a Roma, di dare il via libera (tecnicamente "non impugnare") la Legge n. 23 del 27/12/2013 ""Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale e annuale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (Legge finanziaria 2014)" e la Legge n. 24 del 27/12/2013 "Bilancio di previsione per gli anni 2014-2016 e per l´anno 2014". Ieri il Consiglio dei Ministri, presieduto da Matteo Renzi, su proposta del Ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, ha esaminato complessivamente diciannove leggi regionali e delle Province autonome. Per l´assessore Peroni la decisione del Governo, che assevera le norme finanziarie approvate in Friuli Venezia Giulia, "è la prova che la Giunta e il Consiglio regionale hanno saputo lavorare con tecnica legislativa rigorosa, grazie anche al prezioso supporto degli uffici regionali, ai quali desidero esprimere particolare apprezzamento e gratitudine".  
   
   
TRENTO: APPROVATO DALLA GIUNTA L´ASSESTAMENTO DI BILANCIO 2014  
 
Trento, 11 febbraio 2013 - "Pensiamo sia una buona manovra, che tiene fermi i capisaldi su cui si fonda il sistema Trentino, a partire dalle politiche sociali, ma introduce anche elementi innovativi, soprattutto sul versante del lavoro e dello sviluppo. In futuro l´uso intelligente della leva fiscale in favore delle imprese che assumono e che innovano sarà sempre più centrale, in luogo dei tradizionali contributi. Abbiamo recepito anche le richieste delle parti sociali, e in quest´ultima fase del confronto abbiamo deciso ulteriori sgravi fiscali agganciati a comportamenti virtuosi degli attori economici. Al tempo stesso abbiamo guardato alle famiglie e alle loro necessità, consapevoli che migliorare il bilancio familiare significa rilanciare i consumi e quindi, in un ciclo virtuoso, i bilanci delle aziende e quelli della stessa amministrazione. La coesione sociale, continua ad essere una priorità, così come i giovani, ai quali è rivolto un apposito pacchetto di misure. Infine, abbiamo confermato un´azione incisiva per la modernizzazione del settore pubblico, capace anche di generare risparmi che possiamo destinare allo sviluppo, e una adeguata riprogrammazione degli investimenti pubblici. Ora il disegno di legge che abbiamo licenziato passa al Consiglio e speriamo venga approvato al più presto". Con queste parole il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi ha illustrato oggi il via libera dato dalla Giunta provinciale, nel corso della sua riunione della mattinata, presieduta da Ugo Rossi, all´assestamento di Bilancio 2014, dopo avere recepito alcune richieste pervenute dalle Parti sociali. La Giunta ha anche concordato con le parti sociali un nuovo Patto per lo sviluppo e il lavoro, che verrà siglato nei prossimi giorni. Riduzione della pressione fiscale, e utilizzo di questa leva come stimolo per le imprese e le famiglie; coesione sociale; riprogrammazione degli investimenti pubblici; modernizzazione del settore pubblico: sono questi i pilastri della manovra finanziaria 2014. L´assestamento di Bilancio è stato varato oggi dalla Giunta provinciale, presieduta da Ugo Rossi, dopo avere perfezionato gli ultimi passaggi tenendo conto delle richieste pervenute dalle Parti sociali. Il totale della spesa è di 4.489 milioni di euro, con un calo del 2,4% rispetto al 2013. La spesa totale è così suddivisa: spesa corrente 2.838 milioni di euro, spesa in conto capitale 1651 milioni, anche se quella programmabile è pari a 1.366 milioni di euro. In sintesi, le risorse destinate a contenere la pressione fiscale - una delle azioni di maggiore impatto di questa manovra - ammontano, come noto, complessivamente a 136 milioni di euro. Il totale delle agevolazioni Irap per le imprese è pari a 110 milioni di euro. L´esenzione dalla Tasi degli immobili produttivi ammonta invece ad un valore di circa 7 milioni di euro. Per i cittadini l´addizionale regionale Irpef si riduce di 0,33 punti percentuali, passando dall’1,23% allo 0,9% per i soggetti con reddito imponibile fino a 28.000 euro, per un valore di circa 14 milioni di euro complessivi. Per contrastare l´impatto della nuova disciplina nazionale in materia di tributi locali sul patrimonio immobiliare sono state stanziate inoltre risorse per circa 5 milioni di euro. Prevista infine in favore delle famiglie l’invarianza delle tariffe di maggiore impatto. Rispetto al testo iniziale sono state introdotte alcune modifiche, a seguito del confronto di questi giorni con le Parti sociali. Fra le altre, il range entro il quale concedere la ulteriore agevolazione Irap dello 0,50% per chi mantiene i livelli occupazionali è stato portato dal 10 al 5%. E´ stata poi introdotta una ulteriore riduzione in favore di chi mantiene i livelli occupazionali attuando staffette generazionali. Anche il range per ottenere la ulteriore riduzione dell´1,50% per chi incrementa l’occupazione stabile è stato portato da oltre il 10% a oltre il 5%, ampliando quindi la platea degli aventi diritto. Sul versante della coesione è prevista innanzitutto l´attivazione della delega per gli ammortizzatori sociali. Verrà data attuazione al "pacchetto giovani", per l´occupazione, rivolto a giovani fino ai 35 anni e dando priorità a quelli fino a 25 anni, e verranno adottate misure in favore delle giovani coppie nell’edilizia agevolata. Fra le altre cose, saranno introdotte misure di condizionalità nell’erogazione di sussidi pubblici, incluso il reddito di garanzia, al fine di stimolare comportamenti attivi del beneficiario, quali la ricerca attiva del lavoro e la partecipazione ad iniziative di formazione e di riqualificazione professionale. Ed ancora: la manovra contiene misure per l’accelerazione e la riprogrammazione delle opere pubbliche degli enti locali, disposizioni sul prepensionamento del personale pubblico e sulla staffetta generazionale, disposizioni per promuovere la continuità e l’offerta didattica, compresa quella relativa alle lingue straniere nella scuola, anche attraverso la stabilizzazione del personale precario. Infine, la manovra contiene disposizioni di semplificazione in materia urbanistica tra cui la semplificazione dei processi di adozione dei piani territoriali di Comunità e dei piani regolatori generali, e misure a sostegno dell’edilizia sostenibile. La manovra 2014 si colloca naturalmente in un momento ancora delicato: nonostante si registrino timidi segnali di ripresa, l´impatto delle politiche di risanamento dei conti dello Stato è pesante. Agli impegni che gravano sulle casse della Provincia per il concorso agli obiettivi di finanza pubblica nazionale si sommerà inoltre, a decorrere dal 2018, il venire meno dei gettiti arretrati definiti in sede di Accordo di Milano, che attualmente alimentano il bilancio provinciale per circa 400 milioni di euro annui. Se queste sono le prospettive di medio-lungo periodo, è chiaro che ogni sforzo dovrà essere fatto per sostenere la dinamica dell’economia locale, a cui è strettamente legata la finanza pubblica provinciale: sostenere l’economia significa dunque non solo sostenere il prodotto interno lordo e l’occupazione ma anche le risorse pubbliche da finalizzare alle politiche prioritarie in favore dei cittadini e delle imprese. Provincia e parti economico-sociali hanno concordato a questo proposito la sottoscrizione di un nuovo Patto per il lavoro e lo sviluppo: il documento, che verrà siglato nei prossimi giorni, conterrà misure ad ampio spettro per favorire l´occupazione e la crescita economica, per stimolare l´imprenditorialità giovanile e per saldare in maniera più forte il legame scuola-lavoro. Centrale sarà l’attivazione di strumenti di sviluppo di tipo strutturale rivolti alla qualità: qualità dell’imprenditorialità, qualità del lavoro, qualità dei servizi che il sistema pubblico deve garantire. La Provincia richiama nel Protocollo gli impegni previsti nella manovra finanziaria di assestamento per il 2014 di ulteriori interventi di riduzione del carico Irap e Tasi gravanti sulle imprese, ispirati a principi di selettività. Analoghi principi saranno alla base delle politiche di incentivazione, che dovranno premiare fattori quali gli investimenti innovativi, le iniziative ambientali o di risparmio energetico, la ricerca e trasferimento tecnologico, l´internazionalizzazione, l´assuzione di giovani e donne. Ed ancora, fra gli impegni previsti, quelli rivolti a mettere a disposizione delle imprese canali di credito alternativi a quelli bancari rafforzando gli strumenti del fondo di rotazione e dell’anticipazione dei crediti derivanti da procedure di concordato attraverso i Confidi, nonché garantendo la prossima operatività del Fondo strategico di investimento regionale.  
   
   
TRASPARENZA FVG: CORSA AD OSTACOLI PROVOCATA DALLA GIUNTA PRECEDENTE  
 
Trieste, 11 marzo 2014 - ´´La precedente Giunta regionale ci ha costretto ad una corsa a ostacoli e oggi ci accusa di essere indietro sulla trasparenza´´. Lo afferma il responsabile per la Trasparenza e la prevenzione della corruzione Mauro Vigini, in merito a quanto sostenuto dal consigliere regionale Riccardo Riccardi sul basso posizionamento del Friuli Venezia Giulia in una classifica delle Regioni Trasparenti fornita da un sito web. ´´La sezione Trasparente - spiega Vigini - si basa sulla precedente Amministrazione aperta prevista dal dlgs 83/2010 che l´attuale Giunta ha trovato assai carente e che ha richiesto un lavoro di impostazione del tutto inedito´´. ´´Il punteggio di oggi - precisa - è molto influenzato dal fatto che, almeno per diverse sezioni, chi ci ha preceduto non ha lasciato dati da pubblicare. Ad esempio, la sezione Performance è vuota perché la Regione è stata lasciata per cinque anni senza il Piano della performance che è uno strumento indispensabile per l´organizzazione richiesto ripetutamente dalla Corte dei Conti´´. ´´Sui dati di Riccardi siamo già in rimonta e - aggiunge Vigini - di settimana in settimana vengono aperte nuove sezioni, naturalmente con l´obiettivo di arrivare al 100 per cento entro un anno dall´entrata in vigore del dlgs 33´´. ´´Lavoriamo ogni giorno per fare trasparenza vera per la comunità regionale - conclude il dirigente - e siamo impegnati attivamente in una corsa ad handicap che vinceremo´´.  
   
   
PROVINCIA DI FIRENZE: UN PIANO ED UN RESPONSABILE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE  
 
Firenze, 11 marzo 2014 - Dopo l´approvazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione, che è consultabile dallo scorso 28 gennaio sul sito dell´ente nella sezione Amministrazione trasparente/Disposizioni generali alla pagina http://attionline.Provincia.fi.it/testi.aspx?docid=5318793&tipo=del  la Provincia di Firenze ha ora provveduto anche ad indicare il responsabile della prevenzione della corruzione nel dirigente della direzione Urp e-Government Quotidiano Met, Gianfrancesco Apollonio, che già rivestiva l´incarico di responsabile della Trasparenza. Il responsabile ha subito resa disponibile per segnalazioni e contatti una specifica casella di posta all´indirizzo prevenzione.Corruzione@provincia.fi.it  Un form per inviare comunicazioni in materia di trasparenza è anche presente alla pagina http://www.Provincia.fi.it/amministrazione-trasparente/    
   
   
ZAIA RISPONDE A CROCETTA: “DA LUI STESSE NON RISPOSTE CHE DA SUOI PREDECESSORI”  
 
Venezia, 11 marzo 2014 - “Al Presidente Crocetta sarebbe sufficiente fare un breve giro su internet per scoprire che le cose che ho detto a lui ora, le dissi pari pari ai suoi predecessori”. Così il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia risponde alle dichiarazione del collega della Sicilia Rosario Crocetta che polemizza dopo l’offerta del Governatore veneto di fare da “tutor” per le Regioni con i bilanci dissestati. “Ciò che davvero stupisce - aggiunge Zaia - è che da Crocetta arrivano le stesse non risposte dei suoi predecessori, e questo non è confortante”. “Né dai suoi predecessori né da Crocetta - conclude Zaia - è mai arrivata una risposta sulle cose che contano davvero. Ad esempio quanto costa dalle loro parti un pasto in ospedale o una siringa, o quali sono i tempi medi di ospedalizzazione, o il rapporto tra personale pagato e cittadini assistiti”.  
   
   
TRENTO: “L’AUTONOMIA GARANTISCE SERVIZI DIFFUSI SUL TERRITORIO TERRITORIO”  
 
Trento, 11 marzo 2014 - “Autonomia significa anche investire sul territorio e sulla comunità, garantendo i servizi fondamentali alle persone. E’ grazie all’Autonomia che il Trentino ha saputo sviluppare al meglio un modello orizzontale, capace di rispondere anche nei piccoli paesi, qual è Faedo, ai bisogni delle comunità”. Il vicepresidente e assessore provinciale allo sviluppo economico e al lavoro, Alessandro Olivi, ha colto l’occasione dell’inaugurazione del nuovo punto vendita della Famiglia Cooperativa e del nuovo sportello della Cassa rurale, per riaffermare l’impegno della Provincia autonoma di Trento: “La giunta provinciale - ha sottolineato il vicepresidente - continuerà ad investire sul territorio in servizi e strutture a favore dei cittadini e della qualità della vita. La legge di bilancio e la nuova Finanziaria 2014, nonostante le restrizioni di bilancio, ha riservato le risorse finanziarie per garantire la presenza sul territorio di servizi fondamentali per le comunità. E’ così che l’Autonomia trentina riesce a trasmettere alle persone la fiducia e la forza per rafforzare il senso di appartenenza e l’identità alla propria terra e alla propria cultura”. L’8 marzo è un giorno di festa a Faedo, balcone affacciato sulla Piano Rotaliana, che nel giorno dedicato alla donna festeggia l’apertura del nuovo punto vendita della Famiglia Cooperativa e lo sportello della Cassa rurale. Erano anni che Faedo attendeva questo momento ed ora che è arrivato il paese ha voluto festeggiarlo nel giorno dedicato alla donna. Lo ha sottolineato il sindaco, Bruno Faustini: “Cassa rurale e Famiglia cooperativa rappresentano due pilastri dell’economia domestica, con le donne a svolgere un ruolo fondamentale nella società trentina”. Il piccolo paese trentino, animato da una comunità di poco più di 600 persone, ha da oggi la Famiglia Cooperativa Mezzocorona e San Michele all’Adige, e lo sportello della Cassa Rurale Mezzolombardo e San Michele all’Adige. Al duplice taglio del nastro c’era l’intera comunità con una nutrita rappresentanza del mondo della Cooperazione trentina e della politica trentina. La presenza tanto corposa di rappresentanti si spiega con la determinazione della comunità ad impegnarsi in quelli che sono considerati dei “servizi essenziali” alla popolazione. “Due anni fa - ha esordito l’assessore provinciale allo sviluppo economico e al lavoro, Alessandro Olivi - quando incontrai il sindaco Faustini, rimasi colpito dalla forza spesa per difendere i servizi alle persone in questo paese. Lui mi ha trasmesso la forza della perseveranza a difesa della comunità”. Il vicepresidente non ha voluto mancare all’inaugurazione che ha davvero rappresentato al meglio la determinazione della gente di Faedo: “Le casse rurali sono la nervatura insostituibile dell’economia trentina, così come le Famiglie cooperative rappresentano non solo un punto di distribuzione di prodotti primari ma un punto di incontro delle persone. Ed è in un contesto come quello di Faedo che la Provincia vuole dimostrare il proprio impegno e la propria attenzione a favore di un territorio che vogliamo coeso nei valori ed equo nella distribuzione dei servizi alle persone”. Olivi ha ricordato l’approvazione - avvenuta nella giornata di ieri - della Legge finanziaria 2014: “Nonostante le difficoltà di copertura finanziaria, la Provincia autonoma di Trento ha lavorato per garantire la presenza sul territorio di servizi e realtà come quelle che oggi stiamo inaugurando. In Trentino, la parola Autonomia significa valori e la volontà concreta di investire sul territorio e sulla comunità”. All’appuntamento di Faedo hanno partecipato, oltre ai rappresentanti del Cooperazione locale, il senatore Franco Panizza, il presidente del Sait Renato Dalpalù, il responsabile del Settore Casse rurali della Federazione Ruggeri Carli, il vicepresidente della Federazione Luca Rigotti e la presidente dell’Associazione donne in Cooperazione Barbara Grassi.  
   
   
PROVINCE IN ABRUZZO: CHIODI, NECESSARIO APPROFONDIMENTO DELLA RIFORMA  
 
Pescara, 11 marzo 2014 - Un invito "al confronto e alla riflessione rivolto al Governo e al Parlamento" è stato lanciato dai presidenti delle Province abruzzesi riuniti a Pescara per discutere del futuro delle Province alla luce della legge di "riforma Delrio" che ne prevede la cancellazione. All´assemblea delle Province abruzzesi c´erano anche il presidente dell´Upi, Antonio Saitta, e il presidente della Regione, Gianni Chiodi. E proprio dal presidente dell´Upi Antonio Saitta è partito l´appello alle forze politiche del Parlamento e al Governo di rivedere i termini di una Riforma che rischia di creare non pochi problemi nella macchina amministrativa e politica del Paese, a cominciare dalle competenze delle funzioni e dal personale che dalle Province andranno a cadere su altri enti, Comuni e Regioni, in un periodo di drastiche riduzione dei trasferimenti finanziari. Per Saitta, inoltre, "esistono anche dubbi di legittimità costituzionale che devono essere necessariamente affrontati dal Legislatore". Di "necessaria chiarezza da parte del Governo e del Parlamento" ha parlato anche il presidente della Regione, Gianni Chiodi. "Tutti noi - ha detto Chiodi - vogliamo sapere il destino delle Province, anche perché l´organizzazione territoriale delle funzioni e dei servizi diventa essenziale. C´è una confusione notevole su questo punto speriamo che questo Governo assuma una decisione al più presto". Ma il presidente Chiodi si è detto anche d´accordo con Antonio Saitta sul punto che "è necessario un approfondimento della discussione come propongono le Province. Il sistema delle Regioni sa benissimo che dall´attuale situazione che stanno vivendo le Province possono sorgere analoghi problemi in futuro per le Regioni stesse, disegnate come centri di spesa e di spreco. È un´analisi vera in parte, ma è anche vero - ha concluso Chiodi - che esistono Regioni che in tutti questi anni hanno lavorato per razionalizzare e ridurre le spese, eliminando gli sprechi e gestendo al meglio le pochissime risorse che sono arrivate dallo Stato per esercitare un numero sempre più di funzioni delegate".  
   
   
ECONOMIA: SERRACCHIANI, UN COMMISSARIO PER SALVARE L´AUSSA CORNO  
 
 Udine, 11 marzo 2014 - ´´La Regione, consapevole del valore e del patrimonio d´interesse regionale rappresentato dal Consorzio Aussa Corno, propone ai soci ed alle imprese insediate nell´area, la nomina - attraverso una norma di legge che sarà portata in Consiglio regionale già la prossima settimana - di un commissario straordinario che sia in grado non di porre in liquidazione bensì di poter valutare ed avviare nuove ipotesi di ristrutturazione aziendale e di rilancio dell´Aussa Corno e al contempo in grado di avviare tutte quelle attività di infrastrutturazione che altrimenti risulterebbero bloccate dall´attuale situazione´´. La presidente della Regione Debora Serracchiani, il vicepresidente ed assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello, l´assessore alla Pianificazione territoriale Mariagrazia Santoro hanno presentato questa sera a Udine ai soci ed ai rappresentanti delle aziende dell´Aussa questa ´´proposta finale´´, come è stata definita dalla stessa Serracchiani, per cercare di salvare un´´´evidente situazione di dissesto finanziario ed economico del Consorzio´´ (debito finanziario di 48 milioni di euro, mancanza di liquidità per circa 20 milioni di euro) ma anche per poter impegnare entro maggio i 17 milioni di euro del Patto territoriale della Bassa friulana, la cui scadenza progettuale è fissata tra due mesi, di riavviare l´attività dei dragaggi (indispensabile per l´´´attrattività´´ industriale del sito) e più in generale di sbloccare l´operatività del Consorzio, ´´salvaguardando anche i posti di lavoro", ha osservato la presidente. Una figura commissariale, hanno evidenziato inoltre Serracchiani e Bolzonello, che dunque potrà operare per la gestione ordinaria del Consorzio, sarà in grado di agire con il sistema bancario per la riformulazione del debito, per dismettere talune aree, per valutare le manifestazioni d´interesse relative. ´´Proponiamo oggi al Consorzio Aussa Corno una soluzione possibile (svincolata dal Patto di stabilità), ragionevole, anche ´audace´, in grado di tranquillizzare chi teme la liquidazione del Consorzio e che di fatto conferma e ribadisce la piena assunzione di responsabilità da parte della Regione Friuli Venezia Giulia per un bene collettivo, indispensabile e strategico per la comunità regionale´´, ha dichiarato la presidente Serracchiani. La proposta è stata valutata positivamente da parte di alcuni soci intervenuti, pubblici e privati, anche di notevole ´´peso´´ nel Consorzio.  
   
   
BOLZANO.PRESENTATO IL "RAPPORTO GENDER 2012"  
 
 Bolzano, 11 marzo 2014 - È stato presentato a Palazzo Widmann il Rapporto Gender 2012 redatto dall’Istituto provinciale di Statistica (Astat). Hanno preso parte alla presentazione il presidente della Provincia Arno Kompatscher, l´assessora provinciale competente Martha Stocker e la presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità, Ulrike Oberhammer. Nel corso del suo intervento il presidente della provincia, Arno Kompatscher, ha sottolineato che "Il Rapporto Gender principale di rappresentare le diverse condizioni di vita delle donne e degli uomini affinché la società, e quindi non solo la classe politica, sia in grado di far emergere e di eliminare gli aspetti negativi. Nel contempo le differenze positive che emergono dal Rapporto devono essere viste come un valore aggiunto e quindi ulteriormente valorizzate". Da parte sua l´assessora alla sanità, politiche sociali e lavoro, Martha Stocker, ha posto l´accento sul fatto che molte cose sono cambiate per quanto riguarda le pari opportunità tra uomo e donna ed a tale proposito ha ricordato le difficoltà incontrate nel 2010 quando è stata approvata l´attuale legge provinciale sulle Pari opportunità. "Questa legge prescrive, tra l´altro, la presentazione di un Rapporto Gender alla fine di ogni legislatura e già oggi sono curiosa di leggere quali trasformazioni interverranno in questo campo nel corso dei prossimi cinque anni di legislatura". Di seguito alcuni dei dati più significativi illustrati questa mattina a Palazzo Widmann dalla direttrice dell´Istituto provinciale di statistica,Johanna Plasinger. Il testo integrale del "Rapporto Gender 2012" può essere scaricato dal sito www.Provinz.bz.it/astat/. Popolazione - La componente femminile costituisce il 50,6% della popolazione anagrafica residente in provincia di Bolzano, percentuale che varia a seconda della classe di età. Infatti, mentre nella popolazione complessiva si riscontra un sostanziale equilibrio tra uomini e donne, nelle singole classi d´età si assiste ad uno sbilanciamento, talvolta anche marcato, verso uno dei due sessi. I diversi livelli di mortalità, maggiori per i maschi, influenzano in modo determinante la distribuzione per sesso tra gli over sessanta, che vede una prevalenza femminile sempre più accentuata all´aumentare dell´età. Al 31.12.2011 l´età media delle femmine, a causa della loro maggiore longevità, risulta di circa 2,5 anni maggiore di quella dei maschi (42,7 contro 40,1 anni). La speranza di vita alla nascita ha raggiunto gli 80,4 anni per gli uomini e gli 85,3 per le donne. Lo stato civile, strettamente legato all´età, vede concentrata la maggior parte di coniugati nelle fasce d´età dai 35 ai 77 anni. La maggior concentrazione di celibi/nubili si trova invece nelle fasce d´età più giovani (fino a circa 30-35 anni), mentre nelle classi d´età più anziane si ha la prevalenza di vedovi e/o vedove. Istruzione e formazione - In provincia di Bolzano si è assistito negli ultimi trent´anni ad un notevole sviluppo nel grado d´istruzione. Sono soprattutto le giovani donne ad aver beneficiato della più ampia diffusione dello studio, in particolare nei cicli formativi successivi alla scuola dell´obbligo. Nell´anno scolastico 2011/12 il tasso di femminilizzazione nella scuola dell´infanzia è del 48,0%. Un ruolo fondamentale gioca il fatto che il rapporto di composizione alla nascita è leggermente sbilanciato a favore dei maschi: ogni 100 femmine vengono alla luce circa 106 maschi. Anche nelle scuole primarie e secondarie di primo grado la distribuzione tra i sessi è leggermente sbilanciata a favore dei maschi. Nelle scuole secondarie di secondo grado invece il tasso di femminilizzazione si attesta al 54,0%. Questa differenza può essere spiegata dal fatto che molti ragazzi frequentano le scuole professionali. Nell´anno accademico 2010/11 risultano iscritti 5.232 studenti e 6.961 studentesse presso le università italiane ed austriache. Rispetto all´anno accademico 2000/01 le femmine hanno fatto registrare un aumento d´iscrizioni dell´11,8%, mentre gli studenti di sesso maschile sono diminuiti dell´1,7%. Mercato del lavoro - In termini percentuali la partecipazione al mercato del lavoro è differente per sesso: dei 207.000 uomini in età lavorativa, 67,9% sono occupati, mentre delle 216.200 donne della medesima fascia d´età solo il 50,3%, dunque notevolmente meno, lo è. Tra le donne risulta proporzionalmente maggiore la componente costituita dalle non forze lavoro (47,2% rispetto al 31,6% degli uomini). Nel complesso il tasso di attività - quota di occupati e disoccupati sulla popolazione tra i 15 e 64 anni - delle donne nell´anno 2012 si attesta su 68,1% e quello degli uomini su 81,8%. La differenza dunque è sempre ancora di quasi 14 punti percentuali; guardando gli ultimi dieci anni, tale differenza però si è ridotta di quasi sette punti percentuali. Nel 2012 si registrano mediamente 5.500 donne e 5.100 uomini in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione, cioè il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e il totale delle forze di lavoro, risulta complessivamente pari al 4,1%; il relativo tasso delle donne ammonta al 4,8%, quello degli uomini al 3,6%. Come negli anni precedenti il tasso di disoccupazione femminile risulta più alto di quello maschile. Retribuzioni e trattamenti pensionistici - Dall´analisi dei dati Inps sul differenziale retributivo tra i generi emerge che la retribuzione media nel 2011 ammonta a 91,11 euro giornalieri. A livello aggregato il divario fra maschi e femmine appare rilevante: a fronte di un salario medio giornaliero pari a 103,12 euro percepito dai lavoratori maschi, le lavoratrici incassano mediamente 72,58 euro. Il gender pay gap ammonta quindi a 30,50 euro in termini assoluti ed al 29,6% in termini relativi. La complessità dell´analisi della variabile retributiva viene messa in luce esaminando i dati nel dettaglio. Già distinguendo tra lavoro full-time e part-time, la situazione muta considerevolmente. In entrambi i casi il gender pay gap (tempo pieno: 17,1%; tempo parziale: 10,7%) segnala valori inferiori rispetto al dato medio aggregato (29,6%).Il divario retributivo tra uomini e donne nel settore privato (gender pay gap) raggiunge quasi il 30% al livello di aggregazione massima, il 17,1% considerando esclusivamente i rapporti di lavoro a tempo pieno e meno del 10%, se si analizzano le forze lavoro a tempo pieno fino a 34 anni di età (comprendenti quasi il 55% delle lavoratrici a tempo pieno). Qualora esista un´effettiva discriminazione direttamente dovuta al genere, questa non può essere ritenuta totalmente responsabile del differenziale retributivo. A concorrere alla formazione di quest´ultimo vi sono infatti anche le caratteristiche sociali dei generi, che determinano peculiarità lavorative specifiche per i due sessi (come una maggiore quota di lavoro part-time, una concentrazione in alcuni settori economici o l´interruzione del rapporto di lavoro per motivi familiari), le quali a loro volta influenzano notevolmente lo sviluppo retributivo dei singoli rapporti di lavoro. In Alto Adige, nel 2011, 127.704 persone hanno percepito una pensione. Ciò corrisponde ad una quota pari al 25,0% della popolazione residente. Tale quota è rimasta pressoché invariata durante l´intero periodo d´osservazione 2002-2011. Anche la ripartizione dei pensionati per sesso si è mantenuta costante nel corso degli anni. Nel 2011 il 53,4% di questi erano donne e il restante 46,6% erano uomini. La quota delle pensionate sul totale delle donne, pari al 26,4%, risulta leggermente superiore di quella degli uomini (23,6%). L´analisi di genere evidenzia come, a differenza di quanto osservato per la distribuzione del numero di beneficiari, vi siano forti disomogeneità nel livello dei redditi da pensione: se la mediana del reddito da pensioni per gli uomini risulta pari a 17.587 euro, quella riferita alle donne raggiunge appena i 10.760 euro.  
   
   
LA REGIONE CALABRIA HA EFFETTUATO PAGAMENTI PER 250 MILIONI DI EURO  
 
Catanzaro, 11 marzo 2014 - La Ragioneria Generale della Regione Calabria ha effettuato nell’arco della settimanapagamenti per un totale di oltre 250 milioni di euro. Lo rende noto l’assessore al Bilancio e alla Programmazione Nazionale e Comunitaria, Giacomo Mancini. La parte più cospicua della somma, ovvero 238 milioni di euro viene liquidata su disposizione del dipartimento Sanità, si tratta della quota mensile per le Aziende Ospedaliere e Sanitarie della Calabria. Questa la distribuzione delle risorse: 12.190.535 all’Azienda Ospedaliera di Catanzaro; 13.683.025 euro all’Ao di Cosenza; 4.029.993 euro all’Ao Mater Domini di Catanzaro; 11.826.320 all’Ao di Reggio Calabria; 35.306.981 all’Asp di Catanzaro; 74.361.644 euro all’Asp di Cosenza; 19.927.657 all’Asp di Crotone; 51.282.342 euro all’Asp di Reggio Calabria; 15.855.335 all’Asp di Vibo Valentia. La somma di 2.600.000 euro è stata pagata per il Dipartimento Lavori Pubblici, 600.000 euro vengono destinati ai Buoni Casa e due milioni ai contributi per l’edilizia residenziale. L’importo di 1.100.000 euro viene invece investito nelle Politiche sociali, in particolare per le strutture sociali e le case famiglia, secondo questa assegnazione: 73.000 euro all’Arcidiocesi di Reggio Calabria-bova; 12.550 euro all’associazione Restituire l’infanzia; 39.350 euro all’associazione Mago Merlino; 40.900 euro alla Casa di riposo P.rosano; 80.000 per il Centro di assistenza e formazione cristiana; 16.000 euro al centro diurno La Speranza; 10.350 euro al centro diurno Medical Center; 35.000 euro al Comune di Reggio Calabria; 110.000 al Comune di Serra San Bruno; 100.000 euro alla Congregazione Ancelle parrocchiali dello Spirito; 40.000 alla cooperativa sociale La Piramide; 30.564 euro alla cooperativa sociale onlus “Talita Kum”; 10.000 euro alla Fondazione S.maria Addolorata; 120.000 euro all’istituto Suore della carità San Giuseppe; 82.000 alla struttura per disabili mentali “Monte S.angelo”; 20.000 euro alle Suore Francescane Missionarie e infine 67.000 euro alla Società cooperativa sociale Udire. Per il dipartimento Ambiente viene pagato l’importo complessivo di 1.900.000 euro che, oltre alle risorse destinate ad Apq, comprende le anticipazioni a vantaggio degli enti beneficiari dei finanziamenti Pisl. Questa la distribuzione dei fondi: Comune di Aprigliano, 25.000 euro; Comune di Bianco, 18.221 euro; Comune di Bonifati, 238.548 euro; Comune di Castrovillari, 231.906; Comune di Cinquefrondi, 39.099 euro; Comune di Giffone, 24.120 euro; Comune di Girifalco, 32.505 euro; Comune di Paola, 8.986 euro; Comune di Rogliano, 88.088 euro; Comune di San Pietro a Maida, 161.365 euro; Comune di Santa Sofia D’epiro, 13.250 euro; Comune di Santo Stefano in Aspromonte, 90.000 euro; Consorzio Valle Crati, 490.000; 125.000 associazione Amici della Terra; 6.800 euro associazione Federparchi; 20.000 euro, Centro Turistico studentesco. La Ragioneria ha inoltre liquidato, su istanza del dipartimento Urbanistica, 1.700.000 euro per il recupero e la valorizzazione dei centri storici (Accordo di programma Quadro), destinatari delle risorse sono: il Comune di Aiello Calabro (131.527 euro); il Comune di Albi (53.798 euro); il Comune di Altomonte (177.334 euro); il Comune di Badolato (62.764 euro); il Comune di Cittanova (18.788 euro); il Comune di Corigliano Calabro (695.413 euro); il Comune di Gasperina (152.628 euro); il Comune di Girifalco (107.796 euro); il Comune di Melicucco (79.927 euro); il Comune di Oriolo (19.822); il Comune di San Floro (135.302 euro); il Comune di San Demetrio Corone (62.488 euro); il Comune di Varapodio (42.021 euro). Un milione di euro è stato pagato per il Dipartimento Agricoltura e comprende un trasferimento all’Arssa. Per il dipartimento Attività Produttive sono stati liquidati 1.500.000 euro e 400.000 euro per il dipartimento Cultura. La somma di 1.900.000 euro a valere sul Por Fse 2007/2013 infine, viene pagata su disposizione del Dipartimento Lavoro e destinata a finanziare la formazione nell’apprendistato e le borse lavoro. “Ci sforziamo di rispettare le scadenze senza tralasciare nessun settore dell´amministrazione - è il commento dell’assessore regionale Giacomo Mancini -. Il nostro obbiettivo è quello di offrire ai calabresi una regione migliore”.  
   
   
FORMAZIONE IN LIGURIA: ”VIA AI BANDI SU PROGETTI DI FORMAZIONE NEI SETTORI DELLA GREEN E BLUE ECONOMY”  
 
Genova, 11 marzo 2014 - Sono 12 i progetti di blue e green economy che partiranno entro maggio, su tutto il territorio ligure, attraverso bandi rivolti agli Enti di formazione destinati a 430 giovani nei settori dell’economia del mare e dell’economia verde. Lo comunica l’assessore alla formazione e al bilancio, Pippo Rossetti dopo l’approvazione del decreto. Grazie agli 8 milioni di euro del fondo sociale europeo si completa l’attuazione del Piano Giovani, approvato dalla Giunta nel 2012 e si dà il via ad un’altra serie di iniziative per combattere la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile, attraverso tirocini e iniziative di apprendistato. I finanziamenti assegnati ai 12 progetti individuati saranno utilizzati per l’inserimento lavorativo di giovani dai 17 ai 34 anni, attraverso percorsi integrati che prevedono momenti formativi accompagnati da esperienze lavorative e forme di tutoraggio per lo start up aziendale, oltre all’avvio di impresa e ai bonus per l’assunzione alle aziende. I bandi saranno attivati dagli enti di formazione riuniti di partenariato prima dell’estate. Sul totale degli 8 milioni a disposizione: 5 milioni di euro sono destinati alla linea di intervento green economy per un totale di 8 progetti e riguardano sia lo sviluppo di filiere professionali del risparmio energetico e delle energie rinnovabili e alla filiera dell’agricoltura di qualità e del bosco. I restanti 3 milioni sono sulla linea di intervento dell’economia del mare per 4 progetti relativi alla cantieristica, ai porti, al turismo crocieristico e alla pesca. La graduatoria dei progetti approvati è sul sito www.Fse.regione.liguria.it. “Abbiamo deciso di puntare su economia del mare e economie verdi – spiega Rossetti . Sia per l’importanza che il settore marittimo riveste nella nostra regione, sia per la necessità di sviluppare competenze nell’ambito ambientale e favorire cos’ i giovani in cerca di lavoro”.  
   
   
MARCHE: IL SISTEMA REGIONALE DEL MERCATO DEL LAVORO: L’ACCREDITAMENTO DEI SERVIZI. AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA CON L’ENTRATA DEGLI OPERATORI PRIVATI .  
 
Ancona, 11 marzo 2014 - “Potenziare il servizio in favore di cittadini e imprese e creare una rete funzionale e organizzata è l’obiettivo primario per far incontrare maggiormente domanda e offerta di lavoro” Lo afferma l’assessore regionale al lavoro, Marco Luchetti spiegando la portata del provvedimento, da poco operativo, che stabilisce la disciplina per l’accreditamento dei soggetti privati nell’erogazione dei servizi per il lavoro. “ Si apre una nuova epoca – ha aggiunto – per la prima volta l’affiancamento degli operatori privati nell’attività dei servizi pubblici dei Centri per l’Impiego a cui resta in capo il coordinamento del sistema. Sarà una modalità di intervento da subito operativa anche per attenuare le perplessità del Presidente del Consiglio Renzi che ritiene i centri per l’impiego inefficaci. In effetti, in Italia si spende 10 volte in meno che in altri Paesi per i servizi al lavoro, ma questo ampliamento dell’offerta sul territorio può diventare una risposta efficace alle esigenze dei tanti cittadini in difficoltà e in cerca di lavoro. Eravamo rimasti in attesa di una disciplina nazionale che unificasse i criteri ma, in assenza, siamo partiti ugualmente perché in questo momento di crisi occupazionale forte servono risposte altrettanto forti e concrete. E l’allargamento della rete di servizi è una risposta, un obiettivo non solo realizzabile, ma uno degli strumenti cardine per la reale efficacia dei servizi da erogare. Inoltre, l’ampliamento dell’offerta di servizi assume una valenza ancor più significativa alla vigilia dell’attuazione della “Garanzia Giovani”, una politica attiva specifica che prenderà a breve il via in tutto il territorio nazionale per fronteggiare il gravoso fenomeno della disoccupazione giovanile che nella nostra regione riguarda purtroppo oltre 20.000 ragazzi tra i 15 e i 24 anni. “ La Regione Marche promuove, sostiene e coordina un sistema regionale di servizi per l’impiego fondato sulla cooperazione tra i servizi pubblici per l’impiego e gli operatori pubblici e privati, autorizzati e accreditati ai sensi del Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276 . Procedure e attività che si svolgono in conformità agli indirizzi regionali sul Sistema dei Servizi per il Lavoro, previsti dalla Legge regionale 25 gennaio 2005, n. 2 (Norme regionali per l’occupazione, la tutela e la qualità del lavoro). Il modello di gestione dei servizi è quindi di tipo cooperativo con centralità del servizio pubblico che svolge un fondamentale ruolo di coordinamento e di cerniera della rete operativa. Oggi nelle Marche i soggetti autorizzati all’intermediazione sono operativi con 241 sportelli sul territorio: Centri per l’Impiego (13) e sedi distaccate/sportelli (18) Agenzie di somministrazione (86) Agenzie di intermediazione (1) Associazione dei datori di lavoro (5) Camere di commercio (1) Comuni (2) Consulenti del lavoro (72) Enti di formazione (1) Associazioni per la tutela della disabilità (4) Istituti di scuola secondaria di secondo grado (27) Università (4) Patronati (7) I servizi offerti sono di base - Informazione e auto orientamento; Consulenza orientativa; Incontro domanda/offerta- e specialistici -Inserimento lavorativo disabili; Servizio orientativo sul diritto-dovere all’istruzione e formazione; Servizi al lavoro per immigrati; Sostegno alla creazione di impresa; Tirocinio. Per accreditarsi e quindi essere iscritti all’” Elenco regionale dei soggetti accreditati per lo svolgimento dei servizi per il lavoro” i requisiti che gli operatori privati devono possedere sono di natura giuridica e finanziaria : società di capitali, associazioni datoriali e sindacali, bilancio certificato, assenza di procedure di fallimento e di condanne penali per gli amministratori; strutturale: locali distinti e facilmente individuabili, debitamente attrezzati, conformi alle disposizioni sulla sicurezza, orario di apertura minimo garantito (20 h/settimanali), avere figure professionali dedicate: almeno un responsabile organizzativo e almeno un operatore per ciascuna sede operativa accreditata con adeguati titoli di studio e professionali e adottare la Carta dei Servizi. L’accreditamento al momento ha natura sperimentale e durerà tre anni. Entro 60 giorni dalla ricevimento dell’istanza, la Regione emette il provvedimento di accreditamento e quindi verifica la permanenza dei requisiti.  
   
   
RORMAZIONE E LAVORO: ECCO IL PROGETTO H-DEMIA  
 
L´aquila, 11 marzo 2014 - Avvicinare gli studenti universitari al mondo del lavoro, dell´impresa e delle professioni. E´ questa la mission del progetto "H-demia" che è stato presentato questa mattina dall´assessore allo sviluppo economico Alfredo Castiglione. L´iniziativa è promossa dall´associazione culturale "App-abruzzo", dalla Onlus "Erga Omnes" e si avvale del patrocinio della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara e dall´Azienda Diritto allo Studio Universitario. Attaraverso un ciclo di seminari formativi gratuiti, visite in aziende e incontri con professionisti, manager e imprenditori, i giovani studenti universitari delle diverse discipline accademiche, potranno entrare in contatto diretto con i protagonisti del sistema economico e produttivo abruzzese. Castiglione: "in un momento così delicato e difficile per il mondo del lavoro quale è quello che oggi il Paese sta attraversando, prevedere un sistema che affianchi al percorso di studi universitari occasioni di contatto diretto tra studenti e professionisti, manager e imprenditori, non può che determinare un incremento delle potenzialità culturali e creative, nonché sviluppare capacità a risolvere problemi e a lavorare in equipe".  
   
   
A BOLOGNA IL COORDINAMENTO DELLE CONSULTE REGIONALI DELL´EMIGRAZIONE IN VISTA DELL´EXPO 2015  
 
Bologna, 11 marzo 2014 - “La promozione dell’Expo del 2015 all’estero non può prescindere dalla forza e dal radicamento degli italiani nel mondo”. Lo fa presente la coordinatrice nazionale delle Consulte regionali dell’emigrazione Silvia Bartolini, che ha riunito a Bologna il Coordinamento con i rappresentanti delle regioni. La pensano così anche i vertici dell’Expo. Piero Galli, direttore generale della Divisione gestione Evento Società Expo, Roberto Arditti, direttore Affari Istituzionali di Expo, il direttore di Explora Joseph Ejarque, Alessandra Zita di Enit (gli ultimi due, i bracci operativi dell’Expo), hanno presentato al Coordinamento una proposta di promozione dell’Expo che vede al centro la rete dell’associazionismo all’estero. Il progetto al quale si sta lavorando, e che verrà presentato entro un mese al Coordinamento nei suoi dettagli, prevede un’accoglienza speciale per gli italiani provenienti dall’estero, che potranno usufruire di pacchetti e iniziative promozionali a loro dedicate, con vantaggi e sconti. Il coinvolgimento degli italiani nel mondo è una delle 59 iniziative previste da Agenda Italia 2015, il programma di attività del Governo a sostegno dell´Esposizione Universale. Piero Galli e Roberto Arditti hanno sottolineato l’importanza dell’evento, il primo in assoluto nella storia dell’Expo che si occupi del tema della nutrizione e della filiera alimentare. Hanno auspicato il raggiungimento di 20 milioni di visitatori, di cui 11-12 di italiani e 8-9 milioni provenienti dall’estero. In quest’ambito le associazioni possono costituire l’elemento trainante della promozione dell’Esposizione Universale, che non ha luogo in Italia dal 1906.Tulle le Consulte presenti i sono mostrate disponibili a collaborare per la riuscita del progetto. All’ordine del giorno del Coordinamento anche la banca dati delle associazioni, la cui compilazione è stata affidata alla Regione Molise. La ricerca ha portato all’individuazione di circa 3.000 associazioni di italiani nel mondo che, contando anche i raggruppamenti di associazioni nelle federazioni, potrebbero raggiungere la cifra di 3.500. “Una rete di relazioni - ha sottolineato la Bartolini - che fa capo alle Regioni”. Il coordinamento sta inoltre ragionando sulla possibilità di creare una pagina Facebook e un’App per raggiungere più facilmente la nuova emigrazione, collegata ai social network delle singole Regioni. L’economista Maurizio Grassi, che sta seguendo per conto del Coordinamento delle Consulte e della Fondazione Migrantes la ricerca sulle politiche rivolte agli italiani all’estero realizzate dalle Regioni, ha presentato un’anteprima del saggio che sarà pubblicato nel Rapporto Migrantes 2014, cui seguirà la pubblicazione della ricerca completa. Gli ambiti della ricerca riguardano: la comunicazione, la rappresentanza, la formazione, la promozione culturale e turistica, il recupero della memoria storica, il finanziamento delle associazioni, gli interventi di natura sociale e le relazioni con soggetti pubblici e privati. Il budget a disposizione delle Regioni per queste voci è in costante diminuzione. Erano presenti i rappresentanti delle Regioni: Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Puglia, Toscana, Veneto, Provincia Autonoma di Trento e, in teleconferenza, la Campania.  
   
   
LAVORO FVG: MODIFICATO IL REGOLAMENTO PER I FONDI AI CANTIERI  
 
Pordenone, 11 marzo 2014 - Una maggior equità nella ripartizione dei fondi disponibili (poco meno di 2 milioni) ed un´ulteriore semplificazione delle procedure di presentazione delle domande: sono questi, conferma l´assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti, gli obiettivi delle modifiche al Regolamento per la concessione dei finanziamenti a favore di Province, Comuni e relative forme associative per la realizzazione dei cantieri di lavoro in Friuli Venezia Giulia. Approvato in Giunta in via preliminare su proposta della stessa Panariti, il Regolamento di modifica sarà sottoposto già la prossima settimana al Cal-consiglio delle Autonomie Locali, per un parere urgente prima dell´approvazione definitiva dell´esecutivo. "Intendiamo così migliorare l´inserimento lavorativo dei disoccupati in cantieri di lavoro destinati all´attività vivaistica, al rimboschimento, alla costruzione di opere di pubblica utilità ed altro", osserva l´assessore, ricordando che attualmente la quota massima di lavoratori per tutta la regione ammonta a 497 unità. Per meglio definire la distribuzione dei fondi tra le quattro province, si è provveduto a riparametrare il sistema sulla base della popolazione e non più del numero dei disoccupati, con un lavoratore per i comuni fino 3.000 abitanti, due lavoratori per quelli fino 5.000 abitanti, tre lavoratori fino a 10.000 abitanti e così via, sino ad un massimo di 12 lavoratori per i comuni con più di 100.000 abitanti. "Pe quanto riguarda invece le domande di finanziamento - spiega l´assessore Panariti - ci siamo definitivamente adeguati al sistema Gold che, utilizzato per la presentazione informatica della domanda di finanziamento, permette l´invio telematico e la protocollazione della stessa senza il ricorso alla Pec-posta Elettronica Certificata". Una volta completato l´iter di approvazione del Regolamento di modifica tutta la documentazione e le indicazioni per l´invio delle domande saranno a disposizione sul sito della Regione, in modo da consentire la presentazione delle richieste entro aprile.  
   
   
LAVORO: FVG, COSTITUITA LA SOTTOCOMMISSIONE ANTIMOBBING  
 
Pordenone, 11 marzo 2014 - È stata accolta dalla Giunta regionale la proposta dell´assessore al Lavoro Loredana Panariti sulla costituzione di una sottocommissione per l´approfondimento delle tematiche connesse alla materia delle molestie morali e psicofisiche sul lavoro. "La sottocommissione - ricorda Panariti - opererà all´interno della Commissione regionale per il Lavoro, integrata dal gruppo di tecnici individuati lo scorso gennaio per svolgere tali funzioni, e si occuperà in particolare di esaminare e valutare i progetti di finanziamento presentati in base alla normativa antimobbing (legge regionale 7/2005) e di approfondire le questioni attinenti al problema". Componenti della sottocommissione sono alcuni membri della stessa Commissione integrata e, più precisamente, il direttore centrale competente in materia di lavoro, che la presiede, il direttore centrale competente in materia di sanità e la presidente della Commissione per le Pari Opportunità, Salvatore Parrino dell´Ispettorato del Lavoro, Davide Sulli medico del lavoro, il sociologo Carlo Antonio Gobbato, la psicologa Michela Mottica e Flavio Mattiuzzo avvocato esperto in diritto del lavoro. Per quanto concerne le funzioni antimobbing della Commissione integrata, esse spaziano dalla valutazione di progetti presentati da enti, associazioni e sindacati alla promozione di studi e ricerche, dall´avvio di campagne di informazione e sensibilizzazione all´attuazione di progetti di formazione. La Commissione effettua anche consulenze nei confronti di organi regionali o soggetti pubblici e privati che intendano adottare progetti o sviluppare attività di prevenzione.  
   
   
LOMBARDIA: RIFUGIATI, OLTRE 6,1 MILIONI DI EURO DALLO STATO PER L’ACCOGLIENZA DEI RICHIEDENTI ASILO MAJORINO: “ABBIAMO CHIESTO I FONDI PER ACCOGLIERE IN MODO DIGNITOSO CHI FUGGE DA GUERRE E CRISI UMANITARIE”  
 
Milano, 11 marzo 2014 - Oltre 6,1 milioni di euro, nei prossimi tre anni, per i programmi di accoglienza dei richiedenti asilo. La Giunta ha deliberato l’accettazione del finanziamento erogato dal Ministero dell’Interno per le attività di integrazione dei cittadini stranieri che hanno richiesto una forma di protezione internazionale. Il Comune di Milano ha ottenuto le risorse per effetto dell’adesione al bando del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), istituito dal Ministero dell’Interno e, successivamente, coordinato dall’Anci in convenzione con gli Enti locali e diffuso su tutto il territorio nazionale. “Anche per il triennio 2014-2016 – ha detto l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute Pierfrancesco Majorino – abbiamo presentato domanda di contributo al Fondo nazionale per le politiche e i servizi per l’asilo. I fondi arrivati saranno utilizzati per attuare, grazie alla collaborazione con il terzo settore, percorsi di autonomia attraverso servizi di ospitalità, tutela e integrazione. Milano si conferma città aperta, capace di accogliere in modo dignitoso e di dare una possibilità a chi è in fuga da Paesi in guerra o attraversati da gravi crisi umanitarie”. Il programma prevede la messa a disposizione di 150 posti letto presso strutture del terzo settore convenzionate con il Comune di Milano. Secondo quanto prevedono gli accordi di diritto internazionale recepiti dall’Unione europea e dal nostro Paese, ai cittadini accolti viene offerto un percorso di integrazione di sei mesi. In questo periodo il titolare dello status di richiedente asilo o di una forma di protezione umanitaria segue corsi di italiano, oltre che di orientamento, formazione e avviamento al lavoro. Dei 150 posti a disposizione, otto sono destinati a soggetti particolarmente fragili in quanto riconosciuti portatori di disagio mentale. Nella stessa delibera il Comune dà la disponibilità allo Stato per un eventuale raddoppio dei posti in accoglienza, previa ulteriore richiesta con finanziamento da parte del Ministero dell’Interno. “Questo piano – ha aggiunto l’assessore Majorino – è per noi utile, ma non risolve in alcun modo l’emergenza riguardante i cittadini siriani. Emergenza rispetto alla quale chiediamo l’apertura di un nuovo confronto con il Governo. Dal 18 ottobre a oggi abbiamo infatti accolto circa duemila persone in transito nel nostro Paese, nella totale e grave assenza del Governo stesso”.  
   
   
TRENTO: BILANCI DI GENERE, APPROVATO IL PROTOCOLLO D’INTESA  
 
Trento, 11 marzo 2014 - Su proposta dell’assessora alle pari opportunità Sara Ferrari, la Giunta provinciale ha approvato il protocollo d’intesa per l’attuazione di un progetto interregionale intitolato “Regioni Big – Esperienze e metodi delle Regioni e Province autonome per i Bilanci di Genere”. Il progetto coinvolge la Provincia autonoma di Trento, la Regione Calabria, la Regione Campania e la Regione Piemonte. Collabora Isfol, ente pubblico di ricerca sui temi della formazione delle politiche sociali e del lavoro. “Regioni Big” vuole essere un’occasione di confronto e scambio con altre realtà italiane per definire le modalità operative di attuazione del Bilancio di genere. L’adesione non comporta un impegno finanziario per la Provincia. Il progetto, della durata di 15 mesi, prevede in particolare l’analisi e il confronto delle esperienze normative e attuative di Bilancio di genere nelle Regioni e Province autonome italiane, con scambio di buone pratiche attraverso incontri tematici; la definizione di standard minimi e l’elaborazione di strumenti omogenei per la redazione del Bilancio di genere; la promozione delle esperienze e dei risultati del progetto attraverso la diffusione e la sensibilizzazione della pratica del Bilancio di genere. Il Bilancio di genere è previsto dalla Legge provinciale sulle pari opportunità (13/2012) come strumento per “individuare priorità e azioni di intervento per la promozione delle pari opportunità”. Consiste nella rilettura, valutazione ed eventuale rivisitazione dei documenti programmatori attraverso specifici indicatori che mettano in luce eventuali impatti in ottica di genere. A livello comunitario, da alcuni anni si è posta una sempre maggiore attenzione alla valutazione in chiave sociale e di genere del contesto nel quale i cittadini europei vivono. La lettura di genere del bilancio è considerata uno strumento di trasparenza e di superamento delle disparità. Alcune istituzioni, quali il Parlamento Europeo ed il Consiglio dell’Unione Europea, sono intervenute per sollecitare gli stati membri alla redazione di Bilanci di genere. A livello nazionale, alcuni interventi legislativi e di indirizzo sono andati nella direzione di promuovere l’attuazione del principio di pari opportunità nelle amministrazioni pubbliche valutando anche l’allocazione delle risorse in funzione delle diverse esigenze delle donne e degli uomini. Alcune amministrazioni pubbliche hanno negli anni elaborato un insieme di indicazioni strategiche e metodologiche per la redazione di questo strumento. Da qui la decisione di aderire a questo progetto.  
   
   
DIFESA IN ROSA SBARCA NELLA TERRA DI VIRGILIO  
 
Mantova, 11 marzo 2014 - Saranno il Lungolago Gonzaga e il Parco Pastore di Castiglione delle Stiviere ad ospitare - in terra virgiliana - la seconda edizione di ´Difesa in Rosa´. È il progetto fortemente voluto da Regione Lombardia per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne attraverso la pratica sportiva presentato, appositamente nella giornata della festa della Donna, a San Sebastianodall´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli. Una giornata di festa, dunque, cui hanno partecipato non solo le autorità cittadine (il sindaco Nicola Sodano e gli assessori Roberto Irpo ed Enzo Tonghini), ma anche rappresentanti dello sport femminile mantovano e alcuni giocatori del Viadana Rugby. Si Deve Partire Dal Rispetto - Bulbarelli ha voluto anzitutto mettere l´accento sul rispetto che "va insegnato fin da bambini, perché proprio dal rispetto dell´altro deriva una certa impostazione". In questo percorso, secondo Bulbarelli "lo sport può fare tanto". "Per questo - ha aggiunto - ho voluto coinvolgere da subito anche l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi con il quale abbiamo trovato i fondi per dare il via alla seconda edizione di ´Difesa in Rosa´. L´anno scorso hanno partecipato 1.200 donne e tante altre purtroppo sono state messe in lista di attesa. Quest´anno vogliamo fare ancora meglio proponendo anche un corso di secondo livello". Da Maggio Corsi In Tutte Le Province - Dal prossimo mese di maggio, dunque, grazie alla collaborazione della federazione italiana judo lotta Karate Arti marziali (Fijlkam), oggi rappresentata dalla campionessa Cristina Fiorentini, 52 istruttori saranno a disposizione di tutte le donne (dai 16 anni in su) che vorranno imparare le basi per un´efficace difesa personale. Ogni provincia lombarda ospiterà 8 lezioni da un´ora ciascuna. Violenza Sulle Donne, Fenomeno Ancora Troppo Diffuso - A dicembre 2013 erano 136 le donne uccise in Italia nel corso dell´anno, circa una ogni 3 giorni. Sono invece 1 milione quelle vittime di violenza. E 14 milioni sono gli atti di violenza che ogni anno si consumano nel nostro Paese. La Lombardia, oltretutto, è la seconda regione italiana (dopo il Lazio) per numero di chiamato al 1522 (numero nazionale antiviolenza. "Questo dimostra - ha sottolineato Bulbarelli - che le donne hanno bisogno di essere ascoltate". 2 Milioni Per Creare Nuovi Centri Antiviolenza - In Lombardia, ad oggi, esistono solo 16 centri antiviolenza quando, secondo le direttive dell´Ue dovrebbero essere circa 200. "Sia per il 2013 che per il 2014 - ha detto Bulbarelli - il mio assessorato ha stanziato 1 milione di euro. Bisogna fare ancora tanto, ma è sicuramente un buon inizio". Puntare Molto Sulla Formazione - Nei centri, evidentemente, non possono però operare persone non appositamente formate. "Non basta essere medici - ha fatto notare l´assessore - avvocati o poliziotti, serve una formazione particolare per accogliere adeguatamente queste donne. E noi su questo vogliamo puntare tantissimo e saremo intransigenti. Il Terzo Tempo Anche Nelle Coppie - I giocatori del Viadana Rugby sono intervenuti non a caso. "Il terzo tempo - ha sintetizzato Bulbarelli - è quello che, dopo la competizione e la lotta della gara, prevede la riappacificazione. E questo è esattamente quello che auspichiamo possa succedere dopo un litigio fra un uomo e una donna". Tutto L´anno Si Deve Festeggiare L´8 Marzo - Da ultimo è arrivato un auspicio dall´assessore Bulbarelli e cioè che l´8 marzo si celebri tutto l´anno "perché - ha detto - non è possibile che, passata la ricorrenza, ci si dimentichi del rispetto che si deve alle donne". Un Sito Dedicato - Tutte le informazioni, oltre che sul sito della Regione Lombardia ( www.Regione.lombardia.it ) si possono trovare anche all´indirizzo www.Difesainrosa.it  
   
   
DDL CONTRASTO VIOLENZA DONNE. VENDOLA "DENUNCIARE UOMINI STUPRATORI È DIRITTO"  
 
 Bari, 11 marzo 2014 - “Il disegno di legge che presentiamo alla stampa è un punto di arrivo perchè la Regione Puglia in questi anni ha affrontato con coraggio il tema dei diritti delle donne sapendo che le donne, nella vita pubblica e nel mercato del lavoro, portano un valore aggiunto fanno crescere la ricchezza del territorio”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina in Aula consiliare, insieme con l’assessore Elena Gentile, per la presentazione del disegno di legge, già approvato in Giunta, su “Norme per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, il sostegno delle vittime, la promozione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne”. “Il tema della violenza alle donne – ha aggiunto Vendola - è un tema globale e universale e investe, in forme dure e fondative, le responsabilità del genere maschile. Oggi siamo di fronte a dati di violenza alle donne in Europa che denunciano un fenomeno devastante, 60 milioni di donne denunciano di aver subito violenza e molestia da parte degli uomini. Questi dati ci dicono che il problema non è nel codice penale italiano o di altri paesi europei, ma ci dicono che il problema è nel simbolico del maschile e nella grammatica e nella sintassi delle relazioni tra genere maschile e genere femminile. In Italia la violenza è giunta fino a configurare un killer seriale, il femminicidio è un fenomeno devastante che assedia la vita quotidiana”. Vendola ha poi sottolineato come oggi la Puglia attraverso la creazione di 19 centri antiviolenza e di case rifugio per le donne della tratta che denunciano i loro sfruttatori, “stia cominciando a dotarsi di una rete di servizio che aiuta concretamente le donne che vogliono uscire dal tunnel”. “Noi con questa legge - ha detto Vendola - vogliamo compiere le operazioni necessarie, quelle del monitoraggio costante del fenomeno e della formazione perchè bisogna rompere il silenzio e parlarne”. “Noi siamo impegnati oggi anche a far partire una battaglia culturale perché ogni donna capisca che se subisce violenza quello non è un modo sbagliato di amare ma quello è un reato – ha sottolineato il Presidente - le donne che sono vittime di violenza, talvolta si colpevolizzano e noi dobbiamo aiutare queste donne a rompere il senso di colpa e ad uscire allo scoperto. Denunciare uomini stupratori e violenti è un diritto e aiuta tutti quanti a vivere in un clima di convivenza”. Vendola ha quindi concluso sottolineando come “questa battaglia cammini su due gambe, una gamba è quella della costruzione di una cultura reattiva alla violenza e l’altra è quella della realizzazione della parità di genere e della pienezza dell’esercizio del diritto di cittadinanza”. “Che il consiglio regionale – ha concluso Vendola - si occupi quindi non soltanto di lotta contro la violenza sulle donne, ma anche di lotta per i diritti delle donne e mi auguro che la riforma del sistema elettorale pugliese possa assumere la parità di genere come un criterio fondamentale, altrimenti si rischia davvero di essere sempre in affanno con gli appuntamenti della storia”.  
   
   
IN DIFESA DELLA DIGNITÀ FEMMINILE DOPO MILANO TUTTI I COMUNI ITALIANI UNITI CONTRO LE PUBBLICITÀ SESSISTE ZAJCZYK: “IL PROTOCOLLO TRA ANCI E IAP È FRUTTO ANCHE DELL´IMPEGNO DELLA NOSTRA AMMINISTRAZIONE SEGUITO DALLE ALTRE CITTÀ”  
 
Milano, 11 marzo 2014 - Dopo Milano estendere ad altre città italiane nuovi modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini di violenza o che siano lesive della dignità della donna, nel rispetto delle pari opportunità. Questo l’obiettivo del protocollo firmato a Roma da Anci-associazione nazionale dei Comuni italiani e Iap-istituto di autodisciplina pubblicitaria: un primo passo importante in Italia contro la diffusione delle pubblicità sessiste. “La firma del protocollo tra Anci e Iap - sottolinea la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità Francesca Zajczyk, presente a Roma per la firma del documento in rappresentanza del Comune di Milano - è un importante passo avanti: rappresenta infatti uno strumento di sensibilizzazione, non coercitivo, nella gestione preventiva degli spazi e delle affissioni pubblicitarie a livello comunale, non soltanto su quelli di competenza diretta delle amministrazioni, ma anche su quelli dati in gestione a terzi. È un segnale non solo simbolico ma concreto per promuovere un processo di sensibilizzazione anche fra inserzionisti e pubblicitari”. Il percorso, promosso con forza e determinazione dal Comune di Milano, attraverso la delibera del 28 giugno 2013 e dalla rete di Comuni attivata nei mesi successivi, vede una sua importante concretizzazione con questo protocollo. Un atto che, nell´auspicare la revisione dei regolamenti comunali in materia di affissioni, richiama l´attenzione su un processo preventivo all’autorizzazione di affissione. La delegata alle Pari Opportunità di Anci Alessia De Paulis, al termine della firma del Protocollo, ha riconosciuto il ruolo fondamentale avuto dal Comune di Milano nel dare un impulso determinante a questo percorso. Con la firma del protocollo, Anci e Iap si impegnano a collaborare affinché gli operatori di pubblicità e i loro utenti adottino modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne o che incitino ad atti di violenza, che tutelino la dignità femminile, rispettando il principio di pari opportunità e diffondendo valori positivi. Modelli, inoltre, che siano attenti alla rappresentazione dei generi, rispettosi delle identità di donne e uomini e coerenti con l´evoluzione dei ruoli nella società, evitando il ricorso a stereotipi di genere. Per conseguire questi obiettivi l’Anci invita tutti i Comuni a regolamentare in tal senso la disciplina della pubblicità e delle pubbliche affissioni, e a trasmettere allo Iap, anche su segnalazione dei cittadini, le comunicazioni commerciali che ritengano lesive della dignità della donna, che contengano immagini o rappresentazioni di violenza o incitino ad atti di violenza. Inoltre, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria si impegna a verificare con la massima celerità le segnalazioni dei Comuni utilizzando, ove possibile, l’ingiunzione di desistenza, per inibire nel più breve tempo possibile le comunicazioni commerciali contrarie al Codice. Infine, Anci e Iap hanno deciso che, per perseguire gli obiettivi del protocollo, sarà costituito un comitato composto da tre rappresentanti dell’Anci e da tre rappresentanti dello Iap. Il Comune di Milano ha aperto una nuova casella di posta elettronica (manifestioffensivi@comune.Milano.it ) alla quale le cittadine e i cittadini possono segnalare le pubblicità che non rispettano il corpo della donna e la sua dignità.  
   
   
PER LE DONNE PIU DIFFICILE MANTENERE IL LAVORO E L´OCCUPAZIONE È SEMPRE PIÙ FEMMINILE: IN DIECI ANNI AL LAVORO 500.000 UOMINI IN MENO E ALTRETTANTE DONNE IN PIÙ  
 
Roma, 11 marzo 2014 - Soprattutto in Puglia, Campania e Veneto nella disoccupazione pesa la differenza uomo/donna: è il risultato dei dati elaborati in questi giorni dall´Osservatorio Impresa e Professione Donna, la realtà che raccoglie 50 professioniste e imprenditrici che operano in posizioni e in settori significativi nel nordest. Nel quinquennio 2009/2013 la differenza nella disoccupazione fra uomini e donne è diminuita, passando da un -2.5% a -1,6%. Ma i dati regionali del 2013 dimostrano che in alcune regioni questa differenza resta forte o si aggrava: in particolare in Puglia (-5,6%), Campania (-3,6%), Veneto (-3,4%). Sotto il 3% anche la Sicilia (-3,1). Sono al di sotto del dato medio nazionale nel rapporto disoccupazione maschile/femminile anche Liguria, Calabria, Umbria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Toscana e Marche. Significativo il fatto che in 3 regioni (Sardegna, Basilicata, Valle d´Aosta) gli uomini disoccupati superano le donne, mentre nel Molise sono alla pari. Per Lisa Zanardo, curatrice dello studio: "Il confronto dei dati nei dieci anni conferma, anche nel mercato del lavoro, un Paese sostanzialmente fermo: a grandi linee gli occupati sono sempre 22 milioni, con mezzo milione di uomini in meno, e altrettante donne in più." Elvira Bortolomiol, titolare dell´omonima azienda vinicola, che aderisce all´Osservatorio, ribadisce che l´equilibrio nell´occupazione maschile e femminile è un fattore importante per le aziende: "Non è solo un fatto di equità. Oggi è soprattutto un valore economico: i consumatori sono uomini e donne, e tale è l´economia in grado di rispondere alle loro esigenze. Ed è così, senza eccezioni, in tutte le economie avanzate."  
   
   
PIÙ DINAMICHE LE IMPRESE ROSA IN TOSCANA: COMMENTI DI STEFANIA SACCARDI E GIANFRANCO SIMONCINI  
 
Firenze, 11 marzo 2014 - Le imprese a titolarità femminile nel 2013 si sono rivelate più dinamiche di quelle non femminili: sono oltre 10 mila, rappresentano il 24,4% delle imprese totali e, nel corso dell´anno passato, sono aumentate di 818 unità, per un tasso di crescita dello 0,8%, mentre le imprese non femminili sono cresciute dello 0,2%. La Toscana è terza nella classifica delle regioni italiane più dinamiche in termini di imprenditorialità femminile (dopo Lazio +1,1% e Lombardia +0,9%) e risulta molto più dinamica della media nazionale che si ferma allo 0,2%. A tale risultato ha contribuito soprattutto la componente straniera (+7,0%), mentre l´imprenditoria femminile di origine italiana è stabile sui livelli dell´anno precedente (andamento comunque migliore rispetto al calo verificatosi a livello nazionale). E´ ciò che emerge dall´Osservatorio sulle imprese femminili curato da Unioncamere Toscana in collaborazione con la Regione per l´anno 2013. "Ancora una volta il rapporto ribadisce la grande vitalità delle imprenditrici toscane – commenta e la vice presidente della Regione Stefania Saccardi - l´ultimo dato disponibile, riferito all´anno precedente, mette in risalto una regione saldamente ai primi posti a livello nazionale in termini di dinamica di crescita di imprese rosa. La Regione, oltre a essersi dotata ormai da qualche anno di una legge sulla Cittadinanza di genere, le legge 16 del 2009, con lo scopo di rendere concreta la parità di diritti in tutti gli ambiti di vita e lavoro, promuove azioni e accordi con istituzioni ed enti per allargare ancora di più gli spazi in cui le donne possono mettere a disposizione e sfruttare le proprie conoscenze e potenzialità. Adesso, anche alla luce di quanto sta avvenendo a livello politico nazionale, e mi riferisco in particolare all´ultima versione della legge elettorale e al rispetto effettivo della parità di genere, auspico che questo rispetto si traduca in fatti ed azioni concrete." L´assessore alle attività produttive e lavoro Gianfranco Simoncini ricorda che, di recente, la Regione si è dotata anche di un altro strumento a favore delle donne. "I dati dell´osservatorio – afferma Simoncini - confermano le scelte compiute dalla Regione negli ultimi anni, puntando molto sulla nascita e sul sostegno alle imprese "rosa". Lo abbiamo fatto varando, fra l´altro, una legge per l´imprenditoria femminile (e giovanile), in un momento difficile, consapevoli delle ricadute positive che ciò avrebbe comportato anche in termini di occupazione. I risultati ci stanno dando ragione, anche se non è tempo di dormire sugli allori, perchè dalla crisi, purtroppo, non possiamo ancora dirci fuori. Grazie alla legge 21, dal 2011 alla fine del 2013, sono stati stanziati complessivamente 21,9 milioni, per 1733 imprese che hanno fatto domanda, di cui 1441 sono state ammesse alla garanzia. Di queste, circa la metà sono imprese femminili. Non sono grandi numeri, ma credo che si tratti di un dato significativo, prima di tutto in termini di qualità, perchè grazie a questo strumento è stato possibile non disperdere ma valorizzare la propensione all´innovazione e al dinamismo di cui le donne sono quasi sempre portatrici. Tutti elementi preziosi per il rilancio di un sistema produttivo che ha bisogno di trovare, in fretta, nuove strade per ripartire".  
   
   
MILANO E LOMBARDIA CRESCE IL PESO DELLE DONNE NELLE IMPRESE  
 
Milano, 10 marzo 2014. In dieci anni ci sono 18mila imprese di donne in più in Lombardia: passano da 153.755 nel 2003 a 172.167 nel 2013. Quasi la metà delle nuove imprese di donne è a Milano (8mila imprese in più), quasi 3mila imprese in più a Bergamo e Brescia. Cresce lentamente il peso delle donne nelle imprese milanesi e lombarde, +0,1% in un anno, +1% in dieci anni. Sono un quinto di tutte le imprese. Le donne imprenditrici passano in dieci anni dal 19% al 20% del totale delle imprese milanesi, poco meno che in Lombardia, dove crescono dal 20% al 21%. Alcuni settori diventano sempre più femminili in dieci anni. A Milano: nella sanità passano dal 31% al 36% di tutte le imprese del settore, nell’istruzione dal 29% al 32%, nei servizi alla persona da 43% a 47%. In Lombardia: nella finanza le donne imprenditrici passano dal 18% al 21% in dieci anni e nel settore dei servizi alla persona avviene il sorpasso con le 19mila imprese femminili che rappresentano il 52% di tutte le imprese del comparto. Nell’ultimo anno perdono meno le imprese femminili rispetto a quelle maschili: in Lombardia c’è un calo del -1% per gli uomini imprenditori contenuto a -0,5% per le donne e a Milano crescono del + 0,2% gli uomini e del +0,6% le donne. Emerge da un’elaborazione del Servizio Studi della Camera di commercio di Milano su dati Infocamere. A Milano. Sono oltre 58 mila le imprese femminili attive a Milano nel 2013, pari al 34% di tutte le imprese “rosa” della Lombardia. E resistono nonostante la crisi, registrando una crescita dello 0,6% contro un andamento che è invece negativo a livello lombardo (-0,5%). Crescono anche gli addetti, +1,8%, sfiorando i 140 mila (pari al 5,5% degli addetti di tutte le imprese femminili italiane). Commercio, attività immobiliari e servizi vari i settori in cui le imprenditrici milanesi sono più attive. “L’obiettivo del comitato imprenditoria femminile – ha dichiarato Federica Ortalli, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano - è quello di allargare il dibattito e la discussione di genere, a partire dalle imprese che mostrano una partecipazione rilevante delle donne nell’economia del nostro territorio. Dedicheremo, inoltre, incontri e iniziative ad Expo, un’opportunità per tutte le imprese milanesi e in particolare per le imprese femminili, molte delle quali sono presenti nei settori del commercio, dell’accoglienza, della ristorazione e dei servizi alla persona che avranno un indotto specifico legato all’Esposizione”. Imprese femminili nel 2013 e nel 2003 in Lombardia
Lombardia 2003 Lombardia 2013 Differenza 20013-2003
Bergamo 15.521 18.419 2.898
Brescia 20.750 23.256 2.506
Como 8.012 9.141 1.129
Cremona 5.292 5.732 440
Lecco 4.530 5.154 624
Lodi 2.800 3.117 317
Mantova 7.485 8.289 804
Milano 62.873 71.064 8.191
Pavia 9.615 10.178 563
Sondrio 4.194 3.773 -421
Varese 12.683 14.044 1.361
Lombardia 153.755 172.167 18.412
Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere anno 2013 Imprese maschili e femminili nel 2013 e nel 2012 in Lombardia
2013 anno Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza E Brianza Pavia Sondrio Varese Totale
Lombardia maschili 2013 67.511 85.985 34.958 21.718 18.856 12.259 30.139 227.507 50.203 33.711 10.720 48.563 642.130
Lombardia maschili 2012 68.087 87.126 35.909 22.177 19.126 12.546 30.538 227.113 51.296 34.315 10.904 49.649 648.786
var% imp. Maschili -0,8% -1,3% -2,6% -2,1% -1,4% -2,3% -1,3% 0,2% -2,1% -1,8% -1,7% -2,2% -1,0%
Lombardia femminili 2013 18.419 23.256 9.141 5.732 5.154 3.117 8.289 58.238 12.826 10.178 3.773 14.044 172.167
Lombardia femminili 2012 18.460 23.517 9.240 5.765 5.186 3.171 8.326 57.892 13.046 10.277 3.899 14.254 173.033
var % imprese femminili Lombardia -0,2% -1,1% -1,1% -0,6% -0,6% -1,7% -0,4% 0,6% -1,7% -1,0% -3,2% -1,5% -0,5%
Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere anno 2013 Imprese femminili nel 2013 in Lombardia- per settore
peso donne Lombardia 2013 peso donne Lombardia 2012 var peso donne Lombardia 2013-2012 peso donne Milano 2013 peso donne Milano 2012 var peso donne Milano 2013-2012
22,3% 22,6% -0,3% 21,1% 21,1% 0,0% A Agricoltura, silvicoltura pesca
8,3% 9,2% -0,9% 5,5% 5,5% 0,0% B Estrazione di minerali da cave e miniere
17,8% 17,7% 0,0% 18,0% 17,9% 0,1% C Attività manifatturiere
5,2% 5,3% -0,1% 2,3% 2,6% -0,2% D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz...
12,5% 12,1% 0,4% 13,5% 13,4% 0,1% E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d...
6,3% 6,2% 0,1% 7,6% 7,5% 0,1% F Costruzioni
23,5% 23,7% -0,2% 21,8% 22,0% -0,2% G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut...
10,1% 10,0% 0,2% 9,6% 9,6% 0,0% H Trasporto e magazzinaggio
31,5% 31,5% 0,0% 27,7% 27,6% 0,1% I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione
22,3% 22,6% -0,3% 20,7% 21,0% -0,3% J Servizi di informazione e comunicazione
21,2% 20,2% 1,0% 17,6% 16,9% 0,7% K Attività finanziarie e assicurative
23,1% 23,2% -0,1% 21,9% 22,0% -0,1% L Attività immobiliari
22,5% 22,5% 0,0% 21,5% 21,5% 0,0% M Attività professionali, scientifiche e tecniche
27,6% 28,1% -0,5% 26,4% 26,9% -0,5% N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp...
17,2% 19,2% -2,0% 17,6% 18,8% -1,1% O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale...
29,7% 29,8% -0,1% 32,3% 31,9% 0,5% P Istruzione
35,7% 35,4% 0,3% 35,9% 35,3% 0,6% Q Sanità e assistenza sociale
23,7% 23,5% 0,1% 23,7% 23,7% 0,1% R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver...
52,2% 52,1% 0,2% 47,0% 46,7% 0,4% S Altre attività di servizi
15,2% 17,9% -2,7% 13,5% 16,4% -3,0% X Imprese non classificate
21,1% 21,1% 0,1% 20,4% 20,3% 0,1% Totale
Elaborazione Servizio Studi - Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere anno 2013 Imprese femminili a Milano. Sono 58.238 le imprese “rosa” a Milano attive nel 2013, pari al 34% del totale lombardo. Rispetto al 2012 le imprese femminili milanesi crescono dello 0,6%, unico trend positivo in uno scenario lombardo che registra in media un calo dello 0,5%. Le imprese femminili a Milano sono attive soprattutto nel settore del commercio (15.578 imprese, un terzo del totale lombardo di settore), delle attività immobiliari (6.701 imprese, il 41% lombardo e l’11% del totale nazionale) e delle attività di servizi vari (5.681 imprese). Imprese femminili in Lombardia. Nel 2013 si registra un leggero calo delle imprese femminili in Lombardia che passano da 173.033 imprese attive nel 2012 a 172.167 (-0,5%). Settori principali sono il commercio (quasi 46mila imprese attive), le altre attività di servizi (19.812) e le attività manifatturiere (17.996). Di rilievo anche il settore delle attività immobiliari: in regione oltre 16mila imprese su 62mila attive in Italia (il 25,9%). Per numero di imprese, tra le province, dopo Milano vengono Brescia (23.256 imprese), Bergamo (18.419) Varese (14.044), Monza e Brianza (12.826) e Pavia (10.178). Addetti delle imprese femminili a Milano. Sono oltre 139mila gli addetti nelle imprese femminili milanesi nel 2013, in aumento rispetto al 2012 (circa 137 mila) dell’1,8%. I settori col maggior numero di addetti sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio (oltre 27.300 addetti), le attività manifatturiere (oltre 21.600) ed il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (oltre 16.200). Bene anche le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (15.400 addetti) e altre attività di servizi (quasi 11 mila addetti). Addetti delle imprese femminili in Lombardia. Sono quasi 412mila gli addetti delle imprese femminili lombarde nel 2013. Circa 85 mila sono occupati nel commercio, tra dettaglio e ingrosso, le attività manifatturiere (84.339) e attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (52.605 addetti). Imprese femminili nel 2013 in Lombardia- per settore
Settore Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese Lombardia
A Agricoltura, silvicoltura pesca 1.263 2.252 540 677 303 214 1.560 766 176 1.670 1.021 409 10.851
B Estrazione di minerali da cave e miniere 7 8 0 2 - - 1 4 3 3 1 3 32
C Attività manifatturiere 2.079 2.415 1.131 561 669 261 943 5.412 1.629 879 193 1.824 17.996
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 16 16 - 7 4 5 1 24 2 10 7 5 97
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 25 22 5 3 3 3 6 55 17 16 2 21 178
F Costruzioni 1.120 905 554 256 289 228 315 3.032 819 423 137 807 8.885
G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 4.933 6.196 2.230 1.630 1.338 867 2.214 15.578 3.561 2.819 856 3.612 45.834
H Trasporto e magazzinaggio 305 228 160 68 90 53 100 1.263 191 108 35 195 2.796
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1.945 2.859 1.007 574 496 326 759 4.738 878 1.081 588 1.251 16.502
J Servizi di informazione e comunicazione 422 534 212 113 135 70 127 2.690 441 216 52 335 5.347
K Attività finanziarie e assicurative 470 698 239 145 131 84 199 1.587 349 265 84 405 4.656
L Attività immobiliari 1.475 1.884 844 331 470 207 457 6.701 1.395 466 168 1.687 16.085
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 729 980 441 166 271 108 215 5.122 790 277 58 593 9.750
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 654 835 392 221 211 162 225 3.447 685 346 86 658 7.922
O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale... - - - - 1 1 - 3 0 - - - 5
P Istruzione 107 117 61 34 32 10 26 555 80 50 10 116 1.198
Q Sanità e assistenza sociale 194 175 138 61 58 42 70 768 197 147 29 184 2.063
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 216 284 118 76 55 27 72 770 141 139 36 147 2.081
S Altre attività di servizi 2.453 2.842 1.065 807 595 448 998 5.681 1.469 1.260 408 1.786 19.812
X Imprese non classificate 6 6 4 0 3 1 1 42 3 3 2 6 77
Totale 18.419 23.256 9.141 5.732 5.154 3.117 8.289 58.238 12.826 10.178 3.773 14.044 172.167
Elaborazione Servizio Studi - Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere anno 2013 Imprese totali (maschili+femminili) nel 2013 in Lombardia- per settore
2013 anno Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza E Brianza Pavia Sondrio Varese Totale
A Agricoltura, silvicoltura pesca 5.082 10.554 2.119 4.258 1.125 1.393 8.266 3.637 935 6.947 2.611 1.730 48.657
B Estrazione di minerali da cave e miniere 57 106 14 11 7 9 26 73 8 27 24 25 387
C Attività manifatturiere 11.289 15.062 6.672 3.118 4.036 1.602 4.454 30.060 9.439 4.659 1.329 9.557 101.277
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 179 231 36 59 18 44 50 1.032 43 53 68 54 1.867
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 211 212 92 34 42 25 51 407 108 79 30 135 1.426
F Costruzioni 19.421 18.230 8.638 4.949 4.417 3.375 6.777 39.808 12.199 8.362 2.502 12.087 140.765
G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 19.837 25.286 9.950 6.406 5.613 3.650 8.620 71.510 16.331 10.242 3.058 14.946 195.449
H Trasporto e magazzinaggio 2.329 2.832 1.285 762 642 530 962 13.146 1.858 1.184 482 1.567 27.579
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 5.614 8.100 3.211 1.789 1.584 981 2.067 17.098 3.154 3.001 1.648 4.085 52.332
J Servizi di informazione e comunicazione 1.797 2.344 871 464 556 291 573 12.982 1.785 813 185 1.306 23.967
K Attività finanziarie e assicurative 2.098 2.748 1.082 648 622 400 783 9.021 1.635 1.024 305 1.647 22.013
L Attività immobiliari 6.362 8.190 3.659 1.484 1.904 987 1.838 30.576 5.787 2.052 698 6.039 69.576
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 3.360 4.582 1.742 761 977 465 883 23.826 3.009 1.173 270 2.218 43.266
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 2.190 3.175 1.519 669 797 492 755 13.061 2.376 1.117 290 2.237 28.678
O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale... 0 4 2 - 2 1 0 17 2 - 1 0 29
P Istruzione 380 491 210 106 145 46 90 1.717 261 162 43 380 4.031
Q Sanità e assistenza sociale 536 585 387 193 153 110 196 2.139 542 327 89 520 5.777
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 960 1.344 424 356 199 134 322 3.244 531 489 161 631 8.795
S Altre attività di servizi 4.199 5.121 2.174 1.377 1.158 839 1.704 12.079 3.002 2.162 694 3.411 37.920
X Imprese non classificate 29 44 12 6 13 2 11 312 24 16 5 32 506
Lombardia 85.930 109.241 44.099 27.450 24.010 15.376 38.428 285.745 63.029 43.889 14.493 62.607 814.297
Elaborazione Servizio Studi - Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere anno 2012 Imprese femminili in Italia per settore
Settore 2012 2013
A Agricoltura, silvicoltura pesca 238.173 226.714
B Estrazione di minerali da cave e miniere 393 387
C Attività manifatturiere 103.336 101.915
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 782 894
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 1.287 1.348
F Costruzioni 58.241 58.259
G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 387.452 384.048
H Trasporto e magazzinaggio 17.782 17.723
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 118.452 120.383
J Servizi di informazione e comunicazione 25.699 25.597
K Attività finanziarie e assicurative 25.294 26.913
L Attività immobiliari 61.774 62.068
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 39.356 39.104
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 44.326 45.317
O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale... 8 9
P Istruzione 7.917 8.094
Q Sanità e assistenza sociale 12.941 13.336
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 16.101 16.283
S Altre attività di servizi 109.849 110.304
T Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro p... 2 5
U Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 1 1
X Imprese non classificate 1.586 540
Totale 1.270.752 1.259.242
Elaborazione Servizio Studi - Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere anni 2012 e 2013 Imprese femminili nel 2012 in Lombardia- per settore
Settore Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese Lombardia
A Agricoltura, silvicoltura pesca 1.311 2.333 575 710 329 217 1.630 780 188 1.770 1.106 414 11.363
B Estrazione di minerali da cave e miniere 8 9 0 3 1 - 2 4 3 5 1 1 37
C Attività manifatturiere 2.127 2.493 1.168 573 674 282 971 5.471 1.664 892 207 1.868 18.390
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 16 13 - 7 4 5 1 24 1 9 5 5 90
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 25 21 8 3 3 3 5 52 16 14 1 19 170
F Costruzioni 1.120 950 574 261 278 231 317 3.015 835 422 134 823 8.960
G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 4.920 6.280 2.277 1.632 1.371 878 2.223 15.546 3.699 2.861 884 3.705 46.276
H Trasporto e magazzinaggio 297 227 164 70 89 60 95 1.296 202 113 34 187 2.834
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1.903 2.842 981 578 468 329 739 4.573 892 1.073 595 1.279 16.252
J Servizi di informazione e comunicazione 437 555 218 110 145 72 126 2.698 459 211 51 343 5.425
K Attività finanziarie e assicurative 427 659 223 131 122 86 181 1.491 315 234 78 375 4.322
L Attività immobiliari 1.499 1.870 853 329 470 206 463 6.728 1.385 474 169 1.697 16.143
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 748 973 436 171 280 107 207 5.141 834 276 62 608 9.843
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 639 802 386 221 207 166 205 3.327 667 351 83 671 7.725
O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale... - - - - 1 1 - 3 0 - - - 5
P Istruzione 108 114 66 32 36 8 25 541 78 49 11 121 1.189
Q Sanità e assistenza sociale 185 174 139 65 54 40 65 743 205 127 33 181 2.011
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 210 300 121 78 45 30 62 758 143 120 36 140 2.043
S Altre attività di servizi 2.457 2.886 1.047 783 600 448 1.005 5.585 1.444 1.269 406 1.801 19.731
X Imprese non classificate 23 16 4 8 9 2 4 116 16 7 3 16 224
Totale 18.460 23.517 9.240 5.765 5.186 3.171 8.326 57.892 13.046 10.277 3.899 14.254 173.033
Elaborazione Servizio Studi - Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere anno 2012 Imprese totali (maschili+femminili) nel 2012 in Lombardia- per settore <TD width="6%" noWra
2012 anno Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza E Brianza Pavia Sondrio Varese Totale
A Agricoltura, silvicoltura pesca 5.236 10.838 2.197 4.397 1.163 1.442 8.538 3.695 979 7.235 2.774 1.764 50.258
B Estrazione di minerali da cave e miniere 59 111 14 15 7 10 27 73 8 32 24 23 403
C Attività manifatturiere 11.526 15.515 6.870 3.205 4.169 1.645 4.560 30.508 9.729 4.769 1.364 9.847 103.707
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 171 199 34 56 15 46 44 933 45 48 62 48 1.701
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 207 206 99 40 39 22 46 388 109 82 29 137 1.404
F Costruzioni 20.006 18.868 9.186 5.219 4.521 3.541 6.972 40.366 12.539 8.665 2.595 12.537 145.015
G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 19.681 25.418 10.111 6.418 5.713 3.657 8.602 70.635 16.654 10.291 3.072 15.363 195.615
H Trasporto e magazzinaggio 2.364 2.925 1.339 789 664 547 980 13.552 1.972 1.229 490 1.598 28.449
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 5.523 8.053 3.205 1.765 1.572 967 2.023 16.580 3.184 2.977 1.662 4.104 51.615
J Servizi di informazione e comunicazione 1.830 2.364 898 460 561 279 559 12.863 1.849 813 194 1.349 24.019
K Attività finanziarie e assicurative 2.025 2.654 1.050 634 599 408 746 8.848 1.596 995 295 1.584 21.434
L Attività immobiliari 6.305 8.197 3.650 1.504 1.892 1.005 1.829 30.544 5.805 2.055 698 6.078 69.562
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 3.338 4.580 1.784 783 978 510 886  
   
   
L´ECONOMIA DELL´8 MARZO IN FRIULI VENEZIA GIULIA  
 
Udine, 11 marzo 2014 - Garanzia diretta, cogaranzia e controgaranzia a sostegno dei finanziamenti richiesti dalle imprese femminili, per accrescerne le possibilità di avvio, crescita o consolidamento. A permetterle è la Sezione speciale “Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità” del Fondo di Garanzia per le Pmi, da poco istituita e dedicata espressamente alle imprese con titolare donna o con prevalente componente femminile della governance. Tramite Uniocamere nazionale, sono 18 le Camere di Commercio, e tra esse quella di Udine, attive nel promuovere l’iniziativa, anche grazie alla collaborazione con il Comitato imprenditoria femminile insediato nell’ente. Le risorse della Sezione Speciale, nel complesso, ammontano a 20 milioni di euro (10 messi a disposizione dal Mise, 10 dal Dipartimento per le Po) e il 50% della dotazione della Sezione è riservata alle nuove imprese. L’iniziativa prevede peraltro modalità semplificate di accesso al Fondo: la prenotazione della garanzia o controgaranzia direttamente da parte dell´impresa beneficiaria, ma anche la priorità di istruttoria e di delibera, l’esenzione dal versamento della commissione una tantum al Fondo e la copertura della garanzia fino all’80% sulla maggior parte delle operazioni. «Dopo le sezioni speciali a sostegno dell’internazionalizzazione, che ci hanno visto tra i primi e convinti aderenti – spiega il presidente camerale Giovanni Da Pozzo –, promuoviamo anche questa nuova iniziativa nazionale, che si concentra invece sul supporto specifico all’imprenditorialità femminile. La Sezione assicura una modalità ulteriore e più agevole, con la forza dello Stato alle spalle, affinché le imprenditrici e le neoimprenditrici possano ottenere finanziamenti utili ad avviare l’impresa o a concretizzare nuove attività e nuove sfide». Proprio l’occasione della Festa della donna diventa momento particolare per promuovere l’iniziativa, per cui sul territorio friulano è possibile ottenere indicazioni e informazioni al Punto Nuova Impresa della Cdc, al numero 0432273539 o via mail a nuovaimpresa@ud.Camcom.it In ogni caso, sul sito http://www.Fondidigaranzia.it/femminili.htm sono evidenziate tutte le caratteristiche delle Sezione speciale e le modalità per prenotare la garanzia. L Ma quante sono le imprese femminili in Friuli Venezia Giulia? Secondo le più recenti rilevazioni del Centro studi dell’Unioncamere Fvg, aggiornate al 31 dicembre 2013, la regione si attesta leggermente sopra la media italiana con un valore pari al 24,7%: 23.451 unità su 94.900 imprese attive in totale. Le aziende attive «in rosa» sono però diminuite dell’1,8% (una perdita di 430 unità) nel 2013, in percentuale leggermente maggiore rispetto al Nordest (-0,93%; -2.187 unità) e all’Italia (-0,91%, 11.510 unità). Sempre stando a fine 2013, i comprarti “preferiti” dalle imprese femminili sono si sono rivelati il commercio (25,3%); il primario ( 21,6%) e i servizi alle imprese (16,9%). Per quanto riguarda il “peso” sul totale, il 50% delle imprese impegnate nei servizi alle famiglie è formato da imprese femminili che rappresentano anche il 37% del totale di imprese nei servizi di ospitalità e ristorazione (37% sul totale). Quanto alla natura giuridica, le imprese “rosa” sono soprattutto imprese individuali: il 70% di quelle attive. Il 18,6% sono società di persone e il 9,9% società di capitale. Volendo stilare una sorta di classifica delle città regionali con più imprese “rosa”, in testa troviamo Trieste con 3.136 imprese femminili (24,9%), quindi Udine con 2.101 (24,5%), Pordenone con 1.803 (24,4%) e Gorizia con 582 (23,1%). Nella “top 10” seguono Monfalcone, Lignano Sabbiadoro, Sacile, Azzano Decimo, Codroipo e Tavagnacco. Infine, il mercato del lavoro, visto in prospettiva di genere. Anche a fine 2013 l’occupazione femminile è inferiore a quella maschile: il tasso di occupazione si attesta sul 55,2% contro il 70,7% di quello maschile. Ma dal 2005 il tasso d’occupazione femminile, pur con alti e bassi, in definitiva è lievemente cresciuto (poco più di un punto, dal 54%), mentre quello maschile è diminuito: era al 72% nel 2005. Parimenti si muove il tasso di disoccupazione, con quello femminile più elevato di quello maschile: nel 2013 il 9,1%, contro il 6,6% di quella maschile. Entrambe le percentuali sono peraltro praticamente raddoppiate dal 2005, quando la disoccupazione maschile era del 3,2% e quella femminile del 5,3%.  
   
   
A FERRARA SONO 8.003 LE IMPRESE “IN ROSA” CRESCITA DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI: +5,9%  
 
Ferreara, 11 marzo 2014 -  E´ scesa in campo da pochi anni e sempre più spesso si mette in gioco per scelta e non per necessità. Resiste più della media alle ‘intemperie’ del mercato mentre la sua dimensione ideale si conferma preferibilmente quella ‘micro’. E’ questo l’identikit della donna imprenditrice a capo di una delle 8.003 aziende ´in rosa´ presenti in provincia di Ferrara (più di un terzo delle quali aventi sede nel comune capoluogo) che emerge dall´Osservatorio dell´economia della Camera di Commercio in occasione della Festa della Donna. A Ferrara, dunque, le imprese “in rosa” confermano di avere una marcia in più di quelle dei colleghi uomini e, nonostante i colpi della crisi, al netto del settore agricolo, continuano a crescere ad un ritmo superiore a quello medio dell’imprenditoria provinciale. Alla fine del 2013, le imprese femminili fotografate dall’Ente di Largo Castello risultano essere 8.003, pari al 21,7% (a fronte del 20,6% dell´Emilia-romagna al 21,5% dello scorso anno) di tutte le imprese della provincia. “Il momento che stiamo attraversando è particolarmente difficile e ciascuno di noi lo affronta al prezzo di rinunce e sacrifici. Il mondo del lavoro sta cercando di sopravvivere e superare le incognite del momento ma la fine del tunnel sembra ancora lontana. E tra quanti dimostrano di reagire con determinazione alle difficoltà ci sono le Imprenditrici”. Questo il commento della presidente del Comitato provinciale per l´imprenditoria femminile, Gisella Ferri, ai dati forniti dalla Camera di Commercio. “Le Donne - ha proseguito la presidente - che lottano quotidianamente sia nel mondo lavorativo che famigliare; le Donne che cercano di far comprendere alla società che un loro maggior coinvolgimento nelle stanze che contano sarebbe una risorsa indispensabile per contribuire al rilancio della crescita del nostro Paese avvicinandolo così alle altre nazioni europee; le Donne che sanno fare il gioco di squadra per migliorare la competitività delle imprese e della realtà economica del proprio territorio. Sostenere questi sforzi è un impegno per tutti perché è l´unica strada percorribile per migliorare la nostra società ed il futuro dei nostri figli”. Tra i settori più gettonati, quelli legati ai servizi, in particolare alla persona, nei quali quasi il 57% delle aziende è gestito da donne. A queste, vanno aggiunte le attività in ambito sanitario e di assistenza sociale, nelle quali la componente femminile, cresciuta dal 2012 al 2013 del 8,9%, rappresenta più di un terzo del totale. Quanto alle vocazioni delle imprenditrici ferraresi - fa sapere la Camera di Commercio - ad attrarre maggiormente l’universo femminile negli ultimi tre anni sono stati i settori tradizionali quali, ad esempio, quello il commercio, nel quale si concentra oltre un quarto del totale (2.151 unità), seguito dall’agricoltura (comparto che ha registrato la contrazione più elevata) e dalle attività turistiche, con 876 imprese, che assorbono circa l’11% delle imprese “rosa”. Nonostante la forma giuridica maggiormente utilizzata dalle imprenditrici sia, nel 67,4% dei casi, ancora l´impresa individuale (alla quale fa seguito la “società di persone” con il 20% del totale), la tenuta registrata appare tutta nel segno della modernità nel modo di fare impresa. Le capitane d’impresa, infatti, dimostrano di preferire forme giuridiche più solide e capaci di affrontare il mercato rispetto al passato. Lo testimonia la crescita che si registra per le società di capitale che, con un +5,9% in un anno, passano da 869 a 920. Tra i “Comuni più femminili” della provincia troviamo quello di Ro, dove la percentuale di imprese femminili sul totale raggiunge quasi il 26% (contro la media provinciale dl 21,7%). Un quota addirittura maggiore sarebbe registrata da Massa Fiscaglia (26,8%) ora confluito nel nuovo comune di Fiscaglia. In fondo alla classifica c’è invece Goro che conta meno di 14 aziende femminili su 100, ma insieme a Jolanda di Savoia ha fatto registrare gli incrementi percentuali più significativi degli ultimi dodici mesi. Tabelle Variazioni % delle imprese femminili forma giuridica nel periodo, 31 dicembre 2012- 2013
Regione Società di capitale Società di persone Imprese individuali Cooperative Consorzi Altre forme
Ferrara 5,9% 0,5% -1,4% 3,3% 0,0% 13,6%
Emilia Romagna 3,0% -0,1% -1,4% 4,0% 1,0% 9,7%
Italia 3,8% -1,2% -1,1% 0,5% 4,1% 6,2%
Fonte: Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara su dati Infocamere Distribuzione delle imprese femminili per forma giuridica – 31 dicembre 2013 Valori assoluti
Società di capitale Società di persone Imprese individuali Cooperative Consorzi Altre forme Totale
Ferrara 920 1.575 5.392 63 3 50 8.003
Ferrara 11,6% 19,7% 67,4% 0,8% 0,0% 0,6% 100,0%
Emilia Romagna 15,6% 23,0% 59,6% 1,4% 0,1% 0,3% 100,0%
Italia 15,9% 22,0% 59,6% 2,1% 0,1% 0,4% 100,0%
Fonte: Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara su dati Infocamere Tasso di femminilizzazione per forma giuridica – 31 dicembre 2013
Società di capitale Società di persone Imprese individuali Altre forme
Ferrara 15,9% 21,1% 24,1% 9,6%
Emilia Romagna 14,6% 22,0% 23,7% 9,2%
Italia 15,7% 28,2% 25,9% 12,8%
Fonte: Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara su dati Infocamere Imprese femminili per settore – 31 dicembre 2013
Settore Imprese femminili Imprese totali Tasso di femminilizzazione comp % dello stock imprese femminili
Agricoltura, silvicoltura pesca 1.505 8.327 18,1 18,8
Estrazione di minerali da cave e miniere 2 13 15,4 0,0
Attività manifatturiere 560 3.035 18,5 7,0
Fornitura di energia elettrica, gas 5 39 12,8 0,1
Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione 4 58 6,9 0,0
Costruzioni 360 5.377 5,7 3,8
Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di auto 2.151 7.720 27,9 26,9
Trasporto e magazzinaggio 73 1.046 7,0 0,9
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 876 2.584 33,9 10,9
Servizi di informazione e comunicazione 121 533 22,7 1,5
Attività finanziarie e assicurative 140 611 22,9 1,7
Attività immobiliari 438 1.903 23,0 5,5
Attività professionali, scientifiche e tecniche 166 1.007 16,5 2,1
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 263 859 30,6 3,3
Istruzione 29 137 21,2 0,4
Sanità e assistenza sociale 61 168 36,3 0,8
Attività artistiche, sportive, di intrattenimento 93 551 16,9 1,2
Altre attività di servizi 933 1.649 56,6 11,7
Imprese non classificate 277 1.234 22,4 3,5
Ferrara 8.003 36.851 21,7 100,0
Emilia Romagna 98.144 468.318 21,0
Italia 1.429.897 6.061.960 23,6
Fonte: Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara su dati Infocamere
 
   
   
SALERNO - LAVORO DELLE DONNE, AL VIA NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO  
 
Salerno, 11 marzo 2014 - Un modello organizzativo del lavoro delle donne, per sostenere l’occupabilità femminile nell’area Sele-tanagro-alburni. E’ il progetto Bedi, benessere delle donne imprenditrici, che vede la Camera di Commercio di Salerno capofila di una rete territoriale formata da tredici partner. Oltre all´Ente camerale e al Cif (Comitato per l’imprenditoria femminile, organismo della Camera), che ha favorito il progetto, ci sono i Comuni di Eboli, Campagna, Contursi Terme, Oliveto Citra, Buccino, Sicignano degli Alburni, il Piano di zona S3 (ex S5), Confartigianato, Cna, Coordinamento femminile della Cisl, Asi Salerno, Associazione Arcobaleno. Bedi, finanziato con 200 mila euro, fondi del Por Campania 2007-2013, grazie ad un bando pubblico relativo agli Accordi territoriali di genere, ha avuto inizio lo scorso 7 gennaio, con alcune attività preliminari ed ora entra nell’operatività. Le azioni previste, la loro articolazione, saranno presentate martedì prossimo 11 marzo, alle ore 15,30 presso la Camera di Commercio, in via Allende 19 - Salerno. In quell’occasione i partner firmeranno anche la convenzione per dare il via alla attività programmate e sarà presentato il marchio Bedi. Il progetto si inserisce in una rete territoriale importante per sperimentare un modello di sviluppo nuovo, innovativo, in un’area che presenta un contesto economico e sociale dalle forti potenzialità. “Un processo che ha bisogno di nuovi strumenti che possano rendere l’area competitiva, attrattiva in termini di investimento e di lavoro anche e soprattutto quello femminile. Il progetto Bedi si inserisce in questo contesto e si presenta con tali caratteristiche – dice il presidente della Camera di Commercio di Salerno, Guido Arzano – Una iniziativa che rispecchia in pieno il percorso che l´Ente camerale da tempo sta perseguendo, puntando a radicarsi nelle aree della provincia, anche in quelle più interne, sostenendole e supportandole con attività specifiche. Alla vigilia della festa della donna, la concretezza di un’azione di sostegno al lavoro delle donne ritengo possa essere il modo migliore per celebrare il mondo femminile”.  
   
   
PIEMONTE - IMPRESE FEMMINILI, RISORSA PREZIOSA PER L´ECONOMIA LOCALE  
 
Torino, 11 marzo 2014 - Nel 2013 il numero delle imprese femminili registrate presso il Registro imprese delle Camere di Commercio piemontesi ammonta a 110.025 unità, per un tasso di crescita su base annua del -0,62% (era il -0,27% l’anno precedente), flessione che risulta più intensa rispetto a quella registrata dal sistema imprenditoriale regionale nel suo complesso (-0,54%). L’incidenza delle imprese femminili sul totale delle imprese piemontesi è pari al 24,2% nel 2013, quota superiore rispetto a quella nazionale (23,6%). Delle 110.025 imprese femminili, 8.536 sono straniere (in aumento rispetto al 2012) e 12.350 “under 35” (in diminuzione rispetto all’anno precedente). “L’imprenditoria femminile si conferma una risorsa preziosa per l’economia piemontese, con una presenza sul territorio che supera in percentuale la media italiana - commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte -. Il Sistema camerale dedica da anni un’attenzione particolare alle imprenditrici: presso tutte le Camere di commercio piemontesi sono costituiti i Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile che si occupano di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria, promuovendo attività di formazione, percorsi di mentoring, indagini conoscitive per individuare gli ostacoli che le donne incontrano nell’accesso al mondo del lavoro. Unioncamere Piemonte ha inoltre rinnovato, insieme alla Regione Piemonte e alla Commissione regionale Abi del Piemonte, un Protocollo d’intesa triennale per agevolare l’accesso al credito delle imprese femminili, finalizzato alla promozione del fondo di garanzia femminile presso tutte le banche, alla collaborazione tra tutti i soggetti sottoscrittori per assistere le imprese a rischio di continuità aziendale e all’avvio di iniziative di formazione finanziaria destinate alle imprenditrici”. A livello strutturale, le imprese femminili si costituiscono prevalentemente sotto forma di imprese individuali (il 61,3%, quota sensibilmente più elevata rispetto a quella delle imprese piemontesi considerate nel loro complesso, pari al 57,4%) e di società di persone (il 27,7%), mentre soltanto il 9,3% predilige la forma delle società di capitale e l’1,6% quella delle altre forme (in cui sono comprese le cooperative e i consorzi). Analizzando la dinamica rispetto a fine dicembre 2012, si osserva come le società di capitale (+3,57%) e le altre forme (+3,64%) continuino a manifestare una buona performance; ancora negativo, invece, l’andamento delle società di persone (-0,81%, contro il -0,06% registrato nel 2012) e delle imprese individuali (-1,25%, contrazione quasi doppia rispetto a quella rilevata l’anno precedente).  
   
   
BOLZANO - LA CAMERA DI COMMERCIO SOSTIENE L’IMPRENDITORIA FEMMINILE  
 
Bolzano, 11 marzo 2014 - Un’impresa altoatesina su quattro è femminile. Si tratta di un valore nella media italiana. La Camera di Commercio di Bolzano si è posta l’obiettivo di rafforzare nell’economia locale gli incentivi all’attività imprenditoriale femminile: attraverso una migliore conciliazione di famiglia e lavoro, un programma specifico di formazione e coaching per imprenditrici e dirigenti, pacchetti di consulenza su misura per creatrici d’impresa e donne che subentrano in imprese già esistenti e una maggiore sensibilizzazione delle studentesse verso mestieri tradizionalmente maschili. L’ultimo Rapporto Gender dell’Astat, in cui è apparso anche un contributo dell’Ire – Istituto di ricerca economica della Camera di Commercio di Bolzano, fornisce interessanti dati sull’imprenditoria femminile in Alto Adige. Attualmente, nel panorama imprenditoriale altoatesino operano quasi 9.000 imprese femminili. Rappresentano circa il 24 percento di tutte le imprese attive in Alto Adige: un’impresa su quattro è quindi “femminile”. Tale percentuale, che corrisponde alla media italiana, negli ultimi dieci anni non ha registrato nessun miglioramento significativo. La quota di imprenditrici è particolarmente alta nel settore alberghiero, della ristorazione e nei servizi, mentre resta molto bassa in edilizia e nel comparto manifatturiero. Il Presidente della Camera di Commercio, Michl Ebner, sottolinea: “Tutti i soggetti del mondo economico, della società e dell’amministrazione pubblica devono continuare a creare le condizioni necessarie per rafforzare il ruolo della donna nell’economia.” La Camera di Commercio di Bolzano attua a sua volta misure concrete, promuovendo ad esempio la conciliazione di famiglia e lavoro attraverso il servizio “Impresa che concilia lavoro e famiglia”, un progetto curato in collaborazione con la Provincia Autonoma di Bolzano. L’iniziativa “Donna nell’economia” del Wifi, il servizio di formazione della Camera di Commercio di Bolzano supporta e affianca le imprenditrici e dirigenti attraverso l’informazione, la formazione e lo scambio di esperienze. Anche i servizi Creazione e Successione d’impresa si dedicano in modo specifico alle imprenditrici. Con l’iniziativa “Girl’s Day”, sostenuta dalla Camera di Commercio di Bolzano nell’ambito del progetto Scuola – Economia dell’Ire, si cerca inoltre di avvicinare le studentesse ai “tipici” lavori maschili.  
   
   
VARESE, L’IMPRENDITORIA FEMMINILE RESISTE ALLA CRISI  
 
Varese, 11 marzo 2014 - Alla vigilia della festa dell’8 marzo, un’analisi sul ruolo del lavoro e Le donne varesine che lavorano sono 171mila e rappresentano il 46% del totale degli occupati, quota in tendenziale crescita. Il tasso di occupazione in rosa, ovvero la percentuale di donne operative rispetto alla popolazione femminile in età lavorativa, è cresciuto di 10 punti percentuali negli ultimi quindici anni (dal 49% nel 1999 al 59% nel 2013). Il gap con la popolazione maschile si è poi ridotto a 9,8 punti percentuali. Un livello di occupazione femminile tra i più alti della Lombardia, inferiore solo al dato della provincia di Monza e Brianza (61,8%) e dell’area milanese (61%). Queste cifre - analizzate dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio e disponibili sul portale statistico www.Osserva-varese.it - sono il frutto di una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e di un sistema economico e produttivo sempre più terziarizzato che richiede capacità e competenze femminili. Le addette si concentrano, infatti, nei servizi (50,2%) con picchi elevati nell’istruzione, nella sanità e in generale nei servizi alle persone, dove si sono creati nuovi posti di lavoro. È invece bassa la loro presenza in quasi tutti i comparti dell’industria (30,3%), a eccezione del tessile-abbigliamento e dell’alimentare. La maggiore resistenza delle donne alla crisi, tuttavia, trova la sua controparte negativa in un maggior coinvolgimento femminile in tipologie contrattuali flessibili e, spesso, poco garantite e di breve durata. Se nel caso di avviamenti al lavoro di uomini i contratti a tempo indeterminato rappresentano una quota del 17,2% del totale 2013, per le donne questa percentuale si ferma al 12,9%. Un ulteriore elemento fa emergere una certa persistenza delle difficoltà di conciliazione tra vita famigliare e professionale delle donne: negli ultimi dieci anni in quasi 3.500 hanno lasciato il lavoro durante il primo anno di vita del bambino, una media di 350 talenti femminili persi ogni anno. Passando all’analisi delle aziende in rosa, ovvero le imprese che vedono le donne come proprietarie o al vertice gestionale, si scopre un forte aumento nell’arco del decennio, nonostante gli ultimi anni di crisi: erano 12.683 nel 2003, oggi sono cresciute fino a 14.044, il 22,4% dell’intero sistema imprenditoriale locale. Un tasso di variazione del +11% che evidenzia in modo chiaro quanto le donne rappresentino sempre di più una forza rilevante per il Sistema Varese. Entrando nel dettaglio dei settori, si rileva come la presenza delle donne, se è importante soprattutto nel commercio dove sono 3.612 le imprese in rosa varesine e nelle attività di consulenza e servizi aziendali (3.273 imprese), non è meno considerevole nelle attività produttive legate all’industria e all’artigianato: qui la statistica indica quota 1.853. Un’altra voce che vede una forte presenza di donne come proprietarie o al vertice aziendale è quella legata alle attività turistiche, con 1.251 imprese in rosa operanti in provincia di Varese. Quanto alla compagine sociale, nel 52,2% si tratta di imprese individuali, in linea con il dato complessivo del nostro territorio. Se poi è più alta la presenza nelle società di persona rispetto alle cifre generali (29,2% contro 22,6%), minore è l’incidenza delle società di capitali al femminile: qui la percentuale si ferma al 17,4%. L’analisi prende in considerazione anche le caratteristiche delle “capitane d’azienda”: per il 56,2% dei casi hanno tra i 35 e 54 anni, con un’età media inferiore agli uomini. Rilevante è la presenza delle giovani: sotto i 34 anni sono infatti il 15% delle imprenditrici. Si tratta per la grande maggioranza dei casi di italiane (94,5% dei casi). Risulta, tuttavia, in forte crescita l’imprenditoria femminile straniera, il cui peso nell’ultimo anno complessivamente sale dal 2,5% al 5,5%. Una curiosità: la crescita riguarda in particolare le imprenditrici cinesi che salgono da 68 a 234, seguite dalle marocchine (78) e le rumene (73).  
   
   
CUNEO - IMPRESE FEMMINILI IN FLESSIONE  
 
 Cuneo, 11 marzo 2014 - Al 31 dicembre 2013 il numero di imprese femminili registrate presso il Registro imprese della Camera di Commercio di Cuneo ammonta a 17.168, in flessione su base annua del -1,61%, più intesa rispetto a quella rilevata per il tessuto imprenditoriale cuneese nel suo complesso (-1,03%). Le imprese femminili della provincia di Cuneo rappresentano il 23,9% del totale delle imprese registrate, quota di poco inferiore rispetto a quanto si rileva a livello regionale (24,2%). Delle 17.168 imprese femminili, 857 sono straniere (in aumento rispetto al 2012) e 1.769 “under 35” (in diminuzione rispetto all’anno precedente). “La delicata fase congiunturale che vive l’economia del cuneese non risparmia le imprese femminili del nostro territorio, che nel 2013 hanno registrato un tasso di crescita su base annua negativo. Questo risultato mette in luce le difficoltà e gli ostacoli che le donne, soprattutto in questo difficile momento congiunturale, devono affrontare nell’esercizio della propria attività imprenditoriale. Risulta più che mai necessario creare strumenti volti ad incoraggiare e sostenere lo spirito imprenditoriale femminile della nostra provincia” dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente della Camera di Commercio di Cuneo. A livello strutturale, le imprese femminili si costituiscono principalmente sotto forma di impresa individuale (74,4%) e in misura minore di società di persone (19,2%), mentre solo il 5,2% è rappresentato dalle società di capitale e il restante 1,2% dalle altre forme. Analizzando la dinamica rispetto a fine dicembre 2012, si osserva come le società di capitale abbiano manifestato la performance migliore, registrando un tasso di crescita del +4,26%. Positiva, ma di minor entità, anche la dinamica sperimentata dalle altre forme che hanno messo a segno un tasso di crescita del +2,45%, mentre le società di persona e le ditte individuali hanno rilevato trend negativi, registrando un tasso di crescita rispettivamente pari a -0,51% e -2,34%. “A fronte di questi dati e al fine di invertire l’andamento derivante dalla crisi dei mercati e dalla contrazione del credito - dichiara Aurelia Della Torre presidente del Comitato imprenditoria femminile presso l´ente camerale cuneese – è indispensabile un patto sociale che coinvolga tutti gli attori qualificati del territorio, a sostegno della nascita e sostenibilità dei progetti imprenditoriali. In questa direzione, dal 14 gennaio di quest’anno le imprenditrici hanno a disposizione un nuovo strumento per il sostegno della propria attività: è infatti attiva la sezione speciale del Fondo nazionale di garanzia dedicata all´imprenditoria femminile. I comitati locali, guidati da Unioncamere, si stanno impegnando a fondo al fine di divulgare informazioni in merito anche attraverso il portale www.Imprenditoria.it”.  
   
   
PISA - UN 2013 CHE SI TINGE DI ROSA  
 
Pisa, 11 marzo 2014 - Secondo i dati Infocamere-stockview, a fine 2013, le imprese femminili registrate alla Camera di Commercio di Pisa hanno raggiunto quota 10.079 unità. Si tratta, considerando il saldo iscritte-cessate al netto delle cancellazioni d’ufficio, di una crescita di 153 unità rispetto alla fine del 2012 pari ad un tasso di crescita del +1,5%. La dinamica osservata in provincia di Pisa non solo risulta superiore rispetto a quella rilevata a livello nazionale (+0,6%) e toscano (+0,7%) ma anche in accelerazione rispetto al 2012 quando il tasso di crescita toccò lo 0,9%. A seguito di queste evoluzioni, e considerando la minore dinamicità del tessuto imprenditoriale complessivo, il tasso di femminilizzazione cresce un po’ ovunque e la provincia di Pisa, con un 23,3% nel 2013, raggiunge quasi la media nazionale che è del 23,6%. Sul dato regionale, che arriva addirittura al 24,4%, incidono soprattutto le provincie di Grosseto (29,4%) e Livorno (27,0%) che restano, a tale riguardo, le province più femminilizzate della Toscana. Il macro-settore pisano dove maggiore risulta essere l’incidenza delle imprese “in rosa” continua ad essere l’agricoltura (32,8%). Alle sue spalle troviamo servizi (27,4%) mentre il manifatturiero (18,0%) e le costruzioni (appena il 7,9%) registrano un tasso di femminilizzazione nettamente inferiore alla media. Scendendo più nel dettaglio, il settore più femminilizzato, con oltre la metà delle imprese governate da donne, è quello delle altre attività di servizi per la persona seguito dalle confezioni (43,1%) e dell’alloggio (37,8%). Buona, tra il resto dei comparti, l’incidenza del commercio al dettaglio (qui un impresa su tre è “in rosa”) e della ristorazione e bar (quota imprese femminili del 30,8%). Tra i settori dove l’incidenza di imprese guidate da donne risulta essere piuttosto contenuta, per via della tipologia di attività svolta, si segnalano i servizi di trasporto e magazzinaggio (12,9%) ed il commercio e riparazioni di autoveicoli (10,1%).