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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Luglio 2011
DELEGAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO IN TUNISIA PER VALUTARE LA SITUAZIONE DEI MIGRANTI E DEI RIFUGIATI  
 
 Strasburgo, 18 luglio 2011 - Sei eurodeputati della commissione Libertà civili sono partiti alla volta della Tunisia il 13 luglio per valutare la situazione immigrazione nel e dal paese. Migliaia i profughi tunisini che, dopo la rivoluzione, si sono imbarcati verso l´isola italiana di Lampedusa, mentre altrettanti si stanno riversando in Tunisia per fuggire dalla guerra nella vicina Libia. Giovedì la visita ai campi profughi al confine con la Libia. Seguite il focus nel corso della settimana per rimanere aggiornati su interviste, impressioni, analisi... E non perdete i tweet in diretta dalla Tunisia sul Twitter del Parlamento! I membri - A guidare la delegazione dei 6 sarà il maltese del Ppe Simon Busuttil. Partecipano l´inglese e socialista Claude Moraes, la verde dei Paesi Bassi Judith Sargentini, lo spagnolo conservatore Agustín Díaz de Mera García Consuegra, la francese liberale Nathalie Griesbeck e la francese Sylvie Guillaume dei socialisti e democratici. Il programma - Ecco gli appuntamenti più importanti della settimana: Nel pomeriggio del 13 luglio, giorno della partenza, è previsto l´incontro con i rappresentanti dell´Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) e dell´Organizzazione umanitaria della Comunità europea (Echo). Il 14 luglio la delegazione visiterà il campo profughi dell´Acnur a Choucha e quello della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa a Ras Jdir, ai confini con la Libia. Il 15 luglio i membri del Parlamento europeo si recheranno a Tunisi per incontrare le autorità locali: il Primo ministro Beji Caid El Sebsi, il ministro degli Esteri Mohamed Mouldi Kefi, degli Interni Habib Essid e degli Affari sociali Mohamed Ennaceur. La delegazione incontrerà anche i capi missione dell´Ue e l´ambasciatore Usa, prima del rientro previsto il 16 luglio.  
   
   
AGENDA DIGITALE: LA COMMISSIONE EUROPEA AVVIA UNA CONSULTAZIONE SULLE REGOLE PRATICHE PER LA NOTIFICA DELLE VIOLAZIONI DEI DATI PERSONALI  
 
 Bruxelles, 18 luglio 2011 – La Commissione europea invita gli operatori delle telecomunicazioni, i fornitori di servizi internet, gli Stati membri, le autorità nazionali responsabili della protezione dei dati, le organizzazioni di tutela dei consumatori e altre parti interessate a esprimersi in merito alla necessità di introdurre regole pratiche supplementari per garantire che le violazioni dei dati personali siano notificate in modo coerente in tutta l´Unione. La direttiva ePrivacy rivista (2009/136/Ce), entrata in vigore il 25 maggio 2011 nel quadro di un pacchetto di nuove regolamentazioni europee nel settore delle telecomunicazioni, stabilisce che gli operatori e i fornitori di servizi internet, nel caso di violazione dei dati personali in loro possesso, sono tenuti a informare tempestivamente le autorità nazionali e i propri clienti (Ip/11/622 e Memo/11/320). La Commissione intende raccogliere impressioni basate sulle pratiche esistenti e sulle prime esperienze legate all´applicazione delle nuove norme e potrebbe successivamente proporre regole pratiche per chiarire in quali casi le violazioni devono essere notificate, quali sono le procedure da seguire e quali i formati da utilizzare. I contributi alla consultazione possono essere inviati fino al 9 settembre 2011. Neelie Kroes, Commissaria europea per l´agenda digitale e vicepresidente della Commissione, ha dichiarato: "L´obbligo di notificare le violazioni dei dati è un elemento importante delle nuove norme europee in materia di telecomunicazioni, ma occorre che sia rispettato in modo coerente in tutta l´Unione, per evitare che le imprese debbano districarsi tra una moltitudine di regimi nazionali diversi. È mia intenzione creare condizioni di concorrenza eque, dare certezze ai consumatori e offrire soluzioni pratiche alle imprese." Scopo della consultazione è raccogliere opinioni sui seguenti elementi specifici: Circostanze: in che modo le organizzazioni si conformano, o intendono conformarsi, al nuovo obbligo derivante dalle norme in materia di telecomunicazioni; i tipi di violazioni che farebbero scattare l´obbligo di informare l´abbonato o la persona interessata ed esempi delle misure di tutela che possono rendere i dati inintelligibili. Procedure: il termine per la notifica, le modalità di notifica e la procedura da applicare ai singoli casi. Formati: il contenuto della notifica all´autorità nazionale e alla persona interessata, i formati standard esistenti e la possibilità di introdurre un formato europeo standard. La Commissione desidera anche raccogliere informazioni in merito alle violazioni transfrontaliere e al rispetto di altri obblighi europei relativi alle violazioni di sicurezza. Contesto - Gli operatori di telecomunicazioni e i fornitori di servizi internet dispongono di una serie di dati relativi ai loro clienti, come nome, indirizzo, coordinate bancarie, oltre alle informazioni relative alle telefonate e ai siti web visitati. La direttiva ePrivacy impone agli operatori di telecomunicazioni e ai fornitori di servizi internet di garantire la confidenzialità e la sicurezza di tali dati. Talvolta però i dati vengono persi, rubati o consultati da persone non autorizzate; si parla, in questi casi, di "violazione dei dati personali". Ai sensi della direttiva ePrivacy rivista (2009/136/Ce), quando si verifica una violazione dei dati personali il fornitore del servizio è tenuto ad informare un´autorità nazionale specifica, in genere l´autorità preposta alla protezione dei dati o l´autorità di regolamentazione del settore delle telecomunicazioni. Il fornitore del servizio deve inoltre informare direttamente la persona interessata. Per garantire che le norme sulla violazione dei dati in vigore negli Stati membri siano applicate in modo coerente, la direttiva ePrivacy prevede che la Commissione possa proporre "misure tecniche di attuazione" (ossia regole pratiche per integrare la legislazione vigente) relative alle circostanze, ai formati e alle procedure applicabili ai requisiti in materia di notifica. Le prossime fasi - Se sulla base dei contributi ricevuti la Commissione decidesse di proporre misure tecniche di attuazione, dovrebbe consultare l´Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell´informazione (Enisa), il gruppo dell´articolo 29 per la tutela dei dati e il garante europeo della protezione dei dati (Gepd). Dovrebbero essere consultate anche le autorità di regolamentazione del settore delle comunicazioni, che in alcuni Stati membri sono le autorità competenti per le violazioni di dati. Le misure tecniche di attuazione prenderebbero la forma di una decisione della Commissione adottata nel quadro della "procedura di comitato di regolamentazione", in base alla quale gli Stati membri dovrebbero dapprima approvare le proposte della Commissione in seno al comitato per le comunicazioni (Cocom). Il Parlamento europeo disporrebbe poi di tre mesi per esaminare le misure prima della loro entrata in vigore. La presente consultazione è totalmente distinta dal processo di revisione della direttiva generale sulla protezione dei dati (95/46/Ce) attualmente in corso (Ip/10/1462 e Memo/10/542). Ulteriori informazioni - Il testo della consultazione è disponibile al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/information_society/policy/ecomm/library/
public_consult/data_breach/index_en.htm
 
 
   
   
UE: LOTTA AI FALSI: PIÙ INTERVENTI DELLE AUTORITÀ DOGANALI RAFFORZANO LA PROTEZIONE DEI DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE  
 
Bruxelles, 18 luglio 2011 – Nel 2010 le autorità doganali dell´Ue hanno sequestrato alle frontiere esterne oltre 103 milioni di prodotti sospettati di violare i diritti di proprietà intellettuale (Dpi). In base alla relazione annuale della Commissione sulla tutela dei Dpi da parte delle autorità doganali dell´Ue pubblicata il 14 luglio, il numero di spedizioni bloccate da tali autorità è quasi raddoppiato rispetto all´anno precedente, passando da 43 500 nel 2009 a quasi 80 000 nel 2010. L´odierna relazione presenta anche statistiche relative al tipo, all´origine e alle modalità di trasporto delle merci che violano i Dpi fermate alle frontiere esterne dell´Ue. Per la prima volta la relazione indica anche il valore dei beni bloccati, stimato ad oltre 1 miliardo di euro. Le principali categorie di articoli bloccati dalle autorità doganali nel 2010 erano sigarette (34%), forniture per ufficio (9%), altri prodotti del tabacco (8%), etichette, targhette ed emblemi (8%), articoli di abbigliamento (7%) e giocattoli (7%). Il 14,5% di tutti gli articoli bloccati erano prodotti per uso domestico quali shampoo, saponi, medicine o apparecchi domestici (asciugacapelli, rasoi, componenti per computer) che potrebbero avere effetti sulla salute e la sicurezza dei consumatori. Uno dei principali trend registrati è il numero crescente di sequestri di pacchi postali. "Abbiamo registrato un incremento spettacolare dei sequestri nel traffico postale rispetto all´anno precedente: il numero di casi è triplicato, salendo da 15 000 a 48 000, e molti dei beni sequestrati erano medicine e prodotti per l´igiene personale. Questo trend al rialzo è dovuto al numero crescente di acquisti online," è quanto dichiarato da Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità e l´unione doganale, l´audit interno e la lotta antifrode, il quale ha poi aggiunto: "ho proposto nuove regole in maggio per rafforzare la lotta contro i falsi. I consumatori europei, così come i titolari dei diritti, si aspettano che i prodotti siano accuratamente controllati e sicuri. Continueremo a rafforzare il nostro impegno all´interno dell´Ue e con i nostri partner internazionali per garantire il livello massimo di protezione dei Dpi sia per le imprese che agiscono correttamente che per i consumatori". Quanto ai paesi di provenienza, la Cina ha continuato ad essere il principale, con in totale l´85% degli articoli non in regola con i Dpi. Proveniva da altri paesi come Turchia, Tailandia, Hong Kong o India la maggior parte di talune categorie di prodotti (rispettivamente alimentari, bibite non alcoliche, schede di memoria e medicine). Oltre il 90% di tutte le merci bloccate è stato distrutto oppure si è avviato un procedimento giudiziario per accertare la violazione. Contesto Come sottolinea la strategia Ue 2020, la protezione dei Dpi è un elemento fondamentale per l´economia dell´Ue ed un fattore chiave per la sua ulteriore crescita in settori quali la ricerca, l´innovazione e l´occupazione. L´effettivo rispetto dei Dpi è inoltre essenziale in quanto taluni prodotti contraffatti (quali derrate alimentari, articoli per l´igiene personale e per i bambini) fabbricati in un ambiente non regolamentato possono rappresentare un grave rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini dell´Ue. Le dogane dell´Unione europea svolgono un ruolo essenziale nell´impedire ai prodotti che violano i diritti di proprietà intellettuale di entrare nel mercato interno europeo. La Commissione sta attuando una serie di azioni volte a rafforzare la capacità delle dogane di contrastare tale traffico. Il 24 maggio 2011 la Commissione ha adottato una proposta per un nuovo regolamento sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale da parte delle autorità doganali, che si inserisce in un ampio pacchetto di misure per la protezione dei Dpi (cfr. Ip/11/ 630, Memo/11/327). Anche una buona collaborazione con i partner commerciali internazionali può contribuire significativamente a individuare i beni che violano i Dpi e a prevenirne l´esportazione verso l´Ue. Nel 2009 l´Ue ha concordato un piano d´azione con la Cina, incentrato in particolare sulla cooperazione rafforzata nella tutela dei Dpi da parte delle autorità doganali (Ip/09/193). Nel 2010 questo piano d´azione è stato prorogato fino alla fine del 2012 (Ip/10/1079). La collaborazione con l´industria è inoltre molto importante per garantire che i beni che violano i Dpi possano essere adeguatamente identificati. Le imprese possono richiedere azioni doganali specifiche qualora sospettino che i loro diritti di proprietà intellettuale siano violati, e le informazioni fornite dalle imprese consentono alle dogane di condurre controlli più mirati. La Commissione ha redatto un manuale destinato ai titolari dei diritti, al fine di aiutarli a presentare tali richieste e resta in stretto contatto con il settore privato, per individuare eventuali margini di miglioramento nei controlli.  
   
   
UE: NUOVO SLANCIO ALLA RICERCA E L´INNOVAZIONE – PRESENTAZIONE NUOVO BANDO ANNUALE NELL´AMBITO DEL VII PQ  
 
Roma. 18 luglio 2011 - Il 19 luglio 2011 la Commissaria europea per la Ricerca e l´Innovazione Máire Geoghegan-quinn presenterà il più grande bando mai pubblicato per finanziare la ricerca e l´innovazione in Europa, per un totale di circa 7 miliardi di euro. Si tratta del primo call for proposals dopo l´adozione l´anno scorso dell´iniziativa "Innovation Union". Per dare la possibilità a tutti gli interessati di avere più dettagli sui settori che saranno coinvolti nonché sulle best practices italiane, la Rappresentanza ha organizzato una presentazione che si terrà a Roma il prossimo 19 luglio a partire dalle ore 11. Il bando sarà presentato dal nostro "ambasciatore", Alessandra Lucchetti della Direzione generale Istruzione e cultura. Sono previsti inoltre interventi dei National Contact Points per l´Italia. Contesto Uno degli obiettivi primari del Programma quadro è ottenere una maggiore integrazione tra ricerca e innovazione. In questo contesto, una particolare attenzione è stata rivolta alle piccole e medie imprese. L´ue finanzia attualmente il più grande programma comune di ricerca del pianeta, il Vii Programma quadro, con un budget di più di 53 miliardi di euro per il periodo 2007-2013. Di recente, gli Stati Membri hanno posto la ricerca e l´innovazione in cima all´agenda politica, adottando la strategia Europa 2020. L´iniziativa "Innovation Union", che ne è parte integrante, punta sull´innovazione quale elemento chiave dei piani di investimento in crescita sostenibile e occupazione. Nell´ottica di dare continuità al cammino già intrapreso, il 29 Giugno la Commissione ha proposto un incremento sostanziale del 46% dei fondi destinati alla ricerca e l´innovazione nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020. Il nuovo programma "Horizion 2020" che partirà nel 2014 intende inoltre incentivare e semplificare l´accesso a finanziamenti in questi settori vitali. Per ulteriori informazioni: Comm-rep-rom@ec.europa.eu    
   
   
INFO DAY NAZIONALE SUL QUARTO BANDO DEL PROGRAMMA DI COOPERAZIONE TRANSNAZIONALE ´EUROPA SUD-ORIENTALE-SEE´.  
 
 Ancona, 18 luglio 2011 - Si e` svolto alla Loggia dei Mercanti di Ancona l´incontro nazionale per la presentazione del quarto ed ultimo bando del programma Europeo See ´South East Europe. ´Il See rappresenta una concreta opportunita` di sviluppo per le reti fra i territori dei diversi spazi di cooperazione transnazionale ´ ha evidenziato il Vice Presidente Paolo Petrini intervenendo all´incontro che ha visto la partecipazione di oltre 150 persone - ed un sostegno sempre piu` indispensabile al processo di integrazione europea´. L´info day di Ancona ´ ha aggiunto Petrini - rientra ´tra gli obiettivi delle Marche di valorizzare le opportunita` offerte dai Programmi individuando priorita` ed orientamenti operativi per promuovere la conoscenza e la partecipazione ad iniziative progettuali, riconoscendo la cooperazione territoriale quale strumento fondamentale per avviare forme di collaborazione a scala sovranazionale in diversi settori e con approcci innovativi e sperimentali´. Il programma See, unico nella sua dimensione politica e territoriale, comprende un``area di cooperazione transnazionale tra le piu` complesse e variegate tra i programmi di cooperazione transnazionale attivi nel periodo 2007-2013. E´ orientato sui Paesi dell´area balcanico - danubiana ed apre ampi spazi di cooperazione tra le regioni adriatiche italiane, zona estremamente sensibile dell´Europa oggetto delle nuove politiche di preadesione. L``area di cooperazione comprende, oltre ai paesi membri Italia, Austria, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Romania, Slovenia, Slovacchia, anche i Paesi Ipa potenziali candidati (Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro, Albania), i paesi candidati all´adesione (Croazia, ed ex Repubblica di Macedonia) ed i paesi terzi beneficiari di Enpi (Moldova e Ucraina). Il Vice Presidente Petrini ha evidenziato anche l´importanza strategica del Programma See per le Marche, quale strumento privilegiato a supporto del percorso verso la costituzione della Macroregione adriatico - ionica di cui la Regione si e` fatta promotrice. Un percorso, coordinato dalle Marche di concerto con le altre regioni italiane, che ha visto recentemente il raggiungimento di due tappe fondamentali: a giugno il Consiglio Europeo, riunito per l``ammissione definitiva della Croazia nell``Ue, ha riconosciuto ufficialmente l``avvio della strategia macroregionale adriatico-ionica ed il 4 luglio scorso il presidente della Regione Marche, nella sua veste di relatore in Europa per la Macroregione adriatico-ionica, ha ottenuto l``approvazione del parere a larghissima maggioranza da parte della Commissione Coter (la commissione di Coesione territoriale) del Comitato delle Regioni europee. L``approvazione e` giunta al termine di un intenso percorso di confronto: in questa fase sono state presentate piu` di 250 proposte di emendamenti al parere, cifra poi ridotta a 18 attraverso il lavoro di consultazione. Il prossimo bando prevede una dotazione finanziaria di circa 50 Meuro che costituiscono una risorsa di notevole rilievo per sviluppare processi di integrazione territoriale, economica e sociale e contribuire alla coesione, competitivita` e alla stabilita` dell``area, con particolare riferimento all´accessibilita` e sviluppo di reti innovative, azioni di cooperazione volte a favorire la promozione integrata delle risorse naturali, ambientali, del patrimonio culturale e lo sviluppo urbano policentrico.  
   
   
"WORK-CARE TENSIONS: THE IMPACT OF LABOUR MARKET TRANSITIONS ACROSS GENERATIONS AND AROUND FAMILY FORMATION",  
 
 Bruxelles, 18 luglio 2011 Un evento intitolato "Work-care tensions: the impact of labour market transitions across generations and around family formation", si terrà il 1 settembre 2011 a Bruxelles, Belgio. Sponsorizzato dal progetto "Workcare synergies" finanziato dall´Ue, l´evento riassumerà e divulgherà i risultati della ricerca di circa 20 progetti di ricerca precedenti finanziati dall´Ue nel campo del work-care. L´evento servirà anche come esercizio di previsione sia per capire l´impatto delle transizioni del mercato del lavoro su diverse generazioni e sulla formazione delle famiglie sia per esaminare come la politica può promuovere meglio gli effetti benefici per l´Europa. Il progetto ha anche esaminato le relazioni tra i cambiamenti strutturali nei mercati del lavoro, nella demografia, nel welfare e nelle politiche economiche a livello macro e cambiamenti delle orientazioni individuali verso il lavoro e l´assistenza a livello micro in sette paesi europei. Per maggiori informazioni, visitare: http://workcaresynergies.Eu/events/    
   
   
"PROFANE CITIZENSHIP IN EUROPE - TESTING DEMOCRATIC OWNERSHIP IN HYBRID SITUATIONS"  
 
Lione, 18 luglio 2011 - Un evento intitolato "Profane citizenship in Europe - Testing democratic ownership in hybrid situations" si terrà dal 19 al 21 settembre 2011 a Lione, Francia. Il simposio esaminerà nuove forme di cittadinanza sperimentate con persone che vivono in situazioni ibride - cioè non esattamente nella norma - e che modificano i profili di cittadinanza giuridica. Queste forme di cittadinanza implicano attività pratiche connesse a schemi o milieu esistenti e in gioco c´è la continua invenzione del principio democratico stesso. L´evento cercherà anche di determinare dove e quando l´idea di "cittadinanza profana" ha influenzato le recenti trasformazioni della democrazia in vari quadri nazionali, che si concentrano non solo sui concetti giuridici della cittadinanza ma anche sulle sue configurazioni sociologiche. Il simposio è organizzato dal progetto finanziato dall´Ue Profacity ("Profane citizenship in Europe - testing democratic ownership in hybrid situations"). Ha lo scopo di esplorare e capire come i gruppi svantaggiati di individui riescono a partecipare con successo alla vita sociale, economica e culturale delle società europee. Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Profacity.eu/modules/news/article.php?storyid=121    
   
   
BOSNIA-ERZEGOVINA, 90% DEI CITTADINI VUOLE ENTRARE IN UE  
 
Sarajevo, 18 luglio 2011 - Sono stati presentati nei giorni scorsi a Sarajevo i risultati di una ricerca Ue riguardo l´attitudine europeista dei cittadini di Bosnia-erzegovina. Per la ricerca, intitolata ´Sulla strada per l´Ue´, sono stati consultati 1.500 cittadini maggiorenni in 61 comuni; le domande poste hanno riguardato, tra gli altri argomenti, il modo in cui viene concepita l´Ue, quanto si sentono europei, i loro timori su come potrebbe essere l´Unione e sugli eventuali benefici della membership. La ricerca ha messo in luce che l´Ue è collegata in primo luogo al miglioramento delle condizioni economiche, all´occupazione, a un futuro migliore per i giovani; il 90 per cento degli interpellati vuole entrare nell´Ue; il 43 per cento sostiene la membership senza condizioni, mentre una porzione più ampia vorrebbe comunque dei benefici. Tuttavia, i benefici sono proprio ciò che su tutto ci si aspetta; il 54 per cento degli interpellati si sente europeo, contro il 43,5 che invece non sente lo stesso coinvolgimento. I cittadini di origine croata sono quelli che si sentono più europei, seguiti dai bosniaci, i serbi sono quelli che mostrano un minore coinvolgimento: in particolare nella Repubblica Srspka è diffuso il timore che l´integrazione finisca per abolire le identità. Il sondaggio pare mostrare una divaricazione tra i desideri dei cittadini e quanto la classe politica mette in pratica: nell´ultima campagna elettorale, infatti, l´Unione europea è stata poco menzionata.  
   
   
VERTICE PISAPIA-FASSINO. AVVIATO PATTO DI CONSULTAZIONE PERMANENTE TRA MILANO E TORINO, DA NORD ITALIA NUOVO VENTO PER RINASCITA PAESE  
 
 Milano, 18 luglio 2011 - Milano e Torino danno vita a un patto di consultazione permanente in campo economico-produttivo, finanziario e culturale per tornare ad essere città di riferimento in Italia e in Europa. La collaborazione tra i due Comuni, aperta agli altri capoluoghi settentrionali per rilanciare il tema del Nord in una prospettiva di rinascita dell’intero Paese, partirà da una proposta di revisione del Patto di stabilità da sottoporre al Governo. Altri ambiti di cooperazione riguarderanno in particolare Expo, Mito e il sistema museale, i trasporti, le società partecipate. Lo hanno deciso i Sindaci di Milano e Torino Giuliano Pisapia e Piero Fassino nell’incontro del 14 luglio a Palazzo Marino. Erano presenti gli assessori Stefano Boeri (Cultura), Pierfrancesco Maran (Trasporti) e Bruno Tabacci (Bilancio) con i loro omologhi torinesi: Tom Dealessandri (Vice Sindaco con delega alle Partecipate), Maurizio Braccialarghe (Cultura), Gianguido Passoni (Bilancio). “Questo incontro – ha detto il Sindaco Giuliano Pisapia – nasce dal nuovo vento che soffia sul nord Italia: il 65% dei cittadini è governato da Giunte di centrosinistra. Ora che non ci sono più contrapposizioni è il momento della collaborazione, anche con le altre città del Nord, per un rilancio sociale, culturale ed economico dell’intero Paese. Insieme possiamo trovare, in particolare, soluzioni alternative alla manovra del Governo per impedire che penalizzi gli Enti locali. Quello che oggi è unità d’intenti domani sarà già unità di azioni”. “Siamo consapevoli che Torino e Milano sono legate da interessi comuni in campo economico, produttivo, finanziario, culturale – ha spiegato il Sindaco Piero Fassino – e che dobbiamo pensare in termini complementari per realizzare iniziative congiunte a favore dei cittadini. Sentiamo la responsabilità di rilanciare il tema del Nord, non certo in chiave secessionista ed egoista, ma come realtà capace con la propria forza di contribuire alla rinascita del Paese e di aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi”.  
   
   
ROSSI: “BASTA CON L’INDIFFERENZA BUROCRATICA DI FRONTE ALLE GUERRE”  
 
Firenze, 18 luglio 2011 – “Non possiamo limitarci a registrare con burocratica indifferenza la presenza di tanti conflitti, a cui anche l’Italia partecipa. Dobbiamo mantenere vivo un anelito di pace”. Così si è espresso il presidente della Regione Enrico Rossi, presentando il messaggio da lui inviato alle più alte cariche dello Stato perché sostengano la proposta del vescovo di Tripoli, monsignor Martinelli, per un “cessate il fuoco” in Libia in occasione dell’imminente Ramadan. “La stessa Nato – ha proseguito il presidente – ha nei giorni scorsi ventilato una ripresa delle azioni diplomatiche. Oggi ho avuto un colloquio telefonico con monsignor Martinelli, che si è detto molto contento della nostra iniziativa. Mi ha anche raccontato che la situazione a Tripoli è di grande sofferenza per la popolazione, anche per la scarsità e gli elevati prezzi dei generi di prima necessità e la carenza di benzina. Ci sono poi i tanti sfollati verso la Tunisia, mentre mancano forme di controllo su chi fugge versol’Italia, per cui è nell’ordine delle cose un aumento del flusso dei migranti verso le nostre coste. La nostra è una piccola iniziativa rispetto a una grande tragedia, ma significativa e rispettosa da una parte del dettato costituzionale sul ripudio della guerra e dall’altro dell’adesione del nostro paese alle organizzazioni internazionali”. Il presidente nazionale dell’Ucoii Izzedin Elzir ha giudicato positivo l’appello lanciato dal presidente Rossi. “Non eravamo d’accordo sull’intervento militare – ha proseguito – ma siamo fiduciosi che l’Italia possa svolgere un ruolo molto importante perché la Libia possa ritrovare la luce della pacifica convivenza e dei diritti umani. Speriamo che in un mese così caldo le armi e le ostilità possano raffreddarsi”. Don Giovanni Momigli, intervenuto in rappresentanza della Curia fiorentina, ha sottolineato i due piani in cui l’iniziativa si colloca: “E’ in continuità – ha detto – con il lavoro che abbiamo sviluppato insieme per l’accoglienza dei profughi e nello stesso tempo si colloca in un ambito in cui da più parti si cerca di fare in modo che il negoziato e il dialogo prevalgano sulla violenza. Cogliamo una occasione religiosa – ha concluso – per ridare spazio alla diplomazia e alla politica”.  
   
   
ROSSI: “CESSATE IL FUOCO IN LIBIA DURANTE IL RAMADAN”  
 
Firenze, 18 luglio 2011 – Il presidente della Regione Enrico Rossi ha lanciato un appello per un “cessate il fuoco” in Libia durante il Ramadan, che inzierà il primo di agosto. Il presidente ha scritto un messaggio al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, al ministro degli Affari esteri e ai presidenti di Camera e Senato in cui chiede alle massime istituzioni dello stato di sostenere questa proposta, avanzata nei giorni scorsi dal vescovo di Tripoli, monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli. La lettera, illustrata il 14 luglio dal presidente Rossi nel corso di un incontro con don Giovanni Momigli, direttore dell’Ufficio pastorale sociale della Arcidiocesi di Firenze, e con l’imam di Firenze e presidente nazionale dell’Ucoii, Izzedin Elzir, sottolinea come questa iniziativa possa rappresentare una “occasione per avviare o intensificare le iniziative diplomatiche per la soluzione politica del conflitto in corso, per potenziare il supporto umanitario alle popolazioni e per favorire un clima di distensione nell’intera area nordafricana.”. “L’italia – sostiene il presidente Rossi – può e deve svolgere un ruolo da protagonista nel costruire un assetto di pace e giustizia nell’intero bacino mediterraneo Ecco il testo integrale della lettera. Appello per un “cessate il fuoco” durante il Ramadan in Libia- Al Presidente della Repubblica; Al Presidente del Consiglio dei Ministri; Al Ministro degli Affari Esteri; Al Presidente del Senato; Al Presidente della Camera dei Deputati; Egregio Signor Presidente, il prossimo primo agosto inizierà per l’Islam il Ramadan, il mese di digiuno sacro, uno dei cinque pilastri dell’Islam: la proposta avanzata nei giorni scorsi dal Vescovo di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, di sospendere le ostilità in Libia ci sembra meritevole di attenzione e di supporto da parte del nostro Paese. E’ un gesto di civiltà umana e di rispetto per le convinzioni religiose del popolo libico, che può essere anche l’occasione per avviare o intensificare le iniziative diplomatiche per la soluzione politica del conflitto in corso, per potenziare il supporto umanitario alle popolazioni e per favorire un clima di distensione nell’intera area nordafricana. Non sarebbe in nessun modo un cedimento all’ex dittatore libico Gheddafi; al contrario dimostrerebbe la forza e la credibilità della diplomazia occidentale ed europea, senza la quale nessun assetto stabile, equo e pacifico dell’area mediterranea sarebbe concepibile. Sono passati 4 mesi dall’inizio della guerra in Libia e non sono prevedibili a breve soluzioni positive del conflitto, mentre la popolazione civile ha subito sofferenze indicibili e le prospettive di una ripresa della normale vita sociale ed economica appaiono ancora lontane. L’intervento militare, per quanto legittimato dalle istituzioni internazionali, da solo non riesce a risolvere le problematiche politiche e sociali di aree così complesse e strategiche del pianeta e noi siamo convinti che non dobbiamo arrenderci alla inevitabilità della guerra. La politica può e deve saper utilizzare molteplici strumenti per affermare la salvaguardia dei diritti umani e sociali e la democrazia nel mondo. Senza una adeguata iniziativa diplomatica la politica e la civiltà sono destinate a soccombere. Per raggiungere soluzioni stabili, eque e giuste occorre che il rumore assordante delle armi si plachi e riprenda parola la diplomazia. Ecco perché la proposta di mons. Martinelli ci pare ragionevole: pacatezza e fermezza per i diritti e la pace possono affermarsi solo in un clima di ascolto e comprensione. Il Ramadan è anche il mese della pace, oltre che del digiuno, per tutti i musulmani perché l’Islam vieta anche di combattere durante il mese sacro. La “tregua di Dio”, secondo l’antica formula medievale, potrà alleviare le sofferenze di tutti i civili, consentire ai musulmani di riflettere sulla natura pacifica della religione e, contemporaneamente, offrire una finestra per dispiegare iniziative diplomatiche che portino ad una soluzione politica del conflitto. La stessa Nato non ha mostrato contrarietà alla proposta. Mons. Martinelli ne ha parlato con Papa Benedetto Xvi durante la sua visita in Italia lo scorso giugno. La Toscana fa propria questa proposta e chiede alle istituzioni del nostro paese di sostenerla. L’italia può e deve svolgere un ruolo da protagonista nel costruire un assetto di pace e giustizia nell’intero bacino Mediterraneo. Sarebbe un atto di coraggio e fiducia nella trattativa e nella politica, piuttosto che nelle armi. Siamo fiduciosi che il nostro Paese e le sue istituzioni sapranno, con saggezza e lungimiranza, imboccare questa strada di speranza. Enrico Rossi  
   
   
EMILIA ROMAGNA: MANOVRA FINANZIARIA E POLITICHE SANITARIE, DICHIARAZIONE DELL´ASSESSORE LUSENTI  
 
 Bologna, 18 luglio 2011 – “Ci auguriamo che il Parlamento cancelli le proposte del Governo di introdurre ticket”: l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-romagna Carlo Lusenti prende posizione rispetto alle scelte che la manovra del Governo, ora in Parlamento, compie in materia di politiche sanitarie. “In particolare la scelta di tagliare ulteriori 482 milioni di euro al Fondo sanitario, sostituendole con l’introduzione di un ticket aggiuntivo di 10 euro per ogni ricetta di prescrizione di visite ed esami specialistici, è profondamente iniqua e sbagliata. E’ sbagliata – ha detto Lusenti – perché non contribuisce al finanziamento del Servizio sanitario nazionale perché finirebbe di fatto con lo spostare verso il privato visite ed esami specialistici. Ed è iniqua perché grava in modo indifferenziato e pesante sulle spalle dei cittadini”. “Per quanto riguarda poi il Pronto soccorso – ha aggiunto l’assessore – la manovra prevede un ulteriore ticket per le prestazioni classificate come codice bianco. In Emilia-romagna, anche se la norma venisse approvata, questo ticket in ogni caso non sarà applicato poiché in questa Regione abbiamo già regolamentato l’accesso ai servizi di pronto soccorso prevedendo il pagamento del ticket solo ed esclusivamente per le prestazioni inappropriate (codice bianco, cioè prestazioni che andrebbero correttamente erogate in altri contesti assistenziali)”.  
   
   
FVG: RICONOSCIMENTO DI GRANDE VALORE PER RIDUZIONE DEBITO  
 
Trieste, 18 luglio 2011 - "Mentre in Italia e in altri Paesi europei, ma anche negli Stati Uniti di Obama, c´è all´ordine del giorno il rischio di "default" a causa dei debiti pubblici, con pesanti manovre correttive, qui in Friuli Venezia Giulia otteniamo un importante riconoscimento per la nostra azione di riduzione del debito regionale". Lo ha sottolineato il presidente Renzo Tondo al termine della seduta, svoltasi il 15 luglio a Trieste, della Corte dei Conti che ha pronunciato il giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione Friuli Venezia Giulia per l´esercizio 2010. In particolare la Corte dei Conti, nella relazione del consigliere Fabrizio Picotti, ha notato come l´Amministrazione regionale non abbia fatto ricorso per il terzo anno consecutivo all´emissione di debito, che è di conseguenza calato nel 2010, rispetto all´anno precedente, dell´11,77 per cento, dopo una diminuzione del 9,59 già registrata nel 2009 sul 2008. Secondo la Corte, si è così confermata un´inversione di tendenza, dopo che nel periodo 2002-2007 vi era stata invece una crescita costante del debito. L´inversione di tendenza, ha notato la Corte, si ricava anche dal rapporto tra debito e Prodotto Interno Lordo (Pil) del Friuli Venezia Giulia, che ha avuto un´incidenza crescente fino al 2007 raggiungendo il massimo del 4,6 per cento proprio in quell´anno, per poi diminuire sensibilmente toccando il 3,63 nel 2010. "Questi rilievi positivi della Corte - ha commentato Tondo - non possono che farci piacere, e a maggior ragione in un contesto nazionale e internazionale nel quale la gestione dei debiti pubblici diventa sempre di più problematica. E´ anche in questo modo che, come Friuli Venezia Giulia, contribuiamo concretamente al risanamento della finanza pubblica nazionale". Il presidente Tondo ha voluto anche replicare alle dichiarazioni del consigliere regionale Gianfranco Moretton sulla terza corsia della A4. "La Corte - ricorda il presidente - ha rilevato come il ricorso alle procedure di emergenza, cioè al commissariamento, sia stato giustificato dalla grave pericolosità della circolazione, ma anche da una "incapacità programmatoria" precedente perché la crescita del traffico si era manifesta già da tempo". "E che cosa ha fatto - aggiunge - per la terza corsia il consigliere Moretton, quand´era vicepresidente della Giunta Illy? Proprio niente. Siamo stati noi ad assumerci la responsabilità di avviare il potenziamento di un´infrastruttura fondamentale per il futuro della regione e dei suoi cittadini. E se non avessimo deciso di farla noi la terza corsia, con le nostre risorse, non l´avremmo fatta mai, vista la situazione del bilancio dello Stato. Moretton mente sapendo di mentire".  
   
   
FINANZE: FVG REGIONE SPECIALE SULLA FINANZA LOCALE  
 
Udine, 18 luglio 2011 - In difesa delle proprie prerogative statutarie e degli accordi sottoscritti con il Governo, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Trento hanno concordato sull´opportunità di formulare ulteriori proposte di emendamento alle disposizioni della manovra statale che riguardano il patto di stabilità interno. ´Assieme alle Province Autonome di Trento e Bolzano ed alla Valle d´Aosta - spiega l´assessore Savino - godiamo di una sorta di specialità nella specialità, poiché unici in Italia esercitiamo concretamente le funzioni in materia di finanza locale. Ciò comporta da un lato maggiori oneri e responsabilità rispetto alle altre Regioni, dall´altro ci garantisce maggiore autonomia e flessibilità nella gestione del territorio. Nel contenuto delle norme sul patto di stabilità tali prerogative vanno meglio precisate, in modo da coordinare le disposizioni valide a livello nazionale con le peculiarità della nostra realtà´ Le proposte di emendamento riguardano in particolare la specifica esclusione delle autonomie speciali, e degli enti locali di quelle che esercitano le funzioni in materia di finanza locale, dall´ambito di applicazione di provvedimenti che rischiano di creare pesanti squilibri nei sacrifici richiesti agli enti stessi in termini di patto di stabilità, sulla base di criteri di virtuosità non preventivamente concordati tra i soggetti istituzionali coinvolti e sicuramente non tarati sulla realtà locale.  
   
   
REGIONE SARDEGNA: PROGRESSIONI PROFESSIONALI MASSIMO IMPEGNO E SOSTEGNO  
 
Cagliari, 18 Luglio 2011 - Le progressioni professionali del personale sono una priorità del programma dell´Assessore al Personale e dell´intera Giunta, un elemento su cui l´Amministrazione punta per garantire dignità e professionalità ai dipendenti. Lo sottolinea in una nota l´assessore degli Affari generali e Personale della Regione, Mario Floris, riprendendo l´intervento in Aula, nel corso della discussione del D.l. 71. In particolare, ricorda l´assessore, sono state reperite le risorse (circa 12 milioni di euro) ed assicurata la copertura pluriennale dell´operazione . "Ora, da parte mia, del Presidente Cappellacci, della Giunta e di tutte le forze politiche, vi è la massima disponibilità - ha concluso Floris - a fornire ogni supporto e sostegno agli attori della contrattazione decentrata, unici protagonisti, per legge, dell´ultima fase del percorso".  
   
   
PICCOLI COMUNI LOMBARDI, APRE IL SECONDO BANDO DEL VOUCHER DIGITALE  
 
Milano, 18 luglio 2011 - Un nuovo bando da 400.000 euro destinato ai piccoli Comuni, per investire in progetti di informatizzazione degli uffici e dei servizi. L´assessorato alla Semplificazione e Digitalizzazione di Regione Lombardia mette a disposizione ulteriori risorse per il secondo ´Voucher Digitale´, con il quale verranno finanziate, con un massimo di 75.000 euro, le domande ammesse, che sarà possibile presentare dal 19 al 29 luglio. Al bando potranno partecipare i piccoli Comuni aggregati, le Unioni di Comuni, le Comunità montane e le altre aggregazioni di enti con una popolazione totale inferiore ai 50.000 abitanti. "Il primo bando, lanciato il mese scorso - ha dichiarato Carlo Maccari - ci ha permesso di finanziare 37 progetti ammessi, per un totale di 308 Comuni, che dovranno utilizzare le risorse del voucher per l´acquisto di hardware e software o per la progettazione e realizzazione di sistemi per una migliore gestione dei documenti, dello Sportello Unico per le attività produttive (Suap), per le banche dati anagrafica civile, territoriale e fiscale". "Il voucher digitale - ha concluso Maccari - sta riscuotendo grande successo, raggiungendo diversi obiettivi: incentiva i piccoli Comuni a unire le forze per offrire servizi migliori, contribuisce al percorso di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e, grazie agli investimenti che rende possibili, aiuta a ridurre i tempi di attesa del cittadino e a rendere più trasparenti le pratiche". Questo il riparto finanziario relativo alle 6 domande per il primo Bando ´Voucher Digitale´, che necessitavano di ulteriori approfondimenti al momento dell´esame da parte della Regione e che sono state approvate successivamente al finanziamento delle prime 31 richieste. Provincia di Cremona - 6 Comuni Comune di Casalmaggiore (capofila) 33.540 euro; Provincia di Lecco - 6 Comuni Comune di Valmadrera (capofila) 28.000 euro; Provincia di Lodi - 15 Comuni Comune di Codogno (capofila) 50.000 euro; Provincia di Cremona - Mantova - 4 Comuni Unione di Comuni Foedus 35.000 euro; Provincia di Pavia - 9 Comuni Comune di Cilavegna (capofila) 21.417 euro; Provincia di Varese - 17 Comuni Com. Mont. Valli del Verbano 60.000 euro.  
   
   
CONSORZI: CON RIFORMA TERRITORI PIU´ COMPETITIVI IN ABRUZZO NASCE L´ARAP; ENTRO 18 MESI FINE DEI COMMISSARIAMENTI  
 
 Pescara, 14 lug. L´istituzione dell´Arap, l´Azienda regionale delle Attività produttive, rappresenta uno dei punti nodali della legge regionale di riordino delle funzioni in materia di aree produttive, appena approvata dal Consiglio regionale. Ad illustrare, nel dettaglio, la riforma che fonderà gli attuali consorzi industriali in un unico Ente Pubblico Economico, l´Arap appunto, è stato, questa mattina, in conferenza stampa, il vice presidente ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, affiancato dal presidente della Iv Commissione in Consiglio regionale, Nicola Argirò, e dalla consigliera regionale, Federica Chiavaroli. "Grazie al ruolo centrale svolto dal Consiglio regionale, in particolare dal presidente della Iv Commissione, ed alla preziosa attività di mediazione e di cucitura di consiglieri come la Chiavaroli - ha esordito il vice presidente - si è data dignità a questa fondamentale riforma. Del resto, i Commissari non erano più prorogabili e non si poteva rischiare di far ripiombare l´Abruzzo indietro di almeno dieci anni. Ora i commissari diventeranno commissari per il riordino e saranno chiamati a completare un percorso che si concluderà, al massimo, entro diciotto mesi". La legge appena approvata indica, infatti, una tempistica ben precisa degli adempimenti da compiere. Entro quattro mesi dalla sua entrata in vigore, la Giunta regionale approverà il Disciplinare e lo invierà entro 15 giorni alla Commissione competente per il parere. Entro sei mesi, tranne il Consorzio Chieti-pescara per il quale sono previste disposizioni a parte, tutti i Consorzi dovranno predisporre l´elenco dei soci tenendo conto degli apporti effettuati da ciascuno di loro. Entro i successivi sei mesi, poi, sulla base di uno schema-tipo approvato dalla Giunta, verrà costituita l´Arap. Infine, entro i 180 giorni successivi alla costituzione dell´Agenzia, l´assessore allo Sviluppo Economico convocherà e presiederà l´Assemblea generale. Contestualmente si avrà la decadenza dei Commissari. "Noi abbiamo bisogno di un territorio competitivo che semplifichi al massimo gli insediamenti industriali, nel rispetto dei vincoli e delle norme e che chiarisca ruoli e potere decisionale - ha proseguito Castiglione - un territorio che va "riequilibrato" anche in termini di "equità industriale". D´altronde, non possiamo penalizzare le aziende solo perché si trovano all´interno di aree industriali o di consorzi che erogano servizi meno efficienti rispetto ad altre aree della nostra stessa Regione. Non potevamo lasciare, infine, nelle mani di sette organismi, con sette consigli di amministrazione ed altrettanti direttori, le sorti del nostro sistema economico. Tuttavia, - ha spiegato Castiglione - questa riforma va inquadrata all´interno di un disegno ben più ampio di politica industriale che va visto come un modello integrato di sviluppo economico del territorio e che investirà l´intera regione. Infatti, mentre l´Arap avrà un ruolo di coordinamento generale e non farà la pianificazione territoriale che svolgono già le Province, sul territorio opereranno delle strutture periferiche di supporto". L´obiettivo di fondo è quello di creare delle aree produttive tecnologicamente attrezzate che puntino sulla sostenibilità ambientale e che consentano di mantenere e rafforzare i vincoli di coesione sociale all´interno del territorio. Resterà, comunque, in capo ai Comuni la potestà delle aree e delle procedure d´esproprio. La Regione manterrà un ruolo strategico di indirizzo e di politica industriale.  
   
   
LA REGIONE EMILIA ROMAGNA INTERVIENE CON OLTRE 5 MILIONI DI EURO PER FAVORIRE IL LAVORO DELLE PERSONE SVANTAGGIATE  
 
 Bologna, 18 luglio 2011 – Contributi per favorire l’assunzione dei genitori soli con figli a carico e delle persone seguite dai servizi sociali, percorsi formativi personalizzati, sostegno al reddito per avviare una attività autonoma. Sono gli interventi approvati per il 2011 dalla Regione Emilia-romagna nell’ambito dell’azione di sistema Welfare to work, varata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il provvedimento ha l’obiettivo di favorire il reinserimento nel mercato del lavoro di persone in particolari situazioni di difficoltà occupazionale, prevedendo contributi a fondo perduto per le aziende che li assumono a tempo indeterminato. A disposizione ci sono complessivamente 5 milioni e 500 mila euro, dei quali 1 milione e 750 mila per gli incentivi alle aziende che assumono, 2 milioni e 500 mila per la formazione e 1 milione e 250 mila per il sostegno al reddito. “I dati dimostrano che le difficoltà di accesso e di permanenza nel mercato del lavoro sono particolarmente rilevanti per persone con storie di dipendenza oppure con esperienze di detenzione, le cui difficoltà di inserimento lavorativo sono spesso ulteriormente aggravate dall´età, in media superiore ai 40 anni – spiega l’assessore regionale al Lavoro Patrizio Bianchi - Altri soggetti svantaggiati sono i monogenitori con figli a carico, categoria nella quale prevalgono le madri con uno o più figli. Questo intervento ha l’obiettivo di incentivare le aziende a concedere a queste persone una chance di lavoro stabile e di dare un’occasione di intraprendere una attività autonoma”. Le aziende interessate possono presentare domanda alle Province sul cui territorio viene instaurato il rapporto di lavoro, entro il 20 ottobre 2011, utilizzando la modulistica reperibile sui siti delle amministrazioni provinciali. Saranno infatti le Province a curare l’istruttoria per l’ammissibilità delle domande di contributo, mentre la Regione approverà le nove graduatorie provinciali. L’incentivo all’assunzione per le aziende è pari al 30% della retribuzione lorda annua del lavoratore, e l’ammontare del contributo non può comunque superare i 5 mila euro. Ai contributi per l’assunzione a favore delle aziende si affiancano azioni formative di accompagnamento indirizzate ai lavoratori che saranno assunti, per agevolarne l’inserimento occupazionale. I lavoratori potranno partecipare ad un percorso formativo personalizzato, che darà loro diritto a percepire per un massimo di 10 mesi un sostegno al reddito di 450 euro al mese, un’indennità rapportata a quella della disoccupazione ordinaria. Sempre per queste due categorie, sono previsti apposite attività formative per l’auto impiego, per avviare un’impresa o intraprendere un’attività autonoma. Previsto un sostegno al reddito dell’importo massimo di 4 mila e 500 euro, suddiviso in due tranche, la prima corrisposta quando inizia l’attività di formazione, e la seconda tranche condizionata all’effettivo avvio dell’attività. Anche in questo caso la domanda andrà presentata alla Provincia di residenza, a seguito dell’avviso che emanerà ciascuna Provincia.  
   
   
F.S.E.:2MIL EURO A SISTEMA QUALIFICHE PROFESSIONALI PUBBLICATO BANDO ANCHE PER LIBRETTO FORMATIVO CITTADINO  
 
L´aquila, 18 luglio 2011 - E´ stato pubblicato il 15 uglio dalla Direzione Politiche attive del lavoro, formazione, Istruzione, Politiche Sociali il bando per la gara di appalto riguardante il Sistema Regionale delle Qualifiche Professionali e Libretto formativo del cittadino, finanziato con 2 milioni di euro previsti dal Piano Operativo 2009/10/11 del Fse 2007/13. La gara prevede la realizzazione del Repertorio dei profili professionali della Regione Abruzzo; la costruzione e sviluppo degli standard formativi; lo sviluppo degli standard per la verifica, la valutazione, il riconoscimento e la certificazione delle competenze derivanti da apprendimenti formali e non formali; la sperimentazione del Libretto Formativo del Cittadino. La Regione Abruzzo con questo progetto colma un vuoto normativo e operativo rispetto alla costruzione del Sistema della certificazione delle competenze, come previsto a livello nazionale. Consentirà ai lavoratori abruzzesi di fare solo corsi di formazione utili, riconosciuti e spendibili su tutto il mercato del lavoro nazionale.  
   
   
REDDITO PONTE, SCORRONO LE GRADUATORIE PER 140 GIOVANI UNA MISURA CHE È UN’OPPORTUNITÀ PER INSERIRSI NEL MONDO DEL LAVORO E PER L’AUTOIMPRESA”. ALTRI 140 GIOVANI LUCANI BENEFICERANNO DELLE MISURE E DEGLI INCENTIVI DELL’AVVISO PUBBLICO “UN PONTE PER L’OCCUPAZIONE”.  
 
 Potenza, 18 luglio 2011 - Il Dipartimento Formazione ha disposto lo scorrimento delle graduatorie fino al numero 484 relativamente al “gruppo A – diplomati” e fino al n. 277 per il “gruppo B – laureati”. Per finanziare lo svolgimento delle attività di formazione sono stati assegnati complessivamente 8.060.000 euro, di cui 5.928.000 euro alla Provincia di Potenza e 2.132.000 a quella di Matera. “Un risultato possibile – ha commentato l’assessore Rosa Mastrosimone – grazie alle risorse finanziarie resesi disponibili e allo sforzo del Dipartimento per estendere il più possibile i benefici dell’Avviso. Il Reddito Ponte vuole offrire ai giovani diplomati e laureati lucani un’opportunità per restare in Basilicata, per inserirsi nel mercato del lavoro, per favorire l’autoimpresa. Si tratta di un sistema concreto che favorisce l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, tenendo conto soprattutto delle inclinazioni professionali di ciascuno”.  
   
   
FVG: AUMENTA L´AMMONTARE MASSIMO DEI PRESTITI FRIE  
 
 Trieste, 18 luglio 2011 - L´ammontare massimo dei prestiti concedibili a carico del Frie passa dal 66,5 per cento al 76,5 per cento del valore delle garanzie reali offerte dalle aziende, ferme restando le competenze del Comitato di gestione per la valutazione, caso per caso, dell´idoneità delle medesime. La decisione è stata presa oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Attività produttive Federica Seganti, che osserva come, in questo modo, aumenti la possibilità di accedere al Fondo di rotazione e diminuiscano le garanzie necessarie. Se sino ad ora, ad esempio, per la concessione di un prestito a tasso agevolato di 100.000 euro le garanzie richieste ammontavano infatti a 150.376 euro (pari a circa il 150 per cento dell´importo del prestito), ora, per la medesima cifra, quelle richieste avranno un valore minimo di 130.719 euro (pari al 131 per cento). "Dalla relazione sull´attività del Frie nel 2010 - spiega l´assessore - si rileva che al 31 dicembre i prestiti in sofferenza erano il 2,07 per cento del totale, in calo rispetto al 2,15 per cento del 2009. "Un risultato significativo - continua Seganti - specie se si considerano sia il notevole aumento, già lo scorso anno, dell´impiego complessivo del Frie, passato da 861.227.903 di euro al 31 dicembre 2009 al 1.028.162.522 di euro al 31 dicembre 2010, che il dato relativo al rapporto tra sofferenze ed impieghi finanziari registrato dal sistema bancario regionale nei confronti delle imprese, che attualmente supera il 6 per cento". "A questo - rileva l´assessore, ricordando che i consuntivi a dicembre 2009 e 2010 rappresentano il totale degli impieghi in essere del Frie a quelle date - si aggiungono i numeri relativi al 2011, che parlano di concessioni per 90 milioni di euro dall´inizio dell´anno contro i 58 milioni di mutui concessi nel primo semestre dell´anno scorso". Importante è anche, ha sottolineato l´assessore, la ratifica da parte del Comitato di gestione dell´abbassamento del limite minimo per gli interventi a 100 mila euro approvato di recente dalla Giunta. Sempre oggi il Governo del Friuli Venezia Giulia ha approvato, anche qui su proposta dell´assessore Seganti, la riapertura dei termini per la presentazione, da parte degli istituti di credito, delle richieste di adesione alla convenzione Frie per le operazioni di finanziamento. Entro il prossimo 12 settembre le banche interessate dovranno far pervenire le domande alla direzione regionale della Attività produttive e la convenzione sarà valida dalla sua stipulazione al 31 dicembre 2013.  
   
   
EMIGRAZIONE: CHIODI, SI´ ACCOGLIENZA STRANIERI VULNERABILI IN ABRUZZO DONNE INCINTE E MINORI. PERCORSI DI INTEGRAZIONE  
 
 L´aquila, 18 luglio 2011 - La Regione Abruzzo garantisce "attraverso uno sforzo comune e condiviso" il proprio impegno per affrontare l´emergenza emigrati "con spirito di leale collaborazione e solidarietà". E´ il contenuto della missiva, inviata al Dipartimento di Protezione civile nazionale, con la quale il presidente, Gianni Chiodi, ribadisce la disponibilità ad accogliere gli stranieri, all´interno di strutture facenti parte del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). "In particolare - fa sapere il Governatore - nonostante l´Abruzzo, come concordato con il Governo e le altre Regioni, non abbia oggi l´obbligo di accogliere migranti, abbiamo dato disponibilità ad ospitare gli stranieri che giungono nel nostro paese, in particolari situazioni di disagio all´interno del collaudato Sistema di protezione civile nazionale, cui partecipano strutture che hanno già dato disponibilità a farne parte". "La nostra volontà di adesione al progetto - aggiunge Chiodi -si rivolge prioritariamente alle categorie vulnerabili, quali donne sole in stato di gravidanza, donne con bambini, minori non accompagnati, a favore dei quali saranno individuati percorsi ed azioni volte all´integrazione e all´inserimento sociale". "Nel recente passato - ricorda poi - abbiamo largamente beneficiato della solidarietà degli altri, cittadini italiani di altre regioni e paesi stranieri. Quindi abbiamo l´obbligo di non far mancare il nostro sostegno, anche se non ne avremmo l´obbligo giuridico". Soggetto attuatore è stato designato Altero Leone, dirigente del Servizio programmazione Attività della Protezione civile della Regione Abruzzo.  
   
   
IMMIGRAZIONE, CONSULTA REGIONALE SARDA APPROVA IL PIANO ANNUALE DA 1,2 MILIONI DI EURO  
 
Cagliari, 18 Luglio 2011 - Favorire la permanenza dei lavoratori extracomunitari in Sardegna e promuovere azioni finalizzate al superamento di condizioni di disagio, grazie a interventi di carattere sociale, culturale ed economico. Sono gli obiettivi del Piano annuale per l’immigrazione 2011, approvato mercoledì all’unanimità dalla Consulta regionale presieduta dall’assessore del Lavoro Franco Manca. Dell’organismo, oltre al componente della Giunta Cappellacci, fanno parte le forze economiche e sociali e una rappresentanza del volontariato e delle varie comunità straniere presenti nell’Isola. "Come per il 2010 - ha spiegato l’assessore Manca - anche per quest’anno le risorse finanziarie a disposizione ammontano a 1 milione 200mila euro, utili a migliorare ulteriormente l’integrazione delle diverse realtà extracomunitarie presenti nella nostra Isola, che si conferma sempre più come una terra ospitale, multietnica e capace di garantire servizi primari, come quelli socio-sanitari e dell’istruzione". Su proposta dell’assessore Manca, la Consulta ha stabilito che1 milione di euro sia assegnato alle 8 Province, alle quali andranno una quota fissa di 20mila euro ciascuna più una quota variabile in relazione alla percentuale di immigrati nei vari territori. Tra le priorità individuate, cui dovranno tendere le azioni programmate dalle amministrazioni provinciali: il potenziamento di sportelli informativi; il servizio specialistico di mediazione linguistico culturale; interventi di educazione, integrazione e accompagnamento socio-culturale di dimensione multietnica, rivolti in particolare alle donne e ai minori stranieri presenti in Sardegna. Gli altri 200mila euro, gestiti direttamente dalla Regione, sono destinati all’assegnazione di borse di studio a studenti extracomunitari nei diversi gradi di istruzione (60mila euro) e per progetti innovativi in favore degli extracomunitari presentati dalle associazioni che operano sul territorio. Secondo i dati Istat aggiornati al 1 gennaio 2010, gli extracomunitari residenti in Sardegna sono 26.804, con la maggiore concentrazione nella province di Cagliari (9.060), Olbia Tempio (7.258) e Sassari (4.444). L’ogliastra è la provincia che invece ne conta meno: 583, mentre il Medio Campidano si ferma a 592. Nel corso di un solo anno, dal 2009 al 2010, i dati attestano come la presenza di migranti in Sardegna sia aumentata di 3.358 unità, 14,3% sul totale. Allo stesso tempo, il tasso di variazione percentuale della presenza femminile, cresce del 16,5% (pari a 2006 unità), dato che conferma un fenomeno ormai in atto da diversi anni: la progressiva femminilizzazione del processo migratorio.  
   
   
DONNE E LAVORO, LA REGIONE TOSCANA IN PRIMA LINEA PER L’OCCUPAZIONE FEMMINILE E PARI OPPORTUNITÀ  
 
Firenze, 18 lugli 2011 – “Lo sviluppo della Toscana passa per un nuovo incremento del lavoro delle donne. Senza di esso non potrà esserci fuoruscita dalla crisi e rilancio dell’economia. La crisi è intervenuta a frenare un processo che vedeva in forte recupero la componente femminile del mercato del lavoro, ma il percorso era e resta contrassegnato da forti criticità. Il lavoro delle donne era e resta tuttora meno qualificato, più precario e instabile. Non è un caso quindi, se le donne sono state prese di mira più degli uomini dalla congiuntura sfavorevole che ha colpito anche la Toscana”. E’ di questo dato che, secondo l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, la Regione deve tener conto per costruire una strategia per l’occupazione femminile. “E’ una priorità – precisa l’assessore – sulla quale la giunta sta lavorando da tempo. Non a caso siamo stati la prima Regione a dare vita ad un Patto per l’occupazione femminile, che abbiamo finanziato attivando ulteriori risorse pubbliche e private. E’ stata appena approvata dal consiglio la legge per l’imprenditoria giovanile che abbiamo voluto estendere all’imprenditoria femminile, anche per ovviare allo stop della legge nazionale, che il governo non finanzia ormai da 4 anni. Un terzo fronte ci vede impegnati per gli incentivi all’occupazione, con iniziative mirate e altre che, pur applicandosi ad altre categorie, prevedono una sorta di corsia preferenziale per le donne con una maggiorazione del 20% dei contributi previsti a chi le assume. L’attenzione al lavoro femminile si riflette anche sulle iniziative per la formazione e l’occupabilità finanziate con il Fondo sociale europeo, che sono per oltre il 50% destinate alle donne”. L’argomento è stato affrontato in un seminario organizzato oggi dalla Regione, insieme alla Consigliera di parità e all’Irpet, nel corso del quale sono stati presentati il Rapporto della Consigliera sulla presenza delle donne nelle aziende medio grandi e una ricerca, curata da Irpet e illustrata da Alessandra Pescarolo, sulla condizione economica e lavorativa delle donne toscane. Sia i numeri riportati dalla ricerca Irpet che quelli citati dall’assessore Simoncini (sulla base del rapporto trimestrale aggiornati al giugno 2011) rivelano la forte difficoltà dell’universo femminile, sul lavoro e nella società. La crisi, come ha ricordato l’assessore, ha interrotto l’onda di crescita dell’occupazione che, dal 2000 al 2008, era passata dal 49 al 56,2%, per poi precipitare, nel 2009, al 55,4% e perdere ancora un punto nel 2010 con il 54,5%. Il differenziale di genere è ad oggi di circa 18 punti. Il tasso di disoccupazione femminile nel 2010 era del 7,7% a fronte del 5% maschile. Quanto alla presenza delle donne nelle medie e grandi imprese, il rapporto, illustrato dalla Consigliera Wanda Pezzi mostra come, in Toscana, più della metà delle donne occupate in imprese con oltre 50 addetti sia concentrato nel settore pubblico, mentre nel privato la stragrande maggioranza è impiegata in imprese sotto i 10 dipendenti. Ciò comporta una forte differenza anche dal punto di vista dei diritti e della sicurezza, della qualificazione e organizzazione del lavoro. “La presenza delle donne nel mercato del lavoro – ha detto l’assessore al welfare Salvatore Allocca - è penalizzata dal modello di welfare italiano, un sistema molto più debole che nel resto d’Europa e che rischia di essere ridotto ulteriormente dai tagli del governo. In queste condizioni le donne sono particolarmente penalizzate ed è più difficile uscire dall’emergenza. Per questo dobbiamo mettere queste politiche al centro di tutte le iniziative regionali, riflettere per ciascuna di esse sulle ricadute di genere e sul modo migliore per valorizzare e accrescere, a tutti i livelli, la presenza delle donne”. L’assessore Allocca ha fatto cenno al momento politico che, a dispetto di una realtà non troppo positiva, sembra però giunto ad uno snodo potenzialmente positivo, con “ un nuovo protagonismo delle donne, che tornano ad occupare le piazze e che fa ben sperare in una possibilità concreta di cambiamento”. Allocca ha ricordato che i temi al centro dell’incontro di oggi potranno essere ripresi e approfonditi nella riunione del tavolo regionale, previsto dalla legge 16 per coordinare le politiche di genere con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati che è già stato convocato per il prossimo 28 luglio.  
   
   
IMPRENDITORIA FEMMINILE DELLE ALPI DEL MARE  
 
Savona, 18 luglio 2011 - Nelle scorse settimane, si è svolta nella splendida cornice della Camera di Commercio di Savona una seduta congiunta dei Comitati per la promozione dell’Imprenditoria femminile di Cuneo, Savona, Genova e Imperia. Durante la riunione, fortemente voluta dalla presidente del Comitato di Cuneo Aurelia della Torre, sono state messe a confronto le esperienze vissute e le progettualità future, con lo scopo di individuare e condividere obiettivi comuni alla realtà imprenditoriale femminile delle Alpi del Mare: le aziende “in rosa” con sede in tale area geografica, complessivamente iscritte al Registro delle Imprese al 31 marzo 2011, sono infatti oltre 53.000 di cui 17.700 in provincia di Cuneo. "Si è attivata - afferma Aurelia Della Torre - una rete di imprenditrici, al di fuori della provincia di Cuneo, che include un più vasto territorio, comprensivo della Liguria, con caratteristiche morfologiche differenti ma complementari, tali da poter azzardare la definizione di "macroregione", lambita dal Mediterraneo in cui si specchiano le Alpi del Mare".  
   
   
ABRUZZO: SI´ A NORME SULLA VITA INDIPENDENTE  
 
Pescara, 18 luglio 2011 – lo scorso 16 luglio l´assessore alle Politiche sociali, Paolo Gatti, ha incontrato le associazioni aderenti al movimento "Vita Indipendente Abruzzo" per discutere sull´introduzione nel sistema normativo regionale di una legge per la vita indipendente. All´incontro erano presenti il presidente della V commissione consiliare, Nicoletta Veri´ e il consigliere regionale Riccardo Chiavaroli. Al termine di una discussione cordiale e proficua si e´ valutata l´opportunità di inserire le norme sulla vita indipendente all´interno del nuovo testo unico del welfare che in via di stesura definitiva da parte dell´assessorato. Le associazioni dopo una serie di consultazioni con gli organismi nazionali daranno il loro parere definitivo nella riunione concordata per meta´ settembre sul percorso privilegiato da percorrere, se quello della legge autonoma o l´inserimento delle norme nel nuovo testo unico del welfare. "Ci confrontiamo volentieri con il mondo della disabilita´ - ha dichiarato l´assessore Gatti - di cui cerchiamo di comprendere i bisogni, manifestando ogni nostra disponibilità ai fini del giusto intervento normativo che richiedono. Insieme ai colleghi Veri´ e Chiavaroli, ci incontreremo a settembre con le Associazioni per definire il percorso per l´approvazione delle norme da loro proposte".