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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 04 Giugno 2009
L´UOMO E IL TOPO PIÙ NETTAMENTE SEPARATI GRAZIE A UNA NUOVA SEQUENZA GENOMICA  
 
Bruxelles, 4 giugno 2009 - Scienziati in Svezia, Regno Unito e Usa hanno presentato una versione radicalmente migliorata del genoma completo del topo, in uno studio fondamentale che permetterà ai ricercatori di differenziare più chiaramente i geni umani da quelli dei topi. Le loro scoperte, pubblicate nella rivista Plos Biology, renderà ancora più utile il modello del topo per le malattie umane. Secondo gli autori, il topo (Mus musculus) ricopre una posizione singolare nello studio della genetica e della genomica (lo studio delle sequenze genomiche) ed è fondamentale per lo studio delle malattie umane. "È sia il modello animale primario per le malattie e lo sviluppo umani, ma anche il genoma di mammifero con il quale vengono più spesso paragonati il Dna, i geni e i genomi umani," si legge nello studio. È di vitale importanza che gli scienziati possano lavorare con una sequenza genomica accurata quando svolgono le loro ricerche biomediche. Nel 2002 lo stesso team di ricercatori ha pubblicato una bozza della sequenza del genoma del topo, raccolta usando il Wgsa (Whole Genome Sequence and Assembly). Ricchi di questa conoscenza, gli scienziati sono stati in grado di confrontare per la prima volta le sequenze di Dna del topo e dell´uomo. Ma la bozza di sequenza genomica presentava 176. 000 lacune e parti del genoma erano - sembrerebbe - posizionate erroneamente. Il team ha concentrato l´attenzione sul colmare le lacune e mettere tutto al posto giusto. "Soltanto rendendo conto di questi geni mancanti potremo ottenere una comprensione complessiva della biologia che distingue queste due specie," scrivono. I ricercatori ora descrivono una raccolta del genoma del topo di migliore qualità: la "Build 36". È stata assemblata allineando cloni individuali sovrapposti che presentano parti del genoma, ed è riuscita a colmare più di 175. 000 delle lacune della bozza del genoma. Il risultato è stato un chiarimento dell´architettura del genoma e un quadro più completo dei geni che appartengono al topo. La ricerca rivela che esistono più differenze genetiche tra le due specie di quanto si pensasse in precedenza: l´uomo e il topo hanno in comune quattro quinti dei loro geni. Riuscire a capire queste differenze permetterà ai ricercatori di separare più accuratamente i geni che l´uomo ha in comune con i topi da quelli presenti soltanto nei topi. "A posteriori, il quadro precedente del genoma del topo era incompleto. Soltanto dopo aver ricomposto tutti i pezzi mancanti del puzzle genomico ci siamo resi conto che ci mancava un numero elevato di geni presenti soltanto nei topi, ma non nell´uomo," ha detto il dott. Leo Goodstadt del Functional Genomics Unit presso il Medical Research Council (Mrc) nel Regno Unito. Secondo il nuovo studio, la raccolta della bozza era relativamente poco costosa e facile da realizzare. Da allora sono stati sequenziati molti altri genomi allo stesso modo. Ma i costi per concludere la raccolta di un genoma è "normalmente almeno quattro volte più alto del costo di creare le raccolte della bozza attraverso il sequenziamento Sanger tradizionale," si legge nello studio. E continua dicendo: "Tuttavia, dalla nostra analisi della raccolta completa del genoma del topo risulta chiaramente che le bozze Wgsa rifletteranno sempre scarsamente la biologia specifica del lineaggio. " "Queste nuove scoperte sono estremamente importanti per aiutarci a separare i geni che sostengono la biologia comune a tutti i mammiferi, da quelli che differenziano in modo così palese i topi dagli uomini," ha aggiunto il professor Chris Ponting dell´università di Oxford nel Regno Unito. La dott. Ssa Deanna Church del National Center for Biotechnology Information presso il National Institutes of Health negli Usa ha detto che il genoma del topo recentemente pubblicato "ci permetterà di abbandonare alcune idee sbagliate e - cosa ancora più importante - di rivelare molti segreti sulla biologia dei topi finora rimasti nascosti". Per maggiori informazioni, visitare: Public Library of Science: http://www. Plos. Org Plos Biology: http://www. Plosbiology. Org . .  
   
   
INFLUENZA A/H1N1: UN NUOVO CASO IN EMILIA-ROMAGNA  
 
Bologna, 4 giugno 2009 - Il Ministero della Salute ha confermato ieri un altro caso di influenza da nuovo virus A/h1n1 in Emilia-romagna. Nella giornata di ieri erano stati inviati all’Istituto superiore di sanità, unico laboratorio nazionale abilitato alla conferma ufficiale dei casi, due campioni prelevati ad una coppia di sposi, residenti a Bologna, che si erano recati a New York in viaggio di nozze. Al rientro, avvenuto via Parigi il 29 maggio, avvertivano già i primi sintomi di influenza: sabato 30 si sono recati al Pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore dove sono stati sottoposti a prelievo per la ricerca del virus. I primi esami sono stati effettuati presso il laboratorio del Centro regionale di riferimento per le emergenze microbiologiche dell’Azienda Ospedaliero-universitaria S. Orsola-malpighi di Bologna. Al momento uno dei due casi è stato confermato positivo al virus A/h1n1 dall’Istituto superiore di sanità, mentre per l’altro sono ancora in corso gli accertamenti. Entrambe le persone, che presentano i classici sintomi di influenza, continuano ad essere assistite a domicilio. I contatti familiari sono sottoposti a sorveglianza sanitaria da parte dell’Azienda Usl di Bologna. Salgono in questo modo a quattro, tutti importati da New York, i casi diagnosticati in Emilia-romagna: non ci sono casi a trasmissione locale. Le procedure per la diagnosi della malattia e il controllo dell’infezione sono state attuate con tempestività, come nei precedenti casi: nonostante il ponte festivo il Laboratorio di riferimento regionale e il Dipartimento di sanità pubblica dell’Azienda Usl di Bologna hanno garantito le attività di propria competenza. Anche in questo caso sono state attivate, a cura del Ministero della Salute, le misure di profilassi internazionale nei confronti delle persone che hanno viaggiato nello stesso aereo, come previsto dai protocolli di controllo delle malattie infettive. .  
   
   
PRESENTATO A VERONA PROGETTO EUROPEO DI TELEMEDICINA “HEALTH OPTIMUM”. SARA’ DIFFUSO IN TUTTO IL VENETO, MA E’ ESTENDIBILE NELL’INTERO PAESE  
 
Verona, 4 giugno 2009 - “Health Optimum” è il nome di un Progetto europeo di Telemedicina che diffonderà in tutte le Ullss venete una serie di nuovi modelli organizzativi basati su applicativi di Telemedicina che consentiranno di ottimizzare l’organizzazione delle attività cliniche, estendere la disponibilità di servizi sanitari d’eccellenza e migliorare le qualità dei servizi erogati all’utenza, riducendo al contempo i costi ad essi collegati. Il progetto, realizzato da un team di Regioni europee con capofila il Veneto, e composto dalla danese Syddanmark, dalla spagnola Aragona, dalla svedese Uppsala e dalla romena Timis, è stato al centro ieri di un Convegno internazionale apertosi alla Gran Guardia di Verona con un intervento dell’Assessore regionale alla Sanità, Sandro Sandri. La prima applicazione di “Health Optimum” in Veneto ha riguardato il teleconsulto neurochirurgico e il telelaboratorio, di cui sono stati messi a punto gli aspetti organizzativi, procedurali, medico-legali e tecnologici con grande attenzione all’interoperabilità e al rispetto degli standard internazionali. Inoltre, sono già stati sperimentati il teleconsulto applicato alla gestione dell’ictus e l’applicativo per la terapia anticoagulante orale. “Il Veneto – ha detto Sandri – è fermamente convinto che queste nuove tecnologie portino un importante valore aggiunto nell’erogazione dei servizi sanitari ai nostri cittadini. Per questo, siamo orgogliosi di aver fatto da capofila al Progetto e grati all’Ulss 9 di Treviso e al suo Direttore Generale Claudio Dario, che ne è il coordinatore. Quanto prima, siamo pronti a diffonderne l’utilizzo in tutte le nostre Ullss e Aziende Ospedaliere”. Come ricaduta di questo progetto, in Veneto è nato da tempo uno specifico Consorzio volontario tra le tutte le aziende sanitarie, che ha permesso di pianificare l’interoperabilità dei sistemi e delle piattaforme in uso in Veneto. Ora il Consorzio si è rinnovato, si chiama “Arsenàl, Centro Veneto di Ricerca e Innovazione per la Sanità Digitale”, ha sede a Treviso, ed è stato fortemente voluto dalla Regione per allargare l’ambito d’azione della telemedicina a ricerca per l’innovazione, ingegneria dell’offerta, standardizzazione dei sistemi e formazione del personale. “Questa forma consortile – ha commentato Sandri con soddisfazione – ha permesso di superare la frammentazione nell’uso delle piattaforme informatiche in atto nel Veneto e di avviare già varie applicazioni. Oggi in Veneto è anche possibile operare la condivisione di cartelle cliniche ed immagini diagnostiche, riducendo la mobilità territoriale ed estendendo l’accesso ai servizi di eccellenza a tutti i cittadini della Regione. Questo – ha concluso Sandri - non è più un prototipo, ma uno strumento già ben definito, che può essere esteso a tutta Italia”. .  
   
   
COLECISTECTOMIA LAPAROSCOPICA, INTERVENTO A POLICORO  
 
Potenza, 4 giugno 2009 - E’ perfettamente riuscito, presso l’Ospedale di Policoro, un intervento di colecistectomia laparascopica con accesso singolo su un caso particolarmente complesso, eseguito su una donna di circa 80 anni. La paziente, operata dall’èquipe del dottor Vincenzo Sassone, direttore della struttura complessa di Chirurgia generale d’urgenza, era sta ricoverata per pancreatite acuta da calcolosi colecisto-coledocica con colecistite acuta e patologie concomitanti come l’ipertensione arteriosa e il diabete mellito. L’intervento – spiega un comunicato dell’ufficio stampa dell’Asm - è consistito nell’utilizzo una seconda minincisione per il posizionamento di un piccolo drenaggio che resta a dimora per un tempo minimo, trattandosi di patologia acuta. Una tecnica sicura e meno invasiva, rispetto alla laparoscopia tradizionale con vantaggi sia sul piano estetico, del dolore e del decorso postoperatorio e con un recupero funzionale più rapido. “ Altro importante vantaggio – ha detto il dottor Vincenzo Sassone - è costituito dalla riduzione delle nuove complicanze post operatorie,forse sottovalutate, quali emorragia e laparocele, specie in soggetti obesi. L’intervento è stato eseguito secondo il principio guida della totale sicurezza e minimo rischio per il paziente’’. L’importanza dell’intervento è stata evidenziata dai direttori generale dell’Azienda sanitaria locale di Matera, dottor Vito Gaudiano, e sanitario dottor Giuseppe Montesano. “ Si è trattato - ha detto Montesano - di un intervento di colecistectomia, eseguito con una metodica decisamente innovativa. Porterà, sicuramente, un valido contributo alla ricca discussione in atto sulla standardizzazione delle metodiche di chirurgia mininvasiva’’. L’èquipe del dottor Sassone ha già previsto la possibilità di applicare la nuova metodica anche ad altri interventi di chirurgia laparoscopica quali l’appendicectomia e altre patologie pelviche. “ Per la nostra Azienda - ha commentato il direttore generale, Vito Gaudiano - è un risultato positivo, che evidenzia l’operato delle tante professionalità impegnate a garantire tutti i giorni prestazioni sanitarie anche innovative. Tutto ciò contribuirà ad accrescere il rapporto di fiducia con i cittadini e a ridurre la mobilità verso altri presidi ospedalieri’’. .  
   
   
STUDIO AVVERTE: L´USO REGOLARE DELL´ASPIRINA PUÒ FARE PIÙ MALE CHE BENE  
 
Bruxelles, 4 giugno 2009 - Un´aspirina al giorno toglie il medico ti torno? Una nuova ricerca, che fa parte del programma Biomed ("Biomedicine and health") finanziato dall´Ue, dimostra che ciò non è sempre vero. I ricercatori hanno scoperto che, anche se l´uso regolare dell´aspirina può ridurre l´incidenza di infarti non mortali o di ictus di circa il 12%, c´è un aumento del 33% del rischio di emorragie interne nelle persone che non hanno un´anamnesi di malattia importante (prevenzione primaria). Le scoperte sono pubblicate nella rivista The Lancet. Il professor Colin Baigent del Clinical Trial Service Unit e dell´Epidemiological Studies Unit presso l´università di Oxford nel Regno Unito ha guidato la ricerca, che ha rivelato che le linee guida generali che sostengono l´uso dell´aspirina in individui sani non sono fondate. "La sicurezza farmacologica è importante quando si tratta di fare raccomandazioni per milioni di persone sane," avrebbe detto il professor Baignet secondo il The Daily Mail. E per quanto riguarda le persone sane, non ci sono prove a sufficienza da suggerire che i benefici dell´assunzione di aspirina sul lungo termine superano il rischio secondo un margine conveniente, ha aggiunto. "Le linee guida attuali ignorano largamente qualsiasi differenza nel rischio di emorragie e consigliano che l´aspirina venga usata ampiamente per la prevenzione primaria di quest´ultime, con un rischio moderatamente aumentato di malattia cardiaca coronarica," riporta lo studio. "È stato anche suggerito che - dal momento che l´età è un fattore determinante del rischio di malattia coronarica - l´assunzione giornaliera di aspirina dovrebbe iniziare in tutte le persone a partire da una certa età, sia da sola o combinata ad altri farmaci. " I ricercatori - che sono membri della collaborazione Att (Antithrombotic Trialists) - hanno valutato i dati di oltre 95. 000 persone che hanno partecipato a 6 trial clinici randomizzati durante i quali è stata studiata la prevenzione primaria attraverso l´uso dell´aspirina. Sulla base dei loro risultati, il rischio di eventi vascolari gravi sono caduti dallo 0,57% allo 0,51% ogni anno grazie al trattamento con l´aspirina, ma il rischio di emorragie gravi è cresciuto dallo 0,07% allo 0,10% ogni anno. Secondo i ricercatori, ciò indica che l´aspirina non è - in effetti - un metodo di facile applicazione nella prevenzione primaria. "Nei pazienti che sono ad alto rischio perché già affetti da malattia vascolare ostruttiva, la terapia antipiastrinica a lungo termine (ad es. Con l´aspirina) riduce di quasi un quarto il rischio annuale di eventi vascolari seri," si legge nello studio. "Questa diminuzione corrisponde in generale a una riduzione assoluta di circa il 10-20 per mille nell´incidenza annuale di eventi non mortali, e ad una minore, ma comunque precisa, riduzione dei decessi vascolari. " Negli studi di prevenzione secondari - che hanno esaminato pazienti che assumevano aspirina per prevenire il ripetersi di un infarto - i ricercatori hanno trovato che l´aspirina riduce il rischio di eventi vascolari gravi di circa il 20%. La riduzione del rsichio era simile per gli uomini e per le donne in entrambi i trial. L´alternativa alla prevenzione primaria - dicono i ricercatori - è di ritardare l´inizio del trattamento a lungo termine con l´aspirina finché non vengano osservati gli indizi di una malattia vascolare ostruttiva, che colpisce le arterie e porta a insufficienza distale delle arterie e ad ischemia. La ricerca mostra che "il maggiore svantaggio del rinvio è che i primi sintomi della malattia potrebbero manifestarsi in un evento disabilitante o mortale; il principale vantaggio è, però, il fatto che si potrebbero evitare decenni di rischio leggermente aumentato di emorragia cerebrale o sanguinamento extracranico grave. " Secondo il team, sono già stati avviati ulteriori trial. Per maggiori informazioni, visitare: The Lancet: http://www. Thelancet. Com Oxford University: http://www. Ox. Ac. Uk .  
   
   
COMMISSIONE E OSSERVATORIO PER LA GOVERNANCE DELLA LEGGE 40  
 
Roma, 5 giugno 2009 - La procreazione medicalmente assistita è uno dei settori di frontiera della medicina legata alle nuove tecnologie. Dopo la sentenza della Consulta sulla Legge 40, il ministro Sacconi, accompagnato dal sottosegretario Roccella, ha presentato in una conferenza stampa a Palazzo Chigi la Commissione e l’Osservatorio dedicati alla governance di un settore tanto importante e delicato. In particolare, Ministro e Sottosegretario hanno illustrato le funzioni di questi due nuovi strumenti, che rispondono all´esigenza di gestire tutti gli aspetti legati alla questione: da una parte la tutela dei requisiti di qualità e sicurezza per i pazienti che si rivolgono ai Centri di procreazione medicalmente assistita (Pma), dall´altra l´esigenza di adeguare l´organizzazione dei Pma in Italia, nel rispetto della legislazione nazionale ed europea e dei problemi giuridici, etici e scientifici che il tipo di tecnologie ad essa legate pone. Con sentenza della Consulta - che ha confermato l’impostazione per la quale si possono creare embrioni solo a fini di procreazione e mantiene i divieti per la loro crioconservazione, soppressione e selezione a fini eugenetici – la formula legata al numero “strettamente necessario” degli embrioni destina la responsabilità dell´aderenza a tale vincolo ai medici, che non hanno più il limite numerico dei tre embrioni a cui attenersi. Se consideriamo infatti la continua evoluzione della scienza applicata a questo settore e le numerose sfaccettature legate al vissuto delle persone che alla procreazione medicalmente assistita si rivolgono, si comprende l´importanza dell’indicazione di attenersi allo “strettamente necessario”, anche in considerazione della stella polare da seguire: la tutela della salute della donna. Dopodiché, la normativa europea, con la direttiva 23/2004, ha regolato criteri di qualità, sicurezza e tracciabilità delle cellule che vengono raccolte, conservate e trattate nei Centri a ciò adibiti, come, ad esempio, le biobanche ad uso terapeutico. In Italia, la direttiva Europea è stata recepita con il decreto n. 191 del novembre 2007. Tali criteri devono dunque essere estesi anche ai Centri Pma, e l´"Osservatorio sull’applicazione del decreto 191 alla procreazione medicalmente assistita" è stato istituito a questo scopo. Altra questione è la formulazione del consenso informato da parte delle coppie che, con le modifiche apportate dalla già citata sentenza, chiede un adeguamento. Le modalità di gestione degli embrioni nei centri, compresa la loro conservazione, non impone solo questioni di tipo giuridico, etico e scientifico – peraltro ineludibili – ma è anche un aspetto di primaria importanza per la formulazione del consenso informato. Da qui l´istituzione della “Commissione di studio sulle problematiche relative agli embrioni conservati nei centri di Procreazione Medicalmente Assistita”. Le conclusioni dei lavori delle due commissioni costituiranno la base per la formulazione delle nuove linee guida sulla legge 40, che saranno emanate anche avvalendosi dell’Istituto Superiore di Sanità, e dopo il parere del Consiglio Superiore di Sanità. .  
   
   
FECONDAZIONE: TERAPIE PERSONALIZZATE E DI QUALITA’ “TUTELIAMO LA SALUTE DELLA DONNA E DEL NASCITURO” “NECESSARIO MASSIMIZZARE L’EFFICACIA TERAPEUTICA E MINIMIZZARE RISCHI, INVASIVITÀ E REITERAZIONE”. SUCCESSO DIPENDE DA ETÀ DELLA PARTNER E QUALITÀ SPERMA  
 
Roma, 4 giugno 2009 – Personalizzazione del “piano terapeutico” per ogni paziente e coppia, definizione individualizzata del numero ottimale di embrioni necessario a ottenere la gravidanza, più qualità che quantità mediante limitazione della crioconservazione embrionale al minimo indispensabile e, nel caso la coppia richieda la conoscenza dello stato di salute dell’embrione, possibilità di diagnosi genetica preimpianto con proibizione di esami a finalità eugenetica. Sono i punti essenziali del documento che tutte le Società Italiane della Medicina della Riproduzione hanno sottoscritto, a chiusura del loro primo congresso unificato che si è svolto a Riccione dal 28 al 30 maggio, per esprimere una posizione unitaria dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40 riguardante la Fecondazione assistita. La sentenza consente oggi di rendere la Legge 40 più appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica internazionale. Ed è essenziale che tutti gli operatori del settore e le società scientifiche abbiano concordato un documento, che rappresenta una sintesi condivisa, identificando un percorso nuovo, nell’interesse della salute della donna. Il documento sottoscritto risponde alla necessità di offrire alle coppie, ed in particolare alle donne, il massimo dell’efficacia terapeutica e il minimo dei rischi per la propria salute fisica e psichica, limitando l’invasività e la reiterazione degli atti terapeutici. Il documento di consenso è stato firmato dalla Dr. Ssa Claudia Livi (Cecos Italia), dal Prof. Vincenzo Gentile (Società italiana Andrologia - Sia), dal Dr. Guido Ragni (Società Italiana della Riproduzione – Sidr), dal Dr. Paolo Giovanni Artini (Società Italiana Embriologia Riproduzione Ricerca - Sierr), dal Dr. Carlo Bulletti (Società Italiana Fertilità Sterilità -Medicina Riproduzione - Sifes-mr) e dal Dr. Mauro Costa (Società Italiana Ospedaliera Sterilità – Sios). Nel documento si afferma inoltre che i fattori che più influiscono sul risultato della fecondazione sono età della donna, qualità del liquido seminale, precedenti fallimenti e tipo di risposta dell’ovaio. Inoltre si sottolinea come in tutto il mondo le linee guida identifichino come priorità la personalizzazione e modulazione delle terapie, che tendono a limitare i parti multipli, senza compromettere l’efficacia della tecnica. Questo si può ottenere soltanto trasferendo in utero un numero limitato di embrioni, riducendo anche la quantità di embrioni crioconservati. La tutela della salute dei nascituri passa anche attraverso la limitazione delle gravidanze multiple, principale causa di morbilità e mortalità materna e feto-neonatale. L’introduzione di queste misure può consentire un notevole contenimento della spesa sanitaria, rappresentata per la maggior parte proprio dall’assistenza ai prematuri da gravidanza multipla nonché dalla reiterazione dei trattamenti per molteplici cicli. .  
   
   
POLMONE: PER LA PRIMA VOLTA EFFICACE LA TERAPIA MIRATA LA MOLECOLA AGISCE SE IL TUMORE ESPRIME IL GENE EGFR  
 
Orlando, 4 giugno 2009 – Per la prima volta, una molecola “a bersaglio” si rivela efficace per i malati di tumore al polmone. Ricercatori dell’Università di Osaka hanno individuato uno specifico marcatore (Egfr) capace di determinare una migliore risposta alla terapia in pazienti con neoplasia non a piccole cellule (l’80% del totale). La lotta al cancro oggi è sempre più mirata e le maggiori conquiste recenti (ad esempio nel seno e nel colon) riguardano proprio l’individuazione di geni “spia” per identificare a priori quali pazienti beneficeranno dei trattamenti “target”. Mai prima d’ora si era però riusciti a identificare questo meccanismo nel polmone, uno fra i grandi big killer, prima causa di morte per neoplasia nei Paesi Occidentali. La scoperta, frutto dello studio asiatico Ipass, viene presentata oggi al Congresso Americano di Oncologia Medica (Asco) in corso fino al 2 giugno ad Orlando. La ricerca ha dimostrato che nei pazienti con la mutazione dell’Egfr (sono il 10-15% dei casi), il trattamento con gefitinib rispetto alla chemioterapia standard migliora significativamente i tempi di progressione della malattia, aumentandolo di circa il 50%. “Un’ottima notizia – commenta Giorgio Scagliotti, professore all’Università di Torino, Direttore dell’Oncologia Medica del “S. Luigi Gonzaga” di Orbassano (To), uno fra i massimi esperti mondiali della patologia e fra i coordinatori dell’Asco -, che apre nuovi scenari per il trattamento del tumore del polmone, con una ricaduta diretta anche sulla qualità di vita dei malati. Questa molecola presenta infatti minori effetti collaterali e prevede un’assunzione orale, decisamente più pratica e meglio tollerata. Mi auguro che questa indicazione venga presto registrata anche nel nostro Paese, così che possiamo utilizzarla nella pratica clinica a favore dei nostri pazienti”. In Italia i malati sono 32. 000: di questi circa 3. 000 potranno beneficiare della nuova terapia, che già ha ottenuto il parere positivo della commissione tecnica dell’Emea il 12 maggio. Il gefitinib agisce inibendo la tirosin-chinasi legata ai fattori di crescita dei tumori: impedisce la trasmissione dei segnali coinvolti nella loro proliferazione e la blocca. Da noi questa molecola dovrebbe essere disponibile da gennaio 2010. Il fumo di sigaretta è la causa principale dell’insorgenza di questo tumore, in 9 casi su 10. Un uomo che fuma ha 23 volte più probabilità di ammalarsi di cancro al polmone, mentre per le donne il pericolo è 13 volte maggiore. Forse anche a causa dell’aumento di questa brutta abitudine nel “gentil sesso”, in Italia si registra un calo importante della mortalità maschile (-2,6%), mentre sale quella femminile (+1%). Ma se un tabagista smette, il rischio di sviluppare la malattia si riduce progressivamente fino a diventare, dopo 10-15 anni, pari a quello di chi non ha mai fumato. .  
   
   
CALDO, MILANO PRONTA PER EVENTUALI EMERGENZE  
 
Milano, 4 giugno 209 - Una serie di indicazioni ad Asl, Aziende ospedaliere e Irccs - oltre che per conoscenza a tutti i Comuni - sugli interventi da mettere in atto nel caso si verificassero ondate di calore nel periodo estivo, già trasmesse con una Nota del 13 maggio scorso; una campagna di informazione e comunicazione diretta ai cittadini, con la distribuzione di oltre 500. 000 copie di un opuscolo, con regole semplici e chiare, utili a difendersi dalle temperature elevate. Anche per la stagione 2009, sulla base dell´esperienza maturata negli ultimi cinque anni, Regione Lombardia ha attivato un piano anti-caldo, presentato oggi in conferenza stampa dall´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani. "La pianificazione degli interventi - ha detto Bresciani - è ovviamente la condizione necessaria per intervenire con successo sul problema del caldo, a cui però deve affiancarsi una sempre più capillare e corretta informazione rivolta alla cittadinanza. Una serie di consigli pratici per affrontare questa emergenza e i rischi che ne derivano con informazioni, valide per tutti, ma utili in particolare alle persone della terza età e ai disabili, che per la loro condizione fisica possono essere più esposti ai disturbi provocati dalle temperature eccessive". "Si tratta di un sistema basato sulla prevenzione - ha aggiunto Bresciani - sia da un punto di vista climatico, con i bollettini della Protezione civile e dell´Arpa, sia a livello sanitario e sociosanitario, con la predisposizione presso le Asl di un registro dei soggetti fragili". In Lombardia, è stato ricordato, vivono oltre 1 milione di persone che hanno più di 75 anni; 500. 000 sono invece le persone che ricevono assistenza domiciliare. "In questa opera - ha sottolineato Bresciani - collaborano diversi soggetti, istituzioni, Asl, ospedali, medici, volontariato e quant´altri, ciascuna per la propria parte, in una positiva ottica di sussidiarietà". Per Regione Lombardia, oltre alla Direzione generale Sanità, è coinvolta anche la Direzione generale Famiglia e Solidarietà sociale. Previsioni - E´ stato predisposto un sistema di previsione a 24, 48 e 72 ore, con diversi livelli di allerta sui possibili effetti per la salute causati dal verificarsi di ondate di calore. Per le città di Milano e Brescia, inserite in un progetto nazionale, il sistema è stato attivato dal Dipartimento della Protezione civile che pubblicherà quotidianamente una Nota. Per tutte le altre città, le previsioni vengono effettuate da Arpa Lombardia con analoghe modalità. Asl E Ospedali - Alle Aziende Ospedaliere viene chiesto, a fronte di periodi lunghi di caldo, di garantire un numero adeguato di posti letto e di porre particolare attenzione ai soggetti anziani che si recano al Pronto Soccorso. Le Aziende Sanitarie Locali sono state invitate a creare, in collaborazione con i Comuni, un archivio delle persone fragili da aggiornare annualmente. Alle Asl è stato anche chiesto di: attivare numeri verdi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per dare informazioni e ricevere richieste e segnalazioni di intervento-aiuto; attivare un punto di riferimento quotidiano, sabato e domenica inclusi, in grado di recepire le informazioni di previsione meteorologica trasmesse da Arpa e dal Dipartimento della Protezione Civile e di inoltrarle ai soggetti coinvolti negli interventi di sostegno; mantenere e potenziare i servizi a domicilio. Informazione Ai Cittadini - Anche quest´anno Regione Lombardia pubblica e distribuisce un opuscolo informativo "Solo il bello del caldo" (oltre 500. 000 copie) con indicazioni chiare e semplici e consigli per difendersi dalle temperature elevate. Vengono inoltre messi a disposizione i numeri verdi di Regione Lombardia (800. 318. 318) e Auser (800. 995. 988) da chiamare per qualsiasi informazione. Nel libretti vengono innanzitutto indicati i tre principali criteri per riconoscere quando il caldo può diventare un pericolo: se la temperatura esterna supera i 32-35°, se l´umidità impedisce l´eccessiva sudorazione e se la temperatura in casa è superiore a quella esterna. Una serie di consigli pratici, contenuti in un decalogo di corretti comportamenti preventivi, fanno capire cosa mangiare e bere e come vestirsi e come rinfrescare gli ambienti casalinghi. Le indicazioni sono quelle di sempre: evitare di uscire all´aperto nelle ore più calde della giornata, bere almeno due litri di acqua al giorno, indossare berretto, occhiali da sole e indumenti chiari di fibre naturali, preferire cibi e bevande come acqua, tè, frutta, verdura, pesce, pasta e riso, evitare o da limitare birra e alcolici, caffè, cibi fritti, grassi e piccanti. All´interno viene riportata infine la tipologia completa dei danni che il caldo può arrecare: per ognuno dei disturbi vengono dettagliati minuziosamente i sintomi ("Sintomi e segni"), così da poter riconoscere esattamente quale sia il problema insorto, vengono indicati i comportamenti che possono aiutare ad affrontare il disturbo ("Cosa fare") e quelli invece che potrebbero peggiorare la situazione ("Cosa non fare"). .  
   
   
SALUTE FVG: GIURICIN COMMISSARIO CENTRO SERVIZI CONDIVISI  
 
Trieste, 4 giugno 2009 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute e Protezione sociale Vladimir Kosic, ha affidato a partire dal, 29 maggio, l´incarico di commissario straordinario del Centro Servizi Condivisi (Csc) all´ing. Claudio Giuricin, a tutt´oggi responsabile della struttura operativa "Area delle tecnologie e degli investimenti" dell´Agenzia regionale della Sanità. Il conferimento dell´incarico, che non potrà protrarsi per più di sei mesi, si è reso necessario a seguito delle dimissioni della dott. Ssa Manuela Baccarini da amministratore unico del Csc. Il Centro Servizi Condivisi è un ente pubblico istituito dalla Regione Friuli Venezia Giulia nel 2004 quale consorzio obbligatorio tra le Aziende sanitarie regionali. La sua missione consiste nel migliorare ed innovare la gestione delle attività tecnico-amministrative del Servizio sanitario regionale, fornendo servizi a costi inferiori e con un maggiore livello qualitativo rispetto a quelli raggiungibili dalle singole Aziende sanitarie. .  
   
   
STUDIO DELL´UE AVVERTE: IL DIABETE DI TIPO 1 NEI BAMBINI RADDOPPIERÀ ENTRO IL 2020  
 
Bruxelles, 4 giugno 2009 - Una nuova ricerca finanziata dall´Ue mostra che il diabete di tipo 1 continuerà a diffondersi sempre di più: entro il 2020 raddoppierà il numero dei bambini al di sotto dei cinque anni di età affetti da questa malattia. Le scoperte, pubblicate online nella rivista The Lancet, indicano che neanche i bambini più grandi riusciranno ad evitare questa tendenza. I risultati appartengono al Gruppo di studio Eurodiab ("Epidemiology, aetiology and public health aspects of diabetes mellitus"), una collaborazione sostenuta in parte dai programmi quadro dell´Unione europea. "L´emergere del diabete di tipo 2 nei bambini e negli adolescenti ha ricevuto parecchia attenzione, ciò non deve distrarci dalla rapida crescita del diabete di tipo 1 in questo gruppo di età," scrivono gli autori dello studio. "Anche se in alcuni paesi gran parte dei casi nei bambini riguarda il diabete di tipo 2, nella maggior parte dei paesi europei il tipo 1 è - e probabilmente rimarrà - la forma predominante di questa malattia. " I dati attuali indicano che, mentre il diabete di tipo 1 rappresenta 1 su 10 casi generali di diabete, il numero di bambini a cui viene diagnosticato il tipo 1 è maggiore rispetto a quelli affetti dal tipo 2. Il diabete di tipo 1 è causato dalla carenza di insulina, il trattamento di questo tipo di diabete richiede infatti un´iniezione quotidiana di insulina da parte dei pazienti. Per questo studio i ricercatori hanno valutato dati relativi al diabete di 20 centri in 17 Stati membri dell´Ue. Dal 1989 al 2003 negli Stati membri sono stati registrati 29. 311 casi di diabete di tipo 1. Secondo i ricercatori, l´aumento generale dell´incidenza del diabete di tipo 1 è stato di circa il 4% ogni anno. Una suddivisione analitica mostra che la crescita annuale era del 5,4% per il gruppo della fascia d´età compresa tra 0 e 4 anni, 4,3% per il gruppo dai 5 ai 9 anni e 2,9% per la fascia tra 10 e 14 anni. Inoltre - stando alle stime dei ricercatori - nel 2005 in Europa sono stati registrati circa 15. 000 nuovi casi: il 24% nella fascia d´età tra 0 e 4 anni, il 37% per quelli tra i 5 e i 9 anni e il 34% per quelli appartenenti alla fascia d´età tra i 10 e i 14 anni. Entro il 2020 il numero di nuovi casi raggiungerà probabilmente i 24. 400, con un raddoppio nel gruppo dei più giovani e con una distribuzione più equilibrata nei vari gruppi (da 0 a 4 anni il 29%, da 5 a 9 anni il 37% e da 10 a 14 anni il 34%, rispettivamente). I ricercatori ritengono che in Europa si registrerà un balzo del 70% del numero di bambini al di sotto dei 15 anni affetti da diabete di tipo 1 (da 94. 000 a 160. 000). "La crescita prevista del diabete di tipo 1 in Europa nel corso dei prossimi venti anni e il maggiore numero di casi diagnosticati nelle persone più giovani rispetto al passato, potrebbero risultare in un aumento dei casi con chetoacidosi (una complicazione grave causata dalla quasi completa carenza di insulina e livelli elevati di certi ormoni dello stress) e la necessità di ricovero ospedaliero," avvertono gli autori. I ricercatori hanno notato come i paesi europei "devono assicurare una programmazione appropriata dei servizi e fare in modo che le risorse siano pronte per fornire cure di alta qualità per il numero crescente di bambini a cui verrà diagnosticato il diabete negli anni a venire". Nonostante i rapidi cambiamenti osservati nel corso degli anni, i ricercatori non credono che all´origine di questa crescita ci siano soltanto i fattori genetici. "Alcune ipotesi - basate su studi epidemiologici analitici - puntano alle abitudini dettate dallo stile di vita moderno come possibili fattori ambientali, come l´aumentato sviluppo del peso e dell´altezza, l´apporto di prodotti caseari o la ridotta frequenza di infezioni precoci," spiegano gli autori. "Questa idea coincide con le associazioni ambientali osservate tra la stima del prodotto interno lordo (Pil) e il tasso d´incidenza nei paesi europei. Tassi di crescita più rapidi nei paesi con tassi d´incidenza ridotti - in particolare i paesi dell´Europa orientale - potrebbero essere l´espressione degli effetti dei fattori legati allo stile di vita, che in questi paesi stanno cambiando velocemente. " In breve, la convergenza dei tassi di incidenza potrebbero riflettere l´armonizzazione dei fattori di rischio legati allo stile di vita in Europa, hanno detto. Tra i centri di ricerca che hanno partecipato a questo studio ci sono la Charles University nella Repubblica ceca, l´ospedale pediatrico universitario di Tuebingen (Germany), l´università di medicina di Vienna (Austria), l´Istituto per il diabete e le malattie metaboliche in Romania e l´università di Leeds (Regno Unito). Per maggiori informazioni, visitare: The Lancet: http://www. Thelancet. Com/ .  
   
   
ADOLESCENTI A RISCHIO OBESITÀ E 1 SU 4 BEVE ALCOL OGNI GIORNO I PEDIATRI: “LA PREVENZIONE INIZIA DAL PRIMO ANNO DI VITA”  
 
Siena, 4 giugno 2009 – Obesità, abuso di alcool e droghe e disagio giovanile sono le maggiori insidie per i nostri adolescenti: un terzo è sovrappeso, il 31% delle ragazze con meno di 15 anni beve due o più unità alcoliche al giorno (il 25% dei maschi), un genitore su sei segnala episodi di prepotenza nella classe frequentata dal figlio. Problemi che originano nell’infanzia. “La prevenzione comincia nei primissimi anni di vita e il pediatra può svolgere un ruolo cruciale – afferma Giuseppe di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) che ha inaugurato il 30 maggio a Siena il suo Xxi Congresso nazionale -. La corretta alimentazione è determinante per evitare lo sviluppo di obesità in età giovanile e da adulti. Tra i momenti chiave vi è il periodo prenatale, per le influenze esercitate dallo stato di salute e dalle abitudini materne sulla crescita e sullo sviluppo del metabolismo fetale e il primo anno di vita, per gli effetti protettivi dell’allattamento al seno, per l’apprendimento di modalità e comportamenti alimentari da parte del bambino con lo svezzamento (intorno al sesto mese), per i possibili effetti negativi di una dieta iperproteica. In questo vanno educati non solo i piccoli, con progetti da sviluppare nelle scuole, ma soprattutto i genitori, che devono modificare il proprio stile di vita. Il rischio di obesità nel bambino triplica se ha un genitore in questa condizione, decuplica se lo sono entrambi”. L’educazione alimentare è uno dei temi chiave del Congresso, che vedrà riuniti a Siena fino al primo giugno oltre 250 esperti provenienti da tutte le aree che si interessano di benessere infantile: medici, infermieri, igienisti, ma anche insegnanti. “La nostra Società scientifica si connota infatti per un approccio trasversale ai temi della pediatria, e una forte componente sociale – continua Di Mauro -. Con il ministro della Pubblica Istruzione stiamo ad esempio lavorando molto sul bullismo, nell’ambito della Commissione Nazionale per la prevenzione del disagio adolescenziale. Il pediatra opera infatti in una posizione privilegiata per individuare le problematiche psico-sociali, riconoscere precocemente le condizioni di difficoltà, creare una rete di protezione intorno al ragazzo. E può giocare un ruolo attivo per trasformare il piccolo ‘spaccone’ in leader positivo”. Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza è un momento importante di transizione, in cui il pediatra è chiamato a rispondere anche a nuovi bisogni informativi, come l’approccio alla sessualità e le problematiche connesse. “Da due anni è disponibile anche in Italia il vaccino per l’Hpv, un trattamento che raccomandiamo fortemente. Certo questo intervento medico deve essere previsto in un contesto informativo più ampio, che si rivolga tanto alla ragazza che alla madre - aggiunge Di Mauro -. E su questi temi noi pediatri possiamo intervenire con efficacia: da un lato per mettere in guardia dai rischi di comportamenti sessuali non protetti, dall’altro per sensibilizzare sulla prevenzione oncologica e sull’importanza della diagnosi precoce, una buona abitudine che dovrà accompagnare la ragazza per tutta la vita”. La Sipps, che riunisce oggi oltre 1000 professionisti, è una Società scientifica unica nel panorama nazionale per la particolare attenzione alle ricadute psico-sociali di temi medici in età pediatrica. Fra i suoi obiettivi siglare partnership e collaborazioni con le Istituzioni e le associazioni portavoce della Società civile. Fra queste, ha recentemente stretto un protocollo d’intesa con il Moige (Movimento Italiano Genitori) per favorire l’accessibilità ai servizi sanitari di fascia pediatrica, facilitare la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo di nuovi servizi a tutela della salute dei bambini, per promuovere campagne di sensibilizzazione. Una strategia che richiede più che mai dedizione in questo contesto storico: “Ogni periodo di recessione porta con sé un aumento del disagio per i più deboli, dei comportamenti deviati per i più fragili, delle differenze sociali culturali ed economiche – conclude il presidente Di Mauro -. L’attuale momento di crisi economica, finanziaria e sociale contribuisce ad accentuare ed evidenziare i problemi e i bisogni dell’infanzia e può favorire anche quelli sanitari, sia per i bambini italiani che per quelli stranieri, regolari o irregolari che siano. In questo contesto gli argomenti che affronteremo nel Congresso sono quanto mai necessari, attuali e urgenti e richiedono la consapevole mobilitazione dei pediatri italiani e della Sipps in particolare”. .  
   
   
OLIVIA NEWTON-JOHN: “COSI’ HO VINTO IL CANCRO AL SENO” PARTE DALL’ITALIA IL PRIMO STUDIO SULLE DONNE GUARITE  
 
 Orlando, 4 giugno 2009 – “Dopo 17 anni dal tumore sono qui, ballo e canto, anche per testimoniare che questa malattia si puo’ sconfiggere”. Sono le parole di Olivia Newton-john, la star di Grease a cui nel 1992 e’ stato diagnosticato un cancro del seno. E che il 31 maggio e’ intervenuta al Convegno dell’Asco, il più importante Congresso mondiale di oncologia in corso fino al 2 giugno a Orlando, per raccontare la propria esperienza e il suo impegno a favore di una maggiore informazione. Sara’ infatti una delle protagoniste dello show “Kaleidoscope”, in onda il giorno del ringraziamento sulle principali Tv statunitensi per sensibilizzazione su questa malattia. “Noi persone famose possiamo mettere la nostra notorieta’ a servizio della sensibilizzazione e lavorare con i medici per spiegare l’importanza della prevenzione, della diagnosi precoce, dell’autoplapazione”. In Italia sono 400 mila le italiane che, come Olivia, hanno sconfitto il tumore del seno. Donne che dopo la malattia sono tornate alla vita “normale”: si sposano, divorziano, diventano mamme. “Sono ormai, per fortuna, un piccolo esercito ma nessuno ha ancora analizzato con criteri scientifici come stanno davvero - commenta il prof. Pierfranco Conte, direttore del Dipartimento oncologico del Policlinico di Modena -. Superato il problema fisico, sono riuscite a reintegrarsi nel lavoro? Come è cambiato il loro rapporto con il proprio compagno e con i figli? E quali sono stati gli eventuali effetti a lungo termine delle terapie? Sono in qualche modo discriminate in quanto ex malate di un “male incurabile”? Dopo il successo della “Storia di Paula” la fiction in 3D, realizzata grazie ad un educational grant di Astrazeneca, che abbiamo promosso e che ha per protagonista proprio una donna guarita, gia’ diventata un gruppo su facebook, vogliamo ora verificare come vivono le migliaia di “Paula” italiane. Lo faremo con una ricerca che partira’ a fine giugno promossa in tre centri di eccellenza, oltre al Policlinico di modena, il Regina Elena di Roma e l’Ist di Genova”. Sara’ la prima al mondo realizzata con criteri scientifici, si concludera’ entro ottobre e e diventera’ oggetto di una pubblicazione su un’importante rivista internazionale”. Lo studio, promosso dall’Associazione per la Ricerca e l’Educazione in Oncologia (Areo), presieduta da Conte, prenderà in esame in particolare tre aspetti: sanitario, lavorativo, psico-sociale. Gli oncologi dei 3 centri intervisteranno 150 donne, per valutare con dei questionari l’impatto a lungo termine dei trattamenti e le eventuali limitazioni per la vita affettiva, sessuale, sociale, derivanti dalla malattia o dalle problematiche psicologiche. Il progetto, proprio per le sue finalità, gode del patrocinio del Ministero per le Pari Opportuità e diventera’ a ottobre un libro da distribuire nelle librerie dedicato a raccontare “in positivo” le esperienze di donne che “ce l’hanno fatta”, con testimonianze dirette e gli interventi dei piu’ autorevoli oncologi italiani. Il tumore della mammella, che colpisce oltre 35. 000 persone ogni anno nel nostro Paese, se viene diagnosticato quando è inferiore al centimetro, guarisce nel 95% dei casi. “Dopo aver sperimentato linguaggi innovativi, come il Dvd o facebook – commenta Francesco Cognetti, Direttore dell’Oncologia al regina Elena di Roma e past president della Fondazione Aiom – vogliamo ora rivogerci alle donne con 2 strumenti piu’ tradizionali: da un lato lo studio, indispensabile per cogliere problemi e fenomeni medici e sociali. Dall’altro, un volume per dare voce alle tante esperienze di ritorno alla vita e dimostrare che e’ possibile superare con successo la malattia e trarne nuova forza. C’e’ chi ha portato a termine una gravidanza pur se in terapia, chi ha scelto di avere o adottare un figlio – e ha combattutto una battaglia per riuscirci – chi e’ riuscita a superare le difficolta’ del reinserimento al lavoro. Donne famose e non, perche’ e’ importante convincere la popolazione che il tumore sta diventando sempre piu’ una malattia cronica: in Italia un malato oncologico su 2 e’ vivo dopo 5 anni. Questi messaggi devono essere ribaditi con fermezza da noi oncologi, ma e’ fondamentale che vengano anche confortati dalle testimonianze dirette, la migliore prova del successo della strategia integrata formata da prevenzione e terapie sempre piu’ mirate”. .  
   
   
C.F.S. SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA  
 
 Milano, 4 giugno 2009 - Stanchi senza ragione? Per far conoscere e per testimoniare l’ impatto sociale che la Sindrome da Stanchezza Cronica ha sulla vita quotidiana dei molti ammalati di Cfs, una patologia fortemente debilitante e ancora oggi fonte di pregiudizio e incomprensione, Giovedì 4 giugno alle ore 21:00 presso il Teatro Derby, via Pietro Mascagni 8 (zona S. Babila), a Milano, la Compagnia di Balletto Classico Liliana Cosi Marinel Stefanescu eseguirà “Balletto d’Europa”, Una serata di cultura, di informazione e di testimonianza perché anche attraverso la danza arrivi alle istituzioni preposte un richiamo al riconoscimento, al sostengo per la ricerca scientifica e all’assistenza dei malati della Sindrome di Stanchezza Cronica. Da quasi vent’anni dalla descrizione dei primi casi di Sindrome da Stanchezza Cronica in Italia ad opera del sottoscritto, vi sono almeno quattro associazioni di pazienti che si sono costituite nel paese ed inoltre diversi gruppi di medici che seguono questa patologia in Italia. Molto resta da fare per diffondere informazioni essenziali nell’ambito medico e politico a riguardo di questa patologia debilitante, ma grazie anche alle informazioni che periodicamente vengono rivolte alla popolazione generale attraverso i media sempre piu’ conoscenze si sono diffuse al riguardo. Nel dicembre 1994, un gruppo internazionale di studio sulla Sindrome da Stanchezza Cronica, del quale ho fatto parte, ha pubblicato sugli Annals of Internal Medicine, una nuova definizione di caso di Cfs che rimpiazzava la definizione pubblicata sei anni prima. Nella nuova definizione un caso di Sindrome da Stanchezza Cronica é definito dalla presenza delle seguenti condizioni: una fatica cronica persistente per almeno sei mesi che non é alleviata dal riposo, che si esacerba con piccoli sforzi, e che provoca una sostanziale riduzione dei livelli precedenti delle attività occupazionali, sociali o personali ed inoltre devono essere presenti quattro o più dei seguenti sintomi, anche questi presenti per almeno sei mesi: disturbi della memoria e della concentrazione così severi da ridurre sostanzialmente i livelli precedenti delle attività occupazionali e personali; faringite; dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari; dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazione o rigonfiamento delle stesse; cefalea di un tipo diverso da quella eventualmente presente in passato; un sonno non ristoratore; debolezza post esercizio fisico che perdura per almeno 24 ore. Ovviamente devono essere escluse tutte le condizioni mediche che possono giustificare i sintomi del paziente, per esempio ipotiroidismo, epatite B o C cronica, tumori, depressione maggiore, schizofrenia, demenza, anoressia nervosa, abuso di sostanze alcoliche ed obesità. La complessità della Sindrome da Stanchezza Cronica e l´esistenza di diversi ostacoli alla sua comprensione rendono necessario un approccio integrato per lo studio di questa patologia e di patologie similari. Il concetto di stanchezza é di per sé non chiaro, e sviluppare una definizione operativa di stanchezza é stato un problema per gli autori. Comunque nella concezione degli autori, il sintomo si riferisce a una spossatezza molto grave, sia mentale che fisica, che si determina anche con uno sforzo fisico minimo, oltreché ovviamente, per definizione, non dovuta ad una malattia nota, e che differisce dalla sonnolenza e dalla mancanza di motivazione. La Cfs e’ stata riportata in tutto il mondo, compresa l’Europa, l’Australia, la Nuova Zelanda ed il Canada, l’Islanda, il Giappone, la Russia ed il Sudafrica. In base ai diversi studi condotti negli Stati Uniti, sia a San Francisco che a Seattle ed in diverse città americane, si stima che negli Stati Uniti vi siano circa mezzo di persone che hanno una patologia simile alla Sindrome da Stanchezza Cronica, pertanto si può calcolare che in Italia vi siano circa 200-300. 000 casi di Cfs. Va comunque ben ricordato che la stanchezza é un sintomo frequente che viene riportato da almeno il 20% dei pazienti che vanno dal medico, spesso associata a stress o a sindromi ansioso-depressive . Nella maggior parte dei casi però la stanchezza é transitoria e si spiega con cause conosciute, é migliorata dal riposo e determina poca preoccupazione. Tutti noi andiamo incontro durante l´anno a periodi di stanchezza o fatica più o meno severa che però é quasi sempre di breve durata. La fatica comunque può essere anche cronica e debilitante. La stanchezza cronica é associata a molte malattie e condizioni mediche e psicologiche ben conosciute ma é anche la caratteristica principale della Sindrome da Stanchezza Cronica. Presso l’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, che é stato il primo centro che ha riportato la presenza di un numero consistente di casi di Sindrome da Stanchezza Cronica in Italia, esiste una unità Cfs con ambulatorio settimanale e possibilità anche di ricovero in casi selezionati. Sono stati compiuti una serie di studi, tra i quali la valutazione delle alterazioni immunologiche nei pazienti con Cfs, la valutazione delle alterazioni cerebrali con una sofisticata metodologia di diagnosi radiologica, la Pet, l´eventuale rapporto della Cfs con i tumori maligni, lo studio di nuovi farmaci, in particolare immunoglobuline ad alte dosi, magnesio, acetilcarnitina, antivirali come amantadina e acyclovir ed immunomodulatori come timopentina. I pazienti sono solitamente giovani e donne con una età media di insorgenza intorno ai 30 anni. La Cfs é rara negli anziani (oltre i 65-70 anni), ma vi é qualche caso pediatrico. E’ difficile guarire questa malattia, e sono in atto una serie di ricerche nel mondo per scoprire nuovi trattamenti. Con interventi appropriati e dopo una diagnosi corretta è possibile in un certo numero di casi ottenere la guarigione della malattia ed in altri il miglioramento della stessa, ma purtroppo in un sostanziale numero la patologia rimane cronica per anni incidendo in maniera drammatica sulla qualità della vita del paziente. Va detto che la Cfs non ha niente a che fare con la depressione anche se in alcuni pazienti la depressione si manifesta come reazione alla patologia in atto. Infine va ricordato che molti pazienti hanno difficoltà’ a veder riconosciuta la Cfs anche dal punto di vista di inabilità al lavoro. L´istituto Nazionale delle Allergie e delle Malattie Infettive dei National Institutes of Health statunitensi ha prodotto un volume dal titolo "Chronic Fatigue Syndrome. Informazione per i medici". L´autorevolezza della fonte ed il volume prodotto dal Ministero della Salute dovrebbero fugare dubbi, se ancora ve ne fossero, sulla esistenza della sindrome. In Italia la Sindrome da Stanchezza Cronica è stata inserita nell’edizione della “Clinical Evidence” – edizione italiana, una pubblicazione scientifica importante per il nostro sistema sanitario nazionale, eseguita su incarico del Ministero della Sanità che ha lo scopo di approfondire le conoscenze sulla reale efficacia degli interventi medici nelle malattie riconosciute. La realizzazione di questo volume infatti, è stata possibile grazie ad un’accurata analisi e ad una valutazione critica di informazioni selezionate derivanti da studi clinici controllati condotti e pubblicati in tutto il mondo. Per decenni le persone affette dalla sindrome da stanchezza cronica (Cfs) hanno dovuto combattere per convincere medici, datori di lavoro, amici ed anche i propri familiari che i debilitanti sintomi di cui soffrono non sono immaginari. Anche in Italia si stanno facendo importanti passi. Le Associazioni dei pazienti e alcune commissioni parlamenti hanno presentato la proposta di legge per il riconoscimento della Cfs quale malattia invalidante e per l’ottenimento dell’esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza sanitaria. Il dato più rilevante della ricerca emerso negli ultimi mesi, è quello relativo alla correlazione con anomalie dei geni nei pazienti con Sindrome da Fatica Cronica. Prima uno studio inglese ha dimostrato che in 25 pazienti con Cfs confrontati con 25 controlli, 35 geni sono risultati attivati in maniera anomala nei pazienti con conseguenti modifiche delle funzioni mitocondriali, sulla produzione di energia e sull’attività del sistema immunitario che spiegano in maniera esauriente la sintomatologia di astenia profonda, e di affaticabilità tipiche della patologia. Un altro studio dei Cdc di Atlanta ha identificato un risultato simile con 26 geni che sono attivati in maniera anomala e che sono alla base della produzione di energia e del sistema immunitario. Con questi studi sarà possibile in un futuro non molto lontano, poter identificare un sottogruppo di pazienti con Cfs nei quali queste anomalie geniche potrebbero portare all’identificazione di proteine prodotte in maniera anomala e quantificabili nel sangue con le quali si potrebbe arrivare ad un test diagnostico e ad una terapia mirata. Presso l´unità Cfs della Divisione di Oncologia Medica A dell’Istituto Tumori di Aviano sono stati osservati ad oggi oltre 1000 casi di Cfs con i criteri dei Cdc di Atlanta. Inoltre presso questo Istituto è attiva una associazione di pazienti denominata Cfs Associazione Italiana (www. Salutemed. It/cfs) che si può contattare al numero telefonico 0434/660277 al lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9:00 alle ore 11:00. Per quanto riguarda invece le prospettive terapeutiche, purtroppo non vi è alcun farmaco in grado di guarire definitivamente la malattia, anche se spesso i pazienti possono trarre dei benefici da interventi farmacologici (antivirali, corticosteroidei, immunomodulatori, integratori, ecc. ) e da modifiche dello stile di vita, portando anche qualcuno alla guarigione e un discreto altro numero a miglioramenti significativi della sintomatologia. .  
   
   
PROROGA DELLA CORTE D’APPELLO PER IL CONTRATTO DEI MEDICI DI BASE  
 
Bolzano, 4 giugno 2009 - La Corte d’Appello di Bolzano ha deciso il 27 maggio di prorogare sino all’11 novembre prossimo la competenza della Provincia riguardo al contratto collettivo dei medici di base. In prima istanza il Tribunale nei mesi scorsi aveva dato ragione al ricorso del sindacato dei medici di base Fimmg, minoritario in Alto Adige, che aveva impugnato la competenza della Provincia in merito alla stipula del contratto dei medici affermando che tale competenza spettava allo Stato. In base a questa sentenza venivano invalidati anche i tre contratti collettivi dei medici di base stipulati con la Provincia dal 1997 ad oggi. Contro questa sentenza la Provincia si è rivolta alla Sezione Staccata della Corte d’Appello di Bolzano la quale ha oggi concesso alla Provincia una proroga sino all’11 novembre per emettere una sentenza in merito al procedimento. “Da questo braccio di ferro tra il sindacato nazionale dei medici di base Fimmg e la Provincia deve uscire una soluzione che vada a favore dei pazienti” afferma l’assessore provinciale alla Sanità ed alle Politiche sociali, Richard Theiner. Va infatti rilevato, secondo Theiner, che in base al contratto collettivo nazionale dei medici di famiglia molti pazienti saranno costretti a cambiare il loro medico di riferimento in quanto il contratto consente un tetto massimo di pazienti inferiore alle norme provinciali. “In base al contratto nazionale sarà quindi necessario reperire altri medici di base bilingui, una figura professionale piuttosto difficile da trovare a livello provinciale” prosegue Theiner, il quale teme che non sia possibile garantire ai pazienti il diritto di esprimersi nella loro madrelingua. Secondo il Dr. Alfred König, direttore dell’ Ufficio Distretti sanitari, la decisione adottata oggi dalla Corte d’Appello di Bolzano va nella direzione di assicurare anche in futuro alla Provincia Autonoma la piena competenza in questo settore. .  
   
   
FARMACI OPPIOIDI, MEDICI DI FAMIGLIA: “OK ALLA PRESCRIZIONE SU RICETTARIO REGIONALE”  
 
 Firenze, 4 giugno 2009 – La medicina generale italiana plaude al provvedimento del Vice Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che permetterà la prescrizione su ricettario regionale dei farmaci oppioidi, vincolati ad oggi da norme penalizzanti il loro utilizzo. La firma del Decreto Ministeriale che prevede la detabellizzazione dei farmaci oppioidi segna un evento di portata storica, mai riuscito prima d’ora, nonostante le numerose proposte di legge. Unanime consenso è espresso dai referenti dei più rappresentativi sindacati di categoria, Dr. Giacomo Milillo (Segretario Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale) e Dr. Mauro Martini (Presidente Snami, Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), insieme ai Presidenti delle più significative Società Scientifiche della Medicina Generale Italiana, Dr. Claudio Cricelli (Presidente Simg, Società Italiana di Medicina Generale) e Dr. Virginio Bosisio (Snamid, Società Scientifica di Medicina Generale). “I medici di famiglia – spiega Claudio Cricelli - sono orgogliosi di aver contribuito a questo cambiamento e continueranno a lavorare sia nella commissione ministeriale che all’interno della loro categoria per dare un contributo concreto e fattivo insieme agli specialisti a migliorare il trattamento del dolore e della sofferenza in questo Paese”. Questo successo è il frutto di una azione sinergica tra l’ottimo lavoro della Commissione Terapia del Dolore e Cure Palliative, presieduta dal Prof. Guido Fanelli, e i Medici di Medicina Generale, che hanno motivato in modo chiaro e unanime la richiesta al Consiglio Superiore di Sanità, che ha espresso parere favorevole all’iniziativa del Viceministro. .  
   
   
SANITA’, PIER GIORGIO FABBRI NUOVO DIRETTORE DELLA CENTRALE OPERATIVA 118 DEL “CIVICO” DI PALERMO  
 
Palermo, 4 giugno 2009 - Pier Giorgio Fabbri, 59 anni, è il nuovo direttore della centrale operativa del 118 che fa capo all’ospedale Civico di Palermo. L’indicazione è stata formalizzata ieri dall’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo e verrà resa esecutiva nelle prossime ore dal dirigente generale dell’Azienda Civico Francesco Licata di Baucina. Il posto di direttore della centrale operativa del 118 era rimasto vacante dopo che il Gip Pasqua Seminara, il 6 aprile scorso, aveva deciso la sospensione per due mesi dall’esercizio della professione per Mario Re, il primario della prima rianimazione del Civico indagato dalla procura di Palermo per falso e truffa in concorso con l’imprenditore Giuseppe Castorina per alcune forniture inesistenti di materiale sanitario. “Le qualità umane e professionali di Pier Giorgio Fabbri – ha spiegato l’assessore Russo – sono indiscutibili e questa nomina è la conferma che vogliamo cambiare in meglio la sanità valorizzando, nelle posizioni apicali, le migliori professionalità siciliane. Quello di oggi è un segnale preciso che ho voluto dare, coerentemente con il principio inderogabile secondo cui tutte le nomine dovranno essere improntate al criterio della competenza e della trasparenza amministrativa che sono lo strumento necessario per recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Soltanto in questo modo sarà possibile incidere in profondità sulla qualità del sistema sanitario regionale che dopo l’approvazione della legge di riforma deve seguire un cammino virtuoso attraverso il quale la Sicilia potrà mettersi al passo con le migliori realtà italiane”. Pier Giorgio Fabbri è direttore dell’Unità operativa complessa di anestesia, rianimazione e neuro rianimazione del Civico nonché direttore dell’Unità Operativa di anestesia e rianimazione pediatrica dell’Ospedale dei Bambini “Di Cristina” di Palermo. Fabbri è anche vice coordinatore del Centro regionale trapianti, con delega alla formazione. “Accetto l’incarico con grande determinazione – ha commentato Pier Giorgio Fabbri – e mi impegnerò per migliorare ulteriormente la qualità del servizio di emergenza – urgenza che ha una importanza fondamentale all’interno del sistema sanitario. Ringrazio l’assessore Russo per la fiducia che ha voluto accordarmi, questa nomina rappresenta per me un grande onore e un privilegio”. .  
   
   
SALUTE FVG: STRATEGIE DI RISPOSTA A PANDEMIA INFLUENZALE  
 
Trieste, 4 giugno 2009 - Sorveglianza, prevenzione e controllo, trattamento e assistenza, servizi essenziali, comunicazione, formazione, valutazione. Sono questi i sette concetti basilari in cui si articolano le "Strategie e misure di preparazione e risposta a una pandemia influenzale in Friuli Venezia Giulia", documento elaborato da esperti dell´Amministrazione regionale e delle Aziende sanitarie ed ospedaliere e approvato il 28 maggio dalla Giunta, su proposta dell´assessore alla Salute e Protezione sociale Vladimir Kosic. Tali strategie, già definite su indicazione dell´Organizzazione mondiale della Sanità a partire dal 2003, ovvero da quando in Estremo Oriente i focolai di influenza aviaria da virus A/h5n1 sono divenuti endemici nei volatili ed il virus ha causato infezioni gravi anche nell´uomo, sono state ora aggiornate a seguito della diffusione del nuovo virus influenzale di tipo A/h1n1, mai rilevato prima. L´obiettivo è quello di fornire dettagliate indicazioni affinché tutti i soggetti interessati sappiano fronteggiare in maniera adeguata e coordinata qualunque emergenza legata ad un´eventuale pandemia influenzale. Il documento fornisce infatti le linee guida regionali di risposta a una pandemia e rappresenta anche il riferimento per la preparazione di specifici piani operativi delle diverse Aziende sanitarie. .  
   
   
SANITA´: REGIONE VENETO FINANZIA PROGETTO LOTTA ALLE ZANZARE IN POLESINE  
 
Adria (Rovigo), 4 giugno 2009 - La Regione sosterrà con 500 mila euro il progetto di lotta alle zanzare nella provincia di Rovigo proposto dalle Conferenze dei Sindaci delle Ullss 18 di Rovigo e 19 di Adria, in collaborazione con gli esperti delle due Aziende sanitarie. La notizia è stata data oggi ad Adria dagli assessori Regionali Isi Coppola (Bilancio) e Sandro Sandri (Sanità), nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri nel locale Ospedale, alla presenza dei Direttori Generali delle due Ullss, Giuseppe Dal Ben e Adriano Marcolongo, e dei presidenti delle rispettive Conferenze dei Sindaci. “Abbiamo lavorato in Giunta in piena sintonia d´intenti con il collega Sandri – ha detto la Coppola - nella convinzione che la lotta alle zanzare in generale era una priorità per il Polesine. Abbiamo anche compiuto uno sforzo economico notevole, finanziando buona parte del costo progettuale. I 500 mila euro che stanzieremo martedì prossimo si aggiungono infatti ai 100 mila già messi a disposizione”. Per Sandri, “sostenere la lotta a questi insetti era doveroso e necessario, non solo per la loro fastidiosità, ma per il carico di possibili patologie che essere possono trasmettere, come nel caso della west nile che l´anno scorso suscitò molto allarme. Questo – ha aggiunto – prima di tutto nei confronti della popolazione residente, ma anche in considerazione del gran numero di turisti che d´estate popolano questa bellissima terra”. Il progetto, che ha già preso avvio e potrebbe far sentire i suoi primi effetti già in questa estate, ha come obbiettivo principale quello di ridurre l´infestazione delle zanzare a livello di sopportabilità e compatibilità, agendo su diversi livelli, a cominciare dall´intervento nella fase della larvatura, prima che gli insetti diventino adulti. Le principali azioni previste nel progetto riguardano: la realizzazione di una cartografia dettagliata dl territorio e l´individuazione delle specie di zanzara presenti; la valutazione dei metodi più opportuni di lotta sulle diverse aree; la formazione e l´informazione alla popolazione e a tutti i soggetti interessati; l´analisi delle ricadute e degli effetti. Elemento fondamentale è considerata la cartografia del territorio con la mappatura di ogni focolaio potenziale, da realizzare con osservazioni continue e la registrazione dei siti mediante palmare Gps. La realizzazione della cartografia consentirà l´individuazione di aree omogenee sulle quali applicare le metodologie d´intervento più adatte, tenendo conto che, in generale, la suddivisione riguarderà i centri urbani, le aree agricole, le risaie, le aree di costa e le golene. .  
   
   
“PROTESI ORTOPEDICHE” – EDIZIONE 2009 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Milano, 4 giugno 2009 - Nel 2008 si registra una crescita del valore del mercato Italia del 3,5%, in rallentamento sulla media del quinquennio (+6,6%), soprattutto per effetto dei prezzi. Complessivamente la domanda (recon + trauma + spine) è stimata in 535 milioni di euro. Nelle Protesi (joint replacement) si è confermato un discreto aumento dei volumi della domanda per il ginocchio e per la spalla; più contenuta, la crescita per l’anca. In valore l’incremento risulta inferiore per la flessione dei prezzi medi, sia nel pubblico che nel privato. Nella Traumatologia e Osteosintesi, la crescita a valore (+2,8%) risulta inferiore alla media del quinquennio, anche per effetto della dinamica negativa dei prezzi. Si registra una buona crescita dell’inchiodamento rispetto a placche e viti e ai fissatori esterni. Nello Spinale, continua la crescita delle tecniche non fusion. Il giro d’affari cresce dell’11,8%, nonostante la dinamica negativa dei prezzi. La competizione nel settore è caratterizzata dall’aumento della concentrazione dell’offerta attraverso nuovi processi di consolidamento a livello mondiale e dall’inasprimento della competizione sui prezzi per mantenere/migliorare le quote di mercato. Le tendenze in atto sono relative all’elaborazione da parte delle multinazionali di programmi di Corporate Compliance e alla differenziazione dell’offerta, con l’inserimento in nicchie tecnologicamente avanzate e/o specialistiche e la diversificazione in aree dell’ortopedia considerate a maggiore redditività rispetto agli impianti e alla traumatologia. Dati Di Sintesi, 2008
Numero di imprese 35
Numero di addetti 1. 100
Numero di addetti per impresa 31
Valore di mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro): 535,0
· Protesi (joint replacement) 372,0
· Traumatologia & Osteosintesi 92,0
· Sistemi Spinali 71,0
Variazione media annua del mercato 2008/2004(%)(a) 6,6
Fatturato per addetto (‘000 euro) 486,4
Valore aggiunto (Mn. Euro) 155
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 141
Quota di mercato prime 4 imprese/gruppi (%) 53,6
Quota di mercato prime 8 imprese/gruppo (%) 76,4
Previsione di sviluppo del mercato(b):
· 2009/2008 rallentamento
· tendenza di medio-lungo periodo discreto incremento
a) - in valore b) - in volume Fonte: Databank .
 
   
   
BOLZANO.LA BIBLIOTECA MEDICA VIRTUALE: L´INFORMAZIONE MEDICA AL PASSO COI TEMPI  
 
Bolzano, 4 giugno 2009 - La sera prima di cena. Molto spesso, dopo, durante la notte. Il personale medico e sanitario dell’Alto Adige continua a studiare dopo la laurea o diploma: quasi ogni giorno, dicono le statistiche della Biblioteca medica virtuale dell’Alto Adige consultabile all’indirizzo: www. Bmv. Bz. Iz. Nel settore medico le cose da sapere sono così tante ed aumentano così in fretta che il tempo per approfondire, nelle pause del lavoro, non basta. Così, sempre più spesso il personale medico-sanitario usa il proprio tempo libero per leggere libri e riviste per approfondire: il 30 per cento dei medici studia a casa. Ma perché è importante per un professionista della sanità tenersi informato, aggiornarsi? “La propria esperienza ha valore nelle decisioni più semplici e nel lavoro routinario, ma per le decisioni più critiche è sempre importante il confronto con altri e con la letteratura”, spiega il professor Giulio Donazzan, Primario pneumologo dell’Ospedale di Bolzano, in un’intervista a Yahoo Salute. A questo riguardo, l’Assessorato alla sanità della nostra Provincia ha creato un sito dedicato all’informazione medico scientifica: la Biblioteca Medica Virtuale, www. Bmv. Bz. It, un vero e proprio esempio di informazione medica al passo coi tempi. Il progetto altoatesino è da quattro anni un punto fermo per i professionisti della salute e sta suscitando un notevole interesse nelle diverse realtà regionali italiane che stanno mettendo a punto progetti di biblioteche digitali sul modello della Biblioteca Medica Virtuale. Si tratta di un portale web dal quale è possibile accedere a più di 3500 riviste delle più conosciute case editrici internazionali, nonché alle principali banche dati utili nel lavoro quotidiano di chi assiste i malati. “E’ uno strumento insostituibile”, sostiene il professor Donazzan, “soprattutto nell’attività clinica di ogni giorno. Personalmente – prosegue - utilizzo assai spesso banche dati specialistiche come “Uptodate” che propongono informazioni sintetizzate in schede dalle quali risalgo alle fonti originali attraverso una bibliografia aggiornatissima”. La Biblioteca medica virtuale è visitata ogni giorno da circa 1000 utenti, non solo durante l’orario di lavoro. A chi ne fa richiesta, infatti, l’Assessorato alla Sanità assegna una password che permette l’accesso alle risorse anche da postazioni esterne ai computer dei comprensori sanitari: quindi, è possibile anche … trasformare il proprio studio o soggiorno di casa in un’immensa biblioteca specializzata. Ma davvero il medico si ritrova a studiare nel cuore della notte? “Dobbiamo pensare che specialisti come gli Ortopedici si trovano sistematicamente a dover affrontare emergenze notturne, che richiedono impegno e concentrazione tali da non permettere di concedersi un riposo notturno” spiega Flavio Girardi, direttore medico dell’Ospedale di Bolzano, “per questa ragione, negli intervalli che il lavoro comunque consente, navigare sul sito della Biblioteca è un’eccellente opportunità per mantenersi…svegli e aggiornati”. L’assessore Richard Theiner ha dichiarato recentemente in un’intervista: “La Bmv offre un accesso sicuro all’informazione medico-scientifica e assicura così un sapere che focalizza la costruzione delle competenze professionali. Le statistiche ci dicono, che solo nel 2008 sono stati letti più di 70. 000 articoli e circa 600 professionisti della sanità hanno partecipato ai corsi di formazione organizzati per aumentare le competenze di ricerca della letteratura scientifica presente nella Bmv. Questi dati confermano ancora una volta, che il personale sanitario dell’Alto Adige nella pratica medica si confronta con studi internazionali assicurando così sempre le migliori cure possibili per il cittadino. ” La Biblioteca medica virtuale www. Bmv. Bz. It è gestita dall’Ufficio formazione del personale sanitario dell’Assessorato alla sanità, www. Provincia. Bz. It/formazione-sanita. Hanno accesso alle risorse in abbonamento tutto il personale sanitario del servizio pubblico altoatesino, inoltre vengono proposti regolarmente corsi di formazione. .  
   
   
L’OSPEDALE DI VAPRIO D’ADDA E I POLIAMBULATORI DI TREZZO SULL’ADDA ENTRANO NELL’AZIENDA OSPEDALIERA DI MELEGNANO: ECCO COME ACCEDERE AI SERVIZI  
 
Vaprio d’Adda, 4 giugno 2009 – Entrano a far parte dell’Azienda Ospedaliera di Melegnano anche l’Ospedale “Crotta Oltrocchi” di Vaprio d’Adda e i poliambulatori di Trezzo d’Adda, precedentemente riferiti all’Azienda Ospedaliera di Vimercate. Un ingresso avvenuto formalmente dal 1 gennaio 2009 e avviato operativamente con un passaggio graduale delle competenze, a garantire la continuità dei servizi per i cittadini. Si è, inoltre, raggiunto un accordo tra i dirigenti delle Aziende Ospedaliere e i Sindaci del Trezzese secondo il quale si mantiene la convenzione che permette di prenotare visite specialistiche da effettuare presso l’Ospedale di Vaprio e la struttura territoriale di Trezzo d’Adda, anche dagli sportelli appositamente istituiti presso i Comuni. Il servizio ai cittadini viene così garantito, anche nella fase della migrazione informatica tra le due Aziende Ospedaliere, che si sta predisponendo in questo periodo. L’accesso alle prestazioni ambulatoriali avviene con prenotazione diretta, recandosi agli sportelli del Cup (centro Unico di Prenotazione) di Vaprio e Trezzo, aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 8. 30 alle ore 15. 30, oppure con prenotazione telefonica chiamando il numero verde dell’Azienda Ospedaliera di Melegnano, l’800. 27. 80. 60, a disposizione dal lunedì al venerdì dalle ore 8. 00 alle ore 19. 00, e il sabato dalle ore 8. 00 alle ore 12. 00. Presso il Centro Psico Sociale del P. O. Vaprio d’Adda, si svolge inoltre attività di assistenza psichiatrica con accesso nei giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 17,00 su richiesta del Medico curante o con accesso libero. .  
   
   
FARMACIE NELLE MARCHE, NUOVI SERVIZI PER I CITTADINI: DAL CUP AGLI ESAMI DIAGNOSTICI.  
 
Ancona, 4 Giugno 2009 - Prenotare una visita specialistica o sottoporsi a un esame di laboratorio con apparecchiature automatiche, direttamente in farmacia, vicino casa, senza doversi necessariamente recare in una struttura sanitaria convenzionata. Potra` essere possibile, nelle Marche, grazie a un progetto promosso dalla Regione e dalle imprese farmaceutiche. La Giunta regionale ha approvato i criteri e le modalita` per avviare il percorso che consentira` alla farmacie di assumere i connotati di impresa sociale, accanto a quella professionale gia` vantata. Insieme ai delegati sindacali di Federfarma Marche (attivita` private) e Assofarm (pubbliche) verra` stilato un protocollo d´intesa per promuovere i servizi sanitari che le farmacie potranno effettuare direttamente a favore del cittadino. ´Il potenziamento dell´assistenza territoriale consente di fornire nuove opportunita` ai marchigiani per la tutela del diritto alla salute ´ evidenzia il presidente Gian Mario Spacca ´ Attraverso questa intesa si valorizza la presenza ramificata nel territorio delle farmacie con iniziative di rilevante interesse sanitario. La logica e` quella di facilitare l´accesso alle prestazioni, utilizzando una rete capillarmente diffusa e altamente qualificata, come quella delle imprese farmaceutiche´. Sono oltre 500 le farmacie convenzionate con la Regione Marche. Gia` forniscono i farmaci del Pht (Prontuario della continuita` assistenziale ospedale territorio), l´ossigeno terapeutico per uso domiciliare (per conto dell´Asur Marche), oltre ai prodotti dietetici per i celiaci e neuropatici cronici. ´Si tratta ora di intensificare questa collaborazione ´ sottolinea l´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani ´ rilanciando il loro ruolo di strutture pienamente integrate con i servizi pubblici sanitari, in modo da fornire un´adeguata capacita` di risposta assistenziale del territorio ai bisogni della collettivita`. Non verranno sottratti servizi all´usuale organizzazione sanitaria e sociale, ma incrementata la loro flessibilita`, privilegiando l´efficienza e l´integrazione´. Una specifica Commissione - composta da rappresentati della Regione, di Federfarma Marche e Confeservizi Assofarm - definira` gli aspetti operativi della collaborazione e le relative opportunita` rese disponibili dall´esistenza sul territorio di una rete diffusa di farmacie, ad alto livello tecnologico, in grado di operare come piattaforma logistiche per la distribuzione di parafarmaci, farmaci e forniture ospedaliere. Il protocollo d´intesa disciplinera` alcuni interventi, quali: l´integrazione dei servizi di assistenza a favore degli anziani; il sostegno a campagne di prevenzione delle principali patologie e di educazione sanitaria al corretto uso dei farmaci; la prenotazione (in farmacia) di visite specialistiche ed esami strumentali, insieme all´eventuale riscossione della quota di partecipazione a carico del cittadino; la possibilita` di effettuare (sempre in farmacia) esami di ´prima istanza´, mediante strumenti a funzionamento automatico, da sottoporre, poi, al medico di fiducia; la fornitura di presidi per stomie, diabetici, neuropatici, incontinenze, celiaci (con spesa superiore a quella attualmente sostenuta dal servizio sanitario); aggiornamento e qualificazione professionale, con attivita` di primo soccorso (grazie alla presenza dei defibrillatori nelle farmacie). .  
   
   
IDROCEFALO NORMOTESO LA MALATTIA SCONOSCIUTA SPESSO CONFUSA CON ALTRE FORME DI DEMENZA, È NEUROCHIRURGICAMENTE TRATTABILE GENOVA VENERDI´ 5 GIUGNO CONVEGNO AL GALLIERA  
 
Genova, 4 giugno 2009 – Venerdì 5 giugno il Salone Congressi dell´Ospedale Galliera ospiterà un incontro formativo e di aggiornamento rivolto a Medici e Specialisti dal titolo “L’idrocefalo Normoteso dell’anziano. La demenza guaribile”, organizzato dalla Sc di Neurochirurgia dell´Ente diretta dal dott. Paolo Severi. “L´idrocefalo normoteso – spiega Severi - è una patologia ancora largamente sconosciuta- ma che rappresenta una percentuale variabile tra l’ 1 e il 6% del totale delle demenze diagnosticate negli over 65. I sintomi (difficoltà nel camminare, demenza, incontinenza) sono spesso confusi con quelli dell’Alzheimer, del Parkinson o di forme di demenza senile. Per queste malattie ad oggi non esiste una terapia medica, mentre la neurochirurgia offre ai pazienti affetti da idrocefalo normoteso prospettive di piena guarigione che, a fronte di una diagnosi tempestiva, sfiorano la totalità dei casi. Nella maggior parte dei pazienti, il ritorno ad una condizione di normalità avviene in tempi rapidi”. La ricerca di un confronto ampio e costante con tutte le categorie di Medici impegnati sul territorio rappresenta un primo strumento fondamentale per indirizzare correttamente il paziente verso un appropriato percorso diagnostico e terapeutico. Le conferme della probabile diagnosi sono formulate in presenza di una storia clinica tipica e immagini neuroradiologiche (Tc e Rm). Non esiste a tutt´oggi un test diagnostico di certezza. Gli specialisti interessati alla diagnosi sono usualmente neurologi, geriatri e neurochirurghi. I tre classici sintomi dell’idrocefalo normoteso sono la difficoltà nella deambulazione, la demenza e l’incontinenza. Dal punto di vista fisiologico, l’idrocefalo normoteso è causato da un eccessivo accumulo di liquido nelle cavità o nei ventricoli del cervello. Tendenzialmente, colpisce persone sopra ai 60 anni di età. In condizioni normali, il fluido cerebrale circola nel cervello, nei ventricoli e nel midollo spinale e assolve una funzione di protezione e nutrimento dell’involucro del cervello. Nel caso del paziente affetto da idrocefalo normoteso il flusso si blocca, finendo per esercitare una pressione sul cervello da cui consegue l’insorgere dei sintomi descritti. A differenza delle patologie con cui è spesso confuso, l’Idrocefalo normoteso è trattabile con un intervento di tipo neurochirurgico. Grazie all’impianto di una valvola, l’eccesso di liquido nel cervello viene drenato e incanalato verso un’altra parte del corpo, normalmente la cavità peritoneale. “Nell’arco degli ultimi 5 anni – conclude Severi- abbiamo operato 46 pazienti (23 donne e 23 uomini, con età media pari a 76 anni) per Sindrome da Idrocefalo Normoteso. A distanza di un anno, il follow up ha permesso di evidenziare in 28 pazienti (pari al 60%) segnali certi di miglioramento. Dalla letteratura emerge che le risposte più efficaci al trattamento chirurgico sono nei pazienti che arrivano all´intervento entro 12/24 mesi dall´inizio dei sintomi”. Programma: Ore 08. 00 Registrazione dei partecipanti. Ore 08. 45 - 09. 00 Presentazione del Congresso e saluto delle Autorità, Relatore: dott. Adriano Lagostena - Direttore Generale E. O. Ospedali Galliera, Relatore: dott. Roberto Tramalloni - Direttore Sanitario E. O. Ospedali Galliera. Prima sessione - le demenze dell´anziano - Ore 09. 00 - 09. 30 “Inquadramento clinico” Relatore: dott. Sergio Cammarata. Ore 09. 30 - 10. 00 “Il percorso diagnostico” Relatore: dott. Sandro Ratto. Ore 10. 00 - 10. 30 “La gestione e la terapia medica” Relatore: dott. Ssa Camilla Prete. Ore 10. 30 - 10. 45 Discussione Moderatore: dott. Carlo Serrati. Seconda sessione - la diagnosi dell´idrocefalo normoteso dell´anziano. Ore 11. 00 - 11. 30 “La clinica” Relatore: dott. Pietro Versari. Ore 11. 30 - 12. 00 “La diagnostica per immagini” Relatori: dott. Ssa Simona Parodi e dott. Tommaso Arcuri. Ore 12. 00 - 12. 30 “La valutazione neuropsicologica” Relatori: dott. Ssa Cristina Novello e dott. Sergio Cammarata. Ore 12. 30 - 12. 45 “Discussione” Moderatore: prof. Renato Spaziante. Ore 12. 45 - 14. 00 Pausa pranzo. Terza sessione - il trattamento dell´idrocefalo normoteso dell´anziano. Ore 14. 00 - 14. 30 “Il trattamento chirurgico” Relatore: dott. Roberto Datti. Ore 14. 30 - 14. 45 “La terapia neuro endoscopica” Relatore: dott. Paolo Severi. Ore 14. 45 - 15. 00 “Caso clinico” Relatore: dott. Tomasz Tadeusz Godowicz. Ore 15. 00 - 15. 30 “Aspetti riabilitativi” Relatore: dott. Ssa Claudia Giorgini. Ore 15. 30 - 15. 45 “Discussione” Moderatore: prof. Giuliano Parenti. .  
   
   
DA VENAROTTA - NERVIANO MEDICAL SCIENCES: UNA DONAZIONE CHE NON AVREMMO MAI VOLUTO RICEVERE  
 
Nerviano, 4 giugno 2009 - Lettera alla stampa - Denari pesanti come pietre: sono quelli che Nerviano Medical Sciences, il centro di ricerca oncologica più importante in Italia, ha ricevuto dai genitori di un giovane ricercatore, Alessandro Fedeli Bernardini, venuto a mancare lo scorso mese di aprile. Alessandro, 25 anni, era stato reclutato dal Centro Ricerche di Nerviano nell’ambito di un programma per la formazione di giovani e promettenti ricercatori. Nato ad Ascoli Piceno e laureato nel 2007 in Chimica e Tecnologia Farmaceutica con la votazione di 110 cum laude presso l’Università degli studi di Urbino, Alessandro aveva iniziato la carriera di ricercatore con grande impegno e convinzione. Il suo professore Giovanni Piersanti ricorda con emozione ”Alessandro oltre un ottimo e motivato studente era anche un amico dove mi rivedevo e progettavo. Ho perso due volte e mi sento vuoto”. Dall’inizio di febbraio Alessandro si trovava a Milano presso il Dipartimento di Chimica Organica e Industriale, dove aveva avuto modo di farsi subito apprezzare dai colleghi e dai docenti per il suo entusiasmo e capacità. Il coordinatore del progetto presso l’Università e direttore del Dipartimento, Prof Cesare Gennari, ricorda “il carattere aperto, disponibile e leale di Alessandro, e la sua eccellente preparazione scientifica”. Alla fine del corrente anno, al termine del periodo di formazione in Università, Alessandro sarebbe passato ai laboratori del Centro Ricerche di Nerviano per dare il suo contributo alla scoperta e alla caratterizzazione di nuovi farmaci antitumorali. A Nerviano aveva, in effetti, suscitato grandi aspettative, come testimoniato dal Dr. Francesco Colotta, Vice-president Oncology “di Alessandro ricordiamo la competenza tecnico-scientifica, che avevamo avuto modo di apprezzare durante la recente selezione, e l’entusiasmo ’contagioso‘ per la ricerca scientifica, che aveva dimostrato anche al momento di scegliere tra l’offerta ricevuta da Nms e la possibilità di svolgere un corso per Phd all’estero. Eravamo, e siamo, consapevoli di aver fatto, noi e lui, un’ottima scelta. ” Della situazione di difficoltà finanziaria di Nms Alessandro aveva parlato con i genitori, che vivono a Venarotta, Ascoli Piceno. Dopo l’improvvisa scomparsa di Alessandro - seguendone idealmente le volontà – i familiari hanno promosso una raccolta di fondi, tra parenti, amici e conoscenti, da destinare al Centro Ricerche di Nerviano. La decisione dei genitori di Alessandro ha commosso L’azienda, il Management e i colleghi tutti di Alessandro. E’ una decisione che dimostra come in questo Paese vi sono ancora persone generose, sensibili e che credono davvero e concretamente nel valore della Ricerca scientifica per migliorare il nostro futuro. E’ il modo più bello e concreto per ricordare l’entusiasmo e l’impegno del giovane ricercatore. “Quanto raccolto in memoria di Alessandro verrà utilizzato per acquistare una particolare strumentazione scientifica, che verrà a Lui dedicata, grazie alla quale, presso il Centro Ricerche di Nerviano, potremo contribuire alla scoperta di nuovi farmaci antitumorali per il trattamento di pazienti affetti da forme di tumore avanzato non trattabili con i farmaci attualmente disponibili” conclude Colotta . .  
   
   
PRESENTATO A VENEZIA IL PRIMO FESTIVAL EUROPEO DELLE ARTI VISIVE NELL’OSPEDALE  
 
Venezia, 4 giugno 2009 - E’ stato presentato ieri a Venezia, nella sede della Giunta regionale di Palazzo Balbi, partner dell’iniziativa, il “Primo Festival Europeo delle arti visive nell’ospedale”, promosso dall’associazione Art dans la Cité e sostenuto dalla Commissione Europea. Rachel Even e Olivier Galaverna, rispettivamente direttrice artistica e direttore degli affari scientifici di Art dans la cité, hanno esposto gli obiettivi del festival. Da luglio 2008 al 16 settembre 2009, data della cerimonia di chiusura che avrà luogo all’Accademia di medicina di Parigi, 10 artisti visivi rinomati espongono una propria opera, ognuno all’interno di un ospedale europeo. In una nota a margine il Presidente della Giunta regionale, Giancarlo Galan, ha sottolineato che “ artisti di varie provenienze per spazi sanitari di vari paesi, ma sempre nell’ambito di quella comunità che è l’Europa, quella dimensione di scambio culturale, dialogo e confronto di esperienze, cui il Veneto guarda con ammirazione e con la consapevolezza di un passato che, nel rendere il nostro territorio crocevia di popoli e di storie, ha plasmato un’identità volta all’integrazione e all’accoglienza. Ha forgiato un carattere che tutela e promuove il proprio patrimonio culturale e soprattutto la salute e la qualità della vita dei cittadini”. Questi gli artisti, selezionati da una commissione artistica composta da personalità internazionali nel campo dell’arte e le sedi ospedaliere scelte per l’esposizione 2009: Kader Attia (Rouffach, Fr), Jota Castro (Villiers le Bel, Fr), Marc Couturier (Thiene, It), Michael Fliri (Port Louis, Fr), Clemens Hollerer (Bruck an der Mur, At), Szilard Miklos & Denes Miklosi (Cluj Napoca, Ro), Sylvain, Soussan (Madrid, Es), Graham Stevens (Alès, Fr), Tomaz Tomazin (Ljubljana, Slo). La presentazione a Venezia dei progetti che concorrono al Festival ha voluto rappresentare un riconoscimento del loro valore artistico. Marc Couturier ha presentato il suo progetto “Fusion du végétal e du sidéral” per l’ospedale di Thiene, Ulss 4, in provincia di Vicenza. L’opera, ha spiegato l’artista, presenta una dimensione cosmica che richiama il motivo di una foglia di Acuba ed evoca la vegetazione, il cielo e lo spazio. Il lavoro di stesura di una foglia di Acuba su una pellicola elettrostatica coprirà le pareti vetrate dell’ingresso e della stanza di attesa delle consultazioni. .  
   
   
SALAMI, MARCHETTARI E MUSICHE CINESI: LA FONDAZIONE NICOLA TRUSSARDI SOSTIENE DUE PROGETTI ALLA 53ESIMA BIENNALE DI VENEZIA.  
 
 Milano, 4 giugno 2009 - La Fondazione Nicola Trussardi continua il suo supporto alle espressioni più originali dell´arte contemporanea. Alla 53esima Biennale di Venezia la Fondazione Nicola Trussardi e´ impegnata a sostegno di due progetti di rottura che ha prodotto in collaborazione con importanti istituzioni internazionali. 
 Nel Palazzo delle Esposizioni (ex Padiglione Italia) dei Giardini, all´interno della rassegna internazionale Fare Mondi curata da Daniel Birnbaum, la Fondazione Nicola Trussardi ha reso possibile la presentazione dell´opera di Roberto Cuoghi, giovane artista italiano che ha creato negli storici spazi del giardino di Carlo Scarpa un´installazione sonora in cui musiche cinesi e atmosfere orientali sono ricostruite con la voce dell´artista. 
 Mei Gui, questo il titolo dell´opera, e´ un collage di culture, un taglia e incolla di stereotipi: l´opera di Roberto Cuoghi immagina un Oriente di fantasia, una Cina di finzione in cui originale e traduzione si mescolano senza distinzioni apparenti. Roberto Cuoghi mette in scena un cortocircuito tra l´attrazione e la paura del Occidente quando incontra la cultura cinese. 
 Al Padiglione Danese e a quello dei Paesi Nordici, gli artisti Elmgreen & Dragset - con cui la Fondazione Nicola Trussardi ha iniziato la sua attivita´ negli spazi della citta´, con la roulotte installata in Galleria Vittorio Emanuele nel 2003 - hanno creato una collezione immaginaria, trasformando gli spazi espositivi in luoghi domestici abitati da un immaginario collezionista gay. Tra i mobili classici del design scandinavo e le atmosfere intime di una casa privata, spuntano opere di culto, icone della cultura omosessuale e persino giovani discinti che in poltrona attendono il ritorno del loro amante immaginario. 
 A coronare la mostra, un catalogo - realizzato con il sostegno della Fondazione Nicola Trussardi - concepito come un vero multiplo d´artista: una borsa in cui sono conservate edizioni limitate, libri, poster, cartoline, e persino un salame, contributo irriverente di Maurizio Cattelan. .  
   
   
MILANO: ALLA ROTONDA DELLA BESANA LA MOSTRA ‘DARWIN 1809-2009’  
 
Milano, 4 giugno 2009 - “La mostra Darwin 1809-2009 si inserisce nel progetto ‘Milano – Scienza e Milano – Mondo’ promosso dall’Assessorato alla Cultura e vuol essere un’esposizione sulla vita. Di più, sull’origine della vita e sulla diversità delle sue forme”. Lo ha detto ieri mattina l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory intervenendo alla presentazione della mostra “Darwin 1809-2009”, in programma alla Rotonda di via Besana da domani, 4 giugno, al 25 ottobre. “In questa mostra la scienza è esperienza ed esperimento – ha spiegato Finazzer Flory -. E rappresentarla in questo modo a Milano significa dichiarare che tutto evolve. Con Darwin 1809-2009 si fa della biologia uno spettacolo che mette in scena i fondamenti biologici della conoscenza. Perché la scienza non è solo sapere, ma anche cultura”. La mostra approda a Milano a duecento anni esatti dalla nascita del grande scienziato e a centocinquanta dalla pubblicazione dell’Origine della specie, dopo essersi affermata a livello internazionale come la mostra scientifica più visitata nel mondo con circa 2 milioni di visitatori fra New York, Boston, Toronto, Londra, San Paolo, Rio de Janeiro, Tokyo, Auckland, Lisbona. Un successo confermato a Roma dove l’esposizione, aperta al Palazzo delle Esposizioni, ha registrato oltre 120. 000 presenze. L’esposizione intreccia i linguaggi della storia, della narrazione, del naturalismo, della filosofia della scienza e delle ricerche sperimentali contemporanee. La biografia avventurosa del giovane Darwin, le sue complesse relazioni familiari, l’immersione nella cultura inglese dell’epoca e nei suoi conflitti, il celebre viaggio di cinque anni attorno al mondo sono i capitoli di un suggestivo racconto: la nascita di un’idea rivoluzionaria, le prime domande, le scoperte entusiasmanti, le incertezze iniziali, i timori, il lungo silenzio e infine la pubblicazione di On the origin of species che fece tanto scalpore, nel 1859. Realizzata in collaborazione con le più prestigiose istituzioni scientifiche del mondo, e ispirata alla spettacolare mostra internazionale dedicata al padre della teoria dell’evoluzione dall’American Museum of Natural History di New York, l’edizione italiana è arricchita da due sezioni inedite. La prima presenta una storia italiana della teoria di Darwin che mette in luce quanto il nostro Paese sia stato precocemente coinvolto nella rivoluzione darwiniana grazie ad alcune scuole molto attive e all’avanguardia e fa emergere un’Italia liberale e laica, in cui la scienza aveva voce autorevole e della scienza si poteva raccontare anche la bellezza. La seconda sezione in esclusiva per l’Italia riguarda l’evoluzione umana, un’idea che ha modificato profondamente la nostra visione del mondo, non soltanto della natura e del ruolo che occupiamo nel pianeta. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune, la mostra è ideata e organizzata da Codice Idee per la Cultura ed è curata da Niles Eldredge, responsabile della divisione invertebrati dell’American Museum of Natural History di New York, Ian Tattersall, direttore della Hall of Human Evolution dello stesso museo e Telmo Pievani, filosofo della scienza ed esperto di teoria dell’evoluzione. L’esposizione è prodotta da Palazzo Reale, Codice Idee per la Cultura e Civita, con la collaborazione di Intesa Sanpaolo, il sostegno di National Geographic Channel, Bayer e Fondazione Veronesi e la media partnership di Atm, Ferrovie dello Stato e Lifegate. La mostra propone un’articolata offerta didattica per scuole, gruppi e famiglie, curata dagli esperti dell’Associazione Didattica Museale (A. D. M), responsabile dei servizi educativi presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. La libreria della mostra è gestita da Civita con la collaborazione della Libreria Cortina al Museo di Storia Naturale. Il catalogo della mostra, a cura di Codice edizioni, oltre ai testi dei tre curatori - Niles Elderedge, Telmo Pievani e Ian Tattersall - presenta un vasto apparato iconografico, con ampi stralci di testo delle diverse sezioni della mostra. In programma, collegato alla mostra, anche un ciclo di “Incontri darwiniani” alla Rotonda della Besana e alla Sala Assemblee Intesa Sanpaolo (piazza Belgioioso 1) con esperti italiani e internazionali. Interverranno Edoardo Boncinelli, Luigi Luca Cavalli Sforza, Emanuele Coco, Rudi Costa, Aldo Fasolo, Marco Ferraguti, Giulio Giorello, Alessandro Minelli, Andrea Pilastro, Carlo Alberto Redi, Lorenzo Rook, Antonio Torroni, Patrick Tort, Umberto Veronesi. .  
   
   
BENI ARTISTICI, RESTAURATA LA PALA DI SAN MARTINO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLA CELLA DI GENOVA SAMPIERDARENA, GIOVEDÌ 4 VERNISSAGE AL MUSEO DIOCESIANO  
 
Genova, 4 giugno 2009 - Oggi alle ore 17, nel Museo Diocesano di Genova, in via Tommaso Reggio 20 (San Lorenzo), viene presentato il dipinto "San Martino dona il mantello al povero" restaurato su iniziativa della Regione Liguria. L´opera, attribuita a Lazzaro Calvi, è una pala di 227 cm. Di altezza e 160 cm. Di larghezza, costituita da quattro tavole assemblate verticalmente, centinate, risalente al Xvi secolo. Il dipinto appartiene alla chiesa di Santa Maria della Cella e San Martino di Genova Sampierdarena. La sua valorizzazione è frutto di un lavoro congiunto tra la Soprintendenza per il patrimonio artistico storico e demoantropologico della Liguria, l´Università degli Studi di Genova, il Museo Diocesano e la Regione Liguria. Il lavoro è stato eseguito dal Laboratorio di Restauro della Regione Liguria sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per il patrimonio artistico storico e demoantropologico della Liguria e l´ausilio dell´Università di Genova per l´attività di diagnostica, per le indagini preventive dei materiali, delle cause di degrado e di instabilità. Le operazioni di restauro hanno restituito all´opera la sua qualità originale permettendo a l´attribuzione a Lazzaro Calvi anche sulla base della sua riconquistata genuinità pittorica. La seconda fase del progetto consiste in una pubblicazione con l´analisi del restauro nei vari aspetti diagnostici, della struttura lignea, della parte retrostante il dipinto e dei relativi problemi di parchettatura e tutte le informazioni e le indicazioni sulla chiesa di Nostra Signora della Cella e San Martino. Il dipinto "San Martino dona il mantello al povero" resterà esposto al Museo Diocesano di Genova fino al 10 settembre. .  
   
   
COMO - PINACOTECA CIVICA DAL 31 MAGGIO AL 5 LUGLIO 2009 LA MOSTRA DEI 20 FINALISTI DI CO.CO.CO. - COMO CONTEMPORARY CONTEST  
 
Como, 4 giugno 2009 - Dal 31 maggio al 5 luglio, la Pinacoteca Civica Palazzo Volpi di Como ospiterà la mostra dei 20 finalisti della prima edizione di Co. Co. Co. - Como Contemporary Contest, il concorso ideato e promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como, con lo scopo di promuovere i giovani talenti sulla scena dell’arte contemporanea e diventare punto di riferimento delle poetiche delle nuove generazioni. “Como si conferma quindi come crocevia dell’arte - afferma Sergio Gaddi, assessore alla Cultura del Comune di Como - aperta non solo alle esperienze dei grandi esponenti del Novecento, come testimonia l’iniziativa dedicata a Chagall, Malevich e Kandinsky che, fino al 26 luglio, si tiene nelle sale di Villa Olmo, ma anche a quelli delle giovani generazioni”. Gli artisti, tutti nati tra il 1977 e il 1985, sono stati selezionati tra le oltre 750 candidature, giunte alla Segreteria Organizzativa, da una giuria composta da Lanfredo Castelletti, già direttore dei Musei Civici di Como, Luigi Cavadini, direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, Giovanni Bonelli, gallerista, Emma Gravagnuolo, giornalista e critico d’arte, Jonathan Guaitamacchi, artista, Gianmaria Banfi, collezionista. L’esposizione darà voce a una pluralità di linguaggi che vanno dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alla video arte, e rappresenta un’opportunità concreta per far conoscere il lavoro di questi futuri maestri (Rebecca Agnes, Roberto Amoroso, Matteo Antonini, Simone Brandi, Francesco Corbetta, Tamara Ferioli, Chiara Fumai, Helena Hladilovà, Jessica Iapino, Dario Mancini, Serena Piccinini, Annalisa Pirovano, Gianna Ruiu, Marco Salvetti, Caterina Sbrana, Arianna Vanini, Isabella Mara Vergani, Magdalena Walpoth, Aura Zecchini, Davide Zucco) che si affacciano sul palcoscenico della grande arte, facendoli uscire dall’anonimato. Co. Co. Co. - Como Contemporary Contest avrà un’ulteriore appendice nel prossimo autunno, con la mostra di Aura Zecchini e Davide Zucco che si sono aggiudicati il primo premio ex-aequo di 2. 000 Euro e la possibilità di esporre le loro opere in una personale che si terrà a San Pietro in Atrio. In occasione dell’inaugurazione, sabato 30 maggio, a Como si terrà la Giornata del Contemporaneo, con inaugurazioni ed eventi nelle principali gallerie e spazi espositivi cittadini. .  
   
   
A 3D MISADVENTURE BLUE&JOY  
 
Milano, 4 giugno 2009 - Blue and Joy torneranno a Milano per una esposizione presso la galleria Spazioinmostra che celebrerá i suoi 5 anni di attivitá. Per l´occasione i due pupazzi, dopo 4 anni appesi al muro, si staccano dalle tele e fanno un salto nel mondo vero, lasciandosi alle spalle le tele e i loro soliti problemi, per ritrovarsi in un mondo ancora piu scoraggiante di quello che hanno abbandonato. Usciranno letteralmente dai quadri per una mostra che vuole sancire un passo oltre il quadro da parte di Blue and Joy,ed affacciarsi al mondo in 3D, scoraggiante tanto quanto quello in 2d. Dieci installazioni che vedono protagonisti Blue and Joy nella loro versione tridimensionale, in poliuretano espanso e vetroresina di trenta centimetri, affacciarsi davanti a quinte di legno dipinte con i loro messaggi ed il loro mondo. La manifattura delle sculture é affidata agli stessi artigiani che operano e producono le famose opere del grande artista giapponese Takashi Murakami Dieci storie dello statico duo di amici raccontate con una dimensione in piú da utilizzare. Una frontiera che ci fornisce nuovi strumenti con i quali divertirci. Dieci installazioni che vedono le sculture in poliuretano espanso e vetroresina integrarsi con i tipici grafismi e messaggi di Blue&joy, ma anche giocare con il mondo al quale si affacciano attraverso specchi, trampolini, porte e finestre, in bilico tra 2 mondi, uno piu scoraggiante dell´altro. Una frontiera che vede la sua esplorazione piú curiosa nell´installazione intitolata: "Cupid hates me" una stanza interamente ricoperta di prato nel quale sono conficcate decine e decine di frecce. In mezzo al prato, incolume alla pioggia di dardi che lo circonda c´e´ Joy che col suo sorriso stampato in realtá maledice la poca mira che cupido gli dedica. Al gruppo di collezionisti e celebrita’ che si sono affezionati ai due pupazzi e ai loro autori (Andriy Shevchenko, Kate Moss, Micheal Hammer…) si é recentemente unito anche Lapo Elkann. Il brillante e fantasioso imprenditore ha infatti portato a casa ben 5 opere, tra cui una scultura gigante in vetroresina rappresentante Blue. Inaugurazione mercoledì 10 giugno 2009, ore 18. 30 .  
   
   
I PONTI DI PARIGI DIPINTI E RACCONTATI DA FABIO ZUBINI TRIESTE 6 · 19 GIUGNO 2009  
 
Trento, 4 giugno 2009 - S’inaugura sabato 6 giugno 2009 ore 18. 00 alla Galleria Rettori Tribbio 2 la mostra personale del pittore, scrittore e ingegnere triestino Fabio Zubini dedicata ai ponti di Parigi, che sarà introdotta dall’architetto Marianna Accerboni. La manifestazione si svolge con il patrocinio del Consolato Onorario di Francia a Trieste. Nel corso della vernice della rassegna, che propone una sessantina di opere realizzate dal 1970 a oggi (40 vedute a olio su tela e una ventina di inchiostri di china su carta), sarà presentato il volume scritto da Zubini sul medesimo tema e illustrato dalle immagini da lui dipinte (Edizioni Italo Svevo, pgg. 65, € 15,00). L’autore, classe 1926, uno dei primi ingegneri laureati a Trieste, ha realizzato nello stesso arco di tempo 900 vedute di Parigi, città dove aveva soggiornato per una decina d’anni, dal 1965 al ‘75 per motivi di lavoro, in qualità di ingegnere industriale meccanico per il Gruppo Total. Ama le antiche pendole, l’ingegner Fabio Zubini, e anche i modellini meccanici dei mezzi di trasporto - scrive Accerboni - e tale sensibilità di raffinato e curioso collezionista simbolizza e sintetizza la sua non comune personalità, sospesa tra l’interesse per la tecnica e la meccanica da un canto e la passione imprescindibile per l’arte dall’altro. Che egli estrinseca, sul filo di un linguaggio squisitamente postimpressionista, nei suoi quadri, in cui la realtà viene decrittata e interpretata attraverso un codice pittorico sobriamente poetico e sinteticamente razionale, che richiama un po’ l’estro di Camille Pissaro, in rotta, come tutti i rappresentanti del postimpressionismo, con l’accademismo ufficiale del suo tempo. Doti, quelle di Zubini, che, intrecciate a una notevole intuizione, gli consentono di ricostruire efficacemente e velocemente con il pennello l’atmosfera e il genius loci dei luoghi amati di Parigi, città dove ha vissuto per un decennio lavorando come ingegnere per la Total, in centinaia e centinaia di vedute realizzate a olio e a china, di cui quasi novecento ispirate alla Ville Lumiére, mentre ora una sessantina di lavori sono dedicati al tema dei ponti della capitale francese e alla loro storia. Che Zubini sa riproporre con garbata intensità e un talento che, travalicando il naturalismo impressionista, fedele alla mera apparenza, fa uso di una semplificata solidità architettonica per raccontare l’anima dei luoghi. L’autore ricostruisce così, attraverso la rappresentazione poetica e personale dei ponti di Parigi, il grande fascino della capitale francese e implicitamente allude all’importanza di un corso d’acqua nello sviluppo delle città europee. Alle immagini accosta con competenza e verve la narrazione storica, nella quale ricorrono lo stesso brio e la medesima puntualità che caratterizzano le vedute: mediante le immagini e la parola l’ingegnere scrittore e artista ci riconsegna dunque una città indimenticabile, in cui il dato storico e l’atmosfera impalpabile s’intrecciano, sottolineate da una logica storica degli eventi, che rende il libro un importante testimonianza per conoscere e interpretare la città. Il modo discreto e silente, ma vivacemente partecipe nel gesto e nelle scelte cromatiche dal timbro caldo e luminoso, talvolta percorse da qualche tentazione fauve, con cui l’artista ricostruisce le architetture fluviali della capitale francese, ci conducono attraverso un gradevolissimo e scintillante itinerario virtuale, che della città sa cogliere con puntuale competenza le variegate presenze architettoniche, ma anche, con partecipazione emotiva, il fascino accattivante di atmosfere appartate, mentre lungo la Senna sembra di udire lo sciabordio dell’acqua e il suono delle sirene. Artista razionale e poetico - conclude Accerboni - Zubini fornisce una visione sottilmente non comune dei luoghi, in cui l’essere umano è quasi sempre assente: un’astrazione dal reale, personale, ricca di forza e di acuta sensibilità. Fabio Zubini ha trascorso tutta la sua vita di lavoro nell’industria petrolifera. Laureatosi in ingegneria nel ’50, ha lasciato subito dopo la città, operando a Bologna per la Raffineria Aquila, poi assorbita dal Gruppo Total, in seno al quale ha lavorato per un decennio a Parigi. In tale periodo ha avuto - come direbbero i francesi - la pittura come violon d’Ingres (il pittore che amava suonare il violino): ha dipinto infatti novecento vedute della Ville Lumière a olio e a china. Ha esposto le sue opere a Parigi (alla Camera di Commercio Italiana, al Salon de l’Art Libre, Salon Populiste, Salon de la Société Nationale de Beaux-arts, Salon d’Automne, Salon de la Société des Artistes Français, Salon del Artistes Indépendants), a Deauville, a Trieste (sette personali alla Sala Comunale d’arte, quattro alla Cartesius e in altre gallerie) e in diverse città italiane. L’editore parigino Bailleul ha dato alle stampe una serie di cartoline con riproduzioni di vedute di Zubini riguardanti il Xvi Arrondissement (Village d’Auteuil), Il Queen’s Hotel, situato nel Xvi Arrondissement, caratterizzato dall’avere ogni stanza intitolata al nome di noti pittori francesi contemporanei e arredata con loro opere, ha dedicato una di esse all’artista triestino. Nel 1992 ha dato alle stampe la quarta edizione di un dizionario dei termini petroliferi in inglese e francese per i tipi delle Edizioni Italo Svevo (pgg. 818, oltere 20. 000 voci), precedentemente pubblicato dalla casa editrice Bordas, Dunod, Gauthiers-villars di Parigi. Nel 1985 con il racconto Roiano (pubbicato dalla Italo Svevo) ha vinto la medaglia di bronzo al Premio Letterario Leone di Muggia, riconoscimento che dato il via all’interesse per la storia locale. Sono infatti seguiti 16 corposi volumi dedicati alla storia dei Rioni triestini e il libro La Raffineria Aquila. Cinquant’anni di lavoro e primati tra Muggia e Trieste. .  
   
   
PERSISTENZE SUL CONFINE DELL’IMMAGINE RIPENSANDO AD ANDREA PAZIENZA 28 MAGGIO – 20 GIUGNO 2009  
 
San Severo, 4 giugno 2009 - Giovedì 28 maggio è stata inaugurata al Mat – Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo, la mostra Persistenze sul confine dell’immagine. Ripensando ad Andrea Pazienza, secondo momento espositivo all’interno del programma “Ad Andrea & C. Fatti e personaggi dal mondo del fumetto” progettato e curato da Teo De Palma e promosso dalla Provincia di Foggia e dal Comune di San Severo in collaborazione con la cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Siena, il Frac-baronissi e l’Associazione Sorvillo per l’Arte Contemporanea. La mostra curata da Massimo Bignardi propone una selezione di opere di artisti contemporanei, il cui denominatore comune sembra scorgersi nell’idea di immagine o, meglio, sul valore che essa assume nella contemporaneità: una scelta di opere provenienti da collezioni private e da istituzioni museali, che intreccia linguaggi diversi, dalla pittura alla fotografia, alla ceramica, agli extra media,alla pittura digitale. In esposizione le opere di: Antonio Ambrosino, Paolo Bini, Paolo Borrelli, Angelo Casciello, Bruno Ceccobelli, Franco Cipriano, Paolo De Santoli, Gerardo Di Fiore, Giuseppe Di Muro, Stefano Di Stasio, Lorenzo Foschi, Omar Galliani, Salvatore Lovaglio, Ruggero Maggi, Maria Mulas, Tommaso Ottieri, Arturo Pagano, Giusy Parisi, Eliana Petrizzi, Piero Pizzi Cannella, Virginio Quarta, Angelomichele Risi, Errico Ruotolo, Sandro Scalia, Giovanni Tesauro. Momenti, personalità, pratiche e linguaggi diversi tra loro proponendo tangenze e confronti fra generazioni di artisti che hanno scandito gli ultimi quattro decenni: dagli ultimi esiti di Nuova figurazione dei primi anni Settanta alle giovanissime esperienze che operano nella sfera del digitale, passando per le interferenze e le aperture transavanguardiste, per il citazionismo, per la nuova astrazione italiana, intercettando la fotografia come linguaggio non appartato da pratiche immaginifiche. La mostra è strutturata in tre sezioni: la prima Attraversare i luoghi traduce l’esercizio del viaggio, del suo procedere in un luogo e, al tempo stesso, del pensiero come “movimento dello spirito”, concentrando l’attenzione, spiega Bignardi, sull’ “alveolo della città, l’urbano come viaggio nel sé”. La seconda è posta sotto il titolo La pratica della figura e propone lo specchio, il doppio, il riflesso, dunque, l’immagine come ritratto-autoritratto. In fine La seduzione del mito guarda alle figure che abitano i ‘vivi’ territori degli archetipi. È un itinerario che appare ben chiaro dalle traiettorie che tracciano le sezioni, rivolte a tessere una trama tra presente e memoria, tra reale e immagine, tra tempo e futuro, poste, ciascuna, su una linea di confine, in pratica, rileva Bignardi, “prima che l’azione silenziosa, discreta ma corrosiva della persistenza, intesa quale processo che afferma e cristallizza, renda l’immagine icona. È un ulteriore omaggio ad un grande disegnatore qual è stato Andrea Pazienza, ad un artefice che ha sobillato e sobilla il nostro tempo, ad un artista che ha concesso alle sue immagini, alle sue figure, di muovere nell’infinito bianco del foglio, di sfuggire al tempo”. "Quello che mi interessa – con questa frase di Pazienza, Bignardi chiude il catalogo – è comunicare, comunicare in un certo modo. Io sono alla ricerca continua di motivi validi per comunicare qualcosa, per continuare a raccontare favole". La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dalle Edizioni Grenzi di Foggia che, oltre al saggio introduttivo di Bignardi, presenta testi critici di Irene Biolchini, Marcella Ferro e Claudia Gennari, nonché un ampio apparato di illustrazioni delle opere in mostra e profili biografici degli artisti. .  
   
   
COMUNE DI MATERA SOSTIENE MOSTRA AD AVIANO DI ARTISTI LUCANI  
 
Matera, 4 giugno 2009 - Comunale di Matera collaborerà alla mostra d’arte contemporanea, promossa dall’Associazione Culturale Arteria, che si terrà dal 13 al 16 giugno prossimi all’interno dello spazio espositivo della sala consiliare del comune di Aviano (Pn). La manifestazione, che nel mese di ottobre verrà replicata a Matera, prevede l’esposizione di una rassegna degli artisti lucani Miriello, Filardi e Lauria, la presentazione di un volume di liriche, nonché la lettura antologica con commento critico di alcune opere del poeta lucano Rocco Scotellaro, oltre alla degustazione di prodotti tipici lucani. Nel corso dello svolgimento della mostra, verranno proiettati video sulla città di Matera e sulla sua provincia. L’amministrazione Comunale, ritenendo che l’evento rappresenti un importante momento di promozione turistica della nostra città e quindi meritevole di attenzione, ha fornito un concreto impegno per la migliore riuscita di una iniziativa, che nei suoi contenuti ben si concilia con gli obiettivi di una città di arte e cultura come Matera. .  
   
   
GRANDE SUCCESSO AL MUSEO CIVICO DI SANTA CATERINA A TREVISO PER LA PREMIAZIONE FINALE DEL CONCORSO PITTORICO “ARTE IN SCATOLA” INSERITO NEL PROGETTO SOCIALE-ARTISTICO “CODICE A SBARRE”  
 
Treviso, 4 giugno 2009 - Si è talmente emozionata davanti alla numerosa platea la vincitrice Benedetta Ballarin studentessa dell’Istituto Magistrale “Roccati” di Rovigo, tanto da non riuscire a spiegare il grande messaggio della sua opera “infanticidio”. La giovane della classe 3a G, premiata dall’assessore alle politiche giovanili del comune di Rovigo Giovanni Cattozzi, ha sbaragliato la concorrenza di altri 80 finalisti degli oltre mille partecipanti iscritti alle 350 scuole superiori del Veneto. La giuria, formata da giornalisti dei 14 quotidiani più importanti d’Italia, ha poi scelto per il secondo posto Debora Zatta al 4° anno del Liceo Classico “Giorgione” di Castelfranco Veneto con la sua “Buconda”, terzo posto ancora per il “Roccati” con Elisa Fois, sempre di Rovigo, classe 5a con l’opera “Violenza nella ricerca della propria identità”. Per loro in premio il catalogo in vendita tra l’altro in tutte le biblioteche del Veneto e che sarà esportato in America durante il Columbus Day in autunno e un buono in denaro. Dal 4° posto al 10°, premiati alunni di Belluno (Laura Conigliello del “Renier”), di Verona (Enrico Amicabile classe 2a dello Stefani di Villafranca) e di Vicenza (Fabio Casagrande del Lampertico). Nelle prime dieci anche l’opera di un detenuto dell’Ipm di Treviso (4° posto) e di altri due studenti trevigiani di Vittorio Veneto (Serena Berna) e di Castelfranco (Mattia Perizzolo). Premi speciali per gli insegnanti sono andati anche ai professori Leopoldo Pincin del “Munari” di Vittorio Veneto, Carmen De Simone dello “Stefani” di Villafranca di Verona e a Nadia De Pasqual del “Catullo” di Belluno. Sempre a Belluno il “Premio Installazione” per l’opera pensata e realizzata da Simone Fregona e Lara De Martin del “Catullo”. Per le pizzerie invece che hanno collaborato con i buoni pizza nel luogo clou dei giovani sono stati premiati i titolari della pizzeria “Re Artù” di Rovigo e “Ai Amisi” di Castelfranco Veneto. A premiare i finalisti i relatori intervenuti venerdì al Museo Civico di Santa Caterina per il mini convegno e l’inaugurazione della mostra che sarà aperta per tutto il mese di giugno con entrata gratuita. Erano presenti Barbara Trentin Assessore della Provincia di Treviso, Mauro Michielon Assessore del Comune di Treviso e Presidente di Postecom Gruppo Poste Italiane partner che ha stampato i 250mila “passaporti per il carcere” parte integrante del progetto “Codice a Sbarre” in cui è inserito anche il concorso pittorico “Arte in Scatola”, Domenico Labozzetta Procuratore Capo a Belluno, Alessandra Giraldo dell’ Unicef di Treviso e Alberto Argentoni Presidente Avis del Veneto. A chiudere il convegno è intervenuta Loreta Baggio Segretario generale dell’Associazione Itaca, nonché Console onorario per la Repubblica di Serbia, che insieme all’associazione “Emergenze oggi” ha dato vita tre anni fa al progetto sociale-artistico “Codice a Sbarre”. Saluti ufficiali, letti davanti ai finalisti, sono arrivati dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali Maurizio Sacconi e dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni. Confermato invece Rossano Galtarossa come testimonial di questa 3° edizione che si è complimentato per le opere dei ragazzi e per l’attenzione che il progetto “Codice a Sbarre” ha dimostrato verso i giovani studenti e i detenuti. Link E Siti Di Riferimento: Progetto Codice a Sbarre: www. Emergenzeoggi. It Museo Santa Caterina: http://www. Museicivicitreviso. It/index. Php?it/6/informazioni-utili-biglietti-orari-di-apertura-come-arrivare Passaporto: http://www. Emergenzeoggi. It/contenuti_passaporto_2009. Php?evt=1&m=5 Nomi della giuria: http://www. Emergenzeoggi. It/news. Php?id=25&objnr=&start= .  
   
   
MATTEO APERIO E MARCELLO DISETTI, DUE FULMINI DI GUERRA INCANTANO IL CIGLIONE TRA 250 CENTAURI DELLA CONTESA REGIONALE. APPLAUSI ANCHE A TOGNINALLI, TAVELLI (MX1), FERRARI E BONACINA (MX2). ORA IL CIGLIONE SI PREPARA ALLA FESTA CROSS UISP DI DOMENICA 7 GIUGNO.  
 
Ciglione di Malpensa, 4 giugno 2009 - Festa della Repubblica okay. Ma pure divertimento a mille e festa del motocross regionale sulle erte del Ciglione di Malpensa, in occasione della quinta gara lombarda. In un clima da “Happy Hours” – non a caso è stato inaugurato da pochi giorni il nuovo Ristobar Ciglione, accogliente, moderno e di grande attrazione per chi intende degustare – sono state due le stelle di prima grandezza ad impressionare il parterre e i 250 rivali centauri. Si tratta del 25. Enne Matteo Aperio, trionfatore di classe Mx2 su Honda del motoclub Turbolento, e di Marcello Disetti, 27. Enne su Kawasaki del motoclub Green vincitore di misura di classe Mx1. Ma se Aperio ha letteralmente dominato la scena con due vittorie sonanti da 500 punti (il forte driver milanese è a punteggio pieno dopo cinque gare con la strabiliante quota di 2500 punti!), per Disetti in classe Mx1 è stato un crescendo: terzo in gara1 (vinta da Tavelli su Togninalli) ha saputo entusiasmare in gara2, abile nell’inseguire Togninalli per 7 giri e sorpassare il varesino alla penultima tornata solo in seguito ad una veniale distrazione di pochi decimi. Togninalli è stato chiaramente il più applaudito di giornata: sia per i 420 punti frutto di due secondi posti in Mx1 sia per le spettacolari acrobazie di cui è capace il 18. Enne di Daverio, alfiere del motoclub Cairatese. Nella classe più potente, terza posizione per Michele Tavelli (Mc Cross Line Rt, 372) bravo a precedere Danny Gambarotti (Kawa-montenetto), Ivan Molinaro (Kawa, Green, 315) e Stefano Terranno (Ktm, Parini, 300). Da segnalare che nella classifica generale Mx1 del campionato regionale Disetti incrementa la leadership, mentre Togninalli sale dal sesto al terzo posto assoluto, preceduto da Tavelli a 60 punti. In classe Mx2, il laureando Aperio, preparatore atletico di Settimo Milanese, è un fulmine di guerra, imprendibile dai rivali che davanti ad un’autentica dimostrazione di bravura e talento dlela Honda n. 777 non possono che ammirare ed inseguire. Così fanno Fabio Ferrari del Green (420 punti), Stefano Bonacina (Kawa-brivio, 360), Daniele Gilardi (Ktm-berbenno, 305), Cristian Manera (Yamaha-m2, 290) e Michele Ciceri (Suzuki-locate Varesino, 285). Ora al Ciglione di Malpensa il futuro immediato è legato alla domenica di sport e passione targata Uisp. Domenica 7 giugno 250 piloti si sfideranno nella varie classi con moto da cross moderne, con una pagina tanto attesa e divertente legata alle moto d’epoca. Ad organizzare l’evento è Malpensa Racing, motoclub sorto da poco e coordinato da Maurizio Bonis. Classifica Campionato Regionale Motocross (dopo la quinta prova): Classe Mx1: 1. Marcello Disetti (Kawasaki-motoclub Green 2080 punti); 2. Michele Tavelli (Honda-crossline Rt, 1604); 3. Andrea Togninalli (Honda-cairatese, 1544); 4. Ivan Molinaro (Kawasaki-green, 1505); 5. Fabio Maggiore (Honda-montenetto, 1452); 6. Roberto Fappani (Suzuki-verolese, 1440) ; 7. Stefano Andressi (Kawasaki-green 1403). Classe Mx2: Matteo Aperio (Honda-turbolento, 2500), 2. Fabio Ferrari (Kawasaki-green, 2100), 3. Stefano Bonacina (Kawasaki-brivio, 1569), 4. Cristian Manera (Yamaha-m2, 1486), 5. Daniele Gilardi (Ktm-berbenno, 1464), 6. Davide Faustini (Honda-montenetto, 1424), 7. Federico Gruarin (Honda-bernareggio, 1348). .