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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Novembre 2009
RICERCA MOSTRA COME UN´INTERAZIONE GENICA PUÒ CAUSARE LA LEUCEMIA AGGRESSIVA  
 
Bruxelles, 9 novembre 2009 - Un team di ricerca scientifica dell´Accademia Sahlgrenska dell´Università di Gothenburg, in Svezia, ha scoperto che l´interazione di due geni - entrambi cancerogeni presi singolarmente - può causare la leucemia aggressiva. I risultati inaspettati, pubblicati sulla rivista scientifica Blood, potrebbero condurre a nuovi trattamenti per le forme aggressive di leucemia. La leucemia è causata dalla proliferazione dei leucociti nell´organismo. Esistono varie forme della malattia - ad esempio la leucemia acuta e quella cronica - alcune delle quali sono più aggressive di altre, come ad esempio la leucemia mielogena acuta (Aml). Nella leucemia i leucociti colpiti a volte invadono altri organi del corpo - spesso i linfonodi, il fegato o la milza - portando ad una grave compromissione del sistema immunitario. In Svezia ogni anno la malattia viene diagnosticata in circa 900 persone. Il team ha fatto la propria scoperta mentre stava compiendo degli esperimenti su topi geneticamente modificati. Anche se i due geni sotto esame sono spesso presenti in forma mutata nella leucemia acuta, è comunque raro che le mutazioni avvengano contemporaneamente. Finora gli scienziati credevano che i geni mutati causassero la stessa reazione: un´aumentata attività della proteina cancerogena Ras, che causa una più rapida proliferazione degli ematociti. "Si tratta di una scoperta sorprendente, che indica che alla base dello sviluppo dei tumori c´è un meccanismo che ancora non è stato individuato. Essa apre la strada a nuovi metodi per la lotta agli ematociti cancerosi che presentano mutazioni Nf1", ha detto il professor Martin Bergö, che ha guidato la ricerca all´Accademia Sahlgrenska. Uno dei due geni riguarda i codici per la proteina Ras. L´altro gene, che riduce l´attività della proteina Ras, concerne i codici per la proteina Nf1 . Il team Sahlgrenska, che aveva lavorato in precedenza con due diversi tipi di topi - uno con la mutazione Ras e l´altro con la mutazione Nf1 -, ha osservato il lento sviluppo della leucemia in entrambi i tipi di topi. Ma quando questi sono stati combinati insieme, è stato osservato lo sviluppo di una forma di leucemia fortemente aggressiva nei topi che presentavano mutazioni in ambedue i geni. "Il corrispondente aumento nella segnalazione Ras non riesce a giustificare il forte aggravamento dell´aggressività della malattia e ciò significa che la proteina Nf1 potrebbe avere un ruolo diverso nello sviluppo della leucemia di quanto si credesse finora, e magari non coinvolge affatto la proteina Ras", ha detto il professor Bergö. "La scoperta offre la possibilità di sviluppare nuovi trattamenti per i pazienti che presentano mutazioni nella Nf1". In collaborazione con un altro team dell´Accademia Sahlgrenska, i ricercatori stanno ora analizzando il ruolo della proteina Nf1, per riuscire a sviluppare nuovi trattamenti per la leucemia aggressiva. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Gothenburg: http://www. Gu. Se/english/ Sahlgrenska Academy: http://www. Sahlgrenska. Gu. Se/english .  
   
   
SANITA´ LOMBARDIA, PREVENZIONE: PUBBLICATO RAPPORTO 2008 MENO MORTI SUL LAVORO (-37%) E PER TUMORI AL SENO (-12%)  
 
Milano, 9 novembre 2009 - Dal 2007 al 2008 c´è stata in Lombardia una riduzione del 37% degli infortuni mortali sul lavoro (da 104 a 65). Nello stesso periodo è diminuito anche il numero complessivo degli incidenti (-5%). Dal 2000 al 2008 si è registrato inoltre un decremento del tasso di mortalità per tumore alla mammella nelle donne dai 50 ai 69 anni (dal 68,5 al 53,3 su 100. 000 residenti) così come sono calati del 6% i ricoveri dovuti a incidenti domestici degli anziani. Sono questi alcuni dei principali dati contenuti nel "Rapporto sulle attività mediche di prevenzione in Lombardia", pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione e presentato oggi in conferenza stampa dall´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani e dal direttore generale vicario dell´assessorato, Luigi Macchi. Il Rapporto - un ampio documento di 168 pagine - ha l´obiettivo di rendere noti e trasparenti i risultati ottenuti in Lombardia, a seguito del percorso innovativo attivato dalla Regione sul tema prevenzione con la Legge 8 del 2007. Con questa legge si sono semplificate molte procedure burocratiche per i cittadini (abolendo ad esempio alcuni certificati) e le imprese (con l´introduzione delle Dichiarazioni Inizio Attività Produttive) e si sono rilanciati obiettivi, reali e misurabili, in tutti i campi della prevenzione (lavoro, sicurezza stradale, incidenti domestici, attività produttive, ecc). "Da un punto di vista metodologico - ha sottolineato Bresciani - si è passati da un approccio esclusivamente legato all´osservanza di norme e leggi, ad una impostazione che rafforza l´impegno su attività utili, di dimostrata efficacia, basati su evidenze scientifiche, nell´ottica di consentire un effettivo e misurabile ´guadagno di salute´ per tutti i cittadini. Con il nostro sistema siamo in grado di valutare con precisione i risultati delle azioni che mettiamo in campo". Il bilancio tracciato nel Rapporto (attività svolte e risultati conseguiti) è positivo e conferma il valore del percorso di rinnovamento intrapreso dalle strutture organizzative centrali e territoriali del sistema sanitario lombardo che si occupano di prevenzione. Gli ambiti di intervento riguardano queste aree: sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro; tutela della salute dai fattori di rischio ambientali; igiene dei prodotti alimentari e della sicurezza alimentare; prevenzione delle malattie oncologiche e cronico-degenerative; prevenzione delle malattie infettive; promozione della salute. Sono oltre 5. 000 gli operatori dei Servizi di prevenzione in Lombardia. "La Regione - ha detto ancora l´assessore - ha investito molte risorse in questo campo negli ultimi anni, garantendo inoltre indirizzi tecnico-scientifici, formazione, supporto statistico, predisposizione di sistemi informativi". Tra gli altri provvedimenti, vanno ricordati almeno, oltre alla legge 8 del 2007, la revisione sulla sorveglianza delle malattie infettive (2004), il Piano regionale vaccini (2005), le nuove linee di indirizzo sulle attività di controllo di Asl e Arpa (2007), la nuova organizzazione dei programmi di screening oncologici (2007), la revisione dei Piani di promozione della salute per le Asl (2007), il Piano regionale 2008-2010 per la promozione della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro (2008). Questi i più importanti risultati ottenuti con il contributo delle azioni di prevenzione promosse da Regione Lombardia. 1) Nel campo della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, si è ottenuta nel 2008 una riduzione degli infortuni sul lavoro pari al 5% in confronto con l´anno 2007, e in particolare nell´industria la riduzione è stata dell´11% e nelle costruzioni del 19%; gli infortuni mortali si sono ridotti del 37% circa rispetto al 2007. Oltre 50. 000 i controlli effettuati dalle Asl. 2) Nelle prevenzione delle patologie cardiocerebrovascolari si è ottenuta la riduzione dei ricoveri e della mortalità per entrambi i sessi (ultimi 20 anni) e per il tumore del polmone la riduzione della mortalità nei maschi; per quanto riguarda l´obesità, rispetto alla media nazionale è minore la percentuale di popolazione di età >18 anni (9,03% in Lombardia, 9,9% in Italia). 3) Gli screening oncologici nel periodo 2000-2008 hanno concorso a ridurre il tasso di mortalità per tumore della mammella, nella popolazione femminile in fascia d´età 50-69 anni, dal 68,5 al 53,3/100. 000 donne residenti e hanno consentito di diagnosticare e trattare 1. 348 cancri del colon retto, oltre a 5. 881 adenomi ad alto rischio di trasformazione neoplastica; inoltre oltre 1/3 delle colonscopie effettuate, a seguito di un test positivo del sangue occulto nelle feci, individua precocemente lesioni neoplastiche. 4) Nel campo delle malattie infettive, per poliomielite, difterite, epatite virale di tipo B, pertosse, tetano, malattie infettive da Hib, la copertura vaccinale negli ultimi 20 anni è del 97-98%; per il morbillo la copertura vaccinale dei nati dal 2005 ha superato la soglia del 95%. 5) Riguardo agli incidenti stradali, nel periodo 2000-2007 in Lombardia si è registrato un decremento del 13,6% nel numero di incidenti, del 28% nel numero dei morti e del 17% di feriti. 6) Per quanto concerne gli infortuni domestici, nel periodo 2005-2008 si è verificata nei bambini (0-3 anni) una diminuzione del 21% dei ricoveri dovuti ad avvelenamento, mentre negli anziani (65 anni e oltre) si è registrata una diminuzione del 5% dei ricoveri dovuti a fratture e una riduzione del 6% dei ricoveri totali dovuti ad infortuni domestici negli anziani di età >74 anni. 7) A seguito della rilevazione dei quantitativi di amianto presenti in Lombardia e della attuazione di misure di controllo delle attività di bonifica, il monitoraggio ambientale ha evidenziato, in tutta la regione, concentrazioni di fibre di amianto aerodisperse notevolmente inferiori ai limiti cautelativi stabiliti dall´Oms per la popolazione generale. 8) Le attività di vigilanza e controllo nel settore degli alimenti hanno esercitato un effetto positivo nel contrastare le tossinfezioni da salmonella ed altri agenti microbici trasmessi da alimenti, con un arresto dell´incremento registrato in tutta Europa negli anni ´90 e poi una riduzione nell´ultimo quinquennio. . .  
   
   
SALUTE MENTALE: PRESENTATO A VERONA IL FILM “LADRI D’IDENTITA’”  
 
Verona 6 novembre 2009 - Una vera e propria opera cinematografica per raccontare la realtà e l’umanità della malattia mentale ed avvicinare la gente ad un mondo che non deve essere dimenticato, o peggio ghettizzato, ma capito e aiutato. E’ questa l’essenza del film “Ladri d’identità” che sarà prodotto e girato in Veneto, con l’appoggio della Regione, e che è stato presentato il 6 novembre in Comune a Verona alla presenza, tra gli altri, degli assessori regionali Sandro Sandri (sanità) e Stefano Valdegamberi (sociale) e del Sindaco Flavio Tosi. L’opera, la cui produzione è tutta veronese e le cui riprese inizieranno in primavera, vuole contrastare lo svilupparsi dei pregiudizi nei confronti delle persone con problemi di salute mentale: l’immagine delle “sbarre invisibili” va superata dalla cultura della solidarietà e del reinserimento sociale nei contesti territoriali di queste persone. “Questo film – ha detto Sandri – arriva in un momento particolarmente favorevole, alla vigilia del varo definitivo del Progetto Obiettivo Salute Mentale fortemente voluto dalla Regione per coinvolgere tutti gli attori del settore in un’azione coordinata che integri ospedale e territorio e metta in rete tutte le competenze, le professionalità e i meccanismi di solidarietà sociale”. Per Valdegamberi, “è significativo che la Regione abbia voluto mettere assieme da subito in questa iniziativa sia l’assessorato alla sanità che quello al sociale in un settore dove l’integrazione sociosanitaria è fondamentale. Il cinema – ha aggiunto – sarà uno strumento prezioso per raggiungere tanta gente comune con messaggi che spesso abbiamo difficoltà a veicolare”. Il recentissimo Rapporto 2009 sulla tutela della salute mentale nel Veneto indica che nella regione sono assistiti 67. 170 utenti psichiatrici, con un’età media di 51,9 anni, con oltre 20. 000 ricoveri ospedalieri e 1. 346. 334 prestazioni erogate dai servizi territoriali. .  
   
   
GENOVA: APRE AL GASLINI LO SPORTELLO REGIONALE SULLE MALATTIE RARE  
 
Genova, 9 Novembre 2009 - Uno sportello dedicato alle malattie rare in grado di dare risposte alle famiglie colpite, ottenere una diagnosi corretta, una terapia appropriata e un servizio adeguato di continuità assistenziale. Apre lunedì 9 novembre presso l´istituto Giannina Gaslini di Genova per impulso dell´assessorato regionale alla salute, dell´agenzia regionale sanitaria e per volontà dei pazienti e delle associazioni e sarà gestito dall´Istituto Gaslini. E´ stato presentato questa mattina dall´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, dal direttore dell´agenzia regionale sanitaria, Franco Bonanni, dal direttore generale del Gaslini, Antonio Infante e dal direttore sanitario, Silvio Del Buono oltre ai rappresentanti delle associazioni dei familiari. Lo sportello si rivolge ai pazienti, alle famiglie e alle associazioni per accogliere i loro bisogni, fornire risposte adeguate e proporre percorsi terapeutici e parallelamente anche ai clinici per fornire loro il collegamento funzionale e scientifico con le strutture della rete delle malattie rare. La segreteria dello sportello può essere contattata telefonando allo 010. 5636937 inviando un fax al numero 010. 8612071 o scrivendo una mail a malattierare@regione. Liguria. It. L´orario di apertura al pubblico sarà dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 presso gli uffici della direzione sanitaria. Lo sportello si avvarrà di diverse professionalità tra loro completari: il medico, lo psicologico, l´assistente sociale, l´infermiere, i volontari delle associazioni per facilitare l´utilizzo dei servizi presenti sul territorio. "Le persone che soffrono di malattie rare - ha spiegato l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - raccontano spesso delle difficoltà che affrontano ad essere ascoltate, informate e indirizzate verso strutture mediche competenti, ottenere una corretta diagnosi e una terapia appropriata, oltre a un servizio adeguato di continuità assistenziale, con il risultato di un enorme spreco di tempo di energie e di denaro". "Come Regione pertanto - ha continuato Montaldo - vogliamo aiutare la persona colpita e la sua famiglia ad uscire dall´isolamento sociale consentendole un migliore utilizzo delle strutture sanitarie e di quanto messo a disposizione dagli enti pubblici e dal volontariato sociale". Sono definite malattie rare quelle che hanno una prevalenza inferiore a 5 persone ogni 10. 000 abitanti. La bassa prevalenza però non significa che le persone affette da malattia rara siano poche. Si tratta infatti di un fenomeno che colpisce milioni di persone in Italia e addirittura decine di milioni in tutta Europa. Il numero di malattie rare conosciute e diagnostica oscilla tra le 7. 000 e le 8. 000. "Proprio la difficoltà diagnostica e assistenziale - ha concluso Montaldo - la gravità che contraddistingue molte di esse e la richiesta di un´assistenza specialistica e continuativa ha determinato una particolare attenzione nella programmazione sanitaria regionale". Nel 2008 la Regione Liguria ha formalizzato l´adesione al Registro delle malattie rare della Regione veneto per attivare una collaborazione interregionale; nello stesso anno si sono rivisti i presidi e i centri di riferimento della rete regionale per la prevenzione, sorveglianza, diagnosi e terapia delle malattie rare e si è costituito, all´interno dell´agenzia sanitaria regionale, il gruppo di consultazione per le malattie rare formato dalle associazioni, dai familiari e dai pazienti affetti da malattia rara. In Liguria i pazienti affetti da malattie rare ammontano a 9. 178 di cui 5. 539 nella Asl 3 Genovese, 1. 285 nella Asl 2 Savonese, 737 nella Asl 4 Chiavarese, 724 nella Asl 1 Imperiese e 893 nella Asl 5 Spezzina. Per quanto riguarda la divisione per fasce di età sul totale dei pazienti 6. 792 sono i soggetti con un età compresa tra i 15 e i 64 anni, 1150 i soggetti affetti da malattie rare tra 0 e 15 anni e 1. 236 quelli compresi tra 65 e 85 anni. Ben 3. 554 sono i pazienti che associano alla malattia rara anche altre patologie. .  
   
   
GIUNTA FVG APPROVA PROGETTO PIANO SOCIOSANITARIO  
 
 Udine, 9 novembre 2009 - Riorganizzazione dell´offerta della rete ospedaliera, istituzione di un´unica centrale operativa dell´emergenza, presa in carico integrata delle persone con malattie croniche e disabilità, ricerca di una maggiore efficienza complessiva del sistema sanitario e sociale attraverso l´adozione di criteri di gestione che consentano di eliminare inutili sovrapposizioni e favoriscano sinergie operative tra le aziende. Sono queste le quattro direttrici strategiche del progetto di Piano sanitario e sociosanitario regionale per il triennio 2010-2012, che la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il 5 novembre , su proposta dell´assessore alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic. Quattro tematiche dominanti il cui filo conduttore consiste nel voler "garantire maggiore qualità e integrazione tra sanità e sociale a fronte di un migliore impiego delle risorse e non di una politica dei tagli", in virtù del "governo del buon senso, del rispetto dei valori che costituiscono il tessuto sociale, di un approccio verso l´utenza che mette sempre al centro la persona e mai è disumanizzato". E´, secondo l´assessore, "l´invenzione di un modo diverso di progettare e realizzare sistemi e servizi, in risposta alle reali esigenze dei cittadini". Un percorso di autentica innovazione, che è partito da un´analisi dello stato dell´arte della precedente pianificazione ed ha saputo far tesoro di tutti i più interessanti suggerimenti raccolti grazie alla consultazione avviata a febbraio con il Libro Verde, non senza dimenticare di mettere in luce alcune criticità che non mancano, pur in un complessivo contesto di una sanità di buon livello. Il documento, approvato oggi in via preliminare, aggiorna dunque su questi quattro aspetti il precedente Piano sanitario regionale, e continua a tenere conto degli altri strumenti di pianificazione (i Piani regionali per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, delle malattie oncologiche, della riabilitazione, della prevenzione; il progetto obiettivo materno infantile e dell´età evolutiva, le linee guida per la predisposizione di Pat e Pdz; le recenti disposizioni in materia di contenimento dei tempi di attesa), già prevedendo di effettuare, nel corso del prossimo anno, una verifica ed un´omogeneizzazione di tutta la normativa pianificatoria attualmente vigente. Ora, dopo il primo esame da parte della Giunta, il Progetto di Piano sanitario e sociosanitario 2010-2012 dovrà acquisire i pareri della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e sociosanitaria, della competente Commissione del Consiglio regionale, nonché del ministero della Salute che deve verificarne la coerenza con gli indirizzi del Piano sanitario nazionale. La logica che, nella Proposta di piano sanitario e sociosanitario regionale 2010-2012, sottende alla revisione dell´offerta delle strutture ospedaliere è quella di un´organizzazione a "rete". Il che significa che ogni ospedale od Azienda deve essere non solo punto di riferimento di un territorio ma parte di un sistema, nel cui ambito a tutti i cittadini vengono garantite pari opportunità di cura, e dunque anche le funzioni più complesse, indipendentemente dalla zona di residenza. Un obiettivo raggiungibile grazie al modello "hub and spoke", ovvero all´esistenza di centri principali (gli ospedali di Udine, Pordenone e Trieste, il Gervasutta per la riabilitazione, gli Ircss Burlo Garofolo di Trieste e Cro di Aviano) cui vengono inviati dai centri periferici quei malati che presentano patologie più complesse o specifiche. Parallelamente per ciascuna Azienda il Piano indica le funzioni che devono essere obbligatoriamente erogate, che nel tempo dovranno mantenere una serie di importanti requisiti, quali idonei volumi di attività per garantire qualità e sicurezza. Dopo di che ogni singola Azienda potrà, nell´ambito della propria programmazione, mantenere ulteriori funzioni o strutture attualmente attive ma non indicate nel Piano, purché vengano rispettate una serie di condizioni quali l´effettiva presenza di una domanda, il necessario pareggio di bilancio, il mantenimento di adeguati standard qualitativi, gli obblighi in tema di tempi d´attesa o assistenza domiciliare. In altre parole non saranno soppresse sedi ospedaliere (che dunque rimangono quelle previste dalla legge regionale 13 del 1995) ma ci dovrà essere una riorganizzazione interna, con meno unità operative e con la messa in comune di risorse, spazi, tecnologie e personale, protocolli e percorsi diagnostici. Il Piano non manca di poi invitare ad implementare le progettualità per la gestione della diagnostica di laboratorio, indicando comunque una riduzione delle sedi in cui vengono effettuati gli esami, e prevede che la richiesta di acquisizione di nuove tecnologie e l´utilizzo di terapie ad alto costo devono essere precedute da rigorosi studi redatti secondo i criteri dell´Health Technology Assessment, per valutarne efficacia, sicurezza, costi, impatto sociale e organizzativo. Viene infine istituita una "Rete oncologica regionale" per garantire un equo e sostenibile trattamento delle patologie oncologiche, mentre saranno definite Linee guida regionali per il trattamento di queste patologie e verranno individuati percorsi di cura omogenei, senza squilibri territoriali. Il tutto è guidato da una crescente attenzione al miglioramento della qualità e dell´appropriatezza delle prestazioni erogate e all´ottimizzazione dell´utilizzo delle risorse, che si tradurrà anche nell´aumento dei ricoveri in regime diurno (day hospital e day surgery). In tema di rete dell´emergenza, la principale novità contenuta nella proposta di Piano sanitario e sociosanitario regionale 2010-2012 consiste nella previsione di istituire un´unica centrale operativa regionale, con sede a Palmanova, affiancata a quella della Protezione civile. Partendo da questa indicazione vincolante, entro il 2010 dovrà essere aggiornato il sistema regionale dell´emergenza, che dal 1992 si basa sul numero unico 118 per ogni esigenza di tipo sanitario. L´obiettivo consiste di fatto nel renderlo più efficiente e più omogeneo, superando alcune criticità, legate prima di tutto ad una strutturazione delle centrali operative (attualmente sono quattro, una per ogni provincia) di fatto superata dall´evoluzione tecnologica. A ciò si aggiunge la necessità di sviluppare procedure comuni, migliorare le dotazioni logistiche ed accrescere l´integrazione tra le attività del 118 e il modello "hub and spoke". Sul piano più strettamente operativo, andranno fornite indicazioni per la revisione del soccorso territoriale, del sistema dell´emergenza ospedaliera e dei trasporti "secondari", per organizzare una rete che garantisca nei fatti equità nella risposta ai cittadini, elevata qualità, efficienza gestionale. Previsione di un Fondo unico regionale sociosanitario e definizione di un "catalogo" dell´offerta di servizi. Sono queste le principali proposte del Piano sanitario e sociosanitario regionale 2010-2012, volte a realizzare la presa in carico integrata di tutte le persone con malattie croniche e disabilità, gli anziani, i non autosufficienti, superando l´attuale settorializzazione e parcellizzazione degli interventi sanitari e sociali, che le consultazioni stimolate dal Libro Verde hanno evidenziato essere le principali criticità. E´, quello perseguito dal Piano, un autentico disegno di riforma del welfare sociosanitario, un primo deciso passo verso un approccio unitario e unificante delle politiche sanitarie e sociali, che parte da una rinnovata attenzione per disabili e malati cronici ma che andrà esteso a tutti e a tutti i cicli della vita, garantendo integrazione effettiva tra servizi e continuità dell´assistenza. Oltre a ricomporre in un unico Fondo le risorse pubbliche a disposizione, ma troppo frammentate, e a elencare con chiarezza, in un Catalogo, i diversi servizi che il Sistema sanitario e sociale saprà offrire, il Piano intende anche raccordare i percorsi di valutazione e presa in carico con quelli che accertano le condizioni di invalidità, anche ai fini dell´inserimento lavorativo. Non manca, poi, la volontà di superare, in collaborazione con gli Enti locali e i diversi portatori di interesse, l´attuale dicotomia tra Piani delle attività territoriali (Pat) e Piani di Zona (Pdz) per convergere sulla redazione di un unico "Piano locale" in favore delle persone con disabilità. Ed infine si vuol ridefinire il sistema informativo sociosanitario regionale, riconducendo informazioni oggi frammentate in un unico punto di raccolta e dando vita ad un fascicolo elettronico personale. "Soprattutto in tempi come questi, di risorse limitate, il margine di miglioramento è legato alla lotta agli sprechi, ad un incremento dell´attenzione alle priorità, alla necessità di fare investimenti guardando al futuro". Così scriveva l´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic, nella premessa al Libro Verde presentato lo scorso febbraio, aggiungendo che occorre tenere "in debita considerazione la sostenibilità complessiva delle scelte" e che "non è più accettabile usare le risorse disponibili (soldi, strutture, personale) senza considerare le conseguenze a lungo termine". Ecco dunque che garantire maggiore qualità a fronte di un migliore impiego delle risorse è il filo conduttore della Proposta di Piano sanitario e sociosanitario regionale 2010-2012, esaminata oggi dalla Giunta regionale. Non è con la politica dei tagli che va raggiunto l´equilibrio, ma attraverso nuove modalità organizzative in grado di accrescere l´efficienza del sistema nel suo complesso. Non per conseguire risparmi fine a se stessi, ma per recuperare risorse da reinvestire nel sistema, per migliorare la qualità dei servizi offerti e coprire bisogni ancora inevasi. Un dato può aiutare a far comprendere quanto la razionalizzazione della spesa sia possibile e dunque debba essere perseguibile. A fronte di un fatturato complessivo pari a 820 milioni di euro, nel 2008 la rete ospedaliera regionale ha rilevato costi per 1. 200 milioni di euro, al netto degli ammortamenti delle opere di realizzazione degli ospedali e degli acquisti di allestimenti e tecnologie. A fronte di pari remunerazione tariffaria, è stato calcolato che strutture private convenzionate sono invece in grado di coprire i costi, inclusi quelli di investimento, realizzando profitto. Pur considerando le innegabili differenze tra pubblico e privato per dimensioni organizzative, mix di produzione e presenza di attività non remunerata (per lo più l´emergenza), il divario fra costi e ricavi nel settore pubblico fa ritenere che vi sia spazio per possibili miglioramenti di efficienza. In quale modo? La strada indicata dal Piano consiste nell´attuare politiche di integrazione interaziendale. Che si devono tradurre nella condivisione di attività amministrative quali procedure contabili e fiscali, acquisti, gestione di concorsi, sistemi per il trattamento economico e della formazione del personale. E´ quel "terziario interno non caratteristico" sul quale i margini di miglioramento appaiono rilevanti, specie se si inizia a ragionare nella logica del "benchmarking" per misurare prodotti, servizi e prassi aziendali. . .  
   
   
SICUREZZA SUL LAVORO: CONVEGNO UNIVERSITA’ VERONA  
 
Verona, 9 novembre 2009 - “E’ l’unica esperienza a livello nazionale: la Regione del Veneto da due anni a questa parte ha previsto uno specifico intervento straordinario di tipo finanziario a favore delle famiglie con reddito medio-basso (Isee inferiore a 50 mila euro l’anno) colpite dall’infortunio sul lavoro di un proprio componente”. Lo ha detto il 6 novembre a Verona nell’aula magna Gavazzi della Facoltà di Medicina l’assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi aprendo i lavori del seminario del Centro ricerche e Studi Strans. Mit sul tema delle modifiche introdotte dal Decreto legislativo n. 106 del 2009 al Testo Unico sulla Sicurezza nel lavoro del 2008. “Il sociale, a differenza di quanto si può pensare, - ha affermato l’assessore regionale - centra molto con il tema della Sicurezza sul lavoro. Infatti, quando si presenta un infortunio che può portare ad invalidità permanenti o temporanee o anche la morte la prima a farne le spese è la famiglia ma anche le istituzioni che devono fornire un supporto sociale adeguato di prima risposta perché con l’incidente sul lavoro viene spesso a mancare il reddito basilare per la famiglia con la destabilizzazione conseguente di tutto il nucleo familiare. La prevenzione ha quindi un peso notevole perché, in mancanza di questa, è la rete dei servizi socio-sanitari a dover affrontare i problemi. La normativa italiana – ha spiegato Valdegamberi – negli ultimi anni ha consentito, pur tra farraginosità e formalismi, a far diminuire il numero degli infortuni che, secondo i dati Inail dal 2001 al 2008 è in costante calo. Alla base di tutto sta un problema di tipo culturale – ha concluso Valdegamberi – di fronte a cui dobbiamo porci tutti, istituzioni, imprese, lavoratori”. L’iniziativa dell’Università scaligera ha come destinatari i datori di lavoro, i rappresentanti dei lavoratori, i responsabili al servizio di prevenzione e protezione, gli enti di formazione. .  
   
   
SALUTE IN LIGURIA, PRESIDENTE BURLANDO: "GOVERNO APPROVA PERCORSO DI RISANAMENTO SANITÀ E RIDUZIONE TASSE"  
 
Genova, 9 Novembre 2009 - La Regione può procedere all´abbassamento delle aliquote fiscali relative all´anno d´imposta 2009 per i redditi dai 25 ai 30. 000 euro in quanto è stato certificato un avanzo pari a circa 32 milioni di euro nel bilancio sanitario e pertanto potrà anche ricevere dal Governo ulteriori fondi pari al 3% per il 2007 del fondo sanitario. Lo ha deciso il tavolo di monitoraggio dei Ministeri dell´Economia e della Salute che affianca la Regione Liguria per il deficit pregresso della sanità. La comunicazione è stata data il 6 novembre dal presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e dall´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo. "Il Governo - hanno spiegato Burlando e Montaldo - ha approvato il nostro piano di rientro del deficit sanitario e ci autorizza alla riduzione fiscale che come Giunta avevamo approvato a settembre e successivamente portato in consiglio regionale che prevede la diminuzione delle imposte per 82. 000 contribuenti liguri, grazie alla riduzione dei costi nel comparto sanità". "Abbiamo ricostruito - ha chiarito l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - una situazione di equilibrio del sistema sanitario. Il 2010 pertanto parte con le risorse dell´accordo Stato regioni che per la Liguria dovrebbero ammontare a circa 70 milioni di euro a cui vanno detratti i 35 milioni di euro del fondo per le regioni in difficoltà in quanto la Liguria non ne fa più parte". Come specificato nel documento inviato alla Regione Liguria il via alla diminuzione delle tasse dato dal Governo è stato reso possibile grazie anche alla rimozione di tutte le cause di "inadempienza regionale". "Tre - ha spiegato Montaldo - erano i punti ancora in sospeso che il Governo ci ha chiesto di attuare: alcune modifiche della legge sulla stabilizzazione dei precari, l´applicazione del decreto legislativo sulla compartecipazione del 30% da parte dei disabili alle rette nelle residenze e l´aggiornamento del piano per la farmaceutica approvato dall´Agenzia italiana del farmaco". Per quanto riguarda la compartecipazione alle rette delle residenze da parte dei disabili l´assessore alla Salute ha annunciato la "costituzione di un fondo di solidarietà per aiutare le famiglie che non possono permettersi alcun pagamento anche minimo della retta che entrerà in vigore dal 1 dicembre". .  
   
   
SANITA´: VILLA PINI; CHIODI, DEBITO REGIONE ABRUZZO A CIRCA 6 MLN  
 
Pescara, 9 novembre 2009 - Poco meno di 6 milioni di euro è la somma che la Regione Abruzzo deve al Gruppo Angelini per le prestazioni sanitarie in convenzione. È il dato ufficiale e definitivo al 30 giugno 2009 sul fatturato presentato dal Gruppo che il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e l´assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni, hanno presentato a sindacati e lavoratori impegnati nella difficile vertenza per il pagamento delle spettanze finora maturate. Il presidente Chiodi e l´assessore Venturoni, insieme con il commissario straordinario Gino Redigolo, hanno spiegato a sindacati e lavoratori come si è arrivati a quella somma, che risulta essere notevolmente divergente dalle richieste avanzate dal Gruppo Angelini. Si parte, hanno spiegato, dalla somma di 21 milioni 640 mila euro dalla quale bisogna decurtare una serie di voci ben precise. La prima, riguarda gli emoderivati e la Deutsche bank per un totale di un milione 884 mila euro, dove per emoderivati s´intendono le forniture di sangue che sono state fornite al Gruppo Angelini e che quest´ultimo deve pagare e per Deutsche Bank alcune rimanenze di cartolarizzazioni finora effettuate. Dai rimanenti 19 milioni 756 mila euro vanno poi decurtati oltre 5 milioni per i pignoramenti, di cui 3 milioni effettuati dai dipendenti sui crediti del Gruppo e si scende a 14 milioni 524 mila euro. A seguire, poi, c´è la cessione dei crediti che ammonta a 5 milioni 760 mila euro, facendo scendere il debito a 8 milioni 764 mila euro; infine c´è la decurtazione della psicoriabilitazione legata ai verbali dei Nas che si aggira sui 3 milioni di euro. Il saldo complessivo, dunque, alla data del 4 novembre con fatturazione giugno 2009 ammonta a 5 milioni 782 mila euro. "Queste sono cifre ufficiali e certificate ? hanno detto Chiodi e Venturoni ? e mi sembra che allo stato la Regione Abruzzo in questa vicenda sia l´unica ad aver detto qualcosa di ufficiale. Inoltre, possiamo dire che le Asl hanno dichiarato di procedere subito al pagamento di circa 3 milioni di euro". I sindacati, di fronte alle cifre ufficiali presentate dalla Regione, hanno annunciato che da domani i dipendenti del Gruppo Angelini saranno in sciopero ed hanno chiesto all´assessore Venturoni di farsi parte attiva presso il Prefetto dell´Aquila per la soluzione della vertenza. L´assessore ha immediatamente allertato il prefetto dell´Aquila che ha convocato per il 5 novembre alle ore 16. 30 le parti. .  
   
   
RISCHIO TUMORI IN CALABRIA, L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE GRECO PRESIEDE A ROMA TASK FORCE DI ONCOLOGI  
 
Reggio Calabria, 9 novembre 2009 - Si è riunita il 5 novembre , nella sede della delegazione romana della Regione Calabria, la commissione di oncologi voluta dal presidente Loiero e presieduta dall’assessore regionale all´Ambiente, Silvio Greco. Erano presenti il professor Francesco Cognetti, medico oncologo e docente all´Università la Sapienza, il professor Andrea Bacigalupo, specialista ematologo dell´ospedale San Martino di Genova, il professor Morando Soffritti della Fondazione Ramazzini di Bologna, il professor Pierosandro Tagliaferri del policlinico universitario Mater Domini di Catanzaro. “L’obiettivo della task force - ha affermato l’assessore Greco - è quello di creare e innescare dei processi che vedano la formulazione di protocolli conoscitivi sia rispetto al livello di problemi dovuti ad aumento o meno di neoplasie in alcune aree della Calabria, sia per predisporre dei piani di azione finalizzati alla riduzione del rischio”. “La riunione di oggi, che ha dato già risultati importanti soprattutto in termini di competenze specifiche e di strategie per affrontare le situazioni - ha aggiunto Greco - si è concentrata essenzialmente su Crotone, ma ha rappresentato anche l’occasione giusta per fare una panoramica generale sulla situazione ambientale calabrese. In particolare nella provincia di Crotone raccoglieremo una serie di dati per elaborare, entro un mese, degli specifici protocolli. La commissione lavorerà fino a quando non saranno concluse tutte le applicazioni delle linee guida”. “Voglio ricordare - ha concluso Silvio Greco - che si tratta di una commissione della quale fanno parte, a titolo gratuito, alcuni tra i migliori studiosi di oncologia del nostro Paese”. . .  
   
   
INFLUENZA: AI PRIMI DI DICEMBRE IN VENETO VALUTAZIONE SU ANTICIPO “SELETTIVO” VACANZE SCOLASTICHE.  
 
Venezia, 9 novembre 2009 - Nelle prossime settimane il Veneto terrà sotto stretta osservazione l’andamento dell’epidemia influenzale nelle scuole per poi valutare, ai primi di dicembre, l’opportunità o meno di un’eventuale anticipazione “selettiva” delle vacanze natalizie in alcuni istituti, in accordo con le autorità scolastiche. La prospettiva è stata delineata oggi dagli Assessori alla Sanità Sandro Sandri e all’Istruzione Elena Donazzan al termine di un’approfondimento comune sulla questione. “La decisione – sottolineano Sandri e Donazzan – verrà presa considerando da un lato l’andamento epiodemiologico dell’influenza e dall’altro gli effetti di un’anticipazione delle vacanze sul calendario scolastico e sulla vita quotidiana delle famiglie”. L’ipotesi è quella che, ad essere interessate dall’eventuale chiusura, possano essere quelle scuole dove il virus non avesse ancora fatto sentire con ampiezza i suoi effetti. Sulla base del calendario vaccinale, proprio in quel periodo scatterebbe infatti la vaccinazione dei ragazzi e sarebbe quindi possibile immunizzare tutti quelli non ancora colpiti dal virus prima del rientro a scuola a gennaio. L’attuale andamento epidemiologico indica proprio nella popolazione scolastica la fascia più colpita, con un’incidenza del 21,53 per mille nell’età compresa tra 5 e 14 anni, contro una media regionale complessiva del 4,95 per mille. .  
   
   
INFLUENZA, VACCINATO 40% MEDICI DI FAMIGLIA DELLA LOMBARDIA  
 
Milano, 9 novembre 2009 - Circa il 40% degli 8. 000 medici di famiglia lombardi si sono già vaccinati contro il virus influenzale A/h1n1. Lo ha reso noto il 5 novembre l´assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Luciano Bresciani, sottolineando come l´adesione alla campagna vaccinale sia in continua crescita. "Ho sempre avuto fiducia nelle positiva risposta dei medici lombardi al nostro invito a vaccinarsi - ha detto Bresciani - e gli ultimi dati infatti sono confortanti. E´ partita anche la vaccinazione per il personale ospedaliero e auspico che anche in questo caso l´adesione sia numerosa". Nella settimana dal 26 ottobre al 1 novembre i casi di sindromi simil-influenzali in Lombardia (non solo da virus A/h1n1) sono cresciuti dal 5,85 per mille assistiti al 13,48 (in Italia dal 3,88 all´8,96). In particolare nella popolazione da 0 a 4 anni si è passati da 11 per mille assistiti al 22,94; nella fascia dai 5 ai 14 anni dal 18,67 al 42,25; nella fascia 15-64 anni da 3,38 a 7,79 e per gli ultrasessantacinquenni da 0,40 a 0,92. "Si tratta di un andamento - ha chiarito Bresciani - secondo le attese. Si sta gradualmente raggiungendo il picco e poi comincerà la progressiva discesa del numero dei casi". Nonostante un aumento dei casi, c´è stata una riduzione dei ricoveri per malattie respiratorie, "il che significa - ha sottolineato l´assessore - che ci si può curare tranquillamente a casa quando non ci sono complicanze". Nel corso della conferenza stampa è stato anche chiarito che ad oggi in Lombardia non si è verificato alcun decesso che abbia avuto come causa prevalente il virus A/h1n1. I casi che sono stati registrati erano tutti di pazienti con una salute già compromessa da altre gravi patologie. .  
   
   
PUGLIA: SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO. AL VIA GLI ORGANISMI PROVINCIALI  
 
Bari, 9 novembre 2009 - Si sono costituiti il 6 novembre , nelle sei Asl della Regione Puglia, gli Organismi provinciali in materia di Igiene e Sicurezza sui luoghi di lavoro. Formati da Direttore dello Spesal, Direttore provinciale del Lavoro, dell’Inail, dell’Inps, dell’Arpa e dal comandante regionale dei Vigili del Fuoco, gli Organismi provinciali sono un importante strumento di coordinamento degli enti pubblici che a vario titolo sono impegnati nelle attività di controllo e vigilanza sui luoghi di lavoro. Gli Organismi provinciali sono previsti dal Testo unico in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sono una diretta emanazione del Comitato regionale di Coordinamento - attivo fin dal dicembre 2008 - che ha già definito per il triennio 2008-2010 le priorità di intervento per la vigilanza su tutto territorio regionale. In particolare sono stati individuati l’edilizia e l’agricoltura come settori strategici sui quali intervenire con maggiore forza, mentre è stata demandata alle sedi provinciali di controllo la definizione degli altri ambiti di verifica. Gli Organismi provinciali nascono, allora, proprio con l’obiettivo di scendere nel dettaglio delle verifiche da effettuare in un’ottica di intervento multidisciplinare e interistituzionale. Tutti gli interventi devono quindi essere supportati da una attenta analisi del territorio e delle esigenze specifiche. Sullo sfondo del generale obiettivo di salute, ovvero della riduzione degli infortuni sul lavoro, gli Organismi provinciali lavoreranno per il miglioramento della qualità della vigilanza, la massima trasparenza sul lavoro effettuato e la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse a disposizione. Tutti gli Organismi provinciali che si sono costituti oggi hanno ricevuto delle linee guida redatte dal Comitato di Coordinamento regionale e hanno definito le modalità operative di collaborazione e di scambio di flussi informativi. .  
   
   
SALUTE/PROTEZIONE SOCIALE: FVG CON SINDACATI SU BILANCIO 2010  
 
Trieste, 9 novembre 2009 - I servizi sanitari e sociali in Friuli Venezia Giulia potranno complessivamente disporre, nel 2010, di 50 milioni di euro in più rispetto all´anno in corso, pari ad un incremento del 2%. In questo contesto la spesa sanitaria potrà crescere di circa l´1,7%, mentre la protezione sociale beneficerà di un incremento del 5,39%. Queste cifre sono state illustrate, il 5 novembre in un incontro a Trieste, dall´assessore alla salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, che ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali confederali a poche ore dalla discussione, in Giunta regionale, della manovra di bilancio, 2010. Kosic ha quindi confermato che, in una situazione economica particolarmente difficile, che ha imposto scelte di grande responsabilità in una visione di sistema, i capitoli della sanità e del welfare, a differenza di molti altri, sono stati messi in sicurezza per garantire in qualità e quantità il livello erogativo attuale. Alla sottolineatura, da parte sindacale, che sarebbe invece necessario mantenere l´incremento di spesa del 4,5%, in corrispondenza del trend di crescita della spesa che caratterizza questi comparti, l´assessore ha spiegato che già un anno fa, ancora prima del manifestarsi della crisi economica, una ipotesi del genere sarebbe stata comunque insostenibile. "Ora più che mai è indispensabile fare un utilizzo razionale delle risorse; è un impegno morale nei confronti della nostra comunità regionale", ha precisato l´assessore, spiegando che, il Piano socio sanitario 2010-2012 (che sempre oggi è all´esame della Giunta regionale), in coerenza con le scelte di bilancio, con le linee di indirizzo approvate un anno fa e con le indicazioni acquisite attraverso la consultazione avviata con il Libro Verde, punta proprio ad un migliore impiego delle risorse e ad un´ottimizzazione dell´impiego del personale, delle strutture e delle attrezzature. Quello che si vuole conseguire è un recupero complessivo di efficienza, per risparmiare risorse che saranno reinvestite nel sistema. .  
   
   
INFLUENZA A: LA SITUAZIONE IN UMBRIA  
 
Perugia, 9 novembre 2009 – I pazienti che risultano ricoverati negli ospedali umbri per l’influenza A, alla mezzanotte del 6 novembre, sono complessivamente 19 adulti e 2 bambini. In 17 casi è stata confermata dagli esami di laboratorio la positività al test A/h1n1, mentre nei restanti 4 casi si è in attesa dei risultati del test. A comunicarlo è la Direzione regionale alla Sanità e Servizi sociali della Regione Umbria. Le condizioni di 5 pazienti adulti sono gravi ed hanno richiesto il ricovero in reparti di Rianimazione; si tratta di pazienti con stato di salute già compromesso da altre patologie. Prosegue, intanto, la campagna di vaccinazione contro l’influenza pandemica per gli operatori sanitari e le altre categorie indicate come prioritarie dal Ministero della Salute, tra cui le persone considerate a rischio perché affette da malattie croniche. L’arrivo di ulteriori dosi 16. 380 consegnate dal Ministero mercoledì scorso consente l’avvio della somministrazione del vaccino anche ai lavoratori dei servizi essenziali per la collettività. .  
   
   
FVG: CURA E INCLUSIONE SOCIALE DELLA SALUTE MENTALE  
 
Trieste, 9 novembre 2009 - "I percorsi di cura e di inclusione sociale della salute mentale nella regione Friuli Venezia Giulia": su questo tema si svilupperanno tra novembre e febbraio 2010 alcuni eventi formativi, rivolti ai professionisti ma aperti anche alla partecipazione delle associazioni dei familiari dei pazienti psichiatrici. L´iniziativa, promossa dalla Regione con il supporto organizzativo del Centro regionale di formazione per l´area delle cure primarie (Ceformed), trae infatti origine proprio da una richiesta formulata dalle associazioni e vuol rappresentare un´iniziale risposta strategica ad una necessità di sistema. Pur in presenza di una tradizione particolarmente ricca nel campo della psichiatria, nella nostra regione infatti non è mai stato adottato un piano regionale di settore, è ancora accentuata la separazione tra medicina generale e psichiatria, a discapito della continuità delle cure, ed è ancora disomogenea l´adesione ai principi di Evidence Based Medicine (che cercano di conciliare le migliori evidenze scientifiche, generate nel contesto sperimentale della ricerca clinica, con l´esperienza soggettiva del medico da un lato e della singola persona dall´altro, non sempre riconducibili agli schematismi delle linee guida). Da qui questo progetto, articolato in tre diverse fasi, durante le quali esperti regionali, nazionali ed internazionali interverranno su tematiche di natura epistemologica ed epidemiologica, fino a toccare il dettaglio delle esigenze sanitarie e degli aspetti regolatori delle prescrizioni dei farmaci nell´ambito della salute mentale. Il primo appuntamento, aperto alle associazioni, è in programma a Udine (Auditorium della Regione) lunedì 9 novembre, con inizio alle 9. 15. Nell´occasione è previsto l´intervento anche dell´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic. Sono esclusivamente riservate ai professionisti, invece, le sessioni in programma martedì 10, mercoledì 11, lunedì 16 e martedì 17 settembre. Sarà poi nuovamente aperta alla partecipazione delle associazioni dei familiari la giornata conclusiva, in programma a febbraio 2010. Tutto questo sarà preliminare all´annuale congresso regionale delle cure primarie, previsto a settembre, e ad ulteriori appuntamenti formativi, con l´obiettivo di accrescere l´integrazione professionale tra tutti i diversi attori coinvolti su un tema di fondamentale importanza clinica e sociale. . .  
   
   
CARCERE E DISABILI: A VERONA CONVEGNO SU PROGETTO “H-ARGO” LA CINOFILIA PER UNA CULTURA D´INTEGRAZIONE E SICUREZZA  
 
Verona, 9 ottobre 2009 - “Il cane, miglior amico dell´uomo, può essere la porta, il ponte di comunicazione, di conoscenza e dialogo tra detenuti e persone diversamente abili e tra questi e la società. A Verona si è sperimentato questo modo originale e innovativo di fare integrazione tra mondi diversi e isolati nella società, e sul versante del carcere, di costruire sicurezza facendo innanzitutto rieducazione del detenuto e mantenendone la dignità”. Lo ha detto il 7 novembre a Verona, Stefano Valdegamberi Assessore alle politiche sociali della Regione Veneto aprendo i lavori del convegno “H-argo. Diversamente abili e detenuti:insieme per una cultura d´integrazione attraverso la cinofilia” che si è tenuto, nella sala convegni dell´Unicredit Group. ”Ho verificato la validità dell´iniziativa e mi congratulo con chi l´ha proposta e portata avanti, dalle associazioni di volontariato ai detenuti. Alla base c´è sempre il senso da dare alla propria vita, per tutti ma in particolare per persone che sono limitate nella loro libertà personale per pene ricevute o disabilità. L´incontro tra di loro e favorito dal rapporto con un animale come il cane – ha detto l´esponente del governo regionale - fa nascere la comunicazione, il dialogo e magari una svolta di vita e una relazione significativa. Si tratta non solo del superamento di una barriera, quella dell´esclusione sociale, ma del valore aggiunto dell´esperienza delle diverse declinazioni del vivere”. Secondo Valdegamberi queste operazioni servono anche a creare un contesto solido per la sicurezza dei cittadini perchè ridanno al carcere anche la sua, troppo spesso non attuata, valenza rieducativa e non solo repressiva. “La nostra sicurezza nella società – ha osservato – si fa anche in questo modo non solo parlando di ronde e agitando le paure delle persone”. Il progetto “H-argo” ha interessato una trentina di detenuti e una quindicina di cani. I detenuti hanno addestrato i cani che sono già accompagnati o si accompagneranno a persone disabili. .  
   
   
MILANO DAL 3 DICEMBRE 2009 AL GRATTACIELO PIRELLI LA REGIONE DÀ LUCE ALL’ARTE.  
 
Milano, 9 novembre 2009 - Dal 3 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010, una grande esposizione presenterà importanti opere realizzate tra Rinascimento e Barocco, di autori quali Giovanni Cariani, Moretto da Brescia, Romanino, Giovanni Battista Moroni, Camillo Procaccini, Fra’ Galgario ed altri, provenienti dal patrimonio delle Istituzioni Ospedaliere Lombarde. La facciata del Pirelli, con l’ausilio di tecnologiche proiezioni a tutta altezza, diverrà un grandioso schermo che rifletterà i dipinti e alcuni loro particolari, facendo arrivare i colori e i soggetti al cuore dei cittadini con suggestiva forza scenica. Dal 3 dicembre 2009 al 25 aprile 2010, l’Artbox “A tu per tu con. ” farà entrare i visitatori nei segreti della storia di alcuni capolavori di Antonello da Messina, Tiziano Vecellio, Francesco Hayez, Mario Sironi, in uno spazio esclusivo e privilegiato, dedicato a una sola opera. Un grande evento è in programma a Milano dal 3 dicembre 2009: lo storico grattacielo Pirelli, sede della Regione Lombardia, ospita La Regione Dà Luce All’arte, una manifestazione promossa dalla Regione Lombardia e da Fondazione Stelline che, fino ad aprile 2010, presenta una serie di esposizioni per scoprire e valorizzare l’immenso patrimonio artistico lombardo. La prima esposizione, dal 3 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010, sarà la mostra Dipinti lombardi dal Rinascimento al Barocco, curata da Mina Gregori coadiuvata da un comitato scientifico composto da Marco Bona Castellotti, Pietro Petraroia, Alessandro Rovetta; direzione artistica e creativa di Piero Addis. L’iniziativa proporrà 22 opere realizzate tra il Cinquecento e il Settecento, da autori quali Giovanni Cariani, Moretto da Brescia, Romanino, Giovanni Battista Moroni, Camillo Procaccini, Fra’ Galgario ed altri, appartenenti al patrimonio delle Istituzioni Ospedaliere Lombarde, al fine di consentire una precisa verifica e uno studio approfondito di queste collezioni, e allargare l’interesse a importanti scrigni, finora ignorati, consentendone una più vasta conoscenza e valorizzazione. Questi capolavori, infatti, non provengono solo dal capoluogo lombardo, ma anche dalle province di Como, Bergamo, Brescia, Lodi, Varese, Pavia. Dall’ospedale di Chiari (Bs), ad esempio, arriva la Madonna in trono col Bambino e Santi del Moretto da Brescia. La pala, ora conservata nella chiesa dell’Ospedale di Orzinuovi, è databile tra il 1525 e il 1530 e corrisponde al periodo nel quale il pittore aveva raggiunto la sua maturità artistica. Il carattere bresciano dell’opera si avverte nella tonalità ribassata, derivata dalla lezione di Vincenzo Foppa, e altrettanto distintivo è il filtro ottico che esalta l’ombra sul libro aperto del San Domenico e la brillantezza della fodera del mantello della Vergine. Queste ricerche elaborate a Brescia, come il realismo espressivo e i principi ottici che andavano oltre la pratica disegnativa e i valori plastici, contribuirono alla formazione in Lombardia del Caravaggio. Tali caratteristiche confermano il distinguersi della pittura locale del Cinquecento nei confronti del Veneto e dell’area milanese. A prova di ciò, vengono esposti altri due dipinti degli Spedali Civili di Brescia, come il San Rocco tra i Santi Cosma, Damiano, Nicola da Bari e Antonio abate, che fa conoscere aspetti meno noti di un giovane Moretto malinconico e la Madonna col Bambino, opera tarda del Romanino. Con questi lavori il gruppo dei dipinti del primo Cinquecento bresciano appartenenti a istituzioni ospedaliere lombarde assume una dimensione considerevole. A essi si affianca, sempre degli Spedali Civili di Brescia, anche il genere della natura morta, qui presentata in due versioni che appartengono al raro repertorio animalistico di Giorgio Duranti, un pittore bresciano che s’ispirava alla lezione di Borromaus Andreas Ruthart, maestro del barocco tedesco. Dagli Ospedali Riuniti di Bergamo proviene invece, il Ritratto di Elisabetta Piavani Ghidotti di Fra’ Galgario, visibile nella Galleria dell’Accademia Carrara, così come il Ritratto di anziano gentiluomo con veste rossa, uno dei capolavori di Giovan Battista Moroni, e la Schiavona di Giovanni Cariani, una tavola che situa questo forte e talvolta brutale pittore bergamasco nel proprio contesto, come portatore di una variante dei ben noti valori lombardi, e non già nel generico ambito veneziano entro il quale gli è stata assegnata una collocazione marginale. Esempi databili dal tardo Cinquecento al Settecento, provengono dai centri minori che gravitavano attorno al capoluogo lombardo. È questo il caso dell’Ospedale di Vigevano da cui proviene La Presentazione di Maria al tempio di Camillo Procaccini, o il Cristo crocifisso di ambito di Daniele Crespi, dall’Azienda Ospedaliera di Gallarate, o ancora i Quattro Evangelisti di Giuseppe Vermiglio, dall’Azienda Ospedaliera di Melegnano. Un altro pittore che si gioverà della verifica del patrimonio ospedaliero della Regione Lombardia è Carlo Francesco Nuvolone, qui con due opere: una replica proveniente dall’Azienda Sanitaria Locale di Como del Ritratto della famiglia del pittore, conservata nella Pinacoteca di Brera, e il Cefalo e Procri proveniente dall’Ospedale Maggiore di Milano. Il percorso espositivo esplora anche il campo della ritrattistica che costituisce il nucleo principale e motivato delle collezioni ospedaliere. Dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano arriva il ritratto della benefattrice Anna Cecilia Visconti, datato 1672, la cui attribuzione si colloca tra il Ceresa o il Cittadini, mentre dall’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio giunge l’Autoritratto di Biagio Bellotti, eseguito nel 1784. La provocatoria immagine del pittore visibile frontalmente solo attraverso lo specchio racchiude in sé la persistente vocazione realistica della regione e quell’illusionismo di frontiera che ebbe nel Settecento altre notevoli manifestazioni in Lombardia. Ciascuno di questi capolavori sarà affiancato da schermi al plasma che sostituiscono le tradizionali didascalie. Attraverso di esse sarà possibile un’interazione col dipinto e un approfondimento storico-scientifico dello stesso, per venire a conoscenza del percorso creativo dell’artista, e ammirare i dettagli dell’opera. Accompagna la mostra un catalogo 24 ore Motta Cultura . Per il lancio della manifestazione, dal 2 all’8 dicembre, dalle 18. 00 a mezzanotte, il grattacielo Pirelli si illuminerà con i colori dei capolavori dell’arte lombarda, diventando un imponente ‘urban screen’ dove scorrerà una serie di 30 proiezioni delle opere di maggior valore storico artistico presenti in mostra, con zoom su alcuni dei loro dettagli particolarmente significativi. Una seconda fase del progetto La Regione dà luce all’arte prevede l’installazione nell’ Atrio Istituzionale del Grattacielo Pirelli, di un Artbox, uno spazio esclusivo e privilegiato nel quale verranno esposte, per la durata di circa un mese ciascuna, quattro opere rispettivamente di Antonello da Messina, Tiziano Vecellio, Francesco Hayez e Mario Sironi. La prima - dal 3 dicembre al 10 gennaio 2010, sarà il Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe, realizzato da Francesco Hayez nel 1833 - conservato nei Musei Civici di Lodi, di proprietà della locale Azienda Ospedaliera - capolavoro del pittore e un documento del livello europeo raggiunto dalla ritrattistica italiana dell’Ottocento. Gli altri appuntamenti saranno, dal 14 gennaio al 14 febbraio 2010 con il San Benedetto - 1470 ca, di Antonello da Messina; dal 18 febbraio al 21 marzo 2010, con il Ritratto di Giulio Romano - 1536 o 1538, di Tiziano Vecellio, e dal 25 marzo al 25 aprile 2010, con il Ritratto di Carlo Carvaglio - 1932-1933, di Mario Sironi. .  
   
   
NESSUNO È PIÙ DOVE VOLEVA ESSERE / NIEMAND IST MEHR DORT, WO ER HIN WOLLTE - VENTESIMO ANNIVERSARIO DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO: UNA MOSTRA A MILANO PALAZZO DELLE STELLINE DAL 9 AL 27 NOVEMBRE 2009  
 
Milano, 9 novembre 2009 - La Rappresentanza a Milano della Commissione europea e il Goethe-institut Mailand segnalano l´inaugurazione della Mostra co-organizzata in occasione del ventesimo anniversario dalla caduta del Muro di Berlino: “Nessuno è più dove voleva essere /Niemand ist mehr dort, wo er hin wollte” 9 novembre 2009, ore 18. 30 Palazzo delle Stelline - Sala Mostre del Ccf Corso Magenta 63, Milano. La mostra unisce sei artisti e artiste tedeschi contemporanei con opere che, presentate per la prima volta in Italia, permettono uno sguardo insolito sulla riunificazione tedesca ed i suoi cambiamenti. Con videoinstallazioni, fotografie e una proiezione di diapositive affrontano da diversi punti di vista il tema della riunificazione tedesca. Artisti partecipanti: Marcel Odenbach, Ulrike Mohr, Harun Farocki, Ulrike Kuschel e Nina Fischer / Maroan el Sani. La mostra sarà accompagnata da un catalogo, con un saggio inedito in Italia dello scrittore tedesco Marcel Beyer. Pubblicazione a cura del Goethe-institut Mailand presso Mimesis Edizioni, . .  
   
   
NEREIDES DI MASSIMO NORDIO ALLA COCCHI GALLERY DI MILANO  
 
Milano, 9 novembre 2009 - Apre il 25 novembre nella sede della Cocchi Gallery (Milano), la mostra dell’artista veneziano Massimo Nordio: Nereides. Quindici opere prodotte tra settembre e novembre 2009 nelle straordinarie fornaci dell’Isola di Murano a Venezia. Le Nereides sono capolavori di arte vetraria veneziana, quindici sorrisi, quindici bocche in vetro, che l’artista immagina appartenenti ad altrettante ninfe marine. Le Nereidi infatti nella mitologia greca, erano le figlie di Nereo e Oceania: creature immortali e benevole che facevano parte del corteo del dio del mare Poseidone e che venivano rappresentate come fanciulle con i capelli ornati di perle, a cavallo di delfini o cavalli marini. Di queste creature Massimo Nordio ha voluto rappresentare solo le labbra, in una evocazione dal sapore quasi pop di un mito che affascina ancora la cultura contemporanea. Le labbra delle Nereides sono quelle dei fumetti di Lichtestein o dei conturbanti collage di Wesselmann, richiamano le superfici specchianti di Anish Kapoor ma anche la metafisica di Dalì o di Magritte, sono oggetti misteriosi che ci regalano una lettura attuale del mito della femmina incantatrice attraverso gli espedienti della pubblicità e della nostra società delle immagini. Ma Euridice, Calipso, Oritya, Toe, Agave, Ligea, Xanto, Talia, Galatea, Doride, sono anche pezzi unici, bocche soffiate nel vetro nate da un’antica tradizione e dal lento lavorio di una fornace che ha mantenuto intatte nei secoli le sue tecniche. Massimo Nordio riesce nel difficile compito di realizzare il contemporaneo utilizzando il passato, in una ricerca artistica che si nutre del sapere più antico ma che genera visioni assolutamente attuali. Alterando definitivamente la percezione del soggetto delle sue opere, l’artista le trasporta nel mondo incantato e sofisticato della ricerca che supera i confini della tradizione artigiana di Murano. L’idea della astrazione emerge dove il rigore e la semplicità delle strutture si mescolano alle trasparenze luminose e al colore (A. Manno) Massimo Nordio si interessa al vetro di Murano dagli anni Settanta, prima come collezionista ed esperto delle opere degli anni Venti e Cinquanta, poi come artista indipendente, lavorando a partire dagli anni Ottanta presso le fornaci muranesi. Oggi è uno degli artisti più quotati nell’ambito della produzione vetraria mondiale ed ha esposto nei musei e nelle gallerie di Francoforte, Miami, Parigi, Tokyo. Le sue opere sono conservate in alcune delle più prestigiose collezioni pubbliche internazionali, come il Glass Kunst Museum di Dusseldolf, il Louvre Glass Art Center di Parigi, il Daiichi Museum di Nagoya in Giappone, il Corning Museum of Art e il Chrysler Museum of Art di New York. .  
   
   
LE REPAS FRUGAL DI PABLO PICASSO MILANO DAL 20 NOVEMBRE 2009 AL 15 GENNAIO 2010  
 
Milano, 9 novembre 2009 - Per festeggiare il suo 25° anno di attività, la Galleria Bellinzona ospiterà un’importante quanto insolita iniziativa, dedicata a Pablo Picasso. Dal 20 novembre 2009 al 15 gennaio 2010, protagonista sarà una sola opera, Le Repas frugal, una delle grafiche più importanti realizzate dal genio catalano, e una delle più famose di tutto il Xx secolo. La mostra, curata da Carlo Ghielmetti, col patrocinio dell’Instituto Cervantes di Milano, propone, oltre alla planche originale del capolavoro picassiano, anche la rara prova biffata della stessa proveniente dalla Francia e uno stralcio del film Le mystère Picasso di Henri-georges Clouzot, premiato col Premio speciale della giuria al festival di Cannes del 1956. Il foglio, il primo della serie dei Saltimbanques, inciso nella tecnica dell’acquaforte su zinco, venne terminato nel settembre del 1904 a Parigi, in quel periodo di snodo che segna la fine del periodo blu e l’inizio di quello rosa. Autentica icona della grafica del Novecento, il Repas frugal presenta le figure di due personaggi, un uomo e una donna, seduti a una tavola scarsamente imbandita, avvolti da un’atmosfera di grigiore e di inquietudine, che rimanda a una sensazione di rassegnazione e incomunicabilità. Il soggetto è una metafora dell’esistenza degli uomini e, al tempo stesso di quella dell’artista, che porterà Picasso a eseguire una serie di dipinti e incisioni sul tema del saltimbanco e in particolare dell’Arlecchino. Il Repas frugal vede la luce a Parigi, nel Bateau-lavoir, situato nella Maison du trappeur, in rue Ravignan 13, a Montmartre. Qui, Picasso vive con Fernande Olivier, sua compagna fino al 1912, in profonde ristrettezze economiche, tanto da non poter uscire di casa anche per due mesi, perché senza scarpe. L’atelier, vera ghiacciaia d’inverno e sauna d’estate, è al centro di un quartiere di povera gente, di malfattori, di prostitute, di mendicanti e di poveri artisti, esclusi sociali a cui appartiene anche Picasso. L’estrema indigenza in cui vive, lo costringe a riutilizzare lastre già incise da altri. Ed è ciò che accade anche per la lastra di zinco su cui incide il Repas frugal, già usata per un paesaggio da Juan Gonzales. Ma non è solo l’aspetto biografico a caratterizzare il Repas frugal. La miseria rappresentata dai due personaggi ritratti, va ben oltre alla semplice riproposta di una tranche de vie del momento. E ne è un segnale il primitivo titolo, l’Aveugle (Il cieco), riferito al personaggio maschile del foglio. Ciò costringe a pensare come questa coppia di diseredati sia solo l’aspetto esteriore di un contenuto più profondo che ha preso forma sulla carta, ben oltre le apparenze che velano risvolti più nascosti. Accompagna la mostra un catalogo (edizioni Galleria Bellinzona) con testi del curatore, di Marco Fragonara, Luigi e Michele Tavola, Giovanni Invernizzi, Flavio Arensi, Francesco Garrone, una conversazione tra Oreste Bellinzona e Christine Stauffer (Galerie Kornfeld, Berna) e una testimonianza di Yves Lebouc. .  
   
   
AL MAV - MUSEO ARCHEOLOGICO VIRTUALE DI ERCOLANO E AL MUSEO CIVICO DEL TORRIONE DI FORIO D’ISCHIA MONICA BIANCARDI TRA LE IMMAGINI DAL 28 NOVEMBRE 2009 AL 10 GENNAIO 2010  
 
 Napoli, 9 novembre 2009 - Dal 28 novembre 2009 al 10 gennaio 2010, il Mav - Museo Archeologico Virtuale di Ercolano e il Museo Civico del Torrione di Forio d’Ischia (Na) ospiteranno l’esposizione di Monica Biancardi dal titolo Tra le immagini, promossa dalla Regione Campania, con il patrocinio del Comune di Ercolano e del Comune di Forio d’Ischia, città legate da un’antica amicizia a Betlemme. La mostra è parte di un progetto artistico sulle attività delle donne beduine all’interno dei campi, costrette ad abbandonare assieme alle loro famiglie, dopo l’innalzamento del muro, ogni forma di nomadismo e presenterà 28 immagini realizzate dall’artista napoletana tra il 2005 e il 2009 nei suoi viaggi nei territori palestinesi, che esaltano la bellezza di quei luoghi e 16 disegni che indagano il problema della disabilità infantile. L’iniziativa s’inaugurerà al Mav - Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, venerdì 27 novembre, alle ore 18, dove si potrà vivere un viaggio tra le fotografie in movimento, accompagnate da suoni realizzati dal musicista Carlo Faiello, incontrando lungo il percorso schermi che, al tocco, mostreranno i testi relativi alla mostra e sfogliare, sempre virtualmente, il libro con i disegni realizzati sulla disabilità infantile. La sezione di Forio d´Ischia si aprirà sabato 28 novembre, alle ore 18, nello spazio circolare della Torre Saracena, eccezionalmente ricoperta di sabbia; si potranno ammirare le 28 immagini e i 16 disegni, presentati in forma di polittico. Come scrive Olga Scotto di Vettimo nel suo testo in catalogo, “le donne nomadi appaiono in tutta la loro travolgente bellezza di anziane e giovani-bambine, nei cui occhi, talvolta, si rispecchia la sagoma dell’artista. Sono donne al lavoro che, assecondando l’ancestrale vocazione al nutrimento e all’”accoglienza”, sostentano il clan, lavorano il cibo, allevano i figli. L’interpretazione, prevalentemente al femminile, che Monica propone delle popolazioni nomadi palestinesi diventa di parte solo quando, con l’attesa, la fiducia e l’ascolto, giunge infine la comprensione e ci si convince che le donne, sottomesse, mortificate, sono in realtà la chiave di volta del gruppo e la lente attraverso cui conoscere quelle genti e i suoi luoghi”. Accompagna la mostra un catalogo (ediz. Silvana editoriale), con testi di Olga Scotto di Vettimo, del poeta palestinese Bashir Shalesh e di Alessandra Rossi, responsabile del progetti sulla disabilità infantile nei territori palestinesi. .