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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Novembre 2010
PESCA: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE POSSIBILITÀ DI PESCA SOSTENIBILI E BASATE SU FONDAMENTI SCIENTIFICI PER IL 2011  
 
La Commissione europea ha adottato la proposta relativa alle possibilità di pesca per il 2011 che stabilisce i livelli dei Tac (totali ammissibili di catture) e dello sforzo di pesca per l´Atlantico, il Mare del Nord e le acque internazionali regolamentate da un´organizzazione regionale di gestione della pesca. La proposta si fonda su pareri scientifici riguardanti le quantità di pesce che è possibile catturare in maniera sostenibile. La Commissione ha discusso i metodi di lavoro con gli Stati membri e con le parti interessate ed ha tenuto conto del loro parere, senza perdere di vista l´obiettivo di raggiungere il rendimento massimo sostenibile entro il 2015. Nel commentare la proposta, la Commissaria europea per gli affari marittimi e la pesca Maria Damanaki ha affermato: "Non dobbiamo perdere di vista i fatti principali. La quantità di pesce nel mare è limitata, e lo è anche la quantità di pesce che può essere catturato ogni anno senza mettere a rischio il futuro degli stock. Ogni anno chiediamo agli scienziati di dirci quali sono questi limiti e la Commissione basa la propria proposta sul loro parere." La Commissaria ha poi aggiunto: "Mi auguro vivamente che l´Ue possa raggiungere l´obiettivo del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile riguardante lo sfruttamento degli stock ittici sulla base del rendimento massimo sostenibile entro il 2015. La data non è poi così lontana, quindi dobbiamo agire sin da ora. È evidente che le decisioni fondate su basi scientifiche rappresentano l´unico modo per riportare gli stock ittici a livelli tali da sostenere un settore della pesca europeo redditizio e prospero. Ci saranno purtroppo notizie deludenti per alcuni livelli di contingenti, ma il passato ci insegna che chi ritiene di poter scendere a patti con la natura non avrà futuro nel settore della pesca." Nelle loro previsioni scientifiche elaborate per il 2011, alcuni esperti del comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (Cstep) hanno sottolineato ancora una volta il pessimo stato di molte risorse ittiche nelle acque dell´Ue. Attualmente, il contributo della pesca europea all´economia e all´approvvigionamento alimentare è di gran lunga inferiore rispetto a qualche decennio fa. Benché siano stati fatti progressi per portare tutti gli stock ittici europei a livelli sostenibili, il processo è stato lento poiché le flotte da pesca non sono state in grado di adattarsi in tempo ai pareri della comunità scientifica. Per circa il 72% degli stock valutati, il livello di sovrasfruttamento è talmente elevato che le catture sarebbero maggiori se si riducesse l´attività di pesca. Soltanto il 40% circa dei nostri stock oggetto di valutazione vengono pescati in maniera sostenibile. Fortunatamente ci sono stati miglioramenti rispetto allo scorso anno, quando le suddette percentuali erano rispettivamente dell´86 e del 31%. Inoltre, si riscontrano netti miglioramenti in diversi stock importanti quali il nasello e la sogliola. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine, il Consiglio internazionale per l´esplorazione del mare (Ciem) ha fornito un parere circa la strategia della Commissione per garantire uno sfruttamento coerente con il rendimento massimo sostenibile entro il 2015. Si stanno infatti attuando piani di gestione pluriennali per tutti gli stock commerciali più importanti. Questi piani coprono il 30% dei totali di catture per il 2011. Se a questo aggiungiamo i vari stock gestiti congiuntamente con la Norvegia, per la quale sono ugualmente stabiliti accordi di gestione pluriennale, oltre l´80% (in peso) del pesce catturato dai pescatori dell´Ue è soggetto ad una gestione pluriennale. Gli stock gestiti in questo modo tendono a funzionare meglio rispetto a quelli soggetti a processi decisionali a breve termine. Tuttavia, i piani di gestione devono essere attuati correttamente, e occorre altresì adottare misure di controllo speciali qualora si verifichino risultati inaspettati. In questo contesto, la Commissione è ancora molto preoccupata circa la protezione del merluzzo bianco, per il quale è in vigore un piano di gestione dal 2004. Gli stock di merluzzo bianco nel Kattegat, nel Mare d´Irlanda e nelle acque ad ovest della Scozia non mostrano segni di ripresa. La Commissione sta dunque proponendo riduzioni del 50% su questi Tac e ha richiesto agli Stati membri di collaborare per rivedere in maniera approfondita la gestione del merluzzo bianco – una revisione volta a comprendere i motivi per cui le misure concordate ai sensi del piano di gestione pluriennale non hanno portato ai miglioramenti previsti. La situazione del merluzzo bianco del Mare del Nord ha subito un peggioramento nel 2008, quando fu catturato un volume di pesci maggiore di quello registrato in qualsiasi altro anno dal 1999 in poi. Le chiusure in tempo reale della pesca e i programmi intesi ad evitare la cattura del merluzzo bianco si sono rivelati insufficienti per proteggere lo stock e hanno scarse conseguenze sui modelli di pesca. La gestione del merluzzo bianco del Mare del Nord è condivisa con la Norvegia e le discussioni dovranno vertere su come risolvere la situazione. La proposta della Commissione per il 2011 prevede aumenti dei contingenti per 6 stock, riduzioni dei contingenti per 64 stock e contingenti invariati per 23 stock (per maggiori dettagli, si veda la tabella allegata). Tali cambiamenti porterebbero ad una riduzione totale dei contingenti di 89 400 tonnellate (o del 10%). Le statistiche non includono quegli stock per i quali le possibilità di pesca devono essere concordate con i paesi terzi, ad esempio la Norvegia, o con un´organizzazione regionale di gestione della pesca entro il mese di dicembre, quando si terrà la riunione del Consiglio dei ministri della pesca degli Stati membri. Durante la riunione, il 13 e il 14 dicembre, i ministri della pesca, di concerto con la Commissione, discuteranno la proposta e fisseranno i livelli di pesca per il 2011. Tabella in allegato: panoramica delle proposte della Commissione per il 2011. Ulteriori informazioni e mappe sono disponibili all’indirizzo: http://ec.Europa.eu/fisheries/index_en.htm  
   
   
SEI MILIONI DALLA UE PER VALORIZZARE L´ALTO MEDITERRANEO UN PROGETTO TRANSFRONTALIERO A QUATTRO PER LO SVILUPPO IN MARE E TERRA MARTE+: PESCA, AGRICOLTURA E TURISMO INSIEME PER ESSERE + COMPETITIVI  
 
Firenze- E´ un progetto finanziato dalla Ue con 6 milioni di euro fino al 2013, e riunisce Corsica, Liguria, Sardegna e Toscana, che ne è capofila; si chiama Marte+, significa Mare, Ruralità, Terra. L´obiettivo è creare un sistema teso a valorizzare e incrementare la competitività del settore agroalimentare nella vasta e importante area settentrionale del Mediterraneo, dove si affacciano le quattro regioni coinvolte. Partendo dalle difficoltà congiunturali che stanno limitando lo sviluppo economico generale, le quattro regioni coinvolte hanno individuato nelle possibilità di operare insieme, offerte dal Programma operativo Italia-francia Marittimo, un´opportunità strategica in settori tradizionali presenti in tutte e quattro le realtà produttive. L´idea base del progetto è quella di creare un percorso di sviluppo comune al settore agricolo e a quello della pesca, attraverso interventi mirati all´innovazione di prodotto e di processo e ad azioni di promozione congiunta delle produzioni transfrontaliere non tralasciando collegamenti con il settore turistico. Si tratta in sostanza di rivalorizzare una tradizione produttiva legata all´agricoltura e alla pesca innestando da una parte elementi di rinnovamento, come forme di accoglienza turistica legate ai luoghi di produzione, dall´altra recupero di capacità di commercializzazione puntando a fattori qualitativi legati alla filiera corta e alla sostenibiltà ambientale. Per quanto riguarda nello specifico la Toscana, l´intervento più significativo riguarda la creazione di due centri pilota innovativi capaci di promuovere di produzioni locali, ma anche di sviluppare punti di attrazione turistica legati ai prodotti di terra e di mare provenienti dall´intera area coinvolta nel progetto. La localizzazione dei due centri è stata individuata a Grosseto ( si chiamer& agrave; Porta Sud) e a Viareggio (che sarà invece Porta Nord). Il primo troverà sede all´interno del Parco regionale della Maremma, coinvolgendo l´Azienda agricola di Alberese; l´obiettivo è quello di creare un punto dedicato all´accoglienza turistica, dove sia possibile la degustazione e l´acquisto, ma anche sede di attività convegnistica e didattica. Il secondo avrà come punto di riferimento l´attuale sede dell´Apt, ma avrà anche articolazioni operative distribuite sul territorio viareggino. «Puntiamo sulla qualità, sia nella produzione che negli stili di vita – ha affermato l´assessore regionale all´agricoltura Gianni Salvadori, che ha illustrato il progetto in una conferenza stampa cui erano presenti anche l´assessore alla cooperazione della provincia di Grosseto, Tiziana Tenuzzo, e rappresentanti della Corsica, Ligurua e Sardegna -, come strumento per sottolineare caratteristiche di una vasta area affacciat a sul Mediterraneo che racchiude un patrimonio storico-culturale e produttivo da proteggere e valorizzare. Con questo progetto avviamo di comune accordo un sistema virtuoso, che ha come obiettivo – ha concluso Salvadori – creare ricchezza, e questo è tanto più importante in un momento di pesante crisi economica. Ma nel rispetto di tradizioni e ambiente».  
   
   
INIZIATIVA DI RICERCA IN AMBITO AGRICOLO PER RIDURRE LA POVERTÀ E SANARE I PROBLEMI AMBIENTALI  
 
Un partenariato scientifico di portata internazionale per l´agricoltura sostenibile ha lanciato un´iniziativa di ricerca per contribuire ad alleviare la povertà e far fronte al cambiamento climatico mediante una consistente riduzione dei gas a effetto serra. Per il progetto sono stati stanziati quasi 600 milioni di dollari (circa 440 milioni di euro). Il Global Rice Science Partnership (Grisp) intende raggiungere questi ambiziosi obiettivi grazie alla coltivazione di riso geneticamente modificato, in grado, quindi, di crescere anche nei paesi più poveri. Secondo il partenariato, quest´iniziativa consentirebbe di aumentare a tal punto la disponibilità di riso da permettere una riduzione dei costi di questo cereale del 6,5% entro il 2020. Il riso, alimento alla base dell´alimentazione, rappresenta uno dei cibi principali per più della metà della popolazione mondiale, in particolare per gli abitanti delle regioni in via di sviluppo. Il Grisp, che è nato dalla collaborazione tra l´International Rice Research Institute (Irri) e il Consultative Group on International Agricultural Research (Cgiar) e unisce donatori e organizzazioni di ricerca impegnati nello sviluppo sostenibile, spera che la scoperta di nuovi geni di questo cereale possa contribuire a risolvere il problema della coltivazione. Il partenariato è stato inoltre istituito con l´intento di individuare forme di coltivazione per specie di riso che non risentono delle condizioni climatiche, in grado di resistere a eventuali inondazioni e con altre caratteristiche che consentano di modellare la produzione al cambiamento climatico. Robert Zeigler, direttore dell´Irri, ha spiegato che il progetto potrebbe tradursi in una riduzione considerevole dei prezzi degli alimenti consentendo a ben 72 milioni di persone di uscire dalla povertà nel corso del prossimo decennio. Per arrivare a questo dato i partner dell´iniziativa hanno calcolato i costi ridotti come potenziali guadagni per un valore di 11 miliardi di dollari (ovvero circa 8 miliardi di euro). In questo modo la povertà su scala globale si ridurrebbe del 5% entro il 2020 e dell´11% entro il 2035. L´introduzioni di metodi di irrigazione ottimizzati e la mancata deforestazione contribuirebbe a prevenire le emissioni di gas a effetto serra legate alla coltivazione di riso: le emissioni evitate corrisponderebbero a più di un miliardo di tonnellate di biossido di carbonio, spiega il dott. Zeigler. Inoltre, si salvaguarderebbero più di 1,2 milioni di ettari di foreste, terreni paludosi e altri ecosistemi visto che non sarebbe necessario dedicare nuove aree alla coltivazione del riso poiché sarebbero più frequenti i raccolti. L´iniziativa promuoverà "alcuni cambiamenti rivoluzionari nell´agronomia e nella produzione del riso e a livello politico", ha detto l´Irri. Oltre ad aumentare il numero di raccolti mediante semi e pratiche agricole migliorate, il progetto ridurrà le perdite successive al raccolto che si stima ammontino ora al 20-30% della produzione dei paesi in via di sviluppo. Analogamente, l´iniziativa darà modo a centinaia di persone (di cui almeno il 30% donne) di partecipare a programmi di formazione e corsi universitari per rafforzare la capacità di ricerca dei rispettivi paesi. Il lancio del partenariato Grisp ha segnato l´inizio di un impegno quinquennale, hanno affermato all´Irri, aggiungendo poi che saranno necessari nuovi fondi per raggiungere questo obiettivo. "Sebbene Grisp si fondi su attività di ricerca e sviluppo già avviate e denaro già stanziato, avrà bisogno di nuovi fondi per portare i 100 milioni di dollari (73 milioni di euro) del 2011 ai 139 milioni di dollari necessari nel 2015 (102 milioni di euro)", si legge in una dichiarazione dell´Irri. "Grisp è la prima mossa di una campagna più ampia volta a garantire approvvigionamenti alimentari sufficienti nei prossimi 25 anni", ha sottolineato Carlos Pérez del Castillo, presidente della commissione del Consortium of International Agricultural Research Centers, istituito in occasione di una recente riorganizzazione del Cgiar come ente preposto al sostegno finanziario dei programmi di ricerca del Cgiar. "Nei prossimi mesi il Cgiar lancerà ulteriori programmi di ricerca di grande qualità: fanno parte di una visione olistica con obiettivi mirati per la riduzione della povertà e della fame nel mondo, il miglioramento dello stato di salute e di nutrizione e per aumentare la resistenza degli ecosistemi mondiali", ha concluso Del Castillo. Per maggiori informazioni, visitare: Consultative Group on International Agricultural Research (Cgiar): http://www.Cgiar.org/  International Rice Research Institute (Irri): http://irri.Org/    
   
   
UNESCO: DIETA MEDITERRANEA; CAPPELLACCI: "SODDISFAZIONE PER RICONOSCIMENTO A ECCELLENZE AGRO-ALIMENTARI"  
 
Cagliari - "La Sardegna apprende con grande soddisfazione e orgoglio la notizia che l’Unesco ha dichiarato la Dieta mediterranea quale Patrimonio culturale dell´Umanità. Si tratta di un riconoscimento che premia da vicino anche la nostra Isola, patria di eccellenze agro-alimentari e regione che in Italia vanta un patrimonio consistente di prodotti a marchio di origine". Lo dichiara il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, commentando il risultato arrivato poco fa da Nairobi (Kenya) e deliberato dal Comitato intergovernativo della Convenzione sul Patrimonio immateriale dell´Unesco. "Quanto dichiarato oggi dall’organismo culturale delle Nazioni unite - ha sottolineato Cappellacci - si aggiunge a un altro elemento della Sardegna presente nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell´Umanità, ovvero il Canto a tenore. Produzioni alimentari e cultura musicale: due elementi fondanti della nostra storia e della tradizione millenaria del popolo sardo che oggi possono vantare un ulteriore riconoscimento a livello planetario di cui andare fortemente orgogliosi".  
   
   
SE L´ALLEVAMENTO NON È PIÙ SOSTENIBILE: LA BATTAGLIA DEI PRODUTTORI EUROPEI IL COSTO DEI MANGIMI PESA PER IL 60% SUI COSTI DI PRODUZIONE  
 
 L´aumento del costo dei cereali rende sempre meno redditizia un´attività già in forte difficoltà E se gli allevatori europei non fossero più in grado di nutrire i loro animali? Non è uno scenario impossibile: con i prezzi dei cereali saliti ai massimi da due anni per colpa del cattivo tempo e della speculazione la produzione di carne potrebbe subire un calo notevole. Ieri i deputati europei ne hanno discusso nel corso della sessione plenaria con il commissario all´Agricoltura Dacian Cioloș e hanno adottato una risoluzione che sollecita la Commissione a assicurarsi che l´impatto della speculazione nel settore agricoli resti limitata. "Il settore sta affrontando molte difficoltà a causa di una serie di fattori: l´aumento dei costi di produzione, la competizione delle importazioni da paesi terzi e il rialzo dei costi dei mangimi", ha commentato il britannico James Nicholson, dei Conservatori e riformisti, uno dei gruppi che, insieme a popolari e socialdemocratici europei, ha sollecitato la domanda orale alla Commissione in Parlamento. Inoltre, come ha sottolineato la socialista spagnola Iratxe García Pérez i prezzi dei cereali, che già pesano per il 60% sui costi di produzione, negli ultimi due mesi sono aumentati del 50% a causa della speculazione. "La situazione è grave già da anni. Le statistiche ci mostrano come molte aziende agricole siano già state abbandonate", commenta la popolare spagnola Esther Herranz García. Basta con la speculazione - I deputati hanno accolto con favore la recente decisione della Commissione di immettere sul mercato parte delle proprie riserve di cereali per aiutare a abbassare i prezzi del mangime sul mercato e dare un contributo agli allevatori. "Abbiamo tolto un po´ di tensione dal mercato", ha affermato il commissario Ciolos dopo l´annuncio della misura di intervento. Anche perché il problema non deriva da una mancanza di cereali, ma esclusivamente dalla speculazione, ha aggiunto. Anche per questo la Commissione introdurrà nella riforma della Politica agricola comune un nuovo meccanismo per contrastare la volatilità dei prezzi. Importazioni dall´estero: una concorrenza sleale - Un altro punto dolente per il comparto allevamento è il rischio di una dipendenza dalle importazioni dei paesi terzi che spesso non sono vincolati dalle stesse severissime regole imposte agli allevatori europei. Il popolare tedesco Albert Dess e il conservatore polacco Janusz Wojciechowski hanno invocato l´imposizione di standard di rispetto ambientale e di benessere degli animali anche per le aziende che importano carne in Europa. Contro l´avidità dei distributori - È un settore povero quello dell´allevamento. I deputati, per voce del liberaldemocratico irlandese Liam Aylward, hanno così invocato misure per attenuare la profonda differenza tra i prezzi pagati dai consumatori e i pagamenti ricevuti dai produttori. Gli alti margini di guadagno "finiscono tutti nelle mani dei distributori", ha accusato il popolare rumeno Rareþ-lucian Niculescu. "Gli allevatori devono sopravvivere con 700-800 euro al mese. I consumatori pagano 17 euro al kg una bistecca comprata al supermercato, la stessa bistecca per cui gli allevatori sono pagati appena 3 euro. È giusto questo?", ha chiesto il verde francese José Bové. Gli allevatori hanno bisogno di protezione, hanno insistito i deputati. Ed è questo il momento di agire.  
   
   
UN TARTUFO BIANCO D’ALBA DA 360 GRAMMI PER GLI ALLUVIONATI DEL VENETO. ZAIA: LO METTIAMO ALL’ASTA  
 
 Un Tartufo Bianco d’Alba come significativo e singolare segno di solidarietà alle popolazioni del Veneto Colpite dall’alluvione è stato donato da Antonio Bertolotto, amministratore Delegato della Marcopolo Engineering Spa Sistemi Ecologici di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo. Bertolotto ha acquistato il tartufo, di grande valore economico e commerciale, all’asta di Grinzane Cavour, dove è attualmente custodito nel locale Castello. “Lo ringrazio di cuore a nome dei 550.000 miei concittadini colpiti dalla catastrofe – ha affermato stamani il presidente del Veneto Luca Zaia nel presentare questo gesto di generosità – delle famiglie e delle imprese che stanno lottando per uscire dall’emergenza e tornare alla normalità della vita quotidiana. Come presidente del Veneto e commissario per l’alluvione mi darò da fare per tramutare in aiuto concreto il grande valore di questo tartufo”. Che viene in sostanza messo all’asta (il prezzo d’acquisto originario è stato di 114 mila euro) e chi lo desidera può far pervenire le propria proposte di acquisto o utilizzo alla Regione. “Faccio appello a ristoratori e cuochi di ogni parte d’Italia e non solo, ai moltissimi amanti del pregiato tubero, ad imprenditori, industriali affinché partecipino a questa straordinaria gara di solidarietà. Il ricavato confluirà nel fondo per l’alluvione da me gestito in qualità di commissario e verrà utilizzato per gli interventi di ristoro e il ritorno alla normalità, con assoluta trasparenza e secondo criteri dei quali sarà data precisa informazione”. Zaia incontrerà nei prossimi giorni, a Torino, Antonio Bertolotto, che saluterà e ringrazierà a nome di tutti i veneti. Bertolotto sarà accompagnato dallo staff della Marcopolo Engineering Spa Sistemi Ecologici. 2 euro per il Veneto: sms 45501. Conto Corrente Solidarietà: Unicredit Spa – intestazione “Regione Veneto – Emergenza Alluvione Novembre 2010” – Codice Iban: It62d0200802017000101116078; codice Bic Swift Uncritm1vf2  
   
   
ACCORDO GRANO DURO ALTA QUALITÀ EMILIA-ROMAGNA: AL VIA IL QUINTO ACCORDO DI FILIERA PER LA CAMPAGNA CEREALICOLA 2010-2011. INTRODOTTO UN NUOVO MECCANISMO DI PRICING CHE AGGANCIA IL PREZZO DEL GRANO DURO A QUELLO PIÙ ALTO DEL GRANO TENERO.  
 
Bologna - Al via il nuovo accordo di filiera per la fornitura di grano duro emiliano-romagnolo di alta qualità a Barilla, promosso dalla Regione Emilia-romagna. Valido per la campagna cerealicola 2010-11, l’accordo siglato ieri a Bologna è giunto al quinto rinnovo e rappresenta un’esperienza di continuità e stabilità in un mercato dei cereali soggetto, negli ultimi anni, a forti variazioni di prezzi, di cui risente l’intera filiera. L’accordo conferma sia i volumi di grano duro “made in Emilia-romagna” destinati a Barilla dell’ultima campagna, pari a circa 70 mila tonnellate, sia il meccanismo di stabilizzazione dei prezzi introdotto l’anno scorso che dava due possibilità di scelta ai produttori. La prima permette loro di legare il prezzo del cereale alla quotazione della borsa merci di Bologna con l’aggiunta di premi specifici (fino a 35 euro/tonnellata) per la qualità del prodotto e per gli impegni previsti dal disciplinare di produzione e conservazione; la seconda, basata sui costi di produzione, consente ai produttori di scegliere di vendere una quota della propria produzione (fino a un massimo del 30% del totale) ad un prezzo precedentemente stabilito, tale da garantire un adeguato margine di profitto sui costi di coltivazione. La principale novità dell’accordo di quest’anno è l’introduzione di un’ulteriore formula di pricing innovativo (che si affianca alle due modalità precedenti), sempre con l’obiettivo di dare agli agricoltori la possibilità di massimizzare il proprio utile ed incentivare nel contempo la coltivazione del grano duro. Gli agricoltori potranno anche scegliere di vendere il proprio prodotto ad un prezzo calcolato sulla base delle quotazioni del grano tenero (attualmente una delle coltivazioni maggiormente valorizzate dal mercato), più un premio di 30 euro, a recupero dei maggiori costi di coltivazione del grano duro. A queste quotazioni saranno poi applicati dei premi specifici in funzione delle caratteristiche qualitative. “E’ un accordo di grande valore, un modello di riferimento anche per altri settori perché promuove la produzione di grano duro emiliano-romagnolo di alta qualità, consente di ridurre le importazioni da altri Paesi, permette una maggiorazione dei ricavi per gli agricoltori attraverso una serie di meccanismi premiali previsti dall’accordo. Il valore del grano prodotto diventa mediamente più alto di un 30% rispetto ai prezzi fissati alla Borsa merci italiana”, ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni nel corso della conferenza stampa, a cui hanno partecipato i firmatari dell’intesa: Luca Virginio, direttore comunicazione e relazioni esterne della Barilla, Ercole Borasio consigliere delegato della Società Produttori Sementi, Alberto Stefanati presidente dell’Op (Organizzazione Produttori) Grandi Colture Italiane; Angelo Barbieri, presidente Fits (Filiera Italiana Trading Seminativi), in rappresentanza dell’Op Cereali Emilia-romagna e del Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza, Lamberto Colla, direttore del Consorzio Agrario di Parma e Paolino Fini presidente della Società cooperativa Capa di Ferrara. Negli ultimi quattro anni la superficie agricola coltivata a grano duro in Emilia-romagna è più che raddoppiata, passando dai 32mila ettari del 2006 ai 72mila ettari del 2010. “L’accordo con Barilla ha funzionato da volano per lo sviluppo di questa coltura”, ha rimarcato l’assessore Rabboni. “Nel 2006 l’Emilia-romagna era l’undicesima regione italiana per superficie agricole coltivate a grano duro; oggi è la sesta per superfici e la quarta per produzione di questo cereale perché le rese medie delle nostre aziende sono più alte rispetto ad altre regioni”. L’obiettivo dell’accordo è quello di consolidare in regione una filiera di grano duro di alta qualità. Il Gruppo Barilla - oggi il maggiore utilizzatore mondiale di grano duro per la produzione di pasta, con un fabbisogno di circa un milione e mezzo di tonnellate di grano di alta qualità, coperto per l’80% da approvvigionamenti in Italia - potrà disporre di grani di qualità prodotti in Emilia-romagna a “chilometro zero” e ridurre così ulteriormente la sua dipendenza dall’estero. Le aziende agricole potranno meglio programmare la loro produzione, sapendo di poter contare su un sicuro e remunerativo sbocco di mercato. Ma l’accordo punta anche ad un obiettivo più generale: incentivare la produzione di grano duro di qualità in Emilia-romagna, facendo della regione un polo di eccellenza nel panorama nazionale. L’esperienza, promossa dall’assessorato regionale all’Agricoltura, coinvolge l’intera filiera di produzione del grano duro, valorizzando le competenze specifiche maturate dai diversi attori e promuovendo l’integrazione tra agricoltura, industria e istituzioni: per l’industria molitoria e pastaria Barilla G. E R. Fratelli S.p.a.; per l’industria sementiera Società Produttori Sementi S.p.a.; per il mondo agricolo (produzione e stoccaggio dei cereali): Organizzazione Produttori Grandi Colture italiane; Consorzio Agrario di Parma; Società Cooperativa Capa Ferrara; l’Op Cereali Emilia Romagna e il Consorzio Agrario di Piacenza tramite mandato a Filiera Italiana Trading Seminativi (Fits). I contenuti dell’accordo Il contratto quadro che viene firmato oggi a Bologna si articola in singoli contratti tra Barilla e i fornitori firmatari. A loro volta i fornitori (cioè Cereali Emilia Romagna; Op Grandi Colture Italiane; Consorzio agrario di Parma; Consorzio agrario di Piacenza; Società Cooperativa Capa Ferrara) stipulano con i singoli agricoltori soci i contratti che contemplano i reciproci impegni per la coltivazione e la valorizzazione del grano duro. La Società Produttori Sementi S.p.a., selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con intensa attività di ricerca e sperimentazione, in parte sostenuta anche dalla Regione Emilia-romagna, fornisce il seme necessario alle coltivazioni previste. Il contratto quadro prevede l’impegno a seguire un preciso disciplinare di produzione, condiviso dalla Regione Emilia-romagna, e ad utilizzare varietà specifiche quali: Normanno, Levante, Saragolla, particolarmente adatte all´utilizzo dell’industria pastaria. Cereali: un mercato in continua tensione L’accordo con la Barilla arriva in un momento di grande tensione sul mercato dei cereali. Dopo una campagna che ha visto diminuire pesantemente le quotazioni fino a livelli ben al di sotto dei costi di produzione agricoli, gli eventi climatici estremi di quest’estate (in particolare la siccità e gli incendi in Russia) hanno fatto di nuovo scattare un aumento significativo dei prezzi di tutte le commodites agricole, grano duro compreso. Tuttavia questi fenomeni, pur rappresentando un’occasione per migliorare i redditi agricoli nel breve termine, provocano squilibri che rischiano di essere penalizzanti nel lungo termine. In assenza di opportune indicazioni e di un coordinamento a livello di filiera, il singolo agricoltore è tentato di orientare in un’unica direzione le proprie coltivazioni, rischiando di dare origine a fenomeni di sovrapproduzione e di crollo dei prezzi nelle campagne successive, come è successo negli anni scorsi. Un accordo come quello del Grano Duro di Alta Qualità Emilia-romagna favorisce il mantenimento di rapporti di filiera a garanzia del reddito degli agricoltori nel lungo termine.  
   
   
LOMBARDIA, FORMIGONI: ZOOTECNICA FORZA DEL SETTORE PRIMARIO ELOGIO DEGLI ALLEVATORI PER DEDIZIONE E CAPACITÀ DI INNOVARE  
 
 Codogno/Lo - È il settore primario: è il mondo agricolo al quale è dedicata la fiera autunnale di Codogno (Lo) in programma oggi e domani. È arrivata in Lombardia prima di Napoleone, 220 anni fa, pronta a ospitare oggi - per la prima volta nella sua storia - il concorso della razza bovina Frisona italiana. Questo pomeriggio la cerimonia di inaugurazione alla presenza delle alte cariche di Regione Lombardia: il presidente Roberto Formigoni, il vice presidente Andrea Gibelli e l´assessore all´Agricoltura Giulio De Capitani. La fiera delle oltre 32 mila presenze del 2009 e dei 750 espositori del 2010 non è mai stata tanto attesa a causa della congiuntura finanziaria ed economica attuale. Formigoni ha voluto testimoniare la propria personale vicinanza agli allevatori, visitando assieme al direttore della fiera Giovanni Ferri il padiglione di esposizione delle migliori razze bovine e quello riservato al ring dei cavalli e alle attrezzature zootecniche. "So che state attraversando, come la nostra economia, un momento difficile - dice loro dal tavolo dei relatori accanto al sindaco di Codogno Emanuele Dossena -. Avete passato mesi non facili: voglio assicurarvi la vicinanza assoluta e determinata di Regione Lombardia". Non sono parole di circostanza: Regione Lombardia è consapevole - nota il presidente - "che un´economia moderna di un Paese e di una Regione avanzatissima come la nostra non avrebbe senso senza il comparto zootecnico. Voi allevatori date un contributo importante alla produzione del Pil, ma ancora più importante al settore primario dell´economia". In Lombardia, infatti, si concentra il 40 per cento della produzione zootecnica nazionale. Per questo Formigoni parla di "sentimento di orgoglio provato durante la visita della fiera. Ogni volta che mi capita di immergermi nel mondo della nostra agricoltura e della zootecnica domina in me il sentimento di gioia per la qualità e la professionalità dei nostri agricoltori e, qui, per la straordinaria bellezza delle bestie esposte". Dietro a questi risultati c´è tanta innovazione tecnologica. I 200 anni della Fiera di Codogno non sono passati invano: le vacche esposte - una per tutte, la campionessa europea per la categoria 18-24 mesi della razza Limousine, quasi più alta di Formigoni - lo testimoniano. "Quando si entra oggi nelle nostre stalle - commenta il presidente - sembra di entrare in un laboratorio scientifico con addetti alle cure dei nostri animali di grandissima preparazione e professionalità, spesso con il camice bianco. I nostri allevatori hanno realmente saputo operare in questi anni un miglioramento della qualità delle vacche straordinario, frutto delle loro doti di laboriosità, intelligenza e dedizione". A tanto impegno corrisponde un impegno altrettanto sostanzioso da parte della Regione Lombardia: "Siamo l´unica Regione che ha potuto anticipare i contributi previsti dall´Unione europea sulla Politica agricola comunitaria - ricorda Formigoni -. Abbiamo potuto funzionare da banca virtuosa, anticipando alcune centinaia di milioni di euro". Altro impegno è quello per la creazione del distretto agricolo lodigiano, riconoscendo alle sue 1500 imprese la forza. "Continueremo a esservi vicini - conclude Formigoni - accompagnando il mondo della zootecnia verso un sistema con sempre maggiore capacità di programmare la produzione per qualità e quantità".  
   
   
AGRICOLTURA, GIBELLI: RISPETTATI GLI IMPEGNI  
 
Codogno/lo - "Qui a Codogno c´è stato un patto elettorale che ha visto una esperienza consolidata nel segno di una tradizione consolidata. La nostra giunta ha rispettato gli impegni che aveva preso soprattutto nel campo dell´agricoltura". Lo ha detto ieri Andrea Gibelli, vice presidente della Regione Lombardia, inaugurando con il presidente Roberto Formigoni e l´assessore all´Agricoltura Giulio De Capitani, la 220ma edizione della Fiera dell´agricoltura di Codogno (Lo). Gibelli ha voluto ricordare tutti i provvedimenti che l´amministrazione regionale ha adottato a favore di questo mondo. Il vice presidente ha sottolineato "come sia stato importante arrivare alla definizione dei distretti agricoli, di cui il Lodigiano fa già parte". All´inaugurazione ha partecipato anche il presidente dell´amministrazione provinciale Pietro Foroni, che ha sottolineato l´importanza economica della manifestazione. "C´è la volontà di investire in questa manifestazione - ha detto Foroni - e c´è grande voglia di rilanciarla. Il fatto che ci sia una mostra nazionale significa molto per l´economia lodigiana. Noi cresciamo - ha detto Fioroni - soprattutto per quanto riguarda il comparto agricolo. L´agricoltura fa parte del Dna del nostro territorio. Agricoltura vuol dire anche valori: il lavoro, la fatica e l´impresa. Questa 220ma edizione è ancora più importante vista la crisi che attanaglia il Paese. Tutto il Paese ha bisogno di un´agricoltura più forte. Ed è forte l´impegno dell´amministrazione su questo comparto per valorizzare le eccellenze delle nostre produzioni". Foroni ha voluto inoltre sottolineare che "in molte scuole del Lodigiano ci sono le mense ´a chilometro zero´, per ribadire l´importanza del comparto agricolo sul territorio".  
   
   
DE CAPITANI:AGRICOLTURA E´ DIFESA DEL TERRITORIO  
 
 Codogno/lo, 16 - "Quest´anno per riconoscere l´importanza dell´agricoltura e dei suoi operatori Regione Lombardia ha, per la prima volta, organizzato un vero e proprio Premio per gli agricoltori. E´ stato un modo non solo simbolico per sottolineare il valore dell´agricoltura e dei suoi operatori". Lo ha detto Giulio De Capitani, assessore regionale all´Agricoltura, nel corso dell´inaugurazione della 220ma Fiera Agricola di Codogno. "Manifestazioni come queste - ha detto ancora il responsabile dell´agricoltura lombardo appartengono alla storia: uniscono la tradizione con l´attualità. E´ fondamentale riconoscere il valore del mondo agricolo; è un settore dal quale non si può prescindere". "La Lombardia ha questa fortuna - ha proseguito l´assessore - di avere migliaia di eccellenze. L´agricoltura è memoria storica e presidio del nostro territorio". De Capitani ha poi annunciato che Regione Lombardia "procederà alla stesura di una norma che si occupa specificatamente della tutela del suolo agricolo". L´assessore ha affrontato anche il tema della Pac che, nelle prossime ore, tornerà sui tavoli comunitari. "L´impegno - ha detto - è di valutare quello che ha funzionato e quello che c´è ancora da rivedere. Sul fronte europeo devono essere mantenute le attuali risorse per il nostro Paese e per la nostra Regione nella contrattazione per la nuova Pac".  
   
   
AGRICOLTURA, DALLA GIUNTA SARDA AIUTI A IMPRESE DI PRODOTTI DI QUALITÀ E A ORGANIZZAZIONI PRODUTTORI  
 
Via libera della Giunta regionale agli incentivi per le imprese agro-alimentari che trasformano e commercializzano prodotti di qualità e agli aiuti per i programmi di attività delle Organizzazioni di produttori di diversi settori (lattiero-caseario ovino e vaccino, florovivaistico, cerealicolo, produzioni biologiche e zootecnico). Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Andrea Prato, il 16 novembre l’Esecutivo ha approvato due delibere che stanziano, nel primo caso, 200mila euro, e nel secondo 297 mila euro. "Si tratta di provvedimenti - spiega l’assessore Prato - che confermano le strategie della Giunta nell’incentivare un’agricoltura di qualità e dove l’offerta sia aggregata, con l’obiettivo di rendere l’intera filiera, dal produttore al confezionatore, più competitiva e moderna". Per quanto riguarda la prima delibera, il sostegno regionale è destinato alle imprese di trasformazione e commercializzazione che hanno avviato un percorso di qualità orientato alla differenziazione delle produzioni agricole, con il duplice obiettivo di essere più competitive sui mercati nazionali ed esteri e garantire allo stesso tempo ai consumatori elevati standard qualitativi e il rispetto di una metodologia produttiva certificata. L’incentivo, concesso alle aziende di prodotti biologici, di prodotti Dop/igp e che aderiscono all’Organizzazione comune del mercato vitivinicolo, vuole abbattere i costi fissi sostenuti dall’impresa nei confronti delle strutture di controllo per l’accesso e la partecipazione ai sistemi di qualità alimentare. Relativamente alla seconda delibera, i 297mila euro comprendono le somme del 2010 e la prima annualità dei programmi 2011-2013 delle 14 Organizzazioni di produttori riconosciute nel comparto non ortofrutta. Obiettivo dell’aiuto è incentivare l’aggregazione dei produttori in organizzazioni che hanno un ruolo sempre più determinante nel processo di sviluppo dell’economia agricola dell’Isola, tramite il sostegno a tutte quelle attività funzionali a una più efficace commercializzazione delle produzioni.  
   
   
REGIONE MARCHE A VIENNA PER L´OTTAVA CONFERENZA DELLA RETE OGM ´ FREE.  
 
´L´ottava Conferenza delle Regioni Ogm-free, organizzata a Vienna il 22 e 23 novembre prossimi, affrontera` le variazioni legislative proposte per mantenere un modello di agricoltura basato sulla qualita` e sulla territorialita` delle produzioni. Un appuntamento importante per il protagonismo delle Marche sul versante della genuinita` e qualita` delle produzioni agricole. La Conferenza servira` inoltre come momento di riflessione sulle politiche regionali nel quadro della nuova Politica Agricola Comune 2014-2020 a seguito della prevista comunicazione del Commissario Ciolos del 17/11/2010´. Paolo Petrini, vice presidente della Giunta regionale e assessore all´Agricoltura, commenta cosi` la partecipazione della Regione all´evento di Vienna. Le Marche da diversi anni sono impegnate attivamente sul fronte anti Ogm. La Regione su questo delicato argomento ha sempre dimostrato coerenza arrivando ad emanare la L.r. N. 5 del 3 marzo 2004, concernente ´Disposizioni in materia di salvaguardia delle produzioni agricole, tipiche di qualita` e biologiche´. Con questa legge e` stata vietata la coltivazione di Ogm sul territorio regionale e l´impiego di mangimi Ogm nell´alimentazione animale, provvedimenti che tutte le filiere produttive regionali sono in grado di rispettare. Ma l´impegno delle Marche e` partito ancor prima della legge 5, la nostra Regione e`, infatti, una delle dieci che nel 2003 fondarono la ´Rete delle Regioni e Autorita` Locali d´Europa´ libere da Ogm. Una rete via via allargatasi a cui oggi aderiscono ben 51 Regioni europee (www.Gmofree-euregions.net). Tra gli argomenti all´ordine del giorno a Vienna, anche il cambio della Presidenza e la Regione Marche si e` candidata per assumere questo importante incarico a livello europeo. ´Durante tutto questo anno ´ ricorda Petrini - hanno avuto luogo una serie di rilevanti eventi. Nel febbraio 2010 a Bruxelles, e` stata organizzata la seconda Conferenza sui mangimi non geneticamente modificati, che ha confermato la possibilita` di approvvigionare l´Europa con mangimi non Ogm. La Commissione europea ha inoltre emanato una nuova raccomandazione, nonche` proposto una modifica al regolamento vigente in materia, proponendo di delegare ai singoli Stati la possibilita` di vietare la coltivazione di Ogm in determinare regioni o determinate zone. Queste ultime proposte colgono alcuni principi provenienti dalla rete Ogm - free, che si sintetizzano nell´impegno a garantire l``assenza di contaminazione genetica delle colture e l´impegno a garantire alle regioni la liberta` di scelta´. Anche il mercato comincia a dar seguito alle preferenze espresse dai consumatori europei: la catena Carrefour, infatti, ha recentemente annunciato di etichettare oltre 300 prodotti a base di carne, latte e uova indicando l´utilizzo di mangimi senza Ogm. Questo, mentre in Italia la Coop e` stata gia` pioniera nel garantire prodotti senza Ogm.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA DOCENTE NELLE CAPITANERIE DI PORTO PER FILIERA ITTICA PIÙ SICURA  
 
Platessa o pangasio vietnamita venduti per sogliole, pesce topo per merluzzo, pagelli al posto dei dentici. Sono alcune esempi di frodi che si possono riscontare nella commercializzazione del settore ittico. Un fenomeno che colpisce i consumatori, ignari di acquistare una specie di minor valore commerciale pagandola per una più costosa, ma anche i pescatori che hanno difficoltà ad allocare il loro pescato migliore, perché il mercato è saturo di prodotti meno pregiati o di dubbia provenienza. Per arginare questo tipo di frode, ma anche per contenere le adulterazioni o le sofisticazione dei prodotti ittici, la Federcoopesca-confcooperative è impegnata in un progetto di formazione –con il contributo del Mipaaf– rivolto al Corpo delle Capitanerie di Porto, coinvolto nelle attività di controllo della filiera per verificare una corretta etichettatura. “Siamo convinti che l’esperienza pratica e diretta, unita ad un approfondimento della preparazione teorica consentirà di incrementare l’efficacia dei controlli” sottolinea Massimo Coccia, presidente Federcoopesca. Tra i temi che verranno affrontati nelle varie lezioni, che si svolgeranno in quindici direzioni marittime presenti lungo le coste italiane e presso la Dg peca di Roma, ci sono le indicazioni su come evitare le principali parassitosi dei prodotti della pesca, in particolare la temuta Anisakis incubo degli amanti del pesce crudo; le tecniche di riconoscimento del pescato, anche quando il prodotto è sul mercato in filetti e non più intero; come calcolare le dimensioni di pesci, molluschi e crostacei, per i quali si applicano le taglie minime di cattura per la loro commercializzazione. E poi tutte le normative comunitarie in materia di scurezza alimentare, pesca illegale e controlli.  
   
   
TERREMOTO, AGRICOLTURA; BANDO PER COPERTURA TOTALE DANNI  
 
Pescara - Il bando per la copertura totale dei danni causati dal terremoto alle aziende agricole è stato varato dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore allo Sviluppo agricolo, Mauro Febbo, a valere sulla misura 1.2.6. Del Piano di sviluppo rurale. "Per sostenere la ripresa dell´attività agricola nell´area colpita dal terremoto - ha spiegato Febbo - abbiamo attivato una apposita misura del Piano di sviluppo rurale che fa riferimento alle conseguenze derivanti dall´intervento di calamità naturali. Si tratta di una procedura molto complessa, che discende direttamente dai regolamenti comunitari e dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri per l´area colpita dal sisma. A differenza di altre misure - ha aggiunto ancora l´Assessore - in questo caso c´è la copertura del cento per cento del danno, a totale carico della parte pubblica". Gli aventi diritto alla specifica misura sono le aziende agricole che debbano o ripristinare le dotazioni aziendali, come i macchinari, ma sono previsti risarcimenti anche per la perdita di animali, o che debbano risistemare le infrastrutture edili. Per classificare la tipologia del danno si farà riferimento ai decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri, così come è previsto che l´accesso alla suddetta misura può essere complementare ad altro tipo di azione risarcitoria. "Ci auguriamo che il bando, che sarà pubblicato a breve - ha concluso Mauro Febbo - potrà essere appetibile per le aziende agricole del cratere, vista anche l´ agevolazione totale che viene offerta agli imprenditori. Questa è anche una prima concreta risposta al comitato della attività produttive per lo sviluppo e l´occupazione dell´area del sisma che ieri ha incontrato il presidente Chiodi".  
   
   
BARILLA, AL VIA L´ACCORDO PER LA FORNITURA DI GRANO DURO DI QUALITÀ VALIDO PER LA CAMPAGNA 2010-2011  
 
 Bologna - Al via il nuovo accordo per la fornitura di grano duro di qualità emiliano-romagnolo alla Barilla, promosso dalla Regione. Giunto ormai al quinto rinnovo, l’accordo valido per la campagna 2010-2011 rafforza in particolare la sua funzione di stabilità in un momento di grande volatilità dei prezzi e forti squilibri nei mercati delle commodities e degli investimenti produttivi poiché favorisce il mantenimento di rapporti di filiera a garanzia del reddito degli agricoltori nel lungo termine. I contenuti dell’intesa, che anche quest’anno introduce alcune novità e coinvolge l´intera filiera della pasta, saranno illustrati ai giornalisti martedì 16 novembre alle ore 11,15 a Bologna presso la sede della Regione (Sala di Giunta - 9° piano – viale Aldo Moro 52). Interverranno Tiberio Rabboni, assessore regionale all’agricoltura, Luca Virginio, direttore comunicazione e relazioni esterne della Barilla, Ercole Borasio consigliere delegato della Società Produttori Sementi, Alberto Stefanati presidente di Op (Organizzazione Produttori) Ciaad Grandi Colture; Angelo Barbieri, presidente Fits (Filiera Italiana Trading Seminativi), in rappresentanza dell’Op Cereali Emilia-romagna e del Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza, Lamberto Colla direttore del Consorzio Agrario di Parma e Paolino Fini presidente della Società cooperativa Capa di Ferrara.  
   
   
PARMA: SVILUPPO AGROAMBIENTALE: DAL PRIP OLTRE 10 MILIONI DI EURO AL VIA DUE BANDI PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DEI TERRENI AGRICOLI, IL RIPRISTINO DI SPAZI NATURALI E PER SOSTENERE GLI INVESTIMENTI NON PRODUTTIVI.DOMANDE ENTRO IL 15 DICEMBRE  
 
Ammontano a oltre 10 milioni e 220mila euro le risorse messe a disposizione dalla Provincia per lo sviluppo agroambientale nell’ambito del Prip (Programma rurale integrato provinciale), il documento di programmazione che delinea le politiche di sviluppo rurale nel nostro territorio per i prossimi anni e i fondamentali indirizzi della spesa. Due i nuovi bandi appena approvati dalla giunta provinciale. Il primo, ai sensi della misura 214 “Pagamenti agroambientali”, prevede un contributo di 10 milioni di euro per favorire un utilizzo e una gestione sostenibile dei terreni agricoli della provincia; il secondo mette a disposizione delle aziende agricole 223mila euro per incentivare il ripristino di spazi naturali e seminaturali e sostenere gli investimenti non produttivi (misura 216 e azione 3 del Prip). “I due bandi, che costituiscono un ulteriore tassello del Prip, mettono al centro una questione essenziale per il nostro futuro, la sostenibilità – ha sottolineato il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, presentando i due bandi questo pomeriggio in Provincia –. Si tratta di risposte importanti che diamo al mondo agricolo, sostegni concreti che risultano ancora più fondamentali in questo momento di difficoltà”. Con questa nuova “tranche” di interventi si mettono dunque a disposizione del territorio altri 10 milioni e 223mila euro, che si aggiungono a quelli già messi a bando dall’Ente di piazza della Pace, come ha spiegato il dirigente del Servizio Agricoltura e Risorse naturali della Provincia Vittorio Romanini: “Con queste due nuove misure, sono dieci i bandi approvati quest’anno dalla Giunta per un totale di 20 milioni di euro destinati a tutto il settore agricolo del territorio”. Il primo bando “Pagamenti agro ambientali” mette a disposizione delle aziende agricole 10 milioni di euro. Trattandosi di impegni pluriennali (per gli anni 2011, 2012 e 2013), la disponibilità per i pagamenti annuali è di oltre 3 milioni e 300mila euro. “L’obiettivo delle nove azioni del bando è quello di promuovere un’agricoltura sostenibile - ha spiegato Francesco Rozzi del Servizio Agricoltura della Provincia -. In particolare, promuovendo la salvaguardia della risorsa acqua, la tutela del suolo, la salvaguardia e la valorizzazione della biodiversità, del paesaggio agrario e il miglioramento della qualità dell’aria”. Novità del bando di quest’anno è che potranno accedere ai contributi anche i bieticoltori, che stanno attraversando un periodo di grande difficoltà. Inoltre, per favorire la realizzazione di alcuni interventi ritenuti prioritari, sono assicurate riserve finanziarie a favore dell’Azione 2 “Produzione biologica” pari a 1 milione e 330mila euro, e dell’Azione 8 “Regime sodivo e praticoltura estensiva” di 1 milione di euro. Il bando prevede due tipologie di aiuto: premi annui per ettaro di superficie coltivata e, per l’Azione 5, premi annui per Unità di Bestiame Adulto (Uba). All’interno di queste tipologie, le singole azioni prevedono differenziazioni del sostegno. Sono previsti massimali di aiuto: 600 euro/ha per le colture annuali, 900 euro/ha per le colture perenni specializzate e 200 euro/Uba per le razze locali minacciate di abbandono. Il secondo bando, “Ripristino di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario” e “Sostegni agli investimenti non produttivi”, mette a disposizione delle aziende agricole 223mila euro per incentivare il ripristino degli elementi naturali delle aree agricole e, in particolare, per favorire la tutela degli agroecosistemi e della loro fauna e flora, comprese le specie di interesse comunitario. Per accedere al contributo occorre realizzare, esclusivamente nelle aree di pianura e collina, uno o più elementi, naturali e seminaturali: siepi, anche alberate, per ridurre il fenomeno di trasporto di elementi inquinanti, boschetti, stagni, laghetti e bacini per la fitodepurazione delle acque. Per le medesime superfici oggetto di intervento, si deve obbligatoriamente aderire anche all’Azione 9 della Misura 214 “Pagamenti agro ambientali” (Conservazione di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario). Il contributo è proporzionato alla superficie effettivamente investita a elementi naturali e paesaggistici, comprese le relative fasce di rispetto: 0,4 euro/mq per la pianura e 0,2 euro/mq per la collina. Per entrambi i bandi, le domande di contributo devono essere presentate entro il 15 dicembre 2010, alla Provincia o a una delle Comunità montane, a secondo del territorio, utilizzando l’apposita modulistica e il Sistema operativo pratiche di Agrea www.Agrea.regione.emilia-romagna.it/  Per eventuali chiarimenti ci si può rivolgere al Servizio Agricoltura e Risorse naturali della Provincia (Francesco Rozzi, f.Rozzi@provincia.parma.it ). I bandi sono scaricabili dai siti www.Provincia.parma.it/  e www.Agriparma.it/    
   
   
AGRICOLTURA FVG: BIODIVERSITA´ CONTRO L´OMOLOGAZIONE  
 
Gemona - "Il mantenimento nell´agricoltura di tutte le diversità biologiche possibili è strettamente correllato al perseguimento degli stessi obiettivi per quanto concerne la cultura e l´identità: in tal senso la globalizzazione non rappresenta una minaccia d´omologazione, bensì un´opportunità per farsi riconoscere". E´ quanto ha affermato l´assessore regionale alle Risorse rurali e agro-alimentari, Claudio Violino, al convegno sulle "Razze animali locali in via di estinzione" organizzato il 13 novembre , nell´ambito della 11/esima edizione della festa "Gemona formaggio… e dintorni", dall´Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia. L´incontro è stato preceduto dall´inaugurazione della manifestazione che valorizza le tradizioni e i prodotti eno-gastronomici del territorio. Oltre alla partecipazione degli espositori di formaggio, l´iniziativa offre diversi mercatini; una festa dell´Amicizia con i Comuni gemellati di Bled (Slovenia) e Velden (Austria); la Giornata del Ringraziamento, che si terrà domani mattina e alla quale parteciperà il presidente della Regione, Renzo Tondo. L´agricoltura regionale, ha sottolineato nel suo intervento l´assessore Violino, si trova oggi a un bivio: "O continua - ha spiegato - con investimenti pesantissimi nell´agricoltura industriale, dove però non potrà mai competere con i minori costi di produzione praticati in Cina, Argentina o Ucraina, oppure sceglie un´alternativa". Per l´esponente dell´esecutivo regionale, l´unica strada percorribile di sviluppo del settore primario "è quella che lega la qualità della produzione al territorio: bisogna quindi ´griffare´ l´agricoltura e fare in modo che il consumo dei prodotti tipici, profondamente diversi da quelli grigi e anonimi delle multinazionali, diventi una moda". A titolo di esempio, l´assessore Violino ha indicato il modello di sviluppo economico della Catalogna: "I catalani hanno capito - ha rilevato - che per essere competitivi nel mondo devono nel confronto con gli altri puntare sull´originalità: quindi sulla lingua, identità e sostenibilità". Nel corso del convegno è stata messa in rilievo la necessità del mantenimento della biodiversità nell´agricoltura e sono stati presentate le attività già avviate e quelle ancora da realizzare nell´ambito del progetto comunitario, finanziato anche dalla Regione, riguardante il rilancio delle razze animali locali a rischio d´estinzione. I bovini allevati nel passato sul territorio regionale si sono evoluti con il territorio. Nel secondo dopoguerra si sono però imposte in numero crescente le razze cosmopolite (Frisona, Bruna, Pezzata rossa) a scapito di quelle locali (Pezzata rossa friulana, Pinzgau, Pustertaler) con la conseguente perdita della preziosa informazione genetica. Per gli allevatori è necessaria una modifica del criterio con il quale vengono a loro erogati i premi per l´allevamento dei bovini minacciati dall´estinzione: in tal senso, oltre alla griglia numerica, bisognerebbe considerare anche i valori storici, culturali, ambientali, scientifici e turistici del territorio da loro presidiato e curato. Oltre a ciò, le razze animali locali dovrebbero secondo i relatori essere prese in considerazione anche per la loro capacità di produrre, rispetto alle razze cosmopolite, meno gas metano. Significativa è stata dal punto di vista della salvaguardia del territorio la testimonianza presentata al convegno relativa all´allevamento dell´agnello d´Alpago. Hanno partecipato all´incontro il consigliere regionale Enore Picco, il sindaco di Gemona Paolo Urbani, il presidente dell´Associazione regionale Allevatori Luca Vadori, Simonetta Dovier (Ersa), Riccardo Fortina (Università di Torino), Stefano Bovolenta (Università di Udine), Fabio Damuzzo (Gruppo Allevatori Custodi), Alessandro Fullin (Associazione Fardjma), Martino Cassando (Università di Padova).  
   
   
REGIONE MARCHE A VIENNA PER L´OTTAVA CONFERENZA DELLA RETE OGM ´ FREE.  
 
´L´ottava Conferenza delle Regioni Ogm-free, organizzata a Vienna il 22 e 23 novembre prossimi, affrontera` le variazioni legislative proposte per mantenere un modello di agricoltura basato sulla qualita` e sulla territorialita` delle produzioni. Un appuntamento importante per il protagonismo delle Marche sul versante della genuinita` e qualita` delle produzioni agricole. La Conferenza servira` inoltre come momento di riflessione sulle politiche regionali nel quadro della nuova Politica Agricola Comune 2014-2020 a seguito della prevista comunicazione del Commissario Ciolos del 17/11/2010´. Paolo Petrini, vice presidente della Giunta regionale e assessore all´Agricoltura, commenta cosi` la partecipazione della Regione all´evento di Vienna. Le Marche da diversi anni sono impegnate attivamente sul fronte anti Ogm. La Regione su questo delicato argomento ha sempre dimostrato coerenza arrivando ad emanare la L.r. N. 5 del 3 marzo 2004, concernente ´Disposizioni in materia di salvaguardia delle produzioni agricole, tipiche di qualita` e biologiche´. Con questa legge e` stata vietata la coltivazione di Ogm sul territorio regionale e l´impiego di mangimi Ogm nell´alimentazione animale, provvedimenti che tutte le filiere produttive regionali sono in grado di rispettare. Ma l´impegno delle Marche e` partito ancor prima della legge 5, la nostra Regione e`, infatti, una delle dieci che nel 2003 fondarono la ´Rete delle Regioni e Autorita` Locali d´Europa´ libere da Ogm. Una rete via via allargatasi a cui oggi aderiscono ben 51 Regioni europee (www.Gmofree-euregions.net). Tra gli argomenti all´ordine del giorno a Vienna, anche il cambio della Presidenza e la Regione Marche si e` candidata per assumere questo importante incarico a livello europeo. ´Durante tutto questo anno ´ ricorda Petrini - hanno avuto luogo una serie di rilevanti eventi. Nel febbraio 2010 a Bruxelles, e` stata organizzata la seconda Conferenza sui mangimi non geneticamente modificati, che ha confermato la possibilita` di approvvigionare l´Europa con mangimi non Ogm. La Commissione europea ha inoltre emanato una nuova raccomandazione, nonche` proposto una modifica al regolamento vigente in materia, proponendo di delegare ai singoli Stati la possibilita` di vietare la coltivazione di Ogm in determinare regioni o determinate zone. Queste ultime proposte colgono alcuni principi provenienti dalla rete Ogm - free, che si sintetizzano nell´impegno a garantire l``assenza di contaminazione genetica delle colture e l´impegno a garantire alle regioni la liberta` di scelta´. Anche il mercato comincia a dar seguito alle preferenze espresse dai consumatori europei: la catena Carrefour, infatti, ha recentemente annunciato di etichettare oltre 300 prodotti a base di carne, latte e uova indicando l´utilizzo di mangimi senza Ogm. Questo, mentre in Italia la Coop e` stata gia` pioniera nel garantire prodotti senza Ogm.  
   
   
BOLZANO, RABBIA: NUOVA CAMPAGNA VACCINAZIONI DAL 16 NOVEMBRE  
 
Da martedì 16 novembre viene avviata la terza campagna di vaccinazioni antirabbia nel 2010. A livello provinciale saranno 67.000 i bocconi con il vaccino destinati alle volpi ad essere lanciati dagli eleicotteri ad una quota fino a 1500 metri sul livello del mare. La Provincia di Bolzano partecipa così alla vasta campagna di vaccinazione attivata nel Nord-est. Come comunica il vice Veterinario provinciale, Ernst Stifter, in Alto Adige finora sono cinque di casi di rabbia registrati fra le volpi, mentre in Trentino sono stati 8, in Friuli-venezia Giulia 14 ed in Veneto in totale 180. Da domani, martedì 16 novembre prenderà il via la terza campagna di vaccinazione che dovrebbe concludersi in circa otto giorni. Per ogni chilometro quadrato, fino ad una quota di 1.500 metri sul livello del mare, saranno lanciati una trentina di bocconi, per un totale di 67.000. Le operazioni saranno eseguite dal Servizio veterinario provinciale. Dopo la distribuzione dei bocconi per una decina di giorni non si potrà andare a caccia con i cani. Come fà presente, Paolo Zambotto, direttore del servizio, è consigliabile non toccare i bocconi, anche se non sono dannosi per i cani qualora ne ingoiassero uno o più di uno.  
   
   
IN VIETNAM SIGLATO UN CONTRATTO DI COLLABORAZIONE PER CINQUE ANNI TRA LA CAMERA DEL COMMERCIO DI SIENA E QUELLA VIETNAMITA. PER LA PRIMA VOLTA LE TRE DENOMINAZIONI TOSCANE, BRUNELLO DI MONTALCINO, CHIANTI CLASSICO E VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO, SI PRESENTANO IN QUESTO NUOVO MERCATO  
 
Si sta avviando alla conclusione il tour dei paesi orientali delle tre grandi denominazioni toscane, Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Vino Nobile di Montepulciano, che ancora una volta, sotto il marchio dei tre cipressi (I Tre Maestri di Toscana), si sono fatte strada prima alla fiera internazionale di Hong Kong, poi a Shangai dove oltre trenta aziende sono state protagoniste di un evento di incontro e degustazione con oltre cento operatori organizzato in collaborazione con l’Enoteca Italiana di Siena presso la sede Yishang. Altre buone notizie arrivano dalla delegazione delle tre denominazioni inviata in Vietnam dove, grazie alla Camera del Commercio, in collaborazione con Provincia e Promosiena, è stato realizzato un seminario con degustazione guidata dei vini dei Tre Maestri Toscani: con oltre 80 milioni di abitanti il Vietnam può infatti rappresentare per il mercato del vino toscano un hub strategico in Oriente. Nel primo giorno del tour vietnamita, che ha fatto tappa nella città di Hanoi, i tre consorzi toscani insieme alla Camera di Commercio di Siena sono stati ricevuti oltre che dall’Ambasciatore italiano Andrea Perugini, anche dal vice presidente della Camera di Commercio vietnamita Pham Gia Tuc. Tra le due istituzioni è stato stipulato un contratto di collaborazione per facilitare gli scambi commerciali tra i due paesi che avrà una durata di 5 anni a partire dal 2011. «Il vino toscano di qualità sarà l’ambasciatore di eccellenza del Made in Italy nel nostro mercato - ha detto Pham Gia Tuc – noi crediamo infatti che si debba partire dal palato per conquistare il cuore del consumatore vietnamita». L’ambasciatore Perugini ha tuttavia fatto presente che pur essendo il nostro Paese già ben conosciuto e apprezzato in Vietnam, la strada da percorrere è ancora lunga: per quanto riguarda gli scambi commerciali l’Italia è infatti solo al diciannovesimo posto a livello internazionale e al quinto rispetto all’Ue. Soddisfazione anche per il Presidente della Camera di Commercio di Siena, Massimo Guasconi, che ha firmato l’accordo. Il fascino dell’Italia sul consumatore vietnamita è grande e molte imprese sono già consolidate sul mercato, come Piaggio per esempio che di Vespa ha fatto un vero e proprio status symbol; per questo ci sono buone prospettive di accrescere la presenza di altre imprese italiane, anche medio-piccole. Ma non è tutto, l’Italia è protagonista anche in altri settori: proprio nel 2010, anno in cui si celebra il millenario della fondazione di Ha Noi, Renzo Piano ha ottenuto l’incarico per la progettazione del nuovo teatro dell’Opera di Ha Noi. Un’ottima occasione per brindare nuovamente con le eccellenze enologiche toscane. Il tour vietnamita dei Tre Maestri si concluderà il 10 novembre ad Ho Chi Minh, altra città strategica  
   
   
DAL 4 ALL´8 DICEMBRE OLIO IN FESTA A VOLTERRA (PI)LA TERZA EDIZIONE DI “PRIMO OLIO” PORTA IN ASSAGGIO PER LA CITTA´ IL PREZIOSO ORO VERDE LOCALE. MERCOLEDI´ 8 DICEMBRE LE PREMIAZIONI DEL CONCORSO “LISCIO COME L’OLIO”,CHE ELEGGERA´ I MIGLIORI OLI PISANI  
 
Cinque giorni da non perdere tutti dedicati all´extravergine locale fra stand, degustazioni, eventi nei ristoranti e l´originale “Oil Bar” Dal 4 all´8 dicembre Volterra rinnova l´imperdibile appuntamento con Primo Olio, facendosi insieme capitale e portavoce dell´eccellenza dell´olio extravergine di oliva pisano. Giunta alla sua sesta edizione, la rassegna promuove il gustoso oro verde attraverso concorsi, stand e degustazioni pensate per il pubblico di curiosi ed appassionati. L´imperativo anche quest´anno è far conoscere e valorizzare questo magnifico prodotto e la sua secolare tradizione radicata nel territorio, conferendogli un ruolo da protagonista al fianco delle altre eccellenze enogastronomiche locali. Sabato 4 (dalle 16 alle 20) e da Domenica 5 a Mercoledi´ 8 Dicembre (dalle 10 alle 20), i porticati delle antiche Logge di Piazza de´ Priori ospiteranno l´originalissimo Oil Bar, con esposizione ed assaggio di tutti gli oli che hanno partecipato alla selezione del concorso “Liscio Come L’olio”. Un´occasione da non perdere per assaggiare i risultati dell´ultima raccolta, con un´ampia panoramica sul territorio e la sua tradizione produttiva. Alle ore 17 di Sabato e Domenica inoltre, presso la Saletta del Giudice Conciliatore del Palazzo dei Priori, si terranno una serie di interessantissime e coinvolgenti degustazioni guidate da professionisti del settore, alle quali si potrà partecipare come semplici spettatori o come veri e propri assaggiatori. La divulgazione delle produzioni di qualità, una delle novità di questa edizione di Primo Olio, passerà attraverso il Coinvolgimento Dei Ristoratori Locali. I campioni di olio risultati extravergini nella preselezione del concorso verranno infatti abbinati e forniti ai ristoranti partecipanti secondo un ordine casuale, in modo da poterli fare degustare a clienti, turisti, visitatori, insieme ad altri prodotti della Filiera Corta. Un vetrina unica per scoprire sulla tavola quanto di buono questo territorio è in grado di fare. Momento clou della settimana sarà la scelta dei vincitori per il concorso “Liscio Come L’olio Vi Edizione – Miglior olio di prima frangitura di produzione della provincia di Pisa” che premierà i migliori oli extravergini di oliva di prima spremitura per le seguenti categorie: fruttato leggero, fruttato medio, fruttato intenso, biologico e I.g.p. Menzione geografica dei Monti Pisani I campioni in gara parteciperanno in forma anonima e saranno sottoposti all’esame organolettico di una commissione scientifica e qualificata composta da assaggiatori abilitati appartenenti al Comitato di Assaggio Interprofessionale della Camera di Commercio di Pisa. Tra gli oli extravergini selezionati si premieranno i primi tre migliori per ogni gruppo, che verranno poi riproposti alla selezione finale per determinare primo e secondo classificato di ogni categoria. La premiazione delle aziende vincitrici si svolgerà Mercoledì 8 Dicembre alle 16:30 presso la Sala del Maggior Consilio di Palazzo de´ Priori. Primo Olio è un evento realizzato dal Comune di Volterra, la Camera di Commercio di Pisa, il Consorzio Produttori Olio delle Colline di Pisa in collaborazione con l’Associazione Ascoe ( Associazione Assaggiatori e Cultori Olio Extra Vergine di Oliva ) e Comitato Filiera Corta Agroalimentare del Volterrano. Per informazioni 0588.33233  
   
   
DOPO IL VINO ROSSO IGT TOSCANA, PRODOTTO NELLA TENUTA MARSILIANA IN MAREMMA, ANCHE L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA DI VILLA LE CORTI, NEL CHIANTI CLASSICO. PRINCIPE CORSINI PROSEGUE NELLA QUADRATURA DEL CERCHIO, CONTENENDO IL PREZZO, SALVAGUARDANDO LA QUALITÀ E L’AMBIENTE  
 
Per i regali sarà disponibile in bag in box da tre litri. Principe Corsini prosegue nella Quadratura del cerchio, contenendo il prezzo, salvaguardando la qualità e l’ambiente. Al posto di 4 bottiglie, 4 tappi, 4 capsule, 4 etichette e 4 controetichette c’è un contenitore con maniglia e rubinetto, avvolto in una scatola di cartone, pratico e sobrio, facilmente trasportabile, che garantisce un’ottima conservazione dell’olio. Ideale per le famiglie e concepito per inquinare meno. Nella grande villa che domina le colline di San Casciano Val di Pesa, a Le Corti, si conserva una delle più antiche orciaie, dichiarata monumento nazionale. Qui, Principe Corsini produce due oli: l’Extravergine e il Dop Chianti Classico Biologico. Dopo aver esaurito, a giugno, l’annata precedente, il 2010 si annuncia generoso per qualità e quantità. Come è tradizione il frantoio di Villa Le Corti è aperto agli altri produttori dalla terza settimana di ottobre. È importante ricordare che le olive per l’Extravergine vengono lavorate entro dodici ore dalla raccolta mentre quelle destinate al Dop entro sei ore dalla raccolta. Da quest’anno, l’Extravergine viene proposto anche nella pratica ed ecologica confezione bag in box come avviene già per l’Igt Toscana, prodotto nella Tenuta Marsiliana, sulla costa tirrenica. Olio Extravergine d’Oliva Le Corti Formati disponibili: bottiglia bordolese da 0,375 lattina in metallo grezzo 0,500 litri bottiglia bordolese 0,75 litri lattina in metallo grezzo 5 litri Bag in Box 3 litri Dop Chianti Classico Biologico Le Corti Formati disponibili: bottiglia bordolese da 0,250 litri in cassa da 12; bottiglia bordolese da 0,500 litri in cassa da 6; bottiglia bordolese da 0,75 litri in cassa da 6. Info@principecorsini.com  
   
   
LIFE OF WINE VIAGGIO NELLE ETÀ DEL VINO  
 
“Life of Wine – viaggio nelle età del vino”, evento unico nel suo genere ed alla prima edizione, entrerà quest´anno nel programma della Biennale Enogastronomica Fiorentina (www.Biennaleenogastronomica.it), che si ripeterà ogni anno, nelle maggiori città italiane. Life of Wine è una kermesse ideata da Studio Umami per accrescere la conoscenza del pubblico di enoappassionati e per dare l´opportunità agli addetti al settore (enotecari, ristoratori, sommelier e giornalisti) di comprendere l´evoluzione dei vini nel tempo. Sarà una degustazione aperta al pubblico allestita con banchi di assaggio in cui saranno presenti 25 aziende selezionate ed altrettanti produttori: saranno proprio loro – in rari casi gli enologi - a spiegare, attraverso due vecchie annate ed una in commercio, la loro storia e l´evoluzione dei vini nel tempo. A fine degustazione, alle ore 21, avrà inizio la cena "A tavola con il mio produttore": ogni partecipante avrà la possibilità, previa prenotazione e disponibilità, di cenare a fianco dei suoi vignerons preferiti. I piatti saranno abbinati con le annate più recenti, mentre con la pietanza più importante verrà servita una vecchia annata. Life of Wine darà la possibilità di degustare annate difficilmente rintracciabili sul mercato e per questo ancora non pienamente apprezzabili ai più. L´intento è quello di far sì che anche in Italia, come già accade in altri paesi, l´invecchiamento diventi cultura e si ponga come la via più corretta per apprezzare vini dal lungo percorso Domenica 21 novembre 2010 – Da Burde – Firenze Dalle ore 15 alle ore 20.30 – a seguire cena “A tavola con il mio produttore” Ingresso: 20 euro con degustazione; 40 euro degustazione e cena Prenotazione obbligatoria allo 055.317206  
   
   
PREMIO ENOLOGICA 2010 ALLO CHEF LUCA MARCHINI DEL RISTORANTE “L’ERBA DEL RE” DI MODENA  
 
Alla Locanda Vite di San Patrignano sfida tra chef dell’Emilia Romagna, preludio a Enologica, Salone del vino e del prodotto tipico in programma a Faenza dal 19 al 21 novembre. Le premiazioni ufficiali si svolgeranno Lunedì 22, nella giornata riservata agli operatori nell’ambito della rassegna Il Teatro dei cuochi. Si chiama “Puntinismo”. Non è una corrente pittorica o di pensiero, né una nuova regola grammaticale bensì un dolce. Preparato con Parmigiano Reggiano e pere Igp è il piatto che si è aggiudicato il premio Enologica 2010 durante la sfida tra chef che si è svolta ieri alla Locanda Vite di San Patrignano, anticipazione del Salone del vino e del Prodotto Tipico dell’Emilia-romagna in programma a Faenza dal 19 al 21 novembre (22 novembre giornata dedicata agli operatori). Ad interpretare la cucina modenese con il paniere di prodotti tipici del territorio (Parmigiano Reggiano e pere Igp) lo chef Luca Marchini del Ristorante “L’erba del Re” di Modena. Abbinato al Lambrusco di Sorbara del fondatore 2009 dell’azienda Chiarli di Modena, il piatto si è aggiudicato la seconda edizione di questo riconoscimento, degustato e valutato da una giuria di esperti. A contendersi gli altri Premi i migliori chef dell’Emilia Romagna che hanno preparato e presentato un piatto utilizzando prodotti Dop o Igp dell’Emilia Romagna, abbinandovi un vino scelto dall’Enoteca regionale. Nove le province coinvolte, da Piacenza a Rimini, ognuna rappresentata da un cuoco (aderente all’Associazione Chef to Chef dell’Emilia Romagna che riunisce i migliori chef della Regione). Oltre al riconoscimento del Premio Enologica la giuria ha assegnazione altri premi: Il Premio per il miglior Matrimonio è stato assegnato ad Andrea Bartolini della Terrazza Bartolini di Milano Marittima (Ravenna). Con un paniere di prodotti composto da pesce dell’Adriatico e Olio extravergine di Brisighella, ha realizzato un piatto con saraghina, patate e fumo, abbinato a un’Albana di Romagna secca As 2009 della fattoria Zerbina. Il Premio per il miglior Tradimento è andato allo chef Pierluigi Di Diego del Ristorante Don Giovanni (Ferrara). Con un paniere composto di Caccia di valle e Riso del Del Delta, ha realizzato un riso del Delta con ragù di caccia, salsa di carrube, e petto glassato di alzavola, abbinato a un Bosco Eliceo Fortana frizzante 2009, dell’azienda Mattarelli. Il riconoscimento del Piatto rispettoso della classicità è andato a Carla Aradelli del Ristorante Riva di Ponte dell´Olio (Piacenza). Il piatto realizzato ha visto pisarei con salsiccia e gutturnio su passata di fagioli borlotti (paniere di salumi piacentini), a cui è stato associato un Ageno 2005 dell’azienda La Stoppa. La Miglior valorizzazione del Prodotto a Roberto Pongolini del Ristorante La Cucina di Roberto a Felino (Parma). Il piatto ha visto una torretta di maialino marinato alla birra di Parma, con pop corn di cotenna di prosciutto e balsamico al pomodoro, con un paniere composto dal Prosciutto di Parma. Il vino è stato un Lambrusco 2009, dell’azienda Monte delle vigne. L’interpretazione più creativa arriva da Reggio Emilia, con Andrea Incerti Vezzani del Ristorante Ca´ Matilde di Quattro Castella. Con un paniere di Parmigiano Reggian e Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia, ha realizzato una Creme broule di zucca, sbrisolona di parmigiano reggiano e animelle all’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emili, abbinato a un Reggiano lambrusco concerto 2009 di Ermete Medici. Miglior paesaggio di produzione è stato giudicato il piatto di Marco Fadiga, del Marco Fadiga Bistrot di Bologna. Con un paniere di cipolla di Medicina, ha realizzato un soufflé di formaggi freschi con composta di cipolla di Medicina e ananas, frutta secca e cerfoglio. Il vino abbinato è stato un pignoletto frizzante dei Colli bolognesi 2009 dell’azienda agricola Isola. La migliore Interpretazione che ha reso omaggio alla semplicità arriva da Cesenatico con Alberto Faccani del Ristorante Magnolia, che ha realizzato un Royale di carni con pecorino di fossa e vitellone di razza romagnola (Paniere: Formaggio di Fossa, Cardo gobbo, vitellone di razza romagnola), abbinato a un Sangiovese di Romagna Superiore Prugneto 2008 del Podere dal Nespoli. Il Miglior Racconto è di Fabio Rossi del Ristorante Vite di San Patrignano (Rimini). Con un paniere composto da Squacquerone e Maiale di mora romagnola, ha realizzato il Risotto vite. Il vino che ha accompagnato il piatto un Sangiovese di Romagna riserva avi 2006 di San Patrignano. La giuria che ha degustato e valutato i piatti era composta da Giorgio Melandri (giornalista e curatore Enologica), Matteo Tambini (cuoco e collaboratore Enologica), Andrea Grignaffini (giornalista enogastronomico), Fabio Ravaioli (produttore), Alessandra Meldolesi (giornalista), Paola Mambelli (dirigente scolastico Iis Bartolomeo Scappi Castel San Pietro), Alberto Rinieri (gourmet). La premiazione ufficiale di tutti i vincitori avverrà nel Teatro dei Cuochi in programma lunedì 22 novembre, ultima giornata di Enologica a Faenza, dedicata agli operatori del settore  
   
   
LA DOLCEZZA DEL NATALE LAZZARONI: I BISCOTTI LAZZARONI E IL CLASSICO PANETTONE IN FORMATO “CHRISTMAS PACK”  
 
Lazzaroni presenta per il prossimo Natale una serie di golosità in formati speciali, studiati appositamente per l’occasione. “Christmas Packs” che donano un tocco di magia a prodotti unici realizzati, ancora oggi, con le ricette storiche della famiglia Lazzaroni: la naturale bontà pasticcera. Numerosi formati per assicurare a tutti la possibilità di trovare il regalo giusto o la confezione più adatta da mostrare durante le feste natalizie: Latta Elite La latta “Elite” racchiude una selezione della piccola pasticceria Lazzaroni: Amaretti di Saronno, Velieri, wafers ed altre specialità con cioccolato, nocciole e cacao. Pasticcini dal gusto delicato conservati nella classica latta Lazzaroni decorata per l’occasione con una fascia rossa e oro. Latta Litografata Latta litografata rossa, prodotta in edizione limitata per le festività natalizie. Sulla superficie della scatola sono ritratte due bambine che aprono una confezione di dolci Lazzaroni, una litografia che ricorda le immagini pubblicitarie del passato e che rievoca la tradizione e la dolcezza del suo contenuto. Panettone Il panettone Lazzaroni è realizzato seguendo l’antica ricetta tradizionale del panettone di Milano: 35 ore di lavorazione con l’impiego di materie prime selezionate e di altissima qualità. L’utilizzo del lievito naturale, inoltre, lo rende più soffice, ne esalta l´aroma e gli conferisce la caratteristica forma alta. Panettone In Scatola Un’ allegra scatola colorata in cartone rosso (disponibile anche nella variante blu o con una fantasia natalizia) impreziosite da un nastro in raso, è l’ideale per dare un tocco di allegra raffinatezza al panettone. Panettone Incartato Il Panettone Lazzaroni è incartato a mano con una raffinata carta bianca con loghi dorati e fiocco rosso o in un esclusivo sacchetto di raso ricamato in oro. Panettone Farcito Al Gianduia Una versione inedita con farcitura al gianduia. Incartato a mano in una raffinata carta bianca con loghi dorati e fiocco marrone. Pandoro Il classico pandoro Lazzaroni si veste di nuovo per il Natale 2010. Incartato a mano con una raffinata carta bianca con logo dorato e fiocco rosso  
   
   
PRESENTATI IN PIEMONTE L´ANDAMENTO DEL COMPARTO VITIVINICOLO E LA VENDEMMIA 2010  
 
 Nella conferenza stampa di ieri, con la partecipazione dell’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto, sono stati presentati i dati economici produttivi del comparto vitivinicolo piemontese e la qualità della vendemmia 2010. La produzione di vino in Piemonte nel 2010 è stata stimata in 3 milioni di ettolitri (+ 6% rispetto al 2009), che corrisponde a circa il 6,5% della produzione nazionale stimata in 44,5 milioni di ettolitri. Sul piano della qualità, dallo studio e analisi sulla maturazione delle uve, svolte dalla Vignaioli Piemontesi, l’annata 2010 si presenta complessivamente più che buona, con alcuni ottimi per i vitigni Arneis, Cortese, Favorita, Freisa, Pelaverga, Nebbioli del nord Piemonte, e una eccellenza riferita ai Nebbioli del Piemonte sud. Sul piano dei grandi numeri la vitivinicoltura piemontese rappresenta: 50.000 ettari di vigneto, 18.000 aziende vitivinicole, 54 cantine sociali, 280 imprese agroindustriali, 325 milioni di euro come valore vino a prezzi di base, 17 vini a Docg e 44 a Doc. Un elemento significativo è il valore dell’export che nel 2009, pur in un anno di flessione,è stato di 1.056 milioni di euro (il 16% dell’export nazionale di vino, e il 32% dell’export agroalimentare piemontese). I dati dei primi 6 mesi del 2010 registrano un aumento dell’8% rispetto al precedente periodo 2009. Il Piemonte esporta circa il 60% dei suoi vini (il 30% sui mercati Ue e il 70% su quelli extra Ue), vanno all’estero 60 milioni di bottiglie di Asti Docg, 9 milioni di bottiglie di Moscato d’Asti, 7 milioni di bottiglie di Barolo, 2,5 di Barbaresco. L’assessore Sacchetto ha ricordato le iniziative e gli stanziamenti a sostegno del sistema vitivinicolo, tra i quali nel 2011 prevedono 8 milioni di euro per la promozione sui Paesi terzi, 3 milioni di euro per la promozione sulla misura 133 del Psr, oltre 4 milioni di euro per il finanziamento di progetti di ristrutturazioni e riconversioni dei vigneti. Sacchetto ha parlato degli accordi interprofessionali raggiunti che, nel 2010, oltre all’accordo sul Moscato e sul Brachetto, vedono per la prima volta l’accordo sul Gavi; e dunque, sulla necessità di far evolvere sempre più gli accordi di filiera, non solo per riequilibrare i rapporti, ma come elemento di modernizzazione, utile per affrontare il mercato e la globalizzazione. Tra gli elementi di novità, Sacchetto si è impegnato per una ripresa degli interventi contro la Flavescenza Dorata, una pericolosa malattia delle viti che ha dato segnali di recrudescenza. Altro impegno è quello sulla distillazione per risolvere le eccedenze di vino, che accomuna tutte le regioni dopo due anni di crisi; l’assessore ha comunicato dell’accordo di massima raggiunto dalle regioni, con il quale ogni regione potrà rimodulare la propria quota di risorse dell’Ocm Vino, destinandone una parte per la distillazione. Il successo registrato nei primi mesi di vita dal nuovo Museo del Vino di Barolo, l’esperienza delle Enoteche Regionali, ci fanno capire la necessità di tutelare e salvaguardare sempre più il paesaggio agrario e rurale e i territori del vino per i quali è in corso la candidatura al riconoscimento Unesco. Un impegno che deve riguardare tutte le amministrazioni; una tutela che deve cominciare fermando il dilagare degli impianti di pannelli fotovoltaici. Infine l’impegno, manifestato da Sacchetto come obiettivo primario fin dal suo insediamento, per alleggerire l’elefantiaco sistema burocratico e di controlli che grava sulle aziende agricole; che deve cominciare pensando alle aziende nella interpretazione e applicazione delle norme e leggi nazionali e dell’Unione Europea. E su questo, l’assessore ha preso i primi contatti con il Ministero per la Semplificazione amministrativa per avviare questo nuovo e virtuoso processo.  
   
   
COINTREAU PRESENTA “MY PRIVATE COINTREAU COFFRET” BY DITA VON TEESE  
 
Un prezioso cofanetto rosa per custodire i segreti più intimi e gustare in compagnia un delizioso cocktail a base di Cointreau Cointreau presenta per il prossimo Natale My Private Cointreau Coffret, un prezioso cofanetto realizzato in soli 500 pezzi in tutto il mondo in collaborazione con Dita Von Teese, regina del Burlesque e Brand Ambassador di Cointreau. ”Amo combinare eleganza e trasgressione” commenta Dita Von Teese “e My Private Cointreau Coffret nasce da un’idea stupenda: aggiungere un tocco di mistero all’arte di realizzare un cocktail. Nell’ideare il Cointreau Coffret, mi sono ispirata a quell’attenzione dedicata ai dettagli più elaborati che riflettono il mio stile personale. Il Cointreau Coffret è perfetto per il boudoir e dà alle donne di tutto il mondo la possibilità di rendere i momenti intimi più stuzzicanti grazie a un cocktail Cointreau.” L’esclusivo Cointreau Coffret di Dita Von Teese è un’elegante cofanetto che custodisce una bottiglia di Cointreau, due bicchieri da cocktail e uno shaker rosa di tipo Cobbler, appositamente ideati e realizzati. Con le sue sfumature perlate in tonalità rosa cipria, i tessuti morbidi e setosi, uno scompartimento nascosto e una piccola chiave dorata, evoca le immagini di un sofisticato boudoir parigino, un salotto privato dove un tempo le donne amavano prendersi cura di sé e luogo perfetto dove custodire i segreti più intimi, proprio come lo scomparto segreto all’interno del cofanetto. Il Cointreau Coffret è una rappresentazione del mondo privato di Dita – una miscela di modernità con un pizzico di glamour anni Cinquanta – e dà alle donne gli strumenti per realizzare cocktail alla moda, nell’intimità delle loro case. Il Cointreau Coffret è un oggetto irrinunciabile da utilizzare come scatola portagioielli o in cui riporre i cosmetici, o come spazio speciale dove nascondere i propri segreti. Perfetta combinazione di mistero e sensualità, il Cointreau Coffret sarà protagonista di sogni e desideri delle donne di tutto il mondo. In vendita esclusiva per l’Italia presso 10 Corso Como a Milano. Prezzo al pubblico suggerito: € 350,00