Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PRODOTTI E NOVITA´ ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 16 Maggio 2006
DEPUTATI EUROPEI E NAZIONALI RIFLETTONO SUL FUTURO DELL´EUROPA  
 
Bruxelles, 16 maggio 2006 - L´8 e il 9 maggio, nella sede del Parlamento europeo di Bruxelles, si è tenuto un incontro sul futuro dell´Europa che ha visto la partecipazione di eurodeputati e parlamentari nazionali. Il giudizio è unanime: questo tipo di incontro va ripetuto per poter dibattere delle preoccupazioni dei cittadini. Questo incontro s´iscrive nel quadro più ampio della cooperazione tra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali, ma va anche visto nel contesto del periodo di riflessione avviato dopo la clamorosa bocciatura del progetto di Costituzione da parte dei cittadini francesi e olandesi. In apertura della conferenza stampa del primo giorno di lavoro, il Presidente del Parlamento europeo, Josep Borrell, ha dichiarato: "stiamo costruendo una democrazia sovranazionale e ciò presuppone che il Parlamento europeo instauri una stretta collaborazione con i parlamenti nazionali». Questa prima riunione, ha aggiunto, ha dimostrato l´importanza e la necessità di un dialogo parlamentare più intenso». Si è poi rallegrato dell´intenzione della Presidenza finlandese di proseguire la collaborazione organizzando un secondo Forum nel prossimo mese di dicembre, «dove avremo la possibilità di continuare e intensificare i nostri scambi su dei temi che interessano veramente i nostri cittadini». Anche il Presidente Khol, del Parlamento austriaco, si è congratulato per la conferenza ritenendo che si tratti «di un buon metodo per il futuro delle nostre relazioni. Si è anche detto persuaso che le discussioni avute serviranno ai futuri dibattiti che si terranno nei parlamenti nazionali. Per entrambi i Presidenti, i parlamenti nazionali devono essere maggiormente coinvolti nei processi decisionali comunitari, soprattutto quando si tratta di valutare l´applicazione del principio di sussidiarietà e di proporzionalità. Non è stata ancora scoperta una panacea alternativa al Trattato costituzionale, hanno aggiunto, ma i dibattiti tenutisi serviranno a entrare in una fase propositiva. A proposito di Costituzione, durante gli incontri la maggioranza dei partecipanti ha affermato che il testo costituzionale deve servire da base alle discussioni sulla riforme istituzionali dell´Unione, nonostante il doppio "no" di Francia e Paesi Bassi. Per Monica Frassoni (Verdi/ale, It), un anno dopo quei referendum, «le parti sono divise, il bilancio comunitario è stato rivisto al ribasso e il nazionalismo sta riemergendo», pertanto «occorre valutare cosa deve essere conservato o eliminato dal testo del Trattato». Altri deputati hanno ricordato che la maggioranza degli Stati membri e dei cittadini dell´Ue appoggia la Costituzione. Ma c´è anche chi ritiene che, al contrario, la Costituzione «è morta». Per Jens-peter Bonde (Ind/dem, Dk) «una nuova Costituzione per l´Europa deve essere concepita partendo dalla base senza imporla dall´alto». Non si può quindi accettare, ha proseguito, un testo che non ha raccolto il sostegno della maggioranza dei parlamenti nazionali. Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) ha invece giustificato il "no" francese, spiegando che i cittadini hanno il sentimento che «l´Unione non è la soluzione alla mondializzazione, ma contribuisce invece al problema». Il Cancelliere austriaco Wolfgang Schüssel ha difeso la Costituzione, considerandola «il tentativo più fruttuoso mai realizzato» e non vedendo, allo stato attuale, «nessun´altra soluzione migliore». .  
   
   
LA DELEGAZIONE ITALIANA AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 16 maggio 2006 - A seguito della loro elezione al Parlamento italiano, dodici eurodeputati hanno dovuto scegliere: andare a Roma o restare a Bruxelles e a Strasburgo? Il mandato nazionale è infatti incompatibile con quello europeo. In dieci hanno optato per Camera o Senato e sono quindi stati sostituiti da colleghi della medesima lista candidati alle europee del 2004. Vediamo chi sono i protagonisti di questo imponente ricambio. Sui 78 deputati italiani al Parlamento europeo, ben venti erano candidati alle elezioni politiche dei 9 e 10 aprile scorsi. Come vedremo più in dettaglio, la carica di parlamentare europeo è incompatibile con quella di deputato o senatore nazionale e i dodici eletti hanno dovuto scegliere tra il seggio europeo e quello nazionale. Ad eccezione di Gianni De Michelis (Ni, It) e Umberto Bossi (Ind/dem, It), gli altri hanno accettato il mandato nazionale e sono quindi stati sostituiti dai colleghi delle loro stesse liste “primi non eletti” alle elezioni europee del giugno 2004. Con effetto dall’8 maggio, pertanto, Marco Cappato subentrerà a Emma Bonino (Alde/adle, It), Carlo Casini ad Armando Dionisi (Ppe/de, It), Gabriele Corrado a Fausto Bertinotti (Gue/ngl, It), Donata Maria Assunta Gottardi a Enrico Letta (Alde/adle, It), Andrea Losco a Massimo D´alema (Pse, It), Achille Occhetto a Antonio Di Pietro (Alde/adle, It), Aldo Patriciello a Lorenzo Cesa (Ppe/de, It), Gianluca Susta a Pier Luigi Bersani (Pse, It), Armando Veneto a Paolo Cirino Pomicino (Ppe/de, It) e, infine, Donato Tommaso Veraldi subentrerà a Giovanni Procacci (Alde/adle, It), che è l’unico eurodeputato eletto al Senato. Per tre di loro si tratta di un ritorno. Marco Cappato - che ha rinunciato al seggio appena ottenuto alla Camera - è stato deputato europeo per tutta la scorsa legislatura (1999-2004). Per Carlo Casini, invece, inizia ora il quarto mandato europeo, essendo stato deputato dal 1984 al 1999 senza interruzioni. Achille Occhetto, infine, ha solcato le aule di Bruxelles e Strasburgo dal 1989 al 1998. Dal consueto "totoministri" che segue ogni ricambio di governo, inoltre, sembra che altri parlamentari europei possano essere chiamati ad assumere nuovi incarichi nel futuro Gabinetto di Romano Prodi. Non è quindi escluso che, anch´essi, una volta confermata la loro nomina, debbano lasciare gli scranni di Bruxelles e Strasburgo per tornare in Italia. Le incompatibilità “europee” La carica di membro del Parlamento europeo è incompatibile con molte altre funzioni a livello comunitario: membro della Commissione delle Comunità europee; giudice, avvocato generale o cancelliere della Corte di giustizia o del Tribunale di primo grado; membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea; membro della Corte dei conti; Mediatore; membro del Comitato economico e sociale; membro del Comitato delle Regioni; membro dei comitati od organismi istituiti in virtù o in applicazione dei trattati Ue; membro del consiglio d´amministrazione, del comitato direttivo ovvero impiegato della Banca europea per gli investimenti; funzionario o agente, in attività di servizio, delle istituzioni delle Comunità europee o degli organismi specializzati che vi si ricollegano o della Banca centrale europea. Le incompatibilità “nazionali” A livello nazionale, il mandato europeo è incompatibile con l´ufficio di deputato e di senatore, con la carica di componente del governo di uno Stato membro e con l´incarico di Presidente di Regione o assessore regionale. Una legge del 2004 ha introdotto le ulteriori incompatibilità con le cariche di consigliere regionale, presidente di provincia e sindaco di comune con popolazione superiore a 15. 000 abitanti. Riguardo al mandato di sindaco e di presidente di provincia, tuttavia, la legge italiana prevede una norma transitoria che consente agli eletti al Parlamento europeo nel 2004 di continuare a ricoprire le loro cariche nei rispettivi enti locali fino alla conclusione del proprio mandato. Di questa norma transitoria hanno beneficiato, ad esempio, Gabriele Albertini (Ppe/de, It), tuttora sindaco di Milano, e Paolo Costa (Alde/adle, It), sindaco di Venezia sino all´aprile 2005. Dal luglio 2004, inizio dell´attuale legislatura, sono già tre i deputati italiani eletti al Parlamento europeo che hanno dimissionato per assumere una carica istituzionale nazionale, incompatibile con quella di deputato europeo. Nel 2005, infatti, hanno rinunciato al mandato europeo Ottaviano del Turco e Mercedes Bresso, per diventare presidenti di Regione (rispettivamente Abruzzo e Piemonte), e Antonio de Poli per entrare nella giunta regionale veneta (assessore alle politiche sociali). Michele Santoro, invece, è tornato alla sua attività di giornalista. I deputati uscenti erano stati sostituiti dai primi non eletti della medesima lista: Vincenzo Lavarra (già membro del Parlamento europeo nella precedente legislatura), Gianni Rivera, Iles Braghetto e Giovanni Procacci (anch´egli deputato europeo nella precedente legislatura). . . .  
   
   
«L´UNIONE EUROPEA E I DIRITTI DEI MINORI»: LA COMMISSIONE INVITA A BRUXELLES I VINCITORI DI UN CONCORSO RIVOLTO A TUTTI I GIOVANI DELL’UNIONE  
 
Bruxelles, 16 maggio 2006 - «L’unione europea e i diritti dei minori»: è questo il titolo del concorso, lanciato il 30 marzo scorso, con cui il vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini, responsabile per il portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza, ha invitato tutti i bambini e gli adolescenti di età compresa tra i 10 e i 18 anni a creare un poster sui diritti dei minori nell’Unione. Lo scopo del concorso era sensibilizzare i giovani cittadini europei alle azioni promosse dall’Ue in questo settore. Dopo una prima selezione a livello nazionale e una cerimonia di premiazione in ciascun paese dell’Ue, prevista per il 9 maggio o intorno a quella data, le squadre vincenti del primo premio nazionale sono state invitate a Bruxelles per una cerimonia di premiazione finale che si svolgerà giovedì 18 maggio. I lavori migliori parteciperanno alle future campagne europee per la promozione dei diritti dei minori. Nel giugno 2006 la Commissione varerà una strategia di promozione e protezione di tali diritti in tutte le sue politiche interne e esterne. “Mi rallegro dell’enorme eco avuta da questa iniziativa”, ha affermato il Commissario Frattini, che ha precisato: “Con più di 2 200 squadre partecipanti in tutta Europa, abbiamo la prova che i giovani sono in grado di mobilitarsi molto rapidamente ed in gran numero quando vengono proposte iniziative che permettono loro di prendere maggiormente coscienza dei propri diritti”. I giovani che hanno partecipato al concorso hanno dovuto creare un poster, comprensivo di un logo, illustrante l’idea della protezione, del rispetto e della promozione dei diritti dei minori nell’Unione europea. I partecipanti, divisi in due fasce di età - dai 10 ai 14 anni e dai 15 ai 18 anni - dovevano formare squadre di almeno quattro giovani e un adulto. I lavori sono stati selezionati dapprima a livello nazionale e le prime tre squadre di ciascuna fascia di età sono state invitate a una cerimonia di premiazione organizzata in ogni paese dell’Ue intorno al 9 maggio. I 200 vincitori dei primi premi nazionali nelle due fasce di età ed i loro 50 accompagnatori si incontreranno a Bruxelles mercoledì 17 maggio ed assisteranno alla cerimonia di consegna dei premi europei del concorso, presieduta dal vicepresidente Frattini, giovedì 18 maggio. Nel corso della cerimonia saranno presentate le tre squadre vincitrici a livello europeo per ciascuna fascia d´età. I giornalisti interessati sono cordialmente invitati dal vicepresidente alla cerimonia che si svolgerà giovedì 18 maggio alle ore 10:45 al Théâtre du Vaudeville, Galerie de la Reine, Bruxelles. Per iscrizioni e informazioni: sig. Genevay (tel. 02 296 55 37). I poster migliori saranno in mostra sui siti web degli uffici di rappresentanza della Commissione negli Stati membri e sul sito Europa e saranno usati nelle future campagne europee per la promozione dei diritti dei minori. La Commissione intende pubblicare una comunicazione sui diritti del bambino nel giugno 2006, il cui scopo sarà quello di avviare una strategia di promozione e protezione dei diritti dei minori in tutte le politiche interne e esterne della Commissione, basata sugli strumenti internazionali attualmente in vigore come la convenzione Onu sui diritti del fanciullo e la convenzione europea dei diritti dell’uomo. . . .  
   
   
LA VOCE DELLE IMPRESE ITALIANE IN EUROPA  
 
Roma, 16 maggio 2006 -  Dal mese di maggio 2006 e fino alla fine dell´anno, la Commissione europea, Direzione Generale Imprese ed Industria, promuove e realizza una campagna europea denominata "Smes Panel" di ascolto delle Pmi. In Italia la campagna, alla quale partecipano 24 Euro Info Centre con i propri Relais dislocati sul territorio, è coordinata dall´Euro Info Centre It 374 di Unioncamere, gestito da Mondimpresa. Obiettivo della campagna: accrescere la partecipazione delle piccole e medie imprese (ancora oggi molto limitata) alle iniziative di consultazione indette dalla Commissione europea, per far conoscere alle istituzioni europee le proprie opinioni. Il primo tema di questa campagna di ascolto delle imprese (sui sei previsti), sul quale si chiede alle Pmi di esprimere pareri e suggerimenti entro la data del 5 giugno prossimo, riguarda i diritti di proprietà intellettuale ed il sistema di brevetto in Europa. Possono partecipare: le imprese in possesso di brevetti; le imprese che non hanno richiesto ancora un brevetto, pur in possesso di una invenzione potenzialmente brevettabile; le imprese denunciate per violazione di brevetto; le imprese entrate "in rapporto" con il sistema dei brevetti. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/direttiva_ue_2006/index. Html .  
   
   
LAVORO: PROROGATA LA LIBERA CIRCOLAZIONE DEI NEOCOMUNITARI  
 
Roma, 16 maggio 2006 - È stato prorogato il regime transitorio sulla libera circolazione dei lavoratori provenienti dai nuovi paesi membri dell´Unione europea per un ulteriore periodo di tre anni, dal 1° maggio 2006 al 30 aprile 2009. Lo stabilisce la circolare n. 15 del 3 maggio 2006 emanata dalla Direzione Generale dell´Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il Governo italiano ha provveduto a notificare alla Commissione europea, secondo quanto previsto in proposito dal Trattato di adesione al termine del primo biennio, la decisione di continuare ad avvalersi del regime transitorio. Rimane tuttavia invariata l´attuazione del decreto relativo ai flussi dei lavoratori neo-comunitari nel corso dell´anno 2006. Il provvedimento riguarda i cittadini dei paesi dell´allargamento, vale a dire Repubblica Ceca, Repubblica di Estonia, Repubblica di Cipro, Repubblica di Lettonia, Repubblica di Lituania, Repubblica di Ungheria, Repubblica di Polonia, Repubblica di Slovenia, Repubblica Slovacca, con esclusione di Cipro e Malta. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/regime
_transitorio_neocomunitari/index. Html
 .
 
   
   
GUIDA AI SERVIZI DEL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI  
 
Roma, 16 maggio 2006 - Uno strumento di rapida consultazione per i cittadini, le imprese e le associazioni. E´ questa in estrema sintesi la prima edizione della "Guida ai servizi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali" realizzata per cercare di migliorare il dialogo con i cittadini, ispirandosi ai principi di semplificazione, trasparenza, diritto di accesso e di informazione dell´attività amministrativa. La Guida si compone di tre parti. Nella prima sono illustrati gli strumenti del sistema di relazioni con il pubblico. La seconda parte è dedicata alla presentazione dei servizi, con schede sintetiche che riportano le informazioni utili al cittadino. L´amministrazione centrale nella sua articolazione organizzativa è illustrata nella terza parte, con le mappe topografiche delle diverse sedi e le indicazioni dei mezzi di trasporto per raggiungerle. E´ a disposizione dei cittadini anche una scheda per la raccolta di osservazioni e suggerimenti al fine di migliorare la prossima edizione della "Guida ai servizi". Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/ministero_lavoro_guida/index. Html .  
   
   
GRUPPO BIPIEMME .RISULTATI TRIMESTRALI AL 31 MARZO 2006 IL POSITIVO AVVIO SULLA SCIA DEI TREND DI CRESCITA EVIDENZIATI NEL 2005, HA PORTATO L´UTILE NETTO A MARZO 2006 A € 96,4 MILIONI, IN CRESCITA DEL 25,7% RISPETTO A MARZO 2005(1)  
 
 Milano, 16 maggio 2006 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Milano nella riunione del 15 maggio ha esaminato ed approvato i risultati del primo trimestre 2005. L´utile netto raggiunge 96,4 milioni di euro (+25,7%), grazie al buon andamento sia dei volumi intermediati sia dei ricavi. Il positivo andamento dei risultati nel primo trimestre 2006, consente di confermare gli obiettivi 2006, già presentati al mercato lo scorso fine marzo. In particolare, il risultato netto della gestione finanziaria ed assicurativa, che esprime il totale ricavi del Gruppo Bipiemme, cresce di 40 milioni di euro (+9,9%) rispetto al primo trimestre 2005, attestandosi a 445,6 milioni di euro. Sotto controllo i costi operativi che evidenziano una sostanziale stabilità (260,8 milioni di euro, +0,1%) rispetto al primo trimestre 2005. Tali ottimi andamenti hanno consentito al cost income di posizionarsi al 58,5% con un netto miglioramento rispetto al 64,2% del primo trimestre 2005. Gruppo Bipiemme - Raccolta da clientela e titoli emessi La raccolta complessiva (debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie valutate al fair value) si attesta a 27. 808 milioni di euro in crescita del 4,0% rispetto al 31. 12. 2005. La crescita è stata trainata dalla componente titoli in circolazione, ove sono classificati i titoli valutati al costo ammortizzato, che si attesta a 5. 791 milioni di euro (+21,9%). All´interno del comparto, significativa la crescita della componente obbligazionaria che raggiunge 4. 392 milioni di euro, grazie all´intensa attività di emissione di nuovi prestiti obbligazionari nel trimestre, pari a 1,4 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi di euro rientranti nel programma di emissione Euro Medium Term Notes (Emtn). I prestiti obbligazionari strutturati, classificati nelle passività finanziarie valutate al fair value, si attestano a 2. 461 milioni di euro, in crescita di 45 milioni di euro rispetto a dicembre 2005. Rispetto al 31 marzo 2005 la crescita dell´aggregato raccolta da clientela e titoli emessi è stata dell´12,7%. Raccolta indiretta da clientela L´aggregato complessivo della raccolta indiretta da clientela ha raggiunto 38. 474 milioni di euro (+3,7% rispetto a fine 2005). In particolare il risparmio gestito è salito del 1,1% nel trimestre, attestandosi a 20. 666 milioni di euro, con una raccolta netta positiva di 141 milioni di euro. Positivo l´andamento dei fondi comuni d´investimento che segnano una crescita del 2,0% rispetto a fine 2005 e raggiungono 10. 413 milioni di euro. Le riserve assicurative si attestano a 3. 366 milioni di euro (+1,0%) rispetto a dicembre 2005. Il risparmio amministrato sale a 17. 808 milioni di euro, in crescita del 6,9% rispetto a dicembre 2005. Rispetto al 31 marzo 2005 l´aggregato della raccolta indiretta da clientela è cresciuto del 8,1%; nel dettaglio il risparmio gestito sale dell´8,4% ed il risparmio amministrato del 7,6%. Impieghi Gli impieghi a clientela sono cresciuti del 2,1% rispetto a dicembre 2005 posizionandosi a 23. 037 milioni di euro. Tale dinamica è sempre trainata dalla componente mutui (8. 717 milioni di euro, +6,6% su dicembre 2005) cresciuta di oltre 500 milioni di euro nei soli primi tre mesi del 2006. Le nuove erogazioni di mutui nel trimestre hanno superato i 900 milioni di euro. Rispetto al 31 marzo 2005 la crescita degli impieghi da clientela è stata del 12,1%. Si mantiene buona la qualità del credito con il totale delle attività deteriorate nette che incide solo per il 2,4% sul totale del portafoglio crediti. Nel dettaglio il rapporto sofferenze nette rispetto agli impieghi si posiziona allo 0,5% migliorando il già ottimo 0,6% segnato a fine 2005 e posizionandosi ben al di sotto della media del sistema bancario italiano. Il grado di copertura delle sofferenze sfiora il 70% e quello dei “crediti in bonis" si mantiene allo 0,8% in linea con i dati di dicembre. Patrimonio netto Il patrimonio netto raggiunge 3. 055 milioni di euro in crescita del 4,1% rispetto al 31 dicembre scorso. Totale ricavi Il risultato netto della gestione finanziaria ed assicurativa cresce del 9,9% rispetto al primo trimestre del 2005, posizionandosi a 445,6 milioni di euro. Nel dettaglio il margine di interesse si attesta a 199,8 milioni di euro (+3,7%) grazie al buon andamento dei volumi e dei margini. Il margine da servizi, che comprende tutti i ricavi al netto del margine di interesse, ha raggiunto 245,8 milioni di euro, in crescita del 15,5% . Nel dettaglio le commissioni nette crescono di 26,6 milioni di euro (+19,9%) a 160,8 milioni di euro, trainate dalle commissioni su servizi di gestione, intermediazione e consulenza, che hanno beneficiato dello sviluppo del risparmio gestito e delle commissioni di collocamento di prodotti obbligazionari. Nel primo trimestre dell´anno l´aggregato dividendi e risultato netto dell´attività finanziaria raggiunge i 52,7 milioni di euro, in crescita del 29,0% rispetto al primo trimestre 2005. Costi operativi I costi operativi si posizionano a 260,8 milioni di euro in linea con il primo trimestre del 2005. Le spese per il personale sono pari a 161,3 milioni di euro stabili rispetto al pari periodo dello scorso anno (+0,2%). Il numero dei dipendenti del Gruppo al 31 marzo 2006 era di 8. 440, in diminuzione di 111 unità rispetto a marzo 2005. Le spese amministrative si attestano a 78,7 milioni di euro, anch´esse in linea con il 31 marzo 2005 (-0,1%). Quest´ultimo valore è particolarmente significativo in considerazione della crescita delle rete (+12 agenzie rispetto a marzo 2005) e del continuo incremento dell´operatività realizzato nell´ultimo biennio. Risultato di gestione Il risultato di gestione del Gruppo Bipiemme si attesta a 184,8 milioni di euro, con un incremento del 27,3% rispetto a marzo 2005, grazie all´ottima performance dei ricavi ed alla sostanziale stabilità dei costi. Accantonamenti e rettifiche Il totale degli accantonamenti si attesta a 20,3 milioni di euro in flessione del 21,6% rispetto al marzo 2005. Nel dettaglio le rettifiche nette di valore su crediti e su altre poste finanziarie dell´attivo registrano una crescita di 4,5 milioni di euro, mantenendosi comunque a livelli contenuti. Gli accantonamenti per rischi ed oneri si attestano a 8,5 milioni di euro, in flessione di 10,1 milioni di euro e si riferiscono principalmente a revocatorie e cause passive. Tale buon andamento riflette la diversa composizione del portafoglio crediti del Gruppo Bipiemme, che mostra una forte diminuzione della concentrazione in linea con l´indirizzo strategico volto alla rifocalizzazione del Gruppo sulla clientela Pmi e Retail. Utile netto Dopo utili da partecipazioni ed investimenti per 0,6 milioni di euro, il risultato lordo della operatività corrente raggiunge 165,1 milioni di euro, in crescita del 37,0% rispetto all´esercizio precedente. Dopo avere registrato imposte sul reddito per 66,7 milioni di euro e tenendo conto del contributo delle attività in via di dismissione che è stato pari a solo 0,1 milioni di euro, rispetto ai 2,4 milioni di euro del marzo 2005, l´utile netto del periodo si è attestato a 98,5 milioni di euro, con un incremento del 26,1% rispetto al dato di marzo 2005. Al netto dell´utile di pertinenza di terzi (2,1 milioni di euro), l´utile netto di pertinenza della capogruppo si attesta a 96,4 milioni di euro, in crescita di 19,7 milioni di euro (+25,7%) rispetto al primo trimestre 2005. .  
   
   
NET INSURANCE: FINECOBANK ENTRA CON IL 13,04% E SWISS RE AUMENTA LA PROPRIA PARTECIPAZIONE AL 10,43%  
 
 Roma 16 maggio 2006 – La Compagnia di assicurazioni Net Insurance S. P. A. , attiva nel mercato delle coperture assicurative di “protezione del finanziamento”, ha modificato ed ampliato, anche attraverso 2 aumenti di capitale riservati, l’assetto della propria compagine sociale che vede ora presenti fra gli azionisti di maggior rilievo Finecobank S. P. A. Con una quota pari al 13,04% e Swiss Reinsurance Company con una quota pari al 10,43%. Quest’ultima deteneva già una quota del 2% tramite la controllata Swiss Reinsurance Italia S. P. A. Sono stati inoltre nominati Consiglieri di Amministrazione il Dott. Michele Casella, Condirettore Generale di Finecobank S. P. A. (Gruppo Capitalia) ed il Dott. Antonio Solari, Rappresentante Generale di Swiss Reinsurance Company, Rappresentanza per l’Italia. Nel bilancio d’esercizio 2005 Net Insurance ha registrato una raccolta premi pari a 66,1 milioni di euro (+18,6% sul 2004) conseguendo un utile netto pari a 2,8 milioni di euro (+33,1%); la massa di investimenti gestiti è stata pari a 66,8 milioni di euro (+36,6%). Il patrimonio netto, anche per effetto degli aumenti di capitale intervenuti, ammonta a 18,4 milioni di euro, con un incremento del 125,5% rispetto all’esercizio precedente. .  
   
   
UN 2005 DI CRESCITA E UTILI PER MONDIAL ASSISTANCE GROUP SI RIFLETTE ANCHE IN ITALIA L’OTTIMO ANDAMENTO DEL GRUPPO  
 
Milano/Parigi, 16 Maggio 2006 - Mondial Assistance Group,  internazionale nell’assicurazione viaggi, nell’assistenza e nei servizi alla persona, ha annunciato i risultati del 2005. Con una crescita dell’11% nel fatturato e del 107% negli utili netti, Mondial Assistance Group nel 2005 ha continuato ad attuare la propria strategia dinamica di ricerca di crescita e profitto. Sin dalla sua creazione nel 2000, il Gruppo Mondial Assistance ha ottenuto un tasso annuo medio di crescita nel fatturato dell’8,7%. Nel 2005 il Gruppo ha registrato vendite per 1. 221 milioni di Euro, con una crescita dell’11% rispetto al 2004. Questo incremento, raggiunto senza particolari cambiamenti all’interno del business plan, riflette il dinamismo commerciale del Gruppo, la continua evoluzione delle sue attività tradizionali e gli investimenti in nuovi settori. “Negli ultimi anni, Mondial Assistance Group ha sviluppato e mantenuto la propria posizione di leadership sul mercato nonostante i profondi cambiamenti in atto”, ha commento Klaus Dürkhop, Presidente del Consiglio Esecutivo di Mondial Assistance Group. “Siamo in una situazione che ci permette di continuare il nostro sviluppo non solo in settori particolarmente promettenti come quello dei servizi alla persona, ma anche in nuovi mercati emergenti”. Nel 2005, Mondial Assistance Group ha registrato un risultato operativo di 45,6 milioni di Euro, con un incremento del 2,3%, e 47,8 milioni di profitti netti dopo le tasse, ovvero una crescita del 107% rispetto al 2004. In media dal 2000, il Gruppo ha ottenuto una crescita media nei profitti netti nell’ordine del 22,5% annuo. Questi risultati non sono solo dovuti alla salute finanziaria del Gruppo, ma anche alla politica di contenimento dei costi attuata nel 2003.
Risultati (milioni di Euro) 2005 2004 Variazione
Fatturato (Premi lordi + fatturato da servizi) 1. 221 1. 100 + 11%
Risultato operativo 45,6 44,6 + 2,3%
Utile netto dopo le tasse (Gruppo) 47,8 23,1 + 107%
Combined ratio 96,1% 95,8% + 0,3 punti

Anche se il 90% del fatturato è stato registrato in 10 Paesi[1], nuovi mercati emergenti vengono costantemente affiancati ai mercati più maturi. Ad esempio, con una crescita di oltre il 40% nel 2005, Brasile, Portogallo e Australia hanno dato un contributo significativo allo sviluppo del Gruppo. Altri Paesi come Canada, Stati Uniti, Spagna, Repubblica Ceca, Grecia e Austria hanno registrato una crescita a due cifre, superiore alla crescita media del Gruppo. Il bilancio complessivo nella ripartizione tra continenti rimane sostanzialmente inalterato nel 2005, anche se viene riportato un leggero calo del peso dell’Europa in favore delle altre zone: l’Europa conta per il 78% delle vendite (-4%), il Nord America per l’11,7% (+1,7%), il Sud America per il 4,7% (+0,7%), mentre l’area di Asia e Pacifico per il 5,6% (+1,6%). Con una presenza consolidata in due linee di business tradizionali, quella dell’assistenza ai veicoli e dell’assicurazione viaggi, il Gruppo ha scelto di diversificare le proprie attività anche in due settori che stanno subendo un forte sviluppo, ovvero l’assistenza sanitaria e i servizi alla persona: - L’assistenza ai veicoli, un settore di attività tradizionale per Mondial Assistance, ha contribuito per il 44% alle vendita e ha registrato una crescita dell’11% in linea con la crescita totale del Gruppo, nonostante la stagnazione nelle vendite di veicoli in Europa (+,07% - fonte Acea). Con circa 40 produttori di automobili come partner del Gruppo e 3,6 milioni di interventi nel 2005, Mondial Assistance è leader di mercato. Lo sviluppo del Gruppo si fonda sulla creazione di nuovi servizi per venire incontro a nuovi bisogni specifici (servizi telematici, tracking di veicoli rubati, geo-localizzazione…) attraverso nuovi canali di distribuzioni (noleggio a lungo termine, flotte aziendali…). In questo quadro si inserisce anche il rinnovo del contratto d’assistenza ai veicoli Chrysler-jeep, attraverso cui Mondial Assistance garantisce ai possessori europei di veicoli Chrysler, Jeep e Dodge, un’ampia gamma di servizi in 29 Paesi, inclusi Russia e Ucraina: dall’assistenza stradale all’organizzazione del viaggio in caso di guasto, dal soggiorno in hotel al recupero del veicolo dopo la riparazione. L’assicurazione e l’assistenza viaggi hanno contribuito per il 45% alle vendite del Gruppo. La business line ha riportato una crescita mondiale per il 2005 pari al 9%, con una crescita particolarmente forte nelle vendite online (+130%), mentre i canali di distribuzione tradizionali hanno subito una leggera frenata (-1%). Nonostante il settore turistico sia stato influenzato da molti tipi di cambiamento (elementi di crisi come tsunami, influenza aviaria, uragani, ma anche fusioni e acquisizioni e una crescita eccezionale dell’e-commerce), Mondial Assistance ha mantenuto il proprio ruolo di leader online, con vendite per oltre 100 milioni di Euro e 3 milioni di contratti di assicurazione venduti nel 2005. - L’assistenza sanitaria ha generato il 6% del fatturato ed è cresciuta del 30% nel 2005. Poiché non è soggetto a crisi e offre eccellenti prospettive di sviluppo, questo settore mette a disposizione servizi che fanno fronte al cambiamento demografico e all’evoluzione dei bisogni di assistenza sanitaria dei consumatori dei Paesi economicamente sviluppati. L’offerta del Gruppo si articola in 7 famiglie di prodotti (prevenzione, informazione medica, espatri-rimpatri, riabilitazione, assistenza a domicilio, assistenza a persone non autosufficienti, assistenza per patologie gravi o croniche). L’obiettivo del Gruppo è di realizzare vendite per 100 milioni di Euro nel 2007. I servizi alla persona e altri servizi hanno contato per il 5%. In particolare in Francia, Mondial Assistance offre questo tipo di servizi da oltre 15 anni e, nel 2005, ha lavorato con quasi 60. 000 prestatori di servizi (aiuti domestici, custodi, babysitter…). Sulla base del programma del governo francese (il “piano Barloo”), Mondial Assistance per molti mesi ha proattivamente organizzato i propri network e creato un modello che potesse venire incontro alle realtà di mercato e sfruttare le opportunità presentate dal settore. Il Gruppo al momento è in fase di negoziazione con numerose istituzioni finanziarie prima del lancio, più avanti nel 2006, di una serie di servizi basati sulla garanzia di qualità. Previsioni per il 2006: sviluppo mirato per una crescita proficua e sostenibile - Mondial Assistance Group concentrerà la propria espansione geografica su mercati strategici o Paesi che offrono un vero potenziale di sviluppo. Asia ed Europa dell’Est, oggi, offrono le migliori opportunità per il Gruppo. Le quattro business line del Gruppo rimangono i settori d’attività fondamentali per lo sviluppo e la crescita: l’assistenza ai veicoli con un graduale sviluppo dei servizi telematici, l’assistenza viaggi con la rapida crescita dell’e-commerce, l’assistenza sanitaria e i servizi alla persona. “Con 8. 000 dipendenti in oltre 25 Paesi, il nostro Gruppo possiede risorse estremamente ricche e varie oltre a un gran numero di idee di successo ed esperienze da condividere. Questa condivisione di esperienze e l’utilizzo delle sinergie esistenti all’interno del Gruppo ci permetteranno di affrontare con successo le sfide di oggi e di domani”, conclude Klaus Dührkop. Si riflette anche in Italia l’ottimo andamento del Gruppo a livello internazionale. Mondial Assistance Italia S. P. A. Ha fatto registrare nel 2004 un fatturato di oltre 87 milioni di Euro. Il risultato operativo supera i 4,5 milioni di Euro, mentre l’utile netto si assesta a 3,8 milioni. Il settore dell’assicurazione viaggi si è confermato ancora una volta il più forte, generando il 49% del fatturato totale. Il restante 51% proviene invece dal business realizzato con assicurazioni, banche, case automobilistiche o motociclistiche e aziende in genere. Da sottolineare inoltre gli eccellenti risultati nelle vendite delle polizze viaggio individuali: la compagnia rafforza la propria posizione di leader nel settore dell’assicurazione viaggi superando il traguardo delle 140. 000 polizze individuali vendute tramite agenzie (di cui circa 120. 000, l’85%, emesse tramite Internet) con un aumento del 18% rispetto al 2004. A questo risultato ha fortemente contribuito la vendita dei prodotti Globy, l’assicurazione internet-based di Mondial Assistance che ha rivoluzionato il mondo delle assicurazioni viaggi: le polizze emesse nel 2005 sono infatti state oltre 114. 000 contro le 85. 000 del 2004, con un incremento su base annua di oltre 33 punti.

.
 
   
   
4ª GIORNATA DELL’ECONOMIA RAPPORTO UNIONCAMERE: MADE IN ITALY E MEDIE IMPRESE IN POLE POSITION NELL’ITALIA DEL 2006  
 
Roma, 16 maggio 2006 – Sarà l’export made in Italy a far uscire il nostro Paese dal tunnel della stagnazione e saranno le medie imprese a trainare la ripresa: nel 2006 il Pil nazionale dovrebbe raggiungere quota +1,3% proprio in virtù di una sensibile ripresa delle esportazioni (+3,4% su base annua) e grazie ad un incremento sia dei consumi delle famiglie (+1%) sia, soprattutto, degli investimenti in macchinari e impianti (+2,6%). Anche l’occupazione continuerà ad aumentare, con le imprese pronte ad assumere 97. 500 lavoratori in più. Per ottenere una crescita del Pil più sostenuta (del 2% annuo) non basterà agire sull’aumento della produttività del lavoro, ma sarà indispensabile un più rapido incremento sia del tasso di attività che di quello di occupazione, come richiesto dagli obiettivi di Lisbona. Questi alcuni dei punti sostanziali del Rapporto Unioncamere 2006, l’ampia e approfondita analisi dell’economia italiana esaminata dall’osservatorio privilegiato delle Camere di Commercio, presentata questa mattina a Roma dal Presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, nell’ambito della 4ª Giornata dell’Economia. “Le nostre analisi vedono nelle medie imprese le principali protagoniste del riposizionamento del sistema produttivo sui mercati internazionali”, ha evidenziato il presidente Sangalli. “I loro successi ed il forte legame con i settori del Made in Italy dimostrano che si può essere competitivi anche coltivando l’eccellenza nei settori tradizionali e che, organizzandosi in rete, anche le piccole e medie imprese riescono a superare le fasi critiche della congiuntura”. “Unioncamere – ha detto Sangalli - guarda con favore alla riduzione del cuneo contributivo, perché i minori costi per le aziende che questo provvedimento introdurrebbe potrebbero tradursi in una diminuzione dei prezzi sui beni prodotti di circa il 2,5%. Auspichiamo anche che il nuovo Governo e il Parlamento mettano a punto iniziative che incoraggino le imprese ad integrarsi e ad investire in innovazione. Infine, è necessario incrementare la partecipazione attiva al mercato del lavoro, ampliando l’occupazione femminile e integrando al meglio gli immigrati, non solo come lavoratori alle dipendenze, ma anche come imprenditori. Non dimentichiamo – ha concluso il presidente di Unioncamere - che la via all’integrazione passa anche attraverso l’esperienza dell’impresa ed è una via tutta italiana. Queste tendenze dovrebbero far riflettere sulle reali necessità di intervento in tema di regolazione del mercato del lavoro, di politiche dell’immigrazione e di politiche sulla famiglia”. Scenario di previsione al 2008 per l´Italia Tassi di var. % su valori a prezzi costanti 1995
2006 2007 2008
Prodotto interno lordo 1,3 1,4 1,6
Domanda interna 1,3 1,7 1,8
Spese per consumi delle famiglie 1,0 1,6 1,8
Investimenti fissi lordi 1,7 1,5 1,9
macchinari e impianti 2,6 2,4 2,8
costruzioni e fabbricati 0,6 0,4 0,8
Importazioni di beni dall´estero 3,6 4,0 4,7
Esportazioni di beni verso l´estero 3,4 2,8 3,6
Valore aggiunto ai prezzi base
Agricoltura 2,1 1,2 1,7
Industria 0,9 1,0 1,5
Costruzioni 0,9 0,6 1,0
Servizi 1,5 1,4 1,9
Totale 1,3 1,3 1,7
Tasso di disoccupazione 7,5 7,4 7,3
Reddito disponibile a prezzi correnti (var. %) 3,7 3,4 3,4
Fonte: Unioncamere nazionale, Scenari di sviluppo delle economie locali italiane 2006-2008 Un’analisi che ricerca le reali ragioni della ridotta competitività registrata in questi anni. In particolare, dal Rapporto emerge che: La dimensione media delle Pmi manifatturiere è rimasta in 10 anni più o meno la stessa (5 dipendenti per le piccole e 115-118 per le medie imprese). Ciò fa pensare che non sia il “nanismo” perdurante del nostro sistema produttivo il vero problema, quanto il “rimpicciolimento” delle grandi imprese. Un “rimpicciolimento” sia dimensionale (infatti queste aziende nello stesso periodo hanno ridotto il numero medio dei dipendenti da 1. 649 a 1. 382, con una perdita del 23% della forza lavoro), sia competitivo, come dimostra la più contenuta dinamica dell’export rispetto, ad esempio, alle imprese di medie dimensione (nell’ultimo decennio, l’export dei grandi gruppi industriali è cresciuto in valore del 25,2%. Quello delle medie imprese è invece aumentato del 52,5%, riuscendo a non subire i contraccolpi delle variazioni del cambio). Visto che proprio le medie imprese hanno come specializzazione produttiva quella dei settori legati al made in Italy, il Rapporto mostra che operare in questi settori, a patto di collocarsi in fasce di mercato di livello alto e medio-alto, non può esser considerata una causa di scarsa competitività, visto anche che alcuni dei nostri settori “tradizionali” trainanti, come ad esempio la meccanica strumentale e il sistema moda, incrementano la loro presenza all’estero, accrescendo le esportazioni in valore, e che l’export delle medie imprese è aumentato del 49% in 6 anni. E, infine, è da segnalare che tra il 2004 e il 2005 il numero delle aziende industriali e dei servizi che abitualmente esportano è aumentato di 22mila unità (+14% rispetto al 2004). L’occupazione aumenterà anche nel 2006: secondo i primi dati disponibili attraverso il sistema informativo Excelsior (basato su un campione di 100 mila imprese) il saldo occupazionale dovrebbe essere positivo anche quest’anno, con una crescita dello 0,9% (circa 97. 500 posti di lavoro in più nel settore privato). L’incremento è il risultato di tendenze contrastanti, con flussi di entrata e di uscita (rispettivamente pari al 6,6% e al 5,7% dello stock degli occupati del 2005) più elevati rispetto agli ultimi anni. Ad assumere saranno soprattutto le imprese con meno di 50 dipendenti (+1,9%); stazionarie le previsioni delle medie imprese e in flessione quelle delle più grandi (-0,3%). Nell’industria manifatturiera si prevede una crescita di appena lo 0,2% (8. 000 posti di lavoro), tutta concentrata sulle imprese al di sotto dei 250 dipendenti. Positive le previsioni dell’industria dei metalli, del legno e arredo, della meccanica e dell’alimentare. Di segno negativo, invece, quelle della chimica e, soprattutto, del sistema moda (-6. 200 dipendenti). Ancora in flessione le industrie elettriche ed elettroniche. Nel terziario gli andamenti attesi sono tutti di segno positivo. Ancora in crescita gli occupati di turismo e commercio. Gli incrementi più significativi sono indicati dalle imprese del Sud seguito da quelle del Nord-est. Sotto la media nazionale (ma con il segno positivo), il Centro e, soprattutto, il Nord-ovest. Per crescere a ritmi più sostenuti rispetto a quelli dell’ultimo decennio bisogna riprendere un percorso virtuoso di incremento costante della produttività. Ma attenzione a non perdere di vista i vincoli demografici e di sviluppo della partecipazione al lavoro. Infatti, da una simulazione condotta da Unioncamere, emerge che, se pure si riuscisse a centrare l’obiettivo di aumentare la produttività di 0,5 punti ogni anno, per sostenere una crescita del Pil al ritmo del 2% annuo sarà necessario incrementare il tasso di attività di un punto percentuale all’anno e parallelamente quello di occupazione dello 0,2%. Perché ciò possa accadere appare fondamentale – quindi - che anche nei prossimi anni, il mercato del lavoro si confermi dinamico e flessibile. Per arrivare a una crescita ancor più robusta (+3% l’anno) l’incremento di produttività dovrebbe essere ancora più sostenuto (intorno all’1% annuo) e, soprattutto, sarebbe necessario invertire l’attuale trend demografico fino a raggiungere un aumento complessivo della popolazione dell’8% in 10 anni. E questo sempre a patto che il mercato del lavoro si mantenga su ritmi di crescita di almeno l’1% l’anno. Popolazione tendenziale, recupero produttività, aumento della partecipazione al lavoro Contributo alla crescita del Pil per macro-area – Anni 2004-2013 (1) pil= prodotto interno lordo; pop= popolazione residente; pil/n= produttività; n/fl= tasso di occupazione; fl/polav= forze di lavoro su popolazione in età di lavoro; poplav/pop= popolazione in età di lavoro su totale popolazione residente. Fonte: elaborazioni Centro Studi Unioncamere e Prometeia Come sta cambiando il profilo dell’Italia produttiva Imprese a quota 6milioni Nel 2005 il sistema imprenditoriale conta oltre 80. 000 imprese in più, superando per la prima volta la soglia dei 6 milioni, con il Mezzogiorno che concentra 1/3 delle imprese operanti in Italia. Cresce a ritmi sostenuti il numero delle società di capitale, che alla fine di marzo ammontava a oltre un milione di unità, mentre resta stabile (e quindi diminuisce di importanza relativa) il numero di imprese individuali. Tra il 2000 e il 2005 il totale delle imprese è aumentato del 7,4% ed è cambiato il “peso” dei settori: quelli tradizionali (agricoltura, industria, commercio) hanno ridotto, nel loro insieme, l’incidenza sul totale di 2,7 punti percentuali. A tutto vantaggio dei servizi alle imprese e alle persone. Evoluzione dell’incidenza dei diversi settori di attività economica Valori assoluti e % - anni 2000 e 2005
Settori 2000 2005 Variazioni % 2000-2005
Imprese registrate Peso % Imprese registrate Peso %
Settori principali per numerosità
Commercio 1. 514. 514 26,77% 1. 591. 028 26,20% 5,05%
Agricoltura 1. 057. 817 18,70% 962. 840 15,85% -8,98%
Costruzioni 662. 424 11,71% 800. 110 13,17% 20,79%
Manifatturiero 742. 867 13,13% 750. 841 12,36% 1,07%
Totale Parziale 3. 977. 622 70,31% 4. 104. 819 67,59% 3,20%
Servizi alle imprese e alle persone
Att. Immobiliari, noleggio, informatica… 487. 778 8,62% 605. 352 9,97% 24,10%
Alberghi e ristoranti 261. 339 4,62% 292. 842 4,82% 12,05%
Altri servizi pubblici, sociali e personali 221. 835 3,92% 242. 220 3,99% 9,19%
Trasporti e comunicazioni 201. 069 3,55% 216. 367 3,56% 7,61%
Intermed. Monetaria e finanziaria 101. 951 1,80% 109. 023 1,80% 6,94%
Sanità e altri servizi sociali 21. 019 0,37% 26. 314 0,43% 25,19%
Istruzione 15. 305 0,27% 19. 661 0,32% 28,46%
Totale Parziale 1. 310. 296 23,16% 1. 511. 779 24,89% 15,38%
Altri settori e imprese non classificate 369. 083 6,52% 456. 426 7,51% 23,7%
Totale 5. 657. 001 100,00% 6. 073. 024 100,00% 7,35%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Bilanci in utile per il 63% delle società di capitale Dall’analisi dei bilanci delle società di capitali emerge che, nel 2002-2004, queste imprese si sono impegnate a mantenere o ampliare le quote di fatturato, anche a costo di rinunciare a una parte dei margini. Nel 2004 circa il 63% delle società ha presentato bilanci in utile (contro il 59% del 2002) ed il 35,7% in perdita (contro il 39,3% del 2002). E’ migliorata la situazione patrimoniale delle imprese (che si sono irrobustite, come dimostra un +11,8% del patrimonio netto medio per impresa), è aumentata la capacità di autofinanziamento ed è diminuita la quota di indebitamento. I margini, però, li hanno limati soprattutto le piccole aziende: sul valore aggiunto il Mol (Margine Operativo Lordo) è passato dal 33% al 31% e il Mon (Margine Operativo Netto) dal 16,5 al 15,1%; sul fatturato sono diminuiti entrambi di 0,5 punti tra il 2002 e il 2004. I Gruppi d’impresa In Italia operano 71 mila gruppi, cui fanno riferimento circa 170 mila imprese. Di essi, i 46mila costituiti da almeno due imprese con addetti[1] rappresentano il 17% dell’occupazione e il 22% del valore aggiunto italiano. I gruppi più efficienti sono quelli che mantengono la loro attività prevalentemente intorno al core business della casa madre sperimentando però anche integrazioni commerciali, logistiche, finanziarie. Meno efficaci, dal punto di vista economico, risultano i quasi 13mila gruppi monosettoriali). I gruppi di successo hanno come capogruppo, prevalentemente, delle medie imprese; ma è questa una modalità organizzativa che permette anche alle piccole imprese di “crescere in strategia”, anche se non in termini occupazionali: è infatti da osservare che circa 2. 500 piccole imprese a capo di un gruppo, se considerate insieme alle loro controllate, equivalgono ad altrettante imprese di media dimensione. Distribuzione dei gruppi (capogruppo e controllate) e incidenza sul totale economia (Anno 2003)
Gruppi per sede Capogruppo per sede Controllate per sede Addetti totali in gruppo Valore aggiunto imprese in gruppo (mln di euro) % sul totale addetti del territorio % sul valore aggiunto del territorio
Piemonte 4. 662 1. 981 8. 843 463. 234 30. 871 23,7 30,3
Valle d´Aosta 119 57 245 9. 715 588 16,4 18,5
Lombardia 21. 341 5. 978 42. 058 1. 486. 661 97. 922 33,1 39,3
Trentino A. A. 1. 357 484 2. 681 70. 119 4. 152 15,1 15,6
Veneto 7. 732 2. 441 16. 104 450. 532 24. 758 20,9 22,7
Friuli V. G. 1. 474 500 3. 171 93. 520 5. 465 17,1 18,8
Liguria 1. 636 628 3. 348 98. 793 5. 778 14,5 15,8
Emilia Romagna 7. 328 2. 733 16. 104 500. 573 25. 836 24,4 24,3
Toscana 5. 478 1. 824 11. 556 246. 162 12. 974 14,9 15,8
Umbria 905 339 1. 927 48. 046 2. 616 13,3 15,4
Marche 1. 848 608 4. 099 108. 245 5. 154 16,1 16,5
Lazio 8. 239 2. 242 17. 790 804. 101 69. 232 33,2 54,8
Abruzzo 1. 039 367 2. 260 60. 566 3. 113 12,0 13,7
Molise 173 70 374 6. 262 362 5,5 6,9
Campania 3. 135 852 6. 769 142. 870 7. 158 7,7 8,9
Puglia 1. 744 480 3. 892 80. 764 3. 629 6,0 6,4
Basilicata 251 79 587 16. 309 771 8,5 8,8
Calabria 497 179 1. 005 16. 269 811 2,5 3,0
Sicilia 1. 654 580 3. 596 68. 319 3. 734 4,5 5,3
Sardegna 675 264 1. 422 29. 597 1. 840 5,1 6,9
Nord-ovest 27. 758 8. 644 54. 494 2. 058. 403 135. 159 28,7 34,6
Nord-est 17. 891 6. 158 38. 060 1. 114. 744 60. 211 21,4 22,2
Centro 16. 470 5. 013 35. 372 1. 206. 554 89. 977 23,6 35,1
Mezzogiorno 9. 168 2. 871 19. 905 420. 956 21. 419 6,2 7,2
Italia 71. 287 22. 686 147. 831 4. 800. 657 306. 766 19,8 25,2
Fonte: Centro Studi Unioncamere nazionale, Osservatorio sui gruppi di impresa, 2006 Le medie imprese Le protagoniste principali del riposizionamento del nostro sistema produttivo sui mercati internazionali sono in gran parte le medie imprese. Il loro peculiare modello organizzativo è basato sulla capacità di collegamento con altre aziende, sia attraverso il controllo proprietario (come nel caso dei gruppi), sia attraverso formule variabili nel tempo quali gli accordi produttivi o commerciali. Questo modello consente loro di conseguire economie di scala “di sistema” e, quindi, un’estrema flessibilità produttiva, adatta in modo particolare a gestire produzioni di qualità destinate a segmenti di mercato di fascia media o alta, piuttosto che prodotti di massa. La competitività e l’importanza delle 3. 966 medie imprese industriali attive a fine 2003 è testimoniata dalla loro capacità di creare ricchezza: esse generano più del 12% del valore aggiunto del manifatturiero, cui va aggiunto un ulteriore 6% relativo all’indotto alimentato. Le medie imprese si caratterizzano per la specializzazione produttiva e, al contempo, per la capacità di controllare fortemente il mercato in cui si opera attraverso l’applicazione del proprio know-how nell’innovazione di prodotto. Utilizzando come parametro della propensione innovativa i brevetti registrati presso l’European Patent Office (Epo) risulta che, nel quinquennio 1997-2003, il 16,5% delle medie imprese manifatturiere ha prodotto almeno un brevetto e il 10,5% delle domande di brevetto pubblicate in Europa da aziende italiane riguarda medie imprese industriali. 2005: il bilancio del Sistema Italia Fatturato nel 2005 Il 2005 si è chiuso con il 25,4% delle imprese che ha visto incrementare il fatturato rispetto all’anno precedente e il 22,9% che invece ha registrato una perdita. Il saldo finale (+2,5 punti percentuali) vede perciò una prevalenza di imprese che escono dalla crisi crescendo. Commercio: consumi stagnanti e ristrutturazione Modesta la crescita dei consumi nel 2005 (+0,1%), anche se nel 2006 si registrano timidi segnali di risalita nella fiducia delle famiglie. I consumatori sono sempre più attenti al prezzo, e questo spiega la crescita della quota di consumi (+4,9%) registrata negli hard discount. Le vendite in valore delle imprese commerciali segnano una riduzione dello 0,6% nel 2005 sul 2004 (–2,4% la piccola distribuzione e +1,6% la grande distribuzione). Continua il percorso di ristrutturazione dei canali di vendita, con la Grande Distribuzione, con 8. 500 punti vendita, che rappresenta il 26,3 % dei consumi commercializzati italiani nel 2005 (mentre nel 2001 pesava per il 21%), gli esercizi commerciali alimentari che si riducono di numero (-1% il saldo tra chiusure e nuove aperture) ed i negozi specializzati nel non alimentare che aumentano del 2%. E’ però nel commercio despecializzato (+6,3%) che si registra il maggiore incremento. Export in aumento se di qualità Nel 2005, l’export italiano – in termini di valore e non di quantità - è cresciuto del 4%, soprattutto verso i Paesi extraeuropei (+7,5%), che hanno così superato il 41% del totale (erano al 39% nel 2003). Resta consistente il gap con il resto d’Europa nel settore high tech, le cui esportazioni rappresentano una quota del 10,7% del totale italiano, mentre la media Ue-15 è al 21,9%. La filiera moda garantisce ancora 16,8 dei 40,7 miliardi di euro di saldo della bilancia commerciale dei prodotti trasformati (esclusi quindi i prodotti energetici, cui è imputabile il nostro deficit commerciale complessivo). Per la moda diminuiscono le quantità esportate, mentre aumentano i valori medi (+25-30% rispetto al 2000). Ma il contributo più rilevante all’export italiano continua ad assicurarlo la meccanica strumentale, con un saldo attivo pari a 37,6 miliardi di euro (+5,3% l’incremento medio annuo nell’ultimo triennio e +19,2% l’incremento medio nei valori unitari nel 2000-2005). Innovazione: le imprese stanno imparando a brevettare Nel periodo 1999-2004 l’Italia ha contribuito alla produzione di poco più del 3% (pari a 19. 629 domande) delle domande di registrazione di brevetti pubblicate dall’European Patent Office (Epo, l’Ufficio Europeo dei Brevetti), a fronte di un contributo degli Stati Uniti pari a oltre il 29%, della Germania di oltre il 19%, del Giappone pari ad oltre il 17%, della Francia di circa il 7% e della Gran Bretagna di oltre il 4%. Interessanti, però, alcune dinamiche di crescita: tra il 1999 ed il 2004, il numero dei brevetti depositati è aumentato ad un tasso medio annuo del 5,7% a fronte, ad esempio, del 4,3% della Germania, del 4,4% della Gran Bretagna, del 5,1% della Francia. Ad aumentare la capacità di brevettazione sono soprattutto le medie imprese e i settori della meccanica, della chimica, dei beni per la persona e per la casa. .
 
   
   
INAUGURATA IERI A VENEZIA LA SCUOLA EUROMEDITERRANEA DALLA SIRIA A ISRAELE, UNA TRENTINA DI GIOVANI PROVENIENTI DA TUTTO IL MEDITERRANEO INSIEME A SCUOLA D’IMPRENDITORIALITÀ IN ITALIA  
 
Venezia, 16 maggio 2006 - Vengono da Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia: sono una trentina i giovani, un terzo circa le ragazze, che parteciperanno al nuovo corso di introduzione all’imprenditorialità della Scuola Euromediterranea. È un’iniziativa della Fondazione per la Sussidiarietà, realizzata grazie al supporto delle Camere di Commercio di Milano, Napoli e Venezia, con il contributo della Regione Lombardia e in collaborazione con l’Icesd e con Altis dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il corso, al via a Venezia, durerà tre mesi, da maggio a luglio 2006 e intende formare giovani laureati motivati ad impegnarsi in attività manageriali e imprenditoriali sui due lati del Mediterraneo. Ciascun partecipante avrà inoltre la possibilità di svolgere uno stage presso un’impresa selezionata dalle Camere di commercio e che abbia rapporti economici con i Paesi del Nord Mediterraneo o di condurre un’analisi di mercato riguardante il proprio Paese sotto la guida dei docenti del corso. Struttura del corso. Il corso, a numero chiuso e in lingua inglese, è rivolto a laureati in qualsiasi disciplina provenienti da Paesi non europei dell’area mediterranea e sarà articolato in sei settimane a partire dal 15 maggio 2006. I contenuti sono riconducibili a quattro aree tematiche: economia, diritto, management, politica e cultura. I docenti coinvolti provengono da: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Università Ca’ Foscari di Venezia, Università degli Studi di Napoli Federico Ii, Università Orientale di Napoli e Università dei Paesi dell´area mediterranea coinvolti. Il corso prevede 224 ore di lezione, due visite ad aziende e distretti e uno stage conclusivo di sei o otto settimane presso un’azienda o la realizzazione di un’analisi di mercato riguardante il proprio Paese d’origine. L’iniziativa è stata presentata ieri a Venezia durante il convegno di inaugurazione che si è tenuto nell’aula magna della Venice International University nell’isola di San Servolo, sede del corso. “Il Mediterraneo – ha commentato Sandro Bicocchi, vice presidente di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali – è da sempre un polo di attrazione e di crescita, così come un luogo privilegiato per la circolazione non solo di beni e servizi, ma anche della cultura. Data la rilevanza che il capitale umano riveste per la crescita economica, è allora opportuno che iniziative di cooperazione come questa, volte alla formazione di alto livello, vengano incentivate, con lo scopo di accrescere il tessuto, culturale ed economico, che da sempre unisce le due sponde del Mediterraneo. In questo senso, la Scuola Euromediterranea di imprenditorialità costituisce un importante risultato perché porta giovani laureati provenienti da tutti i Paesi del Mediterraneo ad investire e a lavorare per un comune sviluppo dell’area”. Dal canto suo, il presidente della Camera di commercio di Napoli, Gaetano Cola, afferma: ‘’L’ente camerale partenopeo, insieme con la Camera di commercio di Milano, ha dato vita lo scorso anno ad un ‘Comitato per il Mediterraneo’ finalizzato alla progressiva integrazione tra le attività ed i sistemi economico-sociali delle 2 città con i Paesi dell’area mediterranea. Si è inteso così fare ‘sistema’ tra Nord e Sud del nostro Paese e proporre il ‘Sistema Italia’ - e potrei dire Europa - in un’area geografica strategicamente rilevante per tutto il mondo occidentale’’. ‘’Visto il successo che ha già ha riscosso la Scuola - aggiunge Cola - mi sentirei di proporne sin d’ora una seconda edizione che potrebbe, peraltro, essere organizzata a Napoli dove vantiamo un tessuto universitario di tutto rispetto. Dunque, ben venga l’istituzione di una Scuola Euromediterranea permanente ed itinerante, magari dedicata per ciascun anno ad un Paese terzo dell’area del Mediterraneo’’. “Quello della Scuola Euromediterranea è un esempio concreto – ha sottolineato Giorgio Vittadini Presidente di Fondazione per la Sussidiarietà - di come attraverso la formazione, il dialogo e lo scambio di esperienze tra mondi differenti si creino le condizioni per costruire rapporti duraturi di carattere culturale, politico ed economico. La speranza è quella che il Mediterraneo possa diventare un bacino comune di civiltà umana, incentrato su un sistema di valori condivisi. ” Mario Molteni, Direttore di Altis, ha affermato: “Riteniamo che contribuire allo sviluppo delle attività economiche tra le due sponde del Mediterraneo ha una valenza che nel presente contesto internazionale non si limita alla sfera economica ma tocca anche quella della multiculturalità e della politica. Per questo confidiamo che il progetto di formazione apra una storia di concrete realizzazioni”. .  
   
   
UNIONCAMERE PREMIA I PICCOLI CAMPIONI DEL MADE IN ITALY DALLA BIOINFORMATICA AL DESIGN ORAFO, DAL TONNO DEL MEDITERRANEO AI SEGRETI DELLA STAMPA SU TELA FINO AI TUBI IN PVC ECO-COMPATIBILI CON IL SIGILLO “ETICO”  
 
Roma, 16 maggio 2006 – In quanti modi un’impresa può avere “successo”? Molti di più di quanto non si creda. Ad esempio, si può produrre ottimo vino e investire nella comunità in cui si opera costruendo un campo da golf accessibile a tutti. Oppure produrre tubi in Pvc eco-compatibili nel rispetto dell’ambiente e scegliere di essere socialmente responsabili, pretendendo che lo siano anche i fornitori. O ancora tramandando per oltre due secoli e mezzo l’amore per la bellezza, realizzando artigianalmente gioielli unici. Senza trascurare la possibilità di fondare un’impresa all’avanguardia delle tecnologie biomediche rispondendo a un annuncio sul giornale avendo come capitale soltanto. Un’idea. Per dare un riconoscimento alla capacità di fare impresa che rende unico il nostro Paese, l’Unioncamere ha scelto quattordici imprenditori tra i circa 300 segnalati dalle Camere di commercio, invitandoli a Roma per premiarli in occasione della presentazione del Rapporto Unioncamere 2006 che apre la strada alla celebrazione della 4^ Giornata dell’Economia, l’appuntamento che si terrà domani in tutte le 103 Camere di commercio in cui verrà illustrato l’andamento dell’economia reale delle province e le loro prospettive di sviluppo. Ai quattordici imprenditori, soprattutto piccoli e medi in rappresentanza di altrettante province (otto del Nord Italia, sei del Centro e due del Sud), sono stati attribuiti i Premi Unioncamere “Giovane impresa innovativa”, ”Impresa Longeva e di Successo” e il Premio Danilo Longhi per la “Responsabilità Sociale d’Impresa”. “Per un imprenditore ricevere un premio non è mai un punto di arrivo, ma un punto di partenza per fare ancora meglio. Per le Camere di commercio che hanno segnalato imprese di valore del loro territorio e per l’Unioncamere che tra queste imprese ha scelto le eccellenze, è un dovere dare un riconoscimento a chi dimostra di sapersi affermare sul mercato attraverso l’innovazione, la creatività, la responsabilità”. Questo il commento del presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, in occasione della consegna dei Premi Unioncamere 2006. “Fare bene il mestiere di imprenditore – ha aggiunto Carlo Sangalli - è un impegno faticoso con il quale milioni di italiani contribuiscono alla crescita civile e sociale della comunità in cui vivono e operano. Soprattutto per i giovani è una vera palestra di vita, in cui si impara ad avere fiducia nel futuro e a mettersi alla prova ogni giorno. In un momento come questo in cui il Paese ha bisogno di credere nelle sue capacità di affrontare e vincere la grande sfida dello sviluppo, dare un premio a chi riesce ad affermarsi vuole essere un segnale per tutti gli altri che è possibile stare sul mercato in termini competitivi nel rispetto di regole comuni”. In occasione della presentazione del Rapporto, il Presidente Carlo Sangalli ha dedicato la sala convegni Spithoever, nella sede di Piazza Sallustio, alla memoria di Danilo Longhi, presidente dell’Unioncamere dal 1992 al 2000 e prematuramente scomparso il 1° maggio dello scorso anno. Premio Unioncamere 2006 Per La Giovane Impresa Innovativa Primo premio (borsa di studio triennale) - Bionucleon Srl - Anno fondazione: 2003 - Napoli Sede operativa: Boindustry Park Canavese, Collereto Giacosa (To) - Bionucleon è impegnata nella creazione di piattaforme innovative biotecnologiche per lo sviluppo di nuovi farmaci e per la diagnostica medica avanzata, integrando competenze chimiche, biochimiche e farmacologiche. L’idea di business si chiama “piattaforma tecnologica, protetta da brevetti proprietari, mirata a selezionare nuove molecole di potenziale interesse farmaceutico tramite lo sfruttamento delle tecnologie legate agli acidi nucleici”. Detta così, la formula può spaventare. Soprattutto coloro che le medicine sono abituati ad acquistarle e non certo a produrle. Ma anche nel complicato mondo delle biotecnologie tutto si può spiegare in termini più semplici. “Il problema che intendiamo risolvere - dice Roberto Sapio, uno dei due fondatori - è quello di individuare con rapidità le molecole più adatte per diventare farmaci”. Non tutti i candidati infatti superano i testi per trasformarsi in medicine. Con il metodo tradizionale sono necessari lunghi mesi e molti soldi. La casa farmaceutica che intende realizzare un nuovo farmaco deve individuare la proteina da combattere e scegliere la molecola giusta per condurre a termine la battaglia senza effetti collaterali pericolosi o anche solo fastidiosi. La scelta della molecola ideale richiede molti passaggi intermedi e molto tempo: “Con la nostra piattaforma”, dicono i ricercatori di Bionucleon, “si riescono a superare i passaggi intermedi e andare immediatamente al candidato giusto”. Premi di eccellenza professionale - Axxam Srl - Anno fondazione: 2001 - Milano Sede operativa c/o San Raffaele Biomedical Science Park - Essere un partner di ricerca per il settore industriale delle scienze della vita in campo farmaceutico, diagnostico e agro-chimico: è questa la mission di Axxam, società italiana di ricerca biotecnologia nata da uno spin-off del Gruppo Bayer su iniziativa dei due soci fondatori, Stefan Lohmer e Alessandro Sidoli, ed operante dal novembre del 2001 presso il Parco Scientifico Biomedico San Raffaele di Milano. Settore di primario interesse, per l’azienda, è quello della post-genomica e Axxam lo sviluppa attraverso piattaforme tecnologiche che comprendono l’intero processo di drug discovery “from genes to leads”, con un alto livello di robotica, automazione e high-throughput, in un processo sequenziale industrializzato a “catena di montaggio”. Sulla base delle sequenze genomiche, di analisi bioinformatiche e approcci sperimentali vengono identificati target interessanti dal punto di vista farmacologico, sviluppati sistemi per lo screening e identificati composti attivi per lo sviluppo clinico e pre-clinico. La propensione all’innovazione mostrata da Axxam in questi anni ha consentito all’azienda milanese di ottenere risultati che, in questi pochi anni, obbligano a valutarla per quel che è: una realtà consolidata delle scienze della vita, ormai partner naturale dalle maggiori società internazionali del settore, alle quali Axxam sta licenziando le proprie tecnologie. Sono i numeri a dire del successo di Axxam: il fatturato cresce, così come il numero dei dipendenti – oggi sono 60, cioè quasi il 40 % in più dalla fondazione -, mentre il 95 % dei ricavi prodotti da contratti industriali biotecnologici e farmaceutici sono generati con aziende straniere europee, giapponesi o americane. Tra queste, ad avere degli accordi di sviluppo tecnologico con Axxam sono le società europee e americane leader nei sistemi di screening di librerie chimiche. Biosilab Srl - Anno fondazione: 2004 – Trento - Tra le montagne del Trentino, non solo stelle alpine e piste da sci, ma anche biologia ed elettronica applicate alla ricerca farmacologia, con risultati hi-tech di assoluta avanguardia. È il piccolo grande miracolo realizzato da Biosilab, una società creata da intelligenze venete ma cresciuta e accudita dall’autonomia speciale del Trentino grazie alle proprie strutture e provvidenze legislative di indubbia lungimiranza. Biosilab srl ha inventato un dispositivo che in sostanza applica direttamente un microchip a una cellula-“cavia”, facendone un laboratorio di minime dimensioni e di enorme versatilità per le ricerche sugli effetti di nuovi farmaci o di comportamento dei geni. Si tratta di un’esperienza nata nell’alveo dell’Università di Padova due anni e mezzo or sono, sull’abbrivio di un’intuizione che si deve a Stefano Vassanelli, trentottenne medico specializzato in biologia molecolare nell’ateneo patavino. Le carte vincenti del “biochip electroporator” – questa la premiata invenzione dell’azienda veneto-trentina - sono in effetti molte: consente di testare farmaci su una cellula-cavia in modo più rapido, più selettivo, meno costoso e più preciso rispetto ai metodi tradizionali, che anzitutto necessitano dell’impiego massivo di migliaia di cellule sulla cui coltura in vitro eseguire i test per poi arrivare a risultati statistici apprezzabili. Il micro-prodigio di Biosilab sta proprio nel fatto che la cellula vive e si sviluppa direttamente sopra il microchip in silicio, che ne induce e registra ogni comportamento. Gli ingegneri – con un occhio ai monitor dei computer e l’altro al caro, vecchio microscopio – studiano le infinite variabili dei “mattoni” che compongono la vita, con l’ambizione se possibile di contribuire a farla durare di più e meglio. Luceat Spa - Anno fondazione: 2001 – Brescia - Il nome (in latino) evoca il passato. La mission aziendale, al contrario, è decisamente proiettata nel futuro: rinnovare il mercato della trasmissione dati con l´impiego di un materiale mai usato finora, la fibra ottica di plastica. Più che una sfida tecnologica e commerciale, una rivoluzione, un tabù da abbattere, un pregiudizio da cancellare. Luceat («Che illumini») è una piccola società per azioni nata soltanto sei anni fa, nel 2000, ma subito protagonista sul mercato internazionale grazie a una felice intuizione. Anzi, alla cocciuta convinzione del fondatore di avere in mano una carta vincente: la possibilità di offrire prestazioni uguali, se non addirittura superiori a quelle di tutta la concorrenza, a costi più bassi e con minori complicazioni. Solo quattro aziende al mondo sono in grado di produrre la fibra ottica di plastica, perché il procedimento di fusione, consolidamento e filatura richiede conoscenze difficili da sviluppare, anche perché non esiste letteratura in materia: in sé, il processo produttivo è anche semplice, ma come avviene con la formula della Coca Cola, il successo è garantito solo dal giusto equilibrio di tempi, temperature e fasi della lavorazione. Una miscela segreta. Inimitabile. Certo, ammette con realismo il manager bresciano, se domani un colosso come Philips si mettesse a sviluppare sistemi analoghi, con tutte le energie e le risorse di cui dispone in un solo anno potrebbe colmare il gap. Ma intanto la scena è tutta per Luceat. Che acquista monomeri liquidi, li fa diventare plastica dura attraverso un processo di solidificazione, poi li scalda di nuovo, li «fila» e li riveste di un sottilissimo strato di materiale plastico. Così nasce la fibra ottica di plastica che promette di portare internet ad alta velocità nelle case di tutti gli italiani, a costi inferiori e senza bisogno delle ottiche tradizionali o dei fili di rame. Un progetto europeo che Luceat condivide con un consorzio di Università e di aziende, Fastweb compresa. L´obiettivo dichiarato è sviluppare una tecnologia finalizzata a creare un modem ottico cento volte più veloce degli attuali. E a costi inferiori. Marwan Technology Srl - Anno fondazione: 2003 - Pisa Sede operativa c/o Dipartimento di Fisica “E. Fermi - Marwan Technology nasce il 16 luglio 2003 come azienda spin-off dell’Istituto Nazionale di Fisica della Materia (Infm), sezione di Pisa, attualmente accorpato al Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). A partire dal 6 luglio 2004 ha inoltre il marchio di azienda spin-off dell’Università degli Studi di Pisa. Le competenze alla base dell’iniziativa sono quelle di quattro fisici, un ricercatore e tre dottori di ricerca, e di due tecnici elettronici. Dalla primavera 2004 Marwan Technology ed il laboratorio Als collaborano allo sviluppo di un innovativo strumento per l’analisi chimica elementale basato sulla tecnologia Libs (Laser Induced Breakdown Spectroscopy) a doppio impulso, per applicazioni in campo metallurgico e nel campo dei beni culturali: Modì (Mobile Dual-pulse Instrument for Libs analysis). Modì rappresenta un sistema unico nel panorama della strumentazione analitica. La stragrande maggioranza degli studi analitici in campo industriale, ambientale e dei beni culturali è effettuato attraverso misure chimico-fisiche effettuate in laboratorio su campioni prelevati e trattati secondo protocolli spesso lunghi e con procedure costose che possono essere effettuate solamente da personale specializzato. La possibilità che la tecnica Libs offre di operare sul campo, senza pre-trattamento dei campioni e con risposte in tempo reale, ne fa la tecnica di elezione per il monitoraggio di processi che cambiano rapidamente nel tempo (processi industriali, inquinamento ambientale, specialmente per quanto concerne gli scarichi industriali in acque e atmosfera). Incluso l’analisi di beni culturali che per valore, fragilità o dimensioni non possono essere studiati in laboratorio. Le analisi sono eseguibili in tempi molto rapidi, senza utilizzo di prodotti chimici o sostanze pericolose per l’operatore e di difficile e costoso smaltimento. Lo strumento non produce rifiuti o scarichi di sostanze ritenute potenzialmente pericolose per l’ambiente e non necessità dell’utilizzo di gas tossici o pericolosi (esplosivi) per il suo funzionamento. L’ambiente che ospita lo strumento, un normale locale ad uso laboratorio chimico, non deve essere oggetto di modifiche o adattamenti. Premio Unioncamere 2006 Per L´impresa Longeva E Di Successo Categoria “Agricoltura” Torrevilla Viticoltori Associati – Pavia - La Cooperativa agricola Torrevilla si prepara a festeggiare il suo centesimo compleanno. Il 12 maggio del 2007, infatti, sarà passato un secolo esatto da quando la Cooperativa nasceva a Torrazza Coste, sulle colline dell’Oltrepò pavese, prima di spostarsi di qualche chilometro, a Codevilla, nel 1933. La cartella anagrafica di Torrevilla testimonia senza dubbio la longevità del suo successo, in un settore produttivo che in un secolo è cambiato profondamente. Basti pensare alle innovazioni agronomiche e tecnologiche che hanno attraversato questi cento anni; o al recente, poderoso emergere di competitor importanti in zone del pianeta che, mentre Torrevilla nasceva nel 1907 mettendo a frutto una tradizione secolare, ancora non conoscevano la coltivazione dell’uva. Nata in forma cooperativa per la volontà di emancipazione che all’inizio del secolo scorso cominciava a formarsi tra coltivatori vessati e defraudati, Torrevilla da allora non ha mai smesso di crescere. Fino a diventare una realtà affermata nel panorama vinicolo italiano ed internazionale che conta oggi 326 soci viticoltori che coltivano su una superficie di 650 ettari dislocata in nove Comuni della zona, portando a pigiatura 57. 000 quintali di uve e producendo 2,5 milioni di bottiglie all’anno. Per valorizzare la produzione vinicola dell’Oltrepò, proprio Torrevilla ha dato vita nel 1999 al "Progetto uve di qualità", in collaborazione con l’Istituto di Viticoltura dell´Università Statale di Milano. Categoria “Industria” Callipo Giacinto Conserve Alimentari Srl – Vibo Valentia - L’azienda, fondata a Pizzo il 14 Gennaio 1913 da Giacinto Callipo. Guidata dalla quarta generazione della famiglia, la Callipo è stata la prima azienda in Calabria e tra le prime in Italia a inscatolare il Tonno del Mediterraneo pescato con il sistema delle “tonnare fisse”, il più attento alla salvaguardia della specie poiché sfrutta il passaggio dei tonni e solo una parte di essi entra nelle reti. Oggi la Callipo vanta una produzione media annua di 70. 000 tonnellate. Con oltre 180 dipendenti ed una capacità produttiva annua di circa 15. 000 tonnellate, la Callipo commercializza in Italia il 92% della produzione, mentre il restante 8% viene distribuito nei paesi europei, quali Austria, Francia, Inghilterra, Germania, ed extraeuropei, tra cui Canada, Australia, Stati Uniti e Giappone. Da oltre 10 anni gode dell’autorizzazione della Food & Drug Administration per l’esportazione negli Usa. Dal 1996 adotta il sistema di autocontrollo Haccp sui rischi igienico-sanitari. La Callipo e Servizi, società del gruppo, cura tutti gli aspetti relativi all’impatto ambientale legati alla lavorazione. L’azienda è impegnata in numerose iniziative benefiche e sportive, tra cui la società di serie A1 di pallavolo maschile “Tonno Callipo Volley”. “Alla base del successo della mia azienda”, sottolinea Filippo Callipo, “c’è un profondo rispetto ed una totale condivisione dei valori ereditati dai miei avi che hanno sempre posto la passione per la qualità, per il loro lavoro ed il rispetto dei diritti dei lavoratori in primo piano. “Nel 1995 abbiamo deciso di puntare su un’importante scommessa e, nella fase storica in cui dilagavano i discount, abbiamo voluto lanciare, accanto alla classica produzione in lattina, un diverso modo di concepire il consumo del tonno presentandolo a filetti in vaso di vetro. L’innovazione è risultata vincente perché, così facendo, abbiamo esaltato visivamente la qualità del prodotto e fatto riscoprire il vero gusto del tonno italiano”. Categoria “Artigianato” F. Lli Pascucci 1826 Snc – Forlì-cesena - La decorazione della tela per mezzo di stampi è una tecnica antichissima. Oggi in Romagna rimangono dieci botteghe che continuano a produrre con il sistema tradizionale e tra queste la bottega Pascucci è la più antica e suggestiva. Fondata nel 1826, la bottega opera ininterrottamente da 180 anni, custodendo antiche tradizioni artigiane. Le tele vengono tagliate e poi stampate utilizzando stampi in legno di pero incisi a mano, bagnati nel colore e battuti col mazzuolo. Dopo vengono stese per l´asciugatura (per appenderle presso la bottega Pascucci si usano ancora canne palustri), quindi avviene il fissaggio dei colori in grandi mastelli di legno con soluzioni a base di acido solforico e soda caustica: le tinte acquistano così un aspetto cromatico e una naturale indelebilità al bucato. Infine le tele vengono orlate da pazienti mani femminili. Dall´ottocento ad oggi, l´attività artigiana è passata di padre in figlio per sei generazioni. Nell´ottocento si tingevano soprattutto i tessuti, la lana, la seta e la stampa veniva effettuata con la ruggine per una clientela povera. Sono tantissimi gli estimatori della tela stampata, tra cui anche personaggi famosi. Negli ultimi decenni molti di loro sono passati in visita alla bottega Pascucci. Lina Volonghi e Federico Fellini amavano aggirarsi tra stampi e tele. Oggi frequentano la bottega il Premio Nobel Dario Fo, il neo-eletto presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti ma anche tante scolaresche da tutta Italia e tanti turisti dalla vicina riviera. Infine, la bottega collabora con alcuni artisti, tra cui il poeta e sceneggiatore Tonino Guerra, che ne hanno permesso l´innovazione nel segno della tradizione. Categoria “Commercio e servizi” - Giuseppe Pellegrini snc –Lucca - Due secoli portati bene: sempre al passo con i tempi grazie alla qualità. Così era nel 1750, data di inizio della prima attività con la vendita al dettaglio di gioielli, orologi e argenteria, e così è ancora oggi, ai giorni nostri. Diverse generazioni si sono succedute negli anni, ma niente sembra essere cambiato all´interno della Antica Ditta Giuseppe Pellegrini di Lucca. Ancora oggi, la tradizione del negozio nel trattare solo oggetti di piacevole fattura, eseguiti a mano da artigiani-artisti d’impronta classica, dove è riconducibile preminentemente il gusto più spiccatamente tradizionalista dei titolari, si riscontra negli oggetti creati senza marchi esterni. “Ieri come oggi – sottolinea il titolare, Landucci Pellegrini – lavoriamo secondo i nostri gusti e senza alcuna imposizione da parte di fornitori. Un´attività ancora basata come tempo fa, su fiducia e serietà reciproca”. La tradizione della famiglia si è tramandata per sette generazioni fino ad arrivare a oggi. Nel suo palmares vanta numerosi brevetti e commesse eseguite ad hoc per diversi regnanti come il Re di Spagna, il Re di Romania e alcuni omaggi per il Pontefice. L´attenzione non è incentrata su obiettivi economico-finanziari particolari o politiche aggressive verso la concorrenza ma soprattutto sulla ricerca della qualità e sulla bellezza dei suoi gioielli. È in questo modo che la Pellegrini riesce a distinguersi come impresa di successo attraverso due secoli di esperienza. Premio Unioncamere “Danilo Longhi” 2006 Per La Responsabilità Sociale Dell´impresa Vincitore assoluto Sirci spa – Perugina - L’esperienza di Sirci spa testimonia come la responsabilità sociale dell’impresa e il suo successo possono camminare insieme. L’azienda perugina, con sedi e poli logistici anche al Nord e al Sud, è leader in Italia nella produzione di tubi e raccordi in pvc, nel 2005 ha fatturato oltre 19 milioni di euro e i punti cardine della sua filosofia aziendale sono l’innovazione di processo e di prodotto, il coinvolgimento, la formazione e la valorizzazione delle risorse umane, servizio al cliente, sviluppo sostenibile e legame col territorio. La Sirci è stata la prima industria del comparto italiano a produrre attraverso fonti di energia rinnovabili e ad aver realizzato una gamma etica ed ecocompatibile di tubi e raccordi. L’attenzione ai temi sociali è particolarmente evidente nelle politiche verso disabili e minoranze in genere (l´8% di disabili sulla forza lavoro). Molte sono le ore di formazione realizzate per i dipendenti sui temi della sicurezza sul lavoro e sui temi della responsabilità sociale (circa il 2% di costo sul V. A. ). Numerose le agevolazioni previste per i dipendenti (consulenza fiscale gratuita convenzione assicurativa per copertura infortuni anche al extra-lavoro, sistema premiante, accantonamento di risorse finalizzate all´accumulo di un fondo di sussidio e di solidarietà per i dipendenti e i loro familiari). Molte le iniziative in materia di sicurezza sul luogo di lavoro (con un sistema di valutazione e monitoraggio continuo sulla base delle più avanzate norme di certificazione esistenti). Ottime le garanzie offerte ai clienti sui prodotti, tutti realizzati secondo specifiche tecniche codificate in apposite normative volontarie. Selezione rigorosa dei fornitori (al 99,9% nazionali) attraverso continue verifiche sul loro operato e loro sensibilizzazione sulle tematiche della Responsabilità Sociale; infine, sostegno a numerose iniziative di solidarietà sociale. Molto impegnata nella politica ambientale (significativo l´investimento per la costruzione di un grande impianto fotovoltaico in Umbria che ha permesso al reparto di Ricerca e Sviluppo la creazione dei cosiddetti “tubi verdi” E2, realizzati con energia pulita e rinnovabile al 100%) e nella sensibilizzazione dei dipendenti nei confronti di questo tema. Vincitori di categoria Categoria “Ambiente” Sogenus spa – Ancona - Sogenus Spa nasce 18 anni fa, con capitali pubblici e privati. Siamo nell’entroterra della provincia di Ancona, dove le colline si addolciscono degradando verso il mare e dando le spalle ai superbi Monti Sibillini. Terra del Verdicchio. Terra laboriosa, gente determinata. L’impianto di smaltimento e recupero gestito da Sogenus Spa è a poco più di due chilometri dall’abitato di Moie, popolosa frazione a valle di Maiolati Spontini. La discarica insiste su un’area di 40 ettari di esclusiva proprietà del Comune. Oggi l’azienda è quasi interamente a capitale pubblico, e gli azionisti sono i Comuni e/o le loro aziende che smaltiscono in quella discarica i propri rifiuti. Per coniugare la sicurezza nella gestione di una discarica con l’esigenza di fare utili da riversare ai Comuni soci, l’azienda ha scelto la via della qualità. È stata un’escalation. Nel 2000 la Iso 9001 sui parametri di gestione aziendale, due anni dopo Iso 14001 sul sistema di gestione ambientale. Nel 2004 è giunta Emas, la registrazione europea di “assoluta trasparenza”. Nel 2005 si è aggiunta la certificazione di qualità Ohsas 18001 per il sistema di gestione della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro. Non c’erano e non ci sono obblighi di legge a imporre certificazioni a Sogenus Spa. Solo la convinzione che sia questa la strategia giusta per durare nel tempo. “È come aver aperto le porte dell’azienda, uffici, schedari e computer compresi e permettere che tutti controllino tutto. A nostro avviso tutto questo è responsabilità sociale” spiega il direttore generale, Mauro Ragaini, con un pizzico di giustificato orgoglio. Una rarità in questo settore dove purtroppo rischi, tentazioni, appetiti e illegalità si rincorrono e spesso si integrano. Non basta. Perché c’è da dire della discarica, e di questa gente che non ha fatto rivoluzioni per opporsi quando è stata realizzata 18 anni fa ma ha voluto sincerarsi che il sito fosse idoneo, le garanzie reali, i gestori persone serie. E così è stato. “Una discarica è comunque una ferita alla terra – dicono alla Sogenas - ma ci sono ferite che si rimarginano, altre no. Il nostro impegno è ridurre al minimo l’impatto ambientale e far sì che nel tempo la ferita possa davvero scomparire”. Categoria “Mercato” Eurosuole spa – Macerata - L´azienda è impegnata in numerose iniziative di responsabilità sociale con ottimi risultati in tutti i settori. Particolarmente interessante l´impegno nei confronti della comunità con il sostegno di iniziative di solidarietà sociale e nel campo dell´istruzione, della formazione, della ricerca e dell´innovazione. Sostiene da più di 10 anni il progetto Telethon. Forte l´impegno nei confronti dei dipendenti. Elevati gli standard di sicurezza sul luogo di lavoro con un sistema di gestione e monitoraggio continuo e una drastica diminuzione degli infortuni sul lavoro negli ultimi anni. Rispetto alle aziende operanti nello stesso settore, Eurosuole ha in questo ambito un valore medio sensibilmente inferiore. Numerose le agevolazioni per i dipendenti (consulenza fiscale, sistema premiante. ) per un costo pari all´1% sul V. A. Molte le ore di formazione. Diverse le iniziative a favore dei disabili con un investimento , nel 2005, di 47. 000,00 euro. Nella politica ambientale sono molte le azioni per la riduzione dell´impatto della propria attività, in particolare con 3 programmi specifici: eliminazione delle sostanze pericolose, ottimizzazione della gestione dei rifiuti e riduzione delle emissioni inquinanti. Eurosuole ha inoltre definito una procedura di gestione del personale in termini di competenze e addestramento sulle tematiche ambientali. Numerose le attività di informazione e comunicazione verso tutti gli stakeholders di riferimento. Severa nella selezione dei fornitori, il 96,8% nazionali, con un sistema di gestione che ne prevede l´esclusione se non conformi alla politica ambientale dell´azienda. Ottime le garanzie offerte ai clienti sui propri prodotti, al 100% etichettati. Categoria “Risorse Umane” San Matteo Spa – Vicenza - Sono talmente convinti che la responsabilità sociale sia un valore per l’impresa, che hanno applicato questa regola anche al golf. Non è poco per un’azienda che produce vino e che ha voluto provare a sfatare il mito del golf come sport riservato ai Vip. Come? Semplicemente creando un campo da golf a Creazzo, il paese di diecimila abitanti alle porte di Vicenza in cui da cinquant’anni la San Matteo Spa ha la sua sede e lo stabilimento di produzione di vini. E quel club su 30 ettari di terreno, gestito da Cristiano Cielo, uno dei cinque figli di Bruno, presidente dell’azienda, ha avuto subito successo. Lo testimoniano i 450 iscritti, il via vai di appassionati e curiosi. Merito soprattutto di una gestione innovativa, a cominciare dalle spese e dalle iscrizioni (quasi) irrisorie per studenti e principianti: dato che tutti sognano di diventare come Tiger Woods, cosa costa dare una possibilità ai giovani? La società ha un impegno sui temi della Csr molto forte e decisamene integrato nella strategia aziendale. Presenta eccellenze soprattutto nell´ambito della formazione e sensibilizzazione sulle tematiche della sostenibilità e della sicurezza nei confronti dei dipendenti (57 ore medie annue di formazione per ogni addetto per un costo, sul V. A. Pari a 11. 000,00 / 5. 000. 000,00 euro circa). Numerose le agevolazioni per tutti i dipendenti con un impegno economico pari a più di 16. 000,00 / 5. 000. 000,00 euro annui (flessibilità d´orario, sistema premiante, consulenza fiscale gratuita, attività ricreative all´interno dell´azienda. ). Particolare attenzione alla disabilità con circa l´8% del personale appartenente a categorie svantaggiate (costo sostenuto su V. A. 1350,00 / 5. 000. 000,00. Oltre a ad avere un sistema di gestione per la sicurezza sul luogo di lavoro, l’azienda è attiva nel sostegno alla comunità sui temi della ricerca e dell’istruzione e sul fronte ambientale, con l´utilizzo di contenitori Pet (primi in Italia), con iniziative per il riciclaggio dei rifiuti, la conversione di tutti i vigneti in coltivazioni biologiche e, infine, lo sfruttamento di energie rinnovabili. Categoria “Comunità” Banca di credito cooperativo di Pianfei e Rocca de´ Baldi – Cuneo - “Responsabilità: è una parola semplice, e importante. Significa che ciascuno, con le sue capacità e competenze, è chiamato a contribuire alla costruzione di un mondo migliore”. Con queste parole si apre il Bilancio Sociale e di Missione 2005 della Banca di Credito Cooperativo di Pianfei e Rocca de’ Baldi, in provincia di Cuneo. Nata 11 anni fa, oggi conta 12 filiali, 3805 soci, un’utile di 1,8 milioni di euro. “La storia di questa banca”, spiega il presidente Pier Giorgio Fulcheri, “ha origine nella seconda metà dell’ ‘800 quando c’era la necessità di agevolare il credito alle attività artigiane e agricole della zona, che altrimenti sarebbero scivolate nelle mani dei prestatori ad usura. La volontà dei soci fondatori era quella di sostenere le categorie economiche che più potevano avere difficoltà nell’accesso al credito”. La strada intrapresa allora non è stata più cambiata e lo spirito è rimasto lo stesso. L’azienda opera per far coincide gli obbiettivi economici e quelli sociali. “È la nostra doppia anima: non importa quanto sei grande, ma quanto sei spesso” dice il presidente Fulcheri. Alla banca i 74 dipendenti e le migliaia di soci operano con in mente una serie di obbiettivi: creare opportunità e sostenere l’economia locale, ma anche aiutare le famiglie, tenere in vita le zone montane inclini allo spopolamento e favorire la crescita culturale e la valorizzazione dell’arte, senza dimenticare che è meno fortunato. Importante anche il sostegno al sociale, obiettivo condiviso e costantemente perseguito dalla banca, che coopera con il mondo del non profit attraverso donazioni, raccolte di fondi e campagne di sensibilizzazione tese a diffondere e stimolare la cultura della solidarietà. Un esempio assai valido è la costituzione di una onlus, la “Fondazione Verdeblu”. Molte iniziative e un invidiabile successo. Se gli chiedete come sia possibile, il presidente Fulcheri sorride: “La nostra è stata una scommessa per realizzare quelle che è il nostro motto: “La grandezza di un impresa non si vede dalle dimensioni”. Sono i risultati della collaborazione di tutti, un vero lavoro di squadra: collaboratori, dipendenti, amministratori, soci. Una vittoria per tutto il credito cooperativo”. .  
   
   
QUANDO I MILANESI ALL’ESTERO FANNO SPETTACOLO E IL TEATRO È AL TERZO POSTO NELLE PREFERENZE CULTURALI DEI MILANESI  
 
 Milano, 16 maggio 2006 - I riflettori si accendono e sul palcoscenico sale il “made in Milano” attore protagonista del mercato globale della cultura italiana: 150 imprese che commerciano con l’estero in prodotti connessi alla cultura, dai servizi cinematografici alle attrezzature per macchine fotografiche, dagli abiti per rappresentazioni teatrali ai giornali e riviste, dai servizi ricreativi ai supporti fotografici,cartacei, pari al 30% delle imprese italiane. In particolare Milano pesa per il settore fotografico e televisivo quasi il 37% del totale nazionale, seguono teatro, cinema e musica con il 30,4% e il settore della carta stampata con il 26,4%. I rapporti più fitti sono con Unione Europea, ben 103 imprese “culturali” fanno infatti interscambio con i Paesi comunitari e, sulla scia di Marco Polo, con l’Estremo Oriente (29 imprese). Terzo partner meneghino il continente Nord Americano con 26 imprese. Ma anche a casa loro i milanesi si dedicano alla cultura, e non solo per business. Il teatro è al terzo posto tra le loro attività preferite (8,7% degli intervistati), dopo la lettura di libri (53%) e il cinema (11%), ma prima di mostre (5,9%) e concerti (5,4%). Uno su dieci va a teatro almeno una volta al mese, magari uscendo dall’ufficio, visto che lo sceglie nel tempo libero il 10% di chi ha tra i 31 e i 50 anni. Ma lo spettacolo teatrale sale tra le priorità culturali degli ultra cinquantenni, superando il cinema (8% contro 7%). E per un momento culturale, come un libro o uno spettacolo teatrale, quasi il 40% sacrificherebbe una partita di calcio, il tempo dedicato allo sport o a un hobby (18%), al pranzo o alla cena (16%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese a maggio 2006 e da un’indagine della Camera di commercio di Milano sul rapporto dei milanesi con la cultura attraverso Cedcamera su 390 a cittadini tra i 18 e i 70 anni intervistati a Milano, con metodo C. A. T. I. Nel 2005. Di teatro, spettacolo e cultura si è parlato oggi in Camera di commercio alla presentazione del volume “Piccolo è il mondo: l’attività internazionale del Piccolo Teatro”. “Le imprese diventano ambasciatrici di cultura – ha dichiarato Marco Accornero, membro di giunta della Camera di commercio di Milano – mettono in contatto, stili, tradizioni, sensibilità di ogni parte del mondo. Milano e le sue imprese si aiutano a vicenda: la città con la sua storia, con la sua ricchezza artistica, con i suoi marchi culturali, quali il Piccolo teatro, proietta il sistema economico milanese oltre i confini nazionali e le imprese ricambiano l’aiuto diffondendo attraverso i loro prodotti l’identità, la tradizione, l’arte di saper fare milanese”.
Numero di Imprese specializzate nello scambio di import-export di prodotti legati al mondo della cultura
peso di milano
Mi Italia Lombardia Italia Lombardia
Teatro, Musica, Cinema 24 79 29 30,4% 82,8%
Fotografia Televisione 64 172 77 37,2% 83,1%
Libri e riviste 39 148 63 26,4% 61,9%
Scuola,musei,strutture per la formazione 1 16 3 12,5% 66,7%
Pittura, Pubblicità,svago 19 81 23 23,5% 82,6%
Totale italiano 148 496 195 29,8% 75,9%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese a maggio 2006 .
 
   
   
UN MILIONE PER PORTARE ALL´ESTERO GLI ARTIGIANI FINANZIATI 12 PROGETTI PER PROMUOVERE IL MADE IN ITALY  
 
 Milano 15 Maggio 2006 - Regione Lombardia ha deciso di investire oltre un milione di euro in dodici progetti finalizzati ad esportare i prodotti e la cultura dell´artigianato lombardo. La Giunta lombarda ha infatti approvato una delibera - presentata dal presidente Roberto Formigoni di concerto con l´assessore all´Artigianato e Servizi, Marco Pagnoncelli e con l´assessore all´Industria, Massimo Corsaro - per favorire gli imprenditori del settore artigiano nella promozione del "made in Lombardy" all´estero. "Siamo convinti - sottolinea Pagnoncelli - che la chiave di volta per il rilancio delle nostre imprese artigiane stia nelle enormi possibilità che offre il mercato internazionale". Regione Lombardia metterà quindi a disposizione per il 2006, 1. 057. 000 euro per finanziare dodici progetti già messi a punto, in linea generale, dall´Assessorato all´Artigianato e Servizi. "Siamo appena rientrati da Lisbona e presto voleremo a New York, ma non ci fermiamo qui - spiega Pagnoncelli - Oltre che su questa delibera, il nostro programma di internazionalizzazione si basa su altri tre interventi: la convenzione tra Regione Lombardia e Ministero delle Attività produttive, attraverso l´Istituto per il Commercio estero; la convenzione firmata proprio in questi giorni con Unioncamere Lombardia e le attività avviate in collaborazione con il Cestec (Centro lombardo per lo sviluppo tecnologico e produttivo dell´artigianato e delle piccole imprese) per le quali abbiamo messo a disposizione circa 3 milioni di euro". Partecipare a grandi fiere ed eventi internazionali, promuovere azioni mirate a stabilire rapporti commerciali permanenti in città giudicate strategiche, avviare un confronto ed uno scambio culturale con sistemi economici diversi da quello lombardo, facilitare le imprese nell´individuazione di possibili interlocutori economici: questi alcuni degli obiettivi messi a fuoco da Regione Lombardia. Nello specifico, i Paesi che verranno toccati dai progetti sono: Gran Bretagna (Londra in particolare), Emirati Arabi, Ucraina, Cina, Canada, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Polonia, Russia, Portogallo e Cile. .  
   
   
IMPOSTE LOCALI,: MILANO NELLA CLASSIFICA DEI COMUNI DOVE I CITTADINI PAGANO LE TASSE PIU’ ALTE SI COLLOCA DOPO ROMA, TORINO, GENOVA E FIRENZE GESTITI DA SINDACI DI SINISTRA  
 
 Milano, 16 maggio 2006 - “Milano nella classifica dei comuni dove i cittadini pagano le imposte locali più alte è solo al 32° posto. E rimane molto distante da altri grandi comuni come Firenze e Roma che rispettivamente si collocano al 1° e 3° posto. Infatti, a Milano, una famiglia paga annualmente in media al Comune 1. 023 euro contro i 1. 424 euro di Firenze e i 1. 307 di Roma. E precedono la nostra città nella classifica altre importanti comuni come Genova con 1. 044 euro e Torino con 1. 038 che si collocano al 27° e al 28° posto”. Lo comunica il Vice Sindaco Riccardo De Corato. “Questi dati – aggiunge De Corato - dimostrano come, tra i comuni più importanti del centro nord, Milano è quello dove i cittadini sono meno penalizzati dal fisco. Dati che testimoniano, quindi, come la nostra città è in controtendenza rispetto ad altre realtà gestite dai sindaci di centro sinistra, come appunto Roma e Firenze, dove il conto presentato alle famiglie per garantire i servizi pubblici diventa sempre più alto, e finisce per coprire oltre il 50% delle entrate totali dei comuni. “Noi invece in questi nove anni di governo della città – conclude De Corato – non solo non abbiamo aumentato le tasse e le tariffe, come l’Ici, ma non abbiamo neanche tagliato i servizi alla persona, anzi abbiamo costruito centri e residenze per la terza età e attivato servizi per gli anziani soli, abbiamo riqualificato e messo a norma tutte le scuole materne, elementari e medie che versavano in un pesante stato di degrado e abbiamo riqualificato le case popolari di interi quartieri periferici. ” .  
   
   
IL GRUPPO CATTOLICA VALORIZZA PARTE DEL PROPRIO PATRIMONIO IMMOBILIARE  
 
Verona, 16 maggio 2006 - Nell’ambito del piano di valorizzazione del settore immobiliare, Cattolica Assicurazioni e le controllate Cattolica Immobiliare, Duomo Assicurazioni e Duomo Previdenza, hanno ceduto ieri a Hellas s. R. L. , società veicolo a cui Lehman Brothers ha apportato la maggioranza dei mezzi finanziari, una porzione del proprio portafoglio immobiliare composta da stabili e unità condominiali per una superficie complessiva di circa 34. 000 metri quadrati ad un prezzo di circa 71 milioni di euro, realizzando complessivamente una plusvalenza lorda pari a circa 55 milioni, comprensiva della plusvalenza rilasciata a livello consolidato relativa agli immobili conferiti dalla Capogruppo a Cattolica Immobiliare nel dicembre 2002. L’operazione si inserisce nel più ampio processo di razionalizzazione interna del Gruppo Cattolica volta a migliorare il business immobiliare, massimizzandone la redditività attraverso una gestione dinamica degli immobili e un turnover più elevato del portafoglio immobiliare. .  
   
   
IL GRUPPO ITALCEMENTI ACQUISISCE IN INDIA LA TOTALITA´ DELLA JOINT VENTURE ZUARI CEMENT LTD  
 
Bergamo, 17 maggio 2006 – Il Gruppo Italcementi - attraverso la sub-holding per le attività internazionali Ciments Franwais - ha raggiunto un accordo per l´acquisizione della quota detenuta da Zuari Industries Limited nella joint venture paritetica Zuari Cement Limited, con un investimento di circa 100 milioni di euro. Il Gruppo era entrato nel mercato indiano nel gennaio 2001 acquisendo il 50% di Zuari Cement che deteneva un impianto, situato nella parte meridionale dello Stato dell´Andhra Pradesh (India del sud), con una capacità produttiva annua di circa 2 milioni di tonnellate. All´inizio del 2002, Zuari Cement aveva poi acquisito Sri Vishnu Cement, società con un impianto produttivo localizzato a Sitapuram nella parte settentrionale dell´Andhra Pradesh; lo stabilimento ha una capacità produttiva di circa 1,2 milioni di tonnellate. Nel 2005 i ricavi di queste società sono stati pari complessivamente a circa 100 milioni di euro ed hanno generato un margine operativo lordo di circa 12 milioni di euro con un risultato operativo di 4 milioni di euro. .  
   
   
L´EURATOM ADERISCE A UN´INIZIATIVA INTERNAZIONALE DI RICERCA NUCLEARE  
 

Bruxelles, 16 maggio 2006 - L´11 maggio è stata resa nota l´adesione formale della Comunità europea dell´energia atomica (Euratom) a un accordo quadro internazionale di collaborazione per la ricerca e lo sviluppo di sistemi di energia nucleare di quarta generazione. L´accordo quadro è un programma del Forum Internazionale Generazione Iv (Gif - Generation Iv International Forum), una piattaforma per la cooperazione internazionale nel settore della ricerca istituita nel gennaio 2000 su iniziativa del ministero statunitense dell´Energia per esplorare concetti innovativi in materia di energia nucleare per affrontare le prossime sfide del panorama energetico. La quarta generazione di sistemi di energia nucleare consiste in una varietà di tecnologie per reattori nucleari che potrebbero essere applicate entro il 2030. Se la prima e la seconda generazione di reattori avevano soddisfatto un consistente fabbisogno energetico a costi contenuti e garantendo livelli accettabili di sicurezza, la terza generazione, concepita in seguito agli incidenti di Three Mile Island e Chernobyl, si è contraddistinta per un livello di sicurezza ancora superiore. Benché gli attuali modelli rappresentino una fonte affidabile di energia elettrica per molti mercati, i sostenitori della quarta generazione sostengono che la sua attuazione comporterà miglioramenti significativi in termini di economia, sicurezza, affidabilità e sostenibilità rispetto alle tecnologie per reattori attualmente impiegate. Aderendo al Gif, tutte le organizzazioni e le aziende attive nel settore ricerca e sviluppo (R&s), nonché i paesi partecipanti ai programmi quadro di Euratom per la ricerca, avranno la possibilità di partecipare concretamente a progetti Gif di ricerca e sviluppo, sviluppando in questo modo competenze e conoscenze nonché acquisendo informazioni sugli aspetti tecnici e concernenti la sicurezza della prossima generazione di sistemi di reattori nucleari. L´euratom si unisce ad altri dieci membri del Gif (Argentina, Brasile, Canada, Corea del Sud, Francia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, Sud Africa e Svizzera) mentre il ruolo di osservatori permanenti sarà svolto dall´agenzia per l´energia nucleare dell´Ocse e dall´Agenzia internazionale per l´energia atomica. Il Centro comune di ricerca della Commissione europea (Ccr) è stato nominato "agente esecutivo" dell´accordo quadro e rappresenterà l´Euratom in seno al Gif. Il Forum ha identificato diversi ambiti prioritari da sviluppare e attuare entro il 2030. Essi comprendono lo sviluppo di reattori ad altissima temperatura (Vhtr - very high temperature reactors), reattori veloci raffreddati a gas (Gfr - gas-cooled fast reactors) e reattori veloci raffreddati a sodio (Sfr - sodium-cooled fast reactors). Per ulteriori informazioni su Euratom visitare: http://ec. Europa. Eu/comm/euratom/index_en. Html  
Per maggiori informazioni sul Forum internazionale Generazione Iv (Gif) visitare: http://www. Gen-4. Org/

.
 
   
   
APPLICARE NELLA PRATICA LA POLITICA PER L´ENERGIA INTELLIGENTE  
 
Bruxelles, 16 maggio 2006 - Si terrà a Bruxelles (Belgio) il 30 maggio una conferenza dedicata all´applicazione pratica della politica per l´energia intelligente. Il programma Energia intelligente per l´Europa (Eie) rappresenta il principale strumento attraverso il quale sarà possibile attuare concretamente nella pratica la politica comunitaria per un uso intelligente dell´energia e delle fonti rinnovabili. La manifestazione fornirà maggiori informazioni sul programma, e in particolare: - il contesto politico, i progetti e i risultati attuali, le lezioni apprese e le prospettive future; - la richiesta di finanziamenti Eie; - i consigli dei responsabili di progetto esperti; - l´individuazione di partner per i progetti. Per ulteriori informazioni visitare: http://europa. Eu/comm/energy/intelligent/events/infodays_en. Htm .  
   
   
LA TECNOLOGIA FOTOVOLTAICA: STATO DELL’ARTE E POTENZIALITÀ DI IMPIEGO NEI PROCESSI PRODUTTIVI CONVEGNO MERCOLEDÌ 17 MAGGIO ORE 17.00 AUDITORIUM AREA SCIENCE PARK, PADRICIANO TRIESTE  
 
 Trieste, 16 maggio 2006 - Le opportunità offerte alle pmi dalle fonti energetiche rinnovabili. E’ questo il tema del convegno: “La tecnologia fotovoltaica: stato dell’arte e potenzialità di impiego nei processi produttivi”, organizzato da Area Science Park. L’incontro offrirà alle pmi una panoramica completa sulle tendenze di sviluppo, sugli ambiti di applicazione e sui costi della tecnologia fotovoltaica. Fra le finalità vi è anche quella di evidenziare gli aspetti che conferiscono valore aggiunto a questo sistema energetico rispetto all’utilizzo di fonti energetiche tradizionali. Durante il convegno sarà presentata la nuova edizione riveduta e aggiornata di uno studio realizzato con la collaborazione del Centro di Ecologia Teorica ed Applicata (Ceta) per rispondere alle richieste provenienti da aziende di diversi settori produttivi, interessate ad acquisire maggiori informazioni sull’applicabilità della tecnologia fotovoltaica. .  
   
   
SCAMBIO DELLE EMISSIONI: PUBBLICATA LA PRIMA VERIFICA DI CONFORMITÀ IL 99% DEGLI IMPIANTI INDUSTRIALI HA RISPETTATO GLI OBBLIGHI PREVISTI  
 
Bruxelles, 16 maggio 2006 - La Commissione europea ha pubblicato oggi i dati relativi alle emissioni di anidride carbonica (Co2) e allo stato di conformità di più di 9. 400 impianti industriali di 21 Stati membri che rientrano nel sistema europeo di scambio delle emissioni all´interno del programma di attuazione del Protocollo di Kyoto. Per quattro Stati membri - Cipro, Lussemburgo, Malta e Polonia - i dati sulle emissioni non sono ancora stati resi noti, dal momento che i registri di emissioni non sono operativi. Il sistema europeo di scambio delle emissioni dovrebbe permettere di ridurre al minimo i costi per l´economia derivati dalle emissioni di gas serra prodotte nel settore energetico e in particolare dagli impianti ad alto consumo di energia. Esso prevede che le imprese dispongano di una quantità annuale prefissata di emissioni (valutata in tonnellate di Co2) e che in caso di non ottemperanza possano "acquistare" dalle imprese virtuose - che invece hanno ridotto le proprie emissioni - la loro quota di emissioni non utilizzata. In questo modo per le imprese diventa più vantaggioso investire in tecnologie che consentono risparmi energetici. Andando più nel dettaglio, i 21 Stati membri i cui registri di emissioni sono operativi, nel primo periodo di funzionamento del sistema di scambio - compreso tra il 2005 e il 2007 - hanno ripartito tra i rispettivi impianti industriali una media annuale di 1. 829,5 milioni di quote. Per coprire le emissioni prodotte dai nuovi impianti, al totale delle emissioni sono state aggiunte 73,4 milioni di quote extra. I dati sulle emissioni indicano che nel 2005 l´ammontare per gli impianti operativi in questi 21 Stati membri è stato di 1. 785,3 milioni di tonnellate. Alla scadenza del 30 aprile 2006 erano 8. 980 impianti ad aver ottemperato agli obblighi di comunicazione delle emissioni 2005. Questi impianti industriali sono responsabili del 99% delle quantità totali fissate di emissioni. Sempre a quella data sono stati 849 gli impianti che non hanno ceduto un numero sufficiente di quote. Molti di questi hanno rispettato quest’obbligo nel corso delle ultime due settimane, i restanti impianti hanno segnalato problemi tecnici nei registri nazionali. La Commissione contatterà gli Stati membri responsabili di questi impianti per accertare in modo preciso le ragioni della mancata ottemperanza e per controllare che le misure necessarie siano attuate. Le norme comunitarie attualmente in vigore prevedono che qualora un’impresa non restituisca le quote o ne restituisca in numero insufficiente, sarà tenuta a versare allo Stato membro un’ammenda pari a 40 euro per quota non restituita. La preparazione del sistema di scambio di emissioni per il secondo periodo - compreso tra il 2008 e il 2012 - è già in fase avanzata. Come previsto dalla direttiva sullo scambio di emissioni (direttiva 2003/87/Ce), gli Stati membri dovranno preparare i programmi di ripartizione nazionali per il periodo 2008-2012 e notificarli alla Commissione entro il 30 giugno. Questi programmi rappresentano strumenti importanti nel quadro della politica climatica europea dato che fissano il livello totale di emissioni di Co2 prodotte dalle industrie dell’Ue e allo stesso tempo stabiliscono le ripartizioni tra i singoli impianti industriali. Entro la fine dell´anno inoltre, la Commissione avvierà una revisione sia del sistema di scambio di emissioni sia della direttiva per stabilire quali eventuali cambiamenti andranno introdotti al sistema dopo il 2012. .  
   
   
CONTINUA L´IMPEGNO DEL MIUR PER IL "RIENTRO DEI CERVELLI"  
 
Roma, 15 maggio 2006 - In riferimento alle allarmistiche notizie di stampa e d´agenzia sul presunto blocco dell´operazione "Rientro dei cervelli" in Italia, il Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca precisa che in seguito al decreto 13/2001, che ha permesso a partire da tale anno l´inserimento in Italia con contratti a termine di oltre 460 studiosi, è stata data quest´anno priorità alla loro stabilizzazione. Nel corso del dibattito politico che ha portato all´approvazione della legge 230/05 era stata infatti sottolineata da più parti la necessità di assicurare a questi studiosi uno stabile inserimento nel sistema universitario attraverso forme di reclutamento ordinario. Il Ministero, nell´ambito della valutazione e delle priorità selezionate, ha riservato la somma di tre milioni di euro per consentire alle singole università chiamate dirette degli studiosi che avevano già usufruito dei provvedimenti per il rientro dei cervelli. Questo finanziamento consentirà l´inserimento stabile di almeno 300 studiosi che hanno già sperimentato presso le università italiane attività di docenza e di ricerca qualificate. Le procedure del Dm 13/2001 sono state pertanto differite al prossimo esercizio finanziario. Gli interventi per richiamare nel nostro Paese studiosi italiani residenti all´estero o stranieri sono comunque proseguiti anche nell´ultimo scorcio di legislatura con azioni fortemente innovative nell´ambito della politica di rilancio del Sistema Ricerca italiano attuata dal Ministro Letizia Moratti. Si ricorda a tale proposito che a valere sul Firb, Fondo investimenti ricerca di base, è stato previsto che almeno il 10 per cento delle risorse complessive, per un ammontare di oltre otto milioni di euro, sia destinato a contratti triennali per giovani ricercatori e studiosi di chiara fama, aperti anche alla partecipazione di stranieri e italiani impegnati all´estero. . .  
   
   
IL CNR PROMUOVE LA RICERCA ‘GIOVANE’ SULL’IDENTITÀ CULTURALE FINANZIATO PER 3.000.000 DI EURO, IL BANDO DELL’ENTE FAVORISCE GLI STUDIOSI UNDER 35. I TEMI PREVISTI SPAZIANO DALLA LINGUA ALLA CIVILTÀ, DAL DIRITTO ALL’ECONOMIA ALLA POLITICA E AL TERRITORIO, CON UN FORTE LEGAME CON LA STORIA E L’ATTUALITÀ  
 
Roma, 16 maggio 2006 - Si ripete l’iniziativa, istituita dal vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roberto de Mattei per la promozione dell´attività di ricerca di giovani studiosi, con particolare riferimento al tema: “L’identità culturale come fattore di integrazione”. Il concorso, destinato a ricercatori under 35, avrà un finanziamento complessivo pari a euro 3. 000. 000, esattamente il doppio rispetto allo scorso anno. Le linee tematiche da affrontare sono: La tradizione del diritto romano e del diritto comune nella formazione del corpus giuridico italiano ed europeo; Il ruolo delle identità culturali, politiche ed amministrative degli Stati pre-unitari nella formazione della identità nazionale e statuale dell’Europa unita; Gli stili della scienza italiana dell’età moderna in rapporto agli stili della scienza degli altri Paesi europei; Lingua italiana e cultura nella società della conoscenza: storia, apprendimento, uso, neologia e tecnologie; I valori dell’Italia contemporanea, confrontati ai valori dei maggiori Paesi dell’Europa continentale, ed il loro ruolo nella delineazione di una comune identità europea; Impresa, territorio, innovazione e sviluppo: il capitalismo italiano dalle aziende familiari alla globalizzazione; Territorio e identità: lo sviluppo locale come fattore di competitività nei processi di globalizzazione; Le strutture paesaggistiche come elemento di definizione delle identità geografiche e territoriali; Nuovi confini identitari: gli apporti delle scienze umane e morali a confronto con i risultati delle scienze biologiche e neurologiche; Cristianesimo e religioni nella formazione dell’identità europea, latina e mediterranea; Civiltà europea e identità nazionale di fronte alla sfida della multiculturalità: individuazione di radicie appartenenze, collaborazioni e sinergie, processi di interculturalità; . Etica della ricerca: ricognizione e valutazione degli approcci e delle esperienze a livello internazionale, europeo e nazionale. Oltre al finanziamento per attività di ricerca (della durata di un anno) proposte da giovani ricercatori, verranno assegnati contributi alla promozione ed edizione di pubblicazioni, anche periodiche, di rilevante interesse scientifico e culturale che al momento della richiesta di finanziamento dovranno essere inedite, complete e pronte per la stampa. I proponenti dovranno presentare le proprie richieste di finanziamento tramite la procedura informatica disponibile sul sito del Cnr ( www. Cnr. It/promozione2005 ) entro il 31 maggio 2006. Inoltre, le bozze delle pubblicazioni dovranno essere inviate o consegnate sempre entro il 31 maggio 2006, al Consiglio Nazionale delle Ricerche. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www. Cnr. It/promozione2005 . “L’iniziativa del Cnr di intervenire a favore di giovani studiosi non ancora inseriti organicamente nel sistema ricerca, ha un particolare significato”, commenta Tullio Gregory, direttore dell’Istituto per il lessico intellettuale europeo e la storia delle idee (Iliesi) del Cnr, “non solo perché supplisce carenze strutturali del sistema, da tempo anchilosato per la mancanza di periodici concorsi, ma perché rende possibile individuare giovani che si sono personalmente impegnati in campi di ricerca spesso fuori dai tradizionali curricoli universitari. Chi scorra le tematiche proposte dal bando di interventi per la promozione della ricerca, noterà subito la rilevanza e originalità di alcuni temi e di alcuni settori di studio. Così, mentre il Cnr si impegna positivamente in progetti di grande respiro, offre anche uno stimolo alla ricerca libera, orientandola verso tematiche di grande rilievo. Il numero delle domande già presentate lo scorso anno, l’ottimo livello dei programmi di ricerca risultati vincenti, assicurano l’importanza di questo bando per selezionare nuove generazioni di giovani studiosi e favorire anche la pubblicazione di ricerche originali”. Varietà e originalità degli argomenti sono i punti di forza del bando anche per Pietro Beltrami, direttore dell’Istituto Opera del Vocabolario Italiano (Ovi) del Cnr di Firenze. “Il settore umanistico del Cnr conferma un aspetto importante e innovativo della propria politica della ricerca, già messo alla prova con un primo bando analogo, la cui esperienza, ora che le ricerche promosse sono concluse o vicine al termine, si è dimostrata largamente positiva. Tre punti sono soprattutto da sottolineare. Prima di tutto, la promozione della ricerca dei giovani ‘non strutturati’, entro i 35 anni, con un finanziamento di 3 milioni di euro che è certamente cospicuo, soprattutto se misurato con i parametri della ricerca umanistica. Poi, l’identificazione di un fascio di linee tematiche che affianca, senza identificarvisi, la rosa dei progetti portanti dei nuovi Dipartimenti Identità culturale e Patrimonio culturale, e che riunisce temi di ricerca di lingua e di civiltà, di diritto e di economia, di politica e di studio del territorio, con un forte legame con la storia da un lato e dall’altro con l’attualità. Infine, la formula che prevede il collegamento della ricerca con una Istituzione di riferimento: sebbene questa sia tecnicamente solo responsabile della cura amministrativa, tale formula stimola la convergenza dei progetti verso le strutture, e comporta perciò di fatto un sostegno non solo alle persone dei giovani ricercatori, ma all’efficienza del sistema della ricerca umanistica. È dunque da augurarsi l’iniziativa diventi una caratteristica costante dell’attività del Cnr umanistico”. .  
   
   
LAUREA HONORIS CAUSA IN ECONOMIA SCIENZE ECONOMICHE E SOCIALI AL PROFESSOR DALE W. JORGENSON  
 
Roma, 16 maggio 2006 - Da oggi alla Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata” c’è un nuovo, insigne neo-laureato: il professor Dale W. Jorgenson, uno dei maggiori economisti dei nostri tempi. All’eminente studioso è stata infatti conferita in mattinata la Laurea “Honoris Causa” in Economia - Scienze Economiche e Sociali per la “Qualità della ricerca ed una particolare abilità nel combinare teoria e metodi statico-econometrici nell’analisi di problemi concreti”. Gli studi dell’ex presidente dell’American Economic Association su crescita, costo del capitale, produttività e investimenti, efficienza nelle politiche tributarie, consumo aggregato, misurazione del benessere sociale e su istruzione ed energia si sono dimostrati fondamentali per gli economisti mondiali. Jorgenson è stato capace di dimostrare come lo sviluppo del settore informatico sia stato la principale causa della rinascita economica americana e mondiale degli anni ’90 e come tale sviluppo sia nato dalla riduzione del prezzo dei semiconduttori. Altrettanto fondamentali sono i suoi lavori sulla politica tributaria e sulla tassazione del capitale - che ispirarono la riforma tributaria americana del 1986 e che animarono gran parte delle riforme fiscali nel resto dei paesi industrializzati in quegli anni - nuovamente alla ribalta nell’agenda del Presidente degli Stati Uniti. Jorgenson ha recentemente stimato che “I guadagni di una Tassazione Efficiente del Reddito sono equivalenti ad un incremento di 19 centesimi per ogni dollaro di ricchezza nazionale: quasi 5mila miliardi di dollari”. Dale W. Jorgenson è nato a Bozeman, Montana (Usa) nel 1933. Attualmente è Samuel W. Morris University Professor ad Harvard e Direttore del Program on Technology and Economic Policy alla Kennedy School di Harvard. È stato Professore di Economia presso l’Università della California di Berkeley (1963-69) e Visiting Professor di Economia e di Statistica presso prestigiose università quali Stanford e Oxford, prima di dirigere il Dipartimento di Economia dell’Università di Harvard. Presidente dell’Econometric Society (1987), è membro di prestigiose associazioni scientifiche: American Economic Association, American Statistical Association ed Econometric Society, Royal Swedish Academy of Sciences, American Academy of Arts and Sciences, American Association for the Advancement of Science, American Philosophical Society. È – o è stato – Editor di importanti riviste scientifiche come Bell Journal of Economics, Review of Economics and Statistics, Quarterly Journal of Economics, American Economic Review, Review of Economic Studies, Journal of the American Statistical Association. Tra i riconoscimenti ricevuti va ricordata la John Bates Clark Medal dell’American Economic Association - conferitogli nel 1971 - anche perché già all’epoca emergevano le particolari abilità di metodo e ricerca dello studioso “ostinato”. Nella motivazione infatti si legge che “Dale Jorgenson ha lasciato il segno sia nel campo della teoria economica pura che nel campo dei metodi statistici. Egli è fondamentalmente un maestro del territorio tra l’economia e la statistica, dove entrambe vanno applicate per studiare i problemi concreti. La sua prolungata esplorazione delle determinanti degli investimenti sarà considerata a lungo uno dei più sopraffini esempi di matrimonio tra economia teorica e applicata”. Jorgenson ha inoltre “prodotto” sessantacinque Dottori di Ricerca – gran parte dei quali già ben affermati nella professione – a riprova della sua grande dedizione all’insegnamento. I lavori di Jorgenson hanno reso possibili significativi passi in avanti nel nostro modo di comprendere e misurare un rilevante numero di “fatti” economici. E la sua lectio doctoralis di oggi - non a caso su “Information Technology and the World Economy” - ci può aiutare a capire la direzione dello sviluppo economico contemporaneo. .  
   
   
INFODAY 2006: CONTATTI ESTERI E SPORT FANNO DI PAVIA UN´ UNIVERSITÀ CHE PIACE AI RAGAZZI  
 
Pavia, 16 maggio 2006 - Più di mille ragazzi. Qualcuno anche accompagnato dai genitori, che forse faticano ancora a prendere coscienza del tempo che passa. O forse che vogliono vedere con i propri occhi questa città-campus di cui ormai si parla molto. L¹infoday 2006, svoltosi il 10 maggio scorso, organizzato dal Centro Orientamento dell¹Università di Pavia è un ottimo termometro per misurare la temperatura dei prossimi studenti e per intravedere il trend futuro. La giornata ³da studente universitario² è sempre molto attraente per i ragazzi delle scuole superiori, solitamente per quelli del quinto anno, ma quest¹anno la presenza di studenti di quarta ha già dato un segnale: il pensiero al domani (e anche al dopodomani) c¹e, prepararsi al proprio futuro di studi non è più una rarità. Forse i percorsi di orientamento e la sensibilizzazione alla consapevolezza nelle scelte, che in questi anni anche l¹Ateneo pavese ha messo in campo, stanno dando i loro frutti. Ma a che cosa si interessano questi ragazzi? Anzitutto ai costi: tasse universitarie, prezzi delle case in città, rette dei collegi. E poi, naturalmente, ai loro futuri docenti, perché dal punto di vista delle scelte dell¹indirizzo di laurea, pare che siano già tutti molto decisi, ancora prima di arrivare qui. Le scoperte però non mancano nemmeno per loro: le visite ai collegi sono sempre una piacevole sorpresa per tutti, nel prendere contatto con la vita universitaria tipica del campus Pavia. E in questo contesto rientra anche la poderosa attività sportiva promossa dal Cus, alla cui presentazione c¹era una folla di ragazzi. Curiosità e consapevolezza quindi, come indicato anche dal grande interesse per i progetti Erasmus: studiare significa essere internazionali, anche questa è una conquista ormai definitiva delle nuove generazioni di studenti. E l¹Università di Pavia rimane un punto di riferimento proprio per i suoi contatti internazionali. I ragazzi giunti all¹Infoday 2006 vengono in buona parte dalla Lombardia (da tutta la Regione), per circa il 15% dal Piemonte e poco meno dalla Liguria. Seguono l¹Emilia Romagna e la Valle d¹Aosta, e poi una bella fetta è suddivisa tra città come Matera, Ascoli, Reggio Calabria e Cosenza, Catania, Ragusa e Cagliari. Un bacino di utenza che si conferma sempre di ampio raggio e sostanzialmente stabile. Infine, le indicazioni che arrivano dalla distribuzione dei ragazzi per le varie facoltà segnalano che le aree di interesse sono molte e tra esse spiccano la classica Medicina e Chirurgia (che da sola ha visto 250 persone tra il pubblico di studenti) e il gruppo delle facoltà scientifiche, abitualmente in calo a livello nazionale, ma che a Pavia dimostrano di essere ancora molto competitive, ben oltre i numeri sempre rassicuranti di ingegneria. .  
   
   
MANAGER DI DOMANI "LACOSTE THE SUCCESS STORY"  
 
Torino, 16 maggio 2006 - Procter & Gamble International Operation S. A. E l´Ufficio Job Placement della Facolta´ di Economia dell´Universita´ degli Studi di Torino comunicano che il 18 Maggio 2006 presso l´Aula 5 della Facolta´ di Economia (C. So Unione sovietica 218/bis - Torino) dalle ore 14. 30 alle 16. 30 avra´ luogo l´evento: "Lacoste the success story": presentazione di un caso reale di marketing svolto da P&g. Contestualmente a quanto sopra indicato avverra´ la presentazione agli studenti dell´azienda e della funzione marketing in particolare. Infine, per tutta la giornata, nei pressi dell´Ufficio Job Placement (3° piano) sara´ presente uno stand dove i manager P&g saranno a disposizione per rispondere a tutte le domande che gli studenti vorranno porre loro in merito al caso di marketing od alle opportunita´ di stage/lavoro in P&g International Operation S. A. E-mail: jobpll@econ. Unito. It .