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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Novembre 2009
PSORIASI E ASMA: RICERCATORI FINANZIATI DALL´UNIONE EUROPEA SCOPRONO NUOVA CELLULA IMMUNITARIA DETERMINANTE IN ALCUNE PATOLOGIE INFIAMMATORIE CRONICHE COME LA PSORIASI E L´ASMA.  
 
Bruxelles, 23 novembre 2009 - Alcuni ricercatori finanziati dall´Unione europea hanno scoperto un nuovo tipo di cellula immunitaria determinante in alcune patologie infiammatorie croniche come la psoriasi e l´asma. Il team auspica che questa scoperta possa favorire lo sviluppo di nuovi farmaci per la cura di queste malattie. Lo studio, pubblicato nella rivista online Journal of Clinical Investigation (Jci), è stato in parte finanziato dall´Unione europea attraverso il progetto Sens-it-iv ("Novel testing strategies for in vitro assessment of allergens") che ha ricevuto 11 milioni di euro in riferimento all´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). Gli scienziati, provenienti da Germania, Italia e Regno Unito, hanno individuato queste nuove cellule analizzando campioni di cute prelevati da pazienti affetti da psoriasi, eczema atopico e dermatiti allergiche da contatto. Denominata Th22, la cellula recentemente scoperta appartiene al tipo di cellule immunitarie definite cellule ausiliarie T. Le cellule ausiliarie di tipo T - insieme ai linfociti - attivano altre cellule immunitarie nel momento in cui l´organismo viene attaccato, per esempio, da un virus o da un batterio. Inoltre, le cellule ausiliarie T controllano il processo infiammatorio attivato nell´organismo per debellare l´infezione. Le cellule Th22 sembrano essere coinvolte nel controllo e nel coordinamento delle cellule immunitarie che attivano l´infiammazione. Le ricerche degli scienziati hanno rilevato che le cellule Th22 producono una molecola di segnalazione chiamata interleukina-22 (Il-22). Questa molecola invia ai tessuti un complesso segnale che indica l´imminenza del processo infiammatorio o dell´infezione, consentendo così ai tessuti di prepararsi all´agente patogeno o di proteggersi dall´infiammazione. Per questo motivo, nei soggetti sani le cellule Th22 hanno un´azione protettiva. Tuttavia, nei soggetti affetti da malattie croniche cutanee di origine infiammatoria queste cellule non lavorano correttamente, determinando una crescita troppo rapida delle cellule cutanee che porta la cute ad essere dolorante e a squamarsi. "Stiamo assistendo ad un aumento delle malattie croniche - come, per esempio, le dermatiti e le malattie che colpiscono le vie aeree - imputabile al cambiamento dello stile di vita delle persone", ha commentato il dottor Carsten Schmidt-weber del National Heart and Lung Institute dell´Imperial College London (Regno Unito). "Queste malattie possono avere un impatto significativo sulla vita delle persone, e i pazienti spesso si ritrovano a condurre una battaglia continua per tenere sotto controllo i sintomi. Siamo entusiasti di aver scoperto questa nuova sottoclasse di cellule ausiliarie T, poiché riteniamo che possano fornire un nuovo obiettivo per il trattamento futuro delle malattie croniche di origine infiammatoria". I ricercatori stanno attualmente studiando in dettaglio le cellule Th22 allo scopo di chiarire qual è il loro ruolo nelle malattie infiammatorie. Il team desidera scoprire in quale punto dell´organismo avviene la produzione delle cellule e se esiste un modo per controllarle prima che inizino a causare problemi. L´obiettivo del progetto Sens-it-iv è ridurre gli esperimenti sugli animali, mediante lo sviluppo di metodi alternativi in vitro per l´effettuazione di test sugli allergeni. Il progetto riunisce 15 università e istituti di ricerca, nonché 9 aziende, alcuni imprenditori e altre organizzazioni. Secondo i partner del progetto "l´esito positivo del progetto contribuirà alla riduzione del numero di animali necessari per effettuare i test di sicurezza e alla messa a punto di strumenti più precisi per lo sviluppo dei prodotti". Gli effetti positivi del progetto, dunque, interesseranno tutti i cittadini europei e potenzieranno la competitività delle aziende europee. Per maggiori informazioni, visitare: Imperial College Londra: http://www. Imperial. Ac. Uk Journal of Clinical Investigation (Jci): http://www. Jci. Org Progetto Sens-it-iv: http://www. Sens-it-iv. Eu . .  
   
   
"ORMONE DELLA FELICITÀ" CRUCIALE NELLA PREVENZIONE DEL DIABETE  
 
Bruxelles, 23 novembre 2009 - Il diabete sta diventando uno dei maggiori problemi di salute a livello mondiale ed è attualmente responsabile di quasi 4 milioni di decessi ogni anno. Un team di ricercatori ha studiato il ruolo della serotonina - un ormone depositato nel pancreas insieme all´insulina - per vedere se la sua assenza influisce sulla produzione di insulina. I loro risultati indicano che l´assenza di serotonina nel pancreas dei topi ha portato ad uno sviluppo rapido del diabete negli animali. I risultati, pubblicati nella rivista Public Library of Science (Plos) Biology, aprono nuove strade per la ricerca sul diabete. Il diabete è la malattia metabolica più diffusa nel mondo industriale e la ricerca d´avanguardia è fondamentale per affrontare questa vera e propria emergenza sanitaria a livello mondiale. Il diabete è causa di gravi malattie, come ad esempio l´ictus, la cecità e l´insufficienza renale. Inoltre influisce pesantemente sulla spesa per la sanità a livello mondiale. Siamo tuttavia ad una svolta: un consorzio internazionale di scienziati ha individuato il ruolo della serotonina all´interno delle cellule pancreatiche produttrici di insulina e di conseguenza nello sviluppo del diabete. Il consorzio, guidato dall´Istituto Max Planck di genetica molecolare a Berlino, in Germania, comprendeva ricercatori dell´Università di Maribor, in Slovenia, e dell´Istituto di farmacologia e tossicologia della Libera università di Berlino (Germania). Il team ha condotto una serie di esperimenti sui topi e ha scoperto che l´assenza di serotonina è un precursore per lo sviluppo del diabete. Per molto tempo la serotonina è stata al centro dell´interesse della comunità scientifica. Chaimata "l´ormone del benessere" - per il fatto che livelli alti di serotonina provocano una sensazione di felicità - essa è coinvolta in molti aspetti del comportamento umano, come ad esempio l´umore, i livelli di rilassamento e la capacità di dormire. La serotonina è implicata in molte funzioni dell´organismo. Essa agisce da neurotrasmettitore nel cervello ed è presente nelle piastrine ematiche e nella parete intestinale. Si trova anche nelle cellule beta del pancreas, che rilascia insulina per regolare i livelli di glucosio nel sangue. La serotonina fu scoperta nelle cellule beta più di trent´anni fa, ma il suo coinvolgimento preciso nello sviluppo del diabete finora non è ancora stato chiarito. L´insulina e la serotonina sono entrambi immagazzinate all´interno delle cellule beta del pancreas. Quando il pancreas rilascia l´insulina, questa riveste un ruolo fondamentale nel regolare i livelli di glucosio ematico distribuendo lo zucchero all´interno del flusso sanguigno verso le altre cellule, praticamente nutrendo le cellule di tutto l´organismo di zucchero ematico e riducendo successivamente i livelli di glucosio ematico se questi dovessero rimanere troppo alti. Il diabete si presenta quando questo meccanismo di regolazione cessa di funzionare adeguatamente. Il team di ricerca ha svolto degli esperimenti su topi privi di un enzima chiamato triptofano idrossilasi, essenziale per la produzione di serotonina. Privi di questo enzima, i topi erano incapaci di produrre serotonina e hanno sviluppato i sintomi del diabete. Erano anche resistenti al pargyline, una sostanza chimica coinvolta nel rilascio dell´insulina. Il team ha scoperto che quando i livelli di serotonina erano bassi, nei topi era ridotta la produzione di insulina e si alzavano i livelli di glucosio ematico subito dopo l´assunzione di cibo. "In condizioni normali, la serotonina controlla il rilascio di insulina - l´ormone più importante nella regolazione della concentrazione di glucosio ematico negli umani e negli animali", ha spiegato il dott. Diego Walther dell´Istituto Max Planck di genetica molecolare. Il team di ricerca auspica che la scoperta aprirà la strada ad ulteriori ricerche e darà nuova speranza ai malati di diabete. Per maggiori informazioni, visitare: Plos Biology: http://www. Plosbiology. Org/home. Action Istituto Max Planck per la genetica molecolare: http://www. Molgen. Mpg. De/ .  
   
   
MEETING DI CONSULTAZIONE SULLA ROBOTICA DEI SERVIZI E SOCIALE PER LA POPOLAZIONE ANZIANA  
 
Bruxelles, 23 novembre 2009 - Il 2 dicembre si terrà a Bruxelles (Belgio) un meeting di consultazione sulla robotica dei servizi e sociale per la popolazione anziana e sul Settimo programma quadro (7° Pq). Il workshop - che riunirà esperti da tutta europa - ha l´obiettivo di passare in rassegna le tendenze attuali della ricerca e delle applicazioni nel campo della robotica dei servizi e sociale, nonché di fornire spunti utili per la stesura della bozza del programma di lavoro 2011/2012 delle Tic (tecnologie dell´informazione e della comunicazione) del 7° Pq. L´evento fornirà una guida alla ricerca orientata alle applicazioni nel campo, in particolare in vista dell´applicazione pratica in situazioni di vita reale e dell´utilizzo nell´industria http://ec. Europa. Eu/information_society/activities/einclusion/events/workshop_robotics/index_en. Htm .  
   
   
20 "ECMO" SALVAVITA IN DIECI OSPEDALI DELLA LOMBARDIA APPARECCHI CONSEGNATI, CURANO SCOMPENSI POLMONARI E CARDIACI FORMIGONI E BRESCIANI: MIGLIORA ANCORA LA QUALITA´ DELLE CURE  
 
Milano, 23 novembre 2009 - Sono stati consegnati l’altro ieri al San Matteo di Pavia e saranno distribuiti nei prossimi giorni i 20 apparecchi per l´Ecmo (Extra Corporeal Membrane Oxygenation), che Regione Lombardia ha deciso di acquistare a fine settembre per metterli a disposizione dei 10 Centri di Riferimento regionale (5 per il trattamento della sindrome da insufficienza respiratoria acuta grave e 5 unità operative di cardiochirurgia). Ogni Centro avrà due macchinari (uno fisso e uno per il trasporto). Si tratta di strumenti, delle dimensione di un trolley da viaggio, che permettono di fronteggiare gravissimi scompensi cardiaci e polmonari supplendo quindi alle funzioni di organi seriamente compromessi. La dotazione di questi apparecchi per i Centri lombardi era stata preannunciata dal presidente Roberto Formigoni, lo scorso 25 agosto, in occasione della presentazione dell´intervento, il primo che ricordi la letteratura medica, effettuato nella notte fra il 19 e il 20 agosto al Policlinico San Matteo di Pavia su un paziente di 49 anni (ricoverato dal 5 dello stesso mese al San Gerardo di Monza) cui sono stati trapiantati in blocco cuore e polmoni dopo l´applicazione (sempre al San Gerardo) dell´Ecmo. Con una delibera approvata a fine settembre, la Regione aveva poi stanziato 1. 650. 000 euro per i 20 Ecmo, affidando al San Matteo il compito di acquistarli. "Già dai prossimi giorni, come promesso - spiega Formigoni - dieci Centri lombardi avranno a disposizione queste apparecchiature nuovissime e all´avanguardia, che grazie al loro utilizzo anche per il trasporto, possono contribuire a salvare numerose vite. L´introduzione delle più moderne tecnologie nei nostri ospedali è uno dei punti più importanti delle nostre azioni in campo sanitario per confermare e migliorare le nostre eccellenze". "Si tratta - aggiunge l´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani - di un altro importante passo nel percorso di miglioramento continuo della qualità delle cure, che servirà, tra l´altro, anche a fronteggiare l´eventuale aumento di casi di insufficienza respiratoria acuta grave, legati al virus influenzale A/h1n1". Lo scorso mese di agosto, ad esempio, il trasferimento del paziente colpito da influenza A/h1n1 dall´Ospedale di Parma al San Gerardo di Monza era stato possibile esclusivamente grazie all´utilizzo della macchina per l´Ecmo. Contestualmente all´arrivo degli apparecchi, saranno avviati percorsi di formazione per il personale sanitario dedicato al loro utilizzo. I Centri di Riferimento regionale per pazienti affetti da grave insufficienza respiratoria acuta sono: -Ao Ospedale San Gerardo dei Tintori di Monza - Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia - Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano - Irccs Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor di Milano - Ao Ospedali Riuniti Bergamo (con particolare specificità per i pazienti in età pediatrica). Le cardiochirurgie cui saranno assegnate le apparecchiature per l´Ecmo son invece in questi ospedali: Ao Spedali Civili di Brescia - Ao Ospedale di Circolo di Lecco - Ao Luigi Sacco di Milano - Ao Circolo e Fondazione Macchi di Varese - Ao Ospedale Niguarda Ca´ Granda di Milano. Questi 10 Centri di Riferimento fanno parte di una più ampia "Rete regionale delle terapie intensive per la gestione della sindrome da insufficienza respiratoria acuta grave". Si tratta di strutture dotate di terapia intensiva che vengono contattate come riferimento territoriale per trattare i casi che non richiedono l´utilizzo dell´Ecmo. . .  
   
   
UNIVERSITA´ FVG: RICERCA A FAVORE SALUTE CITTADINI  
 
Trieste, 23 novembre 2009 - La regione sarà la prima in Italia ad avere una mappa genetica e anche questo progetto del Parco genetico del Friuli Venezia Giulia, come l´analoga analisi genetica delle nostre origini "La via della seta", consentirà di alzare il livello di conoscenza utile a prevenire i costi sociali e a migliorare la qualità della vita. Lo ha ricordato il 20 novembre l´assessore al Lavoro, Università e Ricerca Alessia Rosolen alla presentazione dello studio epidemiologico sulla sindrome metabolica o "studio Moma", dalle sillabe iniziali di Montereale Valcellina e Maniago, dove si è svolto su una popolazione di circa 8 mila persone. Secondo l´assessore Rosolen, come la mappatura genetica anche il Moma, frutto della collaborazione tra la Medicina generale di Maniago e Montereale Valcellina e la Clinica medica dell´Università di Trieste, potrà avere ricadute positive sulla salute attraverso la valutazione degli stili di vita ed i relativi approcci terapeutici, ma già è un esempio di ciò che deriva dall´interazione tra Università, ricerca, territorio ed istituzioni. Sottolineando la centralità dell´Università e della ricerca all´interno degli atenei e ringraziando quanti hanno collaborato al progetto per aver saputo coniugare produttivamente ricerca e territorio, Rosolen ha evidenziato l´opportunità della comunicazione ai cittadini per ridurre la distanza, comunque già sempre più breve, tra istituzioni scientifiche e popolazione. Numerose le autorità intervenute alla presentazione del progetto, illustrato da dott. Rocco Barazzoni ed introdotto dal direttore del Dipartimento universitario clinico di Scienze Mediche, Tecnologiche e Translazionali di Trieste, Gianfranco Guarnieri, dal preside della facoltà di Medicina e Chirurgia Nicolò de Manzini e dal direttore dell´Azienda "Ospedali riuniti" Franco Zigrino. Raccolti in un database informatizzato e facilmente consultabile dai medici di famiglia, i risultati dello studio Moma consentiranno, è stato detto, di effettuare una valutazione completa dello stato di salute della popolazione per quanto riguarda l´impatto di stili di vita scorretti sulle patologie metaboliche ed il rischio cardiovascolare. .  
   
   
SANITA´: CHE SERVIZI CHIEDONO I GIOVANI? INDAGINE IN VENETO  
 
 Verona, 23 novembre 2009 - Quelli dedicati alle dipendenze e alla salute mentale sono i servizi sanitari e sociali ai quali si rivolgono di più i giovani veneti; molto più indietro quelli, che pur ci sono, dedicati all´attività fisica e agli incidenti stradali; mediamente utilizzati quelli riservati ad altre tematiche non secondarie come l´alimentazione e le infezioni trasmesse per via sessuale. E´ quanto emerge dalla prima Indagine sui Servizi Socio Sanitari e Progetti Dedicati ai giovani nel Veneto, realizzata dal Centro Regionale di Riferimento per la Promozione della Salute in collaborazione con il Centro Controllo Malattie (Ccm) del Ministero del Welfare, presentata oggi a Verona dall´Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri e dal Responsabile del Centro Regionale Massimo Mirandola. L´indagine ha coinvolto 19 Ullss del Veneto e, come ha sottolineato Sandri, “segna una svolta importante nell´attività di programmazione regionale in materia di salute dei giovani, perchè questo studio ci permetterà di individuare i bisogni di salute reali indicati dagli stessi fruitori, e non decisi dall´alto: quali sono le loro esigenze principali lo possiamo capire dall´esito dei 142 progetti specifici attivi sul territorio e monitorati dall´indagine, così come possiamo capire quali aspetti della salute, pur importanti, non sono percepiti come tali dai ragazzi: ad esempio la conduzione di stili di vita salutari, che comportano di non fumare, di non bere o assumere sostanze come alcool o droghe, di praticare attività sportiva”. Dalla ricognizione effettuata, il maggior numero di servizi e di Progetti attivi si trovano nel territorio di Vicenza (44), Treviso e Padova (24), mentre in minor numero sono rilevabili nella provincia di Belluno. Rispetto alla tematica della salute sessuale, la provincia con la percentuale di servizi più alta è Rovigo, mentre Verona eccelle per quelli dedicati alla salute mentale, all´alimentazione, e alle aree inerenti l´attività fisica e gli incidenti stradali, dove al contrario, la provincia con minor percentuale di servizi è Treviso. L´indagine è accompagnata da una serie di interessanti dati epidemiologici. Per quanto riguarda le dipendenze, i giovani fumatori tra 15 e 24 anni sono in Veneto oltre 100. 000 e ben 40. 000 iniziano a meno di 14 anni. Il 60,7% dei ragazzi di 15 anni dichiara di aver provato a fumare “qualche volta” nella vita, mentre il 18,3% si dichiara fumatore quotidiano. Il 24,8% dei quindicenni dichiara inoltre d essersi ubriacato 2 o più volte nella propria vita. Sul fronte dell´alimentazione e stili di vita salutari, il 19,4% dei ragazzi risulta a rischio sovrappeso od obesità; il 31,6% consuma quotidianamente dolci; il 20,7% dichiara di stare più di 4 ore al giorno davanti a televisione e computer. In tema di salute mentale, circa 90 preadolescenti su 1. 000 hanno problemi di questo tipo; il 35,8% dei quindicenni si sente giù di morale “spesso”; ed il 6,7% dei giovani tra 18 e 34 anni riferisce sintomi depressivi. Riguardo alla salute sessuale e riproduttiva, a 15 anni il 27% dei ragazzi dichiara di avere già avuto rapporti sessuali, mentre il contraccettivo di gran lunga più usato è il preservativo con un 78,1%. .  
   
   
PIANO DI RIENTRO DAL DISAVANZO DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE DELLA CALABRIA REGGIO  
 
Calabria, 23 novembre 2009 - “Abbiamo approvato il Piano di rientro dal disavanzo del servizio sanitario regionale nella riunione di Giunta di ieri che si è conclusa poco prima di mezzanotte a dimostrazione dell’estrema difficoltà di operare in un settore come questo”. Ha esordito così il presidente della Regione Agazio Loiero alla conferenza stampa, tenuta il 19 noveembre nella sede della presidenza di Palazzo “Alemanni”, per illustrare la nuova proposta dell’Esecutivo calabrese del Piano di rientro dal debito sanitario al Governo che aveva giudicato, quella precedente, insufficiente. All’incontro con i giornalisti erano presenti anche il vicepresidente della Giunta regionale Domenico Cersosimo, il quale ha criticato “il processo di ricentralizzazione dei poteri da parte del Governo”, il Dirigente generale del Dipartimento “Tutela della salute” Andrea Guerzoni ed il Segretario generale della Giunta regionale Nicola Durante, che ha fatto la cronistoria della trattativa con il Governo durata molti mesi. “Siamo pronti a farci carico del deficit - ha detto il presidente Loiero - anche se è stato prodotto in anni che non ci appartengono, ma anche noi abbiamo da chiedere che si superi lo stallo dannoso che si è verificato per quanto riguarda la realizzazione dei quattro nuovi ospedali”. Loiero ha poi comunicato che il Piano di rientro dal disavanzo del servizio sanitario sarà inviato nelle prossime ore all’esame del tavolo interministeriale. Il nuovo Piano poggia su quattro macro-blocchi di intervento ed è una sorta di mediazione tra l´ultima proposta avanzata dalla Regione e le controindicazioni del Governo attraverso i tre ministeri competenti. Le quattro aree riguardano il personale della sanità, la rete ospedaliera, il privato e la spesa farmaceutica. Il piano proposto dal Governo avrebbe messo in atto una manovra complessiva di circa 273 milioni di euro, mentre le proposte della Giunta calabrese arrivano a circa 260 milioni di euro. Numeri che oscillano di poco, ma che portano la distanza tra le due proposte su un importo che si aggira intorno ai venti milioni di differenza. Dati che hanno spinto il vicepresidente Cersosimo ad affermare che “il problema non sono le cifre, ma la sovranità di Governo sui temi della sanità, con il rischio di una centralizzazione dei poteri”. Gli interventi proposti nel Piano, che ha avuto il via libera dell´esecutivo calabrese, riguardano prima di tutto il personale. Il Governo ha chiesto il blocco totale del turn over e boccia le stabilizzazioni, la Regione, invece, propone il blocco del 100% del turn over, nel prossimo anno, per il personale amministrativo, quindi del 70% nell´anno successivo e del 50% nel 2012; per i profili tecnici il Governo chiede il blocco per i tre anni, con proporzioni pari al 70% per il primo, quindi 70% e 50%; per i sanitari 75%, 65% e 60% nel 2012, con deroghe solo nel caso di rispetto dei livelli essenziali di assistenza (lea). Per quanto concerne le stabilizzazioni, l’iter non può essere fermato e prevede una spesa ormai consolidata. È stata, invece, accettata la richiesta del Governo di livellare i fondi per la contrattazione nelle varie aziende. Altro capitolo delicato riguarda la rete ospedaliera. La Regione propone la chiusura di cinque ospedali entro il prossimo trentuno dicembre, mentre per altri sei nosocomi sarà avviata la ricognizione e la possibile chiusura nei mesi successivi e nel momento in cui se ne paleserà l’opportunità. Secondo il presidente Loiero il piano di rientro dovrà permettere di dare un assetto ordinario alla sanità calabrese. “Noi – ha ribadito il presidente - abbiamo sempre detto che siamo pronti a farci carico del debito in un contesto di continuità politico- amministrativa, anche se è stato prodotto in anni precedenti”. Tra le richieste avanzate al Governo nazionale anche lo sblocco dei finanziamenti per la realizzazione dei quattro ospedali già in programma in Calabria. “Vorremmo che queste risorse - ha sostenuto Loiero - fossero gestite da un commissario che dovremmo trovare insieme, sbloccando anche i fondi dell’ articolo venti che sono pari a circa 650 milioni di euro e che ci permetterebbero di rendere agibili e sicuri gli ospedali”. .  
   
   
SANITA´, BRESCIANI: A REGIONE CONTROLLO SCALI DARE AI CITTADINI SICUREZZA TOTALE SUI PRODOTTI CHE ARRIVANO INFLUENZA H1N1: LA GENTE HA IMPARATO A NON AFFOLLARE OSPEDALI  
 
Milano, 23 novembre 2009 - Lasciare alla Regione il controllo delle merci, in particolare degli alimenti, che entrano negli aeroporti lombardi per renderli più sicuri. È la proposta venuta oggi dall´assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Luciano Bresciani, in occasione della tredicesima tappa degli "Stati Generali territoriali del Sistema socio-sanitario" che si è tenuta a Vizzolo Predabissi, per la Asl Milano 2. "Abbiamo inviato una lettera al coordinatore degli assessori regionali alla sanità - ha spiegato Bresciani - chiedendogli di interfacciarsi con il viceministro Fazio per risolvere il problema delle merci che entrano nel nostro Paese. Tra le aree doganali, considerate territorio internazionale, e il territorio di nostra competenza, ci sono solo pochi metri, ma le merci in ingresso sono ora controllate solo dall´autorità sanitaria aeroportuale. Per noi questo è insufficiente e chiediamo, per garantire una maggiore sicurezza ai cittadini, di lasciare il controllo diretto a Regione Lombardia di quel che entra nel nostro territorio o, quanto meno, di riconoscerci un ruolo incisivo di coordinamento. Mi auguro di ricevere quanto prima una risposta a questa nostra richiesta che abbiamo discusso nei giorni scorsi con il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, che ci ha promesso la massima collaborazione". Stati Generali - Parlando a medici, personale sanitario e amministrativo della Asl Milano 2, riuniti negli "Stati generali", l´assessore ha poi sottolineato che "una delle sfide da vincere per il futuro è quella della cronicità", che va affrontata con strumenti nuovi rispetto a quelli attualmente disponibili. Secondo Bresciani inoltre occorre "portare più medicina sul territorio", introducendo un terzo livello nell´organizzazione sanitaria tra gli ospedali, che curano le acuzie, e i medici di famiglia. Influenza - Sul tema della nuova influenza H1n1 l´assessore Bresciani ha confermato che il trend del comportamento dei cittadini sta cambiando: "I ricoveri negli ospedali lombardi stanno diminuendo. E´ il segnale che finalmente i cittadini cominciano ad accogliere le nostre indicazioni e si curano a casa, invece di precipitarsi nei pronti soccorsi, contribuendo a diffondere il virus". Confronto Col Territorio - Scopo degli Stati Generali, cui partecipano Province, Comuni, Asl, Aziende ospedaliere, strutture socio-sanitarie, operatori sanitari e rappresentanti del volontariato e delle autonomie sociali e funzionali, come ha sottolineato ancora Bresciani, è "realizzare un incontro che permetta a chi ha la responsabilità delle politiche sanitarie di esporre i risultati ottenuti e le idee per il futuro e allo stesso tempo raccogliere i contributi sostenibili e responsabili sulle scelte da compiere, in una logica di concerto e non più di solismo. L´obiettivo di fondo resta quello di migliorare ulteriormente la qualità del nostro sistema, che ha già tanti elementi positivi". Realizzazioni - L´assessore ha poi passato in rassegna alcune delle realizzazioni raggiunte nell´ultimo periodo: abbattimento dei costi impropri innanzitutto, cioè "più soldi nelle tasche dei cittadini", che ha permesso, oltre ad avere un bilancio in pareggio per sei anni di fila, di ampliare la platea delle esenzioni e finanziare altri interventi. Anche con l´aiuto di Finlombarda la Regione è riuscita ad abbattere i tempi di pagamento per i fornitori che ora sono a 90 giorni. Ma anche miglior accesso ai servizi, attraverso l´abbattimento delle liste d´attesa, con la decisione per le prestazioni "extrabudget", cioè senza limiti di risorse, di bloccare la libera professione (a pagamento) se non vengono rispettati i tempi stabiliti. Bresciani ha anche ricordato l´introduzione di nuove regole per l´accreditamento (diventato dinamico e a tempo) e di maggiori controlli, arrivati fino alla soglia del 10% (6,5 mirati e 3,5 random). Da ricordare anche il progetto regionale di messa in rete delle 6 Facoltà universitarie di Medicina delle Università, che hanno 14 macro aree di ricerca, 119 aree di ricerca, con lo scopo di creare un potente sistema di ricerca e sviluppo, coinvolgendo l´industria e Finlombarda per la parte finanziaria. Già 39 i progetti presentati su questa piattaforma,di cui 24 già attivi. .  
   
   
LA REGIONE LAZIO STANZIA OLTRE 24 MILIONI PER PERSONE DISABILI  
 
Roma, 23 novembre 2009 - Per favorire l´integrazione sociosanitaria nell´assistenza alle persone con disabilità la giunta regionale del Lazio ha approvato il 19 novembre una delibera, su proposta dell´assessore Di Liegro e del Vicepresidente Montino, che stanzia 22,7 milioni di euro. Del finanziamento complessivo 19,2 milioni di euro sono destinati al trasporto dei disabili da e per i centri di riabilitazione, i centri dialisi e i centri diurni e 3,5 milioni di euro per i soggiorni estivi riservati alle persone con disabilità. Mentre un´altra delibera dell´assessorato alle politiche sociali e delle sicurezze finanzia con 1,5 milioni di euro l´integrazione scolastica degli alunni disabili nelle scuole di Ii grado. "È un passo fondamentale per l´integrazione dei servizi sociali e di quelli sanitari nella nostra regione", dice Luigina Di Liegro, assessore alle Politiche Sociali e delle Sicurezze della Regione Lazio. "Per la prima volta, infatti, vengono distinte - in un intervento - le spese che riguardano il sociale da quelle che riguardano la sanità. In questo modo, siamo certi che un servizio cruciale per le persone disabili e le loro famiglie - quello del trasporto verso centri che hanno un forte impatto su chi vive questa condizione - sarà effettivamente garantito. E così anche l´opportunità di godere di momenti di svago nel periodo estivo, potendo continuare a contare sul servizio di riabilitazione. " "La Regione Lazio mantiene l´impegno preso lo scorso maggio con le associazioni di categoria dei centri di riabilitazione ex art. 26 di compensare il taglio dei fondi operato con il decreto commissariale n. 51/08 - afferma Esterino Montino, vicepresidente della Giunta della Regione Lazio - Infatti, il provvedimento approvato dalla Giunta regionale rende operativo lo stanziamento di 15 milioni di euro individuato ai primi di agosto con l´assestamento di bilancio che integra i fondi pari a 4,2 milioni a disposizione dell´assessorato alle Politiche sociali destinati alle attività non strettamente sanitarie dei centri di riabilitazione ex art. 26. La somma complessiva, 19,2 milioni di euro servirà a garantire così i necessari livelli di assistenza alle persone disabili coinvolte nei progetti di riabilitazione. Un atto doveroso nei confronti di tanti pazienti e famiglie, che risponde alle urgenti e non più procrastinabili necessità economiche di tali strutture, accreditate per la riabilitazione delle persone disabili, evidenziate nei mesi scorsi dalle associazioni di categoria Aris, Foai, Codacons, Rete Sociale e da tutti i centri ex art. 26". Nella stessa seduta di Giunta, è stata approvata un´altra importante delibera, sempre in favore delle persone disabili. La Regione, con questo provvedimento, ha stanziato un finanziamento integrativo, pari a un milione e mezzo di euro, da assegnare alle Province per interventi di assistenza e integrazione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole secondarie di 2° grado. Questa cifra si aggiunge ai quasi 4,5 milioni di euro già erogati per la stessa finalità. "Le esigenze delle persone disabili sono una priorità per il mio assessorato", afferma Di Liegro. "A esse stiamo rispondendo con atti concreti, soprattutto quando sono in gioco diritti fondamentali, come nel caso della salute e dell´istruzione. E il mio impegno non finisce qui. Stanzieremo quasi 6 milioni di euro per l´integrazione scolastica degli alunni della scuola primaria e secondaria di 1° grado. " .  
   
   
IN PUGLIA PARTONO I CONTRIBUTI-ASSEGNI DI CURA PER I MALATI DI SLA  
 
Bari, 23 novembre 2009 - In risposta all’intervento odierno di alcuni familiari di malati di Sla della provincia di Brindisi, interviene l’Assessore alla Solidarietà Elena Gentile, per segnalare che “la Regione Puglia, contrariamente a quanto affermato dagli stessi, ha provveduto già a liquidare alle Asl pugliesi tutte le somme riconosciute sulla base delle domande acquisite e istruite dalle Asl stesse”. In particolare sulla base della istruttoria condotta dalle Asl pugliesi, il Servizio Programmazione Sociale e Integrazione Sociosanitaria ha disposto nei giorni scorsi la liquidazione della somma di Euro 937. 500,00 per un totale di 159 pazienti per i quali è stato accertato il possesso di tutti i requisiti richiesti. In particolare da ciascuna Asl sono pervenute le seguenti richieste di contributi: - per la Asl Ba sono stati richiesti Euro 366. 000,00 per 61 pazienti affetti da Sla in condizioni di grave non autosufficienza - per la Asl Bat sono stati richiesti Euro 72. 000,00 per 12 pazienti nelle medesime condizioni; - per la Asl Br sono stati richiesti Euro 102. 000,00 per 17 pazienti nelle medesime condizioni; - per la Asl Fg sono stati richiesti Euro 78. 000,00 per 13 pazienti nelle medesime condizioni; - per la Asl Le sono stati richiesti Euro 193. 500,00 per 33 pazienti nelle medesime condizioni; - per la Asl Ta sono stati richiesti Euro 126. 000,00 per 23 pazienti nelle medesime condizioni. La Asl di Brindisi ha, dunque, raccolto le domande per 17 pazienti affetti da Sal e in gravi condizioni di non autosufficienza. La Regione ha disposto a tutte le Asl la immediata erogazione alle famiglie dei contributi assegnati, con modalità retroattiva, cioè a partire dal gennaio 2009. Si precisa, inoltre, che con le economie che si sono generate – circa 1 milion di euro – a settembre la Regione ha riaperto i termini per la presentazione di altre domande, sempre istruite dalle Asl, per tener conto di altri pazienti che nel frattempo avessero visto aggravarsi le proprie condizioni di salute e di non autosufficienza. “Con l’introduzione dell’Assegno di cura per i malati di Sla e a supporto dei loro nuclei familiari – ha dichiarato l’Assessore Elena Gentile – anche la Puglia è entrata nel piccolissimo gruppo di regioni che presta una concreta attenzione ai malati di Sla. Ed abbiamo voluto dare questo segnale anticipando l’introduzione della misura rispetto alla attuazione complessiva del Piano per le Non autosufficienze, proprio perché abbiamo ritenuto che questa fosse una priorità. Ora ci auguriamo che nessuno speculi su questo strumento e soprattutto sulla vita di queste persone: non potevano essere assicurati tempi più rapidi da parte delle strutture regionali, e provvederemo a richiamare le Asl che facessero registrare ritardi nelle erogazioni. Ma ugualmente chiediamo ai familiari dei pazienti di non fare sterili polemiche su uno dei pochi e nuovi strumenti che vanno concretamente nella direzione di supportare le famiglie. ” .  
   
   
INVESTIMENTI IN SANITÀ: INTESA A MASSA CARRARA SIGLATA DA REGIONE TOSCANA, UNIONCAMERE, CAMERA DI COMMERCIO E ASL 1  
 
 Firenze, 23 novembre 2009 - Trasparenza, tempestività nei pagamenti, abbattimento del contenzioso. Così gli investimenti in sanità possono prendere il volo, in Toscana e anche nella provincia di Massa Carrara. E´ questo il senso del protocollo che è stato firmato il 21 novembre nella sede della Camera di Commercio di Massa Carrara, a Carrara, dall´assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi, dal presidente di Unioncamere Toscana, Pierfrancesco Pacini, dal presidente della Camera di Commercio di Massa Carrara Norberto Ricci e il direttore della Asl 1 di Massa Antonio Delvino. Gli investimenti che la sanità toscana realizza e intende completare per il triennio 2008-2010 superano i milleseicento milioni di euro. Una cifra la cui rilevanza economica non lascia indifferenti le imprese toscane, una parte delle quali ha i requisiti – o può averne, associandosi con altre - pe r partecipare agli appalti: da uno studio dell’Irpet emerge che, per ogni euro di investimento in lavori e tecnologie nella sanità, 0,65 centesimi rimangono nella Regione sotto forma di valore aggiunto, cioè come quota di salari e profitti spendibili nel territorio. Una percentuale già alta che può crescere. Nel corso del 2008 le Aziende Sanitarie della Toscana hanno deliberato piani per la realizzazione di nuovi investimenti per complessivi 1. 617 milioni di euro, cui si aggiungono ulteriori 1. 100 milioni destinati al completamento di opere già in corso. L´impatto della messa in appalto di queste opere e della loro realizzazione nei tempi previsti potrebbe tradursi secondo le stime Irpet in una crescita dell´1% del Pil. Il protocollo di intesa firmato oggi riguarda la Asl 1. In dettaglio: - Piano di investimenti 2008-2010: oltre 156 milioni di euro. - Flussi già erogati nel 2008 e primi 8 mesi 2009: oltre 20 milioni di euro. - Previsioni di flussi di cassa per il 2010: oltre 51 milioni di euro, di cui circa 9 milioni di nuove opere da appaltare. «In termini di investimento la pubblica amministrazione procede in genere per piani - afferma l´assessore Enrico Rossi - che spesso rischiano di diventare libri dei sogni, vanificati da una sequela di lentezze burocratiche, ritardi nei pagamenti, dilagare di contenziosi. Tutto ciò riduce fortemente gli effetti di impegni anche rilevanti sotto il profilo finanziario, sia in termini di impatto economico sia per i benefici attesi sui servizi che si intendono avviare o potenziare. Per superare questa situazione abbiamo imboccato una nuova strada. Non misureremo più il nostro lavoro in termini di piano ma per flussi di cassa”. Con il protocollo le Aziende sanitarie e ospedaliere si impegnano tra l’altro ad appaltare le opere nei tempi previsti e a espletare le gare prevalentemente con la procedu ra di e-procurement della regione Toscana Start, che permetterà di effettuarle in modo omogeneo e con tempi più rapidi. Sarà compito della Regione monitorare insieme a Unioncamere Toscana lo svolgimento del Piano degli investimenti e favorirne la realizzazione, anche attraverso forme di incentivazione ai Direttori e dirigenti dell’azienda. Si vigilerà perché le aziende non modifichino con varianti in corso d’opera il progetto appaltato, salvo nei casi espressamente previsti dalla legge, e soprattutto perché rispettino i tempi di liquidazione degli stati di avanzamento delle opere. Sta alla Camera di Commercio di Firenze informare le imprese del proprio territorio sul programma degli investimenti sanitari previsto per la provincia nel 2010, in particolare sulle caratteristiche della procedura di e-procurement Start. Saranno attivate azioni per accelerare e snellire l’esecuzione degli appalti in corso, se possibile anche att raverso la rimodulazione dei contratti. Sarà favorita la risoluzione delle situazioni di contenzioso esistenti col ricorso alla conciliazione gestita con il proprio sportello e c’è l’impegno ad evitare l’insorgere di nuovi contenziosi. Le imprese verranno sollecitate a partecipare alle gare sul proprio territorio, anche promuovendo forme associative. .  
   
   
INTERNALIZZAZIONI SANITÀ: INCONTRO VENDOLA-FIORE-SINDACATI  
 
Bari, 24 novembre 2009 - Si è svolta il 20 novembre la prevista riunione tra le Oo. Ss. Cgil – Cisl – Uil e le rispettive Federazioni di Categoria della Funzione Pubblica e dei Servizi, il Presidente Vendola e l’Assessore alle Politiche della Salute Fiore. La “Cabina di Regia” ha approfondito i temi relativi alla lotta alla precarietà ed alle esternalizzazioni dei servizi in Sanità, condividendo il percorso di “internalizzazione” che la Giunta sta mettendo in atto attraverso la costituzione, da parte delle Asl, di Società “in House” destinate ad assorbire i lavoratori delle funzioni esternalizzate nel corso di lunghi anni di opacità dei rapporti di lavoro e di disarticolazione di servizi la cui qualificazione è, invece, obiettivo delle Oo. Ss. E della Giunta Regionale. Il governatore Vendola e l’Assessore Fiore realizzeranno a breve un nuovo confronto con le Os. Ss. In merito al cronoprogramma ed alle linee guida operativi a cui le Asl dovranno uniformarsi per garantire l’adozione di un modello uniforme che risponda tanto ad esigenze organizzative quanto alla valorizzazione di tutte le professionalità; rispetto al percorso tracciato le parti - il Governo Regionale da un lato e le Os. Ss. Dall’altro – dandosi reciprocamente atto che la definizione degli strumenti amministrativi e legislativi ipotizzati a sostegno del “modello sociale” che si vuole traguardare deve realizzarsi entro il 31 Dicembre 2009, per poter essere credibile ed attuabile, si sentono politicamente impegnate a svolgere il massimo sforzo di socializzazione possibile mirato al raggiungimento di tale obiettivo. Le Os. Ss. Hanno, quindi, preso impegno ad incontrare i gruppi politici del Consiglio Regionale per favorire iniziative normative che consolidino i processi amministrativi, sui quali ultimi il Presidente Vendola e l’Assessore Fiore hanno assicurato una costante condivisione. .  
   
   
ABRUZZO: INAUGURATA CITTADELLA DELLA PREVENZIONE  
 
L´aquila, 23 novembre 2009 - "La riattivazione del Dipartimento di Prevenzione è un ulteriore segnale positivo per il quale la Regione ha garantito un fattivo impegno istituzionale affinché si arrivi rapidamente ad una normalizzazione di tutte le attività sanitarie". E´ il commento dell´assessore alla Protezione Civile Daniela Stati che il 19 novembre , all´Aquila, ha partecipato all´Ospedale S. Maria di Collemaggio all´ inaugurazione della "nuova cittadella della prevenzione" nella quale sono stati riunificati tutti i servizi e le attività del Dipartimento di Prevenzione della Asl di L´aquila, danneggiati dal sisma. Presenti, tra gli altri, Giuseppe Matricardi, direttore del Dipartimento di prevenzione e il sub commissario per la Asl di L´aquila. "E´ stato svolto un grande lavoro - ha aggiunto l´assessore Stati rivolgendosi al personale sanitario - anche nelle difficoltà personali non avete fatto mai mancare il vostro sostegno prezioso ai cittadini. Il ripristino dei servizi pubblici è essenziale per la rispresa delle normali condizioni di vita e per un rilancio del sistema economico e sociale della città e del suo territorio". Nel corso della inaugurazione è stata ribadita la volontà di normalizzare e potenziare anche le attività di prevenzione medica e veterinaria, per una ripresa in autonomia delle attività ordinarie e per una rapida e puntuale risposta alle esigenze di tutela della salute di tutta la popolazione del territorio. .  
   
   
LABORATORI PER AFFRONTARE LA DISLESSIA AL VIA DAL 2010 NEI COMUNI DI GUBBIO E GUALDO UNO STRUMENTO CONCRETO PER COSTRUIRE IL FUTURO DEI RAGAZZI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO  
 
 Gubbio, 23 novembre 2009 - Un nuovo progetto rivolto a studenti con diagnosi specialistica di dislessia della scuola primaria e secondaria nei Comuni dell’Ambito Territoriale n°7 dell’Umbria prenderà il via nel 2010 grazie alla vincente collaborazione tra i Comuni dell’Ambito n. 7, l’Associazione Italiana Dislessia e il Centro F. A. R. E. (Formazione, Abilitazione, Ricerca, Educazione) di Perugia. L’iniziativa, presentata in occasione del convegno “Diritto allo studio, diritto all’apprendimento. Quali difficoltà, quale aiuto per i ragazzi con dislessia”, si concretizzerà in attività pomeridiane di laboratori specifici finalizzati all´acquisizione di metodi per la comprensione e la produzione di testi oltre che all’uso di strumenti informatici utili al raggiungimento dell’autonomia nello studio dei ragazzi. Un sostegno concreto per l´acquisizione di specifiche abilità e nello svolgimento dei compiti scolastici attraverso l’impiego di strumenti compensativi. A guidarli saranno educatori e tutor specializzati per area di competenza (matematica, lettere e lingue straniere) formati grazie al primo corso di formazione organizzato in Umbria e finanziato dai Comuni dell´Ambito n°7 con la supervisione esperta della dott. Ssa Cristina Gaggioli, psicopedagogista del centro F. A. R. E. Di Perugia (www. Centrofare. It) e formatore dell’Associazione Italiana Dislessia (www. Dislessia. It) Il progetto – ha dichiarato Sabrina Boarelli, Ispettrice Tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria – testimonia un’effettiva e riuscita integrazione dei soggetti istituzionali presenti nel territorio, in particolare tra Aid e Ufficio Scolastico Regionale unite da una collaborazione quasi decennale, che in questi anni ha consentito all’Umbria di avanzare in tema di dislessia e di rispondere alle numerose richieste di aiuto da parte dei docenti di fronte alla mancanza di strumenti adeguati per affrontare bisogni specifici particolari. Ai bambini affetti da dislessia nel nostro territorio– ha aggiunto Stefania Monacelli, referente Aid Gubbio – possiamo dire di credere nel loro futuro perché adesso abbiamo gli strumenti giusti per costruirlo. Un traguardo che è stato possibile raggiungere grazie all’impegno e alla dedizione che Marina Locatelli, referente Aid Umbria e direttore Centro F. A. R. E. , ha dedicato in tutti questi anni al “tema” dislessia facendo da ponte tra il mondo scolastico, dei genitori e delle istituzioni, un connubio indispensabile per fornire un reale supporto ai ragazzi con disturbi specifici di apprendimento del nostro territorio. .  
   
   
DISTRETTI SOCIO-SANITARI IN SICILIA: APPROVATO PRIMO PIANO DI ZONA PER 2010-2012  
 
Palermo, 23 novembre 2009 - Approvato il Piano di zona, per il triennio 2010-2012, del Distretto socio-sanitario “D40”, che vede come capofila il Comune di Corleone. Il via libera è arrivato dall’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e delle Autonomie locali. Il distretto è costituito anche dai Comuni di Bisacquino, Campofiorito, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana e Roccamena. Per i prossimi 3 anni, sono complessivamente disponibili risorse pari a 4,2 milioni di euro. Il Piano di zona costituisce lo strumento fondamentale attraverso il quale i comuni, che fanno parte di ciascuno dei 55 distretti socio-sanitari dell’Isola, d’intesa con le Aziende sanitarie e con il concorso e il coinvolgimento delle parti sociali e di altri soggetti terzi che operano nel settore dei servizi sociali e socio-sanitari, realizzano il sistema integrato di interventi e servizi alla persona. «Quello approvato, sebbene in ritardo - spiega l’assessore Caterina Chinnici - è il primo Piano in Sicilia relativo alla programmazione 2010-2012. Uno strumento che, sono certa, se utilizzato in maniera virtuosa, potrà dare risposte concrete alle categorie sociali più deboli e bisognose. Siamo consapevoli delle grandi difficoltà che hanno impedito una corretta e tempestiva attuazione della programmazione socio-sanitaria e questo anche per via dei nuovi assetti organizzativi, introdotti di recente a seguito della legge 328/00, che stentano a decollare. Per questo motivo, occorrerà, pertanto, concentrare ogni sforzo per individuare e rimuovere le criticità che hanno ostacolato la piena fruizione dei servizi socio-assistenziali da parte della collettività. A tal fine, laddove necessario, si procederà all’avvio di interventi sostitutivi nei confronti dei distretti ritardatari o inadempienti e a valutare l’opportunità di introdurre correttivi per semplificare e accelerare l’iter di adozione e attuazione dei piani di zona». Sei le aree di intervento individuate: povertà, anziani, dipendenze, disabili, immigrati, famiglia, minori e giovani. Questi i servizi previsti dal Piano di zona: assistenza domiciliare agli anziani di tipo esclusivamente sociale (356mila euro) e integrata socio-sanitaria (175mila), assistenza domiciliare, trasporto scolastico e centro diurno per disabili (585mila), inserimento lavorativo per i disabili mentali (47mila), assegno economico per il servizio civico (241mila), progetti a favore di vedove e ragazze madri disoccupate e con figli minori (76mila), doposcuola e sostegno all’attività prescolare per minori (57mila), progetto minori in piscina (41mila). Prevista anche l’attivazione di ulteriori attività come il buono socio-sanitario (1,7 milioni), progetti in favore di ex detenuti (12mila) e tirocini formativi e di pre-inserimento lavorativo in favore di minori sottoposti a procedimento penale (12mila), accesso nei servizi sociali e socio-sanitari (792mila). .  
   
   
LATISANA, POSA DELLA PRIMA PIETRA DEL CANTIERE DI RIORGANIZZAZIONE DEL PADIGLIONE CHIRURGICO DELL´OSPEDALE  
 
 Latisana, 23 novembre 2009 - "Non è in discussione nessuna chiusura di reparti o ospedali, solo un processo di responsabilizzazione da condividere con il territorio, di cui accetto ben volentieri l´invito ad un confronto: questo perché le riforme della Regione non calano la scure sui servizi sanitari ma hanno come unico intento il taglio degli sprechi". E´ questa la rassicurazione che il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha indirizzato ad amministratori locali, personale sanitario e cittadini della Bassa friulana, il 20 novembre in occasione della posa della prima pietra del cantiere di riorganizzazione del padiglione chirurgico dell´ospedale di Latisana. "La nostra sanità è di eccellenza e va ulteriormente sostenuta - ha affermato Tondo - per questo abbiamo garantito in bilancio al sistema sanitario un aumento di risorse del 2,1 per cento, in controtendenza a quanto accade a tutti gli altri comparti. In un momento di grave crisi come questo, però, in cui le risorse sono limitate, o ci si rimette tutti in discussione - ha esortato Tondo - valutando ogni più piccola possibilità di risparmio e guardando al futuro, oppure si tornerà indietro". Il finanziamento regionale di 13,5 milioni di euro per l´avvio dei lavori, affidati con una complessa procedura di "appalto-concorso" all´azienda friulana Clocchiatti che avrà 1500 giorni per concludere l´opera secondo il rigido cronoprogramma concordato con l´Azienda sanitaria, è del resto proprio un segnale di fiducia nel territorio e nelle possibilità di attrazione della struttura sanitaria latisanese. "L´ospedale di Latisana - ha ribadito Tondo - è centrale nel sistema sanitario regionale, per qualità dei servizi, per il bacino di utenti che serve, per capacità di attrazione nei confronti del vicino Veneto e per il servizio alla località turistica di Lignano". Prima di avviare ufficialmente la cerimonia di inaugurazione del cantiere, Tondo ha tagliato il nastro delle nuove degenze del reparto chirurgico visitandone i locali, accompagnato dal direttore dell´Azienda sanitaria 5 "Bassa Friulana", Paolo Bordon, dal direttore dell´ospedale di Latisana e Palmanova, Daniele Trentin, e dai primari Antonino Calandra (chirurgia), Marco Mattotti (otorino) e Enrico Gervasi (pediatria). Numerosi gli amministratori dei 14 Comuni del distretto sanitario presenti alla cerimonia, per i quali è intervenuta il sindaco di Latisana, Micaela Sette, e molti anche i rappresentanti istituzionali: tra gli altri, il consigliere regionale, Daniele Galasso e il consigliere provinciale, Silvano Galetti. Il progetto definitivo prevede la ristrutturazione dei piani primo, secondo, terzo e quarto, di parte del piano terra, a cui si aggiungono alcuni interventi complessivi quali l´adeguamento antisismico delle strutture e il rifacimento delle parti impiantistiche. "L´opera - ha illustrato il direttore dell´Ass 5, Bordon - sarà occasione per la riorganizzazione completa dell´edificio con la seguente distribuzione finale degli spazi: al piano terra il mantenimento del pronto soccorso e della terapia intensiva e la realizzazione del servizio di dialisi; al piano primo il poliambulatorio; al secondo piano l´endoscopia, il blocco operatorio e il gruppo parto; al terzo piano le degenze e al quarto e quinto piano gli uffici medici". .  
   
   
PROTEZIONE SOCIALE: PROGETTO "VIVI LA CITTÁ"  
 
Pordenone, 23 novembre 2009 - "Sono contento di essere qui perché a Pordenone si respira coerenza nelle scelte di contenuti volti a riaffermare quei simboli di un percorso coraggioso volto a creare comunità. In questo caso il simbolo è porre in centro città una casa come quella progettata dalla Fondazione Bambini&autismo". Lo ha affermato l´assessore regionale alla Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, intervenuto il 20 novembre alla presentazione del progetto "Vivi la Città" nella Sala Consiliare del Municipio di Pordenone. Nell´occasione l´assessore Kosic ha richiamato l´impegno politico del governo regionale per aumentare - pur in una situazione molto difficile - del 2,1 per cento gli stanziamenti del bilancio 2010 nel campo della salute e delle politiche sociali. "Sarà così possibile - ha affermato l´assessore - garantire la capacità di assistenza in generale e confermare la continuità con le linee già adottate per quanto riguarda Pordenone con il nuovo ospedale, la cittadella della salute, con quel modello di attenzione ai bisogni, di cui oggi abbiamo una conferma anche con questo progetto. La funzione della Fondazione Bambini&autismo gode di un riconoscimento triennale, che la mette in grado di operare nell´ottica non dell´assistenza ma dell´approccio scientifico ai problemi". Altri punti toccati da Kosic hanno riguardato l´aumento degli stanziamenti per le famiglie, per i gravissimi (179 casi in regione) "e per quanti sono in stato di necessità di quell´assistenza continua, che bisogna fornire anche il sabato e la domenica e rispetto alla quale l´apporto delle famiglie, del volontariato e di istituti come questa Fondazione sono in grado di assicurare". Il Piano socio-sanitario per il prossimo triennio - che l´assessore ha assicurato essere aperto al confronto e alle proposte - razionalizza gli interventi nella riorganizzazione della rete (qualità, sicurezza, sostenibilità), nell´emergenza, nel miglioramento del sistema, nell´integrazione socio-sanitaria. L´iniziativa della Fondazione Bambini&autismo di Pordenone con "Vivi la Città" intende proporre un "progetto di residenzialità temporanea per gli adulti con autismo che lavorano a Pordenone" come ha rilevato la presidente della Fondazione onlus, Cinzia Raffin. Il progetto e la mostra "Mosaicamente3" - inaugurata poi a Palazzo Montereale Mantica - sono due eventi "strettamente collegati - ha spiegato la Raffin - in quanto le opere esposte sono state realizzate nel laboratorio di mosaico dell´Officina dell´Arte, uno dei Centri che compongono la rete di servizi della Fondazione. Poiché le persone con autismo adulte che lavorano all´Officina provengono anche da fuori città, essendo il servizio a valenza regionale, è nato il progetto ´Vivi la città´, che prevede la costruzione di una piccola foresteria nel centro di Pordenone, per ospitare i non residenti. Le opere di ´Mosaicamente3´ saranno vendute e il loro ricavato sarà destinato al progetto". Alla presentazione in Municipio sono intervenuti il sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello, il Presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, il direttore generale dell´Ass 6, Nicola Delli Quadri,l´avv. Bruno Tommasini per la Fondazione Crup, Giovanni Lessio per Banca Friuladria- Crédit Agricole: da parte di tutti la conferma del sostegno alla Fondazione Bambini&autismo, che operando non nel senso dell´assistenza ma della crescita e dell´integrazione delle persone diversamente abili, contribuisce assieme alle istituzioni a operare per formare nella città e nella provincia uno vero spirito di "comunità". Il progetto edilizio è stato poi illustrato dai progettisti dello Studio Da Re Engineering: in un terreno centrale messo a disposizione dal Comune di Pordenone, sorgeranno la foresteria, Villa Respiro (attualmente a Cordenons) e il centro "Dopo di noi", il tutto affacciato sul verde e innovativo dal punto di vista della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico. .  
   
   
FORMIGONI: A BERGAMO ORA PIU´ CURE ONCOLOGICHE L´INAUGURAZIONE DEL NUOVO REPARTO ALL´OSPEDALE GAVAZZENI  
 
Bergamo, 23 novembre 2009 - L´evoluzione della sanità ospedaliera, delle sue tecnologie e delle sue innovazioni gestionali richiede continui investimenti ma "i soldi investiti nella sanità sono un volano per l´economia di tutto il territorio". Lo ha detto il 21 novembre a Bergamo il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha partecipato all´inaugurazione delle nuove strutture (radioterapia, medicina nucleare e dialisi) dell´Ospedale Humanitas Gavazzeni. "Questa è la filosofia che incarna le politiche di Regione Lombardia - ha proseguito Formigoni - Per questo, anche e soprattutto in tempi di difficoltà come quelli attuali, il Governo regionale ha dato vita a investimenti straordinari nel settore della sanità (nell´ultimo decennio 3 miliardi di euro), progettando nuovi ospedali per una spesa superiore al miliardo". Lo scorso 28 ottobre la Giunta ha approvato un ulteriore piano di investimenti in edilizia sanitaria per altri 861 milioni. Questi investimenti hanno coinvolto tutte le province: per la provincia di Bergamo, ad esempio, dal 1999 a oggi sono stati investiti 500 milioni. Tra "i fiori all´occhiello" c´è il nuovo ospedale di Bergamo i cui lavori termineranno a febbraio a cui seguirà - dopo la fase di collaudo - il trasferimento dalla vecchia alla nuova sede. "Questa struttura - ha proseguito Formigoni - completa il percorso diagnostico-terapeutico del paziente oncologico e del paziente acuto con la presenza della radioterapia, della medicina nucleare e della dialisi. Oggi anche Bergamo ha un nuovo centro radioterapico dotato di moderne tecnologie". La Lombardia è la Regione con il più elevato numero di centri radioterapici ospedalieri (22). "Sviluppare le cure destinate ai pazienti oncologici - ha aggiunto il presidente - significa rispondere ai bisogni dei cittadini. I dati più recenti dell´Asl confermano, infatti, come una parte della popolazione bergamasca decida di farsi curare nel capoluogo lombardo. Garantire presentazioni d´eccellenza può certamente contribuire a potenziare l´attrattività del sistema sanitario di Bergamo". Alla fine del 2008, è stato anche ricordato, è stata stabilita tra l´Humanitas Gavazzeni e i Riuniti una collaborazione formativo-scientifica per l´attività di dialisi da realizzare nella struttura che oggi inauguriamo. A questa integrazione dei saperi e a queste modalità di cooperazione multidisciplinare "Regione Lombardia guarda con favore". "Ciò che ci interessa - ha sottolineato Formigoni riferendosi alla bellezza delle strutture dell´ospedale - è dare vita a luoghi di promozione della cultura della vita e del benessere". Il raggiungimento di questo obiettivo passa da un lato attraverso la riqualificazione della rete ospedaliera d´offerta e, dall´altro, attraverso la definizione di linee di intervento mirate all´ammodernamento delle strutture. In particolare, tutti i nuovi ospedali pubblici sono stati concepiti a partire da questa visione: entro pochi mesi, oltre al completamento dei Riuniti, saranno inaugurati i nuovi ospedali di Vimercate, Como, Niguarda e Legnano. "Grande attenzione - ha concluso Formigoni - è stata dedicata a garantire standard ormai inderogabili nella realizzazione di ospedali a misura d´uomo, assicurando condizionali ottimali di comfort alberghiero e avendo un occhio di riguardo anche agli aspetti legati al risparmio energetico". .  
   
   
LA CATENA NUOVO COMMISSARIO DELL´ASL DI BENEVENTO  
 
Napoli, 23 novembre 2009 - Il Dr. Massimo La Catena, dirigente del settore Avvocatura della Regione Campania, è stato nominato Commissario dell´Asl di Benevento. Lo ha deliberato la Giunta Regionale su proposta dell´Assessore Mario Santangelo. La Catena sostituisce alla guida dell´Asl sannita il Dr. Bruno De Stefano. Con un decreto del presidente della Giunta Regionale, Antonio Bassolino, è stato inoltre designato nuovo Direttore Amministrativo dell´Asl di Benevento il Dr. Antonio Marchiello, già capo del personale della Regione Campania. .  
   
   
GENOVA, NOVITA´ AL GALLIERA: SISTEMA AUTOMATICO PER LA DISINFEZIONE DELLE MANI NEI PUNTI DI MAGGIOR AFFLUENZA DI PUBBLICO  
 
 Genova, 23 novembre 2009 - Nell´ambito del progetto di prevenzione e controllo delle infezioni ospedaliere, presso l´Ospedale Galliera sono disponibili 9 sistemi automatici per la disinfezione delle mani. I dispenser, posizionati presso le 5 portinerie dell´Ente e nei punti di maggior affluenza di pubblico, erogano una soluzione igienizzante, creando, in misura preventiva, una barriera protettiva contro i germi. L´utilizzo in Ospedale è consigliato, non obbligatorio. Come funziona l´apparecchio: Si inseriscono le mani nell´apparecchio nella cavità di nebulizzazione con i palmi aperti verso l´alto, senza toccare l´apparecchio. Il sensore attiva automaticamente il getto nebulizzatore con la soluzione disinfettante. Una volta erogata la soluzione si strofinano le mani fino al completo assorbimento per ottenere un´eliminazione ottimale degli agenti patogeni. .  
   
   
CONFERENZA DROGA, BOSCAGLI: NESSUNA PRESSIONE DA GOVERNO  
 
Milano, 23 novembre 2009 - "Non c´è stata alcuna pressione da parte del sottosegretario Giovanardi". Con queste parole l´assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale di Regione Lombardia, Giulio Boscagli, replica all´assessore veneto alle Politiche sociali, Stefano Valdegamberi, che ha accusato il sottosegretario alle politiche antidroga di aver invitato a disertare la Conferenza di Torino sulle dipendenze (1 e 2 dicembre). "Regione Lombardia - continua Boscagli - ha deciso di non partecipare alla Conferenza in totale autonomia e non per pressione di qualche autorità. Abbiamo, infatti, più volte espresso la nostra contrarietà sull´impostazione che si è voluta dare ai lavori di questo evento. Anche perché nel mese di marzo si è già svolta la Conferenza di Trieste, luogo specifico per il confronto tra Stato e Regioni sul tema della droga". .  
   
   
PREMIAZIONE PROGETTO MEZZASELVA: CONCORSO IDEE PER REALIZZARE STRUTTURA SOCIALE NEL COMPLESSO EX ISTITUTO ELIOTERAPICO  
 
Venezia, 23 novembre 2009 - “Il concorso di idee proposto dalla Regione Veneto per rilanciare la struttura di Mezzaselva è stato un successo. Presento le mie congratulazioni ai vincitori del concorso e le estendo alla commissione che ha giudicato la qualità, ottima, dei progetti presentati”. Questo il commento di Stefano Valdegamberi, Assessore regionale alle politiche sociali, in relazione alla premiazione tenutasi oggi dei progetti che hanno vinto il concorso di idee “Progetto per Mezzaselva” per realizzare una struttura pubblica con finalità sociale nel complesso dell’ex Istituto Elioterapico di Mezzaselva di Roana, sull’Altipiano di Asiago. L’iniziativa era stata deliberata nell’aprile scorso dalla Giunta Regionale, su proposta dello stesso Valdegamberi, che aveva destinato un finanziamento di 500. 000 euro per l’Azienda Sanitaria Ulss n. 3 la quale a sua volta ha bandito e pubblicato un concorso di idee finalizzato a raccogliere le migliori proposte ideative per il rilancio di questo immobile di sua proprietà. Tra le otto proposte progettuali pervenute sono state premiate: prima classificata Bertacco e Xausa srl architettura e ingegneria di Bassano che propone la realizzazione di un centro polifunzionale sociale con il coinvolgimento di istituzioni e associazioni sportive e di volontariato finalizzato a persone disabili gravi, down, bambini provenienti da cliniche pediatriche specialistiche; secondo classificato, Geometra Roberto Rigoni di Asiago e altri sottoscrittori pubblici e privati per la realizzazione di un centro per la disabilità, in particolare autismo e disturbi alimentari; terzo classificato dottor Roberto Mingardi e architetto Luciano Cherobin di Vicenza che hanno proposta la realizzazione di una struttura polifunzionale per risposta ai disturbi del comportamento alimentare, all’Alzheimer e altre malattie degenerative . .  
   
   
DALLA SOCIETÀ SCIENTIFICA DELL’OSTEOPOROSI, DEL METABOLISMO MINERALE E DELLE MALATTIE DELLO SCHELETRO NUMEROSI RICONOSCIMENTI ANCHE A GIOVANI RICERCATORI  
 
Torino, 23 novembre 2009 – L’endocrinologo e genetista medico fiorentino Alberto Falchetti ha ricevuto oggi il riconoscimento più ambito della società scientifica Siommms, a conclusione del congresso nazionale che ha riunito a Torino oltre mille specialisti di malattie delle ossa. Il premio alla carriera con allegato un assegno di 10 mila euro sottolinea in modo particolare impegno e risultati di un ricercatore di rango nel settore delle malattie rare. 49 anni, sposato e padre di una ragazzina di 14, Falchetti è uno dei principali collaboratori dell’endocrinologa Maria Luisa Brandi, all’Unità operativa malattie del metabolismo minerale e osseo all’azienda ospedaliera universitaria di Careggi. Nel suo curriculum figurano alcune importanti esperienze negli Stati Uniti: sia al National Institute of Health di Bethesda con il celebre endocrinologo Gerald D. Auerbach, sia alla Yale University. Al suo attivo alcune importanti ricerche: in particolare sui meccanismi genetici relativi alla genesi del tumore alle ghiandole paratiroidee, e sui meccanismi genetici e fisiopatologici alla base della Malattia ossea di Paget. Un’indagine, quest’ultima, che ha consentito di costituire una delle più importanti casistiche a livello internazionale. Attualmente Falchetti sta operando su nuove ricerche cliniche e di base sulle malattie metaboliche dell’osso con particolare riguardo alla Malattia di Paget e sui tumori endocrini ereditari. L’edizione 2009 del congresso Siommms (Società italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) ha distribuito numerosi premi a giovani ricercatori. Il più elevato (5000 euro) è andato all’immunologo milanese Simone Cenci, coordinatore del programma di ricerca in fisiopatologia dell’osso dell’Istituto scientifico San Raffaele. All’internista messinese Marco Atteritano e a due toscane i premi per la migliore produzione scientifica (3000 euro): si tratta dell’endocrinologa pisana Luisella Cianferotti (equipe del professor Claudio Marcocci) e dell’internista senese Daniela Merlotti (dell’equipe del professor Ranuccio Nuti). Per le cinque migliori comunicazioni orali presentate al congresso premiati con 1000 euro a testa Andrea Del Fattore, Luca Donatelli, Daniela Merlotti, Cristina Eller-vainicher, Mirko Zanatta e Nicola Napoli, quest’ultimo internista nell’equipe del professor Pozzilli all’università Campus di Roma e collaboratore di Roberto Civitelli alla Washington University. Infine i premi per i migliori 5 poster (500 euro) a Chiara Banti, Stefania Boldini, Romano Del Fiacco, Alessandro Ragno, Francesca Sanguin. .  
   
   
VENEZIA RENDE OMAGGIO A ZORAN MUSIC (GORIZIA 1909 – VENEZIA 2005) CON UN’IMPORTANTE E RAFFINATA MOSTRA CHE CELEBRA IL CENTENARIO DELLA NASCITA DELL’ARTISTA.  
 
Venezia , 23 novembre 2009 - Artista di levatura internazionale, considerato tra le presenze fondamentali del Novecento, Zoran Music, di origini dalmate, trova infatti a Venezia la sua città di adozione. Terra di fusione tra oriente e occidente, la città lagunare è fonte di ispirazione e punto di riferimento costante per l’artista, durante la sua intera traiettoria pittorica. Promossa dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, dalla Regione del Veneto e da Arthemisia Group, la mostra “Zoran Music. Estreme figure”, si terrà nella sede di Palazzo Franchetti dal 3 dicembre 2009 al 7 marzo 2010. A cura di Giovanna Dal Bon, la mostra si compone di oltre ottanta significative opere, tra oli e lavori su carta, alcuni dei quali inediti ed eccezionalmente esposti per la prima volta. Una preziosa occasione per immergersi nel suggestivo mondo dell’artista e dei suoi ricordi rielaborati soprattutto a Venezia. L’artista Un viandante mitteleuropeo, in fondo sempre heimatlos - come definito dalla curatrice - Zoran Music è nato a Gorizia, a quell’epoca parte dell’impero austro-ungarico, crocevia di razze, culture e idiomi. Vive gli anni dell’infanzia in Dalmazia e poi da profugo in Stiria e Corinzia; seguono l’Accademia a Zagabria, le impressioni raccolte a Praga su Klimt e Schiele e gli impressionisti francesi, un lungo soggiorno in Spagna sulle tracce di Goya, le esposizioni nella Trieste post-imperiale, dove incontra la pittrice Ida Cadorin, sua futura moglie, e poi a Venezia. Dopo la terribile esperienza di deportazione a Dachau ritorna a Venezia nel 1946, dove vivrà, dal 1951 in alternanza con Parigi, fino alla morte, avvenuta nel maggio 2005. La mostra Il percorso della mostra indaga soprattutto gli ultimi trent’anni della traiettoria pittorica di Music, quando la sua figurazione scarnificata si fa estrema. L’opera di Music, che attraversa quasi tutto il secolo scorso, indica infatti, nel suo segno scabro ed essenziale, un itinerario di spoliazione verso il raggiungimento dell’essenza. Lo dimostrano in primis i cadaveri di Dachau nel ciclo Non siamo gli ultimi. Dopo una latenza di tre decenni, negli anni settanta, afferma "sono dovuto tornare a Dachau", alludendo al riaffiorare ossessivo di quelle immagini. Già impresse nei suoi disegni realizzati di nascosto durante la prigionia e in parte persi nel vento, mentre tornava sul camion da Dachau a Venezia, quelle immagini indelebili nella memoria sono tradotte ora in pittura senza enfasi alcuna, con cruda e semplice essenzialità. Molto intense anche le Figure grigie degli anni novanta e i suoi ultimi autoritratti: figure che resistono alla forza che le disgrega. Fonte di ispirazione inesauribile è inoltre la moglie Ida, compagna di una vita consacrata alla pittura; la ritrae miriadi di volte, da sola o nel Doppio ritratto, con lui che la dipinge, sapendo di avere di fronte l’insondabile mistero della femminilità. Immancabili infine le visioni di una Venezia interiore e intimissima. Opere mai viste in pubblico prima d’ora. È la città dove Music si sente libero, dove vive di una semplicità quasi monacale e dove dipinge quotidianamente nel suo studio, sottotetto di Palazzo Balbi Valier a San Vio. Negli ultimi anni, Venezia appare avvolta in una tenebra di inchiostro o nel bagliore aranciato di un pastello grasso: sono le suggestive visioni della Punta della Dogana, del Canale della Giudecca, del Molino Stucky, di Piazza San Marco: Una mostra meditativa dunque e ricca di fascino grazie alle atmosfere create da Music con le sue vibrazioni luminose, i contorni che si dissolvono o le fitte trame segniche che graffiano le superfici. Music crea “…figure che annidano al confine di un territorio pittorico-esistenziale, al limite ultimo dello spazio - afferma Giovanna Dal Bon - Strappate alla figurazione, sottratte a qualsiasi funzione di “rassomiglianza” dicono un al di là del raffigurabile, instaurando nuovi rapporti all’interno della figura; in questo, forse, estreme”. E a chi gli domandava cosa ci fosse al di là della superficie delle sue tele Music rivelava: “Oltre c’è il profondo. Il luogo dove non si spiegano le cose, una specie di nebbia dov’è difficile muoversi”. Nuclei tematici Il percorso della mostra è concepito come un “viatico” che richiama la natura errante di Zoran Music e la sua esperienza peregrina tra l’est e l’ovest dell’Europa. L’esposizione si articola in otto nuclei non cronologici bensì tematici ovvero “zone d’intensità” che cadenzano l’evoluzione esistenziale-poetica dell’artista. Origini (1935-1949) Si trovano qui i Motivi Dalmati, le prime opere di Music, quando viveva nell’isola di Curzola e assisteva quotidianamente alle “migrazioni” di donne vestite di nero sul dorso di asinelli che andavano e tornavano dal mercato; e i primi acquerelli di Venezia al ritorno da Dachau: ottimistiche e incantate vedute di bragozzi e burchi, intimamente oscillanti in idealistici tratti d’acqua azzurra. Il Viandante (metà anni ’90) Zoran se ne intende di attraversamenti di confine: Stiria e Carinzia nell’infanzia, terre dalmate, carsiche, ventilazioni triestine, Vienna post imperiale, impressioni praghesi. Condensa e incorpora il transito nella figura del Viandante, presente qui in più versioni. Un soggetto che visualizza al meglio in segno nero carbone. Venezia, ancora (anni ’80 e ’90) Zoran si sentiva orgogliosamente partecipe alla fondazione di Venezia: “…Una regione, la mia, un tempo coperta di querce, il cui legno è servito per fare le palafitte su cui è costruita Venezia. Senza parlare degli alberi delle sue galere. Il mio paese ha contribuito a modo suo alla potenza della Serenissima”. Compare qui una Venezia meno luminosa degli esordi, più bruna e ocrata. Consapevole e matura in quegli Interni di cattedrali, nella Basilica di San Marco, nel Canale della Giudecca, nella Punta della Dogana o nel Molino Stucky. In queste opere esposte in mostra per la prima volta, Venezia ci appare pervasa da bagliori emergenti dal “quasi buio”; erosa e corrosa da uno sguardo talmente insistito e adorante da farsi disgregazione. Figure Grigie (fine anni ’90) In posizione centrale nel percorso della mostra e con le opere sistemate su cavalletti da studio, le Figure Grigie costituiscono il fulcro nel “viatico” che conduce alla disgregazione del corpo. Sono autoritratti su cui calano colate in grigio lavico che disfano i tratti somatici e li trasformano in “estreme figure” di fortissima intensità concentrica. "Sono dovuto tornare a Dachau" (anni ’70) “. Come in trans, mi attacco morbosamente a questi fogli di carta …accecato dall’allucinante morbosità di questi campi di cadaveri . Irresistibile necessità . Per non farmi sfuggire questa grandiosa e tragica bellezza”. In prigionia Music ha disegnato le vittime dell’Olocausto e dopo trent’anni afferma ”ancora oggi mi accompagnano gli occhi dei moribondi come centinaia di scintille pungenti che mi seguivano mentre mi facevo strada, scavalcandoli. Occhi luccicanti che in silenzio chiedevano aiuto a uno che poteva ancora camminare…”. Dalle profondità dell’inconscio affiorano ossessivi i cadaveri di Dachau. È il 1970 e il ciclo Non siamo gli ultimi ha nel titolo la fatalità di una condanna sempre rinnovabile. Ma nulla di enfatico in queste cataste di cadaveri trattate alla stregua di un paesaggio spoglio, scabro ed essenziale. Spazio intenso (anni ’90) Zoran assiste al progressivo cedimento del corpo e nelle ultime figure lo esprime in perfetta solitudine. Quella stessa di quando era bambino, ai margini di un impero-austroungarico che sfaldava i suoi confini. “Ho bisogno di questa solitudine” dice e dipinge figure sedute, nude, assorte o semplicemente chine, le gambe accavallate, un piede nella mano. Soprattutto L’anacoreta, senza sguardo, colpisce per quella nudità disarmata di chi ha semplicemente deciso di assecondare il proprio declino. Variazioni in Ida e Autoritratto (anni ’80 e ’90) Music si ritrae da sempre. Tratta il suo sembiante alla stregua di un paesaggio spoglio e la moglie Ida è l’unico essere umano a comparire sulle tele oltre a se stesso. Intimamente connessa all’essenza aurea di una Venezia bizantina, Ida compare una prima volta nel 1947, ma seguiranno moltissimi ritratti. Il suo ovale stilizzato, bidimensionale e iconico. Le sue capigliature aeree, sagome in luce che affiorano da fondali scuri. Misteri inviolati. Ida gli è prossima e su di lei imbatte ogni volta che tenta di dire qualcosa oltre se stesso. Doppio ritratto (1983–2001) L’ultimo nucleo tematico riguarda i disegni preparatori e gli olii che dicono l’approssimarsi e il germinare di due figure nello spazio pittorico: inizialmente è lui solo, al margine; poi compare Ida nella sponda opposta, in un estenuante approssimarsi. La genesi dura dal 1983 all’ultimo disegno in segno rosso del 2001. Sono opere che suggeriscono posture, infinitesimali slittamenti, traiettorie di sguardi. Zoran reinventa così il suo spazio pittorico per dare nuova accoglienza alle due figure fino a farle coincidere. Catalogo Marsilio. .  
   
   
FRANCESCO MESSINA. OPERE SACRE A MILANO, SPAZIO CROCEVIA  
 
Milano, 23 novembre 2009 - A Milano le arti contemporanee e il sacro hanno un luogo dove incontrarsi. È Spazio Crocevia, la sede di Crocevia – Fondazione Alfredo e Teresita Paglione, una realtà dedicata allo studio e alla valorizzazione della dimensione religiosa nelle espressioni artistiche del nostro tempo. A inaugurare il nuovo centro (via Appiani 1, Mm3 Turati), destinato a ospitare esposizioni e eventi culturali, sarà giovedì 10 dicembre una mostra dedicata alla scultura di Francesco Messina. Tra coloro che hanno fatto grande la scultura italiana del Novecento, Messina è forse oggi il più negletto. “Credimi – gli diceva l´amico Lucio Fontana – non è più il tempo per una scultura come la tua. Viviamo nell’era atomica e domani, o fra qualche anno, il mondo può scomparire. E tu credi ancora alla posterità. Sei proprio matto”. Eppure proprio Francesco Messina, così poco incline alle mode, caparbiamente ancorato a un´arte capace di sfidare il tempo, appare oggi, in un momento in cui la società sembra ritrovare il bisogno di valori più saldi e profondi, scultore di estrema attualità. Fino al 16 gennaio 2010, la mostra Francesco Messina. Opere sacre, a cura di Elena Pontiggia e Giovanni Gazzaneo, presenta oltre quindici sculture e un nucleo importante di disegni, in grado di fare luce sull´ispirazione religiosa dell’artista, rimasta costante per tutta la carriera (basti pensare che alla sua prima Biennale del 1922 presentò un Cristo morto). Una vita artistica svoltasi tra l’altro per la quasi totalità proprio a Milano, dove Messina giunse nel 1932 e dove morì nel 1995 (era nato nel 1900 a Linguaglossa, in Sicilia). L’esposizione dà conto, nel differenziarsi di linguaggi e soggetti, dell’instancabile ricerca di una scintilla della bellezza divina nell´uomo. L´umanesimo religioso di Messina appare declinato così nelle diverse raffigurazioni dei Progenitori (in mostra anche il Pianto di Adamo del 1929), nei bozzetti per il Monumento di Pio Xii e per quello a Santa Caterina da Siena, in quel capolavoro della ritrattistica che è l´immagine del cardinale Schuster, in cui la gracilità fisica si fa controparte di una granitica saldezza morale e spirituale. Come scrive Elena Pontiggia nel testo in catalogo, “L´invenzione iconografica dell´artista non nasce solo da una ricerca stilistica o da un´esigenza formale, ma dal desiderio di esprimere con più concretezza l´umanità del tema sacro. In fondo si potrebbero rivolgere a Messina le parole che lui stesso in una sua poesia indirizzava a Delos: Nei tuoi marmi palpita il cuore”. .  
   
   
SANDRO CHIA DELLA PITTURA, POPOLARE E NOBILISSIMA ARTE A ROMA – GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA  
 
 Milano, 23 novembre 2009 - Dal 16 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali presenta negli spazi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma la mostra Sandro Chia. Della pittura, popolare e nobilissima arte a cura di Achille Bonito Oliva. E’ la prima grande antologica dell’artista in Italia e la sua più importante retrospettiva dopo quella del 1992 alla Nationalgalerie di Berlino. A conclusione di un anno intenso, che ha visto la partecipazione di Sandro Chia alla 53° Biennale di Venezia e ad altre importanti mostre in Italia e all’estero, tra cui la mostra “Campestre romantico” nell’ambito di “Italia in Giappone 2009” all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo e Kyoto, “Della pittura, popolare e nobilissima arte” offre al pubblico un’ampia selezione di opere storiche e recenti dell’artista, alcune delle quali raramente presentate nei circuiti espositivi. Attraverso 61 opere, 56 dipinti e 5 sculture in bronzo, vengono ripercorse le principali tappe della quarantennale carriera di Sandro Chia: dagli esordi negli anni Settanta, al successo della Transavanguardia negli anni Ottanta, all’affermazione come punto di riferimento nel panorama artistico internazionale che dagli anni Novanta arriva fino ad oggi. All’interno dell’allestimento le opere non sono presentate secondo una scansione cronologica ma suddivise in quattro sezioni organizzate attorno al tema della “figurazione”, elemento distintivo e costante dell’arte di Chia nel corso degli anni: "Figure Ansiose", "Figure Titaniche", "Figurabile" e "Figure ad Arte". La scelta di incentrare il percorso espositivo sui dipinti, nonostante la molteplicità delle tecniche sperimentate negli anni dall’artista, dal mosaico al video, è motivata dal ruolo di indiscussa protagonista che nel mondo di Sandro Chia riveste l’arte “popolare e nobilissima” della Pittura. Pittura che, ricorda l’artista nel catalogo della mostra, nella sua poetica non è un semplice oggetto ma diventa interlocutore: “…per parlare non di pittura, ma alla pittura é meglio mimarne le figure, divenire una sua manifestazione, in definitiva é meglio apparire alla pittura come essa appare a noi”. Con questa affermazione Chia va al di là della definizione della tecnica pittorica come linguaggio espressivo; infatti, come osserva il curatore della mostra Achille Bonito Oliva, un innegabile merito dell’artista è quello di aver reso la Pittura “un campo dentro cui manualità e concetto trovano finalmente un equilibrio […] uno strumento capace di far saltare la distanza e di collegare tempi che sembrano lontani tra loro. ” “Della pittura, popolare e nobilissima arte” è un’occasione per incontrare un grande artista e al tempo stesso per riflettere insieme con lui, che accompagna le opere esposte con frasi destinate al visitatore, sul destino della Pittura Figurativa, da quasi un secolo al centro di un acceso dibattito, nel quale si sono confrontate e scontrate generazioni di artisti e critici d’arte. Il libro che accompagna la mostra, edito da Flash Art edizioni, è articolato come un dialogo fra Sandro Chia e Achille Bonito Oliva e fra l’artista e un visitatore immaginario, impersonato dalla soprintendente Maria Vittoria Marini Clarelli, che lo interroga sulle sue opere. .  
   
   
MILANO: INAUGURATA MOSTRA LA CITTA´ FRAGILE  
 
Milano, 23 novembre 2009 - "L´iniziativa di oggi ben si inserisce nella storia di Milano dove il filo rosso della carità, della solidarietà e della filantropia si è snodato con continuità attraverso il tempo". E´ quanto ha affermato l´assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, inaugurando il 19 novembre la mostra "La città fragile" alla Triennale, una delle iniziative di "Milano si cura. Dialoghi di riconciliazione", dedicata ai temi dei disagio sociale e dell´emarginazione. "Questa costante attenzione ai più deboli e alla fragilità - ha proseguito Boscagli - può oggi creare nuove opportunità per migliorare un tessuto urbano che ha tanti problemi: la denatalità, l´invecchiamento, la presenza di razze ed etnie che chiedono riconoscimento e accoglienza, le solitudini fisiche ma ancor più affettive e psicologiche. Ma insieme a questo c´è la rinnovata volontà di tanti, tantissimi che di quella Milano ´benefica e previdente´ sono eredi naturali e legittimi". "Tra gli obiettivi della Regione - ha concluso Boscagli - c´è proprio quello di stimolare le politiche partecipate, politiche capaci di utilizzare il contributo e l´esperienza di questi soggetti, che ´fanno´ la città". La mostra, per la cui realizzazione l´assessorato regionale alla Famiglia e Solidarietà sociale ha stanziato 30 mila euro, rimarrà aperta fino al 10 gennaio. .  
   
   
DAL 25 NOVEMBRE 2009 AL 21 MARZO 2010 AL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO LA MONACA DI MONZA  
 
 Milano, 23 novembre 2009 - Nelle Sale Panoramiche, per la prima volta, una mostra ripercorre la storia di uno dei più noti personaggi manzoniani. Tra verità documentaria e trasposizione letteraria, oltre 60 opere di artisti dell’Ottocento italiano, quali Francesco Hayez, Mosè Bianchi, Giuseppe Molteni, Gaetano Previati, restituiscono l’affascinante volto di una donna la cui vicenda, segnata da passioni e delitti, culmina nella terribile condanna che riecheggia tra le pagine degli Atti del processo, eccezionalmente esposti. Dal 25 novembre 2009 al 21 marzo 2010, nelle Sale Panoramiche del Castello Sforzesco di Milano si terrà la mostra che ripercorre la vicenda della Monaca Di Monza, uno dei più noti personaggi manzoniani, attraverso un percorso che presenterà oltre 60 opere di artisti ottocenteschi quali Francesco Hayez, Mosè Bianchi, Federico Faruffini, Giuseppe Molteni, Gaetano Previati e altri. “La monaca di Monza è prima di tutto una donna. Con questo progetto abbiamo inteso offrire al pubblico una ri-lettura di uno dei personaggi dei Promessi sposi che più hanno colpito l’immaginario collettivo dell’universo manzoniano – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -. In questa esposizione, proponendo al visitatore di assumere uno “sguardo dall’alto” e un attraversamento trasversale, vogliamo ripensare lo sfondo storico della vicenda letteraria, la documentazione originale del processo, l’interpretazione pittorica di questa tormentata figura femminile, la ricchezza delle trasposizioni teatrali e cinematografiche. Per sondare nelle pieghe dell’animo di Gertrude, a cui uno dei più noti riduttori – Giambattista Nasi – attribuiva tale affermazione: “La notte lascia un campo per maturare i pensieri”, la complessità e la profondità della condizione della donna in quell’epoca, le aspirazioni e le frustrazioni di uno spirito moderno in cerca di identità e libertà”. Il percorso si snoda tra verità storica e rilettura romanzesca della figura di Marianna de Leyva, in religione suor Virginia, a tutti nota come la Gertrude dei Promessi sposi. Gli eventi della Monaca di Monza sono indagati all´interno di un tema ben più vasto che riguarda la condizione femminile nella prima età moderna, con una particolare attenzione al fenomeno delle monacazioni forzate. L’argomento è analizzato non solo in rapporto all’esperienza claustrale, ma tocca trasversalmente altri aspetti della reclusione femminile, sempre determinata dall’autorità paterna e coniugale. A tal proposito, saranno le figure di donne private della libertà - Anna Bolena, Lucrezia Borgia, Pia de´ Tolomei, Isabella Orsini - a introdurre il percorso espositivo. Su tutte si erge però il personaggio della “grande peccatrice”, restituito dal racconto di una storia privata che si intreccia con la vita e la cultura della Milano del Seicento. La figura di Marianna viene ricostruita attraverso i documenti relativi a episodi della sua vita e alle famiglie da cui discese, i de Leyva e i Marino, proprietari dell’omonimo palazzo, ora sede del Comune di Milano, attraverso il carteggio con Federico Borromeo, custodito all’Ambrosiana, nonché attraverso gli Atti processuali, eccezionalmente esposti al pubblico, contenuti nel manoscritto conservato all’Archivio storico della Diocesi di Milano. Gli Atti raccontano gli eccessi della società milanese del Seicento che crede ancora nei malefici e negli esorcismi e che affida alla tortura il compito di estorcere la verità, ponendo il colpevole in stato di profonda umiliazione. Dopo essere stata murata per tredici anni in una cella del convento delle convertite di Santa Valeria, Virginia viene riabilitata alla vita conventuale e consegna alle lettere scritte al Cardinale Borromeo il messaggio di una “verace penitenza”, di un’espiazione dolorosa e convinta, di una pacificazione raggiunta. Alla drammatica voce della verità storica si sovrappone, nella seconda parte della mostra, il racconto letterario e figurativo della Monaca di Monza, che ha goduto e gode tutt’ora di un costante favore, come conferma la sua ininterrotta fortuna, che la vede rappresentata tanto come la Gertrude “oppressa”, quanto come la “grande peccatrice”. Le crisi di coscienza e le remore morali di Virginia, nella traduzione manzoniana del personaggio della sventurata Gertrude, furono oggetto di straordinarie prove pittoriche da parte di diversi artisti dell’Ottocento: dall’intimo e delicato “ritratto” di Francesco Hayez, allo scomposto sussulto con il quale Mosè Bianchi coglie la Monaca in un’inquietudine mai realmente trattenuta. Indimenticabile personaggio del romanzo, Gertrude è stata poi soggetto privilegiato di alcune tavole delle diverse edizioni del capolavoro manzoniano: in mostra verranno presentati i disegni di Francesco Gonin per l’illustrazione dei Promessi sposi del 1840, conservati alla Biblioteca Nazionale Braidense e gli splendidi disegni di Gaetano Previati provenienti dal Gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco nonché varie prove incise ottocentesche della Raccolta Bertarelli, fino alle proposte degli anni ´60 e ´70 del Novecento di Giorgio De Chirico ed Ernesto Treccani. Chiude il percorso una speciale sezione dedicata alle riduzioni drammaturgiche della vicenda della Monaca di Monza: dal dramma teatrale di Testori, Luchino Visconti realizzò uno spettacolo nel 1967 avente per protagonista Lilla Brignone, destinato a suscitare forti polemiche. Sullo stesso testo, recentemente, la compagnia Teatridithalia ha riproposto il dramma. Lucilla Morlacchi, attrice protagonista ha fermamente creduto nella forza del testo della Monaca di Monza e, in sintonia con lei, il regista Elio De Capitani ha riconosciuto “un testo magmatico e affascinante, pieno di zone opache e squarci luminosissimi”. Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale. .  
   
   
AFRICA? UNA NUOVA STORIA A ROMA, COMPLESSO DEL VITTORIANO  
 
 Milano, 23 novembre 2009 - “Africa? Una nuova storia”: dal 19 novembre 2009 al 17 gennaio 2010 il Complesso del Vittoriano ospita per la prima volta nella capitale una grande mostra che vuole far conoscere l’arte contemporanea africana attraverso 80 opere tra dipinti, sculture, istallazioni, video di 30 artisti di diverse generazioni nati nei Paesi dell’Africa Sub-sahariana. L’esposizione, a cura di André Magnin, è divisa in due sezioni: “La Collezione Pigozzi di Arte Contemporanea Africana” presenta opere provenienti dalla celebre raccolta di Jean Pigozzi, il più importante collezionista di arte contemporanea africana; la sezione “Artistiafricani” è costituita dalle opere di artisti indicati da diverse Ambasciate di Paesi africani. Promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per i Paesi dell’Africa Sub-sahariana, la mostra sarà inaugurata dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi mercoledì 18 novembre alle ore 18. 00 presso il Complesso del Vittoriano. La rassegna è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia. La mostra L’africa, culla di civiltà, è una Terra dalle molte culture. Oggi più che mai essa è fonte di sfide e di opportunità, non solo per via delle sue potenzialità umane, naturali e economiche ma anche per la ricchezza del suo patrimonio culturale. Storia e culture si intrecciano. Le nuove tecnologie e la rivoluzione di internet hanno segnato l’avvio di una nuova era, all’insegna del pensiero senza frontiere. Proprio per dimostrare quanto l’arte africana contemporanea sia vitale e vigorosa è stata realizzata la mostra “Africa? Una nuova storia”, un’esposizione che nasce con lo scopo di contribuire alla conoscenza e alla visibilità di un fenomeno che, per il suo esprimersi secondo esigenze, stimoli e modalità tipiche della nostra contemporaneità, rappresenta un fruttuoso e imprescindibile modello di progresso non solo per l’Africa, ma per tutto l’Occidente. “Opere straordinarie e libere associano Storia, memoria e scambi e partecipano alla scrittura di una nuova Storia. ‘Africa ? Una Nuova Storia’ allarga gli orizzonti geografici dell’arte e rappresenta al tempo stesso un terreno nel quale Europa e Africa sono chiamate a riscoprire le loro radici comuni, per andare insieme incontro al futuro” (A. Magnin). Per dare all’esposizione un quadro il più possibile esaustivo, il percorso espositivo è stato diviso in due sezioni tra loro complementari. La prima“La Collezione Pigozzi di Arte Contemporanea Africana” presenta un’antologia di opere di artisti della più celebre collezione di arte contemporanea africana al mondo. All’interno della sezione sono presentate opere di: Amani Bodo (Repubblica Democratica del Congo), Pierre Bodo (Repubblica Democratica del Congo), Frédéric Bruly Bouabré (Costa d´Avorio), Demba Camara (Costa d´Avorio), Seni Awa Camara (Senegal), Chéri Chérin (Repubblica Democratica del Congo), Calixte Dakpogan (Benin), Efiaimbielo (Madagascar), Gedewon (Etiopia), Romuald Hazoumé (Benin), Bodys Isek Kingelez (Repubblica Democratica del Congo), Samuel Kané Kwei (Ghana), George Lilanga (Tanzania), Esther Mahlangu (Africa del Sud), Abu Bakarr Mansaray (Sierra Leone), Joshua Okoromodeke (Nigeria), Richard Onyango (Kenya), Chéri Samba (Repubblica Democratica del Congo), Pascale Marthine Tayou (Camerun), Pathy Tshindele (Repubblica Democratica del Congo). Gran parte di questi artisti proviene da grandi centri urbani da grandi centri urbani mentre altri vivono in regioni più isolate (Esther Mahlangu, Kwandebele dal Sud Africa, Effiaimbelo, dal profondo sud del Madagascar e Seni Camara, dalla Casamance, in Senegal) dove perpetuano, reinventandole, le loro tradizioni. Questi disegnatori, pittori, scultori, videasti, inventano e realizzano opere che ci proiettano in universi fantasmagorici (Mansaray, Sierra Leone, Dakpogan, Benin), che traggono spunto al contempo dalla realtà quotidiana, da credenze o sogni o aspirano a rivolgersi a un pubblico internazionale (Samba, Kingelez, Hazoumé, Cissé, o anche Konaté). Da Tshindele, il pittore di Kinshasa, che ha ventotto anni, a Bouabre, il disegnatore ivoriano, novantenne, tantissime e diversificare generazioni vengono messe a confronto. L’altra sezione della mostra Artistiafricani” è costituita da opere di artisti scelti in collaborazione con alcune Ambasciate dei Paesi dell’Africa sub-sahariana. Gli artisti indicati dalle Ambasciate nella sezione “Artistiafricani” sono: Chikonzero Chazunguza (Zimbabwe), Soly Cissé (Senegal), Rashid Diab (Sudan), Idrissa Diarra (Costa d’Avorio), Abdoulaye Konaté (Mali), Herman Mbamba (Namibia), Lilian Mary Nabulime (Uganda), Abdul Naguib (Mozambico), Shine Tani (Kenya). La mostra “Africa? Una nuova storia” fa così emergere un quadro completo dell’arte africana contemporanea. Se è vero che oramai si può tranquillamente parlare di arte africana, va precisato tuttavia che questo concetto rappresenta una novità. Non che gli artisti africani abbiano aspettato che l’Europa desse un nome al loro lavoro per seguire il loro impulso creativo. Ma un simile riconoscimento riflette un nuovo atteggiamento dell’arte occidentale, che guarda al mondo con occhi diversi. L’africa, accanto all’India e alla Cina, occupa un posto nuovo sulla scena artistica e nella coscienza dei paesi occidentali. L’esposizione rispetta l’unicità di ciascun artista così come la varietà creativa di un intero continente. Pur operando nel proprio contesto e con la propria identità, gli artisti varcano le frontiere della logica e del mondo. L’arte africana si rivela un mezzo espressivo universale, condiviso da individui di origini diverse, le cui sensibilità si manifestano tuttavia attraverso gli stessi stratagemmi, lo stesso sistema di rappresentazione da un capo all’altro del pianeta. Nelle opere, spesso figurative e colorate, non predomina tanto l’interesse per la tecnica o il riferimento quanto piuttosto una forte volontà di vicinanza con il pubblico, con l’attualità, sia locale sia mondiale. Le opere di questi artisti africani sono state riunite in base alle sfide che rappresentano, alla loro natura, funzione e significato. Gli autori creano il proprio linguaggio, che si richiama a immaginari prospettici, spostando i confini conosciuti dell’arte tradizionale. Essi sono riusciti a fondere sapientemente, ciascuno nel proprio ambito, il carattere individuale delle creazioni e quello collettivo della percezione delle loro opere. “Africa? Una nuova storia” vuole proprio dimostrare come l’arte attinga la sua linfa vitale da questa molteplicità di relazioni che scorrono in ogni direzione. .  
   
   
“LA ROTTA DELLE INDIE, LE GRANDI ESPLORAZIONI DAL ‘400 AL ‘700” AL PALAZZO DI VETRO DI PORCARI (LU) UNA GRANDE MOSTRA SULLE ESPLORAZIONI ALLA SCOPERTA DEL MONDO  
 
Milano, 23 novembre 2009 - Una mostra sulle esplorazioni alla scoperta del mondo. E’ la prossima iniziativa culturale della Fondazione Giuseppe Lazzareschi (Porcari – Lu) unica nel suo genere in Italia, per completezza del materiale esposto, che sarà organizzata nella sede della Fondazione dal 22 novembre 2009 al 28 febbraio 2010. Le grandi esplorazioni via mare e via terra saranno assolute protagoniste di un’esposizione affascinante e piena di mistero che prenderà il nome “La rotta delle Indie, le grandi esplorazioni dal ‘400 al ‘700”, un viaggio tra leggenda e realtà per svelare i segreti che per millenni hanno avvolto lo spazio terrestre. Racconteremo come in breve tempo le scoperte dei nuovi mondi dettero origine alla più straordinaria trasformazione scientifica, culturale e sociale mai conosciuta. Tra il ‘400 e il ‘700, il desiderio di scoprire nuove terre al di fuori dell’Europa, favorì un incremento senza precedenti nella conoscenza del nostro pianeta portando nuove ricchezze, nuovi prodotti, nuove possibilità e nuovi problemi, nuovi modi di pensare, ma anche favorendo la creazione di nuove nazioni. La mostra cerca di analizzare il fenomeno delle grandi scoperte geografiche dando ampio spazio alle figure dei singoli navigatori, come Vasco de Gama, Cristoforo Colombo, Ferdinando Magellano, James Cook, che ebbero un ruolo determinante nel favorire la scomparsa di vecchi miti e nel trovare nuove terre, nuovi passaggi e nuovi mari. L’esposizione, che si articola su tre piani, parte dal Medioevo e da Marco Polo per arrivare fino alle spedizioni di James Cook nel Pacifico, che fecero giustizia del mito della Terra Australis Incognita e diedero un contorno definitivo al quinto continente, passando attraverso la grandiosa impresa colombiana, la prima circumnavigazione del globo di Magellano, che ne dimostrò definitivamente la sfericità. Saranno esposti strumenti astronomici, nautici, geodetici e topografici e armi di ogni genere, per illustrare quali manufatti gli europei portarono con sé nelle loro spedizioni, allo scopo di orientarsi in terre e mari sconosciuti, prendere nota delle posizioni dei punti di riferimento, mappare le coste, riconoscere le stelle e i pianeti come indicatori per determinare le coordinate geografiche e, dall’altro versante, per difendere le scoperte appena effettuate, proteggere gli insediamenti stabiliti, iniziare la penetrazione nell’entroterra. Saranno inoltre descritti i risultati delle grandi scoperte geografiche in termini di progresso scientifico, attraverso l’esposizione delle piante e degli animali esotici che per la prima volta gli europei videro nei loro viaggi. Interessante, a tal proposito, lo spazio dedicato alle preziose spezie importate dai nuovi mondi, che ancora oggi arricchiscono i nostri piatti. L’esposizione, curata dal professore Aldo Caterino di Genova, esperto in materia, prevede anche l’utilizzo di supporti audio-video e sarà arricchita da un catalogo illustrato a colori. In calendario, per la durata della mostra, incontri a ingresso libero sui temi dell’esposizione. Tra gli ospiti, il fitoterapeuta Ciro Vestita e Beppe Bigazzi, esperto di gastronomia, che ci parleranno delle qualità terapeutiche e gastronomiche delle spezie. Altri incontri riguarderanno gli strumenti nautici e i viaggi. .  
   
   
AL MUSEO DELLA PERMANENTE DI MILANO FRANCO GENTILINI NEL CENTENARIO DELLA NASCITA  
 
Milano, 23 novembre 2009 - “Amo il mio mestiere di pittore e perciò sono fedele alla mia vocazione. Dipingo da quando ero ragazzo e me la sento addosso come un vestito cucito sulla mia pelle. Per quanto riguarda la coerenza della mia pittura, dico che ci giro intorno come un innamorato e anche quando cerco nuovi temi, essi finiscono sempre col diventare variazioni di quell’unico tema che è il rapporto umano tra le cose e le creature” (F. Gentilini) In occasione del centenario della nascita del pittore Franco Gentilini (Faenza 1909 – Roma 1981), la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano con il patrocinio di Provincia di Milano, Regione Lombardia e Comune di Milano è lieta di presentare dal 12 novembre 2009 al 10 gennaio 2010 la più importante e completa antologica dedicata all’artista faentino, considerato fra i maggiori protagonisti della cultura del Xx secolo. L’esposizione, curata da Maria Teresa Benedetti, presenta più di 100 opere fra dipinti, disegni e collages, oltre a una raccolta di scritti, illustrazioni e fotografie: viene ripercorsa l’intera crescita pittorica dell’artista, che si compie nel nome della poesia essendo Gentilini strettamente legato a figure come Dino Campana, Giuseppe Ungaretti, Raffaele Carrieri, Biagio Marin, Pablo Neruda, Italo Calvino, Vittorio Sereni, Giorgio Baffo, Romeo Lucchese, Alfonso Gatto, Cesare Vivaldi. L’universo artistico di Gentilini si forma nel contesto della cultura italiana tra la seconda guerra mondiale e il dopoguerra. Il suo è un mondo fatto di memoria, e in lui è costante il bisogno di crearsi una realtà su misura, confrontandola e dividendola sempre con la sua cultura, la sua terra. L´artista mette a punto la sua nota tecnica fatta di un felice connubio tra pittura e disegno con un fondo preparatorio con sabbia di fiume, per cercare di simulare l’affresco. Gentilini è l´artista della joie de vivre, anche se quella gioia è oscurata dalla perdita di un mondo frantumato dalla guerra e dalla premonizione della nascente società di massa da cui tiene le dovute distanze. I temi delle sue opere sono i giocolieri, i suonatori di strada, le donne caratterizzate da stivaletti con tacchi a rocchetto, i muri di città, le biciclette, i carretti e gli animali; ma un capitolo a parte meritano soprattutto le tipiche Cattedrali (a partire da quella di Faenza, sua terra di origine), i Battisteri, i ponti, le città. Amato dagli scrittori e definito “l’architetto dei sogni” per la sua intensa passione per l’architettura, lui stesso amava ripetere che se non avesse fatto il pittore gli sarebbe piaciuto diventare costruttore di città. Una sentimento che lo ha accompagnato per tutta la vita e che si è tradotto in una serie infinta di disegni e dipinti raffiguranti scorci di città ma soprattutto cattedrali e battisteri. Nell’affrontare le immagini delle città, delle cattedrali e dei ponti, Franco Gentilini ribalta ogni logica e rilegge il rigido rapporto fra spazio e strutture architettoniche attraverso un’urgenza espressiva testimoniata da “dispetti prospettici” che generano immagini del tutto inedite. Nascono così opere come La basilica di San Pietro con il colonnato che si impenna in un’ellisse improbabile, o ancora Ponte Sant’angelo, in cui la curva del Tevere si contrae scardinando ogni centralità dell’immagine. Sue sono le acqueforti e le litografie dedicate allo scritto Le chiese di Gentilinia di Dino Buzzati, citta´ ideale tutta sogno e poesia, con 756 abitanti, nessun prete ma un gran numero di chiese, battisteri e cattedrali, puntualmente reinventate da Gentilini. In lui ogni logica prospettica viene ribaltata, e avviene una trasfigurazione personalissima della città e delle architetture che la compongono. Le sue cattedrali hanno poche concordanze con la realtà, perché vengono ricostruite con la memoria di altre chiese. Le sue città perdono di “aderenza” con il suolo, perché anch’esse rievocate e trasformate nella sua mente; metropoli ricche di umanità spesso assimilabile alle strutture decomposte degli stessi spazi urbani. Gentilini disegna e dipinge con un suo linguaggio figurativo e una sua personale interpretazione della struttura spaziale e prospettica, partendo da un disegno tracciato vigorosamente. Franco Gentilini nacque a Faenza il 4 agosto 1909 e come gran parte dei ragazzi faentini di allora cominciò a dipingere decorando ceramiche, nel mito di Domenico Baccarini, anche lui figlio di calzolaio e lavorante in una fabbrica di ceramiche. Quindi i primi disegni e i primi dipinti: paesaggi della campagna vicina, piena di olmi verdi, orti e viali d’inverno, e dopo qualche tempo ritratti e bei nudi, tra Giovanni Romagnoli e un Ottocento impressionista. Gli otto periodi in cui si può dividere la sua pittura iniziano con i precoci esordi faentini - è del 1923 il suo primo dipinto a soli quattordici anni, e proseguono negli anni Trenta con opere realizzate in autonoma sintonia con le varie declinazioni della Scuola Romana (Giovani in riva al mare, 1934), e la partecipazione a numerosi Premi (primo al Premio Rubicone 1934). Nel 1930 la Xvii Biennale di Venezia ammette un suo dipinto e due anni dopo Gentilini si trasferisce definitivamente a Roma, città che per lui significa soprattutto l´ambiente letterario e poetico dello storico Caffè Aragno, dove conosce e frequenta artisti e letterati, da Giuseppe Ungaretti a Libero de Libero, da Italo Calvino a Leonardo Sinisgalli, da Corrado Cagli a Renato Mucci, e Enrico Falqui, avviando con loro lunghe collaborazioni nell´illustrazione di testi e poesie per riviste come Quadrivio, la Fiera Letteraria, Primato, ecc. In questi anni la sua arte passa dalla realizzazione di opere pubbliche su commissione ad opere su cavalletto (ritratti, modelle) oltre a composizioni ispirate alle feste campestri. Il periodo che va dal 1933 al 1952, a racchiudere tre distinte fasi artistiche, sono caratterizzati dall’intensa esperienza romana, dalla metafisica, ai grandi maestri della pittura del Xx Secolo come Picasso e Ensor, al caricaturista Honoré Daumier, e ancora Sironi e Carrà. In mostra sono esposti inoltre singolari dipinti del periodo espressionista, realizzati a cavallo degli anni della guerra, testimonianza ironica e grottesca del particolare momento storico, come La camera incantata del 1945 (coll. Camera dei Deputati). Di questi anni i quadri di una Roma stravolta nei suoi ponti, piazze famose arrischiate in perimetri sbilenchi, periferie desolate. Inoltre, alcune originali interpretazioni di paesaggi e monumenti romani, come La Basilica di San Pietro, 1948 (Collezioni Vaticane), L’esquilino e Suonatori ambulanti dinanzi a S. Maria Maggiore, entrambi del 1950. Nel ventennio 1953 - 1972 compaiono i temi fondamentali e più preziosi del suo itinerario creativo: banchetti, celebri cattedrali, nudi femminili, paesaggi, i ponti di New York, nature morte, composizioni con figure, che costituiscono un apporto insostituibile allo sviluppo dell’arte del secolo appena trascorso. Dal Banchetto del 1952, della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, alle Cattedrali chiara e scura di Ferrara del 1956, alle Nature morte di suggestione cubista, ai Nudi e Ritratti femminili come Le amiche (1967) della collezione dell’Accademia Nazionale di San Luca di Roma, alle composizioni con grandi figure quali Adamo ed Eva (n. 2), 1972, della Collezione C. S. A. C di Parma. Dalla metà degli Anni Cinquanta le sue figure e composizioni convergono verso l´essenzialità geometrica, assumendo quasi una bidimensionalità piena di effetti cromatici e ritmici del colore. La pittura di Gentilini si aggancia alla tradizione popolare, riabilitando l´aspetto grafico della pittura. Importante è in lui la personale ricerca materica, definita dall’uso di superfici sabbiate e di forme insolitamente sintetiche, che uniscono in modo estroso e fecondo elementi assunti dalle avanguardie storiche a memorie di affreschi e mosaici bizantini e medioevali della terra d’origine. L’ultimo decennio vede rinascere, insieme ad un cromatismo più libero e acceso, un ritorno sempre inventivo a un linguaggio ispirato a forme più naturalistiche, ancora una volta alla luce di un occhio eccentrico e sorprendente. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira e contenente testi critici di Maria Teresa Benedetti, Claudio Strinati, Elena Pontiggia e Laura Turco Liveri. .  
   
   
GOLF - EDOARDO MOLINARI HA VINTO IL DUNLOP PHOENIX IN GIAPPONE A DUBAI LEE WESTWOOD TRAVOLGENTE, 30° FRANCESCO MOLINARI  
 
Roma, 23 novembre 2009 - Edoardo Molinari ha vinto con 271 colpi (70 66 69 66) il Dunlop Phoenix, una delle gare più prestigiose e importanti del Japan Tour disputata al Phoenix Country Club (par 71) di Miyazaki in Giappone. Il torinese ha battuto con un birdie alla seconda buca di spareggio lo svedese Robert Karlsson (271 - 70 68 68 65) con il quale aveva terminato alla pari il torneo. Entrambi hanno dato spettacolo con un giro finale ad altissimo livello mettendo rapidamente fuori gioco gli altri pretendenti al successo. Molinari (parziale di 66) ha subito allungato il passo con un birdie alla buca 2, ma Karlsson (65 di giornata) ha cambiato marcia dalla 5ª e con cinque birdie in sei buche è passato a condurre con due colpi di vantaggio. A quel punto il torinese, che aveva contenuto parzialmente il ritmo dell’avversario con un birdie alla 9ª, ne ha messi a segno altri due (11ª e 13ª) ristabilendo l’equilibrio. Karlsson, però, è tornato avanti alla 14ª, ma ancora una volta l’azzurro non gli ha lasciato spazio con il suo quinto birdie alla 15ª. La parità si è mantenuta fino al termine, poi il play off favorevole a Molinari alla seconda buca supplementare, dopo il par di entrambi i contendenti nella prima. Si sono classificati al terzo posto con 277 Hirofumi Miyase e l’irlandese Shane Lowry, al quinto con 278 il neozelandese Eddie Lee e Tadahiro Takayama e al settimo con 279 sei concorrenti tra i quali Shigeki Maruyama. Al 28° con 285 il thailandese Prayad Marksaeng, campione uscente, e al 31° con 286 il fijano Vijay Singh. In campo tutti i migliori giocatori del circuito nipponico. “La gara - ha detto Edoardo Molinari - è stata organizzata benissimo. Il percorso è molto bello, stretto, lungo, con green velocissimi, simili a quelli che si trovano in America. Stavo giocando bene e quindi prima di partire ero convinto di poter fare un buon risultato, ma non mi aspettavo di vincere. Durante il playoff ero molto tranquillo. Alla prima buca abbiamo avuto entrambi la palla per il birdie a cinque metri dalla buca, ma abbiamo effettuato due brutti putt, prima Karlsson e poi io. Nella seconda io, dopo il secondo colpo, avevo la palla in bunker vicino alla bandiera, mentre Robert dopo aver sbagliato il drive è dovuto ricorrere a un lay up a circa 80 metri dal green. Da lì è andato lungo di sei metri con l’approccio e non ha messo a segno il difficile putt in discesa. Io invece dal bunker ho piazzato la palla a un metro e mezzo dall’asta e ho imbucato per vincere. Sono molto contento di questo successo perché ho battuto il numero uno europeo dell’anno scorso, giocandoci insieme e soprattutto perché oggi era veramente in piena forma. Questa vittoria e i risultati ottenuti durante l’intera la stagione sono il premio per tutti i sacrifici e il lavoro che ho fatto quest’inverno. E spero che tutto ciò sia solo l’inizio. Ora mi sono avvicinato ancora di più al 50° posto nel World Ranking, ma l’obiettivo è di entrare tra i top 50 per poter giocare tutte le gare più importanti” Molinari, che ha ricevuto un assegno di circa 300. 000 euro, ha ottenuto il sesto successo in carriera, quarto stagionale di un anno straordinario per lui (che si è imposto anche nella money list del Challenge Tour) e per il golf italiano. Infatti è la vittoria n. 25 nel 2009 dei giocatori azzurri in campo internazionale: 15 con i professionisti e 10 con i dilettanti. Edoardo Molinari è nato a Torino l’11 febbraio 1981. E’ passato di categoria il 24 luglio 2006 dopo la conclusione dell´Open Championship, che aveva disputato per il secondo anno consecutivo. E’ stato per molti anni la colonna portante della squadra nazionale italiana. Tra le sue vittorie da dilettante, quattro Campionati Nazionali Foursomes (nel 1999 e 2000 con Massimiliano Secci, nel 2002 e 2004 con il fratello Francesco), tre campionati a squadre serie A1 con il Circolo Golf Torino (2000, 2001, 2004), il Campionato Nazionale Match Play (2001) e i Campionati Internazionali di Turchia (2003). Nel 2005 ha vinto la prequalifica per partecipare all’Open Championship, quindi si è classificato al 60° posto nel major acquisendo la “bronze medal”. Il 28 agosto dello stesso anno si è imposto nel prestigioso l’U. S. Amateur battendo in finale per 4/3 lo statunitense Dillon Dougherty sul percorso del Merion Gc di Ardmore. A quel punto ha cambiato i suoi piani. Avrebbe dovuto passare professionista a fine stagione, ma la possibilità di poter disputare tre major (Masters, U. S. Open, Open Championship) ha fatto slittare la decisione di circa sette mesi. Nel 2007 si è imposto in due gare del Challenge Tour (Colombia Masters e Kenya Open), poi è stato fermato da una tendinite al polso, ma a fine anno ha ottenuto la ‘carta’ per l’European Tour (16° nell’ordine di merito). Nel 2008 aveva iniziato bene la stagione nel circuito continentale (15° nel South African Open, 17° nell’Open d’Italia), ma successivamente ha perso smalto e ‘carta’ che non è riuscito a riconquistare alla Qualifying School. Nel 2009 ha fatto annata piena nel Challenge Tour, dove è stato l’autentico dominatore. Ha vinto tre tornei (Piemonte Open, Kazakhstan Open, Roma Golf Federation Cup) e ha conseguito quattro secondi posti e altri cinque piazzamenti tra i primi dieci in 19 tornei. Negli ultimi sei, in particolare, non è mai andato oltre il settimo posto. Si è imposto nella money list con un guadagno di 242. 980, quasi il doppio del secondo classificato, il portoghese José Filipe Lima (E 134. 622). Ha disputato anche sei tornei nell’European Tour con migliori risultati il 14° posto nell’European Masters e il 17° nell’Open d’Italia. European Tour: A Dubai Trionfa Lee Westwood, 30° Francesco Molinari - L’inglese Lee Westwood è stato l’indiscusso protagonista del Dubai World Championship, ultima gara stagionale dell’European Tour disputata sull´Earth Course dello Jumeirah Golf Estates a Dubai. Il 36enne di Worksop, infatti, ha conseguito un doppio successo: ha dominato la gara, imponendosi con 265 colpi (66 69 66 64) sei di vantaggio sul connazionale Ross Mcgowan (271 - 71 66 66 68), e ha vinto l’ordine di merito sorpassando in dirittura d’arrivo l’irlandese Rory Mcilroy, al quale non è bastato il terzo posto (273 - 68 69 69 67) per mantenere la leadership. In 30ª posizione Francesco Molinari (285 - 72 68 71 74), dopo un turno molto travagliato in cui ha segnato quattro bogey consecutivi, a partire dalla sesta buca, quattro birdie nelle successive sei, per poi perdere tutti i benefici della prodezza con altri due errori (16ª e 17ª). Non è riuscito a entrare tra i primi dieci della money list, come nelle sue aspirazioni, ma è rimasto tra i quindici (14° con 1. 505. 010 euro) che vuol dire essere nell’élite mondiale. Nelle parti alte della graduatoria l’irlandese Padraig Harrington e l’australiano Geoff Ogilvy, quarti con 274, lo svedese Alexander Noren, sesto con 275, lo spagnolo Sergio Garcia e l’australiano Adam Scott, settimi con 276. Ha ceduto il colombiano Camilo Villegas, 16° con 281 dopo un buon avvio, e hanno deluso il tedesco Martin Kaymer, 37° con 286, e l’inglese Ross Fisher, 42° con 287, che erano gli altri due giocatori in corsa per il successo nell’ordine di merito. Westwood ha ottenuto la seconda vittoria stagionale e la 20ª nel circuito continentale. Ha conquistato anche undici titoli in giro per il mondo e ha disputato sei Ryder Cup con la formazione europea (vincente in quattro occasioni). Era stato il miglior giocatore del tour anche nel 2000, anno in cui aveva spezzato l’egemonia dello scozzese Colin Montgomerie, che si era imposto per sette volte consecutive nell’ordine di merito a partire dal 1993. Al torneo sono stati ammessi i primi 60 classificati della money list, ma sono scesi in campo 58 giocatori per le defezioni dello statunitense Anthony Kim e dell´inglese Paul Casey. Il montepremi era di 4. 995. 642 milioni di euro dei quali 830. 675 sono andati a Westwood. Nell’ordine di merito l’inglese (E 4. 237. 762) ha preceduto Mcilroy (E 3. 610. 020), Kaymer (E 2. 864. 342) e Fisher (E 2. 531. 183) Lpga Tour: Tutto Fermo Per Maltempo - Sempre il maltempo protagonista nel Tour Championship, gara finale della stagione 2009 del Lpga Tour che si sta svolgendo all’Houstonian G&cc (par 72) di Houston nel Texas: dopo la sospensione nella seconda giornata, infatti, non si è potuto giocare nella terza. E’ al comando la messicana Lorena Ochoa (66 colpi), davanti a Reilley Rankin (67) e a Taylor Leon (68), trio che ha disputato solo un giro. La metà delle concorrenti ha iniziato il secondo: tra costoro anche Giulia Sergas che ha giocato 11 buche e che ora sarà chiamata nelle rimanenti sette a evitare il taglio. Infatti la triestina è scesa dal 29° al 61° posto con un totale di “+2” dopo aver segnato due birdie e quattro bogey, di cui tre sugli ultimi quattro green. Si sono ritirate Michelle Wie, Candie Kung, Seon Hwa Lee e Silvia Cavalleri, che aveva terminato la prima frazione al 120° posto con 81. Il torneo prevede due tagli: dopo 36 buche rimarranno in gara le prime 70 proettes classificate, che si ridurranno a 30 al termine del terzo giro. Sarà il maltempo, però, a decidere come effettivamente si svolgerà. Il montepremi è di 1. 500. 000 dollari. Stage 2 Qualifying School: Italiani In Risalita - Nella seconda giornata dello Stage 2 della Qualifying School dell´European Tour, che si sta svolgendo su quattro percorsi spagnoli con la partecipazione di 304 concorrenti, i giocatori italiani hanno operato una buona rimonta e almeno otto, degli undici partenti, sono in corsa per la qualifica. Sul tracciato dell’Hacienda Del Alamo a Murcia (76 partecipanti, 19 promossi) Federico Colombo (141 - 72 69) è salito dal 32° al 16° posto, mentre è sceso dal settimo al 23° Andrea Maestroni (142 - 69 73). Nuovo leader è lo statunitense Ryan Blaum (133 - 68 65), che precede di tre colpi il tedesco Stephan Gross jr e il danese Thorbjorn Olesen. Gli altri tre campi si trovano nella zona di Jerez. All’arcos Garden (19 ammessi su 77) Michele Reale, 20° con 143 (71 72), ha guadagnato sette posizioni, mentre è praticamente fuori gioco il dilettante Nicolò Ravano, 75° con 155. (79 76). In vetta il sudafricano Michiel Bothma (133 - 68 65) seguito dallo spagnolo Santiago Luna (135). Allo Sherry Golf (18 qualificati su 75) non sembra avere più chances Andrea Perrino, 68° con 151 (72 79). E’ passato a condurre lo spagnolo Eduardo de la Riva (136 - 68 68), tallonato dall’inglese Phillip Archer (137). Al Costa Ballena Club de Golf (18 ammessi su 76), dove sono in campo gli altri sei italiani, il dilettante Nino Bertasio con un ottimo 68 e lo score di 138 (70 68) è passato dal 25° al 10° posto. Al 19° con 139 Marco Soffietti (72 69), al 41° con 142 Gregory Molteni (75 67), al 47° con 143 Alessio Bruschi (70 73) e Andrea Zanini (74 69) e al 66° con 148 l’amateur Joon Kim (74 74). Coppia al vertice con 133 composta dal francese Edouard Dubois (66 67) e dall’inglese James Ruth (66 67). Al terzo posto con 135 gli iberici Alvaro Verlasco e Jesus Maria Arruti, alla 21ª presenza consecutiva alla Qualifying School. La finale è in programma sempre in Spagna, al Pga Golf de Catalunya nei pressi di Girona in Costa Brava, dal 28 novembre al 3 dicembre. Al termine dei sei giri avranno la categoria 11b per l´European Tour i primi 30 in graduatoria. .