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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 06 Luglio 2010 |
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L´EUROPA PUNTA SULLA SICUREZZA ELETTRONICA |
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Bruxelles, 6 luglio 2010 - Il settore della ricerca e sviluppo (R&s) elettromagnetico in Europa riceverà una spinta con il lancio di una piattaforma unica detta Phéline Con il sostegno dell´Ue, questa nuova Piattaforma tecnologica europea (Pte) aiuterà a definire le priorità, i piani d´azione e le scadenze della ricerca nel settore elettromagnetico. Saranno considerati nuovi modi di migliorare le tecnologie elettroniche per garantire che siano siucre e che rispettino gli standard riguardanti la salute della gente. Nuove tecnologie elettroniche vengono continuamente lanciate sul mercato e fornendo un flusso costante di nuovi prodotti e servizi che rendono la vita più facile e più semplice. Per molti di noi, le tecnologie elettroniche, come i telefoni cellulari, sono diventati parte essenziale della vita quotidiana e hanno migliorato il modo in cui facciamo affari e la qualità della vita al di fuori delle ore lavorative. Ma sono sicure? La verità è che, in alcuni casi, potrebbero non essere per niente sicure. Le tecnologie elettroniche infatti possono essere la causa del rilascio di campi elettromagnetici potenzialmente dannosi in abitazioni, posti di lavoro e persino intere città. Phéline rappresenta un modo per coordinare meglio la R&s elettromagnetico in Europa per la fornitura di migliori soluzioni industriali. La piattaforma associa le competenze scientifiche e le infrastrutture tecniche inerenti a tre organizzazioni francesi: Floralis, il Centro scientifico e tecnico dell´edilizia (Cstb) e l´Università Joseph Fourier (Ujf). Nell´ambito di questa collaborazione, Floralis fornisce l´acume commerciale e la competenza industriale mentre il Cstb e la Ujf contribuiscono con competenze multidisciplinari e risorse tecnologiche avanzate. Lo scopo finale dei membri della piattaforma è quello di migliorare la qualità dei materiali e delle attrezzature che formano le tecnologie elettroniche in modo da assicurare che le emissioni rimangano a livelli di sicurezza accettabili e rispettino gli standard europei riguardanti la salute pubblica. Phéline, oltre a fornire competenze tecniche e servizi di consulenza sugli standard di qualità, condurrà studi di fattibilità e di monitoraggio (per es. Determinare se un´attrezzatura è pronta a essere integrata in uno specifico ambiente e a venire a contatto con esseri umani), R&s sui sensori, sistemi e software, applicazioni di identificazione a radio frequenza e formazione. Costituirà anche un punto di comunicazione tra reti, governi locali e cittadini. I suoi servizi copriranno una gamma di applicazioni legate all´uso e allo sviluppo di nuove tecnologie compresi i materiali (per es. Isolamento di finestre ecc.), dispositivi (per es. Antenne e componenti elettronici) e apparecchi (per es. Telefoni cellulari ed elettrodomestici) Phéline è stata innaugurata il 21 maggio 2010 e opera dalla sede principale a St Martin d´Heres, vicino Grenoble, in Francia. La piattaforma è il primo mattone del progetto Integra in Francia, il cui obiettivo è di sviluppare modi più validi di migliorare la qualità della vita di tutti i giorni usando una tecnologia innovativa e sostenibile. In quanto Pte, Phéline contribuirà alla crescita e alla competitività futura dell´Europa. Queste piattaforme hanno un ruolo importante nel garantire che il finanziamento alla ricerca sia indirizzato verso aree con un grado significativo di rilevanza industriale, favorendo nuovi beni e servizi pubblici basati su nuove tecnologie e persino nuove conquiste tecnologiche. Il ruolo della Commissione Europea (per conto dell´Ue), piuttosto che "possedere" queste Pte, consiste nell´osservare e indirizzare (se necessario) le attività di queste piattaforme guidate da esponenti del settore industriale. Per maggiori informazioni, visitare: Piattaforme tecnologiche europee (Pte): http://cordis.Europa.eu/technology-platforms/home_en.html Floralis: http://www.Floralis.fr/ |
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EVENTO DI MEDIAZIONE PER LA RICERCA DI PARTNER TIC |
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Bruxelles, Il 28 settembre 2010 si terrà a Bruxelles (Belgio) l´evento di mediazione "Find your Ict Partners face2face at Ict2010!". A organizzare questo evento è Ideal-ist in collaborazione con la Enterprise Europe Network (Een) nel campo delle Tecnologie dell´informazione e della comunicazione del 7° programma quadro. Gli obiettivi dell´evento sono: Informare le comunità della ricerca, dell´innovazione e del mondo degli affari sulle opportunità di finanziamento offerte dai Programmi quadro dell´Unione Europea. - Coinvolgere le aziende, le università e i ricercatori europei e di tutto il mondo interessati a condividere nuove idee di progetto e a trovare nuove collaborazioni; - Assistere i partecipanti per facilitare la costituzione dei consorzi di progetto del 7° Pq e per presentare proposte valide per i bandi del 7? Pq. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Ideal-ist.net/f2f/ |
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CONFERENZA "INNOVATIVE SMART GRID TECHNOLOGIES EUROPE" DELL´IEEE PES |
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Göteborg, 6 luglio 2010 - Dall´11 al 13 ottobre si terrà a Göteborg (Svezia) la conferenza "Innovative Smart Grid Technologies" della Pes (Power and Energy Society) dell´Istituto degli ingegneri elettrici ed elettronici (Ieee). La conferenza fornirà un forum di discussione sulle novità nel campo della ricerca e dell´innovazione nel settore delle tecnologie smart grid. Sono previsti una serie di presentazioni di articoli, pannelli, tutorial e conferenze tenute da esperti internazionali. La conferenza è aperta a ricercatori, responsabili politici, studenti e professionisti. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Ieee-isgt-2010.eu/ |
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BOLZANO: CERTIFICATI DI MALATTIA DIGITALI, THEINER CHIEDE A ROMA UNA PROROGA DI SEI MESI |
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Bolzano, 6 luglio 2010 - L´assessore provinciale alla sanità Richard Theiner chiederà al ministro Renato Brunetta una proroga di almeno sei mesi del termine per l´introduzione della trasmissione telematica dei certificati di malattia. "Il software elaborato a Roma non è ancora abbastanza efficace - spiega Theiner - e in alcune zone dell´Alto Adige i collegamenti non garantiscono una trasmissione veloce e sicura dei dati". La trasmissione telematica dei certificati di malattia, prevista da una legge statale del 2003 sottoscritta anche dai sindacati di categoria dei medici di base, dovrebbe entrare in vigore a partire dal 4 luglio. Si tratta di un provvedimento considerato in maniera positiva pressochè da tutti, visto che comporterà vantaggi sia ai pazienti, che potranno evitare code ed attese, sia alla stessa amministrazione, che vedrà ridurre il peso delle proprie incombenze burocratiche. I problemi per l´introduzione di questa riforma, però, non mancano. "Si tratta di questioni pratiche - sottolinea l´assessore Richard Theiner - a cominciare dall´applicazione internet, prevista dal Ministero, per la trasmissione dei dati, che al momento attuale comporta una enorme perdita di tempo. Inoltre, alcune zone della nostra provincia, per cause da imputare principalmente agli operatori telefonici, non sono dotate di collegamenti web in grado di garantire la trasmissione dei dati in maniera abbastanza veloce e quindi sicura". Per questi motivi, l´assessore provinciale alla sanità ha inviato una lettera al ministro Renato Brunetta per chiedere una proroga di sei mesi. "Una volta affinato il sistema - aggiunge Theiner - il provvedimento porterà solo vantaggi ai pazienti, ma in queste condizioni tutto rischia di trasformarsi in una sorta di boomerang. Non è immaginabile che il malfunzionamento di un servizio online costringa i medici di base a dedicare più tempo alla trasmissione dei certificati di malattia che ai propri pazienti. Credo che Roma abbia sottovalutato i problemi legati alla partenza del progetto: in questo momento la priorità dovrebbe essere l´aggiornamento e il miglioramento del software". Gli stessi problemi dell´Alto Adige vengono riscontrati anche in altre regioni italiane, tanto che la richiesta di una proroga verrà avallata il 5 luglio, a Roma, durante un incontro fra i rappresentanti delle regioni e delle province autonome. |
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BANDA LARGA IN UMBRIA: STRATEGICA PER CRESCITA E SEMPLIFICAZIONE ACCESSO AI SERVIZI |
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Perugia, 6 luglio 2010 – L’infrastrutturazione della rete di banda larga dalla Regione Umbria è considerata strategica per lo sviluppo dell’economia digitale e il rilancio del tessuto produttivo ed economico. E’ quanto sostiene l’assessore regionale alle infrastrutture tecnologiche immateriali, Stefano Vinti, sottolineando che la Regione “ha stanziato 38 milioni di euro per completare il progetto di realizzazione di una rete che permetterà di collegare le pubbliche amministrazioni della Regione con infrastrutture di banda larga, consentendo di eliminare nel 2011 il ‘digital divide’. Ma questa rete interamente pubblica sarà a disposizione anche degli operatori privati per portare la banda larga e una connessione veloce ai cittadini”. “L’obiettivo – sostiene Vinti - è di rendere di ampia diffusione gli strumenti di e-governement previsti dal Codice di amministrazione digitale per le pubbliche amministrazioni, in modo tale da semplificare e velocizzare l’accesso ai servizi per i cittadini, di consentirne una più marcata partecipazione, garantire la trasparenza della pubblica amministrazione e raggiungere elevati risparmi, sia in termini di carta risparmiata (con l’incentivazione dell’amministrazione digitale e del protocollo informatico), sia in minori spese postali (con l’ampio utilizzo della posta certificata). Se questi strumenti si incroceranno, poi, con l’offerta di servizi elettronica ai cittadini e con un generalizzato utilizzo della via digitale nel rapporto tra cittadino e amministrazione pubblica, di sicuro si getteranno basi solide perché l’economia basata sulle Ict potrà trainare una ripresa produttiva che molto gioverà allo sviluppo dell’intera economia regionale”. Per l’assessore Vinti più in generale, a livello nazionale, nel campo della telematica il governo Berlusconi dovrebbe prendere esempio dal Governo finlandese per il quale l’accesso ad internet ad alta velocità deve essere un diritto civile garantito a tutti i cittadini e ha stabilito che, entro il 2015, gli operatori del Paese dovranno fornire connessioni da 100 megabit al secondo a tutta la popolazione. “Si tratta di un salto di qualità e di un investimento deciso sulla banda larga da parte di uno Stato che, con la Nokia e Linux, è da tempo all’avanguardia nell’economia digitale – ha detto - Già attualmente la percentuale di famiglie con una connessione a banda larga, con una velocità di scaricamento dati di almeno un megabit al secondo, in Finlandia è al 78per cento, mentre l’Italia è al 39per cento. Un ritardo decisamente pesante, rispetto al quale ci vuole un vero e proprio cambio di rotta”. |
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FVG, IMPLEMENTATO SISTEMA CARTOGRAFICO FVG |
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Trieste, 5 luglio 2010 - Il progetto "Dalla Carta archeologica regionale ad un Sistema informativo" nasce con lo scopo di creare uno spazio informatico unico sui beni storico-archeologici del Friuli Venezia Giulia che sia a disposizione di studiosi, enti locali, musei, scuole e promozione turistica. Alla presentazione del progetto, che ha avuto luogo il 2 luglio nell´Ateneo triestino, hanno preso parte il magnifico rettore Francesco Peroni e l´assessore regionale alla Pianificazione territoriale, Autonomie locali, Sicurezza e Relazioni internazionali e comunitarie Federica Seganti che, sottolineando l´importanza dell´iniziativa, ha ricordato come quello regionale sia già uno dei sistemi cartografici più innovativi e completi d´Italia. L´implementazione continua della piattaforma cartografica del Friuli Venezia Giulia attraverso il collegamento tra le banche dati è un fatto assodato, ha notato l´assessore, considerato che negli ultimi anni "abbiamo cercato di agevolare l´utilizzo di tale strumento da parte di tutte le pubbliche amministrazioni, del Catasto, delle polizie di Stato, dell´esercito e altri operatori sul territorio". "Questa è una ulteriore implementazione dell´attività ed un arricchimento per i cittadini e per le istituzioni" ha continuato l´assessore, evidenziando il positivo coinvolgimento di settori specifici, come il turismo. Inteso come un vero e proprio servizio destinato a più fruitori quali i pianificatori e gli operatori sul territorio, i ricercatori e gli esperti di beni culturali, i turisti gli studenti ed i cittadini interessati a conoscere meglio la storia e l´archeologia della nostra regione, il sistema raccoglie i dati della Carta Archeologica regionale 1990-1994 ed è stato testato sulle tre aree campione di Muggia, San Canzian d´Isonzo e Montereale Valcellina ed è frutto di una collaborazione tra il dipartimento di Storia e Culture dall´antichità al mondo contemporaneo dell´Università di Trieste, la direzione regionale per i Beni culturali-Soprintendenza per i Beni archeologici e la direzione regionale per la Pianificazione territoriale. Il portale, il cui accesso è in parte pubblico ed in parte riservato, contiene ad oggi 113 schede di sito archeologico, 158 schede bibliografiche e oltre 250 schede di allegato multimediale e sarà raggiungibile attraverso un server dedicato e ospitato presso la divisione Infrastrutture e Servizi informativi (Isi) dell´Università di Trieste (siticar.Units.it) |
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POLO TECNOLOGICO MAGONA DI CECINA: TRASFERIMENTO TECNOLOGICO, INVESTIRE SULL´ECCELLENZA |
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Firenze, 6 luglio 2010 - «Quella del polo tecnologico di Cecina rappresenta un´esperienza di grande importanza, un´eccellenza che la Regione intende valorizzare nell´ambito del le politiche di potenziamento dell´intero sistema dell´innovazione, del trasferimento tecnologico e della ricerca a favore del sistema produttivo». Lo ha detto l´assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini intervenendo stamani a Cecina, nel corso della visita al Polo tecnologico Magona, presenti i sindaci di Rosignano Alessandro Franchi e di Cecina Stefano Benedetti, rappresentanti delle imprese. L´assessore, nel sottolineare il valore dell´attività del Polo Magona per il sistema produttivo locale e dell´intera Toscana, ha ricordato che la Regione è impegnata, in questa fase, in un´opera di razionalizzazione dell´attività di trasferimento tecnologico a livello regionale. «Vogliamo puntare sempre di più sull´eccellenza - ha spiegato l´assessore - concentrando risorse e investimenti sulle esperienze realmente innovative e di qualità, escludendo invece quelle che di qualità non sono». L´assessore ha poi detto che il documento proposto dal Polo tecnologico Magona alla Regione potrà costituire una base per il più ampio protocollo d´intesa cui si sta lavorando con la Provincia di Livorno con l´obiettivo di rafforzare la rete dei poli tecnologici sul territorio. |
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MASTER UNIVERSITARIO DI II LIVELLO IN "STRATEGIA E GESTIONE DELLE ORGANIZZAZIONI A RETE IN SANITA`" - GIORNATA CONCLUSIVA |
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Ancona, 6 Luglio 2010 - Si e` concluso il 2 luglio con l´assegnazione del titolo, il Master Universitario di Ii livello in ´Strategia e gestione delle organizzazioni a rete in sanita`´ coordinato dalla Prof.ssa M. Giovanna Vicarelli, attivato nella Facolta` di Economia ´G. Fua`´ nell´anno accademico 2008/09. ´Il Master e` stato progettato dalla Regione Marche e realizzato in collaborazione con l´Universita` Politecnica delle Marche - ha dichiarato Carmine Ruta dirigente del Servizio Salute - per rispondere alle esigenze di professionalita` altamente specializzate nello sviluppo e nella gestione dei nuovi sistemi organizzativi sempre piu` orientati in logiche di rete nel panorama dei sistemi sanitari; l´obiettivo e` di rendere coerenti le programmazioni sanitarie nazionali e regionali con le competenze necessarie per la gestione delle stesse´. La Prof. M Giovanna Vicarelli ha spiegato che al percorso hanno partecipato giovani neolaureati e dirigenti gia` operanti in strutture sanitarie, precisando che i primi hanno avuto l´opportunita` di approfondire le proprie conoscenze ed acquisire le competenze necessarie per porsi come supporti alla gestione delle organizzazioni a rete in sanita`, mentre per quanto riguarda coloro che provenivano da realta` lavorative in ambito sanitario questi ultimi hanno potuto accrescere ed allargare la propria professionalita` nelle aree dell´organizzazione aziendale e della gestione delle reti sanitarie, del marketing operativo e della comunicazione, della concertazione e dell´uso di strumenti giuridici privatistici di gestione, del sistema di pianificazione e controllo, in modo da sfruttare appieno le potenzialita` offerte dagli strumenti manageriali e giuridici per la gestione di sistemi organizzativi a rete in sanita`. ´Lo scopo del Master Universitario - ha sottolineato il Rettore Marco Pacetti´ e` stato quello di creare una reciprocita` tra Universita` e tessuto istituzionale avvalendosi sia di docenti provenienti dal campo universitario sia di qualificati professionisti nel campo della consulenza economica, giuridica, organizzativa, aziendale e della comunicazione´. Il master e` stato svolto con attenzione allo sviluppo delle competenze ed esperienze sul campo realizzando un riscontro immediato tra modelli teorici, metodologie e practices in uso presso le organizzazioni a rete. Le lezioni sono state integrate da seminari di studio, testimonianze di qualificati professionisti operanti nel settore, esercitazioni pratiche e lavori di gruppo e da un periodo di stage in enti, aziende ed associazioni. |
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TRENTO: FONDI ALLE SCUOLE PER L’INTEGRAZIONE ALUNNI STRANIERI |
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Trento, 5 luglio 2010 - Con una delibera proposta dall’assessore provinciale all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, la Giunta ha assegnato alle istituzioni scolastiche formative provinciali autonome i fondi “per la realizzazione di progetti ed iniziative attuati dalle istituzioni stesse, con riferimento all´accoglienza e all´orientamento degli studenti stranieri”. Come per gli anni precedenti, utilizzando il Fondo per la qualità del sistema educativo provinciale, la Giunta ha assicurato alle scuole specifiche risorse per l’accoglienza e l’orientamento degli studenti stranieri tenendo conto sia del numero degli studenti stranieri presenti in ogni istituzione scolastica e formativa, nonché delle forme di accordo instaurate tra le istituzioni per meglio assolvere alle funzioni. Si assicura così anche per il corrente esercizio finanziario l’entità delle risorse erogate lo scorso anno per la finalità medesima, garantendo continuità con le metodiche degli anni passati. “In particolare, si ritiene di valutare in modo più rilevante i casi di studenti recentemente immigrati al fine di assicurare azioni più incisive nel delicato momento dell’inserimento nel sistema scolastico degli studenti stessi.” Negli allegati alla delibera vengono indicati sia i parametri economici utilizzati sia la cifra per studente assegnata ad ogni scuola. La cifra complessiva per il provvedimento oggi approvato ammonta a 497.480,00 euro. La delibera completa con gli allegati si può consultare e scaricare, da martedì prossimo 6 luglio 2010 sul portale della scuola trentina: www.Vivoscuola.it/ |
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L’UNIVERSITÀ DI PAVIA CONQUISTA LA SECONDA POSIZIONE NELLA CLASSIFICA DI CAMPUS GUADAGNA SEI POSIZIONI RISPETTO ALLO SCORSO ANNO. |
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Pavia, 6 luglio 2010 - La guida 2011 di Campus (i cui dati sono stati anticipati su “Italia oggi”) classifica l’Università di Pavia al secondo posto in Italia tra gli Atenei pubblici con un numero di studenti compresi fra 10 e 50 mila. Con un punteggio globale di 99,12 su 110, Pavia è seconda di un soffio solo a Trento (99,40/110 punti) e soprattutto guadagna sei posizioni rispetto allo scorso anno. Giunta alla settima edizione, la classifica di Campus riguarda 77 università pubbliche e private e utilizza solo dati provenienti da fonti ufficiali (Miur, Comitato nazionale per la valutazione, Istat, Alma laurea etc), oltre ai questionari di valutazione della qualità compilati dagli studenti e ai dati raccolti dai nuclei di valutazione. Nove le aree prese in esame: studenti, docenti, strutture, ricerca, internazionalizzazione, tasse, lavoro, valutazione degli studenti e value/money. “Un’ottima risposta a chi parla di declino della nostra Università – commenta il Rettore Angiolino Stella- visto che in questa classifica abbiamo scalato sei posizioni; e soprattutto una conferma del fatto che bisogna continuare a lavorare con impegno e motivazione, nonostante le difficoltà del momento. Non potevamo avere migliore iniezione di ottimismo”. Campus propone anche una metaclassifica delle 10 migliori Università in Italia, che riunisce tutti gli atenei, statali e non, politecnici e pluridisciplinari: Pavia conquista la nona posizione. |
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STAGE IN IRLANDA PER VENTI STUDENTI LUCANI LA DURATA DELLO STAGE È DI QUATTRO SETTIMANE E PREVEDE LA SISTEMAZIONE PRESSO FAMIGLIE IRLANDESI |
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Potenza, 6 luglio 2010 - Da fine Luglio venti studenti lucani parteciperanno gratuitamente ad uno stage socio-culturale in Irlanda. Lo prevede un’iniziativa dell’Ufficio Cultura della Regione Basilicata, realizzata in collaborazione con Intercultura. La durata dello stage è di quattro settimane e prevede la sistemazione presso famiglie irlandesi, la frequenza di un corso di lingua inglese e la partecipazione ad attività sociali, culturali e sportive. I venti studenti che hanno superato la selezione prevista dal bando di concorso indetto dalla Regione Basilicata frequentano il penultimo anno di corso presso una Scuola Media superiore della Basilicata ed hanno conseguito, nell’anno scolastico 2008/2009, la promozione con una votazione media non inferiore a 8/10. |
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TRENTO: PER LA PROVINCIA LA PRIORITÀ È L’INIZIO REGOLARE DELL’ANNO SCOLASTICO |
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Trento, 6 luglio 2010 - “L’interesse primario della Provincia è quello di assicurare il regolare inizio dell’anno scolastico, con le assegnazioni degli insegnanti in ogni scuola”. Questa la posizione della Giunta provinciale sulla revisione delle graduatorie provinciali per titoli degli insegnanti dopo l’ordinanza di sospensiva del Tribunale regionale amministrativo di Trento dei giorni scorsi. La questione è stata affrontata il 2 luglio in Giunta. Con l’ordinanza cautelare del 24 giugno scorso il Trga di Trento, decidendo provvisoriamente su due ricorsi presentati rispettivamente dall’Associazione professionale e sindacale Anief e da un´insegnante della scuola primaria, ha ritenuto “non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale” sull’assegnazione di 40 punti per ogni tre anni di continuità di insegnamento in Trentino fino ad un massimo di 160 punti ed ha disposto la remissione degli atti alla Corte costituzionale. Di conseguenza ha accolto la domanda di misura cautelare e di sospensione dell’efficacia di tale provvedimento per l’aggiornamento straordinario delle graduatorie provinciali per titoli degli insegnanti. La Giunta ha riaffermato che “l’interesse primario della Provincia è quello di assicurare il regolare inizio dell’anno scolastico, con le assegnazioni degli insegnanti in ogni scuola”. Tenuta a dare esecuzione alle due ordinanze del Trga, la Provincia procederà al riesame delle graduatorie provvisorie pubblicate il 16 giugno scorso secondo i criteri desumibili dalle disposizioni del Trga e cioè: ricalcolo del solo punteggio per la continuità non più sulla base dei 40 punti ogni tre anni e fino ad un massimo di 160 punti, ma sulla base del Regolamento del 2006 che assegna agli insegnanti 15 punti per cinque anni di continuità di servizio prestato nelle scuole in Trentino e fino ad un massimo di 30 punti. Successivamente ci sarà la nuova pubblicazione delle graduatorie così ricalcolate, i cinque giorni di tempo per eventuali reclami (ovviamente solo sulla continuità) e poi la pubblicazione delle graduatorie definitive sulla base delle quali si procederà entro il mese di agosto alle operazioni di nomine e conferme, ma solo a tempo determinato, proprio perché, “vista la natura cautelare e provvisoria delle ordinanze, non si procederà per l’anno scolastico 2010 – 2011 alle immissioni in ruolo.” |
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AVVISO DI SELEZIONE "SUMMER SCHOOL FAST" LA SCADENZA IL 21 LUGLIO |
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Potenza, 6 luglio 2010 - E’ stato reso noto che la Regione Basilicata ha indetto avviso di selezione per titoli e colloquio per l’ammissione alla "Summer School Fast Formazione in Applicazioni Scientifiche e Tecnologiche) in Geoarcheologia. Metodi non Distruttivi per lo studio dell’ambiente, della topografia e dell’urbanistica”. Il progetto Fast summer School, le cui Borse sono finanziate dalla Regione Basilicata e riservate a cinque (5) laureati in materie umanistiche e a cinque (5) laureati in materie scientifiche, sarà svolto in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici, l´Università degli Studi della Basilicata, l´Università degli Studi di Siena, l´Imaa-cnr area di Potenza, il Comune di Scanzano Jonico e l´Istituto di Arqueologìa di Merida (Spagna). I riferimenti al Corso che avrà durata di 260 ore (otto settimane) e i relativi allegati (Avviso Di Selezione; Modello Di Domanda) sono consultabili e scaricabili dal sito www.Basilicatanet.it/ Patto con i Giovani, Bandi, Progetto Fast Summer School. L’avviso scade il 21 luglio 2010. |
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VIAGGIO STUDIO INTERCULTURALE PER GIOVANI ALTOATESINI IN MAROCCO |
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Bolzano, 6 luglio 2010 - Si è recentemente concluso il viaggio studio da parte di un gruppo "misto" di giovani altoatesini di madrelingua italiana e tedesca alla volta di Rabat, in Marocco, che ha visto la grande soddisfazione da parte dei partecipanti accolti dall’Associazione per lo sviluppo sociale Bassma. Le ragazze e i ragazzi altoatesini sono stati ospitati per un’intera settimana dalle famiglie dei giovani marocchini, con i quali hanno potuto relazionarsi per poter conoscere la loro cultura e avvicinarsi a valori quali quelli della convivenza e della solidarietà in modo spontaneo e partecipato. Il progetto è stato pensato in maniera congiunta dai Servizi giovani in lingua italiana, tedesca e ladina della Provincia di Bolzano al fine di fornire ai giovani cittadini del nostro territorio strumenti di lettura dei cambiamenti sociali legati alle migrazioni e alle nuove cittadinanze evitando paure e pregiudizi. Contemporaneamente lo scopo del progetto era quello di sviluppare un senso di appartenenza alla cittadinanza in grado di superare aspetti propri dei luoghi comuni come il colore della pelle o l’appartenenza religiosa dell’individuo. "Il percorso svolto - sottolinea l´assessore provinciale alla scuola italiana Christian Tommasini - consente ora alle ragazze e ai ragazzi altoatesini di rendersi criticamente e consapevolmente moltiplicatori di un’esperienza legata alla conoscenza di una delle popolazioni più rappresentate in termini numerici sul nostro territorio. L´intercultura è un terreno di forte interesse rispetto al quale è importante investire risorse affinché le giovani generazioni possano considerarsi cittadini attivi e consapevoli in una società plurilingue". "Grazie a questo viaggio - gli fa eco l´assessora alla scuola tedesca Sabine Kasslatter Mur - i nostri ragazzi hanno potuto toccare con mano la realtà di questo paese, approfondendo le conoscenze riguardanti gli usi e i costumi tipici della cultura marocchina. Si tratta di un contributo importante per favorire il rispetto e la comprensione reciproca, e l´eliminazione dei pregiudizi". Il programma si è svolto, nel corso della settimana, associando l’aspetto didattico dello scambio delle tre lingue coinvolte (italiano, tedesco e arabo) a quello legato alle relazioni dei coetanei attraverso attività decise e messe in atto nel corso dei pomeriggi dai ragazzi stessi. |
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A VIBO AL CONVEGNO SULLA RICERCA SCIENTIFICA |
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Vibo Valentia, 6 luglio 2010 - Una giornata di approfondimento e di incontro per conoscere e aumentare la percezione dei calabresi sulla ricerca. La Regione Calabria, in collaborazione con il Desk Enteprise Europe Network di Unioncamere Calabria, ha organizzato, all’hotel “501” di Vibo Valentia un incontro dal tema: “La ricerca scientifica, area strategica per lo sviluppo della Calabria”. Tra gli intervenuti, diversi studiosi ed esperti del settore. Il convegno si è aperto con un breve saluto del Governatore Giuseppe Scopelliti, secondo il quale per il nostro territorio la ricerca assume un ruolo fondamentale e strategico: “Intendiamo – ha spiegato Scopelliti – avviare una stagione nuova basata sul confronto e sul dialogo, partendo dalla condivisione delle scelte per poter dare risposte concrete, soprattutto sulla ricerca scientifica. La ricerca va, appunto, sostenuta mettendo in campo tutte le risorse disponibili. Inoltre, i fondi comunitari vanno ben spesi - ha concluso il Presidente - anche perché su questo versante abbiamo un notevole deficit che non ci consente di perdere altro tempo”. Sull’importanza della ricerca ha parlato l’Assessore alla Cultura Mario Caligiuri: “L’evento – ha aggiunto – si pone l’obiettivo di approfondire le opportunità offerte dalla costituzione dei Poli di Innovazione regionale che sono ormai indispensabili. La ricerca scientifica – ha sintetizzato – è un’attività trasversale che va supportata da qualsiasi schieramento politico”. Per la vicepresidente Antonella Stasi “bisogna investire sulla ricerca e sullo sviluppo. E’ fondamentale sostenere la competitività delle aziende calabresi alla luce della crisi economica che ha colpito il nostro Paese. La missione dei poli - ha concluso - dovrà incoraggiare la collaborazione tra le imprese”. Al meeting erano presenti, fra gli altri, gli assessori regionali Pietro Aiello, Fabrizio Capua e Giacomo Mancini. |
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SCUOLA & LAVORO/ STAGE ESTIVI TRA BOSCHI E LAGHI, CANTINE E LABORATORI GLI STUDENTI DI SAN MICHELE “IMPARANO” I SEGRETI DEL MESTIERE |
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Trento, 6 luglio 2010 - C’è chi impara a fare il guardiacaccia o il consulente in frutticoltura, chi studia e analizza in laboratorio foglie e terreni, pesci di laghi e torrenti, e ancora, chi progetta vigneti, rileva migrazioni notturne di uccelli o alleva polli biologici. Gli studenti dell’Istituto Agrario sono impegnati, per il quarto anno consecutivo, negli stage estivi presso i laboratori e le serre di San Michele, attentamente seguiti da tecnologi e ricercatori dello stesso istituto, ma anche in enti e associazioni esterni sotto la supervisione di tutor aziendali, come la Magnifica comunità di Fiemme, l’Associazione cacciatori, il Consorzio Associazioni per il Mozambico, il Parco Adamello Brenta, il Museo Tridentino di Scienze Naturali e la stazione Forestale di Baselga di Pinè. “Il percorso formativo – spiegano i docenti Barbara Battistello e Alessandro Paris- dura due settimane, consente di “imparare” come si lavora in laboratorio o in campagna e coinvolge 15 studenti delle quarte classi dell’Istituto tecnico agrario, dell’Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente e della Scuola per imprenditori agricoli”. A conclusione dell’esperienza i ragazzi produrranno un elaborato e otterranno crediti formativi. L’iniziativa si affianca ai diversi tirocini curricolari previsti dai percorsi e alle vacanze studio che anche quest’anno coinvolgono Galles, Austria e Germania. Gli studenti coinvolti nello stages estivo sono: Pietro Mattia Modena, Marco Tomasi, Silvia Baitella, Martina Biesuz, Leonardo Capoani, Stefano Eccel, Raffaello Longo, Chiara Zanotelli, Fabio Zeni, Eugenia Ghezzi, Federica Ziller, Elisabeth Giacomelli, Sabrina Simoni, Elisa Zadra, Teresa Del Marco. Per maggiori informazioni http://www.Iasma.it/formazione_default.jsp?id_link=37&area=6 |
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PRESENTATA IN TOSCANA LA CAMPAGNA ANTINCENDI BOSCHIVI 2010 SALVADORI: «INSPIEGABILE NON AVERE I DUE CANADAIR PROMESSI» MOBILITATI 4400 UOMINI, 700 MEZZI, 10 ELICOTTERI. DIVI ETI IN VIGORE DAL 1 LUGLIO AL 31 AGOSTO |
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Firenze, 6 luglio 2010 - «Trovo inspiegabile che la Protezione Civile Nazionale non voglia dislocare in Toscana i due aerei Canadair promessi per rendere ancora più efficiente il nostro apparato contro gli incendi boschivi». Lo ha detto stamani l´assessore regionale all´agricoltura Gianni Salvadori durante la presentazione della campagna antincendi boschivi 2010 che si è svolta presso la sala operativa regionale a Firenze insieme ai rappresentanti dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale dello Stato e dei volontari. «Dal punto di vista tecnico ci avevano rassicurato che non c´erano problemi per avere i due aerei, invece – accusa l´assessore - l´unica cosa certa è l´arrivo di un piccolo elicottero dislocato a Cecina e che non potrà nemmeno raggiungere l´Isola d´Elba, mentre cinque Canadair saranno nel Lazio e altri cinque in Liguria. Il mio è un invito responsabile alla Protezione Civile e al capo dipartimento Guido Bertolaso di ripensare a questa decisione – aggiunge – perché il nostro scopo è difendere al meglio il territorio toscano e i nostri cittadini. Avere a disposizione questi mezzi aerei è di vitale importanza perché in queste emergenze il fattore tempo è fondamentale». Massiccia anche quest´anno l´organizzazione Antincendi Boschivi (Aib) messa in campo dalla Regione per fronteggiare questa vera e propria piaga che si ripropone ogni estate con cause, spesso, di origine dolosa. Mobilitati complessivamente 4400 uomini con circa 700 mezzi e i 10 elicotteri della flotta regionale. In particolare 3600 fanno parte delle organizzazioni del volontariato che, attraverso il Coordinamento Volontariato Toscano (Cvt), formano squadre di volontari, ampiamente diffuse sul territorio regionale, alle quali si aggiungono i 230 soc i della Croce Rossa Italiana – Comitato Regionale della Toscana - con la quale la Regione ha una convenzione. Ci sono poi i circa 600 operai e tecnici forestali impegnati nei 40 enti tra Province, Comunità montane, Comuni ed enti parco regionali che organizzano e gestiscono le squadre operative. Il contingente è completato da un consistente numero di tecnici con il compito di gestire le sale operative provinciali e locali, di programmare e attuare l’attività annuale e di dirigere le operazioni di spegnimento. Gli elicotteri regionali già schierati sono, ad oggi, 8, ma entro la metà di luglio verrà completerà il massimo schieramento estivo con tutti e 10 i mezzi dislocati operativamente nelle basi di Mondeggi (Fi), Villa Cognola (Ar), La Pineta (Si), Alberese (Gr), il Giardino (Li), Monte Serra (Pi), Tassignano (Lu), Cinquale (Ms), Macchia Antonini (Pt), La Pila (Elba). Tutto il personale dotato di idonei dispositivi d i protezione, individuale e collettiva, è addestrato, attraverso una specifica attività, nel centro regionale Aib “La Pineta di Tocchi", nel Comune di Monticiano (Si). A questa organizzazione si aggiungono il personale dei Vigili del Fuoco e del Corpo Forestale dello Stato, poi i mezzi della flotta area nazionale, attualmente di stanza in Lazio e Liguria, e messi a disposizione dal centro operativo della Protezione Civile per gli eventi di particolare gravità. «Il nostro punto di forza – sottolinea il dirigente del servizio regionale antincendi boschivi, Giovanni Vignozzi – è l´integrazione delle forze e di tutte queste strutture che ci permette di essere presenti sul territorio in modo capillare». Per garantire un continuo contatto con i cittadini e organizzare più efficacemente il contrasto a questo fenomeno, è sempre in funzione tutto l´anno la Sala Operativa Unificata Permanente (S Oup) della Regione Toscana, che risponde al numero verde 800 425 425 ed è attiva 24 ore su 24. Il numero è integrato con il 1515 del Corpo forestale dello Stato e il 115 dei Vigili del fuoco. Da metà giugno a metà settembre, per migliorare l’efficacia degli interventi, sono attivi anche dieci centri operativi provinciali con orario 8-20. «Mi rivolgo al senso di responsabilità dei nostri cittadini – lancia l´appello Salvadori - per evitare comportamenti a rischio e per invitarli a collaborare al meglio con l´organizzazione regionale antincendi boschivi, mentre agli uomini impiegati chiedo il massimo sforzo per difendere il nostro patrimonio di boschi. Fin da ora – conclude - rinnovo il mio ringraziamento personale e di tutta la Regione a tutti i corpi e volontari impegnati in questo delicato servizio». I dati del 2009 e dei primi sei mesi del 2010 - Nel 2009 il bilanci o degli incendi boschivi nella nostra regione ha registrato 549 eventi che hanno interessato 1407 ettari di verde. Si ricorda che la Toscana, su una superficie totale di 2.299.018 ettari, ha boschi per circa 1.151.539 ettari, il 50% dell´intero territorio. Il dato 2009 è in forte controtendenza rispetto ai precedenti cinque anni, in cui la superficie boscata interessata non era mai stata superiore ai mille ettari e addirittura inferiore ai cinquecento nel 2006. I primi sei mesi del 2010, invece, sono stati caratterizzati da uno scarsissimo numero di eventi, in tutto 48 incendi per 22 ettari di superficie interessata dal fuoco, e questo grazie soprattutto alle favorevoli condizioni climatiche. Dal 1 luglio al 31 agosto scattati i divieti - Dal 1° luglio al 31 agosto resta in vigore il divieto di accendere fuochi, bruciare residui vegetali e compiere altre operazioni che possono creare pericoli d´incendio nei boschi e in una fascia contigua di 200 metri. Chi non rispetta il divieto rischia una multa che va da un minimo di 240 euro a un massimo di 2.066, nel caso in cui il fuoco venga acceso in un bosco che rientra nel territorio di uno dei 97 comuni a rischio particolarmente elevato. La Regione Toscana ha anche predisposto una brochure che aiuta a districarsi tra le norme per bruciare i residui vegetali nei diversi periodi dell’anno e che sarà distribuita in modo capillare sul territorio. |
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INQUINAMENTO/ DANNI DA PM10: QUANTO COSTANO AL SISTEMA E LE SOLUZIONI PER LIMITARLI |
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Bologna, 6 luglio 2010 - ¡°Green Economy e innovazione ¨C I filtri antiparticolato per la qualit¨¤ dell¡¯aria nelle aree urbane¡± questo il titolo dello studio presentato lo scorso 25 giugno a Roma da Nomisma nell¡¯ambito del workshop organizzato dall¡¯associazione Vert. Lo studio si ¨¨ concentrato sul principale fattore antropico di generazione di Pm10 ovvero sul trasporto veicolare, il settore al quale si attribuisce il 47% delle emissioni di Pm10. Inoltre, si ¨¨ evidenziato come siano le aree urbane a caratterizzarsi per una presenza maggiore di particolato antropico rispetto alle aree rurali. All¡¯interno del settore dei trasporti, le categorie di veicoli a gasolio sono quelle maggiormente impattanti. I dati elaborati sulla base del Sistema Informativo Nazionale Ambientale e quelli forniti da Legambiente evidenziano una situazione particolarmente critica in termini di concentrazioni di Pm10 in buona parte dei capoluoghi di provincia italiani e delle principali citt¨¤ italiane; relativamente ai capoluoghi (dati Legambiente), le centraline di rilevazione - che restituiscono i valori peggiori ¨C hanno evidenziato che il limite previsto dalla normativa ¨¨ stato superato in ben 57 Capoluoghi provinciali sugli 88 considerati (il 65%); rispetto, invece, alle prime 15 citt¨¤ italiane per popolazione, si sono considerati i valori medi di concentrazione da Pm10 nel triennio 2006-2008 nei contesti urbani e in quelli periurbani. Gli effetti sanitari attribuibili all¡¯inquinamento dell¡¯aria variano in uno spettro molto ampio di possibilit¨¤ dagli effetti subclinici, l¡¯alterazione delle funzionalit¨¤ polmonari, la riduzione di alcune capacit¨¤ fisiche, si passa ¨C incrementando la gravit¨¤ dell¡¯effetto ¨C a fenomeni quali l¡¯asma e la bronchite, specie nella popolazione infantile, e ai ricoveri ospedalieri a seguito di malattie cardiorespiratorie, fino agli effetti letali. La complessit¨¤ del fenomeno e i gradi di incertezza metodologica non consentono di offrire una descrizione onnicomprensiva della situazione attuale, anche se, sulla base della letteratura sanitaria, si ¨¨ prodotta una valutazione delle condizioni di mortalit¨¤ e di malattia maggiormente associate alle contrazioni di Pm10 nelle prime 15 citt¨¤ italiane per popolazione ovvero Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia, Verona, Messina, Padova e Trieste. Si sono distinti ¨C per la cause di decesso - gli effetti cronici da quelli acuti (malattie cardiovascolari e respiratorie), mentre, per quanto riguarda i ricoveri, si ¨¨ fatto riferimento alle malattie cardiovascolari e respiratorie e si ¨¨ effettuata una stima di impatto economico per le citt¨¤ di Roma, Milano e Bologna. Rispetto alle cause di morte, le concentrazioni di Pm10 produrrebbero 5.876 decessi all¡¯anno attribuibili in base a concentrazioni di Pm10 oltre i 20 ¦Ìg/ m3 nelle 15 citt¨¤ considerate. Le cause di morte considerate tengono conto della sola popolazione oltre i 30 anni di vita ed escludono le cause accidentali. All¡¯interno delle patologie maggiormente associate al Pm10, si ¨¨ rilevato che, dei 5.876 decessi totali, 534 sono riferibili ai tumori maligni della laringe, della trachea, dei bronchi e dei polmoni. Lo studio ha preso in esame i Piani elaborati dalle Regioni del Centro Nord che si configurano come un bacino omogeneo dal punto di vista dell¡¯inquinamento atmosferico (Veneto, Lombardia Emilia- Romagna, Piemonte), e i Piani delle Regioni che presentano maggiori criticit¨¤ dal punto di vista ambientale, specie in relazione alla numerosit¨¤ della popolazione residente (Lazio e Campania). Le iniziative volte all¡¯abbattimento del Pm10 passano, quindi, dall¡¯implementazione di una ¡°strategia mista¡± che tenga conto di processi di lungo periodo (cambiamento degli stili di vita dei cittadini, ridisegno delle relazioni urbane della mobilit¨¤ diffusione di carburanti meno inquinanti, downsizing delle potenze istallate sui veicoli, potenziamento di zone pedonali, piste ciclabili e ferrovie metropolitane, etc¡) e di interventi di breve periodo, data la situazione di urgenza in cui si trova gran parte del territorio nazionale, specie in ambito urbano. Conciliare la crescente domanda di mobilit¨¤ con la salvaguardia ambientale e la tutela della salute umana richiede, infatti, interventi sostenibili sotto il profilo finanziario e mirati, specie, come si ¨¨ visto nello studio, sulla fascia di parco circolante comprendente l¡¯autotrasporto merci ed il trasporto pubblico locale a propulsione diesel. A vari livelli istituzionali, pertanto, il sostegno alla sostituzione dei veicoli maggiormente impattanti ¨¨ stato accompagnato da misure incentrate su soluzioni industriali, all¡¯interno delle quali l¡¯utilizzo di filtri antiparticolato ¨¨ quello che risponde meglio alle esigenze di immediatezza che l¡¯emergenza ambientale prescrive. In quest¡¯ottica, si inserisce la tecnologia specifica dei filtri antiparticolato denominati sistemi retrofit chiusi; questa tecnologia consente un abbattimento del 90% - 95% delle emissioni di particolato e del 50% di quelle di biossido d¡¯azoto, migliorando la capacit¨¤ di abbattimento dei filtri aperti, che oscilla tra il 20% (nei casi di ¡°stop and go¡± ovvero di utilizzo prolungato delle marce basse) e il 30%. L¡¯applicazione di questa tecnologia innovativa produrrebbe sul parco circolante di autobus e di veicoli commerciali l¡¯adeguamento della quasi totalit¨¤ delle flotte in tempi relativamente brevi. |
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PROTEZIONE CIVILE: VERIFICA IN ABRUZZO DEL CENTRO FUNZIONALE, ESITO POSITIVO LA CERTIFICAZIONE CONFERMA GRANDE IMPEGNO |
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L´aquila, 6 luglio 2010 - Ha dato esito positivo la verifica di sorveglianza del Sistema Qualità del Centro Funzionale d´Abruzzo, istituito in base all´art. 22 dalla L.r. 1/10/2007 n. 34. Il Centro Funzionale d´Abruzzo fa parte del "Sistema di allertamento nazionale" che, nell´ambito della Rete dei Centri Funzionali, svolge le funzioni di accentramento di tutti i dati strumentali e di monitoraggio su scala regionale, di previsione di scenari di rischio meteo-idrogeologico, di rischio incendi, di rischio ambientale, di allertamento e di supporto decisionale al Sistema Regionale di Protezione Civile, nelle diverse fasi di gestione dell´emergenza. "La verifica effettuata da tecnici specializzati ha dato esito positivo - commenta l´assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati. Il nostro Centro Funzionale ha confermato la certificazione di qualità ottenuta nello scorso anno dall´ente Csq, quando fummo la prima regione italiana a sottoporre a certificazione le attività del proprio Centro Funzionale". Infatti gli ispettori dopo aver verificato le attività svolte dal Centro Funzionale nel primo anno successivo all´ottenimento della Certificazione e aver controllato il rispetto della Norma Iso 9001:2008, hanno confermato la certificazione di qualità ottenuta il 27 febbraio 2009. "Tutto questo - continua Stati - conferma le qualità operative della nostra struttura. Infatti l´impegno per mantenere lo straordinario successo raggiunto l´anno passato è stato enorme dal momento che il personale del Centro Funzionale è stato coinvolto anche nelle attività inerenti la gestione dell´emergenza sisma presso la Direzione Comando e Controllo (Di.coma.c), il Coi di Giulianova, i Com, i campi di accoglienza, la Sala Operativa Regionale e la Struttura di Gestione dell´Emergenza (Sge). Rivolgo quindi un plauso alla dedizione e l´impegno del personale". |
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MONITORAGGIO DEL PERMAFROST ALPINO: VERTICE A INNSBRUCK |
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Bolzano, 6 luglio 2010 - Dal 6 all´8 luglio si svolge a Innsbruck la Conferenza intermedia del progetto europeo di cooperazione Permanet, che ha come capofila la Provincia di Bolzano e che è stato avviato per costituire una rete transnazionale di monitoraggio del permafrost alpino. Il progetto europeo Permanet (Permafrost Long-term Monitoring Network) rientra nel programma di cooperazione territoriale transnazionale Spazio Alpino 2007-2013. L’obiettivo principale del progetto, che si chiuderà nel 2011, è la costituzione di una rete transnazionale per il monitoraggio del permafrost alpino, identificato dallo strato di terreno perennemente ghiacciato. Il progetto studia anche l´evoluzione del permafrost in relazione ai cambiamenti climatici e sviluppa una strategia comune nella gestione delle problematiche collegate. Da martedì 6 a giovedì 8 luglio si riuniscono a Innsbruck i partner europei del progetto (Austria, Francia, Germania e Svizzera) che ha come capofila la Provincia di Bolzano. Altre Regioni coinvolte sono Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e il Trentino. La rete di stazioni di monitoraggio del permafrost, una volta completata, garantirà una buona copertura del versante italiano dell’arco alpino. Nella Conferenza di Innsbruck, il primo giorno (6 luglio) sarà dedicato a un pubblico di non addetti ai lavori (cittadini, amministratori locali, gruppi di interesse), allo scopo di presentare il Progetto Permanet e sensibilizzare i partecipanti sui problemi legati al permafrost. Gli ultimi due giorni saranno invece riservati ai partner di progetto e costituiranno un’importante occasione per fare il punto della situazione, per condividere e discutere i risultati sinora ottenuti e per decidere come procedere nelle prossime fasi del progetto. |
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POTABILIZZATORE DI CONZA, AMATI SOLLECITA I MINISTRI TREMONTI, MATTEOLI E FITTO |
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Bari, 6 luglio 2010 - “A proposito di cialtroneria”: così l’Assessore regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati ha presentato l’iniziativa d’inviare ieri mattina ai Ministri dell’Economia Giulio Tremonti, delle Infrastrutture Altero Matteoli e per gli Affari regionali Raffaele Fitto un telegramma per protestare contro la mancata erogazione dei contributi pluriennali per la realizzazione del potabilizzatore di Conza della Campania: “Spiace constatare che non ha sortito effetti ennesimo sollecito del 21 giugno 2010 (prot. N. 601/sp) su finanziamento potabilizzatore Conza (delibera cipe n.108 e 145 del 2006). Sottrarre Puglia da accuse di inerzia et superficialità est mia premura. Da oggi un telegramma per settimana scandirà mia protesta e vostro inadempimento. Ossequi et saluti”. Con delibere Cipe n°108 e n°145, rispettivamente del 29 marzo e 17 novembre 2006, confermative dell’approvazione del progetto per la realizzazione dell’impianto di potabilizzazione di Conza, dell’importo di 53 milioni di euro, sono stati assegnati ad Acquedotto Pugliese (Aqp spa) 39 milioni di euro, fermo restando che, per la residua somma, pari a 14 milioni di euro, vi provvedesse l’Aqp spa con propri fondi, in qualità di gestore del S.i.i. Nella Regione Puglia. Il 4 aprile 2007 con nota prot. N°5/segr, il Ministero delle Infrastrutture, Dipartimento per la Programmazione ed il Coordinamento dello Sviluppo del Territorio, per il Personale ed i Servizi Generali, richiedeva la compilazione della scheda per l’autorizzazione all’utilizzo dei contributi pluriennali. In ossequio alla scadenza fissata con la nota, il 20 aprile 2007, Aqp inviava la scheda debitamente compilata chiedendo che le somme fossero erogate secondo la modalità “dell’attualizzazione”. A distanza di oltre tre anni Aqp, pur avendo puntualmente adempiuto a tutte le richieste ricevute e ripetutamente sollecitato la conclusione del procedimento, non ha ancora avuto l’erogazione dei fondi previsti nella delibere Cipe in oggetto. In particolare, i fatti che hanno caratterizzato gli ultimi tre anni possono essere sintetizzati come segue: • nel giugno 2007 Aqp, in ragione del finanziamento assentito per il tramite delle su citate delibere Cipe e rassicurazioni ricevute circa il tempo necessario per l’erogazione dei fondi, ha pubblicato il bando di gara per selezionare il Soggetto che avrebbe dovuto progettare e realizzare l’opera. Tale decisione ha rappresentato una scelta obbligata in quanto il potabilizzatore di Conza costituisce un intervento strategico per l’approvvigionamento primario della Puglia, Regione storicamente “sitibonda” che è costretta a far fronte ad oltre il 75% del proprio fabbisogno idrico-potabile con risorse che provengono da fuori Regione. Si evidenzia, infatti, che l’opera in oggetto ha una capacità di punta di circa 1.500 litri al secondo in grado di soddisfare mediamente quasi il fabbisogno dell’intera provincia di Foggia (circa 670 mila abitanti). • dopo l’invio della scheda nell’aprile 2007, nonostante i ripetuti solleciti effettuati telefonicamente, via e-mail e tramite visite a funzionari incaricati dal Ministero delle Infrastrutture, questa Società non ha avuto alcuna notizia fino al gennaio 2009, quando Le è stato chiesto, verbalmente, di inviare nuovamente la scheda sulla modalità di erogazione dei contributi al fine di aggiornarla alla luce del tempo trascorso. • il 5 febbraio 2009, questa Società ha inviato la scheda aggiornata, evidenziando che vista la strategicità dell’opera aveva esperito le procedure di gara e, pertanto, ogni ulteriore ritardo, nell’autorizzazione all’erogazione dei fondi, avrebbe provocato danni economici ad Aqp se costretto ad anticipare somme nei confronti del Soggetto aggiudicatario. • Purtroppo, anche questa volta nulla è accaduto, nonostante Aqp abbia continuato ad effettuare tutte le possibili azioni di sollecito. A giugno 2009, si è venuti a conoscenza, sempre verbalmente, che la richiesta di autorizzazione all’utilizzo dei fondi mediante la modalità “attualizzazione” aveva effetti peggiorativi sui saldi di bilancio e che l’unico modo per ricevere le somme era quello di inviare una nuova richiesta, chiedendo l’autorizzazione secondo la modalità “erogazione diretta”. Tale modalità, comunque, avrebbe previsto l’erogazione cumulata dei contributi annuali a partire dal 2006, anno di assegnazione. • l’11 giugno 2009, Aqp inviava nuovamente la scheda di autorizzazione assecondando la richiesta pervenuta, sebbene questa comportasse dei costi aggiuntivi per la Società che si vedeva costretta ad accollarsi gli oneri finanziari necessari per garantire l’approvvigionamento delle risorse finanziarie in linea con l’avanzamento dei lavori e, quindi, anticipatamente rispetto all’erogazione di contributi. Nella nota di trasmissione della scheda fu, anche, segnalato che nell’agosto 2008 si era provveduto a sottoscrivere il contratto con il Soggetto che si era aggiudicato la gara di appalto e che il protrarsi delle operazioni di consegna dei lavori avrebbe potuto comportare l’esborso di maggiori somme per Aqp, che preannunciava azione di rivalsa. • Il 15 luglio 2009, Aqp ha ricevuto la nota n° 29101, con cui il Capo della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture, confermava la disponibilità delle somme destinate alla realizzazione del potabilizzatore di Conza e ribadiva che l’unico controllo pendente riguardava la modalità di erogazione dei fondi. • In conseguenza dell’anzidetta conferma, in data 4 agosto 2009 Aqp ha provveduto alla consegna dei lavori, anche in considerazione del rischio riveniente dalla minacciata azione legale da parte del Soggetto aggiudicatario. • Il 26 marzo 2010, con nota prot. 3430, il Direttore Generale del Dipartimento per lo Sviluppo del Territorio, la Programmazione ed i Progetti Internazionali del Mit richiedeva un nuovo aggiornamento della scheda per rimodulare il piano delle erogazioni in base al tempo trascorso dall’ultimo invio. In tal modo, del tutto inaspettatamente, veniva “riavviato” l’iter procedimentale finalizzato alla erogazione del contributo (39 milioni di euro) • Il 29 marzo 2010 Aqp provvedeva ad inviare l’aggiornamento richiesto. A questo punto la situazione è diventata assolutamente insostenibile in quanto Aqp ha già anticipato 3,1 milioni di euro occorse per attività propedeutiche alla realizzazione dell’opera (progettazione, espropri, archeologia ecc.); Inoltre deve far fronte alla corresponsione del primo rateo per lavori, già maturato, dell’importo di 3,8 milioni di euro. In prosieguo dovrebbe provvedere, con cadenza bimestrale, alla liquidazione dei successivi certificati di pagamento dell’importo di circa 4 milioni di euro ciascuno, sino al completamento dei lavori e, quindi, sino alla concorrenza di 53 milioni di euro. Si evidenzia che le ingenti somme che Aqp ha sin qui anticipato per consentire il buon esito delle attività costruttive e l’utile prosieguo dei lavori, senza ulteriori aggravi di costi – facendosi anche carico della quota pubblica - rischia di compromettere seriamente analoghi investimenti destinati alla realizzazione di opere ugualmente strategiche ed indifferibili per l’alimentazione idrica della Regione. Si sottolinea che qualora non dovesse essere erogata tempestivamente la somma già a suo tempo concessa con le citate delibere Cipe (39 milioni di euro) e Aqp dovesse, quindi, con propri fondi, continuare ad anticipare le somme che matureranno con il susseguirsi degli stati di avanzamento lavori, sarebbe costretta a sospendere tutti gli interventi in itinere, finalizzati alla realizzazione di nuove opere finanziate con fondi comunitari e, pro quota, con fondi propri, oppure, in assenza di certezze circa i tempi di effettiva erogazione delle somme, Aqp potrebbe essere costretta a sospendere i lavori del potabilizzatore di Conza con i conseguenti, prevedibili danni che ne conseguirebbero (azione risarcitoria dell’appaltatore). Si segnala, infine, che con nota del 21 giugno 2010, l’assessore Amati ha sollecitato i Ministri Tremonti, Matteoli e Fitto sull’argomento; ad oggi nessuna risposta. |
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PROTEZIONE CIVILE: CATANIA AREA TEST PROGETTO EUROPEO "SCHEMA" |
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Catania, 6 luglio 2010 - E´ stato presentato a Sant´agata li Battiati (Ct), nella sede del dipartimento regionale di protezione civile, "l´Atlante delle zone a rischio maremoto nell´area di Catania". Il documento e´ il risultato degli studi relativi al progetto europeo denominato Schema (Scenarios for Hazard induced Emergencies Management) finanziato dall´Ue e che riguarda ben 11 organizzazioni, europee e nordafricane. Catania, unica in Italia, e´ una delle cinque citte´ test scelte nell´area euro mediterranea. Stefano Tinti, capo del Gruppo Maremoti dell´Universita´ di Bologna, partner italiano del progetto, ha illustrato cinque scenari possibili di maremoto ritenuti significativi, frutto di moderne elaborazioni e simulazioni. Gli elaborati tengono conto degli eventi sismici storici verificatisi in Grecia nel 365 d.C. Ad Augusta nel 1693 e nello stretto di Messina nel 1908. Per Giovanni Spampinato, responsabile della protezione civile regionale per la provincia di Catania "Queste mappe possono costituire uno scenario per la pianificazione d´emergenza e per la realizzazione di un efficiente sistema d´allarme. Inoltre i comuni interessati potranno aggiornare i piani comunali di protezione civile alla luce delle nuove conoscenze". |
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CRITERI E MODALITA`` DI ACCESSO LINEA CREDITO PER SETTORE IDRICO, DONATI: "CENTO MILIONI PER UNIFORMARE IL SERVIZIO AGLI INDIRIZZI UE". |
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Ancona, 6 Luglio 2010 - La Giunta regionale ha approvato una delibera contenente i criteri e le modalita` per l´accesso a una linea di credito di 100 milioni di euro da parte delle aziende marchigiane di servizi pubblici del settore idrico a prevalente partecipazione pubblica. ´Attraverso questa linea di credito ´ afferma l´assessore all´Ambiente Sandro Donati - ottenuta dalla Regione con la Banca Europea Investimenti (Bei), le aziende marchigiane che gestiscono il Servizio Idrico Integrato potranno realizzare interventi per la raccolta, il collettamento e il trattamento delle acque reflue urbane negli agglomerati con almeno 2000 abitanti equivalenti´. Questa norma, commenta Donati, ´permettera` di rendere le Marche ancora di piu` Regione europea, conformando la gestione del servizio idrico alle linee di indirizzo comunitarie, e puo` costituire anche un importante volano per le nostre imprese´. |
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TRENTO: TUTELA DELL´AMBIENTE DAGLI INQUINANTI |
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Trento, 6 luglio 2010 - La Giunta del 2 luglio ha approvato un disegno di legge per modificare il Testo unico provinciale sulla tutela dell´ambiente dagli inquinamenti (del 1987 e s.M.), presentato dal vicepresidente e assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti Alberto Pacher. Le modifiche principali riguardano l´art. 51 del Testo unico con la soppressione del comma 2 quater e l´inserimento di un nuovo art. 51 bis recante la disciplina per gli impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale. Aggiunta anche una norma transitoria e finale mirata specificare i limiti per le diossine e i furani nonché per il flusso di massa degli impianti metallurgici. "Si tratta di uno strumento evolutivo dinamico - ha illustrato il vicepresidente Alberto Pacher - che oltre ad introdurre criteri compatibili con la migliore tecnica disponibile, ci consentirà di garantire un livello di tutela e di qualità delle emissioni e in generale dell´ambiente esterno molto elevato, a livello non solo nazionale ma europeo". Questo pacchetto di adeguamento normativo è strettamente correlato al quadro evolutivo della normativa nazionale ed europea, infatti lo Stato sta modificando il codice dell´ambiente per introdurvi la disciplina concernente l´autorizzazione integrata ambientale, anche in adeguamento alla direttiva 2008/1/Cee. Nella definizione dei nuovi parametri aggiornati si è inoltre tenuto conto degli orientamenti comunitari o derivanti da protocolli internazionali (Aarhus e Stoccolma) in materia di migliori tecniche disponibili e nuovi indici di riferimento. Inoltre la sperimentazione concreta degli effetti dell´autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2009 all´Acciaieria di Borgo Valsugana consente di proseguire nell´affinamento e nell´aggiornamento della normativa di riferimento per una ricalibratura dei limiti di emissione sia con riferimento alle polveri sia con riguardo alle diossine. Le misure che sono state prescritte all´Acciaieria Valsugana lungo il processo di aggiornamento e di definizione dell´autorizzazione integrata ambientale consentono infatti di apprezzare l´efficacia delle prestazioni ambientali dell´impianto, che hanno raggiunto livelli effettivi molto elevati di qualità e protezione ambientale, assicurando una riduzione molto spinta delle emissioni di polveri e diossine (polveri: sotto il chilo/ora corrispondente a un sesto di quello autorizzato; diossine: sotto 0,1 nanogrammo per normal metro cubo a fronte di un limite di 0,5 nanogrammi per normal metro cubo). Volontà della Giunta provinciale è dunque quella di arrivare ad una disciplina organica e chiara: la normativa provinciale, varata con la l.P. N. 47 nel 1978 e poi codificata nel Testo unico del 1987, è sorta in un contesto normativo statale e comunitario inadeguato o addirittura assente, sia con riguardo alle emissioni in atmosfera che con riferimento alla qualità dell’aria in ambiente esterno. Se la normativa provinciale ha assunto un ruolo di supplenza alla fine degli anni Settanta, l’evoluzione dello scenario normativo europeo e nazionale, soprattutto a partire dal 1988, ha ridefinito e perfezionato il quadro generale ed i parametri di riferimento relativi all’inquinamento atmosferico. Ciò ha indotto, come in altri settori della normativa ambientale, un continuo adeguamento e aggiornamento della legislazione provinciale in materia di inquinamenti al quadro evolutivo di livello superiore. Attorno al problema dell’impatto ambientale e sanitario delle Acciaierie Valsugana si è sviluppato un intenso confronto e scontro ai più vari livelli, sociale, associativo, politico, istituzionale e tecnico, testimoniato anche dal dibattito intervenuto nella seduta straordinaria del Consiglio provinciale del 14 maggio 2010. In seguito a questo dibattito, l´Amministrazione provinciale ha quindi maturato il convincimento di perfezionare e affinare la disciplina per la riduzione dell´inquinamento degli impianti ricadenti nell’ambito di applicazione delle norme statali ed europee, per una sua coerente applicazione su scala provinciale. Il nuovo disegno di legge introduce l´articolo 51 bis nel Testo unico, definendo una disciplina completa per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, che interessa al momento oltre una cinquantina di impianti, anche pubblici, presenti sul territorio provinciale, collegandola alla legislazione e alla normativa statale ed europea. L’autorizzazione integrata ambientale è l´espressione delle migliori tecniche disponibili e dei requisiti riguardanti i valori limite di emissione secondo un elevato standard di protezione dell´ambiente nel suo complesso. L’articolo inoltre richiama il tema del valore limite di emissione espresso come flusso di massa, da determinare nei casi concreti. Si segnala inoltre il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale degli impianti metallurgici, per i cui valori di emissione vengono fissati standard più restrittivi rispetto alle attuali linee guida statali e comunitarie. Si prevede in particolare un limite puntuale di 0,2 nanogrammi per normal metrocubo per la somma degli inquinanti rappresentati da diossine e furani, nonché un valore medio annuo di 0,1 nanogrammi, calcolato secondo modalità tecniche di misurazione e campionamento che implicano, nella prima fase, almeno sei campionamenti annuali. Si sottolinea che il parametro relativo alle diossine e ai furani è rappresentativo e indicatore guida di altre sostanze inquinanti e pericolose (Pcb e Iba), sicché il suo forte abbassamento trascina con sé l´abbassamento anche delle emissioni delle altre sostanze pericolose. Infine si prevede la sperimentazione sull’acciaieria di un sistema di campionamento in continuo di diossine e furani, nonché di eventuali altri microinquinanti, e la promozione di iniziative di informazione e partecipazione delle istituzioni e delle comunità locali con riferimento all’osservanza delle prescrizioni stabilite dalle autorizzazioni integrate ambientali. |
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UMBRIA: CONTRO INCENDI BOSCHIVI A DISPOSIZIONE ELICOTTERO DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO |
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Perugia, 6 luglio 2010 – E’ stato messo a disposizione anche un elicottero del Corpo Forestale dello Stato nell’attività di lotta e prevenzione agli incendi boschivi. Il mezzo è adeguato all’intervento di prevenzione, spegnimento e bonifica degli incendi boschivi e potrà essere impiegato dal primo luglio, fino al 30 settembre - quindi per un periodo più lungo di quello previsto per la campagna antincendio boschivo che quest’anno va dal 15 luglio al 15 settembre - grazie ad un Accordo, siglato tra la Direzione regionale Ambiente Territorio e Infrastrutture della Regione Umbria e il Comando Regionale del Corpo Forestale dello Stato. Durante questo periodo l’elicottero potrà disporre dell’aeroporto di Foligno e opererà per le esigenze sul territorio segnalate dalla Sala Operativa Unica Permanente (S.o.u.p.) e dal Centro Regionale di Protezione Civile (C.r.p.c.) di Foligno che seguirà tutte le operazioni dalla Sala Operativa Unica Regionale (S.o.u.r.). L’elicottero verrà impiegato per le attività di spegnimento e bonifica degli incendi boschivi, se autorizzato dal Responsabile della “S.o.u.p.”, e per le attività relative agli interventi di Protezione Civile e di monitoraggio territoriale autorizzato dal Responsabile della “S.o.u.r.”. L’accordo infatti, prevede l’impiego del mezzo anche per attività di monitoraggio, come la sorveglianza delle zone del territorio storicamente sedi di innesco degli incendi, l’avvistamento di eventuali focolai di origine naturale, nonché, in caso di incendio, per il controllo delle superfici percorse dal fuoco e per le relative attività di soccorso. Il Servizio Protezione Civile della Regione Umbria, promotore di questa collaborazione avviata già da diversi anni sulla base di un Accordo Quadro Nazionale regolante i rapporti tra il Corpo Forestale dello Stato e le Regioni, con apposita convenzione stipulata nel 2008, aveva affidato al “C.f.s.”, tra gli altri compiti, anche quelli per integrare il sistema di prevenzione e lotta agli incendi boschivi, collaborazione ora rafforzata dall’impiego del loro mezzo aereo a partire da quest’anno. |
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CROMO NEL BERGAMASCO, RAIMONDI RISPODE A PD-IDV |
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Milano, 6 luglio 2010 - "La risposta alle interrogazioni di Martina del Pd e Sola dell´Idv è fin troppo facile: già fatto, per la bonifica e per l´attivazione degli interventi necessari ad individuare la fonte dell´inquinamento sono stati stanziati 5 milioni, spalmati su tre anni. Ma già entro la fine dell´estate, grazie al primo anticipo di 600mila euro, partiranno i lavori di depurazione". L´assessore alla Qualità dell´Ambiente della Regione Lombardia, Marcello Raimondi, anticipa la risposta alle interrogazioni dei due consiglieri regionali a riguardo della situazione della falda acquifera minacciata dal cromo esavalente nei comuni di Arcene, Ciserano, Verdellino, Castelrozzone e Treviglio. E ribadisce quanto peraltro già reso noto nei giorni scorsi. "Dopo aver approvato - prosegue Riamondi - in conferenza dei servizi il progetto redatto dal Comune di Ciserano, la Regione sta mantenendo tutti gli impegni presi col territorio". |
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RIFIUTI, IN CAMPANIA: ASSESSORE ROMANO INCONTRERÀ I PREFETTI CON GLI ASSESSORI PROVINCIALI ALL´AMBIENTE |
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Napoli, 6 luglio 2010 - Si è riunito ieri il tavolo Regione-province presieduto dall´assessore all´Ambiente Giovanni Romano sul tema rifiuti. E´ stato deciso che nei prossimi giorni l’assessore all´Ambiente incontrerà, assieme ai colleghi delle Province i 5 prefetti della Campania al fine di sensibilizzare i Comuni alla raccolta differenziata e per chiedere l´applicazione dei poteri sostitutivi in caso di inadempienza da parte degli enti locali. Nel corso dell’incontro sono state analizzate le problematiche legate al ciclo integrato e sono state poi esaminate le azioni conseguenti. In particolare è stato posto l´accento sulla necessità di ridurre i rifiuti da mandare in discarica, di avviare i processi di biostabilizzazione all’interno degli Stir e di dotare questi impianti di selezione e tritovagliatura sia di impianti di compostaggio che di piattaforme dei consorzi di filiera. Gli assessori provinciali si sono impegnati a predisporre in tempi brevi il Piano d’Ambito in modo da permettere all´assessore Romano di avere un quadro completo per il prossimo incontro con la Commissione Petizioni di Bruxelles, in programma per il 22 luglio, ed hanno ribadito la disponibilità a supportare le amministrazioni locali anche con sostegni diretti per l’attuazione e il miglioramento della raccolta differenziata. "Stiamo rispettando il calendario - ha detto l’assessore Giovanni Romano al termine dell’incontro – per affrontare e risolvere in tempi rapidi il problema rifiuti. E’ fondamentale partire dalla raccolta differenziata: i Comuni devono mettersi in regola. Ce ne sono troppi inadempienti o pigri". |
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RIFIUTI, BELOTTI: TOLLERANZA ZERO CON CHI SGARRA PRESENTATO IN LOMBARDIA IL RAPPORTO ECOMAFIA DI LEGAMBIENTE L´ASSESSORE: IMPIANTI AUTOSUFFICIENTI CONTRO LE ILLEGALITA´ |
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Milano, 6 luglio 2010 - "Tolleranza zero per chi sgarra e commette infrazioni e illegalità contro l´ambiente, settore nel quale il giro di affari illecito è enorme". Daniele Belotti, assessore al Territorio e Urbanistica con delega ai rifiuti, è intervenuto così nel corso della presentazione del Rapporto Ecomafia 2010, il report annuale di Legambiente sulla criminalità ambientale. Sono 855 le infrazioni accertate per il 2009 in Lombardia. Nello stesso anno le forze dell´ordine hanno eseguito 340 sequestri e sono state denunciate 865 persone. "La tolleranza zero - ha aggiunto Belotti - deve essere estesa anche a quegli imprenditori che, anche senza l´aggravante dell´associazione a delinquere, vogliono fare i furbi, finendo per falsare il mercato e danneggiare le aziende oneste". Osservando i dati evidenziati oggi da Legambiente, che pongono la Lombardia al nono posto nella classifica nazionale dell´illegalità ambientale, Belotti ha confermato quindi che "non c´è alcuna intenzione di abbassare la guardia di fronte allo scenario riportato". "Piuttosto - ha aggiunto l´assessore regionale, analizzando i dati denunciati - salta all´occhio il grande lavoro e l´impegno profusi dalle forze dell´ordine, baluardo per la legalità insieme alle segnalazioni dei privati cittadini importanti per vigilare e tenere sotto controllo il territorio". Confidando nella collaborazione continua con Legambiente e tutte le altre associazioni ambientaliste, Belotti ha rilanciato l´importanza del tema dell´autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti. "Dobbiamo arrivare a trattare in casa nostra - ha precisato - i rifiuti che produciamo, se vogliamo combattere i traffici illeciti, fermo restando che gli impianti devono rispondere a leggi e prescrizioni regolamentari che ne garantiscono la sicurezza. Non possiamo fermare la regione guida dell´economia del paese, ma controllare il territorio con strumenti di controllo efficaci questo sì, dobbiamo farlo". |
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GESTIONE RIFIUTI PETROLIFERI, OLA: COMPAGNIE INADEMPIENTI |
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Potenza, 6 luglio 2010 - La Ola (Organizzazione Lucana Ambientalista) e l’Associazione Ambiente e Legalità Onlus, in un comunicato stampa “denunciano gravi inadempienze da parte delle compagnie petrolifere operanti in Basilicata, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti derivanti dalle attività estrattive (ricerca, prospezione e produzione petrolifera). Un´inadempienza - si legge nella nota - che è stata oggetto di una specifica diffida legale da parte della nostra Organizzazione e dall’Associazione Ambiente Legalità Onlus ed inoltrata al Ministero dello Sviluppo Economico, nella quale si denunciava l´omissione, nell´ambito della Via rilasciata per il megastoccaggio di gas in Val Basento della Geogastock, dell´approvazione contestuale del Piano di Gestione dei Rifiuti derivanti da attività estrattive. In proposito, con proprio parere tecnico (Ae/01/2010) del 17 giugno 2010 è intervenuta la Direzione Generale delle Risorse Minerarie ed Energetiche, dando riscontro verbale alla questione di legittimità sollevata dalla Ola e dall’Associazione Ambiente e Legalità Onlus. Nella sostanza, il parere ministeriale ribadisce come il Decreto Legislativo n.117/2008 si applica alle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi e per lo stoccaggio di gas con esclusione dei soli rifiuti di estrazione derivanti dalla attività di prospezione, di estrazione e di trattamento in off-shore delle risorse minerali. Il D.lgs. N.117/2008 - ribadisce la Direzione delle Risorse Minerarie ed Energetiche - è intervenuto a regolamentare la materia dei "rifiuti estrattivi", in precedenza esclusa dalla disciplina generale dei rifiuti. E’ quindi chiaro – afferma la Ola - che all´interno del sito estrattivo, per la ricerca e coltivazione di idrocarburi e per lo stoccaggio di gas, i rifiuti di estrazione devono essere gestiti secondo le regole dettate dal decreto legislativo n.117/08 attraverso il piano di gestione. Sulla base di quanto sopra si può affermare che con il piano di gestione dei rifiuti di estrazione, predisposto in maniera combinata con il progetto di ricerca e coltivazione di idrocarburi e per lo stoccaggio di gas, sono regolati tutti i materiali estratti e prodotti nel sito estrattivo. La Direzione delle Risorse Minerarie ed Energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico ha quindi evidenziato che i titolari che non abbiano assolto a tale obbligo previsto dalla legge opportunamente redigano per i programmi ed i progetti già presentati un´apposita integrazione titolata "piano di gestione dei rifiuti di estrazione ai sensi dell´articolo 5 del d.Lgs 117/08" da approvare ai sensi del comma 6 dell´articolo 5 a cura dell’ autorità mineraria competente. La Ola e l’Associazione Ambiente e Legalità Onlus preannunciano da subito la richiesta di poter accedere alle informazioni ambientali relative ai Piani di Gestione dei Rifiuti Petroliferi sui quali, però, la Direzione delle Risorse Minerarie ed Energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico non ha stabilito né i tempi per la loro predisposizione né ribadito le eventuali sanzioni, considerando che per la gran quantità di rifiuti estrattivi già prodotti in attività già autorizzate esisterebbero, ai sensi dell´art.19 del Decreto Legislativo n.117/2008, gravi omissioni ed inadempienze”. |
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COMPOSTAGGIO DEI RIFIUTI ORGANICI: OK AL PROGETTO PER NAZ SCIAVES |
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Bolzano, 6 luglio 2010 - La Conferenza dei servizi presieduta dal direttore dell´Agenzia provinciale per l´ambiente Luigi Minach ha approvato il progetto di potenziamento del compostaggio di rifiuti organici nel centro di gestione rifiuti di Sciaves. "Un passo avanti importante per una moderna e ottimale gestione dei rifiuti in Alto Adige", sottolinea l´assessore provinciale all´ambiente Michl Laimer. La Provincia procede sulla strada del riciclaggio dei rifiuti. Attualmente sono in esercizio in Alto Adige nove impianti di compostaggio a Silandro, Naturno, Lana, Appiano, Egna, Aldino, Sciaves, Brunico e Campo Tures, capaci di lavorare complessivamente 23.500 tonnellate di rifiuti organici e 12mila di rifiuti verdi. Causa i problemi di capacità, restano da trasportare per lo smaltimento ulteriori 6mila tonnellate. Nella sua ultima seduta la Conferenza dei servizi presieduta dal direttore dell´Agenzia provinciale per l´ambiente Luigi Minach ha approvato il progetto di ampliamento e adeguamento dell´impianto di compostaggio di rifiuti organici nel centro di gestione rifiuti di Sciaves gestito dalla Comunità comprensoriale. Il compostaggio prevede un sistema chiuso con box aerati adottato con successo già nel 2006 nell´impianto di Brunico ed è ora previsto anche a Egna: il relativo progetto è già stato approvato, i lavori verranno banditi nel prossimo autunno. "L´alto Adige si conferma battistrada in materia di gestione rifiuti", conclude l´assessore Laimer. |
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RIFIUTI SUL MONTE GRAPPA: ECOCENTRI E MAGGIORE INFORMAZIONE AI CITTADINI |
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Venezia, 6 luglio 2010 - Individuazione di ecocentri per la raccolta differenziata dei rifiuti, maggiore coordinamento tra gli enti, campagna di informazione comunicazione per i cittadini, sono questi i punti indicati dall’assessore all’ambiente della Regione del Veneto, Maurizio Conte, per la definizione di un progetto finalizzato alla sicurezza ambientale del Monte Grappa. Conte gli ha illustrati ai Sindaci e Presidenti di Comunità Montane dell’area del Massiccio convocati nella sede della Comunità montana del Brenta di Carpanè di San Nazario dal Presidente della Vii Commissione del Consiglio regionale, Nicola Finco, in merito al problema dell’abbandono dei rifiuti sul Monte Grappa. “Sappiamo tutti il valore non solo ambientale e paesaggistico , ma soprattutto simbolico del Monte – ha ribadito l’assessore Conte – ed è per tutelare proprio questa immagine che è urgente intervenire. Come Regione – ha poi precisato – non abbiamo competenza diretta né per quanto riguarda la raccolta e la gestione dei rifiuti, che spetta a comuni e province, né per quanto riguarda eventuali azioni di controllo diretto del territorio, che è competenza delle forze dell’ordine. Potremmo comunque individuare, nell’ambito del riparto dell’ecotassa (tributo derivante dal conferimento dei rifiuti in discarica), un finanziamento per la definizione, da parte degli Enti Locali, di un progetto “Grappa pulito”. Il progetto dovrebbe in particolare individuare le aree dove localizzare gli ecocentri di raccolta differenziata, prevedere, in una logica di superamento dei confini territoriali, una maggiore sinergia tra la Etra, la Tv3 e gli stessi Enti locali, avviare una campagna di informazione per sensibilizzare i cittadini, soprattutto quelli residenti nella zona. |
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A POTENZA CONVEGNO SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI |
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Potenza, 6 luglio 2010 - “Raccolta differenziata. Impegno comune”. Questo il tema del convegno organizzato ieri dalla Provincia di Potenza, in collaborazione con Legambiente, nel Museo provinciale di via Ciccotti a Potenza. Tre le sessioni previste, la prima delle quali sugli “Aspetti normativi della gestione dei rifiuti. Lo start up della raccolta differenziata”. Ad aprire i lavori il presidente del Consiglio provinciale Palmiro Sacco, il quale ha ricordato che i primi studi sulla raccolta differenziata sono stati fatti nel 2004 quando le percentuali erano attestate intorno al 4%. “Nel 2009 si è passati solo 9%, dato questo – ha affermato Sacco - che testimonia sia le difficoltà dei Comuni di potenziamento della raccolta sia di un problema culturale che interessa i cittadini”. Da parte sua l’assessore provinciale all’Ambiente e vicepresidente Massimo Macchia ha sottolineato i grossi passi in avanti compiuti dall’Ente, nel giro dell’ultimo anno, per l’attualizzazione degli interventi contenuti nell’intesa istituzionale sul sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani, firmata il 23 gennaio 2009 dalla Regione Basilicata e dalle Province di Potenza e Matera, ch riguardano principalmente la realizzazione di un primo impianto di compostaggio intercomprensoriale e la conversione delle piattaforme di Venosa e Sant’arcangelo, destinando almeno la metà della massima capacità di trattamento alla trasformazione in compost di qualità delle frazioni compostabili provenienti dai sistemi di raccolta differenziata. “Interventi questi ultimi – ha spiegato Macchia – che saranno inseriti nel Piano delle opere pubbliche entro la fine del mese”. Numerosi gli spunti emersi dal convegno. In particolare nel proprio intervento Umberto Gianoglio, della cooperativa Erica, ha fornito dei chiarimenti sulla “Applicazione della tariffa rifiuti”, spiegando che attualmente coesistono la vecchia Tarsu introdotta nel 1997 dall’art. 49 del decreto Ronchi e la tariffa contenuta nel Testo unico ambientale del 2006, di cui manca, tuttavia, un regolamento attuativo. “Una situazione singolare, dunque – ha affermato Gianoglio – poiché la Tarsu è applicabile solo in quei Comuni nei quali veniva già utilizzata, mentre la nuova tariffa non può ancora essere applicata perché difetta di un regolamento attuativo. Una tariffa quest’ultima, in cui c’è una correlazione stretta tra produzione dei rifiuti e importi da versare”. Sull’accordo Anci-conai, stipulato il 23 dicembre 2008, si è soffermato Fabio Costarella, responsabile Conai area Sud, spiegando che è “un’intesa nata per dare un più forte impulso alla raccolta urbana, attraverso convenzioni con i Comuni, ai quali viene riconosciuto e garantito nel tempo un corrispettivo economico in funzione della quantità e della qualità dei rifiuti urbani raccolti. I rifiuti di imballaggio in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro vengono in tal modo conferiti al Sistema consortile, che li avvia a riciclo in appositi centri individuati sul territorio. L´obiettivo – ha concluso Costarella - è anche quello di stimolare sempre più l´adozione di modalità organizzative del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio che consentano una crescita dimensionale, ma anche e soprattutto qualitativa delle raccolte”. A Giuliana Di Fiore, docente di diritto dell’Ambiente dell’Università Federico Ii di Napoli, è toccato illustrare gli aspetti normativi della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla divisione delle competenze tra Regioni, Province e Comuni anche alla luce dell’abolizione degli Ato, prevista dalla L. 42/2010. “Ciò che manca nell’attuale sistema integrato della gestione dei rifiuti – ha affermato la docente – è lo strumento pianificatorio, essendo invece perfettamente delineato il quadro normativo. La pianificazione – ha continuato – spetta alle Regioni, per quanto riguarda la funzione legislativa, e alle Province per gli aspetti amministrativi ed è uno strumento essenziale di governo del territorio, finalizzato a fare sintesi tra i diversi interessi. Nella pianificazione di area vasta, che definisce l’allocazione dell’impiantistica sul territorio, è essenziale il ruolo svolto dalle Province, attraverso il Piano strutturale provinciale e la gestione del ciclo integrato dei rifiuti”. Sul sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti, che ha sostituito quello tradizionale, con evidenti vantaggi per il contenimento dei costi delle imprese e per il recupero di aree di legalità, ha relazionato invece Giusi Condosta del Sistri (Sistema informatico di controllo tracciabilità dei rifiuti del Ministero dell’Ambiente). Pasquale Lepore, progettista di piani di raccolta differenziata Sintesi ha relazionato sullo “Start up della raccolta differenziata”. Tra gli scenari indicati da Lepore per incrementare le percentuali di raccolta differenziata, che la legge impone al 65%, il primo è quello della raccolta porta a porta, attraverso l’eliminazione del cassonetto dell’indifferenziato. “Si raccoglie direttamente a domicilio l’umido non riciclabile – ha detto Lepore – e si continuano a raccogliere le frazioni nobili con il sistema stradale. Con questo sistema, si raggiungono percentuali del 50%. Un successivo passaggio è quello di eliminare quasi tutti i cassonetti, come è avvenuto nella città di Salerno, nella quale sono stabiliti dei giorni per la raccolta domiciliare. Importante è, inoltre, il ruolo dei facilitatori che spiegano ai cittadini come fare la raccolta secondo queste nuove modalità e consegnando alle famiglie il kit apposito”. Il convegno ha visto la presenza di numerosi amministratori locali e consiglieri provinciali. Il completamento e l’adeguamento dell’impiantistica e l’innalzamento della percentuale della raccolta differenziata, con una marginalizzazione del trattamento in discarica, rappresentano la vera svolta per una gestione innovativa dei rifiuti. Attorno a questa premessa, sottolineata in apertura dei lavori dal vicepresidente del Consiglio Provinciale di Potenza, Donato Sperduto, si è sviluppata la seconda sessione del convegno “Raccolta Differenziata. Impegno comune”, dal titolo “L’impiantistica a servizio di un efficiente sistema di gestione integrata dei rifiuti”. Punto di partenza del confronto il piano provinciale dei rifiuti del 2002, aggiornato nel 2008, e l’intesa istituzionale sul sistema integrato di gestione dei rifiuti solidi urbani del gennaio 2009 tra la Regione Basilicata e le Province di Potenza e Matera, illustrati dal dirigente dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Potenza Antonio Santoro. “L’intesa – ha specificato - conferma ciò che prevede il piano vigente e affida alla Provincia di Potenza la realizzazione di 7 stazioni di trasferimento (Rapone, Genzano, Baragiano, Trivigno, Viggiano, Noepoli e Chiaromonte) utili ad ottimizzare la gestione dei flussi di rsu, con un risparmio sui costi di trasporto, di un avviso per la manifestazione di interesse da parte dei privati di un impianto di compostaggio intercomprensoriale nell’area centro, di 25 mila tonnellate annue, e la conversione delle piattaforme di trattamento meccanico-biologico di Sant’arcangelo e Venosa , destinando il 50% della capacità di trattamento alla trasformazione in compost di qualità”. “La Provincia in questi mesi – ha aggiunto Santoro – è stata impegnata su questi quattro fronti, raggiungendo risultati importanti. L’ente ha infatti già predisposto il progetto preliminare per l’impianto per il trattamento della frazione organica di Venosa e Sant’arcangelo ed ha selezionato il progetto da mettere a bando per la realizzazione dell’impianto di compostaggio intercomprensoriale dell’area centro. Gli interventi previsti dall’intesa saranno inseriti entro questo mese nel programma triennale delle opere pubbliche”. Santoro si è inoltre soffermato sugli impianti previsti dal piano, sottolineando che a regime si avrebbero volumi di rifiuti programmati per 11 anni. Sulla raccolta differenziata invece il dato per il 2009 è di 12,55% con punte di eccellenza. Il tema del sistema integrato della gestione dei rifiuti, come mix di tecnologie da utilizzare in base alle diverse esigenze del territorio, è stato trattato da Salvatore Masi, docente dell’Università di Basilicata, che ha ribadito l’esigenza di realizzare il completamento e l’adeguamento dell’impiantistica il più in fretta possibile. “ Attualmente, anche se con una lieve flessione rispetto agli anni precedenti, si utilizza ancora molto la discarica ma con l’impiantistica a regime – ha affermato - la Regione Basilicata balzerebbe ai primi posti come sistema tecnologico, ovviamente con un una percentuale di raccolta differenziata al 50 per cento”. Durante il convegno c’è stato anche spazio per mettere a confronto diverse esperienze nella gestione dei rifiuti: il direttore divisione ambiente di Etra Spa Walter Giacetti ha illustrato il sistema del trattamento delle frazioni organiche in Veneto mentre il consulente della gestione dei rifiuti della Regione Puglia Massimiliano Piscitelli ha parlato del superamento dell’emergenza rifiuti del 2004, attraverso una serie di azioni che hanno portato, ad esempio, la raccolta differenziata dal 4% del 1999 al 15,7% del 2010. Il dirigente del dipartimento ambiente della Regione Basilicata Francesco Ricciardi ha, poi, illustrato lo stato attuale della gestione dei Rsu in Basilicata, che è caratterizzato da un deficit impiantistico, dovuto alla mancanza o inadeguatezza degli impianti di trattamento, e da uno scarso radicamento della differenziata. Per il superamento di tali criticità la Giunta regionale ha istituito l’osservatorio regionale dei rifiuti e ha messo in campo programmi di incentivazione della raccolta differenziata che coinvolgono l’intero territorio. Il dirigente Ricciardi ha anche assicurato che nessuna risorsa finanziaria sarà destinata alla costruzione di nuove discariche, che dovranno divenire strumento marginale nella filiera di gestione dei rifiuti solidi urbani, in un’ottica di recupero di energia. Ha concluso la sessione Michele Buonomo, della segreteria nazionale Legambiente, che ha invitato a considerare in prospettiva il problema dei rifiuti per evitare le emergenze come quella verificatasi in Campania e a cambiare paradigma, pensando sull’esempio di paesi come Danimarca, Olanda e Germania alla reintegrazione dei materiali fin dal momento della loro produzione. |
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UNA DONNA PRESIDENTE DEL COMITATO CONSULTIVO DEGLI UTENTI DI AATO VERONESE: È SILVIA CAUCCHIOLI, ADICONSUM |
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Verona, 6 luglio 2010 – L’attività del Comitato Consultivo degli Utenti entra nel vivo. L’ 1 luglio si è infatti tenuta la prima riunione del Comitato, nella sede dell’Aato Veronese. Assieme al Direttore dell’Aato Luciano Franchini e il Segretario del Comitato Consultivo Ulyana Avola, erano presenti i rappresentati delle associazioni degli utenti scaligere che costituiscono il Comitato. Come prima cosa si è dato il via alla scelta del presidente: è stata eletta la giovane Silvia Caucchioli, 29 anni. La neopresidente del Comitato Consultivo degli Utenti (foto in allegato) è laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Verona ed è componente della Segreteria Adiconsum Verona da tre anni. "Finalmente si è costituito questo utile strumento di partecipazione dei cittadini nella gestione di un servizio essenziale e fondamentale per la comunità - afferma la Presidente del Comitato Silvia Caucchioli -. Da anni le associazioni dei consumatori premevano al fine di realizzare il Comitato Consultivo”. Quale vicepresidente e vicepresidente vicario del Comitato Consultivo degli Utenti sono stati nominati rispettivamente Lorenzo Albi, Legambiente, e Vittorio Bergamini, Cna (Confederazione Nazionale Artigianato). Dopo l’elezione delle cariche all’interno del Comitato è stato fatto il punto della situazione, riflettendo sul possibile futuro dell’Aato Veronese alla luce delle nuove normative che ne prevedono la soppressione al 31 dicembre 2010 e la privatizzazione dell’acqua: “Cercheremo di sintetizzare e rappresentare le istanze di tutte le categorie interessate. Nel prossimo incontro, che si terrà a fine luglio – continua la Presidente del Comitato Consultivo - affronteremo l´analisi del Piano d´Ambito ed incontreremo il Direttore per discutere sulle possibili evoluzioni dell´Aato alla luce Decreto Ronchi". Prossimo obiettivo del Comitato Consultivo degli Utenti dell’Aato Veronese sarà infatti programmare una scaletta di possibili azioni per tutelare maggiormente gli interessi degli utenti del servizio idrico integrato. Con la costituzione del Comitato (previsto dalla legge regionale n. 5 del 27 marzo 1998 e dalla deliberazione della giunta della Regione Veneto n. 3036 del 4 agosto 1998), è così assicurata l’informazione agli utenti, la diffusione della cultura dell’acqua e l’accesso dei cittadini alle informazione sui servizi gestiti, le tecnologie impiegate, il funzionamento degli impianti, la quantità e qualità delle acque. |
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DALLA REGIONE CALABRIA CINQUE MILIONI DI EURO PER LA DEPURAZIONE |
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Reggio Calabria, 6 luglio 2010 - La Regione Calabria ha stanziato 5 milioni di euro per la depurazione. Saranno 104 gli interventi che interesseranno 103 comuni costieri calabresi. Le somme sono state messe a disposizione dalla Regione per i comuni e gli ambiti territoriali ottimali (Ato). Gli interventi sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa a palazzo Alemanni dal Presidente Giuseppe Scopelliti e dagli assessori all’Ambiente, Francesco Pugliano, e, Lavori Pubblici, Giuseppe Gentile. “Si tratta di iniziali interventi tampone – ha dichiarato il Governatore. Diamo la possibilità ai comuni costieri calabresi di avere risorse per le esigenze legate alla funzionalità degli impianti. Siamo ben consapevoli che il fabbisogno complessivo è molto elevato e si aggirerebbe intorno ai 300 milioni di euro. Per far questo è nostra intenzione reperire soprattutto fondi comunitari, rimodulando il Por. A breve – ha aggiunto Scopelliti - presenteremo il piano finalizzato ad arginare l’erosione delle coste che prevede una spesa di 38 milioni di euro”. A seguire sono intervenuti l’assessore Pugliano che ha sottolineato l’avvio, a breve, del servizio di pulizia delle acque superficiali e di realizzare un vero e proprio “patto per il mare”. “Sono troppo pochi i comuni che hanno ottenuto la bandiera blu. Lavoreremo anche per aumentarne il numero”. L’assessore Gentile ha concluso sottolineando la necessità di “puntare sul mare e sul turismo balneare utilizzando questa risorsa nel miglior modo possibile”. Dei 103 comuni costieri interessati dagli interventi illustrati in conferenza stampa, 34 sono in provincia di Cosenza, 29 nel reggino, 24 nel catanzarese, 9 in provincia di Crotone e 7 nel vibonese. |
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BOLZANO, NUOVO TERMOVALORIZZATORE, SOSTANZE PERICOLOSE SMALTITE ENTRO FINE AGOSTO |
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Bolzano, 6 luglio 2010 - Entro la fine di agosto il cantiere del nuovo termovalorizzatore di Bolzano Sud sarà liberato dalle sostanze pericolose rinvenute nei giorni scorsi, e il materiale verrà trasportato fuori Provincia. Lo ha annunciato il 2 luglio durante un sopralluogo l´assessore ai lavori pubblici Florian Mussner. "Per i cittadini - ha sottolineato Mussner - non sussiste nessun pericolo". Ogni giorno 8 camion asporteranno dal cantiere del nuovo termovalorizzatore di Bolzano Sud, le circa 8.400 tonnellate di residui industriali contenenti sostanze pericolose. Le operazioni dureranno sino alla fine di agosto, e comporteranno dei costi aggiuntivi che si aggireranno attorno ai 4,5 milioni di euro. "Purtroppo - ha spiegato l´assessore Mussner durante il sopralluogo - non possiamo chiamare in causa i responsabili di tutto ciò, perchè al momento dello sversamento dei residui industriali pericolosi non esisteva una legge che vietava questo genere di depositi". Secondo la ricostruzione fatta dal direttore dell´Ufficio gestione rifiuti Giulio Angelucci, il materiale, risalente a diverse decine di anni fa, dovrebbe comunque provenire da alcuni degli stabilimenti allora presenti in zona industriale come Acciaierie, Aluminia e Magnesio. Il programma di smaltimento dei residui industriali rinvenuti all´interno del cantiere del nuovo termovalorizzatore prevede che ogni giorno vengano asportate 210 tonnellate di materiale che verranno probabilmente inviate a Pisa per una prima lavorazione, e quindi in Germania o Olanda per il definitivo stoccaggio in speciali discariche. "Entro la fine di agosto - ha precisato Mussner - tutte le 8.400 tonnellate di materiale dovrebbero essere portate al di fuori dei confini provinciali. Voglio in ogni caso rassicurare i cittadini: nessuno di loro corre alcun tipo di pericolo". I residui industriali, presenti per lo più sotto forma di fanghi, sono stati rinvenuti nel mese di giugno su una superficie di circa 900 metri quadrati, ad una profondità compresa tra i 4 e gli 8 metri, all´interno dei 36mila metri quadrati dell´area che ospiterà il nuovo termovalorizzatore. Le prime sostanze trovate nel cantiere sono state analizzate nel giro di un paio di settimane, e i risultati provenienti dai laboratori hanno confermato che si trattava di scarti industriali con diverse concentrazioni, e diversi indici di pericolosità, di sostanze quali piombo, fluoruri e idrocarburi. Immediatamente sono state prese le prime misure di sicurezza a tutela della salute di cittadini e lavoratori, con questi ultimi obbligati a dotarsi di speciali protezioni per circolare all´interno dell´area interessata dal ritrovamento. "Nonostante la presenza di questi residui pericolosi - ha aggiunto Florian Mussner - i lavori di costruzione del nuovo termovalorizzatore proseguiranno anche nelle prossime settimane, e contiamo di consegnare l´opera nei tempi previsti, ovvero entro il 2012". Il nuovo termovalorizzatore di Bolzano Sud occuperà un volume di poco inferiore ai 200mila metri cubi, e annualmente incenerirà circa 130mila tonnellate di rifiuti provenienti da tutti i comuni altoatesini. |
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