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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Giugno 2010
SOFTWARE DI PREVISIONE PER CONTROLLARE I DISASTRI  
 
Bruxelles, 10 giugno 2010 - Scienziati finanziati dall´Ue hanno sviluppato nuovi metodi e software statistici per contribuire alla produzione di informazioni sull´inquinamento e le minacce ambientali. Il sistema va a completare le stazioni europee di monitoraggio della qualità dell´aria, che sono efficaci ma costose da installare. Il progetto Intamap ("´Interoperability and automated mapping") è stato finanziato con 1.860.000 euro nell´ambito dell´area tematica "Tecnologie della società dell´informazione" (Tsi) del Sesto programma quadro (6° Pq). I sistemi di monitoraggio dell´inquinamento atmosferico vengono utilizzati in tutta Europa per acquisire informazioni sulle dispersioni nucleari e chimiche, l´inquinamento delle acque sotterranee, i fumi del traffico e altri problemi ambientali, ma la loro installazione di massa è ostacolata dai costi proibitivi. I dati prodotti dai relativamente scarsi punti di monitoraggio sono, tuttavia, fondamentali per le successive decisioni prese dalle autorità riguardo al modo giusto di affrontare questi problemi. Un altro svantaggio è che forniscono informazioni significative sull´inquinamento della zona in cui si trovano, ma scarsi dati sulle condizioni oltre una certa distanza. In caso di incidente nucleare, per esempio, una stazione di monitoraggio potrebbe riferire i livelli elevati di radioattività, ma un´altra, a 30 chilometri di distanza, potrebbe riferire livelli significativamente più bassi. In caso di situazione di grave crisi ambientale, le autorità dovranno decidere se l´evacuazione è necessaria e, nel caso, scegliere il luogo più appropriato in cui spostare la popolazione. Sono questi tipi di scenari e la necessità di fare un migliore uso degli attuali dati ambientali che spingono i ricercatori europei continuamente alla ricerca di nuovi modi per raccogliere punti di misura fissi, per generare informazioni che siano rappresentative di una zona più ampia. Nell´ambito del progetto Intamap, il dott. Edzer Pebesma dell´Università di Münster, in Germania, e i suoi colleghi hanno lavorato per tre anni allo sviluppo di nuovi metodi e software statistici per l´interpolazione dei dati ambientali. Il termine "interpolazione " è usato dagli statistici per definire il processo di individuazione del valore di una variabile ambientale in un punto su una mappa in cui non vi è alcuno strumento di monitoraggio. La sfida è di creare una mappa di contorni basata su un numero fisso di misurazioni effettuate in zone specifiche e di valutare la precisione di questi contorni. L´approccio seguito dai ricercatori Intamap è stato quello di rendere la tecnologia di facile utilizzo e di concentrarsi sulle questioni del mondo reale. Ad esempio, se un problema richiede un intervento urgente, il software è in grado di usare modelli meno sofisticati ma più veloci per la produzione di un calcolo. Se il tempo non è un fattore così critico, il software può utilizzare tecniche di interpolazione più precise per generare le informazioni. La tecnologia accetta anche i dati grezzi pubblicati su Internet utilizzando gli standard sviluppati dall´Open Geospatial Consortium (Ogc). Una volta che questi dati sono stati inseriti, dei servizi conformi agli standard Ogc possono generare e aggiornare le mappe come richiesto. Al fine di valutare il livello di precisione e trasmettere le informazioni tramite il web, il team ha anche creato Uncertml, un nuovo dialetto del linguaggio di markup Xml. Il sistema Intamap è già in uso in aree in cui la necessità di produrre previsioni è essenziale per il processo decisionale. Per esempio, l´autorità tedesca di protezione dalle radiazioni - Bundesamt für Strahlenschutz -usa la tecnologia per produrre ogni ora letture delle radiazioni gamma fornite dalla piattaforma europea per lo scambio dei dati radiologici (Eurdep). Il dott. Pebesma ha aggiunto che gli strumenti possono essere utilizzati in altri settori, come ad esempio la medicina, in cui occorre generare un´immagine bidimensionale partendo dalla lettura di una serie di punti. In effetti, l´Aston University nel Regno Unito (un partner Intamap) ha già sviluppato un´applicazione per telefoni cellulari che crea mappe della temperatura basate su informazioni provenienti da stazioni meteorologiche domestiche. La ricerca per Intamap ha coinvolto partecipanti provenienti da Belgio, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Austria e Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Intamap: http://www.Intamap.org/  Università di Münster: http://www.Uni-muenster.de/de/  Ict Results: http://cordis.Europa.eu/ictresults/index.cfm    
   
   
TEAM FINANZIATO DALL´UE FAVORISCE PROGRESSI NEL CAMPO DELLA BIOINFORMATICA  
 
Bruxelles, 8 giugno 2010 - Scienziati finanziati dall´Unione europea sono riusciti a dimostrare la realizzabilità dei componenti destinati a una sorta di "biocomputer", preparando la strada per compiere nuovi progressi tecnologici nel campo della bioingegneria. Gli scienziati, del Dipartimento di chimica dell´Università di Liegi (Belgio) e dell´Istituto di chimica della Università ebraica di Gerusalemme (Israele) hanno illustrato i dettagli del proprio lavoro in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology. L´unione europea ha finanziato la ricerca nell´ambito del progetto Moloc ("Molecular logic circuits"), al quale sono stati assegnati 2 milioni di euro (dei 2,67 milioni stanziati complessivamente) in riferimento al tema "Tecnologie dell´informazione e della comunicazione" del Settimo programma quadro (7° Pq). Per lo studio, coordinato dal professor Itamar Willner dell´Università ebraica di Gerusalemme, i ricercatori hanno teoricamente sviluppato e dimostrato in modo sperimentale che gli acidi nucleici catalitici artificiali, conosciuti con il nome di Dnazimi, e i loro substrati possono essere utilizzati come piattaforma per le operazioni logiche che costituiscono il fulcro dei processi computazionali. Il lavoro potrebbe rivelarsi utile per lo sviluppo di nuove applicazioni nell´ambito della nanomedicina, per esempio, dove l´effettuazione di operazioni logiche a livello molecolare potrebbe facilitare l´analisi della patologia in corso e stimolare la reazione degli agenti terapeutici. "I sistemi biologici in grado di effettuare operazioni computazionali potrebbero essere d´ausilio per la bioingegneria e la nanomedicina. Il Dna (acido deossiribonucleico), come altre biomolecole, è già stato utilizzato come componente attivo all´interno dei circuiti biocomputazionali", scrivono i ricercatori. "Tuttavia, affinché i circuiti biocomputazionali possano essere utilizzati in queste applicazioni, è necessario mettere a punto una raccolta di elementi computazionali che provi l´accoppiamento modulare di questi elementi e la scalabilità di un approccio di questo genere. Il team ha creato una piattaforma computazionale basata sul Dna che sfrutta due raccolte di acidi nucleici, una delle quali è costituita da subunità dei Dnazimi. La seconda raccolta, invece, comprende i substrati dei Dnazimi. "Dimostriamo che la raccolta dei Dnazimi, progettati e sintetizzati dal team del Professor Willner, consente la realizzazione di un insieme completo di porte logiche che possono essere utilizzate per il calcolo di qualsiasi funzione Booleana" ha spiegato Fran?oise Remacle dell´Università di Liegi, coordinatrice del progetto Moloc. "Abbiamo anche dimostrato che l´assembramento dinamico [di queste porte] nei circuiti può essere diretto mediante impulsi selettivi. Inoltre, il progetto consente l´amplificazione degli output". Il progetto Moloc, avviato nel 2008, dovrebbe concludersi al termine del 2010. L´obiettivo dell´iniziativa è progettare e dimostrare la realizzabilità e i vantaggi dei circuiti logici il cui elemento di base è costituito da un´unica molecola (o insiemi di atomi e molecole) che agisce come circuito logico. Questi sistemi si distinguono dai sistemi in cui le molecole svolgono il ruolo di interruttori. Oltre all´Università di Liegi e all´Università ebraica di Gerusalemme, sono partner del progetto Moloc: l´Istituto di ricerca sullo stato solido (Iff) presso il Forschungszentrum Jülich, l´Istituto Max Planck per l´ottica quantistica, il dipartimento di chimica dell´Università Heinrich-heine di Düsseldorf, l´Istituto di ottica applicata della Technische Universität Darmstadt (tutti in Germania) e l´Istituto Kavli per le nanoscienze del Politecnico di Delft (Paesi Bassi). Per maggiori informazioni, visitare: Université de Liège: http://www.Ulg.ac.be  Nature Nanotechnology: http://www.Nature.com/nnano/index.html  Progetto Moloc: http://www.Moloc.ulg.ac.be/  Finanziamento della ricerca sulle Tic nel 7° Pq: http://cordis.Europa.eu/fp7/ict/    
   
   
UN DISPOSITIVO MOBILE EUROPEO SARÀ IN GRADO DI SCOPRIRE LE BOMBE FATTE IN CASA  
 
Bruxelles, 8 giugno 2010 - Un team di ricercatori europei sta sviluppando, sotto la guida dell´Agenzia svedese di ricerca sulla difesa (Foi), un sistema di rivelazione mobile che individua i posti dove si producono le sostanze usate negli attacchi terroristici. I ricercatori credono che il sistema potrebbe essere istallato su veicoli della polizia e usato durante le normali ronde come mezzo per scoprire le attività di fabbricazione delle bombe nelle aree urbane. Questo dispositivo è un risultato del progetto Lotus ("Localisation of threat substances in urban society"), finanziato con 4,3 milioni di euro nell´ambito del tema "Sicurezza" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue, per creare un sistema in grado di rilevare la produzione illegale di esplosivi e droghe. Entro la conclusione del progetto, nel 2011, i ricercatori avranno creato un prototipo capace di rilevare alti livelli di sostanze pericolose (precursori della bomba) in una determinata zona. Questo dispositivo userà la tecnologia Gps (global positioning system) per rilevare informazioni sul tipo di sostanze sospette emesse, il luogo, la quantità e il tempo; tutti questi dati verranno poi mandati tramite una rete wireless alle autorità di polizia per ulteriori indagini. I ricercatori del Lotus stanno attualmente testando il sensore, che sarà sensibile al perossido di idrogeno, l´ingrediente principale della bomba usata negli attacchi del 7/7 a Londra 5 anni fa (si presume che i terroristi comprarono 443 litri di perossido di idrogeno tra aprile e luglio 2005 in contenitori da 1 o 4 litri). Gli attentati del 7/7 furono una serie di attacchi suicidi sul sistema di trasporto pubblico londinese che causarono la morte di 52 persone (compresi i 4 attentatori). L´approccio adottato dal team è in gran parte basato su scoperte successive, dai preparativi fino all´attentato del 7 luglio. Il caso è stato studiato tanto a fondo che persino la cucina di Leeds, dove gli attentatori prepararono gli esplosivi letali, è stata ricreata nel laboratorio del Foi. I ricercatori credono che sia estremamente difficile sventare un attacco terroristico nel momento in cui gli attentatori sono già in movimento. Il dott. Henric Östmark del Foi ha spiegato che le autorità tendono a concentrarsi sul modo di trovare le bombe una volta fabbricate e piazzate per la detonazione. Questo approccio può funzionare molto bene nei posti di sicurezza degli aeroporti, ma è praticamente impossibile controllare grandi folle di persone nelle stazioni ferroviarie durante le ore di punta. E anche se fosse possibile, un potenziale attentatore preso in una stazione potrebbe far esplodere la bomba in qualunque momento, rendendo inutili i controlli. Ma per preparare un attacco, come ad esempio quello del 7/7, ci vuole tempo e, secondo i ricercatori del Lotus, la fase della produzione è il momento giusto per la risposta dell´ordine pubblico. "Ci vuole tempo per costruire una bomba", dice il dott. Östmark. "Abbiamo calcolato che se si vuole fabbricare una bomba in una cucina, ci vuole almeno un mese". Secondo il team, ci sono varie fasi durante il processo in cui si possono riconoscere segnali di allarme: (1) pianificazione e finanziamento, (2) approvvigionamento di attrezzature e materiali, (3) preparazione e produzione, trasporto, e, infine, (4) esecuzione dell´attentato. Quindi la vigilanza per sventare un attentato dev´essere fatta durante le prime tre fasi, ed è qui che il sistema Lotus potrà essere di aiuto. Dall´inizio del progetto, nel 2009, i ricercatori si sono occupati di testare tre tipi di sensori: un sensore di "spettometria a mobilità ionica" (usato normalmente per il controllo degli aeroporti) e due basati sull´"analisi della mobilità differenziale" e sulla rilevazione ad infrarossi. I due elementi essenziali sono che questi sensori siano veloci e ipersensibili. È difficile che ci siano falsi allarmi, dicono i ricercatori. Il server centrale del dispositivo darà l´allarme solo quando rileverà alti livelli di specifici componenti chimici lungo un sostanziale periodo di tempo. Ma che succede se un terrorista smette di usare il perossido di idrogeno e passa a qualcosa di nuovo? "Stiamo esaminando altri potenziali modi per fabbricare esplosivi con composti chimici fatti in casa", ha sottolineato il dott. Östmark. "I nostri sensori possono inoltre essere aggiornati se il terrorista trova un modo diverso per fare una bomba". Non appena il prototipo sarà pronto, verrà testato sulla capitale svedese, Stoccolma, e su un´altra città europea. Per maggiori informazioni, visitare: Lotus: http://www.Foi.se/foi/templates/projectpagedesign____7715.aspx  Agenzia svedese di ricerca sulla difesa: http://www.Foi.se/foi/templates/startpage____4.aspx  "Tenere d´occhio la sicurezza in Europa": http://ec.Europa.eu/research/headlines/news/article_05_05_20_en.html    
   
   
CON GOOGLE IL PARADIGMA E’ “WIN WIN” ORIENTARE LE SCELTE IN RETE: L’ALGORITMO DEL SUCCESSO INTERNET HA MOLTIPLICATO ALL’ENNESIMA POTENZA IL NUMERO DELLE INFORMAZIONI DISPONIBILI, AL PUNTO CHE DOBBIAMO ELIMINARE QUELLA IN ECCESSO.  
 
Trento, 8 giugno 2010 - Il più potente tra i filtri informativi è Google che per noi organizza e gerarchizza le informazioni orientando in maniera forte le nostre scelte. Perché Google è il motore di ricerca più utilizzato? “Nessuna innovazione tecnica in più rispetto ai competitors – ha detto iil 6 giugno Francesco Antinucci, direttore di ricerca all´Istituto di Scienze e Tecnologie Cognitive del Cnr -. Il successo nasce dalla capacità di vedere oltre”. Ma la vera peculiarità, per Carlo D’asaro Biondo, responsabile del business di Google nell´area Sud e Est Europa, Medio Oriente e Africa, sta nella scelta innovativa di creare business: pubblicità e vendita delle parole chiave per apparire al top della lista: un business dove tutti vincono. “E’ una confluenza di interessi tra utenti, acquirenti e Google” ha detto. Così, nell’incontro “Orientare le scelte in rete: il caso Google” svelate le regole vincenti del filtro più famoso al mondo. Ma il successo delle news in rete non soffocherà l’editoria: “Il ruolo dell’editoria diventerà ancora più importante – ha detto Antinucci -: perché dovrà mediare le news di Google e garantire affidabilità e rilevanza”. “Google è indubbiamente uno dei filtri informativi più popolari al mondo - ha esordito il moderatore dell’incontro, il giornalista del Sole 24 Ore Luca De Biase -. Merito di una tecnologia vincente?”. Nessuna superiorità tecnologica rispetto alla concorrenza secondo Antinucci: “Quasi mai l’innovazione tecnologica corrisponde a una nuova tecnologia – ha detto -. E anche il caso di Google è così: l’algoritmo era lo stesso dei competitors come Yahoo”. Google, però, ha stracciato la concorrenza. “La differenza è che dentro a Google c’era la capacità di vedere oltre, di pensare diversamente le cose” ha spiegato. Tutti lo conosciamo e tutti lo utilizziamo, ma pochi di noi conoscono il modo in cui Google riesce a sopravvivere economicamente. Come fa a sopravvivere? La risposta arriva dal manager del motore di ricerca: “Vendiamo le parole che si utilizzano per fare le ricerche – ha spiegato -. La differenza, però, è che Google non si fa pagare per apparire, ma nel momento in cui un utente clicca”. Stando così le cose Google non ha nessun costo per impression: vuol dire che visualizzare il proprio annuncio non costa nulla. Costa solo il click, ossia il visitatore. In altre parole, questo sistema pubblicitario può creare una cosiddetta brand awareness a costo zero: sostituisce in questa funzione molti mezzi di massa. In più, ha un costo solo per click ossia per visitatore: in sostanza paghiamo solo un risultato. “Nella rete tutti vincono – ha precisato D’asaro -. Nessun altro metodo di comunicazione ha queste caratteristiche, qui tutti vincono: è la logica del win win”. Il successo di Google è tale che si parla di monopolio ma, a questo proposito, Antinucci ha aggiunto: “Non possiamo parlare di monopolio della ricerca in rete, perché Google non fa pagare l’oggetto che offre agli utenti e questa è una caratteristica che caratterizza il monopolio. Piuttosto dovremmo chiederci come fa a sopravvivere senza far pagare il servizio agli utenti”. In questo senso, per Antinucci il caso Google dovrebbe far riflettere l’intero mondo dell’editoria incapace di creare nuove modalità di business e introiti. “Ora ci troviamo di fronte alla materializzazione delle notizie, del libri, della musica – ha spiegato -. In rete non c’è più l’oggetto fisico come il giornale che si paga nella sua fisicità”. Questo aspetto, per il direttore del Cnr è determinante: “L’editoria ha ancora un punto di vista vecchio rispetto a quello che sta accadendo in internet”. Stando così le cose, Google e le nuova modalità di fruizione delle notizie on line elimineranno l’editoria? La risposta è no, per entrambi i relatori. “Google pecca di classificare i risultati della ricerca in base al criterio della molteplicità delle visite – ha detto -. Arriva al top il portale più cliccato, ma in questo modo viene meno la rilevanza e l’affidabilità dei risultati”. Ed è proprio questo il ruolo in fieri dell’editoria, chiosa Antinucci: “In futuro dovrà intermediare l’enorme varietà delle notizie e accompagnare gli utenti nelle scelte”.  
   
   
TECNOLOGIA: FIDUCIOSI MA CAUTI IL RAPPORTO ‘LA CULTURA DELL´INNOVAZIONE IN ITALIA’ DELINEA UN QUADRO IN CHIAROSCURO DEL NOSTRO RAPPORTO CON LA TECNOLOGIA. INFORMATI SU WEB ED ENERGIE, PERÒ NON SU NANOTECH, CLONAZIONE E FARMACI INTELLIGENTI.  
 
 Roma. 8 giugno 2010 - L´indagine sulla cultura dell´innovazione in Italia 2010 – realizzata dall’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpps-cnr) di Roma - è al suo secondo anno di realizzazione con alcune novità: la caratterizzazione regionale, il raddoppio delle interviste (da 2000 a 4000) e la presa in esame di una sola classe d´età, 30-44 anni, particolarmente significativa per il tema. Il Rapporto, realizzato in collaborazione con Cotec-fondazione per l’innovazione tecnologica e con il mensile Wired, segnala innanzitutto che per il 70% la tecnologia è utile per conciliare vita personale e professionale e per sfruttare meglio il tempo. In un´ipotetica ‘bilancia tecnologica’ dei rischi-benefici, su dieci opzioni, presentano un saldo negativo solo Ogm e nucleare, su cui è ben disposto solo il 24,5% degli uomini e il 16,7% delle donne. Per tutte le altre (energia solare e rinnovabili, internet, cellulari, medicine e nuove tecnologie mediche, treni ad alta velocità, adeguamento di tutte le tratte ferroviarie nazionali, inceneritori e termovalorizzatori) i benefici superano i rischi percepiti. Ad esempio, si conferma dallo scorso Rapporto la visione positiva dell´uso delle cellule staminali: un´occasione da cogliere per il 64%. “Il concetto di innovazione è legato soprattutto a quello di sviluppo, sia per gli uomini (47,1) sia per le donne (47,8%), mentre quello di rischio è percepito come un pericolo in particolare dalle donne (44,8% contro il 38,1 dei maschi)”, spiega il direttore dell’Irpps-cnr, Sveva Avveduto. “L’innovazione è considerata ad esempio utile per aumentare i posti di lavoro e andrebbe dunque applicata nelle imprese (17%), investendo in formazione permanente (16%) e di base (12%) ma soprattutto innovando nella società a tutti i livelli (25%)”. Amplissima la maggioranza per le posizioni di cautela: oltre l´80 per cento è in disaccordo con l’immettere sul mercato prodotti e servizi innovativi a velocità eccessiva, al fine di avvantaggiare la società, e più del 70% è a favore del ‘principio di precauzione’ sull’uso delle tecnologie. Ma chi deve decidere su questi temi? Prima di tutto gli scienziati, poi ‘tutti i cittadini’, a conferma della preferenza per la partecipazione diretta su quella rappresentativa, benché gli italiani si sentano ben informati solo su alcuni temi, quali la trasformazione della spazzatura in combustibile e i pannelli solari e fotovoltaici, il web 2.0, internet più avanzato e i social network (usa il web l’86% dei 30-44enni e il 96,7% di quelli occupati di alto livello). Ammettono altresì di essere poco o per nulla informati su nanotecnologie (il 72,8%), clonazione terapeutica (74,6%) e farmaci intelligenti (63,9). “Il contatto umano prevale sulla tecnologia: non rinuncerebbe per una settimana a incontri gli amici il 56,3% e a sentirli al telefono il 23,1; molto più facile staccare email o sms (5,2%) e social network (3,6%)”, prosegue Adriana Valente, autrice dell’indagine. “Nell’acquisto di un prodotto telefonico, audio e video, il 48,7% identifica l’affidabilità con la notorietà del marchio e, dopo i costi, incidono le qualità ecologiche più di quelle funzionali e del design”. Secondo l’83% degli italiani l’innovazione tecnologica ha migliorato la qualità di vita delle donne, ma solo il 60% pensa che migliorerà anche quella delle generazioni future. In generale, l’82% giudica la vita femminile odierna migliore di quella precedente ma appena il 48% pensa che le donne di domani avranno una vita ancora migliore. “Il 92% ritiene che l’istruzione universitaria sia ugualmente importante sia per un ragazzo che per una ragazza, ma il 29% ritiene che le donne siano più adatte allo studio delle discipline umanistiche, il 25,3% che affrontino il lavoro con minore razionalità e quasi il 30% che gli uomini sfruttino meglio la tecnologia nell’ambiente di lavoro”, avverte la coautrice del rapporto, Loredana Cerbara. “Emerge insomma una immagine della donna meno ‘tecnologica’, tanto che solo il 28% è pienamente d’accordo che la tecnologia sia un’opportunità per diminuire lo svantaggio femminile nel lavoro, anzi potrebbe essere una ‘trappola’, come parrebbe dalle risposte sul rischio che la tecnologia finisca per aumentare il tempo lavorativo delle donne: il 39% è d’accordo, il 25% solo in parte, il 30% in disaccordo”. Da segnalare inoltre il 29% del campione secondo cui in un momento di crisi è meglio che siano gli uomini a conservare il posto, anche se solo il 14,6% ritiene che i maschi siano ‘capi’ migliori e appena il 12,8% che siano migliori leader politici. Infine, alcune specificità regionali evidenti: la suscettibilità al ‘marchio’ dei prodotti hi tech, oltre il 50% in quasi tutto il Centro-meridione; il maggior bisogno di informazione sulla tecnologia in Sardegna, Campania e Basilicata; la differenza nell’uso di internet, dove sono leader Friuli Venzia Giulia (94%), Emilia Romagna (93,5%) e Trentino Alto Adige (91,5%), mentre Campania (26,1%), Sicilia (24%) e Calabria (21,7%) sono in coda; la minor propensione a pensare che l’innovazione abbia migliorato la vita delle donne al Sud; il maggiore uso dell´home banking al Nord. Le regioni sono molto vicine, invece, nella percezione di rischi e benefici dell’innovazione, sul ruolo degli scienziati nel processo decisionale e sull´energia nucleare.  
   
   
CONTENUTI DIGITALI: UN SETTORE IN NETTA CRESCITA NEL 2009 A  
 
Roma, il 17 giugno prossimo, Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici presenta il Rapporto e-Content 2010: contenuti, tecnologie, mercato, consumi. Roma, 8 giugno 2010 - Un settore effervescente, ricco di nuove entrate e opportunità, in rapida evoluzione e che, con altrettanta velocità sta trasformando la società italiana. Un settore che la crisi ha solo scalfito, perché nel 2009, in controtendenza con l’andamento recessivo dell’economia globale, ha continuato a crescere e svilupparsi. E’ questa la fotografia del settore dei contenuti digitali scattata da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici attraverso il Rapporto e-Content 2010, che verrà presentato in un convegno il 17 giugno a Roma presso Sala delle Conferenze di Piazza Montecitorio 123/A, a partire dalle ore 9.00. Giunto alla sua quarta edizione, il Rapporto offre un’ampia panoramica di quell’universo senza confini che dalle piattaforme digitali di Internet, cellulare, tv digitale terrestre, satellite, telefono cellulare, radio, genera on line il flusso di news, video, musica, giochi, intrattenimento, contenuti pubblici, messaggi pubblicitari che pervadono la nostra quotidianità. L’indagine non solo si sofferma sui risultati di mercato registrati dal settore l’anno scorso, ma approfondisce i principali risultati e trend riguardanti lo sviluppo dei contenuti digitali e delle tecnologie, l’evoluzione dei modelli di consumo e di business. Non mancano confronti internazionali e previsioni sul prossimo periodo. All’incontro, oltre al presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici Stefano Pileri che illustrerà i risultati del Rapporto, interverranno Corrado Calabrò, presidente Autorità Garante per le Comunicazioni e il vice ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani. Il tema, attualissimo, che lega lo sviluppo del mercato e dei contenuti digitali alla tutela dei diritti, verrà affrontato in una tavola rotonda finale che metterà a confronto imprenditori e protagonisti a vario titolo del settore: Andrea Ambrogetti, presidente di Dgtvi (associazione per la promozione della televisione digitale terrestre che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree, le tv locali di Aeranti-corallo e Frt), Patrizia Asproni presidente di Confcultura, Roberto Liscia, presidente Netcomm, Paolo Martinello presidente Beuc (European Consumers’ Organisation), Diego Masi, presidente Assocomunicazione, Paolo Nuti, presidente Ass. Internet Provider, Stefano Parisi, presidente di Asstel, Massimo Passamonti, presidente Comitato Area Gioco e Intrattenimento di Csit, Agostino Quadrino, presidente di Garamond editoria digitale. Per partecipare è necessario confermare la presenza sul sito www.Confindustriasi.it/  o scrivendo a: econtent2010@confindustriasi.It    
   
   
CNR INAUGURAZIONE AULE INFORMATICHE COMPRENSORIO ONNA-PAGANICA-SAN GREGORIO  
 
Roma, 8 giugno 2010 – Oggi alle ore 11,30, il Presidente del Cnr, Luciano Maiani, sarà presente all’inaugurazione di due nuove aule informatiche per gli studenti delle scuole di Paganica e Tempera, allestite su iniziativa del Registro .It (l’anagrafe dei domini Internet italiani, gestita dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr) e delle quattro associazioni (Ahr, Aiip, Assoprovider e Assotld) che raccolgono la maggior parte degli operatori che registrano domini conto terzi. Le aule, ubicate presso la scuola media di Paganica (sede distaccata della ‘Dante Alighieri’ dell’Aquila) e la scuola materna-elementare ‘Galileo Galilei’ di Tempera, entrambe nel comprensorio Onna-paganica-san Gregorio, sono dotate di 28 computer fissi e 5 portatili, di stampanti, scanner, lavagne multimediali, proiettori oltre, naturalmente, di connettività Internet, fornita dal Comune. Il progetto di intervento nelle scuole proseguirà tramite corsi di formazione per il personale docente delle scuole e fornendo supporto tecnico per la realizzazione dei relativi siti web, da allargare eventualmente anche alle altre realtà scolastiche del comprensorio. Oltre al Presidente del Cnr, saranno presenti tra gli altri il vice capo della Protezione civile Franco Gabrielli, alcuni parlamentari del comprensorio, il direttore dell’Istituto di informatica e telematica del Cnr, Domenico Laforenza, le autorità locali, i dirigenti scolastici dei plessi interessati dall’iniziativa, i rappresentanti delle associazioni di categoria di Maintainer e Registrar.  
   
   
CONFRONTI: “IL VALORE DEL PATRIMONIO INFORMATIVO PUBBLICO DIGITALE” LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE PER UN’ECONOMIA DELLA CONOSCENZA CONDIVISA  
 
Trento, 8 giugno 2010 - Quali condizioni possono garantire che questo nuovo bene comune sia pienamente disponibile per la società e per l’economia? Hanno confrontato le proprie esperienze, il 6 giugno, moderati dal giornalista Luca De Biase, l’economista inglese Rufus Pollock, Juan Carlos De Martin, docente al Politecnico di Torino, Renato Soru, già presidente della regione Sardegna, e Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento. Recuperare la memoria storica e culturale di territorio e comunità, rendendolo al contempo pubblico e condiviso. In poche parole, costruire il senso di una comunità. É quanto oggi è possibile fare grazie alle nuove tecnologie utilizzando l’enorme mole di dati e informazioni a disposizione delle pubbliche amministrazione. “L’amministrazione inglese è il primo caso di organismo pubblico che ha deciso di rendere trasparenti ai cittadini i capitoli di spesa e vari dati inerenti a ogni attività della pubblica amministrazione” ha spiegato in apertura Pollock. Il quale ha poi descritto come aprire al pubblico l’accesso alle informazioni sia una ricchezza per l’intera collettività. “Open data non significa solo rendere libero l’accesso a delle informazioni, ma anche poterli utilizzare, modificare per altri fini, anche di business. Il cittadino può così esercitare il proprio diritto di partecipazione alla vita e alla crescita dell’intera comunità. Non metterli a disposizione sarebbe uno spreco”. Un patrimonio incommensurabile già esistente, quindi, e che ora anche grazie a una recente direttiva dell’Unione Europea, sta tornando con forza a essere di pubblico dominio. Nella diversità del contesto italiano, su queste premesse è nato il progetto della regione Sardegna, che proprio dal recupero di documenti e informazioni esistenti (filmati, immagini, audio, letteratura) ha dato vita a “Sardegna digital library”. “Il recupero e la digitalizzazione della memoria storica, della cultura, dell’identità di un territorio e di una comunità, aumenta la vita democratica della cittadinanza e aiuta a recuperare la responsabilità e il senso di appartenenza di un popolo in una società sempre più spaesata”, le parole di Soru. L’economia della conoscenza di cui tanto si parla, dunque, può nascere dal passato e dall’esistente, mettendo a disposizione di tutti il patrimonio condiviso di una comunità, che torna così ad essere vero “bene comune”. Anche in Trentino si è iniziato a andare in questa direzione. “Ci siamo dati una visione che è quella di elaborare esperienze di economia della conoscenza capitalizzando il nostro patrimonio di valori e conoscenza” le parole del presidente Lorenzo Dellai. Che ha individuato nella realizzazione della banda larga pubblica la precondizione strutturale su cui fondare nuove iniziative di valorizzazione del patrimonio pubblico digitale. Che però, possono già contare di un humus favorevole. “In Trentino – ha continuato il presidente – oltre ad un grande giacimento pubblico digitalizzato (catasto, cartografia, statistica, turismo, arte), possiamo contare su un tessuto dinamico di centri di ricerca e risorse umane, e della cultura del “bene collettivo” che si è conservata nella nostra gente”. Le premesse per una crescita dell’economia della conoscenza e di nuovi percorsi di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico digitale, dunque, paiono esserci. Da esse l’intero sistema economico e sociale può ritrovare opportunità, competitività e aprirsi al nuovo, al mondo, al futuro. A patto però, che riparta dalla valorizzazione di un passato comune e condiviso.  
   
   
DISATTENTI, MA NON PER COLPA NOSTRA ICT, ATTENZIONE E OPPORTUNITÀ LAVORATIVE  
 
Trento, 8 giugno 2010 - “L’argomento di questo incontro si collega ad altri temi trattati nei giorni scorsi - ha detto Pietro Veronese, giornalista de “la Repubblica” - che ha introdotto il 6 giugno l’incontro con Paul Seabright , docente di Economia presso l’Università di Tolosa e research fellow al Cepr”. Attenzione, Ict, opportunità lavorative: molti gli argomenti trattati nel corso di questa lectio. Seabright è autore di “The Company of Strangers”, un testo che cerca di spiegare perché alla base della vita economica c’è un gesto di incontro e di scambio privilegiato nella storia rispetto a comportamenti come la diffidenza o la violenza pure appartenenti al nostro codice genetico. Ma di un particolare settore dell’economia si è occupato nella sua relazione il professore dell’Università di Tolosa: le Ict – Information and Communication Technologies. Tecnologie, come quelle alla base dei telefoni cellulari e dei computer, che promettono grandi miglioramenti per i paesi in via di sviluppo. In Africa sono 350 milioni gli utenti di telefonia mobile, in India 433 milioni, in Cina 506. E nei paesi poveri le persone utilizzano i telefoni non solo per parlare ma anche per portare a compimento azioni molto importanti per il loro benessere: ottenere consulenze mediche per esempio, oppure accedere a servizi di “mobile banking”. E internet può servire anche per il commercio e per la formazione. Senza contare che gli strumenti di comunicazione sono utili prima di tutto per collegare le persone. Ma ovviamente c’è anche l’altra faccia della medaglia. E questa può essere molto pesante. Si parte da un esempio. E’ la storia di Gp Sawan, raccontata nel 2007 dal “New York Times”. Sawan è uno scrivano indiano. Uno che per anni ha steso lettere per coloro che non sapevano scrivere, a volte facendosi pagare a volte gratuitamente. Tra le persone che ha aiutato ci sono anche molte prostitute della periferia di Mumbay, che ha messo in contatto con i loro parenti inventando storie credibili e più accettabili. Quest’uomo - scrive il New York Times - con la diffusione dei cellulari sta perdendo la sua professione a metà tra lo scrivano e il poeta. E poi, c’è il problema che con le Ict si diffondono non solo le comunicazioni credibili ma anche quelle tendenziose. Inoltre con l’unione di pubblicità e nuove tecnologie si sono diffusi i mercati dove il vincitore piglia tutto. In molti settori, per esempio quello dei calciatori, attori e musicisti, solo in pochi riescono ad emergere e guadagnano cifre esorbitanti, mentre gli altri restano ai margini. “E poi - continua Seabright - c’è un problema di limitata attenzione disponibile”. La sfera della conoscenza inconscia è molto potente, mentre la nostra “memoria di lavoro” è molto più limitata e spesso siamo sopraffatti dalle possibili distrazioni. Seabright conclude con una riflessione sull’ambito lavorativo dell’Ict: “Le competenze informatiche diventeranno un’alfabetizzazione di base e perciò non permetteranno più di fare la differenza, di lavorare con creatività: io non voglio dire che gli informatici non risolveranno i problemi potranno risolvere alcune cose ma non possiamo pensare che l’Ict faccia tutto per noi.”  
   
   
5ª CONFERENZA DEI DOTTORANDI DELL´EUROPA SUD ORIENTALE  
 
Salonicco, 7 giugno 2010 - Il 13 e 14 settembre 2010 si terrà a Salonicco, in Grecia, la quinta conferenza dei dottorandi (dsc2010) organizzata dal Seerc (South East European Research Centre). L´evento si basa sul successo riscosso dalle edizioni precedenti, ciascuna delle quali ha presentato oltre 100 documenti di studiosi provenienti da paesi di tutta la regione dell´Europa sud orientale e altrove. L´obiettivo dell´evento è di agevolare lo scambio di conoscenze tra giovani ricercatori e di consolidare le reti esistenti di studiosi attualmente impegnati nella ricerca in e riguardante l´Europa sud orientale. Il Seerc intende inoltre affermare e rinforzare i legami di collaborazione tra varie discipline, gettando le basi per idee innovative e contribuendo a coinvolgere la comunità accademica in senso lato. La conferenza è aperta ai giovani scienziati che attualmente svolgono dottorati di ricerca o si trovano all´inizio della carriera di ricercatori (fino a due anni dal dottorato). L´evento ha un´impostazione interdisciplinare e i temi e argomenti di ricerca sono organizzati in filoni d´interesse. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Seerc.org/dsc2010    
   
   
XXIII RIUNIONE NAZIONALE “A. CASTELLANI” DEI DOTTORANDI DI RICERCA IN DISCIPLINE BIOCHIMICHE 8-11 GIUGNO 2010 – BRALLO DI PREGOLA (PV)  
 
 Pavia, 8 giugno 2010 - Si svolgerà nei giorni 8-11 giugno 2010 a Brallo di Pregola (Pv) la “Xxiii Riunione Nazionale dei Dottorandi di Ricerca in Discipline Biochimiche”, organizzata dal Dipartimento di Biochimica dell’Università di Pavia, in collaborazione con la Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare. L’iniziativa si tiene ogni anno a giugno ininterrottamente dal 1998, quando prese il via, voluta e promossa dal Prof. Alessandro Castellani, allora Rettore dell’Ateneo pavese e Direttore del Dipartimento di Biochimica. L’incontro riunisce giovani iscritti a tutti i Dottorati Italiani del settore e prevede relazioni tenute da Docenti di diverse sedi e la presentazione da parte degli allievi dell´ultimo anno del loro lavoro sperimentale. Un’iniziativa che si è andata progressivamente affermando nell’ambiente biochimico italiano e che è inserita nel programma ufficiale della Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare. Il sito internet http://www-3.Unipv.it/bralweb/ raccoglie tutte le informazioni sull’evento e un archivio delle passate edizioni: programmi e fotografie di gruppo a partire dal 1988, anno della prima edizione ideata e promossa dal Prof. Alessandro Castellani. Partecipano alla Riunione un centinaio di dottorandi, e una decina di professori, chiamati a tenere lezioni su argomenti di frontiera della biochimica. Per informazioni Riunione nazionale Dottorandi in discipline Biochimiche Segreteria organizzativa - Federica Baracco c/o Dip. Di Biochimica Sez. Scienze Via Bassi, 21 27100 Pavia tel 0382 98 7236 fax 0382 98 7240  
   
   
CONFERENZA SULLA TEORIA DI TEICHMüLLER  
 
Bellaterra, 8 giugno 2010 - Dal 28 giugno al 3 luglio 2010 avrà luogo a Bellaterra (Spagna) un dibattito sull´analisi teorica e matematica della teoria di Teichmüller. La teoria di Teichmüller è un ramo della matematica relativo alle strutture geometriche sulle superfici. La conferenza riguarderà in particolare alcuni dei più importanti progressi compiuti dalla teoria dal punto di vista geometrico (teoria di Thurston e le sue ramificazioni) e dal punto di vista analitico (teoria di Ahlfors-bers e le sue ramificazioni). Sarà messa in evidenza la sua relazione con la fisica. Oltre alle discussioni specialistiche, gli esperti del campo svolgeranno una serie di cosiddette "discussioni sondaggio" (survey-talks). Sono particolarmente incoraggiati a partecipare all´evento i giovani ricercatori e laureati in questo campo. L´evento è organizzato dalla Società matematica europea e dal Centro europeo di ricerca matematica, in partenariato con la Fondazione europea della scienza. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Esf.org/index.php?id=6305    
   
   
EUROSCIENCE OPEN FORUM  
 
Torino, 7 giugno 2010 - Dal 2 al 7 luglio 2010 si terrà a Torino (Italia) il meeting Euroscience Open Forum (Esof2010). Esof2010 sarà un punto d´incontro per giovani ricercatori e scienziati, giornalisti e politici, appassionati di scienze e il pubblico generale, per esplorare i confini della ricerca scientifica e tecnologica, nonché discutere di temi controversi e scambiarsi esperienze. Uno degli obiettivi di Esof2010 è quello di fornire prospettive di carriera e programmi mirati ai laureati e giovani ricercatori. Il programma dell´evento prevede in tutto oltre 120 incontri e 20 conferenze principali tenute da rappresentanti di spicco del mondo scientifico. Esof è un importante evento biennale dedicato alla ricerca e all´innovazione scientifica, e al loro impatto sulla società. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Esof2010.org/    
   
   
ISTRUZIONE: BILANCIO COMENIUS REGIO FVG-CARINZIA  
 
Tarvisio, 8 giugno 2010 - "È qui che nasce l´Europa dell´istruzione, capace di formare un´autentica cittadinanza europea". Lo ha detto l´assessore regionale all´Istruzione e Cultura Roberto Molinaro, che ha partecipato ieri al Centro culturale Julius Kugy di Tarvisio alla presentazione dei risultati del primo anno 2009-2010 del progetto comunitario Comenius Regio Cre.a.re. (Crescere e apprendere in rete), coordinato dalle Regioni Friuli Venezia Giulia e Carinzia. Al primo incontro bilaterale annuale, in cui le varie scuole coinvolte hanno illustrato brevi sintesi dei loro progetti transfrontalieri, erano presenti, assieme a Molinaro, il sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni, la direttrice dell´Ufficio scolastico regionale Daniele Beltrame, il presidente della Landesschulrat della Carinzia Walter Ebner assieme al vicepresidente Walter Altersberger. "Oggi è un momento importante per la nostra regione - ha detto l´assessore nel suo intervento - e desidero perciò ringraziare il mondo della scuola, gli alunni, i docenti, i dirigenti scolatici per aver accolto l´invito e la sfida di cimentarsi con successo nel percorso proposto dal programma Comenius Regio". "Stiamo attraversando - ha aggiunto Molinaro - un momento di evoluzione della governance del sistema dell´istruzione, che vedrà le Regioni assumere sempre maggiori responsabilità. In questo senso il Comenius Regio ci ha permesso di imprimere un´accelerazione alle già numerose esperienze condotte dal Friuli Venezia Giulia nella cooperazione transfrontaliera nel campo dell´istruzione, mettendole a sistema". Sarà così possibile, secondo l´assessore, definire le "buone prassi" da mettere poi a disposizione della altre scuole del Friuli Venezia Giulia ma anche dell´Italia. Degli undici progetti assegnati al nostro Paese nell´ambito della nuova azione comunitaria, avviata nel 2009, ben due sono stati infatti ottenuti dal Friuli Venezia Giulia, il primo in collaborazione con la Carinzia, il secondo con la Slovenia (i cui risultati sono stati illustrati recentemente a Plezzo). Una delle novità del Comenius Regio è la costituzione di Consorzi per gestire il programma. Per il progetto Cre.a.re. Ne fanno parte, per il Friuli Venezia Giulia, la Regione, l´Ufficio scolastico regionale, la direzione didattica di Manzano, l´Educandato Uccellis di Udine, l´istituto onnicomprensivo di Tarvisio, l´Associazione culturale Alpe Adria. Sono state coinvolte sia scuole primarie, sia scuole secondarie di primo e secondo grado. Caratteristica dei progetti sviluppati è l´ampio utilizzo delle tecnologie informatiche, in particolare le potenzialità offerte dalle "comunità virtuali" della rete, che permettono di costruire strumenti didattici comuni, coinvolgendo gli allievi come protagonisti diretti nello scambio continuo di informazioni tra le scuole del Friuli Venezia Giulia e della Carinzia. Un modo, dunque, di "educare senza confini".  
   
   
SCUOLA. LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA AVVIA IL PERCORSO PER UNA NUOVA LEGGE REGIONALE SULLE AUTONOMIE SCOLASTICHE E FORMATIVE.  
 
Bologna, 8 giugno 2010 – L’emilia-romagna è pronta a dare attuazione alla bozza di accordo tra Governo, Regioni e Province autonome, che raccoglie le modifiche al Titolo V della Costituzione previste dalla legge 3 del 2001 e che assegna alle regioni l’organizzazione scolastica. Lo ha annunciato questa mattina l’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi, incontrando la stampa in occasione della chiusura dell’anno scolastico. La Regione Emilia-romagna intende rilanciare la propria iniziativa legislativa nell’ottica di un federalismo attivo e solidale, mettendo in cima all’agenda politica il tema della formazione con l’obiettivo di valorizzare e di salvaguardare la qualità del proprio sistema educativo. In un momento di grande sofferenza della scuola pubblica, la Regione intende ripensare le modalità organizzative della rete formativa e avviare il percorso che porterà ad una nuova legge regionale sulle autonomie scolastiche e formative. “Il mondo della scuola ha un bisogno assoluto di riprendere ad avere fiducia e speranza in sé stesso – ha detto l’assessore Bianchi - C’è una via, e passa attraverso la bozza di accordo tra Governo e Regioni che passa alle Regioni la capacità di investire sulla propria scuola. La Regione Emilia-romagna vuole dare stabilità e solidità alla scuola, che è la base stessa di un Paese: quando un Paese taglia sul proprio sistema formativo significa che ha una idea molto scarsa di futuro”. La nuova proposta di legge ha due obiettivi prioritari. Da un lato offrire uno strumento aggiornato alle esigenze del sistema educativo dell’Emilia-romagna, che individui i criteri appropriati per ottimizzare le risorse pesantemente decurtate dai tagli lineari praticati dal Governo negli ultimi due anni. Dall’altro recepire le nuove competenze in materia scolastica che vengono assegnate alle Regioni dalla bozza di accordo tra Governo, Regioni e Province autonome, che raccoglie le modifiche al Titolo V della Costituzione previste dalla legge 3 del 2001. Per l´Emilia-romagna le risorse per la funzionalità della scuola, gli organici e il concorso per l’accesso degli insegnanti e la loro mobilità, così come la definizione delle competenze, devono rimanere di livello nazionale, ma la gestione deve passare alla Regione, che considera il sistema scolastico come l’architrave dell’unità nazionale. Un sistema unitario di istruzione e formazione dove lo Stato detta le norme generali sull’istruzione, i principi fondamentali a cui si deve ispirare la legislazione concorrente e definisce i livelli essenziali, mentre le Regioni adottano le leggi nelle materie concorrenti e insieme agli enti locali assolvono alla funzione organizzativa, e dove le istituzioni scolastiche autonome provvedono a fornire il servizio formativo. In continuità con la legge regionale 12 del 2003, la Regione intende valorizzare il sistema delle autonomie scolastiche. Anche nella elaborazione del nuovo testo di legge la Regione intende coinvolgere nel dibattito tutti gli attori del mondo della scuola, per costruire un progetto condiviso. La visione regionale parte dalla convinzione che un Paese che vuole crescere ha necessità di investire in conoscenza e di mettere in relazione la ricerca e il lavoro. E per questo la Regione guarda alla ricerca come ampliamento della conoscenza, alla scuola come luogo di diffusione della conoscenza e come porta di accesso al lavoro, al lavoro come esercizio del diritto di cittadinanza. Il modello che si vuole impostare evidenzia il forte elemento di continuità esistente dalla scuola materna all’università, con uno stretto rapporto di integrazione tra diversi livelli educativi e incentivando l’accesso alla formazione e al sapere lungo tutto il corso della vita.  
   
   
ISTRUZIONE FVG: TAVOLO PER TUTELA SCUOLA MONTAGNA  
 
Trieste, 8 giugno 2010 - "Un terzo del Friuli Venezia Giulia è Montagna e qui la scuola ha una funzione sociale persino più rilevante che altrove. La sua tutela va pertanto affrontata non in termini episodici, ma nel medio periodo e nell´ambito, più ampio, di una maggiore assunzione di responsabilità della Regione anche in questo settore, come previsto dal titolo V della costituzione". Così l´assessore regionale ad Istruzione, Formazione e Cultura, Roberto Molinaro, ha confermato l´impegno e gli obiettivi dell´Amministrazione regionale nel corso dell´incontro organizzato questo pomeriggio a Tolmezzo dalla Provincia di Udine per la presentazione del documento per la tutela delle scuole di montagna. Un incontro al quale erano presenti, oltre a Molinaro, gli assessori provinciali alla Montagna, Ottorino Faleschini, ed all´Istruzione, Elena Lizzi, il direttore generale dell´Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, e una folta rappresentanza di sindaci e dirigenti scolastici del territorio montano. "Puntiamo ad individuare una strategia finalizzata non al mero ridimensionamento - ha detto Molinaro - ma ad una riorganizzazione della rete scolastica funzionale alla rivalutazione delle risorse umane attraverso azioni destinate non solo all´autonomia ed alla programmazione dei plessi scolastici". L´assessore ha quindi sottolineato l´importanza di una continuità di rapporti tra studenti e docenti ovunque, ma specialmente nelle scuole di montagna."Diverse - ha osservato l´assessore - sono le possibilità da valutare anche con l´aiuto del tavolo di lavoro, che sarà la prima, diretta conseguenza dell´incontro di oggi e servirà a dar vita ad un gruppo tecnico misto (Regione, Ufficio Scolastico, Province, Autonomie scolastiche ed Enti locali) in grado di approfondire i temi proposti dalla Provincia di Udine con il suo documento". "Servono, e sarà compito del gruppo tecnico formularle - ha continuato - proposte che portino a soluzioni concrete". "Tra gli scenari che si propongono possiamo immaginare - ha concluso Molinaro - che i docenti che insegnano in montagna scelgano di non presentare domanda di trasferimento, in forza di incentivi che ne incoraggino la permanenza e favoriscano così quella continuità relazionale che serve agli studenti per crescere umanamente e culturalmente".  
   
   
LA SITUAZIONE DELLA SCUOLA IN EMILIA-ROMAGNA PER IL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO 2010-2011  
 
Bologna, 8 giugno 2010 - Inoltriamo i dati sulla scuola per il prossimo anno scolastico 2010-2011, distribuiti questa mattina in conferenza stampa dall´assessore Bianchi. La situazione della scuola in Emilia-romagna - I dati di previsione per il personale docente per l’Emilia-romagna per l’anno scolastico 2010-2011 indicano una riduzione di organico complessivamente di 1.193 insegnanti. Un numero particolarmente elevato che non tiene conto dell’incremento degli studenti, il più alto a livello nazionale, che l’anno prossimo saranno 7- 8 mila in più rispetto all’anno scolastico che si sta per concludere. In Emilia-romagna le Autonomie scolastiche hanno mediamente oltre 850 alunni, dato che evidenzia come la razionalizzazione della rete scolastica sia già avvenuta. La media alunni/classe è di 22,06, mentre quella alunni/docente è di 11,2, entrambe superiori sia alla media nazionale sia agli obiettivi posti dalla legge finanziaria. Una situazione che, insieme alla riconosciuta qualità del sistema da parte delle indagini nazionali e internazionali, dimostrano quanto è stato fatto in Emilia-romagna per eliminare gli sprechi e qualificare la spesa pubblica. I tagli il prossimo anno scolastico causeranno una situazione molto critica nella scuola dell’infanzia, che da anni si trova in sofferenza. Nella scuola primaria inevitabilmente si verificherà una riduzione del tempo scuola erogato: non solo non si aumenterà il tempo pieno ma non si garantirà neppure l’esistente. Nella scuola media si ridurrà il tempo prolungato e la sperimentazione musicale. Anche l’educazione degli adulti è oggetto di forte riduzione, molti centri territoriali della nostra regione hanno visto ridotta sensibilmente la consistenza dei loro organici. Nella scuola superiore è ancora in corso una ricognizione dei fabbisogni alla luce della recente riforma.
Organico Di Diritto Personale Docente O.d. 2010/11
Infanzia
Provincia Alunni Od 10/11 Posti Od 09/10 Posti Od 10/11 Diff.
Bologna 12.082 988 988 0
Ferrara 2.777 221 221 0
Forli´-cesena 6.540 493 493 0
Modena 10.124 809 810 1
Parma 4.494 338 338 0
Piacenza 4.474 325 325 0
Ravenna 4.712 343 343 0
Reggio Emilia 4.308 345 345 0
Rimini 3.939 262 299 37
Totale Er 53.450 4.124 4.162 38
 
   
   
ISRAELE, PREMIATI GLI STUDENTI VINCITORI DEL "PERCORSO DEI GIUSTI"  
 
 Roma, 8 giugno 2010 - ´´Panni sporchi´´ e ´´Darchei Shalom´´: sono i due lavori vincitori del concorso ´Il percorso dei giusti, la memoria del bene patrimonio dell´umanita´´. Le due scuole vincitrici, l´istituto di istruzione secondaria nautica e commerciale ´Giovanni Caboto´ di Gaeta e l´Isis ´Pacifici e De Magistris´ di Sezze (Latina), sono state premiate a Gerusalemme dal presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. Presenti alla cerimonia i circa 40 studenti dei due istituti che, insieme ad alcuni insegnanti, stanno partecipando al viaggio in Israele con la governatrice, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e il presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Dopo la proiezione dei lavori, i ragazzi si sono cimentati in alcune letture scelte. Poi la consegna delle targhe. "Intendiamo proseguire questa iniziativa - ha detto agli studenti il presidente Polverini - e credo che si possa aggiungere anche qualcosa in più per conoscere e vivere la storia, anche quella più tremenda. Perché la libertà è un valore che dobbiamo sempre difendere. Alla fine di questo viaggio, quando tornerete nelle vostre città - ha concluso il presidente della regione Lazio -, sarete davvero in grado di consegnare ai vostri compagni la memoria".  
   
   
FORMIGONI-KENNEDY, INSIEME PER FIUME LAMBRO  
 
Milano, 8 giugno 2010 - Il caso dell´inquinamento del fiume Lambro, in cui nel febbraio scorso si sono sversati 600.000 litri di gasolio e olio combustibile, è stato uno degli argomenti di cui hanno discusso oggi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e Robert "Bobby" Kennedy Iii (nipote di Bob Kennedy), alla giornata conclusiva del Festival Internazionale dell´Ambiente, ospitata nei padiglioni di Fieramilano City. Kennedy ha seguito con grande interesse la vicenda del fiume lombardo e ha anticipato che intende lavorare al fianco di Regione Lombardia. Dopo aver incontrato il presidente dell´associazione valle del Lambro, Kennedy sta organizzando una sua visita sul fiume anche in qualità di "Green Ambassador" e per continuare in Lombardia il suo impegno con la Waterkeeper Alliance, un´agenzia ambientalista che si dedica alla protezione e conservazione delle falde acquifere. Il presidente Formigoni ha apprezzato la disponibilità a lavorare insieme per il recupero del fiume Lambro e ha ribadito l´impegno della Regione affinché il fiume "torni più pulito di prima entro il 2015, anno dell´Expo". Il presidente ha anche ricordato che finora sono stati stanziati 20 milioni di euro per le operazioni di depurazione del Lambro e nei prossimi 5 anni i fondi destinati al recupero del fiume saranno pari a 100 milioni di euro. Sul tema tutela delle acque il presidente Formigoni ha voluto sottolineare che, oltre alle azioni previste per il Lambro, sono due le altre priorità che caratterizzeranno la nuova legislatura della Regione Lombardia. Anzitutto "il grande Progetto Fiumi di Regione Lombardia, con Arpa, che - ha precisato il presidente Formigoni - mira a individuare tutti gli scarichi di ogni genere incidenti sul vasto bacino del Lambro e dell´Olona, mettendo a punto metodi d´indagine avanzati e moderni e che potranno venire adottati per la protezione di tutti i corsi d´acqua lombardi". La conclusione della prima fase del lavoro è prevista per giugno 2011. Altra novità sarà il lancio del Centro di Documentazione Laghi e Acque Superficiali recentemente avviato da Arpa, in collaborazione con Regione Lombardia, che, ha spiegato il presidente Formigoni, "mira a collegare, in analogia a quanto effettua la Waterkeeper Alliance, i soggetti pubblici e privati che lavorano per la tutela delle acque, del loro uso professionale, civile e turistico, per la navigazione, il tempo libero, la pesca o l´irrigazione". Formigoni, nel corso del suo intervento ha anche sottolineato come il Festival Internazionale dell´Ambiente, fortemente voluto e sostenuto dalla Regione Lombardia, nel corso di questi tre anni si sia qualificato come "laboratorio permanente di sperimentazione politica e di cultura ambientale, a beneficio di tutto il Paese e con un respiro internazionale". "Questo Festival ha successo - ha concluso il presidente - perché ha raggiunto pienamente l´importante obiettivo di rendere comprensibili e facilmente accessibili a tutti le tematiche ambientali, spesso patrimonio della sola comunità scientifica. La sfida della tutela ambientale parte infatti dalla conoscenza a portata del cittadino, che deve sempre più comprendere la realtà per migliorare le sue abitudini".  
   
   
COMO: SIGLATO PATTO SICUREZZA AREA LAGO  
 
Como, 8 giugno 2010 Un sistema integrato e coordinato di sicurezza, con iniziative condivise per salvaguardare la vivibilità del territorio e la qualità della vita. E´ questo l´obiettivo del "Patto per la Sicurezza dell´area del Lago di Como", sottoscritto questa mattina tra le massime rappresentanze istituzionali di Como e Lecco (Prefetture, Provincie e sindaci dell´area rivierasca), alla presenza dell´assessore regionale alla Protezione Civile, Sicurezza e Polizia Locale, Romano La Russa e del ministro dell´Interno, Roberto Maroni. "E´ utile e necessario rafforzare la collaborazione tra tutti gli enti interessati e le Forze dell´Ordine e di Polizia locale - ha detto La Russa - per intensificare le azioni di controllo e di vigilanza sul territorio, e il senso di tale accordo va proprio in questa direzione. La sicurezza è un elemento fondamentale per permettere ai cittadini di vivere serenamente e con la consapevolezza di essere sempre tutelati e garantiti nella loro quotidianità. Tale Patto rientra in una serie di accordi che stiamo ratificando con varie realtà della Lombardia sempre in tema di sicurezza. Il prossimo appuntamento sarà venerdì a Varese dove saranno sottoscritti i patti per la sicurezza dei laghi Maggiore, d´Orta e di Lugano". Il Patto prevede una serie di misure di controllo in diversi ambiti, con azioni coordinate tra le diverse Forze di Polizia e di vigilanza dell´area del lago di Como e le istituzioni: dagli interventi ordinari di soccorso in acqua - con l´intensificazione da parte delle Forze dell´Ordine dei controlli sotto costa e la richiesta, ove necessario, di ulteriori mezzi navali per il monitoraggio delle acque - a quelli su terra - con il potenziamento del controllo degli esercizi pubblici, dei servizi di controllo della circolazione stradale, la lotta allo sfruttamento della prostituzione e interventi di prevenzione e di contrasto al fenomeno dello spaccio. L´intesa prevede anche il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza nelle aree ritenute più sensibili, sia sulla terraferma, sia in prossimità delle coste.  
   
   
REGIONE SARDEGNA: AVVIATO IL PERCORSO PER LA STESURA COMPLETA DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE  
 
Cagliari, 8 Giugno 2010 - È partito ufficialmente il percorso avviato dalla Regione, in piena coerenza con le sue strategie di concertazione e condivisione, che porterà alla stesura completa del Piano Paesaggistico Regionale (Ppr). Per raggiungere questo fondamentale traguardo, il presidente Ugo Cappellacci e l’assessore dell´Urbanistica Gabriele Asunis, hanno identificato un processo formativo innovativo rispetto al passato, chiamando gli Enti Locali a unirsi in un’azione attiva e partecipata, al fine di pervenire a una revisione del Ppr che renda pienamente condivisi i suoi contenuti e li estenda all’intera Isola. "Condivisione, concertazione e compartecipazione; sono questi i momenti chiave che l’assessorato dell’Urbanistica ha voluto privilegiare nell’iter che porterà, nel prossimo anno, alla stesura finale di un Piano Paesaggistico coerente e in linea con i dettami del codice Urbani”, ha sottolineato l’assessore Gabriele Asunis. "Tutte le azioni che l’amministrazione regionale sta ponendo in campo in materia urbanistica sono e devono proseguire nella direzione di costruire un Ppr che non sia più percepito dai territori come un piano di vincoli ma bensì come un piano di opportunità e di sviluppo". Per raggiungere questo obiettivo, l’Assessorato aveva già attivato nel maggio 2009 nove conferenze territoriali culminate in quella conclusiva tenutasi a Cagliari il 30 giugno 2009. Il serrato confronto con gli Enti locali ha consentito di raccogliere idee e suggerimenti utili alla valorizzazione dei punti di forza e al superamento delle criticità incontrate nella prima fase di attuazione del Piano paesaggistico regionale; confronto e partecipazione che continua in questa seconda fase chiamata: “Sardegna Nuove Idee”. La Regione allo stesso tempo ha avviato le interlocuzioni con il Ministero dei Beni culturali al fine di condividere la procedura che deve portare alla definizione delle strategie e dei contenuti del nuovo Ppr. Nello specifico "Sardegna Nuove Idee" si basa sull’attivazione di laboratori di progettazione paesaggistica che avranno il compito di identificare aree sensibili e temi emergenti attraverso laboratori tematici locali di approfondimento. Saranno in tutto tre i tavoli territoriali che partiranno dal prossimo 16 Giugno e che si concluderanno il 28 febbraio 2011 e saranno composti ciascuno da 14 laboratori suddivisi per ambiti di paesaggio definiti da caratteristiche paesaggistiche e economico-culturali simili. "Grazie al progetto: Sardegna Nuove Idee - ha aggiunto l’esponente della Giunta - vogliamo favorire la qualità della pianificazione del paesaggio, urbano e rurale, partendo dalle esigenze e dalla conoscenza che la popolazione ha dei propri luoghi. Solo con una strategia condivisa con le amministrazioni locali - ha concluso Asunis - potremo puntare a uno sviluppo equilibrato della Sardegna, conservando e valorizzando le sue peculiarità".  
   
   
CONVEGNO GREEN ECONOMY A SPILIMBERGO  
 
Trieste, 8 giugno 2010 - Si parlerà di economia verde al convegno "Green Economy e Tutela dell´Ambiente" in programma oggi a Spilimbergo. L´evento, promosso da eAmbiente Srl in collaborazione con la direzione regionale Ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia e con il Comune di Spilimbergo, si inserisce tra le iniziative a supporto dell´Anno Internazionale della Biodiversità. Ad intervenire ai lavori, che si svolgeranno nella sala del cinema Miotto a partire dalle 9.30, saranno Corrado Clini, direttore Generale del Ministero dell´Ambiente e della Tutela del Territorio, Giovanni Collino, parlamentare europeo, Elio De Anna, assessore all´Ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia, Roberto Della Torre, direttore Centrale Ambiente e Lavori Pubblici, Antonio Massarutto, professore associato di politiche economiche presso l´Università di Udine, Enrico Gherghetta, presidente della Provincia di Gorizia, Marzio Flavio Morini, presidente della Commissione Ambiente Anci e Lodovico Nevio Puntin, segretario generale Regionale Anci Friuli Venezia Giulia Nel pomeriggio, con inizio alle 14.30, protagonisti Giorgio Mattassi, direttore Tecnico Scientifico Arpa, Sebastiano Cacciaguerra, direttore infrastrutture civili e tutela acque da inquinamento, Daniele De Luca, direttore del Servizio di Tutela ambienti naturali e fauna, Angela Sanchini, responsabile dell´Agenzia Regionale per l´Edilizia Sostenibile, Paolo Cartagine, direttore del Servizio disciplina e gestione rifiuti, Pierpaolo Gubertini, direttore del Servizio tutela da inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico, Sergio Persoglia, direttore alle collaborazioni internazionali Ogs e segretario generale di Co2geonet e Luchino Laurora, assessore all´Ambiente e alla Cultura del Comune di Spilimbergo. Durante questo fitto susseguirsi di interventi di carattere più tecnico, il focus sarà quello di sensibilizzare i presenti sui temi della sostenibilità ambientale, nonché introdurre questioni legate all´energia come il confinamento della Co2 oppure la certificazione energetica degli edifici, argomenti correlati all´ambiente e fortemente interconnessi tra loro. Non a caso, nell´ambito della manifestazione Settimana Europea dell´Energia Sostenibile che si è tenuta lo scorso marzo, il convegno "Green Economy e Tutela dell´Ambiente" rientra nelle attività della Campagna Europea della Sostenibilità. L´intero convegno sarà coordinato da Gabriella Chiellino, esperta di settore e profondamente attenta ai cambiamenti energetico-ambientali in atto.  
   
   
«COLLINE METALLIFERE, IL MINISTERO DECIDA SUBITO PER IL PARCO» RITARDI INACCETTABILI ALLA VIGILIA DELL´ATTESO RICONOSCIMENTO DELL´UNESCO  
 
 Firenze, 8 giugno 2010 - «Il Parco tecnologico e archeologico delle Colline Metallifere grossetane è a tutt´oggi senza il proprio comitato di gestione scaduto a fine marzo. E Roma tace. Lo scorso 29 aprile, insieme al presidente della Provincia di Grosseto Leonardo Marras, ho scritto al ministro dell´ambiente Stefania Prestigiacomo per chiedere di firmare il decreto di proroga della nomina del comitato, come accaduto per il “gemello” parco dell´Amiata. Ma ad oggi non abbiamo ricevuto risposta. Anzi, ci giunge notizia che il ministero per l´ambiente stia procedendo a “nuove designazioni”. Mi auguro che nel rispetto di corretti rapporti istituzionali la Regione venga preventivamente informata». Interviene così l´assessore all´ambiente Anna Rita Bramerini sulla questione della “vacatio” nella quale si trova il Parco delle Colline Metallifere grossetane. Una situazione inaccettabile, secondo l´assessore, soprattutto alla vigilia di una scadenza prestigiosa e decisiva: l´ultima fase della procedura per il definitivo accoglimento della candidatura del Parco nella Rete europea e mondiale dei geoparchi e geositi Unesco. «Grazie all´intervento tempestivo del presidente Marras che ha inviato una lettera ai “verificatori” dell´Unesco per invitarli comunque a visitare il parco, pur in assenza dei suoi vertici, siamo riusciti a non perdere la possibilità di ottenere questo importantissimo riconoscimento - prosegue Bramerini -. Ma adesso chiediamo al ministro Prestigiacomo di dare urgentemente continuità all´azione amministrativa del Parco con una proroga del Comitato di gestione provvisoria almeno fino al 31 dicembre 2010, cosa che è stata fatta invece con un decreto del 6 aprile scorso per il comitato di gestione del Parco delle miniere dell´Amiata  
   
   
INCONTRA IN REGIONE FRA ASS.ALTAMAREA DI TARANTO SU ILVA E BENZOAPIRENE  
 
 Bari, 8 giugno 2010 - Ieri mattina l’assessore regionale alla Qualità dell’ambiente, Lorenzo Nicastro, ha incontrato i rappresentanti dell’Associazione “Alta marea contro l’inquinamento - Coordinamento dei cittadini ed associazioni di Taranto”. Si è discusso dei contenuti della relazione di Arpa Puglia dello scorso 4 giugno sulla qualità dell’aria nella Città di Taranto. Secondo Nicastro “l’Arpa Puglia per la prima volta ha posto in stretta correlazione i valori di benzo(a)pirene rilevati in atmosfera con le emissioni rivenienti dalle cokerie dello stabilimento Ilva. Di fronte ai dati e alla valutazioni fornite da Arpa Puglia, braccio tecnico della Regione, dovranno essere poste in atto tutte le iniziative di competenza della Regione volte alla riduzione di questo inquinante in atmosfera”. In precedenza, si era già tenuto un tavolo tecnico convocato lo scorso 6 maggio a seguito della comunicazione da parte dell’Arpa dell’avvenuto superamento della concentrazione di benzo(a)pirene nel rione Tamburi. In tale occasione, in attesa di conoscere i dati definitivi relativi al fenomeno, la Regione si era impegnata alla redazione, avvalendosi dell’Arpa Puglia, di un piano di risanamento volto al raggiungimento del valore obiettivo di 1 ng/m3 di benzo(a)pirene. Nel corso dell’incontro odierno, ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste è stato chiarito come non vi siano dubbi in relazione all’esigenza di conseguire la riduzione della concentrazione di benzo(a)pirene ben prima del 31 dicembre 2012, prospettato dal Ministero dell’Ambiente. “Ci siamo impegnati – ha detto Nicastro - a promuovere presso il Ministero, responsabile del procedimento per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per lo stabilimento Ilva, una forte azione di sollecitazione volta alla definizione delle misure necessarie per ridurre il contributo emissivo”. “Tali misure - ha precisato - potranno e dovranno essere anche più stringenti di quelle previste dalle Bat, come peraltro stabilito dalla norma in casi limite come questo. Questo assessorato ritiene che considerata la situazione ambientale che si è determinata nella città di Taranto l’accoglimento di tale richiesta sia doveroso da parte del Ministero dell’Ambiente”. In parallelo la Regione si è attivata per la redazione di un piano di azione finalizzato all’immediato rientro nei limiti previsti dalla legge nel benzo(a)pirene già nel 2010.  
   
   
CONFINDUSTRIA BASILICATA, SEMINARI SU SOFTWARE GESTIONE RIFIUTI  
 
Potenza, 8 giugno 2010 - Si terranno il prossimo 8 giugno 2010 - a Potenza, alle ore 9.00, presso Confindustria Basilicata in via Di Giura e a Matera, alle ore 15.00, presso la Mediateca Provinciale in P.zza V. Veneto – due seminari di formazione all’utilizzo del nuovo software per il controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri). Il Sistri, il cui utilizzo per la registrazione dei rifiuti è obbligatorio dall’inizio dell’anno, provvede alla semplificazione delle procedure e degli adempimenti, garantisce una maggiore trasparenza e interviene nella pre-venzione dell´illegalità. Il programma dei seminari prevede, oltre alla presentazione della normati-va legata alla compilazione dei nuovi registri informatici, anche un appro-fondimento relativo alle ultime novità contenute nel Mud 2010 e una simu-lazione pratica di utilizzo del software. I due incontri saranno introdotti dal Vice Presidente di Confindustria Basili-cata, Michele Somma e diretti da Paolo Pipere, responsabile del Servizio Ambiente, Territorio e Cultura della Camera di Commercio di Milano.