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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Maggio 2011
ACCELERA L´E-COMMERCE: +19% , 8 MLD DI EURO PREVISTI NEL 2011  
 
Dopo la ripresa registrata nel 2010, per l’eCommerce italiano si prevede una nuova accelerazione nel 2011 (+19% che porterà il valore complessivo delle vendite da siti italiani a quasi 8 Miliardi di euro): anche quest’anno cresceranno di più i prodotti (+23%) che i servizi (+17%), trainati questi ultimi dall’ondata del social commerce. Ritmo di crescita senza precedenti per i compratori online. Su base annua cresceranno sostanzialmente tutti i principali comparti merceologici: il comparto con il tasso di crescita maggiore sarà anche nel 2011 l’Abbigliamento (+41%), seguito da Editoria, Musica e Audiovisivi (che accelera passando da un tasso di crescita del +21% nel 2010 a +30% nel 2011), e dall’Informatica ed Elettronica di consumo (che raddoppierà il suo ritmo di crescita dal +11% registrato nel 2010 al +21% nel 2011). Bene anche Turismo e Assicurazioni, con crescita aumenti su base annua, rispettivamente, del +13% e +15%. Sebbene ancora lontano in termini assoluti dai ricavi eCommerce dei principali mercati occidentali, tuttavia nel 2011 l’eCommerce italiano in Prodotti dovrebbe crescere a un ritmo quasi doppio rispetto alle altre nazioni. Ottime prospettive per il mercato eCommerce italiano. Questo è quanto si evince dall’analisi dei dati salienti dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm - School of Management del Politecnico di Milano, giunto alla sua decima edizione, presentati il 18 maggio 2011 in occasione dell’e-Commerce Forum 2011 a Milano. La Ricerca ha misurato il valore delle vendite, intese come valore complessivo dei beni transati, analizzando i fatturati dei principali operatori italiani. Secondo le stime per l’intero anno, il 2011 farà registrare una nuova accelerazione dell’eCommerce, con una crescita prevista del 19% che porterà il valore complessivo a quasi 8 Miliardi di Euro. Crescono le vendite di prodotti e servizi, le prime a un ritmo superiore rispetto alle seconde (23% contro 17%). Il divario nei tassi di crescita diventa più evidente (+28% contro +13%), se ci si concentra sui principali comparti tralasciando per un attimo i settori inclusi nell’aggregato “Altro”. Tra questi ultimi, gli “Altri servizi” dovrebbero registrare una crescita di +49% spinti dal social eCommerce e dal fenomeno gruppi d’acquisto in genere. Bene anche gli “Altri prodotti” con una crescita dell’11%. “Con 25 milioni di Internet User con età compresa tra i 18 e i 64 anni e una percentuale di Web Shopper intorno al 35%, l’Italia è ancora lontana in termini assoluti dai ricavi del comparto nei principali mercati occidentali, – ha dichiarato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano per scaricare la foto) - tuttavia nel 2011 l’eCommerce italiano di Prodotti dovrebbe crescere a un ritmo quasi doppio rispetto alle altre nazioni, +23% contro una media del 13% degli altri Stati. Cresce di quasi un milione di unità la popolazione italiana che acquista online, secondo una rilevazione periodica che condurremo a partire dal prossimo mese con Human Highway per misurare l’indice di apprezzamento del settore da parte dei consumatori italiani. Quello che colpisce ancora di più è il fatto che sono oltre 1,3 milioni i non acquirenti che hanno dichiarato l’intenzione di acquistare online nei prossimi tre mesi, numero che andrà a sommarsi agli 8,8 milioni rilevati da inizio anno, con un ritmo di crescita mai misurato prima con tale intensità. Di questi uno su due ha acquistato online almeno una volta, 1 su 5, ovvero 5,4 milioni, è invece un acquirente abituale. L’ecommerce pesa notevolmente sulle economie nazionali: prova ne è il caso americano, per il quale gli indici Dow Jones Industrial Average e S&p registrano un tasso di crescita dei valori di borsa delle aziende tradizionali che nel 2010 variava dall’11% al 12,8% mentre l’Online Retail Index, che comprende anche le aziende del commercio online, rilevava un incremento del 36%, 3 volte maggiore.” “Un dato particolarmente evidente è la crescita per il secondo anno consecutivo dei “Prodotti” ad un ritmo più elevato di quella dei “Servizi”– ha dichiarato Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatorio B2c Netcomm – Politecnico di Milano – Aumentano a ritmi significativi, tutti i principali comparti di Prodotto: guida la classifica dei tassi di crescita l’Abbigliamento con un incremento del +41% e un valore delle vendite di 735 Milioni di euro; seguono Editoria, Musica e Audiovisivi (la cui crescita passerà dal +21% del 2010 al +30% di quest’anno e il totale venduto sarà pari a 260 Milioni di euro), e Informatica&elettronica di consumo (che raddoppierà la sua crescita dal +11% del 2010 al +21% del 2011 per 812 Milioni di euro di vendite complessive). Risultati interessanti se si tiene conto dell’ingresso nel nostro Paese di un player come Amazon che, come avevamo previsto, non sta cannibalizzando gli altri operatori, ma sta invece contribuendo allo sviluppo del mercato. Si registra un vero e proprio boom di iniziative legate al Social Shopping, che traineranno soprattutto la crescita dei servizi nel 2011.” Bene tra i Servizi anche il Turismo, con una crescita del +13% (e un valore complessivo delle vendite non lontano dai 4 miliardi euro, pari al 49% delle vendite eCommerce da siti italiani, anche se scende per la prima volta sotto quota 50% dopo ben 4 anni) e Assicurazioni, che faranno registrare nel 2011 un aumento del 15% (e un valore di 667 Milioni di euro). Export, Pagamenti e Scontrini medi Cresce anche l’Export, trainato da Turismo (60%) e Abbigliamento (33%), per un mercato complessivo di 1305 Milioni di euro. Tra i sistemi di pagamento più utilizzati si conferma la Carta di Credito (72%), seguita da Paypal (14%), Bonifico bancario (7%) e Contrassegno (4%). Pagamento bancario, vaglia postale e finanziamento non riscuotono grande successo. Per quanto riguarda lo scontrino medio, non si assisterà a variazioni consistenti: +4% la crescita prevista su quelli emessi per Servizi, -3% il calo che si registrerà su quelli emessi per l’acquisto di Prodotti  
   
   
ECOMMERCE E CONSUMATORI: IL 30% È OVER 50, L´87% COMPRA DA CASA E IL BENESSERE SI IMPONE COME NOVITÀ, SECONDO NETCOMM-CONTACTLAB  
 
L’e-commerce è pratico, utile, non fa paura ai giovani e convince anche gli over50. Il 23% di chi ha esordito meno di 12 mesi fa oggi acquista online più di 20 prodotti all’anno e, con uno scontrino medio di 172 euro, è il benessere la novità 2011. La seconda edizione dell’E-commerce Consumer Behaviour Report, nato dalla collaborazione tra Netcomm e Contactlab, ha visto 62.000 consumatori rispondere a un questionario sui comportamenti e-commerce. Aumenta costantemente la fiducia da parte degli utenti web: il 90% acquista online, + 3% rispetto allo scorso anno. Qual è lo stato dell’E-commerce in Italia? Lo raccontano direttamente gli oltre 30 operatori del settore e-commerce e 62.000 utenti Internet, navigatori e acquirenti che quest’anno hanno partecipato all’indagine sui comportamenti d’acquisto online nata dalla collaborazione tra Netcomm - Consorzio del Commercio Elettronico Italiano e Contactlab, azienda specializzata in soluzioni e consulenza di digital direct marketing e presentata in apertura del Netcomm E-commerce Forum di Milano. La seconda edizione dell’E-commerce Consumer Behaviour Report rivela che, rispetto al 2010, i consumatori comprano più spesso (47%), spendono di più (48%) e diversificano maggiormente i propri acquisti (45%). Aumenta la loro fiducia nel mezzo e anzi, il 23% di chi ha iniziato a comprare online nell’ultimo anno non si è fermato al primo acquisto, ma è nel novero degli heavy e-buyer (+10% rispetto allo scorso anno), con all’attivo più di 20 prodotti all’anno. “Anche quest’anno la seconda edizione dell’E-commerce Consumer Behaviour Report si conferma come la più ampia rilevazione mai condotta sui comportamenti di acquisto online degli italiani. - commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico italiano (cliccare qui per scaricare la foto) - L’indagine ha permesso di analizzare una popolazione per cui comprare online è diventata una vera e propria abitudine di consumo. Osserviamo infatti una diffusione sempre maggiore dell’e-commerce e assistiamo a un innalzamento delle fasce di età degli acquirenti il cui 30% ha più di 50 anni. Inoltre, se l’87% compra da casa, il 3% utilizza il proprio smarthphone o tablet; ben il 48% predilige l’orario serale o notturno per effettuare la transazione e tra i settori più gettonati troviamo, novità assoluta, il benessere, con una spesa media di 172 euro”. L’acquisto online è considerato un canale attrattivo per la sua praticità e la sua utilità: dopo la consueta attività di screening (informarsi nel dettaglio sul prodotto/servizio d’interesse, 74%; navigare alla ricerca di un nuovo prodotto/servizio, 54%), quello che l’utente online desidera, quando utilizza Internet per acquistare, è comunicare con l’azienda (42%) e, infine, condividere la sua esperienza con gli altri, direttamente o tramite i canali online. Nella scelta del sito da cui acquistare, l’utente guarda prima di tutto l’usabilità e la ricchezza delle informazioni messe a disposizione (88%). La notorietà del sito è molto importante per il 61% degli utenti, mentre la pubblicità sui canali tradizionali e sul web non è ritenuta così rilevante dalla maggioranza degli acquirenti online. “Fra i dati più rilevanti emersi - annuncia Massimo Fubini, Amministratore Delegato di Contactlab (cliccare qui per scaricare la foto) - l’aumento di fiducia nel commercio elettronico: rispetto al 2010 è aumentata del 3% la quota degli intervistati che dichiara di fare acquisti sul web. Se al primo posto tra i fattori che spingono a effettuare un acquisto online troviamo la comodità di poterlo fare in ogni momento, una maggiore attenzione agli aspetti legati alla logistica e al customer care potrebbe far propendere all’acquisto online chi ancora non lo fa e chi compra ancora pochi prodotti. Anche chi non acquista online trova su Internet prodotti e servizi di proprio interesse: solo il 23% dichiara di non acquistare perché non soddisfatto dell’offerta e le paure in termini di sicurezza si collocano soltanto al 5° posto tra i motivi di non-acquisto. Rimane tuttavia preponderante il bisogno di verificare la qualità del prodotto (78%) e la necessità di avere un rapporto diretto con il venditore, la cui mancanza blocca il 69% degli utenti”. Fasce d’età e fiducia nell’acquisto online Il 90% dei rispondenti è rappresentato da acquirenti; resta quindi un 10% che non compra online. Si nota una buona rappresentanza delle fasce più mature della popolazione: il 57% dei rispondenti ha tra i 30 e i 59 anni, il 29% si colloca tra i 50 e i 79. Dati che confermano le rilevazioni dello scorso anno e smentiscono le convinzioni sulla minor confidenza degli adulti con la rete. Ancor più interessante è la differenza dei comportamenti tra i non acquirenti a seconda delle diverse fasce d’età: il 71% dei cosiddetti “nativi digitali” (10-19 anni) e il 44% dei giovani tra i 20 e i 29 anni, pur non acquistando, non considerano insicuro inviare i propri dati via internet. La sicurezza diventa invece una barriera all’acquisto più rilevante al crescere dell’età ma in generale l’E-commerce riscuote un giudizio molto positivo su tutti i fronti: gli utenti trovano sempre più semplice reperire informazioni (70%) e apprezzano l’ampliamento e il miglioramento dell’offerta di prodotti e servizi (68% e 67%). Il 63% riscontra una maggiore semplicità nelle procedure di acquisto e ritiene più sicuro effettuare pagamenti online. Perché, quando e dove si fanno acquisti online L’e-commerce si diffonde sempre più nelle abitudini e negli spazi di vita degli acquirenti. La disponibilità 24h/24 (85%), il vantaggio economico (83%) e il risparmio di tempo (80%) sono i primi fattori a spingere verso l’acquisto online. Si acquista dall’ufficio (26%) ma anche da smartphone o tablet (3%). Un dato interessante che dimostra la tendenza, che si va sempre più consolidando negli ultimi anni, di spostare la fruizione di Internet sui dispositivi mobili. “Uno spunto interessante per tutti gli operatori che utilizzano canali di vendita online – conferma Roberto Liscia - quanti di loro hanno un sito e dei sistemi di pagamento ottimizzati per il mobile? È senza dubbio una delle leve strategiche su cui puntare per vincere la sfida della competitività davanti a un consumatore che ha sempre meno tempo e vuole tutto e subito, e che magari approfitta di un veloce break per fare un acquisto dal proprio cellulare.” L’acquisto serale e notturno - dunque al di fuori degli orari di apertura dei negozi offline - è un’abitudine del 48% dei rispondenti. Un dato interessante per i commercianti, che devono cominciare a pensare a un approccio multicanale alle vendite se non vogliono perdere una cospicua fetta di clienti. In generale comunque poter acquistare ovunque ci si trovi e indifferentemente in vari momenti della giornata (41%) cattura una buona porzione dei rispondenti, che per il 60% paga con carta di credito e solo nel 12% dei casi paga invece in contanti alla consegna. Canali di informazione per l’acquisto online: email marketing affidabile per il 54% degli utenti Il 71% degli utenti ritiene affidabili i motori di ricerca per trovare offerte e promozioni; il 54% ha dato invece un giudizio positivo sull’affidabilità delle newsletter. “Fra i dati più rilevanti emersi - annuncia Massimo Fubini, Amministratore Delegato di Contactlab - l’aumento di fiducia nel commercio elettronico: rispetto al 2010 è aumentata del 3% la quota degli intervistati che dichiara di fare acquisti sul web. Se al primo posto tra i fattori che spingono a effettuare un acquisto online troviamo la comodità di poterlo fare in ogni momento, una maggiore attenzione agli aspetti legati alla logistica e al customer care potrebbe far propendere all’acquisto online chi ancora non lo fa e chi compra ancora pochi prodotti. Anche chi non acquista online trova su Internet prodotti e servizi di proprio interesse: solo il 23% dichiara di non acquistare perché non soddisfatto dell’offerta e le paure in termini di sicurezza si collocano soltanto al 5° posto tra i motivi di non-acquisto. Rimane tuttavia preponderante il bisogno di verificare la qualità del prodotto (78%) e la necessità di avere un rapporto diretto con il venditore, la cui mancanza blocca il 69% degli utenti”. Leve strategiche per creare o aumentare l’engagement Anche quest’anno, oltre a prezzi più vantaggiosi, l’acquirente online richiede più comodità: l’81% di chi già compra online farebbe più acquisti se potesse concordare data e ora di consegna del prodotto. I non acquirenti sarebbero invece più propensi ad acquistare online se potessero autorizzare il pagamento dopo aver ricevuto la merce (78%) o se fosse chiaramente espressa la possibilità di restituirla se non soddisfatti (76%). Un suggerimento importante per i Merchant, che potrebbero comunicare più efficacemente questa opzione. “Dalle preferenze manifestate dagli utenti - conclude Roberto Liscia - emerge una mancanza di trasparenza da parte dei siti di e-commerce, in relazione sia alle condizioni di vendita sia alla possibilità, obbligatoria per legge, di restituire il prodotto: questa percezione non incoraggia né i neofiti né gli heavy user a fare acquisti sul web. Abbiamo ottenuto un grande traguardo grazie agli sforzi comuni dei venditori online per diminuire le paure legate alla sicurezza. Oggi le nuove leve per il successo sono la logistica e il customer care: in due parole quindi, servono trasparenza e attenzione ai bisogni dell’utente”. Per maggiori informazioni: www.Consorzionetcomm.it  - www.Contactlab.com    
   
   
ANES SOSTIENE LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE TWOSIDES - IL LATO VERDE DELLA CARTA  
 
Il 18 maggio 2011 è partita la campagna informativa Twosides - Il Lato Verde Della Carta, un’iniziativa della filiera italiana della comunicazione su carta che punta a sfatare logori luoghi comuni, che vedono la carta come sinonimo di deforestazione e inquinamento, presso il grande pubblico e in particolare il target giovani. Twosides dimostra, con dati riconosciuti da enti scientifici accreditati a livello globale, che la carta non distrugge le foreste anzi contribuisce alla loro gestione sostenibile grazie all’impegno di tutta la filiera della produzione e della comunicazione su carta. Così le foreste europee crescono di un’area pari a 1,5 milioni di campi da calcio ogni anno equivalenti a 850.000 ha: sono aumentate del 30% dal 1950 ad oggi. Proprio la gestione sostenibile delle foreste e la rinnovabilità della risorsa legno sono oggetto di due delle tre pagine pubblicitarie titolate La Carta Fa Il Tifo Per Le Foreste e La Carta Fa Crescere Gli Alberi che saranno veicolate dalle principali testate quotidiane e specializzate. La terza pagina pubblicitaria La Carta Torna Carta 7 Volte è invece dedicata alla tema della riciclabilità della carta. Con 2000 chili riciclati al secondo, la carta è infatti il materiale più riciclato in Europa e in Italia più della metà della carta prodotta nasce dal riciclo. La fibra di cellulosa si può inoltre riciclare sino a sette volte. Queste ed altre caratteristiche verdi della comunicazione su carta sono riassunte nello slogan della campagna: Naturale, Rinnovabile, Riciclabile: E’ Il Lato Verde Della Carta e potranno essere approfondite sul sito http://www.twosides.info/  dal quale sarà possibile accedere anche ai social network Facebook e Twitter. La filiera italiana della comunicazione su carta è riunita in Print Power Italy, un’organizzazione - coordinata da Assocarta - che si inserisce nel più ampio progetto europeo Print Power Europe al quale hanno aderito ben dodici Paesi europei. Per maggiori informazioni: Print Power Italy maria.Moroni@assocarta.it  c/o Assocarta 340 3219859 - 02 29003018   
   
   
ANES: PAOLO AUDINO NUOVO PRESIDENTE CSST - CERTIFICAZIONE EDITORIA SPECIALIZZATA E TECNICA  
 
E’ Paolo Audino il nuovo Presidente di Csst, il marchio di Certificazione dell’editoria specializzata e tecnica di Anes - Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata. Cinquantacinque anni, giornalista professionista, Audino è Amministratore Delegato di Ttg Italia, società del gruppo Rimini Fiera leader nell’editoria specializzata e negli eventi b2b per il turismo. “Tre sono gli obiettivi che intendo raggiungere”, ha detto il neo-Presidente, “aumentare il valore percepito della certificazione, perché venga assunta come un indicatore di qualità sia dagli editori, sia dai partner commerciali; rinnovare gli strumenti della certificazione per adeguarsi a un mercato sempre più multicanale; accrescere il numero degli editori che certificano i propri prodotti”. Nella progettazione delle nuove attività Paolo Audino lavorerà a stretto contatto con la Commissione Certificazione e in sinergia con il nuovo presidente Anes, Alessandro Cederle, che considera la valorizzazione del ruolo e dell’autorevolezza di Csst essenziale nell’attività dell’Associazione. L’assemblea dei Soci Anes che aderiscono a Csst ha rinnovato anche la componente editori della Commissione Certificazione. Sono stati eletti: Giorgio Albonetti (Tecniche Nuove), Giusi Arcolace (Editrice Kurtis), Armando Garosci (Editoriale Largo Consumo), Marco Levi (Reed Business Information), Alberto Lupini (Edizioni Contatto), Andrea Notarbartolo (Quine). Anes, via Pantano 2 – 20122 Milano tel + 39 02 8057777 - cell + 39 349 1634132 - www.Anes.it    
   
   
SULLA MEDIAZIONE E SUI TEMI CALDI DELLA GIUSTIZIA CIVILE RIPRENDE IL DIALOGO TRA MINISTERO E AVVOCATURA  
 
¡°L¡¯incontro, protrattosi fino a tarda notte, ha segnato un punto importantissimo per la riapertura del dialogo tra il Ministero della Giustizia e il mondo forense, consentendo di porre sul tavolo le questioni pi¨´ delicate e urgenti riguardanti l¡¯avvocatura e la Giustizia e di definire un piano d¡¯azione che i partecipanti si sono impegnati a condurre a termine¡±. Questo il primo commento del Presidente dell¡¯Ordine degli Avvocati di Milano Paolo Giuggioli, in merito alla riunione che si ¨¨ tenuta ieri a Roma con il Ministro Angelino Alfano e il Capo dell¡¯Ufficio Legislativo del ministero Augusta Iannini, in cui sono intervenuti anche il Presidente Guido Alpa e il Consigliere Segretario Andrea Mascherin del Cnf; i Presidenti degli Ordini di Roma Antonio Conte e Palermo Enrico Sanseverino (che gi¨¤ avevano preso parte con il Presidente Giuggioli al primo contatto della settimana scorsa); i Presidenti degli Ordini di Genova Stefano Savi, L¡¯aquila Antonello Carbonara e Pesaro Arturo Pardi, i consiglieri dell¡¯Ordine di Torino Teresa Besostri e di Bologna Vincenzo Florio; i presidenti dell¡¯Unione regionale del Triveneto Antonio Francesco Rosa e della Sardegna Arrigo Filigheddu. Al centro del dibattito sono stati posti i temi della disciplina della mediazione finalizzata alla conciliazione e quello pi¨´ ampio ©\ ma, comunque, strettamente connesso al primo ¨C relativo alla necessit¨¤ di ridimensionare il gigantesco carico di contenzioso civile gravante sugli uffici giudiziari di tutta Italia. Gli interventi convenuti opereranno su due livelli. Il primo riguarda la modifica del decreto legislativo 28/2010 e l¡¯introduzione dell¡¯assistenza necessaria degli avvocati nei casi di mediazione obbligatoria al fine di tutelare i diritti dei cittadini, in primis quello di difesa, all¡¯interno del procedimento di mediazione. Il secondo livello d¡¯intervento ¨¨ stato delineato con l¡¯istituzione di una cabina di regia permanente tra ministro e avvocatura cui sar¨¤ demandato il compito di individuare soluzioni agli ulteriori fondamentali aspetti della disciplina della mediazione su cui gli avvocati presenti hanno posto l¡¯attenzione e al drammatico problema dello smaltimento delle cause civili. Per quanto riguarda la mediazione, la cabina di regia sar¨¤ chiamata ad affrontare innanzitutto il problema della obbligatoriet¨¤ del tentativo di conciliazione, l¡¯individuazione di criteri per la definizione della competenza territoriale degli organismi di mediazione, l¡¯individuazione di puntuali requisiti diretti a garantire l¡¯indipendenza e l¡¯imparzialit¨¤ degli organismi e dei mediatore, l¡¯estensione delle norme sul patrocinio a spese dello Stato anche all¡¯assistenza legale nel procedimento di mediazione. Per la riduzione del contenzioso in ambito civile, ¨¨ stato ipotizzato il coinvolgimento degli avvocati (complessivamente 8©\10mila) che dovranno occuparsi della definizione dell¡¯arretrato. ¡°La giustizia civile ¨C aggiunge il Presidente Giuggioli ¨C ¨¨ soffocata da 5,6 milioni di cause, con danni enormi subiti dai cittadini e dalle aziende. Occorre lavorare per una soluzione efficace e duratura. La vigente legge sulla mediazione, nata con questo obiettivo, non garantisce adeguati risultati e ¨C soprattutto ¨C limita il diritto costituzionalmente garantito all¡¯accesso alla giustizia. Va cambiata e per fare ci¨° non servono atteggiamenti ideologici, n¨¦ occorre erigere steccati insormontabili. La disponibilit¨¤ dei vertici istituzionali dell¡¯Avvocatura esprime solo ragionevolezza e responsabilit¨¤, non posizioni asservite o di comodo. Le accuse in questo senso rivolte a chi ¨¨ intervenuto al tavolo con il Ministro, mirano solo a coprire l¡¯insuccesso del protagonismo di alcuni rappresentanti dell¡¯avvocatura associata¡±.  
   
   
GIORNALI ON LINE E ROBOTICA, IL FUTURO È GIÀ NELLA SCUOLA  
 
Presentati il 17 maggio 2011 a Firenze i risultati dei progetti tecnologici di Portaleragazzi e Chiavi della Città, che hanno coinvolto oltre 500 studenti elementari e medi. E da Parigi videoconferenza via skype con l’elementare Balducci in gita. Robotica e giornalismo in classe. Circa 500 studenti elementari e medi fiorentini e i loro insegnanti hanno partecipato stamani alla presentazione delle pubblicazioni on line e dei robot realizzati durante quest’ultimo anno scolastico nel contesto di due progetti dedicati alle nuove tecnologie, Redazione Web e Robot@school. Alla cerimonia al cinema Odeon hanno presenziato, tra gli altri, l’assessore all’Educazione del Comune di Firenze Rosa Maria di Giorgi e il presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Michele Gremigni. Sono le istituzioni che promuovono i due progetti all’interno, rispettivamente, del programma Chiavi della Città e del sito Portaleragazzi. Pino Rea, giornalista e blogger, ha presentato Redazione Web, ossia i 15 diversi giornalini on line (http://scuole.Portaleragazzi.it) pubblicati da altrettante classi, ciascuna con una produzione di circa 30 articoli. Redazione Web, al secondo anno di sperimentazione, è molto apprezzata dai ragazzi come opportunità per raccontare e raccontarsi, ma anche come approccio diverso alle materie di studio E’ uno strumento facilmente accessibile agli stessi insegnanti, grazie a un breve percorso formativo per i docenti e all’interventi in classe di alcuni esperti. Emanuele Micheli, fondatore di Scuola di Robotica, ha invece presentato 20 diversi prototipi di robot costruiti da 12 classi, di cui tre seconde elementari, nel contesto di Robot@school. Il progetto conta già tre anni e consiste in un laboratorio di robotica in cui i ragazzi sono chiamati a progettare, costruire e programmare piccoli robot con mattoncini Lego, sensori e pc. Un modo divertente e attivo per imparare a lavorare con la tecnologia, senza limitarsi a subirla, ma anche per imparare utili nozioni di scienza, matematica e informatica. Nel corso dell’evento è stata mostrata anche la nuova versione di We-p, il social network under 14, creato per supportare i progetti di Portaleragazzi e offrire ai bambini un primo approccio con il mondo delle community in un ambiente online sicuro e protetto. Da gennaio già 1.800 gli iscritti a We-p, 3.364 i post pubblicati, 39.484 i commenti: e 14.916 le fotografie caricate. Dati significativi, che dimostrano il grande coinvolgimento dei giovani e il loro interesse per queste nuove forme di comunicazione, nonché la necessità di integrarle in modo consapevole e corretto nei percorsi didattici e formativi. A elevare il tasso tecnologico della manifestazione ha contribuito anche la videoconferenza via Skype che ha consentito di partecipare ai ragazzi della elementare Balducci, tra i protagonisti di Redazione Web, che in questi giorni si trovano in Francia in gita scolastica  
   
   
L’EDITORIA INTERNAZIONALE SI INCONTRA A EDITECH  
 
La quarta edizione della conferenza internazionale sull’innovazione digitale in editoria promossa dall’Associazione Italiana Editori si svolgerà il 9 e 10 giugno a Milano, Palazzo delle Stelline. Www.editech.info . Il 9 giugno l’Aie - Associazione Italiana Editori, con la quarta edizione di Editech, propone un’occasione di aggiornamen­to e confronto sull’evoluzione digitale in atto nell’editoria li­braria a livello internazionale non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa, attraverso casi di successo presentati dai più innovativi attori del mercato. Verranno presentati i modelli di business emergenti, facendo il punto con relatori nazionali e internazionali, sulle numerose e recenti evoluzioni tecnologiche, identificando, nel rumore di fondo e nel continuo flusso di novità, gli elementi di maggiore impatto. Nella giornata si alterneranno sessioni plenarie e parallele. Le plenarie saranno dedicate all’analisi e al confronto tra l’in­dustria editoriale europea e colossi americani come Google e Apple e al futuro della distribuzione del prodotto editoriale. Le sessioni parallele invece saranno focalizzate sull’applica­zione delle tecnologie nei diversi segmenti editoriali: scolasti­co, universitario, narrativa e saggistica con approfondimenti sugli aspetti creativi, produttivi ed economici. I relatori: José Manuel Anta (Fande, E) - Patricia Arancibia (Barnes & Nobles, Usa) - Anne Bergman (Fep/fee, Federation of European Publishers) - Ann Betts (Nielsen, Uk) - Peter Brantley (Internet Archive Foundation, Usa) - Liza Daly (Threpress and Idpf board, Usa) - Sanford Forte (California Open Source Textbook, Usa) - Patrick Gambache (Flammarion, F) - Régis Habert (Izneo, F) - Adrian Hon (Six to Start, Uk) - Ruth Jones (Ingram Digital, Usa) - Sara Lloyd (Pan Macmillan, Uk) - Valle Mallik (Carina Press, Usa) - Yasuko Matsui (Papyless, Jp) - Craig Mod (Prepostbooks, Usa) - Cécile Moscovitz (Le Motif, F) - Stephen Page (Faber and Faber, Uk) - Alessandra Porcelli (Mcgraw-hill, Uk-i) - Vincenzo Russi (Cefriel, I) - Michael Tamblyn (Kobo, Canada) - Graham Taylor (The Publishers Association, Uk) - Teri Tobias (Teri Tobias Agency) - Jaume Vives (Editorial Vicens Vives, E) - Mauro Zerbini (Ibs) In programma il 10 giugno un seminario dal taglio operativo, in collaborazione con l’Idpf - International Digital Publishing Forum, dedicato all’Epub 3, la nuova versione del più diffuso stan­dard per la produzione degli ebook. L’epub 3 supporterà video, audio, scripting, Mathml, enhanced layout, abilitando quindi anche la creazione di nuove tipologie di prodotti interattivi e multimediali. A tenere il seminario sarà Liza Daly, membro del Board dell’Idpf, presidente di Threepress e uno degli esperti che hanno partecipato attivamente ai lavori del working group che ha elaborato le specifiche. Ed ancora Editoria Digitale, Ebook Uno Sguardo Sulle Nuove Professioni, un seminario gratuito riservato agli studenti dei master e dei corsi universitari in editoria delle università lombarde finaliz­zato ad arricchire il loro percorso professionalizzante. Stanno cambiando i prodotti editoriali, i modi di distribuirli on-line e nei canali fisici, il lavoro del redattore e dell’editor e conseguentemente cambiano anche le competenze richieste in ingresso a chi vuole intraprendere il lavoro in casa editrice, nei services editoriali o nelle nuove realtà che producono e distribuisco­no ebook. L’incontro vuole offrire a coloro che saranno i redattori delle nuove case editrici alcuni elementi di riflessione su questi nuovi sviluppi. Per iscrizioni e informazioni sul programma: www.Editech.info L´iniziativa si inserisce nell´ambito di Lombardia Open Forum, programma di eventi aperti al pubblico che Regione Lombardia - Direzione Cultura promuove in occasione del Secondo Forum mondiale dell´Unesco sulla cultura e le industrie culturali Il libro domani: il futuro della scrittura (Villa Reale di Monza, 6 > 8 giugno 2011)  
   
   
GIUSTIZIA ITALIANA: DIRITTO D’AUTORE PER LE OPERE DEL DESIGN. ORDINANZA DEL TRIBUNALE DI MILANO SULLE OPERE DI LE CORBUSIER  
 
Con ordinanza del 26 aprile 2011, il Tribunale di Milano, Sezione specializzata in materia di proprietà industriale e intellettuale, si è pronunciato, in via cautelare, nel procedimento Cassina Spa vs High Tech Srl, in favore dell’applicabilità della disciplina del diritto d’autore anche alle opere del design che non siano mai state registrate in Italia (cd. Opere di pubblico dominio), accogliendo integralmente le domande della società ricorrente. La decisione arriva pochi mesi dopo la della Corte di Giustizia Ue sul "caso Flos", che ha sancito la piena conformità al diritto comunitario della riforma dell’art. 239 del Codice di Proprietà Industriale (Cpi), adottata con il decreto correttivo n. 131/2010. L’ordinanza ribadisce il principio dell’accesso alla tutela rafforzata del diritto d’autore per le opere dell’industrial design dotate di carattere creativo e valore artistico, nonché la legittimità di un regime transitorio di durata limitata (quinquennale) per la commercializzazione delle opere del design in regime di pubblico dominio, così come previsto dal citato art. 239. Il provvedimento fornisce, inoltre, alcuni preziosi chiarimenti in ordine alle questioni maggiormente dibattute in dottrina e giurisprudenza sul tema della tutela accordata dal diritto d’autore alle opere del design, che di seguito si illustrano brevemente. L’ordinanza milanese è stata resa all’esito di un procedimento cautelare e d’urgenza relativo alla commercializzazione da parte di High Tech Srl di una serie di modelli di arredo (poltrone, chaise longue, divani) riproducenti alcune delle più note opere del designer Le Corbusier, già fabbricate e commercializzate in Italia dalla società Cassina in virtù di accordi esclusivi di licenza stipulati con i titolari dei rispettivi diritti. Trattandosi di prodotti che non erano mai stati registrati ai sensi della disciplina dei modelli e disegni, sugli stessi è stata invocata la tutela del diritto d’autore prevista dal combinato disposto di cui agli artt. 239 Cpi e 2, n. 10) della legge sul diritto d’autore (legge 22 aprile 1941, n. 633), introdotto nel 2001 al fine di includere nella protezione anche “le opere del disegno industriale che presentino di per sé carattere creativo e valore artistico”. Per quanto riguarda l’applicabilità della normativa nazionale sul diritto d’autore alle opere del design che, in assenza di registrazione, non hanno mai goduto in Italia della specifica protezione prevista per i disegni o modelli, secondo il giudice milanese tali prodotti rientrano a pieno titolo nella protezione del diritto d’autore, poiché il principio della cumulabilità delle tutele, sancito in sede comunitaria dalla Direttiva n. 71/98/Ce, si applica a tutte le opere del design che, a prescindere da un’eventuale registrazione, presentano le condizioni previste dai singoli Stati membri per godere nel territorio nazionale di tale tutela. A conferma di ciò, da un lato, l’art. 17 della Direttiva ha espressamente demandato agli Stati membri il compito di stabilire i requisiti di accesso dei disegni e modelli alla protezione del diritto d’autore, senza voler in alcun modo limitare la possibilità di includere in tale protezione anche disegni e modelli mai registrati. Dall’altro, l’art. 239 Cpi, in attuazione della Direttiva, dispone che la protezione accordata dal diritto d’autore al design debba comprendere sia le opere che alla data del 19 aprile 2001 erano di pubblico dominio (in quanto mai registrate come disegni o modelli), sia quelle che erano state precedentemente registrate ma che, a quella data, erano divenute di pubblico dominio (per scadenza della registrazione). Per quanto riguarda la questione del riconoscimento del “valore artistico” nelle opere del design, al fine di determinare l’applicazione della protezione prevista dal diritto d’autore. Come anticipato, la legge italiana sul diritto d’autore richiede quale requisito di accesso a tale tutela che le opere del disegno industriale presentino di per sé, oltre al “carattere creativo” (condizione comune ad ogni tipologia di opera dell’ingegno), anche l’elemento aggiuntivo del “valore artistico”. Al riguardo, la pronuncia in commento ricorda che, in giurisprudenza, il giudizio circa la sussistenza del requisito del valore artistico è stato oggetto di differenti orientamenti: 1) in una fase iniziale, in virtù della precedente formulazione normativa che richiedeva la “scindibilità” astratta dell’elemento artistico da quello funzionale, le Corti hanno interpretato in maniera restrittiva questo requisito, escludendo la protezione del diritto d’autore ogniqualvolta il prodotto del design fosse caratterizzato da una produzione seriale; 2) successivamente, il giudizio sul valore artistico del design è stato sganciato dal carattere industriale o meno della sua produzione, ma ha oscillato tra opinabili valutazioni soggettive dei giudici e diversi tentativi di ancorare tale giudizio ad alcuni parametri oggettivi. Il giudice milanese, sulla base di un orientamento già espresso dalla stessa Sezione specializzata, aderisce a questa seconda impostazione, rilevando come la valutazione del valore artistico debba realizzarsi nella maniera più oggettiva possibile, facendo riferimento alla percezione che dell’opera del design si è affermata negli ambienti culturali in senso lato. In particolare, precisi indizi della obiettiva “artisticità” dell’opera possono essere tratti dal diffuso riconoscimento da parte di musei e istituzioni culturali della sua appartenenza ad un certo movimento artistico, che assume valore anche al di là delle intenzioni e della stessa consapevolezza dell’autore. In questo modo, secondo la condivisibile ricostruzione contenuta nell’ordinanza, è possibile conferire con certezza, al netto di discrezionali valutazioni soggettive o surrettizie rievocazioni del criterio della scindibilità, la tutela del diritto d’autore a quegli oggetti del disegno industriale che, come le creazioni del maestro Le Corbusier, sono diffusamente e autorevolmente considerate espressioni rilevanti, e non meramente ordinarie, delle concezioni progettuali del design. E ciò, come detto, per effetto della consolidata e permanente capacità rappresentativa e comunicativa che a quelle opere viene riconosciuta da una collettività di soggetti più ampia di coloro che producono o commercializzano quei beni, da un lato, e dei consumatori dello specifico oggetto, dall’altro. Per quanto riguarda la valutazione dell’attività commerciale della società resistente, alla luce del regime transitorio di “sanatoria” dettato dal nuovo art. 239 Cpi, secondo i giudici, l’attuale formulazione di tale disposizione stabilisce che i terzi che hanno fabbricato o commercializzato, nei dodici mesi anteriori al 19 aprile 2001, prodotti realizzati in conformità con le opere del design allora in pubblico dominio non rispondono della violazione del diritto d’autore compiuta proseguendo questa attività anche dopo tale data, limitatamente ai prodotti da essi acquistati fino al 19 aprile 2001 e a quelli fabbricati nei cinque anni successivi (cioè, fino al 19 aprile 2006), purché tale attività si sia mantenuta nei limiti anche quantitativi del preuso. Di conseguenza, il vigente art. 239 del Codice è in linea con l’interpretazione della normativa comunitaria formulata dalla Corte di Giustizia Ue nella richiamata sentenza Flos, laddove è stato espressamente precisato che non è compatibile con la legislazione europea la scelta di uno Stato membro di escludere dalla protezione del diritto d’autore, tanto per un periodo decennale quanto definitivamente, le opere del design che possiedono tutti i requisiti per godere di tale protezione all’interno del suo territorio. È dunque questa, secondo i giudici milanesi, l’unica interpretazione aderente alle statuizioni della Corte di Giustizia Ce. Alla luce delle considerazioni che precedono (applicabilità della disciplina del diritto d’autore anche alle opere del design mai registrate in Italia; valutazione oggettiva del requisito del valore artistico; divieto di commercializzazione dei prodotti-copia di opere del design oltre la finestra temporale prevista dall’art. 239 Cpi), il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso della società Cassina, autorizzando il sequestro dei prodotti imitativi della resistente High Tech e inibendo a quest’ultima la prosecuzione dell’attività contraffattoria, nonché fissando una penale per eventuali successive violazioni o ritardo nell’esecuzione dell’ordine del giudice  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA : LA CORTE CONFERMA LA VALIDITÀ DELLA DIRETTIVA SUI DIRITTI AEROPORTUALI  
 
L´aeroporto di Lussemburgo-findel rientra nella direttiva poiché registra il traffico passeggeri annuale più elevato e gode di una posizione privilegiata in quanto punto di entrata in Lussemburgo Il Lussemburgo ha proposto dinanzi alla Corte di giustizia un ricorso di annullamento parziale della direttiva 2009/12/Ce, che stabilisce principi comuni per la riscossione dei diritti aeroportuali versati dalle compagnie aeree agli aeroporti dell´Unione europea. La direttiva si applica agli aeroporti, aperti al traffico commerciale, il cui volume di traffico annuale supera la soglia di 5 milioni di movimenti passeggeri o, nel caso in cui nessun aeroporto raggiunga tale soglia minima in uno Stato membro, all´aeroporto avente il maggior traffico passeggeri annuale, che gode di una posizione privilegiata in quanto punto di entrata in tale Stato. In forza di detta direttiva, gli Stati membri devono provvedere affinché i diritti aeroportuali non creino discriminazioni tra gli utenti dell’aeroporto (le compagnie aeree). Deve essere istituita una procedura obbligatoria di consultazione (almeno una volta all´anno) tra il gestore dell´aeroporto interessato e gli utenti di quest´ultimo o i rappresentanti o le associazioni degli utenti dell´aeroporto in relazione all’applicazione del sistema, all’ammontare dei diritti aeroportuali e, se del caso, alla qualità del servizio. Il Lussemburgo ha contestato il fatto che l´aeroporto di Lussemburgo-findel, unico aeroporto dello Stato, sia soggetto agli obblighi amministrativi e finanziari della direttiva, in quanto il traffico annuale è di 1,7 milioni di passeggeri all´anno, contrariamente ad altri aeroporti regionali limitrofi, che non sono inclusi nell´ambito di applicazione della direttiva sebbene abbiano un traffico maggiore. Il Lussemburgo ha menzionato, per esempio, gli aeroporti di Charleroi (Belgio) e di Hahn (Germania) – il cui traffico annuale ammonta, rispettivamente, a 2,9 milioni e a 4 milioni di passeggeri – e quelli di Bordeaux (Francia) e di Torino (Italia), situati in prossimità di un centro urbano di una certa grandezza o caratterizzati da un certo livello di attività economica – con un movimento annuale, rispettivo, di 3,4 e 3,5 milioni di passeggeri. Secondo il Lussemburgo, è vero che la direttiva è volta ad evitare qualunque rischio di abuso di posizione dominante degli aeroporti rientranti nel suo ambito di applicazione, ma un rischio siffatto è inesistente per quanto riguarda l´aeroporto di Findel, il quale, invece, si trova in una situazione concorrenziale rispetto agli aeroporti limitrofi che accolgono compagnie «a basso prezzo», situati a Hahn (Germania) o a Charleroi (Belgio) e agli aeroporti che costituiscono centri aeroportuali («hub») come Francoforte (Germania) o Bruxelles (Belgio). Oltre ad una violazione del principio di parità di trattamento a motivo di un trattamento differenziato di situazioni analoghe – dato che l’aeroporto di Findel è incluso nella direttiva, mentre aeroporti regionali delle stesse dimensioni non lo sono – il Lussemburgo fa valere, peraltro, una violazione del principio di parità di trattamento in quanto l´aeroporto di Lussemburgo-findel sarebbe trattato in modo identico agli aeroporti che accolgono oltre 5 milioni di passeggeri all´anno, sebbene non abbia né la medesima posizione di forza rispetto alle compagnie aeree né lo stesso potere economico di tali aeroporti. Nella sentenza emessa in data odierna, la Corte di giustizia dichiara che l´aeroporto di Lussemburgo-findel gode di una posizione privilegiata in quanto «punto di entrata» in tale Stato membro, ai sensi della direttiva. Di conseguenza, il fatto che esso sia incluso nell´ambito di applicazione della stessa non è contrario al principio di parità di trattamento. La Corte constata che il legislatore dell´Unione, nell´adottare la direttiva, ha ritenuto che non fosse necessario includere nell´ambito di applicazione della medesima l’insieme degli aeroporti dell´Unione, ma solo due categorie di aeroporti, quelli che superano la soglia minima di cinque milioni di passeggeri all´anno e quelli che, al pari dell´aeroporto di Lussemburgo-findel, hanno il maggior traffico passeggeri annuale in uno Stato membro in cui nessun aeroporto raggiunge questa soglia minima. Adottando tale quadro comune, il legislatore dell´Unione ha inteso imporre il rispetto di taluni requisiti quali la trasparenza dei diritti aeroportuali, la consultazione delle compagnie aeree e la loro non discriminazione. Dopo aver esaminato la situazione degli aeroporti principali sotto il profilo della loro posizione rispetto alle compagnie aeree, la Corte afferma che, negli Stati membri ove nessun aeroporto raggiunge la soglia minima prevista dalla direttiva, l´aeroporto con il maggior traffico passeggeri annuale deve essere considerato il punto di entrata nello Stato membro di cui trattasi, il che gli conferisce una posizione privilegiata nei confronti delle compagnie aeree. Infatti, tali aeroporti principali sono situati, in genere, in prossimità di un grande centro politico e/od economico in grado di attirare in gran parte una clientela d’affari per la quale il prezzo dei biglietti è solamente uno dei criteri tra gli altri e che può essere particolarmente sensibile all´ubicazione dell´aeroporto, alle possibilità di connessione con altri mezzi di trasporto, nonché alla qualità dei servizi forniti. Per questo segmento di mercato di media o alta gamma, le compagnie aeree hanno quindi un interesse strategico maggiore a proporre voli da e per un aeroporto principale come quello di Lussemburgo-findel – piuttosto che voli da e per un aeroporto secondario come quello di Hahn – senza che l´importo dei diritti aeroportuali o il volume concreto di traffico passeggeri annuale possano essere considerati criteri decisivi per tali compagnie. Pertanto, l´aeroporto di Lussemburgo-findel, in quanto aeroporto principale, deve essere soggetto agli obblighi della direttiva, in considerazione del rischio di abuso di posizione privilegiata di tale aeroporto in merito alla fissazione dei diritti aeroportuali. Per contro, gli aeroporti secondari – non soggetti agli obblighi della direttiva – non possono, per principio, essere considerati come il «punto di entrata» ai sensi della direttiva, indipendentemente dal numero annuale di passeggeri, quand’anche taluni di essi siano situati in prossimità di un centro urbano, come gli aeroporti di Bordeaux e di Torino. Inoltre, questi aeroporti secondari, segnatamente quelli che non si trovano in prossimità di un grande centro urbano, possono risultare più attraenti per le compagnie cosiddette «low cost». Infatti, tali compagnie, guidate in via di principio da una strategia diversa, si rivolgono ad una clientela che, contrariamente alla clientela d´affari, è più sensibile ai prezzi dei biglietti e maggiormente disposta ad effettuare tragitti più lunghi tra la città di destinazione e l´aeroporto. Ciò considerato, il legislatore non ha commesso alcun errore manifesto e non ha superato i limiti del suo potere, ritenendo che gli aeroporti secondari non si trovino nella stessa situazione degli aeroporti principali. Inoltre, il fatto che la situazione di un aeroporto come quello di Findel non sia identica a quella degli aeroporti aventi un traffico passeggeri annuale superiore ai cinque milioni non significa che sia contrario al principio di parità di trattamento sottoporre queste due categorie di aeroporti agli stessi obblighi di trasparenza tariffaria previsti dalla direttiva. Infatti, la circostanza che detti aeroporti godano di una posizione privilegiata rispetto alle compagnie aeree giustifica l´applicazione della direttiva. In proposito, il quadro dei principi comuni stabilito dalla direttiva è idoneo e necessario a realizzare l´obiettivo della stessa. Quanto alla proporzionalità, gli oneri risultanti dal regime introdotto dalla direttiva non appaiono manifestamente sproporzionati rispetto ai vantaggi che ne derivano. In particolare, non risulta che i costi lamentati dal Lussemburgo, connessi alla procedura di consultazione istituita dalla direttiva e obbligatoria per il Findel, possano comportare l´abbandono di tale aeroporto da parte delle compagnie aeree. Infine, riguardo al principio di sussidiarietà, legittimamente il legislatore dell´Unione ha ritenuto che non fosse necessario includere nell´ambito di applicazione della direttiva gli aeroporti aventi un traffico passeggeri annuale inferiore ai 5 milioni, quando essi non costituiscono l´aeroporto principale del loro Stato membro. (Corte di giustizia dell’Unione europea, Lussemburgo, 12 maggio 2011, sentenza nella causa C-176/09, Lussemburgo / Parlamento europeo e Consiglio dell´Unione europea)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: LE LINEE DIRETTRICI DELLA COMMISSIONE PER L´ANALISI DEL MERCATO E LA VALUTAZIONE DEL SIGNIFICATIVO POTERE DI MERCATO NON IMPONGONO OBBLIGHI AI SINGOLI  
 
Pertanto, l’assenza di pubblicazione di tali linee direttrici nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea nella lingua di uno Stato membro non osta a che l’autorità nazionale di regolamentazione di tale Stato vi si riferisca in una decisione destinata a un singolo In forza dell’atto di adesione del 2003 gli atti delle istituzioni e della Banca centrale europea, adottati anteriormente all’adesione all’Unione dei nuovi Stati membri e redatti dal Consiglio, dalla Commissione o dalla Banca centrale europea nelle lingue di questi Stati fanno fede, dalla data di adesione, alle stesse condizioni dei testi redatti nelle undici lingue degli Stati membri dell’epoca. Essi sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea qualora i testi nelle undici lingue siano stati oggetto di una tale pubblicazione. Ai sensi della direttiva che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva quadro), la Commissione pubblica orientamenti per l’analisi del mercato e la valutazione del significativo potere di mercato, che le autorità nazionali di regolamentazione («Anr») tengono nel massimo conto per la definizione dei mercati rilevanti corrispondenti alle situazioni nazionali, in particolare dei mercati geografici rilevanti nel loro territorio, conformemente ai principi del diritto della concorrenza. La Polska Telefonia Cyfrowa sp. Z o.O. («Ptc») è uno dei principali operatori di telecomunicazioni in Polonia. Nel 2006, il Prezes Urzędu Komunikacji Elektronicznej (presidente dell’Ufficio delle comunicazioni elettroniche, Polonia) ha considerato che la Ptc disponesse di un potere significativo sul mercato dei servizi di terminazione delle chiamate vocali e ha deciso di imporre a tale impresa taluni obblighi normativi. Ritenendo che le linee direttrici del 2002, su cui si è basata tale decisione, non potessero esserle opposte, poiché non erano state pubblicate in lingua polacca nella Guue, la Ptc ha proposto un ricorso contro la decisione dell’Anr. Investito di un ricorso per cassazione, il Sąd Najwyższy (Corte suprema, Polonia) chiede alla Corte di giustizia se l’atto di adesione del 2003 osti a che l’Anr polacca possa riferirsi alle linee direttrici del 2002 in una decisione con cui essa impone taluni obblighi normativi a un operatore di servizi di comunicazioni elettroniche, qualora tali linee direttrici non siano state pubblicate nella Guue nella lingua di tale Stato, sebbene quest´ultima sia una lingua ufficiale dell´Unione. La Corte ricorda anzitutto che un principio fondamentale dell’ordinamento giuridico dell’Unione esige che un atto emanante dalle pubbliche autorità non possa essere opposto agli amministrati prima che questi abbiano avuto la possibilità di prenderne conoscenza. Essa chiarisce poi che l’atto di adesione del 2003 osta a che gli obblighi contenuti in una normativa dell’Unione che non è stata pubblicata nella Guue nella lingua di un nuovo Stato membro, sebbene quest’ultima sia una lingua ufficiale dell’Unione, possano essere imposti ai singoli in tale Stato, anche nel caso in cui tali soggetti avrebbero potuto prendere conoscenza della normativa suddetta con altri mezzi. La Corte esamina poi se, con il loro contenuto, le linee direttrici del 2002 impongano obblighi ai singoli. Essa rileva che tali linee direttrici enunciano i principi sui quali le Anr devono fondare la loro analisi dei mercati e dell’effettiva concorrenza, in applicazione del quadro normativo comune sulle comunicazioni elettroniche. La Corte conclude che le linee direttrici del 2002 non contengono alcun obbligo che può essere imposto, direttamente o indirettamente, ai singoli. Pertanto, l’assenza di pubblicazione di tali linee direttrici nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea in lingua polacca non osta a che l’Anr polacca vi si riferisca in una decisione destinata a un singolo. (Corte di giustizia dell’Unione europea, Lussemburgo, 12 maggio 2011, Sentenza nella causa C-410/09, Polska Telefonia Cyfrowa sp. Z o.O. / Prezes Urzędu Komunikacji Elektronicznej)  
   
   
VENDITA DIRETTA A DOMICILIO, QUANDO IL SUCCESSO NON ARRIVA PER CASO  
 
Il presidente di Univendita, Pozzoli: «La storia di Eros Ronsini di Folletto dimostra che il metodo di lavoro paga e che tutti possono ottenere straordinarie soddisfazioni». «La storia di Eros Ronsini, miglior agente d´Italia di Vorwerk Folletto, è la dimostrazione che la vendita diretta a domicilio è una professione che offre possibilità di successo a chiunque. Basta crederci e impegnarsi nel proprio lavoro. La vendita diretta è una soluzione reale e concreta, soprattutto in questo momento di crisi occupazionale nel nostro Paese». Questo il commento di Luca Pozzoli, presidente di Univendita (Unione italiana vendita diretta) in merito alla premiazione dell´agente di Vorwerk Folletto Eros Ronsini, migliore agente d´Italia della storica azienda produttrice del famoso aspirapolvere. Vorwerk Folletto, associata Univendita e fondatrice dell´associazione di categoria, ha tenuto la sua annuale Festa Nazionale della Vendita nei giorni 6 e 7 maggio a Praga. Ronsini, 33 anni, originario di Palinuro, vive e lavora a Mariano Comense. Sposato con Marta e padre di due figlie (Lisa, 8 anni, e Gaia, 6), ha all´attivo il record di 1.188 apparecchi Folletto venduti nel 2010. Ronsini, prima di entrare in Folletto, era responsabile della fase di verniciatura di un´azienda con sede in Brianza. Poi, due anni fa, il lavoro ha iniziato a scarseggiare. Lui, padre di due bimbe piccole, ha deciso di scommettere su se stesso e ha imboccato la strada della vendita diretta a domicilio. In meno di due anni, è diventato l´agente più forte della Vorwerk Folletto. «Questa è la prova che bisogna credere in se stessi e darsi degli obiettivi - conclude Pozzoli -. Ma anche che la vendita diretta a domicilio è una professione che offre grandissime potenzialità. Siamo l´unico comparto economico italiano che, da sei anni, cresce senza subire rallentamenti nonostante la crisi sistemica dell´economia. Tutto questo è possibile grazie agli incaricati alla vendita che, ogni giorno, sono a contatto con le famiglie italiane e riescono a interpretarne con metodo, cortesia e professionalità gli umori e i desideri»  
   
   
BREVETTO ITALIANO PERMETTE DI CORREGGERE GLI ERRORI DI STAMPA SUL PACKAGING  
 
Un sistema unico in Italia, messo a punto dalla Rotoprint Sovrastampa di Lainate (Mi), permette di riutilizzare ogni tipo di materiale stampato, risparmiando in denaro e guadagnando in ecologia: è questo che ha permesso a molte aziende di adeguarsi senza sprechi alle nuove normative europee. Da un anno, infatti, il marchio Dop (Denominazione d´origine protetta) si è colorato di rosso per risultare più chiaro e immediato per i consumatori: «Sono più di 100 i prodotti italiani Dop interessati dal cambiamento, in vigore dal 1° maggio 2010 -spiega Gian Carlo Arici, titolare di Rotoprint-. L´unione Europea ha disposto il restyling del logo, prima giallo-blu, per evitare confusione con il marchio Igp (Indicazione geografica protetta) che ha gli stessi colori. Dopo un anno, si rivolgono a noi ancora tante aziende che sono alle prese con la gestione dei vecchi imballaggi dal bollino sbagliato: un problema con grandi ricadute economiche e ambientali. Noi, però, possiamo dare un nuovo aspetto e una nuova vita a materiali altrimenti destinati alla discarica». Se alla Ue è bastata una firma per far cambiare il blu in rosso, per un produttore le cose sono molto più complicate. È un´esclusiva di Rotoprint lo speciale sistema di sovrastampa a registro in Rotocalco che consente di intervenire con precisione millimetrica. Una tecnologia frutto dell´ingegno del fondatore Gian Carlo Arici, che oltre quarant´anni fa ha modificato le macchine rotative per venire incontro ai clienti alle prese con materiale difettoso o non più adeguato alle loro esigenze. «Allungare il ciclo di vita degli imballaggi porta alle aziende un risparmio significativo -continua Arici-. Non sono costrette a produrre nuovo materiale ed evitano i costi di stoccaggio e di smaltimento in discarica. Inutile dire che questo ha effetti positivi anche sull´ambiente». Il restyling del marchio Dop è solo uno dei tanti per cui Rotoprint è richiesta. Le possibilità sono infinite: sugli imballaggi si può cambiare qualsiasi scritta ed elemento grafico, aggiungere diciture, bolli e marchi, ma anche modificare ingredienti, codici ean e indirizzi, oppure inserire messaggi promozionali, concorsi e sistemi "scopri e vinci". «La nostra forza è la flessibilità -continua Arici-. È possibile richiedere solo piccoli ritocchi, con la certezza che il risultato sarà preciso al millimetro, oppure operare un riciclo totale, cambiando del tutto volto all´imballaggio: diamo un colore di fondo uniforme su cui stampiamo una nuova grafica e rifiliamo le misure come desiderato. Anche per quantitativi minimi». Una gamma di vantaggi che nessun altro stampatore sa offrire e che soddisfa un numero sempre maggiore di clienti, in Italia e all´estero. I vantaggi sono anche sul piano ambientale: basti pensare che in un anno arrivano a Rotoprint, pronti a iniziare la loro nuova vita, dai 20 ai 30mila km lineari di materiali accoppiati in bobina, con picchi di 32mila km: come dire un viaggio andata e ritorno da Parigi a Sydney. Tutto risparmiato alla discarica. I bilanci di tante aziende e l´ambiente, che è di tutti, ringraziano. Rotoprint Sovrastampa S.r.l. Nata nel 1978 a Lainate (Mi), Rotoprint Sovrastampa è specializzata nel modificare imballaggi già stampati, siano essi in formati (tetrarex, combiblok, elopak, scatole microonda, astucci, blister, cluster) o in bobina con supporto mono o pluristrato (alluminio, carta, poliammide, polietilene, polipropilene, poliestere, sleeves, tetrapak). Rotoprint Sovrastampa è una Società con Sistema di Gestione Qualità Certificato Uni En Iso 9001: 2008 e per il suo Procedimento Brevettato ha vinto l´Oscar dell´Imballaggio 1993. Www.rotoprint.it  
   
   
MATCHING PEOPLE: IL MANAGER UNA RISORSA PER L’IMPRESA  
 
L’evento Matching People in programma Giovedì 26 Maggio 2011, a Milano, all’Università Bocconi sarà dedicato ad una comune riflessione sull’importanza e l’utilità delle competenze manageriali per le imprese ed al lancio del progetto di matching con le aziende, finalizzato a favorire gli incontri individuali dei partecipanti al progetto “Comincio.. Da tre!” con le imprese. Tale progetto è finalizzato a sostenere lo sviluppo personale e professionale dei manager per favorirne la rioccupabilità. L’evento vedrà la presenza di numerose aziende, che parteciperanno al Salone della responsabilità sociale d’impresa. Le aziende avranno a disposizione uno spazio aperto, finalizzato a creare un’occasione di incontro e ricerca di competenze professionali qualificate. Sarà quindi una grande occasione per sviluppare relazioni professionali e facilitare il matching fra manager ed impresa. Giuseppe Truglia, Presidente Cfmt, apre i lavori per dare poi la parola Rosanna Santonocito Responsabile Canale lavoro Job24.it - Il Sole24 Ore che coordina il dibattito su Quale rioccupabilità per i manager, presentazione dei risultati della ricerca S3 Studium e Cfmt, cui intervengono Giuseppe Landro, Responsabile progetto Acq, Il riposizionamento professionale dei manager del progetto “Comincio.. Da Tre!” Presentazione dei risultati della ricerca condotta da Cfmt per monitorare la situazione professionale dei dirigenti che hanno partecipato al percorso “Comincio … da Tre!” e lo sviluppo del mercato del lavoro in Italia; Stefano Palumbo, Direttore Ricerca S3 Studium s.R.l., Gli strumenti di riposizionamento professionale dei manager Presentazione della ricerca esplorativa sul tema del mercato del lavoro dei dirigenti italiani con particolare attenzione alla loro ricollocabilità nella piccola impresa.; Alla successiva tavola rotonda su Importanza ed utilità dell’esperienza manageriale per le imprese, partecipano Domenico De Masi, Sociologo del Lavoro, Il mercato del lavoro intellettuale; Maurizio Quarta, Managing Partner Temporary Management & Capital Advisor, Le opportunità del Temporary Management; Roberto Salvaggio, Direttore commerciale Milgrandi s.P.a., Testimonianza caso di successo: Tornare ad essere Manager; Duilio Dal Monte, Presidente Mezzoday, Testimonianza caso di successo: Diventare Imprenditore  
   
   
GIAMPIERO SAVORELLI È IL NUOVO COUNTRY CATEGORY MANAGER DI HP PERSONAL SYSTEMS GROUP ITALIANA  
 
Il manager assume il nuovo incarico dopo anni di esperienza in Italia e all’estero. Lo scorso 17 maggio 2011 Hp Personal Systems Group Italiana ha annunciato la nomina di Giampiero Savorelli a Country Category Manager. Giampiero Savorelli assume la reponsabilità della gestione di tutti i prodotti e soluzioni Hp Psg per la mobility e il personal computing, del market share e del profit and lost della business unit. Savorelli riporterà direttamente al General Manager & Vice President di Hp Psg Italiana, Alessandra Brambilla. Nato nel 1969, nel corso della sua esperienza professionale in Hp e Compaq Giampiero Savorelli ha ricoperto diversi incarichi in ambito di sales & category management, sino al più recente ruolo di Bu and Sales Manager per la divisione Iss di Hp Psg Italiana. “La nomina di Giampiero a nuovo Country Category Manager testimonia l’attenzione che Hp ha verso le professionalità già presenti in azienda”, ha commentato Alessandra Brambilla, General Manager & Vice President di Hp Psg Italiana. “Hp ha investito nella sua crescita e negli anni trascorsi con noi si è dimostrato un professionista capace e attento allo sviluppo del business, in grado di contribuire attivamente al successo dell’azienda”. Http://www.hp.com  
   
   
LAVORI USURANTI: DECRETO LEGISLATIVO 21 APRILE 2011, N. 67  
 
Nella Gazzetta Ufficiale n. 108 dell´11 maggio 2011 è stato pubblicato il Decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, che definisce la disciplina dei benefici previdenziali per lo svolgimento di lavori usuranti