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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Novembre 2007
GIORNATA «PORTE APERTE» DELL´ISTITUTO SINDACALE EUROPEO PER LA RICERCA, L´ISTRUZIONE, LA SALUTE E LA SICUREZZA  
 
 Bruxelles, 21 novembre 2007 - Il 5 dicembre l´Istituto sindacale europeo di ricerca, istruzione e salute & sicurezza (Etui-rehs) terrà a Bruxelles (Belgio) una giornata «Porte aperte» per presentare la nuova organizzazione del suo rinnovato centro di documentazione. Il centro di documentazione dovrà divenire il fulcro della ricerca e dell´informazione su relazioni industriali, questioni socioeconomiche e salute e sicurezza occupazionale a livello europeo e internazionale. Il nuovo centro risulterà migliore in termini di dimensioni, attrattiva e comfort. .  
   
   
DIRETTIVE ANTICIPATE: PROPOSTA LA DELEGA PER LA PROPRIA SORTE DURANTE LA GIORNATA CONCLUSIVA DEL XIV CONGRESSO NAZIONALE (PERUGIA, 13-16 NOVEMBRE 2007), LA SOCIETÀ ITALIANA PER LE CURE PALLIATIVE PRESENTA IL SUO PRIMO DOCUMENTO UFFICIALE SULLE DIRETTIVE ANTICIPATE PER CONCRETIZZARE AL PIÙ PRESTO UNA LEGISLAZIONE CHE TUTELI LE SCELTE DEI MALATI NELLE FASI AVANZATE DELLA MALATTIA.  
 
Perugia, 21 novembre 2007 - Una Legge per le Direttive Anticipate - Andare oltre il consenso informato e approvare una legge per le Direttive Anticipate. La giornata conclusiva del Xiv Congresso della Società italiana per le Cure Palliative (che ha visto riuniti a Perugia 1500 tra medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti e volontari appartenenti al mondo delle cure palliative) è dedicata proprio a questa richiesta rivolta alle Istituzioni ma con una proposta concreta che si basa su due pilastri: La Direttiva di Istruzioni e la Direttiva di Delega. “I casi di Welby e ultimamente della famiglia Englaro sottolineano un vuoto legislativo da colmare al più presto. I dibattiti che si scatenano, di tipo medico, etico e culturale, non possono portare a nessun risultato soddisfacente perché riguardano una persona che non ha voce per dare la sua opinione. Una voce che più di ogni altra conta” spiega Furio Zucco, Presidente uscente della Società Italiana Cure Palliative; Direttore Unità di Cure Palliative, Hospice e Ospedalizzazione domiciliare, Azienda Ospedaliera ‘G. Salvini’, Garbagnate, Milano. “La nostra proposta, frutto di una lunga esperienza a contatto con pazienti al termine della loro vita e con le loro famiglie, vuole concedere a ogni cittadino italiano, che si possa trovare un giorno o l’altro in quelle condizioni per grave trauma o malattia, la possibilità di avere fiato, anche quando il fisico non c’è più, per gridare le proprie volontà o in modo che ci sia una persona di fiducia, non necessariamente un familiare, che lo possa fare al suo posto”. La Sicp ha, infatti, approvato il suo primo documento ufficiale sulle Direttive Anticipate (Da; denominazione comune in letteratura) o Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (Dat; termine adottato dal Comitato Nazionale per la Bioetica nel 2003) distinguendo tra Direttive di Istruzione e di Delega che rappresentano l’una il completamento dell’altra. Il Documento, presentato in Commissione Igiene e Sanità del Senato, presieduta da Ignazio Marino, approfondisce la tematica soprattutto nel caso di persone affette da malattie in fase avanzata ed evolutiva, nel settore delle cure palliative. La Direttiva di Istruzioni contiene le preferenze delle persone circa le alternative terapeutiche possibili nel caso si trovassero in alcune delle situazioni cliniche più frequenti e più gravi. In essa sono espresse le opinioni relativamente alle procedure assistenziali più invasive ed onerose (interventi chirurgici d’urgenza, terapie rianimatorie e di sostegno vitale, emotrasfusioni) che potrebbero essere iniziate in alcune situazioni cliniche caratterizzate da assenza di cure efficaci per la guarigione, e prognosi definibile breve (circa 3 mesi). “Possono anche essere prese in considerazione forme di assistenza palliative che hanno per scopo il miglioramento della qualità della vita, come l’opportunità di essere sottoposto a terapia sedativa con alte dosi di oppiacei e sedativi” aggiunge Zucco. La Direttiva di Delega contiene, invece, l’indicazione di una persona di fiducia che il malato sceglie perché prenda le future decisioni in sua vece, quando lui stesso non fosse più in grado di farlo perché divenuto mentalmente incapace. “E’ un fiduciario, nel senso di una persona di cui il malato si fida completamente, che può essere la moglie/marito, un figlio, ma anche un amico, una persona estranea alla famiglia che conosce bene i valori e le preferenze del malato e che, pertanto, s’impegna a far rispettare le sue volontà o a decidere nel modo più simile a come avrebbe deciso il malato stesso”, sottolinea Zucco. Gli obiettivi principali delle Da/dat sono quindi riassumibili in: 1) avvicinare quanto più possibile le future cure sanitarie alle volontà del malato; 2) ridurre il rischio di trattamenti in difetto o in eccesso (under/over treatment); 3) ridurre il peso emotivo delle decisioni che altrimenti graverebbero sui familiari; 4) prevenire conflitti decisionali fra i familiari o fra questi ed i curanti. I Dieci Principi Cardine Per L’implementazione Delle Direttive Anticipate Nel Malato Terminale - I principi teorici ed elementi fattuali con un valore etico sostanziali che il legislatore deve rispettare nel formulare il dettato normativo e che si possono realizzare compiutamente, solo con il supporto assistenziale, continuativo e multidisciplinare proposto dalle Cure Palliative. 1. Valorizzazione dell’autonomia del malato anche nelle situazioni di terminalità Nel testo di legge dovrà essere ribadito che ogni trattamento sanitario, a parte gli obblighi normativi esistenti, è legalmente, eticamente e deontologicamente lecito solo se praticato con il consenso informato del malato o dei suoi legali rappresentanti; analogamente, va sancito che il malato ha il pieno diritto di rifiutare ogni trattamento, anche quelli di supporto vitale; la giustificazione etica di tale rifiuto si fonda sul rispetto del principio di autonomia e del criterio di proporzionalità; 2. Semplificazione burocratica nella formalizzazione delle Da/dat in situazioni di terminalità Per permettere un’estesa ed efficace implementazione delle Da/dat è necessario ridurre al minimo indispensabile le procedure burocratiche per la loro formalizzazione, senza l’obbligo di coinvolgere altri soggetti istituzionali (es. Direzione sanitaria, notaio, registro nazionale); 3. Validità delle Da/dat nelle situazioni di urgenza/emergenza Nel testo di legge va sottolineato il perdurare del valore delle Da/dat soprattutto nelle situazioni di urgenza, ove è massimo il pericolo che esse siano ignorate nella concitazione conseguente ad aggravamenti improvvisi. Infatti, benché questi siano previsti e prevedibili, il rifiuto del malato di interventi da lui giudicati come ‘eccessivi’, rischia di essere ignorato dalla applicazione standardizzata di procedure diagnostico-terapeutiche che possono peggiorare la qualità del morire; 4. Valutazione dell’incapacità mentale E’ importante che tale valutazione sia fatta dal medico curante, e opportunamente documentata poiché la letteratura in merito è concorde che la valutazione della capacità naturale rientra, di norma, nelle competenze del medico curante senza prevedere l’obbligo di consulenze specialistiche; 5. Revoca delle Da/dat La formalizzazione della revoca, (esprimibile sia in forma orale che scritta) deve avvenire semplificando al massimo le procedure burocratiche e amministrative. 6. Validità delle decisioni del fiduciario Per una realistica implementazione delle Da/dat nella pratica clinica, si deve prevedere che, al verificarsi delle condizioni di incapacità, sia automaticamente riconosciuta un’immediata validità alle decisioni prese dal fiduciario, senza necessità di alcuna notifica all’autorità giudiziaria; 7. Valore delle Da/dat La formulazione della legge deve garantire il massimo rispetto delle volontà pregresse del malato; 8. Responsabilità penale e civile dei sanitari Il testo di legge deve sancire la completa esenzione da ogni responsabilità penale e civile per il medico e l’équipe sanitaria che rispettino il rifiuto di trattamenti terapeutici disposto dal malato attraverso una Da/dat, anche qualora ne derivasse un danno per la salute e per la vita residue; 9. Accesso alla Rete di Cure Palliative L’accesso ai servizi della Rete di Cure Palliative (assistenza domiciliare, ospedaliera ed in Hospice) non deve essere condizionato dalla presenza o assenza di Da/dat. Per rispetto dei principi etici di giustizia e di autonomia, il malato deve poter usufruire di tali servizi indipendentemente dall’aver formulato o meno delle Da/dat 10. Cure Palliative e Da/dat La Sicp considera importante che i principi che rendano possibile la espressione e la messa in atto di Da/dat siano parte di una più ampia riflessione sulla terminalità e sulle modalità più appropriate di prendersi cura del malato inguaribile in fase avanzata di malattia, secondo i principi ispiratori ed i criteri operativi propri delle Cure Palliative. .  
   
   
PRIMA TAVOLA ROTONDA ITALIANA MULTIDISCIPLINARE SULLA MALATTIA DI POMPE A UN ANNO DALLO SVILUPPO DI UN NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO PER QUESTA RARA MALATTIA I MASSIMI ESPERTI SI RIUNISCONO PER FORNIRE AL MONDO MEDICO INDICAZIONI PER LA GESTIONE DEL PAZIENTE  
 
 Pavia, 21 novembre 2007 – Una rara patologia ereditaria progressiva, multisistemica dovuta a un deficit metabolico: stiamo parlando della Malattia di Pompe - anche conosciuta con il nome di Glicogenosi di Tipo Ii - che colpisce 1 individuo su 40. 000 e conduce a una progressiva regressione funzionale della muscolatura, con particolare compromissione di quella scheletrica e del comparto respiratorio, con conseguenze invalidanti e, talvolta, fatali se non diagnosticata in tempo e trattata correttamente. Da circa un anno è disponibile nel nostro Paese una terapia specifica che sostituisce l’enzima mancante e che, se somministrata precocemente, è in grado di modificare il decorso naturale della malattia e di rallentarne la progressione. Di Malattia di Pompe, inquadramento diagnostico, monitoraggio clinico e approccio terapeutico si parlerà il prossimo 21 novembre a Pavia presso l’Irccs “Fondazione C. Mondino”. La Tavola Rotonda organizzata dall’Istituto Neurologico Casimiro Mondino in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università di Pavia e con il coordinamento del Professor Arrigo Moglia e della Dottoressa Tiziana Mongini, rappresenta, in Italia, il primo appuntamento multidisciplinare su questa rara malattia e fornirà a neurologi, pediatri, pneumologi e altri specialisti una risposta sulla gestione del paziente, dalla diagnosi al monitoraggio post terapia. “Per chi si occupa di malattie neuromuscolari, la disponibilità di un farmaco facilmente utilizzabile in grado di cambiare realmente il decorso di una malattia geneticamente determinata così invalidante rappresenta una novità assoluta e entusiasmante – ha dichiarato la Dottoressa Tiziana Mongini, uno dei coordinatori della Tavola Rotonda e Presidente dell’Associazione Italiana Miologia, da anni punto di riferimento per pazienti e famiglie colpiti da Malattie Neuromuscolari - Possiamo finalmente offrire ai nostri assistiti una possibilità concreta, che deve comunque essere sempre associata a una presa in carico completa della persona. Il lavoro di squadra degli specialisti che si occupano di questa rara patologia è fondamentale per la condivisione delle esperienze, per affrontare i problemi non ancora completamente risolti e dare fiducia ai pazienti che affrontano questo nuovo percorso. In Italia il gruppo di lavoro ha iniziato a operare di fatto da quasi due anni; questo incontro rappresenta un’importante occasione per dare risalto ai risultati fino ad ora ottenuti, e soprattutto per sensibilizzare l’attenzione delle istituzioni sanitarie pubbliche su quanto sia importante il loro ruolo a fianco dei medici e dei pazienti nella gestione di patologie e terapie così complesse”. "La possibilità terapeutica finalmente introdotta ha sicuramente rivoluzionato l´approccio a questa malattia bloccandone l´evoluzione nei casi più gravi (follow-up ad 1 anno) e apportando consistenti miglioramenti nei casi meno compromessi – ha aggiunto il Professor Arrigo Moglia, Direttore del dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università di Pavia - Gli elevati costi della terapia enzimatica hanno però sollevato problematiche non indifferenti nelle varie Asl di appartenenza dei pazienti (non in quella di Pavia, molto collaborativa da questo punto di vista). Questo punto sarà sicuramente risolvibile con un mirato intervento delle Società Scientifiche che dovranno stabilire tempi, modi e linee guida di approccio alla terapia " .  
   
   
POLMONI A RISCHIO PER I BAMBINI PREMATURI CONTROLLARE IL “RESPIRO” FIN DALLA NASCITA LA DISPLASIA BRONCOPOLMONARE È FREQUENTE FRA I NEONATI PRETERMINE (CIRCA 40.000 OGNI ANNO NEL NOSTRO PAESE) E PUÒ ORIGINARE UNA RIDOTTA FUNZIONALITÀ RESPIRATORIA NELL’ETÀ ADULTA.  
 
 Padova, 21 novembre 2007 - Monitorare fin dalla nascita i problemi respiratori dei bambini prematuri può permettere di ridurre le complicanze polmonari in età adulta. La displasia broncopolmonare (Bpd), è infatti una fra le più frequenti malattie che colpiscono chi nasce pretermine: in Italia circa 40. 000 casi all’anno. Questa patologia presenta pesanti ripercussioni sulla qualità della vita come disturbi respiratori ricorrenti, scarsa crescita, infezioni polmonari, difficoltà di inserimento in comunità. Sintomi simili all’asma che però per fortuna in genere regrediscono con il tempo: verso l’età scolare molti bambini conducono una vita normale. L’ospedale Pediatrico di Padova è ai vertici della ricerca mondiale su questa patologia ed è impegnato da oltre 15 anni nel follow-up respiratorio dei bambini nati pretermine e seguiti fino all’adolescenza: si tratta dell’unico esempio finora presente in letteratura su prematuri seguiti negli anni con prove di funzionalità respiratoria, già a partire dai primi giorni di vita. “Il nostro studio ha riepilogato le attuali conoscenze sulla genesi della malattia, la sua espressione clinica in età pediatrica e il possibile impatto a lungo termine, in età adulta – commenta il prof. Eugenio Baraldi, Professore Associato di Pediatria all’Università degli Studi di Padova, autore della review -. Il nostro obiettivo è capire come intervenire per ridurre l’impatto a lungo termine della malattia. La Bpd infatti non può più essere considerata solo un problema pediatrico. Oggi per fortuna molti bambini prematuri arrivano all’età adulta, ed altri nati ad età gestazionali sempre più basse vi arriveranno nei prossimi anni. Per questo è importante che non solo i pediatri ma anche medici di famiglia e pneumologi inizino a prendersi cura di questi pazienti”. L’articolo di revisione è pubblicato sul numero di novembre del New England Journal of Medicine, una delle più prestigiose riviste internazionali. La nascita prematura è uno dei principali problemi sanitari nei paesi industrializzati. I bambini a maggior rischio di complicanze legate alla prematurità sono quelli nati prima della 30a settimana di gestazione (prima del 7° mese) o con peso inferiore ai 1500 g. Una condizione che riguarda fino all’1. 5% dei neonati nei paesi occidentali. “ Fortunatamente grazie al costante miglioramento delle cure oggi anche i neonati più immaturi sopravvivono sempre più spesso – afferma il dr. Marco Filippone, Dirigente Medico dell’Azienda Ospedaliera di Padova, coautore dello studio -. Sono però emerse alcune patologie croniche che rappresentano una sorta di “conseguenza” della prematurità. Tra queste, una delle più importanti è la displasia broncopolmonare (Bpd), descritta per la prima volta nel 1967. La Bpd è la più precoce di tutte le malattie respiratorie croniche, che, in alcuni casi, può protrarsi anche in età adulta”. Tra i fattori che possono alterare il corretto sviluppo del polmone, oltre a fenomeni infiammatori, infettivi e a carenze nutrizionali ci anche alcuni interventi medici necessari per garantire la sopravvivenza, come la somministrazione di ossigeno e la ventilazione meccanica. La Bpd è una malattia emersa solo in epoca relativamente recente e quindi non esistono ancora dati sull’andamento nel tempo della funzionalità respiratoria oltre i 18-19 anni. Sembra però che molti pazienti abbiano una buona prognosi respiratoria a lungo termine ma una minoranza presenta una limitazione della funzionalità respiratoria particolarmente importante, rilevabile già in età pediatrica. “Questi pazienti sono a maggior rischio di sviluppare una forma di patologia respiratoria cronica ostruttiva che potrebbe diventare sintomatica con l’avanzare dell’età – conclude il prof. Baraldi -. Un programma di follow-up strutturato in modo da riconoscere tempestivamente gli individui con maggior limitazione funzionale, promuovere l’astensione dal fumo di sigaretta ed evitare l’esposizione a fattori nocivi per il sistema respiratorio potrebbe aiutare a limitare l’impatto della malattia sulla salute respiratoria a lungo termine”. .  
   
   
PARATORMONE, QUANDO LA MENOPAUSA NON FA PIÙ PAURA E’ TRA I PIÙ BRILLANTI FARMACI DI ULTIMA GENERAZIONE. BLOCCA L’IMPOVERIMENTO DELLE OSSA E LE RICOSTRUISCE DALL’INTERNO. AL CONGRESSO SIOMMMS I RISULTATI DEGLI ULTIMI STUDI CLINICI  
 
Firenze, 21 novembre 2007 – Testato sulle donne in menopausa, funziona eccome. Due studi clinici presentati al congresso Siommms 2007, che riunisce a Firenze 1500 specialisti di malattie dello scheletro, portano alla ribalta una proteina sintetica di recentissima creazione, capace di ricostruire il tessuto interno anche di ossa impoverite dai mutamenti ormonali dell’età di mezzo. Creato in laboratorio per ricombinazione genetica come copia conforme e con la stessa sequenza biochimica di un ormone naturale (prodotto dalle paratiroidi), il Paratormone è formato da 84 aminoacidi e, attraverso cellule chiamate osteoclasti, ha la proprietà di bloccare il processo naturale che distrugge le ossa, favorendo contemporaneamente l’attivazione delle cellule che le costruiscono (gli osteoblasti). “E’ quanto appunto accade quando nelle donne dopo la menopausa”, ha spiegato l’endocrinologo inglese David Hosking, Ospedale di Nottingham, presentando i risultati degli studi Top (Treatment Osteoporosis with Paratyroid Hormone) e Path (Paratormone Alendronate Therapy) nel corso di uno specifico simposio, al quale hanno partecipato anche due autorità mondiali del settore, ovvero Stephen Marx, del National Institute of Health degli Stati Uniti, e l’endocrinologo David Dempster del New York Medical Center. Come noto, l’anima dell’osso è formata da tante colonnine di calcio (trabecole). Più ce ne sono, più sono spesse e più garantiscono la robustezza dello scheletro, allontanando così il rischio di fratture. La menopausa innesca però una serie di processi, per cui quando l’organismo ha però bisogno di calcio, in mancanza di meglio va a prenderselo nelle ossa. Anche fino alle estreme conseguenze. Il Paratormone, ha spiegato Hosking, interviene in questa fase delicata, attivando il processo, che agisce sul metabolismo del calcio ma anche sulla neoformazione ossea. E’ quanto dimostra lo studio internazionale Top condotto dalla endocrinologa dell’Università di Pittsburgh Helen Greenspan. Su un campione di 2500 pazienti americane ed europee, in parte già vittime di fratture, il trattamento con Paratormone ha evitato fratture vertebrali in 61 casi su 100. Nei 12 mesi successivi, inoltre, nessuna delle pazient ha subito nuove fratture vertebrale. Lo studio Path è stato invece condotto su 350 pazienti dal farmacologo dell’Università di San Francisco Dennis Black. Obiettivo: operare in sequenza (trattamento con Paratormone seguito da trattamento con farmaco antiriassorbitivo, cioè un Alendronato) per accertare un eventuale aumento di densità minerale ossea (Bmd). Aumento di fatto verificatosi in misura del 12%, mentre nelle pazienti trattate solo non ha superato l’8%. Il Paratormone è inoltre oggetto dello studio internazionale (Peak, Preotact Before and After Break) tuttora in corso. In questo caso si tratta di accertare il grado di prevenzione rispetto a nuove fratture vertebrali. Per l’Italia partecipano alcuni tra i più noti specialisti: Maria Luisa Brandi, Silvano Adami, Giovanni Carlo Isaia, Sergio Ortolani e Elmo Mannarino. E’ comunque clinicamente accertato che le pazienti tollerano bene il Paratormone. Fenomeni collaterali di ipercalcemia (eccesso di calcio nel sangue) oscillano tra il 6 e l’11%, ma sono fenomeni non gravi. Di fatto, nessuna delle pazienti ha dovuto abbandonare il trattamento. Brevettato e prodotto negli Stati Uniti, è da poco distribuito su scala mondiale, Italia compresa, dalla svizzera Nycomed. La somministrazione avviene per via sottocutanea nella zona dell’addome attraverso una speciale siringa (chiamata penna penna) dotata di piccoli aghi da insulina. L’intero ciclo dura 18 mesi, con dosi di 100 microgrammi al giorno. .  
   
   
SIOMMMS, GEROLAMO BIANCHI È IL NUOVO PRESIDENTE SPECIALISTA IN REUMATOLOGIA, DIRIGE IL DIPARTIMENTO APPARATO LOCOMOTORE DELLA AZIENDA SANITARIA DI GENOVA.  
 
Firenze, 21 novembre 2007 – Il reumatologo genovese Gerolamo Bianchi è il nuovo presidente della Siommms (Società Italiana della Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro). La nuova carica è stata formalizzata nel corso del Congresso Nazionale Siommms 2007, che ha riunito a Firenze oltre 1500 specialisti italiani e internazionali delle molte discipline (tra cui medicina interna, endocrinologia, ortopedia, reumatologia, geriatria, fisiatria ecc) legate alle patologie delle ossa, osteoporosi in primo luogo. Il professor Bianchi subentra all’endocrinologa dell’Università di Firenze Maria Luisa Brandi e resterà in carica fino alla fine del 2009. Membro di alcune delle più importanti società scientifiche internazionali, tra cui l’American College of Rheumatology (Acr), l’American Society for Bone and Mineral Reasearch (Asbmr) e la European Calcified Tissue Society (Ects), il professor Bianchi ha 54 anni ed ha alle spalle una lunga attività sia come ricercatore che come clinico. Tra i suoi principali campi di ricerca figurano la Borreliosi di Lyme, l’osteoporosi e le malattie metaboliche dello scheletro, l’ultrasuonografia muscolo-scheletrica, l’artrite reumatoide e l’artrosi erosiva. Come clinico è stato per vari anni in forza al Centro Reumatologico Emilio Bruzzone dell’Università di Genova. Oggi, dirige il Dipartimento Apparato Locomotore e l’Unità Operativa di Reumatologia della Azienda Sanitaria di Genova. Quanto alla Siommms associa oltre mille specialisti e sovrintende a un settore di crescente complessità e importanza dal punto di vista sociale, clinico, scientifico ed economico. Solo in Italia i malati di osteoporosi sono infatti oltre 5 milioni, cifra che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità raddoppierà entro il 2020 per effetto del progressivo invecchiamento della popolazione, che porta con sé un aumento esponenziale delle malattie ossee. Da qui l’appello del nuovo presidente Siommms in favore di politiche sanitarie più incisive, puntate in particolare sulla prevenzione. “Occorre diffondere la consapevolezza”, spiega Bianchi, “che molte malattie dello scheletro, soprattutto l’osteoporosi, possono essere prevenute con opportuni interventi, alcuni dei quali a costo zero. Un sano stile di vita, un’alimentazione appropriata e una costante attività fisica sono alla portata di tutti e aiutano a invecchiare in salute. Con le moderne terapie è inoltre possibile, quando necessario, intervenire efficacemente e ridurre il numero delle fratture da fragilità (vertebre, polso e femore) causate dall’osteoporosi. Senza questi provvedimenti, in parte del singolo, in parte della società, il sistema sanitario non potrà gestire i tanti malati che già oggi si prospettano in un futuro non lontano”. .  
   
   
IM3D PRESENTA VISOR IL NUOVO VISUALIZZATORE D’IMMAGINI DICOM - “TOOLS” DIAGNOSTICI E TERAGNOSTICI PER LA PREVENZIONE E LA DIAGNOSI PRECOCE DI VARIE PATOLOGIE TUMORALI.  
 
Torino, Italy, 21 Novembre 2007: im3D – Medical Imaging Lab, un centro di ricerca torinese che opera in stretta collaborazione e su scala mondiale con medici e specialisti clinici e scientifici per sviluppare soluzioni di medical imaging all’avanguardia, presenterà alla Rsna 2007 di Chicago, la prima di una serie di “tools” diagnostici e teragnostici per la prevenzione e la diagnosi precoce di varie patologie tumorali. Il nuovo visualizzatore Dicom, Visor, completa le funzionalità del sistema diagnostico marchiato im3D, concentrando in un unico dispositivo la rapida visualizzazione di diverse tipologie d’immagini radiologiche. Visor offre al radiologo una modalità semplice di visualizzazione e comparazione di vari esami e consente l’utilizzo di applicazioni Cad specializzate, in grado di ottimizzare il processo di diagnosi. Un prototipo di Visor sarà presentato al Rsna 2007 di Chicago (25-30 novembre 2007), importante meeting internazionale nel campo delle tecnologie diagnostiche. Visor s’interfaccia perfettamente con i sistemi Pacs e consente al dispositivo di visualizzare qualsiasi immagine Dicom, oltre alla possibilità di richiamare le sue applicazioni Cad, in particolare Cad-colon di im3D (attualmente commercializzato in Europa e Canada), la cui efficacia è comprovata da adeguate evidenze scientifiche. Il visualizzatore Dicom è un’applicazione ad ampio spettro che aiuta il radiologo nella gestione efficace di Tac, Mri e altri esami radiologici, completando l’offerta dei diagnostici Cad, attività “core” della im3D. Visor fa parte di una nuova serie di soluzioni innovative di medical imaging. La ricerca di im3D è indirizzata allo sviluppo di soluzioni Cad; in particolare si stanno sperimentando altre metodologie per la diagnosi di diverse patologie tumorali, tra le quali il tumore al seno e al polmone. Come Cad-colon, i nuovi sistemi progettati da im3D sono il risultato di un’attività di ricerca scientifico-tecnologica e di sperimentazione clinica, avviata nel 2002 e sviluppata in collaborazione con importanti istituti di ricerca, tra cui l’Ircc - Institute for Cancer Research and Treatment (Candiolo) e l’Isi Foundation – Institute for Scientific Interchange (Torino). L’attività di im3D riguarda principalmente lo sviluppo di sistemi innovativi di diagnostica per la prevenzione e l’individuazione precoce di diverse patologie tumorali. Scoprire una neoplasia in stadio precoce, in un paziente asintomatico, può comportare una riduzione del tasso di mortalità per alcuni tipi di cancro. Per questo motivo, le soluzioni di im3D hanno lo scopo di migliorare le performance del medico radiologo nella localizzazione e analisi delle lesioni sospette, favorendo conseguentemente una diagnosi precoce delle patologie cancerose. Il prodotto di punta di im3D è Cad-colon, un sistema non invasivo di prevenzione e diagnosi precoce del tumore al colon. Cad-colon aiuta i medici e i radiologi nella localizzazione e identificazione dei polipi, favorendone l’individuazione quando sono ancora di piccole dimensioni e facilmente asportabili, ovvero molti anni prima che si trasformino in un reale pericolo. .  
   
   
QUANDO IL LIBRO CURA MEGLIO DI UNA MEDICINA UN BANDO DA 307 MILA EURO IN SINERGIA CON IL VOLONTARIATO LA TOSCANA COFINANZIA PROGETTI DI LETTURA NEGLI OSPEDALI  
 
Firenze, 21 novembre 2007  - Un buon libro può aiutare anche contro le malattie. A pensarlo sono, in Toscana, già una ventina di ospedali nei cui reparti è attivo da tempo un servizio bibliotecario con prestiti di volumi, formazione del personale, cicli di letture. La Regione Toscana intende incrementare questo tipo di offerta culturale e, con l’assessorato alla cultura, ha varato un bando per finanziare progetti di lettura negli ospedali toscani. Sono disponibili circa 307 mila euro. Entro il prossimo 13 dicembre possono presentare domanda biblioteche e reti di biblioteche toscane. E’ comunque necessario un partenariato con gli ospedali e con associazioni di volontariato. «Il finanziamento regionale – spiega l’assessore alla cultura Paolo Cocchi - copre l’80 per cento dei singoli progetti, ciascuno dei quali dovrà rientrare fra un minimo di 5 mila e un massimo di 15 mila euro. Possono essere presentati progetti anche per biblioteche ancora da attivare. Un preciso segnale di attenzione per categorie deboli, svantaggiate, a rischio di esclusione sociale fra cui, in certe condizioni, possono anche essere compresi i degenti in ospedale». .  
   
   
"LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI: DALLA PARTE DEL PAZIENTE"  
 
 Roma, 21 novembre 2007 - È stato pubblicato il 15 novembre scorso sul sito del Garante per la Privacy il depliant "La protezione dei dati personali: dalla parte del paziente", pensato per far conoscere ai cittadini il valore dei cosiddetti "dati sensibili", quelle delicate informazioni che rivelano lo stato di salute delle persone, e che devono essere protette per garantire la più assoluta riservatezza ed il rispetto della dignità ai cittadini che entrano in contatto con medici, strutture sanitarie, laboratori di analisi. Il depliant intende anche di fornire agli assistiti sintetiche indicazioni su quali siano i loro diritti su come fare per rispettarli. Chi può ricevere informazioni sullo stato di salute di un paziente ricoverato in ospedale, chi è autorizzato a leggere le cartelle cliniche? Come devono essere protetti, all´interno delle strutture sanitarie, i minori, gli anziani, i disabili e le persone sottoposte a terapie particolarmente invasive? A queste e ad altre domande riguardanti la tutela della privacy nell´ambito della sanità, risponde il nuovo opuscolo preparato dal Garante per la protezione dei dati personali. Può il medico informare altre persone sullo stato di salute di un suo assistito? Sì, ma di regola solo se il paziente ha acconsentito. E se il paziente non è in grado di dare il consenso, ma deve essere sottoposto a cure? A parte i casi di rischio imminente per la salute, quando vi è impossibilità fisica o incapace di intendere del paziente, il consenso può essere dato da un terzo (medico, familiare,convivente, responsabile della struttura presso cui dimora). Se un cittadino viene portato al pronto soccorso o ricoverato chi può avere notizie? L’organismo sanitario può dare informazioni, anche per telefono, sul passaggio o sulla presenza di una persona al pronto soccorso o sui degenti presenti nei reparti solo ai terzi legittimati, come parenti, familiari, conviventi, conoscenti, personale volontario . L’interessato se cosciente e capace, deve essere preventivamente informato (es. All’accettazione) e poter decidere a chi può essere comunicata la notizia. Come devono comportarsi le strutture sanitarie nei confronti delle cosiddette fasce deboli o di malati sottoposti a particolari cure? Le fasce deboli (disabili, minori, anziani) ma anche pazienti sottoposti a trattamenti medici invasivi, hanno diritto ad una particolare attenzione in materia di protezione della dignità:Nei reparti di rianimazione, durante l’orario di visita, devono essere adottati accorgimenti anche provvisori (es. Paraventi) per limitare la visibilità del malato, ai soli familiari e conoscenti. Cosa si intende per: Dato personale - Qualunque informazione relativa ad una persona Informativa - Notizie che l’interessato ha diritto di avere per comprendere le finalità e le modalità del trattamento cui sono destinati i dati. I medici possono avvalersi di un modello semplificato. Consenso - Autorizzazione al trattamento dei propri dati personali rilasciata dall’interessato privacy dei pazienti garantita, ma senza inutili appesantimenti burocratici per i medici di base. .  
   
   
BRESCIANI: PIU´ ASSISTENZA PER ITALIANI ALL´ESTERO INAUGURATO REPARTO DI GINECOLOGIA ALL´OSPEDALE ALVARES DI BAIRES  
 
 Buenos Aires, 20 novembre 2007 - "Abbiamo verificato che tra gli italiani all´estero ci sono persone che di fatto non hanno una assistenza sanitaria efficace e accettabile: proporremo al nostro ministro della Salute, Livia Turco, un provvedimento per garantire un fondo nazionale nell´ambito dei principi che regolano il nostro Governo". E´ la proposta avanzata dall´assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani, durante l´inaugurazione del reparto di ginecologia dell´ospedale "Alvares" di Buenos Aires, struttura realizzata grazie al gemellaggio con gli ospedali "Riuniti" di Bergamo. "I nostri immigrati - ha spiegato Bresciani - non devono essere visti in modo utilitaristico solo come un serbatoio di voti ma come persone portatrici di bisogni a cui bisogna guardare con attenzione perché è necessario rispettare il coraggio di chi ha dovuto lasciare la propria terra mantenendo però la propria identità. Nel frattempo terremo un costante collegamento con le associazioni dei lombardi all´estero per aiutare chi versa in condizioni di indigenza". Obiettivo del progetto realizzato in Argentina è stato quello di intervenire sull´umanizzazione al momento del parto, favorendo una dimensione naturale centrata sulla famiglia, attraverso un deciso miglioramento del trattamento della patologia ginecologica e ostetrica e una riorganizzazione strutturale dell´area parto. Il gemellaggio, della durata di due anni a partire dal febbraio 2006, ha ottenuto da Regione Lombardia un impegno finanziario superiore ai 100mila euro annui e ha visto una forte sinergia tra le équipe mediche dei due ospedali, con la condivisione di esperienze e buone prassi. In particolare il progetto si è concretizzato nella formazione del personale sanitario in ambito ginecologico - oncologico e chirurgico - laparoscopico in ginecologia, con la fornitura di strumenti di base per la chirurgia ostetrica e l´ammodernamento edilizio, impiantistico e strumentale dell´area parto dell´ospedale Alvarez. Beneficiari dell´intervento saranno dunque le famiglie che ora potranno partecipare più compiutamente all´esperienza di una nuova nascita, grazie ad un ambiente più moderno e confortevole; le donne affette da patologia ginecologica oncologica potranno finalmente beneficiare di interventi meno invasivi. Inoltre il miglioramento dell´accessibilità ai servizi materno- infantili faciliterà l´assistenza anche a fasce di popolazione che per varie motivazioni sociali e culturali hanno una scarsa tendenza ad utilizzare i servizi ospedalieri, proponendo percorsi d´eccellenza nell´area della prevenzione e anche in tutti gli aspetti legati al fenomeno degli abusi sessuali. .  
   
   
ITACA CONTRO IL DISAGIO GIOVANILE SINO AL 2009 LA COOPERATIVA FRIULANA GESTIRÀ IL SERVIZIO DI SOSTEGNO EDUCATIVO TERRITORIALE (SSET) E LA COMUNITÀ EDUCANTE  
 
Tolmezzo - Gemona del Friuli – Tarvisio, 21 novembre 2007 - Sostenere bambini e ragazzi della Carnia e dell´Alto Friuli prevenendo le situazioni di rischio sociale, supportando le funzioni genitoriali e favorendo i processi di integrazione. Lo prevede il Servizio di sostegno educativo territoriale (Sset) che l´Azienda sanitaria n. 3 “Alto Friuli” ha provveduto a riaffidare alla Cooperativa sociale Itaca di Pordenone. I servizi verranno gestiti sino al 2009 in associazione temporanea d´impresa (Ati) con la Cooperativa Aracon di Udine ed andranno a svilupparsi su tutto il territorio dell’Ass 3, che comprende le aree di Gemona del Friuli, Tarvisio e della Carnia. L´affidamento comprende altresì il servizio di “Comunità educante” (ex aggregativa) che fungerà da supporto al percorso di crescita delle comunità locali nonché dei bambini e ragazzi che vi abitano, con l´obiettivo di promuovere lo sviluppo e la consapevolezza del ruolo educativo degli adulti e della comunità nel suo complesso. Il recente affidamento prevede la possibilità di rinnovo per ulteriori due annualità (una più una). Entrambi i progetti erano gestiti da Itaca già dal 2001 assieme al Consorzio Interland. Il pacchetto di interventi sarà realizzato nell’ambito degli oltre 40 comuni che afferiscono all’area dell´Alto Friuli e della Carnia, e che si diramano lungo le valli e le montagne circostanti. Per ciò che concerne il nuovo progetto di Comunità educante, si prevede un nuovo modo di operare: non solo una nuova denominazione, ma anche una metodologia di intervento innovativa che andrà ad operare su tutta la comunità e non solo su alcune fasce d’età. La Comunità educante porterà altresì rinnovati modi di analizzare ed osservare le realtà della Carnia. L´affidamento a Itaca del Sset e della Comunità educante segue di pochi giorni la riaggiudicazione della gestione delle strutture residenziali psichiatriche e socio riabilitative della Carnia e dell´Alto Friuli, che sempre l´Ass 3 aveva riconsegnato nelle mani degli operatori della Cooperativa friulana dopo la relativa gara d´appalto. Una ulteriore conferma dell´ottimo lavoro svolto da Itaca in questi anni. Grazie alle due recenti aggiudicazioni, la Cooperativa Itaca gestirà ora sino al 2009 tutta una serie di servizi rivolti a fasce d´utenza estremamente delicate: da una parte le giovani generazioni (bambini e ragazzi), dall´altra persone con sofferenza mentale. .  
   
   
UE ED USA CONCORDANO UNA PIÙ STRETTA COLLABORAZIONE PER LO SVILUPPO DI ALTERNATIVE ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE  
 
Bruxelles, 21 novembre 2007 - La Commissione europea e l´Organismo di controllo degli alimenti e dei farmaci americano hanno deciso, in occasione di una riunione del Consiglio economico transatlantico (Cet), di intensificare la loro collaborazione al fine di ridurre la sperimentazione animale. Il Cet è stato istituito nell´aprile del 2007 allo scopo di promuovere l´integrazione economica transatlantica. Esso si occupa di questioni quali ridurre le barriere regolamentari agli scambi commerciali, tutelare i diritti di proprietà intellettuale, garantire un commercio sicuro, integrare i mercati finanziari, promuovere l´innovazione e la tecnologia e incoraggiare gli investimenti. Il settore cosmetico è considerato dal Cet un settore prioritario. «L´industria cosmetica necessita di un quadro normativo globale che promuova l´innovazione, garantisca la competitività, riconosca e sostenga gli sforzi compiuti nel campo della scienza e della ricerca e contribuisca attivamente a creare la fiducia dei consumatori», ha affermato Bertil Heerink, direttore generale della Colipa, l´associazione dell´industria cosmetica europea. Nel corso della riunione di novembre del Cet è stata rivolta particolare attenzione allo sviluppo di alternative alla sperimentazione animale. I partecipanti hanno riconosciuto la necessità di intensificare gli sforzi a livello internazionale per garantire un´efficace convalida e l´accettazione di metodi alternativi di sperimentazione. In particolare, la Commissione europea e l´Organismo di controllo degli alimenti e dei farmaci americana hanno deciso di collaborare a più stretto contatto nella valutazione tra pari degli studi di convalida dei metodi alternativi alla sperimentazione animale in campo cosmetico, per contribuire a ridurre i test effettuati sugli animali. «L´industria cosmetica europea si impegna fermamente a sviluppare alternative alla sperimentazione animale, riconosce i propri obblighi etici e giuridici e considera l´effettiva attuazione un´importante opportunità commerciale. Per poter ottemperare a tali obblighi dobbiamo sviluppare metodi alternativi di sperimentazione che siano convalidati e accettati dagli scienziati e dalle autorità a livello mondiale», ha dichiarato Heerink. Da una nuova relazione dell´Ue sulla sperimentazione animale è emerso che il numero di animali utilizzati nelle sperimentazioni cosmetiche è aumentato del 50% tra il 2001 e il 2005, raggiungendo le 5 571 unità, nonostante il divieto di utilizzare animali per la sperimentazione dei cosmetici, imposto da una direttiva Ue cui tutti gli Stati membri devono conformarsi entro il 2009. La quasi totalità delle sperimentazioni dei prodotti cosmetici ha avuto luogo in Francia. La dichiarazione congiunta, rilasciata in seguito alla riunione del Cet, ha inoltre sottolineato i progressi compiuti in materia di medicinali orfani, biocombustibili, accesso dei pazienti alle informazioni sui farmaci e commercio dei prodotti elettrici. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Eurunion. Org/news/press/2007/20070112. Htm http://www. Colipa. Com .  
   
   
IL CORPO IN GIOCO: A ROMA IL CONGRESSO SULLE TERAPIE PSICOCORPOREE E L’EREDITÀ DI WILHELM REICH  
 
Roma, 21 novembre 2007 - «Quali sono le attuali applicazioni del concetto di identità funzionale corpo – mente?», «Quale l’attualità del pensiero di Wilhlem Reich alla luce delle più recenti ricerche in campo neuropsicologico e neurobiologico?». Queste sono solo alcune delle domande che emergeranno nel corso del congresso “Il corpo in gioco. L’attualità del pensiero reichiano negli sviluppi delle terapie psico-corporee” che si svolgerà a Roma, venerdì 23 e sabato 24 novembre. L’evento organizzato dall’Associazione italiana per la psicoterapia corporea (Aipc), con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi del Lazio intende celebrare, a cinquant’anni dalla scomparsa di Wilhelm Reich, padre fondatore della psicoterapia corporea, l’apertura degli Archives of the Orgone Institute. Le due giornate di incontro contribuiranno allo sviluppo di un dialogo costruttivo fra accademici, ricercatori ed esponenti del mondo della cultura sul tema dell’eredità del pensiero reichiano e sull’influenza che continua a esercitare sulla psicoterapia corporea e i suoi molteplici approcci clinici. Il congresso si articolerà in quattro sezioni: la prospettiva storica, per ripercorrere l’evoluzione delle teorie reichiane; le neuroscienze e le psicoterapie ad orientamento corporeo, nella quale si analizzerà il contributo di Reich agli sviluppi attuali di queste discipline; la clinica, che affronterà il tema delle applicazioni del suo pensiero sulla terapia clinica; la prevenzione, in cui si approfondirà il legame fra le tecniche preventive per i neonati e le madri ideate da Reich e gli attuali sviluppi dell’infant research. In programma anche quindici workshop che, suddivisi in due sessioni divise fra il pomeriggio di venerdì e quello di sabato, permetteranno ai partecipanti di sperimentare i diversi approcci della terapia psicocorporea contemporanea. Fra i relatori, nomi di spicco del panorama della psicoterapia corporea italiana e internazionale oltre a esponenti del mondo accademico come Massimo Biondi, Professore Ordinario di Psichiatria, Direttore del Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina psicologica dell’Università “La Sapienza” di Roma, Vezio Ruggieri, Professore associato di Psicofisiologia clinica, Facoltà di Psicologia 1 dell’Università “La Sapienza” e Renata Tambelli, Professore Straordinario di Psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza e di Psicoterapia Dinamica dell’età evolutiva, Facoltà di Psicologia 1 dell’Università “La Sapienza”. .  
   
   
L’ARTE DEL VIVERE TOSCANO ALLA CAMPIONARIA DELLE QUALITÀ A MILANO DAL 22 AL 25 NOVEMBRE. BRENNA: “UN’OPPORTUNITÀ PER CHI INNOVA”  
 
Firenze, 21 novembre 2007 - Per quattro giorni, dal 22 al 25 novembre prossimi, il design e lo stile dell’abitare toscano saranno protagonisti a Milano in occasione della “Campionaria - Fiera delle qualità italiane”, in programma presso la nuova Fiera di Rho. Per l’occasione l’assessorato alle attività produttiv! e della Regione Toscana e l’Agenzia Toscana Promozione - in stretta collaborazione con Artex, Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana e il Centro Sperimentale del Mobile di Poggibonsi (Si) - allestiranno due mostre d’immagine pensate per raccontare tutto l’amore per la qualità, l’attenzione per i particolari e per i materiali che da sempre caratterizzano le produzioni toscane, nelle quali tradizione ed avanguardia, manufatto locale ed esprit internazionale si fondono per dar vita ad un “segno” inconfondibile, testimone dei colori e delle forme di una terra amata e desiderata in tutto il mondo. Per Ambrogio Brenna, assessore all’innovazione e alle attività produttive della Regione Toscana, si tratta di: «Un’opportunità importante per le imprese più all’avanguardia del nostro sistema, per quelle realtà che dimostrano di saper cogliere la sfida dell! a competitività basata sull’innovazione, sulla ca! pacit&ag rave; di ripensare, grazie alle salde radici con la tradizione artigianale della Toscana, prodotti e produzioni in grado di posizionarsi sui mercati più avanzati a livello globale. » Le due mostre si intitolano ‘Trasformazioni. Dall’artigianato alle tecnologie creative’ e ‘The home of values’. I dettagli sugli organizzatori, la valenza delle esposizioni e sulle imprese partecipanti sono nella scheda allegata al presente comunicato. Promosse da Regione Toscana e Toscana Promozione Fiera Campionaria, ecco le due esposizioni toscane- Firenze ‘Trasformazioni. Dall’artigianato alle tecnologie creative’ e ‘The home of values’, le due esposizioni che avranno luogo a Milano dal 22 al 25 novembre allestite presso la “Campionaria - Fiera delle qualità italiane&rdquo! ; dall’assessorato alle attività produttive della Regione Toscana e l’Agenzia Toscana Promozione - in stretta collaborazione con Artex, Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana e il Centro Sperimentale del Mobile di Poggibonsi (Si) Trasformazioni. Dall’artigianato alle tecnologie creative – Creata da Artex, la mostra Trasformazioni vuole raccontare, in una sorta di viaggio immaginario, una serie di oggetti testimoni della creatività e del saper fare toscani, attraverso un percorso ricco di suggestioni che vanno dall’alto artigianato ad esemplari modelli di innovazione tecnologica, produttiva e formale. Il tutto nell’ottica di una costante ricerca di armonia e di benessere, di uno stile di vita e dell’abitare che risponda alle più moderne tendenze ma che rispetti al contempo l’individualità e l’unicità delle nostre scelte. Da! l percorso espositivo – che si compone delle creazioni d! i 25 azi ende – emerge, così, l’immagine della Toscana come terra di una modernità “fuori dal tempo”, in cui la reale forza innovatrice è data dall’attualizzazione delle tradizioni, culturali e produttive, e dalla capacità di coniugare vecchio e nuovo in una sorta di “bilinguismo” originale ed attuale. Queste le aziende partecipanti: Audiogram; Boxart; Caporali - Il Ferro Soffiato; Cecchi E Cecchi By Forte; Ceccotti Collezioni; Ceramica Nd Dolfi; Ceramiche Giotto; Mario Cioni & C. ; Colle Vilca; Coltellerie Saladini; Francesco Del Re; Egizia; Extro By Mario Mazzoni; Foglia Argenteria; Daniela Forti; Hasar – Gruppo Trafi; Giusto Manetti Battiloro; Masca; Parentesi Quadra By Extrabilia; Franco Pecchioli; Pointex; Robarara Arredi; Selezioni Domus; Tecnotessile; Tessilarte. The home of values – Allestita dal Csm di Poggibonsi e dal Consorzio Casa Toscana in collaborazion! e con il Corso di Laurea in Disegno Industriale di Firenze e il Dipartimento di Tecnologie dell´Architettura e Design "Pierluigi Spadolini" della Facoltà di Architettura di Firenze, mette in scena venti oggetti di arredamento, ceramica e oggettistica, in grado di evocare i valori della Toscana: dalla lampada ‘Granturco’ prodotta dalla Cooperativa Artieri dell’Alabastro all’appendiabiti ‘Tug’ realizzato da Ferrart, dalla poltroncina ‘Lips’ di Dema ai vasi ‘Chandi’ di Egizia, dal tavolo ‘Terni’ di Heron Parigi ai bicchieri ‘Cibi’ di Arnolfo di Cambio al tappeto ‘Savannah’ prodotto da Parentesi Quadra. Ma The home of values è anche una mostra multimediale che parla dell’impresa del mobile in Toscana e di come sia in grado di interpretare l’identità di questa terra. Gli oggetti sono presentati con un allestimento in cui è fondamentale! l’accompagnamento di video in grado di evocare ed illus! trare in maniera non didascalica il sistema produttivo toscano al di là degli stereotipi. Tra i designer ci saranno Luca Scacchetti, Piergiorgio Cazzaniga, David Paleterer, Paola Navone, Marco Maran, Roberto Lazzaroni, Studio Simone Micheli, Massimo Iosa Ghini, Paolo Parigi. Tra le aziende, saranno presenti Arnolfo di Cambio, Artelinea, Opinion Ciatti , Ceccotti Collezioni, Collevilca, Coltellerie Berti, Coltelleria Saladini, Conaz Coltellerie dei F. Lli Consigli & C. Snc, Cooperativa Artieri Alabastro, Dema, Egizia Falegnami, Fasem International, Ferlea, Ferrart, Francesco Del Re, Giemmegi, Halto, Heron Parigi, Mario Cioni, Marioni, Martinelli Luce, Mirabili Arte d’Abitare, Parentesi Quadra, Parri Design, R. C. R Cristalleria Italiana, Richard Ginori 1735, Romiti & Giusti, Rubinetterie Toscane Ponsi, Targetti Sankey, Terrecotte Poggi Ugo, Terzani, Vaselli Marmi, Vilca. .  
   
   
BIENNALE DI VENEZIA - STEPHEN O´MALLEY IN CONCERTO PER REVENGE DI NICO VASCELLARI  
 
Venezia, 21 novembre 2007 – Oggi la mostra Revenge di Nico Vascellari, presentata da Pio Baldi, Direttore della Darc e da Anna Mattirolo, commissario del progetto, prevede un evento speciale aperto al pubblico durante mercoledì 21 novembre, l’ultimo giorno di apertura della 52. Esposizione Internazionale d’Arte. Il musicista Stephen O’malley, invitato da Nico Vascellari, si esibirà dalle ore 16. 00 per circa un’ora in un concerto all’interno della Sala Marceglia, dove utilizzerà come amplificatore per la propria chitarra elettrica la grande installazione Revenge, composta da un muro di legno d’abete di sette metri d’altezza per dieci di larghezza e cinquanta amplificatori di diversa dimensione e potenza, chiesti in prestito per tutta la durata della Biennale a musicisti della scena musicale underground europea. Stephen O’malley, che ha già collaborato con Nico Vascellari per la realizzazione di diversi progetti dell’artista veneto (tra i quali la mostra Cuckoo, viafarini, novembre 2006), è originario di Seattle, Washington. O’malley, che vive e lavora a Parigi, intrattiene numerose collaborazioni professionali con diversi gruppi sperimentali, tra i quali Ginnungagap, Ktl, Lotus Eaters e Sunn O))). Revenge, che ha aperto la serie degli eventi collaterali della 52. Esposizione Internazionale d’Arte, è un progetto artistico site specific a cura di Paolo Colombo e Monica Pignatti Morano, durante il quale sono state previste tre performance dell’artista, realizzate durante i giorni della vernice della 52. Esposizione Internazionale d’Arte. Vascellari, nato a Vittorio Veneto nel 1976, è vincitore della 4. Edizione del Premio per la Giovane Arte Italiana, istituito dalla Darc e dal Maxxi-museo Nazionale delle Arti del Xxi secolo. Il Premio è stato aggiudicato all’artista da una giuria composta da Giovanni Castagnoli, Edoardo Cicelyn, Paolo Colombo, Gianfranco Maraniello e Anna Mattirolo. L’opera e’ stata presentata alla 52. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia. Nico Vascellari vive e lavora a Vittorio Veneto. Dalla fine di quest’anno sarà artist in residence all’American Academy of Rome. Musicista e artista, nel 2004 ha partecipato al Corso Superiore di Arte Visiva della Fondazione Antonio Ratti; nel 2005 ha conseguito il I Premio Internazionale della Performance, organizzato a Dro dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento. Tra le recenti mostre personali : Museo Man, Nuoro e Arratiabeer, Berlino (2007); Viafarini, Milano (2006); Skuc, Lubiana (2006); Monitor, Roma (2006). .  
   
   
MOSTRA PERSONALE DI GIANGIACOMO SPADARI: MILANO ANNI ´60: SPADARI IERI ED OGGI DAL 21 NOVEMBRE 2007 AL 22 DICEMBRE 2007  
 
 Milano, 21 novembre 2007- Oggi alle ore 18. 30 presso l´Annunciata galleria d´arte di Milano, all´interno del ciclo “Milano anni ´60” la mostra retrospettiva “Spadari ieri e oggi” dedicata a Giangiacomo Spadari, una delle figure centrali dell´arte milanese, e non solo, degli anni Sessanta e Settanta. La mostra presenta due nuclei del lavoro dell´artista: il primo riferibile alla seconda metà degli anni Sessanta - nel momento in cui si afferma a Milano quell´”immagine critica” che traduce in chiave esplicitamente sociale e politica i portati stilistici della Pop Art internazionale -, il secondo incentrato invece sull´attività estrema dell´artista, sviluppatasi tra gli anni Ottanta e Novanta sino alla morte prematuramente avvenuta nel 1997. Nato a San Marino nel 1938, milanese d´adozione, Spadari raggiunge la sua prima maturità agli inizi del decennio Sessanta e il suo linguaggio più maturo alcuni anni dopo, quando, insieme a Baratella, De Filippi, Mariani, Sarri, individua nel linguaggio proveniente dalla cultura popolare del tempo il mezzo più consono all´espressione della sua visione del mondo e della pittura, fortemente segnati dall´impegno politico e dalla volontà di coniugare realismo e visionarietà all´interno dello spazio pittorico. Sono questi gli anni in cui tiene le prime personali e soprattutto partecipa a importanti collettive come il “Salon de la Jeune Peinture” a Parigi nel 1969, “Kunst und Politik” a Karlsruhe l´anno successivo, al Palais des Beaux Arts de Bruxelles e al Musée d´Art Moderne de la Ville de Paris nel 1973 e nel 1974. In questi anni l´utilizzo di immagini solarizzate, provenienti soprattutto dall´immaginario cinematografico, si unisce alla ripresa di immagini tratte dalla storia e dalla realtà quotidiana, dando vita a dipinti complessi dal punto di vista compositivo e al tempo stesso dal grande impatto comunicativo. Nel 1972 è invitato alla Quadriennale di Roma, nel 1976 è alla Biennale di Venezia e l´anno successivo a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, a dimostrazione dell´interesse costante della critica nei confronti del suo lavoro. Gli anni Ottanta vedono l´affacciarsi all´interno della sua poetica di elementi meno immediatamente riferibili agli eventi dell´attualità, soprattutto nel ciclo dedicato ai paesaggi “postnucleari o pre-istorici”, secondo una definizione dell´artista stesso, che verranno esposti per la prima volta alla Galleria Bergamini di Milano nel 1982. Si apre così la stagione ultima di Spadari, fatta di riflessione sulle esperienze precedenti sia in ambito pittorico che in ambito sociale, come testimoniano i cicli dedicati al terrorismo degli anni Settanta e alla società contemporanea, nei quali l´artista sembra ricercare una nuova misura pittorica, più articolata e meditata, ma non per questo meno coinvolta nella riflessione sui grandi temi dell´attualità. Saranno esposte in questa occasione opere che testimoniano questa fase molto importante e ancora relativamente poco conosciuta della produzione dell´artista. La mostra è accompagnata da un catalogo introdotto da uno scritto di Walter Guadagnini e contenente la riproduzione di tutte le opere esposte. .  
   
   
MOSTRA ANTOLOGICA ANTONIO VANGELLI “FORZA DEL SEGNO, MAGIA DEL COLORE”  
 
Roma, 21 novembre 2007 - “La pittura di Antonio Vangelli, recentemente scomparso dopo una lunga e operosa fedeltà all’arte durata molto oltre il mezzo secolo di attività, mi è sempre parsa toccata da questo particolare stato di grazia: una perenne ricerca dell’accordo visivo e musicale tra segno e colore, tra note squillanti e più riposanti tratti pacati, tra fremiti nervosi del gesto pittorico e grandi campiture quiete e serene. ” (E. De Albentiis). La prima mostra antologica retrospettiva a Roma dedicata ad “Antonio Vangelli. Forza del segno, magia del colore” ospitata al Complesso del Vittoriano dal 17 novembre al 9 dicembre 2007, attraverso circa sessanta dipinti del periodo 1940-1990 ed una ventina di disegni realizzati negli anni ‘50 vuole ripercorrere il cammino artistico ed umano di uno dei protagonisti della pittura italiana del secondo novecento, compagno di strada di Mafai, Purificato, Monachesi, Turcato, Donghi e di tanti altri grandi artisti. L’esposizione “Antonio Vangelli. Forza del segno, magia del colore”, con i Patrocini del Ministero dei Beni Culturali, del Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali –, Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche della Cultura, della Comunicazione e dei Sistemi Informativi -, Regione Lazio – Assessorato alle Politiche Culturali -, è a cura del critico d’arte Emidio De Albentiis e Maria Teresa Benedetti ed è realizzata e organizzata da Comunicare Organizzando, in collaborazione con la Galleria Il Gianicolo di Perugia. La mostra - Antonio Vangelli, nato a Roma il 23 febbraio 1917 da genitori romagnoli, è sempre vissuto nella sua casa di Trastevere dov’è morto il 14 dicembre 2004. Dopo l’esperienza della “scuola romana” il suo linguaggio pittorico è approdato, unico nel suo tempo, ad una sintesi fatta di segno, colore e musicalità. La mostra al Vittoriano dedicata ad “Antonio Vangelli. Forza del segno, magia del colore” permette di ripercorrere l’intero cammino artistico del pittore: le opere astratte ma anche i quadri dei mari dalle onde striate di bianco e argento, gli alberi dalle grandi chiome a cerchi quali nubi vaporose, le figure allungate a raggiungere l’altra metà del cielo. La pittura di questo maestro è passata attraverso numerosi cicli, come quello dei Ponti o dei Personaggi del Circo o delle Atomiche, ma l’artista ha attinto costantemente da un’unica grande fonte di ispirazione che non ha mai voluto tradire, identificabile con la libertà del proprio spirito e del proprio immaginario. “Ma proprio in questa apparente autoreferenzialità c’è tutto il segreto del grande valore, umano oltreché artistico, di un pittore di razza come Antonio Vangelli (…). Una lezione tutta centrata sull’idea di donare a se stesso e agli altri, attraverso la pittura, il prezioso tesoro di osservare il frammento che ci è vicino per essere capaci di guardare lontano, di evocare orizzonti incommensurabili che esistono anche se facciamo fatica a percepirli, di conservare lo stupore dello sguardo infantile anche se siamo consumati dagli anni…”(E. De Albentiis). Come scrive Vangelli stesso, “non posso ripetere un quadro, rinnovo un modulo: come un concerto che si ripete, come un direttore d´orchestra che deve dirigere Beethoven…”. L’opera di Vangelli è libera da rigidi schemi spaziali raggiungendo forme di espressione altamente liriche. L’artista ha sviluppato un potente linguaggio fatto di segni intrisi di luce. Energiche pennellate di colore, linee eleganti e sinuose, figure filiforme tese verso l’infinito, sottendono una magica struttura ricca di rimandi alla musica. Opere incantate fatte di armonie cromatiche e luce. Non a caso per Vangelli “L´opera d´arte è solare, ma non la fa il sole. L´artista preleva l´opera dalla sua esigenza solare e la riproietta nel sole all´infinito. Per questo, tutti gli uomini del tremila-quattromila ritorneranno a Dante, a Michelangelo…” E ancora “L´artista guarda con gli occhi di Dio. Guarda questo immenso come se potesse vedere, con gli occhi dell´artista, il paesaggio del suo creato di Dio. Dio guarda la sua attività anche con il dubbio, io penso; anche l´artista guardando la natura ha un fascino di estasi e di fuga, quasi come dire: ma è possibile che io amo …Anche Dio è nell´estasi come l´artista. È un po´ paradossale. Non è che io sia Dio, però anche quando vedo un mio quadro, ho il dubbio e dico: "Reggerà nel percorso dell´infinito?". Ho il dubbio, non concreto. Pur avvertendo che c´è un´entità di precisazione su quella opera, non sono sicuro. Posso anche essere lettore della mia opera, ma non posso sapere come la leggeranno nel futuro fra quattromila-cinquemila anni. ” L’artista - Vangelli de Cresci nasce il 24 febbraio a Roma, al centro di Trastevere, da genitori romagnoli. La sua famiglia aristocratica conta illustri personaggi. Il padre, Emidio, pittore e architetto, fu amico di Gabriele D´annunzio, Marcello Piacentini, Giulio Aristide Sartorio, Armando Spadini; in pittura sperimentò tecniche originali. Antonio Vangelli è ultimo di dieci figli. Tre fratelli muoiono alla nascita. Come i quattro fratelli e le due sorelle (la sua è famiglia di pittori, architetti, scultori e musicisti), è interessato all´arte, alla pittura in particolare, ed è proprio in seguito a una conversazione con il padre che Antonio decide d´intraprendere questa strada. Intanto, negli anni 1930-1936 a Roma operano due gruppi artistici: quello della Scuola di via Cavour (Scipione, Mario Mafai, Raphael) e quello della Scuola romana (Marino Mazzacurati, Roberto Melli, Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Pericle Fazzini, Fausto Pirandello, Alberto Ziveri). Negli anni 1936-1938 compiuti gli studi, sotto la guida del padre e dei fratelli - Pier Gabriele, scultore, e Alessandro, pittore - Antonio Vangelli incomincia il suo percorso nella pittura. Nel 1943 le opere di Antonio Vangelli, Emilio Vedova, Giulio Turcato vengono esposte nella mostra “La pittura cambia pelle”, alla Galleria La Campana di Roma. Frequenta "Casa Mazzullo" (dove, la domenica, si riunivano artisti e letterati, tra cui Giuseppe Ungaretti, Leonardo Sinisgalli, Cesare Zavattini, Renato Guttuso, Giovanni Stradone, Marcello Venturoli, Moroello Morellini, Giorgio Petrocchi, Toti Scialoja, Stefano D´arrigo) e il Circolo Artistico di via Margutta con Tito Balestra, Antonio Delfini, Emilio Vedova. Dopo l’esperienza della “scuola romana”, negli anni 1945-1950 è il secondo grande periodo della pittura di Vangelli: i ponti geometrici e, successivamente, i paesaggi industriali. Scrivono di lui i critici Marcello Venturoli, Giacomo Etna, Nicola Ciarletta, Enzo Nasso. Negli anni 1950-1952 le opere di Vangelli presentano campi, scene e personaggi del circo. Nel 1953 mostra dal titolo “Antonio Vangelli. Il circo”, alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, Roma. Nel 1954 Antonio Vangelli incomincia a viaggiare, va in Belgio, Danimarca, Francia, dove soggiorna e dipinge per brevi periodi. Nel 1955-1965 è il periodo in cui Vangelli s’interessa particolarmente alla serie di opere sulla Torre di Babele, le galassie e l’atomica. Dal 1968 al 2007 moltissime le mostre, fra cui: Antonio Vangelli, Galleria La Barcaccia, Montecatini Terme (1968); Istituto del Nastro Azzurro, Cosenza (1968); Galleria La Barcaccia, Roma (1973); Galleria La Barcaccia, Firenze (1973) Fantasie del circo di Vangelli, Nuova Galleria Bateau Lavoir, Roma (1974); Galleria La Gradiva, Firenze (1974); “Antonio Vangelli- Diario per un Balletto a Biarritz” Galleria Il Gianicolo, Perugia (1977); Galleria La Gradiva, Roma (1978). “Circo e Balletto”, Antonello Trombadori, La Selva di Paliano. “Antonio Vangelli – Oppositori” Galleria Il Gianicolo, Perugia (1981); “Ipotesi di un Mondo Nuovo”, Il Gianicolo, Perugia (1982); “Vangelli”, Studio 10 Arte, Potenza (1985); “La Lucida Anarchia di Vangelli”, La Gradiva, Roma (1986); “Viaggio intorno all’Obelisco di Piazza del Popolo”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (1987); “Vangelli Segno-colore”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (1988); “Vangelli, Mondi Perduti, Diversi Universi”, Galleria La Gradiva, Roma (1988); “Vangelli, un Artista una Collezione”, Roma (1991); “Antonio Vangelli”, Galleria Il Gianicolo di Perugia (1991); “Vangelli, ovvero Dell’utopia Realizzata”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (1994); “Vangelli” Mostra Antologica, Castello Malatestiano di Longiano (1997); “Vangelli”, Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno (1998); “Vangelli – L’orizzonte della Felicità”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (1999); “La Festa della Vita”, Villa San Carlo Borromeo, Senago (Mi) (1999); “Vangelli, Atomiche e Arminie Sferiche”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (2002); “Vangelli – Sottosopra”, Galleria Il Gianicolo, Perugia(2003); “Vangelli, un Maestro, un Caposcuola”, Palazzo Comunale di Paliano, Galleria Il Gianicolo, Paliano (2005); “Omaggio a Latina”, Galleria Il Gianicolo, Latina (2006); “Vangelli” Rocca Paolina di Perugia, Galleria Il Gianicolo, Perugia (2006). Hanno scritto di lui, tra gli altri: Vito Apuleio, Fortunato Bellonzi, Toni Bonavita, Renato Civello, Michele Calabrese, Nicola Ciarletta, Raffaele De Grada, Duilio Morosini, Giuseppe Marotta, Dario Micacchi, Robertomaria Siena, Antonello Trombadori, Emilio Villa, Marcello Venturoli. .  
   
   
ANTONIN STRIZEK IN UNA STRAORDINARIA PERSONALE A LUGANO - PARADISO ALLA GALLERIA ART ON PAPER  
 
Lugano, 21 novembre 2007 – La Galleria Art on paper presenta dal 22 novembre al 12 gennaio 2008, nella sua sede di Via Cattori 5a, a Paradiso (Ti) un’importante mostra personale di Antonin Strizek, considerato tra i principali artisti contemporanei della Repubblica Ceca, che ha partecipato all’inaugurazione. Antonin Strizek (1959) ha studiato all’Accademia di Arti Figurative di Praga dove ha poi insegnato pittura dal 1997 al 2002. La sobria pittura di Strizek si caratterizza per il suo forte realismo che risulta in una visione figurativa di nature morte di oggetti ordinari, forme geometriche semplici, profonde memorie del paesaggio urbano, combinata con il sentimento struggente e poetico che Strizek percepisce nei suoi soggetti. Strizek si è anche affermato nella Repubblica Ceca per un ciclo di suoi quadri di nature morte, bottiglie e bicchieri, ispirati alle fotografie di Josef Sudek. La sua vocazione artistica è caratterizzata dalla semplificazione geometrica dei piani di grande formato con forti verticali, orizzontali e diagonali, campiture, masse piatte di colore che diventano robuste scene urbane e di periferia, dove la luce gioca un ruolo inusuale per catturare lo stato d’animo solitario dei suoi soggetti che descrivono il paradosso della vita contemporanea. La scena è quasi sempre deserta; nei suoi quadri raramente vi è una figura umana, e quando ve ne è, quello che emerge è l´estraneità dei soggetti e l´incomunicabilità che ne risulta, accentuando la solitudine. Grazie alla sapiente composizione geometrizzante della tela, al sofisticato gioco di luci, fredde, taglienti e volutamente artificiali e all’estrema sintesi dei dettagli, i suoi paesaggi urbani senza tempo possiedono una qualità cinematografica, composizioni a tutto schermo con un uso drammatico di luci e ombre. In questa poesia del silenzio, gli individui sono quasi assenti, in quanto semplice forma immersa nell’ombra e nella luce, in acuto, stridente contrasto con la luce del cielo, del bagliore della luce artificiale dei lampioni, del taglio di luce sulla fiancata di un edificio. .  
   
   
LA SCOPERTA DELL’ITALIA (1940-1950) RITRATTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA. FORMAZIONE E SVILUPPO ROMA – COMPLESSO DEL VITTORIANO  
 
Roma, 21 novembre 2007 - Sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nasce dal 16 novembre 2007 al 6 gennaio 2008 la mostra “La scoperta dell’Italia (1940-1950)”. L’esposizione inaugura il più ampio progetto Ritratto Della Repubblica Italiana. Formazione E Sviluppo e si avvale della prestigiosa curatela del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, del Prof. Rosario Villari e del Prof. Giuseppe Talamo, con il coordinamento generale di Louis Godart. Il catalogo della Mostra “La scoperta dell’Italia (1940-1950)”, edito da Gangemi, si avvale dei contributi critici di Rosario Villari, Umberto Gentiloni, Cecilia Dau Novelli, Achille Tartaro, Francesco Rosi, Luciano Caramel. L’iniziativa Ritratto Della Repubblica Italiana. Formazione E Sviluppo attraverso una serie di mostre realizzate tra il 2007 e il 2010 collegate dallo stesso principio ispiratore, avrà come filo conduttore il voler mostrare immagini, documenti, testimonianze, fattori di novità che si sono formati in tutte le espressioni della vita collettiva italiana nel trentennio successivo alla fine della guerra, dalla letteratura al cinema, dall’arte all’attività politica, dalle diverse forme di associazione ai conflitti sociali e, non ultimo, nella vita quotidiana. “La mostra e il progetto mirano a rappresentare sinteticamente, con la scelta di significativi e spesso importanti documenti, le novità che si sono affermate allora nel nostro paese in tutti i campi della creatività collettiva e personale, dall´azione politica e di costruzione istituzionale all´associazionismo civile e religioso, alla produzione artistica, al cinema, ai mezzi di comunicazione, all´insegnamento scolastico, ai rapporti familiari, alla vita quotidiana. ” (G. Talamo e R. Villari). L’esposizione “La scoperta dell’Italia (1940-1950)” vuole focalizzare l’attenzione sulla nuova realtà che inizia a pervadere l’Italia intera a partire dagli anni ‘40. In quegli anni un diverso modo di sentire attraversa varie attività artistiche, dal cinema alla fotografia, dalla scrittura letteraria a quella giornalistica, e contribuisce a creare un nuovo senso di identità nazionale e un diverso impegno individuale e collettivo. Aspetti questi che prenderanno sempre più forza a partire dal dopoguerra. La mostra Punto di partenza della mostra, la considerazione che l’esperienza della seconda guerra mondiale e del dopoguerra hanno provocato una profonda trasformazione, oltre che negli assetti territoriali e nel sistema dei rapporti internazionali, anche nella coscienza civile, nella cultura, nella mentalità e nelle attitudini politiche delle popolazioni dell´Europa e del resto del mondo. Anche il popolo italiano ha realizzato, attraverso quella esperienza, un cambiamento profondo ed ha contribuito alla trasformazione generale dell’Europa e del mondo contemporaneo. “Il principale motivo ispiratore di questa mostra … è la convinzione che l´esperienza della seconda guerra mondiale e della liberazione dal fascismo e dal nazismo ha prodotto anche nel nostro paese, come in gran parte del mondo, una profonda e diffusa trasformazione della coscienza civile. ” (G. Talamo e R. Villari). La lezione del cinema neorealista e la produzione letteraria, insieme alle grandi inchieste giornalistiche, contribuiscono a far trasparire un’immagine reale e veritiera del paese. Questi orientamenti si accompagnano ad un nuovo senso di impegno sociale e morale che mira a conoscere e a documentare le reali esigenze di una nazione passata attraverso i conflitti laceranti della guerra e le profonde divisioni sociali. “E’ il “neorealismo”, il movimento creativo etico che coglie il senso profondo dei fatti e chiama a farne partecipi gli spettatori coinvolgendoli in un progetto di risorgimento materiale e morale della società … Il neorealismo è stato il modo di esprimersi con il cinema di chi desiderava fortemente riconquistare la libertà e la verità dopo venti anni di dittatura del regime fascista e di una cultura ufficiale che nascondeva la modestia e i problemi della vita quotidiana mascherandoli sotto la illusoria tranquillità e serenità dei “telefoni bianchi”. Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Cesare Zavattini, Sergio Amidi, Suso Cecchi D’amico, giusto per citare i padri del neorealismo, iniziatori di una tendenza nuova, specchio e annuncio di una nuova società, che si sviluppò e si affermò ben presto come una scuola. ” (F. Rosi). Anche nell’arte non mancano occasioni di dibattito e di scontro come quello che vede contrapposti, nelle arti figurative, chi propugna un’arte “nuova” pur sempre fedele ai temi figurativi, gli iconici, da quelli che invece propugnano una visione più sintetica ed astratta dell’arte in quanto tale, gli aniconici. “Fa spicco dal ’45 in poi l’esperienza del Neorealismo, caratterizzata dal progetto di un’arte impegnata, e quindi di una letteratura (oltre che di un cinema e di una pittura) militante, in grado di documentare i fatti recenti – la guerra e la sconfitta, la Resistenza armata al nazifascismo – alla luce di una poetica consapevole delle responsabilità dell’intellettuale verso la società e la politica; una poetica espressamente avversa all’edonismo dell’arte pura, di matrice rondista, e soprattutto sensibile all’urgenza del ritorno alla libertà e alla vita democratica, in vista di una più lunga aspettativa di emancipazione sociale” (A. Tartaro). Le opere esposte sono prestigiose ed in molti casi inedite. Nella sezione dedicata alle arti figurative, fondamentali sono le opere di Giulio Turcato, Mario Sironi, Lucio Fontana, Renato Guttuso e Giuseppe Capogrossi. Non possiamo non citare la selezione di immagini rare di Alberto Lattuada e gli originali dell’impaginato del Politecnico, realizzati da Albe Steiner con le annotazioni di Vittorini. Una particolare attenzione è riservata alla sezione bibliografica nella quale sarà possibile vedere le prime edizioni di alcuni tra i principali scrittori italiani del Novecento: Vittorini, Montale, Pavese, Pasolini, Malaparte. Sono inoltre esposte opere, letterarie e pittoriche di Carlo Levi. Una sezione è dedicata al Piccolo Teatro di Milano la cui attività è documentata da rare foto di scena, da programmi teatrali e da bozzetti originali. Il cinema neorealista è documentato in mostra da locandine e manifesti originali di alcuni tra i film più rappresentativi di questa stazione teatrale, Paisà, Ladri di biciclette, Sciuscià. Del film di Luchino Visconti La Terra trema sarà esposto il copione di scena originale. La stagione politica è inoltre ricreata attraverso una selezione di manifesti originali degli anni 1945 e 1950 proveniente dall’Istituto Sturzo e dalla Fondazione Gramsci. Mentre dall’Archivio di Stato provengono documenti autografi originali di Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Palmiro Togliatti. Fondamentale è il contributo della Discoteca di Stato che per l’occasione intende masterizzare un percorso sonoro con le voci storiche del periodo. Inoltre sono presenti una selezione di manifesti del cinema neorealista degli anni ’40-’50 e dei montaggi di filmati storici realizzati dall’Istituto Luce. Questa “scoperta” del paese costituisce un fenomeno nuovo ed è di fatto la premessa per l’Italia repubblicana che fin dai suoi primi passi si muove verso una ripresa dei rapporti con le democrazie del mondo occidentale nel difficile equilibrio creatosi con la politica dei blocchi contrapposti. .  
   
   
IL PRINCIPE MENDICANTE NAPOLI, COMPLESSO MONUMENTALE DI SANTA MARIA MAGGIORE 15 DICEMBRE 2007 – 30 MAGGIO 2008 … UNA RICERCA FOTOGRAFICA CHE ILLUSTRA UN PERCORSO DI FEDE LUNGO I SENTIERI DELLA MEMORIA …  
 
Napoli, 21 novembre 2007 - In occasione delle celebrazioni del quarto centenario della morte di San Francesco Caracciolo (originariamente Ascanio Caracciolo), fondatore dell’ordine dei Chierici Regolari Minori, e in concomitanza dell’anno Giubilare Caracciolino, l’Ordine dei Chierici Regolari Minori promuove una mostra fotografica sul tema del viaggio per ripercorrere i luoghi dove visse e operò il santo. La sede che ospita l’esposizione è il Complesso Monumentale di Santa Maria Maggiore che riapre al pubblico in questa occasione, dopo decenni di chiusura, tranne che per rare eccezioni. L´attuale aspetto della basilica è dovuto all´intervento di restauro operato dal Provveditorato alle Opere pubbliche a partire dal 1975. Nel 1992 è stato ultimato il recupero del notevole pavimento in cotto e maiolica, realizzato a partire dal 1764 dalla frabbrica di Giuseppe Massa. Il fotografo Luigi Spina ha realizzato un percorso di immagini parallelo al cammino di fede di Ascanio Caracciolo, uomo di nobiltà (“principe”, suggerisce il titolo) che lasciò tutti i suoi averi e la sua posizione sociale per diventare umile servo di Dio, dedito a opere di evangelizzazione e di carità, sulla scia di San Francesco d’Assisi. Le immagini dei luoghi e dei paesaggi che sono stati scenografia naturale della vita del santo, a partire da Villa Santa Maria (Chieti) dove nacque nel 1563, attraverso Napoli e Roma fino ad Agnone (Isernia) dove morì nel 1608, diventano voci di un racconto di vita: città, paesi, chiese, cappelle, conventi, campagne compensano l’umile e modesta rappresentazione iconografica esistente di San Francesco Caracciolo. Spina, grazie a testimonianze e a documenti d’archivio ha potuto seguire passo passo i luoghi di vita di San Francesco Caracciolo. A Napoli, ad esempio, attraversando i quartieri napoletani, si passa della potente Compagnia dei Bianchi annessa all’ospedale degli Incurabili, a “spaccanapoli” con la chiesa di Monteverginella dove sono conservate le spoglie mortali del Santo, il quartiere della Sanità e la chiesa della Misericordiella fino a giungere al Duomo. A Roma si percorrono i luoghi storici e punti cardini della Fede. Lasciando poi gli spazi urbani il viaggio prosegue fra boschi, valli, campi di grano accarezzati dal vento, luoghi dell’esperienza terrena dove è possibile avvertire la presenza dello Spirito. Il paesaggio rappresenta intimamente gli stati d’animo dell’uomo e allo stesso tempo la forza dello spirito Creatore. Luigi Spina utilizzando come linguaggio elettivo il Bianco e Nero ci conduce in questo viaggio fra storia, arte, paesaggio e Fede. Il percorso della mostra è stato arricchito grazie alla realizzazione di un cortometraggio dal titolo 28 km di fede di Monica Romano, una rilettura del cammino intrapreso dal santo, durante le sue peregrinazioni, espressa con il linguaggio video. Il volume, edito da Electa, che accompagna la mostra raccoglie tutte le immagini fotografiche di Luigi Spina, introdotte da un testo di Cesare de Seta e intramezzate da una serie di testimonianze di volontari o missionari sparsi per il mondo, che tuttora seguono gli insegnamenti di fede di San Francesco Caracciolo. .  
   
   
PAUL HARBUTT: LOSS VITERBO 8-31 DICEMBRE  
 
Viterbo, 21 novembre 2007 - Apre presso Galleria Miralli a l’8 Dicembre la mostra di Paul Harbutt. Siamo di nuovo presentati con una ricca e completa mostra di quadri dipinti nel 2001. Tante di queste opere si svolgono intorno all’immagine di una donna incinta, la moglie dell’artista. Usando una magnifica disposizione di simbolismo, le opere descrivono i capitoli del ciclo della sua gravidanza. La curiosa intensità psicologica delle opere è trainante ed affascinante, temperata ed aumentata con l’uso seduttivo e lirico del colore, e la ricchezza dell’iconografia che pervade la serie. L’ironia delle opere esposte a Unosunove è presente in questa serie precedente ma con un lato più scuro ed intenso. I lavori possedono un passato bizzarro: stavano per essere esposte a New York nel 2001 ma il giorno dell’incontro per l’organizzazione della mostra fu l’11 settembre. Per Harbutt due eventi drammatici coincidono: la nascita del figlio Orlando e la distruzione delle Torri Gemelle. Harbutt spiega, “la polvere che permeò l’aria dalle torri distrutte che ci bruciò gli occhi, le gole, ci entrò pure nelle nostre menti. Coprì ogni strato con il sudicio dell’inumanità dell’uomo. Tinse tutto ciò che sarebbe dovuto essere bello, e per mesi vivemmo a New York vagando in una terra desolata di ansia e paura. ” Per l’artista tinse anche la purità di questi quadri. La mostra non accadde e le opere furono messe in magazzino, sepolte al buio fino ad ora. Col tempo sono state purificate nella mente di Harbutt della polvere dell’11 settembre e fortunatamente la serie è intatta, esposta a Galleria Miralli. .  
   
   
“ÊTRE - ESPERIENZE TEATRALI DI RESIDENZA”: SELEZIONATI I PRIMI NOVE VINCITORI DEL BANDO UN PROGETTO DEDICATO ALLE NUOVE REALTÀ TEATRALI LOMBARDE  
 
 Milano, 21 novembre. La Lombardia è una regione particolarmente ricca di istituzioni teatrali che possono a pieno titolo essere definite “storiche” e che godono di notorietà nazionale e internazionale. A queste organizzazioni, nell’ultimo decennio si sono affiancate molte realtà “giovani” o comunque “emergenti”: si stima che nella regione operino tuttora quasi 100 compagnie costituitesi dopo il 1995, molte delle quali a carattere professionale o semi-professionale. Queste realtà stentano tuttavia a trovare spazi e finanziamenti per le loro produzioni e faticano a entrare nei circuiti tradizionali poiché, anche nel teatro, non esistono politiche volte a favorire il ricambio generazionale. Per questo, con l’obiettivo di promuovere e sostenere fattivamente l’attività di produzione delle migliori compagnie teatrali emergenti, Fondazione Cariplo ha deciso di lanciare il progetto Être – Esperienze teatrali di residenza, un intervento innovativo basato sull’esperienza della residenza teatrale, già diffusa con successo in alcune regioni italiane e in molti paesi stranieri. Fondazione Cariplo, con la collaborazione di un comitato scientifico, ha avviato la selezione, in tre anni e tramite successivi bandi pubblici, di circa 20 progetti sperimentali di residenza teatrale, che beneficeranno di un finanziamento massimo di 150. 000 (per le residenze individuali, cioè gestite da una sola compagnia) o 300. 000 euro (per le residenze multiple, cioè gestite da più soggetti), ripartito su 3 anni. L’elemento di grande novità del progetto risiede nell’attività di “accompagnamento” allo start up delle 20 residenze teatrali che la Fondazione realizzerà tramite la costituzione di un centro di coordinamento che avrà inoltre il compito di favorire forme di collaborazione e iniziative comuni. Fondazione Cariplo presenta oggi le prime nove residenze selezionate nell’ambito del bando 2007 del progetto Être. A sostegno di questi primi progetti di residenza, promossi da altrettante compagnie lombarde, la Fondazione ha deliberato contributi per complessivi 1,3 milioni di euro. Nell’ambito del primo bando del progetto Être (pubblicato in aprile 2007, con scadenza 5 giugno) sono pervenuti alla Fondazione Cariplo 14 progetti: ne sono stati scelti 9. Le 9 residenze teatrali, ciascuna delle quali coinvolge tendenzialmente più enti pubblici e istituzioni private, risultano così distribuite sul territorio regionale: 1 in provincia di Bergamo, 1 in provincia di Brescia, 1 provincia di Lecco, 3 in provincia di Milano, 1 provincia di Pavia e 2 in provincia di Varese.
Organizzazione Nome della residenza Localizzazione della residenza
aida Qui e ora Dalmine (Bg)
Teatro Inverso Idra Brescia
Scarlattineprogetti Monte di Brianza Colle Brianza (Lc)
estia Teatro In-stabile Carcere di Bollate (Mi)
I Carpentieri di Bell Torre dell’Acquedotto Cusano Milanino (Mi)
delleAli Textura Vimercate (Mi)
Motoperpetuo Oltrepavia Pavia, Stradella e Chignolo Po (Pv)
La Casa di Dioniso Dioniso in A8 Gallarate (Va)
Arteatro Giazer Lago di Varese (Va)
I 9 progetti selezionati sono riconducili a differenti modelli: - residenze permanenti, con un forte imprinting territoriale, che si inseriscono in un contesto di pregio, architettonico (Residenza Torre dell´Acquedotto dei Carpentieri di Bell) o ambientale (Residenza Monte di Brianza di Scarlattineprogetti e Residenza Giazer di Arteatro). Si tratta di un modello multi attività (produzione, ospitalità, laboratori, tutoring di giovani artisti ed organizzazione di eventi) e volto all’inclusione; - residenze a tempo, in cui la stabilità triennale offerta dalla residenza rappresenta un’occasione per accrescere e qualificare la propria attività di produzione (Residenza Dioniso in A8 di La Casa di Dioniso e Residenza Teatro In-stabile di estia); - residenze con più spazi sul territorio, volte a far conoscere e approfondire il rapporto con il territorio, in luoghi caratterizzati da un’offerta limitata di produzioni di teatro contemporaneo (Residenza Oltrepavia di Motoperpetuo, Residenza Qui e Ora di aida, Residenza Textura di delleAli e Residenza Idra di Teatro Inverso). I numeri del bando 2007 di Être
Progetti di Residenza Numero Costo complessivo dei progetti Contributi complessivi richiesti
Pervenuti 14 5. 433 1. 827
Selezionati 9 3. 975 1. 297
Per il 2008, la Fondazione procederà a una pubblicazione anticipata del secondo bando (orientativamente entro il mese di febbraio), lasciando così alle organizzazioni tempi più lunghi per la predisposizione dei progetti di residenza. Per tutte le informazioni a riguardo si rimanda al sito www. Fondazionecariplo. It .
 
   
   
UN MILIONE DI EURO PER UN TEATRO TOSCANO CHE RACCONTA IL “SOCIALE”  
 
Firenze, 21 novembre 2007 - «Una boccata d’ossigeno per il teatro toscano a forte dimensione sociale, in tante sue forme e in tante sue espressioni, con particolare riferimento per i giovani». Così Paolo Cocchi, assessore regionale alla cultura, commenta il milione di euro stanziato nella riunione dell’ultima Giunta per finanziare alcuni progetti, articolati sull’intero territorio toscano. Per l’esattezza si tratta di 1. 050. 000 euro. La cifra più consistente (500 mila euro) alimenta “Sipario Aperto”, circuito regionale dei piccoli teatri: sono 118 le strutture aderenti e il budget viene ripartito fra le 10 Province con la precisazione che gli enti locali dovranno partecipare con adeguati cofinanziamenti. E’ grazie a “Sipario Aperto” che le compagnie toscane – di prosa, di danza – e i gruppi musicali possono far conoscere le loro proposte anche in spazi scenici di dimensioni ridotte. I piccoli teatri del circuito, alcuni molto antichi, hanno nomi anche curiosi: c’è il teatro “della Bicchieraia” e quello dei “Ricomposti”, quello dei “Rassicurati” e quello dei “Differenti”, dei “Coraggiosi” e dei “Leggieri”. Ma non mancano i “Verdi”, i “Mascagni”, i “Rossini”, i “Manzoni”. E diversi, senza nome, si chiamano solo “Comunale”. Altri 60 mila euro sono destinati al progetto “Danza Toscana” (nella regione operano 15 compagnie di danza con residenza artistica in Toscana mentre le compagnie che svolgono questo tipo di attività in Toscana risultano circa 40). Le risorse sono indirizzate verso Adac (Associazione Danza Arte Contemporanea) e Atp (Associazione Teatrale Pistoiese). Il provvedimento finanzia – con 180 mila euro - anche il complesso delle attività che rientrano nel progetto “Teatro Sociale” con interventi culturali strettamente collegati alle tematiche della salute. Fra i progetti, uno riguarda le “Famiglie a rischio usura” ed è pensato per sensibilizzare, attraverso il linguaggio del teatro, sul fenomeno del sovra indebitamento delle famiglie, sul rischio usura, sulla necessità di un uso responsabile del denaro. Ulteriori 60 mila euro riguardano il progetto “Le arti dello spettacolo e le nuove generazioni”: un ripensamento sul “farsi dello spettacolo” con attività particolarmente rivolte ai giovani. Fra queste “Classica d’autunno”(percorso per venire incontro a un pubblico giovane che ha avuto pochi contatti con la musica colta) e “Chi è di scena” (stage per giovani musicisti e rassegna di teatro musicale per bambini dai bambini”). Finanziato, infine, un progetto di iniziativa regionale sulle arti sceniche contemporanee con particolare riguardo per le politiche giovanili. Realizzato attraverso “Fondazione Pontedera Teatro”, con un finanziamento di 250 mila euro, il progetto prevede, fra l’altro, concerti e spettacoli sull’intercultura, laboratori sulla creazione artistica in Europa, un viaggio nella creatività elettronica contemporanea, progetti musicali, produzioni a cura di giovani compagnie. . .  
   
   
SECONDO APPUNTAMENTO DELLA RASSEGNA DI MUSICHE MODERNE “NOTE NUOVE” NELL´AMBITO DEL PROGRAMMA DI SCENAPERTA CON IL PIANISTA CUBANO OMAR SOSA  
 
Udine, 21 novembre 2007 - Dopo lo splendido concerto dei turchi Baba Zula, prosegue la serie di appuntamenti musicali che l´Associazione Culturale Euritmica dedica alle nuove espressioni musicali, dal pop al jazz, al rock e world music. Il nuovo appuntamento è in programma venerdì 23 con l´Omar Sosa Trio, uno dei massimi interpreti del jazz latino, sofisticato pianista e compositore in scena con il suo collaudato trio assieme a Childo Tomas al basso e Julio Barreto alla batteria. Omar Sosa è uno dei più versatili artisti jazz oggi sulla scena: compositore, arrangiatore, produttore, pianista, percussionista e leader delle numerose formazioni e progetti musicali ai quali partecipa. Egli può tranquillamente essere definito il volto nuovo della musica cubana e la figura che meglio rappresenta la capacità di rinnovamento della musica latina. Dalla fine degli anni Ottanta, egli comincia a concepire una musica sincretica, di prospettive quanto mai ampie, capendo come lo swing, la danza, il rapporto con il corpo, con la sensualità, siano qualità essenziali del jazz, della musica portoricana, caraibica, cubana, e che, al di là delle differenze stilistiche nate dal metissage culturale, tutte queste abbiano un’origine comune: l’Africa rubata agli schiavi. Decide quindi di concentrarsi sulla produzione di un sound che possa conciliare tutta la diversità delle espressioni musicali generate dalla diaspora africana. L´innovativa e geniale unione di una grande quantità di elementi della world music e dell´elettronica con quelle che sono le sue native radici musicali afro-cubane producono come risultato un fresco, originale e gioioso “urban sound”, animato da un cuore di jazz latino, che nasce da un continuo approccio esplorativo alla ricerca della libertà espressiva. La sua tecnica pianistica è e sarà sempre influenzata da quella delle percussioni: rappresenta il suo stile personale, di grande audacia ritmica, diventato ormai il suo tratto caratterizzante; i tempi sono fluidi e il mood cambia repentinamente, un groove sperimentale che non manca di tenere sempre vigile l´attenzione dell´ascoltatore. Nel suo periodo di crescita artistica, Omar Sosa interiorizza concetti e novità da tutte le culture con cui viene a contatto: esplora la musica yoruba (i nomi delle divinità del pantheon della Santeria ricorrono spesso nei titoli dei suoi brani), che è una delle fonti essenziali della musica afrocubana, ma anche le tradizioni nere della costa dell’Ecuador o quelle delle confraternite gnawa dell’Africa settentrionale. Ma all’interno dei propri ampi orizzonti Sosa assorbe anche elementi della cultura hip hop, nonché aspetti del patrimonio musicale mediterraneo non solo della sponda africana e mediorientale. “La globalizzazione può essere un concetto astratto per molti, ma per il pianista e compositore Omar Sosa è invece una questione reale e personale” (Fernando Gonzalez, ´Down Beat´). Come molti altri giovani musicisti cubani, Omar è anche influenzato dalla destrezza e dall´energia del jazz-fusion, e la sua concezione musicale riflette la sua natura meditativa a inquisitiva. Thelonius Monk viene visto come un´anima gemella, come il precursore di una concezione artistica che mette in dubbio i confini culturali e musicali della propria epoca. Suonando con big band, gruppi di soli percussionisti, in duo e da solo, Sosa dimostra tutta la sua incredibile versatilità. Già straordinario come pianista, negli ultimi anni ha iniziato a usare l´elettronica con rara intelligenza, aggiungendo al suo sound echi, campionamenti, loop e delay che hanno reso la sua musica ancora più polifonica, poliritmica e trascinante. “Omar Sosa è un artista fusion nel miglior senso del termine. Questo pianista virtuoso mescola le sue radici cubane con sentori di bebop, free jazz, hip-hop ed elettronica, in un calderone sorprendentemente fresco e modernamente speziato che è molto più della somma degli ingredienti” (Joel Roberts, ´All about jazz´) Vita Omar Sosa nasce il 10 aprile 1965 a Camaguey (Cuba). All´età di otto anni si avvicina alla musica, cominciando però a suonare le percussioni, in particolar modo la marimba, al conservatorio della sua città. L´incontro con lo strumento che lo rese una celebrità avviene infatti solo più tardi e quasi per caso, dopo essersi trasferito all´Avana e alla prestigiosa Escuela Nacional de Musica, dove non gli fu più possibile continuare lo studio della marimba. Così inizia ad approcciarsi al pianoforte, di cui ben presto impara ad apprezzare libertà ed espressività. I primi contatti con la musica in casa a Camaguey erano avvenuti con le note di Nat King Cole, Orquesta Aragon, Pacho Alonso, Benny More, e con molta musica classica. Al conservatorio dell´Avana, coinvolto dai suoi compagni di classe, Omar comincia ad apprezzare sempre più la musica jazz. Tra i suoi artisti favoriti dell´epoca Oscar Peterson, Herbie Hancock, Chick Corea, Keith Jarrett, John Coltrane, Charlie Parker. Allo stesso tempo però si sente vicino ad artisti della musica progressive cubana come Chucho Valdez, Irakere e Emiliano Salvador. Colui che però esercita la più grande influenza nel giovane Omar e che lo guida maggiormente nel suo approccio creativo alla musica è Thelonius Monk. Al termine degli studi, seguono anni di spostamenti e ricerca molto intensi. Dal 1993 al 1995 vive per alcuni anni a Quito, in Ecuador, dove scopre la musica folcloristica degli Esmeraldas, una sacca di cultura con profonde radici africane nella costa nord-occidentale del Paese che fa della marimba lo strumento principale della propria musica. A Quito fonda il suo primo gruppo di jazz-fusion, gli Entrenoz. Dopo una breve parentesi a Palma di Maiorca, Omar si sposta nella San Francisco Bay Area alla fine del 1995 dove rapidamente rinvigorisce la locale scena del jazz latino con le sue prime esplosive performance. On Stage Fin dai primi concerti infatti, Omar Sosa si dimostra personaggio carismatico, in grado di trascinare e ispirare gli altri musicisti con lui sul palco grazie al suo modo di suonare dinamico e al suo approccio alla musica fatto di improvvisazione, intense emozioni e humour. ”Ogni volta che salgo sul palco - ha detto in una recente intervista - non ho la minima idea di come andrà a finire [. ] L´obiettivo principale è far si che su quel palco, tra i musicisti, succeda qualcosa, scocchi la scintilla della comunicazione”. Di spontaneità e connessione tra le persone, che spesso appaiono in difficoltà Uno dei concerti più memorabili tenuti dall´artista cubano è stato quello, con il suo ottetto, all´apertura della nuova Zankel Hall all´interno della Carnegie Hall di New York nel 2003. Di quell´esibizione Alex Ross del New Yorker ha scritto: “Sosa ha un feroce intuito per il ritmo e un pungente ingegno musicale”. Il compositore John Adams, che ha curato l´apertura della sala, ha commentato che “Sosa è un musicista profondamente creativo con uno straordinario senso armonico. Il suo modo di suonare il piano ha indubbiamente radici nella musica cubana, ma ha assimilato il suo approccio alla tastiera in regioni completamente diverse”. E Don Heckman del Los Angeles Times recentemente ha scritto: “la visione di Sosa del jazz contemporaneo raggiunge ogni confine immaginabile [. ] Le sue performance sono uno straordinario esempio di world jazz “allo stato dell´arte”, che splendidamente illustrano quanto incantevole la musica possa diventare quando si presenta aperta e ricettiva agli impulsi globali e all´interazione”. Teatro Palamostre, P. Le Diacono - Udine venerdì 23 novembre 2007, ore 21. .  
   
   
GOLF - I FRATELLI MOLINARI DIFENDONO I COLORI ITALIANI NELLA WORLD CUP CHE SI GIOCA AL MISSION HILLS DI SHENZHEN IN CINA DAL 22 AL 25 NOVEMBRE  
 
Roma, 21 novembre 2007 - Edoardo e Francesco Molinari difendono i colori azzurri nella 53ª edizione dell’Omega Mission Hills World Cup (22-25 novembre) che scatta al Mission Hills Gc. Si giocherà su uno dei dodici percorsi del mega complesso cinese, che si estende su un´area di 77 chilometri quadrati, tra le città di Shenzhen e Dong Guan, tutti disegnati da grandi campioni. Quello scelto è opera di José Maria Olazabal, che non parteciperà però all’evento dopo aver dato in un primo momento la sua disponibilità. Il tracciato si caratterizza per i numerosi bunker, molti dei quali rendono la vita difficile a chi si insabbia. In campo 28 rappresentative nazionali che si affronteranno secondo la nuova formula (due giri fourballs e due foursome alternati) in vigore dal 2000, che ha sostituito l’originaria ‘canada cup’ (somma degli score medal dei due giocatori del team) da quando la World Cup è entrata tra le quattro gare del World Golf Championships, il cosiddetto circuito mondiale. La nuova gestione, oltre ad assicurare un bel futuro all’evento, molto traballante dal punto di vista economico, ha anche portato un notevole incremento del montepremi salito quest’anno a cinque milioni di dollari. Quando il torneo è stato rilevato ne offriva 1. 500. 000. Alla World Cup vengono ammesse le diciotto nazioni di appartenenza dei primi diciotto giocatori di Paesi diversi del World Ranking, mentre le altre dieci si guadagnano il pass nelle prequalifiche che si disputano in Asia e in America Centrale. L’italia si è assicurata il visto con quarto posto conseguito ai Caraibi dopo spareggio con Paraguay (ammesso) e Venezuela (fuori). Malgrado l’appetibile montepremi buona parte dei giocatori di maggior spicco che avevano garantito il posto alla propria nazione hanno dato forfait e, in qualche occasione, non scenderanno in campo neanche le seconde o le terze linee. E’ il caso degli Stati Uniti, promossi da Tiger Woods, che si affideranno a Heath Slocum e Boo Weekley, coppia che non è certo tra le favorite. Si lasciano preferire il Sudafrica che schiera Retief Goosen e Trevor Immelman e l’Inghilterra con Justin Rose, numero uno europeo e vincitore a Valderrama, e Ian Poulter, annunciato in gran forma dopo il successo di domenica scorsa nel Dunlop Phoenix Tournament in Giappone. Abbastanza solide le compagini della Svezia (Robert Karlsson/peter Hanson), della Thailandia (Thongchai Jaidee/prayad Marksaeng), che ha vinto la prequalifica asiatica, dell’Argentina (Andres Romero/ricardo Gonzalez), della Danimarca (Anders Hansen/soren Hansen) e del Galles, con Stephen Dodd e Bradley Dredge che vinsero nel 2005. Nel Seve Trophy hanno dimostrato di essere un ottimo duo in doppio i francesi Raphael Jacquelin/gregory Havret, mentre sono molto attesi dal pubblico di casa i cinesi Liang Wen-chong e Zhang Lian-wei. Hanno poche chances di confermare il titolo i tedeschi (Martin Kaymer/alex Cejka) che l’anno scorso si imposero con Bernhard Langer e Marcel Siem. Quanto agli azzurri si attende una prova di carattere, ma molto dipenderà dalle condizioni di Edoardo Molinari, negli ultimi tempi alle prese con una tendinite al polso e che non gioca dal circa un mese. Le 28 nazioni in gara Argentina: Andres Romero/ricardo Gonzalez; Australia: Nick O´hern/nathan Green; Austria: Markus Brier/claude Grenier; Canada: Mike Weir/wes Heffernan; Cina: Liang Wen-chong/zhang Lian-wei; Corea: Lee Seung-ho/lee Sung; Colombia: Gustavo Mendoza/jorge Benedetti; Danimarca: Anders Hansen/soren Hansen; Filippine: Tony Lascuna/gerald Rosales; Finlandia: Mikko Ilonen/pasi Purhonen; Francia: Raphael Jacquelin/gregory Havret; Galles: Stephen Dodd/bradley Dredge; Germania: Martin Kaymer/alex Cejka; Giappone: Hideto Tanihara/tetsuji Hiratsuka; India: Jyoti Randhawa/gaurev Ghei; Inghilterra: Justin Rose/ian Poulter; Irlanda: Michael Hoey/gareth Maybin; Italia: Edoardo Molinari/francesco Molinari; Nuova Zelanda: Richard Lee/stephen Scahill; Olanda: Robert-jan Derksen/maarten Lafeber; Paraguay: Carlos Franco/fabrizio Zanotti; Portorico: Wilfredo Morales/miguel Surez; Scozia: Colin Montgomerie/marc Warren; Spagna: José Manuel Lara/miguel Angel Jimenez; Sudafrica: Retief Goosen/trevor Immelman; Stati Uniti:heath Slocum/boo Weekley; Svezia: Robert Karlsson/peter Hanson; Thailandia: Thongchai Jaidee/prayad Marksaeng. Assemblea Nazionale Ordinaria Fig Il 26 Novembre A Milano - Il Consiglio Federale ha convocato l´Assemblea Nazionale Ordinaria per lunedì 26 novembre 2007 a Milano, presso l´Hotel Michelangelo, alle ore 14 in prima convocazione e alle ore 15 in seconda. Questo l´ordine del giorno: elezione Ufficio di Presidenza; elezione Commissione Scrutinio; informativa conto consuntivo 2006; esame andamento Tesseramento Libero e conseguenti deliberazioni per il 2008; Varie. Consiglio Federale Il 27 Novembre A Milano - Il Consiglio Federale è stato convocato per martedì 27 novembre, alle ore 10. 30, in presso l´Hotel Michelangelo a Milano. Questo l´ordine del giorno: Approvazione verbale precedente riunione; Comunicazioni del Presidente; Quote Affiliazione, Aggregazione e Tesseramento Libero; Stampa e Promozione; Decentramento; Affari Amministrativi: a) Variazione n. 4 al Preventivo 2007, b) Bilancio preventivo 2008, c) Contratti di collaborazione, d) Delibere amministrative; Settore Tecnico: a) Attività Dilettantistico, b) Attività Giovanile, c) Attività Professionistica, d) Settore Tecnico Regolamenti, e) Centro Tecnico Federale, f) Scuola Nazionale di Golf; Open d’Italia e Pro Tour; Carte Federali: a) Regolamento professionisti, b) Regolamento sanitario; Impianti, affiliazioni ed aggregazioni; Varie .  
   
   
GOLF - PAOLO TERRENI CONQUISTA LA "CARTA" PER L´EUROPEAN TOUR 2008  
 
 Roma, 21 novembre 2007 - Paolo Terreni ha conquistato la "carta" per l´European Tour 2008 classificandosi all´undicesimo posto con 427 colpi (72 71 71 67 71 75) nella finale della Qualifying School dell´European Tour, disputata sui due tracciati del San Roque Club (Old Course e New Course) di Sotogrande, a sud della Spagna. Terreni sarà nella categoria 11 spettante ai primi 30 classificati nel torneo vinto dall´austriaco Martin Wiegele, che ha concluso la maratona di sei giri con 421 colpi (71 69 69 72 64 76), precedendo lo spagnolo Pedro Linhart e l´inglese Lee Slattery con 423. Avranno invece la categoria 14 per il tour continentale (con poche possibilità di giocare) e la categoria 7 per il Challenge Tour (dove saranno impegnati con maggior continuità) Alessio Bruschi (431 - 71 72 71 72 71 74) e Alessandro Tadini (431 - 70 73 72 69 77 70), entrambi al 35° posto, e Marco Soffietti, 54° con 436 (73 71 72 67 75 70). Paolo Terreni ha avuto un calo nel finale, con tre bogey nelle cinque buche finali che gli hanno fatto perdere il quarto posto, ma ciò non toglie nulla alla sua eccellente prestazione, mentre Alessandro Tadini era riuscito a rimettersi in corsa, dopo il rovinoso 77 del quinto turno, ma è uscito poi fuori per due colpi a causa di altrettanti bogey nelle ultime quattro buche. Finale Qs Seniors Tour: Gioco Sospeso Nel Secondo Giro - Gioco sospeso per la pioggia torrenziale nella seconda giornata della finale della Qualifying School del Seniors Tour, in svolgimento al Pinta Corse del Pestana Golf Club a Carvoeiro in Portogallo. Dopo il primo giro è al comando l´inglese Bob Larratt con 67 colpi nella finale, seguito con 68 dal connazionale Jeff Hall e dal sudafricano John Mashego e con 70 da Graham Banister, Angel Franco e Derek Hammett. Non ci sono italiani in gara, ma partecipa con passaporto italiano Enrique Alessandrini, 66° con 78. .