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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Gennaio 2007
RICERCATORI INDIVIDUANO LA MOLECOLA DELLA MEMORIA  
 
 Bruxelles, 10 gennaio 2007 - Un´équipe di ricercatori ha individuato una molecola che svolge un ruolo chiave nell´apprendimento e ha realizzato una mappatura del percorso da essa seguito per influire sulla memoria. I nostri organi sensoriali informano continuamente il cervello su quello che accade attorno a noi e le nostre cellule cerebrali si trasmettono reciprocamente tali informazioni mediante segnali elettrici. Quanto più spesso una cellula percepisce lo stesso stimolo, tanto più forte diventa il segnale elettrico, consentendo alle cellule di distinguere tra informazioni nuove e familiari. Si ritiene che tale fenomeno, denominato potenziamento persistente (Ltp), sia alla base dell´apprendimento e della memoria. La sua base molecolare è oggetto di studi approfonditi. «è difficile studiare in provetta un processo dinamico come la memoria», ha dichiarato Liliana Minichiello del centro di biologia murina del Laboratorio europeo di biologia molecolare in Italia. «Per stabilire se i meccanismi molecolari che generano l´Ltp sottendono alla formazione della memoria, è necessario studiare un animale nel momento in cui apprende». In collaborazione con i ricercatori della Universidad Pablo de Olavide di Siviglia (Spagna), la dottoressa Minichiello e i suoi colleghi hanno studiato il ruolo svolto da un recettore chiamato Trkb nell´apprendimento dei topi. La molecola Trkb si trova sulla superficie delle cellule dell´ippocampo, un´area del cervello coinvolta nella formazione della memoria, dove converte i segnali in entrata in risposte cellulari con l´intervento della proteina Plcg. Se sottoposte a uno stimolo familiare, le cellule dell´ippocampo generano un Ltp. Gli scienziati hanno scoperto che i topi con un Trkb difettoso non erano in grado di apprendere e che le loro cellule dell´ippocampo non generavano un Ltp in risposta a uno stimolo familiare. «Le cascate di segnali attivate da Trkb e Plcg sono essenziali sia per l´Ltp sia per l´apprendimento», ha spiegato José Delgado-garcía dell´Università di Siviglia. «Per la prima volta siamo riusciti a dimostrare che l´Ltp e l´apprendimento hanno di fatto una base molecolare comune». La ricerca è stata pubblicata nell´ultimo numero della rivista «Learning and Memory». L´équipe ha ora intenzione di condurre altre ricerche sul ruolo del Trkb nell´apprendimento e nella memoria; poiché i circuiti molecolari delle specie sono probabilmente simili, il loro lavoro potrebbe imprimere un impulso alla nostra comprensione della memoria umana. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Embl. Org .  
   
   
UN PROGETTO EUROPEO RIVELA L´ORIGINE GENETICA DELLA SORDITÀ  
 
Bruxelles, 10 gennaio 2007 - Alcuni scienziati impegnati in un progetto europeo si stanno avvalendo degli avanguardistici studi svolti da una brillante ricercatrice dell´équipe per capire meglio il funzionamento dell´orecchio interno e trovare terapie per la cura dei disturbi all´udito. Dotato di un bilancio di 12,5 Mio Eur, stanziati nell´ambito della sezione «Scienze della vita» del Sesto programma quadro (6Pq) dell´Ue, il progetto Eurohear riunisce oltre 250 scienziati di 10 differenti paesi. Punto di partenza del progetto sono state le ricerche svolte dalla prof. Ssa Christine Petit dell´Istituto Pasteur di Parigi (Francia) che, studiando il gene otoferlina nei topi, è riuscita a fornire le prove delle cause genetiche che determinano la sordità. Rimuovendo il gene dai topi, il gruppo di ricercatori ha scoperto che la sordità degli animali dipendeva dall´incapacità di tradurre gli stimoli sonori nel rilascio di una sostanza chimica che funge da messaggero nervoso, o neurotrasmettitore, e che normalmente invia le informazioni ai nervi acustici e al cervello. Ora gli studiosi del progetto Eurohear concentreranno le loro ricerche sul funzionamento dell´orecchio interno e in particolare sulle modalità di trasformazione delle onde sonore in segnali elettrici e della loro trasmissione al cervello. Essi cercheranno inoltre di identificare i difetti molecolari che determinano i disturbi uditivi ereditari nella speranza di sviluppare terapie efficaci per i 40 milioni di cittadini europei affetti da tali disturbi. I genetisti umani identificheranno i geni responsabili della suscettibilità ai problemi di udito, mentre i genetisti animali testeranno la funzione di tali geni negli animali e i fisiologi si occuperanno della dissezione in vitro delle funzioni dei geni. Jacques Remacle, responsabile scientifico della Commissione europea, ha dichiarato a «Medical News Today»: «Le conoscenze ottenute grazie a questo progetto contribuiranno allo sviluppo di migliori strumenti diagnostici per l´identificazione dei fattori genetici che causano i disturbi all´udito e apriranno la strada a nuove ricerche e a terapie future. Eurohear rappresenta quindi un ambizioso sforzo paneuropeo che nel lungo termine darà notevoli benefici alla società. » Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Eurohear. Org/index. Html .  
   
   
TUMORE AL SENO: PIÙ TUTELA PER LE DONNE  
 
Bruxelles, 10 gennaio 2007 - Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione con una serie di indicazioni per ridurre il tasso di mortalità delle donne per cancro al seno. Gli eurodeputati insistono sulla necessità di promuovere lo screening mammografico, chiedono lo sviluppo della ricerca in materia di prevenzione, di terapie con scarsi effetti collaterali e di esami del sangue (biomarker). Chiedono poi una Carta dei diritti dei malati di cancro per incitare le imprese a consentire ai pazienti di esercitare l´attività durante la cura e a reintegrarli nel mercato del lavoro. Il cancro al seno costituisce la patologia tumorale più frequente nelle donne. Ogni anno 275. 000 donne nella Ue sono colpite da questa malattia che causa la morte di 88. 000 di esse. E´ anche la prima causa di morte nelle donne fra 35 e 59 anni, mentre sta aumentando costantemente il numero di giovani donne che si ammalano (il 35% delle donne malate di cancro al seno ha meno di 55 anni e il 12% dei casi colpisce donne che hanno meno di 45 anni). Costituisce la seconda patologia tumorale e colpisce anche gli uomini: nella sola Ue, ne muoiono circa 1. 000 all´anno. Per saperne di più: http://ec. Europa. Eu/health/index_it. Htm. . .  
   
   
CONTROLLI NEGLI OSPEDALI ALTOATESINI: NESSUN RILIEVO  
 
Bolzano, 10 gennaio 2007 - Nessun rilievo viene registrato negli ospedali altoatesini in materia di igiene e pulizia. A questo risultato sono giunti i Nas, che oggi (9 gennaio) hanno ispezionato i nosocomi di Bolzano, Merano e Bressanone nel quadro dei controlli disposti sul territorio nazionale. Nel quadro delle ispezioni promosse a livello nazionale dal ministro alla Salute Livia Turco negli ospedali italiani dopo il reportage-denuncia pubblicato dal settimanale "L’espresso", gli agenti dei Nas hanno ispezionato i nosocomi di Bolzano, Merano e Bressanone. "Non abbiamo nulla da nascondere e i risultati assolutamente positivi dei controlli effettuati non sono una sorpresa", spiega l´assessore provinciale alla Sanità Richard Theiner. Le ispezioni degli uomini dell´Arma hanno riguardato diversi reparti ospedalieri, comprese le sale tecniche e i locali adibiti a cucina e deposito. Sono stati inoltre ispezionati gli impianti esterni e le dotazioni antincendio e di allarme. Particolare attenzione è stata dedicata al trattamento dei rifiuti speciali e al regolamento di accesso alle aree sorvegliate, quali le sale operatorie o il pronto soccorso. "In nessuno dei tre ospedali di Bolzano, Merano e Bressanone sono stati mossi dei rilievi - conferma il direttore generale dell´As provinciale Andreas Fabi - anzi: il livello di igiene, della manutenzione e la presenza del personale sono stati tre aspetti valutati al di sopra della media". Per l´assessore provinciale questi controlli hanno fatto risaltare una volta di più l´impegno del personale e l´alto livello delle prestazioni nelle diverse strutture sanitarie altoatesine. "In tal senso le ispezioni dei Nas hanno confermato i risultati che ci aspettavamo", conclude Theiner. .  
   
   
ISPEZIONI NAS, CONFERMATA PROMOZIONE OSPEDALI FORMIGONI: DIMOSTRATA NOSTRA CAPACITA´, ORA FEDERALISMO FISCALE  
 
Milano, 10 gennaio 2007 - Esiti positivi anche oggi negli ospedali lombardi ispezionati dai Carabinieri dei Nas nell´ambito dei controlli disposti in tutta Italia dal Ministero della Salute, dopo il caso dell´Umberto I di Roma. Nessuna irregolarità significativa è stata dunque riscontrata né a Milano nei nosocomi di Niguarda, San Carlo, Galeazzi e all´Icp, né negli ospedali di Desenzano (Brescia), Mantova, Mortara (Pavia) e Varese. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha sottolineato come i controlli dei Nas abbiano confermato quello che già tutti sapevano, cioè che "il livello della sanità lombarda, anche nei piccoli presidi, è tra i migliori in Italia e anche in Europa, come dimostrano tra l´altro le tantissime persone che vengono a farsi curare da noi". "Sono contento che i cittadini abbiano la conferma che il nostro personale è preparato, le strutture adeguate e che la sanità lombarda è fatta mettendo al centro la persona - ha dichiarato Formigoni - senza dimenticare che comunque siamo sempre alla ricerca del miglioramento e che proprio per questo la Regione ha promosso e finanziato la costruzione di un gran numero di nuovi ospedali, stanziando oltre 3,5 miliardi di euro". Questi stanziamenti hanno prodotto e stanno producendo la ristrutturazione di nuovi reparti e la costruzione di nuovi ospedali, moderni e in linea con i migliori criteri di efficienza e funzionalità, come a Bergamo e Como. "Adesso si tratta di cambiare le regole del finanziamento alle Regioni per la sanità - ha concluso il presidente lombardo -. Non vogliamo più il prelievo e il trasferimento dei nostri soldi a Roma per avere un ritorno che ci penalizza, ma un vero federalismo fiscale che ci dia la responsabilità delle risorse e della spesa sanitaria e che impedisca allo Stato di mettere nuove tasse ai cittadini, come il ticket da 10 euro voluto dal Governo Prodi". Complessivamente, tra ieri l’altro e ieri, i Nas hanno effettuati i loro controlli su 17 strutture ospedaliere in tutta la Lombardia. Ecco l´elenco completo: Fondazione Irccs Besta (Milano; Fondazione Irccs Policlinico (Milano); Fondazione Irccs Galeazzi (Milano); Ao Niguarda (Milano); Ao San Carlo (Milano); Ao Icp (Milano); Ospedale San Paolo (Milano); Ospedale di Como; Fondazione Irccs Policlinico San Matteo (Pavia); Ospedale di Mortara (Ao di Pavia); Ospedale di Voghera (Ao di Pavia); Ospedale di Bergamo; Ospedale di Brescia; Ospedale di Desenzano (Brescia); Ospedale di Lecco; Ospedale di Mantova; Ospedale di Varese. .  
   
   
CITTÀ DELLA SALUTE: IN COMUNE A TORINO UN INCONTRO PER DEFINIRE IL PERCORSO DI REALIZZAZIONE  
 
 Torino, 10 gennaio 2007 - La futura “Città della salute” è stata al centro di un incontro che si è tenuto questo pomeriggio in Comune tra il sindaco Sergio Chiamparino, l’assessore comunale alla salute e alle politiche sociali, Marco Borgione, l’assessore regionale alla tutela della salute e sanità, Mario Valpreda, il direttore dell’Assessorato, Vittorio Demicheli e quello dell’Aress, Oscar Bertetto. Dopo un’ampia disamina delle principali questioni legate alla realizzazione del progetto, i presenti hanno concordato sul fatto che non sia più riproponibile un modello analogo a quello delle attuali Molinette. La futura “Città della salute” dovrà infatti essere una struttura concepita in modo innovativo, in grado di adattarsi ai mutamenti delle esigenze sanitarie che si verificheranno negli anni e di ospitare tra i 450 e i 700 posti letto per interventi ad alta complessità. I restanti 700 posti letto, rispetto alle attuali dimensioni delle Molinette, verranno ridistribuiti all’interno della rete ospedaliera cittadina. Due i modelli su cui si concentrerà nei prossimi mesi la discussione. Da un lato possibilità di costruire la struttura in un’unica area, concepita in modo modulare, a forma di stella - con uno spazio centrale dedicato ai servizi generali e le punte dedicate ai percorsi diagnostici e terapeutici per le diverse patologie - e circondata dal campus universitario, la foresteria e i laboratori per la ricerca. Dall’altro, l’ipotesi di una struttura sempre modulare, ma distribuita in diversi punti della città. In entrambi i casi, la “Città della salute” presupporrà una forte integrazione tra ricerca clinica, assistenza sanitaria, sperimentazioni e innovazioni tecnologiche sfruttabili sul mercato, nella convinzione che una sanità di eccellenza e con forti capacità attrattative possa costituire, oltre che un soggetto erogatore di prestazioni sanitarie di alta qualità, anche un importante volano di sviluppo economico. Nel corso della riunione, inoltre, è stata confermata la volontà di affrontare in un secondo momento il problema della localizzazione, dopo la stesura definitiva del progetto da parte dell’Aress. A questo proposito, è già stato fissato un calendario di riunioni che coinvolgeranno l’azienda sanitaria San Giovanni Battista, l’Università e tutti i soggetti interessati, al fine di definire congiuntamente con le parti interessate tutti gli aspetti. Il sindaco Chiamparino, infine, ha ribadito la sua piena disponibilità ad attivare, una volta giunti al termine del percorso, tutti gli strumenti urbanistici necessario a un rapido avvio dei lavori di costruzione. .  
   
   
UNIVERSITÀ SCOZZESE OTTIENE FINANZIAMENTI PER PROGETTI DI RICERCA INNOVATIVI IN MATERIA DI SALUTE  
 
Bruxelles, 10 gennaio 2007 - L´università di Aberdeen si è aggiudicata i finanziamenti erogati per quattro progetti innovativi da un programma scozzese volto ad avvicinare la ricerca d´avanguardia al mercato. I progetti spaziano da una cura per l´artrite a metodi di somministrazione dei farmaci ispirati alle spugne di mare, a un nuovo insettifugo nonché a un´apparecchiatura per esercizi riabilitativi dopo una malattia o un incidente. Il Fondo Nestech, creato grazie al contributo dell´Office of Science and Technology scozzese, della Scottish Enterprise e delle Università di Aberdeen, Dundee e St. Andrews, è amministrato da una società di gestione dei capitali a nome dei tre atenei. Scopo del programma è consentire a ciascun progetto di raggiungere una fase in cui sia possibile creare un´impresa spin-out o in cui la concessione di una licenza diventi una prospettiva allettante. I nuovi progetti hanno ricevuto in totale oltre 700 000 Gbp (1,04 Mio Eur). Il chimico farmaceutico Iain Greig sta mettendo a punto nuovi medicinali per la cura dell´artrite reumatoide, una patologia che interessa circa l´1% della popolazione occidentale e, pertanto, costituisce una delle principali cause di disabilità. Per la cura sono necessari agenti biologici che costano circa 15 000 Eur l´anno per paziente. Questo significa che, nel Regno Unito, solo il 15% circa delle persone affette da questa patologia ha accesso alle cure. «Abbiamo scoperto una serie di nuovi farmaci che assolvono esattamente la stessa funzione dei medicinali più cari, ma a un costo molto ridotto», afferma il dottor Greig. «Riteniamo che tali farmaci siano in grado di rivoluzionare il trattamento dell´artrite reumatoide e di altre patologie infiammatorie quali la malattia infiammatoria dell´intestino e la psoriasi». Marcel Jaspars e Rod Scott hanno ricevuto finanziamenti per creare un prodotto sintetico che è simile alle tossine naturali generate dalle spugne di mare. Le tossine sono interessanti poiché sono in grado di formare temporaneamente nelle membrane cellulari pori attraverso cui possono passare le molecole. Se i ricercatori riusciranno a produrre versioni sintetiche di queste tossine, sarà possibile utilizzarle per un rilascio efficace dei farmaci nelle cellule. «Alcuni medicinali presto o tardi si rivelano inefficaci nelle sperimentazioni di farmaci perché non riescono ad attraversare la membrana della cellula», afferma il professor Jaspars. «Se non riescono a penetrare nella cellula, come possono funzionare?» «Il nostro strumento potrebbe lasciar passare le molecole di piccole dimensioni e permettere di utilizzare di nuovo i farmaci scartati. Potrebbe essere utilizzato anche per il rilascio di geni o proteine nelle cellule». Il dottor Scott spiega che le spugne marine producono tossine che formano pori come difesa chimica contro pesci e microrganismi. «Ciò che dobbiamo davvero fare è abbandonare l´uso di spugne che generano un insieme molto complesso di tossine e creare le nostre molecole ben definite e dotate di proprietà analoghe», afferma. Jenny Mordue riceverà finanziamenti per un progetto collaborativo con il Rothamsted Research finalizzato allo sviluppo di un insettifugo naturale. Gli insettifughi più efficaci attualmente a disposizione possono avere effetti collaterali indesiderati, come ad esempio sciogliere la plastica. Per alcuni se ne sconsiglia l´uso sui bambini nonché l´impiego a lungo termine. «È necessario sviluppare con urgenza un prodotto completamente sicuro e naturale ed è ciò che stiamo cercando di fare, partendo dai sistemi repellenti naturali dell´organismo», afferma il professor Mordue. «Abbiamo individuato diversi composti e ora stiamo cercando di trovare la combinazione migliore. Attualmente li stiamo sperimentando in tutto il mondo per capire quale di essi costituisca la migliore difesa da punture di insetti di diverso tipo». Nestech finanzierà anche un altro progetto collaborativo teso a completare il prototipo di un dispositivo da utilizzare nella riabilitazione di pazienti dopo un incidente o una malattia. Richard Neilson lavorerà al progetto in collaborazione con Marco Cardinale, della British Olympic Association. L´apparecchiatura progettata sarà destinata a essere utilizzata negli ospedali e, se necessario, potrà anche essere installata sul letto del paziente. Potrebbe inoltre essere utilizzata da fisioterapisti e atleti. .  
   
   
RECORDATI: ACCORDO CON SIGMA-TAU PER LA COMMERCIALIZZAZIONE IN ITALIA DEL NUOVO FARMACO ANTIIPERTENSIVO  
 
 Milano, 10 gennaio 2007 – Recordati ha annunciato la conclusione di un accordo non-esclusivo con sigma-tau, primaria società farmaceutica italiana, per la commercializzazione in Italia del suo nuovo farmaco antiipertensivo a base di lercanidipina ed enalapril per il quale si prevede di ottenere la registrazione in Italia nel corso del 2007 e di effettuare il lancio all’inizio del 2008. La nuova specialità farmaceutica basata su un’associazione fissa di lercanidipina ed enalapril ha ricevuto la prima autorizzazione alla commercializzazione in Germania, come annunciato il 27 luglio u. S. La Germania agirà da Reference Member State nel processo di mutuo riconoscimento per l’ottenimento delle autorizzazioni negli altri paesi europei, che si contano di ottenere progressivamente nel corso del 2007. L´accordo segue quelli già finalizzati con altri partners in Francia, Spagna, Benelux, i paesi nordici compresa Finlandia, Korea, Australia, Taiwan, il Medio Oriente compreso Israele, e Sud Africa. Altri accordi sono in via di definizione. Nella maggior parte dei pazienti ipertesi, ed in particolare in coloro che presentano altri fattori di rischio associati, è necessario somministrare più di un farmaco antiipertensivo per raggiungere e mantenere i livelli di pressione arteriosa desiderati. Associazioni fisse di più farmaci antiipertensivi avranno un ruolo significativo e crescente nel mercato futuro dell’ipertensione. I vantaggi delle associazioni fisse, in alternativa alla prescrizione separata di diversi farmaci associati estemporaneamente, sono notevoli. I dosaggi dei farmaci oggetto dell’associazione sono già quelli prescritti e sono risultati efficaci e ben tollerati negli studi clinici. L’utilizzo di una sola compressa, per un paziente che ne assume già un numero elevato ogni giorno, aumenta l’adesione dei pazienti alla terapia. “Siamo molto lieti di avere la sigma-tau come co-marketer in Italia per il nostro nuovo farmaco”, ha dichiarato Giovanni Recordati, Presidente e Amministratore Delegato. “sigma­tau, una delle prime aziende nel mercato farmaceutico italiano, contribuirà fattivamente ad estendere l’utilizzo di questa nuova opzione terapeutica per il trattamento dell’ipertensione. ” .  
   
   
A DUE ANNI DALLA LEGGE CHE VIETA IL FUMO NEI LUOGHI PUBBLICI, LA MAGGIOR PARTE RESISTE CON MENTINE, GOMME, TARTINE… LO RIVELA UN SONDAGGIO CONDOTTO VIA QEB DA NICORETTE INSTITUTE  
 
 Milano, 10 gennaio 2007 - Tenere a freno la lingua e soprattutto tenere impegnata la bocca per riuscire a stare senza l´adorata sigaretta tra le labbra. Secondo un sondaggio condotto da Nicorette Institute con il coinvolgimento di 600 "habitué" della nicotina, a due anni dall´entrata in vigore della legge che ha reso illegali i posacenere in ambienti di lavoro e luoghi pubblici, i fumatori si difendono con un´ampia gamma di succedanei orali. In ufficio, ad esempio, il 33% posticipa la pausa-sigaretta (già entrata nel mirino di direttori e datori di lavoro) succhiando una caramella rubata dalla scatoletta sulla scrivania a fianco; mentre un altro 20% - forse afflitto da problemi di linea, o forse per non farsi prendere dai sensi di colpa - si limita a rosicchiare nervosamente il fondo della matita. Stessa strategia se dalle riunioni di lavoro si passa a quelle in casa di amici dove campeggia comunque beffardo il cartello "no smoking". Nel caso, il 30% dei single (e fumatori) interpellati dichiara infatti di distrarsi ripiegando sui cocktail (35%) o gettandosi sui vassoi delle tartine (25%); mentre un altro 39% tiene occupate le labbra conversando con un tipo/una tipa particolarmente attraente. Il cui eventuale interesse ad approfondire la conoscenza è considerato il miglior stimolo alla forza di volontà: il 40% dei partecipanti al sondaggio afferma infatti di poter rinunciare a usare l´accendino se un incontro galante richiede obbligatoriamente alito e abiti che non odorino di fumo; anche se non manca un 23% che attende l´ora X con una sigaretta spenta in bocca e un 36% che si fa fuori un pacchetto. Di morbide gomme aromatizzate. Il barattolo di pop-corn è invece la principale alternativa alla sigaretta (48%) se il film scelto per la serata è più lungo della propria capacità di astinenza (ma c´è pure un 21% che si rosicchia le unghie. ). Mentre se a essere lungo è il viaggio a bordo dell´auto di un non-fumatore, per ingannare i chilometri non rimane che parlare ininterrottamente (46%) o - al contrario - rimanersene in silenzio gustandosi un "chupa-chupa". Infine, masticare un chewing-gum (39%) o sorseggiare ripetutamente la bottiglietta dell´integratore (23%) sono gli stratagemmi vincenti per i fumatori che, mentre fanno sport, vogliono mandare giù tanto i chili quanto l´inconciliabile desiderio di farsi una boccata di tabacco tra tante di ossigeno. L´importante, insomma, è avere sempre e comunque qualcosa da portarsi alla bocca in alternativa alla sigaretta e non masticare amaro come fa quel 45% del campione che finisce per buttarsi ancora di più nel lavoro nell´impossibilità di mettere mano al pacchetto. .  
   
   
UN NUOVO SERVIZIO DI CONSULTAZIONE PSICOLOGICA A SOSTEGNO DEGLI ADOLESCENTI SIEROPOSITIVI  
 
Milano, 10 gennaio 2007 - Anlaids Sezione Lombarda, attraverso il Gruppo di Volontariato per Minori e Adulti Sieropositivi in collaborazione con l’Istituto Minotauro di Milano ha attivato un servizio di consultazione psicologica rivolto agli adolescenti, ai genitori, ai volontari e a tutte le figure professionali coinvolte nella gestione di problematiche connesse alla sieropositività in età evolutiva. Tale servizio di consultazione e sostegno al ruolo è gratuito ed è gestito da psicologi dell’Istituto Minotauro esperti in tali problematiche. L’attività è patrocinata dall’Assessorato Famiglia Scuola e Politiche Sociali, del Comune di Milano. Il giorno 10 Gennaio 2007 , presso il Circolo della Stampa, Sala Lanfranchi, in C. So Venezia 16 a Milano, alle ore 11. 00, si terrà un incontro per presentare il servizio agli Operatori di Settore, alle Asl, agli Ospedali, ai Consultori, alle Associazioni che si occupano di Aids e alle Associazioni a sostegno dei Minori. In questa occasione verrà presentata la pubblicazione “Adolescenza e Sieropositività”. Parteciperanno: La Dott. Ssa Mariolina Moioli – Assessore Scuola, Famiglia e Politiche Sociali – Comune di Milano; Il Prof. Mauro Moroni - Direttore Dipartimento Scienze Cliniche L. Sacco Malattie Infettive; Il Prof. Gustavo Pietropolli Charmet - Presidente Istituto Minotauro. Interverranno gli Autori della pubblicazione il Dr. Matteo Lancini e la Dr. Ssa Cristina Colli: psicologi dell’Istituto Minotauro di Milano .  
   
   
A MILANO DAL 25 GENNAIO AL 28 FEBBRAIO 2007 UNA MOSTRA E UN VOLUME PORTANO ALLA LUCE LA RACCOLTA D’ARTE DI EUGENIO BALZAN  
 
Milano, 10 gennaio 2007 - L’esposizione, organizzata e promossa dalla Cornèr Banca di Lugano e dalla Cornèr Sim di Milano in collaborazione con la Fondazione Internazionale Balzan, presenta un’accurata selezione di oltre trenta opere dalla sua raccolta d’arte, con autori quali Mosè Bianchi, Giuseppe De Nittis, Francesco Paolo Michetti, Domenico Morelli, Filippo Palizzi, Gaetano Previati. Il percorso allestito al Centro Culturale Svizzero, e il prezioso libro che accompagna l’iniziativa, offriranno al pubblico la possibilità di ripercorrere le vicende collezionistiche di un protagonista del giornalismo italiano e di un personaggio di spicco della Milano intellettuale di inizio ‘900, nonché di apprezzare il suo gusto di raffinato intenditore d’arte. Il libro si inserisce nella collana dei pregiati volumi d’arte che la Cornèr Banca pubblica ogni cinque anni, dal 1958, focalizzando questa sua attività culturale sul tema del collezionismo. Eugenio Balzan (Badia Polesine, Rovigo, 1874 - Lugano, 1953) fu una personalità influente nella Milano di inizio secolo scorso; uomo di punta del ‘Corriere della Sera’ - di cui fu dapprima correttore di bozze, poi redattore, quindi capocronaca e inviato speciale - ne resse le redini, dal 1903, per oltre trent’anni come amministratore. Amico di letterati e musicisti quali Ulrico Hoepli, Arrigo Boito, Arturo Toscanini, Giacomo Puccini, riuscì anche a dedicare tempo e passione al suo spirito di mecenate e collezionista d’arte, costruendo una raccolta di opere realizzate dai più importanti artisti italiani dell’epoca. A Eugenio Balzan e alla sua vicenda artistica e umana, viene dedicata una doppia iniziativa, promossa e organizzata dalla Cornèr Banca di Lugano e dalla Cornèr Sim di Milano, che prevede la pubblicazione di un volume e l’allestimento di una mostra, curati entrambi da Giovanna Ginex. L’esposizione, dal titolo Una Collezione D’arte Tra Ottocento E Novecento. La Raccolta Eugenio Balzan, in programma a Milano nella sede del Centro Culturale Svizzero, dal 25 gennaio al 28 febbraio 2007, è realizzata grazie alla collaborazioene della Fondazione Internazionale Balzan e presenterà una selezione di oltre trenta opere, con i più bei nomi di artisti dell’Ottocento e degli inizi del Novecento italiano. Nelle sue scelte, infatti, Balzan si indirizzava verso tendenze e autori consueti al collezionismo sviluppatosi in Italia e in Canton Ticino fin dalla fine dell’Ottocento. Il suo gusto, maturato tra i primi decenni del Novecento fino agli anni Quaranta, era guidato dai consigli della critica d’arte coeva, che frequentava in prima persona. Le sue preferenze propendevano verso le cosiddette “scuole” regionali di fine Ottocento, prediligendo gli ambiti pittorici del naturalismo e i temi della pittura di genere e del paesaggio. La Raccolta Balzan - la cui ultima e parziale presentazione al pubblico avvenne nel 1944 in Svizzera – racchiude alcuni vertici assoluti della pittura dell’epoca, come le opere di Domenico Morelli, tra cui il capolavoro il Bagno pompeiano, o le tele di Mosè Bianchi e i dipinti di Filippo Palizzi, tra cui la straordinaria Fanciulla sulla roccia a Sorrento, e si caratterizza per esempi di eccellenza per ognuno degli artisti che Balzan aveva scelto di collezionare: ricordiamo ancora il piemontese Alberto Pasini, i lombardi Leonardo Bazzaro, Eugenio Gignous e Gaetano Previati, i veneti Giacomo Favretto, Luigi Nono ed Ettore Tito, i toscani Giovanni Fattori e Plinio Nomellini, i napoletani Edoardo Dalbono, Giuseppe De Nittis, Francesco Paolo Michetti, Federico Rossano e Gioacchino Toma, in uno sforzo perfettamente riuscito di rappresentare ogni “Scuola” regionale, così come era allora intesa la vicenda artistica italiana dell’Ottocento, fino ad un’incursione nel Novecento con un’opera di Ardengo Soffici. Accompagna l’esposizione un prezioso volume (edizioni Cornèr Banca, pp. 216) curato da Giovanna Ginex - con testi di Renata Broggini e apparati di Laura Casone - che, oltre a ripercorrere cronologicamente la genesi e la formazione della collezione, presenta approfondimenti tematici sugli artisti più importanti conservati nella Raccolta, e ricostruisce la sua vicenda al “Corriere della Sera”. Il racconto biografico, inoltre, delinea gli anni di storia del maggiore quotidiano italiano, dalla direzione di Luigi Albertini ai primi anni del ventennio fascista. Eugenio Balzan nasce a Badia Polesine nel 1874; dopo un periodo di lavoro come decoratore d’interni a Padova, si diploma come agrimensore e inizia l’attività tra Vicenza e Verona, dove nasce la sua autentica aspirazione, il giornalismo, lavorando al quotidiano “L’arena”. Trasferitosi a Milano, grazie a un conterraneo caporedattore al “Corriere della Sera” entra al giornale nel 1897 come sostituto correttore di bozze, e in breve diventa redattore, capocronaca, e nel 1901 inviato speciale sull’emigrazione italiana in Canada. Intuita la sua formidabile abilità di organizzatore, il direttore Luigi Albertini gli affida nel 1903 la gestione della società editrice, incarico che svolgerà per trent’anni. Amministratore abile e oculato, Eugenio Balzan diventa personaggio di spicco nella Milano del tempo con amici nel campo dell’editoria, della musica, dell’arte, del giornalismo: Ulrico Hoepli, Arrigo Boito, Arturo Toscanini, Giacomo Puccini, Sabatino Lopez, Marco Praga, sono alcuni dei protagonisti dell’epoca che risultano in confidenza con lui. Cavaliere, ufficiale e commendatore della corona d’Italia, si deve alla tenacia di Balzan la straordinaria espansione della testata (sino a 800. 000 copie durante la Grande guerra). A fine 1925, nel delicato momento politico del passaggio dal liberalismo al fascismo, è mediatore tra gli Albertini, estromessi dal regime, e la nuova proprietà Crespi, ricevendo una partecipazione azionaria al giornale. Impegnato a difendere l’indipendenza del “Corriere”, dopo ripetuti attacchi di ambienti fascisti ostili, nel 1933 lascia l’Italia e si ritira in Svizzera dove prosegue l’attività benefica a enti italiani, soprattutto verso i giornalisti rifugiati politici nel 1943-1945. Ripreso il domicilio in Italia nel 1950, Eugenio Balzan muore improvvisamente a Lugano il 15 luglio 1953. .  
   
   
MEMORIE D´ORIENTE - FOTOGRAFIE DEL XIX SECOLO - NEPENTE ART GALLERY 12 GENNAIO - 24 FEBBRAIO 2007  
 
 Milano, 10 gennaio 2007 - La Yokohama Shashin, ovvero ‘la fotografia nello stile di Yokohama’, ha rappresentato, a partire dai primi anni Sessanta dell’Ottocento fino agli scorci del Novecento, il riferimento nevralgico della produzione di opere fotografiche sulla cultura e società del Giappone, fino ad allora poco od affatto conosciute. Grazie all’apertura verso l’Occidentale, nel giro di pochi anni molti viaggiatori e mercanti dirigono le loro rotte verso il Paese del Sol Levante. In breve tempo si costituiscono numerosi studi fotografici per fornire, a chi di ritorno in patria, un ricordo, una storia da raccontare. La fotografia a colori non era stata ancora inventata, e la pratica di colorare a mano le stampe all’albumina in bianco e nero divenne la caratteristica della Yokohama Shashin. Venivano impiegati i pigmenti della tradizione giapponese per la colorazione delle stampe e, ben presto, i grandi studi impiegarono molti abili coloristi che realizzarono un patrimonio di immagini, estremamente ambito dagli stranieri, un’industria artigianale che si trasformò in una delle maggiori fonti d’esportazione di opere d’arte, con le ceramiche e le lacche. Primo fra tutti apre il suo studio a Yokohama, il noto fotografo Felice Beato. E’ il 1863 e Beato inizia un’importante documentazione sugli usi e costumi del Giappone, sulle vedute più celebri. Ogni immagine viene poi accuratamente dipinta a mano da un gruppo di lavoro che si occupa di ogni singolo dettaglio: chi dell’incarnato, chi delle foglie degli alberi, chi ancora dell’azzurro del cielo… La maestria della pittura giapponese si unisce alla cultura occidentale creando immagini uniche costruite sugli sfumati toni dell’acquarello che ritraggono con verosimiglianza i colori del mondo reale. La richiesta di fotografie continua ad aumentare e a Yokohama, primo porto rivolto all’Occidente, fioriscono altri studi fotografici pronti ad offrire ai viaggiatori una visione piacevole dei luoghi che sono venuti a visitare: il monte Fuji innevato, i ciliegi in fiore, foreste di cedri, mausolei, monumenti, scene di vita quotidiana, ed esotiche curiosità. Il barone von Stillfried nel 1871, Kusakabe Kimbei - il più celebre allievo di Beato - dieci anni più tardi, poi Adolfo Farsari, Ogawa Kazuma, Uchida Kuichi, Tamamura Kozaburo aprono una propria attività. Queste delicate vedute, scene di vita quotidiana, riprese di usi e costumi, ritratti ci riportano a quel tempo, ormai perduto in un paese che comunque ha saputo mantenere il senso delle tradizioni, malgrado l’industrializzazione attuale. In anteprima nazionale una selezione di circa quaranta opere dei più importanti esponenti della Yokohama Shashin mostrano l’antico volto del Giappone. Meravigliose albumine, tutte sapientemente colorate a mano, illustrano i lenti ritmi di un paese ancora rurale; minuziose vedute panoramiche rivelano in lontananza il lavoro dell’uomo e la magnificenza della natura. Felice Beato (1835 –1908), nato probabilmente a Venezia o Corfù, naturalizzato inglese, ha documentato i luoghi della grande storia in Egitto, Sudan e nel Medio Oriente, viaggiando da Malta ad Atene, da Costantinopoli a Gerusalemme. Al seguito delle campagne militari inglesi, volte ad estendere il predominio coloniale britannico, si reca in Crimea, India, Cina, Corea. Dopo il lungo soggiorno, durato ventuno anni, in Giappone dove, a Yokohama, nel 1863 apre il primo studio di fotografia assieme a Charles Wirgman, abile caricaturista e giornalista inglese che collabora con “The Illustrated London News”. Nel 1877, cede lo studio al barone Raimund von Stillfried e si dedica ad altre attività e commerci. Nel 1884, lascia definitivamente il Giappone per stabilirsi a Mandalay, al centro di Burma, dove apre un negozio di antiquariato. Cede l’attività nel 1901, per trascorrere gli ultimi anni della sua vita a Rangoon, l’attuale Yangon. Kusakabe Kimbei (1841-1934), figlio di una ricca famiglia di mercanti, decide di intraprendere la carriera artistica diventando pittore. Entra in contatto con Charles Wirgman, ed inizia a lavorare nello studio di Felice Beato come colorista e ne diviene, in seguito, l’assistente. Quando Felice Beato abbandona la fotografia, lavora con il Barone von Stillfried fino al 1881ed apre un proprio studio chiamandolo appunto “Kimbei”,nel quartiere Bentendori . Diviene uno dei fotografi ammirati, fornendo ai viaggiatori un vasto archivio di immagini di un Giappone ancora incontaminato. Abbandona la fotografia nel 1913 per dedicarsi all’antica passione della pittura. Raimund von Stillfried (1839-1911), il barone austriaco giunge in Giappone nel 1864. Stravagante ed avventuroso, abile acquerellista rimane affascinato dalla Yokohama Sashin e, nel 1871, apre lo studio Stillfried & Co. Pochi anni più tardi,1875/76, insieme a Hermann Andersen fonda la Japan Photographic Association. Nel 1877 la compagnia rileva le lastre negative e le stampe di Felice Beato. Nel 1885 il barone decide di tornare in Austria e l’archivio viene acquisito dal vicentino Adolfo Fasari e da Kusakabe Kimbei. In quello stesso anno, viene pubblicato l’album Views and Costumes of Japan con le fotografie originali di Felice Beato, di Stillfried e alcune ristampe di immagini di Beato. Nel 1883 tutto l’archivio Japan Photographic Association viene ceduto ad Adolfo Farsari. Ogawa Kazumasa (1860-1929), nato in una famiglia di samurai inizia a studiare inglese e fotografia all’età di 15 anni. Viene assunto come interprete dalla polizia di Yokohama ed è uno dei fondatori della Japan Photographic Association. Dopo un soggiorno di studio a Boston, nel 1884 decide di aprire un proprio studio a Tokyo. Ottimo fotografo e stampatore è il primo fotografo a riprodurre le proprie immagini, colorate a mano, in album con il processo di collotipia. Kozaburo Tamamura (1856 - ?) rimane una figura evanescente e misteriosa nel panorama della storia della fotografia giapponese. Anche se oggi viene generalmente sottovalutato dagli storici della fotografia, all’epoca era uno dei fotografi più famosi e di successo, grande rivale di Kusakabe Kimbei. Trascorre i suoi anni formativi a Tokyo e solo nel 1882 apre la propria attività a Yokohama. È il fotografo che paga più tasse nel suo paese ed è la sua la prima ‘industria’ della fotografia in Giappone con oltre cento dipendenti. Pubblica in collotipia deliziosi album di storie per immagini, con didascalie, antesignani dei racconti che la rivista Life ‘inventerà’ mezzo secolo più tardi. Adolfo Farsari (1841-1898), in gioventù decide di arruolarsi nell’esercito italiano e nel volgere di poco tempo emigra negli Stati Uniti combattendo nella guerra di Secessione Americana. Nel 1873 si trasferisce in Giappone lasciando una moglie e due figli e, in società con E. A. Sargent, apre uno studio fotografico. Conclusa la partnership con Sargent, Adolfo Farsari decide di ampliare la propria attività rilevando l’intero archivio di Stillfried. Nel 1886 un incendio distrugge tutti i negativi del fotografo che per i mesi successivi è costretto a viaggiare per il paese immortalando nuove vedute e paesaggi. Nonostante l’incendio nel 1889 l’archivio di Farsari conta più di mille immagini. Lascia il Giappone nel 1890 per tornare nella sua città natale dove muore nel 1898. .  
   
   
“GRAN MIX DI CIELI NOSTRANI”: MOSTRA FOTOGRAFICA IN AEROPORTO  
 
Ronchi dei Legionari, 10 gennaio 2007 – Viene inaugurata oggi “Gran mix dei cieli nostrani”, una mostra fotografica che raccoglie una selezione degli scatti di Olga Nova, pseudonimo di un’artista ronchese. Olga Nova ha all’attivo cinque mostre personali allestite a Ronchi dei Legionari (“I cieli nostrani”, “Azzurri…grigi…”, “Vista San Lorenzo”, “I Rossi…d’autunno”) e a Monfalcone (“I cieli bisiachi e le loro nuvole”). La stessa artista è stata poi la vincitrice del concorso “Scatta la foto – Si vota la cartolina” indetto a Ronchi dei Legionari nel 2006. Il tema della mostra è incentrato sui “cieli nostrani”, presentati attraverso un’ampia serie di immagini fotografiche che, pur nella loro estrema semplicità, si rivelano di grande effetto, ritraendo il cielo nella sua straordinaria realtà, fatta di nubi, sfumature e colori che creano forme ed effetti effimeri e fuggevoli. Attraverso l’obiettivo dell’artista ronchese apprendiamo che i nostri cieli spesso non hanno nulla da invidiare a quelli dei luoghi più esotici. L’incanto del cielo – questo è ciò che Olga Nova vuole trasmettere con le sue fotografie – è ovunque ed appartiene a chiunque: alzando lo sguardo al cielo ci si può infatti rendere conto che “il bello” esiste anche nello spazio del nostro vivere quotidiano. La mostra, allestita presso l’area espositiva al primo piano dello scalo di Ronchi dei Legionari, rimarrà aperta al pubblico fino al 2 febbraio 2007. .  
   
   
BRERA SI RACCONTA GENNAIO 2007 ALLA SCOPERTA DELLA PINACOTECA E DELLE SUE COLLEZIONI  
 
Milano, 10 gennaio 2007 - Itinerario Tematico Due terrecotte di Arturo Martini sabato 27, ore 15. 30; sabato 20, ore 15. 30; ritrovo: davanti al banco della biglietteria. Appartengono alla collezione Jesi le due terrecotte di Arturo Martini nella Pinacoteca di Brera: Il Bevitore, probabilmente datato 1928 e Ofelia (Giovinetta morta) del 1933. In entrambe Martini ridà l’etrusco, il ricordo dell’etrusco, con accenti differenti, ma con le medesime caratteristiche di freschezza e di forza. Nella prima si affida alla semplificazione dei primitivi, alla pura volumetria, allo spostamento delle masse, per un racconto su cui tornerà altre due volte tra il 1932 e il 1936. La seconda è uno degli ultimi grandi "canti leopardiani" concepiti tra il 1930 e il 1933, esempio di scultura adagiata, di teatrino e sepolcro. Speciale Brera Mai Vista “Lo Scherno di Cam di Bernardino Luini” sabato 27, ore 11 ritrovo: davanti al banco della biglietteria. Il dipinto, restituito alle sale della Pinacoteca in occasione della Xix edizione di Brera Mai Vista, è probabilmente una tra le opere meno conosciute di Bernardino Scapi. Il recente restauro, che ha restituito leggibilità al dipinto, ci consente di apprezzare la pittura brillante e smaltata di Luini in cui si scorge la lezione di Leonardo, la solidità di Bramantino e la suggestione cromatica della pittura veneta. Attraverso l’analisi dell’opera presentata e grazie all’ausilio dei numerosi confronti presenti in Pinacoteca, cercheremo di seguire lo svolgersi del percorso di questo artista tra i più attivi e apprezzati nella Milano dell’inizio del Xvi secolo. Attivita´ Didattica “Oro in bottega” sabato 27, ore 15. 30, adatto ai bambini da 8 a 11 anni, ritrovo: davanti al banco della biglietteria. Siamo nella bottega di un pittore medievale. Udiamo il legno scricchiolare e battere il martello, vediamo l’oro luccicare. Tocchiamo polvere di colore e morbidi pennelli. Nell’aria strani odori e la voce del pittore che, come il direttore di un’orchestra in un concerto, guida con esperienza il falegname e il battiloro, il garzone e il doratore. Per un giorno lavoreremo anche noi come apprendisti di una bottega e alla fine ogni segreto sarà svelato! Durante l’attività didattica gli accompagnatori dei bambini potranno seguire un’introduzione ai capolavori della Pinacoteca. Www. Brera. Beniculturali. It .  
   
   
LA CITTÀ METICCIA, MUSICA TEATRO DANZA E FOTOGRAFIA PER RICONQUISTARE LA POLIS APPUNTAMENTO AL TEATRO DIEGO FABBRI DI FORLÌ CON IL CICLO L’OCCIDENTE NEL LABIRINTO CURATO DA ACCADEMIA IN ARTE  
 
 Forlì, 10 gennaio 2007 - Anno nuovo, città nuova. O meglio nuovi occhi con cui guardarla. Questo è il proposito del ciclo “Polis da riconquistare” che prosegue il dibattito dedicato alla città al teatro Diego Fabbri di Forlì venerdì 12 gennaio alle ore 21 con “La città meticcia”. Lo spettacolo articolato in musiche, danze e teatro e fotografia (di Giorgio Giunchi) è curato da Accademia Inarte in collaborazione con il circolo “Lamberto Valli” e con Sadurano. Forse questo spettacolo meglio di qualsiasi altro appuntamento de La polis da riconquistare compendia lo spirito che ha ispirato gli organizzatori non solo per quest’ultimo ciclo di incontri culturali, ma anche per le passate edizioni. “In sei anni di attività – commenta Luca Panzavolta - ci si è sforzati di mostrare senza infingimenti l’illusione solipsistica secondo cui le persone, e per diretta conseguenza le città che queste persone abitano, abbiano soltanto una identità. Se così fosse, la scelta tra livello nazionale e globale si ridurrebbero a una perniciosa sfida tra o tutto o niente. Una delle questioni centrali è il modo di vedere gli esseri umani. Devono essere classificati in base alle tradizioni ereditate (in particolare: in base alla religione ereditata) dalla comunità in cui sono nati, dando per scontato che questa identità non scelta abbia automaticamente la priorità sulle altre affiliazioni, legate, ad esempio, alla politica, alla professione, alla classe, ecc. ; oppure devono essere considerati individui dalle tanti affiliazioni e associazioni, sulla cui importanza e priorità sono loro stessi a dover prendere una decisione”. L’aggettivo migliore per esprimere questo stato di cose è, per l’appunto, “meticcio”, che deriva dal latino miscere e che significa mescolare il bianco con il nero. Ma mescolando il bianco con il nero si ottiene il grigio, il colore dell’ambiguità. E l’ambiguità genera inquietudine. Non a caso il secondo significato del verbo latino miscere è “generare turbamento”, “mettere sottosopra”. Eccoci, allora, dinanzi a una delle interrogazioni più gravose e insieme affascinanti cui la cultura del nostro tempo è chiamata a rispondere: posto che la società è meticcia, come fare a trasformare questo meticciato, questa inquietudine in sana inquietudine, in un motore cioè di crescita spirituale e civile, evitando che la carica di inquietudine che per natura esso reca con sé possa portare (e qui ritorna il grande ammaestramento di Antigone, altro Leitmotiv del ciclo di incontri) a scontri fratricidi. Lo spettacolo, diretto da Andrea Farì e da Ilaria Mazzotti, si muoverà proprio in questa direzione, attraverso la musica e la danza, la fotografia e il teatro. Per impiego di mezzi e per sforzo organizzativo, è senz’altro l’evento più ambizioso de La polis da riconquistare, forse il più paradigmatico, forse – perché no? – il più inquietante. .  
   
   
SESTO S.GIOVANNI: 200.000 EURO PER MUSEO INDUSTRIA  
 
Milano, 10 gennaio 2007 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, ha deciso di destinare un ulteriore stanziamento di 200. 000 euro per l´allestimento del Museo Industria e Lavoro (Mil) a Sesto San Giovanni, come previsto dall´Accordo di Programma sottoscritto da Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Sesto San Giovanni e Milano-metropoli, che porterà ad un investimento globale di più di 3 milioni di euro. I 200. 000 euro fanno parte dei 2. 248. 000 euro stanziati dalla Regione in attuazione della legge n. 35 del 1995 sugli interventi di promozione e sviluppo dei beni e servizi culturali. In tutta la Lombardia sono stati finanziati 59 progetti divisi in tre settori: beni mobili collocati in musei, progetti culturali di università, progetti di enti pubblici. Scheda - La nascita e lo sviluppo di un sistema culturale, basato sulla tradizione industriale e del lavoro di Sesto San Giovanni (Mi) attraverso la creazione di luoghi in grado di raccontare la città e la sua storia e di coniugare memoria e innovazione, è lo scopo principale dell´Accordo di Programma sottoscritto da Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Sesto San Giovanni (Mi) e Milano Metropoli-agenzia di Sviluppo. Due gli interventi principali previsti: l´allestimento, presso il Magazzino Ricambi nell´area ex Breda, della sede centrale del Museo dell´Industria e del Lavoro (Mil) e dell´Archivio-bottega Sacchi con annessi spazi di ristorazione; la ristrutturazione, la riconversione e l´allestimento dell´edificio Ma. Ge. (ex Magazzini Generali), in modo da far coesistere spazi per attività espositive e culturali, ristorazione e attività formative. Si tratta di un´ulteriore dimostrazione di come in Lombardia si sia saputo gestire il passaggio da zone ad alta concentrazione di lavoratori industriali a zone ad alta concentrazione culturale, come è il caso di Sesto, e ancor prima della Bicocca, di Rho-pero o della Manifattura Tabacchi. "Recuperando questi territori, si recupera anche - ha dichiarato in proposito l´assessore Zanello - una memoria storica che diventerà materiale per costruire un avvenire sempre più positivo. Il parco archeologico che sta nascendo a Sesto, sarà sì un luogo della memoria di un´industria che non c´è più, ma anche un luogo dove ricercare il lavoro del futuro". La sede centrale del Museo sarà articolata in diverse aree con un nucleo centrale (1. 300 mq circa) in cui troveranno posto l´accoglienza, il bookshop e la gran parte del percorso museale, una zona dedicata all´Archivio-bottega Giovanni Sacchi (1. 000 mq circa con le testimonianze dell´attività di realizzazione dei modelli per l´industrial design e una sala conferenze) e infine uno spazio (550 mq) per eventi ricreativi e culturali e per la zona ristorazione. Il progetto del Museo dell´Industria e del Lavoro e del Parco Archeologico Industriale nasce dalla consapevolezza che lo sviluppo di un sistema culturale rappresenta un importante fattore di crescita sociale ed economica, di riqualificazione urbana e di promozione del territorio nel suo complesso. Questi interventi si inseriscono in un contesto di iniziative legate alla nascita e sviluppo di un sistema culturale integrato tra i Comuni del nord Milano e al consolidamento della rete provinciale e regionale dei musei dedicati all´industria, al lavoro, alla storia delle imprese e all´economia, a cominciare dal Museo dell´Industria e del Lavoro "Eugenio Battisti" di Brescia e i musei dedicati al tessile e alla seta nelle province di Lecco e Como. Il Magazzino ricambi e il carroponte nell´area ex Breda e i Magazzini Generali nell´area ex Falck diventeranno così luoghi non solo dedicati alla conservazione, alla tutela e alla memoria del passato ma faranno parte di un più ambizioso progetto di valorizzazione del patrimonio industriale di Sesto San Giovanni, aperto anche all´innovazione e alla ricerca di collaborazioni con altri enti e istituzioni come il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" o il costituendo Museo del Design alla Triennale di Milano. Il costo complessivo per la realizzazione delle opere, che si concluderanno per la fine del 2007, è di 3. 302. 342,67 euro. .  
   
   
CASA UNIVERSIADE, UN GRANDE LABORATORIO CREATIVO BAIRATI: "UNO SPAZIO DI INCONTRO E SCAMBIO FRA LE UNIVERSITÀ DI TUTTO IL MONDO"  
 
 Torino, 10 gennaio 2007 - Casa Universiade sarà un grande laboratorio creativo, di scambio culturale, di esperienze didattiche, di divertimento e di conoscenza. Nel corso della conferenza stampa, che si è svolta questo pomeriggio presso l´allestimento di Palazzetto Aldo Moro, sono stati presentati il programma culturale di Casa Universiade e quello delle serate "Crazy Live Music", i dieci concerti che saranno ospitati in piazza Vittorio. Casa Universiade, che verrà ufficialmente inaugurata mercoledì 17 gennaio, giornata di apertura delle manifestazioni sportive, è lo spazio allestito dalla Regione Piemonte, grazie alla collaborazione di Cus Torino, Università e Politecnico, presso il Palazzetto Aldo Moro, accanto a Palazzo Nuovo, e si estende su oltre 2500 mq. Nel pomeriggio del 17 gennaio il passaggio della Fiaccola aprirà gli spazi che rimarranno aperti fino al 27 gennaio, dalle 10 del mattino alle 2 di notte, per tutta la durata delle Universiadi Torino 2007. "Casa Universiade, realizzata dalla Regione Piemonte in collaborazione con il Comitato Organizzatore e i 4 Atenei piemontesi, è stata allestita in una struttura che gli studenti torinesi conoscono molto bene e che per l´occasione ha assunto una nuova veste - ha spiegato l´assessore all´Università e alla Ricerca della Regione Piemonte, Andrea Bairati -. Sarà un luogo di incontro tra i giovani che saranno in città per il grande evento sportivo, uno spazio per il confronto e lo scambio fra le Università di tutto il mondo. L´obiettivo – ha concluso Bairati - è sfruttare questa occasione per integrare i docenti e gli studenti stranieri nel processo di attrazione verso il nostro territorio e soprattutto rendere appetibile per gli studenti vivere e studiare in Piemonte. " All´interno della struttura verrà allestita un´area Studyinpiemonte, in cui gli atenei piemontesi presenteranno la propria offerta formativa e il proprio merchandising. La radio web universitaria Wrap seguirà l´intero evento da questa postazione; La Stampa e Tuttosport, partner dell´iniziativa, garantiranno la copertura informativa. I più interessanti progetti di ricerca realizzati da studenti degli atenei piemontesi verranno presentati alla Carpenteria, in uno spazio quotidiano dedicato, e si svolgeranno convegni sullo sport e la ricerca, incontri culturali e forum in collaborazione con il Senato Studenti dell´Università degli Studi di Torino. Rtl 102. 5, network musicale giovane, trasmetterà in diretta ogni giorno dalle 15 alle 17 da Casa Universiade, dando vita a uno spazio interattivo cui potranno prendere parte gruppi di studenti. La grande sala Lounge sarà il vero teatro degli eventi di richiamo e degli appuntamenti più interessanti di Casa Universiade: ogni giorno dalle 13 alle 14 si trasformerà nel Salotto di Mao, presentatore, cantautore e dj, che accoglierà grandi ospiti (tra i quali il musicista Madaski e i registi Luca Pastore e Max Chicco) per parlare di nuove professioni. Tra le 19 e le 21 un aperitivo elettronico sonorizzato da Piemontegroove aprirà la serata, che proseguirà alle 23 con concerti di gruppi universitari selezionati in collaborazione con Arezzo Wave e si concluderà, tra le 24 e le 2 di notte, con spaghetti a mezzanotte e clubbing a cura di Piemontegroove. Barilla, sponsor dell´Universiade, offrirà piatti caldi a base di pasta che accompagneranno i vari appuntamenti della giornata, dal brunch di Mao, all´aperitivo, ai djset notturni. .