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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Gennaio 2012
REFERENDUM UE SULL´ADESIONE DELLA CROAZIA: DICHIARAZIONE CONGIUNTA DEI PRESIDENTI BARROSO E VAN ROMPUY  
 
Bruxelles, 26 gennaio 2012 - Dopo la pubblicazione dei risultati ufficiali del referendum sull´adesione della Croazia all´Unione europea, il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, hanno rilasciato la seguente dichiarazione comune: "Accogliamo con favore l´esito positivo del referendum sull´adesione della Croazia all´Unione europea. Con questo voto, i cittadini croati hanno dato il loro appoggio all´integrazione europea. Ci congratuliamo con la Croazia e con la sua popolazione per la loro scelta: l´adesione all´Ue aprirà nuove opportunità per loro e contribuirà a garantire la stabilità e la prosperità della loro nazione. Con questo mandato popolare, il governo croato può ora completare i rimanenti preparativi per l´adesione. Ci aspettiamo un processo di ratifica senza difficoltà dal Parlamento croato, nonché dai parlamenti di tutti gli Stati membri dell´Ue, in modo che la Croazia possa diventare il ventottesimo membro dell´Unione il 1 luglio 2013. La prossima adesione della Croazia invia un segnale chiaro a tutta la regione dell´Europa sud-orientale. Mostra che, attraverso il coraggio politico e riforme determinate, l´adesione all´Ue è a portata di mano. Il voto positivo di oggi è, dunque, una buona notizia per la Croazia, una buona notizia per la regione e una buona notizia per l´Europa".  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: DEPUTATI E ESPERTI DECLASSANO LE AGENZIE DI RATING SUL CREDITO  
 
Strasburgo, 26 gennaio 2012 - A seguito dell´ennesimo declassamento da parte delle agenzie di rating, i deputati e gli esperti hanno deciso di ridurre l´impatto delle agenzie, migliorare la trasparenza e discutere la proposta del principio di rotazione (le imprese dovranno cambiare le agenzie di rating ciclicamente), durante la commissione per gli Affari economici e monetari presieduta martedì dal deputato socialista spagnolo Pablo Zalba Bidegain. La Commissione europea ha proposto un sistema di rotazione che obbligherà le compagnie a cambiare ciclicamente le agenzie di rating. Le cosiddette americane "Big 3" - Standard and Poor´s, Moody´s Investor Services e Fitch Ratings - occupano circa il 95% del mercato. I deputati e gli esperti si confronteranno per trovare una soluzione al monopolio di queste agenzie e diversificare il mercato. Una soluzione controproducente? Il deputato di centro destra francese Jean-paul Gauzès ha sottolineato che questo tipo di misure "non aumenteranno la competizione". Susan Launi, esperta in mercati europei per Fitch Ratings, condivide la visione del deputato francese: le misure di rotazione produrranno "meno competizione, meno trasparenza e più potere per le agenzie di rating". "Per rispondere alla domanda di misure di rotazione, i clienti utilizzeranno probabilmente due agenzie alla volta" ha sottolineato Susan Launi. Timing Il deputato liberale tedesco Wolf Klinz ha osservato che le agenzie pubblicano i proprio risultati in momenti poco opportuni. "I dati sono resi pubblici dalle agenzie una settimana prima dei meeting" ha aggiunto. "Siamo coscienti che la situazione è grave e, oltre a questo, arrivano i declassamenti delle agenzie". Un declassamento o un giudizio negativo potrebbero avere delle conseguenze dal punto di vista politico come "l´obbligo di nuove regolamentazioni che spingano le agenzie di rating a pubblicare informazioni che piacciano al pubblico", ha avvisato il deputato ceco Ivo Strejček (Ecr). Le agenzie stanno agendo "quasi come dei regolatori" capaci di condizionare il mercato e "trarne profitto", ha dichiarato il deputato portoghese Miguel Portas (Gue/ngl). Thierry Philipponnat, segretario generale di Finance Watch, concorda con l´analisi del deputato portoghese. Il relatore italiano di centro sinistra Leonardo Domenici ha indicato che il Parlamento dovrebbe concentrarsi sul debito sovrano, rilanciando la competizione e, in un futuro, creare un´autorità incaricata di regolare l´attività delle agenzie di rating.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UN PACCHETTO DI QUATTRO DECISIONI IN MATERIA DI OPERATORI POSTALI STORICI IN GERMANIA, BELGIO, FRANCIA E GRECIA  
 
Bruxelles, 26 gennaio 2012 - La Commissione europea ha adottato un pacchetto di quattro decisioni sugli aiuti di Stato concessi dalla Germania, Belgio, Francia e Grecia ai loro rispettivi operatori postali storici. Ha ordinato il recupero degli aiuti illegali a due di questi operatori o bpost e Deutsche Post . Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione responsabile della Concorrenza, ha dichiarato questo: "Queste decisioni migliorare i contorni della politica della Commissione sugli aiuti di Stato nel settore postale. Il nostro obiettivo finale è quello di evitare distorsioni della concorrenza possono impedire ai cittadini e alle imprese di trarre vantaggio dalla completa apertura del mercato, che sarà presto una realtà in tutti gli Stati membri. " La Commissione ha applicato le regole ei principi che si applicano a ciascuna di queste quattro decisioni. Deutsche Post - La Commissione ha approvato un risarcimento di € 5600000000 rilasciato dalle autorità tedesche di Deutsche Post 1990-1995 per coprire il costo del servizio postale universale. Tuttavia, ha ingiunto alla Germania di recuperare da Deutsche Post con incompatibili tra 500 milioni e 1 miliardo di euro derivante dalla combinazione di prezzi regolamentati e dei sussidi alto sulle pensioni. Questo aiuta a mettere Deutsche Post in una posizione migliore rispetto ai suoi concorrenti (si veda Memo/12/37 ). B postale - La Commissione ha autorizzato la direzione per la somma di € 3,8 miliardi, i costi delle pensioni a carico De Post-la Poste (ora bpost ). Questo supporto, efficace dalla riforma delle pensioni nel 1997 ha permesso l´allineamento dei contributi previdenziali pagati da bpost per il suo personale di ruolo del settore privato. Tuttavia, la Commissione ha ordinato il Belgio per recuperare l´aiuto incompatibile di 417 milioni di euro da bpost, il compenso annuo versato nel 1992 al 2010 per un servizio pubblico che ha portato alla sovracompensazione (vedi Memo/12 / 38 ). Posta - La Commissione ha ribadito il suo impegno a garantire la qualità dei servizi pubblici, consentendo l´ausilio di € 1900000000 concesso dalla Francia a La Poste per il finanziamento parziale dei costi di erogazione dei servizi pubblici ai cittadini della stampa e la presenza in aree remote nel periodo 2008-2012 (si veda Memo/12/36 ) . Elta - Infine, il Co mmission ha autorizzato un aiuto di € 52 milioni concesso dalla Grecia alla post ellenica ( Elta ) come parte della modernizzazione dei servizi pubblici postali entro il 2021 e si propone di ampliare la gamma dei servizi offerti tutta la Grecia, soprattutto nelle zone periferiche (si veda Memo/12/39 ).  
   
   
TAVOLO INTERREGIONALE PER LO SVILUPPO TERRITORIALE SOSTENIBILE DELL´AREA PADANO-ALPINO-MARITTIMA: VENERDÌ 27 GENNAIO INCONTRO DEGLI ASSESSORI DELLE REGIONI DEL NORD ITALIA E SOTTOSCRIZIONE DELL´"AGENDA DI BOLOGNA"  
 
Bologna, 26 gennaio 2012 - Un’ampia parte d’Italia, che spazia dalle Alpi agli Appennini fino al mare - Ligure e Adriatico - attraversando la pianura Padana. Un’area vasta, caratterizzata da una grande varietà di risorse ambientali e, al tempo stesso, da importanti aree metropolitane e insediamenti industriali. Un’area che, in una prospettiva di rilancio dell’economia e di una nuova fase di sviluppo, necessita di qualità, efficienza e coesione del proprio sistema territoriale. Sono queste le premesse del Tavolo interregionale per lo sviluppo territoriale sostenibile dell’area Padano-alpino-marittima che si incontrerà a Bologna (Regione, Aula Magna, viale Aldo Moro 30) venerdì 27 gennaio. Gli assessori alla pianificazione urbanistica, territoriale e paesaggistica delle Regioni Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-romagna e delle Province Autonome di Trento e Bolzano si confronteranno su un documento d’intenti (“Agenda di Bologna”), che verrà sottoscritto al termine della mattinata. Seguirà (ore 13), sempre in Aula Magna, un incontro con la stampa. Saranno presenti Marylin Fusco, vicepresidente e assessore Pianificazione territoriale, Urbanistica della Regione Liguria; Ugo Cavallera, vicepresidente e assessore Urbanistica e Programmazione territoriale, Beni ambientali, Edilizia e Legale della Regione Piemonte; gli assessori Laurent Viérin (Istruzione e Cultura) e Manuela Zublena (Territorio e Ambiente) della Regione Autonoma Valle d’Aosta; gli assessori Daniele Belotti (Territorio e Urbanistica) e Alessandro Colucci (Sistemi verdi e Paesaggio) della Regione Lombardia; Riccardo Riccardi, assessore Infrastrutture, Mobilità, Pianificazione territoriale e Lavori pubblici della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia; Marino Zorzato, vicepresidente e assessore Territorio, Cultura, Affari Generali della Regione del Veneto; Alfredo Peri, assessore Programmazione territoriale, Urbanistica, Reti di infrastrutture materiali e immateriali, Mobilità, Logistica e Trasporti della Regione Emilia-romagna, e rappresentanti delle Province Autonome di Trento e Bolzano. Programma dei lavori Bologna Ufficio della Presidenza, viale Aldo Moro, 52: Ore 10.30 Accoglienza degli Assessori con caffè di benvenuto e incontro con il Presidente Vasco Errani; Trasferimento degli Assessori nell’Aula Magna di viale Aldo Moro, 30; Ore 11.00 “Apertura dei lavori e presentazione del Documento di Bologna” Alfredo Peri - Assessore Programmazione territoriale, Urbanistica, Reti di infrastrutture materiali e immateriali, Mobilità, logistica e trasporti; “Illustrazione del documento “Analisi, strumenti e politiche di controllo dell’uso del suolo”, Regione Lombardia a nome del gruppo di lavoro tecnico del Tavolo; Discussione tra gli Assessori del Tavolo Interregionale; Ore 13.00 Conferenza stampa e sottoscrizione del Documento di Bologna da parte degli Assessori del Tavolo Interregionale; Ore 13.30 Chiusura dei lavori.  
   
   
LIBERALIZZAZIONI,FORMIGONI: TUTELARE CONSUMATORI SECONDA GIORNATA DEL CONSIGLIO NAZIONALE IERI AL PIRELLI REGIONE LOMBARDIA STIMOLERÀ IL GOVERNO SULLE NORME DI TUTELA SUL TPL  
 
 Milano, 26 gennaio 2012 - Favorevoli alle liberalizzazioni ´se smantellano positivamente posizioni di rendita e non danneggiano il mercato di interi comparti e, quindi, i consumatori´. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha voluto commentare con queste parole i provvedimenti varati dal Governo. L´occasione è stata la dodicesima sessione programmatica del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti svoltasi ieri a Palazzo Pirelli e organizzata dal Ministero dello Sviluppo economico e dalla stessa Regione. L´impegno del presidente per il futuro è quello di farsi portavoce, presso il Governo, affinché siano applicate le norme di tutela degli utenti del trasporto pubblico locale. Presente all´evento, per il Ministero, il sottosegretario Claudio De Vincenti. Il Ruolo Dei Consumatori - ´Il ruolo delle associazioni di consumatori - ha sottolineato Formigoni - è fondamentale nei rapporti tra enti e cittadini: esse costituiscono, oltre che un ambito privilegiato per supportare concretamente l´utente nella sua attività quotidiana, un luogo di incontro e di confronto sui problemi e sui bisogni reali´. Proprio del dialogo la Giunta regionale ha fatto un punto di forza: tutto questo è alla base della legge regionale del 2003 sulle norme per la tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti, grazie alla quale Regione Lombardia ´ha promosso, in un´ottica di sussidiarietà e di responsabilizzazione, il concorso di tutti gli attori coinvolti nell´affermazione dei diritti fondamentali dei cittadini´. I Principi Del Metodo Lombardo - Equità, economicità, sostenibilità e trasparenza sono i quattro principi con cui la Regione ha messo al centro dell´azione di governo la persona e i diritti del cittadino-utente. Il riferimento, nel caso dell´equità, è ad esempio quello dell´accordo siglato con i sindacati dei tassisti ´che prevede il mantenimento di tariffe massime a tutela dei consumatori costruite con parametri oggettivi, che possono essere ritoccate solo a fronte di un miglioramento del servizio´. In tema di economicità, Formigoni ha citato la firma del patto per il trasporto pubblico locale ´in cui è stata delineata la strategia comune per affrontare la riduzione delle risorse pubbliche, disposta dal Governo centrale, prevedendo tra l´altro, quali interventi di mitigazione dell´aumento straordinario delle tariffe del trasporto pubblico, nuove tariffe e biglietti a tutela delle esigenze delle famiglie e pendolari´. Per quanto riguarda la sostenibilità e la trasparenza due esempi concreti sono, rispettivamente, quello della Carta della qualità dei servizi del servizio idrico integrato e quello del Protocollo per la bolletta trasparente nel settore idrico siglato con alcuni gestori. Norme Di Tutela Per Il Tpl - ´Guardando al prossimo futuro - ha concluso Formigoni - dovremo ulteriormente promuovere un insieme integrato di iniziative per la tutela dei consumatori e utenti, valorizzando e coordinando maggiormente le politiche dei vari settori della Giunta´. Per questo motivo Formigoni ha annunciato che si farà promotore presso il Governo nazionale ´affinché siano maggiormente applicate le norme che tutelano i consumatori e gli utenti dei servizi pubblici locali´.  
   
   
IL DESTINO DELL’EURO. NON SCOPPIERÀ, MA TEMPI DURI PER CONSUMATORI E’ SCONTRO TRA SISTEMI: RIPORTARE L’UOMO AL CENTRO  
 
Venezia, 26 gennaio 2012 - L’euro è uno strumento che funziona bene o male a seconda che lo si usi bene o male: la domanda da porsi non è quale possa essere il destino di questa moneta, ma quale futuro vogliamo per la società. Questo vale anche per un altro strumento creato dall’uomo per migliorare la sua condizione, la finanza, dalla quale in questo momento ci facciamo dominare e che continua a creare bisogni sempre più sofisticati. In ogni caso, purtroppo, per i consumatori si prospettano tempi duri E’ questo lo scenario di fondo emerso dal dibattito sul tema “Il destino dell’euro. Cause di una crisi annunciata ed effetti sui consumatori”, svoltosi ieri a Marghera per iniziativa di Unioncamere e della Regione del Veneto – assessorato alla tutela del consumatore. L’obiettivo era quello di approfondire cause e scenari possibili rispetto all’attuale situazione di crisi economica, che vede l’euro altalenare il suo ruolo all’interno di un mercato mondiale che comunque è attraversato da forti tensioni. E’ emersa una visione della situazione come terreno di confronto tra modelli di sviluppo diversi, che cercano di influenzarsi, ma dei quali nessuno avrebbe da guadagnare dalla fine dell’euro, che anzi potrebbe trascinare con sé proprio quel modello economista basato sul mercato che in questo momento sembra contrastarlo. L’assessore regionale alla tutela del Consumatore Franco Manzato, il segretario generale di Adiconsum Veneto Valter Rigobon per conto delle Associazioni consumatori riconosciute; Gian Angelo Bellati segretario generale di Unioncamere, il docente di Cà Foscari Ignazio Musu, il prof Fabrizio Pezzani dell’Università Bocconi di Milano e il prof Fabio Sdogati del Politecnico di Milano Mip hanno illustrato le loro considerazioni, dietro le quali ci sono formazioni culturali anche diverse, forti però della capacità di aver in qualche modo “predetto” la crisi. Che è crisi di natura strutturale vasta, che coinvolge non solo i singoli elementi, come l’euro, ma i modelli socioculturali in generale (quello anglosassone che pare guardare al “giorno per giorno” e quello europeo che bada al medio periodo e al benessere sociale), che sembrano non all’altezza di dare le risposte che tutti sembrano intravvedere. Senza però riuscire a concretizzare. “In questo scenario, per il consumatore italiano si apre un periodo di crisi pratica e materiale – ha osservato Manzato – nella quale si trova sballottato dai tentativi di porre rimedio a effetti che non è stato lui a generare e per influire sui quali non basta certo la Regione, ma servono politiche di altissimo profilo e una capacità anche politica davvero nuova”. La crisi è dunque epocale e l’unico modo per superarla è di stare nell’euro – sistema, “adeguando lo ‘strumento euro’ a esigenze e obiettivi che sono assieme sociali ed economici”.  
   
   
PIEMONTE: LE LIBERALIZZAZIONI DEVONO ATTACCARE CENTRI DI POTERE E MONOPOLI  
 
Torino, 26 gennaio 2012 - Il presidente della Regione, Roberto Cota, ha visitato il 24 gennaio il centro commerciale Le Gru di Grugliasco per cercare di rendersi conto dell’impatto delle decisioni del Governo sul commercio. Al termine, ha commentato che “le testimonianze che ho registrato non sono positive”. “Io non sono contro le liberalizzazioni - ha poi puntualizzato sul suo profilo Facebook - però vorrei che le esse fossero fatte attaccando i veri centri di potere e i veri centri di monopolio. Io mi chiedo se questo aumento degli orari e dei giorni di apertura degli esercizi commerciali imposto da Roma dà o darà più soldi alla gente? No. La gente non avrà più soldi in tasca. E allora a chi giova? Non giova ai consumatori e non giova ai piccoli e medi commercianti, che non hanno la struttura per poter tenere aperto l´esercizio. Forse - continua Cota - può giovare a quei pochi grandi gruppi che possono trarre dei vantaggi dalla chiusura dei piccoli esercizi commerciali e quindi possono fare man bassa di tutti i clienti. Ma alla fine questa è davvero una liberalizzazione o è la creazione di un sostanziale monopolio anche sul commercio?”. Il presidente riferisce che quello che ha raccolto “é il timore di tanti piccoli negozi interni al centro commerciale di non poter reggere la nuova normativa, soprattutto a fronte di un momento economico già di per sé durissimo, che li sta mettendo a rischio chiusura. Penso che certe decisioni dovrebbero essere analizzate con equilibrio e prese a livello regionale, perché in alcuni territori può esserci un certo tipo di esigenza e in altri non esserci. Non siamo di fronte a una questione che si può affrontare con l’accetta, dall’oggi al domani. Ci vuole al contrario molto equilibrio”.  
   
   
ROSSI: “DA NOI LA SPESA COSTA MENO. NO A LIBERALIZZAZIONI SELVAGGE. L’EQUILIBRIO DELLA TOSCANA CONVIENE”  
 
 Firenze, 26 gennaio 2012 – “Prima di dare il via a una deregulation totale sarebbe saggio analizzare i livelli di equilibrio raggiunti in Toscana tra grande e piccola distribuzione e tenere conto dei vantaggi che questo equilibrio ha comportato e comporta per i cittadini, per i consumatori, per l’intera rete commerciale”. E’ questa la riflessione del presidente Enrico Rossi, riferita alla problematica delle liberalizzazioni in materia di commercio. “Per quanto riguarda la grande distribuzione – prosegue il presidente – autorevoli esperti hanno già sottolineato la grande espansione avvenuta anche nella nostra regione nella prima parte degli anni 2000. Una crescita rilevante e tuttavia avvenuta alla luce di politiche più equilibrate che altrove. Grazie a ciò, e ai meccanismi di concorrenza favorevoli per il consumatore, attualmente la Toscana è la regione più conveniente d’Italia. Da noi la spesa costa meno”. Ecco alcuni dati (fonte Nielsen 2010). Nella nostra regione, anche se il tasso di presenza di grande distribuzione è inferiore alla media nazionale (187 metri quadri per 1000 abitanti contro una media di 225) i prezzi della grande distribuzione sono in assoluto i più bassi d’Italia: fatta 100 la media prezzi in Italia, la Toscana ha un indice di 95,8. In una recente indagine di “Altro Consumo” ben tre province toscane (Pisa, Firenze e Arezzo) si collocano ai primi posti (rispettivamente il secondo, terzo e sesto) per convenienza della grande distribuzione, su 61 province monitorate. Se una famiglia spende in media 6300 euro l’anno per fare la spesa le possibilità di risparmio a Firenze sono di 1179 euro, a Pisa di 897 e ad Arezzo di 1040. “Dunque mantenere in Toscana un equilibrio tra supermercati e la piccola distribuzione di quartiere, di vicinato, in città e nei piccoli paesi, è fondamentale non solo per le ragioni che gli esperti sempre ricordano, la tutela dell’ambiente e della qualità urbana, l’equilibrio sociale, la sicurezza e l’accesso ai servizi da parte delle persone anziane, ma anche per la convenienza dei prezzi. Noi – prosegue il presidente Rossi - siamo per le liberalizzazioni che ci aiutano a combattere le rendite di posizione, a migliorare la qualità dei servizi ai cittadini, a diminuire i costi per i consumatori. Tutto questo in nome dell’interesse generale, non di un’astratta ideologia liberista come quella che si annida nella decisione di dare la possibilità di una apertura indiscriminata, 365 giorni l’anno 24 ore al giorno. Questo ovviamente finisce per colpire la piccola distribuzione, i negozi di vicinato, quella rete così importante nelle città, nelle periferie, nei piccoli paesi e che rappresenta un vero presidio sociale per la popolazione più anziana e debole”. “Ancora una volta – conclude il presidente Rossi – se si lasciano da parte le fumisterie ideologiche e si guarda al concreto, il modello toscano mostra tutta la sua validità. Un modello riformista, che è riuscito a combinare i vantaggi del dinamismo economico e della concorrenza con i legittimi interessi delle categorie, con la tutela dell’interesse generale e, soprattutto, con gli interessi sociali della parte più debole della popolazione. E’ per questo che in Toscana i conti della spesa parlano da soli. E tornano”.  
   
   
INNOVAZIONE FVG: TONDO, E´ VALORE AGGIUNTO DEL SISTEMA ECONOMICO FVG  
 
Udine, 26 gennaio 2012 - "La posa della prima pietra dei nuovi edifici del Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di Udine è una dimostrazione di come la comunità del Friuli Venezia Giulia sa reagire alla crisi". Lo ha affermato il presidente della Regione, Renzo Tondo, intervenendo ieri a Udine alla cerimonia che contrassegna il percorso di crescita di Friuli Innovazione, Centro di ricerca e trasferimento tecnologico, nato dall´intuizione dell´allora rettore dell´ateneo friulano, Marzio Strassoldo, e realizzato, com´è stato ricordato, grazie alla legge regionale sull´innovazione voluta dallo stesso presidente Tondo. E´ un incubatore di imprese, Friuli Innovazione, che è sostenuto dalla Regione, e ha per soci le amministrazioni pubbliche e gli enti economici del territorio. Che, però, come ha rilevato il suo presidente, Sergio Cecotti, non si può più limitare ad accogliere e a mettere in rete e valorizzare poche imprese tecnologiche di eccellenza. Ma deve puntare a favorire la nascita di innumerevoli realtà, tra le quali potranno emergere quelle di eccellenza. In quest´ottica, Tondo guarda con ottimismo alla realtà regionale. Perché, visto che il Nord Est, e anche il Friuli Venezia Giulia, dimostrano di tenere meglio di altre aree del Paese alla stretta economica, è anche vero che sono insite nella comunità regionale le energie e le risorse interiori indispensabili per far uscire la nostra realtà dalla crisi. Dunque, anche per favorire la nascita di diverse decine di imprese tecnologiche, favorite dalle capacità che Friuli Innovazione ha saputo e sa catalizzare. Occorre però, secondo il presidente, rimuovere alcuni ostacoli di carattere culturale che ancora frenano lo sviluppo dell´innovazione nella nostra realtà. Serve rimuovere le lungaggini burocratiche che, diversamente da Paesi limitrofi, frenano l´affermazione di nuova imprenditorialità sul nostro territorio. Occorre che siano ottimizzate le infrastrutture (strade, porti, trasporti) che sono indispensabili per la valorizzazione del tessuto economico. Occorre inoltre agire sulla fiscalità. La Regione, come ha ricordato il presidente, aveva previsto il taglio dell´Irap per le imprese. Ma la manovra Monti ha anticipato questa azione dell´Amministrazione che avrebbe alleggerito il carico fiscale delle aziende del Friuli Venezia Giulia. Ecco, dunque, che cosa fare secondo Tondo, perché l´innovazione tecnologica, e le potenzialità di Friuli Innovazione, possano essere davvero il valore aggiunto del Friuli Venezia Giulia. Occorre, ha concluso, far comprendere all´esterno, e non solo, che nella nostra realtà esiste un sistema capace di far crescere le realtà economiche, frutto dell´impegno di una comunità che lavora, produce, e possiede energie per il futuro. Tondo era accompagnato dall´assessore regionale all´Istruzione, Università e Ricerca, Roberto Molinaro, presente il presidente del Consiglio regionale, Maurizio Franz, a significare la vicinanza, come aveva rilevato Tondo, della Regione anche tramite l´Assemblea regionale al mondo della ricerca e alla innovazione. Presente l´arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzoccato, il quale ha benedetto il sito delle costruende strutture, sono intervenuti alla cerimonia: il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, per rilevare che forse il Friuli Venezia Giulia tiene alla crisi assieme al Nord Est perché è in grado di dialogare con le realtà economiche più forti; il presidente della Camera di commercio di Udine, Giovanni Da Pozzo, che ha ricordato il ruolo del suo predecessore. Valduga, per lo sviluppo di Friuli Innovazione, e il rettore dell´Università di Udine, Cristiana Compagno.  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE: MISSIONE DI SISTEMA STATO-REGIONI-SISTEMA CAMERALE IN BRASILE DAL 21 AL 25 MAGGIO  
 
Perugia, 26 gennaio 2012 - Una grande opportunità per le imprese italiane di presentare le proprie eccellenze, sviluppare investimenti e scambi commerciali, in un mercato in espansione come quello brasiliano, e in una fase in cui, grazie alla prospettiva dei Mondiali di Calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016, il Brasile si pone al centro dell´attenzione mondiale. È questo il senso della "missione di sistema", promossa dai Ministeri degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico e dell´Istituto Nazionale per il Commercio Estero, che dal 21 al 25 maggio vedrà impegnati lo Stato, 17 Regioni italiane e il Sistema delle Camere di Commercio in una serie di iniziative di promozione delle imprese di ciascuna regione a San Paolo, Recife, Curitiba, Belo Horizonte e San José de Campos. Contenuti e finalità della missione sono stati presentati stamani a Perugia, nel quadro di un "road show" informativo promosso dalla Regione Umbria, per illustrare alle imprese, presenti in gran numero a Palazzo Donini, il programma della missione, comprensivo dei servizi offerti e dei relativi aspetti logistici. Alla presentazione hanno preso parte l´assessore all´industria della Regione Umbria Vincenzo Riommi (con il coordinatore del programma di cooperazione decentrata "Brasil Proximo" Giampiero Rasimelli), rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico, del Centro Estero Umbria, dell´Ice, della Sace (Agenzia di Credito all´Esportazione), della Simest (Società Italiana per le Imprese all´Estero), esperti di mercato e numerose aziende umbre. Aerospazio (dove l´Umbria è coordinatrice insieme alla Puglia), Agroalimentare, Agroindustria, Edilizia Sostenibile, Alta Tecnologia, Legno e Arredo, Contract e Housing Sociale, Meccanica, Sistema della Moda, Automotive ed Energie: questi i settori interessati dalla missione, che si articolerà - come ha spiegato Donatella Romozzi per le Marche, Regione coordinatrice - in una sessione plenaria a San Paolo del Brasile, e in una serie di sessioni parallele (a San Paolo, San Josè dos Campos, Belo Horizonte, Curitiba e Recife), in cui le Regioni e le aziende presenti si distribuiranno, a seconda dei settori d´interesse e degli ambiti di specializzazione. Gli incontri tematici e commerciali relativi all´aerospazio - un settore coordinato dall´Umbria, in ragione dell´eccellenza raggiunta in questo settore - si svolgeranno a San José dos Campos. A San Paolo, il 22 maggio, sono previsti per tutti i settori incontri bilaterali fra le imprese italiane e le controparti brasiliane. "Le istituzioni s´incontreranno con le istituzioni e le imprese con le imprese - ha detto Carla Turchi in rappresentanza del Ministero dello Sviluppo Economico - in una missione che è stata fortemente voluta dal governo, in un´ottica di ´sistema-paese´ per il rilancio della nostra economia". "L´investimento nella internazionalizzazione delle imprese - ha detto, nel suo indirizzo di saluto, l´assessore all´industria della Regione Umbria Vincenzo Riommi - è strategico per la nostra economia e il nostro sistema produttivo, soprattutto in un paese, come il Brasile, a noi storicamente vicino per le sue tradizioni d´immigrazione italiana, che si traduce in un vantaggio competitivo per l´Italia". "Vogliamo portare in Brasile la nostra idea, l´idea italiana di ´saper fare´ - ha detto Paola Bellusci dell´Ice -, quel valore aggiunto in termini di creatività e di eccellenza che incontra grande favore nel sempre più sofisticato mercato brasiliano". "Ciò che conta, nel mercato brasiliano, fatto di rigore ma anche di passione - ha sottolineato Emilio Beltrami, esperto di mercato che vive e lavora a Brasilia - è la concretezza dei rapporti, la rete concreta e personalizzata di relazioni". "Il Brasile è fortemente interessato alla tecnologia italiana - ha ribadito Valerio Alessandrini della "Sace" -, e in questa missione c´è bisogno di persone capaci di passare dalle parole ai fatti." Saranno ora le Regioni a provvedere alla raccolta delle adesioni delle aziende sul proprio territorio, per tutti i settori produttivi individuati, attraverso un´apposita scheda. Dopo una prima selezione, i dati delle aziende risultate idonee verranno trasferiti entro il 15 febbraio in un modulo "on line", e valutati dall´Ice di San Paolo in base al parametro della "compatibilità" delle aziende con il mercato brasiliano.  
   
   
ABRUZZO: CHIODI PROMULGA SEI NUOVE LEGGI REGIONALI  
 
L´aquila, 26 gennaio 2012 - Il presidente della Giunta regionale d´Abruzzo, Gianni Chiodi, ha promulgato sei nuove leggi. 1) L.r. 10 gennaio 2012 n. 1 recante "Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 della Regione Abruzzo (Legge Finanziaria Regionale 2012)"; 2) L.r. 10 gennaio 2012 n. 2 recante "Bilancio di previsione per l´esercizio finanziario 2012 (Bilancio pluriennale 2012-2014)"; 3) L.r. 13 gennaio 2012 n. 3 recante "Modifiche all´art. 35 della L.r. 30 aprile 2009 n. 6 ´Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009-2011 della Regione Abruzzo (Legge Finanziaria Regionale 2009´ e altre disposizioni di adeguamento normativo"; 4) L.r. 13 gennaio 2012 n. 4 recante "Modifiche alla L.r. 3 agosto 2011 n. 25 e disposizioni in materia di Consorzi di bonifica"; 5) L.r. 13 gennaio 2012 n. 5 recante "Integrazione alla L.r. 10 gennaio 2011 n. 2 (Bilancio di previsione per l´esercizio finanziario 2011. Bilancio pluriennale 2011-2013)"; 6) L.r. 13 gennaio 2012 n. 6 recante "Interventi per il sostegno della qualità e della tracciabilità delle produzioni agricole della regione Abruzzo".  
   
   
INCONTRO NELLE SEDI PROVINCIALI PER ILLUSTRARE PROGETTO REGIONE CALABRIA SISTEMA SUAP  
 
Catanzaro, 26 gennaio 2012 - Per illustrare il progetto finanziato dalla Regione con fondi Por Fesr 2007-2013 “Azioni per semplificare gli iter procedurali connessi alla localizzazione, alla operatività delle imprese (Suap), il dipartimento regionale alle Attività produttive ha organizzato una serie di incontri che si terranno nelle sedi delle cinque Province calabresi. “L’iniziativa – ha spiegato l’assessore regionale alle Attività produttive Antonio Caridi – è stata concertata con le Amministrazioni provinciali e preceduta dalla sottoscrizione di un apposito accordo che fornirà un importante supporto per lo sviluppo e l’innovazione tecnologica dei servizi unici, con azioni aggiuntive di formazione e assistenza tecnicarientra. Il progetto – ha proseguito Caridi - si inserisce in un percorso avviato dal governo regionale che punta allo sviluppo ed al consolidamento degli Sportelli Unici singoli e associati della regione e si inquadra in un’ottica di impegno globale orientato a favorire forme di cooperazione interistituzionale, anche di tipo info-telematico, necessarie per garantire un opportuno coordinamento delle attività e delle azioni promosse dai vari enti”. Il progetto si propone di fornire ai Comuni ed agli altri enti tutti gli strumenti normativi e tecnologici, nonché i servizi di aggiornamento delle procedure e della modulistica necessaria all’accreditamento operativo del sistema Suap. Negli incontri programmati verrà illustrato il sistema informativo regionale, dotato di un software per la gestione dei procedimenti amministrativi a disposizione dei Comuni e di enti terzi, che presenta una sezione dedicata alla promozione ed informazione territoriale, coordinata a livello provinciale e regionale. Il sistema offre anche un software di condivisione delle conoscenze che permette di mettere in rete i vari attori della pubblica amministrazione a vario titolo coinvolti nei procedimenti amministrativi di competenza Suap.  
   
   
DECRETO MONTI: FVG IMPUGNERA’ DISPOSIZIONI SU PROVINCE  
 
 Trieste, 26 gennaio 2012 - "Non accettiamo il provvedimento governativo: è sbagliato, non risolve alcuna problema e lede le nostre prerogative". Lo afferma l´assessore regionale alla funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme, Andrea Garlatti, in merito alle disposizioni contenute nel "Decreto Monti" sulle Province. "E´ dal 1993 che la Regione Friuli Venezia Giulia gode di piena autonomia legislativa in materia di ordinamento degli Enti locali e da tempo sostiene interamente le spese per il loro funzionamento", ricorda l´assessore, annunciando che "impugneremo, perciò, innanzi alla Corte costituzionale le disposizioni del Decreto Monti sulle Province e, nell´immediato, con un apposito provvedimento, la Giunta proporrà al Consiglio regionale delle specifiche norme sostitutive". "Il nostro impegno è quello di riprogettare l´architettura istituzionale della nostra Regione - conclude - e, come enunciato dal presidente Tondo, presentare quanto prima il riassetto delle autonomie locali alle nostre popolazioni".  
   
   
ELEZIONI: GIORNATA DI STUDIO SU ASTENSIONISMO IN ABRUZZO FENOMENO PIU´ GRAVE RISPETTO AL DATO NAZIONALE  
 
Pescara, 26 gennaio 2012 - Una giornata di approfondimento sull´astensionismo elettorale in Abruzzo non riservata agli addetti ai lavori ma aperta alla cosiddetta società civile. Avrà luogo, giovedì 26, a Pescara, nella sede di viale Bovio (sala blu) a partire dalle ore 9. Si tratta del quinto di una serie di appuntamenti che hanno riguardato la materia elettorale. In particolare, quella di domani sarà l´occasione per illustrare, nel dettaglio, le risultanze di uno studio sulle consultazioni elettorali condotto dall´Osservatorio elettorale regionale e coordinato dall´assessorato alle Riforme istituzionali in collaborazione con la Fondazione "Forum Aterni" di Pescara. A presentare l´iniziativa sono stati questa mattina, in conferenza stampa, l´assessore alle Riforme istituzionali, Carlo Masci, il professor Tonino Sclocco, ordinario di Statistica presso l´Università "G.d´annunzio" ed il professor Franco Sabatini, presidente della Fondazione Forum Aterni. Tutti e tre saranno presenti anche alla giornata di approfondimento di domani. Nelle consultazioni politiche tra il 1972 ed il 2008, in Italia, le astensioni sono passate dal 6,8 per cento del 1972 al 19,5 per cento del 2008, con un trend crescente nell´intero arco temporale. Nello stesso periodo, in Abruzzo, le percentuali di astensionismo sono state più elevate di quelle nazionali, con un aumento oscillante e compreso tra il 13,2 per cento ed il 19,1 per cento con i picchi massimi registrati nel 1996 e nel 2001. In relazione alle consultazioni regionali, nel periodo 1970-2008, in Abruzzo la percentuale di non votanti è compresa tra il 12,3 per cento del 1975 ed il 47,1 per cento del 2008. "Il tema dell´astensionismo interessa l´intera società, la classe dirigente ed anche gli Enti locali che vedono consolidato il sistema democratico della rappresentanza da una elevata partecipazione che legittima la loro stessa sopravvivenza. - ha sottolineato Masci - La novità di quest´anno - ha proseguito - è che, grazie alla puntuale collaborazione della Fondazione Forum Aterni, ci siamo aperti all´esterno in quanto riteniamo che qualsiasi contributo di competenza in questo ambito possa servire a comprendere meglio un fenomeno così importante come l´astensionismo elettorale". Un fenomeno che in Abruzzo ha toccato il suo apice proprio in occasione delle ultime elezioni regionali del 2008. "In precedenza non si era mai registrata una percentuale così elevata di non votanti - ha rimarcato l´assessore - e, anche alla luce di ciò, sarà interessante capire quali cause, al di là delle pesanti ripercussioni susseguenti alle vicende giudiziarie del luglio 2008 e dell´inusuale periodo di dicembre nel quale si sono svolte le consultazioni, abbiano determinato un´affluenza così bassa". Infine, Masci, ha ricordato come "la Regione, diversamente da quanto avveniva nel recente passato, nell´utimo anno e mezzo, ha rimborsato ai Comuni abruzzesi spese elettorali per circa 7 milioni e mezzo di euro eliminando così la voce debito su questo capitolo".  
   
   
CALABRIA: IL DIPARTIMENTO PRESIDENZA HA ATTIVATO UN NUOVO CANALE DI COMUNICAZIONE CON I CITTADINI  
 
Catanzaro, 26 gennaio 2012 - La Regione Calabria ha istituito, in aggiunta ai canali di comunicazione e d’informazione già attivati, un servizio di “newsletter” finalizzato alla condivisione di informazioni sull’attività degli Uffici regionali nel loro complesso ed all’avvio di un processo di partecipazione digitale dei cittadini alle iniziative ed ai piani promossi dall´Ente. La “newsletter” offrirà ampie e dettagliate notizie ed aggiornamenti, in ordine alle attività dei singoli servizi e settori dell´Amministrazione regionale e costituirà anche un mezzo di diffusione ed approfondimento delle disposizioni normative e delle misure assunte a livello nazionale e regionale nei diversi settori di interesse. Con l’iscrizione al servizio, i cittadini potranno anche porre specifici quesiti che, se di interesse generale, verranno inseriti, con le relative risposte, nelle “newsletter” periodiche. In un’ottica partecipativa saranno, altresì, promossi sondaggi tematici volti a creare una vera e propria relazione bidirezionale ed un costante interscambio di dati tra la Regione ed i cittadini. Per scoprirne il funzionamento basta collegarsi al sito istituzionale www.Regione.calabria.it e cliccare su “la Regione informa”.  
   
   
PUGLIA: FIRMA INTESA CON AGENZIA ENTRATE SU GESTIONE ADDIZIONALE IRPEF E IRAP  
 
 Bari, 26 gennaio 2012 - Dalla dichiarazione alla riscossione, dal contenzioso al rimborso: la Regione Puglia affida, anche per il 2012, agli uffici dell’Agenzia delle Entrate la gestione dell’Irap e dell’addizionale regionale all’Irpef. Il rinnovo della convenzione annuale è stato siglato ieri mattina dal direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate, Aldo Polito e dall’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione, Michele Pelillo. La novità – L’accordo di collaborazione conferma metodi e contenuti dell’attività svolta nel 2011 e aggiunge una novità di immediato impatto sulla gestione finanziaria della Regione: le somme riscosse a seguito dei controlli effettuati dall’Agenzia delle Entrate saranno riversate direttamente nelle casse della Regione e risulteranno, quindi, subito disponibili al bilancio dell’ente. Le conferme – Resta ferma la possibilità per i contribuenti pugliesi di ricevere assistenza e informazione sui due tributi regionali presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. I funzionari del Fisco, infatti, gestiranno l’intero ciclo di applicazione dell’Irap e dell’addizionale Irpef, curando la liquidazione e l’iscrizione a ruolo, l’esame delle richieste di rimborso e la tutela della Regione in sede contenziosa. Sul fronte dell’accertamento, in particolare, la Regione si riserva la definizione dei criteri per la selezione dei soggetti con domicilio fiscale in Puglia da sottoporre a controllo, nell’ambito della strategia generale di gestione delle imposte. “Il dialogo tra istituzioni sul territorio produce servizi di qualità e accessibili in forma decentrata, a beneficio dei cittadini. Penso al contribuente di Foggia o a quello di Lecce che potranno rivolgersi agli uffici provinciali dell’Agenzia, risparmiando disagi e costi di spostamento” – sottolinea Aldo Polito. “Il rinnovo della convenzione Irap, inoltre, passa attraverso l’integrazione dei sistemi informatici per lo scambio di dati e informazioni di interesse comune.” “La decisione di stipulare l’accordo – ha dichiarato l’assessore al Bilancio Michele Pelillo – è in linea con il decreto sul federalismo fiscale che indica la necessità di evitare duplicazioni di competenze nella pubblica amministrazione. Per questo sono soddisfatto per la firma di oggi: grazie alla capillarità e alla competenza dell’Agenzia delle Entrate sul territorio, che già gestisce l’Irpef, potremo ben gestire le addizionali e l’Irap”.  
   
   
TORNA A CRESCERE LA CASSA INTEGRAZIONE A VARESE  
 
Varese, 26 gennaio 2012 - Adesso anche i dati statistici registrano le difficoltà del mercato del lavoro varesino. Se fino all’autunno scorso i numeri non incorporavano ancora il contraccolpo di una crisi che è tornata a mordere a partire dal luglio 2011, le ultimissime analisi disponibili sul sito www.Osserva-varese.it  manifestano appieno i problemi delle imprese del nostro territorio. Così, la cassa integrazione ha registrato, nell’ultima parte dell’anno, un rialzo delle ore richieste pari al 2,7%, per un totale di 6milioni e 600mila ore nel quarto trimestre 2011. In particolare, è l’ordinaria (+21,2%) a manifestare i sintomi di un ritorno a una congiuntura negativa. Anche la cassa integrazione in deroga, destinata a quelle imprese con meno di 15 dipendenti e a quelle che già avevano raggiunto i limiti per l’ordinaria, ha continuato la sua crescita (+33%) mentre quella straordinaria al momento non registra andamenti in salita. Una situazione che pesa indubbiamente sul mercato del lavoro: si stima che gli effetti delle ore autorizzate corrispondano al 3,7% dei dipendenti delle industria e dei servizi in provincia, complessivamente 270mila addetti. Una quota superiore di circa un punto e mezzo rispetto alla media regionale (2,1%) e a quella nazionale (2,2%). Gran parte dell’eccedenza si concentra nell’industria, costruzioni comprese, dove raggiunge tuttora il 6,3% del totale dei dipendenti mentre nei servizi si attesta all’1,2%. La rilevante presenza di personale in eccesso all’interno delle aziende varesine continua quindi a ostacolare la ripresa della domanda di lavoro. Sotto questo aspetto, nel I trimestre 2012 le imprese della nostra provincia - rispondendo all’indagine Excelsior, condotta ogni tre mesi da Unioncamere e Ministero del Lavoro - hanno previsto di effettuare 1.760 assunzioni, vale a dire 9 ogni 1.000 dipendenti. Valori inferiori alla media della Lombardia (11,1) e pure alle 13,4 assunzioni programmate complessivamente in Italia. Tra le province della nostra regione, Varese si colloca in nona posizione, con un livello inferiore di quasi 7 punti rispetto al valore più elevato (Sondrio, 15,8 assunzioni ogni 1.000 dipendenti). Si tratta, tuttavia, in larga parte di riattivazioni di contratti in scadenza a fine 2011 o di assunzioni in sostituzione di analoghe figure, per lo più comunque ancora a tempo determinato (58%). Un’altra importante caratteristica delle assunzioni annunciate dalle imprese nell’indagine Excelsior si riferisce alla difficoltà di trovare le figure professionali di cui necessità. In provincia di Varese, le assunzioni “difficili” sono previste nel 23% del totale, anche qui una quota superiore alla media nazionale (19% circa), ma simile a quella regionale (22%). Queste difficoltà - più elevate nelle piccole che nelle grandi imprese - sono dovute soprattutto alla scarsità di candidati disponibili a occupare la posizione richiesta e in misura minore all’inadeguatezza delle competenze e dell’esperienza possedute. Quali allora le professioni più richieste nei prossimi tre mesi? I profili dei settori che concentrano la metà delle assunzioni programmate sono: operai delle industrie manifatturiere sia nella chimica, legno e carta che nella metalmeccanica ed elettromeccanica (370 richieste), cuochi e camerieri (230), personale di vendita (180), tecnici amministrativi, finanziari e bancari (110).  
   
   
PRIMA OCCUPAZIONE: POSTI DISPONIBILI PER LA FORMAZIONE VENERDÌ 27 SCADE IL TERMINE DELLE ISCRIZIONI AI CORSI DELLA PROVINCIA DI PARMA  
 
Parma, 26 gennaio 2012 - E’ venerdì 27 gennaio l’ultimo giorno per iscriversi ai corsi di formazione promossi dalla Provincia e rivolti a una platea di circa 100 giovani che non hanno mai lavorato in precedenza e iscritti ai Centri per l’Impiego della Provincia di Parma. “Si tratta di azioni formative mirate all’acquisizione dei profili professionali più richiesti dalle aziende del territorio in questa fase – spiega l’assessore provinciale alla Formazione professionali e Politiche del lavoro Manuela Amoretti - su qualifiche individuate dall’Osservatorio del mercato del lavoro in accordo con il tavolo operativo composto dai rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico e sociale del territorio”. In particolare i corsi con meno iscritti sono quattro dei sette complessivi. Il primo è rivolto a formare il tecnico contabile, figura che ha il compito di predisporre e assicurare il trattamento contabile delle transazioni economiche, patrimoniali e finanziarie e di redigere il bilancio d’esercizio (500 ore ente Cisita tel. 0521/226500). A seguire tecnico della gestione del punto vendita (500 ore ente Nuovo Cescot- tel. 0521/382611), disegnatore meccanico (500 ore sede Fornovo Centro Servizi Pmi- tel. 0521/980914), tecnico della programmazione e produzione industriale, figura in grado di strutturare e monitorare un programma di produzione, definendo i fabbisogni di risorse e i relativi processi di approvvigionamento. (500 ore Irecoop - tel. 0521/283990). Gli altri corsi sono destinati a formare operatore Amministrativo, operatore distribuzione pasti e operatore punto vendita. Per i corsi in cui le richieste sono superiori ai posti disponibili, gli enti di formazione effettueranno una selezione attitudinale e motivazionale rispetto al profilo professionale. Per accedere ai corsi si deve presentare domanda di iscrizione direttamente all’Ente di formazione che organizza l’attività. Tutte le informazioni, sono su www.Formazione.parma.it  nella sezione “Cerchi formazione?” La partenza delle lezioni sarà entro il 15 febbraio.  
   
   
DELLAI: "UN NUOVO TAVOLO CON POSTE ITALIANE PER GOVERNARE LA RAZIONALIZZAZIONE DEGLI UFFICI"  
 
Trento, 26 gennaio 2012 - Poste Italiane verificherà se per alcuni degli uffici postali recentemente chiusi in Trentino vi sono le condizioni per garantire una loro riapertura. E´ quanto ha reso noto il presidente della Provincia Lorenzo Dellai rispondendo al question time del 24 gennaio ad alcune interrogazioni consiliari (Morandini, Depaoli, Anderle). La disponibilità di Poste Italiane ad operare tale verifica - ha fatto sapere Dellai - è stata comunicata allo stesso presidente dal direttore della sede di Trento, Carlo De Laurentis, nel corso di un incontro avvenuto sempre in mattinata. All´incontro con De Laurentis erano presenti anche il vicepresidente della Provincia Alberto Pacher, l´assessore Franco Panizza e il presidente del Consorzio dei Comuni Marino Simoni. Rispondendo sulla questione della chiusura degli uffici postali periferici, Dellai ha fatto tre premesse: 1) Poste Italiane non sono più da anni un ente pubblico bensì un´azienda, e come tale deve fare i conti in termini di bilancio; nel 1998 perdevano 3 miliardi di lire al giorno, mentre oggi esistono stringenti vincoli di bilancio. 2) "Razionalizzazione" è un concetto che ci accompagnerà nei prossimi anni e riguarderà altre tipologie di servizi, basti citare ad esempio quelli giudiziari; di razionalizzazione si parla per altro anche in Trentino, tanto è vero che c´è chi chiede addirittura di chiudere enti pubblici o strutture fondamentali come le caserme dei pompieri; 3) Non è vero che esiste una situazione diversa tra le Province di Trento e di Bolzano. La delega in materia di amministrazione delle poste, di difficilissima attuazione, non è stata ancora attuata dalla Provincia autonoma di Bolzano. Staremo a vedere se nascono buone ipotesi di lavoro, certo è che ad oggi la situazione del Trentino è analoga a quella della Provincia di Bolzano, dove Poste Italiane ha proceduto alla chiusura di 7 uffici postali, lo stesso numero che in Trentino. Il problema è che in Trentino risulta elevatissimo l´indice di presenza di uffici postali in rapporto alla popolazione, ed è quindi chiaro che, rispetto ad altri territori e regioni, i piani di razionalizzazione finiscono per incidere in misura maggiore che altrove. Per quanto riguarda i 7 uffici postali chiusi recentemente, si è concordato di verificare se - in alcuni casi - è sostenibile l´ipotesi di riesaminare la decisione presa. Fatte queste premesse, Dellai ha trasmesso al Consiglio gli ulteriori esiti dell´incontro avuto con Poste Italiane di Trento. "A fronte di futuri eventuali ed ulteriori piani di razionalizzazione per i quali non si preveda la chiusura di sportelli ma semmai una riorganizzazione dei periodi di apertura - ha detto Dellai - l´impegno dell´azienda è stato quello di fornire informazioni preventive. Si è inoltre deciso - ha aggiunto il presidente della Provincia - di riprendere in mano il lavoro avviato tempo fa con Poste Italiane volto a fornire maggiori informazioni ai Comuni ed ai cittadini sui servizi che gli uffici postali possono svolgere, servizi aggiuntivi a quello di distribuzione e recapito della corrispondenza, dei quali i cittadini non sono per altro molto informati, cosa che è all´origine del ridotto volume di operazioni degli stessi uffici postali". Dellai ha inoltre comunicato che si è condiviso con Poste Italiane di riattivare un tavolo di discussione con il Consorzio dei Comuni per studiare eventuali convenzioni e di considerare la rete delle poste come integralmente inserita nel panorama dei servizi di sistema della pubblica amministrazione: "In tal modo - ha concluso Dellai - è probabile che si riesca a garantire la sostenibilità degli uffici postali a fronte di eventuali altri input di razionalizzazione che dovessero arrivare da Roma".  
   
   
LAVORO IN SARDEGNA: 4,7 MILIONI DI EURO PER L´APPRENDISTATO UNA MISURA CHE RIGUARDA I GIOVANI, È STATA ESTESA ANCHE AI MINORENNI LIBERI DAL DIRITTO-DOVERE DI ISTRUZIONE  
 
Cagliari, 26 Gennaio 2012 - "Con uno stanziamento di 4,7 milioni di euro siamo finalmente riusciti a far ripartire l´apprendistato, strumento vitale per la formazione in prospettiva occupazionale." Lo ha detto l´assessore regionale del Lavoro, Antonello Liori, in occasione della presentazione, organizzata da Uniform Confcommercio, dei progetti di apprendistato nei settori del commercio e del turismo, finanziati dalla Regione Sardegna. "Una misura che riguarda i giovani, è stata estesa anche ai minorenni liberi dal diritto-dovere di istruzione, che si inserisce a pieno titolo nella programmazione delle politiche attive per il lavoro, insieme ai tirocini e ad altre iniziative per l’autoimprenditorialità - ha sottolineato Liori - L´apprendistato, oltre al rafforzamento delle competenze ed al sostegno della competitività delle imprese, è utile anche per contrastare precariato e lavoro nero. Un´offerta formativa che può dare un considerevole contributo alla lotta alla disoccupazione giovanile, piaga della nostra Isola, ma favorisce anche le aziende, soprattutto le piccole, vera spina dorsale della nostra economia, che potranno così usufruire di competenze maggiormente qualificate." "Abbiamo realizzato un modello Sardegna, che comincia ad essere apprezzato nel resto d’Italia - ha concluso l’assessore Liori - Fare sistema per fare formazione, in stretto rapporto di collaborazione con le agenzie formative e le associazioni di categoria, affinché anche questo strumento sia una componente essenziale dello sviluppo."  
   
   
DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA 320 MILA EURO PER 20 PROGETTI DEDICATI A GIOVANI E ADOLESCENTI  
 
Bologna, 26 gennaio 2012 – Favorire la cittadinanza attiva dei giovani, valorizzare i luoghi di aggregazione, promuovere iniziative e cicli di incontri per aiutare i ragazzi a crescere e a diventare protagonisti del presente e del futuro che li attende. Sono gli obiettivi che si propongono di raggiungere i 20 progetti proposti dagli Enti locali ammessi ai contributi regionali per interventi rivolti alle giovani generazioni. “Il percorso di confronto e di condivisione attuato con i territori per la definizione degli obiettivi in materia di politiche giovanili, ha prodotto risultati molto positivi per quanto riguarda la progettazione degli interventi – ha spiegato l’assessore regionale alle Politiche giovanili, Donatella Bortolazzi – Tutti i progetti si propongono di promuovere il protagonismo dei giovani, attraverso la realizzazione di esperienze che possano costituire, per il ragazzo o la ragazza che le vive, un bagaglio e una risorsa alla quale attingere per affrontare le sfide future”. Il finanziamento complessivo è di oltre 1.820.000 euro, di cui 500 mila euro in spesa corrente sono stati assegnati a soggetti privati e associazioni senza scopo di lucro nel mese di novembre 2011, mentre 320 mila euro vengono ora assegnati agli Enti locali per attività a favore dei giovani. La somma restante, corrispondente a 1 milione di euro in spesa investimento, finalizzata all’adeguamento e alla qualificazione degli spazi di aggregazione giovanile e all’acquisizione di attrezzature tecnologiche, sarà assegnata nei prossimi mesi, sempre attraverso un percorso di concertazione con gli Enti locali. Gli interventi approvati riguardano soprattutto l’aggregazione sociale, la promozione di percorsi di cittadinanza attiva, di informazione e comunicazione rivolta ai giovani e di diffusione della cultura della legalità, la valorizzazione delle esperienze di autogestione di realtà associative e gruppi informali e la sperimentazione di forme di partecipazione attiva alla vita delle istituzioni e comunità locali.  
   
   
STUDI » 900MILA FAMIGLIE LOMBARDE SONO I "NUOVI POVERI"  
 
Milano, 26 gennaio 2012 - In Lombardia ci sono 900mila famiglie che con la crisi per la prima volta fanno fatica ad arrivare a fine mese. Si tratta del 21% dei nuclei famigliari, il 10% dichiara di essere in questa condizione da ormai due anni e l’11% di aver riscontrato difficoltà per la prima volta nel 2011, a cui si aggiunge il 3% delle famiglie lombarde che ha sempre avuto problemi ad affrontare le spese mensili. Per questo i lombardi tirano la cinghia: la maggioranza delle famiglie “taglierà” in primo luogo qualche spesa del tempo libero (51%), quindi ridurrà il budget dedicato a abbigliamento e calzature (36%), per poi risparmiare sui beni durevoli (13%). Se si abbassa in primo luogo il budget destinato a cene fuori e vacanze (rispettivamente scelto dal 68% e dal 47%), unico vezzo ancora a cui pochi rinunciano sono lo sport e il benessere (6%). Per far quadrare bilancio il 13% modifica anche le abitudini in tema di spesa alimentare. Il 66% delle famiglie insegue le offerte dei volantini riempiendo il carrello in diversi punti vendita a caccia del risparmio, il 13% cambia il punto vendita tradizionale e predilige i discount e 1 famiglia su 3 modifica i prodotti che acquista tra chi opta per i prodotti del marchio commerciale (19%) e chi va sulle promozioni (16%). E il futuro preoccupa, soprattutto gli under 35: 4 giovani su 5 temono un peggioramento della situazione economica del Paese nel 2012. E sono anche quelli che fanno più fatica ad arrivare a fine mese: il 14% per la prima volta nel 2011 ha avuto difficoltà a chiudere i conti. Del resto sono anche quelli che fanno più rinunce, in particolare sul tempo libero (6 su 10). Il bilancio delle famiglie lombarde La maggioranza delle famiglie lombarde (75%) chiude il 2011 con il proprio bilancio in pareggio ma solo il 7% è riuscito a risparmiare (si riduce notevolmente, era il 21% sei mesi fa), e il 18% per far quadrare i conti ha attinto dai propri risparmi o è ricorso al debito. Il 2011 si è chiuso leggermente meglio rispetto al 2010 (quando coloro che avevano chiuso il bilancio in pareggio o risparmiato erano il 77% contro l’attuale 82%) ma la percezione della propria condizione economica diventa più negativa: il 54% pensa che la situazione della propria famiglia sia peggiorata nel corso del 2011 contro il 41% registrato nel 2010. Solo il 37% dei giovani intravede possibilità di risparmio nel 2012. Gli under 35 si confermano infatti i più pessimisti rispetto alla situazione economica della propria famiglia: il 55% crede che la propria condizione per il 2012 peggiorerà rispetto al 2011. La paura per il posto di lavoro La disoccupazione per il nuovo anno preoccupa ancora gli italiani, ma sembra riguardare più“gli altri”, piuttosto che la propria famiglia. È infatti più contenuto il numero di nuclei familiari in Lombardia che temono un licenziamento in “casa” per il 2012 rispetto allo scorso anno. L’81% dei lombardi, infatti, non crede che qualcuno della propria famiglia possa perdere il lavoro il prossimo anno, un dato che dimostra un po’ più di tranquillità rispetto al 2010 sul 2011, quando lo stesso si attestava al 77%. Ma nonostante in famiglia ci sia più serenità, il tema del mercato del lavoro in Italia preoccupa ancora i lombardi, l’85% delle famiglie crede infatti che il numero dei disoccupati aumenterà nei prossimi mesi (erano il 79% lo scorso anno), e solo il 13% pensa che la situazione del mercato del lavoro per il nuovo anno non subirà peggioramenti. È quanto emerge dall’indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia, Italia”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico di Ref-ricerche per l’economia e la finanza e in collaborazione con Digicamere. I risultati dell’indagine per provincia. I “nuovi poveri”, cioè coloro che per la prima volta o negli ultimi due anni hanno riscontrato difficoltà a coprire le spese mensili, sono soprattutto a Monza e Brianza (23%), un dato più alto rispetto alla media lombarda (21%). E per far quadrare il bilancio a Monza e Brianza, la strategia scelta dalla maggioranza delle famiglie (80%) è di “tagliare” sulle spese, in particolare quelle dedicate al tempo libero (56%) e ai beni per la persona, come abbigliamento e calzature (38%), una situazione che si rispecchia anche nel resto delle province lombarde. Milano e Bergamo sono le più ottimiste sul futuro: 6 famiglie su 10 confidano nella stabilità economica e persino in un miglioramento. A Brescia sono i più affezionati al marchio. Nelle altre province lombarde l’economia familiare ha retto meglio la crisi (il 53% dichiara la propria condizione economica sostanzialmente invariata). È quanto emerge dall’indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia, Italia”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico di Ref-ricerche per l’economia e la finanza e in collaborazione con Digicamere.  
   
   
CONCILIAZIONE, INTERESSE UE PER ´LIBRO BIANCO´ TEMPI FAMIGLIA-LAVORO FATTORE DI COMPETITIVITÀ INVESTITI 27 MILIONI, AVVIATI 33 PROGETTI WELFARE AZIENDALE  
 
Bruxelles, 26 gennaio 2012 - Investimenti per 27 milioni di euro, introduzione di una specifica Dote Conciliazione per servizi alla persona e alle imprese, 13 accordi per la creazione di reti territoriali per la conciliazione, sperimentazioni di welfare aziendale e interaziendale, sinergie con altre politiche per la competitività delle aziende, ampio coinvolgimento del Terzo Settore. Questi i contenuti del Libro Bianco sulla Conciliazione presentato ieri dall´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli al workshop di alto livello per esperti organizzato a Bruxelles dal Comitato Economico e Sociale Europeo. Primi In Italia - Regione Lombardia è stata la prima in Italia e tra le prime in Europa a dotarsi di uno strumento specifico per favorire politiche di conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, fattore sempre più riconosciuto come fondamentale per il benessere e la crescita sostenibile della società. Il Libro Bianco si è posto, in ottica europea, come uno strumento di governance multilivello e multi-attore, nella consapevolezza che il sistema lombardo ha la capacità e le competenze per costituirsi come laboratorio capace di dare esiti interessanti, fruibili anche a livello nazionale ed internazionale. Elementi che hanno suscitato grande interesse tra i partecipanti al momento di lavoro ospitato presso il Centro intitolato a Jacques Delors, storico presidente Ue. Tra questi Linda Hantrais, professore alla London School of Economics, Daniel Molinuevo, Eurofound Dublino, Elisabeth Rahmberg, direttore servizi sociali Lidkoping (Svezia), Esther Sanchez, Segretario per il Lavoro e le Relazioni Industriali del governo Catalano (Spagna). La chiusura dei lavori è stata affidata a Oliver Rouland, capo Unità Demografia, Migrazione, Innovazione Sociale, Società Civile della Direzione Genearale Lavoro Ue. Accordi Territoriali - A distanza di poco più di un anno dall´istituzione del Comitato Strategico Conciliazione Donna Famiglia Lavoro, insediato nel novembre 2010, i primi 27 milioni di euro investiti hanno generato una molteplicità di effetti a vari livelli: territoriale, con le reti per la conciliazione, del welfare aziendale e interaziendale, con alcune interessanti sperimentazioni in atto e, non ultimo il raccordo tra politiche di competenza di diversi assessorati regionali. ´In dieci mesi - ha detto l´assessore Boscagli - sono stati sottoscritti 13 accordi per la creazione di reti territoriali per la conciliazione, uno in ciascun territorio di dimensione provinciale, a cui hanno fatto seguito 13 Piani di Azione specifici. Tra le azioni previste dai Piani sono state avviate, integrando risorse nazionali e risorse del Fondo Sociale Europeo, alcune specifiche misure come la Dote Conciliazione, articolata in dote servizi alla persona e dote servizi all´impresa´. Nel primo caso sono stati agevolati i genitori che rientrano dall´assenza facoltativa per maternità o paternità permettendo l´acquisizione di servizi a sostegno dei compiti di cura della famiglia presso i soggetti gestori accreditati; nel secondo sono stati offerti incentivi alle Piccole e Medie Imprese per l´assunzione di madri disoccupate con almeno un figlio a carico inferiore ai cinque anni. Reti Di Impresa - Regione Lombardia si è anche schierata al fianco delle reti di impresa, in cui più aziende possono aggregare la loro domanda per individuare possibili soluzioni a favore dei propri lavoratori, con la collaborazione dei soggetti già presenti sul proprio territorio e favorendo sperimentazioni di welfare aziendale e interaziendale sostenute con un finanziamento regionale di 5 milioni di euro. Alle imprese è stato chiesto di cofinanziare gli interventi per almeno il 20% del costo complessivo. ´Abbiamo avviato - ha precisato Boscagli - 33 progetti di durata biennale, dedicati a sperimentare, a favore di oltre 6.300 lavoratrici e lavoratori dipendenti, soluzioni flessibili nell´organizzazione del lavoro e interventi a supporto degli impegni di cura familiare, in raccordo con la programmazione dei servizi a livello locale e con i Piani territoriali di conciliazione´. Nel dettaglio le azioni hanno riguardato la sperimentazione di accordi contrattuali di secondo livello, di forme di flessibilità nell´orario di lavoro, l´adesione a fondi di assistenza sanitaria integrativa, la promozione di tecnologie per gestire on line le incombenze familiari, interventi flessibili di tipo socio educativo per i figli minori dei dipendenti, organizzazione di servizi flessibili di trasporto, mensa, spesa, lavori domestici. Giovani E Famiglie - Più in generale, ha sottolineato l´assessore regionale ´la rinnovata attenzione al tema della conciliazione sta producendo un significativo avvicinamento alle esigenze dei giovani, delle famiglie e delle imprese in tutte le diverse politiche regionali: ne sono un esempio le misure a favore dello start-up d´impresa deliberate nel 2011 e rivolte ai settori commercio, manifatturiero, servizi, che applicano un meccanismo favorevole alle imprese con titolarità femminile o giovanile. Da segnalare inoltre come all´interno del Programma Sperimentale sulla Responsabilità Sociale di Impresa si prevede di stanziare, nel 2012, un contributo di 900.000 euro per progetti su diversi ambiti, fra i quali figurano il supporto e l´accompagnamento dei lavoratori collaboratori durante le fasi di transizione della vita e della carriera professionale´. Sul fronte del lavoro, sempre con risorse Fse, la misura Obiettivo Conciliazione ha permesso, tra il 2010 e il 2011, di sostenere persone disoccupate con figli minorenni o conviventi non autosufficienti, al fine di migliorare soprattutto l´accesso delle donne all´occupazione. Per il 2012 si prevede di estendere questa misura a tutte le categorie di lavoratori in difficoltà, dipendenti e autonomi, e di ampliare la gamma dei servizi dedicati alla cura di anziani e disabili.