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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Luglio 2007 |
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RELAZIONE METTE IN LUCE L´EFFICACIA DI ALCUNE TERAPIE INNOVATIVE CONTRO IL CANCRO |
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Bruxelles,9 luglio 2007 - Secondo un nuovo studio condotto dalla Stoa, l´unità per la valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche del Parlamento europeo, le terapie innovative contro il cancro dimostreranno nel prossimo decennio una «notevole efficacia» per la cura dei tumori. La relazione, intitolata «Gene, vaccine and immunotherapies against cancer: new approaches to an old problem» (Geni, vaccini e immunoterapie contro il cancro: nuovi approcci per un vecchio problema) sottolinea peraltro che devono essere ancora affrontate diverse sfide per lo sviluppo e l´impiego di tali terapie. Obiettivo dello studio era quello di fornire una panoramica delle ultime ricerche condotte nel campo delle terapie antitumorali e analizzare lo stato della ricerca sul cancro nell´ambito dei programmi quadro di ricerca dell´Ue. «Tutti i nuovi approcci alla terapia contro i tumori sono collegati alla scoperta scientifica secondo cui il cancro sarebbe una malattia derivante da un accumulo di modificazioni genetiche all´interno di una cellula», si legge nella relazione. Le nuove terapie, pertanto, focalizzano l´attenzione sull´alterazione delle cellule tumorali e sull´attivazione del sistema immunitario per combattere il cancro. Tutte le terapie esaminate nella relazione sono ancora nelle prime fasi di sviluppo, di conseguenza nel prossimo futuro le cure tradizionali come la chemioterapia saranno ancora importanti. Secondo la relazione le nuove terapie sono «ben rappresentate nei programmi di ricerca dell´Ue e nel finanziamento dei programmi quadro europei 6°Pq e 7°Pq». Gli autori accolgono con particolare favore il fatto che gli aspetti clinici della ricerca sul cancro saranno rafforzati nel 7°Pq mentre si continuerà il processo di miglioramento del coordinamento della ricerca sul cancro in Europa, iniziato nel 6°Pq. È altresì menzionata l´iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi. Ciononostante, la relazione mette in guardia sul fatto che è necessario far fronte a diverse sfide per sviluppare ulteriormente e utilizzare queste nuove e promettenti terapie. Molte di queste terapie sono strettamente individuali, se non addirittura personalizzate, e prevedono la manipolazione delle cellule del singolo paziente. Questo le rende estremamente costose, di conseguenza il loro utilizzo potrebbe diventare molto oneroso per i sistemi sanitari pubblici. Gli autori della relazione hanno inoltre osservato che le procedure di approvazione dei farmaci non sono adatte per le vaccinoterapie e hanno affermato che questa problematica richiede «urgente attenzione», se la ricerca vuole andare avanti ad un passo adeguato. Un altro settore in cui è necessario intervenire è rappresentato dai test clinici. «Le strutture degli studi clinici standard, impiegate per lo sviluppo di farmaci oncologici, si basano su criteri adatti alla chemioterapia tradizionale ad alta tossicità, ma meno adatti ai vaccini antitumorali», dichiarano gli autori. Inoltre, con l´introduzione di regolamenti comuni a livello Ue in questo campo, il numero di test clinici sui vaccini antitumorali in Europa è diminuito. «I regolamenti pongono ostacoli pratici ed economici ai ricercatori nello sviluppo di vaccini antitumorali più complessi», si afferma nella relazione. «Essi ostacolano i test clinici preventivi e quindi ritardano la scoperta di nuove ed efficaci terapie antitumorali». Secondo dati recenti dell´Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), nel 2006 sono stati registrati circa 3,2 milioni di nuovi casi di cancro in Europa (contro 2,9 milioni del 2004) e 1,7 milioni di decessi. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Europarl. Europa. Eu/stoa/default_en. Htm . |
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RICERCA UE INDAGA LE CAUSE DELLA CECITÀ |
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Bruxelles, 9 luglio 2007 - Aiutare i non vedenti a recuperare la vista è il motore trainante del progetto finanziato dall´Unione europea Evi-genoret (European Vision Institute - Functional Genomics of the Retina in Health and Disease). In Europa, oltre 15 milioni di persone sono ipovedenti e 2,7 milioni sono completamente cieche. La causa più comune della cecità è la degenerazione maculare senile (Dms), riscontrabile in 12,5 milioni di casi. Tuttavia, ci sono anche diverse migliaia di persone che soffrono di rare forme di cecità ereditaria. L´obiettivo principale del progetto è individuare le cause genetiche della cecità. Come il nome stesso indica, il progetto si concentra in particolare sui geni retrostanti la retina, la struttura che contiene le cellule fotosensibili responsabili di convertire la luce in impulsi nervosi. Due mesi fa Evi-genoret ha fatto notizia quando uno dei partner del progetto, il professor Robin Ali dell´Istituto di oftalmologia del Regno Unito, ha annunciato l´inizio della prima sperimentazione clinica del mondo nella cura, mediante la terapia genica, di una rara forma di cecità ereditaria. La patologia, amaurosi congenita di Leber (Lca), è provocata dalla mutazione di un gene che controlla la produzione di un enzima necessario all´occhio in quanto gli consente di catturare efficacemente la luce. Il nuovo trattamento consiste nell´introduzione di versioni sane del gene nella retina, dove producono l´enzima correttamente. Test effettuati sui cani hanno avuto esito positivo e finora la terapia è stata sperimentata sull´uomo due volte. Il professor Ali e la sua équipe prevedono di provare la nuova cura su 12 pazienti. Finora non ci sono state complicazioni, e i ricercatori che si occupano della sperimentazione auspicano di riuscire a presentare i primi risultati entro un anno. Il professor Ali è nel frattempo fiducioso del ruolo che la terapia genica svolgerà in futuro nella cura della cecità. «Ho ragione di credere che entro cinque anni la terapia genica diventerà un´efficace possibilità di cura per diverse disfunzioni ereditarie della retina», ha dichiarato. Un altro importante successo del progetto è la creazione del database di Evi-genoret. «Non è un aspetto emozionante, ma è fondamentale per l´esito positivo del progetto», ha affermato il coordinatore del progetto, il professor José-alain Sahel dell´Istituto francese della salute e della ricerca medica. Il database riunisce in forma standardizzata tutte le diverse informazioni prodotte dai partner del progetto, che comprendono campioni, animali, cellule, immagini, dati. In futuro i partner sperano di ampliarlo in maniera tale da coprire altri paesi del mondo. Oltre al gene della Lca, il partner del progetto sono riusciti a individuare vari altri geni che contribuiscono al corretto funzionamento della retina e che sono particolarmente adatti all´identificazione dei fattori che causano la Dms. Una caratteristica peculiare del progetto è lo stretto coinvolgimento dei pazienti nell´iniziativa. Uno dei partner del progetto è Retina International (Ri), un´organizzazione che promuove la ricerca nel campo delle malattie degenerative della retina e fornisce sostegno alle persone che soffrono di queste patologie. I membri di Ri investono 30 Mio Eur all´anno per la ricerca, ha dichiarato Christina Fasser di Ri al Notiziario Cordis. Christina Fasser è affetta da retinite pigmentosa, una malattia genetica che provoca la diminuzione progressiva della vista nell´arco di un certo numero di anni. Adesso è completamente cieca e per lei il motivo di prendere parte a progetti di ricerca come Evi-genoret è semplice: «Ci dà speranza», ha affermato. Evi-genoret riunisce oltre 24 organizzazioni, tra cui istituti accademici, imprese, una società di gestione e un gruppo di pazienti. Il progetto quadriennale ha ricevuto un finanziamento di 10 Mio Eur a titolo dell´area tematica «Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute» del Sesto programma quadro. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Evi-genoret. Org . |
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WORKSHOP SULLA SANITÀ ON LINE |
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Bruxelles, 9 luglio 2007 - Il 12 novembre a Busan (Corea del Sud) si terrà un workshop sulla sanità on line, sponsorizzato da Healthagents, un progetto finanziato dall´Ue. La manifestazione coincide con la sesta conferenza internazionale sul web semantico. I partecipanti discuteranno sull´utilizzo delle tecnologie proprie del web semantico per la creazione della sanità on line: un paradigma emergente che sta gradualmente ridefinendo lo scenario tradizionale «paziente-visita medica», trasformandolo in un sistema di servizi e informazioni sanitarie «a portata di clic». Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Healthagents. Net/ . |
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GOVERNO CLINICO: AL VIA PROGETTO PILOTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE AL POLICLINICO GEMELLI IN COLLABORAZIONE CON IL MINISTERO DELLA SALUTE INGLESE (NATIONAL HEALTH SERVICE) |
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Roma, 9 luglio 2007 - L’introduzione del Governo clinico nel Ssn è un importante momento di evoluzione del sistema sanitario nazionale, finalizzato al miglioramento continuo della qualità dei propri servizi e a garantire elevati standard di assistenza grazie alla creazione di un ambiente nel quale l’eccellenza dell’assistenza clinica possa svilupparsi favorevolmente A tal fine il Ministero della Salute ha avviato da tempo, anche grazie alla partecipazione attiva dell’Ambasciata britannica, una proficua collaborazione con il Ministero della Salute Inglese, l’istituzione che ha implementato per la prima volta in modo sistematico tale approccio. In questo quadro, il 2 luglio, si è avviato un progetto pilota dei Ministeri della Salute Italiano e Inglese in collaborazione con il Policlinico universitario “Agostino Gemelli” che ospiterà per cinque settimane un team di esperti del Nhs per il supporto formativo, tecnico e metodologico, trasformandosi in un laboratorio per la verifica delle possibilità di ‘implementazione’ della Clinical Governance. Il Progetto che si svilupperà per tutto il mese di luglio consiste in un’approfondita indagine “diagnostica” sull’applicabilità delle logiche di Clinical Governance britannica alla realtà ospedaliera nazionale. L’analisi avverrà sia attraverso una sistematica raccolta di dati sia e soprattutto mediante interviste e contatti diretti con un’ampia componente di medici e operatori sanitari di tutte le aree assistenziali del Gemelli (prendendone in esame, per esempio, i piani strategici per la sicurezza e la qualità dell’assistenza, la gestione dei percorsi e dei processi clinici) e con gli stessi pazienti del Policlinico dell’Università Cattolica, alcuni dei quali saranno direttamente coinvolti nella raccolta delle informazioni. Oggetto degli incontri sarà l’individuazione dei valori organizzativi e professionali che caratterizzano la modalità di erogazione dell’assistenza al paziente, le attitudini e le potenzialità dell’organizzazione, i processi rivolti alla sicurezza e alla fluidità dei percorsi clinici. . |
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SPERIMENTATA AL GALLIERA L´INVENZIONE DELLO SCIENZIATO MAURO MARINELLI CHE RIVOLUZIONA L´APPROCCIO TERAPEUTICO NEI PAZIENTI THALASSEMICI |
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Roma 9 luglio 2007 – Il 5 luglio nel corso dell´Adunanza Solenne di chiusura dell´anno accademico dei Lincei, verrà conferito a Mauro Marinelli – Professore del Dipartimento di Fisica dell´Università di Genova – il prestigioso Premio Linceo 2007 per la Fisica. Le motivazioni che hanno indotto la Commissione dell´Accademia dei Lincei ad assegnare a Marinelli l´ambito premio sono relative alla ideazione, progettazione e costruzione del “suscettometro”, innovativo strumento per l´individuazione non invasiva dell´accumulo di ferro nel fegato nei pazienti affetti da thalassemia, sperimentato presso l´Ospedale Galliera di Genova. Un sostanziale apprezzamento quello della giuria sia per l´ingegnosità della concezione sia per importanza sociale della realizzazione. Il progetto e la costruzione dell´apparecchio sono avvenuti nel laboratorio della Sezione di Genova dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare operante presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova, mentre la sperimentazione dello stesso è stata eseguita presso il Centro della Microcitemia dell´Ospedale Galliera di Genova, diretto dal dott. Gianluca Forni, che ha messo a disposizione per l´importante ricerca il supporto scientifico medico e la casistica per la validazione della macchina. Il Galliera rappresenta in questo settore un punto di riferimento non solo nazionale e si occupa attivamente di perfezionare strategie di prevenzione, di diagnosi e di terapia nei soggetti affetti da thalassemia, la più diffusa malattia genetica che colpisce ogni anno nel mondo 45. 000 bambini. La thalassemia causa una grave forma di anemia che fino a qualche decennio fa non consentiva di sopravvivere oltre i 10 anni. Negli ultimi tempi, grazie al deciso miglioramento delle cure, l’attesa e la qualità della vita dei pazienti thalassemici è notevolmente cambiata fino a farla divenire una malattia a prognosi aperta. Un gran numero di pazienti thalassemici che avevano un donatore consanguineo è poi potuto arrivare alla guarigione definitiva grazie al trapianto di midollo. Per gli altri la cura, che garantisce una qualità di vita quasi normale, consiste nella trasfusione periodica di sangue e nella somministrazione di farmaci che prevengono i danni delle trasfusioni, tra questi l´accumulo di ferro nel fegato. L´invenzione di Marinelli permette di effettuare il monitoraggio dell´efficacia delle terapie finalizzate alla progressiva riduzione di ferro nel fegato senza la necessità di biopsie. Recentemente lo strumento ha avuto la convalida dell´Autorità Sanitaria anche per uso pediatrico. I pregevoli risultati del Prof. Marinelli hanno dato l´occasione per oltre un centinaio di pubblicazioni scientifiche sulle più qualificate riviste internazionali. . |
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PROGETTO UE DÀ SPERANZA AI NON UDENTI E AI DEBOLI DI UDITO |
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Bruxelles, 9 luglio 2007 - Un´équipe di ricercatori finanziata dall´Ue sta compiendo enormi passi avanti nella comprensione delle cause genetiche della perdita dell´udito, spianando la strada a nuovi strumenti diagnostici e trattamenti per il 10% della popolazione comunitaria che soffre di difficoltà di udito. I partner del progetto Eurohear hanno individuato metà dei geni responsabili della sordità, e il loro lavoro sta già avendo un impatto sui pazienti grazie allo sviluppo di strumenti diagnostici volti a individuare quale gene causi il problema in una determinata persona. Più di un bambino su 1 000 nasce sordo. Questi bambini affrontano problemi considerevoli quando imparano a leggere e a scrivere. Molto più numerose sono le persone che soffrono di problemi di udito con l´avanzare dell´età. Nel complesso, oltre 40 milioni di europei sono affetti da qualche disturbo uditivo e due milioni sono completamente sordi. Poiché la popolazione dell´Ue invecchia, è probabile che tali cifre aumentino. «Oltre i 65 anni di età, un terzo della popolazione soffre di una perdita d?udito che impedisce di interagire in una conversazione», ha spiegato il coordinatore del progetto, Christine Petit dell´Istituto Pasteur. «Questo si traduce in isolamento e profonda depressione». Attualmente non esiste una cura per la sordità, sebbene le protesi, quali gli ausili uditivi e gli impianti cocleari, possano migliorare la capacità uditiva di molti soggetti. L´obiettivo del progetto Eurohear è individuare i geni coinvolti nello sviluppo precoce o tardivo di problemi d´udito; comprendere il meccanismo alla base dell´udito normale e dell´udito compromesso; e sviluppare strumenti atti a prevenire e curare il deterioramento dell´udito. Il fulcro del progetto Eurohear è la coclea, una struttura a spirale a forma di chiocciola che si trova nell´orecchio interno. La coclea contiene migliaia di «cellule cigliate», responsabili della conversione dei suoni in segnali elettrici, trasmessi poi al cervello attraverso le cellule nervose. «Nasciamo con un certo numero di cellule cigliate e una volta che le perdiamo non abbiamo più la capacità di svilupparne di nuove», spiega il co-coordinatore del progetto, Karen Avraham dell´Università di Tel Aviv. In altre parole, quando una cellula cigliata muore, è scomparsa per sempre. Grazie al progetto Eurohear, gli scienziati conoscono meglio il funzionamento dei diversi compartimenti di queste cellule cigliate e delle molecole coinvolte nella trasformazione dei suoni in segnali elettrici. L´équipe ha scoperto in tutto 12 nuovi geni della sordità. La maggior parte di questi interessa in qualche modo la coclea, ma uno dei geni individuati provoca un difetto nelle cellule nervose dei sistemi nervosi centrali, che sono responsabili dell´elaborazione delle informazioni provenienti dalla coclea. I ricercatori hanno già sviluppato strumenti diagnostici per individuare quale mutazione genetica causi problemi d´udito nei pazienti. Questo aspetto è importante perché può aiutare i medici a decidere se un bambino sordo trarrà vantaggio da un impianto cocleare. In breve, perché un impianto cocleare funzioni, il nervo uditivo deve essere intatto. Ciò significa che se un paziente ha una mutazione che colpisce solo la coclea, è probabile che il soggetto possa trarre beneficio da un impianto cocleare. D´altro canto, se la sordità del bambino è dovuta ad una mutazione che colpisce il nervo acustico, un impianto non risulterà utile. I partner del progetto hanno raccolto informazioni sulla genetica alla base dei disturbi uditivi al fine di aiutare le famiglie interessate dalla sordità a capire cosa succede. Tali informazioni sono state tradotte in diverse lingue. Gli scienziati stanno inoltre cercando di sviluppare trattamenti per i problemi uditivi. «Sulla base delle nostre scoperte delle connessioni funzionali fra i diversi geni della sordità, siamo adesso in grado di individuare possibili bersagli terapeutici, comuni a diverse forme di sordità», ha dichiarato Christine Petit. Al progetto Eurohear collaborano 250 scienziati di 22 laboratori e tre piccole e medie imprese (Pmi) in dieci paesi. Il successo del progetto dipende dal suo approccio multidisciplinare; riunisce medici, genetisti, biologi cellulari, biochimici, elettrofisiologi e fisici. I gruppi di pazienti partecipano attivamente ai lavori del progetto e sono un´importante fonte di campioni di Dna che costituiscono chiaramente un elemento vitale nella scoperta dei geni della sordità. 12,5 Mio Eur del bilancio totale destinato al progetto, pari a 15,8 Mio Eur, sono finanziati a titolo dell´area tematica «Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute» del Sesto programma quadro. Il progetto è stato avviato nel 2005 e durerà fino al 2009. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Eurohear. Org/ . |
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PRODOTTI BIOLOGICI NELLE STRUTTURE SANITARIE |
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Bologna, 9 luglio 2007 - Favorire l´introduzione e il mantenimento di prodotti alimentari biologici, ottenuti da tecniche a lotta integrata, tipici e tradizionali anche nella ristorazione collettiva delle strutture sanitarie. Questo l´obiettivo principale della convenzione stipulata da Intercent - Er, agenzia regionale responsabile della la gestione degli acquisti di beni e servizi, per la fornitura di derrate alimentari e prodotti no food. I termini e gli sviluppi attuali della convenzione - prima nel suo genere in Italia - verranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà venerdì 13 luglio presso la Sala Stampa della Giunta regionale Saranno presenti il vicepresidente e assessore regionale alle Finanze Flavio Delbono, l´assessore regionale all´Agricoltura Tiberio Rabboni, la direttrice di Intercent-er Anna Fiorenza. . |
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PROGETTO CAT, INDETTE NUOVE GARE PER FORNITURA DI SOLUZIONI INFUSIONALI E PRODOTTI CHIMICI |
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Cagliari, 9 luglio 2007 - Lo stato di attuazione del progetto Cat, il centro di acquisto territoriale finalizzato a favorire l´aggregazione dei processi di acquisto da parte della Regione, degli Enti Locali, delle Aziende sanitarie e Ospedaliere e delle Università, è stato esaminato in un incontro del Comitato guida del progetto, promosso dal Servizio Provveditorato degli Enti Locali e al quale hanno partecipato le Direzioni generali della Sanità, Affari generali, Bilancio, Innovazione tecnologica, Personale ed Enti Locali. Il progetto, la cui sperimentazione terminerà il prossimo 31 dicembre, ha permesso sino ad oggi di razionalizzare gli acquisti e contenere la spesa anche grazie alla partecipazione di diverse Amministrazioni, tra cui Il Centro regionale di Programmazione, il Corpo forestale, l´Azienda Ospedaliera Brotzu, l´Asl 8, l´Università di Cagliari ed il Comune di Iglesias. Ora, dopo aver effettuato due aste elettroniche per l´acquisto di fuoristrada e computer e una gara telematica per l´acquisto di cancelleria, è stata bandita un´altra gara telematica per l´acquisto di carta e sono stati avviati nuovi bandi per la fornitura di soluzioni infusionali, prodotti chimici e macchine multifunzione (fotocopiatori). La gara per le soluzioni infusionali è la prima in assoluto che viene indetta per soddisfare i fabbisogni di tutte le aziende sanitarie della Regione. Per l´occasione è stato costituito un apposito gruppo di lavoro che ha coinvolto i farmacisti delle Asl di Cagliari e Sassari e del Brotzu. La gara per l´acquisto di soluzioni infusionali verrà indetta nei prossimi giorni. L´acquisto di prodotti chimici avverrà invece attraverso un´asta elettronica che il Centro di acquisto territoriale stà curando in collaborazione con la Asl di Sassari, chiamata ad assumere il ruolo di stazione appaltante La Asl 8 di Cagliari, l´azienda Brotzu ed i comuni di Cagliari e Iglesias sono invece coinvolti nella gara per la fornitura a noleggio di circa 600 macchine multifunzione (fotocopiatori digitali). Anche questa fornitura sarà aggiudicata attraverso un´asta elettronica. L´obiettivo finale del progetto Cat, è quello di coinvolgere entro l´anno tutte le Amministrazioni del territorio regionale: tra settembre e ottobre sono previsti infatti degli incontri con le Province e i Comuni. Un sistema a rete delle centrali di acquisto è stato sollecitato anche dal Governo Nazionale, attraverso la Finanziaria 2007, che ne ha affida il coordinamento alla Conferenza Stato-regioni. Questo organismo avrà il compito di monitorare i risultati ottenuti dalle Regioni che hanno attivato i progetti di costituzione delle centrali di acquisto. La Regione Sardegna è stata tra le prime a far partire la sperimentazione. . |
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BANDO UNITÀ DI RICERCA 2006 APPROVATA A TRENTO LA GRADUATORIA DEI PROGETTI |
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Trento, 9 luglio 2007 – La giunta provinciale ha approvato il 9 luglio – con la delibera a firma dell’assessore alla programmazione innovazione e ricerca Gianluca Salvatori- la graduatoria dei progetti ammissibili a finanziamento del bando “Unità di ricerca 2006". Complessivamente sono stati presentati 44 progetti, 7 dei quali sono stati giudicati ammissibili al finanziamento provinciale. Il bando di ricerca era stato presentato lo scorso gennaio insieme ad altri due bandi, per i quali la Provincia autonoma di Trento ha messo a disposizioni risorse finanziarie pari a 27 milioni di euro: il bando unità di ricerca 2006, destinato a ricercatori con dottorato di ricerca da almeno 5 anni e per complessivi 2,25 milioni di euro; il bando post-doc 2006, riservato a ricercatori con dottorato di ricerca da meno di 5 anni e con risorse pari a 4,5 milioni di euro; il bando grandi progetti 2006, aperto a soggetti pubblici di ricerca per complessivi 21 milioni di euro. Dei sette progetti ben cinque sono stati presentati dall’Università degli studi di Trento, uno dall’Istituto agrario San Michele e dalla Fondazione Bruno Kessler. Sono stati approvati oggi dalla giunta provinciale, su proposta dell’assessore provinciale alla programmazione innovazione e ricerca Gianluca Salvatori, i risultati della valutazione dei progetti presentati sul bando Unità di ricerca 2006, il secondo dei bandi attivati dalla Provincia dopo l’approvazione del programma pluriennale della ricerca dello scorso novembre. Le finalità del bando erano quelle di promuovere la presenza all’interno dei centri di ricerca del territorio di autorevoli ricercatori, anche stranieri, che potessero dirigere uno specifico progetto di ricerca e far crescere gruppi di giovani ricercatori inserendoli, sin dalle prime fasi dei loro percorsi professionali, in progetti di alto valore scientifico. Le proposte potevano avere al massimo una durata complessiva pari a 36 mesi ed un costo annuo massimo di 150. 000,00 Euro. In totale, sono stati presentati 44 progetti di ricerca formulati da ricercatori ‘senior’, 18 dei quali stranieri, candidati ad essere ospitati presso 10 delle strutture di ricerca del territorio. Il bando “Unità di ricerca 2006” era riservato a ricercatori con dottorato di ricerca da almeno 5 anni, ospitati da un soggetto pubblico di ricerca, che svolge attività di ricerca sul territorio. I temi di riferimento del bando sono l’ambiente, l’ambiente-foresta-legno, la biodiversità, la bioinformatica, la biologia dei prodotti agro-alimentari, la biomatematica, le bio-nano-tecnologie, il capitale umano e competitività, la genomica e post-genomica della vite e del melo, Ict, ingegneria tissutale, le malattie trasmissibili della fauna e salute, i materiali funzionali, la meccatronica, nano on micro, la nutrizione e salute nella prospettiva di una genomica nutrizionale, le politiche pubbliche e sviluppo locale, il sistema acque, le tecnologie di trasformazione dei prodotti agro-alimentari, le tecnologie informatiche, diagnostiche e di restauro per la valorizzazione e la conservazione dei beni culturali, le tecnologie per l’edilizia sostenibile, fonti rinnovabili, gestione del territorio. I progetti presentati hanno riguardato quasi tutte le tematiche indicate dal bando sulla base delle linee strategiche del programma pluriennale della ricerca. La valutazione dei progetti è stata effettuata dal Comitato tecnico scientifico per la ricerca e l’innovazione sulla base di precisi criteri, quali - ad esempio - la natura del progetto e le prospettive professionali e le possibili ricadute occupazionali per i giovani ricercatori coinvolti nelle ricerche. In base alla valutazione espressa dal Comitato tecnico scientifico per la ricerca e l’innovazione, sono stati giudicati ammissibili alla graduatoria 10 progetti: 7 di essi saranno finanziati con le risorse attualmente disponibili, che sono pari a 2,25 milioni di euro. Il Bando Unità di ricerca 2006 – presentato lo scorso gennaio con altri due bandi (Post-doc e grandi progetti) e finanziati con oltre 27 milioni di euro - rientra nel programma di riforma voluto dalla giunta provinciale per favorire in Trentino l’innovazione e la ricerca. Attualmente la Provincia autonoma di Trento investe ogni anno circa 100 milioni di euro. I tre bandi (post-doc 2006, unità di ricerca 2006 e grandi progetti) presentano obiettivi diversi, complementari, rappresentano – per usare le parole dell’assessore provinciale alla programmazione, innovazione e ricerca Gianluca Salvatori - un tassello importante della riforma della ricerca in Trentino, e sono destinati ad una ricerca che fa del progetto e dei risultati gli obiettivi principali e che dimostra la capacità di misurare crescita e sviluppo in un tempo definito”. Mentre il primo bando (Post-doc) è destinato a giovani e singoli ricercatori, questo secondo (Unità di ricerca) va al di fuori degli scheni consolidati, e mira a catalizzare nuove idee, magari nate e sviluppate attorno ad un ricercatore senior, ma in grado di far crescere una sorta di modello di laboratorio o di gruppo. Diverso ancora il terzo bando (Grandi progetto) riservato a pochi progetti con molti attori strutturati e stabili. Bando progetti unità di ricerca 2006 Graduatoria progetti approvati
Acronimo progetto |
Area tematica |
Soggetto ospitante |
punteggio |
Comnfi |
Bio-immagini funzionali |
Università degli studi di Trento |
56 |
Ampelo |
Biologia dei prodotti agro-alimentari |
Istituto agrario di San Michele all´Adige |
55 |
Smartbone |
Ingegneria tissutale |
Università degli studi di Trento |
54 |
Neuroeconomia |
Bio-immagini funzionali |
Università degli studi di Trento |
53 |
Psychmm |
Ict |
Fondazione Bruno Kessler |
53 |
Nest |
Biomatematica |
Università degli studi di Trento |
52 |
Crossplan |
Politiche pubbliche e sviluppo locale |
Università degli studi di Trento |
51 |
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Metaquality |
Biologia dei prodotti agro-alimentari |
Istituto agrario di San Michele all´Adige |
50 |
Cenacoli1 |
Materiali funzionali |
Università degli studi di Trento |
49 |
Neuroecon Dm |
Bio-immagini funzionali |
Università degli studi di Trento |
48 | Bando progetti unità di ricerca 2006 Progetti presentati per soggetto ospitante
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Soggetti ospitanti |
progetti |
Csa |
Centro studi alpino dell´Università degli studi della Tuscia |
3 |
Cra-isafa |
Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, Istituto sperimentale per l´assestamento forestale e per l´alpicoltura |
2 |
Create-net |
Create_net (Center for research and telecommunication experimentation for networked communities) |
1 |
Fbk/itc |
Fondazione Bruno Kessler / Istituto trentino di cultura |
5 |
Fgt |
Fondazione Graphitech |
3 |
Iasma |
Istituto agrario di San Michele all´Adige |
4 |
Cnr-ifn |
Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche |
1 |
Cnr-itia |
Istituto di tecnologie industriali e automazione del Consiglio nazionale delle ricerche |
1 |
Cnr-ivalsa |
Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio nazionale delle ricerche |
3 |
Unitn |
Università degli studi di Trento |
21 |
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Totale |
44 | Bando progetti unità di ricerca 2006 Progetti presentati area tematica
Aree tematiche |
progetti |
Ambiente, paleoambiente e paesaggio antropico |
1 |
Ambiente-foresta-legno |
2 |
Biodiversità |
2 |
Bio-immagini funzionali |
4 |
Biologia dei prodotti agro-alimentari |
4 |
Biomatematica |
2 |
Bio-nano-tecnologie |
1 |
Capitale umano e competitività |
2 |
Ict |
7 |
Ingegneria tissutale |
1 |
Materiali funzionali |
3 |
Meccatronica |
2 |
Nano on micro |
2 |
Nutrizione e salute nella prospettiva di una genomica nutrizionale |
1 |
Politiche pubbliche e sviluppo locale |
4 |
Sistema acque |
1 |
Tecnologie di trasformazione dei prodotti agro-alimentari |
2 |
Tecnologie informatiche, diagnostiche e di restauro per la valorizzazione e la conservazione dei beni culturali |
1 |
Tecnologie per l´edilizia sostenibile, fonti rinnovabili, gestione del territorio |
2 |
Totale |
44 | . |
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FARMACI DA BANCO? SICURI, VELOCI, EFFICACI. PIACCIONO AGLI ITALIANI L´AUTOMEDICAZIONE SODDISFA GLI ITALIANI: LO RIVELA L´INDAGINE DEL CENSIS, CONDOTTA PER CONTO DI ANIFA, CHE ANALIZZA LE DETERMINANTI DELLA SCELTA E DELL´UTILIZZO DEL FARMACO DA BANCO |
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Roma, 9 luglio 2007 – Più del 64% degli italiani ritiene che in caso di piccoli disturbi ci si possa curare da soli, perché “nessuno meglio di noi stessi è in grado di capire quali siano i rimedi efficaci per affrontare con facilità e sicurezza i lievi malesseri”. L’automedicazione è il modo più rapido per ottenere immediato sollievo, anche in virtù di una esperienza personale positiva: il livello di soddisfazione di chi si è curato con un farmaco Otc (cioè, da banco o di automedicazione) è infatti del 95%. La possibilità di vendere farmaci in luoghi diversi dalle farmacie è molto gradita dagli italiani e il 92% della popolazione è a conoscenza di questa opportunità. Sono questi alcuni dei risultati più significativi della ricerca condotta dal Censis per conto di Anifa, l’Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’Automedicazione, sul nuovo rapporto tra cittadini e farmaci da banco. Un’indagine che ha cercato di analizzare, ad un anno ormai dall’entrata in vigore della Legge Bersani, quali siano realmente oggi le determinanti nella scelta e nell’utilizzo del farmaco da banco, e se e come esse siano mutate assecondando l’incessante dibattito degli ultimi mesi sul tema delle liberalizzazioni. “Il primo dato importante che emerge dal rapporto – osserva Sergio Daniotti, presidente di Anifa – è che il farmaco non può assolutamente essere assimilato ad altri prodotti del mass-market; le persone ormai denotano atteggiamenti maturi e capacità di utilizzare con oculatezza sia le informazioni selezionate sia le esperienze effettuate, per scegliere il medicinale più adatto, apprezzandone al contempo la facilità d’uso e l’efficacia. ” Il 57,4% degli intervistati, infatti, dichiara di riutilizzare un farmaco che ha dato risultati positivi, il 55% prende solitamente quelli che conosce meglio: quasi il 36% fa riferimento ai consigli avuti, in particolare dagli esperti. Molto positivo, poi, il giudizio sull’utilizzo di tali farmaci: infatti il 95,1% degli intervistati ha dichiarato di essere rimasto soddisfatto l’ultima volta che ha usato un medicinale Otc, in particolare quasi il 93% degli intervistati esprime un giudizio positivo circa l’efficacia dei farmaci Otc, il 91,2% li ritiene di facile utilizzo, l’87,4% valuta positivamente la loro sicurezza; infine, quasi l’85% degli intervistati ne apprezza la facilità di scelta e un 53% la convenienza nel prezzo. “In questo mercato – continua Sergio Daniotti – le imprese sono chiamate ad investire nella produzione di farmaci efficaci, sicuri, a prezzi convenienti. In questo contesto, l’impresa può giocare un ruolo molto più attivo, può uscire dallo stato di sorvegliato speciale, per diventare uno dei protagonisti del Sistema Sanitario Nazionale. Industria vuol dire occupazione, creazione di valore, contributo al benessere generale e alla crescita del Sistema Paese. A questo proposito è utile ricordare come 2 farmaci senza ricetta su 3 siano prodotti in Italia, per smitizzare l’idea che il nostro sia un settore più commerciale che industriale”. “L’indagine conferma il favore degli italiani alla possibilità di vendere farmaci Otc nei supermercati - spiega Carla Collicelli, Vice Direttore del Censis - Quasi il 61% degli italiani è infatti favorevole alla vendita di farmaci Otc in luoghi diversi dalle farmacie; i più favorevoli sono i laureati (68,5%), i giovani (64,3%) e gli adulti (67,3%). Però ben l’81% sostiene che i farmaci da automedicazione non devono essere venduti senza che vi sia un esperto (in particolare, un farmacista) capace di dare i consigli adeguati. Oltre il 60% degli intervistati pensa che nei luoghi diversi dalle farmacie debba essere garantita un’offerta che, in termini di tipologie di farmaci messi a disposizione, sia uguale a quella delle farmacie”. “Concretamente, poi – osserva ancora Carla Collicelli - meno del 12% degli intervistati ha acquistato farmaci in luoghi diversi dalle farmacie: l’8,8% nei supermercati, meno del 3% nelle parafarmacie e in negozi diversi. Dai dati emerge poi che per i consumatori sarebbe pienamente accettabile una evoluzione del ruolo del marchio del farmaco: oltre il 54% degli intervistati si è dichiarato favorevole all’ipotesi che, pensando ad un farmaco senza ricetta per piccoli disturbi con un marchio di cui si fida, sia opportuno consentire a tale marchio di mettere in commercio farmaci senza ricetta per curare anche altri e diversi sintomi, rispetto a quello per il quale la persona lo ha utilizzato. I favorevoli a questa ipotesi sono oltre il 59% tra i più giovani e più del 60% dei residenti nel Sud e nelle isole”. La valutazione rimane positiva per l’ipotesi relativa alla possibilità di mettere in vendita, con lo stesso marchio, farmaci con obbligo di ricetta e farmaci senza obbligo di ricetta, fermo restando le necessarie differenziazioni, quali le indicazioni terapeutiche accanto al nome, il bollino di riconoscimento per i farmaci senza ricetta. In questo caso la quota di favorevoli, pur maggioritaria, è pari al 44% degli italiani; condividono l’idea di poter trasferire la fiducia accordata inizialmente ad un singolo prodotto senza ricetta ad un altro con ricetta, utilizzando il marchio come volano, il 52,5% dei laureati e più del 54% dei giovani. Giuseppe De Rita, Presidente del Censis sottolinea come “l’automedicazione sia una pratica consolidata nei comportamenti degli italiani e del resto il rapporto soggettivo con il farmaco è un aspetto importante della responsabilità individuale nella tutela della salute; gli italiani, prosegue Giusepe De Rita, sono molto cauti nelle scelte, e se vogliono avere il farmaco da banco a disposizione anche nei supermercati, vogliono anche che sia assicurata la presenza di un esperto in grado di consigliare le persone. Quindi, una volta garantito il supporto ai cittadini, per gli italiani il monopolio della vendita del farmaco Otc da parte di un canale non può più essere considerato un valore assoluto. ” “Il parere favorevole degli italiani alla possibilità di trovare sul mercato farmaci – con o senza ricetta – per disturbi diversi con lo stesso marchio – conclude Daniotti – va letta dentro le dinamiche di modernizzazione, dove il consumatore è protagonista, perché gestisce gli strumenti della propria autonomia piuttosto che subire le strategie degli altri soggetti del mercato. E’ questa stessa voglia di maggior libertà che ci sostiene nella convinzione che sia opportuno un allargamento complessivo dell’offerta di farmaci di automedicazione e un allineamento ai principali Paesi europei. Il pubblico è maturo, consapevole, e come tale deve essere considerato ”. . |
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TESTAMENTO BIOLOGICO "ETICA DI FINE VITA: PERCORSI PER SCELTE RESPONSABILI" |
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Udine,9 luglio 2007 - E’ partito il 6 luglio da Udine, con la presentazione al convegno "Etica di fine vita: percorsi per scelte responsabili" organizzato dalla Federazione degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, la richiesta al Governo di un atto normativo che dia la possibilità di recepire il testamento biologico. Il convegno, definito dal presidente friulano del Fnomceo Luigi Conte, "un luogo di incontro per dismettere atteggiamenti di discettazione preconcetta e favorire il dialogo", è stato sede per la presentazione ufficiale dei primi risultati dell´indagine nazionale Italed, promossa dalla Federazione degli Ordini dei Medici e realizzata dal Cspo - Istituto scientifico per la prevenzione oncologica di Firenze. Una ricerca che, ha detto Conte, ha evidenziato da un lato il fatto che ormai il 64 per cento dei medici italiani chiede appunto al parlamento una norma per il riconoscimento del testamento biologico e dall´altro che soltanto lo 0,7 dei 2674 medici che hanno risposto al questionario in forma anonima entro il 5 luglio, si è dichiarato responsabile di eutanasia. Una percentuale bassissima, che conferma un altro risultato della ricerca: ben il 72 per cento di quanti hanno risposto considera importanti le proprie convinzioni religiose o filosofiche nella sua pratica professionale. "Mi sembra impossibile che a livello parlamentare non si riesca a trovare un accordo su un tema di tale rilevanza", ha detto l´assessore regionale alla Salute Ezio Beltrame, che con il ministro Livia Turco ha partecipato al convegno di Udine. "Non si deve banalizzare e occorre tener ben presente che cure palliative, testamento biologico ed eutanasia non sono la stessa cosa" ha proseguito l´assessore, confermando di essere personalmente contrario all´eutanasia ma anche totalmente favorevole alle cure palliative che "vanno garantite ed implementate" e al testamento biologico "come dichiarazione di volontà e strumento di dialogo tra medico e paziente". Anche il ministro Turco ha rilevato che "la legge sul testamento biologico è importante perché favorisce la costruzione di una relazione positiva tra medico e paziente perché responsabilizza entrambi". "Mi auguro - ha detto ancora il ministro - che in parlamento si trovi un´intesa tra le forze politiche. Nel frattempo si può fare molto, e lo stiamo facendo, per promuovere la dignità della fine della vita delle persone, potenziare le cure palliative e dare sostegno alle famiglie attraverso l´assistenza domiciliare". Secondo Turco, il documento presentato oggi al convegno è uno strumento di lavoro che "dimostra quanto i medici italiani siano disponibili e impegnati a costruire una relazione positiva con i pazienti, non solo promuovendo la cura ma anche prendendosi carico delle persone, dato, quest´ultimo, di grande rilievo". In realtà, ha dichiarato ancora Beltrame, l´interesse del medico ad un approccio corretto alle problematiche evidenziate dal convegno di Udine è pari all´interesse del cittadino. Quanto alla necessità che il Parlamento prenda al più presto posizione, ha notato l´assessore, dobbiamo ricordare che il nostro Paese ha già ratificato la Convenzione di Oviedo, la quale stabilisce che "i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell´intervento, non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione". Un buon punto di partenza, ha detto Beltrame, che, poiché il medico è spesso chiamato ad effettuare scelte per cui l´orientamento del malato potrebbe essere un aiuto per decidere, conferma le indicazioni esistenti e l´urgenza di decisioni normative. . |
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BOMBARDATI DI INFORMAZIONI SULLA SALUTE MA SULLE COSE IMPORTANTI GLI ITALIANI DECIDONO COL MEDICO |
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Roma, 9 luglio 2007 - Il 63,6% degli italiani ritiene di essere “molto o abbastanza informato” sui temi della salute, ma solo il 22,4% considera “soddisfacenti” le informazioni disponibili. Le informazioni sono molte, talvolta confuse, o persino illusorie, e la sensazione da parte dei cittadini-pazienti intervistati è quella di essere un po’ “travolti da questa mole di stimoli”, e di trovarsi poi nel momento di effettivo bisogno a non sapere come metterli in pratica, e si continua a trovare nella relazione con il medico di medicina generale l’unico momento di reale indirizzo. Circa l’88%, infatti, si è rivolto al suo medico in media più di 5 volte nel corso dell’ultimo anno, ed è sempre molto alta la quota di italiani (pari all’89,4%) che gli chiede di essere indirizzata quando deve accedere a un servizio sanitario. Nel momento concreto della scelta è proprio l’indicazione del medico di medicina generale a risultare decisiva nella maggior parte dei casi (per il 48,6%). C’è tuttavia un aspetto che fa emergere una discriminazione fra la popolazione in generale e una parte di essa, ossia quella più scolarizzata e con maggiori possibilità economiche, poiché quest’ultima, date le sue caratteristiche, tra internet, medicina specialistica privata e conoscenze personali si serve dell’offerta sanitaria con sempre maggiore autonomia. Tra i laureati si rilevano le quote più alte in relazione a quanti si ritengono tendenzialmente più informati sui temi generali della salute (76,3% rispetto alla media del 63,6%), traggono in misura maggiore informazioni su internet per scegliere un servizio sanitario (lo fa il 34,1% dei laureati rispetto al 19,9% della media). Allo stesso modo supera il 20% tra i laureati (rispetto alla media del 12%) la quota di italiani che discute con il medico sulla base dei risultati emersi dalle sue ricerche su internet, e che verifica sulla rete l’esattezza delle diagnosi e delle terapie proposte dal medico. Da parte loro i medici di medicina generale sentono di subire un vero e proprio assedio alla loro professionalità, che si sostanzia in una erosione della loro autorità. Tuttavia, la valutazione da parte dei pazienti sul proprio medico di medicina generale è assolutamente positiva rispetto ai fattori fondanti della competenza professionale (per il 91,2% il proprio medico valuta attentamente i sintomi, per l’82% è attento agli aspetti psicologici e relazionali), qualche critica emerge solo su alcuni aspetti: il 39,7% lamenta che il proprio medico è restio a fare visite a domicilio, e circa il 70% che nello studio ci sono attese troppo lunghe. Sono questi alcuni dei principali risultati emersi dalla ricerca svolta dal Censis per conto del Forum della Ricerca Biomedica: “Fiducia, dialogo, scelta. La comunicazione medico paziente nella sanità italiana”. La ricerca viene presentata il 5 luglio a Roma da: Giuseppe De Rita, Presidente Censis; Concetta Vaccaro, Responsabile settore Welfare e salute Censis; Carla Collicelli, Vice Direttore Censis; Amedeo Bianco, Presidente Fnomceo; Franco Cuccurullo, Presidente Consiglio Superiore di Sanità Sergio Dompé, Presidente Farmindustria; Renza Barbon Galluppi, Presidente Uniamo. . |
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INDIVIDUATI CENTRI INTERREGIONALI DI RIFERIMENTO PER MALATTIE RARE |
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Venezia, 9 luglio 2007 - Il Veneto ha dato il via libera alla costituzione della rete interregionale dei Centri di riferimento per le malattie rare, condivisa e riconosciuta anche dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalle Province autonome di Trento e Bolzano. Il provvedimento è stato adottato su proposta dell’assessore alla sanità Francesca Martini, in attuazione dell’accordo del 2004 fra le quattro amministrazioni del Nordest per la realizzazione di una politica unitaria su questo tema. “L’obiettivo finale di questa rete interregionale – fa rilevare l’assessore veneto – è la creazione di un ambito territoriale ampio nel quale proporre strategie uniche per l’assistenza alle persone affette da malattie rare, in modo che anche la presa in carico da parte delle strutture sanitarie sia semplice e trasparente e la più vicina possibile ai luoghi di vita del malato”. La rete interregionale risulta costituita dall’insieme dei centri di riferimento selezionati, a partire dagli ospedali, dalle università e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, che fanno parte dei rispettivi sistemi sanitari. Ogni centro di riferimento fa capo ad un presidio ospedaliero ed è composto da una o più unità operative che concorrono nel definire diagnosi e trattamento del paziente a secondo del tipo di malattia. Il gruppo tecnico di coordinamento incaricato di effettuare l’istruttoria ha proposto l’individuazione di 19 centri di riferimento interregionali, di cui 12 nel Veneto (Azienda ospedaliera e Ospedale S. Antonio di Padova, Azienda ospedaliera di Verona, ospedali di Belluno, Vicenza, Conegliano, Castelfranco Veneto, Treviso, Venezia, Mestre, Camposampiero e Rovigo), 5 in Friuli Venezia Giulia e uno in ciascuna delle Province di Trento e Bolzano. Il coordinamento in ambito veneto è affidato al Registro per le malattie rare, già istituito dalla Regione. . |
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12 MILIONI DI EURO PER INTERVENTI A FAVORE DEGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI |
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Torino, 9 luglio 2007 - L’assessorato regionale al Welfare ha stanziato contributi per complessivi 12. 000. 000 di Euro destinati al finanziamento di interventi a favore degli anziani non autosufficienti e delle loro famiglie. I fondi sono stati ripartiti fra i Soggetti Gestori delle funzioni socio-assistenziali, in base alla percentuale di popolazione ultra 75enne sul totale regionale, rilevata al 31 dicembre 2005. La prima tranche di contributi, dell’ammontare di 10 milioni di euro, andrà a sostenere l’erogazione di servizi agli anziani non autosufficienti tramite progetti socio-sanitari, privilegiando il mantenimento degli anziani il più a lungo possibile presso il loro domicilio. In particolare, vengono finanziati interventi economici a sostegno della domiciliarità, cure domiciliari in lungoassistenza, letti di sollievo e semiresidenzialità. Ulteriori contributi per 2. 000. 000 di Euro finanzieranno interventi a favore delle famiglie nel cui nucleo siano comprese una o più persone anziane non autosufficienti, bisognose di assistenza continuativa, di cui le stesse famiglie si fanno carico, mediante l’erogazione di sussidi economici a sostegno della domiciliarità, quali assegno di cura, buono famiglia e buono servizio. “Con queste risorse - afferma l’assessore regionale al Welfare, Teresa Angela Migliasso - la Regione intende contribuire a realizzazione un nuovo modello di assistenza residenziale socio -sanitaria a favore delle persone anziane non autosufficienti, incentivandone sempre più la permanenza presso la propria abitazione e la propria famiglia. Il numero di famiglie nel cui nucleo sono presenti anziani non autosufficienti, totalmente immobili, costretti a letto e bisognosi di assistenza continuativa, è in costante aumento. Sempre di più si rendono pertanto necessari interventi diversificati per offrire una risposta concreta ai bisogni dei soggetti anziani e promuovere il potenziamento dei servizi a supporto delle famiglie che assistono quotidianamente un proprio congiunto a domicilio”. . |
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ACQUA E SCUOLE SICURE PER L’AFRICA |
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Ronchi dei Legionari, 9 luglio 2007 – E’ stata presentata il 9 luglio, presso la sala conferenze dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, l’iniziativa “Acqua e scuole sicure per l’Africa”. Si tratta di un progetto voluto e seguito dal Dottor Emmanuel Ndip Nganyuo, originario del Camerun: in Italia dal 1993 egli vive ed esercita la professione medica in Friuli Venezia Giulia dal 2001. Con questa sua iniziativa, il Dottor Ndip, si propone di migliorare le condizioni di vita a Ebeagwa, suo villaggio di origine, in Camerun. Il progetto consiste innanzitutto nella costruzione di una sistema di pompaggio dell’acqua e nell’installazione di un generatore di energia elettrica che assicurino la distribuzione di acqua fresca potabile e di luce all’interno del villaggio, attualmente sprovvisto. Contestualmente si propone il miglioramento delle strutture scolastiche superiori e di assistenza sanitaria in loco, al momento poco sviluppate. Il progetto si sta concretizzando grazie al coraggio ed alla intraprendenza del Dottor Ndip, che ha trovato riscontro positivo e sostegno da parte di varie realtà regionali e pure di singole persone: con i loro contributi di varia natura è già stato possibile infatti spedire materiali ed attrezzature che permetteranno un primo, ma significativo passo avanti nella qualità della vita a Ebeagwa. Poiché il Dottor Ndip presta il suo servizio di medico pure presso il Pronto Soccorso dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, la Società di gestione dello scalo si è resa disponibile a sostenere questa iniziativa, facilitando la spedizione dei materiali in Africa e cercando di diffondere la conoscenza del progetto. A breve, sul sito dell’Aeroporto Fvg (www. Aeroporto. Fvg. It) sarà disponibile un link che illustrerà quest’iniziativa e faciliterà chiunque voglia mettersi in contatto con il Dottor Ndip per approfondire la conoscenza del suo progetto. Informazioni ulteriori potranno essere richieste all’indirizzo email ndip@tele2. It. . |
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THE VISION CARE INSTITUTE’ APRE A MILANO |
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Milano, 9 luglio 2007 - Milano fa un ulteriore passo avanti verso una sempre più definita vocazione europea. Questo grazie anche a un nuovo prestigioso Centro di Formazione Professionale per gli Specialisti della Visione, The Vision Care Institutetm, in Corso Europa 13, che costituirà il punto di riferimento nel campo delle lenti a contatto per ottici, optometristi e oculisti italiani per una decina di Paesi del Sud Europa/bacino del Mediterraneo (ad oggi, Malta, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Svizzera, Israele, Slovenia e Croazia). Perché Milano. Johnson&johnson Medical Holding, la multinazionale americana che finanzia l’Istituto - struttura indipendente sul piano scientifico e dei programmi - ha scelto Milano come nona sede nel mondo (seconda europea dopo Praga), preferendola ad altre importanti città del Sud Europa per una serie di considerazioni: dall’ottima fama che lo spirito imprenditoriale lombardo si è guadagnato Oltreoceano; al ruolo che ha occupato e sta rinvigorendo -sempre più nel panorama nazionale e continentale; alla presenza di Università prestigiose, ben disposte alla collaborazione con riconosciute e propositive realtà (all’Università Milano Bicocca, fin dal 2001, è attivo il primo Corso di laurea in Ottica e Optometria); al rilevante sistema di trasporti che facilita la connessione con le Capitali europee. Senza dimenticare che la Lombardia è la prima Regione italiana per abitanti, ha un elevato numero di professionisti che operano sul suo territorio e, dal punto di vista statistico, presenta un consistente numero di persone (se ne stimano oltre 4 milioni e 600 mila) che necessitano di correzione visiva. La sede. The Vision Care Institutetm, una struttura che ha richiesto un investimento di alcuni milioni di Euro, ha una superficie di 600 metri quadri nel pieno centro della città, a due passi da San Babila, dal Duomo e dal quadrilatero della Moda, ampiamente servito dal sistema pubblico di trasporto (bus e metro). Dispone di un Auditorium, due sale riunioni e di sei laboratori dotati di apparecchiature tecnologicamente all’avanguardia, di cui due collegati alla ‘Room of the Future’ e all’Auditorium con un sistema di telecamere, in modo da seguirne sempre l’attività in tempo reale. I Corsi. I seminari di formazione, della durata di due giorni, inizieranno dopo l’inaugurazione; ne sono previsti due la settimana. Entro l’anno vi avranno partecipato circa 600 specialisti della visione, Italiani e provenienti dai Paesi del Sud Europa. Una volta a regime, se ne stimano oltre 1. 000 all’anno. Le iscrizioni avvengono con una “Registration Formi’ già distribuita attraverso i canali professionali; le classi sono formate in base alla data di presentazione delle domande e alla nazionalità dei richiedenti in virtù del fatto che i corsi vengono svolti nella lingua dei corsisti. I programmi. Il Centro nasce con lo scopo di accrescere il livello di soddisfazione del paziente, portatore di lenti a contatto, migliorando la conoscenza e la competenza di chi si prende cura della salute della vista. La sua missione è essere una primaria fonte di informazione e di insegnamento permanente per i Professionisti della Visione nella cura degli occhi, con particolare e specifico riferimento all’uso delle lenti a contatto. I contenuti dei seminari si evolvono continuamente (il primo degli attuali otto The Vision Care lnstitutelM nel mondo, quello di Jacksonville-usa, è nato nel 2004 ed è già stato frequentato da oltre 3. 000 partecipanti) e cercano di adeguarsi, sia alle innovazioni tecniche, che alle specificità particolari, normative e epidemiologiche, dei Paesi di provenienza degli operatori. Ad esempio: The Vision Care lnstitutelM di Praga, aperto nel marzo 2006 e già frequentato da oltre 2500 persone da 20 Paesi, nei seminari dedicati agli specialisti russi ha speso minore attenzione verso patologie particolari (differenza tra cheratiti microbiche e ulcere periferiche da lenti a contatto) poiché essi le trattano già comunemente. La prima giornata dei seminari è dedicata alla “comunicazione” — dal linguaggio del corpo alle tecniche di anamnesi - la seconda privilegia gli aspetti cimici: dalle tecniche di lampada a fessura, alla gravità e gradualità delle varie complicanze, alle teorie di applicazione delle lenti a contatto. Il rapporto con le Università. Fin dall’istituzione del primo centro di Jacksonville - nato anche sul modello di un’altra importante iniziativa di formazione della Johnson&johnson, l’European Surgical Institute (Esi) attivo dal 1992 in Usa, Germania e Giappone —i responsabili J&j hanno instaurato stretti rapporti di collaborazione con le Università e con ben 19 scuole di Optometria. A Milano sono stati avviati contatti per un fattivo interscambio e ampia collaborazione con la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università Bicocca, presso la quale si tengono corsi triennali per la laurea breve in Optometria; è in corso di definizione la collaborazione con gli altri 5 Atenei italiani dove, attualmente, si svolgono analoghi corsi di laurea. Nella filosofia della J&j, tutti The Vision Care lnstituteTm, sono intesi come una Istituzione neutrale, indipendente da interessi commerciali, che punta alla formazione continua di specialisti concentrando il proprio impegno su tematiche che non vengono affrontate completamente dagli attuali corsi universitari. The Vision Care Institutetm esistenti, I Centri per la formazione professionale degli specialisti della vista attualmente in funzione, oltre Milano sono otto: Jacksonville, Usa (2004); San Paolo del Brasile (2005), Seul, Corea del Sud (2005), Taipei, Taiwan (2005), Tokyo, Giappone (2006), Bangkok, Thailandia (2006), Shangai, Cina (2006), Praga, Repubblica Ceca (2006). Dal 2004 hanno ‘diplomato’ oltre 10. 000 specialisti della vista. . |
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LUGLIO IN EUROSTAR IN COMPAGNIA DI CÉZANNE DUE TRENI IN VIAGGIO PER PORTARE IN TUTTA ITALIA L’IMMAGINE DELLA MOSTRA A TRE SETTIMANE DALLA CHIUSURA. I VISITATORI GIÀ A QUOTA 230 MILA |
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Firenze, 9 luglio 2007 - Due convogli Eurostar dal 6 luglio in viaggio per portare la mostra Cézanne a Firenze in giro per l’Italia. Si tratta dell’ultima grande iniziativa promozionale che l’Ente Cassa di Risparmio dedica alla fortunata esposizione che ha promosso e realizzato a Palazzo Strozzi. Inaugurata il 1 marzo, Cézanne a Firenze si avvia infatti verso la chiusura prevista per domenica 29 luglio, ovvero fra tre settimane. I due Eurostar viaggeranno con Cézanne per l’intero mese di luglio sulle linee che collegano le principali città della penisola, in particolare sulla tratta Milano-roma-napoli. Entrambi i treni sono stati pellicolati con l’effige di Madame Cézanne, uno dei più celebri ritratti che il pittore fece alla moglie, utilizzata per tutta la comunicazione della mostra. La diversità sta nel fatto che in un caso è stato pellicolato l’esterno della motrice Etr 500, che si presenta dunque con una completa livrea Cèzanniana. Del secondo treno sono stati invece trasformati gli interni, ossia poggiatesta, porte divisorie, corridoi, eccetera. Intanto la mostra naviga ormai a quota 230 mila visitatori. Anche i dati dell’ultima settimana confermano il tradizionale calo delle presenze con l’arrivo dell’estate, ma si tratta pur sempre di una media di oltre mille al giorno, che lascia preveder un bilancio finale superiore ai 250 mila visitatori. Dal 28 giugno al 4 luglio, in particolare, hanno visitato la mostra 7. 727 persone (media giornaliera 1. 104) che portano il totale a 227. 503 con una media generale di 1. 820 presenze al giorno. . |
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CREATIVITY INTERNATIONAL ARTS FACTORY, IL CALEIDOSCOPIO DELL’ARTE |
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Milano, 9 luglio 2007 - Un drappo bianco tutto da inventare. Da colorare con mille ispirazioni del cuore. Le impalpabili emozioni di un sogno. Sviluppo della personalità artistica, fuori dalla frenetica realtà massificante. Scoprire la luce della passione. Percorrere le vie del proprio estro. Comunicare la creatività. Questi gli elementi connotativi di Creativity International Arts Factory. Ma anche molto altro. Due spettacoli-evento presentati alla Biennale di Venezia: Dreaming G, che nasce a Bologna, debutta ad Istanbul e approda a Venezia e Monsieur Goldoni commissionato dalla Biennale, nell’anno goldoniano. Questa è la carta d’identità con cui si presenta al mondo, in prima assoluta, Creativity: il luogo dell’invenzione, della fantasia, della libera espressione e della ricerca, finalizzate alla formazione e produzione. Creativity International Arts Factory si propone come vivacizzante promotore di giovani talenti che si vogliono misurare nel realizzare la loro arte, i loro progetti e le loro professioni. Creativity inventa e offre “spazi” non convenzionali, nei quali poter realizzare produzioni artistiche nell’ambito dello spettacolo, della moda e delle arti visive, anche incrociando tra loro le diverse tecniche ed espressioni. L’arte pluridisciplinare e plurisensoriale, che coinvolge i sensi, la mente ed il cuore. Che racconta le pieghe dell’anima, che ammalia gli spettatori trasformandoli in protagonisti. L’arte che entra nel mondo ed il mondo che entra nell’arte, creando un rapporto complice di scambio di emozioni. L’idea di Creativity nasce da Laura Strambi, affermata fashion designer e Franco Gervasio, poliedrico uomo di teatro, entrambi attivi anche nelle arti visive. Mettere insieme le espressioni artistiche più varie: dalla moda alla fotografia, dalla pittura alla musica, dal canto alla danza, dalla poesia al cinema ed ai video, per raccogliere ciò che di nuovo offre la contemporaneità. E la proposta di Master Class e Stages viaggia lungo queste direttrici. Un vero e proprio incubatore, dove giovani talenti e promettenti professionisti alle prime esperienze, possano metteresi in relazione con prestigiosi artisti e professionisti già affermati, confrontando concretamente le loro idee e le loro potenzialità, per sviluppare le loro competenze in un contesto dove l’aggregazione ed il work in progress sono obiettivi fondanti del percorso formativo. Il debutto al Modern Istanbul/modern And Contemporary Art Museum con Dreaming G il 14 e 15 Giugno e poi a Venezia, alla Biennale, il 24 Luglio con Monsieur Goldoni, sono l’avvio di interessanti e prestigiosi progetti futuri: importanti iniziative culturali e performance creative nel campo della moda, dell’arte e dello spettacolo. Con giovani talenti come protagonisti. Un avventura appena agli inizi ma già densa di prospettive, un importante opportunità per creare incontri tra giovani e maestri. La volontà di inventare una struttura che offra possibilità lavorative è già di per se un fatto nuovo. Nel campo della creatività diventa uno scambio di idee e di idealità che si fondono per creare eventi che hanno il sapore dell’unicità. L’avventura continua. . |
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CRACKING - ARTE DI ROTTURA È LA MOSTRA CHE LA FONDAZIONE ANTONIO MAZZOTTA DEDICA AL MOVIMENTO CRACKING ART DAL 14 SETTEMBRE AL 21 OTTOBRE 2007 |
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Milano, 9 luglio 2007 - Nome unico e dirompente per un gruppo di sette artisti fondato nel 1993 da Omar Ronda, tenuto a battesimo da Tommaso Trini e consacrato da Harald Szeemann alla Biennale di Venezia del 2001, Cracking Art rappresenta provocatoriamente le tendenze estreme dell’arte contemporanea, con un occhio al Pop ma con radici nel Dada e nelle avanaguiardie storiche. La mostra milanese, ospitata dalla Fondazione Antonio Mazzotta, presenterà oltre cento opere scelte in tutto l’arco della loro attività. Ci saranno installazioni e singoli pezzi stravaganti e bizzarri, che gli artisti hanno già proposto in contesti spiazzanti a testimoniare la loro preoccupìazione per l’emergenza ecologica, in particolare per gli animali in pericolo di estinzione: ed ecco allora riproposti i delfini dorati di Piazza del Duomo a Milano, le tartarughe della Biennale veneziana, i pinguini di Biella, i coccodrilli di Orio al Serio, ma anche altre installazioni di gruppo e opere bidimensionali come i quadri “frozen” di Omar Ronda, i “cloni” di William Sweetlove, le resine di Renzo Nucara”, i “fossili” di Marco Veronese, i “virus” e le “giungle” di Alex Angi, i “giardini” di Carlo Rizzetti, i “siliconi” di Kicco. Il cracking catalitico è il processo tecnologico che trasforma la sostanza organica in sintetica: da questa osservazione parte una meditazione trasversale del gruppo sulle condizioni del pianeta e sulle possibilità di azione dell’uomo in senso ecologico ma anche artistico. Il petrolio è una sostanza naturale di primaria importanza nel processo produttivo industriale, e nel contempo costituisce la memoria della vita, il deposito organico di tutti gli esseri vegetali e animali che con la loro decomposizione l’hanno generato. Il petrolio non è né buono né cattivo: non vi è nessuna visione manichea negli artisti della Cracking, che analizzano lucidamente la realtà individuando nella plastica, soprattutto se riciclata, un medium artistico ad alta densità simbolica. Derivata dal petrolio, essa ne conserva le caratteristiche primigenie e permette di intervenire su diverse dualità concettuali (natura-cultura; naturale-artificiale; ricostruzione mimetica della natura ma metamorfosi meravigliosa) con le modalità tipiche dei Cracking, che scardinano, mettono profondamente in discussione e ribaltano i canoni artistici per impugnare un’arte militante non edonista né decorativa. Nello stesso tempo, da un punto di vista formale, le loro opere risultano di un’immediatezza estetica pop quasi patinata, lussuosa. Se la matrice del loro pensiero rimanda all’ecologismo di Beuys e all’arte povera, la confezione predilige l’uso ricercato del colore, la calligrafia delle forme fuori scala. Il gruppo Cracking Art (composto da Omar Ronda, William Sweetlove, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti, e Kicco) ha esposto in diverse sedi internazionali e in gallerie private di tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Francia, dal Belgio alla Svezia, dalla Spagna alla Russia e, ovviamente, in Italia. Come anticipazione della rassegna milanese la Fondazione Mazzotta ha collaborato all’iniziativa che vede il gruppo Cracking Art al completo presente a Roma, nel Chiostro del Bramante, con una grande mostra fino al 29 luglio. Per la manifestazione milanese verrà realizzato un importante volume, edito da Mazzotta, con testi di Piero Adorno, Claude Laurent e Francesco Santaniello (formato 24x30, circa 280 pagine con 250 illustrazioni a colori). . |
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STEPHAN BALKENHOL AL PAC PADIGLIONE D’ARTE CONTEMPORANEA |
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Milano, 9 luglio 2007 - Artista capace di coniugare come pochi tradizione e attualità, in grado di mettere d’accordo fautori della figurazione e filosofi del concettuale, appassionati delle tecniche classiche e teorici delle iconografie del nuovo millennio, Stephan Balkenhol presenta al Pac la sua prima importante personale in un museo italiano. Per l’appuntamento milanese l’artista realizzerà appositamente dieci nuovi lavori, tra cui alcuni dedicati alla città di Milano, affiancati in mostra da una selezione mirata delle sue opere più importanti degli ultimi due decenni. Accanto alle Coppie di Ballerini provenienti dal Museo d’Arte Moderna di Francoforte, ai Calciatori provenienti dalla collezione Fifa di Zurigo ed al grande Icaro in bronzo messo a disposizione dalla Galleria Ropac di Salisburgo - tutti capolavori mai presentati prima in Italia - sarà così possibile vedere l’ultimissima produzione dello scultore tedesco, di recente particolarmente interessato a dare una personalissima interpretazione dell’arte astratta e del rapporto tra opera e spettatore. Le sculture di legno di Balkenhol si confrontano da oltre vent’anni con l’uomo e la donna di tutti i giorni, scostandosi dai classici ideali di bellezza. Quella proposta dall’artista è infatti una realtà smitizzata, fatta di eroi assolutamente “normali”, sempre però sovra o sotto dimensionati – o magari posti su alti piedistalli che ne alterano lo status – quasi a dimostrare l’impossibilità effettiva di tale normalità o comunque la straordinarietà del non essere fuori dalle righe. Scolpite in un unico tronco di legno e poi dipinte, le sue figure recuperano una pratica già utilizzata nel Medioevo ma, nonostante l’uso di questo storico metodo e di una particolare tecnica di intaglio adottata anche dall’espressionismo tedesco, la mimica dei volti è priva di qualsiasi espressione, non lascia trapelare emozioni. Quasi a volersi distanziare dalla passione e da ogni partecipazione, Balkenhol evita ai suoi personaggi qualsiasi gesto, pone le sue statue nella più assoluta immobilità e le distacca decisamente dalla tradizione. A fronte di una normalità evidente, fatta di vestiti banali e di un’apparente indifferenza per i particolari – ogni figura indossa sempre la “divisa” dell’uomo comune, che l’autore osserva e fotografa per le strade – sono le superfici ruvide e scavate, la forza espressiva del materiale utilizzato a conferire movimento e potere evocativo alle opere. Nel tempo dell’installazione e della provocazione, si tratta di scultura nel senso più tradizionale del termine, ma affrontata con un approccio totalmente personale e rivestita dal sottile velo dell’ironia. Come di consueto è previsto un programma di attività didattiche per bambini, ragazzi, singoli visitatori e scolaresche, organizzate da Marte snc con il contributo di Gruppo Coop Lombardia. La mostra è accompagnata da un ricco catalogo edito da Federico Motta Editore. . |
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LO SPAZIO DELLA SAPIENZA SANTA SOFIA AD ISTANBUL RIMINI, CASTEL SISMONDO, 19 AGOSTO - 11 NOVEMBRE 2007 |
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Rimini, 9 luglio 2007 - Al Meeting del 2003 fu la volta della fortunata esposizione dedicata alla Cappella Sistina, mostra che venne successivamente riproposta al Palazzo del Commissario di Savona, in occasione del Cinquecentenario di papa Giulio Ii Della Rovere, che nella città ligure era nato. Quest´anno, dal 19 agosto all´11 novembre, ad essere indagato sarà un monumento unico nel suo genere, sunto di epoche storiche, di vicende di popoli, di culture e di religioni diverse: Santa Sofia, la basilica imperiale dell´antica Costantinopoli, l´odierna Istanbul. L´esposizione, così com´è nella cifra di queste affascinanti proposte culturali del Meeting, ricrea, all´interno della suggestiva ambientazione di Castel Sismondo a Rimini, l´atmosfera dell´antico tempio, trasformato in moschea dopo la caduta di Costantinopoli in mano ottomana (1453) e ora in museo nazionale. Ripercorre le complesse vicende storiche della basilica bizantina, "madre di tutte le chiese dell´Oriente cristiano", ne descrive gli straordinari apparati decorativi, specie i grandi frammenti musivi superstiti; ma soprattutto cerca di evocare la straordinaria suggestione che il monumento provoca di colpo anche al visitatore più distratto, tanto grande è la bellezza misteriosa di questo multiforme "spazio della Sapienza", eloquente agli occhi e al cuore seppure muto dei canti e dei suoni dell´antica liturgia bizantina. A dar voce allo splendore della solenne liturgia, celebrata per secoli dentro la chiesa che vide l´incoronazione degli imperatori romani fino alla caduta dell´Impero d´Oriente, sta una raffinata selezione di magnifici oggetti di culto di fattura costantinopolitana, prodotti nelle celebri officine del palazzo imperiale di Bisanzio, riuniti a Rimini grazie alla collaborazione di molte istituzioni, dai Musei Vaticani al Tesoro della Basilica di San Marco a Venezia; per dare modo al visitatore di ammirare la qualità assoluta di oreficerie, smalti, avori, mosaici e cristalli che le famiglie imperiale succedutesi sul trono d´Oriente commissionarono nei secoli ai più celebri artigiani del tempo. I volti superstiti dei meravigliosi mosaici che un tempo rivestivano il tempio bizantino, le antiche croci cui si sovrappongono le decorazioni islamiche, l’incredibile profondità degli spazi, rivivono a Rimini grazie ad una campagna fotografica due volte unica: per essere la più recente realizzata e perché frutto del lavoro non di un consueto fotografo d´arte, ma di Franco Pagetti. Abbandonato il glamour della moda nel 1994, Pagetti si è dedicato ai reportages di guerra in Europa, Africa, Asia, Medio Oriente, pubblicati sui più grandi quotidiani e riviste internazionali. Oggi documenta, in esclusiva per la rivista Time, la vita quotidiana e l’ordinaria violenza dell’Iraq cui si è dedicato fin dall’inizio del conflitto. Come Pagetti ha catturato i volti e gli spazi di Santa Sofia, restituendoci l’anima viva dell’antico tempio, così le immagini girate da Massimo Coconi Santoni, operatore dalla lunga esperienza televisiva, colgono il volto odierno di Istanbul, i colori del Bosforo, lo stupore di chi visita oggi Santa Sofia e intuisce da ciò che è rimasto lo splendore abbagliante descritto nelle testimonianze di chi ebbe la fortuna di vedere la basilica nella sua integrità. Opera degli architetti Antemio di Tralle e Isidoro di Mileto, Santa Sofia venne da subito considerata dai bizantini stessi come frutto di un intervento divino: la sua novità deriva dalla combinazione di due tipologie architettoniche, una a pianta centrale, l´altra a pianta basilicale, magistralmente fuse tra di loro dando origine ad un edificio vastissimo, di 70 metri per 75 per lato. Sovrasta l´edificio una cupola grandiosa, di 31 metri di diametro, supportata da quattro archi massicci. All´esterno della costruzione, piuttosto articolato e pesante, corrisponde un interno grandioso, di straordinaria, unica armonia. È quindi facile comprendere l´orgoglio di Giustiniano stesso che pare esclamasse, entrando nella chiesa: "Gloria a Dio che mi ha fatto degno di questo! O Salomone, ti ho superato!". Marmi policromi vennero utilizzati a profusione, a ricoprire l´intera struttura, fin sopra le gallerie. Dalle parti superiori della chiesa e dalla cupola dalle tante finestre scendeva la luce, ad accendere d´oro i mosaici che ornavano la basilica e di cui sono giunti a noi solo alcuni esemplari che si possono ammirare nelle navate laterali e nel nartece. Oggi, la basilica bizantina - madre delle grandi chiese dell´Oriente cristiano, cui si ispirarono architetti d´ogni dove, fino alla grande Rus - è diventata museo, dopo essere stata trasformata in moschea, a partire dalla caduta di Bisanzio in mano ottomana e sino al 1934. Le vicissitudini di cui è stata muta testimone ne fanno un documento culturale unico nella storia del mondo antico e paradigma di grande significato nel crocevia culturale di oggi. Diventato moschea nel 1453, l´edificio venne ricoperto da pesanti strati di intonaco, per nasconderne la decorazione musiva ovviamente ispirata all´Antico e al Nuovo Testamento, oltre che ricca di mosaici raffiguranti membri delle varie famiglie imperiali succedutesi sul trono di Costantinopoli, per lo più ritratti ai fianchi delle immagini di Cristo e della Vergine. Nonostante ciò la sua bellezza architettonica - integralmente apprezzabile ancora oggi - conquistò letteralmente gli occhi e in certo qual modo il cuore dell´architetto del sultano Solimano il Magnifico, Mimar Sinan. Questi, per tutta la sua vita, cercò di riprodurre nelle moschee di Istanbul l´architettura di Santa Sofia, tanto da consegnare la nostra basilica alla storia anche con la definizione di "Madre di tutte le moschee". Con la riduzione della moschea a museo nazionale, nel 1935 ebbero inizio indagini stratigrafiche per verificare quanto si celasse al di sotto degli strati di intonaco. Ci si accorse allora dell´ampiezza della distruzione avvenuta: degli antichi mosaici è rimasto molto poco. Ma quanto pervenutoci - come il volto del Cristo Benedicente riemerso dal buio dei secoli - mantiene intatta tutta la sua bellezza e il suo splendore. Così è avvenuto, ad esempio, anche per l´immagine della Vergine con il Bambino che, nella penombra della chiesa, appare improvvisamente nell´abside, quasi fluttuante nel cielo d´oro del mosaico. Tanto è maestoso e splendido quel poco dell´insieme che è si è ritrovato, da lasciare intuire la grandezza e la maestosità della primitiva bellezza dell´edificio sacro; e stupisce e commuove il fatto che nulla abbia potuto ultimamente distruggere siffatto miracolo. . |
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ETRUSCHI DI VOLTERRA. CAPOLAVORI DA GRANDI MUSEI EUROPEI DOPO DIECI ANNI RITORNA AL PUBBLICO LA FAMOSA TESTA LORENZINI STRAORDINARIO CAPOLAVORO DELL’ARTE ETRUSCA |
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Milano, 9 luglio 2007 - Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si apre la mostra “Etruschi di volterra. Capolavori da grandi musei europei”, che esporrà la famosa testa “Lorenzini” e, per la prima volta insieme, i reperti conservati nei maggiori musei europei e le eccezionali scoperte archeologiche rinvenute negli ultimi venti anni nel vasto territorio toscano di Velathri. Allestita a Volterra, dal 21 luglio 2007 all’8 gennaio 2008, nelle sale di Palazzo dei Priori, la manifestazione riporta all’ammirazione del pubblico, dopo ben dieci anni di assenza, la famosa testa “Lorenzini”, straordinario capolavoro dell’arte etrusca che prende il nome da quello della famiglia che ne è proprietaria. Si tratta di una testa di statua etrusca databile agli inizi del V secolo a. C. (480-460 a. C. ) di dimensioni più grandi del vero. Raffigura probabilmente una divinità, forse Apollo ed è la più antica statua realizzata con marmo apuano che si conosca nell’Etruria Centrale. La mostra presenta dunque una “Volterra fuori Volterra”, proponendo capolavori, molti dei quali poco conosciuti, provenienti da famosi musei europei e da importanti collezioni private. Torneranno a Volterra opere conservate al Louvre, nei musei di Berlino, al Museo del Vaticano, nei musei romani di Villa Giulia e di Villa Albani e nel Museo Archeologico di Firenze. “Volterra - spiega Gabriele Cateni, direttore del Museo Etrusco Guarnacci - è stato uno dei primi luoghi in Italia dove sono avvenute sistematiche ricerche archeologiche dal Xviii secolo in poi. Se ciò ha implicato una precoce e diffusa notorietà della città dal punto di vista della storia antica e dell’archeologia, allo stesso tempo il patrimonio emerso dagli scavi è stato disperso nei principali musei nazionali ed esteri, che lo hanno acquisito tramite il commercio antiquario”. Tra i reperti più prestigiosi e meno noti della mostra, articolata in sei sezioni, spiccano la tomba eneolitica di Montebradoni (dal Museo Pigorini di Roma), l’intera necropoli della Guerruccia (attualmente conservata in parte a Volterra e in parte a Firenze), la stipe di Casa Bianca (dal Museo di Villa Giulia a Roma), la stipe di Bibbona (dal Museo Archeologico di Firenze). Di particolare suggestione saranno le ricostruzioni del santuario dell’Acropoli di Volterra, della Tomba Inghirami e della Tomba a Tholos di Casale Marittimo, in cui verranno ricollocati, nella stessa posizione di quando furono scoperti, i materiali che vi erano conservati. Dai musei di Berlino, torneranno a Volterra gli arredi della tomba dei Calisna Sepu, mentre dal Museo Archeologico di Firenze faranno ritorno i gioielli in oro dalla raffinata decorazione appartenenti alla splendida collezione Annibale Cinci. Verranno inoltre proposti materiali inediti o poco conosciuti, ma di particolare importanza e bellezza, come le statue di Casale Marittimo,accanto ad un tesoretto di monete greche ed etrusche del V secolo a. C. , rinvenuto presso le mura volterrane con vasi, urne e statuette di bronzo. La mostra, che si svolge nell’ambito delle Celebrazioni “Volterra per Enrico Fiumi”, prevede anche un suggestivo collegamento con il Museo Etrusco Guarnacci di Volterra e con l’area archeologica dell’Acropoli etrusca, per far apprezzare ai visitatori le tombe ancora accessibili e i monumenti di quell’epoca, come la Porta all’Arco e l’imponente cinta muraria che tuttora circonda l’abitato. La mostra Etruschi di Volterra. Capolavori da grandi musei europei seguirà il seguente orario: dal 21 luglio al 1 novembre 2007, tutti i giorni, dalle ore 10. 30 alle 18. 30; dal 2 novembre 2007 all’8 gennaio 2008, lunedì - venerdì, dalle 10. 30 alle 15. 30; sabato, domenica e festivi, dalle 10. 30 alle 17. 30. Il 28 luglio e il 1° settembre, in occasione delle Notti Bianche, apertura fino alle ore 2 del mattino. Il Comitato Scientifico della rassegna è composto da Marisa Bonamici, Giovannangelo Camporeale, Gabriele Cateni, Anna Maria Esposito, Adriano Maggiani. Il catalogo della mostra è edito da Federico Motta Editore, Milano. La mostra è promossa da Comune di Volterra, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, con il sostegno di Comitato Volterra Archeologica. Omaggio a Enrico Fiumi, Museo Etrusco Guarnacci, Accademia dei Sepolti, Famiglia Fiumi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Provincia di Pisa, Regione Toscana e il contributo di Cassa di Risparmio di Volterra S. P. A. E Consorzio Turistico di Volterra Valdicecina e Valdera. . |
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L’OFFERTA CULTURALE DEL FESTIVAL: MOSTRE PERMANENTI DI LATINOAMERICANDO |
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Milano, 9 luglio 2007 - Sono incentrate su tematiche attuali e di forte impatto sociale. Cuba è il soggetto di ben due mostre, Cuba Va e Fidel, una Isla, un sueño che raccontano attraverso immagini, foto e contributi multimediali la sua storia e quella di Fidel, proponendo una riflessione sulle sue prospettive future. Ma le mostre del Festival offrono anche un modo per conoscere l´America Latina da prospettive meno stereotipate come nel caso di "Galeria Brasil", percorso fotografico di Ruy Teixeira, molto apprezzato negli Stati Uniti per la capacità di cogliere la vera essenza della vita quotidiana brasiliana. E ancora, la mostra Extra- Voci,volti,visioni che racconta la riuscita integrazione nella realtà italiana di imprenditori immigrati, ponendo l´accento sul loro ruolo nello sviluppo dell´economia. . |
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CHAGALL – MIRó MAGIA, GRAFIA, COLORE A CIVITANOVA MARCHE ALTA (MACERATA) AUDITORIUM SANT’AGOSTINO – PINACOTECA COMUNALE MARCO MORETTI , FINO AL 7 OTTOBRE |
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Milano, 9 luglio 2007 - La mostra “Chagall – Miró. Magia, grafia, colore”, nell’Auditorium Sant’agostino e nella Pinacoteca Comunale Marco Moretti a Civitanova Marche Alta (Macerata), organizzata dal Comune di Civitanova in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta di Milano e con il contributo di Cesare Paciotti, sponsor unico, presenta una selezione raffinatissima ed inedita per l’Italia di opere grafiche di Marc Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint-pul-de-vance, 1985) e Joan Miró (Montroig-barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983) provenienti dalla Fondazione Maeght di Saint-paul-de-vance. Questa importante istituzione sita nei pressi di Nizza, inaugurata nel 1964 per volere e con il sostegno dei coniugi Maeght, è la seconda sede espositiva per l´arte moderna e contemporanea in Francia, dopo il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, e raccoglie opere di artisti del Novecento quali Pierre Bonnard, Georges Braque, Fernand Léger, Marc Chagall, Alberto Giacometti. L’insieme architettonico della Fondazione Maeght è stato concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme ed espressioni. Pittori e scultori hanno collaborato con l’architetto catalano Josep-lluis Sert, creando opere, spesso gigantesche, integrate alla costruzione come alla natura circostante. Il rapporto assolutamente unico tra Miró e l’istituzione francese è molto noto. Per la Fondazione francese Miró ha realizzato l’ambientazione ideale alle proprie opere e ne ha progettate di nuove adattandole agli spazi, come l’arco d’ingresso della Fondazione o lo straordinario “labirinto” di ceramiche monumentali e bronzi. Chagall, che nel 1949 si trasferisce a Vence, iniziando a dedicarsi a nuovi mezzi espressivi (ceramica, scultura, mosaico, vetrata e grafica, soprattutto litografie), per la Fondation ha realizzato un bellissimo e immenso mosaico, Les Amoureux (1964-67), di cui in mostra è esposto l’acquarello preparatorio del 1963-64. Presso Marguerite e Aimé Maeght, Miró e Chagall furono “inventori di forme” e “prestigiatori del colore” - sottolinea il curatore della mostra Dominique Païni nella sua introduzione - “di rado associati in questa prospettiva: lo Chagall mistico e aereo e il Miró tellurico e materialista, trovano qui l’occasione di un dialogo fatto di opposti e somiglianze”. A tal fine il curatore ha selezionato per la mostra numerose opere di Marc Chagall tra cui, oltre all’acquarello appena citato, litografie a colori realizzate negli anni Cinquanta e Sessanta, un Bozzetto per un foulard (gouache su carta) del 1957, uno straordinario Paravento del 1963 composto da 4 litografie originali e un un monotipo realizzato poco prima della sua morte nel 1985. Diverse decine tra acqueforti, acquatinte, litografie a colori di Joan Miró realizzate tra il 1938 e il 1968, fanno da contrappunto al mondo fiabesco di Chagall. Tra esse alcuni cicli significativi come “Serie nera e rossa” (1938) e la “Serie Barcellona” (1944), ma anche litografie colorate di grandi dimensioni come La Conversazione su tela di juta (1969) e La signorina con le farfalle (1971); acqueforti, acquetinte e carborundum come La signorina a dondolo su carta chiffon de Mandeure (1969), Il cosmonauta (1969), Il gufo blasfemo (1975), Galatea Iv su carta Arches (1976), L’aigrette rossa (1976) e L’egiziana (1947). Dominique Païni ha voluto accostare per la prima volta questi due artisti che hanno sperimentato l’arte incisoria in tutte le sue complessità e varianti. Nelle loro opere segno e colore si fondono dando nuovo impeto alla loro produzione artistica. Nel catalano Miró si nota una libertà estrema nell’utilizzo del suo repertorio grafico di linee, segni e macchie da cui emergono lo spirito ludico e tutte le suggestioni e invenzioni derivate dal surrealismo. Marc Chagall inizia a dedicarsi all’opera incisoria a partire dal 1922 e la sua prima produzione (le Anime morte e la Bibbia) è molto conosciuta dal grande pubblico. Negli anni del secondo dopoguerra l’artista incomincia però ad utilizzare il colore, che lo aiuta a trasmettere i suoi pensieri. La città di Parigi (I tetti, 1956 e La Domenica, 1954) con La Torre Eiffel (Torre Eiffel con asino rosso, 1954), La Bastiglia (1954), Il Panthéon (1954), ma anche Il mostro di Notre-dame (1954), gli acrobati (I tre acrobati, 1956) e i clown, Il cavallo bruno (1952), Il gallo rosso (1957), i fiori (Il bouquet verde e viola, 1959) e la luna sono alcuni dei temi delle sue grafiche, esposte in mostra, in cui si nota lo stesso clima onirico e spirituale dei dipinti. La mostra è organizzata dal Comune di Civitanova Marche-assessorato alla Cultura, Azienda Speciale Teatri di Civitanova, Pinacoteca Comunale Marco Moretti, in collaborazione con Regione Marche, Provincia di Macerata, Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, Fondazione Antonio Mazzotta e la Fondazione Maeght. Main sponsor dell’iniziativa è Paciotti Spa Durante tutto il periodo della mostra, negli stessi orari d’apertura, sarà possibile visitare la restaurata ex chiesa di San Francesco e lo Spazio Multimediale San Francesco . |
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ATTESA PER LA MOSTRA ARTE E OMOSESSUALITÀ. DA VON GLOEDEN A PIERRE ET GILLES A MILANO, PALAZZO DELLA RAGIONE |
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Milano, 9 luglio 2007 - La mostra, ideata dall’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Vittorio Sgarbi, in collaborazione con Eugenio Viola e organizzata da Artematica, propone più di 150 artisti per indagare, per la prima volta in Italia in maniera così ampia, le connessioni tra arte e omosessualità nel periodo che dalla nascita della fotografia arriva fino ad oggi, idealmente da Von Gloeden a Pierre et Gilles. La rappresentazione visiva di soggetti strettamente connessi all’omoerotismo è presente nella storia dell’essere umano dalla notte dei tempi, anche se le valenze culturali che esprime e i significati che sottende sono ovviamente il riflesso di contesti storici e socio-culturali particolari. Scene a sfondo omoerotico compaiono nella produzione vascolare dell’antica Grecia e nei bassorilievi persiani, agli albori dell’arte orientale come nella rinascenza italiana e nel barocco; un fil rouge sottile che attraverso cortocircuiti e passaggi fondamentali giunge sino ad oggi, sviluppandosi autonomamente e molto tempo prima dell’elaborazione del moderno concetto di diversità di genere. Ma cosa si dovrebbe intendere esattamente per “arte omoerotica”? Opere create da artisti della cui omosessualità siamo certi e in cui spesso, ma non necessariamente, è riscontrabile qualcosa che rimanda ad un gusto omoerotico? Oppure bisogna prendere in considerazione l’opera di autori che ufficialmente non risultano omosessuali ma le cui creazioni rivelano uno straordinario erotismo che spinge verso questa interpretazione? Partire dall’omosessualità di un artista per l’interpretazione della sua opera presenta una serie di questioni spinosissime. La conoscenza dell’orientamento (omo)sessuale dell’autore in genere allerta circa la possibile presenza di una rappresentazione metaforica dell’omosessualità. Quale rapporto s’instaura tra biografia dell’artista e interpretazione dell’opera? Il criterio di selezione delle opere in mostra non tiene conto di questo rapporto ma si basa sulle caratteristiche specifiche delle singole opere, individuando, oltre le convenzionali identità di genere, un filone tematico all’interno di un comune modo di sentire, di esprimere stati d’animo, attitudini, emozioni, senza alcuna pretesa di definire i canoni di uno “specifico omosessuale” nell’arte. In base a questa logica alcune opere esibiscono un contenuto apertamente omoerotico, mentre in altre questo si esprime in modo latente attraverso codici specifici, simboli, allusioni, allegorie, metafore. Un percorso che dalle fotografie arcadiche del barone von Gloeden ripercorre i territori della fotografia omoerotica, da Herb Ritts e Bruce Weber a Mapplethorpe, da Jack Pierson a Lorca di Corcia, con uno sguardo all’estetica camp di James Bidgood recuperata in anni più recenti da David Lachapelle a Pierre et Gilles. Artisti che operano ormai in un momento storico in cui è possibile affrontare liberamente tematiche gay, lesbiche o transgender, proponendo turbamenti e questioni preponderanti e spesso cruciali per buona parte dell’arte della fine del secolo scorso e dello schiudersi del nuovo millennio. Un percorso per exempla che da Tamara de Lempicka e Carol Rama arriva a David Hockey e Andy Warhol, passando per le peregrinazioni identitarie di Ugo Rondinone, Yasumasa Moritura, Eva &Adele. Un percorso per immagini attraverso l’evoluzione della percezione e la conseguente rappresentazione della diversità esistenziale, mettendo in risalto l’opera dell’ultima generazione di artisti che utilizzano l’amore omoerotico come espediente per mettere in questione sovrastrutture di razza, desiderio, genere e identità sessuale, e di abbattere le convenzionali distinzioni tra arte, erotismo e pornografia. . |
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PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE 2007-2008 DEL TEATRO FILODRAMMATICI: T.R.A.M.P. TEATRO RESISTENTE AI MOMENTI PEGGIORI |
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Milano, 9 luglio 2007 - Trentotto anni di attività rappresentano un traguardo importante, sicuramente inusuale in un settore complesso e difficile come quello teatrale. Se poi i trentotto anni sono stati interamenti svolti nella stessa città e nello stesso luogo si ravvisano gli estremi di un vero e proprio primato se da non da “guinness”, perlomeno da catalogo delle identità eccellenti cittadine, se ci fosse. Andare via - perché questa è la notizia! - o meglio essere costretti ad andare via dopo tutto questo tempo per decisioni, probabilmente ineccepibili sul piano formale, ma non nostre e non condivise, non è faccenda da prendere a cuor leggero. E infatti non lo è! Ed allora ecco il rilancio. Al grande tavolo delle scommesse culturali di questa città e della sua area metropolitana continuiamo ad esserci, a giocare il nostro ruolo – per almeno altri trentotto anni! - senza perdere nemmeno un briciolo della nostra identità, della nostra passione e del nostro cuore, magari un po’ rattoppato, ma resistente. Vagabondi, ma resistenti. Come non pensare alla maschera di Chaplin “the tramp”, il vagabondo? In questo vagabondare, meno male, abbiamo incontrato molti amici. Intanto le Istituzioni, dal Ministero delle Attività Culturali che ci ha confermato come Teatro Stabile di Innovazione, al Comune di Milano, assessorato alla cultura, con cui siamo convenzionati dalla primissima ora, alla Regione Lombardia che ci ha inserito tra i teatri stabili convenzionati, alla Provincia di Milano che ha iniziato a sostenere la nostra presenza nell’area metropolitana, al Comune di Sesto San Giovanni che ci ha concesso l’utilizzo di uno spazio straordinario, all’assessorato Sport e Tempo Libero, sempre del Comune di Milano, che accoglie e sostiene parte della nostra programmazione alla Fabbrica del Vapore. Grazie! Il pubblico, nostro e non nostro, che continua a stupirci per presenza ed affetto e che dimostra di avere voglia di seguirci in tutte le tappe e le digressioni del nostro concitato percorso. Grazie, 40. 000 volte grazie. I giornali, le televisioni, le radio, che accompagnano i nostri sforzi dedicandoci, pagine, parole ed immagini. Grazie! In questo vagabondare abbiamo anche trovato molti compagni di strada – qualcuno di fuga - con i quali costruire una Stagione Teatrale, intricata ed intrigante, ricca di spunti e carica di sorprese ed interamente dedicata alla contemporaneità per temi, linguaggi, contenuti. Un cartellone, o meglio, uno spettacolo lungo un anno – come ci piace pensare - il cui “filo” si dipana in quattro luoghi diversi: il teatro Filodrammatici, lo Spazio Mil, la Fabbrica del Vapore e il Campus Universitario della Bovisa. Proviamo a raccogliere questo “filo”. In ordine sparso. Intanto, ci piace ragionare per progetti, o meglio, pensieri teatrali più profondi ed articolati. Ciao Novecento Continuiamo il nostro sguardo sul secolo scorso, dopo le precedenti stagioni e il “cantiere novecento” con i quali abbiamo focalizzato l’opera di autori straordinari (Pinter, O’neill, Tabucchi), avviamo una proposta triennale sulle idee e le ideologie di massa del cosiddetto secolo breve. Protagonista di questa prima tappa sarà il comunismo con due spettacoli particolari. Nel primo - Marx A Milano – l’autore americano antimilitarista Howard Zinn fa tornare il filosofo sulla terra a raccontarci da un bar la “sua” versione dei fatti, nell’altro Antonio Pennacchi, scrittore iconoclasta, ex operaio ed ex attivista espulso dal Pci, nel suo L’autobus Di Stalin racconta l’epopea dell’Unione Sovietica tra luci, ombre e ragion di stato. Il dibattito è gradito. L’impegno Di Ulderico Pesce . E’ diventato un vero e proprio “caso” teatrale, grazie al suo impegno civile ed al suo linguaggio popolare e poetico con il quale ci illumina sulle molte zone d’ombra del nostro presente, tra speculazioni, malaffare e danni per l’ambiente e le coscienze. Con Storie Di Scorie e Asso Di Monnezza il sipario è aperto sulla cattiva gestione dello smaltimento dei rifiuti e dei materiali tossici nel nostro paese e le connivenze tra certo potere politico e certi grandi affari, poco chiari. Andare, Camminare, Lavorare. Abbiamo preso a prestito il titolo ed il ritornello di una straordinaria canzone del grande e compianto Piero Ciampi. Uomini e fabbriche, anche in omaggio allo Spazio Mil, ex Breda di Sesto san Giovanni, per non dimenticare chi, prima di noi, abitava questi luoghi, la loro fatica, le loro speranze e le loro sconfitte. Con un titolo dai sapori western, A Est Del Fiume Lambro, raccontiamo l’epopea a volte tragica e a volte comica dei tanti “cipputi”, con Avanti Pop i Tetes De Bois, a bordo del loro vecchio camion tra musica e parole, viaggiano e ci accompagnano alla ricerca di storie di dignità calpestata, lotta, ingiustizia e riscatto. Vite Fuggite . E’ un percorso all’interno della condizione, della cultura e della lingua di coloro che la sorte o una scelta diversa li porta lontano dal proprio paese in cerca di una nuova vita. Bertolt Brecht è il suo Dialoghi Di Profughi, Claudio Magris e il suo L’infinito Viaggiare riletto da Mimmo Sorrentino con una compagnia di adolescenti extra comunitari e il viaggio teatrale e musicale di Penelope E’ Partita a cura di Silvano Piccardi costruiscono gli appuntamenti che si concluderanno con il concerto dell’Orchestra Di Piazza Vittorio, un vero e proprio fenomeno musicale interetnico che riscuote un grande successo in tutta Europa. Ma in questo vagabondare con molte mete, di incontri ne faremo tanti altri. In ordine ancora più sparso. Di Marx ne incontreremo un altro a grande richiesta. E’ quello con i baffoni, gli occhiali e il sigaro di Chiamatemi Groucho. Un ritorno. Come lo è Sonata A Kreutzer, Tolstoj e Beethoven, per un dramma familiare interpretato da Gian Carlo Dettori e da due straordinari musicisti. Mentre sarà la prima volta al Teatro Filodrammatici per Paolo Villaggio con Serata D’addio , un suo excursus tra grandi monologhi e grandi autori. Prima volta anche per Eugenio Finardi, ma questa è una prima volta in assoluto per un suo progetto teatrale, a cui manca ancora un titolo, ma non le premesse di un grande successo. Come sappiamo sarà anche per La Bottega Del Caffe’, la nostra produzione più impegnativa che debutterà nel prestigioso cartellone della Biennale Teatro di Venezia per poi approdare a Gennaio al Teatro Filodrammatici. La fonte sono i testi di Carlo Goldoni e Rainer Werner Fassbinder, l’idea e la drammaturgia sono di Paolo Giorgio e Tiziano Turci che guideranno una compagnia di giovani attori. Di forte impatto emozionale L’innocente Colpevole, interpretato da Eugenio Allegri. L’autrice è Lucia Grosso, prima avvocato, poi avvocato-scrittrice, infine solo scrittrice, che, in questo suo debutto assoluto, anche come regista, ci ha voluto subito colpire alla pancia ed al cervello abbattendo quel labile confine tra colpa e innocenza, purezza e peccato. Il debutto è ad Astiteatro, la produzione è in collaborazione con il Festival ed il Comune di Vercelli e la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli. Allo Spazio Mil sarà nel mese di Maggio con attività collaterali e incontri sul tema della giustizia. Debutterà in un altro prestigioso scenario come il Mittelfest di Cividale del Friuli un’altra nostra produzione dalle dinamiche assolutamente non convenzionali. Il titolo Slum, richiama le bidonville africane, ma in effetti è uno pretesto per uno sguardo su tutto il sud del mondo, a partire dal nostro. In scena Milvia Marigliano, anche regista e il Parto delle Nuvole Pesanti, quindi musica e teatro per uno spettacolo di grandi emozioni e vitalità, curato da Piefrancesco Majorino. Ancora una produzione dedicata al tempo presente è quella che vede la messa in scena di Occidente un testo del drammaturgo francese Rémi De Vos per la regia di Silvye Busnel ed il sostegno dell’ufficio culturale dell’Ambasciata di Francia. Il tema è il linguaggio e la difficoltà di capirsi. Appuntamenti sui confronti e gli scontri culturali e linguistici nel nostro paese. Nel primo Il Ritorno di Sergio Pierattini e la regia di Veronica Cruciani si affronta un dramma di una famiglia in preda alle incomprensioni del mondo della piccola edilizia lombarda coinvolgendo In modo drammatico il problema degli immigrati. Nnord è invece l’omaggio di Roberto Latini al grande Leo De Berardinis ed al suo straordinario spettacolo Sudd della fine degli anni Settanta. Teatro di lingue e radici, ma anche un’esplorazione antropologica. Tematica del linguaggio che sta alla base anche della rilettura su Le Intellettuali di Molière che Arturo Cirillo, premio Ubu per la regia, costruisce per la sua bravissima compagnia del Teatro Nuovo di Napoli. Gradito ritorno della Compagnia Dionisi e della loro Opera Notte, viaggio acido e allucinato sotto una luna chiaroscura. Ancora due ospitalità. Con Un Banale Incidente di Roberto Lerici, torna al teatro Filodrammatici un attore di grande spessore e scelte coraggiose come Massimo De Rossi. Con I Giusti di Camus continua la nostra collaborazione con Carmelo Rifici, giovane regista emergente che nella passata stagione ha firmato per noi Lunga Giornata Verso La Notte di O’neill. Il testo di Camus, lucida analisi sul terrorismo, molto poco rappresentato sarà realizzato in forma itinerante allo Spazio Mil. Così come sarà itinerante il nostro ultimo appuntamento Paradosso Station che sarà costruito all’interno del Campus della Bovisa in collaborazione con il Politecnico di Milano e la Facoltà di Design. Un viaggio tra le parole e le immagini delle verità capovolte che metterà insieme attori, musicisti e studenti. Vapori Zero Otto alla Fabbrica del Vapore Per il terzo anno consecutivo prosegue la rassegna dedicata al “nuovo” e realizzata alla Fabbrica Del Vapore. Vapori Zero Otto farà ancora una volta il punto sullo “stato delle cose” della scena contemporanea con molti appuntamenti ancora da definire in attesa di alcune verifiche. Sarà presente sicuramente il Teatro Del Lemming con Nekyia, ovvero la Divina Commedia per 17 spettatori, chiamati ad un viaggio emozionale e sensoriale. Sarà presente il teatro di Massimiliano Civica con Farsa con Andrea Cambi ed il cantautore livornese Bobo Rondelli, protagonisti atipici per uno spettacolo non catalogabile. Sarà presente Mario Cei con il suo non convenzionale omaggio a Prévert. Sarà presente Giulio Cavalli con lo spettacolo Linate: 8 ottobre 2001, teatro inchiesta sulle ombre di una tragedia non ancora chiarita e sicuramente evitabile. 33 Spettacoli per oltre 350 serate, questi sono i numeri di questa lunga stagione teatrale 2007/2008. Moltissimi appuntamenti, quindi, con altri che verranno sviluppati in seguito come il progetto scuole – università, le rassegne cinematografiche e le altre attività collaterali. 38, per concludere. Resta il problema dell’abbandono del Teatro Filodrammatici, di un trasloco non facile, in tutti i sensi. Abbiamo pensato di farlo a modo nostro. Con uno spettacolo teatrale, o quasi. Si chiamerà 38, ma non aggiungiamo di più. 38, come gli anni del Teatro Filodrammatici, che, poco prima del “congedo”, saranno festeggiati come meritano, insieme al nostro pubblico, che sarà invitato a brindare e a “traslocare” tra le schegge e i ricordi di una storia importante. La Stagione 2007 – 2008 E’ Dedicata Ad Emergency Fedeli all’idea che chiunque abbia la fortuna di avere a disposizione uno spazio “pubblico” piccolo o grande che sia, è giusto, probabilmente doveroso, che, questa fortuna, la condivida con chi dedica la sua vita alla solidarietà. Noi da anni lo facciamo in maniera concreta, devolvendo una parte dei nostri incassi e la più visibilità possibile ad associazioni no-profit nei diversi campi. Una stagione, come questa, dichiaratamente “resistente” non poteva non incontrare Gino e Teresa Strada ed Emergency non solo per i loro importanti e, purtroppo, sempre più frequenti progetti per offrire assistenza medica alle vittime civili di guerra, ma anche e soprattutto per la loro caparbietà nel volere una cultura di solidarietà, di pace e di rispetto dei diritti umani. . |
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DEBUTTA A BOLOGNA IL 26 OTTOBRE 2007 PER POI TOCCARE ROMA, FIRENZE E MILANO IL NUOVO TOUR DI APASSIONATA. |
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Milano, 9 luglio 2007 - Dopo i successi della scorsa stagione con quasi 2 milioni di spettatori, torna in Italia con uno show totalmente rinnovato Apassionata, il più grande galà equestre d’Europa. Il nuovo spettacolo, intitolato “Four Seasons”, dopo aver debuttato in Italia, toccherà nuovamente le maggiori capitali europee. “Four Seasons” è dedicato alle stagioni dell’anno con una serie di quadri collegati tra loro dalle sinuose coreografie create dai cavalli. Si susseguiranno il clima di festoso risveglio della primavera, quello caldo e passionale di una notte d’estate, quello turbolento dell’irrompere dell’autunno ed infine quello ricco di poesia di un paesaggio invernale. Valorosi cavalieri, quaranta affascinanti destrieri e due asini, permetteranno a “Four Seasons” di accompagnare gli spettatori lungo un affascinante ed emozionante viaggio dell’ideale durata di un anno solare. Attraverso il poetico avvicendarsi delle stagioni, il nuovo show affiderà la propria carica emotiva alle eccellenti doti di chi interpreta l’arte equestre e agli spettacolari elementi visivi creati con giochi di luce, straordinari effetti speciali e suntuosi costumi di scena. Giovani e nobili stalloni carthusiani galopperanno selvaggiamente attraverso l’arena in assoluta libertà, imponenti frisoni si muoveranno eleganti con perfetta destrezza mentre alcuni impavidi cavalieri eseguiranno acrobazie mozzafiato. Sarà la travolgente voce di Arndis Halla, cantante lirica islandese, ad accompagnare i momenti salienti dello spettacolo mentre fantasiosi effetti speciali (come le fontane d’acqua e i fiocchi di neve) contribuiranno a creare momenti indimenticabili in ciascuna coreografia e in ogni stagione rappresentata. Partecipano al programma italiano di Apassionata grandi cavallerizzi di fama internazionale che coltivano con orgoglio le tradizioni equestri dei loro paesi. “Four Seasons” è uno spettacolo avvincente e allo stesso tempo poetico, in cui il pubblico ha l’occasione di conoscere e apprezzare le più rinomate razze di cavalli che daranno mostra della loro eccezionale destrezza, resa ancora più impeccabile dai loro valorosi cavalieri che li addestrano con grande maestria. “Four Seasons” è uno spettacolo che sarà apprezzato dagli appassionati di cavalli e che affascinerà tutta la famiglia, adulti e soprattutto bambini. Www. Apassionata. It . |
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FVG SI CANDIDA A I ED. "YOUTH OLYMPIC GAMES" |
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Trieste, 9 luglio 2007 - Il Comitato olimpico internazionale, presieduto da Jacques Rogge, ha sancito ufficialmente nella giornata di ieri a Guatemala City l´avvio dal 2010 degli "Youth Olympic Summer Games" (seguiti, due anni più tardi, nel 2012, dall´edizione invernale), riservati agli atleti di tutto il mondo dai 14 ai 18 anni d´età. Ed il Friuli Venezia Giulia, ha dichiarato il 6 luglio l´assessore regionale allo Sport Roberto Antonaz, intende presentare la sua candidatura all´edizione inaugurale di questa rassegna olimpica, dedicata ai più giovani, alla quale è prevista la partecipazione di ben 3. 200 atleti. "Forti del successo ottenuto da Lignano Sabbiadoro e dal Friuli Venezia Giulia con l´organizzazione dell´ottava edizione delle Gare olimpiche della Gioventù Europea nell´estate 2005 (manifestazione posta sotto l´egida dei Comitati olimpici europei e che gode del patrocinio del Cio), candidiamo dunque la regione - ha sottolineato Antonaz - puntando sul ricco patrimonio di infrastrutture sportive del comprensorio di Lignano, ad ospitare quella che è destinata a divenire, dopo le Olimpiadi, la più grande manifestazione sportiva promossa dal movimento olimpico internazionale". Per questo motivo, in una delle prossime riunioni della Giunta regionale (dopo la necessaria verifica delle prescrizioni indicate dal Cio) sarà ufficialmente deliberata la candidatura del Friuli Venezia Giulia, ha annunciato l´assessore. I tempi infatti sono "stretti". Come infatti confermato ieri dal Cio già da ora si possono presentare le candidature (il dossier olimpico parla della candidatura di una città o di una regione) ed è previsto che entro dicembre una Commissione di valutazione del Cio effettui dei sopralluoghi nelle località candidate - eventualmente preselezionate - mentre tra gennaio e febbraio il Comitato olimpico internazionale designerà la sede dell´edizione inaugurale degli Youth Olympic Games. Per il dossier di candidatura (già pubblicato sul sito Internet ufficiale del Cio), fa rilevare l´assessore Antonaz che ricorda la visita del presidente Rogge di tre anni fa in regione, sono state utilizzate alcune delle fotografie scattate in occasione delle Gare di "Lignano Sabbiadoro 2005": "speriamo - osserva - siano di buon auspicio per la candidatura del Friuli Venezia Giulia". . |
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SOCHI SI AGGIUDICA LE OLIMPIADI INVERNALI DEL 2014 |
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Mosca, 9 luglio 2007 - Il Comitato olimpico internazionale ha scelto Sochi come città ospitante dei Giochi olimpici invernali del 2014. La presentazione della città è stata fatta in Guatemala dal Presidente russo Vladimir Putin. La Russia ha sconfitto l’altra candidata Corea, nonostante Sochi non abbia ancora avviato la costruzione delle strutture sportive. Il Paese spenderà 12 mld $ per lo sviluppo delle infrastrutture; Putin ha assicurato che verrà prestata molta attenzione ai temi dell’ambiente e della sicurezza. . |
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