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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 05 Luglio 2006 |
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DA UNA CONFERENZA LA PROPOSTA DI PORRE LA MODELLAZIONE COMPUTAZIONALE AL CENTRO DEL NUOVO MODELLO DI ASSISTENZA SANITARIA IN EUROPA |
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Bruxelles, 5 luglio 2006 - L´europa ha bisogno di un nuovo modello di assistenza sanitaria che si basi su sistemi sanitari preventivi personalizzati, un obiettivo che può essere realizzato solo con l´ausilio delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic), ha dichiarato Viviane Reding, commissario europeo responsabile della Società dell´informazione e dei mezzi di comunicazione, ai partecipanti alla conferenza "Ict for Biomedical Sciences 2006", tenutasi a Bruxelles il 29 giugno, in occasione della quale sono stati individuati come assi portanti del nuovo modello la simulazione e la modellazione. I sistemi sanitari europei si trovano a dover affrontare importanti sfide poste dalle malattie croniche, dai cambiamenti demografici, dalla mancanza di personale infermieristico, dagli incidenti medici e dall´aumento dei costi. Secondo le previsioni, la percentuale di ultrasessantacinquenni dovrebbe quasi raddoppiare entro il 2050. Un maggior numero di anziani avrà bisogno di assistenza e cure mediche di lunga durata per potere vivere autonomamente. Anche le malattie croniche sono in aumento, al pari dei loro costi di gestione. Tutta questa serie di fattori sta iniziando ad esercitare un´ulteriore pressione sui sistemi sanitari europei. Per il 2050, nei paesi dell´Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) la spesa pubblica media destinata alla sanità e alle cure a lungo termine potrebbe arrivare al 10-13 per cento del prodotto interno lordo (Pil). Questa nuova situazione non sarà sostenibile, sempre che non si intervenga a tutti i livelli per cambiare i metodi di gestione della sanità. Intervenendo alla conferenza in diretta via Internet, il commissario Reding ha accennato a queste sfide e ha illustrato i lavori intrapresi dalla Commissione europea al fine di sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie atte a migliorare la qualità dell´accesso e dell´efficacia dell´assistenza sanitaria per tutti i cittadini. Le iniziative comprendono il piano d´azione 2004 per l´assistenza sanitaria in rete (eHealth), inteso a stimolare gli investimenti e la diffusione vantaggiosa di soluzioni di eHealth in Europa, Inoltre, l´eHealth figura tra le 10 priorità del piano d´azione eEurope 2005, attuato nell´ambito dell´iniziativa i2010. L´europa ha così conquistato una posizione leader per quanto riguarda l´uso di reti sanitarie regionali, l´impiego di cartelle cliniche elettroniche nel settore delle cure primarie, e la diffusione dell´assistenza sanitaria. "La prestazione di servizi sanitari online, compresa la formazione dei professionisti del settore, sta divenendo parte integrante della vita quotidiana di numerosi sistemi sanitari regionali e nazionali", ha dichiarato il commissario, sottolineando la rapida espansione del settore dell´eHealth che entro il 2007 dovrebbe raggiungere un valore di 20 miliardi di euro. Ma il processo di diffusione di cure mediche basate su soluzioni Tic ha ancora un po´ di strada da percorrere. "Potete forse immaginare di gestire l´archiviazione di informazioni biomediche senza computer, reti e biblioteche digitali? Ne dubito", ha osservato il commissario Reding. "Ma scommetto che potete immaginare di prestare i servizi sanitari senza ricorrere alle Tic". "Intensificare la ricerca nel settore delle Tic a favore delle scienze mediche rappresenta di certo una sfida. Ma sono convinta che l´industria delle Tic e l´industria biomedica possano ottenere insieme risultati più importanti di quelli che potrebbero conseguire separatamente", ha fatto presente il commissario. Viviane Reding ha fatto riferimento ai lavori attualmente in corso nell´ambito del programma di lavoro sulle Tic del Settimo programma quadro (7Pq), che si incentrerà, ha dichiarato, su due assi principali della ricerca e dell´assistenza sanitaria, ovvero la personalizzazione dell´assistenza sanitaria e l´impatto dei sistemi sanitari. Nel primo caso, l´attenzione sarà rivolta allo sviluppo della modellazione e della simulazione di malattie, per definirne le terapie e i trattamenti chirurgici, attraverso l´"essere umano fisiologico virtuale". Si tratta dell´attività modello del programma, ha dichiarato il commissario, volta a consentire a scienziati e medici di prevedere l´esito di un intervento chirurgico o l´impatto di un farmaco su un singolo paziente utilizzando modelli e tecniche di simulazione e visualizzazione. "È un settore nuovo nel quale la Commissione sta investendo massicciamente e che inciderà sulla formulazione della diagnosi da parte dei medici e sullo svolgimento delle operazioni da parte dei chirurghi", ha affermato il commissario Reding. "Saranno sviluppati nuovi farmaci più sicuri e più efficaci, simulandone gli effetti dapprima su un computer". L´impiego di organi umani creati al computer per valutare l´impatto di un farmaco non è una novità. Negli anni sessanta, il dott. Denis Noble dell´Università di Oxford ha aperto la strada alla modellazione dell´elettrofisiologia delle cellule cardiache e alla sua integrazione nei primi modelli biofisici particolareggiati dell´intero organo. Ha dimostrato che grazie ad equazioni matematiche era possibile modellare il modo in cui l´attività elettrica di una cellula cardiaca è influenzata dal movimento in entrata e in uscita degli ioni sodio e potassio, trasportati da pompe, canali che si trovano nella membrana della cellula. Tali modelli rivelano la complessità del cuore e l´influenza esercitata su di esso da vari fattori, non ultimi i geni di un individuo. Nel corso della sua presentazione al convegno, Noble ha mostrato il modello che aveva sviluppato sul canale dello ione potassio nel cuore che, se bloccato, può provocare aritmie cardiache, ovvero alterazioni del ritmo normale che ostacola il pompaggio del cuore. Le aritmie possono causare vertigini, svenimenti, dolori al petto, e uccidere ogni anno centinaia di migliaia di persone. Il 40 per cento circa di tutti i farmaci prodotti genera aritmie cardiache, che si tratti di antitumorali, antidiabetici o antistaminici. È una delle principali cause di insuccesso dei farmaci nelle sperimentazione cliniche. "Attualmente, la simulazione si trova a uno stadio in cui siamo in grado di suggerire all´industria farmaceutica come formulare i farmaci per evitare questo tipo di problema", ha spiegato il dott. Noble. Se Noble è impegnato nella modellazione di singole cellule cardiache, altri ricercatori stanno prendendo in considerazione la modellazione della struttura e dei meccanismi del cuore su larga scala, come ad esempio il battito del muscolo cardiaco stesso. Denis Noble collabora sin dagli anni ´90 con il professor Peter Hunter dell´Università di Auckland in Nuova Zelanda alla creazione di modelli relativi all´intero cuore, il cui comportamento riflette le attività di circa 12 milioni di cellule cardiache virtuali. La sfida ha proporzioni gigantesche se si considera che sono necessarie almeno otto ore per modellare un singolo battito cardiaco. I modelli dovrebbero mostrare come l´attività elettrica si origina a livello cellulare, come si diffonde poi alle altre cellule e come l´elettricità viene convertita in contrazione meccanica della parete cardiaca. I modelli simuleranno inoltre il modo in cui le pareti in contrazione fanno scorrere il sangue attraverso il cuore e l´energia viene poi distribuita all´intero sistema. Se la modellazione di un cuore intero può rivelare una certa complessità, ancora più difficile è l´integrazione di tutte le informazioni per consentire la definizione della struttura e del funzionamento dell´organizzazione biologica a tutti i livelli. Questo è l´obiettivo di Step, un´azione di coordinamento finanziata dall´Ue nell´ambito del Sesto programma quadro (6Pq), che sta elaborando il concetto di "Essere umano fisiologico virtuale" (Virtual Physiological Human - Vph), ossia lo sviluppo di un modello che migliorerà la descrizione del fisioma umano. Il progetto Vph è gestito congiuntamente al progetto Physiome, di più ampia portata, organizzato con il patrocinio della International Union of Physiological Sciences (Iups). Il professor Gordon Clapworthy dell´Università di Luton (Regno Unito), coordinatore del progetto, ha spiegato il concetto: "[Vph] è un modello integrato di fisiologia umana a diversi livelli, partendo dall´organismo, l´intero corpo umano, per arrivare fino ai genomi, passando attraverso gli organi, i tessuti, le cellule, le molecole. L´obiettivo è integrare tutti questi modelli in uno solo". Perché è necessario un concetto di questo tipo? "Si tratta di fornire assistenza sanitaria personalizzata", ha risposto Clapworthy. "È possibile ottenere una certa quantità di dati su un individuo attraverso strumenti standard, ma altre informazioni sulla fisiologia umana possono essere acquisite solo ricorrendo a tecniche particolarmente invasive". Una banca dati contenente informazioni generiche sul corpo umano, nella quale possano essere inseriti dati personali, offre al medico un´immagine più accurata ai fini della diagnosi. "Se [i dati di un paziente] vengono integrati in un modello più grande, una simulazione generica potrebbe portare ad un´immagine personalizzata, ad esempio del cuore di una persona", ha ipotizzato il professore. Il progetto riunisce nove partner di cinque Stati membri e 100 esperti impegnati nell´elaborazione di una tabella di marcia finalizzata allo sviluppo di un archivio di modelli integrato. Lo scopo è suddividere il corpo umano in singoli elementi e cercare di produrre dati coerenti, evitando sovrapposizioni. "In tutto il mondo, laboratori privati compiono lavori di base concernenti di norma un solo organo", ha spiegato Clapworthy. "Stiamo cercando di sfuggire alla modellazione multilivello praticata separatamente. L´idea è instaurare rapporti di collaborazione tra tutti coloro che lavorano in questo settore". Il progetto, peraltro, non riguarda solo la ricerca. "Concerne anche l´infrastruttura: come garantire la compatibilità fra i dati e il software? Quali sono le questioni etiche e giuridiche correlate? Devono inoltre essere affrontati numerosi problemi non tecnici per assicurare che il pacchetto funzioni", ha dichiarato il professor Clapworthy. "Per quanto riguarda, ad esempio, l´accesso a una banca dati per la modellazione delle malattie genetiche, si deve pensare ad un´interfaccia di facile impiego. Ma se si sta esaminando un solo settore, si deve immaginare una banca dati per tutti gli organi del corpo", ha osservato il professore. "Nell´ipotesi di sviluppo di banche dati su vasta scala da condividere, è necessario garantirne la sostenibilità a lungo termine. Qualcuno deve gestirle, qualcun altro deve continuare a produrre i dati e inserirli", ha spiegato Clapworthy. "Il nostro compito è studiare come conseguire questo risultato, a prescindere dal livello di finanziamenti disponibili", ha osservato il professore Clapworthy riferendosi al 7Pq. Sebbene il settore delle Ti non faccia parte del consorzio, il professore Clapworthy ha dichiarato che gli esperti delle accademie e dell´industria sono invitati a partecipare alle sue conferenze e ai suoi simposi. "È chiaro che gli aspetti clinici ed industriali sono fondamentali per il successo del progetto in futuro", ha aggiunto. "Passando al mondo reale, abbiamo bisogno chiaramente dell´approvazione dei medici specialisti e della cooperazione dell´industria, che assicurino la disponibilità e la buona qualità dei dati. [L´industria] può contribuire a far comprendere come la ricerca accademica possa essere applicata in un contesto industriale nel modo più corretto". Per quanto riguarda lo sviluppo del primo "simulatore umano virtuale ", Clapworthy ha osservato "Dipende da cosa vogliamo che sia e da quanto dettagliato debba essere". "Probabilmente dovremo aspettare circa 10 anni prima di potere avere un impatto clinico affidabile. Ma l´importante è che ormai siamo consapevoli della sua fattibilità. Sono convinto che, una volta messo a punto, procederà a ritmo sostenuto". Http://www. Europhysiome. Org/ . |
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L’INSTITUT CATALA DE LA SALUT COLLABORA CON IBM PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA SALUTE DEI CITTADINI IN 8 OSPEDALI DELLA REGIONE CATALANA L’ACCORDO PREVEDE UN PROGETTO DI TRASFORMAZIONE DELLA DURATA DI 4 ANNI E DEL VALORE DI 20 MILIONI DI EURO |
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Milano, 5 luglio 2006 - L’institut Català de la Salut (Ics) ha stipulato un accordo con Ibm della durata di 4 anni e del valore di 20 milioni di euro che intende trasformare e modernizzare i sistemi informatici presso gli 8 ospedali della regione catalana. Ics è il principale fornitore di servizi sanitari in Catalogna. Con più di 35. 000 professionisti, rappresenta l’80% della Sanità primaria in Catalogna e il 30% della Sanità ospedaliera. L’accordo con Ibm prevede il ridisegno di tutti i processi e la trasformazione dell’intero sistema sanitario della regione. Ibm è inoltre impegnata nel disegno e nella realizzazione di un nuovo modello per tutti i processi gestionali finanziari ed economici, nonché per la supply chain e la logistica. Verrà inoltre creato un nuovo modello per migliorare l’efficienza del personale sanitario e un nuovo sistema per la gestione dei pazienti e della clinica. L’obiettivo è di trasformare l’intero sistema, semplificando i processi sia per gli operatori sanitari sia per la gestione. In questo modo, i pazienti avranno a disposizione un servizio più snello, una minore burocrazia, un contatto con i medici più semplice e diagnosi più dettagliate. Uno degli elementi principali del progetto è la registrazione elettronica della cartella clinica di ogni paziente che sarà a disposizione del personale medico presso ogni ospedale per avere sotto controllo lo stato di salute del paziente, la sua storia clinica, con i risultati delle analisi e le eventuali allergie. Per i pazienti, questo si traduce in tempi di attesa inferiori per le terapie, un’unica cartella clinica con le informazioni aggiornate e unificate e la garanzia che tali dati rimangano riservati all’interno di un sistema informatico protetto. Per il personale medico sarà semplice e immediato accedere alla cartella clinica di ogni paziente nonché alle radiografie, agli esami diagnostici e di conseguenza sarà più facile fornire una diagnosi più precisa prescrivendo i farmaci adeguati in base alle necessità. Il progetto coinvolge inoltre l’amministrazione degli ospedali con una gestione migliorata del calcolo delle retribuzioni, delle operazioni bancarie e un sistema più efficace di programmazione dei turni. . |
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L´ODORE CORPOREO È DETERMINANTE PER ALLONTANARE LE ZANZARE |
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Bruxelles, 5 luglio 2006 - Alcuni ricercatori del Regno Unito potrebbero aver scoperto una nuova tecnica non invasiva per prevenire la diffusione di malattie trasmesse dalle zanzare come malaria, febbre dengue, chikungunya e febbre gialla. La malaria è una delle tre malattie più letali assieme a Hiv/aids e tubercolosi, e si stima che uccida oltre 1,2 milioni di persone all´anno. Chi ha visitato aree infestate dalle zanzare avrà notato che questi insetti irritanti sembrano pungere in modo selettivo, tormentando alcune persone e ignorando quasi completamente altre. È ormai da molto tempo che l´odore corporeo è ritenuto un fattore determinante, tanto che alcuni ricorrono al curioso espediente di consumare aglio, peperoncino e bevande alcoliche in quanto non graditi alle zanzare. Naturalmente ciò potrebbe costituire un deterrente anche per le persone. "Chi non viene punto dalle zanzare produce sostanze chimiche sgradevoli, che mascherano gli odori altrimenti attraenti", ha dichiarato il professor Pickett della "Rothamsted research", che ha effettuato lo studio con un´équipe dell´Università di Aberdeen. La ricerca di una soluzione a questo annoso problema sarà uno dei temi della mostra estiva sulla scienza della Royal society britannica, che aprirà i battenti il 3 luglio. "Gli essere umani producono centinaia di sostanze chimiche diverse; è stato pertanto difficile identificare quelle a cui le zanzare rispondono", ha dichiarato il professor Pickett. Per individuare le sostanze chimiche non gradite alle zanzare che potrebbero salvare vite umane, l´équipe ha utilizzato una tecnica conosciuta con il nome "gas cromatografia-elettroantennografia", che scompone gli odori nei loro elementi costitutivi e controlla ogni singolo odore contro le antenne delle zanzare per verificare se esso "piaccia" o "non piaccia" agli insetti. L´équipe ha depositato brevetti basati su tale studio e le sue scoperte saranno pubblicate a breve. La tecnica offre ai ricercatori l´opportunità di condurre ricerche anche su altri insetti pungenti, e non esclusivamente su quelli che attaccano gli umani. Gli insetti pungenti rappresentano un enorme problema per gli agricoltori e il bestiame. L´aspetto più interessante della tecnologia è forse la possibilità di creare prodotti "naturali" o almeno basati su composti naturalmente presenti nel corpo umano. Molti farmaci attualmente in uso per la profilassi di malattie come la malaria consistono in realtà in piccole dosi di veleno, sufficienti per uccidere il parassita della malaria ma non l´ospite umano. Spiacevoli effetti collaterali sono stati rilevati in relazione ad alcuni farmaci per la profilassi della malaria e ad alcuni repellenti. L´équipe sta ora effettuando test clinici, e si dichiara fiduciosa di poter ottenere un buon risultato. "Stiamo testando i composti naturali su persone che notoriamente attirano le zanzare, comparandoli con i repellenti per insetti approvati dall´Organizzazione mondiale della sanità. Speriamo di pubblicare i risultati entro breve", ha affermato il professor Pickett. Tali studi non metteranno fine alla ricerca sulla zanzara, soprattutto in relazione alla malaria. Il ciclo vitale del parassita della malaria è estremamente complesso e pertanto oggetto di numerosi percorsi di ricerca. L´investitore Warren Buffet ha recentemente donato gran parte della sua fortuna alla "Bill and Melinda Gates Foundation", per la quale la malaria rappresenta una priorità. Http://www. Royalsoc. Ac. Uk/exhibition . |
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DAL CAMPO AL BANCO DELLA FARMACIA VERRANNO DISCUSSE OGGI A ROMA LE NUOVE FRONTIERE DELLE BIOTECNOLOGIE VEGETALI: I “FARMACI VERDI” PROMETTONO DI APRIRE NUOVE FRONTIERE ALLA RICERCA E DI CREARE PROMETTENTI PARTNERSHIP PUBBLICO-PRIVATO |
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Roma, 5 luglio 2006 - Il mondo vegetale ha da sempre rappresentato un’importante riserva di sostanze utili per la salute dell’uomo. Ma ancora di più oggi le piante offrono un grande potenziale per la produzione di molecole di grande interesse per l’industria farmaceutica. Le biotecnologie vegetali svolgono un ruolo fondamentale sia per il riconoscimento e la salvaguardia della biodiveristà, sia per l’ottenimento di prodotti del metabolismo secondario o anche di molecole ricombinanti come vaccini, anticorpi, peptidi ad attività antimicrobica, utili per applicazioni in campo umano, veterinario e zootecnico. La produzione di “farmaci verdi” apre nuove prospettive di reddito per l’agricoltura, individua usi alternativi per colture agricole eccedenti, ed è un obiettivo di ricerca altamente stimolante in diversi laboratori nel mondo e un settore di frontiera fecondo d’interazioni tra discipline diverse. E’ stato stimato che il valore globale dei Plant Made Pharmaceuticals sarà di 40 miliardi di euro nel 2010. Di “Biotecnologie Vegetali e Produzione di Farmaci in Pianta”, si parlerà il 5 luglio a Roma al Convegno organizzato dalla Società italiana di genetica agraria, dal Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie, e dall’Accademia della scienze detta ‘Dei Xl’, presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati. Il Convegno presenterà le attività di ricerca in Italia e metterà in evidenza il potenziale tecnologico e scientifico rappresentato dai principali soggetti pubblici e privati coinvolti. “Le piante sono una preziosa fonte di molecole bioattive verso diverse malattie”, spiega il Dott. Teodoro Cardi, primo ricercatore dell’Istituto di genetica vegetale del Cnr di Portici. “Già oggi il 25% dei farmaci contiene almeno un componente attivo di origine vegetale, mentre il 52% dei medicinali anticancro utilizzati è direttamente o indirettamente derivato dalle piante. La medicina tradizionale usa da tempo gli estratti grezzi, i cui principi attivi non sono stati ben caratterizzati. In alcuni casi, però, le molecole target sono state individuate e purificate. Delle circa 400. 000 specie di piante superiori, solo una piccola parte è stata però caratterizzata dal punto di vista chimico. Un importante obiettivo di ricerca è quindi la raccolta, la conservazione e la caratterizzazione delle risorse genetiche vegetali al fine di scoprire molecole con nuove funzioni. Ma anche le moderne biotecnologie stanno dando il loro contributo: per la produzione in vitro delle molecole d’interesse, con effetti benefici sulla conservazione della specie originaria in natura, nonché per il miglioramento dei livelli produttivi mediante approcci di ‘ingegneria metabolica”. Le biotecnologie, come prosegue il dott. Cardi, “possono essere impiegate per la produzione in pianta anche di molecole di origine non vegetale, come vaccini e anticorpi, ad azione profilattica o terapeutica”. Il primo vaccino prodotto in pianta è stato approvato a febbraio negli Usa per uso veterinario (“Newcastle disease” nei polli), ma molti altri composti per impiego anche in campo umano sono in avanzata fase di sperimentazione clinica. “Rispetto ai sistemi produttivi già in uso presso le industrie farmaceutiche – conclude Cardi – le piante presentano diversi vantaggi, come il minor costo, la maggior produzione di molecole anche complesse e l’assenza di patogeni o tossine pericolose per l’uomo o gli animali domestici. Per la produzione di vaccini orali, gli antigeni veicolati negli alimenti possono essere assunti previo un semplice processo di concentrazione e dosaggio, coma la preparazione di succhi o prodotti essiccati, inducendo l’immunità mucosale, importante prima barriera verso molte malattie”. Per il Cnr interverranno il Prof. Alcide Bertani, direttore del Dipartimento Agroalimentare, il Prof. Luigi Monti, direttore dell’Istituto di genetica vegetale, e il Dott. Alessandro Vitale, primo ricercatore dell’Istituto di biologia e biotecnologie agrarie. Al fine di stimolare proficue interazioni tra tutti i soggetti coinvolti, parteciperanno al convegno anche diversi ricercatori dell’Università, dell’Enea e di varie imprese biotecnologiche. Sono previste inoltre le partecipazioni dei rappresentanti delle maggiori associazioni agricole oltre che esponenti del mondo politico con responsabilità d’indirizzo per queste tematiche. . |
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XII° CONGRESSO MONDIALE WSPC SUL DOLORE CRONICOCENTINAIA DI CLINICI ED ESPERTI DEL DOLORE FIRMANO IL“MANIFESTO DI VENEZIA”IN DIFESA DI 12 MILIONI DI MALATI CRONICI ITALIANI |
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Torino, 5 Luglio 2006 - Un dolore costante che impedisce di dormire. Per anni. Un’alterata sensibilità di alcune parti del corpo che impedisce addirittura di infilarsi gli abiti. Formicolii, fitte come colpi di coltello. Questi sono solo alcuni dei possibili sintomi che caratterizzano ogni singolo giorno della vita delle persone colpite da dolore cronico, portandole spesso fino alla depressione grave. Per rivendicare il diritto ad una migliore qualità della vita di questi malati, che da una preoccupante ricerca europea sul dolore cronico (Breivik et al. 2006), risultano essere circa il 19% degli individui (in Italia il 26%, per circa 12milioni di persone), centinaia di clinici ed esperti del dolore hanno sottoscritto il Manifesto di Venezia per i diritti dei paziente con dolore cronico. Un aspetto particolarmente importante è la componente neuropatica del dolore cronico provocata da danni al sistema nervoso, che é molto rilevante e incide sulla generale insoddisfazione degli intervistati per le cure ricevute, spesso giudicate inadeguate o inefficaci. Qualunque sia la causa del dolore neuropatico, il mancato riconoscimento della patologia è quasi la regola e la ricerca della cura adatta si prolunga in media per 7-8 anni. Un dolore intenso, continuo e non associato a una malattia terminale ha pesanti impatti in termini di costi sociali e, soprattutto, sull’attività lavorativa, sulla vita affettiva, sulle relazioni familiari e amicali e più in generale sull’intera qualità della vita. In ambito terapeutico l’incertezza ha un peso accertato anche in farmacoeconomia: alcuni studi dimostrano che prescrivendo subito i farmaci adatti (come gli antiepilettici, che nel caso del dolore neuropatico hanno un’indicazione specifica) si potrebbe realizzare un considerevole risparmio. Il Manifesto di Venezia esorta le Istituzioni a: riconoscere il dolore cronico come malattia sociale rendere disponibili e rimborsabili tutte le categorie di farmaci per il trattamento del dolore destinare fondi per la ricerca nel settore promuovere appropriati programmi di formazione Il Professor Giustino Varrassi, fra i promotori originali del Manifesto nonchè presidente di Aisd e della Federazione europea delle Società per lo studio del dolore, ha voluto sottolineare la necessità di equiparare il trattamento di tutti i pazienti cronici: - I pazienti con patologie croniche accertate devono essere trattati tutti allo stesso modo e senza alcuna limitazione; è fondamentale garantire a tutti la possibilità di accedere a tutte le risorse terapeutiche oggi disponibili che possono garantire una buona qualità della vita a questi pazienti. – Gli ha fatto eco il Professor Diego Beltrutti, presidente della World Society of Pain Clinicians e presidente del Congresso, che ha posto l’accento sul forte ruolo che in questa sfida potranno avere le Istituzioni e la classe medica, ma anche le organizzazioni dei pazienti, che dovranno esercitare ognuna il proprio ruolo per combattere questa battaglia contro il dolore inutile, affinchè sia finalmente sancito e accolto negli ordinamenti di tutti i Paesi civili il diritto irrinunciabile dell’individuo a non soffrire. Lingotto Centro Congressi - Torino 4/7 Luglio 2006 http://www. Pain2006. Com Il Manifesto Di Venezia “Per i diritti dei pazienti con dolore cronico” La più recente ed estesa indagine epidemiologica europea su 46. 394 adulti documenta che il dolore cronico costituisce un grave problema clinico e sociale (Breivik et al. 2006). Il 19% degli intervistati aveva sofferto di dolore per oltre sei mesi nel corso dell’ultimo anno e, nel 34% di questi, il dolore raggiungeva i livelli più elevati di intensità. Il dolore comportava: depressione nel 21% dei casi, riduzione della capacità lavorativa nel 61% e perdita del lavoro nel 19%. Questi dati europei, di per sé preoccupanti, lo diventano ancora di più nella realtà italiana, perché dallo stesso studio emerge che nel nostro Paese la percentuale di persone con dolore cronico raggiunge il 26%, un livello superato solo da Polonia (27%) e Norvegia (30%). Le dimensioni e la gravità del problema provano che il dolore cronico è di per sè una malattia di notevole impatto sociale. Il dolore cronico è dovuto: nel 20 % dei casi a traumi, nel 25 % dei casi a dolore della colonna vertebrale (ernia del disco, cervicobrachialgia e lombosciatalgia) e nel 45 % dei casi ad artrosi degenerativa o artrite. Esiste, inoltre, il consistente problema del dolore cronico correlato al cancro, che è presente nel 50% - 90% dei malati lungo l’intero corso della malattia tumorale (Cherny et al 1994) Nella maggior parte di queste condizioni la causa principale del dolore è un danno del sistema nervoso, definito dolore neuropatico (Bouhassira et al 2004, Freynhagen et al 2006). Nell’indagine epidemiologica europea, gli intervistati lamentavano generale insoddisfazione per le cure ricevute: oltre la metà era stata curata con farmaci antinfiammatori, non adeguati per trattamenti prolungati ed inefficaci nel dolore neuropatico. Questi dati, che riflettono la nostra esperienza quotidiana, sono clinicamente ed eticamente inaccettabili. L’inappropriatezza delle cure, oltre che essere causa di insuccesso terapeutico, comporta un aggravio della spesa sanitaria per l’uso improprio delle risorse e per il controllo delle complicanze. Esistono, al contrario, farmaci e procedure indicati per il trattamento del dolore cronico e neuropatico. In generale, si evidenzia una grave lacuna culturale riguardo al problema del dolore cronico. Il diritto dei malati a non soffrire ci impone di chiedere alle Istituzioni, che hanno responsabilità nell’ambito della salute e della formazione, di prendere le dovute iniziative per adeguare la situazione italiana agli standard internazionali. A tal fine riteniamo necessario: Riconoscere il dolore cronico come malattia sociale; Considerare la cura del dolore come diritto dei cittadini, inserendola nei livelli essenziali di assistenza; Rendere disponibili e rimborsabili tutte le categorie di farmaci per il trattamento del dolore; Destinare fondi per la ricerca nel settore; Promuovere appropriati programmi di formazione. Primi Firmatari: Cesare Bonezzi. Servizio di Anestesia e Terapia del Dolore - Fondazione Salvatore Maugeri Irccs -Istituto Scientifico di Pavia; Michelangelo Buonocore, Servizio di Neurofisiopatologia – Fond. S. Maugeri Irccs Istituto Scientifico di Pavia; Augusto Saraceni; Direttore Medico Hospice Virgilio Floriani Istituto Tumori di Milano Membro del consiglio direttivo della European Association for Palliative Care; Oscar Corli, Presidente della commissione Aifa per la formazione Medica nel dolore oncologico; Franco De Conno, Direttore S. O. Complessa di Riabilitazione e Cure Palliative dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano Presidente del gruppo collaborativo di Ricerca della Associazione Europea di Cure Palliative Direttore della Scuola di Formazione e Aggiornamento dell’I. N. T. Marco Maltoni, Direttore Rete Cure Palliative Azienda Usl Forlì Consigliere Nazionale Società Italiana Cure Palliative; Paolo Marchettini, Specialista in Neurologia e Ortopedia Responsabile del Centro di Medicina del Dolore Istituto Scientifico e Ospedale San Raffaele; Sebastiano Mercadante, Direttore, Unità di terapia del dolore e cure palliative, Dipartimento Oncologico La Maddalena, Palermo; Professore di medicina palliativa, Dipartimento di Anestesiologia, Rianimazione ed emergenze, Università di Palermo; Francesco Paletti, Responsabile Area Culturale del Dolore Società Italiana di Anestesia Algologia Rianimazione e Terapia Intensiva; Alessandro Fabrizio Sabato, Cattedra di Anestesia e Rianimazione Università di Tor Vergata –Roma; Giustino Varrassi, Professore Ordinario di Anestesia e Rianimazione, Università dell’Aquila Presidente dell’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (Aisd) Presidente Eletto della Federazione Europea delle Società per lo Studio del Dolore (Efic); Furio Zucco, Servizio di Anestesia e Rianimazione -Unità Cure Palliative e Terapia del Dolore Azienda Ospedaliera G. Salvini – Garbagnate Milanese. . |
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NUOVA SPERIMENTAZIONE NEI "SERVIZI SANITARI E SOCIO-ASSISTENZIALI ALLA PERSONA" PER DIVENTARE OPERATORE SOCIO SANITARIO LE ISCRIZIONI SCADONO IL 7 LUGLIO 2006 A ROVERETO E TRENTO I DUE ISTITUTI INDIVIDUATI PER LA PARTENZA DEL PRIMO ANNO |
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Trento, 5 luglio 2006 - Poiché stanno circolando alcune informazioni inesatte in merito alla sperimentazione nella Formazione professionale iniziale della figura dell´Operatore Socio Sanitario (O. S. S. ) dal prossimo anno 2006/2007, l´Assessorato provinciale all´istruzione e alle politiche giovanili ritiene opportuno fare alcune precisazioni, per evitare che agli studenti interessati e alle loro famiglie giungano messaggi equivoci. Il provvedimento approvato dalla Giunta provinciale in data 23 giugno 2006 su proposta dei tre Assessori competenti (Andreolli - asssessore alle politiche per la salute, Dalmaso - assessore alle politiche sociali e Salvaterra - assessore all´istruzione e alle politiche giovanili) costituisce una nuova opportunità nella formazione professionale di base per i ragazzi che escono dalla scuola media, che va ad affiancare e non a sostituire i percorsi già esistenti di Operatore Socio Sanitario rivolti all´utenza adulta. In questo modo viene arricchita l´offerta formativa rivolta ai giovani che concludono la terza media, attraverso la costituzione del nuovo macrosettore “Servizi sanitari e socio-assistenziali alla persona”, rispetto al quale è stata definita la prima figura professionale in uscita di un percorso quadriennale di Operatore Socio Sanitario (O. S. S. ). Non si tratta pertanto di una figura di "infermiere", per la quale è previsto da ordinamento nazionale il corso di laurea triennale successivo all´esame di stato, dopo i cinque anni di istruzione superiore. L’operatore socio sanitario (O. S. S. ), invece, svolge la sua attività sia nel settore sociale che sanitario e, in particolare, svolge interventi: di assistenza diretta alla persona; di assistenza alla persona di specifico carattere sanitario; di relazione con l’assistito, la famiglia e l’équipe di lavoro; di comfort, di igiene e di sicurezza negli ambienti di vita, assistenziali e di cura della persona; di organizzazione e verifica delle proprie attività nell’ambito della pianificazione del lavoro e d’integrazione con altri operatori e servizi. L´operatore Socio Sanitario rappresenta la prima figura professionale individuata per questo nuovo macrosettore dei “Servizi sanitari e socio-assistenziali alla persona” (peraltro con un suo inquadramento professionale definito a livello nazionale), ma altre figure di riferimento saranno individuate già nel corso del prossimo anno per offrire ai giovani interessati a quest´area sempre nuove opportunità di scelta formativa e lavorativa. Riguardo a tempi e modalità di iscrizione, si ricorda che il termine ultimo per la presentazione delle domande scade venerdì 7 luglio 2006. Gli istituti individuati per la sperimentazione sono due l’Istituto di formazione professionale provinciale servizi alla persona di Trento (viale Verona numero 141, tel. 0461/933127-47), l’Opera Armida Barelli (sede di Rovereto, via Setaioli numero 5, tel. 0464/433771). . |
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DA SIMONA VENTURA A LUCA TONI TUTTI TIFANO PER CORRI LA VITA |
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Firenze, 5 luglio 2006 – Simona Ventura con Laura Pausini, Luca Toni con Irene Grandi, Aldo, Giovanni e Giacomo con Cherie Blair, consorte del primo ministro di Sua Maestà britannica. Sono i testimonial di Corri la Vita 2006, le otto new entry dell’ormai vastissima galleria di personalità che sostengono la più importante manifestazione di sport-beneficenza della Toscana, quest’anno in programma domenica 1° ottobre a Firenze, come sempre per raccogliere fondi destinati alle strutture pubbliche territoriali impegnate nella lotta contro il cancro al seno. Corri la Vita è stata presentata oggi in Palazzo Vecchio dal sindaco Leonardo Domenici, con l’assessore allo sport Eugenio Giani, il presidente del comitato organizzatore Bona Frescobaldi e i vertici dei tre enti ai quali saranno devoluti i proventi della manifestazione: Marco Rosselli Del Turco, direttore scientifico del Cspo (Centro Studio Prevenzione Oncologica della Regione Toscana), Alexander Peirano, vicepresidente della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori-sezione di Firenze) e Donatella Carmi Bartolozzi, presidente di File (la Fondazione di Leniterapia che opera nel settore delle cure palliative). Per Firenze Marathon, che cura gli aspetti tecnici, presente il presidente Giancarlo Romiti. Il marchio main sponsor Salvatore Ferragamo è stato invece rappresentato da Angelica Visconti. Piazza Santa Croce ospiterà ancora una volta il maxi raduno, la partenza, il traguardo, la premiazione dei vincitori. Dopo l’esperienza sui Lungarni del 2005, il percorso torna invece allo schema misto città-collina delle prime due edizioni, ovvero centro storico, Oltrarno e dintorni, con il tradizionale doppio itinerario: uno per la corsa competitiva (circa 12 chilometri), l’altro per la passeggiata (circa 5,6 chilometri) che consentirà anche visite particolari a musei, giardini e cortili storici sconosciuti. Sono previsti circa 10 mila partecipanti ai quali andranno le speciali t-shirt donate dalla Salvatore Ferragamo e i molti gadget offerti dagli altri sponsor. Enel Energia per l’Ambiente donerà ad esempio 10 mila portacellulari. Per la corsa competitiva sono inoltre previsti premi preziosi per i primi dieci classificati sia tra gli uomini che tra le donne. Le iscrizioni si apriranno il 1° settembre (info: www. Corrilavita. It, 055. 576939). “Corri la Vita”, hanno detto sindaco e assessore, “è ormai appuntamento fisso e irrinunciabile nella vita della città. Merito della formula che sa unire sport e svago con la credibilità e la concretezza degli obiettivi. Siamo certi che anche questa volta Firenze saprà rispondere con generosità e slancio”. Come noto, ha ricordato Bona Frescobaldi, la manifestazione è nata per aiutare le strutture sanitarie pubbliche fiorentine in prima linea nella lotta contro il cancro al seno, flagello che nella sola area Firenze-prato-pistoia colpisce ogni anno 1000 donne. “Spero”, ha aggiunto, “che il successo della manifestazione e il particolare valore sociale del nostro progetto convinca tanti altri imprenditori a collaborare”. Corri la Vita è gratificata dall’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, dai patrocini del Comune di Firenze, della Provincia, della Regione Toscana e del Coni, nonché dall’appoggio e dai contributi di tantissime aziende, tra le quali l’Eni. . |
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SODDISFAZIONE PIU’ CHE MOTIVATA PER LA 20° EDIZIONE DI XYLEXPO/SASMIL PARERI POSITIVI DA VISITATORI ED ESPOSITORI; ULTERIORI CONFERME SULLA GRANDE BIENNALE INTERNAZIONALE DELLE TECNOLOGIE E DELLE FORNITURE PER L’INDUSTRIA DEL LEGNO E DEL MOBILE |
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Milano, 5 luglio 2006 - A poco più di un mese dalla chiusura dei cancelli della ventesima edizione di Xylexpo/sasmil – svoltasi nel nuovo quartiere di fieramilano-Rho dal 16 al 20 maggio scorso – sono molte le conferme che si è trattato di un’ottima edizione. Al di là della evidenza dei dati diffusi all’indomani della rassegna – 93. 266 visitatori, record assoluto, di cui ben il 51,5 per cento stranieri (48. 008 da 113 Paesi); 1. 033 espositori (807 a Xylexpo, di cui 256 (un altro record) stranieri e 226 per Sasmil, di cui 62 stranieri) su 81. 182 metri quadrati espositivi – le opinioni raccolte, i bilanci degli espositori, la soddisfazione dei visitatori non sono più una sensazione, ma una realtà. La biennale internazionale ha ribadito più che mai di essere un evento di primo piano, forte delle caratteristiche che la rendono unica rispetto a molte altre, fra cui il nuovo spazio espositivo di cui può godere ma soprattutto il riunire in un unico luogo e nello stesso tempo tutto ciò di cui la filiera legno ha bisogno. Mai come per questa edizione, infatti è risultato particolarmente apprezzato il connubio oramai quarantennale tra Xylexpo e Sasmil, una unità di d’intenti che – al di là dei cambiamenti in atto nello scenario delle fiere delle subforniture – è stato ancora una volta ritenuto “sostanziale”. Per quanto riguarda le tecnologie, molti espositori hanno definito l’edizione 2006 “… la più riuscita e soddisfacente della intera storia dell’evento milanese”, dichiarando di essere stati spesso letteralmente assaliti da un pubblico di operatori di qualità assoluta, come rivelano le prime indicazioni emerse del sondaggio effettuato da Gfk Eurisko durante la rassegna. La logistica permessa dagli spazi espositivi di fieramilano-Rho, il nuovo lay-out, la cornice di un quartiere avveniristico, la qualità dell’evento, l’attenzione e gli sforzi degli organizzatori e il gran numero di visitatori: sono stati questi gli elementi che hanno permesso alle aziende espositrici di esprimere giudizi molto lusinghieri. Lo stesso tono per gli spazi dedicati alle subforniture e i semilavorati, presentati con una formula diversa, coraggiosa e che ha destato grande interesse, in quanto evidentemente pensata per imboccare una nuova strada, per dare le giuste opportunità alle imprese che vogliono proporre innovazione, creatività e design a un pubblico internazionale come quello richiamato dalla “accoppiata” milanese. Una “rivincita” importante, che saranno gli espositori stessi – gli organizzatori ne sono certi – a sottolineare, testimoniando che la rassegna delle forniture e dei semilavorati ha inaugurato una nuova stagione. E qualcuno è già stato molto esplicito a tale proposito. Luca Elmi – partner per l’Italia di Blum, colosso austriaco della ferramenta, che vanta un fatturato di 850 milioni di euro e 4mila dipendenti – è rimasto sorpreso dalle visite ricevute, benché Xylexpo/sasmil si sia svolta a poche settimane di distanza da Eurocucina. “Siamo convinti che l’abbinamento Xylexpo-sasmil sia una scelta ancora vincente”. E ha aggiunto: “In un calendario fieristico in grande movimento siamo convinti che ci si debba impegnare nel rilancio degli eventi di portata internazionale, per cui non saremo presenti, come tutti gli altri colossi della ferramenta, alla Zow di Bad Salzuflen…”. Luigi Cologni – direttore generale della Confalonieri di Filago (Bergamo), realtà che produce carte decorative per l’industria del mobile e del pavimento laminato, occupa 280 addetti per un fatturato di oltre 60 milioni di euro, con una quota export del 50 per cento – ha confermato di “… avere puntato su Sasmil per proporre la nostra nuova immagine, i nostri nuovi disegni in una fiera in grande trasformazione ma che rimane sempre un punto di riferimento importante, quest’anno superiore alle aspettative. Abbiamo sicuramente apprezzato il nuovo polo fieristico e l’impegno nel definire una nuova formula, un concept che consenta sempre a Sasmil di confermarsi come un momento di incontro e aggregazione internazionale”. Danilo Benedetti – amministratore delegato delle aziende del Gruppo Attimec di Cimetta di Codognè (Treviso), 300 dipendenti, 40 milioni di fatturato e un export del 50 per cento – ha ribadito il messaggio: “Abbiamo apprezzato la struttura della manifestazione e l’immagine, l’impatto che si è voluto dare sia da un punto di vista estetico che organizzativo. Il nuovo concept, che ci è parso particolarmente adatto, si è rivelato ben frequentato da operatori internazionali di ottimo livello. E siamo certi che se Milano avesse un maggiore appeal anche a livello di costi, i visitatori da tutto il mondo sarebbero molti, molti di più!”. Dati e situazioni decisamente importanti emergono anche dalla parte della indagine Gfk Eurisko realizzata su un campione di 1610 visitatori di Xylexpo/sasmil. Il 47 per cento sono industriali (era il 40 nell’edizione 2004), il 25 per cento artigiani e il 19 commercianti. Il “visitatore tipo” è un gate keeper, un decisore di acquisto. Quest’anno ben l’85 per cento di quanti si sono mossi fra gli stand aveva “potere d’acquisto”, contro il 79 per cento registrato nelle indagini effettuate nelle tre edizioni precedenti. Una dimostrazione che Xylexpo/sasmil acquista sempre più credibilità come momento decisionale, dove avviare o perfezionare trattative e scelte che hanno importanti effetti non solo sulla capacità produttiva dell’azienda, ma anche sulla sue strategie, sulle scelte relative al “come produrre”. Sempre più alto il livello di fidelizzazione del visitatore di Xylexpo/sasmil: ben il 70 per cento ha già visitato Xylexpo in passato (era il 67 per cento nel 2000 e il 66 nel 2002 e nel 2004), mentre per il 29 per cento si tratta di una “prima volta” (era il 34 per cento nel 2004 e nel 2002, il 33 nel 2000). Sul fronte delle motivazioni della visita – un altro elemento che consente di “pesare” efficacemente la funzione di Xylexpo/sasmil – ben il 45 per cento del campione ha dichiarato di avere scelto di visitare l’edizione 2006 per “conoscere novità”, una percentuale nettamente superiore al 34 per cento del 2004, al 15 per cento del 2002 e al 21 per cento del 2000. La percezione della rassegna milanese come luogo dove l’innovazione è di casa è dunque concreta. Al secondo posto la necessità di “conoscere il mercato” (23 per cento del campione), seguito dal “concludere accordi” (20 per cento), dal “bisogno di acquistare” (14 per cento), dall’“aggiornamento professionale” (13 per cento). Tanta la soddisfazione sul lay-out, sulla completezza della offerta espositiva, giudicata “molto soddisfacente” o “soddisfacente” da ben il 90 per cento degli intervistati, il 4 per cento in più rispetto al 2004! E la soddisfazione sale al 91 per cento se si parla di “… raggiungimento dello scopo della propria visita”, contro l’85 per cento del 2004. Conferme anche sulla validità del matrimonio tra Xylexpo e Sasmil, che continua a essere giudicato molto positivamente dai visitatori, tanto è vero che il 72 per cento degli intervistati afferma che le due manifestazioni devono continuare a essere unite (erano il 66 per cento nel 2004), a cui fa fronte il deciso calo di quanti ritengono tale collaborazione “non necessaria” (il 21 per cento quest’anno, contro il 28 per cento del 2004). . |
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LA MOSTRA LEON BATTISTA ALBERTI E L’ARCHITETTURA DAL 16 SETTEMBRE 2006 AL 14 GENNAIO 2007 A MANTOVA |
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Mantova, 5 luglio 2006 - Dal 16 settembre 2006 al 14 gennaio 2007, la Casa del Mantegna di Mantova ospiterà la mostra Leon Battista Alberti E L’architettura che, attraverso una rigorosa selezione di cento opere, illustrerà l’insieme del suo pensiero architettonico, capace di ispirare la produzione europea sino a tutto il Xix secolo. L’iniziativa è promossa dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del sesto centenario della nascita di Leon Battista Alberti, in collaborazione con la Provincia di Mantova, il Comune di Mantova, la Fondazione Banca Agricola Mantovana, la Fondazione Centro Studi Leon Battista Alberti ed è organizzata da Civita. La rassegna, che conclude un percorso di studi, convegni e mostre dedicati al primo Rinascimento italiano che vede Alberti (Genova 1404 – Roma 1472) fra i massimi protagonisti, in particolare in architettura, intende documentare e discutere criticamente le vicende di tutti i principali edifici riconosciuti all’Alberti dalla critica, seguendone le vicende anche attraverso le proposte di completamento e le più importanti opere di restauro intervenute sino ad oggi. Il comitato scientifico, presieduto da Francesco Paolo Fiore e composto da Marcello Balzani, Arnaldo Bruschi, Massimo Bulgarelli, Howard Burns, Arturo Calzona, Matteo Ceriana, Marco Collareta, Carla Di Francesco, Christoph L. Frommel, Charles Hope, Livio Volpi Ghirardini, ha previsto l’esposizione di disegni, manoscritti, fotografie storiche, modelli e parti della decorazione architettonica originale che permettono di ricostruire la consistenza e la storia delle architetture di Leon Battista Alberti a fronte di dipinti e sculture del suo tempo. All’iconografia più antica e a parti della decorazione architettonica, la mostra si ripromette di accostare, per ognuno dei monumenti considerati, dipinti e sculture in grado di testimoniare gli stretti rapporti di Alberti architetto con le novità artistiche del tempo, e come gli artisti abbiano reagito alle sue architetture nei diversi centri italiani del Rinascimento. Verranno inoltre presi in considerazione disegni dei secoli Xix e Xx e modelli utili a discutere l’originalità degli edifici e storicizzarne le trasformazioni. Il luogo della mostra, la Casa del Mantegna, è di per sé straordinaria testimonianza dell’impegno di Mantegna in architettura: posta di fronte alla chiesa di San Sebastiano, una delle massime architetture dell’Alberti, permette un collegamento con le iniziative che saranno contemporaneamente aperte a Mantova sull’opera pittorica e scultorea di Andrea Mantegna, rinnovando idealmente il tempo della illuminata committenza di Ludovico Gonzaga, che impiegò entrambi gli artisti nella Mantova del suo tempo. L’esposizione delle architetture di Leon Battista Alberti troverà nelle opere di Mantegna raccolte nelle Fruttiere di Palazzo Te, un diretto e più ampio termine di paragone, mentre a sua volta la mostra su Mantegna si gioverà del confronto con le opere degli altri artisti, in relazione con l’architettura dell’Alberti. Insieme a Luca Fancelli, Mantegna si può infatti annoverare fra i possibili continuatori delle architetture albertiane a Mantova. L’interpretazione del linguaggio albertiano sarà approfondita nel catalogo pubblicato da Silvana Editoriale sia con riferimento agli altri più noti esecutori delle architetture di Alberti, quali Matteo de’ Pasti e Bernardo Rossellino, sia per quanto riguarda i rapporti con gli architetti Antonio Manetti Ciaccheri, Michelozzo, Francesco del Borgo e i numerosi altri artisti attivi nei centri dove Alberti fu presente e attivo come consulente oltre che come autore di architettura. Leon Battista Alberti, umanista, scrittore e architetto di importante famiglia fiorentina, compie gli studi a Padova e a Bologna, ma la sua conoscenza dell’architettura antica matura a Roma, dove giunge nel 1432 per restarvi poi stabilmente dal 1443 alla morte nel 1472. Alberti non solo rintracciò, nello studio delle proporzioni degli edifici romani la base di una nuova progettazione architettonica, ma da essi desunse una ricca tipologia strutturale e decorativa, che qualifica inequivocabilmente le sue opere. A Firenze, dove si soffermò alcuni anni dal 1434 in poi, Alberti riconobbe nell’arte del Brunelleschi, Donatello, Masaccio, l’affermazione dei suoi stessi principi e a Brunelleschi dedicò nel 1436 la versione in volgare del suo trattato De pictura (1435) che sistematizzava e divulgava le invenzioni prospettiche del grande architetto e si sarebbe imposto come sintesi e teorizzazione dell’arte fiorentina del primo Quattrocento. A Firenze, Alberti ha lasciato importanti opere come il Palazzo Rucellai (dal 1455 o oltre), la Cappella Rucellai con il tempietto del Santo Sepolcro in San Pancrazio (completata nel 1467) e la facciata di Santa Maria Novella (dal 1460). A Roma, Alberti svolse le funzioni di abbreviatore apostolico presso la curia papale ma grazie alle sue sempre più approfondite conoscenze dell’antichità diede in più occasioni consigli ed elaborò progetti d’architettura dopo aver scritto, sul modello del testo di Vitruvio, il De re aedificatoria (1452), la prima trattazione organica di architettura del Rinascimento. A Rimini costruì il Tempio Malatestiano (dal 1553), anche se il suo progetto non fu interamente realizzato, ma lavorò soprattutto a Mantova per le chiese di San Sebastiano (iniziata nel 1460 ed eseguita da Luca Fancelli) e di Sant’andrea (progetto del 1470, iniziato nel 1472), che rappresentano la sintesi del suo pensiero architettonico. La prima, elevata su un alto basamento, a pianta quadrata con tre absidi, è una meditazione sulla pianta centrale che tanto lo aveva interessato a partire dai suoi studi sull’antico. La facciata, anteposta al corpo della chiesa, riprende quella di un tempio antico con singolari soluzioni quali il frontone interrotto da un arco. Anche la seconda si allontana dalla tradizionale pianta basilicale; la soluzione proposta dall’Alberti è infatti quella della navata unica, con cappelle laterali, generatrice di una spazio dilatato in senso monumentale, enfatizzato dalla copertura a volta a botte cassettonata e, verosimilmente concluso da un breve transetto, che sarà poi ampliato e coperto a cupola. La facciata è nuovamente ispirata a quella di un tempio antico, con grandi paraste ornate e intrecciata con il ritmo dell’arco trionfale romano. . |
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FASE AVANZATA PER LA CANDIDATURA DI BOLZANO E TRENTO PER "MANIFESTA 7" NEL 2008 |
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Bolzano, 5 luglio 2006 - La candidatura congiunta delle Province di Bolzano e di Trento per ospitare la settima edizione della Biennale europea di arte contemporanea "Manifesta" nel 2008 viene presa seriamente in considerazione dall´omonima fondazione. Nel pomeriggio di oggi, lunedì 3 luglio, a Bolzano si è svolto un incontro interlocutorio fra il direttore esecutivo di Manifesta ed i rappresentanti politici delle due Province. Entro due settimane la decisione finale. "Manifesta" è la la biennale europea di arte contemporanea che fondata nel 1996 è stata ospitata a Rotterdam, Lussemburgo, Lubiana, Francoforte e San Sebastian. Per la settima edizione dell´esposizione itinerante, che mobilita un gran numero di visitatori, si sono candidate accanto alle Province di Bolzano e di Trento, città quali Danzica, Helsinki, Tallin e Napoli. La candidatura congiunta delle due Province ha portato in questi giorni in Trentino Alto Adige il direttore esecutivo di "Manifesta", signora Hedwig A. M. Fijen, che attraverso una serie di sopralluoghi sul territorio e di incontri a livello tecnico e politico è chiamata ad approfondire i dettagli della candidatura e quindi valutare la concreta possibilità di portare l´edizione 2008 di "Manifesta" in regione. Nel pomeriggio di oggi, lunedì 3 luglio, a Bolzano nell´ufficio del presidente della Provincia Luis Durnwalder si è svolto un incontro interlocutorio a livello politico con il direttore esecutivo di Manifesta, signora Hedwig A. M. Fijen, al quale hanno preso parte, oltre al presidente Durnwalder, Margherita Cogo, vicepresidente ed assessora alla cultura della Provincia di Trento, gli assessori alla cultura della provincia di Bolzano, Luigi Cigolla, Sabina Kaslatter Mur e Florian Mussner, accompagnati da propri funzionari, nonchè dai membri del gruppo di lavoro interregionale per la candidatura congiunta. Al termine del colloquio è emerso che la candidatura congiunta delle due Province è stata presa seriamente in considerazione e ritenuta particolarmente interessante. Come ha sottolineato la signora Fijen la fase attuale può essere definita avanzata. Per Manifesta risulta, infatti, molto interessante l´unicità dell´area in questione e la base regionale, in particolare per la vocazione che il territorio delle due province ha quale collegamento fra il Nord ed il Sud. Uno degli obiettivi della fondazione è infatti quello di creare sinergie fra le comunità regionali e quelle artistiche. Altro aspetto ritenuto qualificante l´eredità industriale da impiegare per dar vita a nuovi modi di fare cultura. Una decisione finale potrà essere adottata solo fra un paio di settimane. . |
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INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA “EARTHSONG– IL CANTO DELLA TERRA” DI BERNHARD EDMAIER (10 LUGLIO) |
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Bolzano, 5 luglio 2006 - Sarà inaugurata lunedì 10 luglio, alle ore 18,00, presso il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, in via Bottai,1 a Bolzano, la mostra del fotografo tedesco Bernhard Edmaier in titolata “Earthsong– Il canto della terra”. “Earthsong – Il canto della terra“, questa mostra del fotografo Bernhard Edmaier celebra la bellezza dei paesaggi ancora intatti della terra. Il nostro pianeta viene diviso in quattro grandi aree, che riflettono i principali ambienti naturali che ricoprono la superficie terrestre: acqua, terre aride, deserto e verde. 40 foto aeree di grande formato mostrano ghiacciai artici, oceani tropicali, deserti, verdi foreste lussureggianti, nonché arcaici paesaggi vulcanici e fluviali. Le foto sono state scattate da una prospettiva eccezionale. Molte sembrano dipinti astratti, come arte - i motivi però sono stati creati solamente con la forza della natura senza l’intervento dell’uomo. Il fotografo è riuscito a metterli in mostra grazie al suo speciale sguardo attraverso l’occhio della macchina fotografica. “Earthsong“ è una selezione di scatti fotografici dall’omonimo libro “Il canto della terra” pubblicato in 6 lingue dall’editore “Phaidon” di Londra. Bernhard Edmaier è stato premiato varie volte per i suoi libri, tra l’altro nel 1998 con il rinomato “Kodak-fotobuchpreis”. Per ulteriori informazioni riguardo all’autore, al suo lavoro ed alle sue pubblicazioni si può consultare il sito Internet: http://www. Bernhardedmaier. Com. Sarà presente alla cerimonia di inaugurazione il presidente dei Musei altoatesini, Bruno Hosp. La mostra rimarrà aperta al pubblico dall’11 luglio sino al 10 settembre 2006. Www. Museonatura. It. . |
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DEBUTTA LA TRAVIATA DI OPERAFESTIVAL AL TEATRO DEL GIARDINO DI BOBOLI. SUCCESSO PER LUCA CANONICI, IN VATICANO CANTA PER IL PAPA, IL 6 LUGLIO SARÀ ALFREDO NE LA TRAVIATA A BOBOLI |
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Firenze, 5 luglio 2006 - Con il debutto di Carmen di G. Bizet nel teatro allestito al Giardino di Boboli, si è inaugurata Operafestival 2006, manifestazione nata e fortemente voluta dall´Assessorato alle Attività produttive e Turismo del Comune di Firenze. Il pubblico ha gremito gli oltre 2500 posti, e risposto con ovazioni agli artisti dell´opera. Un pubblico eterogeneo per età e provenienza, a dimostrazione che se le iniziative sono accattivanti e di qualità, se offrono l´incanto dei tesori d´arte di Firenze unito all´alta tradizione musicale italiana, la risposta arriva in termini di cultura e turismo. La stagione operistica di Operafestival 2006 dunque prosegue con un altro straordinario debutto: il 6 Luglio La Traviata, nel Teatro all´aperto, allestito nello spazio del Parco delle Colonne, davanti alla Fontana del Nettuno ( l´ingresso è da Porta Romana). La Traviata di Giuseppe Verdi (6, 27 Luglio e 3 Agosto) sarà diretta dal M° Marco Balderi, direttore d´orchestra di fama internazionale e già Direttore del Coro del Maggio Musicale, reduce dai trionfi della Madama Butterfly di G. Puccini all´Operà di Parigi con la regia di Bob Wilson. Nel ruolo di Violetta Patrizia Zanardi, allieva prediletta di Renata Scotto, di ritorno dall´applaudita La Bohème al Concertgebouw, e Maurizio Scarfeo nel ruolo di Germont padre. Alfredo Germont sarà il celebre tenore toscano Luca Canonici che ha riscosso un grande successo in occasione del concerto per i 500 della posa della prima pietra, della Basilica di San Pietro il 2 luglio. Si è tenuto nell´aula delle benedizioni degli appartamenti privati del Papa a Città del Vaticano, l´anteprima mondiale dell´oratorio Petros Eni composto per l´occasione dal maestro Antonio Pappalardo, alla presenza di S. S. Papa Benedetto Xvi. Si tratta di un lavoro intenso, un ´oratorio´ per soli, coro ed orchestra, ´´opera monumentale per coro e orchestra: tre pilastri sono i fugati per il coro, intitolati Fede, Speranza e Carita´, un quarto pilastro e´ il fugato dell´orchestra, a simboleggiare la Grazia di Dio che lega l´universo al suo Creatore´´. Il risultato è, afferma il compositore, ´´una basilica in musica, fatta di note´´. Luca Canonici, non è nuovo alle esperienze di musica contemporanea, grande parte della sua luminosa carriera infatti è costellata sia dalla frequentazione dei grandi titoli del repertorio nei più grandi teatri del mondo (Teatro alla Scala, la Royal Opera House-covent Garden di Londra, la Staatsoper di Vienna, il Teatro Comunale di Firenze, la Opernhaus di Zurigo, il Teatro la Fenice di Venezia, il Teatro Regio di Parma, il Rossini Opera Festival) che dall´incursione nelle partiture meno frequentate come Fra’ Diavolo, la Reginetta delle rose di Leoncavallo, di opere di rara esecuzione come Le nozze di Teti e Peleo di Rossini, Il furioso all’isola di San Domingo di Donizetti e La rosa bianca e la rosa rossa di Mayr, entrambe oggetto di incisione discografica. L´allestimento scenografico è di Nicola Visibelli, poliedrico artista fiorentino che immagina un ambiente parigino di rarefatta eleganza. I costumi sono curati dalla celebre firma di Marcella De Faveri e provengono dal prestigioso archivio storico della Casa d´Arte Cerratelli di Firenze che, insieme a Tirelli di Roma, è la più celebrata sartoria teatrale italiana. La regia è di Stefano Pasqualin, le luci di Valerio Alfieri. La Traviata è tratta dallo scabroso romanzo La dame aux camélias di A. Dumas figlio; Giuseppe Verdi, al fianco del librettista F. M. Piave, trasforma la scandalosa storia in un´opera di carattere morale, con al centro un amore passionale ma anche impossibile, per condizioni sociali del tempo e per il passato mondano della protagonista. E´ forse l´opera più conosciuta al mondo, simbolo stesso di tutto il melodramma. Prossimo appuntamento al teatro di Boboli Carmen, di G. Bizet (13, 20, 25 /7 e 8/8) diretta dal M° Janos Acs, con un cast di grande livello e l´Orchestra e Coro Operafestival. . |
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“HA VINTO MOZART” OLTRE 2000 PERSONE HANNO APPLAUDITO VOLFANGO AMADÈ MOZART, MULTIFORME PROTAGONISTA DELLA RASSEGNA CONCERTISTICA A VENGONO SUPERIORE (VA) ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE “SUI SENTIERI DELLA MUSICA”. |
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Venegono Superiore (Va), 5 luglio 2006 – Una grande festa musicale quella organizzata dall’Associazione “Sui sentieri delle Musica” per il 250° anniversario della nascita di Mozart nella settecentesca corte di Villa Caproni a Vengono Superiore (Va). Un ciclo di concerti in tre serate, 30 giugno, 1 e 2 luglio, in cui l’arte di Mozart è stata interpretata non solo nella forma classica, ma soprattutto attraverso vari linguaggi contemporanei. Volfango Amadè sicuramente avrebbe apprezzato l’indirizzo giocoso e ante litteram delle esibizioni del nutrito gruppo di musicisti, cantati, attori, che si sono alternati nella corte di Villa Caproni nella formula proposta da Claudio Ricordi, Direttore artistico dell’Associazione “Sui sentieri della Musica”, di due concerti, del tramonto e della sera, per ognuna delle tre serate dello scorso week-end. Più di 2000 persone hanno partecipato ai festeggiamenti del genio di Salisburgo, un programma non solo musicale, ma arricchito da intermezzi culturali ed enologici: la mostra sui tre viaggi di Mozart a Milano, realizzata da Pierfranco Vitale, fondatore dell’Associazione Mozart Italia di Rovereto; la lettura di alcune pagine dal libro “La sorella di Mozart” di Rita Charbonnier; la degustazione del vino “Do 12 Uve” delle cantine Il Paradiso di Frassina, coltivato nelle terre del Montalcino a suon di musica mozartiana. Nella serata di venerdì 30 giugno si sono avvicendati sul palco il Gruppo Musicale di Venegono Superiore, il Trio di Michele di Toro con una rivisitazione jazzistica di quattro brani mozartiani, i quattro allievi della classe di direzione d’orchestra del m° Emilio Pomarico dell’Accademia Internazionale della Musica di Milano che hanno diretto l’Orchestra Milano Classica in due ouvertures e due sinfonie. Sabato 1 luglio, l’Ensemble Nuevos Aires ha proposto un viaggio immaginario di Mozart in Sud America e il Quartetto Sarastro ha eseguito due Quartetti per flauto e una riduzione del Flauto Magico. Grande finale per la serata conclusiva di domenica 2 luglio aperta dal Gruppo Làbun in un’avvenieristica performance per tre joysticks e computer e conclusa dal gruppo teatrale Produzione Musicamorfosi con il concerto parlato/recitato “Chi è Wolfgang?” su idea e progetto di Saul Beretta. . |
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VENTAGLIO SI ILLUMINA DI VERDE SMERLADO NASCE IL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO NEL CUORE PULSANTE DELL’ENTERTAINMENT E DELLA MODA MILANESE |
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Milano, 5 luglio 2006 - Il Gruppo Ventaglio ha presentato ieri, in occasione di una conferenza stampa, la nuova partnership con il Teatro Ventaglio Smeraldo che vedrà l’operatore milanese in veste di main sponsor della prestigiosa location. Dopo il successo ottenuto con la sponsorizzazione del Teatro Ventaglio Nazionale, Ventaglio sviluppa un progetto ancora più importante, spostandosi proprio nel cuore dell’entertainment e della moda milanese, indirizzandosi verso un pubblico più ampio ed eterogeneo, composto da giovani e meno giovani, amanti dell’arte, della musica, della moda che ben si identificano con il target di clientela al quale si rivolge l’operatore. Con la nascita del Teatro Ventaglio Smeraldo, il Gruppo prosegue la sua politica di sostegno nel mondo dell’entertainment, promuovendo, anche in città, un modo originale e divertente per vivere il tempo libero, sponsorizzando lo storico Teatro che permetterà ai suoi ospiti di vivere l’esperienza del viaggio durante tutto l’anno, con la sua ricca programmazione di spettacoli che propongono un vasto palinsesto dedicato alla promozione della conoscenza di diverse culture internazionali che ben si allinea con la filosofia di Ventaglio. Questa importante partnership garantirà al Teatro Ventaglio Smeraldo di continuare ad offrire un alto livello di proposte e di migliorare costantemente la qualità degli spazi ricettivi e degli allestimenti, ed allo stesso tempo permetterà a Ventaglio di proporsi come partner attivo, per la promozione di iniziative congiunte già allo studio che interesseranno l’intera area. . |
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NASCE IN VENETO IL PAESE DEL GOLF MARCHIO REGISTRATO E NUOVO LOGO PER GALZIGNANO TERME |
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Galzignano Terme, 5 luglio 2006 - Il Comune di Galzignano Terme vanta un rapporto buche da golf / abitanti più elevato di quello di St. Andrews in Scozia, finora la capitale mondiale del golf. Per questo il consiglio comunale ha approvato la nuova denominazione, il marchio registrato ed il logo “Galzignano paese del golf”. Questo è il primo passo di un ampio progetto che nasce grazie alla stretta collaborazione tra il Comune di Galzignano Terme, il Golf Club di Padova e Galzignano Terme Revital & Golf Resort (un resort del benessere con 4 alberghi di 4 stelle in un immenso parco con un campo da golf). L’obiettivo è la promozione di un’offerta turistica di cui Galzignano Terme va fiera: una struttura per il golf fra le migliori d’Italia, un ambiente favoloso ed intatto (recentemente la località ha ottenuto la certificazione ambientale Emas), una vasta gamma di iniziative turistiche e culturali in cui si inserisce la tradizione termale. “Il nostro sogno è creare il campo da golf più grande d’Europa”, dice Fulvio Badetti, direttore commerciale di Terme di Galzignano Revital & Golf Resort. “Il campo da golf del nostro Resort dista solo pochi chilometri da altri campi di livello internazionale, solo 2 km dal Golf Club Padova, e 15 km da Frassanelle e Montecchia. Se solo trovassimo i fondi necessari per realizzare il collegamento tra Galzignano e il Golf Club Padova, questo sogno diventerebbe realtà”. Contrariamente a quanto si possa pensare, i prezzi nel paradiso del golf con soggiorno a Terme di Galzignano Revital & Golf Resort sono alla portata di tutti: Pacchetto “Golf weekend”: 3 pernottamenti in uno degli alberghi 4 stelle con mezza pensione in camera doppia, 3 massaggi classici da 25 min, 2 greenfee al Golf Club Terme di Galzignano, 1 greenfee per il Golf Club Padova, tutto a partire da 340,00 Euro a persona. Settimana “Golf&relax”: 7 pernottamenti con mezza pensione in camera doppia, 2 greenfee al Golf Club Terme di Galzignano, 1 greenfee al Golf Club Padova, 1 greenfee al Golf Club Montecchia e 1 greenfee al Golf Club Frassanelle, 1 peeling corpo e 4 massaggi classici da 25 min, tutto a partire da 688,00Euro a persona. Sul nuovo sito delle terme (www. Galzignano. It) oltre a tutti i dettagli su questa ed altre offerte, trovate il nuovo listino prezzi 2006 e il modulo di richiesta e prenotazione. Terme di Galzignano Revital & Golf Resort è un resort del benessere immerso in un parco di 350. 000 m2 con 2. 400 m2 di piscine (di cui sei termali ed una sportiva) e innumerevoli occasioni per lo sport: sei campi da tennis in terra battuta, una palestra attrezzata, programmi fitness, un campo da golf da nove buche (Driving Range con 9 postazioni coperte e 20 scoperte). Le 4 strutture termali (Hotel Sporting, Splendid, Majestic e Green Park) con un totale di oltre 400 camere, appartengono al gruppo Ifa, multinazionale ispano-tedesca che gestisce 23 alberghi e residence in Germania, Austria, Spagna, Bulgaria e nella Repubblica Dominicana. Www. Galzignano. It . |
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GOLF - CAMPIONATI NAZIONALI PULCINI/E AL GOLF CLUB VARESE |
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Milano, 5 giugno 2006 - Rassegna del golf giovanile sul percorso del Golf Club Varese, dove sono in programma i Campionati Nazionali Pulcini/pulcine (5-7 luglio). Successo pieno di partecipazione con 96 concorrenti nel torneo maschile e 48 in quello femminile, il massimo consentito dal regolamento. I due tornei si svolgono con formula medal sulla distanza di 54 buche. Dopo 36 buche verrà effettuato il taglio che lascerà in gara i primi 48 classificati nel campionato pulcini e le prime 24 in quello pulcine. Inizia Il Mcgregor Trophy - Al Worthing Golf Club di Worthing, in Inghilterra, inizia il Mcgregor Trophy (5-7 luglio), torneo riservato agli under 16. L’italia è rappresentata da Valentino Dall’arche, Luca Gobbi, Matteo Massitti e Claudio Viganò. Accompagna gli azzurri il team manager Gabriele Sorbara. Azzurri Alla Biarritz Cup - Andrea Perrino e Federico Colombo difenderanno i colori azzurri nella Biarritz Cup che si svolgerà sul percorso del Golf Club de Biarritz, a Le Phare in Francia, dal 20 al 23 luglio. The Junior Open Championship - Ludovica Carulli, appena ammessa tra le probabili nazionali, e Cristiano Terragni saranno in campo nel The Junior Open Championship in programma al Golf Club Heswall, a Heswall in Inghilterra, dal 17 al 19 luglio. . |
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UMBERTO GRUMELLI (FRAGLIA VELA DESENZANO) VINCE SUL GARDA IL TRICOLORE PROTAGONIST |
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Acquafresca Di Brenzone (Verona). 5 luglio 2006 - Ben 30 imbarcazioni si sono presentate al via di un combattutissimo Campionato Italiano Protagonist-enipower Cup, ospitato nelle acque del Garda veneto al largo dell´isola del Trimelone. Dopo una serie di avvincenti prove il successo è andato ad Umberto Grumelli della Fraglia Vela di Desenzano al timone dello scafo "Bessi Biss" dell´armatore Giuliano Montegiove. In seconda posizione ha chiuso "Piccolo Principe" scafo condotto dal campione italiano dei Contender, il gardesano Giovanni Bonzio del Vela Club di Campione. Terzo si è piazzato Roby Bertini con "Aldo-giovanni e Giacomo Disater" con alle manovre i fratelli Tonini (già mondiali col Mumm 30) e Beppe Cavalli del Circolo Vela Gargnano. Quarta piazza di Paolo Masserdotti della Fraglia Desenzano e quinta per Ceasre Boventi della Canottieri Garda di Salò. Il tricolore era valido per la Eni-power Cup ed il circuito Vodafone 2006. Il prossimo appuntamento per la classe Protagonist (monotipo di 7 metri e mezzo di lunghezza firmato dal gardesano Gigi Badinelli) saranno i "Cento Games per Milano Olimpica" (15-16 luglio), evento promozionale del Circolo Vela Gargnano che supporta la promozione olimpica in Lombardia. Sui 6 Protagonist in gara ci saranno personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport (tra questi hanno già corso sul Protagonist negli anni passati gli ex ciclisti Francesco Moser, Diamoldine Abdujaparov, l´ex primatista mondiale di nuoto Giorgio Lamberti, il pianista Daniele Alberti, le attrici Erika e Barbara Blanc) . |
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