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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Novembre 2006
BESTROFINA: PROTAGONISTA DELLA PERCEZIONE OLFATTIVA IDENTIFICATA LA PROTEINA CHE AMPLIFICA GLI STIMOLI ODOROSI LA SCOPERTA POTREBBE RIVELARSI UTILE PER LO SVILUPPO DI UN NASO ARTIFICIALE BASATO SU MECCANISMI SIMILI A QUELLI UTILIZZATI DAGLI ORGANISMI VIVENTI  
 
Trieste, 13 novembre 2006 - Il senso dell’olfatto permette all’uomo di distinguere più di 10. 000molecole odorose diverse. Il meccanismo è molto complesso e l’olfatto èrimasto a lungo il più enigmatico dei nostri sensi. Un team di ricercatori della Scuola Internazionale Superiore di Studiavanzati (Sissa), composto da Simone Pifferi e Giovanni Pascarella,studenti di Phd, Anna Boccaccio, Andrea Mazzatenta e Silvia Zucchelli,assegnisti di ricerca, Stefano Gustincich e Anna Menini, docenti delsettore di Neurobiologia della Scuola di Trieste, è riuscito aidentificare la proteina che amplifica la risposta elettrica allo stimoloolfattivo e che ha un ruolo chiave, dunque, nel meccanismo di trasduzione,ovvero nella trasformazione dello stimolo odoroso in segnale elettrico,che costituisce il linguaggio del sistema nervoso. La proteina individuatasi chiama Bestrofina. Gli scienziati della Sissa, che hanno lavorato a questo progettonell’ambito della collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia,hanno scoperto che la Bestrofina – una proteina il cui malfunzionamentocausa una malattia neurodegenerativa della retina dell’occhio – si trovaanche nelle cellule olfattive ed è la responsabile dell’amplificazione delsegnale elettrico che viene poi trasmesso in direzione del bulbo olfattivoe delle altre regioni del cervello, dove l’informazione viene processataed elaborata. I possibili trasferimenti tecnologici della scoperta sono moltointeressanti: aver individuato l’amplificatore biologico, infatti,potrebbe rivelarsi utile nella costruzione di un sistema olfattivoartificiale in grado di rilevare basse concentrazioni di sostanze odorose. «È possibile – spiega la professoressa Anna Menini, che in Sissa insegnaFisiologia e coordina il laboratorio per le ricerche sulla trasduzioneolfattiva – che in alcuni casi una bassa sensibilità olfattiva sia dovutaal malfunzionamento della Bestrofina. Non sarebbe da escludere quindi cheeventuali terapie geniche potrebbero ristabilire una normale sensibilitàolfattiva in chi ne è deficitario». «Gli studi sull’olfatto che si conducono in Sissa – sottolinea Stefanofantoni, direttore della Scuola - sono una linea di ricercaall’avanguardia all’interno dell’area di Neurobiologia, sulla quale laSissa ha investito molte risorse». «Tali studi – chiarisce Anna Menini - sono mirati alla ricerca di base percomprendere quali sono i meccanismi molecolari con i quali i sistemibiologici discriminano tra migliaia di molecole volatili odorose eraggiungono un’elevata sensibilità nella rilevazione di piccolissimeconcentrazioni di odori». «Questa ricerca è di notevole interesse non solo per i suoi risvoltiapplicativi (lo studio dei meccanismi biologici della trasduzioneolfattiva è in grado di ispirare la tecnologia per lo sviluppo di un nasoartificiale), ma anche perchè contribuisce a chiarire a livello molecolareuno degli aspetti della plasticità nervosa, un fenomeno che è alla basedella nostra capacità di adattamento all’ambiente e delle nostre funzionicognitive superiori» ha dichiarato Fabio Benfenati, direttore dell’Unitàdi Neuroscienze dell’Istituto Italiano di Tecnologia e ordinario diNeurofisiologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Universitàdi Genova. La Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati è uno dei poli checompongono il network tecnologico multidisciplinare dell’Iit, conl’obiettivo di sviluppare il programma di ricerca e alta formazionedell’Istituto nei prossimi 5 anni. In particolare, la Sissa porta avantidiverse linee di ricerca all’avanguardia, come gli studi sull’olfatto (chemirano alla progettazione di un naso artificiale), la neurotelemetria(cioè la trasformazione dei segnali elettrici del cervello in movimenti) ele bionanotecnologie (che permettono di manipolare la materia sino allivello atomico). Nell´articolo Bestrophin-2 is a candidate calcium-activated chloridechannel involved in olfactory transduction, pubblicato su Proceedings ofthe National Academy of Sciences (Pnas), i ricercatori hanno illustratonel dettaglio lo studio compiuto coniugando le tecniche e le competenze inbiologia molecolare ed elettrofisiologia di due laboratori del settore diNeurobiologia della Sissa. «L’interazione tra i neuroni sensoriali olfattivi e le molecole odorose -chiarisce Anna Menini - avviene a livello dei recettori olfattivi e,attraverso un complesso sistema di trasduzione, genera un segnale chimicoche viene trasformato poi in impulso elettrico trasmissibile fino aicentri cerebrali dando origine alla percezione olfattiva». Molte delle proteine coinvolte nel meccanismo di trasduzione erano note datempo. Si sapeva, inoltre, dell’esistenza di una proteina che, in presenzadi ioni calcio, permette il passaggio di una corrente di ioni cloro agendocome amplificatore del segnale elettrico. Tuttavia, l’identità dellaproteina che funge da amplificatore era ancora sconosciuta. «Noi siamo riusciti a identificarla grazie a un lavoro molto complesso –spiega Anna Menini -. Determinante si è rivelato il contributo deglistudenti di Phd. Un po’ come in un film giallo siamo andati alla ricercadell’identità della proteina responsabile dell’amplificazione, nontrascurando indizi provenienti da famiglie di geni che apparentemente nonavevano nulla a che fare con l’olfatto. In effetti la Bestrofina èresponsabile della malattia neurodegenerativa della retina e deve il suonome allo scienziato Best che per primo identificò questa forma dipatologia visiva». Il sistema olfattivo è costituito da numerosissimi sensori, i neuroniolfattivi, che si autorigenerano ogni due mesi e sono ospitati nellaprofondità delle cavità nasali. Questi neuroni sensoriali sonoresponsabili dell’interazione con le molecole odorose: lo stimolo chimicolegandosi con i recettori si trasforma in segnale elettrico e vienetrasmesso al cervello. Il processo di percezione olfattiva comincia dunquecon l’inspirazione, si sviluppa attraverso un complesso meccanismo ditrasduzione, trasmissione ed elaborazione dell’informazione portata dallostimolo olfattivo e si completa in varie regioni del cervello, dovel’impulso elettrico ha impatto diretto anche sulle emozioni e sullamemoria. . .  
   
   
LOTTA CONTRO L’OBESITÀ: GLI IMPEGNI CONCRETI DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE KYPRIANOU: “LA PIATTAFORMA EUROPEA COMINCIA A DARE I SUOI RISULTATI”  
 
Bruxelles, 13 novembre 2006 - Markos Kyprianou, commissario europeo responsabile per la salute e la tutela dei consumatori, ha pubblicamente elogiato, il 9 novembre, i vertici aziendali di alcune grandi imprese del settore alimentare e della distribuzione per gli impegni assunti nella lotta contro l’obesità nell’ambito della piattaforma d’azione europea per l’alimentazione, l’attività fisica e la salute. La piattaforma riunisce gli operatori che accettano di adottare misure volontarie per combattere il sovrappeso e promuovere l’attività fisica. Fino ad oggi sono stati assunti 146 impegni. Salgono agli onori della cronaca nove società produttrici di bibite analcooliche appartenenti all’Unesda (tra cui Coca-cola e Pepsi Cola), che si sono impegnate a non produrre pubblicità rivolte ai bambini di età inferiore a dodici anni; Mcdonald, che ha deciso di introdurre informazioni nutrizionali sulle confezioni dei suoi prodotti in tutta Europa; Unilever, che modificherà la composizione di alcuni prodotti, e Kraft, che si è impegnata a non effettuare azioni pubblicitarie rivolte ai bambini per i prodotti che non rispondono a corretti standard nutrizionali. Il commissario Kyprianou ha dichiarato: “Questi impegni costituiscono dei buoni esempi di misure concrete e verificabili adottate dall’industria per lottare contro l’obesità e il sovrappeso. La piattaforma europea comincia a dare i suoi risultati. Desidero perciò congratularmi con le imprese che si sono impegnate, incoraggiarle a proseguire i loro sforzi e invitare le altre a seguire il loro esempio, o a fare ancora meglio. Soltanto lavorando insieme possiamo sperare di frenare e iniziare a invertire il corso dell’epidemia di obesità che dilaga in Europa”. Gli impegni elogiati dal commissario Kyprianou sono stati presentati direttamente dai vertici aziendali delle imprese interessate: - Dominique Reiniche, presidentessa di Coca Cola per l’Europa e dell’Unione delle associazioni europee dei produttori di bevande analcooliche (Unesda) e Zein Abdalla, amministratore delegato di Pepsi Cola Europa, hanno illustrato l’impegno assunto da nove società produttrici di bevande analcooliche affiliate all’Unesda a non produrre pubblicità rivolte ai bambini di età inferiore ai 12 anni; il rispetto di questo impegno sarà verificato da consulenti indipendenti; - M. Denis Hennequin, presidente di Mcdonald’s Europa, ha annunciato l’impegno di Mc Donald’s a introdurre informazioni nutrizionali sulle confezioni dei suoi prodotti in tutta Europa; - Kees Van der Graaf, presidente di Unilever Europa, ha spiegato la decisione di Unilever di modificare la composizione di alcuni prodotti; - Marc Firestone, vicepresidente esecutivo di Kraft Foods, ha annunciato l’impegno della Kraft a non effettuare azioni pubblicitarie rivolte ai bambini per i prodotti che non rispondono a corretti standard nutrizionali. Il commissario Kyprianou ha accolto con soddisfazione questi impegni, che testimoniano i progressi registrati dalla piattaforma d´azione europea, sottolineando che un aspetto centrale per il consolidamento della credibilità della piattaforma e uno dei motivi per i quali sono stati scelti gli esempi citati è dato dal fatto che il rispetto degli impegni è verificato in modo trasparente, responsabile e partecipativo. Il commissario ha poi formulato alcune considerazioni sui preparativi in corso in materia di nutrizione e sana alimentazione in vista della conferenza Ue-oms che si terrà a Istanbul dal 15 al 17 novembre 2006. Uno dei principali risultati attesi dalla conferenza è l’adozione di una carta europea contro l’obesità. Per la Commissione, la prossima tappa dovrebbe essere nel 2007, con una comunicazione su nutrizione e alimentazione equilibrata. L’obesità in Europa. La crescente prevalenza dell’obesità in tutta l’Unione europea rappresenta un grave problema di salute pubblica. L’obesità provoca una serie di malattie croniche, tra cui il diabete, alcuni tipi di cancro e patologie cardiovascolari. In Europa, gli squilibri alimentari e la sedentarietà sono tra le principali cause di malattie evitabili e morti premature. Secondo le statistiche elaborate dalla task force internazionale contro l’obesità (Iotf) per l’Organizzazione mondiale della sanità, un bambino europeo su cinque supera la soglia del soprappeso e il numero dei bambini in sovrappeso cresce di 400mila unità l´anno. La piattaforma d’azione europea per l’alimentazione, l’attività fisica e la salute La piattaforma d’azione europea per l’alimentazione, l’attività fisica e la salute riunisce i principali rappresentanti dell’industria alimentare, delle Ong, delle associazioni dei medici e delle associazioni per la difesa dei consumatori, che accettano di assumere impegni vincolanti, ma volontari, volti a contrastare e invertire le tendenze attuali in materia di obesità. Dal lancio della piattaforma, avvenuto nel 2005, i membri hanno assunto in totale 146 impegni a realizzare e attuare nuove azioni di lotta contro l’obesità, che vanno dalla promozione di stili di vita sani ad una maggiore diffusione delle informazioni nutrizionali, alla limitazione della pubblicità rivolta ai bambini. .  
   
   
ARRIVA IN ITALIA IL PRIMO VACCINO ORALE CONTRO LA CAUSA PIU’ FREQUENTE DI DIARREA GRAVE E VOMITO NEI LATTANTI  
 
 Milano, 13 novembre 2006 - Il rotavirus colpisce ogni anno in Italia 400. 000 bambini entro i primi 5 anni di età, con episodi gravi di diarrea e vomito, provocando oltre 10. 000 ricoveri La vaccinazione è l’unica misura in grado di prevenire l’infezione e proteggere il bambino il prima possibile dalle forme più gravi della patologia Il nuovo vaccino pediatrico, prodotto da Gsk e disponibile dalla fine di novembre 2006, offre una protezione precoce a partire dalla sesta settimana, con sole due dosi orali da somministrare entro i primi sei mesi di vita. Glaxosmithkline ha lanciato in Italia il primo vaccino orale, attenuato, vivo che in sole due dosi offre, entro i primi sei mesi di vita, una prevenzione precoce dal rotavirus, la causa più frequente di gastroenterite grave nei neonati e nei bambini entro i primi 5 anni. Si calcola che ogni anno in Europa si verifichino 3. 6 milioni di episodi da rotavirus su 23. 6 milioni di bambini sotto i 5 anni. In Italia la gastroenterite da rotavirus colpisce oltre 400. 000 bambini, provocando oltre 80. 000 visite ambulatoriali e oltre 10. 000 ricoveri ospedalieri. Il vaccino rappresenta oggi l’unica misura in grado di prevenire l’infezione e proteggere i bambini dalle forme più gravi della patologia. La massima incidenza dell’infezione da rotavirus si verifica fra i bambini dai sei mesi ai due anni di età. In particolare il rischio è maggiore nei piccoli lattanti, i più vulnerabili nei confronti dell’infezione. La malattia si manifesta con episodi di diarrea severa e vomito che, nei casi più gravi, possono portare il bambino alla disidratazione, rendendo indispensabile il ricovero in ospedale. “Quasi tutti i bambini entro i 5 anni soffrono di almeno un episodio di gastroenterite da rotavirus, ma fino ad oggi non vi era un metodo efficace per controllare la diffusione della malattia” afferma il Dott. Giovanni Vitali Rosati, Referente Regionale Toscana Rete Vaccini per la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) “L’unica terapia possibile finora era quella sintomatica con la somministrazione di soluzioni reidratanti orali che non sempre sono di facile assunzione da parte del bambino, soprattutto nei casi più gravi per i quali si rende necessario il ricovero in ospedale”. Il nuovo vaccino di Gsk si somministra per via orale entro i primi 6 mesi di vita. La prima dose può essere somministrata fin dalla sesta settimana di vita, la seconda dopo un intervallo di 4 settimane. Il ciclo vaccinale deve essere completato entro le 24 settimane di età e può essere co-somministrato con le altre vaccinazioni dell’infanzia, quali ad esempio il vaccino esavalente e il vaccino pneumo e meningo coniugati. L’efficacia e la sicurezza del nuovo vaccino nel primo anno di vita sono stati confermati dal più grande programma di sviluppo clinico mai effettuato da Gsk, che ha coinvolto oltre 60. 000 neonati dimostrando una efficacia fino al 100% contro le forme più gravi di gastroenterite da rotavirus. “Evitando la maggior parte delle forme gravi, il nuovo vaccino consente notevoli vantaggi per la salute del bambino e la qualità della vita dei familiari “ ha aggiunto la Prof. Ssa Elisabetta Franco, Professore Ordinario di Igiene dell’Università Tor Vergata di Roma “inoltre, la prevenzione attraverso la vaccinazione riduce l’aggravio di lavoro per i medici e l’affollamento negli ospedali, un problema particolarmente sentito nel periodo invernale in cui si manifesta il picco della malattia”. Il nuovo vaccino anti-rotavirus di Gsk sarà disponibile in farmacia alla fine del mese di novembre 2006 su prescrizione del pediatra. .  
   
   
IL GLAUCOMA: UNA MALATTIA NON SOLO DELL’OCCHIO  
 
 Torino, 13 novembre 2006 - Sabato 11 novembre a Torino si è tenuta la Giornata multidisciplinare di Oftalmologia dal titolo Glaucoma: i fattori di rischio, promossa dall’Università degli Studi di Torino e da Pfizer Italia, con il patrocinio della Regione Piemonte e della Società Italiana per lo Studio del Glaucoma ( A. I. S. G. ) La giornata è stata un occasione di confronto multidisciplinare tra oculisti, diabetologi, internisti, genetisti e psichiatri, nata allo scopo di diffondere l’informazione riguardante i principali fattori di rischio della malattia. Si stima che circa 70 milioni di persone nel mondo siano affette da glaucoma, ma che solo la metà di esse ne sia consapevole e che una percentuale ancora minore riceva un adeguato trattamento medico. Almeno sette milioni di pazienti sono totalmente ciechi a causa del glaucoma e questo numero è in aumento. Le statistiche indicano che, in media, circa il 3% della popolazione è affetta da glaucoma. Il numero dei malati però dipende dalla definizione di glaucoma e dalla popolazione che si vuole studiare: quando si prende in esame solo la fascia di popolazione più anziana, questa percentuale si innalza considerevolmente. Nel solo Piemonte si stima che soffrano di glaucoma dalle 4 alle 500 mila persone. Il termine glaucoma – che deriva dal greco antico, “glaukos” e significa grigio-blu – sfortunatamente non viene usato per indicare sempre la medesima patologia, generando spesso confusione tra coloro che affrontano per la prima volta tale malattia. Nella letteratura, solitamente europea, si definisce glaucoma quel gruppo di condizioni che ha come comune denominatore una elevata pressione intraoculare (Iop), mentre solitamente, in quella inglese, si considera come glaucoma solo il caso in cui vi sia un danno del nervo ottico ed una perdita visiva. Nella pratica oculistica, si è dimostrato utile applicare il termine glaucoma a tutti quei pazienti che hanno una elevata pressione intraoculare (con o senza danno glaucomatoso), così come a tutti i pazienti che presentano un danno glaucomatoso (con o senza pressione intraoculare elevata). Per comprendere questa malattia resta fondamentale esaminare i fattori di rischio che possono condurre al danno oculare ed alla sua progressione. Così come in altre patologie che hanno a che fare con la pressione, bisogna distinguere tra il danno stesso, ovvero la perdita delle cellule neurali e i fattori di rischio che vi contribuiscono. Fattori di rischio per il danno glaucomatoso sono una pressione intraoculare elevata ed anche una bassa pressione ematica. “Il concetto che vorremmo passasse ai colleghi oculisti in questa giornata multidisciplinare consiste sostanzialmente nel fatto che il paziente affetto da glaucoma deve sempre più essere visto nella sua complessità – spiega il professor Filippo Vitale Brovarone, professore di Oftalmologia presso il Polo Didattico di Orbassano. Se il paziente ha altri elementi “peggiorativi” del suo quadro clinico (diabete, ipertensione, età avanzata), l’oculista che lo ha in cura deve prestare una maggiore attenzione, per migliorare il decorso della malattia. Certo, questo significa un maggior impegno per il medico oculista e una visione d’insieme più ampia, ma i benefici che se ne traggono sono di tutto rilievo”. Grande influenza possono avere anche l’uso di farmaci impiegati per trattare altre patologie concomitanti. Un aspetto fondamentale è costituito dal modo di porsi dell’oculista nei riguardi del paziente, che influenza grandemente l’adesione del medesimo alla terapia prescritta, spesso complessa, fastidiosa e protratta frequentemente per tutta la vita. Adeguata informazione, disponibilità a chiarire i dubbi e a risolvere le difficoltà e infine gentilezza e umanità sono alla base della possibilità di condurre un trattamento efficace. Un aumento della pressione oculare può verificarsi a qualsiasi età, però esiste un preciso rapporto tra probabilità di aumento della Iop e l’avanzare degli anni. Viene definito glaucoma congenito un aumento della pressione oculare già presente alla nascita o immediatamente dopo; si parla di glaucoma infantile quando una pressione intraoculare elevata si manifesta durante l’infanzia e di glaucoma giovanile o congenito tardivo quando questa condizione si presenta durante l’adolescenza. Vi sono tuttavia altri fattori che possono influenzare la Iop in maniera più o meno importante. Questi fattori sono: l’età, la storia familiare, l’etnia, il sesso, arteriosclerosi, miopia ed ipermetropia. .  
   
   
CARDIOPATIE: NIENTE RISCHI PER CHI BEVE CAFFÈ SE SI MODERA IL CONSUMO A 3-4 TAZZINE DI ESPRESSO AL GIORNO, I COMPOSTI FENOLICI IN ESSO CONTENUTI POTREBBERO AVERE UN RUOLO PREVENTIVO NELL’INSORGENZA DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI  
 
Riccione, 13 novembre 2006 – Continua la serie delle comunicazioni scientifiche positive sul rapporto consumo di caffè e salute. Dopo la recente comunicazione Inran (24 ottobre 2006) che fa assurgere il caffè ad alimento “utile” per la prevenzione di alcune patologie, è stata presentata la ricerca Consumo Di Caffe’ E Rischio Di Cardiopatia Ischemica: Una Meta-analisi, in uscita nel fascicolo di Dicembre 2006 della Rivista Nmcd (Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Disease). La comunicazione ha avuto luogo nell’ambito del Xxxiv Congresso Nazionale S. I. N. U. (Società Italiana di Nutrizione Umana) dal titolo La Nutrizione Umana Oggi Tra Tecnologia E Prevenzione, che ha ospitato una sessione parallela sul tema Caffè e Sistema Cardiovascolare. Moderatori il prof. Gian Franco Gensini (Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università di Firenze) e il prof. Amleto D’amicis (Direttore dell’Unità di Documentazione e Informazione Nutrizionale dell’Inran) e relatori: il Dott. Andrea Alberto Conti (coautore della meta-analisi sopra citata); il prof. Claudio Borghi (con un focus su caffè e ipertensione); la Dott. Ssa Fausta Natella (con un lavoro sui Composti Fenolici del caffè nella prevenzione delle malattie cardiovascolari). “Il consumo abituale e moderato di caffé – dichiara nel suo intervento Conti (Ricercatore Universitario in Storia della Medicina e Bioetica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze) come risulta dalla nostra meta-analisi (ovvero la analisi quantitativa incrociata di tutte le ricerche epidemiologiche effettuate a tutt’oggi sull’argomento), non appare legato a un aumento del rischio di cardiopatia ischemica”. La meta-analisi ha preso in considerazione gli studi effettuati negli ultimi decenni sulla relazione tra consumo abituale di caffè e rischio di cardiopatia ischemica (Chd). “Studi questi - prosegue Conti - dai risultati spesso contrastanti. Si è provveduto pertanto ad un esame sistemico di tali studi (13 studi caso controllo e 10 studi di coorte per un totale di 9. 487 casi di Chd e 27. 747 controlli negli studi caso-controllo, oltre a 403. 631 partecipanti seguiti per un periodo compreso fra i 3 e i 44 anni di studi di coorte)”. Ecco quanto risulta, riferendosi sempre ad un consumo di caffè in tazze (ovvero una quantità da caffè all’americana): con un consumo minore o uguale a 2 tazze di caffè (pari a circa 3-4 tazzine di espresso bar o 3 tazzine se preparato con la moka) non emerge alcunaassociazione significativa fra consumo di caffè e rischio di Cardiopatia Ischemica. “Ciò fa concludere - sottolinea Conti - che un consumo di caffè da lieve a moderato (riferendosi al caffè all’italiana può intendersi “moderato” un consumo di 3-4 tazzine di espresso moka al giorno, pari a circa 280-300 mg di caffeina in toto) non è associato ad un aumento significativo del rischio di cardiopatia ischemica (infarto miocardico o coronaropatia). Laddove si parla di aumento pressorio collegato al consumo di caffè, Borghi (Direttore della Unità Operativa di Medicina Interna del Policlinico S. Orsola-malpighi di Bologna) evidenzia che la caffeina ingerita attraverso il caffè ha un effetto sulla pressione molto modesto ed accompagnato, talora, allo sviluppo di una condizione di tolleranza. “Il consumo abituale di caffè non sembra, associato ad un incremento del rischio di comparsa di ipertensione arteriosa – sottolinea Borghi – ma è difficile, in questo ambito, giudicare gli effetti del consumo di caffè. Il caffè è, infatti, una miscela di molte altre sostanze tra cui il potassio ed il magnesio che hanno effetti positivi sul sistema cardiovascolare”. E prosegue: “anche il metodo di preparazione del caffè può influire sugli effetti dello stesso: il caffè espresso influenza la pressione arteriosa meno di quello “bollito” (per intenderci alla Turca). Una possibile influenza sul rialzo pressorio è valutabile anche su altre abitudini voluttuarie (fumo e alcool) che modulano sia le caratteristiche farmacocinetiche della caffeina ma anche e, negativamente, il rischio cardiovascolare globale sia dei soggetti normotesi che dei pazienti già ipertesi”. “Infine – aggiunge Natella (Ricercatrice presso l’Inran) - un consumo moderato sembra associato a un rischio cardiovascolare minore rispetto ad un consumo nullo o particolarmente elevato. Numerosi studi sperimentali sul caffè – sottolinea – hanno messo in evidenza l’ingente contenuto in composti fenolici biodisponibili, la cui elevata attività antiossidante è in grado di inibire l’ossidazione delle Ldl (Lipoproteine a bassa densità definite Colesterolo cattivo) e l’aggregazione piastrinica (entrambi fattori determinanti nell’insorgenza della cardiopatia ischemica)”. .  
   
   
APERTO A SAN CANZIAN (GO) CENTRO MALATI ALZHEIMER  
 
Trieste, 13 novembre 2006 - Un nuovo centro sperimentale per l´accoglienza temporanea degli anziani malati di Alzheimer, promosso dal Comune di Ronchi dei Legionari (Gorizia) assieme alle altre Amministrazioni del mandamento di Monfalcone e all´Azienda per i servizi sanitari n. 2 "Isontina", è stato inaugurato l’11 novembre a San Canzian d´Isonzo (Gorizia), presenti il ministro delle Politiche per la famiglia Rosy Bindi e l´assessore regionale alla Salute e alla Protezione sociale Ezio Beltrame. Alla cerimonia hanno partecipato, assieme al ministro e all´assessore regionale, il sindaco del Comune di Ronchi dei Legionari (capofila del progetto) Roberto Fontanot, con l´assessore alle Politiche sociali Enrico Masarà, e numerosi amministratori, consiglieri regionali dell´Isontino e operatori sanitari del Monfalconese. L´assessore Beltrame ha sottolineato come il progetto sperimentale dell´Ambito "Basso Isontino" rivesta un grande interesse per la Regione, che ne sta promovendo uno analogo a Trieste e pensa di finanziarne altri due nelle province di Udine e Pordenone. "Nel momento in cui - ha detto l´assessore - i bisogni dei cittadini si fanno sempre più complessi e il carico per le famiglie sempre più pesante, è necessario definire misure che pongano al centro la persona. Occorre insomma costruire attorno alle famiglie un sistema integrato, a rete, superando la distinzione fra strutture residenziali e servizi territoriali, fra settore pubblico e volontariato". Anche per il ministro Bindi il nuovo centro sperimentale può costituire un modello per altri parti del Paese, poiché riesce "a dare una risposta a una delle necessità più forti del nostro tempo, una risposta che va nella direzione del rispetto della dignità della persona, della famiglia, della comunità". Il sindaco di Ronchi, Fontanot, ha voluto ringraziare tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione del centro sperimentale, a cominciare dall´ex assessore e consigliere regionale Piero Fasola, che a suo tempo si era adoperato per reperire le risorse finanziarie. Il centro demenze al servizio dei Comuni del distretto sanitario "Basso Isontino" è nato dal progetto Argo (Alzheimer Riabilitazione Gestione Ospitalità), il cui acronimo si riferisce simbolicamente al fedele cane di Ulisse che, nonostante la lunga assenza del padrone, ne ha sempre mantenuto la memoria. Nell´ambito del progetto, grazie a uno specifico contributo finanziario della Regione, è stato ristrutturato a San Canzian d´Isonzo l´edificio che ospitava una comunità alloggio per anziani, attrezzandolo con i più aggiornati criteri scientifici sulla cura dei malati di Alzheimer. La struttura dispone perciò di sistemi di protezione e sicurezza, impianti di video controllo, arredi e colori adeguati al trattamento della malattia. Il centro di San Canzian potrà ospitare gli anziani per periodi di tempo prestabiliti, nella fase acuta della malattia o per alleviare le famiglie che li assistono, grazie alla disponibilità di 13 posti letto a cui si aggiungono cinque posti di tipo semiresidenziale. Le forme di accoglienza sono flessibili: gli anziani possono essere ospitati in modo completo per un certo periodo, oppure solo durante il giorno nel centro diurno o soltanto di notte. Capofila del progetto è stato il Comune di Ronchi dei Legionari, ma la struttura sarà gestita in forma associata, attraverso una convenzione, con gli altri sette Comuni del distretto sanitario "Basso Isontino": Doberdò del Lago, Fogliano Redipuglia, Monfalcone, San Canzian d´Isonzo, San Pier d´Isonzo, Staranzano, Turriaco. Le procedure per valutare e accogliere nel nuovo centro demenze gli anziani, rivolgendosi ai medici di famiglia e ai servizi sociali dei Comuni, inizieranno lunedì 13 novembre. Si prevede che i primi malati possano essere accolti da dicembre. .  
   
   
INCIDENTI DOMESTICI: UN RISCHIO ANCORA SOTTOVALUTATO INIZIATIVA DELLA REGIONE E FEDERCASALINGHE.  
 
 Firenze, 13 novembre 2006 - I progetti di prevenzione in Toscana Firenze Abituati come siamo a pensare alla casa (a volte in modo fin troppo retorico) come il porto sicuro in cui trovare rifugio dalle tempeste della vita "di fuori", rimaniamo stupiti nel consultare le allarmanti statistiche sugli incidenti domestici. Secondo i dati Istat in Italia si verificano 3 milioni e mezzo di infortuni l´anno, con un incremento nell´ultimo decennio del 20%. Si parla di cadute (il 45%), di urti (17%), di tagli (16%). Lo speciale gruppo di lavoro della commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni sul lavoro che ha preso recentemente in esame il capitolo degli "Infortuni domestici" parla, per gli anni 2000-2001, di 30,3 infortuni mortali per milione di abitanti. Il rischio lo corrono soprattutto le donne (il 50% degli infortuni che le interessano avviene tra le mura di casa) ma non solo. Bambini e anziani sono fortemente coinvolti. Nel 2003 gli incidenti domestici occorsi a persone tra 0 e 14 anni sono stati 423. 000, e 1. 428. 000 hanno interessato gli ultrasessantacinquenni (dati Ispesl). Senza contare il fatto che le nostre abitazioni assomigliano sempre di più ad un vero e proprio luogo di lavoro, per impianti e apparecchiature presenti e per l´introduzione progressiva di forme di lavoro domiciliari e di tele lavoro. Di altri possibili esposti al rischio, come le collaboratrici domestiche o le badanti, poco o nulla si sa. Si tratta dunque di un fenomeno da far emergere e da mettere sotto controllo. Se ne è parlato il 12 novembre a Firenze a Palazzo dei Congressi, nel corso di una iniziativa organizzata dalla Regione Toscana, da Donneuropee Federcasalinghe e Holding Famiglia. Partecipano tra gli altri ai lavori il ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti e l´assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi, con i rappresentanti di Inail ed esperti ministeriali e di numerosi istituti di ricerca nazionali e internazionali. "La Regione Toscana - afferma l´assessore Enrico Rossi - ha da tempo inquadrato il problema, con una legge specifica e un piano mirato che si sviluppa attraverso numerosi progetti. Ma la vigilanza va sicuramente aumentata, così come l´attività di prevenzione. Ciò riguarda anche il rischio ambientale da inquinanti indoor, visto che tutti noi trascorriamo il 90% del nostro tempo in ambienti interni". Tra i progetti avviati in Toscana ricordiamo "Casa Sicura", una iniziativa di cui si parlerà domani al Palacongressi, realizzata dai dipartimenti di prevenzione delle Asl (capofila Massa Carrara e Firenze). E´ stata realizzata, con il coinvolgimento degli studenti dell´accademia delle Belle Arti di Carrara, una "Guida per vivere sicuri nella propria casa" in cui si affrontano il problema della progettazione, realizzazione e corretta utilizzazione di spazi, impianti e oggetti e del consumo di prodotti sicuri. Ci sono poi il progetto "Casa domotica", promosso in collaborazione con la Scuola Superiore di Sant´anna di Pisa, la Asl 5 e il Comune di Peccioli e il piano integrato sulla progettazione di edifici sicuri condotto in collaborazione tra Asl 10, Comune e Università di Firenze. Nel corso della giornata è stata anche discussa la proposta per una migliore utilizzazione del Fondo assicurazione lavori domestici dell´Inail, un fondo che ha risarcito solo 162 persone in 4 anni e mezzo, mentre dispone di un ampio avanzo di gestione. La proposta consiste nell´abbassamento dal 33 al 26% della percetuale di invalidità che, secondo la legge in vigore (n. 493 del 1999), dà diritto all´indennizzo. . .  
   
   
S.T.O.P. ALLA SIGARETTA A DUE ANNI DALL’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE SUL FUMO NEI LOCALI PUBBLICI, I MEDICI ITALIANI DIMOSTRANO UNA FORTE CONSAPEVOLEZZA DEI DANNI DELLA SIGARETTA. I MEDICI ITALIANI, PERÒ, SOLLECITANO ARMI PIÙ EFFICACI  
 
 Bologna, 13 novembre 2006 - Il fumo non è un vizio. E’ una condizione medica, cronica, soggetta a ricadute e che crea dipendenza. E’ così che i medici italiani, concordi con i loro colleghi di 16 Paesi, definiscono la piaga del tabagismo. Il dato emerge dalla ricerca Stop (Smoking: The Opinion of Physicians), realizzata da Pfizer su circa 3. 000 medici e presentata a Barcellona, nell’ambito del Congresso della European Society of Cardiology. Per l’Italia, è stato intervistato un campione di 200 medici, 100 fumatori e 100 non fumatori. Quasi unanime il giudizio dei medici di medicina generale nel definire il fumo come il comportamento in assoluto più dannoso per la salute dei propri pazienti, come affermano 2 soggetti su 3. Se chiamati a scegliere, addirittura la metà del campione consiglierebbe la sedentarietà piuttosto che vedere il proprio paziente con una sigaretta in bocca. Non solo: più della metà degli intervistati (59%) considera il fumo come il fattore di rischio più difficile da trattare viste le diverse componenti, sia fisiche che psicologiche, di quello che, fino ad oggi, era considerato solo un mero “stile di vita”. Consapevoli, quindi, e inflessibili riguardo alla serietà del problema. Ma di fronte alla responsabilità, i medici fanno pendere il piatto della bilancia dalla parte dei pazienti. Il viaggio verso il “no smoking” dipende soprattutto dal fumatore, sostengono i 2/3 dei medici, considerandosi coinvolti in misura minore (24%) e ritenendo il Governo responsabile per l’11%. Da parte loro, alla domanda “Nel caso di pazienti fumatori, quante volte affronta il problema del fumo?” meno della metà degli intervistati (42%) dichiara di discuterne nel corso di ogni visita. E anche se 3 medici su 4 consigliano ai propri pazienti di smettere di fumare, solo il 15% mette a punto insieme al proprio assistito un piano di azione per liberarsi dal fumo, uno scarso 30% è in grado di indicare quante sigarette fuma il paziente e meno del 10% registra sulla sua scheda le abitudini del fumatore. Luci ed ombre della lotta al fumo emergono anche dai trattamenti consigliati. Le percentuali parlano chiaro: i medici mettono allo stesso livello i farmaci da banco Nrt (terapie sostitutive della nicotina) e le terapie alternative come l’agopuntura e la magnetoterapia (69 e 67% rispettivamente). Difficile scegliere con certezza? Ad oggi sembrerebbe di si. Ed è lo stesso medico a lamentarsene: 9 camici bianchi su 10 accusano la mancanza di linee guida di riferimento. Il campione intervistato ritiene inoltre che, per ottenere maggiori risultati e incentivare i fumatori ad abbandonare la “bionda”, sarebbe utile dare ampia visibilità alle percentuali di successo (84% del campione), oltre a richiedere una formazione adeguata per comunicare con i pazienti in maniera più efficace (81%) e disporre di farmaci su prescrizione che garantiscano il successo in almeno 1 paziente su 3 (88%). .  
   
   
VUOI SMETTERE DI FUMARE? VAI AL SUD I MEDICI DEL SUD EUROPA FUMANO DI PIÙ, PIÙ A LUNGO E SONO PIÙ NUMEROSI QUELLI CHE NON HANNO MAI TENTATO DI SMETTERE.  
 
Bologna, 13 novembre 2006 - Un medico europeo su tre fuma. E nel bacino del Mediterraneo, rispetto al Nord Europa, fuma di più (13 sigarette conto 11), per più tempo (24 anni contro 18) e si ritrova probabilmente in un nutrito gruppo di soggetti che non ha mai cercato di smettere (38% del campione contro il 23%). Eppure, i medici del Sud Europa sono anche coloro che condannano con maggior enfasi l’abitudine del fumo, quasi tre medici su quattro, avvicinandosi così all’intolleranza dei colleghi americani (78%). E’ quanto emerge dalla ricerca Stop (Smoking: The Opinion of Physicians), realizzata da Pfizer su circa 3. 000 medici di Europa, Stati Uniti ed Asia e presentata oggi a Barcellona, nell’ambito del Congresso della European Society of Cardiology. Come i loro colleghi americani e asiatici, i medici europei in generale sono concordi nel definire il fumare come il comportamento in assoluto più dannoso per la salute. Ma sono sempre i medici del Sud a schierarsi con più determinazione per definire il fumo come una condizione medica, cronica, soggetta a ricadute (91% contro il 70% dei medici del Nord Europa), a sostenere che il fumo dovrebbe essere considerato come una condizione medica (86% contro il 56%), a premere perché il riconoscimento del fumo come condizione medica spingerebbe più persone a smettere (79% contro il 49%). E seppur meno attivi quando si tratta di passare all’azione rispetto ai loro colleghi americani e asiatici, nel raccomandare al paziente di smettere (lo fa l’86% dei medici europei contro il 99% in America e 96% in Asia), nel chiedere quanto il paziente fuma (si informa il 79% dei medici in Europa contro il 91% in America e l’89% in Asia), o nel raccomandare al paziente di fumare meno (40% in Europa contro 68% in America e in Asia), anche qui i medici del sud si comportano decisamente meglio. L’84% rispetto al 79% dei colleghi del nord discute dei rischi del fumo con i propri assistiti e quasi la metà rispetto ad uno scarso 40% si affianca al paziente per mettere a punto un piano di azione per smettere. Ma allora, qual è il medico ideale per liberarsi del vizio della sigaretta? Mentre gli americani ritengono che la scelta sia assolutamente indifferente, i medici europei (42%) e quelli asiatici (51%) affermano che il medico più efficace è quello che è caduto nelle braccia della “bionda” ma è anche riuscito a liberarsene. E sono addirittura i medici del Nord Europa ad esserne più convinti, in quasi la metà del campione contro il 33% dei medici del Sud, che tende invece ad essere più salomonico. La ricetta auspicata è una soluzione integrata di farmaci più efficaci (lo richiede il 74% dei medici europei), di maggior formazione su come comunicare e motivare i pazienti (77%) e di percentuali di successo più pubblicizzate (73%). Nel frattempo, però, non sorprendetevi se, per smettere, vi viene prescritto un rimedio erboristico. In questo, i medici europei sono peculiari rispetto ai colleghi di America ed Asia: uno su quattro ve lo consiglierebbe. .  
   
   
RIPARTO FONDO SANITARIO NAZIONALE: AL PIEMONTE SETTE MILIARDI E 169 MILIONI  
 
Torino, 13 novembre 2006 - Sette miliardi, 169 milioni e 500 mila euro: è questa la cifra a cui ammonta la quota del fondo sanitario nazionale assegnata al Piemonte per il 2007. La trattativa tra le Regioni, dopo due giorni di discussioni, si è chiusa nella notte a Roma alla presenza della presidente Mercedes Bresso e dell’assessore alla tutela della salute e sanità, Mario Valpreda. “Si è trattato di un momento importante - ha dichiarato quest’ultimo - anche perché i criteri di riparto fissati saranno validi per i prossimi tre anni. E tra questi, rientra anche l’anzianità della popolazione, che, com’è noto, contribuisce a far lievitare la domanda di servizi sanitari e che nel caso del Piemonte è più elevata che in altre realtà”. Soddisfatta la presidente Bresso: “Per la prima volta, siamo stati messi in grado di sapere in anticipo su quali fondi poter contare. E, grazie alle assegnazioni statali, alle manovre di razionalizzazione previste dal piano-socio sanitario e all’addizionale Irpef che i piemontesi versano e che noi - a differenza della precedente giunta - destiniamo come previsto interamente alla sanità, possiamo realisticamente pensare di abbattere il divario tra i costi del Servizio sanitario regionale e le risorse a disposizione”. .  
   
   
RIPARTO FONDO SANITARIO NAZIONALE 2007. “AL VENETO CIRCA 7,5 MILIARDI DI EURO: IL 4% IN PIU’ RISPETTO AL 2006, MA MENO DI QUELLO CHE CI SAREBBE SPETTATO”  
 
Venezia, 13 novembre 2006- “Dal riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2007 il Veneto vede riconosciuto – e ottiene – per la sua sanità un fabbisogno di circa 7,5 miliardi di euro: una cifra superiore di circa il 4 per cento a quella ottenuta per il 2006 ma comunque insufficiente, che ci costringerà a fare sforzi e politiche di rigore in altri settori in quanto il disavanzo presumibile del nostro sistema sanitario a fine anno dovrebbe aggirarsi sui 480 milioni di euro”. Questo il commento dell’assessore regionale alle politiche sanitarie, Flavio Tosi, sulle conclusioni delle due giornate di incontri della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome per il riparto del Fondo sanitario Nazionale. “E’ un risultato soddisfacente rispetto alle premesse iniziali – ha aggiunto l’assessore veneto – in primo luogo perché dai dati e criteri inizialmente posti in discussione emergeva chiaramente un disegno che mirava a toglierci 150 milioni di euro mentre, alla fine, siamo riusciti a limitare il danno a 70 milioni; in secondo luogo perché siamo riusciti, anche minacciando di non siglare l’intesa, a impedire l’introduzione di criteri di riparto assurdi e cervellotici come “la radice cubica della mortalità infantile” o la “mobilità sanitaria passiva” o addirittura non sanitari come il “tasso di mortalità per morte violenta al di fuori dell’infortunistica stradale”: misure apparentemente studiate a tavolino per penalizzare alcune Regioni con sanità efficiente, conti in ordine ma colore politico diverso da quello della maggioranza di governo e che, in prospettiva, avrebbero avuto conseguenze devastanti per i nostri bilanci sanitari. Infine perché, in caso di mancato accordo fra le Regioni, il riparto lo avrebbe deciso il Ministro della Salute e, con l’aria che tira…Come Regioni, invece dell’introduzione permanente di quei criteri assurdi, abbiamo invece concordato la creazione di un “fondo di qualificazione territoriale” di 1 miliardo e 100 milioni di euro a favore delle Regioni in difficoltà; non un’imposizione a carattere permanente, ma una concessione da parte delle Regioni virtuose verso le altre per far sì che possano cercare di rimettersi in carreggiata”. “Rimane però il rammarico – ha detto ancora Tosi – per veder ancora una volta ridotte le risorse ad alcune Regioni virtuose per premiare quelle, quasi tutte del centrosud, che fanno regolarmente da anni dei deficit paurosi e che hanno i sistemi sanitari più costosi e meno efficienti, non perché sottofinanziate rispetto alle altre ma perché hanno esuberi di personale e una cattiva gestione storica”. Tornando ai conti della sanità veneta, Tosi ha ricordato che la copertura del deficit di fine 2006 sarà coperto con 160 milioni del Fondo sanitario Nazionale, 170 della manovra tributaria varata ieri dalla Giunta regionale e, per il resto, da risparmi in altri settori e ha sottolineato l’importanza di chiudere ancora una volta in pareggio il nostro bilancio, evitando quelle tagliole micidiali che in caso contrario scatterebbero, come sono già scattate in altre Regioni, anche per noi: dal blocco delle assunzioni ai mancati trasferimenti finanziari, dal Commissariamento governativo della Regione all’innalzamento massimo di tutte le aliquote delle imposte addizionali”. . .  
   
   
SONY AFFIANCA LA CHIRURGIA DEL FUTURO CON IL NUOVO REGISTRATORE PROFESSIONAL DISCI CHIRURGHI POSSONO ACQUISIRE E ARCHIVIARE IMMAGINI DI QUALITÀ ECCEZIONALE DURANTE GLI INTERVENTI  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Sony presenta il nuovo registratore Professional Disc Hd per applicazioni medicali, che introduce un nuovo metodo di gestione delle informazioni. Il Pdw-70md è il primo registratore medicale in grado di acquisire immagini durante le operazioni chirurgiche a una risoluzione piena di 1080 Hd, che rappresenta la massima qualità dell´immagine ed è notevolmente superiore alla risoluzione di 525-625 linee offerta dai dispositivi in Definizione Standard. Il lancio del Pdw-70md sottolinea l´impegno di Sony nell´offerta di strumenti che consentano ai chirurghi di acquisire, visualizzare e archiviare immagini di qualità eccezionale durante le operazioni. I chirurghi potranno migliorare le loro prestazioni visualizzando le immagini registrate su monitor predisposti per il formato Hd. Inoltre, grazie all´apposito software Sony in dotazione, il Pdw-70md consente di registrare, insieme alle immagini, informazioni di metaevento importanti relative ai pazienti o alle procedure adottate; in questo modo, la ricchezza delle informazioni offre ai chirurghi e al personale medico un quadro completo sul paziente e sulla sua storia clinica. Il Pdw-70md apporta dei vantaggi significativi anche nel campo della formazione dei chirurghi: grazie al supporto di immagini Hd, gli studenti possono vedere in dettaglio le procedure chirurgiche in diretta. Il Pdw-70md adotta la compressione video Mpeg-2 e può archiviare fino a due ore di video Hd su un singolo Professional Disc Pfv-23. Con caratteristiche simili al formato consumer Blu-ray, il Professional Disc è stato adattato alle esigenze degli utenti professionali: velocità di lettura/scrittura superiore, custodia resistente in policarbonato per proteggere il disco contro gli urti e la polvere e formattazione neutra per una maggiore flessibilità. Il Pdw-70md è già disponibile. .  
   
   
SONY PRESENTA IL CODEC IPELA HD COMUNICAZIONE RAPIDA E BIDIREZIONALE DA REMOTO CON IL CODEC PCS-HG90  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Sony ha annunciato il lancio di Pcs-hg90, un codec Hd per applicazioni in tempo reale e comunicazioni bidirezionali da remoto. Grazie allo standard H. 323, il codec Pcs-hg90 supporta fino a quattro siti collegati simultaneamente alla rete Ip. La codifica Mpeg4-avc ottimizza la larghezza di banda e assicura una comunicazione in tempo reale tra i siti, per cui il Pcs-hg90 si rivela estremamente utile in applicazioni broadcast live, interviste o collegamenti da remoto con qualità audio e video Hd. Connessione e funzionalità eccezionali Il codec Pcs-hg90 supporta il protocollo video Hd H. 264 con compressione 1280 x 720 a 30P e 60P e, grazie allo standard H. 323, è in grado di trasferire il materiale video a una larghezza di banda fino a 8 Mbps. Il sistema offre anche audio Mpeg-4 Aac stereo a banda larga con funzioni di cancellazione dell´eco. Il Pcs-hg90 offre numerose opzioni di connessione, con una vasta gamma di interfacce audio e video, tra cui Hd-sdi, component, Rgb, S-video e Xlr. Il codec è installabile a rack con supporti scorrevoli opzionali. Dotato di un´unità interna di controllo multipunto (Mcu), il Pcs-hg90 è in grado di supportare fino a quattro siti collegati in rete contemporaneamente, con indicazione del nome del sito e visualizzazione a tutto schermo attivabile in modalità “broadcast”, che prevede la distribuzione della stessa immagine a tutti i siti collegati, e "voice activation", con cui l´immagine visualizzata cambia a seconda dell´interlocutore. Grazie alle funzioni avanzate di Qos (Quality of Service), il sistema offre una qualità di connessione eccellette anche in condizioni di instabilità di rete. Per prevenire intercettazioni delle videoconferenze, il Pcs-hg90 supporta la codifica Aes a 128-bit conforme allo standard H. 235 Itu-t. Il codec è dotato di due uscite di controllo per videocamere Visca attraverso il protocollo Rs-232c per operazioni da remoto fino a 15 metri, con connettore Rs-422 per distanze più lunghe. Il controllo remoto è anche possibile tramite interfaccia Web e con un telecomando Hg90. Per garantire la massima comodità d´impiego, il codec offre supporto per Memorystick, per l´archiviazione e il caricamento di parametri di configurazione, upgrade di software, installazione di applicazioni opzionali e memorizzazione di immagini statiche. Gli ospedali possono trarre vantaggio dal sistema collegando diverse strutture in una videoconferenza Hd, consentendo ai chirurghi in tutto il mondo di visualizzare le operazioni in tempo reale, consultare i colleghi o condurre seminari di formazione. Le istituzioni scolastiche e universitarie possono utilizzare il sistema per attivare corsi a distanza, collegare i campus e raggiungere un maggior numero di studenti. Le aziende possono trasferire rapidamente dati ad alta risoluzione o inviare bozze di prodotto per la revisione e ottenere il feedback immediatamente. “Il codec Hd di Sony offre il meglio delle tecnologie Hd e Ip e permette agli utenti di visualizzare immagini a grandezza naturale con una riproduzione accurata dei colori”, ha dichiarato Kees Hoogstraate, Product Manager di Sony Videoconferencing. “Il nuovo codec apre le porte a una vasta gamma di applicazioni che vanno oltre la videoconferenza tradizionale; i broadcaster possono condividere il materiale da fonti multiple in real time, riducendo i tempi”. Il codec Pcs-hg90 verrà presentato quest´anno ad Ibc e sarà disponibile entro la fine del 2006. .  
   
   
UN LIBRO PER CONVIVERE CON L´HIV  
 
Roma, 13 novembre 2006 - Vivere con l´Hiv. È il titolo del libro stampato in 2000 copie e rivolto alle persone affette da Hiv/aids che presentato nella sede della Regione Liguria. La guida che sarà distribuita gratuitamente attraverso i reparti di malattie infettive degli Ospedali liguri e il Centro ligure persone sieropositive è stata patrocinata dalla Regione Liguria e tradotta, impaginata e corretta gratuitamente dal Dipartimento di Scienza della Salute dell´Università di Genova. In tutto 320 pagine per comunicare che oggi con l´Hiv si può convivere, fornendo indicazioni e riferimenti utili a tutti coloro colpiti dal virus. Dagli aspetti medico sociali della vita con l´Hiv agli ultimi risultati dei test, fino a come fare a comunicare con gli altri. Informazioni basilari che non sostituiscono la consultazione con il medico, ma aiutare a dare risposte alle domande di chi si appresta ad affrontare la vita con l´Hiv da parte di chi ha già scoperto di averlo. Considerato che in Liguria il numero delle persone colpite dal virus dell´Aids è diminuito, si è passati infatti dal picco endemico registrato nel 1995 con 16,9 colpiti per 100. 000 abitanti agli attuali 3,6 casi ogni 100. 000 abitanti secondo il rapporto 2004 sull´Aids redatto dal Dipartimento Salute e servizi sociali della Regione Liguria. In mutamento anche la caratteristiche dell´epidemia che oggi colpisce prevalentemente le donne e le persone più adulte, l´esposizione eterosessuale ha infatti provocato un numero di casi maggiore rispetto alla tossicodipendenza (31 su 27 casi). Inoltre tra i casi di Aids notificati in Liguria sono pressoché scomparsi quelli derivati da esposizione a emoderivati e trasfusione o la trasmissione verticale da madre a neonato. Alla presentazione del libro (Edizioni Erga) sono intervenuti l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, Giancarlo Icardi, Dipartimento Scienze della Salute dell´Università di Genova, Marco Bussadori, presidente del Centro Ligure Persone Sieropositive, Sergio Schiaffino del Dipartimento Salute e servizi sociali della Regione Liguria, Marco Anselmo direttore del reparto malattie infettive dell´Ospedale San Paolo di Savona e Francesca Romani, direttore dipartimento dipendenze Sert Savona. .  
   
   
PIU’ DI 140MILA VISITATORI PER FIERACAVALLI  
 
Verona, 13 novembre 2006 - Più di 140mila visitatori per la 108ª edizione di Fieracavalli, che si è conclusa l’11 novembre a Veronafiere con un incremento del 10% rispetto al 2005. E’ il record assoluto della manifestazione, appuntamento leader a livello mondiale del settore, che ha ospitato, su una superficie complessiva di oltre 350mila metri quadrati, 600 espositori (di cui 150 esteri da 25 nazioni), quasi 900 giornalisti (+ 5% sul 2005) e 2. 500 soggetti di tutte le razze equine. Un successo che conferma il ruolo assunto da Fieracavalli, organizzata in collaborazione con l’Unire (Unione nazionale incremento razze equine), Fise (Federazione italiana sport equestri) e Aia (Associazione italiana allevatori), e diventata ormai un vero e proprio evento internazionale sia dal punto di vista commerciale che di spettacolo e sport con la Fei World Cup, la tappa italiana (l’unica) di Coppa del mondo di salto ad ostacoli. Di grande richiamo per il pubblico e le famiglie si è rivelato il Salone del Bambino, ricco di iniziative e di laboratori in grado di coinvolgere adulti e piccini. Tra le novità di questa edizione è sicuramente da segnalare il Gala Junior, che non solo ha raccontato la magia dell’incontro tra giovani e cavalli, ma ha anche ospitato, in prima mondiale, il concerto del coro dello Zecchino d’Oro, dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma e della sua orchestra formata da ragazzini di 8-12 anni, e del coro «Mani Musicanti», composto da bimbi sordi e udenti, che insieme hanno interpretato le canzoni dell´Antoniano nella Lingua dei segni italiana (Lis). Ottimi risultati, in termini di pubblico e di interesse, sono stati ottenuti dai diversi Saloni della rassegna, in particolare da quello del Turismo e dell’Eccellenza italiana e internazionale, dal Villaggio delle Tradizioni, con gli itinerari a cavallo alla scoperta della natura e dell’enogastronomia italiana di qualità, dal Western Show e dal Salone del cavallo arabo e spagnolo. Fieracavalli, in collaborazione con la Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, ha lanciato inoltre il marchio Purosangueitaliano, la cui attività si concentrerà sull’organizzazione e sulla creazione di prodotti che saranno venduti per finanziare gli studiosi aiutandoli a sconfiggere una delle malattie genetiche più diffuse al mondo. «Siamo molto soddisfatti dell’esito della manifestazione», afferma Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere, «che ha registrato oltre 10mila presenze in più rispetto allo scorso anno. Merito degli sforzi e dell’impegno dell’azienda, e anche del tempo, che ci ha dato una mano. I contenuti sono stati particolarmente interessanti e il pubblico ha dimostrato di apprezzarli. Dobbiamo continuare a lavorare sulla qualità per offrire a espositori e visitatori una rassegna d’eccellenza a livello internazionale». «Ringraziamo le istituzioni italiane e spagnole», commenta il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, «per la loro partecipazione a Fieracavalli, per la quale stiamo studiando nuovi sviluppi e partnership internazionali. Il cavallo sta diventando un grande elemento di comunicazione e di valorizzazione del prodotto made in Italy che gira intorno al settore, che come fiera intendiamo far crescere sempre di più». .  
   
   
I1 12 E 13 NOVEMBRE A PALAZZO MEZZANOTTE LA MILANO DEL GUSTO SI ACCENDE CON GOLOSARIA  
 
 Milano, 13 novembre 2006 - Saranno due giorni di gusto, sarà l´occasione per conoscere da vicino i protagonisti delle cose buone d´Italia raccontate da vent´anni dal giornalista Paolo Massobrio, fondatore del movimento di consumatori Papillon, sul suo best seller Il Golosario. L´uscita dell´Viii edizione, che sfora le mille pagine di segnalazioni, dà vita dunque a Golosaria, domenica 12 e lunedì 13 novembre 2006 a Palazzo Mezzanotte a Milano (Piazza Affari). Si inizia al mattino con la Colazione delle mille e una notte, in omaggio ai saperi della grande pasticceria di Milano, secondo un progetto di valorizzazione della Camera di Commercio. Ma la Colazione delle mille e una notte, commentata dal- maestro pasticciere Iginio Massari, offrirà l´occasione per discutere di sana alimentazione e del legame con i prodotti del territorio, cavallo di battaglia della Coldiretti che porterà il latte appena munto in una stalla della provincia di Milano. Insomma, una sorpresa, che culminerà con l´omaggio al Panettone Milano, per il quale Papillon e il Comune stanno lavorando con l´obiettivo di arrivare al riconoscimento della Denominazione Comunale, che fu un sogno di Luigi Veronelli, Ambrogino d´Oro del Comune di Milano. Intanto Palazzo Mezzanotte vedrà al lavoro su tre piani i migliori artigiani del gusto. Ci saranno i lombardi, che animeranno uno spazio lounge con le migliori ghiottonerie e i piatti delle varie province, ci saranno gli artigiani provenienti da ogni parte d´Italia. Alcune chicche: il panettone alla manna prodotto in Sicilia, i tartufi di Alba (Cn), il Culatello prodotto con l´antica razza di mora romagnola dai fratelli Spigaroli, il cioccolato di Modica (Rg), il mitico formaggio dell´alpeggio del Bettelmatt, accanto al Provolone Vernengo del Lazio. Ma che dire della prosciutta Castelnovese, dei salumi tradizionali altoatesini del grande Karl Bernardi di Brunico (Bz), che arriverà con l´autentico speck e lo stinco di maiale salmistrato. Dall´abruzzo ecco la Ventricina di Guilmi (Ch) e l´olio extravergine d´oliva di Oleum, mentre dalla Sardegna saranno presenti i salumi di pecora della Genuina, che ha vinto quest´anno il premio Ok Italia, il miele del Parco Naturale del Monte Arci e l´olio extravergine di oliva dei fratelli Pinna. La Calabria proporrà le conserve piccanti di peperoncino e l´olio extravergine di oliva aspromontano. Le Marche svetteranno con il Ciauscolo del Salumificio Ciriaci, i pecorini della Fattoria della Ripa e il goloso cioccolato artigianale di Bru. Co. , mentre la Valle d´Aosta col lardo d´Arnad, la fontina Dop valdostana e i deliziosi succhi di mela di Cofruits. Ma poi c´è il salame d´asino di Castello d´Annone (At), accanto ai peperoncini caramellati del medico di Rocchetta Tanaro (At) Paolo Frola. Impossibile, poi, non citare l´autentico pesto di Prà e sempre dalla Liguria la Bottega d´Italia "Parlacomemangi" con tutte le sfiziosità regionali, o l´astigiana torta alla nocciola senza farina, così come le marmellate con le arance di Ribera o le sfiziosità con i capperi di Pantelleria, la birra artigianale de Le Baladin di Piozzo (Cn) o le golosità friulane come le gelatine al Picolit e i prodotti a base di trota della Friultrota. Quindi, le sfiziose gelatine di vino e l´imperdibile pastiera di Gaeta (Lt), i tipici torroni calabresi di Taverna e quelli di Alvito, la tradizionale tigella emiliana, il formaggio Ragusano e l´imperdibile tonno rosso del Mediterraneo della Compagnia Mercantile. Ma il viaggio nelle golosità della nostra penisola prosegue con le magnifiche (e golose) sculture di cioccolato di Giraudi, le arance siciliane di Ribera (Ag), le sfiziosità trentine a base di erbe aromatiche di montagna, i pomodori sott´olio pugliesi, la Soppressa della tradizione veneta. Sempre da quest´ultima regione, la proposta delle confetture e gelatine di Montecurto, i distillati di frutta e le grappe di Capovilla, il "goloso" mandorlato classico de Gli Speziali di Cologna. Al piano terreno Golosaria ha allestito la Bottega della Pasta, del riso e degli Oli, nella quale il Molino Vigevano farà assaggiare il Pancor, il primo pane che abbassa il colesterolo. Ma grande attrazione desterà l´enoteca di Fabio Scarpitti che servirà alla mescita i 100 migliori vini d´Italia selezionati da Paolo Massobrio e da Marco Gatti, autori de L´ascolto del Vino. Ci saranno anche i calici dei 12 padri del vino italiano (Lino Maga, Bartolo Mascarello, Costantino Charrere, Giuseppe Quintarelli, Josko Gravner, Giobatta Mandino Cane, Gianfranco Soldera, Edoardo Valentini, Antonio Mastroberardino, i fratelli Librandi, i fratelli Argiolas e Marco De Bartoli) serviti solo da magnum, che arriveranno nel pomeriggio per la consegna di un riconoscimento. Nel pomeriggio sé stata anche la volta dei premi del Golosario ai migliori esercizi delle varie categorie e alla ristorazione. Eccoli: Premio Botteghe del Gusto (Metro): Franchin Specialità Alimentari (Veneto); Bottega Italiana-parlacomemangi (Liguria); Casa Del Parmigiano (Lombardia); Gaggi&gaggi (Umbria); Confezionando (Sicilia). Premio Enoteche (Berlucchi): Enoteca Bava (Piemonte); Enoteca Re (Liguria); Enoteca Vino Vino (Lombardia); Trimani (Lazio); Vinarius De Pasquale (Puglia). Premio Gelaterie (Consorzio di Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop): Grom (Piemonte, Lombardia. ); Gelateria Pierino (Calabria); Il Gelato di San Crispino (Lazio); Gelateria Avalon (Alto Adige); Il Chiosco (Sicilia). Premio Pasticcerie (Coccodì): Pasticceria Veneto (Lombardia); Pasticceria Perbellini (Veneto); Maria Grammatico Pasticceria (Sicilia); Giuseppe Canobbio (Piemonte); Pasticceria De Riso (Campania). Premio Panetterie (Molino Vigevano): La Corbeille à Pain (Valle d´Aosta); Panetteria Jerian (Friuli); Di Gesù Fratelli Panificio (Puglia); Eugenio Pol "Vulaiga" (Piemonte); Panificio Pierino Fratelli (Sicilia). Premio Macellerie (Moneta): Silvio Brarda (Piemonte); Macelleria Franco Cazzamali (Lombardia); Antica Macelleria Cecchini (Toscana); Bottega delle Carni Martini (Piemonte); Bottega Liberati (Lazio). Premio Caffè Storici d´Italia (Braulio): Caffè Pedrocchi (Veneto); Al Bicerin (Piemonte); Caffè dell´Orologio (Emilia Romagna); Caffè Meletti (Marche); Pasticceria Marchesi (Lombardia). Premio Affinatori di Formaggio (Coldiretti Lombardia): Vaghi Specialità Alimentari (Lombardia); Luigi Gufanti (Piemonte); Gastronomia Beltrami (Marche); Formaggeria Piemontese Cora (Piemonte); Alberto Marcomini. Premio all´Innovazione Golosa (Gestione Fiere Milano): Farmacia Dott. Nicola (Valle d´Aosta); Pescheria L´ancora (Piemonte); Nottingham Forest (Lombardia); La Via del Tè — Firenze dal 1961 (Toscana). Premio Ristoranti della Tradizione (Braulio): Dal Pescatore (Lombardia); L´angolo del Paradiso Da Cesare (Piemonte); 12 Apostoli (Veneto). Premio Ristoranti Creativi (Moneta): Cracco Peck (Lombardia); Osteria La Francescana (Emilia Romagna); Combal. Zero (Piemonte). Premio Ristoranti di Charme (Lauretana): Hotel Bellevue Le Petit Restaurant (Valle d´Aosta); Don Alfonso 1890 (Campania); Relais San Maurizio (Piemonte); Il Sole di Ranco (Lombardia); La Frateria di Padre Eligio (Toscana); Gradale Castello di Monterone (Umbria). Premio Giovani Talenti della ristorazione (Metro): Le Robinie (Lombardia); Gazza Ladra (Sicilia); Novecento (Piemonte). Premio Maestri del Gusto (Consorzio Tutela Grana Padano): Aimo e Nadia Moroni (Lombardia); Vissani (Umbria); San Domenico (Emilia Romagna). Premio Osterie (Sai Agricola): Hostaria Da Ivan (Emilia Romagna); Osteria di San Cesario (Lazio); Sa Muskera (Sardegna). Premio Locali che resistono (Cali Center del Gusto 892. 888. 08): Ca´ Di Gosita (Liguria); Malga Panna (Trentino); Lanterna Verde (Lombardia). In ultimo il Premio alla civiltà Contadina (Podere Forte) conferito a: Comunità di San Patrignano (Emilia Romagna); Cascina del Cornale (Piemonte); Franca D´amico - Az. Agr. Rue De Zerli (Liguria); Gino Girolomoni — Az. Alce Nero (Marche). La giornata di domenica ha toccato il culmine con la celebrazione dell´aperitivo a Milano in omaggio ad Angelo Zola, mitico barman del Principi di Savoia e fondatore dell´Aibes, e con un omaggio a Giorgio Gaber, curato da Davide Giandrini. Golosaria riaprirà il sipario lunedì 13 novembre, con un convegno sul tempo libero a Milano. Partecipano: Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune di Milano; Camilla Baresani, scrittrice e giornalista; Luca Doninelli, scrittore e giornalista; provocano la discussione Paolo Massobrio e Marco Gatti; introduce Massimiliano Orsatti, assessore all´Identità e al Marketing Territoriale del Comune di Milano; conclude Lino Stoppani, presidente Epam e presidente nazionale Fipe. Il tema sarà la centralità della tavola. Alle ore 15. 00 sarà il momento della Guidacriticagolosa alla Lombardia, che esce con la sua quinta edizione. Viviana Beccalossi, vicepresidente della Regione Lombardia e assessore all´Agricoltura, premierà le corone radiose dell´anno ovvero le migliori tavole di questa guida che recensisce 452 ristoranti, 530 produttori e negozi di cose buone e 240 cantine d´eccellenza. Quest´anno Papillon ha creato persino un Cali Center (892. 888. 08) con i 2. 000 ristoranti delle sue guide e un software per il navigatore satellitare palmare che si potrà scaricare direttamente a Golosaria. L´ingresso a Golosaria è esclusivamente ad inviti. La manifestazione è aperta dalle ore 10. 00 alle ore 18. 00. Gli inviti per accedervi si possono scaricare dal sito internet www. Clubpapillon. It e danno la possibilità di acquistare a prezzo scontato la nuova edizione della Guidacriticagolosa alla Lombardia. .  
   
   
BRERA MAI VISTA 19. LO SCHERNO DI CAM . UN DIPINTO RISCOPERTO DI BERNARDINO LUINI PINACOTECA DI BRERA, SALA 15, 16 NOVEMBRE 2006 – 15 FEBBRAIO 2007  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Bernardino Luini fu uno degli pittori più importanti e affermati a Milano all’epoca del dominio francese e al tempo della restaurazione di Francesco Ii Sforza, accanto a Bramantino, Bernardo Zenale, Andrea Solario, Marco d’Oggiono e Giovanni Antonio Boltraffio. Fra il secondo e il terzo decennio del Cinquecento lavorò per le chiese di pressoché tutti gli ordini religiosi, per confraternite e luoghi pii e per committenti aristocratici. Fra le sue imprese più importanti la decorazione della villa suburbana e del palazzo milanese del nobile Gerolamo Rabia (i nuclei principali degli affreschi superstiti sono ora a rispettivamente a Brera, alla National Gallery di Washington e alla Gemäldegalerie di Berlino), per la committenza religiosagli affreschi in San Maurizio al Monastero Maggiore, di Santa Maria dei Miracoli a Saronno (1525-1532), le Storie della Passione sul tramezzo di Santa Maria degli Angeli a Lugano (1529). Celebrato alla fine del secolo come esemplare per <<[…] l’espressione delle cose religiose […]>> da Giovanni Paolo Lomazzo, prediletto dal cardinale Federico Borromeo e molto amato dai collezionisti milanesi fin dal primo Seicento, Luini fu indicato come il più grande seguace lombardo di Leonardo da Luigi Lanzi nella Storia pittorica d’Italia (1795-96) e conobbe un momento di vivace fortuna nel corso dell’Ottocento. In verità nonostante la continua fama si tratta di un artista dai molti punti oscuri e dalla cronologia controversa Le notizie biografiche sono piuttosto scarse e le incertezze riguardano soprattutto la formazione e la prima attività. In particolare continua a essere dibattuto un soggiorno in Veneto durante il primo decennio ipotizzato nel 1929 Wilhelm Suida - cui si fanno risalire alcune opere riunite intorno alla Madonna con il Bambino, i santi Agostino e Margherita e angeli firmata “Bernardinus Mediolanensis Faciebat Mdvii” del Museo Jacquemart-andré di Parigi. Ugualmente incerti sono i tempi di un viaggio a Roma, di cui dà brevemente notizia Cesare Cesariano nel suo commento ai De architectura libri decem di Vitruvio, edito nel 1521. Lo Scherno di Cam, a lungo rimasto nei depositi della Pinacoteca di Brera, è una delle opere di Luini meno note. Entrato a Brera nel 1811, esso si trovava alla fine del Settecento presso San Barnaba a Milano, dove lo descrive la Nuova guida di Milano per gli amanti delle belle arti di Carlo Bianconi e dove lo vide Luigi Lanzi. La destinazione originaria, tuttavia, non poteva essere questa chiesa, edificata nel 1545 a tredici anni dalla morte di Bernardino. Il soggetto dell’opera è tratto dalla Genesi e si svolge dopo il diluvio universale. Noè giace ebbro e discinto, il figlio Cam lo deride mentre Sem e Japhet accorrono a coprirlo. Al suo risveglio Cam riceverà la condanna dei propri discendenti alla servitù, i fratelli saranno benedetti e ricompensati con la promessa del dominio sulla sua stirpe. Nell’esegesi biblica l’ubriachezza del patriarca — nuovo Adamo, primo uomo dopo il diluvio universale — prefigura il vino eucaristico, l’episodio della derisione allude alla Passione e la nudità di Noè a quella di Cristo sulla croce; pertanto le due scene appaiono affiancate e commentate in questo senso nella Biblia pauperum. Dato il significato eucaristico è possibile che il committente del quadro appartenesse a una delle confraternite del Santissimo Sacramento, numerose ai primi del Cinquecento anche a Milano. Per la cappella di quella di San Giorgio al Palazzo lo stesso Luini dipinse nel 1516 un importante ciclo di tavole e affreschi dedicato alla Passione, stilisticamente molto vicino allo Scherno di Cam. Lo Scherno di Cam si data per via stilistica intorno alla metà del secondo decennio del Cinquecento, presumibilmente poco prima del viaggio di Luini a Roma, e rappresenta al meglio la sua pittura in un momento di dialogo molto serrato con Bramantino, con Bernardo Zenale e con Andrea Solario. In particolare esso è confrontabile con la Madonna con il Bambino, i santi Giacomo e Filippo e la famiglia Busti, proveniente da Santa Maria di Brera ed esposta nella sala 19, che reca un’iscrizione dedicatoria con la data 1515 e che, attribuita in passato a Luini stesso, è stata recentemente restituita a Bernardo Zenale grazie al rinvenimento di un pagamento del 1518 a lui e all’intagliatore Bernardino da Legnano per la cornice. In quel momento il rapporto fra i due pittori era anche un rapporto di amicizia: infatti nel 1516 Luini compare come testimone all’atto di stesura della dote monacale di una figlia di Zenale, Maria Lucrezia, che entrava nel monastero domenicano di San Lazzaro. Ll catalogo-dossier è redatto da Cristina Quattrini. Carlotta Beccaria, autrice del recente restauro - offerto dal Centro Internazionale di Studi sull’Architettura Andrea Palladio in occasione della mostra Andrea Palladio e la villa veneta. Da Petrarca a Carlo Scarpa tenutasi a Vicenza nel 2005 - nel catalogo illustra l’intervento e ripercorre le vicende conservative nel dipinto. Queste rivestono un certo interesse per la storia del restauro: infatti nel 1883 lo Scherno di Cam fu trasportato da tavola su tel con grande perizia da Antonio Zanchi, allievo e collaboratore di Giovanni Secco Suardo particolarmente rinomato per questo tipo di operazioni. Nella Pinacoteca di Brera sono visibili altre importanti opere di Bernardino Luini: quasi tutti gli affreschi con Storie dell’Esodo e Scene mitologiche staccati nel 1821-22 dalla villa Pelucca di Gerolamo Rabia a Sesto San Giovanni (sala 1), quelli già nella cappella di san Giuseppe di Santa Maria della Pace a Milano (sala 12) e la Madonna del roseto (sala 19). .  
   
   
"IMPOSSIBLE" LUCA CURCI VS FABIANA ROSCIOLI  
 
Roma, 13 novembre 2006 - Mercoledì 15 novembre 2006, alle ore 18:00, l’Abitart Hotel di Roma inaugurerà la mostra Impossible, di Luca Curci e Fabiana Roscioli. L’esposizione presenta al pubblico 20 still tratte dalla trilogia video di Luca Curci e Fabiana Roscioli realizzata tra il 2004 e il 2006: Impossible language, Impossible love, Impossible garden. In occasione dell’inaugurazione sarà proiettata la trilogia video e verrà presentato il catalogo della mostra, a cura di Giorgia Calò e Micol Di Veroli. La scelta fatta dalle curatrici e dagli artisti è stata quella di portare la mostra in un luogo pubblico, generalmente non deputato all’arte, quale l’hotel. L’albergo che ospita l’evento è stato scelto come luogo ideale per accogliere i lavori di Luca Curci e Fabiana Roscioli sulla base della sensibilità e attiva partecipazione che ha dimostrato fin dalla sua apertura. L’abitart Hotel, infatti, sin dalla sua nascita ospita periodicamente mostre di pittura, fotografia e digitali. L’arte nell’hotel è un fenomeno che si sta espandendo in Italia e all’estero a ritmo sempre più serrato. Non è un caso che i lavori di Luca Curci e Fabiana Roscioli sono stati recentemente presentati in occasione di una importante fiera internazionale di video, Diva, tenutasi all’hotel Kube di Parigi (ottobre 2006). Luca Curci Curci e Fabiana Roscioli nei loro video e nelle still tratte dai video stessi, propongono una diversa osservazione sulla tematica dell’Impossibile. Impossible language, il primo della trilogia, manifesta un tentativo di ritrovare una congiunzione, un equilibrio tra mente e corpo, una continuità tra corpo e natura, soggetto e oggetto, corpo e spiritualità, convinti che non esista un modello in cui non sia la natura a dettare le regole. Impossible love è invece la rappresentazione di un non-luogo. Una visione binaria in una dimensione, nella quale il corpo-macchina cerca di interagire, comunicare. Combattendo tra l´essenza e l´assenza, tra il contatto e la visione, tra il silenzio ed il vuoto. L’ultimo video della trilogia, Impossible garden, presentato per la prima volta a Roma in occasione di questo evento, esplora le nuove frontiere della comunicazione, in un universo artistico della mutazione, spostandosi sui nuovi incroci possibili che innestano immagini, nuove tecnologie, culture etniche, chirurgia estetica, manifesti teorici, architettura e rapporti psicofisici tra corpo e spazio-identità. I video sono curatissimi negli aspetti estetici, simbolici e comunicativi. Dall’abbigliamento all’arredamento, dall’architettura della location alla sperimentazione attraverso la musica elettronica, il ciclo Impossible è una perfetta triade visuale che pone l’accento sulla tematica del nulla come continua volontà di trascendere il mondo. .  
   
   
ITALIAN BEEFCAKE FOTOCULTURISMO PEPPINO A TORINO E ALTRE POSE VINTAGE MIAAO –- TORINO 11-30 NOVEMBRE 2006  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Il Miaao rende omaggio a Giuseppe De Benedictis detto Peppino, fotografo attivo a Torino iscritto alla Unione Artigiana, che tra il 1958 e il 1961 si specializzò in ritratti di culturisti, con una mostra dal titolo “Italian Beefcake. Fotoculturismo Peppino a Torino e altre pose vintage” curata da Luisa Perlo e realizzata in collaborazione con l’ Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, l’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e l’Assessorato all’Artigianato della Regione Piemonte. In esposizione oltre 20 scatti di questo piccolo artigiano della fotografia (fu inoltre decoratore e operaio), immigrato dal Sud, che tuttavia divenne un caso eccezionale e ‘scandaloso’ a livello internazionale di rappresentazione della bellezza maschile con il provenzale Jean Ferrero (di origine piemontese, poi famoso come gallerista dell’École de Nice), il parigino Arax, il newyorkese Lon, e quel californiano Bob Mizer della Athletic Model Guild cantata dal film Beefcake di Thom Fitzgerald. Un Italian Beefcake nella Torino del miracolo economico che raggiungeva il suo record demografico, mentre assisteva all’ apertura della Esposizione Italia ’61 celebrativa del Centenario dell’Unità d’Italia e purtroppo alla chiusura, anche per intervento della Buoncostume, dello studio di Fotoculturismo Peppino. Intorno a un corpus riesumato di fotografie vintage sarà celebrato il milieu culturistico subalpino ai suoi albori (un altro ‘primato’ nazionale torinese, quello muscolare, con personaggi come John Vigna, autore del manuale Muscoli e Bellezza del 1954, o Mario Fiorio, dalla cui periferica palestra usciranno campioni). Questo ‘sogno del corpo’ torinese sarà rappresentato, in mostra, anche attraverso curiosi oggetti e soggetti, in ‘pose plastiche’, e poi sviluppato in un libro, edito dal Miaao, scritto da Enzo Biffi Gentili e Luisa Perlo con nuovi contributi iconografici di Mario Cresci e Giulia Caira. .  
   
   
I VINCITORI DEL PREMIO ARTEGIOVANE  
 
Milano 13 novembre 2006 – Ieri, mercoledì 8 novembre, la giuria del Premio Artegiovane “Milano e Torino incontrano…l’arte” presieduta da Gianfranco Maraniello e composta da: Luca Cerizza, Gigiotto Del Vecchio, Bartolomeo Pietromarchi, Chiara Parisi, Riccardo Passoni, Giorgio Verzotti, i presidenti di Artegiovane Milano, Paolo Agliardi e di Artegiovane Torino, Alvise Chevallard ha decretato i vincitori della seconda edizione del concorso nelle persone di Ettore Favini (autore del progetto “Verdecuratoda”) per il sito di Torino (quartiere Falchera) e di Massimo Grimaldi (autore del progetto “Emergency’s “Salam” Center For Cardiac Surgery Of Khartoum Photos Shown on Apple iMac Core 2 Duo”) per il sito di Milano (Palazzo Affari ai Giureconsulti). La giuria ha inoltre deliberato l’assegnazione del rimborso spese previsto dal Regolamento ai seguenti artisti: Torino - Beatrice Catanzaro, Andrea Nacciarriti, Diego Perrone; Milano - Alessandro Ceresoli, Claudia Losi, Pietro Roccasalva. Il Premio ideato dall’Associazione Artegiovane, è realizzato grazie al contributo delle Camere di Commercio di Milano e Torino. Massimo Sordi, vice presidente della Camera di Commercio di Milano, ha commentato affermando che: “L’arte e la cultura sono non solo un settore economico importante, ma in una realtà globale divengono anche strumenti di marketing territoriale, ambasciatori nel mondo del nostro stile di vita e dei nostri prodotti, biglietto da visita per un’alleanza fra Milano e Torino e per un sistema imprenditoriale punto di riferimento internazionale. Ecco perché assume un significato particolare il premio di oggi che incoraggia lo sviluppo di questo comparto a partire dai giovani”. Per Alessandro Barberis, presidente della Camera di Commercio di Torino “Questo premio è particolarmente interessante, perché incoraggia il lavoro di giovani artisti affinché l’arte contemporanea oltrepassi i consueti spazi istituzionali e si metta a servizio dei cittadini attraverso l’arredo urbano. Inoltre, poiché l’arte contemporanea è un settore in cui è facile trovare convergenze e sperimentare nuovi modi di agire, proprio in questo ambito Torino e Milano hanno cominciato a lavorare insieme come macro regione del nord ovest”. Gli artisti concorrenti sono stati selezionati da un comitato composto da dieci critici d’arte e curatori invitati dall’Associazione Artegiovane Milano. Katia Anguelova, Ilaria Bonacossa, Antonella Crippa, Milovan Farronato, Simone Menegoi, Daniele Perra, Cloe Piccoli, Alessandro Rabottini, Gabi Scardi e Marcello Smarrelli hanno segnalato ognuno due artisti, uno per la città di Milano ed uno per la città di Torino. .  
   
   
ELEGANTIA XI EDIZIONE INCISIONI TRA GENIO E REALTÀ, VEDUTE E CAPRICCI DEL CANALETTO DAL 25 NOVEMBRE AL 3 DICEMBRE 2006 - GALLERIA CECCHETTO CASTELFRANCO VENETO (TV)  
 
 Castelfranco Veneto (Tv), 13 novembre 2006 - Al centro dell’Xi edizione di Elegantia un gruppo di incisioni realizzate dal Canaletto, straordinari capricci e suggestive vedute veneziane. A partire dal 25 novembre, Cecchetto Antiquariato presenta a Castelfranco Veneto undici rarissime acqueforti all’interno di un percorso espositivo di oltre 50 opere del Settecento. In esposizione fino al 3 dicembre tra le sale della Galleria, queste incisioni sono una preziosa testimonianza della geniale interpretazione del paesaggio propria di Antonio Canal, tra l’osservazione dei luoghi di matrice illuminista e la libera espressione della fantasia, accesa dall’educazione ricevuta in abito teatrale. Realizzate tra il 1740 e il 1746, nel periodo precedente l’attività inglese, svelano scorci trasognati e atmosfere intime, architetture silenziose e momenti di vita quotidiana. Gli undici capolavori tratti dalla celebre serie Vedute altre prese da i luoghi altre ideate, una raccolta originariamente composta da circa 30 fogli dedicati al noto mercante d’arte e collezionista Joseph Smith, console britannico a Venezia dal 1744, documentano la diffusione della tecnica ad incisione come strumento di divulgazione dell’arte figurativa nella città lagunare del Xviii secolo. Oggetto di grande attenzione da parte di esperti e collezionisti, le incisioni dell’artista veneto sono parte di una collezione di arredi del Settecento che Cecchetto Antiquariato ha eccezionalmente raccolto per questa particolare edizione di Elegantia. Tra i dipinti, di Francesco Albotto (Venezia, 1721 – 1757), allievo e continuatore di Michele Marieschi, è in esposizione una veduta veneziana che si rifà proprio ai paesaggi disegnati dal Canaletto, una preziosa coppia di tele con scene di battaglia, databile intorno alla fine degli anni Trenta, dell’autore Salvator Rosa (Napoli 1615 – Roma 1673) restituisce il profondo realismo che è caratteristica peculiare della sua pittura. Dalle prestigiose botteghe veneziane e lombarde del Settecento proviene il nucleo principale degli arredi esposti, sono consoles di pregiata ebanisteria, importanti bureaux e trumeux, comò e poltrone, esposti in Galleria accanto a oggetti d’arte di straordinaria fattura. Questo appuntamento straordinario con Elegantia, che va ad unirsi alle edizioni proposte in primavera e in autunno, celebra il successo incontrato della rassegna, che si sta affermando con forza nell’ampio panorama dell’antiquariato. Attraverso una formula esclusiva, sinonimo di garanzia e trasparenza, Cecchetto propone un nuovo modo di acquistare arte che offre precise indicazioni a chi si avvicina all’acquisto. Collaudate e molto apprezzate dagli acquirenti d’arte, le condizioni di vendita presentano prezzi definitivi e pubblicati preventivamente che consentono di evitare le incognite che caratterizzano un’asta così come i passaggi di una trattativa privata. Ogni opera è corredata da una precisa scheda tecnica e dall’expertise che ne certificano il valore e l’autenticità e può essere visionata tra gli spazi della Galleria con attenzione e tranquillità. Come di consueto, il catalogo, disponibile in Galleria e consultabile all’interno del sito internet www. Cecchettoantiquatiato. Com, illustra in modo preciso tutti gli esemplari selezionati, attraverso la descrizione dettagliata e un´immagine. La formula favorisce così l’acquisto da catalogo e online. .  
   
   
PER IL MNAF OLTRE 3000 VISITATORI IN DIECI GIORNI NUOVA VITA IN PIAZZA SANTA MARIA NOVELLA DOPO L’INAUGURAZIONE DEL NUOVO MUSEO NAZIONALE ALINARI DELLA FOTOGRAFIA. TRA IL PUBBLICO MOLTI GIOVANI, SCOLARESCHE E TURISTI STRANIERI  
 
Firenze, 13 novembre 2006 – Oltre 3000 visitatori in dieci giorni. E’ il primo bilancio del Museo Nazionale Alinari della Fotografia (Mnaf) inaugurato lo scorso 28 ottobre in Piazza Santa Maria Novella nell’ex convento delle Leopoldine, contestualmente alla mostra Vu d’Italie 1841-1941. I grandi Maestri della fotografia italiana nelle collezioni Alinari in programma fino al 10 Dicembre. “Un ottimo risultato, perfino superiore alle nostre previsioni”, commenta il presidente della Fondazione Alinari Claudio De Polo, “Il Mnaf sta facendo di Firenze una delle capitali mondiali della fotografia e promette di lanciare un nuovo filone di turismo culturale. Tra i visitatori di questi giorni molti giovani, folle di scolaresche e anche tanti turisti stranieri che trovano ora in piazza Santa Maria Novella un nuovo punto di riferimento. “L’apertura del Museo sta beneficiando l’intera area”, aggiunge Paola de Polo, responsabile dell’organizzazione, “Questa iniziativa è un importante contributo al recupero della piazza in attesa del Museo del Novecento e della conclusione dei restauri alla facciata della chiesa”. Tra i visitatori anche l’ambasciatore francese in Italia Yves Aubin de La Messuzière, a Firenze per inaugurare la 21° edizione del festival France Cinema. Membro del Comitato d’Onore di Vu d’Italie, de La Messuzière si è dichiarato entusiasta del Mnaf. “La Francia è la culla dell’arte fotografica”, ha detto, “Questa esposizione è il simbolo di un legame particolare con Firenze che auspico possa durare molto a lungo”. Come noto, il Mnaf www. Alinarifondazione. It è strutturato in sette sezioni, dalle prime macchine fotografiche ai telefoni cellulari dei nostri giorni. Include un percorso sperimentale per ciechi realizzato in collaborazione con la Stamperia Braille della Regione Toscana e un’area per esposizioni temporanee. L’allestimento ad effetto cinema è stato ideato dal regista premio Oscar Giuseppe Tornatore. .  
   
   
ATTILIO FORGIOLI ANATOMIE DEL COLORE 11 NOVEMBRE 10 DICEMBRE 2006  
 
 Reggio Emilia, 13 novembre 2006 - Dall’11 novembre al 10 dicembre a Palazzo Calcagni di Reggio Emilia si tiene la mostra Anatomie del colore, di Attilio Forgioli (Salò, 1933), uno dei più interessanti protagonisti della pittura italiana del dopoguerra. Organizzata da Palazzo Magnani, e promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio Pietro Manodori, Ccpl e Unicredit di Reggio Emilia, l’esposizione presenta quaranta pastelli a olio e a cera, che documentano il percorso creativo dell’artista bresciano dagli anni Sessanta a oggi. Come scrive nel suo testo in catalogo, Sandro Parmiggiani, curatore della mostra, i pastelli per Forgioli rappresentano “l´intuizione prima, sorgiva, lo strumento con il quale lui si esprime con l´immediatezza e la freschezza di una mano che si fa sismografo di una memoria, di una visione interiore”. Brani di paesaggio, persone, animali, umili cose (dalla bistecca alle scarpe da tennis e ai jeans), sono rappresentati da Forgioli al centro della superficie pittorica, sul palcoscenico di una sorta di “teatro della crudeltà” attorno al quale si danno il vuoto, l´assenza di ogni figura, attraverso un processo di strazio e di scomposizione, di disossamento dell´immagine, che rivela, mediante i bagliori, i grumi, le “anatomie del colore”, le innervazioni di quel corpo messo a nudo nella sua segreta, più vitale struttura. Da un punto di vista formale e cromatico, nella pittura di Forgioli, sono continui i riferimenti ad artisti come Van Gogh, Munch, Bonnard, Gino Rossi, Cézanne, Bacon, Sutherland, Morlotti, Artaud, Romagnoni. Nella sua carriera, Attilio Forgioli ha avuto numerosi riconoscimenti, tra cui non può essere dimenticata, nel 1978, la partecipazione, con una sala personale, alla Biennale di Venezia, su invito di Luigi Carluccio. Ha esposto in importanti mostre organizzate da musei pubblici e da gallerie private. Accompagna la mostra un catalogo Skira, che presenta un’antologia di saggi, scritti da quei critici e storici dell’arte, da sempre attenti alla poetica dell’artista bresciano, quali Zeno Birolli, Gianfranco Bruno, Dino Buzzati, Luigi Carluccio, Gianni Cavazzini, Claudio Cerritelli, Stefano Crespi, Mario De Micheli, Vittorio Fagone, Guido Giuffrè, Marco Goldin, Flaminio Gualdoni, Renato Guttuso, Elisabetta Longari, Fausto Lorenzi, Sandro Parmiggiani, Mario Perazzi, Elena Pontiggia, Arturo Carlo Quintavalle, Marco Rosci, Roberto Tassi, Marco Vallora. .  
   
   
CIRCUITO GAER E LA MOSTRA :"CONFINI - LO SPAZIO DEL CORPO, IL CORPO DELLO SPAZIO". PRESENTAZIONE GIOVEDÌ 16 NOVEMBRE  
 
Bologna, 13 novembre 2006 - Da novembre 2006 l´arte contemporanea si muove alla conquista di Parma , Ferrara e Forlì, in un unico progetto che prevede una mostra articolata in due sedi espositive e una committenza pubblica della Città di Forlì. La mostra "Confini - Lo spazio del corpo, il corpo dello spazio" si terrà dal 26 novembre 2006 al 21 gennaio 2007 nelle prestigiose sedi del Padiglione d´Arte Contemporanea a Ferrara e del Palazzo Pigorini a Parma, mentre in aprile verranno scelti i tre artisti per partecipare al progetto di riqualificazione urbanistica della Piazzetta Corbizzi di Forlì. L´iniziativa verrà presentata dall´assessore alla Cultura e Progetto giovani della Regione Emilia-romagna Alberto Ronchi a Bologna il 16 novembre alle ore 11, nella sala stampa della Giunta Regionale (viale Aldo Moro 52 - 12? piano). Saranno presenti: Vanja Strukelj, curatrice della mostra e docente di Storia della Critica d´Arte all´Università di Parma, Mariella Zanni, direttore del Settore Cultura del Comune di Parma; Mariella Toscani, responsabile Archivio Giovani Artisti del Comune di Parma, Mascia Morsucci, Assessore alle Politiche per i Giovani del Comune di Ferrara; Maria Luisa Pacelli, Curatrice Mostre e Musei delle Gallerie d´Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara nonché Curatrice della mostra "Confini" ;Giovanni Lenzerini, Responsabile Manifestazioni Culturali del Comune di Ferrara e Leonardo Punginelli, Responsabile Ufficio Giovani Artisti del Comune di Ferrara. Saranno presenti anche i coordinatori del circuito Ga/er (Giovani Artisti/ Emilia-romagna): l´assessore alle politiche giovanili del Comune di Forlì Liviana Zanetti e Salvatore Vitolo, responsabile politiche giovanili e circuito "+largodistretto" ( che raccoglie i 15 comuni della zona forlivese che operano a favore della creatività giovanile). .  
   
   
IL MITO DI MARSIA OPERE DI IGNAZIO CAMPAGNA OFFICINA DELL’ARTE RHO DAL 2 DICEMBRE 2006 AL 21 DICEMBRE 2006  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Capita all’artista di invaghirsi di un libro, di farne il testo appassionato di tutta una vita, di alimentarvisi come ad un’unica inesauribile sorgente. Capita all’artista di partire da un logos (una favola, un racconto) e di incatenarvi il proprio immaginario, costringendosi a infinite feconde variazioni sul tema. E’ capitato, ormai da diversi anni e da più mostre, a Ignazio Campagna, scultore avvezzo da sempre a lavorare il duro marmo, transustanziando la materia in spirito (è il miracolo romantico della creazione artistica), epigono ormai del nobile mestiere colto del picasàss viggiutese. Ciò che tuttavia colpisce in questi recenti lavori intorno a Marsia è la capacità dell’artista di muoversi agilmente tra diversi materiali, trasformando l’immagine in terracotta, in marmo, in bronzo, in alabastro. Siamo in presenza di un’operazione metamorfica sulla materia, prima ancora che sul tema, con un’operazione meta-artistica nella quale il fare riproduce e moltiplica il significato. A contatto con l’immaginario ovidiano, la creatività di Campagna ha cominciato a muoversi in più direzioni e, pur rimanendo nell’alveo della figurazione, a moltiplicare i punti di vista e gli approcci. Ecco perché siamo in presenza di una piccola mostra (di una “raccolta” nel senso etimologico) che, se all’apparenza si concentra sul fuoco monotematico della metafora-Marsia, in realtà, a una lettura appena meno superficiale, disperde metonimicamente significati e significanti, aprendo una semiosi indefinita. Il referente, la realtà, si trasforma nell’atto stesso della produzione dell’artista: passando da un’opera all’altra nulla è più come sembrava essere, quasi che il tema si lasci fissare solo attraverso il paradosso di uno sguardo mobile, impossibilitato a chiudere il cerchio del significato. E non si sottovalutino (rischio che con gli scultori è facile correre) gli inchiostri, i piccoli oli, gli acquerelli: questi non sono semplici studi preliminari, né momenti di un percorso diacronico, scale che si possono gettare dopo la salita. Essi sono prospettive che insieme compongono l’opera, come le 246 storie di Ovidio sono un’unica storia, mai narrabile con una sola parola o osservabile con un unico sguardo. E alla medesima conclusione siamo ricondotti se gettiamo un’occhiata ai cartellini delle opere: i satiri sono abbandonati, deposti, dissolti, feriti, fatti prigionieri, sofferenti; danzano, si risvegliano, si trasformano. Fino a quello “stacco dell’Io” che nella sua sofferta e insieme armonica figurazione lancia un ponte fra la bella marmorea classicità e le frammentazioni dell’identità dell’Io con cui è alle prese l’arte contemporanea. È in questo universo delle metamorfosi, dove nessuna forma è rigida, dove vengono violate le barriere tra naturalità animalesca, umanità e divino, che Campagna cerca di cogliere il ritratto dell’uomo. Viene in mente il sublime Pascal, con quel suo pensiero sull’impossibile medietà dell’uomo, che mentre si tende verso il divino (è il Marsia di Dante) non può che sprofondare sempre più nella sua animalità. “Satyri reminiscitur, (ci) si ricorda del Satiro”, scrive Virgilio. E il Satiro è simia hominis, immagine antropologica, deformata dalla metamorfosi. E qui torniamo a Dante: la condanna di Marsia è evidente simbolo di un’arte che vuole elevarsi al Parnaso del divino con le sole forze umane. È un richiamo a ricondurre l’arte entro dei limiti, impedendole di debordare e di competere con gli strumenti dell’artista divino. È una raccomandazione perfettamente inutile, al di fuori del contesto teologico di Dante: alla macchina delle metamorfosi, una volta che si è avviata, non è possibile mettere le briglie. Le trasformazioni percorrono tutto lo spettro dell’essere. Panta rei, nella produzione artistica. Ed è lo scorrere eracliteo a ricondurci, come promesso, all’acqua del fiume. Nella “favola” di Ovidio, le lacrime versate sul povero Marsia formano “Phrygiae liquidissimus amnis”. L’acqua, aequor: ecco il tema intorno al quale ruota l’arte di Campagna. E ancora una volta il tema non è solo un pretesto. È l’acqua che ammorbidisce le forme e leviga le superfici del marmo, è l’acqua che rende ondivaghe e liquefa quasi le figure. Alle forme rudi e spigolose, cariche di pathos chiaroscurale, succedono – e sto parlando soprattutto delle produzioni marmoree – superfici dolcissime, in cui la materia diventa “liquidissima”. È l’acqua, insomma, l’arché dalla cui sorgente è scaturito l’appassionato percorso di Ignazio intorno a Marsia. Ed è ancora intorno alla possibilità di render fluida la materia che il lavoro di Campagna continua a scorrere. .  
   
   
FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA: “ MYUNGHWA YOO SCEGLIE LA BOTTEGA 27 DI LUCCA PER ESPORRE LA SUA MOSTRA FOTOGRAFICA” 11/16 NOVEMBRE 2006  
 
Lucca, 13 novembre 2006 – E’ stata inaugurata Sabato 11 Novembre presso lo spazio Bottega 27 di Lucca la mostra fotografica dell’artista giapponese Myunghwa Yoo. Questo appuntamento è uno tra i molti proposti dalla Bottega 27 di Lucca, che intende attivare una serie di incontri, mostre e percorsi d’arte, spaziando dalla fotografia, alla pittura, la letteratura, la musica, per “risvegliare” la coscienza culturale di questa piccola ma preziosa città toscana. Nasce così una collaborazione tra Alessandro Giuntoli, fotografo che gestisce e lavora presso lo spazio esponendo i suoi “nudi”, e molti artisti italiani e stranieri che si appoggiano presso la Bottega 27 per proporre ed esporre le proprie opere. Un contenitore di idee, di espressioni artistiche diverse, di linguaggi, di memori riflessioni. E’ appena terminata la mostra d’arte contemporanea dei tre artisti giapponesi Gaku Kanbayashi (scultore), Jin Nakamura (silografo) e Yoko Lijima (pittrice) ed è ancora visibile presso la Bottega 27 la mostra fotografica “64 Anni Professionale” di Jimo Perini. .  
   
   
“THE ETERNAL GAME” MOSTRA PERSONALE DI LEZA LIDOW  
 
Roma, 13 novembre 2006 - Venerdi 10 novembre presso i Musei di San Salvatore in Lauro, è stata inaugurata la personale di Leza Lidow, l’artista americana che per la prima volta espone a Roma, a due anni di distanza dall’ultima mostra, la sua visione dell’essere umano e del mondo attaverso le sue creazioni. Fino al 30 novembre infatti si potranno ammirare le nuove sculture di questa artista surrealista contemporanea, che da più di quarant’anni esplora con una apparente ironia e leggerezza, che nasconde un serio e profondo studio dell’inconscio, gli stereotipi del mondo femminile e maschile e dell’universo che li circonda. Il corpo umano è nelle sue opere veicolo di riflessione sui grandi temi esistenziali, sulla forza del potere e la smisurata capacità di corruzione insita in esso, sulla lotta tra i sessi, servendo da “carta bianca” su cui scrivere e testimoniare le emozioni generate da questa indagine sul mondo. Esemplari “Gli Scacchi”, una gigantesca opera costituita da 32 pezzi a grandezza d’uomo, tridimensionali e decorati in trompe-l’oeil, a significare, con echi allucinatori, la feroce critica alla pericolosa conformità della vita moderna. I corpi sono veicolo di trasmissione dell’interpretazione della storia e della relazione tra i sessi, della personale visione dell’artista ripetto al genere umano. Negli ultimi anni l’interesse della Lidow si è allargato anche a temi di salvaguardia dell’ambiente, come per le mostre di denuncia dell’inquinamento e della distruzione di foreste e delle coste, e contro le dipendenze da droghe e fumo. Anche qui il corpo, ingigantito, frammentato, decisamente stravolto, funge da cartina di tornasole, da trasparente dove mutuare ed evidenziare i mali del mondo. “The Eternal Game” ricalca i temi cari all’artista, esaltando l’aspetto amaramente ironico e metaforico, con il quale lei veste i panni di osservatrice esterna quasi distante dal gioco che osserva. Curata da Natalya Ryurikova e Evgenia Khilkevich della prestigiosa Dom Naschokina Art Gallery di Mosca, la mostra è realizzata grazie all’organizzazione de Il Cigno Gg Edizioni, per i cui tipi esce il catalogo, in cui l’introduzione critica è affidata a Lea Mattarella. Il coordinamento è di Olga Strada. Musei di San Salvatore in Lauro Roma . .  
   
   
TEATRO DELLA COOPERATIVA PRESENTA RITTER, DENE, VOSS DI THOMAS BERNHARD  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Dopo le fortunate repliche de La Nave Fantasma, continua la collaborazione del Teatro della Cooperativa con il Teatro Litta, presentando lo spettacolo Ritter, Dene, Voss. A differenza della precedente edizione i ruoli dei protagonisti sono assegnati come indicato e non si cambiano ogni sera. Ritter, Dene, Voss. Potrebbe essere l¹inizio di una filastrocca infantile. O una di quelle formule iniziatiche ormai scomparse, ultimo residuo di antichi riti magici che l¹uso secolare ha ridotto a puro suono. Ritter, Dene, Voss sono i nomi di tre attori tedeschi, Ilse Ritter, Kirsten Dene e Gert Voss, primi interpreti dell¹opera di Thomas Bernhard al Festival di Salisburgo nell¹estate del 1986, per la regia di Claus Peymann. Nella pièce il solo Voss ha anche un nome di scena, Ludwig; mentre Ritter e Dene sono semplicemente la sorella minore e quella maggiore. E¹ Dene ad iniziare, con frasi brevi, sintesi di concetti non correlati tra loro. Ritter, dalla sedia, con il giornale aperto e la sigaretta in una mano, la guarda e la ascolta con malcelato fastidio e disprezzo per la minuziosità con cui accomoda il grande tavolo da pranzo. Immerse nei ritratti di famiglia che adornano le pareti della sala, memoria di antichi e gloriosi fasti, le due sorelle, attrici, attendono l¹arrivo del fratello Ludwig (Wittgenstein?) - filosofo paranoico e geniale di ritorno dal manicomio in cui si è rinchiuso volontariamente a pagamento - per consumare quella che si trasforma ben presto in una cena delle beffe. Ne nasce un ménage à trois ricco di doppi sensi e seduzioni tormentate, che svelano i rapporti incestuosi che legano i tre protagonisti: si celebra lo sfacelo di una famiglia, cui fa da sfondo quello dell¹Austria post-Anschluss e pre-Haider. Renato Sarti, senza perdere di vista gli alti riferimenti filosofici e culturali del testo e senza perdere nulla del profondo dramma umano che lo permea, ne mette in evidenza gli aspetti comico-grotteschi, laddove la geniale scrittura di Bernhard trasforma il più profondo tormento in risata. Certo, sono considerato un cosiddetto scrittore serio, come Bèla Bartòk è considerato un compositore serio, e la fama si sta diffondendo (Š) In fondo non è per niente una bella fama. Mi mette assolutamente a disagio. .  
   
   
TEATRO REGIO: I TRUCCHI DEL MESTIERE IL LABORATORIO DIDATTICO RIVOLTO AGLI INSEGNANTI PRIMO APPUNTAMENTO CON IMPAROLOPERA LA STAGIONE LIRICA DEDICATA AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE INFERIORI  
 
Parma, 13 novembre 2006 - “Formazione e non solo informazione”. La Prof. Ssa Vittoria Cilei, docente del Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma sintetizza così la cifra de I trucchi del mestiere, il laboratorio didattico da lei curato e rivolto agli insegnanti delle scuole elementari e medie inferiori, che lunedì 13 novembre alle ore 17. 00 presso il Ridotto del Teatro Regio darà così l´avvio all´ottava edizione di Imparolopera, la stagione lirica del Teatro Regio di Parma per i giovanissimi, il cui calendario quest´anno scorrerà in parallelo al cartellone della stagione lirica, con sedici recite a cominciare dal 18 dicembre 2006. Così la comicità rossiniana della Pietra del paragone, la rivisitazione fantastica del mito faustiano nella Dannazione di Faust, di Berlioz, il magico mondo della Cina delle fiabe e la forza drammatica di capolavori quali Turandot e Otello vivranno sulla scena anche per i bambini e gli adolescenti. "Il linguaggio del melodramma è un linguaggio composito, - spiega la Prof. Ssa Cilei - poichè al suo interno convivono una pluralità di linguaggi oltre a quello musicale, come quello visivo e quello gestuale. Il laboratorio, giunto alla sua quarta edizione e liberamente aperto a tutti gli insegnanti interessati, si pone come scopo quello di svelare i segreti celati in un´opera lirica, spiegando la sua complessità attraverso un lavoro multimediale basato sull´ascolto ragionato e sull´analisi di alcuni brani significativi delle opere proposte da Imparolopera. In tal modo si fornirà agli insegnanti un metodo di lavoro fondato sulle due fasi della fruizione operistica, l´ascolto e la riflessione dopo l´ascolto, che potrà essere valido per affrontare insieme ai propri studenti il progetto didattico sull´opera". Gli appuntamenti con I trucchi del mestiere (i successivi saranno con La dannazione di Faust lunedì 8 gennaio 2007, Turandot lunedì 5 febbraio 2007 e Otello lunedì 5 marzo 2007, tutti presso il Ridotto del Teatro Regio alle ore 17. 00) prevedono dunque l’ascolto di brani musicali, l’analisi delle partiture, l’approfondimento di materiali e schede appositamente realizzate, le quali forniranno agli insegnanti lo spunto per l’incontro con i propri studenti. Dopo lo straordinario successo raccolto da Imparolopera lo scorso anno, con oltre diecimila presenze, l’edizione 2006 2007 propone quest´anno La pietra del paragone di Gioachino Rossini (18, 19, 20 dicembre 2006), La dannazione di Faust di Hector Berlioz (26, 27 gennaio 2007), Turandot di Giacomo Puccini (27, 28 febbraio, 1, 2 marzo 2007), Otello di Giuseppe Verdi (4, 5, 12, 13 aprile 2007), con l´amatissimo Bruno Stori, autore dei testi, regista e interprete e gli allievi della Scuola di canto del Conservatorio di Parma preparati da Donatella Saccardi. Ridotto del Teatro Regio lunedì 13 novembre 2006, ore 17. 00 .  
   
   
TEATRO ARSENALE, MILANO PER FARLA FINITA COL GIUDIZIO DI DIO DI ANTONIN ARTAUD  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Dopo Sartre e Céline, è la volta di Antonin Artaud: a lui è dedicata la prima nuova produzione della stagione 2006/2007 targata Teatro Arsenale, per la regia di Annig Raimondi. Lo spettacolo trae spunto dalla lettura sotto forma di “xilofonia sonora”, realizzata dalla regista nel gennaio di quest’anno al Pac (Padiglione d’Arte Contemporanea) di Milano in occasione della mostra Artaud, Volti / Labirinti. La storia di quest’opera è la storia di un testo “maledetto”, proprio come lo fu per lungo tempo il suo autore. Nel 1947, Fernand Pouey, direttore delle trasmissioni letterarie di Radio France, propose ad Artaud di registrare una trasmissione. Nacque così Per farla finita col giudizio di dio, ed ebbe come interpreti Maria Casarès, Roger Blin, Paule Thévenin e lo stesso Artaud il quale, attraverso l’utilizzo di xilofoni, gong, percussioni e timpani - fu impegnato in una vera e propria performance ritmica e glossolalica. La messa in onda, programmata nel febbraio 1948, venne bloccata dall’allora direttore generale della radio francese, nonostante il parere positivo di una quarantina di intellettuali, tra cui Raymond Queneau, Jean Cocteau e René Clair. Un mese dopo, il 4 marzo, Artaud morì nella clinica di Ivry-sur-seine. Una censura lunga quarantun’anni cadde allora su questa testimonianza estrema ed altissima di uno dei padri del teatro contemporaneo: soltanto nel 1999, infatti, Radio France trasmetterà la pièce radiofonica. «Per farla finita col giudizio di dio è una sorta di “apocalissi capovolta”, attraverso cui arrivare alle più alte verità metafisiche. È l’urlo della rivolta, urlo che si decostruisce e si ricompone come pensiero, pensiero che esplode contro tutto ciò che “puzza di merda e di dio” (il dominio delle potenze mondiali, gli Stati Uniti, la tecnica, la medicina, la messa, i parassiti, l’uomo artificiale e ‘produttivo’…)». Traduzione di Paolo Bignamini; regia Annig Raimondi; con Riccardo Magherini, Annig Raimondi, Yumi Seto, musiche Maurizio Pisati: video Virginio Liberti; disegno luci Fulvio Michelazzi; installazioni sceniche Ernesto Tannini; assistente alla regia Patrizio Belloli; costumi Ambra Rinaldo. Repliche fino al 17 dicembre 2006.  
   
   
TORNA AL PICCOLO TEATRO UNA DELLE REGIE STORICHE DI STREHLER I “GIORNI FELICI” DI GIULIA LAZZARINI  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Dopo la trionfale tournée in Russia, iniziata a San Pietroburgo il 27 ottobre e conclusa a Mosca il 6 novembre, che ha fatto registrare in tutte le repliche il tutto esaurito, torna nella storica sala del Piccolo Teatro di Milano uno degli spettacoli più rappresentati di Giorgio Strehler, Giorni felici di Samuel Beckett. Da giovedì 23 a mercoledì 29 novembre, sarà infatti al Teatro Grassi di via Rovello l’unica regia beckettiana di Strehler. Lo spettacolo va in scena a vent’anni dal suo primo debutto, nella stagione dei 60 anni dalla fondazione del Piccolo e in occasione dei 100 anni dalla nascita di Beckett e ha come protagonista così come dalla prima rappresentazione la bravissima Giulia Lazzarini. Beckett e il messaggio nella bottiglia di Giorgio Strehler Beckett l’ho incontrato come interprete assai tardi, negli anni della maturità. Ma l’ho sempre avuto vicino come scrittore e come uomo di teatro; vorrei dire, anche semplicemente come uomo. Oggi, alla notizia che la sua battaglia estrema per la vita è finita, un’altra parte del grande vuoto mi invade ancora di più. La sua opera è là, intatta, alta e coerente, mai ripetuta anche se svolta come una serie di grandissime “variazioni sul tema”. Il tema del destino umano sulla Terra solo e senza un perché. L’altrettanto altissimo tema dell’eroico rifiutarsi al nulla dell’Uomo e di quello che resta persino, di un uomo. Nel momento dell’esplosione del caso Beckett e di tutte le mode che ne seguirono, io stavo esplorando un grande continente della drammaturgia brechtiana. E fu proprio una sera che ebbi la ventura di parlare per qualche ora a Berlino con Brecht su Beckett e soprattutto di En attendant Godot. La conoscenza e l’ammirazione di Brecht per Beckett allora mi sorpresero. Ma fu Brecht che, assai deciso sui valori, mi fece capire che il mio era un atteggiamento dogmatico, non dialettico, insomma proprio il contrario di quell’attitudine brechtiana di apertura intellettuale che egli ci insegnava e che pochi, ancora oggi, sono riusciti a capire. Ricordo che solo, maliziosamente, ad un certo punto egli mi disse che gli sarebbe interessato molto sapere dove erano stati Vladimir ed Estragon durante gli oscuri anni della Resistenza. Ma era quasi un gioco fatto con un mezzo sorriso. Beckett, noi lo sapevamo bene dov’era stato durante la Resistenza. Per me anche questo conta della storia di un grande autore della nostra contemporaneità, il più misteriosamente assente dal quotidiano, il meno preda dei mass-media, il meno alla portata di giornalisti. Noi abbiamo continuato a ricevere i suoi messaggi come lanciati da un luogo misterioso nella bottiglia e li abbiamo sempre letti nella grande ombra dell’eroico esistere dei grandi pessimismi che sono un solo grido d’amore per la vita. Quando nell’allestire Giorni felici io sottolineai, senza una parola in più ma con un accento gestuale, la volontà di vivere “fino all’ultimo” della protagonista, Winnie, alcuni critici tedeschi sottolinearono questo fatto con grande e insolita meraviglia per questo “ottimismo” assegnato alla comune e creduta disperazione di Beckett. Ricevetti allora alcune righe da Beckett stesso che mi diceva di essere estremamente curioso e di volere venire a vedere lo spettacolo e che, comunque, per lui, in un modo o nell’altro i suoi personaggi vogliono sempre affermare la Vita, aggiungendo: “Anche se è forse la peggiore delle condizioni possibili”. Questo articolo è stato scritto da Giorgio Strehler per il quotidiano “La Stampa” il 27 dicembre 1989, dopo la morte di Beckett Dietro Winnie… le stelle di Carlo Battistoni Quando Strehler mise in scena Giorni felici io non lavoravo con lui, ma andavo alle prove di tanto in tanto, per stare vicino a Giulia e per vedere Giorgio lavorare, per vederlo mettere in pratica quel suo modo davvero unico di avvicinarsi a un testo con la volontà assoluta di fare il meglio, con un attaccamento veramente unico alla perfettibilità. Assistendo alle prove, credo di aver colto l’humus, l’essenza del lavoro macinato senza risparmiarsi in questa sua prima volta con Beckett dopo tanti anni di teatro. Ricordo che una volta, a una prova non ancora sul palcoscenico del Piccolo, in via Rovello, senza la sabbia bianca che poi sarebbe diventata un segno fondamentale dello spettacolo, con Giulia quasi intubata nel suo buco, ho visto Giorgio inerpicarsi per andarle vicino e sussurrarle qualcosa all’orecchio. Le aveva detto, Giulia me lo disse dopo, che dietro le sue spalle c’erano le stelle che lui aveva inventato per lei, per riempire il cielo buio della notte di Winnie: un segno di speranza. Perché Strehler non accettava, non poteva rassegnarsi a quella che gli sembrava la negatività assoluta di Beckett e, da un certo punto di vista, niente gli era più distante. E cercava di recuperare questa lontananza con un firmamento inventato e con il canto finale di Giulia, quel valzer della Vedova allegra cantando il quale Winnie-giulia “non la dava vinta al destino”. Su questa volontà di resistere, di sopravvivere a ogni costo, Giorgio ha costruito moltissimo, a cominciare dalla richiesta fatta all’attrice di parlare veloce, perché “se parli svelto - le diceva - ti senti viva; se non parli così, muori immediatamente”. Oggi la difficoltà più grande, nel rimontare Giorni felici, è quella di adattare una gabbia preesistente a qualcuno che è cambiato come è successo a Giulia in tutti questi anni; di non rifare pedissequamente le cose, per lasciare uno spazio di movimento all’attrice, che è più cosciente del suo personaggio e che ha raggiunto una maturità interpretativa straordinaria, attraverso la quale permette allo spettatore di sentire davvero la sua sofferenza. Prima, questa sofferenza era, per così dire, la chiave della sua interpretazione; oggi si è trasformata in un modo di essere e di sentire la scena: per lei qualcosa di infinitamente più pericoloso, quasi come volteggiare senza rete. E poi, è inutile nasconderselo, oggi le cose sono cambiate anche perché è morto Strehler e la sua mancanza ha segnato moltissimo sia Giulia sia me. Così, ogni volta che lavoriamo su questo testo, c’è il tentativo, sia da parte mia che sua, di ricordare certi suoi suggerimenti con quel tanto di affetto che ci è rimasto dentro per lui. (…) È paradossale ma con Giulia mi sembra di lavorare meglio quando ci mettiamo di fronte al lavoro di un altro, anche se è qualcuno che abbiamo conosciuto bene come Strehler, forse perché partiamo da una base comune: lei è condizionata da quello che le è stato detto da lui e io faccio delle correzioni proprio rifacendomi a quello che diceva Giorgio. Con amore. .  
   
   
IL MARTIRIO DI THOMAS BECKET IN SCENA AL TEATRO STREHLER“ASSASSINIO NELLA CATTEDRALE”:OMAGGIO A RABONI FIRMATO CARRIGLIO  
 
 Milano, 13 novembre 2006 - Da venerdì 24 novembre a domenica 3 dicembre in scena al Piccolo Teatro Strehler Assassinio nella cattedrale, di Thomas Stearns Eliot, per la regia di Pietro Carriglio. Il Teatro Biondo Stabile di Palermo ripropone il testo di Eliot, poco rappresentato sulle scene italiane, in un allestimento che ne esalta la dimensione poetica e liturgica. Come è stato giustamente sottolineato dalla critica: «Il teatro ritrova così la propria funzione di rito comunitario. La regia conferisce all’allestimento di Assassinio nella cattedrale il tono e i ritmi di un’assemblea civile». Rappresentato per la prima volta nella sala capitolare della cattedrale di Canterbury nel giugno del 1935, Assassinio nella cattedrale è un dramma in versi, con l’intervento di un coro sul modello greco o anche miltoniano, in cui è rievocata la vicenda del martirio dell’arcivescovo Thomas Becket, avvenuto nel 1170. Becket ritorna da un settennale esilio in Francia, mentre il coro esprime il disagio del popolo di fronte allo scisma tra monarchia e chiesa, che vede gli uni contro gli altri i dignitari del re Enrico Ii e il clero. L’arcivescovo, che ha preso contatti con il re di Francia e si appoggia all’autorità del pontefice, provoca deliberatamente una crisi pur sapendo che la sua vita è in gioco. Quattro Tentatori simboleggiano il conflitto che agita Becket nell’intimo: essi rappresentano il suo giovanile amore per il piacere, la sua successiva ambizione del potere, le richieste dei baroni feudali e, infine, il desiderio del martirio. Respingendoli tutti, egli è certo ormai che la legge di Dio è superiore a quella dell’uomo, ed espone questo concetto in un sermone che è al centro dell’opera. Quattro giorni dopo, i cavalieri del re lo uccidono davanti all’altare senza che l’arcivescovo tenti di porsi in salvo, dopo di che, rivolti al pubblico, tentano di giustificare con insolenza il loro gesto chiedendo che venga emesso un verdetto di suicidio per malattia di mente, dal momento che Becket stesso aveva ordinato di aprire le porte della cattedrale per lasciarli entrare. Giovanni Raboni: il mio incontro con Eliot. Desideravo tradurre Assassinio nella cattedrale da qualcosa come mezzo secolo: esattamente dal 1953, quando, durante il mio primo viaggio in Inghilterra, acquistai in una libreria di Londra il testo originale del dramma, che già avevo ascoltato e letto e volenterosamente amato nella volenterosa traduzione italiana allora disponibile. Realizzare un desiderio dopo tanto tempo e, per così dire, in extremis, è un’esperienza singolare, che può dar luogo a stati d’animo molto diversi fra loro e far nascere interrogativi d’ogni genere. Ne valeva veramente la pena? L’incontro ravvicinato con il capolavoro ci ha dato tutte le emozioni, tutte le soddisfazioni che avevamo immaginato e pregustato? E, soprattutto, non siamo stati troppo inferiori al compito propostoci, già di per sé arduo e ulteriormente ingigantito dall’attesa e dalle nostre stesse aspettative? Naturalmente, alla domanda più importante – l’ultima – non sono in grado di rispondere; riguardo alle prime, la mia risposta è senz’altro affermativa. Dei tanti lavori di traduzione da me intrapresi in questi decenni, dei tanti “corpo a corpo” con la scrittura in versi o in prosa di autori che rispondono, fra gli alti, ai nomi vertiginosi di Sofocle e di Racine, di Baudelaire e di Proust, di Molière e di Hugo, posso dire che questo con la partitura eliotiana è stato sicuramente uno dei più perigliosi e, al tempo stesso, dei più felici, dei più disperanti e dei più appaganti. Il problema di fondo era, ovviamente, quello di restituire con la maggior fedeltà possibile, oltre alla grandiosità del pensiero e alla densità e precisione delle metafore, il peculiare respiro ritmico dell’originale – quell’inimitabile commistione di solennità e colloquialità, di slancio lirico e pacatezza raziocinante, insomma di “verticalità” e “orizzontalità”, della quale quasi tutti i poeti occidentali venuti dopo Eliot – cioè dopo La terra desolata, dopo l’Assassinio, dopo i Quartetti hanno tentato, poche volte riuscendoci, di essere in qualche modo all’altezza. Ma qui si trattava di essere all’altezza del modello (del maestro) non per conto mio, bensì per conto suo. Che altro dire? Spero di esserci almeno in parte, almeno “tendenzialmente” riuscito. Non mi sono mai rassegnato, questo è certo, all’idea di sacrificare o di posporre l’esattezza del senso (e, dunque, in primo luogo, del lessico) all’efficacia dei ritmo, o viceversa; intento e tensione sono stati rivolti in ogni istante a coordinare ed equilibrare fra loro le due esigenze, così come, camminando, si cerca di non perdere mai né la continuità e regolarità del passo, né quella del respiro. Parecchie volte, io confesso, sono stato tentato di pensare che l’unica cosa ragionevole da fare fosse appellarmi alla protezione di lui, del beato Thomas, senza stare troppo a distinguere fra Thomas Becket e Thomas Stearns Eliot; e non è detto che, qualche volta, non l’abbia fatto davvero. Giovanni Raboni (2003) www. Piccoloteatro. Org .  
   
   
CLAUDIO RISÉ PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FONDAZIONE ENTE AUTONOMO PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Si è riunito a Palazzo Marino alla presenza del Sindaco di Milano, Letizia Moratti, il Consiglio generale della Fondazione Ente autonomo Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa per la nomina del Consiglio di amministrazione dello stesso ente. Erano presenti, oltre al Sindaco, gli altri componenti del Consiglio generale: l’assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, Massimo Zanello; l’assessore alla Cultura, Culture e Integrazione della Provincia di Milano, Daniela Benelli e il Capo di Gabinetto di Presidenza della Camera di Commercio di Milano, Renato Mattioni. Ha presieduto la seduta il presidente uscente del Consiglio di amministrazione, Roberto Ruozi. Il Consiglio generale ha insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione e, a maggioranza, ha eletto il Presidente. Nuovo Presidente è Claudio Risé, docente di Psicologia dell’educazione alla Facoltà di Medicina dell’Università di Milano-bicocca, psicoterapeuta e scrittore, designato dal Comune. Lo affiancano i consiglieri Giuseppe Nanni, avvocato, designato dal Comune, riconfermato; Federica Olivares, editore e docente di Progettazione di eventi culturali all’Università Cattolica di Milano, designata dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, riconfermata; Pierluigi Crola, docente, per la Regione Lombardia, riconfermato; Luca Doninelli, scrittore e pubblicista, per la Regione Lombardia; sen. Andrea Margheri, per la Provincia di Milano, e Antonio Pastore, ingegnere, per la Camera di Commercio di Milano. Il Collegio dei revisori risulta così composto: Marco Arisi Rota, presidente, Francesco Tundo e Ugo Zanello. Il nuovo Cda del Piccolo rimarrà in carica quattro anni. .  
   
   
ARTI VISIVE, MUSICA, LETTERATURA, COMICITÀ CONTAMINAZIONI A CURA DI SERGIO SGRILLI: AL TEATRO DELLE ERBE  
 
 Milano, 13 novembre 2006 - Al Teatro delle Erbe è in scena ogni lunedì il nuovo progetto Teatrale di Sergio Sgrilli “N€uro”-tecniche di Rianimazione Collettiva. A partire dalle 19. 30 il lunedì sera, sarà all’insegna del gusto, della qualita’ e della sobrietà,’ caratterizzato da tre momenti ed elementi fondamentali: “Mostra delle Arti Visive e Multimediali”, “Aperitivo con degustazione eno-gastronomica “, “Apertura Sipario”. Nel percorso eno-gastronomico, si potranno gustare degli ottimi vini accompagnati da altrettanto eccellenti prodotti tipici provenienti da alcune tra le migliori aziende italiane, grazie alla partecipazione, in qualita’ di organizzatori, delle associazioni, “ Strada del vino Doc Monteregio “ Strada del Vino Doc del Montecucco “ entrambe facenti parte del Comprensorio Alta Maremma Toscana e dell’associazione “ Slow Food – Condotta di Milano “ che cureranno direttamente questa fase del progetto. In questo progetto, che ogni lunedì sera si rinnova a sorpresa, è nella volontà di Sergio Sgrilli di proporre questo spazio innanzitutto a chi fa Arte, con una preferenza per i giovani, offrendo loro un contenitore di riferimento in cui proporre i propri lavori. Sergio Sgrilli, in qualita’ di presentatore, ricevera’ in questo suo salotto amici, ospiti a sorpresa ogni volta diversi, con cui confrontarsi, scherzare, parlare di musica, accompagnata da una sottile comicita´, momenti legati alla poesia, momenti fatti di dibattiti, di ironia, per concludersi con un grosso applauso, e darsi appuntamento al lunedì successivo. Lo spettacolo si divide dunque in due fasi che solo apparentemente sembrano distinte tra loro. Dalle ore 19. 30 alle ore 21. 00 : Mostra delle Arti Visive e Multimediali con degustazione gratuita di vini e prodotti tipici. Dalle ore 21. 15 : Apertura Sipario. Teatro. Delleerbe@libero. It .  
   
   
ALL’INTERNO DEL FESTIVAL “STRANIERI FRA TUTTI I POPOLI DEL MONDO” QUESTA SERA È PROTAGONISTA UTE LEMPER IN ANGELS OF BERLIN  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Una delle cantanti più riconosciute a livello mondiale. Attrice, ballerina, Ute Lemper, nata in Germania, è un’icona dello spettacolo al femminile del nostro tempo; contemporanea, drammatica, ironica, diva e “anti diva”, considerata la sua tendenza a scandalizzare e distruggere i cliché. Ospitata dai più prestigiosi palcoscenici del mondo dello spettacolo, dal Berliner Ensemble alla Sydney Opera House, da Barcellona a Berlino, dal Barbican di Londra al Piccolo Teatro di Milano, Ute Lemper rivela costantemente le sue doti di straordinaria intrattenitrice e di artista eclettica per eccellenza. In Angels of Berlin, Ute Lemper svela il piccolo mondo del cabaret storico berlinese e delle rigorose parodie di Brecht. Un viaggio musicale, che ricorda una suite di frammenti legati a un percorso personale, ma anche a un universo culturale riconoscibile: Weill e i Lieder dell’Europa a lungo dimenticata. La scelta del quartetto moderno e leggero costituito da pianoforte, batteria, basso e chitarra restituisce a questi momenti una memoria, spogliandoli forse della propria riconoscibilità sonora, ma non vocale. .  
   
   
STRANIERI FRA TUTTI I POPOLI DEL MONDO: LUCIANA SAVIGNANO IL SUO NOME…CARMEN. UNA PRODUZIONE TEATRO FRANCO PARENTI  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Carmen ritorna…! Solo nella narrazione dei fatti Carmen viene uccisa, ma è proprio la morte a riconsegnare certi personaggi ad una vita eterna, li porta a diventare archetipi, ad attraversare il tempo, lo spazio, il pensiero. Carmen, ovvero l’impulso che scaturisce dalla forza caotica della vita per la difesa della libertà, dei sentimenti e per l’accettazione della morte come destino. Questa Carmen che riemerge dal luogo in cui l’anima, dopo la morte, resta in attesa di una destinazione finale. … Sospesa, impigliata… tra le parole, gli oggetti, i suoni, i ricordi dell’uomo che l’ha amata ed uccisa: José. José, l’uomo basco, apre la propria anima a Dio e attende trepidante “un giudizio… una sentenza… una doppia morte”. Questa Carmen è un’opera di danza e teatro, pervasa da linguaggi trasversali, concentrata sulla verticalità del dramma: L’ultimo nastro di Krapp di Beckett è stato stimolo alla composizione. La riflessione su colui che è sopravvissuto ai propri ricordi. Auditorium largo Mahler www. Vivaticket. It Call center 899. 666. 805 info@auditoriumdimilano. Org – www. Auditoriumdimilano. Org .  
   
   
UTO UGHI E I SOLISTI VENETI IN CONCERTO PER LA SOLIDARIETÀ TEATRO DONIZETTI DI BERGAMO  
 
Bergamo, 13 novembre 2006 - In perfetta sintonia con la tradizionale attività di diffusione e valorizzazione dell’arte e con la consueta attenzione per il sociale, il Credito Bergamasco - attraverso la propria Fondazione – ha organizzato per martedì 14 novembre presso il Teatro Donizetti di Bergamo un concerto de I Solisti Veneti, con la partecipazione straordinaria del Maestro Uto Ughi. Sulle note di Mozart, Beethoven e Pasculli il violino solista di Uto Ughi e l’orchestra diretta da Claudio Scimone daranno vita ad una serata dall’indiscusso interesse artistico, all’insegna della solidarietà. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà infatti totalmente devoluto alla Lega Italiana Per La Lotta Contro I Tumori – Sezione Di Bergamo. Martedì 14 novembre ore 21. Uto Ughi – Violino - Considerato tra i maggiori violinisti del nostro tempo, è un autentico erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche. Uto Ughi ha mostrato uno straordinario talento fin dalla prima infanzia: all´età di sette anni si è esibito per la prima volta in pubblico eseguendo la Ciaccona dalla Partita N. 2 di Bach ed alcuni Capricci di Paganini. Ha eseguito gli studi sotto la guida di George Enescu, già maestro di Yehudi Menuhin. Quando era solo dodicenne la critica scriveva: "Uto Ughi deve considerarsi un concertista artisticamente e tecnicamente maturo". Ha iniziato le sue grandi tournée esibendosi nelle più importanti capitali europee e da allora la sua carriera non ha conosciuto soste. Ha suonato in tutto il mondo, nei principali festival con le più rinomate orchestre sinfoniche tra cui quella del "Concertgebouw" di Amsterdam, la "Boston Symphony Orchestra", la "Philadelphia Orchestra", la "New York Philharmonic", la "Washington Symphony Orchestra" e molte altre, sotto la direzione di grandi maestri: Barbirolli, Bychkov, Celibidache, Chung, Conlon, Cluytens, Davis, Frühbeck de Burgos, Gatti, Gergiev, Giulini, Kondrascin, Jansons, Leitner, Lu Jia, Inbal, Maazel, Masur, Mehta, Nagano, Penderecki, Prètre, Rostropovich, Sanderling, Sargent, Sawallisch, Sinopoli, Slatkin, Spivakov, Temirkanov. Il Maestro Ughi non limita i suoi interessi alla sola musica, ma è in prima linea nella vita sociale e culturale italiana e il suo impegno è volto soprattutto alla salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. In quest’ottica ha fondato il festival "Omaggio a Venezia", al fine di raccogliere fondi per il restauro dei monumenti storici della città lagunare. Conclusa quell’esperienza, il festival "Omaggio a Roma" (dal 1999 al 2002) ne ha raccolto l’ideale eredità mirando alla diffusione del grande patrimonio musicale internazionale con concerti aperti gratuitamente al pubblico, e alla valorizzazione reale dei giovani talenti formatisi nei conservatori italiani. Questi ideali sono stati ripresi nel 2003 e portati avanti dal festival “Uto Ughi per Roma” di cui Ughi è ideatore, fondatore e direttore artistico. Recentemente la Presidenza del Consiglio dei Ministri lo ha nominato Presidente della Commissione incaricata di studiare una campagna di comunicazione a favore della diffusione della musica classica presso il pubblico giovanile. Il 4 settembre 1997, il Presidente della Repubblica gli ha conferito, per meriti artistici, l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. Nel 2002 gli è stata assegnata la Laurea Honoris Causa in Scienze delle Comunicazioni. Intensa è la sua attività discografica con la Bmg Ricordi. Uto Ughi suona con un violino Guarneri del Gesù del 1744, che possiede un suono caldo dal timbro scuro ed è forse uno dei migliori "Guarneri" esistenti e con uno Stradivari del 1701 denominato "Kreutzer" perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven dedicò la celebre Sonata. I Solisti Veneti – Orchestra - I Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone, ritenuti dal pubblico e dalla critica una delle orchestre più attive e prestigiose in campo mondiale, si sono affermati come complesso di rilievo internazionale non solo per l´attività in ambito concertistico e discografico, ma anche per la grande varietà delle iniziative culturali e artistiche. Fondati dal Maestro Scimone nel 1959 a Padova, "I Solisti Veneti", , hanno tenuto oltre 4. 000 concerti in più di cinquanta Paesi. L’orchestra partecipa regolarmente ai più importanti Festival mondiali, fra cui il Festival di Salisburgo a cui sono stati invitati ininterrottamente dal 1965 (unico gruppo straniero con tale assidua presenza). Sono stati insigniti dei più importanti riconoscimenti mondiali sia in campo concertistico che in campo discografico, quali il Grand Prix du Disque dell´Académie Charles Cros di Parigi (4 volte), il Grammy di Los Angeles, il Grand Prix de l´ Académie du Disque Lyrique, la Elisabeth Memorial Medal di Londra, il Premio Caecilia della critica belga, il Premio della critica discografica italiana e numerosi altri. Hanno ricevuto dalla Repubblica Italiana la medaglia d´oro dei benemeriti della scuola, dell´arte e della cultura e il Presidente della Repubblica ha presenziato alle celebrazioni del loro 25° anniversario. Hanno registrato oltre 300 dischi Lp e Cd per case discografiche internazionali Erato - Wea, Bmg - Rca, Philips, Frequenz. Con "I Solisti Veneti" collaborano i più grandi interpreti internazionali: Salvatore Accardo, Ruggero Raimondi, Katia Ricciarelli, Placido Domingo, Uto Ughi, Jean Pierre Rampal, Cecilia Gasdia, Nikita Magaloff, Marilyn Horne, Kenneth Gilbert James Galway, Lucia Valentini Terrani, Mstislav Rostropovic, Svjatoslav Richter, Paul Badura-skoda, Chris Merritt e Cori famosi quali gli Ambrosian Singers, il Coro Filarmonico di Praga, il Coro della Radio di Stoccolma e molti altri. Il loro repertorio spazia dalla musica strumentale del ´700 ai grandi capolavori sinfonico-corali di tutti i tempi, quali La "Missa Solemnis" di Beethoven, il Requiem e la Messa in do minore di Mozart, lo "Stabat Mater" di Rossini e così via. .  
   
   
CHIASSODANZA, ÖLELÉS: JORDI CORTÉS, DAMIáN MUñOZ  
 
Chiasso, 13 novemrbe 2006 - Ispirato al romanzo Le braci di Sándor Márai, Ölelés si propone come un duello tra due uomini legati da un’intensa amicizia virile. Tra loro, nell´ombra, aleggiano dei fantasmi, forse quelli di una donna amata da entrambi. L´azione si svolge nel momento crepuscolare in cui la notte lascia posto al giorno, nell’istante in cui la regolarità e la trasparenza dei primi raggi del sole rivelano e separano ciò che nell’oscurità era solo un desiderio ardente, un’aspirazione segreta, una passione morbosa e inquietante. Tra i due uomini, contemporaneamente cacciatore e preda, inizia una lotta senza armi. Si cercano, si trovano, si evitano, si interrogano, in un gioco di strategia dove penetrare la corazza dell´avversario significa avvicinarsi alle risposte cercate da tempo. Un passione che brucia nel profondo, in quei luoghi dell’anima dove giacciono verità che una volta scoperte provocano timore e, al contempo, un incontenibile impulso vitale. Un mondo chiuso, uno spazio scenico dove la luce, metafora delle risposte a lungo cercate, prova con forza a penetrare; un’alba che filtra e accompagna gli interpreti in un gioco di contrasti tra amore e distruzione, desiderio e dubbio. Singolare, e probabilmente non casuale, che in lingua ungherese la parola ‘ölelés’, che significa il “bacio”, abbia la stessa radice di ölés, “massacro, mattanza”. Il linguaggio di questi due danzatori spagnoli è eccezionalmente ricco di dettagli, di delicatezza e di forza. I loro corpi vengono messi alla prova nelle più articolate possibilità di movimento, creando immagini poetiche ed evocative di grande energia. Questo spettacolo, seconda produzione nata dalla collaborazione tra Damián Muñoz e Jordi Cortés dopo Tres tristes stripteases, ha ricevuto il Premio Città di Barcellona 2004 come miglior spettacolo di danza e il primo premio al Festival Internazionale di Huesca nel 2005. Jordi Cortés Molina nato a Barcellona nel 1964, ha studiato all´Istituto Teatro di Barcellona. E´ stato membro delle compagnie Lanónima Imperial, Mudances, Metros, della prestigiosa compagnia inglese Dv8 Physical Theater e Nigel Charnock. Come regista ha creato Lucky , Happy Hour, De Cara, Gran Ecart e insieme a Artur Villalba il duo Mat. Ha co-diretto, con Damián Muñoz Tres Tristes Stripteases. E’ il direttore artistico e tra i fondatori della compagnia Alta Realitat di Barcellona. Damián Muñoz. Damián Muñoz originario di Vitoria (Spagna), dove avviene la sua formazione come danzatore, Damian fonda la propria compagnia nel 1995. Da allora ha presentato numerosi lavori in qualità di coreografo all’interno di festival e teatri internazionali, oltre a contribuire artisticamente a lavori e opere teatrali. Nel 2005 vince il primo premio al Concorso Internazionale di Madrid, con la coreografia Meltemifonda e crea le coreografie Daño, Asiré, Las mentiras del entusiasmo, 34Negro. È stato invitato come professore e coreografo al Movement Research di New York, all’Istituto del Teatro di Barcellona, al Theater School di Amsterdam e al Centro per lo sviluppo della nuova danza “Le groupe” in Canada. Sándor Márai, scrittore ungherese, nacque a Kassa nel 1900 e morì in California, a San Diego, nel 1989. Visse a lungo a Vienna, in Svizzera, a Parigi e in Italia. La raccolta di poesie dal titolo Il libro dei ricordi del 1917 è la sua prima opera. La sua fama è legata in particolare ai romanzi Le braci, apparso in Italia nel 1998 e L´eredità di Eszter (1999). Mercoledì 15 novembre 2006, ore 20. 30 Cinema Teatro di Chiasso Ölelés Compagnia Alta Realitat, Barcellona. Coreografia e interpretazione: Jordi Cortés Molina, Damián Muñoz; Collaborazione artistica: Maria Muñoz; Disegno luci: Jordi Cortés Molina, Damián Muñoz, María de Frutos; Musica: Collage; Voce: Silvia Pérez; Costumi: Antonio Belart; Produzione: Dmdanza, Alta Realitat, in collaborazione con Fabrik tannztzage, L´animal a l´esquena, L’estruch de Sabadell. Coproduzione: Endansa; Con il sostegno Gobierno Vasco, Inaem;in collaborazione con Fabrik tannztzage, L´animal a l´esquena, L’estruch de Sabadell. .  
   
   
MELODICA PRESENTA LA STAGIONE MUSICALE 2006/2007 JAZZ ACUSTICO AL TEATRO MASSARI  
 
San Giovanni in Marignano (Rn), 13 novembre 2006 - Benvenuti alla seconda stagione musicale dell’Associazione Culturale Popolare Melodica che si terrà nuovamente nel delizioso Teatro Massari, nel centro storico di San Giovanni in Marignano (Rn), a pochi passi da Cattolica, stessa uscita autostradale. Grazie alla rinnovata collaborazione con i Fratelli di Taglia, la Compagnia che gestisce il Teatro, e al patrocinio del Comune di San Giovanni siamo riusciti a organizzare un calendario di cinque date, una al mese, sempre di venerdì, a partire da questo mese. La stagione verrà inaugurata il 17 novembre dalla voce straordinaria di Francesca Ajmar accompagnata dalla chitarra di Massimo Minardi e dal contrabbasso di Tito Mangialajo Rantzer in un concerto dal significativo titolo 12 corde. La stagione continuerà il 15 dicembre con il duo d’eccezione Bassi – Bravo (Aldo Bassi e Alessandro Bravo) rispettivamente tromba/filicorno e pianoforte. Il 2007 verrà inaugurato il 19 gennaio da un altro duo inedito che vedrà l’intrecciarsi delle note dell’intramontabile Renato Sellani al piano e il giovane talento Fabrizio Bosso alla tromba in Thank you Gershwin. Il 16 febbraio sarà tempo di un ulteriore duo, questa volta di clarinetto e pianoforte: Mirco Mariottini e Riccardo Fassi in Deep comunication. La chiusura delle cinque date verrà affidata al Quartetto di Massimo Minardi con (H)ope’n standard, in una fusione di chitarra, sax alto, contrabbasso e batteria. Www. Fratelliditaglia. Com .  
   
   
SOLID SEA A NAPOLI A PALAZZO REALE L’INSTALLAZIONE DI MULTIPLICITY SULLA TRAGEDIA DI PORTOPALO.  
 
 Napoli, 13 novembre 2006 - Dieci anni fa, durante la notte di Natale del 1996, un’imbarcazione con 283 profughi cingalesi, indiani e pakistani affondò al largo delle coste sud-orientali della Sicilia. La più grande tragedia accaduta nel Mediterraneo dal dopoguerra – negata per anni dalle autorità italiane – viene ricostruita con una installazione nel cortile del Palazzo Reale di Napoli da Multiplicity (agenzia di ricerca con base a Milano, fondata dall’architetto e urbanista Stefano Boeri). L’installazione dal titolo Solid Sea 01: the Ghost Ship / La nave fantasma, che raccoglie filmati, documenti, interviste ai sopravvissuti e ai protagonisti della tragica vicenda, verrà inaugurata a Napoli il prossimo 15 novembre nell’ambito degli Annali dell’architettura diretti da Marco Casamonti. Accanto alla tragedia della “nave fantasma”, alla cui ricostruzione ha collaborato il giornalista Giovanni Maria Bellu, Multiplicity espone a Napoli un´altra vicenda emblematica della condizione del Mediterraneo contemporaneo: quella della Motonave Rosso, un cargo con un glorioso passato, che nel 1991 si arenò sulle coste calabre e in seguito venne coinvolto in un’inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti tossici. Entrambe i casi proposti nell’istallazione a Napoli, fanno parte del progetto Solid Sea, iniziato in occasione di Documenta-kassel 2001, che sta producendo, attraverso la raccolta di casi studio, un atlante del Mediterraneo contemporaneo. Solid Sea - Annali di architettura di Napoli - Paesaggi Urbani del Mediterraneo, cortile di Palazzo Reale, piazza del Plebiscito, dal 15 novembre 2006 al 15 dicembre 2006. Www. Multiplicity. It .  
   
   
GREASE: LA NUOVA EDIZIONE È UNA FESTA TRAVOLGENTE! NUOVE SCENE!  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Un collage di immagini colorate ed esplosive direttamente dagli anni ‘50 Nuovi Costumi! Giubbotti di pelle, gonne a ruota e l’immancabile ciuffo alla Elvis con la brillantina Nuovo Cast! Un gruppo di ventenni preparatissimi e scatenati, età media 24 anni Nuova Regia! Federico Bellone, 25 anni sulla carta d’identità e una passione per il musical da sempre E… tutti gli ingredienti che hanno trasformato Grease in un fenomeno ineguagliabile: energia pura e divertimento, la storia d’amore tra Danny e Sandy, i sogni dei T-birds e delle Pink Ladies e soprattutto rock‘n’ roll per due ore di spettacolo, con le canzoni più famose diventate dei successi senza tempo. E Il Divertimento Raddoppia! Gli spettatori di Grease non riescono a rimanere seduti sulle loro poltrone! Ogni sera si ripete la stessa magia: il pubblico inizia a ballare trascinato dal ritmo contagioso dei più celebri brani del musical. In questa nuova edizione l’energia coinvolgerà anche il pubblico in sala che diventerà protagonista di una festa elettrizzante, per ballare e scatenarsi insieme a tutto il cast di Grease. In collaborazione con presenta diretta da Silvio Testi Nuova Edizione di Jim Jacobs e Warren Casey canzoni aggiunte B. Gibb, J. Farrar, L. St. Luis, S. Simon, S. Bradford, A. Lewis traduzione Michele Renzullo, adattamento Saverio Marconi liriche italiane di Silvio Testi e di Michele Renzullo. “Ricordo ancora nitidamente la prima volta che vidi il musical Grease a teatro… Milano, Teatro Nuovo, 1997. Lorella Cuccarini nel ruolo di Sandy, il primo sabato pomeriggio dopo il debutto di quello che sarebbe diventato il primo long running show italiano. Avevo appena 16 anni e rimasi così folgorato che rividi lo spettacolo altre 8 volte nel corso dello stesso mese. Lo show era una bomba ad orologeria che si innescava con precisione ogni sera per esplodere con così tanta energia da mandare il pubblico letteralmente in visibilio. Grease, oltre a portare a teatro i giovani e persone che a teatro non erano mai state, penso abbia decretato definitivamente la mia decisione di intraprendere una carriera nel teatro musicale. Così, dopo nove anni di repliche, oltre 1. 200. 000 spettatori, più di 90 interpreti che si sono avvicendati nel corso delle recite, mi ritrovo a dirigere la nuova edizione dello spettacolo. Grease, che nacque nel 1971 come musical sperimentale, è in realtà un pretesto per evocare nostalgicamente la magia degli anni 50’ e la loro inarrestabile energia. Così la nuova edizione vuole essere un recupero di quella carica esplosiva e si fa forte di una nuova scenografia dal grande impatto visivo, grazie a un collage dai colori vivaci di pubblicità anni ’50, che proprio oggi riportano immediatamente a quell’epoca, e a un cast di veri ventenni, preparatissimi nelle discipline richieste dal musical, che invaderanno con il loro entusiasmo tutto il teatro. Mi auguro che questa nuova versione dello spettacolo possa continuare a coinvolgere e a elettrizzare il pubblico per altri 10 anni. ” Federico Bellone Un bozzetto della scena, disegnato da Gabriele Moreschi Milano, Teatro della Luna Dal 16 novembre al 10 dicembre 2006 www. Teatrodellaluna. Com .  
   
   
MOMIX PRESENTA SUN FLOWER MOON UNO SPETTACOLO DI MOSES PENDLETON  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Tornano in Italia dopo il grande successo delle due stagioni precedenti per accontentare il grande pubblico in una tournée che toccherà le principali città italiane. Sun Flower Moon, l’ultima creazione di Moses Pendleton presentata in occasione del 25mo anniversario (2005) del suo gruppo di danza Momix, è “una serata di sovvertimenti e di seduzioni visuali concentrate” (Vittoria Ottolenghi), in cui affascinanti oggetti cosmici, tutti inventati, guizzano e fluttuano nel metafisico Mare lunare. E’ attraverso un repertorio di magie e di astuzie visuali che Moses Pendleton marcia impavido verso il diverso, l’altro, l’oltre: il super-umano, il sub-umano, il mondo animale, il vegetale, la natura desertica, il paesaggio cosmico. In questo nuovo show i tre elementi che compongono il titolo rimandano ciascuno ad un elemento dello spettacolo. A partire dal sole, dai fiori e dalla luna, Pendleton crea ancora una volta spettacolari giochi di luce e dinamiche fantasmagoriche, facendo apparire corpi che volano, nuotano, si scompongono e si ricompongono, parti di un universo misterioso in cui gli elementi della natura fluttuano l’uno nell’altro. Il balletto suggerisce l’idea di uno spazio “altro”, di una gravità diversa da quella terrestre. Il senso di un mondo lontano, popolato da esseri immaginari che si avventurano in luoghi inesplorati. In Sun Flower Moon Pendleton si serve della tecnica del “teatro nero”, con immagini in movimento repentino e rotazioni ipnotiche, come in un caleidoscopio. I danzatori sono invisibili, quasi immateriali, la loro identità resta celata sotto l’efficacia delle immagini. Complice l’illusione ottica della luminotecnica e delle immagini video. E’ un invito alla fuga dal mondo reale e un tuffo nella magia del mistero. .  
   
   
PHILIPS PRESENTA LIVINGSIMPLICITY, IL FESTIVAL DELLA SEMPLICITÀ  
 
Milano, 13 novembre 2006 - Philips presenta Livingsimplicity, un festival di due giorni interamente dedicato al tema della semplicità, affrontata da punti di vista diversi e applicata ai diversi campi dell’esistenza. Philips ha scelto la semplicità come focus per la propria promessa di brand ed è impegnata in un profondo processo di trasformazione basato sul nuovo posizionamento - “Sense and Simplicity” - che guida l’innovazione verso una tecnologia sempre più ricca di senso ma anche più semplice da utilizzare. Durante Livingsimplicity, il 18 e 19 novembre allo Spazio Pelota a Milano, personaggi famosi, di culto, giovani talenti, ma anche persone meno conosciute che hanno saputo trovare soluzioni semplici al loro modo di vivere quotidiano, saliranno sul palcoscenico per esemplificare la loro idea di semplicità nella filosofia, nella musica, nella letteratura, nel design, nella moda, nella scienza, nello sport, nel cinema, nella tv, nella comunicazione e soprattutto nella vita di tutti i giorni. La traduzione della complessità in semplicità e dei problemi in soluzioni sta alla base di un processo evolutivo che guarda al benessere, all’armonia, alla felicità e alla soddisfazione come valori chiave per una vita migliore. Per comprendere tutto questo è necessario esplorare mondi, esperienze e conoscenze svariate e molteplici mantenendo sempre e comunque uno sguardo attento agli esseri umani, alle soluzioni e alle suggestioni per la nostra esistenza. La tecnologia, in particolare, non deve essere un semplice gadget da possedere o qualcosa di estraneo che ci ruba l’anima; le innovazioni devono diventare possibilità concrete per allargare e arricchire la nostre esperienze. Fra biologico e tecnologico, infatti, non soltanto non c’è opposizione ma anzi, è dal loro matrimonio che possono nascere i comportamenti, i linguaggi, i modi di pensare e di agire che rendono gli esseri umani più soddisfatti. Perché chiunque può fare le cose più grandi e complicate, ma ci vuole un pizzico di genio per farle davvero più semplici. Ed è questo che Livingsimplicity si propone e intende mettere in scena. Concretezza ed esperienza sono quindi le parole chiave per interpretare questo progetto Philips: è necessario guardare e prendere spunto da chi nel mondo sempre più connesso e complesso ha già trovato soluzioni per rendere la vita più semplice e migliore, da chi può aiutarci a vedere e vivere dalla parte di una semplicità possibile, da quelle persone che hanno saputo, con mezzi, azioni, prodotti, semplificare davvero la propria esistenza. In occasione dell’evento, Philips ha anche lanciato un forum di discussione dedicato alla semplicità, www. Livingsimplicity. It. Tutti potranno esprimere la propria opinione sul tema della complessità nella vita e proporre come semplificarla. Oppure semplicemente leggere cosa ne pensano gli altri e magari imparare a farlo. Una sezione è completamente dedicata a Milano: traffico, stress, carovita, carenza di verde, etc. Sono tanti i problemi di una città come Milano: occorre guardare alle soluzioni e proporre idee e sollecitazioni per rendere tutto più semplice. .  
   
   
GOLF - IN CINA FRANCESCO MOLINARI SI CLASSIFICA NONO IL COREANO YONG-EUN YANG BATTE TIGER WOODS  
 
 Milano, 13 novembre 2005 - Ottima prestazione di Francesco Molinari che si è classificato al nono posto con 281 colpi (72 68 69 72), sette sotto il par, nell’Hsbc Champions, il torneo che ha aperto con largo anticipo sull’anno solare la stagione 2007 dell’European Tour allo Sheshan International Gc di Shaghai in Cina. Ha vinto il trentaquattrenne coreano Yong-eun Yang (274 - 66 72 67 69) che ha battuto per due colpi Tiger Woods (276 - 72 64 73 67). Al terzo posto con 277 Michael Campbell e Retief Goosen, leader dopo 54 buche, al quinto con 278 Marc Warren, al sesto con 280 Paul Casey, Padraig Harrington e Robert Karlsson. Insieme a Molinari anche Jim Furyk, 14° con 282 Colin Montgomerie e 26° con 287 Chris Dimarco. Il coreano Yong-eun Yang gioca nel Japan Tour dove quest’anno ha ottenuto un titolo e cinque volte si è classificato tra i “top ten”. Nel 72 di Molinari quattro birdie, un bogey, un doppio bogey. Finale Qualifying School Europea: Terreni E Maestroni Al 56° Posto - Paolo Terreni (146 - 74 72) e Andrea Maestroni (146 - 75 71) sono al 56° posto dopo la seconda giornata della Qualifying School dell’European Tour che si sta disputando al San Roque Club, nei pressi di Cadice in Spagna. Sono in 139ª posizione con 155 e in notevole difficoltà Massimo Scarpa (77 78) e Michele Reale (78 77). Dopo l’inizio rallentato per l’indisponibilità di uno dei due tracciati del San Roque, l’Old Course, dal terzo turno si rientrerà nella normalità con tutti i giocatori in campo, anziché divisi i due gruppi e impegnati a giornate alterne come accaduto fino ad ora. Al comando con 134 colpi lo spagnolo Carlos Rodiles (70 64), al secondo posto con 136 Warren Bennett e Tage Eirik Johansen. Lpga Tour: Exploit Di Lorena Ochoa - Con un spettacolare terzo giro in 63 colpi la messicana Lorena Ochoa (202 - 66 73 63) ha preso decisamente il largo nel Mitchell Company Tournament of Championship, penultimo torneo stagionale del Lpga Tour che si conclude al Robert Trent Jones Gt e al Magnolia Grove Gc di Mobile, in Alabama. Precede di ben cinque colpi Paula Creamer (207 - 64 74 69) e di sette Juli Inkster (209 - 67 69 73). Al quarto posto con 210 Stacy Prammanasudh. .  
   
   
DESERTERIOS DAIHATSU SI È CONCLUSO L’AVVENTUROSO RAID DAIHATSU IN TUNISIA A BORDO DEL NUOVO TERIOS 4X4  
 
 Milano, 13 novembre 2006 - Si è concluso da pochi giorni l’avventuroso raid sulle orme dei Tuareg organizzato da Daihatsu in collaborazione con la Federazione Italiana Fuoristrada. 1. 870 i km percorsi, di cui 1. 500 in Tunisia, 350 i km di piste e sabbia, 35 le ore di guida in 5 giorni, 33° parallelo il limite sud del viaggio. Una straordinaria avventura, questa, premio per tre fortunati vincitori selezionati dalla Fif, dopo numerose e impegnative prove, tra i partecipatanti al concorso Deserterios, riservato a coloro che avevano acquistato il nuovo Terios entro il 30 giugno 2006. Così Angelo Franchini, chef di Spoleto, Lorenzo Cecchini, tecnico informatico di Savona e Bruno Sara, ingegnere meccanico di Caravaggio (Bg), accompagnati da un team della Federazione e da Daihatsu, sono partiti da Treviglio sotto una pioggia battente il 21 ottobre alla volta del porto di Genova per l’imbarco. Dopo la traversata in nave , la carovana Deserterios è approdata a Gafsa sulla costa tunisina per partire alla volta di Nefta attraverso il Chott, un piccolo deserto piatto. Coperto da una crosta simile al sale che spaccandosi rivela sabbia umida e fango, la guida sul Chott è straordinariamente simile alla guida sulla neve, un terreno impervio quindi, ma Terios sembrava quasi non accorgersene. Centinaia e centinaia di kilometri su questo difficile terreno per arrivare au Grand Erd, il Grande Deserto, fatto di immense distese di sabbia e dune dove la guida deve essere fluida e continua, ma anche decisa e senza incertezze per assecondare il deserto e non affrontarlo con forza. La compatta e leggera Terios sembra quasi trovare su questo fondo particolare la propria ispirazione ed esaltazione. In mezzo al deserto un bellissimo, reale miraggio: Ari Vatanen, un mito, pilota da rally e Campione insieme a Carlos Sainz, altra leggenda del rally, per provare la prossima Dakar con le auto del suo team. E poi il viaggio è ripartito attraverso canyon profondi e tortuosi, montagne erose dai millenni e dal vento, con piani inclinati vertiginosi e sommità piatte e infine gli ultimi kilometri attraverso la Tunisia più ricca e sviluppata, quella sulla costa, e il ritorno verso casa. “Le compatte e leggere Terios si sono comportate in modo impeccabile - ha commentato Enricio Bertolini Direttore generale di Daihatsu italia che ha accompagnato la carovana - trovando nelle piste tunisine il proprio habitat naturale, grazie al loro peso contenuto e alla grande motricità della trazione. In piena velocità sulle lastre di sale, in sbandata controllata su e giù dalle dune di sabbia, senza una sbavatura sulle micidiali piste in terra battuta e sassi, dentellate come ingranaggi, si sono dimostrate perfette compagne d’avventura. Migliaia di chilometri senza un inconveniente, a confermare la leggendaria affidabilità Daihatsu. Non è stato semplice organizzare questo viaggio - conclude Bertolini – ma ne siamo orgogliosi anche perché rientra perfettamente nello spirito della nostra Azienda, non solo fornire autovetture, ma cercare di offrire ai clienti mezzi a misura dei loro desideri”. .