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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Giugno 2010
PESCA SOSTENIBILE NEL MEDITERRANEO: È IL MOMENTO DI AGIRE  
 
Da un´indagine svolta da esperti scientifici su oltre il 54% degli stock ittici del Mediterraneo risulta che vi è uno sfruttamento eccessivo di tali risorse. Dal 1° giugno è entrato pienamente in vigore il regolamento "Mediterraneo", il cui scopo è migliorare la gestione della pesca al fine di giungere a un´attività di pesca sostenibile, tutelare il delicato equilibrio dell´ambiente marino e riportare a livelli di sicurezza gli stock ittici. Il regolamento non vieta però alcun tipo di pesca tradizionale o "speciale". Queste pratiche sono invece permesse, se a basso impatto sulle specie e sugli habitat gestite nell´ambito di un piano nazionale, ma molti Stati membri non hanno ancora messo mano al riordino dei rispettivi piani di gestione nazionali. Maria Damanaki, commissaria per gli affari marittimi e la pesca, ritiene che non vi siano giustificazioni per l´attuale incompleta attuazione delle misure adottate con il regolamento "Mediterraneo" nel dicembre 2006. "Gli Stati membri hanno avuto più di tre anni per prepararsi all´adempimento di tutte le norme che, va ricordato, essi hanno unanimemente adottato nel 2006" ha detto la commissaria."La situazione di numerosi stock ittici nel Mediterraneo è allarmante e i pescatori vedono le loro catture scemare di anno in anno. Se nel 2006 tali misure sono state ritenute necessarie, oggi appaiono ancora più urgenti. È necessario invertire questa preoccupante tendenza a praticare attività di pesca non sostenibili e a impoverire le risorse ittiche e dobbiamo farlo ora. A tal fine, tutti devono attenersi alle norme stabilite. Invito pertanto gli Stati membri ad agire e a fare quanto necessario per finalizzare i rispettivi piani di gestione. Il periodo di transizione è finito". Per meglio preservare la diversità del bacino marittimo e l´integrità dei suoi ecosistemi, il regolamento "Mediterraneo" prevede un approccio dal basso verso l’alto e consente agli Stati membri di adattare le misure alle specifiche situazioni locali. Ma questo metodo non potrà funzionare e fallirà se gli Stati membri non adempiono i loro compiti. Il regolamento integra le preoccupazioni ambientali nella politica della pesca e stabilisce una rete di zone protette, in cui le attività di pesca vengono limitate per tutelare le zone di crescita, le zone di riproduzione e l’ecosistema marino. Inoltre tale regolamento fissa norme tecniche riguardo ai metodi di pesca consentiti e alla distanza dalla costa e reca disposizioni relative alle specie e agli habitat protetti. Quando è entrato in vigore, all´inizio del 2007, il regolamento ha previsto per alcune disposizioni un lungo periodo di applicazione progressiva (fino al 31 maggio 2010). Sarebbe pertanto ragionevole ritenere che le amministrazioni nazionali abbiano avuto tutto il tempo necessario per preparare la transizione e garantire l´osservanza delle norme. Eppure, anche ora, sembrano impreparate e il livello generale di conformità alle disposizioni del regolamento lascia molto a desiderare: le ispezioni recentemente condotte dalla Commissione hanno messo in evidenza gravi violazioni per quanto concerne le dimensioni minime delle maglie delle reti da pesca, la taglia minima dei pesci e degli altri organismi marini e altri aspetti della selettività. Ciò succede nonostante le disposizioni in questione siano obbligatorie fin dall´entrata in vigore del regolamento, 3 anni fa. Gli Stati membri non hanno neppure rispettato gli obblighi, stabiliti dal regolamento, di presentare piani di gestione o di designare ulteriori zone di pesca protette. La Commissione europea si rammarica profondamente di questa situazione, che avrà un´incidenza diretta sulla situazione degli stock e sulla sostenibilità della pesca. Essa ha caldamente esortato gli Stati membri ad agire in tempi rapidi per ovviare alla situazione e sta collaborando strettamente con essi alla risoluzione dei restanti problemi. Se vi saranno infrazioni gravi, la Commissione non potrà che adottare iniziative forti per assicurare il rispetto delle norme. Vale la pena di sottolineare che, a differenza di quanto da alcuni dichiarato, il regolamento non vieta alcun tipo di pesca tradizionale o "speciale". Queste pratiche sono invece permesse, a condizione che dalle valutazioni scientifiche risulti che il loro impatto sulle specie e sugli habitat è accettabile e che siano gestite nell´ambito di un piano nazionale. Non è ragionevole pensare che il regolamento o l´Unione europea possano da soli assicurare la gestione della pesca nel Mediterraneo. La partecipazione di tutti paesi che si affacciano sul Mediterraneo è determinante e l´Ue si adopera attivamente nell´ambito delle organizzazioni multilaterali, tra cui la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo e la Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell´Atlantico, al fine di migliorare le conoscenze scientifiche e garantire l´uguaglianza delle condizioni sulle quali promuovere la sostenibilità.  
   
   
LA RELAZIONE TRA CREDO RELIGIOSO E PRATICHE AGRO-PASTORALI  
 
Come possiamo utilizzare le risorse ambientali in modo tale da disporre di quanto abbiamo bisogno oggi e in futuro? Per rispondere a questa domanda, spesso, è necessario tenere in considerazione sfide di notevole portata: cambiamento climatico, migrazione e aumento della popolazione. Ma quale ruolo riveste il credo religioso rispetto all´uso del suolo? Come lo influenza? Alcuni esperti dell´Universitat Autònoma de Barcelona (Uab), in Spagna, ritengono che sebbene al credo religioso non debba essere conferito un ruolo eccessivo, né lo stesso vada idealizzato, sia comunque necessario tenerne conto. I risultati dello studio finanziato dall´Ue sono stati pubblicati nella rivista Human Ecology. Nell´introduzione all´articolo, il dott. Pablo Dominguez e i suoi colleghi della Uab sottolineano come per svariati decenni lo scenario relativo all´uso del suolo pubblico e alla gestione delle risorse naturali sia stato dominato da due principali scuole di pensiero. Da una parte coloro che criticano questo approccio sostenendo che lo sfruttamento non regolato delle risorse naturali, in virtù della pubblica proprietà delle stesse, oltre a non essere sostenibile non è in linea con lo spirito di cooperazione. Dall´altra, coloro che lo difendono perché convinti che le istituzioni sociali, politiche e religiose abbiano un impatto sulla gestione socioeconomica della proprietà pubblica e sulla conservazione ambientale. Sebbene sia stato postulato un legame tra i due fattori, le ricerche svolte fino ad oggi in questo ambito hanno trascurato il ruolo del credo religioso in riferimento alla gestione del territorio, delle risorse naturali pubbliche e dei processi di cambiamento. Grazie ai fondi messi a disposizione dal programma Marie Curie, nell´ambito del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Unione europea, il team dell´Uab ha effettuato uno studio sulla popolazione Amazigh (berbera) che vive sulle alture dei Monti Atlas di Marrakech, in Marocco. Scopo della ricerca era appunto stabilire se e in che modo il credo religioso individuale nelle divinità influisce sulla gestione delle risorse locali. La comunità si attiene a regole basate su una gestione tradizionale della proprietà pubblica. Da sempre la popolazione Amazigh rispetta una regola che vieta di utilizzare i pascoli di pubblica proprietà durante i mesi primaverili, in modo che gli stessi siano in condizioni migliori durante l´estate. Questo divieto, noto con il nome di "Agdal", è profondamente legato al credo e alle pratiche religiose. Tra il 2003 e il 2008 i ricercatori hanno intervistato e osservato i membri della popolazione Amazigh appartenenti alla tribù di Mesioua e hanno somministrato un questionario a ottanta famiglie del villaggio di Warzazt (nell´area centro meridionale del Marocco), scoprendo che non esiste un collegamento diretto tra l´evoluzione del credo religioso individuale nei Santi dell´Islam e le nuove pratiche agricole e pastorali (correlate in passato alla scomparsa dei pascoli gestiti secondo il precetto dell´Agdal e alla perdita di biodiversità). In particolare, i ricercatori hanno rilevato l´esistenza di un collegamento diretto tra l´abbandono della venerazione dei santi, lo sviluppo agricolo e l´introduzione di una nuova specie di pecore (Sardi, un incrocio). Il team dell´Uab ha, per esempio, osservato come la coltivazione di aree agricole più ampie e l´allevamento di greggi di pecore costituiti da un numero ingente di esemplari non sia compatibile con il credo religioso. Questa nuova strategia - scrivono i ricercatori - "è più individualistica, genera benefici e breve termine ed è in conflitto con i precetti religiosi che promuovono invece la gestione comunitaria e benefici su lungo termine". La ricerca evidenzia come l´abbandono del credo religioso nella popolazione Amazigh si accompagni a una minore attenzione alla sostenibilità ambientale futura. Gli autori concludono pertanto che il credo religioso debba essere incluso nella lista dei fattori (che comprende anche cambiamento climatico, aumento della popolazione, progresso tecnologico e motivazioni di natura economica) che variano proporzionalmente ai cambiamenti che coinvolgono l´uso delle risorse naturali. "Il nostro studio mette in evidenza che il credo religioso individuale, o la mancanza dello stesso, può costituire un elemento importante in relazione all´utilizzo delle risorse agro-pastorali". Per maggiori informazioni, visitare: Universitat Autònoma de Barcelona: http://www.Uab.es/    
   
   
RISORSE ASSEGNATE DALLA REGIONE LOMBARDIA NELL´AMBITO DEL QUARTO RIPARTO DELLA MISURA 121 "AMMODERNAMENTO DELLE AZIENDE AGRICOLE"  
 
Agricoltura, Bergamo: 1,6 Mln Per 20 Imprese - Sono 20 le aziende della provincia di Bergamo che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Bergamo 1,6 milioni di euro sui 23,66 stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Brescia: 5,3 Mln Per 64 Imprese - Sono 64 le aziende della provincia di Brescia che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Brescia 5,34 milioni di euro sui 23,66 stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Como: 1,5 Milioni Per 18 Imprese - Sono 18 le aziende della provincia di Como che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Como 1,55 milioni di euro sui 23,66 stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Cremona: 1,4 Mln Per 23 Imprese - Sono 23 le aziende della provincia di Cremona che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Cremona 1,47 milioni di euro sui 23,66 stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Lecco: 627.000 Euro Per 8 Imprese - Sono 8 le aziende della provincia di Lecco che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Lecco 627.000 euro sui 23,66 milioni stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Lodi: 642.000 Euro Per 7 Imprese - Sono 7 le aziende della provincia di Lodi che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Lodi 642.000 euro sui 23,66 milioni stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Mantova: 4,6 Mln Per 43 Imprese - Sono 43 le aziende della provincia di Mantova che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Mantova 4,68 milioni di euro sui 23,66 stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Mi/mb: 1 Milione Per 15 Imprese - Sono 15 le aziende delle province di Milano (14 aziende) e Monza e Brianza (1) che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole delle province di Milano e Monza e Brianza 1,05 milioni di euro sui 23,66 stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Pavia: 3,2 Milioni Per 42 Imprese - Sono 42 le aziende della provincia di Pavia che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Pavia 3,26 milioni di euro sui 23,66 stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Sondrio: 2,7 Mln Per 21 Imprese - Sono 21 le aziende della provincia di Sondrio che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Sondrio 2,71 milioni di euro sui 23,66 stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno. Varese: 692.000 Euro Per 8 Imprese - Sono 8 le aziende della provincia di Varese che beneficeranno delle risorse assegnate dalla Regione Lombardia nell´ambito del quarto riparto della misura 121 "Ammodernamento delle aziende agricole" del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. La misura 121 assegna alle realtà agricole della provincia di Varese 692.000 euro sui 23,66 milioni stanziati a livello regionale. "Con questo riparto - afferma l´assessore all´Agricoltura, Giulio De Capitani - mettiamo nuovi fondi a disposizione delle aziende e rendiamo possibili ulteriori investimenti favorendo la competitività e la crescita del settore primario. Si tratta di fondi che sosterranno il processo di uscita dalla crisi delle aziende agricole". Il riparto per la misura 121 fa parte di un più ampio pacchetto di assegnazioni di fondi (35,26 milioni in totale) del Programma di sviluppo rurale (Psr), pubblicato sul Burl del 1° giugno.  
   
   
LOMBARDIA : OSCAR GREEN, FUTURO PER AGRICOLTURA L´ASSESSORE: IL PRIMO OBIETTIVO E´ LA TUTELA DEI TERRENI MOSSI PRIMI PASSI VERSO UNA TASK FORCE CONTRO LA BUROCRAZIA  
 
Milano - L´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Giulio De Capitani, ha partecipato ieri , a Palazzo dei Giureconsulti, alla consegna degli "Oscar Green", il riconoscimento di Coldiretti che premia l´innovazione in agricoltura tra i giovani. "Sono molto felice di vedere che ancora tanti giovani si impegnano nell´agricoltura - ha detto l´assessore De Capitani - e mi complimento per le loro belle idee che rappresentano il miglior biglietto da visita per il settore primario presente e futuro della Lombardia". Ai presenti, l´assessore De Capitani ha ricordato che "una delle sfide più importanti che riguardano il settore primario è la difesa del valore del suolo agricolo, prima fonte di reddito per le aziende. Da questo dato non possiamo prescindere per aumentare la competitività del settore e per garantirci un futuro, soprattutto ora che Expo 2015, legato al mondo agricolo, è sempre più vicino". "Non possiamo dimenticare anche il capitolo delle agro energie - ha concluso l´assessore -, ma dobbiamo ricordarci che i ricavi dagli investimenti in questo ambito devono integrare e non sostituire il reddito da attività agricola". Dopo aver assicurato l´impegno di Regione Lombardia sia per l´accesso al credito delle aziende agricole, sia, insieme all´assessore alla Semplificazione e Digitalizzazione, Carlo Maccari, per la sburocratizzazione delle procedure, De Capitani, affiancato dal presidente regionale di Coldiretti, Nino Andena, ha premiato i sette vincitori dell´"Oscar Green". Su questo fronte, a margine della premiazione, un primo incontro per gettare le basi di una task force contro la burocrazia per l´agricoltura. Ecco i vincitori suddivisi per categoria: - "Esportare il territorio": Edmondo Pozzi di Casciago (Va) per la coltivazione di orchidee e la loro esportazione anche in Nord America; - "Stile e cultura d´impresa": Manuel, Michela e Paolo Parmeggiano di Bettola di Pozzo d´Adda (Mi) per mais proteico e vendita a km zero; - "Oltre la filiera": Gianfranco Mandotti di Palazzo Pignano (Cr) per l´introduzione della bufala campana; - "Sviluppo locale": Cristiano Magenta Biasini di Gambolò (Pv) per il progetto sulla rinascita del fagiolo borlotto rampicante; - "Sostieni il clima": Alessandro Lorini di Travagliato (Bs) che crea energia pulita dai pioppi; - "Campagna amica": Lorena Gambaretto di Rodigo (Mn) che alleva maiali e produce "salami su misura"; - "Analisi e valutazione economico finanziaria delle imprese agricole": Carlo Donini, Davide e Paolo Vecchi di Trescore Balneario (Bg) hanno vinto il premio speciale di Agrifidi grazie alla massima diversificazione dell´attività nella loro azienda.  
   
   
BORSA MERCI TELEMATICA  
 
Dopo l’attivazione del servizio “Mercato Telematico Sicuro” che permette ai venditori di coprire i propri contratti dal rischio di insolvenza, la Borsa Merci Telematica Italiana e Intesa-san Paolo lanciano innovativi servizi finanziari accessori alle contrattazioni telematiche. Martedì 8 giugno, alle ore 11.30 a Milano, nella sala colonne di Palazzo Giureconsulti, Corrado Passera, Ceo e Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo, e Francesco Bettoni, Presidente della Borsa Merci Telematica Italiana, sottoscriveranno un Accordo Quadro per l’offerta di prodotti di finanziamento destinati alle imprese del settore agricolo e agroalimentare, e finalizzati allo sviluppo delle contrattazioni telematiche. Attraverso questi nuovi servizi gli operatori del mondo agricolo ed agroalimentare hanno l’opportunità di poter contare su ulteriori finanziamenti a sostegno della propria operatività. Seguirà una conferenza stampa a cui prenderanno parte Corrado Passera, Amministratore Delegato del Gruppo Intesa Sanpaolo, Francesco Bettoni, Presidente di Borsa Merci Telematica Italiana S.c.p.a. E Ferruccio Dardanello, Presidente dell’Unione Italiana delle Camere di Commercio.  
   
   
LOMBARDIA: TERRENI AGRICOLI, BENE DA SALVARE QUOTE LATTE: RISPETTO DELLE REGOLE E SOSTEGNO  
 
 Alle Aziende Attenzione al consumo del suolo, agro energie, finanziamenti alle imprese agricole e quote latte. Questi i temi cardine dell´intervento dell´assessore al´Agricoltura di Regione Lombardia, Giulio De Capitani, al congresso regionale di Copagri (Confederazione produttori agricoli) a Montichiari. "L´agricoltura è importante - ha detto De Capitani - e per questo lo è anche il consumo del suolo. Il settore primario è una realtà importante per lo sviluppo economico e territoriale della Lombardia. In questo contesto, la difesa del suolo agricolo assume una rilevanza particolare, tenuto anche conto che terreni così produttivi come quelli lombardi non si trovano forse da nessuna altra parte del mondo. Teniamoci dunque cari, anzi carissimi, i nostri terreni agricoli, e consideriamoli risorsa all´interno degli strumenti urbanistici comunali, e non aree buone solo da occupare con l´asfalto o il cemento". Agro-energie - "E´ certamente un settore - ha aggiunto De Capitani - che sta catturando sempre più l´attenzione degli imprenditori agricoli. Lo considero uno strumento importante per integrare i redditi aziendali degli agricoltori, nel senso che integrare vuol dire sommare questi ricavi alle altre voci più tradizionali del bilancio delle aziende del primario". "Un problema per le imprese agricole - ha spiegato l´assessore - è quello del sostegno alla liquidità delle imprese provate dai mesi difficili della crisi economica. Regione Lombardia ha ben presenti le difficoltà ed è al fianco delle imprese agricole come ha dimostrato con la recentissima delibera con la quale si è innovato e aggiornato lo strumento dei ´prestiti di conduzione´, grazie a un mix di abbattimento degli interessi e garanzie pubbliche". Sul fronte della liquidità e del sostegno alla competitività delle imprese agricole, De Capitani ha ricordato anche tutte le azioni della Regione Lombardia per rendere possibili investimenti e innovazioni nel primario anche grazie ai fondi del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013. Quote Latte - L´assessore ha affrontato anche il tema delle quote latte. "Si tratta di un tema caldo - ha detto De Capitani -. Come Paese, e come sistema agricolo, abbiamo pagato prezzi altissimi a questa regolamentazione dell´Unione Europea così complessa. Abbiamo visto diminuire il numero delle aziende, il prezzo del latte scendere ai minimi termini. A fronte di questo ci sono state cifre colossali spese dallo Stato e dai contribuenti, enormi risorse chieste alle aziende per l´acquisto di quote, e grandi multe a carico di tanti produttori. Il bilancio totale non è positivo, almeno gli effetti non si possono definire né favorevoli né positivi per il sistema agricolo italiano". "Personalmente - ha chiosato De Capitani - sono dell´avviso che le regole, le normative, i regolamenti vadano rispettati. Il sistema agricolo, che è l´unico così potentemente finanziato dalla Unione Europea, non può pretendere di consumare quasi metà del bilancio comunitario e contemporaneamente di non rispettare al mille per mille le regole imposte dall´Europa. Tutto questo, però, non deve prescindere da una soluzione che permetta di sostenere l´impatto economico che il sistema delle quote latte ha scaricato sulle spalle delle aziende agricole lombarde e italiane". "L´esito finale del sistema delle quote latte - ha concluso De Capitani - non può e non deve essere la scomparsa delle aziende agricole, di nessuna azienda agricola. Regione Lombardia si impegnerà per questo aiutando, grazie agli interventi per la competitività e alle misure approntate insieme al sistema camerale, le imprese che, per il sistema delle quote e per la crisi finanziaria, si sono trovate a far fronte a problemi grandi".  
   
   
LATTE, DE CAPITANI: 8 GIUGNO A ROMA DA GALAN  
 
Milano -  L´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Giulio De Capitani, ha partecipato oggi, in piazza San Babila, alle manifestazioni per la Giornata mondiale del latte. I produttori hanno distribuito latte fresco gratuitamente per sensibilizzare i cittadini al consumo del prodotto e sui problemi della sua filiera. "Il latte - ha detto l´assessore De Capitani - è un prodotto basilare, completo e che non deve mancare nella nostra alimentazione". "Il comparto latte e la sua filiera - ha aggiunto - è interessato da una crisi che Regione Lombardia ha ben presente e che affronterà con tutti i mezzi a sua disposizione a partire dall´incontro che, come assessori regionali all´Agricoltura, avremo a Roma, con il ministro Galan, l´8 giugno". "Regione Lombardia è vicina ai produttori del settore - ha concluso De Capitani - perché nella nostra terra viene prodotto il 40% del latte italiano. Si tratta di un buon latte che deve essere sulle nostre tavole e garantire a chi lo produce il giusto reddito".  
   
   
GIOVANI IN AGRICOLTURA – IN VENETO FINANZIATE IL 54 PER CENTO DELLE DOMANDE, L’80 PER CENTO IN MONTAGNA  
 
“Quest’anno riusciamo a dare una risposta positiva all’80 per cento delle domande presentate dai giovani agricoltori nelle zone montane o riferibili al settore lattiero caseario e al 54 per cento delle richieste formulate per la pianura, con una crescita sostanziale del numero e della percentuale dei beneficiari: in pratica 292 aziende condotte da giovani imprenditori su un insieme di 480 domande ammesse”. Lo annuncia l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, alla luce delle graduatorie pubblicate entro i tempi previsti da Avepa. “Per questa partita – ha aggiunto l’assessore – abbiamo messo sul piatto 33 milioni di euro complessivi, per il nuovo insediamento, gli investimenti strutturali e dotazionali, la montagna e il lattiero caseario. Se pure siamo abbastanza soddisfatti della percentuale di domande finanziate, circa il doppio rispetto alle passate tornate, meglio sarebbe stato poter dare una risposta positiva a tutti quelli che hanno presentato richieste conformi. E’ un problema che dovremo discutere anche in occasione del confronto plenario con tutta la rappresentanza dell’agricoltura e dell’agroalimentare veneto che realizzeremo entro l’anno corrente”.  
   
   
PRESENTATO IL 13°CONVEGNO NAZIONALE DI AGROMETEOROLOGIA.  
 
È stato presentato, presso l’Assessorato regionale alle Risorse Agroalimentari, il 13° Convegno Nazionale di Agrometeorologia che si terrà a Bari dall’8 al 10 giugno. Nell’ambito dell’iniziativa, l’Assessorato alle Risorse Agroalimentari e l’Assocodipuglia organizzano un proprio convegno, il pomeriggio del 9, su “Agrometeorologia in Puglia: eccellenze e prospettive”. “L’insieme degli strumenti operativi del Piano Agrometeorologico regionale, rappresentano un’esperienza importante per l’intero territorio regionale – dichiara l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno – che merita di essere ulteriormente valorizzata attraverso la capillare e puntuale diffusione dei dati e delle informazioni agli agricoltori per la gestione preventiva delle calamità che ciclicamente si abbattono sulle colture e, quindi, sul faticoso lavoro dell’uomo”. “È motivo di soddisfazione – continua Stefàno - poter testare questa nostra esperienza, che da più parti viene indicata come modello di eccellenza, confrontandoci con le analoghe realtà di altre regioni in occasione del Convegno Nazionale di Agrometeorologia che nei prossimi giorni terremo a Bari. “Attraverso i Consorzi di Difesa della Puglia presenti in ogni Provincia e con la collaborazione di tutte le Associazioni di categoria – spiega Stefàno – attiveremo i meccanismi che, grazie alle attuali tecnologie, permettano di veicolare in tempo reale i dati trasformandoli, in tal modo, in strumenti utili e tempestivi, per rendere meno drammatici gli effetti delle eventuali avversità atmosferiche. “Sono convinto – conclude l’Assessore Stefàno - che questo modello possa essere applicato anche ad altri settori produttivi di primaria importanza per la Puglia come quello della Pesca”.  
   
   
AGRICOLTURA IN ABRUZZO: FEBBO A BRUXELLES PER RECUPERARE RITARDI DEL PSR  
 
Pescara - "Mentre c´è chi si diletta nell´organizzazione di convegni sull´agricoltura di impalpabile utilità sotto il profilo operativo, in queste ore il sottoscritto è a Bruxelles per dare seguito allo sforzo messo in atto da questo Governo regionale, ed in particolare dall´assessorato all´Agricoltura, per recuperare il tempo malamente perso dalla precedente Giunta regionale". L´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo, replica così agli allarmi lanciati dal principale partito di centro sinistra sui fondi europei a rischio per il settore. "Tutti sanno che è stato ereditato un Piano di Sviluppo Rurale esistente solo sulla carta. Tanto è vero ? ha sottolineato Febbo - che abbiamo dovuto rimodularlo e soprattutto riempirlo di contenuti e quindi legarlo a risorse certe. Ma non è affatto vero che rischiamo il disimpegno automatico dei fondi come qualche disinformato vorrebbe far credere. Eventualità che invece rischiano diverse Regioni amministrate dal centro sinistra e quelle dove il centro sinistra ha governato fino alle ultime elezioni". L´assessore Febbo non nega le difficoltà del settore ma, a suo giudizio, "questa circostanza discende da dinamiche di economia globale e non certo solo locali" . Al tempo stesso, però, Febbo ricorda come "il settore agricolo sia l´unico a fornire più di qualche motivo di soddisfazione all´intera economia regionale dove, invece, altri comparti, purtroppo, fanno registrare il segno meno. E questi risultati li si deve principalmente alle azioni ed alle iniziative messe in campo dall´assessorato da un lato attraverso una mirata attività di promozione all´estero dei nostri prodotti e dall´altro attraverso l´impulso dato alla politica della filiera corta che sta producendo ottimi frutti". L´assessore Febbo conclude con un appello al principale partito di opposizione in Consilio regionale. "Confrontarsi sulle problematiche di un settore chiave per la nostra economia può anche rappresentare un fatto positivo ? dichiara l´assessore all´Agricoltura ? ma prima di avventurarsi nel proporre all´attenzione dell´opinione pubblica dati e cifre che non hanno alcun riscontro nella realtà se non quello di generare allarmismo in un ambito già segnato da molteplici problemi, forse sarebbe preferibile analizzare con attenzione e maggiore obiettività il lavoro che stiamo portando avanti cercando di dare risposte concrete nei vari tavoli di confronto con le associazioni di categoria e nei cosiddetti "tavoli verdi".  
   
   
NUOVO MERCATO AGRICOLO VENDITA DIRETTA A CAGLIARI  
 
Si terrà tutte le settimane il giovedì mattina, in piazza dei Centomila a Cagliari, il nuovo mercato riservato alla vendita diretta degli imprenditori agricoli sardi. La Giunta regionale su proposta degli assessori degli Enti locali, finanze e urbanistica, Gabriele Asunis e dell’Agricoltura, Andrea Prato, ha accolto favorevolmente la richiesta della Federazione interprovinciale Coldiretti di Cagliari, Medio Campidano e Carbonia, per la creazione di un mercato che possa favorire lo sviluppo locale, promuovere i prodotti tipici isolani e sostenere il consumo consapevole di produzioni agroalimentari di qualità. “Questa iniziativa - hanno dichiarato gli assessori, Asunis e Prato – mira a valorizzare e sostenere le imprese agricole sarde tramite un progetto ambizioso che se da un lato tende a favorire il “made in Sardinia” come risorsa economica, dall’altro punta a sviluppare l’idea di identità e territorialità con una delle forme di aggregazione più antiche tra mondo cittadino e mondo rurale: il mercato, nel cuore stesso della città”. Il progetto che dovrà essere realizzato con l’allestimento di gazebo mobili in una limitata porzione della piazza, attualmente adibita a parcheggio, verrà gestito dalla Coldiretti Cagliari attraverso la sua associazione “Mercati di Campagna Amica”. L’iniziativa sostenuta dalla Giunta regionale rafforzerà il rapporto diretto fra produttori e consumatori oltre che aprire le aziende isolane ai consumatori avvicinando la città alla campagna.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, ANNUNCIA CONFRONTO CON GALAN SU REGOLAMENTO MEDITERRANEO DA NORD A SUD DELLA PENISOLA LE REAZIONI DEGLI OPERATORI  
 
“E’ più che mai opportuna la convocazione delle associazioni di categoria voluta del Ministro Galan, per il 9 maggio a Roma. In questa occasione potremmo confrontarci sugli effetti dell’entrata in vigore delle norme comunitarie. La situazione è delicata e comprendiamo perfettamente il forte disagio dei nostri operatori”. Queste le dichiarazioni di Massimo Coccia, presidente della Federcoopesca-confcooperative, nel giorno dell’entrata in vigore delle nuove distanze dalla costa e delle nuove dimensioni delle maglie imposte dal Regolamento per il Mediterraneo 1967/2006. L’associazione fornisce anche il polso della situazione di come le diverse marinerie italiane stanno vivendo questo primo giorno di applicazione della normativa europea. Da nord a sud della penisola le reazioni degli operatori - Liguria: operatori fermi nella zona del Tigullio, in particolare a Santa Margherita Ligure. Friuli Venezia Giulia: La maggior parte dei pescatori di strascico e circuizione si sono fermati. A Trieste gli operatori si sono riuniti in assemblea presso la Sala consiliare del comune. Veneto: Da questa mattina alle ore 9, più di mille pescatori, con circa 200 pescherecci provenienti da tutte le marinerie del Veneto, stanno manifestando a Venezia. Una manifestazione trasversale a tutte le organizzazioni della pesca, che vede coinvolti non solo i pescatori dello strascico, direttamente interessati dai limiti imposti dalla normativa comunitaria, ma in segno di solidarietà verso i colleghi, anche gli altri mestieri come ad esempio le volanti. Emilia Romagna: protesta a scacchiera che coinvolge alcune marinerie e alcuni mestieri di pesca. Marche: lo strascico è fermo in segno di protesta. Alcuni pescatori si stanno riunendo ad Ancona. Toscana: Forti malumori. Al momento, però, non si segnalano forme evidenti di protesta. Molise: stato di agitazione al momento, però non si segnalano forme di protesta. Abruzzo:operatori sono usciti regolarmente per lavorare. Lazio: A Gaeta e Formia lo strascico non è uscito in mare, gli operatori protestano in porto. Campania: lo strascico in buona parte delle marinerie è fermo. Manifestazione di protesta a Salerno. Puglia: per il piccolo strascico giornata in porto. La maggior parte delle grande strascico che è uscito in mare sta rientrando perché con le nuove maglie non riesce a pescare quantità sufficienti da coprire i costi di gestione dell’imbarcazione. Calabria: pescatori in stato di agitazione in diverse marinerie. Sardegna:non si segnalano al momento forme di protesta. Sicilia: lo strascico si concentra particolarmente tra Porto Palo e Sciacca. In quest’area ci sono forti malumori perché con le nuove maglie delle reti si riduce del 50% il quantitativo del pescato.  
   
   
PESCA, EMILIA ROMAGNA: LAVOREREMO A UN PIANO DI GESTIONE COMUNE CON LA REGIONE VENETO PER GARANTIRE SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ED ECONOMICA  
 
Bologna - Un piano di gestione locale unico per Regione Emilia-romagna e Regione Veneto, che preveda quelle deroghe indispensabile per garantire, accanto alla piena sostenibilità ambientale, anche la sostenibilità economica della pesca nel mare Adriatico. E’ questa la proposta uscita  l´1 giugno  a Bologna al termine dell’incontro tra l’assessore emiliano-romagnolo all’agricoltura, attività ittiche e venatorie Tiberio Rabboni e le associazioni di pescatori Lega Pesca, Agc Pesca e Federcopesca, insieme alle Marinerie di Cesenatico, Porto Garibaldi e Goro. Al centro della riunione, le nuove misure per la pesca nel Mare Mediterraneo, introdotte dal regolamento comunitario che entra in vigore  e che penalizzeranno in particolare la piccola pesca a strascico che viene fatta, con caratteristiche sostanzialmente simili, in Emilia-romagna e in Veneto. “Le nuove regole comunitarie sono troppo generiche, non tengono conto delle specificità della pesca che viene fatta lungo le nostre coste e rischiano di avere un impatto devastante su un tessuto imprenditoriale, fatto prevalentemente di piccole imbarcazioni di proprietà a conduzione famigliare. Ferma restando la necessità di salvaguardare l’ecosistema marino e la sua capacità riproduttiva – ha detto Rabboni - credo che si possa e si debba agire per garantire anche la necessaria sostenibilità economica. Oggi stesso mi metterò in contatto con l’Assessore all’agricoltura della Regione Veneto per arrivare a proporre deroghe ragionate e selettive supportate da dati tecnici e scientifici. ” Il nuovo Piano di gestione concordato tra le Regioni Emilia-romagna e Veneto dovrebbe in particolare prevedere la possibilità della pesca entro le tre miglia e con reti specifiche, di specie quali il latterino, i marsioni, i moscardini e l’aphia minuta. Si tratta di pesci tipici del Mare Adriatico, che mantengono dimensioni ridotte anche quando raggiungono l’età adulta.  
   
   
PESCA IN EMILIA ROMAGNA, RABBONI: "IL MINISTRO ALL’AGRICOLTURA CI RIPENSI A ESCLUDERE LA DEROGA"  
 
 Bologna - «Ministro ripensaci. Alcuni tipi di pesca speciale sotto costa non sono incompatibili con il rispetto, la tutela e la valorizzazione della biodiversità marina. E poi oltre alla sostenibilità ambientale non si può mettere a rischio un sistema economico come quello della pesca». Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla Agricoltura, economia ittica ed attività faunistico-venatoria Tiberio Rabboni rispetto alle affermazioni del ministro all’Agricoltura Gian Carlo Galan – intervenuto ad un convegno organizzato nel bolognese dalla Confagricoltura - che ha escluso la possibilità di una deroga alla pesca a strascico sotto costa. «Con il supporto di biologi marini ed esperti del settore, stiamo mettendo a punto – ha aggiunto l’assessore Rabboni - un piano di gestione locale unico per le regioni Emilia-romagna e Veneto, che preveda quelle deroghe indispensabile per garantire, accanto alla piena sostenibilità ambientale, anche la sostenibilità economica della pesca nel mare Adriatico. Il piano dovrebbe prevedere la possibilità della pesca entro le tre miglia e con reti specifiche, di specie quali il latterino, i marsioni, i moscardini e l’aphia minuta. Pesci tipici dell’Adriatico, che mantengono dimensioni ridotte anche quando raggiungono l’età adulta. Quindi è possibile realizzare, con determinati accorgimenti, la pesca a strascico per alcune specie senza danneggiare l’attività riproduttiva di altre specie». Riguardo la sostenibilità ambientale, Rabboni ha evidenziato che «alla Regione Emilia-romagna, sta a cuore, tanto quanto al Ministro Galan, la qualità del territorio e delle sue coste. La possibilità di effettuare quel tipo di pesca, anche con le nuove regole europee, è confermato sia dalla recente autorizzazione alle deroghe rilasciate da Bruxelles alla Regione Liguria, sia dall’ esperienza dei pescatori nonché dalla comunità scientifica che ci dice che si possono pescare alcune specie adulte senza danneggiarne altre». Inoltre ricordando che «sono a rischio centinaia di aziende e miglia di posti di lavoro», Rabboni ha sottolineato che «una volta definito il Piano di gestione locale unico Emilia-romagna-veneto, questo dovrà essere inoltrato dal ministero all’Agricoltura a Bruxelles. E in questo passaggio contiamo che il ministero dia un parere favorevole. D’altra parte, come evidenziato dal ministro, se ci sono state inadempienze e ritardi da parte del suo predecessore, non è giusto che queste ricadano sui pescatori e sul sistema economico locale».  
   
   
PESCA: BUFARDECI, DIMOSTREREMO CHE REGOLAMENTO UE VA CAMBIATO  
 
 Palermo - Una delegazione della marineria siciliana della provincia di Agrigento, guidata dai primi cittadini di Sciacca e Licata, e´ stata ricevuta il 4 giugno a Palermo dall´assessore regionale alle risorse agricole e alimentari Titti Bufardeci, che in seguito alla riforma dell´amministrazione detiene anche la delega per le politiche della Pesca. Oggetto dell´incontro, il regolamento Mediterraneo per la Pesca dell´Unione Europea, entrato in vigore il primo giugno. Per i marittimi siciliani, le nuove regole europee rischiano di rendere impossibile la cattura di parecchie specie tradizionalmente rappresentative della produzione ittica siciliana e del patrimonio enogastronomico, riducendo in modo sensibile l´attivita´ di pesca. Bufardeci ha ricordato che il regolamento della Pesca sara´ al centro dell´incontro della settimana prossima con il ministro delle politiche agricole Galan. "Non bastera´ chiedere deroghe - spiega l´assessore - perche´ prendere tempo non e´ una soluzione. Di sicuro l´ammministrazione fara´ i passi giusti per chiedere un rinvio, nella consapevolezza che molte delle prescrizioni introdotte dal regolamento non hanno fondamento scientifico". Proprio per queste ragioni, la Sicilia ha avviato una campagna di ricerche per dimostrare che le nuove regole impediscono anche la cattura di specie di taglia piccola ma eta´ adulta e non a rischio estinzione".  
   
   
GENOVA: AL VIA SPERIMENTAZIONE SU MAGLIA RETI A STRASCICO, PREVISTI CONTRIBUTI PER LA SOSTITUZIONE DELLE RETI  
 
Al via sperimentazione sulla maglia delle reti a strascico per verificare le potenziali perdite di pescato e produrre così documenti da presentare in sede comunitaria. Lo ha comunicato l’assessore regionale all’agricoltura e alla pesca, Giovanni Barbagallo nel corso dell’incontro svoltosi il 3 Giugno con una delegazione di pescatori del Levante ligure attivi nella pesca a strascico, all’indomani dell’importante risultato conseguito sulla deroga alla distanza minima dalla costa per l’uso delle reti trainate. L’incontro di quest’oggi è stato richiesto dai pescatori per spiegare la difficoltà in cui versa il settore anche in riferimento al nuovo regolamento varato dalla Ue che impone, tra gli altri obblighi, anche la sostituzione della rete con una di maglie più grandi mettendo a rischio la resa e il guadagno e portando il settore in serie difficoltà. “Dopo un confronto duro e faticoso durato tre anni siamo riusciti ad ottenere dalla Ue – ha spiegato quest’oggi Barbagallo – la deroga della distanza dalla costa che consente ai pescatori di non perdere oltre il 30% delle aree percorse dalle loro imbarcazioni e alla fine ci siamo riusciti A questo punto daremo il via ad una sperimentazione sulle maglie e nel frattempo abbiamo previsto contributi fino al 40% delle spese sostenute per la sostituzione”. Le domande dovranno essere presentate dai pescatori dal 1 febbraio al 31 marzo 2011, ma possono essere accettate anche spese effettuate in precedenza. Inoltre l’assessorato ha dato il via anche ad un percorso di studio di forme di gestione proposte dai pescatori. Lo strascico in Liguria è attualmente effettuato da 90 imbarcazioni situate soprattutto nel levante ligure, a Imperia e Sanremo e rappresenta da solo circa il 40% (fonte Irepa) del fatturato regionale del settore della pesca, con ricavi intorno ai 20 milioni di euro l’anno.  
   
   
PESCA IN TOSCANA: L´ASSESSORE ALL´AGRICOLTURA HA SCRITTO UNA LETTERA AL MINISTRO GALAN: «CONDIVIDO LE PREOCCUPAZIONI DEI PESCATORI»  
 
«A seguito di un incontro con i rappresentanti regionali delle associazioni nazionali di categoria, ho avuto modo di raccogliere e di condividere le preoccupazioni dei pescatori». Inizia così la lettera che l´assessore all´agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori ha inviato l’ 1 giugno al ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan dopo l´entrata in vigore del nuovo Regolamento dell´Ue sulla pesca nel Mediterraneo (Reg. Ce 1967/2006). Le nuove norme hanno innescato anche in Toscana le proteste dei pescatori, perché, a loro giudizio, frenano la pesca di specie di piccola taglia e di alcuni molluschi. «Oltre alla richiesta delle deroghe sulla distanza dalla costa per l’utilizzo delle reti trainate – scrive Salvadori – e di quelle relative alla dimensione della maglia per le pesche speciali, per le quali siamo in attesa di risposta da parte della Commissione, è impossibile allo stato attuale concedere un contributo pubblico per la sostituzione degli attrezzi da pesca da parte dei pescatori che utilizzano lo strascico. E´ necessario quindi che il Ministero si esprima chiaramente sul termine entro il quale la Regione può concedere i contributi previsti. Noi siamo favorevoli alla massima estensione del periodo di tempo entro il quale concedere gli aiuti e disponibili a sostenere presso la Commissione Europea le iniziative che volete intraprendere se ne ravvisate l’opportunità». «Ulteriore preoccupazione per i pescatori toscani – continua la lettera di Salvadori - è data dall’intenzione di riproporre l’arresto temporaneo della pesca anche per il 2010. Nel corso degli anni precedenti abbiamo sostenuto l’inopportunità del fermo così come concepito sostenendo che, al fine d ella tutela della risorsa e della ricostituzione degli stock ittici, sarebbe più opportuno predisporre piani di gestione contenenti misure tecniche quali la tutela delle aree di nursery, la rotazione delle aree da sfruttare, l’adozione di tecniche selettive. Di conseguenza, anche per il 2010, propongo di non attivare il fermo pesca o in alternativa di prevedere il fermo pesca facoltativo per impresa». «In ogni caso, qualora il fermo dovesse essere attuato, occorre garantire gli indennizzi sia in favore degli imbarcati che degli armatori. Ciò risulta di estrema importanza – conclude Salvadori - in considerazione del momento di particolare disagio che stanno attraversando le imprese di pesca, soprattutto quelle che operano con lo strascico».  
   
   
NORME UE SULLA PESCA NEL MEDITERRANEO, VENDOLA SCRIVE A GALAN  
 
“L’entrata in vigore il 1 giugno scorso delle nuove norme comunitarie sulla pesca nel Mediterraneo ha provocato un allarme crescente fra gli operatori e le marinerie delle regioni più interessate. Un regolamento, bisogna avere l’onestà di rimarcare, che non è giunto all’improvviso, essendo stato approvato già nel 2006. Certamente, però, come i fatti di questi giorni ci raccontano, la scadenza del 1 giugno è stata accolta da una colpevole impreparazione”. Comincia così la lettera che il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha scritto al Ministro Galan in merito alle proteste degli operatori sulle nuove norme comunitarie sulla pesca nel Mediterraneo. “Ma se è vero – prosegue Vendola – così come lamentano gli operatori, che sia impossibile reperire le nuove maglie più larghe previste dallo stesso regolamento, allora occorre agire responsabilmente per ricercare soluzioni adeguate che consentano di dare delle risposte a chi oggi si trova nella difficoltà di produrre reddito. Soluzioni che ci permettano di rispondere alla crescente agitazione che sta scuotendo l’insieme delle marinerie, soprattutto delle regioni che si affacciano sull’Adriatico”.  
   
   
PESCA: SALVA IN LIGURIA LA PESCA A BIANCHETTI E NOVELLAME  
 
Genova - È salva, in Liguria, la pesca dei bianchetti, rossetti e cicciarelli minacciata dai nuovi regolamenti europei. È stata infatti firmata dal Ministero della Pesca, la deroga. "A seguito - si legge in una nota del direttore generale del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali Francesco Saverio Abate inviata alla Direzione Marittima di Genova - delle richieste di chiarimento prevenute a questa direzione generale, nelle more della definizione di un apposito e complessivo decreto direttoriale sulle deroghe in oggetto (Regolamento Ce n.1967/2006 del Consiglio riguardante le misure tecniche e di gestione per la pesca nel Mar Mediterraneo). Deroghe alla distanza minima dalla costa per l´uso delle reti trainate (art.13, paragrafi 2 e 11), si comunica che l´uso delle reti da traino è consentito negli specchi acquei antistanti la Liguria ricompresi nella fascia tra 0,7 e le 1,5 miglia nautiche dalla linea di costa, a condizione che la profondità del fondale non sia inferiore all’isobata dei 50 metri. L’ 1 giugno scadeva il termine per consentire la concessione della deroga ai pescatori Liguri per la pesca allo strascico ad una distanza inferiore a quella prevista. Deroga sostenuta dalla Regione Liguria. La Commissione europea aveva confermato nei giorni scorsi che in Liguria sussistono le condizioni previste dal regolamento Mediterraneo per consentire alle imbarcazioni a strascico liguri di pescare ad una distanza dalla costa inferiore a quella prevista a livello comunitario. "Le motivazioni che hanno convinto la Commissione a concedere la deroga derivano soprattutto dalla conformazione particolare del nostro mare - spiega l’assessore all´Agricoltura e Pesca Giovanni Barbagallo - caratterizzato da una piattaforma costiera molto limitata e fondali molto profondi; di conseguenza, le zone di pesca con reti da traino sono già molto ridotte. Deroga, importante sottolinearlo non concessa ad altre Regioni Italiane, che non hanno le stesse caratteristiche marine". Quindi, se fosse applicato il regolamento in queste condizioni - continua l´assessore Barbagallo - la flottiglia ligure avrebbe perso un ulteriore 30% delle aree strascicabili, con un impatto economico e sociale molto grave. Di questo l´Unione Europea si è resa conto e ha accettato le nostre richieste". "Per tutta la giornata - continua Barbagallo - sono stato in contatto con il Ministero attraverso la Direzione generale Pesca e acquacoltura per avere la comunicazione della firma della deroga che spettava al dicastero romano dopo il parere positivo della Ue. Ero preoccupato anche perchè altre Regioni italiane non avevano visto riconosciuto dalla Comunità Europea il diritto a tale deroga. Solo nel tardo pomeriggio è arrivato il fonogramma del Ministero, e questa la considero una vittoria della Regione, dei pescatori Liguri, delle organizzazioni professionali del settore e anche di chi consuma il nostro prelibato pesce". "Aspettavamo questa risposta da Bruxelles da quasi un anno - spiega Augusto Comes rappresentante regionale di Federcoopesca, insiema a Gianluigi Granero responsabile regionale di Lega Pesca, e Daniela Borriello di Agci Agritral Liguria - A luglio del 2009 infatti abbiamo inviato la richiesta di deroga per la flotta ligure. E se non l´avessimo ottenuta, da oggi ci saremmo trovati di fronte ad una situazione a dir poco critica. La nostra flottiglia a strascico rappresenta il 2% scarso delle barche a traino nazionali, il prodotto di pesca al contrario è molto pregiato, proprio perché deriva da una pesca di per sé più selettiva rispetto alle realtà Atlantiche".  
   
   
PESCA, LA REGIONE VENETO IN CAMPO: FINANZIERÀ SPERIMENTAZIONE FATTA CON OPERATORI SETTORE  
 
La Regione del Veneto resta a fianco dei pescatori per dare loro una prospettiva di futuro, mettendo sul piatto una partita finanziaria per realizzare con gli stessi operatori una sperimentazione finalizzata a trovare le migliori soluzioni tecniche per una pesca diversa nella fascia costiera, sostenendone così il reddito. La “filiera” politica costituita da Comuni, Province, Regioni e Governo dovrà contestualmente operare subito per avere da Bruxelles il tempo occorrente a realizzare la sperimentazione stessa e per mettere appunto da parte delle marinerie un adeguato Piano di gestione. E’ questa la linea di condotta definita l’1 giugno nell’incontro tra i rappresentanti delle organizzazioni e cooperative del settore peschereccio veneto e l’assessore regionale Franco Manzato, presenti tra gli altri i consiglieri regionali Cristiano Corazzari, Carlo Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo, i sindaci di Chioggia Romano Tiozzo e di Caorle Marco Sarto, l’assessore del Comune di Porto Tolle Raffaele Crepaldi. I partecipanti all’incontro in Regione si sono successivamente recati in Prefettura. “Su questo tema che si rifà ad un regolamento comunitario del 2006 – ha ricordato Manzato – mi sono attivato alla prima richiesta dei nostri pescatori, attivando all’inizio di maggio una sorta di unità di crisi per fronteggiare la situazione e attivare un coordinamento che permetta di arrivare ad un Piano di Gestione. Da oggi il problema – ha ribadito l’assessore – non è che non troveremo le seppioline al ristorante, ma la crisi di un settore, con un blocco dell’attività per centinaia di operatori, con effetti sulle loro famiglie, per i quali dobbiamo intervenire per sostenere occupazione, reddito”. Rispetto ai contenuti del documento comunitario, i pescatori ribadiscono che la situazione dell’Alto Adriatico, dove la profondità massima non arriva a 30 metri, è del tutto diverso dal resto del Mediterraneo, sia per le specie presenti sia per le caratteristiche delle stesse, con esemplari adulti che hanno dimensioni naturalmente inferiori a quelle degli stessi pesci che però vivono in mari fondi. Di qui la richiesta di un intervento immediato da parte del Governo per avere più tempo per una eventuale conversione e per una revisione delle norme alla luce della situazione locale. Sulla questione lo stesso Manzato incontrerà la prossima settimana il ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan.  
   
   
AUTHORITY A FOGGIA, LA REGIONE PUGLIA A FIANCO DELLA CAPITANATA  
 
“La Regione Puglia è e continuerà ad essere a fianco della Capitana per questa battaglia, che è non è una battaglia territoriale, ma per l’intero Agroalimentare”. Così l’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno interviene in merito all’incontro in programma domani a Foggia, convocata per concordare le modalità organizzative della iniziativa che l’8 giugno vedrà i due Consigli , provinciale e comunale, di Foggia, riunirsi in piazza Montecitorio a Roma. “Motivi istituzionali già intrapresi mi impediranno domani di esserci di persona – aggiunge l’Assessore Stefàno – ma la Regione Puglia non abbandonerà di certo la Capitanata in questa lotta per l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare. Un sostegno non solo simbolico, quella della Regione Puglia, perché la soppressione di un Ente istituito con legge nazionale, è un colpo basso che ci priva di un organismo straordinariamente importante nella regolazione dei processi e delle anomalie che alterano il sistema agroalimentare. Un organismo, presente in tutta Europa tranne che in Italia, strategico per la Salute, i prodotti della nostra filiera agroalimentare ed il ‘made in Italy´  
   
   
SUCCESSO DELLA REGIONE CALABRIA A BERLINO CON I PRODOTTI AGROALIMENTARI  
 
In occasione della Festa della Repubblica svoltasi nella prestigiosa sede di Berlino dell’Ambasciata Italiana di Germania,il primo giugno scorso,l’Assessorato regionale all’agricoltura, ha organizzato la degustazione dei prodotti di qualità del paniere agroalimentare Calabrese. L’ambasciatore S.e. Michele Valensise, ha espresso parole di apprezzamento per l’attività condotta dalla sua Regione d’origine e orgoglioso di poter offrire ai propri ospiti i prodotti agroalimentari di eccellenza della Calabria. Alla manifestazione hanno partecipato circa 1000 invitati, esponenti di rilievo della comunità calabrese, ed importanti ospiti della politica e dell’economia del paese ospitante, che con grande entusiasmo hanno assaggiato la millenaria cultura enogastronomica calabrese. L’assessore all’agricoltua Michele Trematerra, dal canto suo, ha sottolineato che la presenza della Calabria alla importante vetrina, si inserisce in un progetto più ampio che il Dipartimento ha avviato in Germania, presso le prestigiose sedi Gourmet delle Galerie Kaufhof, blasonata catena di Gdo tedesca, infatti, nel contempo la missione commerciale ha riguardato incontri con il capo buyer della catena Kaufhof nella sede di Berlino per definire i dettagli della promozione commerciale, inerente attività di conoscenza dei prodotti da svolgersi in Calabria nel corso del 2010. L’assessore Trematerra ha evidenziato la necessità di promuovere con maggiore incisività le produzioni calabresi, esprimendo grande soddisfazione per il livello di qualità dei prodotti. In particolare l’Assessore ha voluto ringraziare le Ditte che hanno condiviso l’iniziativa, nell’Ordine Pasta Forte, Pasta Angotti, Artibel, Attinà, Caffo, Calabria Produce, Calabria Food, Naturamed, Delizie di Calabria, Liotti, Olearia San Giorgio, Colacchio, Dolce Giorno, Pernopasta, Cantine Donnici Spadafora, Solefrutta, Sardanelli, Fattoria Sila, Monardo. L’iniziativa commerciale continuerà con il coinvolgimento di altre ditte selezionate con bando di evidenza pubblica per arricchire il paniere di prodotti calabresi in Germania.  
   
   
DATI BANKITALIA, CIA BASILICATA: DIFFICOLTA’ SI SUPERANO CON PROGETTO  
 
I dati forniti il 4 giugno dal Rapporto di Bankitalia sull’agricoltura lucana sono in linea con quelli già diffusi da tempo dalla Cia e che sono stati alla base dei nostri documenti nella stagione congressuale: la produzione lorda vendibile (Plv) del comparto agricolo , al netto del settore zootecnico, nel 2009 è risultata in calo del 10,7% con una pari diminuzione delle superfici coltivate. E’ evidente – sottolinea la Cia lucana che oggi ha riunito la direzione regionale - che l’agricoltura lucana non ha una sola “faccia”: la redditività sulla base dei fattori produttivi varia dal 93% per aziende con meno di 5 ha nel comparto frutticolo-agricolo al -76% per aziende cerealicole come a più 80% per aziende del Metapontino (calamità naturali e crisi di mercato permettendo) a -76% per le aree Marmo-melandro. La flessione è comunque imputabile per lo più all’andamento della produzione cerealicola che assorbe circa un terzo della produzione regionale, ridottasi di circa il 30% nella scorsa annata agraria. In particolare la produzione di frumento duro, principale coltura regionale, è diminuita del 35%, mentre la quantità di ortaggi è cresciuta del 10,3%. Quanto al bilancio demografico delle imprese agricole, nel 2009, sono 993 quelle che hanno cessato l’attività a fronte di 646 nuove iscritte; gli occupati nel settore sono diminuiti del 4,7%. Sono dati che insieme alla conferma di quanto pesi in valori assoluti il comparto agricolo lucano, stimato in oltre 607 milioni di euro l’anno, con una quota del Pil lucano pari al 14% - a parere della Cia – ribadiscono la necessità di adottare iniziative d’emergenza sia da parte del Governo che della nuova Giunta Regionale. Il governo non può assolutamente restare impassibile davanti ad uno scenario così drammatico. Per uscire dalla crisi e creare le condizioni di uno sviluppo solido e duraturo non si può procedere unicamente sul fronte dei tagli alla spesa pubblica e dell’inasprimento delle tasse. Bisogna necessariamente predisporre le premesse indispensabili perché le imprese possano rilanciare la loro attività produttiva, favorire una nuova occupazione ed essere realmente competitive a livello internazionale. La manovra varata dal governo – sottolinea la Cia - non va sicuramente in questa direzione. Nessuna misura di carattere strutturale, nessun intervento mirato alla crescita. Siamo in presenza di provvedimenti iniqui che andranno a pesare sia sui cittadini che sulle aziende, senza, peraltro, aprire prospettive confortanti. E l’agricoltura, già in grandissima difficoltà, sarà il settore economico che ne subirà i contraccolpi più pesanti. Le conseguenze rischiano di divenire disastrose. Migliaia di imprese con l’acqua alla gola, strette da costi insostenibili, prezzi in caduta libera e redditi falcidiati, rischiano di chiudere in tempi brevi, con danni incalcolabili. Quanto ai compiti che spettano alla nuova Giunta Regionale, si tratta – secondo la Cia – di accelerare l’attuazione del Psr e dei provvedimenti già decisi sul finire della precedente legislatura, riprendendo, prioritariamente, il disegno di legge sulla razionalizzazione e il riordino degli enti in agricoltura, con l’obiettivo di garantire più efficienza e semplificazione all’ iter della spesa; avviare la discussione del “programma compensazione” sui fattori acqua ed energia e, dopo la nomina del commissario, di rilanciare l’attività operativa dell’Arbea, come abbiamo chiesto da tempo, attraverso innanzitutto il riaccredito delle funzioni di Ente pagatore degli aiuti comunitari. L’auspicio della Cia è che, in attuazione della positiva ed innovativa proposta del Presidente De Filippo di insediare un Tavolo Agro-alimentare, si elevi la qualità della concertazione a ripartire dagli impegni assunti in occasione della Conferenza sullo stato dell’agricoltura lucana di Pantanello di Bernalda e alla luce del Rapporti Bankitalia, Unioncamere e della relazione programmatica del Presidente De Filippo. Un ulteriore contributo a definire un progetto economico di rilancio dell’agricoltura verrà dalla Cia lucana attraverso l’Assemblea Regionale Elettiva, alla presenza del presidente nazionale Politi, convocata per il 26 giugno prossimo a Potenza per strutturare il sindacato agricolo e del territorio ad affrontare la nuova e rilevante fase che l’attende.  
   
   
ALLARME DELLE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE TOSCANE CEREALI: SCATTA IL PIANO ANTICRISI DELLA REGIONE  
 
 L’assessore all´agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori ha risposto con tempismo all’sos lanciato dalle organizzazioni agricole, che, in una lettera congiunta, solo pochi giorni fa, avevano caldeggiato l’adozione di interventi decisi e misure urgenti per risolvere l’emergenza cerealicola. Il settore infatti sta attraversando un grave periodo di crisi e le previsioni per il raccolto di quest´anno non faranno altro che aggravare la situazione. Infatti, a fronte di una produzione media regionale di 99 mila tonnellate di grano tenero, per il 2010 si prevede un raccolto di poco più di 32 mila tonnellate, due terzi meno. Crollo della produzione anche per il grano duro dove, se la media annua era di 390 mila tonnellate, quest´anno non si arriverà nemmeno a 140 mila tonnellate, un calo di oltre il 50%. “La vita di tante imprese – hanno scritto i rappresentanti degli agricoltori - la produzione di alimenti di primaria importanza, l’immagine stessa della nostra regione, fortemente caratterizzata dalle colture cerealicole, rischiano oggi di essere cancellate se non saranno adottate misure specifiche”. Raccogliendo il grido d’allarme lanciato da Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Salvadori ha riunito le organizzazioni agricole per definire, insieme, un piano salva-cerealicoltura. Individuati i fattori che hanno generato l’importante crisi che attraversa il settore (le pesanti oscillazioni subite dal prezzo del grano, che si sono accentuate negli ultimi tre anni, e il pessimo andamento climatico degli ultimi mesi, che ha ridimensionato le superfici coltivate rispetto a quelle programmate dove sono state fatte le semine, ha danneggiato le colture in fase di germinazione e di emergenza), l’assessore ha giudicato indispensabile mettere a punto un programma di interventi a breve e medio termine e ha ipotizzato i possibili interventi. “Dobbiamo garantire la stabilità dei prezzi – ha spiegato - la trasparenza dell’origine, l’eliminazione delle distorsioni che provocano la perdita di valore all’interno della filiera e la moltiplicazione dei costi dal campo alla tavola. Bisogna rafforzare la posizione debole del settore primario all’interno della filiera alimentare con soluzioni che consentano una partecipazione vera e sostanziale degli agricoltori alla filiera. Altre iniziative indispensabili – ha aggiunto – devono essere prese con le associazioni, una ricetta che prevede l’adozione di interventi finanziari facilitare l’accesso al credito e permettere alle aziende cerealicole di affrontare con maggiore serenità la prossima campagna agraria. Saranno inoltre attivati bandi di filiera a favore anche del settore cerealicolo prima della futura semina per favorire progetti ed intese fra agricoltori ed altri soggetti della filiera. Infine - ha concluso Salvadori - saranno richieste ai N.a.s. E alle amministrazioni competenti maggiori controlli sul grano importato e sulla sua provenienza”. Nell’incontro con Coldiretti, Cia e Confagricoltura, l’assessore ha poi ribadito la volontà di mettere a punto un intervento adeguato anche a tutela, salvaguardia e valorizzazione della zootecnia toscana, che versa in condizioni altrettanto delicate, e per alcuni tra i prodotti di punta dell’agricoltura regionale, a cominciare dall’olio extravergine d’oliva e il vino.  
   
   
TARANTO. CRISI AGRICOLA. RICEVUTE IN REGIONE LE ISTITUZIONI ED ORGANIZZAZIONI JONICHE  
 
“Dobbiamo avere le idee chiare per affrontare una crisi congiunturale, che ormai è anche strutturale, per interloquire autorevolmente con il governo nazionale e con le istituzioni europee”. Così ha esordito l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno nell’incontro che si è tenuto ieri presso la sede dell’Assessorato, con i rappresentanti delle organizzazioni dell’agricoltura, con gli Assessori Provinciali e Comunali di Taranto e con i Consiglieri regionali della provincia di Taranto. “E’ fondamentale lavorare insieme per uscire dalla crisi – continua Stefàno – e non cedere alla tentazione di rivendicazioni localistiche che potrebbero portare ad isolare la protesta facendole perdere forza”. “E’ necessario tenere le nostre istanze all’interno del sistema delle Regioni, nel quale siamo impegnati nel ruolo di coordinamento nazionale, per mettere in moto tutte le energie possibili affinché il Governo nazionale attui finalmente una decisa scelta di campo e ponga al centro dell’agenda politica, in modo significativo, i temi dell’Agricoltura”. “Da molti mesi ed insistentemente, – sottolinea Stefàno - insieme ai miei colleghi delle altre Regioni, chiedo al Governo di attuare misure concrete per sollevare l’Agricoltura da uno stato di prostrazione senza precedenti. Al nuovo Ministro, con il quale confido si possa proficuamente dialogare, replicheremo le nostre istanze: moratoria Inps sia come provvedimento necessario che come opportunità capire le dimensioni del fenomeno e per rivedere i meccanismi che regolano la contribuzione in agricoltura; sospensione immediata dei procedimenti esecutivi; rifinanziamento del Fondo di Solidarietà; piano di interventi straordinario per l’accesso al credito e per il consolidamento delle passività”. “Non permetteremo che la recente manovra finanziaria – conclude Stefàno – costituisca l’ennesimo alibi perché si rimanga sordi ed inerti di fronte al grido preoccupato degli agricoltori”.  
   
   
AGRICOLTURA: ON LINE SCHEDE PREZZI PRODUZIONE SICILIA  
 
Tredici centesimi per un chilo di grano, un centesimo in piu´ per lo stesso quantitativo di orzo, soli trentatre centesimi per un chilo di arance navel: la fotografia della crisi agricola siciliana e´ cristallizzata nel decreto del dirigente generale del dipartimento per gli interventi strutturali in agricoltura, che ha trasmesso il documento alla Gazzetta ufficiale della Regione. Il decreto contiene le schede relative alla determinazione dei quantitativi e dei prezzi di riferimento medi del triennio precedente, nonche´ dei prezzi medi dell´anno 2009, per le produzioni vegetali piu´ diffuse in Sicilia. Le schede, pubblicate anche sul sito internet della Regione, sono suddivise per provincia. Il decreto e´ lo strumento indispensabile di riferimento per la materiale erogazione dei fondi ripartiti alle regioni dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ai sensi del decreto legislativo n.102 del 29 marzo 2004. "I dati elaborati dal dipartimento sono l´ennesima conferma di una crisi strutturale - commenta Titti Bufardeci, assessore regionale alle risorse agricole e alimentari della Regione Siciliana - che andra´ affrontata con strumenti straordinari, intervenendo sulla filiera, sui controlli e investendo risorse per la creazione di un marchio di riconoscimento delle produzioni siciliane che crei valore aggiunto a favore dei nostri agricoltori".  
   
   
ECOMAFIA: SERVONO MISURE PER EVITARE SPECULAZIONI  
 
Palermo - Misure straordinarie per contrastare le ecomafie che speculano sulla crisi degli agricoltori. E´ la richiesta di Titti Bufardeci, assessore alle Risorse agricole della Regione Siciliana, che cosi´ commenta i dati diffusi da Coldiretti secondo cui, i prezzi al consumatore di frutta e verdura aumentano anche del 300%, nel passaggio dal campo alla tavola. "Nel settore agricolo siamo a un passo dal baratro - spiega Bufardeci - con i produttori che raccolgono una miseria dai prodotti che coltivano e i consumatori che continuano a subire l´impennata dei prezzi al consumo: una catena scellerata che va spezzata, introducendo misure per accorciare la filiera e per creare dei deterrenti alla possibile, probabile, e ormai in parte accertata, infiltrazione criminale nel mondo agricolo". "In Sicilia siamo consapevoli di questo rischio - conclude Bufardeci - e proprio per questo, con la legge finanziaria, oltre a introdurre misure per agevolare la ripresa del settore agricolo e di quello zootecnico, abbiamo introdotto un fondo anti usura per evitare che i nostri agricoltori finiscano nella mani del racket delle estorsioni".  
   
   
ROAD SHOW PER IL PACCHETTO GIOVANI DEL PSR IN SICILIA  
 
Palermo - Continuano, sotto la regia delle Soat del dipartimento per gli interventi infrastrutturali in agricoltura della Regione siciliana, gli incontri di presentazione tecnica agli agricoltori della misura 112 del Piano di Sviluppo rurale, il cosiddetto Pacchetto Giovani. Il "Pacchetto giovani" e´ una misura dello sviluppo rurale che prevede aiuti in favore dei giovani che si insediano per la prima volta in un´azienda agricola in qualita´ di capo azienda. La misura e´ proseguire nell´azione di ringiovanimento del settore agricolo, attuando un ricambio generazionale mediante l´insediamento, per la prima volta, di giovani nel settore agricolo. La dotazione finanziaria pubblica totale della Misura 112 per l´intero periodo di programmazione, e´ di 90 milioni di euro. Un seminario di presentazione sul pacchetto giovani si terra´ a Niscemi, il prossimo 15 giugno, presso la sala riunioni della biblioteca comunale. Riunioni sullo stesso tema sono previste, il prossimo mercoledi´ 9 Giugno, a Palazzolo Acreide, presso la sala delle Aquile verdi del Palazzo Municipale e a Riposto, in provincia di Catania, presso il Salone Comunale di Piazza San Pietro.  
   
   
EX ZUCCHERIFICI: ACCORDO RAGGIUNTO PER OSTELLATO (FE)  
 
Bologna - Un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato da biomasse di origine agricola sorgerà al posto dell’ex zuccherificio di Ostellato, chiuso dal 2005 e per il quale a tutt’oggi non era stato possibile raggiungere un accordo di riconversione. E’ questo il principale risultato della riunione svoltasi oggi a Bologna con Coprob, società proprietaria degli impianti, i Comuni interessati, le Province di Ferrara e Modena e le rappresentanze dei lavoratori, per iniziativa dell’assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni. Al centro del’incontro, oltre al futuro dell’impianto di Ostellato (Fe), anche la situazione dell’ex zuccherificio di Finale Emilia (Mo). Per questo stabilimento, per il quale era già stato decisa la trasformazione in impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili di origine agricola, l’incontro odierno ha permesso di decidere per il primo semestre del 2011 l’apertura dei cantieri. “Con l’accordo per lo stabilimento di Ostellato – ha dichiarato l’Assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni – si è finalmente definito il tassello mancante del Piano di riconversione degli zuccherifici emiliano – romagnoli che hanno dovuto cessare la propria attività a seguito della riforma della Ocm zucchero del 2005. In un momento di grave difficoltà occupazionale abbiamo finalmente raggiunto un accordo tra proprietà, istituzioni e sindacati e creato i presupposti per garantire una prospettiva occupazionale ai lavoratori. Anche per Finale Emilia va segnalata positivamente la conclusione dell’iter del progetto e la conferma degli impegni a suo tempo assunti dai soggetti coinvolti.”. Sono dunque 4 gli ex zuccherifici emiliano – romagnoli, ovvero Russi, Bondeno, Finale Emilia, Ostellato - destinati alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di origine agricola. “Si tratta di uno sforzo importante da valorizzare – ha sottolineato Rabboni – qualche preoccupazione arriva ora da un emendamento presentato all’ultima manovra economica del Governo che, se approvato, rischierebbe di ridurre il valore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili perché eliminerebbe l’obbligo di acquisto dei “certificati verdi” in esubero da parte del Gestore dei Servizi Energetici. Su questo punto chiediamo un atteggiamento coerente da parte del Governo e di tutte le forze politiche.” L’impianto di Ostellato - Per Ostellato, le Istituzioni ed i sindacati dei lavoratori hanno condiviso la nuova proposta presentata da Coprob per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato da biomasse di origine agricola (prevalentemente sorgo) della potenza di circa 6 Mw elettrici. Questo progetto, unitamente al mantenimento della attività logistica a supporto della produzione dello zucchero realizzata nello stabilimento di Minerbio, consentirà di garantire l’occupazione di tutte le attuali maestranze. Le parti si sono impegnate a sottoscrivere entro luglio 2010 l’accordo di riconversione definitivo; il conseguente progetto esecutivo verrà presentato nel primo trimestre del 2011 e il nuovo impianto dovrà essere ultimato entro il 2013. L’impianto di Finale Emilia - Per Finale Emilia è stata invece programmata l’apertura dei cantieri nel primo semestre del 2011; si è infatti concluso positivamente, nel mese di maggio, l’iter autorizzativo del progetto di riconversione. Al momento attuale sono in corso gli incontri con le organizzazioni professionali agricole per giungere, una volta superati alcuni punti ancora in discussione, alla stipula della intesa di filiera per la fornitura della materia prima, prevista per il prossimo autunno.  
   
   
PRIMA ETICHETTA DEL MIELE IN FORMATO BRAILLE  
 
Viene presentata oggi, alle ore 17.30. In piazza Aldo Moro a Tolve la prima etichetta del miele in formato braille, prodotto dall’azienda De Angelis Antonia, e dedicata alle persone con difficoltà visiva. L’etichetta sarà presentata dall’artista Annalisa Minetti, testimonial della manifestazione, durante l’incontro che concluderà la due giorni (7-8 giugno 2010) di sensibilizzazione sul valore della differenza e sulla realtà della “non, o parziale, visione”. Da ieri, a Tolve, è presente l’unità mobile oftalmica, messa a disposizione del Centro lucano di prevenzione della cecità, per effettuare visite oculistiche gratuite. Nel corso dell’incontro sarà presentata la pubblicazione “La città ideale”, con testi e disegni realizzati dagli alunni dell’istituto comprensivo nell’ambito del progetto didattico ideato dall’azienda De Angelis. Il libro - che racconta la storia di un’escursione scolastica nella città perfetta, l’alveare - è stato dedicato ai bambini con difficoltà visive, o privi della vista, e pubblicato in versione tattile in nero e braille, con la tecnica innovativa del Double Language System, grazie alla stamperia Bettini Sagl (unica stamperia svizzera specializzata nella stampa serigrafia braille Dls*) e in versione libro parlato (Cd-rom), in italiano e inglese, grazie al Centro Internazionale del Libro Parlato di Feltre (Bl). L’iniziativa rientra nell’ambito di un progetto, promosso dall’azienda agricola De Angelis di Tolve, specializzata nella produzione di miele, realizzato in collaborazione con la sezione potentina dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uici) e l’istituto comprensivo Oronzo Albanese di Tolve, con il contributo della Regione Basilicata e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le attività culturali- Biblioteca Nazionale di Potenza, dell’Unitas e della stamperia Bettini Sagl. Nel corso dell’incontro interverranno Rocco Viggiani, sindaco di Tolve, Carolina Bruscella, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo O. Albanese, Maria Buoncristiano, presidente Unione Italiana Ciechi ed ipovedenti di Potenza, le insegnanti Tina Leone e Titina Mattia, Sandro Stigliani, Gianni Infantino dell’Azienda Agricola De Angelis. Seguirà la presentazione del libro con l’animazione di Tonino Venezia e il commento musicale di Rocco Mentissi. Concluderà il presidente della Regione Vito De Filippo. Modera Antonella Pallante, giornalista Rai. Durante la sera lo chef Tonino Stigliani proporrà degustazioni di specialità a base di miele. Il libro parlato e il libro in Braille, già inserito nel catalogo del Centro Internazionale del Libro Parlato “Sernagiotto” di Feltre, verranno donati alla Biblioteca Nazionale di Potenza - dove è presente una sala di lettura dedicata ai minorati della vista - alle associazioni dei ciechi e degli ipovedenti del territorio nazionale e ai bambini con difficoltà visive di età compresa tra i 6 e i 12 anni.  
   
   
UNA GENUINA PIZZA ALLA BIODIVERSITA’ PROVE DI CUCINA PER LA COOPERATIVA MANDACARÙ SOTTO LA TENDA DI L’ALTRAECONOMIA  
 
Trento - Giunta alla conclusione la serie di incontri organizzati e curati da Mandacarù, la Cooperativa trentina che da anni si occupa di responsabilizzare il cittadino nei confronti del mercato equo e solidale. Oltre alla responsabilizzazione, obiettivo dell’Associazione è la collaborazione d’impresa nel campo del microcredito e della finanza, l’educazione, la comunicazione e l’informazione volta ai temi della solidarietà. La Cooperativa è presente attivamente anche in molti paesi del Terzo Mondo tramite le sue facoltà organizzative di cooperazione allo sviluppo con numerose realtà locali. Come ultima prova tra i fornelli, Mandacarù ha pensato di dar vita ad una nuova idea di pizza “alternativa”. Un esperimento che consiste nel sostituire i tradizionali condimenti della pizza napoletana, con farina di semi di Quinoa, sei uova, sale, acqua, farina di grano duro, noci moscate dello Sri Lanka grattugiate a mano, ricotta secca e parmigiano. Il tutto condito nelle battute finali da zucchine fritte e messo in forno a duecento gradi per la durata di venti minuti. Tutti gli alimenti, ovviamente, di origine controllata Bio. La farina di semi di Quinoa, protagonista principale a cui era dedicato l’incontro, è coltivata sulle alture delle Ande boliviane con metodi e controlli che rispettano i principi del mercato equo e solidale. Commercialmente identificata come un cereale, in realtà, specifica una volontaria, «è un seme che fa parte della famiglia dello spinacio». Il prodotto finale risulta rassomigliare non proprio ad una pizza, forse nemmeno ad una semplice focaccia, neppure ad una torta salata. Quel che è certo, è invece il gusto sostanzioso, buono al palato, e gradevolmente digeribile.  
   
   
TUTTO SULLA PERA IN EUROPA  
 
Uno Studio del Cso realizzato dall’Università di Bologna analizza costi, prezzi e competitività della pera in Europa mettendo a confronto i principali sistemi produttivi . Lo studio presenta dati aggiornati al 2009 per le seguenti aree di produzione Emilia-romagna e Veneto, per l’Italia; Distretto di Lisbona (regione dell’Oeste), per il Portogallo; Catalunya, per la Spagna; Dipartimenti del Loiret e del Bouches du Rhône-sud Vaucluse, per la Francia; Provincia del Limburg (Regione delle Fiandre) per il Belgio; Regione Betuwe (Provincia di Gelderland), per i Paesi Bassi. L’analisi della competitività economica mette a confronto con metodo scientifico i costi di produzione della fase agricola, i costi di condizionamento, e la fase finale di logistica distributiva . Lo studio rappresenta un documento unico per il settore per poter analizzare compiutamente la redditività della coltura fornendo gli strumenti di analisi di eventuali correttivi. E’ disponibile al prezzo di euro 50 ( in italiano e in inglese) facendo richiesta specifica a cinzia.Zanella@csoservizi.com    
   
   
PROGETTO IN SICILIA PER AGGREGAZIONE CANTINE SOCIALI  
 
Con l´avviso pubblico per la manifestazione di interesse, pubblicato ieri sul sito della Regione siciliana, parte il progetto di riorganizzazione del sistema cooperativistico viticolo regionale. "Sono due gli obiettivi principali di questo intervento - spiega Titti Bufardeci, assessore regionale alle risorse agricole - che serve a fronteggiare l´attuale crisi del settore:il primo consiste nel promuovere l´aggregazione delle cooperative cantine sociali vitivinicole esistenti per creare strutture di maggiori dimensioni in termini di capacita´ di ammasso di uve e di ettari di vigneto, aziende, quindi che siano in grado di competere sui mercati. In alternativa, il progetto consentira´ alle cantine il miglioramento della loro efficienza aziendale, anche attraverso la costituzione di forma di aggregazioni quali Organizzazioni di produttori o l´adesione ad altre forme di aggregazione". Con il piano di riorganizzazione, si punta a garantire il reddito al viticoltore, falcidiato dalla crisi economica, ridurre i costi di produzione in vigna e in cantina, valorizzare e rendere competitivo il vino base, aumentare la quota di vendita dei vini di qualita´ e dei vini prodotti con uve coltivate con metodo biologico. Per la realizzazione degli interventi le cooperative potranno beneficiare di agevolazioni nella forma di sovvenzione diretta sia a titolo di contributo in conto capitale sia a titolo di assistenza tecnica. Con un tetto massimo di 500 mila euro. La pubblicazione dell´avviso non assume valore vincolante ne´ per l´Amministrazione, ne´ per il sottoscrittore, tuttavia, la presentazione della domanda di manifestazione di interesse, costituisce condizione di accesso per la partecipazione al successivo bando.