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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 20 Maggio 2010 |
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IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA IL REGOLAMENTO UE PER FACILITARE LA DONAZIONE E IL TRAPIANTO DI ORGANI |
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Strasburgo, 20 maggio 2010 - I tempi di attesa per un donatore dovrebbero accorciarsi, ora che il Parlamento ha approvato la proposta di direttiva sugli standard di qualità e sicurezza degli organi destinati al trapianto. La direttiva copre tutti gli stadi della catena, dalla donazione al trapianto, e sostiene la cooperazione tra gli Stati membri. I deputati hanno anche adottato una risoluzione sul Piano d´azione per la donazione di organi. Negli ultimi 50 anni, il trapianto di organi è diventato pratica comune in tutto il mondo e, in certi casi, rappresenta la sola cura possibile. Tuttavia, i tempi di attesa rimangono lunghi - in questo momento ci sono circa 60.000 pazienti in lista d´attesa nell´Unione - e ogni giorno 12 persone muoiono mentre aspettano di ricevere la donazione. Regole comuni sulla sicurezza e la qualità, valide in tutta l´Ue, faciliterebbero la donazione di organi, il trapianto e lo scambio fra Stati membri, come propone la relazione di Miroslav Mikolášik (Ppe, Sk). Il compromesso raggiunto con il Consiglio è stato approvato con 643 voti a favore, 16 contrari e 8 astensioni. Garantire qualità e sicurezza - Un primo passo importante per facilitare la donazione d´organi è la designazione, in ogni Stato membro, di un´autorità competente, responsabile per gli standard di qualità e sicurezza degli organi umani destinati al trapianto. Questa autorità avrà il compito di stabilire le norme da rispettare in tutti gli stadi del procedimento, dalla donazione al trapianto, sulla base dei criteri approvati a livello europeo. Gli Stati membri avranno inoltre la facoltà di imporre criteri più severi di quelli dell´Unione. L´autorità approverà le organizzazioni per l´approvvigionamento di organi e i centri di trapianto, allestirà un sistema di gestione e relazione per le reazioni avverse, raccoglierà i dati sui trapianti effettuati e supervisionerà gli scambi di organi tra gli Stati membri e i paesi terzi. La tracciabilità dal donatore al paziente e viceversa sarà parte del sistema, mentre saranno comunque assicurate la riservatezza e la sicurezza dei dati. La direttiva stabilisce anche il quantitativo minimo di dati che dev´essere raccolto come regola per ogni donazione, ma saranno possibili eccezioni se la valutazione rischi-benefici mostrerà che i primi vengono superati dai secondi. La direttiva chiede anche agli Stati membri di assicurarsi che il personale coinvolto sia adeguatamente qualificato o formato e competente. I donatori viventi e la lotta contro il traffico di organi - Per i deputati, gli Stati membri devono assicurare la protezione più ampia possibile ai donatori viventi. La donazione di organi deve essere "volontaria e non remunerata", ma il principio di non remunerazione non deve ostacolare i donatori viventi dal ricevere una compensazione per un´eventuale perdita di denaro dovuta alla donazione. Gli Stati membri dovranno inoltre vietare qualsiasi pubblicizzazione della necessità o della disponibilità di organi a scopo di lucro. Cooperazione tra gli Stati membri Per facilitare la cooperazione, la Commissione costituirà un network di autorità competenti e stabilirà le procedure per lo scambio di informazioni tra gli Stati membri. Questi ultimi potranno anche stabilire accordi con le organizzazioni europee per lo scambio di organi e delegare a tali enti alcuni compiti relativi allo scambio di organi. I prossimi passi - Dopo la sua entrata in vigore, gli Stati membri avranno due anni di tempo per trasporre la direttiva nella legislazione nazionale. Piano di azione per la donazione e il trapianto di organi (2009-2015) - In un´altra risoluzione, presentata da Andres Perello Rodriguez (S&d, Es), e approvata a maggioranza, i deputati accolgono con favore il Piano di azione per la donazione e il trapianto di organi della Commissione e sottolineano che la designazione di coordinatori per i trapianti in ogni ospedale, insieme allo scambio di informazioni tra di essi, aiuterebbe i paesi con una scarsa disponibilità di organi a migliorare il tasso di donazione. I deputati esortano gli Stati membri a invitare i cittadini a iscriversi nel registro dei donatori quando richiedono il passaporto o la patente di guida, e a includere nella carta d´identità e negli altri documenti una nota che li identifichi come donatori di organi. Gli Stati membri dovrebbero anche permettere l´iscrizione online al registro dei donatori e i deputati invitano la Commissione a creare un sistema che permetta che i desideri dei cittadini siano presi in considerazione nel maggior numero possibile di Stati membri. |
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MORTE SANGUINETI: “PER L’ATTO CHIRURGICO IL TERMINE ‘OMICIDIO COLPOSO’ NON E’ PIU’ CONCEPIBILE” |
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Roma, 20 maggio 2010 – “Il fatto che il decesso di Edoardo Sanguineti, accaduto in una sala operatoria italiana e al termine di un intervento, configuri, ‘ovviamente e come atto dovuto’, l’ipotesi di un omicidio colposo, non è più concepibile e non è assolutamente più tollerabile che per un atto chirurgico si usi il termine omicidio colposo”. E’ questa la dichiarazione del prof. Pietro Forestieri, Presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi (Cic) sul caso della morte del poeta ligure. “L’assetto normativo è assolutamente insufficiente per la tutela della professione del chirurgo, la cui responsabilità, civile e penale, andrebbe completamente rivista, tenendo presente la complessità, la specificità e l’adeguatezza sociale dell’atto chirurgico. Solo recentemente, dalle Sezioni unite penali, è stato affermato il principio che l’atto chirurgico in sé non costituisce un atto lesivo ma che è finalizzato a scopi terapeutici. Dobbiamo premettere e non dimenticare mai – continua Forestieri - che ogni intervento chirurgico comporta complicanze generiche, specifiche e mortalità in percentuali note, riportate dalla letteratura internazionale e che sono puntualmente illustrate al paziente e/o ai familiari. Nella fattispecie, pur non conoscendo nel dettaglio il caso specifico di Edoardo Sanguineti, posso affermare, senza tema di smentita, che si trattava di un caso ad elevatissima mortalità (anche ben oltre il 50%). Può sembrare paradossale e provocatorio, ma non lo è: in casi analoghi in alcuni Paesi si pone addirittura in discussione l’intervento in sé, mentre in Italia è invece ovvio e naturale parlare non già di complicanze legate al paziente ed alla malattia, non già di mortalità legata al paziente, alla malattia ed all’urgenza, ma di malasanità e di omicidio colposo. Questa situazione – conclude Forestieri - è diventata insostenibile e non più tollerabile. Il Collegio Italiano dei Chirurghi rinnova la propria disponibilità a collaborare con i Ministeri interessati per la risoluzione di una grave problematica che non colpisce una categoria professionale ma che comporta, invece, un grave danno sociale, diretto e indiretto”. |
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GIORNATA SOLLIEVO 2010 |
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Bologna, 20 maggio 2010 – Diffondere la cultura e le terapie di lotta al dolore. Con questo obiettivo si svolge domenica 30 maggio la Giornata del sollievo, promossa dal Ministero della salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dalla Fondazione nazionale “Gigi Ghirotti”. Un depliant e un righello per la misurazione del dolore da usare in ogni luogo di cura, un convegno il 20 maggio a Bologna per fare il punto sulla rete regionale per la lotta al dolore, iniziative delle Aziende sanitarie e delle associazioni di volontariato sono le modalità con cui l’Emilia-romagna aderisce alla Giornata, che ha il suo culmine domenica 30 maggio, ma che comprende eventi che si protraggono fino a giugno. Il depliant, dal titolo “Valutiamo insieme il dolore”, contiene il righello in cartone plastificato che riporta la scala numerica rivolta agli adulti (Nrs, Numerican Rating Scale) e la scala pediatrica (Fps, Facies Pain Scale). Questo strumento è messo a disposizione di medici e pediatri di famiglia e del personale sanitario impegnato in ospedale, in day hospital, in hospice e negli altri luoghi di cura. Il risultato della misurazione del dolore è registrato nella cartella clinica dell’ammalato, come ogni altro dato clinico di interesse. L’iniziativa sostiene inoltre l’applicazione della legge “Disposizioni per garantire l´accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” (legge 38/2010, approvata dal Parlamento lo scorso marzo), che rende obbligatoria la misurazione del dolore e la sua registrazione nella cartella clinica del paziente. Durante il convegno, che si tiene all’Auditorium della Regione Emilia-romagna (Viale Aldo Moro, 18) il 20 maggio con inizio alle 9, vengono presentati i risultati dell´indagine sul dolore percepito in ospedale, realizzata lo scorso anno con il coinvolgimento dei Comitati "Ospedale-territorio senza dolore" e con il contributo del volontariato; la tavola rotonda in programma nel pomeriggio offre l´opportunità per un confronto aperto sul tema del dolore, per condividere esperienze e strumenti di lavoro nel percorso di umanizzazione delle cure. Convegni e conferenze, stand informativi negli ospedali e nei luoghi di aggregazione, iniziative musicali, proiezione di film, mostre, aste di beneficenza, corsi di formazione per gli operatori sanitari sono organizzati fino a giugno inoltrato dalle Aziende sanitarie, dai Comuni, dalle associazioni di volontariato (Associazione nazionale tumori, Lega italiana per la lotta ai tumori, Istituto oncologico romagnolo, Fondazione Seragnoli, Associazione assistenza domiciliare pazienti oncologici, Amici di Isal, Associazione italiana contro le leucemie, Curare il dolore, Associazione genitori ematologia oncologia pediatrica, Insieme per il dolore). Per ulteriori informazioni, consultare il portale web del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-romagna: www.Saluter.it/ |
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IL TUMORE CEREBRALE NEL BAMBINO: COME PARLARNE UN PROGETTO DEL MEDEA TRA I PREMIATI DALLA FONDAZIONE BERLUCCHI PER LA RICERCA SUL CANCRO |
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Bosisio Parini 20 maggio 2010 - Per i bambini con tumore cerebrale, oltre ai fattori clinici e psicologici, riveste una grande importanza anche la qualità della comunicazione sulla malattia. Come è emerso da un recente studio dell´Irccs Medea - La Nostra Famiglia, c´è infatti una correlazione tra il tipo di comunicazione fatta ai bambini circa la loro patologia e i problemi psicologici che possono presentarsi dopo l´intervento chirurgico e la terapia. Per tale motivo, l´Unità di Riabilitazione Neoroncologica Infantile del Medea, guidata dalla Dottoressa Geraldina Poggi, ha avviato il progetto di ricerca "Il tumore cerebrale nel bambino: un supporto alla comunicazione genitori-bambino riguardo alla malattia", che si svolgerà in collaborazione con l´Istituto dei Tumori di Milano. Lo studio è tra i cinque progetti premiati - tra le oltre 160 proposte pervenute - dalla Fondazione Berlucchi nella ricorrenza del suo decennale. L´obiettivo della ricerca è realizzare e testare uno strumento di supporto alla comunicazione, all´interno del quale i genitori possano trovare indicazioni e suggerimenti differenziati per le diverse fasce d´età del bambino. Verrà redatto un piccolo volume che, innanzitutto, sensibilizzi i genitori e le figure familiari di riferimento sull´importanza della comunicazione relativa alla malattia. In esso il bambino potrà trovare informazioni esaustive, veritiere, coerenti, personalizzate sulla sua patologia, sul decorso, sui trattamenti oncologici, farmacologici e riabilitativi: il tutto proposto in un linguaggio comprensibile e adeguato alla sua età e alle sue capacità cognitive. "Vogliamo coinvolgere il bimbo nella gestione della sua malattia - sottolinea la psicologa dell´Unità Annarita Adduci - aiutandolo a controllare la situazione e consentendogli di contenere il disagio con cui affronta l´iter ospedaliero, oncologico e riabilitativo". Il libretto verrà consegnato a tutti i genitori dei bambini con diagnosi di tumore cerebrale ricoverati presso l´oncologia pediatrica dell´Isituto dei Tumori di Milano. Al termine del percorso oncologico questi pazienti vengono convenzionalmente inviati presso l´Unità di Riabilitazione Neuroncologica infantile dell´Irccs Medea di Bosisio Parini, per effettuare valutazioni cliniche e funzionali multidisciplinari. All´interno della valutazione psicologica, al termine delle cure, sarà testata l´efficacia del vademecum: verrà fatto un confronto con 64 bambini di uno studio precedentemente svolto che sono stati valutati con gli stessi strumenti e che non hanno potuto usufruire di tale ausilio. Il confronto permetterà di definire l´utilità del progetto e costituirà un´indicazione preziosa per la sua adozione come strumento di prevenzione del disagio psicologico del bambino con tumore cerebrale. |
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FRATTURE VERTEBRALI DA TRAUMA: UN PALLONCINO PER ALLEVIARE I DOLORI E RIDURRE I TEMPI DI RECUPERO |
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Napoli, 20 maggio 2010 – Asse e sostegno del corpo: questa la funzione della colonna vertebrale. A volte, però, un evento traumatico, ad esempio, mentre si pratica uno sport, si guida o un banale incidente domestico, può mettere a rischio la solidità di questa importante struttura, provocando un’instabilità vertebrale, causa di forti dolori e gravi limitazioni della mobilità. Oggi le fratture vertebrali possono essere trattate con moderne tecniche chirurgiche minivasive, tra cui la più innovativa è la cifoplastica con palloncino. Questo intervento della durata di circa mezz’ora, eseguito in anestesia locale o generale a seconda del paziente, prevede l’inserimento di un “palloncino” percutaneo che, oltre a ridurre e stabilizzare la frattura in modo controllato, ripristina, attraverso l’inserimento di cemento biologico, l’altezza del corpo vertebrale e corregge la deformità angolare. In questo modo è possibile far recuperare in breve tempo ai pazienti la completa mobilità della colonna, evitando gli svantaggi dell’immobilizzazione a letto e dell’utilizzo di busti o corsetti - i cosiddetti trattamenti conservativi – oltre alla massiccia assunzione di farmaci per lenire l´intenso dolore alla schiena. Notevoli anche i risparmi economico-sociali rispetto alle cure tradizionali, dal momento che vengono evitati i costi di ospedalizzazione, riabilitazione e cure farmacologiche. L’equipe del Professor Antonio Franco, responsabile dell’Unità Operativa di Neurochirurgia dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, ha completato a Febbraio 2010 uno studio, partito nel 2005, su 54 pazienti con fratture vertebrali di tipo traumatico, che ha confermato la validità del trattamento della cifoplastica con palloncino. “I 54 pazienti coinvolti nel nostro studio sono stati sottoposti al trattamento di cifoplastica con palloncino a seguito di una o più fratture vertebrali di tipo traumatico – dichiara il professor Franco - Il primo dato riscontrato è stato il veloce recupero della mobilità fisica, non oltre il secondo giorno postoperatorio per la totalità dei pazienti. Ci siamo, poi, focalizzati su uno dei principali segnali della frattura vertebrale, il forte dolore, la cui cronicità debilita fortemente il paziente, incidendo negativamente sulla qualità di vita dello stesso. Proprio la riduzione della valutazione del dolore è stato il secondo importante risultato dello studio: dopo l’intervento, oltre ad un aumento dell’altezza del corpo vertebrale da un punto di vista radiologico e quindi una parziale correzione della deformità, i pazienti hanno attribuito punteggi di autopercezione del dolore significativamente più bassi rispetto a quelli manifestati prima del trattamento, secondo la scala di misurazione del dolore Vas (virtual analogue scale). Inoltre – prosegue il Professor Franco – questo specifico trattamento, grazie alla presenza del “palloncino” che risolleva le vertebre, creando una cavità per l’inserimento del cemento osseo, ha il merito di ridurre il rischio di fuoriuscite di questo materiale negli adiacenti corpi vertebrali, evento che, al contrario, è molto più frequente in altre procedure come la vertebroplastica.” “La nostra esperienza ha confermato che la cifoplastica con palloncino può diventare un trattamento d’elezione per risolvere sia le fratture vertebrali che la sintomatologia dolorosa – conclude il Professor Franco – A dispetto del termine, infatti, i trattamenti “conservativi” delle fratture vertebrali traumatiche non sono né privi di rischi, né indolori, mentre il ripristino dell’altezza del corpo vertebrale può produrre un immediato miglioramento della qualità di vita del paziente.” |
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SANITA´: IN ABRUZZO INVERSIONE TENDENZA IERI PRESENTATO PIANO OPERATIVO 2010 |
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L´aquila, 209 maggio 2010 - Ieri a Roma, il Presidente della Regione e Commissario straordinario per la sanità, Gianni Chiodi ha presentato il piano operativo per il 2010 al tavolo di monitoraggio delle Regioni "in rosso". Mentre per le altre Regioni si tratta di verificare ancora il percorso verso il rientro dal deficit l´Abruzzo ha già superato la prova e non è tra quelle che dovranno aumentare le tasse ai cittadini per ripianare il debito. "Quello dell´Abruzzo - è la dichiarazione di ieri del ministro della Salute, Ferruccio Fazio nel corso del Forum Pa - è un caso positivo di inversione di tendenza e di percorso virtuoso per risanare prima la sanità e poi i conti della sanità". "E´ vero - ha commentato l´assessore regionale Lanfranco Venturoni- La nostra è una posizione diversa. Siamo usciti dal piano di rientro ed oggi pomeriggio al tavolo di monitoraggio porteremo il nostro piano operativo per il 2010 al fine di proseguire il nostro percorso di risanamento economico-finanziario già avviato con risultati eccellenti". |
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URSAP-FEDERLAZIO: URGE NUOVA NORMATIVA PER CONTROLLI IN STRUTTURE SANITARIE |
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Roma, 20 maggio 2010 - “In assenza di istituzioni regionali preposte al controllo delle autorizzazioni e accreditamenti, proliferano studi medici e ambulatori non autorizzati dove il cittadino ignaro paga le prestazioni urgenti a ignoti professionisti”. Queste le parole di Claudia Tulimiero Melis, Presidente di Ursap-federlazio (Unione Regionale Sanità Privata). “Dal 1999 – anno della costituzione di Ursapfederlazio – è stato più volte chiesto ai vari Governatori di ridefinire la normativa sui controlli delle strutture sanitarie laziali istituendo un Ente terzo al di sopra delle parti che provvedesse al riguardo. Purtroppo da qualche anno – prosegue il Presidente Melis - accade spesso che vengano controllate sempre le stesse strutture sanitarie, per lo più piccole imprese, costantemente alle prese con la burocrazia dei controlli, con sistematica richiesta di documenti e presenza in loco che paralizza lo svolgimento dell’attività”. “Urge pertanto una normativa sull’esercizio dei controlli, che avvenga in eguale misura su piccole e grandi strutture, pubbliche, private, accreditate o private che siano, stabilendo i compiti di ciascun organo preposto alla verifica della struttura sanitaria. In sintesi – continua la Melis - occorre definire un cronoprogramma delle verifiche per tutte le strutture esistenti nel Lazio, l’oggetto, i tempi e i modi di attuazione, un protocollo che garantisca la trasparenza anche dei controllori a tutela della struttura sanitaria e della salute dei cittadini”. “Il controllo sull’attività sanitaria – conclude Claudia Tulimiero Melis - deve essere uguale per tutti a prescindere dalle caratteristiche strutturali e soprattutto in presenza di un abusivismo dilagante con conseguenti riflessi anche sul piano dell’evasione fiscale”. |
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SANITA NELLE MARCHE, MEZZOLANI REPLICA A CERONI: "CONTI IN REGOLA E PROGRAMMAZIONE". |
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Ancona, 20 maggio 2010 - ´Nelle Marche siamo con i piedi ben piantati in terra, tanto che i conti tornano e la sanita` marchigiana vanta bilanci in regola, come anche recentemente riconosciuto dai tecnici ministeriali. Un attivo di 17 milioni e mezzo di euro, minore solo a quanto fatto registrare dalla Lombardia, si raggiunge non stando sulla luna, ma dentro i problemi della sanita` marchigiana, alla ricerca delle soluzioni migliori per qualita` di servizi e per appropriatezza delle prestazioni´. E` quanto replica all´on. Remigio Ceroni, l´assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani, in merito alle risorse impegnate per il funzionamento delle Zone territoriali. ´Essendo una delle poche regioni con i conti in regola - afferma l´assessore - possiamo procedere a una programmazione sanitarie coerente alle reali esigenze dei marchigiani. In questa ottica va inquadrata la nomina dei direttori delle Zone territoriale che occorre effettuare perche` in scadenza di mandato. La loro individuazione procede all´interno di un percorso di riforma del sistema sanitario che portera` all´individuazione di nuovi assetti gestionali, in grado di garantire una migliore efficienza organizzativa e una valorizzazione dei servizi territoriali, avendo ben saldo il quadro economica e l´andamento della spesa sanitaria che non contempla certo gli sprechi paventati dall´onorevole´.. |
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FVG: 2,5 MILIONI PER CONTENIMENTO TEMPI D´´ATTESA |
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Trieste, 20 maggio 2010 - Su proposta dell´assessore regionale del Friuli Venezia Giulia alla Salute, Vladimir Kosic, la Giunta ha apportato alcune integrazioni alle Linee per la gestione 2010 del Servizio sanitario regionale, allo scopo di favorire in particolare l´attuazione del Piano sanitario e sociosanitario. Con questa delibera è stato stabilito in primo luogo il riparto tra le Aree Vaste dell´importo di 2,5 milioni, stanziato per attuare la legge 7 dello scorso anno per il contenimento dei tempi di attesa. Ciascuna Area Vasta dovrà definire il ruolo delle singole Aziende nell´intervenire sulle prestazioni con i maggiori tempi di attesa, di fatto accrescendone l´offerta. Parallelamente è stato deciso che una somma per complessivi sei milioni di euro, già destinata dalle Linee di gestione alle Aziende e agli Irccs, sia orientata alla elaborazione di progetti attuativi del Piano sanitario relativamente alle cosiddette "funzioni coordinate". Funzioni (ne sono esempi Laboratorio Analisi, Oculistica, Urologia, Neurologia, ecc.) che implicano sinergie tra Aziende, sotto il profilo organizzativo, con una regia unitaria concertata. Altre novità sono poi connesse in particolare, ma non solo, all´avvio del sistema "hub and spoke", previsto dal Piano, che implica una maggiore mobilità di pazienti tra strutture. Sono state finanziate, con un investimento di 4,8 milioni, svincolato dal meccanismo dei tetti di attività, una serie di prestazioni riguardanti patologie di elevata gravità, che presentano sia tempi d´attesa potenzialmente critici che una fuga extraregionale. Si tratta, soprattutto, di procedure di cardiologia ed elettrofisiologia interventistica, di procedure per patologie neoplastiche, radioterapia, trapianti d´organo, impianti di protesi d´anca, trattamenti intravitreali. Lo stesso meccanismo di finanziamento è stato, poi, utilizzato per alcune tecniche innovative quali impianti di neurostimolatori cerebrali profondi, radioembolizzazione con microsfere, canaloplastica e la chirurgia robotica. |
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SANITÀ: ORTONA ECCELLENZA PER PATOLOGIE FEMMINILI |
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L´aquila, 20 maggio 2010 - "E´ assurdo solo pensare di cancellare il punto nascite dell´ospedale di Chieti. Il nostro obiettivo è quello di potenziare i grandi ospedali attraverso provvedimenti finalizzati al duplice obiettivo di ridurre e razionalizzare le spese ed assicurare agli abruzzesi una elevata qualità del servizio. Per Ortona, invece, pensiamo ad un polo di eccellenza per patologie femminili". La precisazione è dell´assessore regionale alla sanità, Lanfranco Venturoni, in merito alla notizia apparsa su alcuni organi di stampa e, immediatamente smentita dal Presidente Gianni Chiodi, circa la chiusura del punto nascite di Chieti a tutto vantaggio dell´ospedale di Ortona. "La notizia è priva di ogni fondamento - ha tenuto a precisare l´assessore - Per Ortona, poiché esiste già una senologia di grande livello che richiama pazienti anche da fuori regione, puntiamo ad un polo di eccellenza per patologie femminili, un esempio di piccolo ospedale che svolge un´importante funzione sanitaria e sociale sul territorio". |
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SANITA´ IN SICILIA: AL VIA AI LAVORI DEL NUOVO CENTRO DI ECCELLENZA MATERNO INFANTILE CHE SARA´ ECCELLENZA PEDIATRICA |
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Palermo, 20 maggio 2010 - L´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ieri ha posato la prima pietra del nuovo Centro di eccellenza materno infantile, il "Cemi", struttura che sorgera´ a Palermo sull´area di Fondo Malatacca, adiacente all´ospedale Cervello. Alla cerimonia erano presenti anche i vertici delle aziende ospedaliere Civico e Cervello di Palermo, oltre ai responsabili dell´associazione temporanea d´imprese Cir costruzioni di Ferrara che si e´ aggiudicata i lavori che dovranno essere conclusi entro due anni e mezzo. "In realta´ mi auguro che i tempi possano essere ulteriormente ridotti - ha detto l´assessore Russo visibilmente soddisfatto -, e che l´impresa possa consegnare l´opera entro il maggio 2012 e cioe´ in soli due anni". Il costo dell´opera si aggira intorno ai 53 milioni di euro, interamente recuperati dall´articolo 71 della Finanziaria del 1998 che riguardava interventi di riorganizzazione e riqualificazione dell´assistenza sanitaria nei grandi centri urbani, con particolare riguardo al meridione d´Italia. Il "Cemi" disporra´ di 162 posti letto per degenza ordinaria, day hospital e terapia intensiva per alte specialita´ pediatriche. "Abbiamo dato una notevole accelerazione all´appalto - ha spiegato l´assessore Russo -, superando tutte le difficolta´ burocratiche che da anni impedivano la partenza dell´opera. La cerimonia di oggi ha una grande valenza simbolica perche´ e´ la conferma che questo e´ un Governo del fare, delle cose concrete, cosa che peraltro ci e´ stata riconosciuta ormai unanimemente in tutta Italia, dove veniamo additati come esempio virtuoso. Metteremo ordine alla frastagliata offerta di assistenza pediatrica che c´e´ attualmente sul territorio, spesso anche inadeguata dal punto di vista strutturale, creando un nuovo punto di riferimento. Questa diventera´ una vera e propria cittadella sanitaria con l´ospedale Cervello, la struttura della Fondazione "Piera Cutino" e con il nuovo ospedale di eccellenza pediatrica che certamente rispondera´ al fabbisogno dei siciliani ma che si propone come punto di riferimento anche per il sud Italia e per tutti i paesi che si affacciano nell´area del Mediterraneo. Non e´ un caso che proprio la settimana scorsa abbiamo chiuso un prestigioso accordo con i vertici dell´ospedale pediatrico "Bambin Gesu´" che realizzera´, proprio nei nuovi locali del "Cemi", una delle migliori cardiologie e cardiochirurgie pediatriche d´Italia" che nel frattempo, in attesa che vengano ultimati i lavori, sara´ ospitata al San Vincenzo di Taormina. In questo modo risparmieremo anche tanti milioni di euro che ogni anno spendiamo per pagare prestazioni pediatriche agli ospedali del nord". L´appalto per la costruzione del Cemi e´ stato aggiudicato il 10 febbraio 2009 dall´Azienda ospedaliera Civico all´Ati Cir Costruzione Spa con sede a Ferrara. Il contratto e´ stato stipulato il mese successivo ed e´ previsto che il progetto esecutivo sia aggiornato alle nuove norme in materia di edilizia sismica. L´assessorato regionale della Salute, con decreto assessoriale del 27 dicembre 2009, in coerenza con la riorganizzazione dell´offerta sanitaria regionale, ha deciso di trasferire all´azienda ospedaliera "Villa Sofia - Cervello" tutte le attivita´ finalizzate alla realizzazione del "Cemi", inizialmente affidate all´azienda "Civico" di Palermo, proprietaria dell´area di Fondo Malatacca. L´area, adiacente all´ospedale Cervello, ha una estensione di circa 38.000 metri quadrati. "Qualcuno parla ancora strumentalmente di tagli alla sanita´ - conclude Russo - e a me piace rispondere con i fatti. Stiamo investendo quasi un miliardo di euro in edilizia sanitaria e in apparecchiature di alta tecnologia per realizzare una sanita´ virtuosa che ci sara´ invidiata dalle altre regioni. Quest´opera sara´ uno dei tanti esempi di un lavoro di semina, i cui frutti saranno raccolti nel giro di poco tempo". |
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IL SEME DEL DESIDERIO? IN DIFESA DI UN MODELLO DI ECCELLENZA NELL’AMBITO DELL’INCLUSIONE SOCIALE E DELL’AGRICOLTURA SOLIDALE. |
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Pordenone, 20 maggio 2010 - Alla fine degli anni ’70 il Centro di Igiene Mentale di Pordenone, oggi Dipartimento di Salute Mentale, facendo propri i principi ed il pensiero della riforma Basaglia, avvia i primi processi di deistituzionalizzazione e di superamento della logica manicomiale. Nel 1981 il Cim promuove la costituzione delle prime due cooperative pordenonesi finalizzate all’inserimento lavorativo: Coop. Noncello e Coop. Il Seme. La prima avrà sede a Pordenone (oggi a Roveredo in Piano) la seconda presso la struttura riabilitativa “Le Fratte” a Fiume Veneto. La Cooperativa sociale Il Seme e il Dipartimento di Salute Mentale di Pordenone mantengono ancor oggi un collegamento diretto nella gestione dei programmi di reinserimento al lavoro. Presso le Fratte lavorano in distacco due operatori del servizio psichiatrico. Uno di questi, Giorgio Verardo, ricopre il ruolo di Amministratore delegato della cooperativa. L’attività principale del Seme è l’ortofloricoltura: produzione di ortaggi, piantine da orto e piante da fiore. La Cooperativa coltiva una superficie di circa 26.500 mq di colture orticole non protette e 9.000 mq di colture orticole ed ortofloricole protette in serre. Il terreno in affitto è di proprietà del Comune di Fiume Veneto. Tra le 24 persone occupate presso Il Seme dieci sono lavoratori svantaggiati che percepiscono un regolare stipendio e sette sono persone inserite in percorsi di formazione al lavoro. Il 70% della forza lavoro è dunque rappresentato da persone in reinserimento lavorativo o in percorsi occupazionali protetti. In trent’anni sono stati attivati un centinaio di inserimenti lavorativi. Sono numeri che da soli rappresentano lo straordinario lavoro d’inclusione sociale ed occupazionale svolto dal Seme in collaborazione con il Dsm di Pordenone. Il Seme non è solo strumento per percorsi terapeutici deistituzionalizzanti. Il Seme è anche e soprattutto comunità locale, luogo di reciprocità e legami sociali. Il paese di Fiume Veneto riconosce al Seme lo straordinario valore di riferimento che questa realtà rappresenta per il tessuto sociale del territorio. La comunità locale ha capito l’affidabilità sociale ed imprenditoriale del Seme, la capacità di far coabitare esigenze sociali con esigenze economiche d’impresa. Il Seme è da molti anni uno dei posti preziosi del paese. Un luogo straordinario per la sua normalità sociale, dove il disagio, la cura, il lavoro e le relazioni umane hanno trovato le condizioni ideali per sviluppare la qualità dello stare insieme. Il Seme da trent’anni è un bene comune. L’ottimo livello dei prodotti offerti dal Seme risponde alla cura di garantire dignità e stabilità occupazionale ai soci lavoratori. La Cooperativa vende i propri prodotti al dettaglio a clienti privati, la maggior parte dei quali residenti a Fiume Veneto e nei paesi limitrofi. Il valore della produzione nel 2009 è stato di 680.000 euro e nel 2010 è previsto un incremento del 10%. Nel mese di aprile 2010 si sono recate al punto vendita circa ottomila persone. La frequenza media è di circa cento persone al giorno. In particolari periodi dell’anno passano al Seme anche quattrocento persone al giorno. Il Seme da trent’anni a questa parte è un modello di eccellenza, a livello regionale e nazionale, nell’ambito della cooperazione sociale e nell’ambito dell’agricoltura sociale finalizzata all’occupazione di soggetti svantaggiati. In questi giorni questo modello è stato messo in discussione dall’Azienda per i Servizi Sanitari di Pordenone che, peraltro, è anche direttamente impegnata nella promozione del tema e dell’immagine delle Fattorie sociali. Tema questo sicuramente attuale e di prospettiva, nonché fortemente evocativo e di sicura presa nell’immaginario collettivo di chi sogna un’agricoltura socialmente responsabile. La tendenza del dibattito, e di ogni sua declinazione, affida fondamentalmente alle Fattorie sociali un ruolo centrale ed innovativo per il futuro dell’economia rurale e sociale. Ruolo che oggi evidentemente è irresponsabilmente disconosciuto alla cooperativa sociale Il Seme di Fiume Veneto. Conseguentemente un modello che funziona - oltre che per competenza, visione, capacità di sviluppo e per i delicati assetti ed equilibri sociali, produttivi e gestionali raggiunti con grande cura ed un lungo e faticoso lavoro quotidiano - rischia di saltare per mano della stessa istituzione sanitaria che, trent’anni fa, con ottima lungimiranza ne ha dato vita. Rischia di saltare per antiche e sempre attuali questioni di potere. Su questo di innovativo sicuramente nulla c’è. In questi giorni Giorgio Verardo, l’operatore che in questi trent’anni ha guidato la costruzione di questo grande Capitale Sociale Comunitario, ha restituito al Dipartimento di Salute Mentale il mandato di amministratore delegato del Seme ed ha rassegnato le dimissioni da dipendente dell’Azienda per i Servizi Sanitari di Pordenone. Riteniamo che oggi sul Seme si stia scrivendo una delle pagine sociali più preoccupanti della storia istituzionale della nostra provincia. Una pagina che la comunità locale, formata da migliaia di persone, organizzazioni ed istituzioni - di fatto il socio di maggioranza della più storica Fattoria Sociale del nostro territorio - avrà diritto di leggere, giudicare e ricordare. Per il ruolo che ci compete riteniamo doveroso riaffermare che le Buone Pratiche sociali debbano continuare ad essere patrimonio pubblico della comunità. |
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RICORDATO HENRY DUNANT FONDATORE DELLA CROCE ROSSA |
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Ancona, 20 Maggio 2010 - La Croce Rossa Italiana, una delle piu` grandi organizzazioni umanitarie, e` nata tra morti e feriti di una delle piu` decisive battaglie della nostra storia nazionale: Solferino, 24 giugno 1859. Un combattimento cruento, corpo a corpo fra l``esercito austriaco e quello franco-sardo che, con la vittoria di quest´ultimo, concluse la seconda guerra d´indipendenza. Lo svizzero Henry Dunant giunto il giorno della battaglia, vista la terribile carneficina e l``impotenza di fronte alla disorganizzazione con cui furono portati i soccorsi, rimase fortemente impressionato. Agi`, quindi, per organizzare un minimo di assistenza, che venne data mediante il trasporto dei feriti presso il Duomo di Castiglione delle Stiviere e li`, con l``aiuto della popolazione, vennero prestati soccorsi a tutti i feriti, senza riguardo alla divisa indossata, avendo come riferimento il motto "Tutti Fratelli". Cosi` attraverso l´illustrazione di un pezzo di storia, ieri pomeriggio, a Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno, si e` svolta la giornata studio della Croce Rossa, organizzata dal Comitato locale. A raccontare gli avvenimenti storici e le attivita` svolte ieri ed oggi dalle diverse componenti della Cri sono stati Paolo Vanni e Raimonda Ottaviani, dell´Universita` di Firenze, Giorgio Ceci, vice delegato nazionale della storia della Cri, Maria Grazia Boccolo, del Museo internazionale Cri, Maria Luce Sestili, Vincenzo Di Agostino e Roberto Pomanti, del Comitato locale Cri. A fare gli onori di casa oltre il vice sindaco, Gianni Silvestri e il prefetto, Pasquale Minunni anche l´assessore regionale Antonio Canzian e il consigliere regionale Giulio Natali che hanno voluto sottolineare il grande ruolo svolto da questa prestigiosa associazione durante le emergenze nazionali ed internazionali. ´Credo sia doveroso da parte mia ´ ha detto Canzian ´ rivolgere un ringraziamento ai volontari e componenti della Croce Rossa Italiana, in particolare al Comitato ascolano, per il profuso impegno mostrato in occasione di guerre e calamita` naturali. Oggi, questa associazione svolge un ruolo fondamentale all´interno del sistema complesso della protezione civile e grande attenzione rivolge la Regione Marche alle organizzazioni di volontariato che si rivolgono al prossimo bisognoso. Occorre valorizzare questo settore fondamentale della vita comunitaria che si integra con gli Enti locali e con le diverse strutture operative dello Stato´. ´Il volontariato durante le emergenze ´ ha concluso l´Assessore - non si e` mai tirato indietro e ha contribuito ancora una volta a far superare le difficolta` piombate sui vari territori, per ultimo mi riferisco al sisma dell´Abruzzo. La Regione non abbassa la guardia sulla sicurezza dei cittadini e l´impegno sara` sempre quello di promuovere e sviluppare il coordinamento fra tutte le componenti del sistema regionale della protezione civile marchigiana´ |
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DA OGGI AL 23 MAGGIO IL CENTRO INTERNAZIONALE DEL CAVALLO “LA VENARIA REALE” OSPITA LA FORMULA 1 DEL SALTO A OSTACOLI |
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Torino, 20 maggio 2010 - I trenta migliori cavalieri al mondo si danno appuntamento dal 20 al 23 maggio 2010 nel cuore del Parco de La Mandria : il “Centro Internazionale del Cavallo La Venaria Reale” ospita , infatti, la prima edizione del Concorso Internazionale di Salto Ostacoli 5 stelle, unica tappa italiana del Global Champions Tour 2010 , la Formula1 del salto ostacoli. La kermesse sarà un’occasione importante per puntare i riflettori sul Centro Internazionale del Cavallo e sulle sue numerose attività : nato all’interno della storica Cascina Rubbianetta, 5000 metri quadri destinati nella seconda metà dell’800 a scuderie, un vero universo dedicato ai cavalli, che va dalla preparazione sportiva all’ippoterapia , passando per la ricerca scientifica e la formazione professionale e universitaria , fino a eventi culturali e didattici . Costituita da Regione Piemonte , Università degli Studi di Torino , Unire (Unione Nazionale Incremento Razze Equine) e Fise , la Fondazione che gestisce il Centro punta, anche, ai grandi eventi e il Global Champions Tour 2010 rappresenta un grande riconoscimento al Piemonte nel panorama italiano e mondiale. A rappresentare, a La Mandria, il tricolore saranno l’amazzone Jonella Ligresti , Juan Carlos Garcia, Natale Chiaudani, Emilio Bicocche, Giuseppe D’onofrio , il giovane Giuseppe Rolli e, tra le trenta stelle dell’evento, il modenese Gianni Govoni , che nell’edizione 2009 del Global, nella tappa di casa Onassis, ha regalato all’Italia un emozionante Gran Premio. L’edizione 2010 del circuito Gct prevede 9 tappe: dopo Valencia-spagna, Hamburg-germania, dal 20 al 23 maggio Torino , per proseguire con Cannes-francia, dal 10 al 12 giugno, Monte-carlo-monaco, dal 24 al 26 giugno, Estoril-portogallo, dal 1 al 3 luglio, Chantilly-francia, dal23 al 25 luglio, Walkenswaard-olanda, dal13 al 15 agosto e, gran finale, Rio de Janeiro-brasile, dal26 al 29 agosto. In occasione della tappa italiana, per gli alunni delle scuole elementari e secondarie di primo grado è previsto nelle quattro giornate un percorso didattico di venti minuti, al termine del quale i bambini riceveranno , dalla Federazione Italiana Sport Equestre, la patente per montare un pony e partecipare all’emozionante “Battesimo della Sella” (necessaria l’iscrizione). Giovedì 20 e venerdì 21 ingresso gratuito per tutti. Sabato 22 e domenica 23 ingresso a pagamento a partire da 3,5 euro. Www.internationalhorseshowitalia.it/ |
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