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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 04 Maggio 2012
BELLAGIO (TORRE DELLE ARTI): QUADRO MADONNA CON IL BAMBINO E SAN GIOVANNINO DELLA PITTRICE SUOR ORSOLA MADDALENA CACCIA - DAL 5 AL 7 MAGGIO 2012  
 
L’opera è stata scoperta da Vittorio Sgarbi durante un sopralluogo nellabellissima chiesa lariana. Lunedì 7 maggio alle ore 18,00 Vittorio Sgarbi presenterà ufficialmente ildipinto. Tutte le informazioni sulla mostra e sul ritrovamento del quadro sonodisponibili sul portale www.Bellagiolifestyle.it , una piattaforma onlinededicata all’offerta turistica e agli eventi di Bellagio lanciatarecentemente dal Comune. In occasione di una visita a Bellagio, Vittorio Sgarbi ha avuto modo discoprire, il 5 aprile scorso, un´opera, finora sconosciuta, di Suor Orsolamaddalena Caccia e esposta nella splendida basilica della cittadinalacustre. Il dipinto appare come uno dei più belli di questa artista (Moncalvo, 1596 -1676), figlia del noto pittore Guglielmo Caccia, meglio conosciuto come ilMoncalvo, che la volle al suo fianco fin da giovanissima perché imparassel´arte della pittura.Quando nel 1625 lui muore, Orsola Maddalena, nel frattempo divenuta suoradelle Orsoline, prende in eredità il materiale del padre e inizia asviluppare una propria straordinaria autonomia stilistica che la porta adipingere moltissimi quadri a carattere religioso e nature morte di notevolevalore artistico ed economico e che hanno inaugurato il genere in Piemonte.grazie ad un crescente apprezzamento dei lavori di questa suora di clausura,il monastero di Moncalvo divenne la più importante bottega artisticafemminile nel Piemonte del Seicento e commissioni illustri permiseroun´ampia diffusione dei suoi dipinti in chiese, santuari e palazzinobiliari.Attualmente, dal 3 marzo scorso e fino al 29 luglio 2012, è in corso alCastello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo la mostra Orsola Maddalenacaccia. Storia di una singolare monaca pittrice, la prima mostra interamentededicata a questa artista, con oltre 70 dipinti provenienti da collezioniprivate, chiese ed enti pubblici tra cui il Castello Sforzesco e laPinacoteca di Brera di Milano. La Madonna con il Bambino e San Giovannino è arrivata alla Basilica di Sangiacomo in tempi recenti grazie alla donazione di due coniugi che in unanota manoscritta incollata sulla cornice espressero il desiderio di lasciarealla chiesa di Bellagio questo loro quadro.La tela raffigura la Madonna con il bambino e San Giovannino, sotto losguardo protettivo di San Giuseppe; riconoscibile è lo spirito devotopresente in tutti i quadri dell´artista, a cui si unisce, in quest´opera ilmoltiplicarsi di fiori, frutta e uccellini, simboli di una donazione, quelladi San Giovannino, che ha come sua complice la natura. Per celebrare la scoperta, il Comune di Bellagio ha deciso di renderemaggiore visibilità al dipinto e per tre giorni, da sabato 5 a lunedì 7maggio prossimi, verrà esposto nella Torre delle Arti. Il quadro poi tornerà nella Basilica di San Giacomo a Bellagio  
   
   
AOSTA (CENTRO SAINT-BÉNIN):GIORGIO DE CHIRICO - IL LABIRINTO DEI SOGNI E DELLE IDEE – FINO AL 30 SETTEMBRE 2012  
 
L’assessore all’istruzione e cultura Laurent Viérin ha inaugurato sabato 28 aprile, al Centro Saint-bénin di Aosta, già sede di rassegne di arte moderna e contemporanea, la mostra dedicata a Giorgio de Chirico dal titolo Il labirinto dei sogni e delle idee, organizzata nell’ambito della terza edizione di Babel. Festival della parola in Valle d’Aosta. L’esposizione, promossa e realizzata dall’Assessorato, è curata da Luigi Cavallo con Franco Calarota e presenta in Valle d’Aosta - attraverso 40 dipinti a olio, 10 tempere e disegni, 15 grafiche, anche colorate a mano dall’autore - un´importante selezione di opere raramente esposte e provenienti da prestigiose collezioni private italiane, da raccolte pubbliche, dal Mart di Rovereto e dal Museo Casa Rodolfo Siviero, che eccezionalmente hanno abbandonato la loro originaria collocazione per essere ammirate dal grande pubblico. «Il Centro Saint-bénin di Aosta – ha dichiarato l’Assessore Laurent Viérin - rinnova l’appuntamento con l’arte moderna e contemporanea con questa iniziativa culturale di rilievo, che rappresenta un tassello importante nella programmazione regionale, inserendosi in un’offerta coordinata e integrata volta alla promozione e valorizzazione della cultura in tutti i suoi aspetti. L’esposizione si inserisce a pieno titolo nell’ambito del festival Babel, che quest’anno ha come tema di riflessione la libertà in tutti i suoi aspetti. Giorgio de Chirico ha, infatti, dimostrato quanto la libertà sia un motore indispensabile nella ricerca artistica, che gli ha permesso di portare la pittura all’attenzione della storia, affermandone l’importanza e il ruolo in ambito internazionale. » La mostra illustra il percorso di Giorgio de Chirico all’insegna della Metafisica – intesa dal maestro come qualità eletta della pittura e non come caratteristica dei soggetti – che scorre lungo le diverse fasi stilistiche: recupero della tradizione classica, suggestioni surreali, riavvicinamento alla realtà attraverso le modulazioni del barocco e quindi l’invenzione di nuovi temi e di tecniche, dai Bagni misteriosi alla neometafisica. Ancora attuale è la definizione di Ardengo Soffici che nel 1914 definì la pittura di De Chirico come “una scrittura di sogni”. Negli anni i giochi culturali intorno a Giorgio de Chirico hanno provocato implicazioni filosofiche, letterarie, psicanalitiche. Le sue visioni utopiche hanno stimolato l’architettura e le sue atmosfere indefinite, arcane, il senso del tempo sospeso, dell’infinito che cala anche sulle cose quotidiane hanno influenzato la narrativa moderna. De Chirico ha trattato con la pittura temi e argomenti che riguardano i più svariati ambiti culturali e la prospettiva è quanto mai feconda: da qui il desiderio di rinnovare l’accostamento critico di un autore che rappresenta la nostra epoca, permette di attualizzare figurativamente il passato, consente all’uomo di rinnovarsi, di avventurarsi nel futuro sentendosi radicato in una vicenda secolare. L’esposizione, che rimarrà aperta sino al 30 settembre 2012, è accompagnata da un catalogo bilingue italiano/francese edito da Silvana Editoriale, in vendita al prezzo di 28 euro in cui sono riprodotte tutte le opere in mostra accompagnate da saggi di Luigi Cavallo, Franco Calarota, Attilio Tori e Jacqueline Munck, già curatrice dell’esposizione dedicata a de Chirico, tenutasi nel 2009 al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. Info: Regione Autonoma Valle d’Aosta, Assessorato dell’istruzione e cultura, Attività espositive - tel. 0165.274401 - u-mostre@regione.Vda.it  - Centro Saint-bénin - tel.0165.272687 - www.Regione.vda.it    
   
   
VENEZIA: TORNANO PER LA PRIMA VOLTA LE "VENEZIE" DI WILLIAM CONGDON AMATE DA PEGGY GUGGENHEIM  
 
«William Congdon è l´unico pittore, dopo Turner, che ha capito Venezia, il suo mistero, la sua poesia, la sua passione. Il suo modo d´esprimersi è moderno, la sua comprensione vecchia quanto la città stessa. Egli ha saputo cogliere l´effettiva essenza di molti secoli e fonde questa visione in un sogno così fantastico e bello che i suoi dipinti lasciano senza respiro [.] Sono fatti di lava; sono lampeggianti; palpitano della vita e della passione di tutti i veneziani che da lungo tempo riposano nella loro ultima dimora.» Così scriveva Peggy Guggenheim nel 1953, esprimendo il suo entusiasmo di fronte alle Venezie di Congdon. Ora, l´occasione del primo centenario della nascita di colui che è uno dei maggiori anche se più trascurati protagonisti dell´Action Painting americana è colta da Ca´ Foscari per realizzare, in collaborazione con la William G. Congdon Foundation di Milano-washington e con il sostegno di Assicurazioni Generali, una mostra con oltre 40 opere sul lungo soggiorno (1948-1960) dell´artista a Venezia, la città che diviene, dopo New York, il secondo e più importante correlativo della sua ricerca espressiva, e sulle raffigurazioni che quel soggiorno produsse. Congdon, come aveva avuto modo di osservare ancora Peggy, «non appartiene a nessun gruppo di pittori. Sta a parte. Non appartiene a nessuna scuola. Nessuno ha cercato di dipingere alla sua maniera prima di lui. [...] I veneziani non vedono mai i suoi quadri...», e infatti questa sarà la prima rassegna di opere di Congdon che avrà sede a Venezia. La mostra ospitata negli spazi di Ca´ Foscari Esposizioni, curata da Giuseppe Barbieri e Silvia Burini, con il prezioso apporto di Rodolfo Balzarotti, riunisce molti degli esiti più significativi della produzione di William Congdon sul soggetto veneziano, tra le prime Piazze del 1948 e il Crocefisso 1b (1960), realizzato dall´artista dopo la clamorosa conversione alla chiesa cattolica che finì per escluderlo dal sistema e dal mercato dell´arte statunitense, in cui tra le due ali delle Procuratorie compare l´immagine del Cristo crocefisso in luogo della Basilica marciana. Oltre che dalla Fondazione Congdon le opere provengono da collezioni private italiane e americane, nonché da numerosi musei americani e da quello inglese dell´Università di Cambridge. Le tele di Congdon saranno esposte nelle sale del piano nobile, affiancate da gigantografie del suo soggiorno veneziano, da bacheche con lettere e schizzi, dalla proiezione di disegni, appunti grafici e opere di soggetto veneziano o coeve non convocabili nel percorso della mostra. L´osservazione di Peggy Guggenheim su un sotterraneo collegamento tra la ricerca su Venezia di Turner e quella di Congdon ha suggerito tuttavia una particolare e originale articolazione del progetto espositivo: nel pianterreno degli spazi espositivi, nell´ambito del progetto di ricerca "Venice Imago", saranno collocate infatti alcune piante topografiche della città di Venezia, rese interattive grazie a uno specifico software predisposto dall´équipe del Computer Vision Laboratory di Ca´ Foscari, con proiezioni sulle pareti delle sale di scorci e vedute della città di Venezia da Turner a Congdon (con opere di Turner, Caffi, Renoir, Monet, Singer Sargent, De Pisis, Klee, Music, Vedova, Tancredi, Guidi, ecc.), in modo da far percepire la novità d´impianto degli esiti del pittore americano e la risonanza nelle sue opere di quelli di Turner. Sarà dato spazio tuttavia anche alle raffigurazioni realizzate durante l´età della Serenissima. Una sorta di gioco interattivo in cui il visitatore, selezionando un punto della mappa, ne sprigionerà i contenuti che verranno riprodotti sulle pareti mostrando la rappresentazione di quell´angolo di Venezia fatta da questo o quel pittore. Le mostre di Ca´ Foscari si caratterizzano infatti anche per l´innovatività delle modalità di fruizione che propongono: anche questa mostra sarà pertanto dotata di installazioni multimediali uno a tutti (come le mappe interattive di Venezia cui si è accennato), alcune delle quali saranno dedicate alla figura e all´opera di Congdon, con filmati, contenuti aggiuntivi, interviste ai curatori e ai membri del comitato scientifico, testimonianze, una quantità di informazioni gratuitamente offerte all´attiva partecipazione del visitatore; anche questa mostra prevede installazioni. La mostra inoltre vedrà la quotidiana presenza di mediatori culturali, studenti opportunamente formati volti a stabilire con il pubblico una dinamica di attiva interazione con l´opera, rispondendo alle domande, suggerendo specifici sotto-percorsi, aiutando il pubblico nella consultazione dei devices multimediali. Info: William Congdon A Venezia (1948-1960): Uno Sguardo Americano - Ca´ Foscari Esposizioni, Ca´ Giustinian dei vescovi, Dorsoduro 3246, 30123 Venezia - 5 maggio / 8 luglio 2012 - Curatori Giuseppe Barbieri / Silvia Burini  
   
   
GENOVA (PALAZZO DELLA REGIONE, PIAZZA DE FERRARI, SPAZIO INCONTRI): ARTISTI E GALLERISTI PER DON GALLO - 14 MAGGIO ORE 18.00  
 
In occasione della mostra Artisti E Galleristi Per Don Gallo, nel palazzo della Regione in piazza De Ferrari, nello spazio “Incontri” gentilmente concesso per questa occasione dal presidente della Regione Liguria, ing. Claudio Burlando, saranno esposte al pubblico opere donate da artisti e galleristi, che potranno essere visionate e acquistate nei giorni 14 e 15 maggio, dalle ore 11 alle ore 18. Il 15 maggio dopo le ore 18 avrà luogo un’asta benefica delle opere invendute, battuta da Caterina Gualco, galleria Unimedia Modern Art. Lunedi 14 maggio, alle ore 18, Don Andrea Gallo, Marco Doria e Moni Ovadia presenteranno al pubblico e alla stampa questa iniziativa per la raccolta di fondi a favore della comunità di S. Benedetto al Porto di Don Gallo. Un ringraziamento particolare alla signora Elisa Savi Ovadia per aver donato un’opera di suo padre, l’artista Alberto Savi, e a tutti gli artisti e galleristi che hanno contribuito con le loro offerte alla realizzazione di questo progetto. Le opere saranno vendute a un prezzo base fissato dagli artisti e galleristi presenti. Artisti presenti: Aurelio-amendola/vasco-ascolini/mirko-baricchi/matteo-basilè/connie-bellantonio/ davide-benati/pierabruna-bertani/paolo-bini/eugenio-carmi/bruno-cattani/elena cavallo/philip-corner/claudio-costa/arturo-delledonne/walter-di-giusto/mario dondero/mario-dotti/limbania-fieschi/antonio-flaminio/mauro-ghiglione/serena-giordano/alf-gaudenzi/angelo-gualco/hans-hermann/emilio-isgrò/carla-jacono/joykix/ugo-la-pietra/emanuele-luzzati/sergio-macchione/emanuele magri/umberto-mariani/vito-mazzocchi/giuliano-menegon/carlo-merello/plinio-mesciulam/sergio-palladini/mauro-panichella/ben-patterson/lucio-pozzi/silvestro-reimondo/stefano-ricci/carlo-rognoni/paolo-sacchi/alberto-savi/setsuko/tino-stefanoni/lucia-sterlocchi/patrizia-traverso/giulia-vasta/ben-vautier/cesare-viel/vitaliano/luca-vitone /corrado-zeni Gallerie presenti con loro artisti: aboutness cont. Art/cerruti arte/guidi&schoen/il vicolo/unimedia modern art/vision quest  
   
   
MILANO (TRIENNALE DESIGN MUSEUM): DE PAS, D’URBINO E LOMAZZI - FINO DOMENICA 17 GIUGNO 2012  
 
Il progetto Mini&triennale Creativeset presenta un omaggio al gruppo storico De Pas, D’urbino e Lomazzi attraverso una selezione di pezzi iconici che ne evidenzia l’importante apporto nella storia del design italiano sia dal punto di vista della ricerca e della sperimentazione, che dal punto di vista professionale. La mostra è a cura di Vanni Pasca, con uno speciale progetto di allestimento dello Studio De Pas, D’urbino e Lomazzi e il progetto grafico di Italo Lupi. Dichiara Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum: “Fin dalla sua apertura, Triennale Design Museum ha manifestato una duplice natura e vocazione: luogo della tutela e valorizzazione della memoria e della storia del progetto, da una parte, e laboratorio di sperimentazione e ricerca, dall’altra. L’anno scorso, con il focus dedicato a Carlo De Carli nello spazio del Creativeset abbiamo iniziato un percorso volto a restituire la dovuta attenzione a una importante figura del mondo del progetto italiano. Proseguendo sulla stessa linea, la mostra su De Pas, D’urbino e Lomazzi propone una lettura critica della loro attività riaffermandone il ruolo cardine nella storia del design italiano”. Jonathan De Pas (1932-1991), Donato D’urbino (1935) e Paolo Lomazzi (1936) fondano il loro Studio nel 1966, anno della partecipazione al concorso per arredi indetto dalla Selettiva del mobile di Cantù. In questa occasione, raccogliendo idealmente l’eredità culturale del movimento moderno, contestano le idee alla base del concorso stesso e introducono tematiche che diventeranno costanti della loro poetica, come la rivendicazione di un “rapporto attivo” che si deve instaurare tra uomini, oggetti e spazi, la volontà di reinterpretare le tipologie edilizie, l’attenzione ai costi e all’accessibilità. Negli anni sessanta, De Pas, D’urbino e Lomazzi si contraddistinguono per un approccio progettuale anticonvenzionale e un design dal sapore ludico e ironico, dal forte valore espressivo, che risente delle coeve tendenze pop. Fra i loro progetti più famosi la poltrona gonfiabile Blow del 1967, le strutture pneumatiche, abitative ed espositive, degli stessi anni, la poltrona Joe del 1970 (un guantone da baseball in onore del giocatore Joe Di Maggio) e l’appendiabiti Sciangai del 1973, trasposizione ingrandita delle bacchette dell’omonimo gioco. Nel 1968 partecipano all’Expo mondiale di Osaka, con un progetto di coperture a moduli compositi formati da semisfere gonfiabili, e, nello stesso anno, in occasione della Xiv Triennale di Milano, presentano un tunnel, sempre gonfiabile, progettato come raccordo tra il Palazzo dell’Arte e il Padiglione Italiano, collocato nel parco Sempione. Lo Studio ha portato avanti negli anni importanti ricerche sulle tecnologie industriali, ha collaborato con diversi imprenditori aperti alla sperimentazione sui materiali e ha elaborato nuove idee legate al comfort e alla multifunzionalità. Dal 1966 a oggi ha sviluppato oltre 2000 progetti che spaziano dal design industriale all’arredamento, dagli allestimenti all’urbanistica e all’architettura.  
   
   
MILANO (ACQUARIO CIVICO): MOSTRA CALIPSO DI FRANCESCO.SHE.POGLIAGHI - VENERDI’ 4 MAGGIO 2012 , ORE 18.00  
 
L´artista incarna nella sua mostra personale, la ricerca di mondi sommersi, tornati agalla attraverso lo studio di figure mitologiche reinterpretate in chiaveurbana.La corrente artistica del post graffitismo viene utilizzata al serviziodella cultura,in un percorso di puro istinto contrapposto alla delicatezzadell’arte classica. La mostra rimarrà aperta fino al 27 maggio 2012 Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti Sabato 5 E 26 Maggio 2012 , Ore 15.00 – Acquario Civico Di Milanosabato 9 Giugno 2012 , Ore 15.00 – Acquario Civico Di Milano Fuochi Sull´acqualetture di giovani poeti a cura di Tommaso Di Dio e Alessandra Frison 5 maggio: Anna Ruotolo26 maggio: Roberta Sireno e Giorgio Meledandri9 giugno: Maurizio Cucchi Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti Giovedi´ 10 Maggio 2012 , Ore 18.30 – Acquario Civico Di Milano Inaugurazione Della Mostra Venezia E Le Sue Acque Di Massimo Bersanetti In mostra quaranta fotografie degli anni ottanta scattate a Venezia, città emblematica del rapporto tra architettura e acqua. Le immagini mostrano una Venezia decadente in cui l´acqua erode e trasfigura le opere architettoniche ma sono anche una testimonianza dello stato, nella prima metà degli anni ottanta, di alcuni edifici storici poi restaurati. La mostra rimarrà aperta fino al 10 giugno 2012 Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti  
   
   
MILANO (LOVE MILANO,VIA NINO BONNET 11/A): TUTTI FRUTTI - MOSTRA PERSONALE DI GUIDO MARIA RATTI  
 
Continuano gli appuntamenti con l’arte proposti dal Love Milano, locale di recente apertura nel cuore della zona di Corso Como. L’artista di questo mese è Guido Maria Ratti, fotografo milanese con all’attivo già diverse mostre metropolitane, che presenterà il suo nuovo progetto Tutti Frutti. Un percorso attraverso l’esplorazione della frutta come non l’avete mai vista: fragole, kiwi, uva prenderanno vita grazie alla luce rivelando la loro anima più nascosta, quella solitamente invisibile ad occhio nudo. Una ricerca grafica articolata in diverse serie, ciascuna con una propria particolarità indirizzata a porre l’accento sui diversi momenti della vita vegetale. In questa occasione verranno presentate alcune immagini tratte dai primi due volumi: Colors, incentrato sull’indagine radiografica e tridimensionale dei colori e dei particolari della frutta; Mutations, in cui accanto all’indagine luminosa e compositiva si aggiungono elementi estranei al mondo vegetale, come lamette o chiodi, che vogliono essere il simbolo delle trasformazioni dell’uomo sulla natura. Un’indagine ispirata dalle immagini di Irving Penn tesa ad indagare la natura degli oggetti proposti, destrutturandoli se necessario, ma anche la loro relazione col naturale e il mondo contemporaneo. Durante la serata verranno presentati assaggi del metodo Diet To Go, la prima dieta da gourmet contenuta in una borsa, che, con il suo innovativo programma alimentare sostituirà il consueto buffet con una serie di degustazioni monoporzione delle loro ricette, così da far assaporare il lato gustoso del metodo: “Sformatini di cous-cous” del menu Marc Mességué, le sfiziose “Polpette di ricotta e spinaci su fonduta di pomodoro”, i cubetti di “Sformato di melanzane con basilico”, il raffinato “Salmone con radicchio e finocchi glassati” e, per lasciare a tutti un dolce ricordo, “Crema di cioccolato con fragole”, sono i sapori che ci faranno conoscere la leggerezza e il benessere. L’appuntamento sarà la terza tappa del tour di Diet to go, dove sarà inoltre presente un esperto del metodo per chiunque voglia chiarire o approfondire l’argomento. A sonorizzare l´evento la selezione musicale di Deejay Westbanhof, eclettica nuova leva del panorama milanese, che proporrà un percorso creativo dal rock vibrante dei Led Zeppelin e dei Rolling Stones, crescendo in un´evoluzione virtuosa tra l´indie rock degli Arctic Monkeys e dei Wombats fino ad arrivare all´elettronica dei Justice e dei Soulwax, ogni tanto regalando piccoli cameo, capolavori ricercatissimi tra le piste internazionali e non. Ingresso libero Giovedì 10 Maggio ore 19 Le opere di Guido Maria Ratti rimarranno esposte fino al 22 Maggio L’evento è realizzato in collaborazione con Diet to go e Milanodabere.it Info utili Love Milano Via Nino Bonnet 11/a, Milano tel. 02 39663429    
   
   
“INCONTRIAMOCI…A TEATRO!”, SUCCESSO DELLA RASSEGNA A BORGARO  
 
Prosegue con successo a Borgaro Torinese la rassegna “Incontriamoci a… teatro!”, alla sala polivalente di via Italia 45, su iniziativa dell’assessorato alla Cultura e della biblioteca civica. Dopo il successo della prima serata, con la compagnia teatrale Quelli del Venerdì, sabato 5 maggio, alle ore 21, è la volta del Gruppo teatrale Le Costellazioni, dell’istituto superiore D’oria di Ciriè, che presenterà lo spettacolo “E… se non morissi?”, per la regia di Rosario Baione e Antonia Di Costanzo. Seguirà la proiezione di alcuni video realizzati dal laboratorio di cinematografia curato dal professor Enrico Trucco. Gli altri due appuntamenti della rassegna sono fissati per mercoledì 9 maggio, con lo spettacolo “Assedio”, messo in scena dal Gruppo teatrale del liceo scientifico Galilei di Ciriè, e per domenica 13 maggio, con “Facciamo 2 ki@cchiere?”, dell’istituto superiore Albert di Lanzo. L’ingresso agli spettacoli è libero. Www.Comune.Borgaro-torinese.To.It/admin/documenti/Rassegnateatralebiblioteca2012.jpg  
   
   
PESCARA (PALAZZO MEZZOPRETI): MOSTRA DI LIUTERIA - 30 STRUMENTI DAL ‘700 AI GIORNI NOSTRI - 3 CONCERTI DEI MIGLIORI STUDENTI - DAL 2 AL 6 MAGGIO  
 
Violini, violoncelli, archetti e chitarre: saranno circa 30 gli strumenti che sarà possibile ammirare nella mostra di liuteria ospite della sala Bellisario di Palazzo Mezzopreti a Pescara dal 2 al 6 maggio. La mostra è allestita dall’associazione “Ensemble 900” in collaborazione con il Conservatorio Luisa d’Annunzio di Pescara. Strumenti diversi con un denominatore comune: tutti costruiti dai migliori liutai e archettai d’Italia dal 1700 ai giorni di nostri. Oltre ad essere occasione per apprezzare alcune tra le espressioni più alte ed affascinanti dell´artigianato, l’appuntamento offrirà la possibilità di fruire di momenti musicali: gli amanti della musica potranno infatti godere di una piccola serie di concerti, naturalmente ad ingresso libero, in cui si esibiranno i migliori diplomati del Conservatorio pescarese. L’inaugurazione della mostra, mercoledì 2 maggio alle 18, sarà ad esempio accompagnata dal chitarrista Francesco Mari. Il 4 maggio alle 18 il professore Michele Guadalupi terrà un convegno sulla chitarra storica del 1800 e sarà seguito dal concerto di chitarra del giovane Giacomo Galli. Il 5 maggio alle 19 l’arpista Sofia Marzetti terrà l’ultimo concerto della manifestazione. Tra i capolavori in mostra: un violino del 1740 costruito dal noto liutaio milanese Paolo Antonio Testore (1700-1767) e uno del 1975 del liutaio napoletano Marino Tarantino, figlio di Giuseppe, entrambi noti protagonisti della storia della liuteria campana; un violino tedesco Hopf anno 1800 ed uno del liutaio leccese Barbara Morello, anno 2010; ed un violoncello ed un violino copia Stradivari, rispettivamente anno 2009 e 2002. Ci saranno anche un violino Hellier ed una viola in pioppo del giovanissimo Manuele Civa (1987), diplomato con successo nel 2006 alla Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona, conosciuto perché ogni suo strumento viene eseguito interamente a mano con molta cura e attenzione nei minimi particolari. In mostra ci saranno anche vari pezzi dell’archettaio Giovanni Lucchi, fondatore della scuola di archetteria di Cremona, dove nel corso di trent’anni si sono diplomati i migliori archettai e restauratori, dando inizio alla tradizione dell’archetteria cremonese. Sarà possibile ammirare da vicino anche 3 chitarre storiche, originali del 1800. Un incontro tra artigianato musica di alta qualità, dal quale nasce un appuntamento da non mancare, fatto di momenti capaci di affascinare e far innamorare non solo musicisti e addetti ai lavori ma anche i semplici passanti  
   
   
ROMA (MUSEO DI ROMA): FOTOGRAFIA E GIORNALISMO - LE IMMAGINI PREMIATE NEL 2012  
 
Venerdì 27 aprile 2012 alle ore 18.00, è stata inaugurata a Roma presso il Museo di Roma in Trastevere, la mostra World Press Photo 2012 che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 maggio. La mostra è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, in collaborazione con Contrasto e la World Press Photo Foundation di Amsterdam. Supporto organizzativo e servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura. Il Premio World Press Photo è uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito del Fotogiornalismo. Ogni anno, da 55 anni, una giuria indipendente, formata da esperti internazionali, è chiamata a esprimersi su migliaia di domande di partecipazione provenienti da tutto il mondo, inviate alla World Press Photo Foundation di Amsterdam da fotogiornalisti, agenzie, quotidiani e riviste. Tutta la produzione internazionale viene esaminata e le foto premiate che costituiscono la mostra sono pubblicate nel libro che l’accompagna. Si tratta quindi di un´occasione per vedere le immagini più belle e rappresentative che, per un anno intero, hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti del nostro tempo sui giornali di tutto il mondo. Per questa edizione, le immagini sottoposte alla giuria del concorso World Press Photo 2012 sono state 101.254, inviate da 5.247 fotografi professionisti di 124 diverse nazionalità. Anche quest’anno la giura ha diviso i lavori in 9 diverse categorie: Vita Quotidiana, Protagonisti dell’attualità, Spot News, Notizie generali, Natura, Storie d’attualità, Arte e spettacolo, Ritratti, Sport. Sono stati premiati 57 fotografi di 24 diverse nazionalità: Afghanistan, Argentina, Australia, Bosnia ed Herzegovina, Canada, Cina, Danimarca, Francia, Germania, India, Iran, Irlanda, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Russia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Regno Unito e Usa. La Foto dell’anno 2011 è dello spagnolo Samuel Aranda. L’immagine mostra una donna che tiene tra le sue braccia un parente ferito. È stata scattata in una moschea di Sanaa, capitale yemenita, allestita come ospedale da campo dai dimostratori contro il regime del Presidente Ali Abdullah Saleh, durante gli scontri del 15 ottobre 2011. Samuel Aranda ha lavorato nello Yemen per The New York Times. È rappresentato da Corbis Images. Il commento del presidente della giuria Aidan Sullivan alla foto vincitrice: "La foto ritrae un momento straziante e pieno di compassione, le conseguenze umane di un evento enorme, ancora in corso. È probabile che noi non sapremo mai chi sia questa donna che accudisce un parente ferito, ma insieme diventano l´immagine vivente del coraggio delle persone comuni che hanno aiutato a scrivere un capitolo importante nella storia del Medio Oriente.” Quest’anno sono sette i fotografi italiani premiati: Alex Majoli (Notizie generali, Foto single), Paolo Pellegrin (Notizie generali, Storie), Eduardo Castaldo (Spot News, Storie), Simona Ghizzoni (Storie d’attualità, Foto singole), Pietro Paolini (Vita quotidiana, Storie), Emiliano Larizza (Arte e spettacolo, Storie) e Francesco Zizola (Natura, Foto Singole). Contrasto si è aggiudicata due premi con Emiliano Larizza e Simona Ghizzoni. Il primo ha vinto il secondo premio nella categoria Arte e spettacolo, Storie con Saut d’eau Pilgrimage (il pellegrinaggio di Sant d’Eau) ad Haiti. Simona Ghizzoni ha ottenuto il terzo premio nella categoria Storie di attualità, Foto singole con una foto scattata nella Striscia di Gaza. La mostra World Press Photo non è soltanto una galleria di immagini sensazionali, ma è un documento storico che permette di rivivere gli eventi cruciali del nostro tempo. Il suo carattere internazionale, le centinaia di migliaia di persone che ogni anno nel mondo visitano la mostra, sono la dimostrazione della capacità che le immagini hanno di trascendere differenze culturali e linguistiche per raggiungere livelli altissimi e immediati di comunicazione. La World Press Photo Foundation, nata nel 1955, è un´istituzione internazionale indipendente per il fotogiornalismo senza fini di lucro. Il World Press Photo gode del sostegno della Lotteria olandese dei Codici postali ed è sponsorizzato in tutto il mondo da Canon e Tnt. Catalogo Contrasto. Scheda Info Mostra World press Photo 2012 Preview stampa Venerdì 27 aprile ore 18 Quando 28 aprile – 20 maggio 2012, chiuso il lunedì Dove Museo di Roma in Trastevere Piazza S. Egidio 1B Orari Martedì-domenica 10.00-20.00 La Biglietteria chiude un’ora prima Biglietti € 6,50 intero, € 5,50 ridotto; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente Enti proponenti Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, in collaborazione con Contrasto e World Press Photo Foundation di Amsterdam Supporto organizzativo e servizi museali Zètema Progetto Cultura Sponsor Sistema Musei Civici Banche tesoriere di Roma Capitale: Bnl Gruppo Bnp Paribas, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena; Acqua Claudia; Finmeccanica; Il Gioco del Lotto; Vodafone Con il contributo tecnico di La Repubblica; Atac Info Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00) www.Museodiromaintrastevere.it  - www.060608.It    
   
   
A PINEROLO LA MOSTRA DELL’ANTIQUARIATO MINORE E DEL COLLEZIONISMO  
 
Domenica 6 maggio, dalle ore 9 alle 19, nel centro storico di Pinerolo, si svolgerà l’edizione primaverile della Mostra mercato dell’antiquariato minore e del collezionismo, organizzata dall’assessorato al Tursimo e Manifestazioni della Città di Pinerolo. E’ prevista la presenza di 220 espositori, che presenteranno i loro pezzi pregiati nel cuore della città della cavalleria. La quota di partecipazione per gli espositori è fissata in 20 euro. Informazioni presso l’ufficio turismo e manifestazioni del Comune, in piazza Vittorio Veneto 1; tel. 0121-361271; mail: manifestazioni@comune.Pinerolo.it  www.Comune.pinerolo.to.it/vivere_turi/manifestazioni/dwd/12_mercatantiquar.pdf    
   
   
A SCENA APERTA: FRANCESCA BARICHELLO; PAOLA CAPETTI; KARMIL CARDONE; DENISE FERRARI; YURI MARI; GIULIO ORGASMO; VALENTINA RIBOLI; VERONICA VESCIO. MILANO, 4 MAGGIO – 18 MAGGIO 2012  
 
 Otto giovani artisti presentano presso gli spazi della galleria Allegra Ravizza Art Project una suggestiva selezione di opere che presentano il costante rapporto esistente tra la figura umana e il mondo che la ospita. Accanto a una natura lasciata incontaminata, oggetto di contemplazione che da sempre ha affascinato l’animo degli artisti, troviamo la mano dell’uomo che, agendo su di essa, la modifica. Una storia di continui cambiamenti, di ripensamenti, mai uguale a se stessa, raccontata tramite il mezzo meccanico della fotografia. L’uomo appare e scompare nella natura, lasciando il suo segno, aprendosi a essa o creando un suo spazio non più accessibile alla contemplazione collettiva; abbandona le quinte ed entra in scena e, senza seguire un copione prestabilito, pone mano all’originaria scenografia che lo accoglie, trasformandola o, semplicemente, ammirandola, entrando in uno stato di estasi. Come attore protagonista o come mera comparsa, l’uomo mette in scena il suo spettacolo che è tuttavia destinato a finire. Il sipario si chiude e le luci si spengono; la natura, con lo scorrere del tempo, lentamente cancella i segni di questo passaggio, nell’incessante e ossessiva ricerca di un ritorno al suo aspetto primario. Francesca Barichello (1979) muove dalla costante necessità di riavvicinare e ricostruire con un punto di vista personale e interiore ciò che vede ed esiste nella realtà esterna. Uno sguardo che ridisegna l’esterno montando e unendo parti o vedute di fotografie differenti in un´unica immagine. Un “gioco” di continuo assemblaggio frutto di decisioni precise, momenti istintivi e casualità. Paola Capetti (1985) ci introduce nel mondo dell’amnesia e della perdita dei ricordi, alcune tra le caratteristiche principali del morbo di Alzheimer. Concentrando l’attenzione sulla memoria a lungo termine, ha fotografato cartoline, lettere tra il ghiaccio. Ha così congelato i ricordi che fanno parte di una storia, trasformandoli in reperti di una memoria fragile. Karmil Cardone (1985) propone paesaggi urbani e naturali abitati da una presenza inquietante che muove l’animo dello spettatore. Così, nella corte del palazzo reale di Parigi, sulla sfondo della piramide di Pei, in un campo popolato da antiche rovine, la musa, in una composizione dell’immagine di sapore retrò, cattura l’attenzione dello spettatore, turbandolo. Denise Ferrari (1986) presenta un viaggio mentale scaturito da un viaggio del tutto fisico, alla scoperta di luoghi del mondo che l’artista fa propri attraverso le immagini di porte chiuse fotografate qua e là. Ogni porta è un pezzo di realtà dove il tempo si è fermato in quell’istante, nascondendo ciò che si cela dietro. Yuri Mari (1987) realizza manufatti che, come pure apparizioni, incoraggiano i sogni. Le sue opere sono incantate, a volte ciniche, altre volte affascinate dai sentimenti. Egli crea risonanze tra gli elementi scelti e seleziona i possibili percorsi, nel tentativo di offrire al visitatore l’occasione di un pensiero, una forma sofistica di semplice piacere. Giulio Orgasmo (1982) fotografa le città in cui viviamo, estremamente familiari eppure totalmente irriconoscibili. Una prospettiva che ci attrae e ci stupisce nel momento in cui, dopo lunga ricerca, scopriamo di che luogo si tratta. Nel suo lavoro emerge un’ossessione per il corpo della città che appare in una materialità lontana. Valentina Riboli (1987) affronta il tema della memoria e dei legami. I soggetti sono immersi nella nebbia a indicare il sentimento di disorientamento dovuto alla mancanza come in una sorta di perdita di punti di riferimento. La nebbia diviene il simbolo di una presenza/assenza in fotografie dall’aspetto vagamente onirico e surreale. Veronica Vescio (1980) attraverso la fotografia, descrive la vita e la sua mutabilità. Nelle sue opere racconta il paesaggio urbano, naturale e umano che ogni giorno rimane aperto, esposto ai nostri occhi. Paesaggi che si aprono davanti a noi, che ci appaiono banali e irrilevanti ma che in realtà nascondono la meraviglia e l’alchimia del mondo. [a scena aperta] - La fotografia è un bene comune. L’immagine in movimento l’ha esonerata dal compito di documentare la realtà, la diffusione di dispositivi a basso costo e massima resa l’ha liberata dagli orpelli tecnicistici e dalle disquisizioni strumentali, nella doppia accezione del termine. Sono decenni ormai che l’uso del mezzo fotografico è entrato nell’armamentario dell’artista, quasi che lo scatto possa sostituire, contaminare, sublimare il lavoro pittorico o plastico. Molti autori oggi usano questo strumento come se fosse un attrezzo consueto nella pratica artistica, alla stregua di un pennello o di una spatola. Il che non significa che non esistano nuove generazioni di fotografi-fotografi, pronti ad avere con la materia l’approccio attento e professionale dei loro predecessori. Questo a dimostrazione della versatilità della scrittura con la luce. Nel carosello dei linguaggi, in un clima di piena serenità, coesistono sia gli artisti-fotografi che i fotografi “puri”. E convivono e convincono anche in questa mostra “A scena aperta”. Il sipario si apre e mostra la doppia realtà identitaria, non sempre facilmente definibile, non sempre identificabile, in un gioco delle parti che la fotografia rende sempre possibile. Quello che unisce gli otto giovani autori di questa rassegna non è la comunione dei linguaggi, fin troppo differenti tra loro, ma è la necessità di ricorrere a un mezzo meccanico/elettronico per raccontare le realtà/irrealtà in cui vivono. Eppure, alcune costanti emergono analizzando i lavori. Ciò che vive all’esterno dei propri confini somatici sono dei non luoghi a procedere, spazi urbani fisicamente inaccessibili. A queste città negate corrisponde una tensione ambientale, la ricerca di un paradiso perduto, frammentato nei ricordi. Emergono a volte particolari, dettagli, schegge di vita. Altre volte lo spazio si dilata fino a investire la natura, ricadendo in un mondo esteriore fatto di luoghi anonimi o di architetture impalpabili. La fotografia è un occhio che guarda all’interno, anche quando l’immagine finale suggerirebbe il contrario. Ogni scatto è rivolto verso se stessi, verso la metropoli che ognuno si porta dentro, naturalmente. E questo a dispetto di un mondo che resta a guardare aspettando il suono di un click.  
   
   
PARLIAMO DI DANTE A SERRAVALLE SCRIVIA  
 
Si conclude venerdì 4, alle 21, il ciclo d’incontri presso la Biblioteca Comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia “E, se volete, parliamo di Dante. Per conoscere il Padre della Lingua Italiana e le sue opere” curato da Benito Ciarlo. La lettura e il commento dell’ultimo Canto del Paradiso sarà accompagnata da un sintetico riepilogo del contenuto del Paradiso, per poi soffermarsi sull’analisi del canto Xxxiii. Raccontandoci la sua visione di Dio, Dante chiede a Dio che gli conceda le parole, per trasferire al mondo almeno una “favilla” della gloria ch’egli vide e perché gli uomini possano comprendere l’immensa realtà umana e divina. Http://www.comune.serravalle-scrivia.al.it/news.php?id=403    
   
   
MENDRISIO (MUSEO D’ARTE): DE PISIS E MONTALE - “LE OCCASIONI” TRA POESIA E PITTURA  
 
In linea di principio non siamo tra coloro che diffidano dei pittori che scrivono o dei letterati che dipingono». Le parole di Eugenio Montale in una recensione sul “Corriere della Sera” nel 1954 per la ristampa del volume di Poesie di Filippo de Pisis (Vallecchi, 1954), rappresentano il punto di partenza per una riflessione sui rapporti tra la pittura di Filippo de Pisis e la poesia di Eugenio Montale o tra la poesia del pittore e la pittura del poeta. I due, coetanei del 1896, si conobbero nel 1920, a Genova, e da allora in poi mantennero rapporti d’amicizia, scandita negli anni da attestazioni di reciproca stima. La mostra, a cura di Paolo Campiglio, in collaborazione con l’Associazione Filippo de Pisis e il Museo d’arte Mendrisio, presenta circa 50 opere di de Pisis, tra olii su tela e chine acquerellate, e circa 40 carte dipinte e incise di Montale, in un percorso che si sviluppa per alcune principali aree tematiche: il paesaggio mediterraneo e il rapporto con gli elementi naturali, la poetica dell’oggetto e la reificazione dell’io, il motivo degli uccelli impagliati o degli animali tragici, il ritratto come presenza evanescente, la città. Gli anni e il clima sono quelli degli Ossi di seppia e delle Occasioni di Montale. Spunto iniziale e perno dell’esposizione è l’opera Il beccaccino (1932) di De Pisis, il quadro regalato a Montale nel 1940 per ringraziare il poeta dell’epigramma a lui dedicato nella prima edizione delle Occasioni (1939) «Alla maniera di Filippo de Pisis nell’inviargli questo libro», dono che testimonia l’affetto e la stima tra il pittore, che aveva esordito come letterato, e il poeta, che coltivava segretamente e poi pubblicamente una passione per la pittura. Emblema di un rapporto giovanile con gli elementi naturali ferraresi sono i fogli dell’Erbario di de Pisis, provenienti dal Museo Botanico dell’Università di Padova, raccolti nel 1917 dal giovane: una selezione che illustra i precoci interessi naturalistici, poi sfociati nella pittura. La mostra presenta anche una serie delle note nature morte marine di de Pisis, composizioni in cui conchiglie e oggetti in primo piano dialogano con ampi orizzonti, ove l’elemento aereo e rarefatto, spesso dominante, pone in rilievo il silenzio che circonda le cose, come pause del verso poetico. Tra le nature morte in interni con gli oggetti più vari (la boccetta di inchiostro, il ventaglio, la scatola di fiammiferi) spiccano opere come Natura morta (1930), Uccelli impagliati (1947) o Il ventaglio cinese (1947), in cui oggetti, elementi grammaticali della composizione, sono proiezioni del’io. Emblematiche dell’ultimo periodo dell’artista sono inoltre alcune opere provenienti dalla Collezione della Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, come La rosa nella bottiglia (1950) ove i soggetti ricorrenti nelle nature morte appaiono quasi “sbiancati” da una luce abbacinante. In dialogo con le opere pittoriche di de Pisis la selezione di opere pittoriche e grafiche di Montale: dai primi paesaggi “dell’anima”, alla serie dedicata all’Upupa, fra documenti e autografi provenienti dal Fondo Montale del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia oltre che da cari amici del poeta, ai quali regalava le sue piccole carte dipinte con – tra l’altro – resti di caffè, rossetto, dentifricio, mozziconi di sigarette…. Il grande poeta italiano cominciò a dipingere con continuità a partire dal 1945 dopo aver appreso i rudimenti dai pittori Raffaele De Grada e Guido Peyron. Dagli olii passò presto alle opere su carte di piccole dimensioni (eseguite con pastelli e “materiali di fortuna”). Definì giocosamente la sua opera pittorica, cui era molto affezionato, «una sintesi tra de Pisis e Morandi», attestato di stima per due artisti di cui possedeva, nel caso di de Pisis, più di un’opera in collezione. Completa la mostra un esaustivo apparato documentario, arricchito da rare edizioni delle prime raccolte liriche del poeta a fianco dei libri di poesie o con illustrazioni di de Pisis. Www.mendrisio.ch/museo -  museo@mendrisio.Ch    
   
   
LA CULTURA DIVENTA SPETTACOLO A CHIASSO: DOMENICA 6 MAGGIO VITTORIO SGARBI PARLA DI CARAVAGGIO  
 
 Una serata-show con il più estroso e imprevedibile storico dell’arte italiano, Vittorio Sgarbi, attende il pubblico di Chiasso domenica 6 maggio alle 20.30. Sgarbi si cimenterà con la pittura del più stravagante e geniale artista del nostro Seicento, Michelangelo Merisi da Caravaggio, proponendo interessanti, impreviste e provocatorie letture dell’opera dell’artista. Docente e critico d’arte, politico, grintoso personaggio televisivo, Vittorio Sgarbi non si fermerà di fronte alle interpretazioni immediate e prevedibili del grande Secentesco. Caravaggio e la sua pittura, oggi molto celebrati ma poco considerati dai contemporanei, sono una vera e propria passione per Sgarbi. Il mito di Caravaggio, artista maledetto e dalla vita vissuta ai limiti - ´una sorta di Dottor Jeckyll e Mr Hyde´, lo definisce Sgarbi - aveva determinato l´oblio per le sue opere, riscoperte in tutta la loro modernità e bellezza solo dalla seconda metà del ´900. "Caravaggio è un pittore straordinariamente contemporaneo – spiega Vittorio Sgarbi – si può dire che, in pittura, è stato l´inventore della fotografia. Con la sua arte non si limita a riprodurre la realtà ma la fissa sulla tela nei momenti decisivi. Caravaggio dipinge e coglie l´attimo". Il critico d´arte proporrà una lunga carrellata di immagini delle pitture di Michelangelo Merisi, tutte raccontate e spiegate nei minimi dettagli: dal taglio della luce, ai gesti fissati dei personaggi, ai particolari dei colori e dei motivi ricorrenti. Vedremo scorrere sul megaschermo il Bacchino malato e il Fanciullo con canestro di frutta, e poi il Ragazzo morso da un ramarro. Sarà affascinante ascoltare il racconto dei retroscena che portano a dipingere la Maddalena penitente, o ammirare in tutto il suo crudo realismo il quadro Giuditta e Oloferne.