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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Giugno 2012
UE, RIFORMA DELLA PAC: I DEPUTATI NAZIONALI VOGLIONO BILANCIO EQUO, MENO BUROCRAZIA E FLESSIBILE GREENING  
 
 La nuova politica agricola dell´Ue deve avere un budget decente per prevedere pratiche agricole sane in grado di offrire una fornitura sicura di cibo di alta qualità a tutti i cittadini dell´Unione europea, parlamentari nazionali e deputati della commissione Agricoltura del Parlamento europeo concordato a Bruxelles il Lunedi. "Questo incontro interparlamentare è una grande opportunità per il Parlamento europeo ei parlamentari nazionali di condividere le loro opinioni sulla riforma della politica agricola dell´Ue. Ciò contribuirà a sua legittimità democratica", ha detto Agricoltura, presidente della commissione Paolo de Castro (S & D, It), sottolineando che "il Parlamento europeo è ora su un piede di parità con il Consiglio" per decidere la forma finale della nuova politica agricola comune (Pac). "La Pac si trova ad affrontare sfide senza precedenti oggi", ha detto de Castro, riferendosi alla sicurezza alimentare, la volatilità dei prezzi e il cambiamento climatico. "La pressione sulle nostre risorse non è mai stata così alta. Abbiamo bisogno di rendere la Pac più verde e più efficiente e potenziare il sostegno allo sviluppo rurale in modo da raggiungere un equilibrio territoriale in tutta l´Ue", ha aggiunto. Tagliare la burocrazia - Molti parlamentari nazionali accolto con favore le proposte di riforma fatte da relatori del Pe 18 e 19 giugno, ma ha invitato i deputati a fare di più per tagliare la burocrazia superflua e semplificare le norme vigenti per gli agricoltori, non ultimo, garantendo che il denaro dell´Ue va a coloro che sono "operare attivamente aziende agricole "e non" campi da golf ". "Ci deve essere una parità di condizioni per tutti gli agricoltori europei e per questo abbiamo bisogno di regole semplici e meno burocratica", ha detto De Castro, sottolineando che "né il Parlamento europeo né la sua commissione per l´agricoltura adotterà una posizione finale prima l´accordo sul quadro finanziario pluriennale dell´Ue è stata raggiunta. " Flessibile greening - "Siamo di fronte a molte sfide di oggi ma queste sono anche le opportunità. Abbiamo gli strumenti a nostra disposizione per reagire ... E dobbiamo rendere possibile per i nostri agricoltori di utilizzare questi strumenti" per proteggere l´ambiente e rendere l´agricoltura europea sostenibile per il futuro, ha detto René Christensen, presidente del Food danese Parlamento, dell´agricoltura e della pesca Comitato e co-presidente della riunione interparlamentare. Misure più verdi sono necessarie, ma devono rispettare specifiche situazioni nei vari Stati membri e le regioni e il Parlamento europeo dovrebbe andare ancora di più per renderle più flessibili, molti parlamentari detto. Fine "flagrante ingiustizia" - Per rafforzare la competitività dell´agricoltura europea e creare un vero mercato comune all´interno dell´Ue, i pagamenti diretti devono essere equamente distribuiti in tutta l´Ue, ha sostenuto numerosi parlamentari nazionali, in particolare quelle dei nuovi Stati membri. Hanno esortato i deputati a porre fine alle "flagrante ingiustizia", ​​alcuni chiamata per ogni Stato membro riceve almeno l´80% del pagamento media Ue, e altri che richiedono sia l´uguaglianza dei pagamenti diretti o la cessazione del sistema di per sé.  
   
   
RELAZIONE SPECIALE DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA: IL SISTEMA DI CONTROLLO DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA  
 
 Lussemburgo - Il controllo di gestione della Corte dei conti si è focalizzato sull´efficacia del sistema di vigilanza per la produzione biologica e su come le varie istituzioni coinvolte (Commissione Ue e autorità competenti, organismi di accreditamento e organismi di controllo degli Stati membri) abbiano svolto il loro ruolo in relazione sia al sistema di controllo all´interno dell´Ue, che alla gestione dei regimi d´importazione attualmente in funzione. Secondo la Commissione, i consumatori dell’Ue dovrebbero essere certi che le mele biologiche o la carne bovina biologica che acquistano presso il supermercato locale siano stati prodotti nel rispetto di norme rigorose. Il sistema di controllo per i prodotti biologici, come definito dai regolamenti Ue, mira a garantire che i processi di produzione siano conformi ai principi “biologici”. Per i prodotti biologici originari dell’Ue, gli Stati membri sono tenuti ad instaurare un sistema di verifiche. Gli organismi di controllo, che svolgono queste verifiche a livello dei singoli operatori (produttori, trasformatori e importatori), sono fondamentali nell’ambito di tale sistema. I prodotti di paesi terzi possono essere considerati “biologici” se le norme di produzione e il sistema di controllo ad essi applicati sono considerati equivalenti a quelli vigenti nell’Ue. La Corte ritiene che occorra rimediare alle debolezze evidenziate dall´audit, al fine di fornire garanzie sufficienti sull’efficace funzionamento del sistema e non rischiare di minare la fiducia del consumatore. La relazione speciale n. 9/2012 della Corte giunge alla conclusione che alcune autorità competenti negli Stati membri non svolgono in modo sufficiente il proprio ruolo di vigilanza sugli organismi di controllo. Emerge che alcuni organismi di controllo non hanno soddisfatto i requisiti stabiliti dall’Ue e non hanno colto l´opportunità di attuare alcune buone pratiche. La Commissione non ha svolto audit sui sistemi di controllo degli Stati membri tra il 2001 e il presente audit della Corte. Inoltre, le autorità competenti negli Stati membri hanno difficoltà ad assicurare la tracciabilità dei prodotti biologici all´interno del territorio sul quale hanno autorità e tale tracciabilità è ancora più difficile per i prodotti che hanno varcato le frontiere. Per i prodotti biologici importati, sono emerse debolezze anche nei sistemi che disciplinano i diversi regimi d’importazione. Queste ed altre conclusioni sono illustrate diffusamente nella relazione speciale. Viene poi formulata una serie di raccomandazioni per porre rimedio alle debolezze riscontrate durante l’audit della Corte. Le autorità competenti dovrebbero rafforzare il loro ruolo di vigilanza sugli organismi di controllo; lo scambio di informazioni all´interno degli Stati membri, tra Stati membri e Commissione, e tra Stati membri dovrebbe essere migliorato; i controlli dovrebbero essere rafforzati per garantire che gli operatori (produttori, trasformatori e importatori) soddisfino i requisiti normativi sulla tracciabilità; la Commissione dovrebbe rafforzare il monitoraggio sui sistemi di controllo degli Stati membri, effettuando visite di audit e raccogliendo e utilizzando al meglio le informazioni e i dati necessari; per le importazioni, la Commissione dovrebbe garantire che tutti i paesi riconosciuti come equivalenti per la produzione biologica, e inclusi nel relativo elenco, siano sottoposti ad adeguata vigilanza. Nelle risposte, la Commissione si dice nel complesso d’accordo con le raccomandazioni della Corte e mostra l’intenzione di seguirle, anche per quanto riguarda gli audit specifici sui sistemi di controllo per la produzione biologica dell´Ufficio alimentare e veterinario (Fvo) dal 2012 in poi.  
   
   
RICERCATORI CHIARISCONO IL MISTERO DELL´ADDOMESTICAMENTO DEI CAVALLI  
 
Ricercatori in Georgia e Russia hanno fatto luce sulla storia del cavallo domestico, mettendo finalmente insieme i pezzi di un puzzle che ha lasciato perplessi gli scienziati per anni. Hanno scoperto che i cavalli domestici sono originari delle steppe della moderna Ucraina, Russia sud-occidentale e Kazakistan. Hanno anche scoperto che i cavalli domestici si sono mescolati a quelli selvatici quando si sono sparsi in Europa e Asia. La loro ricerca, pubblicata sulla rivista Pnas, smentisce le ipotesi di addomesticamento multiplo in una vasta zona della Terra. Gli scienziati si sono sempre chiesti come i cavalli siano diventati domestici. Anche se le prove archeologiche hanno costretto molti a propendere verso la teoria secondo la quale l´addomesticamento dei cavalli abbia avuto origine nella parte occidentale della Steppa euroasiatica, altri pensavano che una singola origine in una zona geograficamente limitata era in contrasto con l´ampio numero di stirpi femminili nel pool genico del cavallo domestico. Coordinati dall´Università di Cambridge nel Regno Unito, ricercatori provenienti da Georgia, Kazakistan, Russia e Stati Uniti hanno usato un database genetico con un campione di oltre 300 cavalli della steppa euroasiatica per creare modelli di varie situazioni. I dati indicano che l´antenato selvatico estinto del cavallo domestico, Equus ferus, si è diffuso al di là dell´Asia orientale circa 160.000 anni fa ed è stato addomesticato nella steppa eurasiatica occidentale. I risultati indicano anche che le mandrie furono ripetutamente ripopolate con cavalli selvaggi man mano che avanzavano attraverso l´Eurasia. "La nostra ricerca dimostra chiaramente che la popolazione originale che ha dato origine al cavallo domestico era stanziata nella steppa eurasiatica, una zona dove sono state trovate le più antiche prove dell´addomesticamento dei cavalli," ha detto la dott.Ssa Vera Warmuth del Dipartimento di zoologia dell´Università di Cambridge. "La diffusione dell´addomesticamento degli animali è stata diversa da quella di molte altre specie di animali domestici, nel senso che le mandrie sono state accresciute con cavalli selvatici locali in una scala senza precedenti. Se questi episodi di reintegrazione coinvolgevano principalmente giumente selvatiche, possiamo spiegare il gran numero di stirpi femminili nel pool genico del cavallo domestico senza dover ricorrere a origini multiple dell´addomesticamento." Grazie al loro studio, i ricercatori offrono la prima prova genetica al mondo di un´origine dell´addomesticamento geograficamente limitata nella steppa euroasiatica, confermando quello che i ritrovamenti archeologici suggeriscono da tempo. Questi risultati confermano inoltre che la diversità femminile è stata provocata da una successiva introduzione di giumente locali selvagge nelle mandrie domestiche. Gli autori scrivono: "Lo scenario che ci sembra più appropriato suggerisce che l´addomesticamento dei cavalli ha avuto origine nella parte occidentale della steppa euroasiatica e che le mandrie domestiche furono ripetutamente ripopolate con cavalli locali selvaggi man mano che si diffondevano da questa zona. Dimostrando che l´addomesticamento del cavallo ebbe inizio nella steppa euroasiatica occidentale e che la diffusione delle mandrie domestiche nell´Eurasia comportò una massiccia introgressione di animali selvaggi, l´ipotesi di addomesticamento del cavallo che viene qui proposta mette insieme prove provenienti dall´archeologia, dall´acido deossiribonucleico (Dna) mitocondriale e dal Dna cromosomico Y." Per maggiori informazioni, visitare: Università di Cambridge: http://www.Cam.ac.uk/  Pnas: http://www.Pnas.org/    
   
   
TORINO: NASCE LA SCUOLA ITALIANA DI QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE  
 
Sicurezza dei cibi e loro qualità, trasparenza della filiera e informazione al consumatore sono oggi temi cui l’opinione pubblica, ma anche le istituzioni europee rivolgono sempre maggiore attenzione. In questo quadro nasce nel torinese, presso il Museo del Gusto di Frossasco, la Scuola Italiana di Qualità e Sicurezza Alimentare. La Scuola ha come obiettivo quello di fornire un’informazione mirata ed efficace all’interno del comparto agroalimentare e si rivolge ad aziende e operatori del settore inteso nelle sue più ampie accezioni: dalla produzione alla distribuzione, dalla consulenza alla pubblica amministrazione. Le attività di formazione saranno indirizzate anche ad un pubblico più vasto per diffondere una migliore cultura del cibo e della qualità degli alimenti. Guido Bolatto, Segretario generale della Camera di Commercio di Torino, Franco Cuccolo, Presidente del Museo del Gusto di Frossasco e Giorgio Gilli, Professore di igiene alimentare all’Università degli Studi di Torino presentano il progetto alla stampa domani 27 giugno alle ore 11 presso la Sala Giunta di Palazzo Birago.  
   
   
AGRICOLTURA: SICILIA, PER ALCUNI COMUNI ENERGIA E´ CORRIDOIO FRANCO  
 
 Palermo - "Le campagne non sono terra di nessuno, gran parte dei comuni siciliani hanno autorizzato l´installazione di impianti energetici con criteri fatti ´in house´, soprattutto nel fotovoltaico, disattendo molto spesso le prescrizioni obbligatorie di legalita´ e compatibilita´ ambientale. A cominciare dalle barriere verdi previste dal Piano energetico e non realizzate. Alcuni comuni hanno omesso verifiche e controlli sulla loro reale creazione". Esordisce cosi´ l´assessore regionale alle Risorse agricole, Francesco Aiello, al vertice interdipartimentale convocato dopo una ricognizione dello stato di salute di tutti gli impianti di energia alternativa medi e grandi, realizzati o in corso di realizzazione nelle aree rurali di tutto il territorio. "Ci sono comuni che hanno omesso anche di disporre - aggiunge Aiello - cosi´ come stabilisce il Piano, la contrazione di fidejussioni delle ditte esecutrici dei lavori per la dismissione degli impianti in una qualunque evenienza, a tutela dei territori. Una grave violazione". "Cio´ che serve e´ una governance forte - sottolinea l´assessore - che detti una disciplina ai comuni chiara e controlli il rispetto delle norme di riferimento. Bisogna stabilire regole urgenti per le cattive pratiche di quegli amministratori che hanno utilizzato il settore energetico come un vero corridoio franco. Lasciando che le opere di compensazione pubblica fossero realizzate in un rapporto privatistico tra le stesse imprese. Sempre, con accordo tra le imprese, sono state eseguite anche quelle opere che dovevano essere realizzate con gara pubblica e con i proventi della compensazione finanziaria. Proventi che sono stati invece versati direttamente nelle casse delle imprese, senza alcuna mediazione, azzerando, cosa gravissima, eventuali risparmi che potevano derivare dal ribasso d´asta di una gara". "Risultano estremamente carenti, in molti casi, anche i controlli relativi all´esecuzione delle opere complementari di tutela ambientale e paesaggistica - denuncia Aiello - che, secondo quanto prevede il Piano di sviluppo rurale 2007/2013, devono accompagnare la realizzazione degli impianti fotovoltaici, medi e grandi. Facendo i conti, su scala regionale, potrebbero essere centinaia i milioni di euro ´risparmiati´ dalle ditte autorizzate alla costruzione degli impianti". "Il problema - conclude - nasce dal fatto che solo alcuni comuni hanno regolamentato le procedure secondo le esigenze e le particolarita´ di ciascun territorio. In molti casi, le giunte municipali hanno esorbitato e sottratto ai consigli comunali la competenza della regolamentazione, aprendo cosi´ il varco al diffondersi di pratiche incoerenti e a volte illegali. Per questo, ho proposto ai dirigenti dei dipartimenti coinvolti, l´obbligo di una disciplina forte dei consigli comunali, in direzione dell´autogoverno dei territori, istituzionalmente corretto". All´incontro, presieduto dall´assessore, nello spirito di collaborazione, hanno partecipato i tre dirigenti generali dei dipartimenti interessati: Gianluca Galati, Rosaria Barresi e Dario Cartabellotta, rispettivamente all´Energia, agli Interventi strutturali e Infrastrutturali in agricoltura, e Francesca Marceno´, responsabile del Piano energetico regionale.  
   
   
SALVARE LA CENTRALE DEL LATTE DI GENOVA. SUBITO CONVOCAZIONE DELL´AZIENDA  
 
Genova. "La chiusura della Centrale del Latte di Genova è una scelta sbagliata e inopportuna da respingere con ogni mezzo a disposizione, per le conseguenze occupazionali dirette e per le ripercussioni sull´intero settore zootecnico genovese e sulle aziende locali dell´intera filiera lattiero - casearia ligure. Cercheremo con ogni mezzo di evitarla e nei prossimi giorni convocheremo l´azienda per cercare soluzioni". Gli assessori regionali al lavoro e allo sviluppo economico, Enrico Vesco e Renzo Guccinelli intervengono a favore dei lavoratori della Centrale del latte di Genova, dopo la mobilitazione causata dall´ipotesi di piano industriale presentata da Parmalat e Lactalis Usa che prevede la chiusura degli stabilimenti di Genova, Pavia e Como. "Le istituzioni locali devono difendere - aggiungono Vesco e Guccinelli - il proprio tessuto economico e lavorativo e pertanto la Giunta regionale è pronta a collaborare fin d´ora con i sindacati e con il Comune di Genova per scongiurare il rischio chiusura di uno stabilimento che funziona in modo efficiente e che a Genova rappresenta una storica realtà produttiva e il futuro occupazionale di molti lavoratori".  
   
   
POSITIVA CONCLUSIONE DELLA RIUNIONE DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA PSR CALABRIA 2007/2013  
 
A conclusione della seduta plenaria del Comitato di sorveglianza del Programma di Sviluppo Rurale, svoltosi il 22 giugno nell’aula Giuditta Levato del Consiglio Regionale, l’Assessore regionale all’Agricoltura e Forestazione Michele Trematerra ha incontrato i giornalisti per fare il punto della situazione relativo ai lavori della riunione. Insieme all’Assessore Trematerra erano presenti il Dg del Dipartimento Giuseppe Zimbalatti ed il Dirigente che si occupa del Psr Alessandro Zanfino. “Il Comitato di sorveglianza – ha dichiarato l’Assessore regionale Michele Trematerra - serve a verificare lo stato di attuazione del Piano di Sviluppo Rurale in Calabria e valutare con tutti gli attori coinvolti se ci sono modifiche da apportare. Sia in termini quantitativi che qualitativi la Calabria ha offerto una performance positiva. Facendo un raffronto con le altre Regioni obiettivo convergenza – ha aggiunto l’Assessore Trematerra - la Calabria, infatti, è al primo posto per la spesa effettuata con un 36,6%. Un dato che ci colloca, altresì, in linea con le altre regioni d’Italia. Abbiamo correttamente speso le risorse comunitarie e registriamo un netto miglioramento delle procedure che abbiamo voluto attivare per rendere più efficace e più qualificante la spesa dei fondi. Siamo molto soddisfatti per questi risultati perché, di fatto, la Calabria sta proseguendo il proprio cammino attuando il Piano di Sviluppo Rurale che è uno strumento importantissimo e molto articolato, con riflessi in ogni settore del mondo agricolo e della ruralità. Basti pensare che il Dipartimento Agricoltura ha investito 13 milioni di euro sulla banda larga ritenendo che le aziende per essere realmente competitive debbano essere al passo con le nuove tecnologie. Siamo stati in grado di trasferire al mondo rurale della regione nel 2011 qualcosa come 435 milioni di euro. Sono soddisfatto dell’andamento delle performance che abbiamo ottenuto – ha concluso l’Assessore Trematera - anche grazie alla struttura dirigenziale, all’autorità di gestione e ad Arcea”. Nel corso della conferenza stampa, è intervenuto inoltre, il Dg del Dipartimento Agricoltura e Forestazione Giuseppe Zimbalatti che ha evidenziato l’approvazione unanime della Rae (relazione annuale di esecuzione) per il 2011, comprese tutte le modifiche che sono emerse dagli incontri partenariali e dalla riunione tecnica che ha preceduto il Comitato di Sorveglianza. Un atto che certifica, quindi, il raggiungimento degli obiettivi del 2011.  
   
   
IL FESTIVAL VINI ROSATI "BIANCO ROSSO E ROSÈ"  
 
A Siena il primo Festival del vino Rosato Per il Palio (30 giugno - 3 luglio): degustazioni, abbinamenti, momenti di approfondimento, Mostra mercato tutto dedicato all’eccellenze in Rosa. E dopo al Festival del Cinema di Venezia (29 agosto – 8 settembre) Iniziative, degustazioni e percorsi enogastronomici per assaporare i buoni e pregiati vini rosati. Tutto questo è Bianco Rosso e Rosè’, il primo festival dedicato alle eccellenze in rosa, che animerà prima Siena e poi Venezia. Le eccellenze sono state selezionate durante il I° concorso nazionale dei Vini Rosati, tenutosi a Bari in Puglia ad aprile. L’evento che nasce da un’idea della Regione Puglia e dall’Accademia Nazionale della Vite e del Vino, promosso dalla Regione Puglia -Assessorato Risorse Agroalimentai in collaborazione con l’ Enoteca Italiana, è stato presentato oggi 26 giugno a Bari. Ad illustrare il ricco programma, Dario Stefàno, Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e Fabio Carlesi, Segretario generale di Enoteca Italiana di Siena. Due le tappe previste per Bianco Rosso e Rosè che si apriranno proprio durante lo svolgimento di due delle manifestazioni più importanti a livello internazionale: la prima a Siena nella sede di Enoteca Italiana durante il Palio (30 giugno- 3 luglio) l’evento turistico che attira ogni anno milioni di turisti e, la seconda, a Venezia (29 agosto – 8 settembre) in occasione del Festival del Cinema. Degustazioni, abbinamenti, momenti di approfondimento, Mostra mercato tutto dedicato ai vini in Rosa. Dichiarazione Dario Stefàno - Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia “ Abbiano scelto il rosato, in una Puglia che mostra segnali positivi nell’enogastronomico anche nell’export, quale ambasciatore per i nuovi mercati. Ma non solo, il nostro rosato rappresenta il biglietto da visita per le nuove generazioni, per quanti per età o per collocazione geografica, non sono ancora pronti per il gusto più strutturato dei nostri rossi. Una scelta appropriata se è vero che la Puglia produce il 40% dei rosati italiani e che il primo semestre dell’anno, pur in una fase delicata per l’economia italiana ci dà per questo gioiello valori positivi” “E’ giusto continuare a tenere alta bandiera enoica di un vino italiano importante che sta prendendo la strada giusta, tanto che la produzione è salita del 13% negli ultimi 8 anni. - afferma Fabio Carlesi, Segretario generale di Enoteca Italiana - Dalla loro terra per eccellenza la Puglia, i rosati continuano ad essere festeggiati presso il nostro ente, il tempio del vino italiano, dal 1933. Enoteca Italiana in un periodo che presenta qualche difficoltà per il made in Italy in generale, si propone oggi più che mai di assolvere quei compiti di sostegno e valorizzazione del mondo vitivinicolo che da sempre fanno parte della mission del nostro ente, sostenendo le collaborazioni, creando e promuovendo eventi per rafforzare i mercati sia interni che esteri, tutto per diffondere la cultura del vino. Proprio iniziative come queste servono a sostenere il prodotto e le aziende in questa difficile congiuntura internazionale”. Ricco il programma previsto a Siena. Dal 30 giugno al 3 luglio, Enoteca Italiana organizzerà ben due degustazioni guidate al giorno gratuite, una in italiano e l’altra in inglese. Momento dedicato al sapere ed ai sapori della Puglia sarà sabato 30 giugno. Durante tutta la giornata i visitatori potranno coniugare il piacere della degustazione dei migliori rosati a quello dell’assaggio dei prodotti tipici, espressione dell’offerta gastronomica pugliese. Una vera e propria Mostra Mercato di prodotti tipici della Puglia dove sarà possibile acquistare i prodotti della terra Apulia, ma soprattutto creando un rapporto diretto per ricevere le giuste informazioni unicamente dal produttore. Questi alcuni dei prodotti che troveranno i visitatori: Olio Exravergine d’oliva, Confetture, Marmellate, Focaccia Barese, Tarallini, Pane, Legumi, Mozzarelle, Caciocavallo, Giuncata, Nodini, Burrata, Capocollo, Salumi, Olive di Cerignola, Pasta fresca, e terminare con Biscotti, Pasta di mandorle, Cartellate e tanto altro ancora. Durante la giornata del Palio (2 luglio), che ogni anno richiama migliaia di turisti. Da tutto il mondo, Enoteca Italiana, con il suo ristorante Millevini, ha in programma un pranzo degustazione con le eccellenze Rosè e, per finire, il 3 luglio Happy Hour Vintage con vini selezionati “Just Rosè” abbinati ai prodotti del territorio e *bleep*tail a base di vino rosè. Dopo Siena il primo festival Bianco Rosso e Rosè è pronto a sbarcare a Venezia (29 agosto – 8 settembre) in occasione del Festival del Cinema di Venezia per momenti di degustazioni e di abbinamento, dove anche qui, i veri protagonisti saranno proprio i vini in Rosa. Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 080 5538860 o mandare una email a info@concorsorosatiditalia.It    
   
   
72^ FIERA INTERNAZIONALE DELLA PESCA – POLITICA COMUNE E SUO IMPATTO NEL MEDITERRANEO  
 
“Sin dalla prossima edizione di questo importante appuntamento, organizzeremo un evento integrato in cui la pesca sia collegata alla nautica, all’artigianato e alle eccellenze che il territorio sa esprimere. L’approccio al settore ittico deve essere innovato e coniugato alla sostenibilità, in una cornice adriatico mediterranea. Ancona, sede del Segretariato Adriatico Ionico, e tutte le Marche, giocano un ruolo determinante nella costruzione della macro regione adriatica, per riequilibrare verso il Mediterraneo le azioni dell’Europa, spesso troppo concentrate sul versante atlantico baltico. Da questo punto di vista una possibile conferenza nazionale da tenere qui a novembre, aiuterebbe a mantenere alta l’attenzione su un settore importante per l’identità, per l’ambiente e per la crescita economica”. Così il 22 giugno Sara Giannini, assessore regionale alla Pesca, portando il suo saluto al convegno dedicato alla riforma della Politica europea di settore, organizzato nell’ambito della Fiera internazionale di Ancona. “Tra il 2000 e il 2010 – ha proseguito – nel comparto c’è stato un calo del 38,3 per cento dei lavoratori addetti, del 28,1 nel numero di imbarcazioni, del 48,8 delle catture. Questi sono i dati, occorre quindi un ripensamento complessivo nell’approccio e nell’uso delle risorse sia nazionali che europee. Siamo in un contesto di crisi generalizzata e di riduzione degli stock ittici, occorre fronteggiare questa situazione. La proposta di Commissione e Consiglio europei per la nuova programmazione della pesca ci preoccupa. Non possiamo permetterci una drastica riduzione degli aiuti, sperando che il settore si traghetti da solo verso l’innovazione. Paesi come l’Italia, ma anche la Spagna e la Francia, hanno tradizioni di piccola pesca a differenza di altri paesi, di questo occorre tener conto. Per questo siamo preoccupati sui versanti dei contributi alla flotta, del mancato sostegno ai piani di gestione delle risorse ittiche, del blocco delle risorse alla diversificazione. Ci preoccupa la difficoltà burocratica legata alle nuove procedure e siamo fortemente contrari alla trasferibilità delle licenze, che rischia di far sostituire l’imprenditorialità diffusa, con le grandi società di capitali. L’europa non è matrigna, siamo noi che tutti assieme dobbiamo rappresentare meglio le nostre specificità nella costruzione delle norme europee. Al pari delle altre attività produttive, anche la pesca necessita di risorse per ricambio generazionale, innovazione, sostenibilità”  
   
   
CONSORZI BONIFICA, DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA 900 MILA EURO PER IL 2012  
 
Bologna - Ammontano a 900 mila euro le risorse stanziate dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, per finanziare nel 2012 gli interventi di manutenzione straordinaria delle opere pubbliche di bonifica, in particolare di quelle collocate sui corsi d’acqua minori e lunga la viabilità ancora in gestione ai Consorzi. Tutti gli interventi ricadono integralmente nelle aree montane, zone caratterizzate da una notevole fragilità sotto l’aspetto geologico e che richiedono pertanto una particolare attenzione dal punto di vista della difesa del suolo e della tutela delle aree agricole.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: APPROVAZIONE "PACCHETTO QUALITÀ"  
 
Bologna – Di seguito la dichiarazione di Rabboni su approvazione "pacchetto qualità" “Si tratta di un risultato molto importante a tutela delle produzioni di qualità europee: prodotti Dop, Igp, tipici e tradizionali che rappresentano non solo una significativa voce economica per l’agricoltura di tanti paesi Ue, ma che costituiscono anche un patrimonio unico da un punto di vista culturale, storico e ambientale. Tutelando questi prodotti tuteliamo anche il meglio della nostra agricoltura, difendiamo i nostri territori e le nostre tradizioni agricole." Così il 22 giugno Tiberio Rabboni, assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-romagna e presidente di Arepo, l’associazione che riunisce le Regioni europee dei prodotti a denominazione d’origine, commenta l’approvazione del “pacchetto qualità” da parte del Parlamento, della Commissione e del Consiglio europeo. Tra i punti più qualificanti del pacchetto, secondo Rabboni “il rafforzamento degli strumenti per combattere la piaga della pirateria agroalimentare, la possibilità di prevedere nell’etichetta dei prodotti Dop e Igp marchi d’area a riconoscimento del territorio d’origine e il via libera all’introduzione facoltativa della dicitura ‘prodotto di montagna’ che permetterà di valorizzare i prodotti di alcune delle aree più svantaggiate d’Europa”. “Su questi temi Arepo si è lungamente impegnata – ha concluso Rabboni - ma oggi il mio ringraziamento va in particolare al Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo De Castro, che ha avuto un ruolo determinante nel non facile cammino del pacchetto qualità. Resta il rammarico per lo stralcio e l’inserimento nella discussione generale della Pac della richiesta di regolamentazione dei volumi produttivi dei prodotti a qualità certificata, al pari di quello che è già previsto per il lattiero-caseario. Ora l’impegno di noi tutti dovrà concentrarsi su quest’altro importante obiettivo e più in generale sull’insieme degli strumenti di supporto alle produzioni di qualità della futura Pac”  
   
   
"ESPERIENZE E PROSPETTIVE DI GESTIONE DEL CONFLITTO TRA PREDATORI PROTETTI E ZOOTECNIA IN TOSCANA"  
 
Il conflitto tra predatori protetti e zootecnia è un problema serio che da alcuni anni sta creando difficoltà al comparto zootecnico, in particolare al settore ovino, di molte zone rurali della regione toscana. L´espansione della specie in molte aree collinari e vallive ha infatti acuito il problema che fino ad alcuni anni fa riguardava principalmente le zone appenniniche e alcune zone delle province di Siena e Grosseto. Per fare il punto sull´applicazione della normativa regionale di riferimento (Lr 26/2005), delle prospettive gestionali, e per valutare le più significative esperienze locali e nazionali di riferimento, l´Amministrazione provinciale di Firenze (Assessorato all´Agricoltura) insieme all´Associazione Regionale Allevatori e alla Regione Toscana, ha organizzato per il 27 giugno pv presso la Sala Fabiani del Palazzo Medici Riccardi (Via Cavour 1, Firenze) il workshop dal titolo "Esperienze e prospettive di gestione del conflitto tra predatori protetti e zootecnia in Toscana". L´incontro è indirizzato ad amministratori, funzionari, tecnici e operatori zootecnici e costituisce un importante momento di riflessione sulla situazione in Toscana e sul quadro normativo di riferimento.  
   
   
AGRICOLTURA:PRONTA LEGGE SU TUTELA, E VALORIZZAZIONE TARTUFI DOPO 24 ANNI SI ASPETTAVA UN RIORDINO DEL SETTORE  
 
Pescara - Si potranno raccogliere e commercializzare per il consumo nove forme diverse di tartufo, appartenenti a sette specie distinte mentre si assicura una maggiore flessibilità attraverso la chiusura di parte del territorio regionale alla raccolta, la variazione del calendario e delle quantità di raccolta giornaliere per esigenze legate alla tutela e all´incremento del patrimonio tartuficolo. Sono queste alcune tra le più rilevanti novità introdotte con la nuova Legge per la tutela, la valorizzazione e la commercializzazione del tartufo in Abruzzo, a 24 anni di distanza dall´ultimo provvedimento regionale risalente al 1988. Se ne è discusso in un convegno a Quadri, alla presenza dell´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo. Un altro importante aspetto innovativo della nuova legge è rappresentato dall´identificazione delle "Zone geografiche di raccolta e produzione", possibile perché la Regione Abruzzo dispone della "Cartografia delle aree vocate". Inoltre, la Giunta Regionale ha la possibilità di promuovere l´istituzione di un marchio di qualità del tartufo abruzzese e sostenere tutte le iniziative orientate alla promozione del prodotto: ricerca, sperimentazione, tutela, percorsi gastronomici dedicati. La tecnica di raccolta rimane pressoché invariata, viene eliminato l´uso dello zappetto, rimane solo l´uso del vanghello mentre la validità del tesserino passa da 6 a 10 anni. Da segnalare una variazione importante rispetto alle norme in vigore relativamente alla tassa di concessione regionale che, a fronte dell´aumento previsto, destina il 50 per cento delle entrate ad attività inerenti la ricerca, sperimentazione, tutela e valorizzazione del tartufo istituendo, a tal proposito, uno specifico capitolo di spesa. "Era giusto e necessario intervenire per adeguare il quadro normativo regionale ai mutati scenari di questo settore che è sempre più in evoluzione", ha spiegato l´assessore Febbo nel corso del suo intervento. Al convegno hanno preso parte il sindaco di Quadri, Saverio Calabrese, l´esperto fiscale, Maurizio Bucci, il vicecomandante regionale del Corpo Forestale, Giorgio Morelli, il comandante provinciale di Chieti, Livia Mattei, e i due tecnici della Regione Abruzzo, Franco La Civita, e Gabriele De Laurentiis che hanno lavorato alla stesura del testo. Tra gli intervenuti anche molti sindaci dei paesi limitrofi e naturalmente le rappresentanze di tutti gli attori coinvolti nel settore dei tartufi: produttori, raccoglitori, commercianti, trasformatori e ristoratori. "E´ nato un confronto costruttivo ? sottolinea Febbo ? nel corso del quale abbiamo illustrato il testo della Legge presentata in Consiglio regionale e che tra 10/15 giorni sarà discussa in Commissione. Nel corso del dibattito sono emersi numerosi interventi di condivisione e plauso in merito al testo, atteso da molto tempo, e sono arrivati anche dei suggerimenti per piccole modifiche, come quelle relative agli orari, che solo al vaglio degli uffici competenti. Il confronto è stato utile anche per discutere degli aspetti fiscali in merito ai quali ritengo necessario intervenire a livello nazionale introducendo un regime agevolato ed un abbassamento dell´Iva al 4 per cento. Proposte che sono state ampiamente condivise da parte da tutti gli attori intervenuti. Ci tengo ad evidenziare come il mondo dei tartufi abbia accolto con grande favore questa nuova Legge che era diventata assolutamente necessaria ed urgente per un settore che è doveroso tutelare e valorizzare". Un mondo in continua evoluzione che riveste un ruolo sempre più importante nell´ambito delle produzioni tipiche regionali e che può vantare dati estremamente significativi: 6.000 cercatori autorizzati e paganti il tesserino per la raccolta, 36 aziende che ogni anno producono e lavorano 210 quintali di questo particolare e pregiato fungo (seconda regione dietro l´Umbria), 3 vivai per la coltivazione (di cui 1 pubblico) mentre sono 6 le associazioni riconosciute sul territorio abruzzese. "Tutti i soggetti coinvolti nella filiera del tartufo in Abruzzo ? conclude Febbo - sollecitavano, da anni, una nuova legge di riordino del settore, alla luce delle nuove esigenze derivanti da una diversa collocazione della Regione che negli ultimi anni si è ricavata un ruolo di primo piano a livello nazionale. Questa proposta, predisposta dagli organi tecnici del competente Servizio della Direzione Agricoltura nel rispetto dell´attuale quadro normativo della Legge 752/85, nasce con il duplice scopo di tutelare e preservare il patrimonio tartufigeno della regione e al tempo stesso valorizzare la produzione locale, ancora troppo spesso venduta, in modo anonimo, sui mercati di regioni più conosciute. L´incontro di Quadri rappresenta un ulteriore momento di confronto visto che gli operatori del settore sono stati coinvolti a vario titolo nel corso della stesura dell´articolato ad iniziare dagli organi delegati al controllo unitamente alle associazioni dei tartufai e dei tartuficoltori".  
   
   
FONDI A SOSTEGNO DEGLI APICOLTORI  
 
Fino al 16 luglio gli apicoltori produttori apistici, con sede legale in provincia di Biella, potranno presentare le domande per la richiesta di finanziamento per interventi di costruzione, ristrutturazione e adeguamento dei locali di lavorazione e confezionamento dei prodotti apistici nonché investimenti agrari quali impianti, macchine e attrezzature di lavorazione e confezionamento, acquisto di mezzi per la pratica del nomadismo, motocariole, gru o altri dispositivi che consentano il carico/scarico delle arnie da nomadismo dai mezzi di trasporto. Il bando è stato predisposto dall’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Biella, nell’ambito dei fondi regionali a sostegno del settore apistico, messi a disposizione alle province piemontesi. La spesa minima per l’accesso al contributo è di 3.000 euro e quella massima è fissata in 20.000 euro. Www.provincia.biella.it/on-line/home/articolo6650.html  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, IN VISTA DI RIFORMA PCP, NECESSARIA CONFERENZA DI SETTORE ENTRO AUTUNNO  
 
 “Dobbiamo far tesoro degli spunti di riflessione emersi nel corso della Fiera internazionale della Pesca, che ha chiuso i battenti ieri ad Ancona, e organizzare entro l’autunno una conferenza nazionale di settore. La disponibilità della Regione Marche ad ospitare questo momento di approfondimento c’è già. Una disponibilità che apprezziamo molto”. Lo afferma Massimo Coccia, presidente Federcoopesca-confcooperative, che rilancia la necessità di pianificare la conferenza in tempi rapidi. Secondo l’associazione si preannuncia, infatti, un autunno caldo per la pesca europea e una riflessione di ampio respiro sul comparto va fatta perché “nel secondo semestre dell’anno, è prevista la conclusione dell’esame di un dossier molto impegnativo per il settore come quello della riforma della politica comune della pesca (Pcp)”.una riforma che secondo la Federcoopesca arriva quando si stanno appena metabolizzando i cambiamenti previsti dalla riforma del 2002. Secondo Coccia “le variazioni di indirizzo non andrebbero previste a tavolino, solo perché ogni dieci anni si impone l’obbligo di cambiare, ma perché ci sono reali necessità. A nostro avviso, quindi, se il bisogno di cambiamento è improcrastinabile, dobbiamo salvare quanto di buono è stato fatto finora, come ad esempio sui piani di gestione”. Per la Federcoopesca non possono essere adottati ora per l’Europa, come nel caso del rendimento massimo sostenibile (msy), modelli di gestione sperimentati in passato in altre zone di pesca e che hanno già dimostrato la loro inefficacia.  
   
   
IMU, VENETO: NESSUNA SANZIONE PER ERRORI NELLA DETERMINAZIONE DELL’IMPORTO PER GLI IMMOBILI AGRICOLI  
 
Venezia - Anche se è scaduto il 18 giugno il termine per il versamento dell’acconto Imu 2012, l’imposta sulla casa che da quest’anno sostituisce la vecchia Ici, è ancora possibile pagarla pur con l’applicazione di alcune sanzioni pecuniarie. Ma in caso di eventuali errori nella determinazione dell´importo dovuto a titolo di prima rata, e purché l’importo errato sia stato versato entro il 18 giugno, non saranno applicate sanzioni e nemmeno interessi qualora l’errore sia sanato entro la scadenza del 17 dicembre. Lo ricorda l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, con particolare riferimento agli immobili agricoli per i quali dovessero essersi verificate difficoltà a stabilire gli importi dovuti. Al momento del saldo Imu per il 2012, in scadenza il 17 dicembre 2012, la seconda rata potrà essere versata per l´intero anno, con conguaglio sulla prima rata. In generale, il pagamento dell’Imu può comunque essere effettuato anche dopo il 18 giugno. Se il pagamento sarà effettuato con un ritardo compreso tra 1 e 14 giorni, è prevista una sanzione ridotta dello 0,2% dell’imposta per ogni giorno di ritardo più gli interessi di mora calcolati sul tasso di interesse legale annuo. Se il ritardo è compreso tra i 15 e i 30 giorni, la sanzione è in misura fissa al 3% (indipendentemente dal calcolo dei giorni) a cui vanno aggiunti gli interessi di mora calcolati a partire dal 18 giugno, Infine, se il ritardo dovesse superare i 30 giorni è prevista una sanzione in misura fissa del 3,75% più gli interessi. “Non è stato sufficientemente reso noto – conclude Manzato – che, nel caso si verifichino errori o difficoltà nella determinazione dell´importo dovuto a titolo di prima rata, non vengono applicate sanzioni e nemmeno interessi. Ed è bene invece che gli imprenditori agricoli lo sappiano, in maniera da non avere patemi rispetto al pagamento di questa imposta, che va ulteriormente a gravare sulla loro attività”.  
   
   
PESCA - NELLE MARCHE UN LABORATORIO PER STUDIARE GLI EFFETTI DELLA RIFORMA .  
 
“Durante i lavori relativi al progetto Europeo Maremed, organizzati nell’ambito della 72^ Fiera Internazionale della Pesca, le Marche hanno avuto mandato dai partner di studiare l’applicabilità delle concessioni di pesca trasferibili. Una novità che, se dovesse essere realizzata, comporterà un forte cambiamento in alcuni segmenti di flotta”. Così Sara Giannini, assessore alla Pesca della Regione Marche, commentando gli esiti degli approfondimenti effettuati dai partner di Maremed, in occasione della Fiera di Ancona. “La nuova Politica comune della Pesca, in fase di elaborazione – prosegue Giannini - introduce un sistema di concessioni di pesca trasferibili per le imbarcazioni di lunghezza superiore a 12 metri. Le concessioni saranno distribuite dagli stati membri e consentiranno al titolare di poter catturare prodotto ittico per ogni anno. Gli operatori potranno affittare o scambiare le quote. Ciò offrirà alla pesca una nuova prospettiva a lungo termine più flessibile riducendo, secondo la Commissione, la sovraccapacità di pesca. Le esperienze sperimentate in Danimarca, sin dal 2003, hanno dimostrato una riduzione fino al 50 per cento delle flotte e un incremento significativo dei profitti. Per questo è importante che vi sia uno studio dell’impatto in area mediterranea di queste novità, area in cui le caratteristiche della pesca sono notevolmente diverse rispetto a quelle dell’area atlantico – baltica ed è significativo che questo approfondimento sia stato affidato alla Regione Marche”. Gli aspetti maggiormente rilevanti rispetto alla trasferibilità delle licenze sono legati alla loro assegnazione, al rapporto con le demolizioni, al ruolo delle associazioni di produttori. La riforma della Politica comune della Pesca può rappresentare l’occasione per entrare in una nuova fase caratterizzata da una forte spinta innovativa, ma l’applicazione del sistema di concessioni di pesca trasferibili presenta in Mediterraneo alcune difficoltà applicative, per questo l’approfondimento affidato alle Marche diventa essenziale per scelte adeguate e consapevoli. Già lo scorso febbraio, durante un’audizione a Bruxelles, Sara Giannini, aveva avuto modo di sottolineare, infatti, che “sarebbe opportuno lasciare agli stati membri la scelta di adottare o meno la trasferibilità, perché nel Mediterraneo l’applicazione della misura presenta difficoltà che riguardano, oltre al rischio di concentrare le concessioni su pochi gruppi economicamente forti, anche quello di mettere in campo un sistema di difficile gestione, se liberamente lasciato al mercato. Il sistema può avere, infatti, una certa funzionalità in paesi in cui, a differenza che in area mediterranea, la pesca si rivolge solo a determinate specie”. Alle Marche è stata quindi affidata un’analisi particolarmente significativa, vista l’elevata rappresentatività dei partner Maremed, che mette a sistema esperienze e conoscenze di 14 regioni marittime, di Cipro, Spagna, Francia, Grecia e Italia. Una collaborazione avviata nel 2006 per contribuire all’elaborazione e all’attuazione di una politica marittima integrata nel Mediterraneo.  
   
   
LOMBARDIA: VALORIZZARE I PRODOTTI A KM ZERO L´ASSESSORE IN VISITA ALLA ´CORTE DELL´OCA´ DI MORTARA CONIUGATE TRADIZIONI ANTICHISSIME ED EXPORT MODERNO  
 
Mortara/pv - La cinquantatreesima tappa di ´Assessorato itinerante´ ha chiuso a Mortara, dove Andrea Gibelli, vice presidente e assessore all´Industria e Artigianato di Regione Lombardia, ha visitato ´La Corte dell´Oca´, un´impresa artigianale enogastronomica che porta, nel mondo, tutti i prodotti a base di carne d´oca. Carni D´oca, Antiche Origini Ebraiche - Una visita che è servita per fare un salto nel passato, nel Rinascimento lombardo, che vide gli Ebrei arrivare a Mortara, con il permesso di Lodovico il Moro, per allevare proprio le oche e produrre poi insaccati con le loro carni. Ora ´La Corte dell´Oca´ è diventata una delle maggiori aziende del Pavese, a stampo esclusivamente artigianale, che promuove il prodotto di Mortara in giro per il mondo. Tutto Prodotto Con Marchio Lombardo - ´L´esempio di questa impresa - ha detto Gibelli - dimostra quanto sia economicamente vantaggioso il prodotto a chilometro zero, visto che qui viene completato tutto il ciclo della produzione di questi insaccati´. ´Inoltre - ha aggiunto il vice presidente di Regione Lombardia - si mantengono antichissime tradizioni del territorio, ma soprattutto si utilizzano carni controllate, che arrivano dagli allevamenti del nostro Paese e della nostra regione´. Gibelli ha quindi visitato i locali dove si articola tutta la procedura di trasformazione, che segue ricette che si perdono nell´Alto Medioevo.  
   
   
CALABRIA: PROGETTO FORESTAZIONE 2012/2013, VIA LIBERA DEI SINDACATI DI CATEGORIA  
 
Il Comitato inter assessorile di programmazione in materia forestale, istituito con la legge 1/2012, ha incontrato le organizzazioni sindacali di categoria per il nuovo programma di manutenzione dell´infrastruttura forestale per il biennio 2012/2013. Ai lavori, coordinati dal consigliere del presidente Caldoro per l’Agricoltura Vito Amendolara, erano presenti tra gli altri il consigliere regionale Sergio Nappi e i segretari regionali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Santese, Carotenuto e Rivetti. Le attività di manutenzione del patrimonio forestale - 450 mila ettari, pari a un terzo del territorio regionale - avverranno sulla base di un programma d’azione unitario, già approvato dal Comitato, con i seguenti obiettivi: difesa del suolo, prevenzione dei rischi e messa in sicurezza del territorio; cura della biodiversità e del paesaggio; promozione di filiere certificate e di nuove forme di imprenditorialità in campo forestale; aggiornamento tecnico e professionale delle maestranze. Le Oo.ss. Sindacali regionali di Fai-flai-uila, nel corso dell’incontro hanno sottolineato le criticità che tutt’ora permangono nel settore della forestazione, dovute soprattutto alla mancanza delle risorse economiche necessarie, e nel prendere visione dei nuovi documenti di programmazione forestale, hanno condiviso la proposta, ritenendola utile ed innovativa. Cgil, Cisl e Uil hanno dato la piena disponibilità delle strutture nazionali di categoria ad accompagnare l’azione della Regione nel sollecitare un incontro urgente col ministro per una rapida assegnazione da parte del Governo delle risorse necessarie per attuare le nuove politiche forestali predisposte per la Campania.  
   
   
ESTATE, LA DIETA PER LA PELLE: LE NUOVE POTENZIALITÀ DI ALCUNI GRUPPI DI VITAMINE E ANTIOSSIDANTI NELLA RICERCA DI AIIPA  
 
Con l’estate sono in arrivo le tre famose “S” che minano il benessere della nostra pelle: Sole, Sudorazione, Stress. L’impatto dei raggi Uv, l’inquinamento atmosferico, seguiti dai ritmi frenetici a cui siamo spesso sottoposti, sono tra i principali agenti che concorrono alla bellezza delle pelle e che giocano un ruolo fondamentale al suo equilibrio. A questo proposito l’Osservatorio Aiipa (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari – Area Integratori Alimentari) segnala, in collaborazione con il professor Giovanni Scapagnini, biochimico clinico dell’Università del Molise, alcune evidenze scientifiche relative al ruolo e alle proprietà benefiche di alcuni gruppi di vitamine e antiossidanti che ci aiutano a mantenere il benessere della pelle. “Durante il recente congresso Experimental Biology di San Diego, la Società di Nutrizione Americana ha dato spazio a relazioni dedicate al tema dei composti nutraceutici per la salute della pelle” – afferma il prof. Scapagnini. “L’aspetto più rilevante dell’integrazione alimentare per la pelle riguarda la fotoprotezione e la prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, attraverso sostanze nutrizionali ad azione antiossidante e antiinfiammatori. L’utilizzo di integratori alimentari ad azione antiossidante, e/o in grado di inibire in modo specifico le metallo proteasi di matrice (famiglia di enzimi del gruppo delle proteasi), costituisce infatti una delle più promettenti strategie di prevenzione contro l’invecchiamento cutaneo e la prevenzione di fenomeni degenerativi della pelle, come risulta da numerose ricerche sperimentali”. I primi studi a dimostrare l’efficacia dell’integrazione alimentare per migliorare aspetti estetici e funzionali della pelle risalgono ai primi anni ‘80 e riguardano soprattutto le vitamine, in primis la vitamina C. Essa infatti, oltre a svolgere un’importante azione protettiva antiossidante nei confronti dei radicali liberi indotti dai raggi Uv, è in grado di stimolare le fasi della biosintesi del collagene da parte dei fibroblasti del derma umano, e operare così una rigenerazione della matrice cutanea, come dimostrato sin dal 1981 in una studio pubblicato su Pnas1. Tra le vitamine del complesso B, sia la biotina che l’acido pantotenico, sono risultate utili al mantenimento della salute della pelle e degli annessi cutanei (capelli, unghie). “Oggi però i dati più interessanti sull’azione fotoprotettrice e anti-invecchiamento di composti nutraceutici riguardano due categorie di molecole appartenenti al mondo vegetale, i carotenoidi e i polifenoli”, afferma il prof. Scapagnini. Scapagnini prosegue: “I carotenoidi, gruppo di molecole lipofile di origine vegetale - tra cui licopene, la luteina, la zeaxantina e soprattutto il beta-carotene, una provitamina A - sono efficaci antiossidanti, grazie alla loro azione di scavenger (letteralmente spazzini) di radicali liberi, e numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra una dieta ricca in carotenoidi e la riduzione di varie tipologie di malattie degenerative dell’invecchiamento cutaneo. Nel 1996 è stato pubblicato uno dei primi studi sull’uomo che dimostrava l’azione fotoprotettrice del beta-carotene assunto oralmente, misurata attraverso la riduzione dell’eritema indotto da esposizione a Uv, e della sua capacità di accumularsi nella pelle2. Più recentemente il licopene, un carotenoide particolarmente concentrato nel pomodoro, è stato oggetto di numerosi studi per la sua notevole capacità antiossidante e foto protettiva: pochi mesi fa uno studio pubblicato su British Journal of Dermatology3 ha dimostrato che la somministrazione di tale supplemento (pomodoro concentrato in licopene) per 10 settimane è in grado di ridurre del 40% l’eritema indotta da Uv e di stimolare la rigenerazione del collagene”. “Altre sostanze di origine vegetale appartenenti al gruppo dei polifenoli, si sono dimostrate in grado di inibire i processi infiammatori cutanei e l’attività delle metallo proteasi di matrice, contrastando così gli effetti del fotoinvecchiamento cutaneo – sottolinea il professore. La curcumina, ad esempio, il pigmento giallo contenuto nel tumerico, attraverso la sua azione antiinfiammatoria e antiossidante, è stata usata con successo in numerosi modelli sperimentali di patologie infiammatorie della pelle, quali la sclerodermia e la psoriasi4. Molte altre sostanze polifenoliche sono risultate essere in grado di inibire in maniera significativa l’induzione e l’attività delle metalloproteinasi di matrice, come ad esempio, l’Epigallocatechingallato, contenuto nel tè verde5, o l’acido carnosico e il carnosolo estratti dal rosmarino6. Anche le catechine del cacao7, le procianidine dell’uva8 sono in grado di prevenire i danni legati agli Uv e di migliorare alcuni parametri funzionali della pelle, quali l’elasticità e l’idratazione”. Oggi non solo i dermatologi e i medici estetici ma anche i nutrizionisti sono sempre più interessati alle potenzialità salutistiche della “dieta per la pelle”. Nutrire infatti in maniera corretta la pelle e sostenere attraverso un’adeguata integrazione la sua fisiologia rappresenta la frontiera che ha portato alla Nutricosmesi, un nuovo approccio che identifica la possibilità di usare composti contenuti negli alimenti, attraverso la dieta o specifici integratori, per favorire il benessere e la fisiologia della pelle, supportando quella che viene oramai definita “la bellezza dall’interno”  
   
   
MAGNUM INFINITY CHOCOLATE, GUSTO INTENSO, PIACERE PIÙ LUNGO. IL PRIMO MAGNUM CON SPECIALI SEMI DI CACAO DAL GUSTO INTENSO!  
 
Il gusto è un piacere… e più intenso è il gusto, più il piacere si prolunga, incredibilmente travolgente, morso dopo morso, restando nell’anima dopo aver conquistato i sensi, oltre i limiti del tempo, come fosse davvero ‘infinito’… Tutto questo è la novità Magnum 2012, un’intensa esperienza di gusto che nasce dall’incontro tra gelato e cioccolato: Magnum Infinity chocolate, intenso gelato al cioccolato con deliziosa salsa al cacao, ricoperto di croccante cioccolato fondente Magnum con pezzetti di semi di cacao tostati. Un gusto intenso per un piacere che dura più a lungo. E che non riuscirai a dimenticare, neanche dopo l’ultimo morso. Il segreto dietro questo nuova proposta Magnum? Una sapiente scelta del cacao, materia prima ‘regina’ di questo nuovo piacere firmato Magnum, vero e proprio ‘tributo’ al cioccolato, il piacere per eccellenza, grazie alle sue proprietà. Le caratteristiche del cacao cambiano a seconda del luogo di provenienza, cosi in diverse parti del mondo troviamo differenti varietà di cacao dalle proprietà uniche. Magnum, per Infinity, ha scelto il cacao della Tanzania, una rara varietà dalla straordinaria intensità di sapore e aroma. Magnum Infinity arricchisce l’esperienza di gusto, includendo anche semi di cacao tostati nella sua raffinata copertura di cioccolato: per un piacere lunghissimo al palato e ai sensi, che va ben oltre l’esperienza di assaporare un ‘semplice’ gelato, in un tripudio di golosità. Per questo non poteva che essere Infinity il nome dell’ultimo arrivato nella storia di Magnum: perché più intenso è il gusto, più lungo il piacere, più dolce il ricordo, per una sensazione che, partendo da un morso, si prolunga oltre, e ancora di più, portando l’anima e i sensi al di là del momento… E, per i momenti speciali che non potrebbero svolgersi in nessun altro luogo che casa tua, con la sua atmosfera unica, magica e accogliente, il piacere di Magnum assume il formato e il gusto sorprendentemente travolgenti di Magnum Infinity chocolate Mini. Perché, a volte, non c’è altro posto dove il piacere può essere così lungo come a casa… Per continuare la scoperta di gusti originali e intriganti, Magnum ha pensato a tante altre novità: Magnum Menta, un accostamento unico e sorprendente, un equilibrio goloso assolutamente da scoprire. Fresco gelato alla menta racchiuso da una croccante copertura di cioccolato e pezzetti di zucchero: Magnum Menta è un rituale di piacere per veri intenditori del gusto! Magnum Yogurt fresh è il lato più delicato del piacere firmato Magnum: cremoso gelato con yogurt con un avvolgente salsa al lampone, racchiuso da una croccante copertura di cioccolato al latte… l’ennesima, travolgente tentazione offerta da Magnum! Magnum Temptation Fruits si veste di novità e ritorna ancora più ricco: il gusto deciso della copertura di cioccolato al latte racchiude un morbido gelato alla vaniglia, arricchito da salsa alla frutta e pezzetti di mirtillo. Ma l’assoluto tocco di genio Magnum sono i deliziosi bon bon di cioccolato ripieni al mirtillo all’interno del gelato. Un´armonia di contrasti e consistenze che stupisce e diventa sempre più un autentico, irrinunciabile piacere! Magnum è una tentazione da assaporare anche a casa, grazie alle proposte disponibili al supermercato: puoi goderti il gusto della gamma storica con Magnum Classico, Magnum Mandorle e il già classicissimo Magnum Pistacchio. Ma il vero must dell’anno è il ritorno in multipack di Magnum Bianco: uno dei gelati Magnum più amati, con il suo morbido gelato alla vaniglia ricoperto da uno strato di dolce cioccolato bianco. Ancora al supermercato arriva poi anche Magnum Ghana al gusto Nocciola: intenso gelato al gusto di nocciola con deliziosa salsa al cacao magro e una croccante copertura di cioccolato al latte con il cacao proveniente da aziende agricole certificate Rainforest Alliance in Ghana. A completare i formati standard, c’è infine l’incredibile golosità della barretta Magnum White Chocolate and Nuts… impossibile resistere! Il piacere di Magnum è anche in formato mini. Oltre alla novità Infinity, arriva quest’anno la confezione assortita Magnum mini Pistacchio e Gianduia: 6 piccole grandi tentazioni - 3 Magnum Mini Pistacchio, gelato al gusto di pistacchio ricoperto di cioccolato al latte - e 3 Magnum Mini Gianduia, gelato alla vaniglia variegato con cioccolato alla gianduia e ricoperto di cioccolato al latte. Tutto il piacere di Magnum… ora in due tra i gusti più amati, in un’unica confezione! Magnum Mini Pistacchio e Gianduia affianca le proposte cui tutti siamo affezionati dalle estati scorse: Magnum Mini Classic, White e Almond, Magnum Mini Temptation – nelle versioni Fruit e Carmel&almond – Magnum Mini Double Caramel, Double Chocolate e Magnum Mini Liqueur Irish Cream e Limoncello, che ritornano per deliziarci a casa nostra con il piacere di combinazioni di gusto uniche, che solo Magnum poteva creare. Magnum Algida è il lato più ‘peccaminoso’ del gelato, grazie a gusti inconfondibili, decisi come il cioccolato, avvolgenti come la vaniglia, intensi come il caramello… Solo alcune delle tante ‘forme’ – quelle più classiche – che il piacere del gelato ha assunto nel corso degli anni, grazie a Magnum. Come resistere? ...Tanto vale abbandonarsi! Pronto a dare la ‘Caccia al Piacere’? (Box Pleasure Hunt – the Next Level) Magnum, anche nel 2012 dà il via alla caccia al piacere. A cominciare dal web, con Caccia al Piacere 2 – the next level. Il gioco online di Magnum, lanciato lo scorso anno in 21 paesi, tra cui l’Italia, è subito diventato un successo, ha conquistato numerosi premi agli Epica Awards e agli Eurobest Awards ed è arrivato ad essere il link più twittato il 14 aprile 2011! Lo scopo del gioco, anche in questo ‘next level’, è aiutare l’affascinante e spericolata ‘cacciatrice del piacere’ a raccogliere gli irresistibili bon bon Magnum ed i semi di cacao Infinity sparsi nella rete. Quest’anno l’esperienza di gioco è ancora più ricca, invece che su diverse homepage, la caccia avrà luogo direttamente nello scenario dei luoghi più esotici e affascinanti del mondo, come New York, Parigi e Rio di Janeiro, tutti accomunati dall’offrire incredibili occasioni per godersi il piacere… obiettivo finale che ha la forma unica e assoluta del piacere di Magnum! Le novità digital non finiscono però qui: Magnum Mini Pistacchio e Gianduia – nuova proposta dei formati mini – ha pensato di regalare a tutti dei ‘mini moments’ di vero piacere: con un app Facebook da scaricare gratis dalla pagina ufficiale Magnum, si potrà infatti personalizzare piccole sequenze di celebri capolavori del cinema firmati Paramount, inserendo un mini messaggio. Postarla sulle bacheche dei propri amici sarà poi un momento di vero divertimento! Un altro, piccolo piacere offerto da Magnum. Un piacere sempre più completo: Magnum, più buono perché sostenibile (Box certificazione Rainforest Alliance) Algida, come nella sua tradizione, è ancora una volta protagonista assoluta del mondo del gelato con una grande, importante novità: il brand si è impegnato ad approvvigionare il cacao con cui realizza i suoi prodotti da aziende agrocole Certificate Rainforest Alliancetm. Magnum è in assoluto primo marchio di gelati impegnato a utilizzare il 100% di questa materia prima proveniente da fonti certificate entro il 2015. Da quest’anno l’impegno di Algida si è quindi esteso a tutti i gelati Magnum disponibili al bar e al supermercato*, che esibiscono perciò il marchio verde con la rana, simbolo della certificazione Rainforest Alliance. Rainforest Alliance è una Ong di prestigio internazionale, da tantissimi anni impegnata a promuovere concretamente la sostenibilità completa – ambientale, sociale ed economica – di prodotti dell’agricoltura come caffè, banane, cacao e, grazie alla collaborazione di Unilever, tè. Entro il 2015, tutti i gelati Magnum al cioccolato proverranno da aziende agricole certificate Rainforest Alliance: il che vuol dire un piacere sempre più completo, perché realizzato con cacao di alta qualità attentamente selezionato, che è anche sostenibile in quanto le coltivazioni da aziende certificate aiutano a tutelare i diritti dei lavoratori, la flora e la fauna e l’ambiente delle comunità locali. * Ad eccezione di Magnum Bomboniera, Magnum Sandwich, Magnum Mini Double Magnum Infinity chocolate è in vendita al bar al prezzo consigliato di 1,80 euro (80 g/100 ml) e al supermercato in versione mini in confezioni da 6 (6x50 g/60 ml). Magnum Menta è in vendita nei bar al prezzo consigliato di 1,80 euro (88 g/110 ml). Magnum Yogurt Fresh è in vendita nei bar al prezzo consigliato di 1,80 euro (86 g/110 ml). Magnum Temptation Fruits è in vendita al bar al prezzo consigliato di 2,00 euro (68 g/80 ml). Magnum Bianco è in vendita al bar al prezzo consigliato di 1,70 euro (86 g/120 ml) e al supermercato in confezione da 6 (4x79 g/110 ml). Magnum Ghana al gusto Nocciola è in vendita al supermercato in confezione da 6 (4x86 g/110 ml). Magnum Mini Pistacchio e Gianduia è in vendita al supermercato in confezione assortita da 6 (6x50 g/60 ml)  
   
   
MORETTI FORNI VIAGGIA NEL MONDO CON PIZZA UNIVERSITY  
 
“Sapevamo che la pizza era uno dei cibi più amati e conosciuti al mondo ma nemmeno noi, quando abbiamo lanciato il progetto di Pizza University, potevamo immaginare che saremmo stati ambasciatori di questa eccellenza italiana in luoghi tanto lontani” dichiara Mario Moretti, Ad dell’azienda marchigiana Moretti Forni. A distanza di un anno dall’organizzazione dei primi corsi formativi, che puntano a posizionare la pizza tra le specialità gourmet della cucina italiana, valorizzandone le caratteristiche qualitative e le proprietà nutrizionali, Pizza University si è spinta oltre i confini nazionali per esplorare nuovi mercati esteri. Il modello alimentare della dieta mediterranea e l’alimento principe della nostra alimentazione, la pizza, destano un forte interesse nei mercati internazionali ma è soprattutto il concept proposto, nato dalla volontà di Moretti Forni e dalle preziose collaborazioni con tecnologi, nutrizionisti e consulenti di settore, che permette a Pizza University di ottenere un notevole successo all’estero: in Europa prima di tutto, (Inghilterra, Scozia, Francia, Romania …) ma anche in Australia, Singapore, Sud America, Canada e Stati Uniti. Pizza University è inoltre protagonista di un ambizioso progetto in Venezuela, Pizza nel Cuore, sviluppato dall’azienda italiana Molini Spigadoro e da un partner venezuelano leader da anni nel settore dell’enogastronomia. Il progetto coinvolge anche altre aziende del made in Italy di primario livello come Mutti, Monini e ovviamente anche Moretti Forni, che da sempre punta all’internazionalizzazione dei suoi prodotti. L’obiettivo di questa collaborazione è esportare la filosofia di qualità della vera pizza italiana, nel rispetto del modello alimentare della dieta mediterranea, per sensibilizzare i consumatori ad una sana, corretta e gustosa alimentazione. A tal proposito, l’applicazione di questo concetto parte proprio dalla formazione di un gruppo di professionisti venezuelani che ha partecipato ad un master di due settimane presso la sede di Pizza University. Durante il corso sono state introdotte le tecniche di impasto, di lievitazione e di cottura di una pizza sana, digeribile e di qualità: nozioni fondamentali per formare nuovi ambasciatori della cultura alimentare italiana in Venezuela. Tornando all’interno dei confini nazionali, a settembre 2012 è prevista l’apertura di una nuova sede a Milano, in Via Ascanio Sforza 37/A. All’interno di questo spazio si terranno anche i corsi di Pizza University che, sempre a partire da settembre, verranno ampliati e modulati. Verranno, infatti, introdotti due differenti tipologie di proposte formative: Evolution ed Excellence. Il primo format comprende i corsi base dedicati alla pizza tradizionale o alla pizza in teglia e sono rivolti principalmente a chi ha poca esperienza ma tanta voglia di migliorare la propria professionalità. Il programma di questo format prevede anche l’approfondimento di tematiche come “La Direttiva Haccp” e “I Contributi Regionali”; quest’ultimo viene strutturato di volta in volta tenendo conto della provenienza dei corsisti, per fornire informazioni precise sui finanziamenti concessi dalle regioni di appartenenza. Il secondo format, Excellence, è indicato per chi ha già effettuato l’Evolution o per chi possiede un’elevata preparazione sulle tecniche di pizzeria e desidera affinare le proprie competenze. Gli approfondimenti previsti nell’Excellence sono “Le Farine Speciali” e “I Valori Nutrizionali”. Sia Evolution che Excellence prevedono una durata di 4 giorni, di cui l’ultimo è dedicato interamente alla parte pratica in laboratorio. Con la finalità di offrire un percorso didattico completo, Pizza University offre anche la possibilità di partecipare ad alcuni workshop per approfondire determinati aspetti che possono interessare i neofiti del mondo delle pizzerie desiderosi di aprire un locale. Per migliorare le performance di un’attività e gestirla al meglio è possibile frequentare il workshop su “La Gestione del Conto Economico” mentre per conoscere le modalità di fidelizzazione della propria clientela, un approfondimento su “Il Marketing Relazionale” può aiutare nell’approccio con il pubblico. Di carattere più tecnico, sono invece i workshop dedicati a “Le Farine speciali” e a “Il Lievito Madre Naturale”. Il primo ha l’obiettivo di far conoscere le caratteristiche organolettiche delle farine speciali in pizzeria, il loro corretto utilizzo e la corretta miscelazione di più tipi di farine, con la finalità di migliorare le caratteristiche sensoriali della pizza. Il secondo workshop ha lo scopo di sensibilizzare gli operatori del settore all’utilizzo del lievito madre naturale, grazie al quale è possibile preparare una pizza con migliori qualità organolettiche, a garanzia di un gusto più intenso e di una maggiore digeribilità. Per un corretto mantenimento delle abilità pratiche acquisite durante i corsi, Pizza University offre anche la possibilità di partecipare gratuitamente (solo per chi ha già effettuato almeno un corso) ai cinque giorni di Practice Week presso la sede di Moretti Forni: attrezzature e competenze tecniche di Pizza University a completa disposizione degli ex allievi. In ultimo, a completamento della ricca offerta didattica di Pizza University, troviamo i corsi Experience, organizzati in collaborazione con i rivenditori Moretti Forni. In questo caso i corsi si tengono presso le sedi dei rivenditori che aderiscono all’iniziativa e durano un giorno. I contenuti sono di varia natura: si affrontano tematiche manageriali come “La costruzione dell’identità di un locale” e “La costruzione del rapporto di fiducia con la clientela” e tematiche più tecniche come “La selezione delle materie prime”, “I processi di preparazione degli impasti”, “L’utilizzo efficace della tecnologia”. L’obiettivo di questi incontri è quello di fornire gli strumenti giusti per intraprendere un percorso lavorativo di successo. Moretti Forni, azienda leader nel settore degli strumenti di cottura professionale con i suoi 10.000.000€ di fatturato e un team di oltre 100 professionisti, mette a disposizione il proprio Know-how, le proprie strutture e una selezione di docenti professionisti per organizzare corsi di formazione completi e strutturati che possano fornire ai partecipanti tutti gli elementi per cominciare una nuova avventura professionale con gli strumenti necessari per andare incontro al successo! www.Pizzauniversity.it  
   
   
I VINI CIU’ CIU’ PRESENTATI A MILANO AL RISTORANTE DI CARLO CRACCO GRANDE SUCCESSO PER LA PRESENTAZIONE DEI VINI CIÙ CIÙ, TENUTASI A MILANO ALLA PRESENZA DEL TITOLARE WALTER BARTOLOMEI E DELLO CHEF CARLO CRACCO. OSPITI NOMI PRESTIGIOSI DEL MONDO DELL’ENOGASTRONOMIA E GRANDE APPREZZAMENTO PER TUTTA LA GAMMA DI VINI.  
 
E’ stata presentata presso il ristorante di Carlo Cracco, nel cuore di Milano a pochi passi dal Duomo, la prestigiosa selezione di vini Ciù Ciù, azienda vitivinicola biologica di Offida (Ap) guidata da Massimiliano e Walter Bartolomei. Per l’occasione, Carlo Cracco, uno degli chef più amati e celebrati del momento, ha abbinato ad ogni vino Ciù Ciù le sue specialità gastronomiche: diverse portate, dall’antipasto al dolce, create per esaltare i vini, con abbinamenti originali e talvolta inconsueti. Alla degustazione sono intervenute alcune delle personalità più importanti della critica e del giornalismo enogastronomico. I giornalisti hanno potuto fare un vero e proprio percorso sensoriale, degustando i vini ed i piatti ad essi abbinati, e ammirando un filmato realizzato ad hoc che presentava i più bei scorci dei vigneti Ciù Ciù ad Offida e le immagini dell’azienda dei fratelli Bartolomei. Unanime il consenso e l’apprezzamento per tutta la gamma dei prodotti presentati, in modo particolare per quelli dai vitigni autoctoni delle Marche Passerina e Pecorino, i bianchi Merlettaie Offida Pecorino Dop ed Evoè, Passerina Marche Igp, ma anche per i rossi Oppidum, Marche Igt Rosso, Esperanto, Offida Rosso e Gotico, pregiato rosso piceno superiore Doc. Grande soddisfazione anche per i titolari dell’azienda Ciù Ciù, Walter e Massimiliano Bartolomei, che nel loro lavoro hanno sempre cercato di unire qualità, tradizione e territorialità. I loro vini sono infatti espressione autentica dell’impegno e della tradizione vinicola dell’azienda, frutto di ricerca e qualità sia in vigna che in cantina, ma anche di un ecosistema viticolo naturale di qualità con un “terroir” (microclima, suolo e sottosuolo) unico ed insostituibile. “Crediamo che il vino debba essere l’espressione più autentica del territorio in cui nasce – affermano Massimiliano e Walter - La nostra filosofia produttiva muove da sempre da questo concetto, ed è grazie ad esso che negli anni abbiamo potuto ottenere risultati soddisfacenti ed una crescita costante. Quasi la totalità della nostra produzione è data da vitigni autoctoni, proprio a testimoniare questo stretto legame con la nostra storia ed il nostro territorio”. Un evento d’eccezione quindi dove la buona cucina ed il buon bere si sono uniti con sapienza ed eleganza, sotto il segno di Ciù Ciù. Www.ciuciuvini.it