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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Gennaio 2011
INVECCHIAMENTO COME PRIORITÀ DELLA RICERCA IN EUROPA  
 
Bruxelles, 18 gennaio 2011 - Ricercatori stanno aiutando l´Europa, e in particolare l´Ue, ad affrontare le sfide poste a questa regione dall´invecchiamento della popolazione e dal calo delle nascite. Essi stanno inoltre affrontando il problema della frammentazione e di come essa influenza gli effetti e l´efficienza degli sforzi internazionali e interdisciplinari della ricerca. Gli Era-net Era-age 1 e 2 (Spazio europeo della ricerca sull´invecchiamento 1 e 2) hanno compiuto importanti progressi nell´affrontare queste questioni riunendo le varie risorse della ricerca e il know-how, e ottimizzando inoltre l´impatto della ricerca su politica, pratiche e sviluppo dei prodotti. Grazie a Era-age 1 e 2, l´Europa sta dando una risposta a questioni che assillano le menti di tutti. Era-age 1 ha consolidato capacità e conoscenze per coordinare la ricerca sull´invecchiamento e ha ottenuto l´avvio di uno Spazio europeo della ricerca (Ser) multidisciplinare in questo campo. Il pezzo forte è stato che ha aiutato l´Europa a beneficiare di investimenti fatti in questo campo. La conseguenza del successo di Era-age1 è stato Era-age 2, avviato per assicurare i benefici a lungo termine del Ser nel campo dell´invecchiamento. Per Alan Walker, coordinatore di Era-age e professore di Politica sociale e gerontologia sociale all´Università di Sheffield nel Regno Unito, l´invecchiamento occupa un posto molto importante per il pubblico e per i politici. "L´invecchiamento è definito in vari modi. La gente e i politici tendono a pensare ad esso in termini cronologici, con la soglia posta a 60 o 65 anni," ha detto il professor Walker al notiziario Cordis. "Ma io credo sia più utile pensare ad esso in termini funzionali. Ciò che la gente è in grado di fare o, in altre parole, quali danni sono stati fatti ai corpi e alle menti delle persone nel corso della vita. Ciò è importante poiché la struttura delle società europee sta cambiando profondamente, ci sono cioè meno giovani e più anziani, con l´aspettativa di vita che cresce di anno in anno e quindi più persone molto anziane." Prima dell´avvio del progetto, il team Era-age ha stabilito che una delle principali questioni che la comunità della ricerca sull´invecchiamento deve affrontare è la mancanza di un coordinamento degli sforzi. Nonostante il coinvolgimento di vari paesi, "ciascuna nazione stava seguendo il proprio percorso senza badare a quante volte questo incrociava quello di un altro paese", sottolinea il professor Walker. Il problema era rappresentato dalla grande duplicazione degli sforzi. Egli fa anche notare che c´era una grossa preoccupazione riguardante la carenza di competenze in questo campo nella prossima generazione di ricercatori. Ecco allora il meccanismo Era-net, che è stato lo strumento migliore per Era-age poiché ha efficacemente riunito le organizzazioni nazionali di ricerca, quali ministeri e consigli di ricerca, in uno sforzo coordinato. Commentando il modo in cui Era-age 1 e 2 hanno contribuito alla creazione del Ser, il professor Walker ha detto: "Ciò è avvenuto in molti modi: riunendo i partner in un consorzio per condividere conoscenza e buone pratiche nei programmi di ricerca sull´invecchiamento in allestimento (creando le fondamenta per il Ser); lanciando il programma post dottorato di successo Flare ("Future leaders of ageing research in Europe"), che è stato progettato per affrontare la questione della creazione delle competenze, coinvolgendo tutte le principali parti interessate (nella ricerca biologica, medicina e sociologia) nella discussione sulle priorità della ricerca sull´invecchiamento; pianificando il primo programma di ricerca dell´Europa in questo campo." Riguardo agli effetti sulla comunità scientifica e sulla gente del lavoro di Era-age 1 e 2, i benefici sono molti e importanti. "Tra gli effetti ci sono il coinvolgimento di una più vasta comunità di ricerca nel campo della ricerca sull´invecchiamento, la percezione di una comunità di ricerca europea, l´accento sugli approcci multidisciplinari alla ricerca sull´invecchiamento, una nuova schiera di giovani ricercatori in questo campo e un riconoscibile fulcro europeo," sottolinea il professor Walker. "Gli effetti sulla società seguiranno la ricerca stessa, ma i progetti Flare stanno già dimostrando i propri effetti su un vasto fronte, ad esempio nei nuovi approcci all´attenuazione della perdita dell´udito durante la vecchiaia e nella comprensione delle questioni etiche riguardanti le nuove medicine e tecniche anti-invecchiamento." Anche se il futuro di questo network non è chiaro, ciò che sappiamo è che lo scambio di conoscenza e la cooperazione multidisciplinari e interdisciplinari tra ricercatori si stanno dimostrando fruttuosi per tutti gli europei, sia giovani che anziani. Gli Stati membri dell´Ue hanno riconosciuto l´importanza dello spazio. Il Consiglio Competitività ha chiesto alla Commissione di valutare il lancio nel 2011 di un´iniziativa di Programmazione congiunta sul Cambiamento demografico con cui Era-age ha proposto di collaborare. Con quasi 1,7 Mio Eur di finanziamenti, Era-age 1 e 2 ha riunito esperti provenienti da Austria, Bulgaria, Finlandia, Francia, Israele, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Romania, Svezia e Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Era-age: http://era-age.Group.shef.ac.uk/  Università di Sheffield: http://www.Sheffield.ac.uk/  Meccanismo Era-net: http://cordis.Europa.eu/fp7/coordination/about-era_en.html  Programmazione congiunta: http://ec.Europa.eu/research/era/areas/programming/joint_programming_en.htm    
   
   
RIPARTIZIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE ASSEGNATE AL FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE  
 
Roma, 18 gennaio 2011 - È stato pubblicato nella Gu n. 8 del 12 gennaio 2011 il decreto che definisce i criteri e le modalità per la ripartizione delle risorse assegnate al «Fondo per le non autosufficiente», istituito dall´art. 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006. Le risorse sono destinate alla realizzazione di prestazioni, interventi e servizi assistenziali nell´ambito dell´offerta integrata di servizi socio-sanitari in favore di persone non utosufficienti, individuando le seguenti aree prioritarie di intervento: a) attivazione o rafforzamento della rete territoriale ed extra-ospedaliera di offerta di interventi e servizi per la presa in carico personalizzata delle persone non autosufficienti, favorendo la permanenza a domicilio e in ogni caso l´appropriatezza dell´intervento, e con la programmazione degli interventi sociali integrata con la programmazione sanitaria; b) attivazione o rafforzamento del supporto alla persona non autosufficente e alla sua famiglia anche attraverso l´incremento delle ore di assistenza tutelare e/ o l´incremento delle persone prese in carico sul territorio regionale. Eventuali trasferimenti monetari sono condizionati all´acquisto di servizi di cura e assistenza o alla fornitura diretta degli stessi da parte di familiari e vicinato sulla base di un progetto personalizzato e in tal senso monitorati. Le risorse sono finalizzate alla copertura dei costi di rilevanza sociale dell´assistenza socio-sanitaria e sono aggiuntive rispetto alle risorse già destinate alle prestazioni e ai servizi a favore delle persone non autosufficienti da parte delle Regioni, nonché da parte delle autonomie locali. Le prestazioni, gli interventi e i servizi di cui al comma precedente non sono sostitutivi di quelli sanitari. Ai fini della promozione di interventi innovativi in favore delle persone non autosufficienti, nonchè di interventi in aree in cui maggiore è il ritardo e la disomogeneità nell´offerta di servizi, sono finanziati con le risorse del Fondo assegnate al Ministero del lavoro e delle politiche sociali iniziative sperimentali concordate con le Regioni e le Province autonome volte a: a) incentivare protocolli di presa in carico attraverso strumenti di valutazione delle condizioni funzionali della persona coerenti con i principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e le indicazioni dell´Organizzazione Mondiale della Sanità; b) avviare percorsi di de-istituzionalizzazione e strutturare interventi per il cosiddetto «dopo di noi»; c) innovare e rafforzare l´intervento con riferimento a particolari patologie neuro-degenerative quali la malattia di Alzheimer; d) rafforzare il supporto alle famiglie delle persone in stato vegetativo o in condizione di disabilità estrema; e) eventuali altre iniziative con le finalità succitate individuate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.  
   
   
IN FARMACIA PER SERVIZI ASSISTENZA DOMICILIARE INTESA IN LOMBARDIA PER AVVIARE LA SPERIMENTAZIONE  
 
Milano, 18 gennaio 2011 - Partecipazione delle farmacie all´Assistenza Domiciliare Integrata (A.d.i.), con la costituzione di un "Centro funzionale e operativo" al servizio dei pazienti, che potranno ottenere informazioni e servizi. Sono queste le attività che saranno svolte direttamente dalle farmacie della Lombardia dopo l´accordo siglato ieri mattina dall´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli e dalla presidente di Federfarma Lombardia (Unione Regionale delle Associazioni Provinciali dei Titolari di Farmacia), Annarosa Racca. Regione Lombardia è la prima in Italia a recepire quanto disposto dalla legge 69/2009 che disciplina i nuovi servizi delle farmacie. "La farmacia - ha commentato l´assessore Boscagli - è un presidio sul territorio del sistema socio-sanitario e il farmacista è un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini. La distribuzione capillare delle farmacie consente di poter offrire a tutti i cittadini servizi e prestazioni senza dover fare code ed evitando disagi negli spostamenti dalla propria abitazione". Entro tre mesi partiranno le prime esperienze pilota in alcune aree della Lombardia e, dopo il monitoraggio dei risultati ottenuti, sarà estesa a tutte le Asl e quindi a tutte le farmacie della regione. Per offrire un´ampia gamma di servizi di qualità ai cittadini ogni farmacia costituirà al suo interno un "Centro funzionale e operativo" che fornirà informazioni, riceverà le domande di assistenza, attiverà gli operatori integrandosi con i centri e le figure professionali già attive sul territorio, erogherà servizi cure a domicilio e di autoanalisi. Sono oltre 2.600 le farmacie presenti in Lombardia con circa 12.500 addetti e un totale di 15.000 famiglie che vivono direttamente o indirettamente nel "sistema farmacia". "E´ un passo avanti nella concretizzazione del progetto che vede la farmacia come centro nevralgico nell´erogazione dell´assistenza sul territorio - ha detto Annarosa Racca, che è anche presidente di Federfarma Nazionale - anche perché i cittadini si rivolgono quotidianamente alla farmacia e, dopo la sigla di questo importante accordo, possono trovare sempre più risposte alle loro esigenze".  
   
   
PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELL’ARTROSI ALLE MANI IL 26 GENNAIO 2011 CONSULTI GRATUITI IN QUATTRO CENTRI PER CONOSCERE LE NUOVE TERAPIE: GEL CON IL LASER, MICROCHIRURGIA ARTROSCOPICA CON SONDE MILLIMETRICHE E INTEGRATORI ANTIARTROSI  
 
Milano, 18 gennaio 2011 – Il 26 gennaio 2011 è in programma la Prima Giornata Nazionale dell’Artrosi alle Mani. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Gicam, Gruppo Italiano Chirurghi Amici della Mano in collaborazione con l’Iicm, Istituto Italiano Chirurgia della Mano di Monza, il centro di eccellenza diretto dal professor Marco Lanzetta, il chirurgo noto a livello internazionale per aver partecipato all’esecuzione del primo trapianto di mano al mondo. Prevede la possibilità, chiamando il numero 039.2324219, di prenotare un consulto gratuito con gli specialisti dei quattro centri che partecipano a questa Campagna di informazione e sensibilizzazione. Si tratta di un’occasione importante per conoscere le nuove ed efficaci cure disponibili per la cura dell’artrosi alle mani. “L’approccio più innovativo che utilizziamo” – spiega proprio il professor Marco Lanzetta – “prevede una serie di applicazioni di un farmaco-gel sulle articolazioni colpite. Utilizzando delle sorgenti di energia il farmaco viene diffuso in profondità, in corrispondenza dei tessuti malati. Si tratta di una tecnica assolutamente indolore che ci permette di trattare con successo oltre il 50% dei pazienti portatori di artrosi sia sul piano del dolore che del recupero della malattia. In questo modo il paziente può beneficiare di un dosaggio di medicinali antinfiammatori centinaia di volte superiore a quello che assumerebbe per via orale o con un’iniezione senza subirne gli effetti collaterali, proprio perché il farmaco non viene assorbito dal sangue ma direttamente dalle cartilagini. La microchirurgia artroscopica, poi, ha compiuto importanti progressi in questo ambito. Oggi, infatti, è possibile rimodellare le dita deformate attraverso l’uso di sonde artroscopiche, di diametro di circa un millimetro,che permettono di lavorare all’interno delle articolazioni malate”. E’ possibile, inoltre, somministrare al paziente alcune terapie a base di integratori antiossidanti e antagonisti degli squilibri degli acidi grassi che combattono, tra le altre cose, gli attacchi dei radicali liberi colpevoli di usurare e danneggiare i tessuti e le cartilagini. “E’ possibile anche ricorrere all’uso delle cellule staminali” – prosegue lo specialista – “che possono essere iniettate nell’area danneggiata ed indotte, con adeguati fattori di crescita, a trasformarsi in nuove cartilagini. E’ però necessario precisare che ogni caso è diverso dall’altro. La scelta di quale terapia possa essere più adatta per un paziente dipende dalla gravità e dall’estensione dell’artrosi e dalle esigenze quotidiane di ogni individuo”. I centri che aderiscono all’iniziativa: Lombardia - Istituto Italiano di Chirurgia della Mano di Monza; Lazio - Villa Stuart di Roma; Emilia Romagna - Villalba Hospital di Bologna; Veneto - Casa di Cura Giovanni Xxiii di Monastier (Tv).  
   
   
ATTIVA IN PIEMONTE LA RETE PER L’INFARTO  
 
Torino, 18 genniao 2011 - È attiva in via sperimentale da inizio gennaio su tutto il Piemonte la rete interospedaliera per l’emergenza coronarica. Grazie al lavoro interdisciplinare di tutte le strutture interessate - Unità di terapia intensiva coronarica (Utic), operatori del 118 e Pronto soccorso - è possibile anticipare i tempi della diagnosi di infarto miocardico acuto e fornire al paziente il trattamento più appropriato. In caso di sospetto infarto, il medico del 118 può eseguire direttamente a casa del paziente o sull’ambulanza un elettrocardiogramma che, insieme ad altri dati clinici, viene trasmesso alle unità di terapia intensiva coronarica di riferimento territoriale. La conferma diagnostica attiva immediatamente la prima terapia farmacologica già a bordo del mezzo e, secondo le indicazioni di un protocollo operativo concordato fra gli operatori del 118 e i cardiologi ospedalieri, viene definita la destinazione del paziente per il trattamento più efficace. Le caratteristiche della rete sono state illustrate il 17 gennaio dall’assessore regionale alla Tutela della salute e Sanità, Caterina Ferrero, insieme a Danilo Bono, direttore del Dipartimento interaziendale per l’Emergenza territoriale, Maria Rosa Conte, primario della cardiologia dell’Ospedale Mauriziano e presidente regionale Anmco, Antonio Della Valle, cardiologo dell’ospedale di Savigliano, Sebastiano Marra , direttore di Cardiologia 2 alle Molinette di Torino, Aldo Soragna, primario del Pronto soccorso del Mauriziano di Torino e presidente regionale Simeu. “Un progetto molto importante - ha sostenuto Ferrero - perché permette una fattiva integrazione tra il lavoro dei medici del 118, del Pronto soccorso e dei cardiologi ospedalieri. La tempestività con cui si interviene è fondamentale. Nel trattamento dell’infarto miocardico acuto, la qualità della risposta assistenziale nelle prime ore ha un ruolo determinante per la sopravvivenza del paziente”. Secondo l’ultimo rilevamento pervenuto, gli infarti miocardici acuti in Piemonte sono oltre 4.200, di cui il 65,8% colpisce gli uomini in età media di 69 anni. Di questi casi, circa il 30% arriva in ospedale tramite chiamata al 118, il 51,6% per accesso diretto, circa il 20% tramite trasferimento o inviato dal medico curante. Inoltre, il 57,7% dei casi ha ricevuto un intervento di angioplastica durante il ricovero. L’8,5% rappresenta il dato di mortalità intraospedaliera. “L’organizzazione sanitaria - ha aggiunto Ferrero - tende sempre più verso un modello di assistenza attento all’equità di accesso, all’appropriatezza degli interventi e alla razionalizzazione delle risorse. In questa direzione, la realizzazione di una rete integrata territorio-ospedale permette di ridurre i tempi di trattamento e di avviare il paziente al centro ospedaliero in grado di offrire rapidamente il trattamento più appropriato”. Le tappe fondamentali di realizzazione della rete sono state due: la costituzione di una commissione tecnica multidisciplinare e, in seguito, l’acquisizione della strumentazione tecnologica di supporto. La prima fase sperimentale è iniziata presso il quadrante di Cuneo. Successivamente sono state dotate delle attrezzature per la trasmissione dell’Ecg le altre centrali operative del 118, il parco ambulanze, i cinque elicotteri dell’elisoccorso, le Cardiologie. In parallelo sono state individuate 15 unità territoriali di terapia intensiva coronarica con laboratori di emodinamica in possesso di determinati requisiti strutturali e organizzativi, che sono diventate i centri hub della rete. In seguito, è stato definito un protocollo operativo e si sono svolti i corsi di formazione per gli operatori del 118 e delle Cardiologie.  
   
   
SALUTE MENTALE: RETE CLINICA E SPDC PERUGIA  
 
 Perugia, 18 gennaio 2011 - I lavori di ieri della Giunta regionale sono stati quasi interamente dedicati alle questioni dell´assistenza psichiatrica in Umbria, anche alla luce delle recenti notizie e prese di posizione che hanno riguardato il cosiddetto "repartino" di Perugia. Il Piano sanitario regionale - è stato ricordato durante la seduta - attribuisce al tema della salute mentale una importanza rilevante e tale da essere inserito nelle linee strategiche da perseguire al fine di garantire alle persone con sofferenza mentale la più ampia presa in carico ed una piena inclusione sociale. Da qui la decisione della Giunta regionale di deliberare l´istituzione in Umbria della "rete clinica regionale della salute mentale" e di preadottare un provvedimento sul trasferimento e riorganizzazione del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) di Perugia, che verrà definitivamente approvato nella prossima seduta del 24 gennaio. In particolare l´istituzione della rete regionale - è stato detto - permetterà alle Aziende sanitarie dell´Umbria, avvalendosi delle loro strutture ospedaliere e territoriali, di rispondere in maniera più efficace ai bisogni dei malati e delle loro famiglie attraverso il coordinamento dei percorsi clinico-assistenziali e diagnostico-terapeutici, degli standard di appropriatezza delle prestazioni, delle "migliori pratiche" e dei modelli organizzativi. L´atto prevede la costituzione, presso la Direzione sanità e servizi sociali della Regione, di un Comitato di coordinamento della rete, composto da membri di diritto, tra cui i Direttori sanitari delle Aziende ospedaliere e Asl, dei Dipartimenti di salute mentale delle Aziende sanitarie e il titolare della Sezione di psichiatria del dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell´Università degli studi di Perugia, e da membri rappresentativi di settori clinici e di ricerca. Si dà inoltre mandato alle Aziende ospedaliere di Perugia e di Terni ed alle rispettive Asl, la n.2 e n.4, di costituire un Dipartimento interaziendale per la salute mentale per ciascun territorio di riferimento, da integrare con l´Università degli studi di Perugia. Tra i compiti prioritari della Rete quello di definire il progetto "Obiettivo salute mentale" previsto dall´attuale Piano sanitario regionale, in particolare per quanto riguarda l´individuazione delle caratteristiche organizzative e funzionali dei nodi della Rete e le loro relazioni, le modalità di erogazione dei Lea, secondo criteri di efficacia ed appropriatezza nei diversi livelli e regimi assistenziali, ed i criteri di valutazione con particolare riferimento agli esiti di salute. Relativamente al Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Perugia, in attuazione del Piano sanitario regionale la Giunta ha preadottato un atto per la riorganizzazione del Servizio, concordato con il Sindaco di Perugia, che verrà definitivamente approvato la prossima settimana dopo la partecipazione prevista per domani (18 gennaio) e dopodomani (19 gennaio), rispettivamente, con le Associazione dei familiari dei pazienti e le Organizzazioni sindacali. L´atto stabilisce che entro il 30 aprile 2011 l´Azienda ospedaliera di Perugia e la Asl n.2 strutturino la logistica e l´organizzazione per il trasferimento dell´Spdc, attualmente collocato in via del Giochetto, presso idonei locali dell´Ospedale S.maria della Misericordia. Inoltre ai Direttori delle due Aziende viene dato mandato per la costituzione del Dipartimento interaziendale, integrato con l´Università degli studi i Perugia, per la gestione del reparto e al fine di garantire continuità assistenziale ai pazienti con disagi mentali. La delibera - è stato sottolineato - non contiene alcuna autorizzazione alla nomina di nuovi dirigenti di struttura complessa (primariati), anche in considerazione che nell´ambito della Asl n.2 sono già presenti tre figure di questo tipo.  
   
   
STOP ASSOLUTO AL CONSUMO DI ALCOL IN GRAVIDANZA  
 
Lecce, 18 gennaio 2011 - La carenza d’informazione specifica e la pressoché generale assenza di campagne d’informazione sono alla base di una questione sottovalutata da moltissime donne e che oggi Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori nonché fondatore dello “Sportello dei Diritti” porta alla pubblica attenzione affinché gli organi deputati ed in particolare dal Ministero della Salute sino alle Aziende ospedaliere siano sensibilizzate: il fenomeno del consumo di alcol tra le donne in stato di gravidanza. Gli effetti del consumo di alcol in gravidanza sono ormai noti e sono connessi con certezza scientifica a difetti alla nascita e considerati quali la principale causa prevenibile di ritardo mentale del bambino, nonché ritenuti uno dei maggiori problemi di sanità pubblica nella maggior parte dei Paesi del mondo. Le puerpere che bevono alcol aumentano i fattori di rischio di successivi problemi mentali del nascituro, anche a dosi inferiori ad un bicchiere alla settimana. E persino il consumo di 1-2 bicchieri al giorno, è associato a disturbi dell’attenzione e del comportamento nell’infanzia. Alcuni studi hanno dimostrato che l’ingestione di alte dosi ripetitive causino nella misura del 6-10% delle probabilità che il feto sviluppi la sindrome feto-alcolica (difetti di crescita, dismorfismi cranio-facciali specifici, ritardo mentale, problemi comportamentali ed altre anomalie maggiori). Per dosi ripetitive moderate, invece, c’è il rischio di "effetti alcolici", quali moderata disabilità intellettiva, disturbi della crescita ed anomalie del comportamento, per il binge drinking (saltuario consumo di elevate dosi di alcol con finalità di "sballo" o ubriacatura) il bambino può essere soggetto a moderati deficit intellettivi. La preoccupazione per cui Giovanni D’agata riporta l’attenzione dei media, nasce dalla lettura di un’interessante e recentissima indagine conoscitiva sviluppata dall’Azienda Ussl di Treviso in collaborazione con l’Università di Trieste sul consumo di alcol tra le gestanti e che ha portato a delle conclusioni stupefacenti e che richiederanno una seria riflessione a livello nazionale per poter prendere le relative determinazioni al fine di bloccare un fenomeno che se non appare in crescita, senz‘alcun dubbio non è in diminuzione. In particolare lo studio ha potuto appurare che ben due donne su tre bevono alcolici prima della gravidanza e solo circa la metà di queste smette di consumare alcolici con la gravidanza. Peraltro, dalla statistica emerge che “la sola informazione individuale delle donne non pare essere sufficiente a modificare i consumi d’alcol in gravidanza. Le dinamiche che sottostanno alla mancata diminuzione dei consumi in gravidanza sono presumibilmente complesse, con connotazioni culturali, sociali e psicologiche. Lo studio effettuato conferma che gli interventi di prevenzione basati sulla comunicazione di informazioni non producono cambiamenti significativi, per i quali devono essere impiegati altri strumenti di provata efficacia“. Non resta che avviare nell’immediato, sulla falsariga di quanto ha già fatto l’Azienda Ussl di Treviso, campagne di marketing sociale che portino avanti il messaggio che l’astensione totale dal consumo di alcol in gravidanza sia l’unica modalità di prevenzione di effetti negativi sui bambini. Per queste ragioni, rilanciamo sin d’ora su base nazionale l’iniziativa dallo slogan “mamma beve, bimbo beve”.  
   
   
INDAGINE ASSOSISTEMI: "IN PUGLIA, RISULTATO DA APPREZZARE"  
 
Bari, 18 gennaio 2011 - Una nota dell´assessore alla Salute Tommaso Fiore. “In relazione alle notizie di stampa che hanno riportato i risultati dell’indagine condotta da Assosistema (sezione di Confindustria) tra le imprese del Sistema Industriale Integrato dei Servizi Tessili e Medici Affini sui tempi di pagamento da parte della Pa, ritengo doveroso sottolinea quanto segue. La Puglia, secondo tale studio, fa registrare tempi medi di pagamento che si attestano a circa 280 giorni contro una media nazionale di 254 giorni. Dal tenore delle dichiarazioni stampa riportate sembrerebbe questo un risultato negativo. Così non è atteso quanto rilevabile da altri due studi sui tempi di pagamento da parte delle strutture sanitarie pubbliche e cioè lo studio Farmafactoring e lo studio di Assobiomedica (Associazione nazionale per le tecnologie biomediche, diagnostiche, apparecchiature medicali, servizi e telemedicine sempre di Confindustria) che analizzano i dati Dso (Days Sales Oustanding) che qui di seguito si riportano. In base allo studio Farmafactoring i tempi di pagamento a Novembre 2009 in Puglia erano di 458 giorni mentre a distanza di circa un anno tali tempi, mese di Dicembre 2010, si sono dimezzati passando a 289 giorni. Da questo studio emerge inoltre come i tempi medi siano “appesantiti” dai dati fatti registrare essenzialmente da alcuni Irccs pubblici e privati e dagli Enti Ecclesiastici mentre il dato è assai migliore nelle Asl e nelle Aziende Ospedaliero Universitarie. Dall’altro studio condotto da Assobiomedica in tutte le Regioni italiane emerge che la Puglia in un solo anno (dal 2009 al 2010) ha ridotto notevolmente i tempi di pagamento verso le imprese di settore passando da una media di circa 400 giorni del 2009 a circa 290 giorni nel 2010 (rilevazione al mese di Novembre) con un abbattimento di circa il 25%. Il dato 2010 è peraltro perfettamente allineato alla media dei pagamenti registrata da Assobiomedica dalle Regioni italiane, pari a 282 giorni. Il risultato va, quindi, apprezzato anche in ragione del contesto di difficoltà finanziaria generale del Paese, della invarianza delle risorse che la Puglia riceve nell’ambito del Riparto del Fondo Sanitario Nazionale e del confronto con altre realtà regionali “storicamente” più “avanzate” sotto il profilo del governo delle risorse del Servizio Sanitario”.  
   
   
WELFARE, IN AUMENTO IL NUMERO DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO. SICUREZZA SOCIALE E SANITARIO I SETTORI PREVALENTI AL VIA NUOVA LEGGE REGIONALE LIGURE, LINEE GUIDA E NUOVO ALBO DELLE ASSOCIAZIONI  
 
Genova, 18 gennaio 2011 - Associazioni di volontariato crescono. Almeno in Liguria dove alla fine del 2009 erano 1030 con un incremento di 110 nuove associazioni registrato nel triennio 2007/2009, pari ad un aumento dell’11%. Segno di una tradizione di impegno sociale che non è mai venuta meno in Liguria, dimostrata anche attraverso il radicamento sul territorio delle numerose società di mutuo soccorso, a testimonianza di un forte impegno civile e di un bisogno di partecipazione. Oggi le associazioni di volontariato in Liguria si sviluppano, oltre la metà nel capoluogo (il 58%), seguito dalla Provincia di Savona, con il 20% delle associazioni e da quelle di Imperia e della Spezia con l’11%. A livello regionale i settori prevalenti sono quelli sanitario e della sicurezza sociale, rispettivamente al 35% e al 31%. Seguono le associazioni operanti nei settori culturale ed educativo. Un peso minore hanno le associazioni operanti nella Protezione civile (7%) e nel settore sportivo ricreativo (4%). Il territorio genovese rispecchia l’andamento regionale con un settore della sicurezza sociale prevalente in cui si registrano 199 associazioni, seguito dal settore sanitario con 191 iscritte. Sempre a Genova e Provincia il settore educativo raggiunge il 9%, vicino alla media regionale e i settori culturale, sportivo ricreativo, ambientale e della Protezione civile hanno la stessa incidenza del dato regionale. Nell’area savonese e spezzina invece prevale l’area sanitaria rispetto a quella della sicurezza sociale che invece appare più sviluppata nella Provincia di Imperia, dove fa registrare un peso del 42%. Sempre a Savona e alla Spezia, accanto ai due settori principali, emergono altre vocazioni: quella culturale per Savona e della Protezione civile per La Spezia, dove peraltro si registra la massima concentrazione di associazioni operanti in ambito sanitario (50%), superando la media regionale del settore (35%). Sul fronte dell’incremento delle associazioni, la crescita maggiore è stata registrata da quelle operanti nell’ambito della sicurezza sociale e nel sanitario che rispettivamente sono aumentate di 22 unità. Un incremento significativo ha interessato anche il settore educativo che è passato da 63 associazioni iscritte nel 2007 a 83 nel 2009. Seguono il settore culturale (+17 unità) e quello ambientale (+13 unità). “Il 2011 è l’anno europeo del volontariato – spiega l’assessore regionale alle politiche sociali, Lorena Rambaudi – e pertanto deve essere l’occasione per riflettere sul suo ruolo nelle comunità locali e nei rapporti con le Istituzioni. Ritengo che il volontariato sia una risorsa fondamentale che va sostenuta e valorizzata per il suo valore aggiunto che arricchisce le politiche e la responsabilità pubblica, ma che non deve essere utilizzato in via sostitutiva per la carenza dei servizi pubblici. In questo senso la mia visione si differenzia da quella del Ministro Sacconi che vede nella cultura del dono e delle responsabilità familiari un alibi per un disimpegno delle politiche pubbliche”. “Il volontariato – continua Rambaudi – è forte dove sono forti le amministrazioni locali, nella concretizzazione di un sistema di sussidiarietà e di riconoscimento dei ruoli. In questo senso la Regione Liguria, anche attraverso le numerose leggi, riconosce il ruolo di partenariato anche in riferimento ai livelli di programmazione per questo a breve verranno definite le linee guida che riguardano le associazioni di volontariato, frutto di un lavoro di concertazione, verrà realizzata una nuova legge regionale e un nuovo albo delle associazioni, a seguito dell’azioni di ricognizione compiuta dall’osservatorio regionale”.  
   
   
POLVERINI, NEL 2011 AL VIA NAL LAZIO CAMPAGNA PER IL PARTO NATURALE  
 
Roma, 18 gennaio 2011 - “Un Paese che crede nel futuro non può non investire sulla maternità e su questi bambini. Difficile non commuoversi davanti a loro, sono il nostro futuro e il senso della vita”. Così la presidente della Regione, Renata Polverini, che ha visitato la clinica ostetrica del Policlinico Umberto I, partecipando al tradizionale incontro con i genitori dei neonati prematuri dell’Unità di neonatologia e di terapia intensiva neonatale del nosocomio romano. All´ iniziativa, organizzata con la collaborazione della Onlus Aurora, hanno preso parte anche Clio Napolitano, moglie del presidente della Repubblica, i vertici sanitari dell´ospedale tra cui il prof. Mario De Curtis e l´imprenditrice Luisa Todini, attiva con iniziative di beneficenza nel settore della pediatria. Polverini nell’occasione ha annunciato alcuni interventi a sostegno della maternità, spiegando che nel 2011 la Regione avvierà “una campagna per il parto naturale”, considerato che il Lazio è “una regione che ha una percentuale troppo alta di parti cesarei, il 44%”. La governatrice ha sottolineato infatti la necessità di “ricondurre il parto a quello che è il più naturale degli eventi e non una malattia”, per questo “la Regione ha il dovere di sensibilizzare e creare le condizioni perché tante donne tornino a pensare al parto come a un fatto naturale”. Proprio a questo scopo, ha aggiunto Polverini, “stiamo rendendo definitiva l´autorizzazione per la casa del parto di Ostia”.  
   
   
ALL’OSPEDALE PEDIATRICO APUANO IL RICONOSCIMENTO DI “AMICO DEI BAMBINI”  
 
Firenze, 18 gennaio 2011 - Al Dipartimento materno infantile dell’Opa, l’Ospedale Pediatrico Apuano di Massa, il riconoscimento di “Ospedale amico dei bambini”. Sale così a sette il numero di ospedali toscani insigniti da questo riconoscimento, istituito da Unicef e Oms nel 1992, per assicurare che tutti gli ospedali accolgano nel miglior modo possibile i neonati, diventando centri di promozione e sostegno per l’allattamento al seno. L’evento sarà celebrato domani, sabato 15 gennaio, nell’aula conferenze dell’Opa, a Massa, con una cerimonia-convegno alla quale prenderanno parte, oltre ai vertici della Asl, il vicepresidente dell’Unicef Stefano Taravella, il sindaco di Carrara Angelo Zubbani, il viceprefetto Paolo Cassone, l’assesosre alla sanità del Comune di Massa Franca Leonardi, e il presidente della Provincia Osvaldo Angeli. “Sono davvero orgogliosa di questo nuovo riconoscimento per un ospedale toscano – dice l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – Su 23 ospedali che l’hanno ottenuto in Italia, ben 7, cioè un terzo del totale, sono in Toscana. E questo significa che nella nostra regione c’è una particolare attenzione e sensibilità ai temi della maternità, dell’allattamento al seno, dell’accoglienza ai neonati. So che l’équipe medico-infermieristica del punto nascita dell’Opa, guidata dal direttore del Dipartimento materno infantile, dottor Paolo Migliorini, dal primario di pediatria dottor Graziano Memmini, e dalla dottoressa Fabiola Salvetti, responsabile del progetto, si è impegnata da tempo per il raggiungimento di questo obiettivo, costruendo un solido terreno culturale a favore dell’allattamento materno. La valutazione effettuata dagli esperti del comitato tecnico dell’Unicef ha evidenziato la piena rispondenza alle norme previste dall’iniziativa internazionale”. Questi gli altri 6 ospedali toscani dichiarati “Amici dei bambini”: Montepulciano, Ospedale del Mugello, Pistoia, Poggibonsi, Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri, Lucca. Dal lancio dell’iniziativa a oggi, più di 20.000 ospedali in 156 Paesi industrializzati e in via di sviluppo hanno ottenuto il riconoscimento. Nei Paesi dove gli ospedali sono stati riconosciuti è aumentato il numero di donne che allattano al seno ed è migliorato lo stato di salute dell’infanzia. Per diventare “Ospedale amico dei bambini”, un ospedale deve applicare le dieci norme specifiche Unicef/oms in favore dell’allattamento al seno, che prevedono, tra l’altro, di: non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati al latte materno, non usare biberon o tettarelle, promuovere la formazione di tutto il personale, applicare il rooming-in (sistemazione del bambino nella stessa stanza della madre 24 ore su 24), dare un’informazione corretta alle madri per incoraggiarle ad allattare esclusivamente al seno almeno per i primi sei mesi di vita del neonato.  
   
   
POLITICHE PER LA SALUTE - INFLUENZA, LA REGIONE EMILIA ROMAGNA INVITA I SOGGETTI A RISCHIO ALLA VACCINAZIONE: PROTEGGE ANCHE DAL VIRUS AH1N1. CIRCA 20MILA I CITTADINI A LETTO, IL PICCO PREVISTO PER FINE GENNAIO - METÀ FEBBRAIO. 27 FINORA LE PERSONE CHE HANNO AVUTO BISOGNO DI ASSISTENZA INTENSIVA  
 
Bologna, 18 gennaio 2011 - Le stime indicano, per la settimana appena trascorsa, circa 20.000 persone a letto con l´influenza, intorno al 5 per mille degli assistiti. Ma il picco è atteso per la fine di gennaio-metà febbraio. “Invitiamo a effettuare la vaccinazione antinfluenzale che, come noto, protegge anche dal virus A H1n1, responsabile della pandemia che si è verificata lo scorso anno e ancora in circolazione, come previsto, anche in questa stagione invernale”. Lo ha affermato il responsabile del Servizio sanità pubblica della Regione Pierluigi Macini nel fare il punto sulle misure di prevenzione e sulla diffusione dell’influenza registrata dal sistema di sorveglianza attivato, come ogni anno, per registrare l’evolvere del fenomeno. “Non siamo ancora entrati nel picco influenzale, previsto per la fine di gennaio - metà febbraio; pertanto – ha ribadito Macini – , fino a quella data, è ancora utile e necessaria la vaccinazione per tutte le persone ´a rischio´ per motivi di salute (persone di età superiore a 65 anni, adulti e bambini con malattie croniche, donne in gravidanza), per gli operatori sanitari e socio-sanitari e per le persone impegnate in servizi pubblici essenziali (addetti ai servizi di pubblica utilità, donatori di sangue). Vaccinarsi aumenta non solo la propria sicurezza, ma contribuisce anche alla sicurezza di tutti limitando la diffusione del virus”. “Ognuno di noi – ha aggiunto Macini con riferimento alle misure di prevenzione – può poi contrastare la diffusione dei virus influenzali con semplici ma importanti precauzioni: lavarsi spesso le mani; coprirsi naso e bocca ogni volta che si starnutisce o tossisce; utilizzare fazzoletti di carta monouso; in caso di influenza restare a casa e limitare i contatti con altre persone. Sono comportamenti semplici ma, ribadisco, – ha detto Macini – utili a limitare la circolazione dei virus e dunque a prevenire il diffondersi dell’influenza”. Il sistema di sorveglianza, basato sulle segnalazioni di circa 100 medici sentinella (medici e pediatri di famiglia che registrano e segnalano alla Regione e al Ministero i casi di influenza tra i loro assistiti), indica che l’epidemia influenzale sta aumentando (stimate, nella settimana appena trascorsa, in circa 20.000 le persone colpite, intorno al 5 per mille degli assistiti), ma che si è ancora distanti dal picco. La sorveglianza sui casi gravi e complicati di influenza, che richiedono il ricovero in terapia intensiva, mostra che a oggi sono 27 le persone che hanno avuto bisogno di assistenza intensiva. La sorveglianza, come è indicato in una nota alle Aziende sanitarie che contiene le indicazioni sulle misure necessarie, da questa settimana prevede anche la registrazione degli accessi in pronto soccorso per sindrome influenzale. “I casi gravi – ha concluso Macini – , per i quali è stata confermata la diagnosi di malattia influenzale con esami di laboratorio, sono quasi tutti relativi a giovani adulti, con età media inferiore a 50 anni, con importanti fattori di rischio; solo 3 erano stati vaccinati con il vaccino trivalente disponibile quest’anno. Ad oggi, tra questi, una persona è deceduta. Anche questi dati confermano l’importanza di raggiungere e vaccinare le persone con importanti condizioni o fattori di rischio per la salute.”  
   
   
WELFARE IN LIGURIA: EMENDAMENTO AL DECRETO È L’ULTIMA SPIAGGIA PER CONTINUARE AD AIUTARE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI  
 
Genova, 18 gennaio 2011 - “La proposta di emendamento al decreto “mille proroghe” che tutti gli assessori al welfare delle Regioni hanno sottoscritto è l’ultima spiaggia per poter vedere ripristinato il Fondo nazionale per la non autosufficienza”. Lo spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali, Lorena Rambaudi, coordinatrice della commissione welfare in sede di Conferenza delle Regioni, dopo il voto unanime che si è registrato a Roma. “L’emendamento – dice Rambaudi – si prefigge di ripristinare 400 milioni per continuare a garantire i servizi a favore delle persone non autosufficienti con particolare riferimento al rafforzamento della rete ospedaliera. I fondi potrebbero essere ricavati dai risparmi derivanti dall’allungamento dell’età pensionabile delle donne che in questo modo avrebbero maggiori difficoltà a svolgere il lavoro di cura”. Secondo l’assessore Rambaudi l’emendamento costituirebbe “l’ultima iniziativa possibile per evitare la cancellazione del fondo e l’interruzione dell’assistenza a oltre 300.000 persone non autosufficienti presenti su tutto il territorio nazionale”. L’emendamento verrà portato all’attenzione della riunione dei presidenti della Conferenza Stato regioni prevista giovedì 20 gennaio. “A tutti loro –continua Rambaudi – chiederemo che l’azione del fondo venga prorogata e che si facciano promotori presso il Governo della necessità del suo mantenimento, tenendo conto che interrompere questo supporto nazionale significherebbe colpire ulteriormente i cittadini più deboli, senza un’alternativa praticabile attraverso l’utilizzo di finanze regionali e locali già molto provate dalla manovra finanziaria”. Sulla necessità del mantenimento del fondo per la non autosufficienza l’assessore regionale alle politiche sociali, Rambaudi ha chiesto l’appoggio anche dei parlamentari liguri, attraverso una lettera in cui si rivendica il sostegno all’iniziativa attivata dalla commissione welfare della Conferenza delle Regioni.  
   
   
“PARCO TERAPEUTICO”: IN UMBRIA LA NATURA AIUTA A CURARSI  
 
Perugia, 18 gennaio 2011 - In Umbria il Parco naturale diventa terapeutico: merito del progetto “Il Parco Terapeutico”, promosso dalla Direzione regionale Agricoltura e Foreste, Servizio Aree Protette, in collaborazione con la Direzione Sanità e Servizi sociali, che porta nelle strutture sanitarie della regione la bellezza e i valori che ispirano le aree protette umbre. Una seconda fase, sperimentata per la prima volta in Italia, vedrà i parchi diventare luoghi privilegiati per le terapie di cura. Con il progetto, la Regione si propone di coniugare la promozione e valorizzazione delle più importanti realtà paesaggistiche umbre con la “ecoterapia”, una forma particolare di cura dei disagi psichici e fisici che utilizza la natura come medicina. L’iniziativa, in una prima fase, prevede la distribuzione nelle strutture sanitarie di circa 500 poster informativi naturalistici, con le fotografie di Maurizio Biancarelli, ed è finanziata con i fondi “Por Fesr (Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale) 2007–2013, nell’ambito della campagna di promozione e valorizzazione delle Aree naturali protette e dei siti Natura 2000 presenti in Umbria. “In questa fase – spiegano Paolo Papa, dirigente del Servizio Promozione e valorizzazione aree protette e Antonio Perelli, dirigente del Servizio Accreditamento e valutazione di qualità – il progetto ha l’obiettivo di rendere più ospitali e accoglienti le strutture sanitarie quali ospedali, case di cura, residenze protette, poliambulatori. L’idea di base scaturisce dal fatto che un’immagine affascinante della natura può dare sollievo a persone in uno stato emotivo precario ed è per questo motivo che fotografie naturalistiche, di grande valore estetico e distensivo, arrederanno i corridoi delle strutture sanitarie. Così come i colori sono una forma di energia – sottolineano -, anche le immagini che ne sprigionano le virtù possono essere una preziosa fonte di sostegno e conforto chi si trova in difficoltà fisica e psicologica”. La seconda fase sarà più operativa e coinvolgerà direttamente i Parchi quali luoghi in cui curare determinate malattie quali malattie cardiocircolatorie, diabete, Alzheimer, disabilità. Il progetto, pilota a livello nazionale, interesserà inizialmente il Parco regionale del Monte Subasio e il Parco regionale del Monte Cucco.  
   
   
PIRELLI: PER LA PRIMA VOLTA TEST IN NOTTURNA SU ASFALTO BAGNATO. AL VIA SUL CIRCUITO DI ABU DHABI LA MESSA A PUNTO FINALE DEGLI PNEUMATICI PER IL PROSSIMO CAMPIONATO DI FORMULA UNO CON PEDRO DE LA ROSA ALLA GUIDA DELLA TOYOTA TF 109  
 
Abu Dhabi, 18 gennaio 2011 – Pirelli inaugura negli Emirati Arabi la nuova stagione di Formula Uno, di cui il gruppo italiano è fornitore in esclusiva nel triennio 2011- 2013, con una sessione di test senza precedenti nella storia delle monoposto più veloci del mondo: prove in notturna e su superfici bagnate artificialmente per riprodurre le condizioni tipiche di un Gran Premio sotto la pioggia. Scenario dei test Pirelli, che chiudono la fase di sviluppo degli pneumatici F1 e precedono di appena qualche giorno il via a Valencia delle prove ufficiali 2011, il circuito Yas Marina di Abu Dhabi. I 5,5 chilometri di una delle piste più spettacolari e suggestive del campionato saranno illuminati e irrorati artificialmente per ospitare una 12 ore di prove in notturna e su fondo bagnato del tutto inedita per la Formula Uno. Oggetto dell’ultima tornata di test Pirelli, che sono iniziati ieri alle 18 per finire alle 24 e proseguono oggi negli stessi orari, le gomme rain ed intermedie, sviluppate rispettivamente per l’asfalto bagnato e l’asfalto umido. Queste due specifiche completano la gamma Pirelli F1 per il 2011. I tecnici del gruppo italiano hanno già messo a punto nelle sessioni di test precedenti le 4 versioni da asciutto previste dal regolamento Fia (Fédération Internationale de l’Automobile) per il prossimo campionato. Il pilota della sessione di prove in notturna ad Abu Dhabi è lo spagnolo Pedro de la Rosa che guiderà la Toyota Tf109, scelta da Pirelli per lo sviluppo e i test dell’intera gamma F1. L’auto, l’ultima prodotta dalla Casa giapponese prima del ritiro nel 2009 e con 5 podi conquistati solo nell’ultima stagione, percorrerà oltre mille chilometri in condizioni di guida estreme e in una situazione di impiego severo degli pneumatici che dovranno affrontare un fondo allo stesso tempo bagnato e con temperature elevate. “Luci artificiali, asfalto bagnato, temperature alte su una delle piste più moderne al mondo sono una combinazione spettacolare e impegnativa, unica per la Formula Uno” – spiega Paul Hembery, responsabile del Team F1 Pirelli. “Abbiamo scelto queste modalità di test per provare nelle condizioni più impegnative possibili le nostre gomme da bagnato, ma chissà che questa nostra scelta non possa essere lo spunto per pensare a qualche Gran Premio con caratteristiche simili. Questi test ci offriranno indicazioni utili per lo sviluppo finale e per il completamento della nostra gamma per la F1. Sono passati appena sette mesi dall’inizio dello sviluppo e cinque mesi dell’avvio delle prove in pista e possiamo dire che siamo soddisfatti dei risultati avuti fin qui e dei primi riscontri delle Scuderie. Non ci resta che iniziare la stagione ufficiale con i test in Spagna, dove raccoglieremo le opinioni e le osservazioni di Team e piloti che ci saranno utili per ogni eventuale ulteriore miglioramento prima del Gran Premio del Bahrain”. La due giorni di prove in notturna di Abu Dhabi segue i 9 test privati già effettuati dal Team F1 Pirelli a partire dal 19 agosto, data della prima verifica in pista. Da allora, la Toyota Pirelli guidata da Nick Heidfeld, Romain Grosjean e Pedro de la Rosa, ha percorso circa 13.000 chilometri in tutte le condizioni meteo sui principali circuiti europei e del Medio Oriente. Sulle piste del Mugello, Monza, Barcellona, Valenzia, Jerez , Le Castellet e del Bahrain i tecnici Pirelli hanno testato con successo tutte le specifiche che saranno fornite nel campionato 2011. Le ultime ad essere messe a punto sono state le versioni supermorbida e morbida, oggetto dei test svolti nel fine settimana appena concluso durante il quale, sempre sul circuito di Abu Dhabi, sono stati completati da Pedro de la Rosa circa 200 giri di pista, equivalenti a oltre mille chilometri. Prossimo appuntamento, prima dello start del Gran Premio del Bahrain del 13 marzo, i test con tutti i 12 Team della Formula Uno, che daranno il via ufficiale alla stagione 2011. Si parte il primo febbraio a Valencia, dove le auto che partecipano al campionato correranno fino al 4, per proseguire a Jerez la settimana successiva (10-13 febbraio) e finire a Barcellona nel week-end del 18-21 febbraio. Gli pneumatici F1 Pirelli, sviluppati per assicurare ai Team un prodotto con doti di stabilità e consistenza e al pubblico gare sempre più emozionanti e spettacolari, hanno già superato la prima verifica con i piloti, avvenuta proprio sul circuito di Abu Dhabi a metà novembre, nel corso degli ultimi test ufficiali della stagione 2010. In quell’occasione, con una media di oltre 150 giri di pista per Scuderia, pari a quasi 11 mila chilometri, 15 piloti, tra cui Vettel, Alonso, Massa, Schumacher e Barrichello, hanno provato le gomme messe a punto dal gruppo italiano per la stagione 2011 dando riscontri positivi e ulteriori indicazioni di sviluppo ai tecnici del gruppo milanese. I dati raccolti nei test di Abu Dhabi di metà novembre sono stati alla base del lavoro successivamente svolto dal Team Pirelli F1 sia in laboratorio sia nei successivi test in pista: quelli svolti tra metà dicembre e inizio gennaio in Bahrain e quelli attuali di Abu Dhabi, iniziati il 15 gennaio e destinati a concludersi domani. In linea con i regolamenti Fia, Pirelli metterà a disposizione delle squadre di Formula Uno pneumatici slick, caratterizzati da mescole differenti e destinati alle gare con asfalto asciutto, uno pneumatico “rain” e uno intermedio. Le mescole da asciutto prevedono quattro versioni: la supermorbida, la morbida, la media e la dura, destinate ad adattarsi ai diversi circuiti e alle differenti strategie di gara. La mescola più morbida è indicata per circuiti stretti e tortuosi, mentre la mescola più dura si adatta meglio a situazioni di gara, dove fondamentale risulta la durata degli pneumatici. Negli altri casi, saranno la mescola morbida e quella media le possibili opzioni, dove la prima offre maggiori prestazioni in termini di velocità e la seconda in quelli di durata. Le gomme intermedie sono destinate a coprire i casi pioggia leggera e di asfalto umido in condizioni atmosferiche variabili. Gli pneumatici da bagnato in senso stretto, caratterizzate da speciali tasselli in grado di garantire stabilità e aderenza, sono indicati con pioggia più intensa su un tracciato decisamente bagnato. Pirelli fornirà complessivamente 50 mila pneumatici per l’intero campionato Formula Uno nel 2011. Le gomme per il massimo campionato automobilistico saranno prodotte nell’area “sport” dello stabilimento Pirelli di Izmit in Turchia, uno dei più moderni del settore, interamente dedicata agli pneumatici da gara. I tecnici Pirelli hanno messo a punto macchinari e tecnologie innovative per la produzione di pneumatici per questo tipo di competizione. Ai test di Abu Dhabi Pirelli sarà composta da 15 specialisti, tra ingegneri e tecnici. In occasione dei Gran Premi e delle prove ufficiali, il Team F1 Pirelli salirà a 50 elementi. In particolare, ogni Scuderia potrà contare su un ingegnere Pirelli dedicato, oltre che sull’intera équipe di tecnici e montatori. Il Team F1 Pirelli, composto da personale internazionale, ha sede a Milano, dove sorge il centro Ricerca e Sviluppo Pirelli Tyre. Quest’ultimo costituisce da sempre il cuore della tecnologia del Gruppo Pirelli e conta mille ricercatori, distribuiti in 5 centri in tutto il mondo. Le attività sportive sono da sempre per Pirelli il laboratorio nel quale il Gruppo ha sviluppato le più importanti innovazioni del settore pneumatici. La fornitura alla Formula Uno completa l’impegno di Pirelli nell’ambito degli sport motoristici, nei quali il Gruppo italiano è impegnato dal 1907, quando vinse il raid Parigi-pechino. Pirelli è attualmente impegnata come fornitore unico nelle più importanti competizioni mondiali, sia nelle discipline auto sia moto, quali il Campionato mondiale Gp2 e Gp3, e il Campionato Mondiale Superbike. A questi vanno aggiunti più di 70 tra campionati nazionali e internazionali e l’impegno nell’ International Rally Championship, che segue il triennio 2008-2010 che ha visto il gruppo italiano in qualità di fornitore unico del mondiale World Rally Championship. L’ultimo Gran Premio F1 cui aveva partecipato Pirelli è stato quello dell’Australia del 1991, in qualità di partner della Scuderia Benetton. E al 1991 risale anche l’ultima vittoria Pirelli, riportata nel Gran Premio del Canada. Coerentemente con la strategia Green Performance Pirelli, finalizzata allo sviluppo di prodotti e soluzioni capaci di coniugare il massimo delle prestazioni e della sicurezza con il rispetto dell’ambiente, anche la fornitura per la Formula Uno è ispirata a criteri di sostenibilità ambientale. In particolare, al pari di tutte le gomme da gara Pirelli, anche dalle mescole dei Pzero destinati al massimo campionato automobilistico sono stati eliminati gli olii altamente aromatici. Inoltre, i processi della fabbrica di Izmit sono gestiti con criteri di efficienza energetica e idrica volti al contenimento delle emissioni di sostanze dannose come l’anidride carbonica. Particolare attenzione è posta al riutilizzo degli scarti di produzione e degli pneumatici usati. Il protocollo di smaltimento prevede il riciclo delle gomme F1 usate, destinate a generare nuova materia prima per altri pneumatici o alla produzione di energia. L’attenzione di Pirelli per i temi della sostenibilità è testimoniato anche dalla recente conferma negli indici Dow Jones Sustainability Stoxx e Dow Jones Sustainability World, dove la società è risultata, per il quarto anno consecutivo, leader mondiale nel settore “Autoparts and Tires”.  
   
   
CON I CAMPIONI DELLA CANOA PAVIA INAUGURA L´ANNO ACCADEMICO SPORTIVO  
 
Pavia, 18 gennaio 2011 - Martedì 25 gennaio 2011, alle ore 17.30, nell’Aula Magna dell’Università di Pavia, alla presenza del Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak Luciano Buonfiglio e di molti sportivi e campioni del 2010 si svolgerà l’inaugurazione dell’anno accademico sportivo 2010-2011. La cerimonia, fortemente sostenuta dal Rettore Angiolino Stella, insieme al Presidente del Cus-pavia Cesare Dacarro, vuole sottolineare l’importanza del modello universitario pavese: un campus residenziale che unisce studio e sport ad altissimo livello. L’inaugurazione dell’anno accademico sportivo assume un significato speciale nel 2011, anno in cui l’Università di Pavia celebra i 650 anni di Fondazione dello Studium generale, voluto dall’imperatore Carlo Iv nel 1361. A partire dal 9 febbraio e per tutto l’anno 2001, si susseguiranno a Pavia mostre, eventi culturali, scientifici e sportivi, tra i quali la regata internazionale sul Ticino che vedrà la sfida, il 28 maggio, tra gli equipaggi delle università di Pisa, Pavia, Oxford e Cambridge. Il campus pavese, grazie alla presenza di uno storico Cus e di 16 collegi universitari, vanta una lunga e prestigiosa tradizione negli sport di remo: in anni recenti, a partire dal 1983, sono state siglate le convenzioni tra Federazione nazionale di canottaggio, Federazione nazionale Canoa Kayak, Edisu, Cus e Università di Pavia che hanno visto nascere – unici in Italia – il college remiero di canottaggio (attivo dal 1983), e il college remiero di canoa (attivo dal 2006). I due Centri accolgono atleti delle nazionali, iscritti alle federazioni sportive, che studiano all’Università di Pavia, risiedono presso il Collegio Cardano e si allenano al Cus Pavia. L’inaugurazione dell’anno accademico sportivo verrà aperta dal Rettore dell’Università, prof. Angiolino Stella, seguirà la relazione del Presidente del Cus Pavia e Delegato del Rettore per lo Sport, prof. Cesare Dacarro, che presenterà i dati dell’anno sportivo universitario pavese. Quindi gli interventi del Presidente della Federazione Italiana Canoa e degli ospiti. La seconda parte della cerimonia sarà dedicata alla premiazione degli atleti che hanno ottenuto i risultati più brillanti nell’anno sportivo 2009-10 con i colori dell’ Ateneo pavese, dei dirigenti e allenatori e dei collegi meglio classificati nell’ultima edizione del “Trofeo dei Collegi”.