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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Gennaio 2013
"L´INVECCHIAMENTO È UNA MALATTIA?"  
 
 Londra, 14 gennaio 2013 - Il 25 marzo 2013 avrà luogo a Londra, nel Regno Unito, un incontro dal titolo "L´invecchiamento è una malattia?" (Is growing old an illness?). Secondo la Commissione europea, la popolazione dell´Ue nel 2060 dovrebbe raggiungere i 517 milioni di abitanti, dei quali un terzo avrà 65 anni o più. Benché il prolungamento della vita è un risultato importante ottenuto dalle società europee, l´invecchiamento pone sfide significative per le loro economie e i loro sistemi sanitari e di welfare. Tuttavia, essere vecchi non comporta necessariamente avere malattie e disabilità. Gli anziani possono intervenire, anche ben oltre i 60 e 70 anni, per ridurre il rischio di sviluppare malattie croniche ed evitare lesioni. La conferenza verterà sulle ricerche in corso sul processo di invecchiamento e sulla possibilità di ridurre i sintomi dell´invecchiamento. Per ulteriori informazioni, visitare: http://royalsociety.Org/events/2013/ageing-cafe/    
   
   
LA CRESCENTE MINACCIA DELLA RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI  
 
Bruxelles, 14 gennaio 2013 - La resistenza agli antibiotici e il loro uso improprio sono un grande problema sanitario europeo e mondiale. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) stima che ogni anno la resistenza antimicrobica (Amr) causa 25 000 morti e danni economici per oltre 1,5 miliardi di euro in spese sanitarie e perdita di produttività. Negli ultimi quattro anni, c´è stato un significativo aumento della tendenza alla resistenza combinata ad antibiotici multipli nella Klebsiella pneumoniae e E.coli in oltre un terzo dei paesi dell´Ue/cee. Inoltre in diversi Stati Membri, tra il 25 % e fino a oltre il 60 % dei casi di Klebsiella pneumoniae da infezioni del flusso sanguigno mostrano una resistenza combinata ad antibiotici multipli. Man mano che aumenta la resistenza, il numero di antibiotici efficaci diminuisce, il che significa che potrebbero non esserci più antibiotici per combattere malattie mortali. La situazione è ancora più grave perché gli antimicrobici sono diventati uno strumento essenziale per la medicina moderna. Molte operazioni chirurgiche non potrebbero essere fatte senza di essi. Inoltre l´impossibilità di usare gli antibiotici giusti su pazienti gravemente malati, a causa della resistenza batterica, potrebbe mettere in serio pericolo le probabilità di sopravvivenza di queste persone. Secondo le stime dell´Ecdc, nell´Unione europea, in Norvegia e in Islanda, per esempio, si verificano 400 000 infezioni resistenti ogni anno. Si stanno però prendendo provvedimenti. La Commissione europea ha adottato un piano d´azione contro la minaccia dell´Amr con 12 azioni da implementare negli stati membri dell´Ue e sette aree nelle quali si è riconosciuto che i provvedimenti sono necessari. Questi comprendono: assicurarsi che gli antimicrobici siano usati adeguatamente sia sugli esseri umani che sugli animali, prevenire le infezioni microbiche e la loro diffusione, sviluppare nuovi antimicrobici efficaci o alternative per la cura e migliorare la comunicazione, l´istruzione e la formazione. A livello globale, l´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha adottato un piano d´azione strategico per l´Amr. Ha lo scopo di rafforzare la sorveglianza della resistenza agli antibiotici, promuovere l´uso razionale degli antibiotici, rafforzare il controllo dell´infezione e la sorveglianza negli ambienti sanitari, prevenire l´aumento della resistenza nel settore veterinario e alimentare, promuovere l´innovazione e la ricerca su nuovi farmaci e migliorare l´informazione, la sicurezza del paziente e la collaborazione. Commentando il piano d´azione della Commissione europea, Testori Coggi, a capo della direzione generale per la Salute e i consumatori, ha detto: "Per combattere efficacemente la resistenza antimicrobica, dobbiamo affrontare il problema con un approccio onnicomprensivo, nel quale tutte le parti interessate siano all´altezza delle proprie responsabilità per combattere questa grave minaccia per la salute nei loro rispettivi settori. Non c´è quindi una gerarchia delle azioni nel Piano d´azione, perché tutti gli aspetti sono correlati. In particolare la promozione di un uso prudente degli antibiotici in campo medico e veterinario, lo sviluppo di nuovi prodotti antimicrobici e la prevenzione delle infezioni devono procedere in parallelo". Anche l´Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha dato il suo contributo, organizzando per esempio un Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp), che ha prodotto un manuale per la valutazione dei prodotti medicinali indicati per la cura delle infezioni batteriche. Il manuale affronta i requisiti completi per lo sviluppo di agenti antibatterici che abbiano un´azione diretta sui batteri. L´ema ha anche lanciato una consultazione pubblica su un addendum al manuale sulla valutazione di prodotti medicinali indicati per la cura di infezioni batteriche. Fornisce ulteriori istruzioni sui requisiti per gli studi clinici riguardanti indicazioni specifiche e su programmi di sviluppo clinico di nuovi agenti antibatterici mirati per patogeni rari o multi-farmaco resistenti. La consultazione pubblica per questo manuale si concluderà il 31 gennaio 2013. Per maggiori informazioni, visitare: Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc): http://www.Ecdc.europa.eu/en/pages/home.aspx  Oms Ufficio Regionale per l´Europa - Resistenza agli antimicrobici: http://www.Euro.who.int/amr  Commissione europea - Sanità pubblica: http://ec.Europa.eu/health/antimicrobial_resistance/policy/index_it.htm  Agenzia europea per i medicinali: http://www.Ema.europa.eu/ema/    
   
   
PRIMO CONGRESSO EUROPEO ESTROT ((EUROPEAN SOCIETY TISSUE REGENERATION IN ORTHOPAEDICS TRAUMA) IL TRATTAMENTO MUSCOLO-SCHELETRICO E LA RIGENERAZIONE TISSUTALE: TUTTE LE NOVITÀ IN ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA CON L’APPLICAZIONE INNOVATIVA DELLE BIOTECNOLOGIE 14 – 15 - 16 GENNAIO 2013  
 
 Milano, 14 gennaio 2013 - Per la prima volta in assoluto, Milano accoglie dunque i massimi esperti nazionali e internazionali che per tre giorni condivideranno le loro esperienze su tutte le novità in Ortopedia e Traumatologia con l’applicazione innovativa delle biotecnologie. “E’ di fondamentale rilevanza il fatto che, proprio nella nostra città si tenga il primo Congresso Europeo sulla rigenerazione tissutale e le applicazioni biotecnologiche in Ortopedia e Traumatologia,” dice il professor Giorgio Maria Calori, Presidente di Estrot (European Society Tissue Regeneration in Orthopaedics Trauma) e Primario della Divisione di Chirurgia Ortopedica Riparativa dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano ”. Presenteremo i più importanti progressi scientifici in questi ambiti e forniremo per la prima volta dati accreditati relativi a casi clinici affrontati nei Centri europei di eccellenza, Italia compresa”. Nel corso del Congresso sono previste specifiche sessioni medico-scientifiche su tutti i temi relativi allo sviluppo e alla definizione degli iter di intervento e di trattamento muscolo-scheletrico, per un corretto utilizzo dei biomateriali e delle innovative camere biologiche. “Il confronto sulle nuove frontiere della ricerca medico-scientifica e sulle novità sarà anche l’occasione per formulare linee guida europee,” continua il professor Calori. “E’ raro riuscire a riunire in uno stesso ambito i massimi esperti. Ciò è stato reso possibile grazie alla nuova società scientifica europea che tutti li riunisce. Per questo, vogliamo anche concordare una strategia di ricerca comune e di applicazione clinica condivisibile a livello normativo, etico, giuridico oltre che medico-scientifico e chirurgico. La Estrot, infatti, ormai rappresenta ed è riconosciuta come la effettiva authority a livello europeo per lo studio e la definizione delle cure relativamente alle biotecnologie nel campo della Ortopedia e Traumatologia”. Al convegno presenzieranno delegati ufficiali di tutte le nazioni europee, nessuna esclusa, ed anche in rappresentanza di importanti nazioni extraeuropee, come Cina e Israele che si sono candidate spontaneamente al confronto in considerazione della rilevanza scientifica dell’evento. Estrot, European Society Tissue Regeneration in Orthopaedics Trauma, si tiene a Milano dal 14 al 16 gennaio 2013 presso l’Università degli Studi, Via Festa del Perdono 7, Aula Magna. Le giornate congressuali sono sul sito www.Estrot2013.eu    
   
   
CITTÀ SALUTE, CERTEZZA SUL PROGETTO E SUI TEMPI ACCORDO CON SESTO: VIA ALLE PROCEDURE DI GARA E ALLA BONIFICA ENTRO MARZO ´14 L´AREA SARÀ CEDUTA GRATUITAMENTE ALLA REGIONE LOMBARDIA  
 
 Milano, 14 gennaio 2013 - ´Oggi è stato confermato in maniera assolutamente certa e ufficiale che la Città della salute si farà e sorgerà sull´area ex Falck di Sesto San Giovanni´. E´ lo stesso presidente della Regione Lombardia ad annunciare il 10 gennaio che, in base all´accordo sottoscritto oggi, entro il 31 marzo 2014 il Comune di Sesto San Giovanni (Mi) cederà gratuitamente a Regione Lombardia l´area, debitamente bonificata. ´La disponibilità dell´area c´è - sottolinea il presidente -. Le risorse sono state stanziate (330 milioni dalla Regione, più 120 di altri soggetti, ndr.). Ci sono i permessi e gli strumenti urbanistici. E´ formalizzato il piano di bonifica. Non c´è dunque nessunissimo dubbio sul fatto che la Città della salute potrà essere realizzata. Naturalmente sarà compito della prossima Amministrazione regionale. Ma sin d´ora è chiaro che non vi è nessun ´buco´ come qualche ipercritico osservatore ha voluto sostenere´. La Gara - Entro fine mese Regione Lombardia, tramite Infrastrutture Lombarde, si occuperà di dare l´avvio delle procedure di gara. Parcheggi, Alloggi E Asilo Nido - Di concerto con la Regione Lombardia il Comune di Sesto è impegnato ad aggiornare il cronoprogramma di attuazione di una serie di opere, adeguandolo ai tempi di realizzazione e di entrata in esercizio della Città della salute. In particolare, la realizzazione e l´adeguamento della viabilità di accesso, la riqualificazione della stazione ferroviaria, la realizzazione del parcheggio di interscambio, la eventuale realizzazione di opere di mitigazione acustica e del parco urbano, la riqualificazione di beni storici (laminatoio, pagoda, ecc). Il Comune, sempre secondo quanto pattuito nel Protocollo, metterà a disposizione della Città della salute e della Fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta e della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei Tumori, in tempi coerenti con la realizzazione della stessa: - parcheggi pubblici per complessivi 650 posti auto, da riservare agli utenti della nuova struttura ospedaliera; - residenze convenzionate per circa 25.000 metri quadrati, da riservare prioritariamente a dipendenti, medici, infermieri, ricercatori; - un asilo nido per complessivi 40 bambini. Accordo Di Programma - La Regione svolgerà le attività di propria competenza per il varo dell´Accordo di programma (e della relativa variante al Pgt del Comune di Sesto San Giovanni) entro il 31 marzo 2013. Polo Sanitario Di Eccellenza - 450 milioni di euro, di cui 330 della Regione, 660 posti letto; sorgerà, su un´area di 205.000 metri, riunendo l´Istituto neurologico Besta e l´Istituto dei Tumori. Sarà un polo sanitario di eccellenza a livello europeo e mondiale e consentirà di mettere a disposizione di tutti i cittadini strutture modernissime e funzionali orientate alla ricerca, all´assistenza sanitaria e alla didattica, secondo i più elevati standard mondiali. La struttura si articolerà in 3 macro-aree: ospedaliera (area interventistica e del paziente critico, area diagnostica e di terapia, area diurna); della ricerca; macro-area dei servizi generali. Ci saranno anche spazi dedicati all´accoglienza dei pazienti e dei loro parenti, fortemente necessari, tenendo conto che già adesso oltre il 50 per cento delle persone che si curano al Besta e ai Tumori viene da fuori regione.  
   
   
ASL 7 DI SIENA E MEYER PRIME AZIENDE ACCREDITATE IN TOSCANA  
 
Firenze 14 gennaio 2013 – Sono l’azienda sanitaria 7 di Siena e l’azienda ospedaliero-universitaria Meyer di Firenze le prime due aziende sanitarie pubbliche toscane ad aver completato il percorso per l’accreditamento istituzionale. Altre quattro (Empoli, Grosseto, Pistoia e Prato) avranno il riconoscimento entro il mese di gennaio, non appena saranno completati gli ultimi passaggi amministrativi. Entro la fine del 2013, tutte le aziende toscane dovrebbero essere accreditate. L’accreditamento delle strutture sanitarie è l’attestazione della capacità di erogare prestazioni sanitarie sicure e di buona qualità: una garanzia per le strutture e per i pazienti. In Toscana, viene riconosciuto da un’apposita struttura dell’assessorato, il Settore qualità dei servizi e partecipazione del cittadino. L’accreditamento istituzionale parte da lontano, con una legge regionale del 1999 (la n.8), che aveva permesso di accreditare velocemente il privato, ma che aveva invece mostrato qualche limite per le strutture pubbliche, le quali, caratterizzate da un’alta complessità organizzativa, sono riuscite a raggiungere l’accreditamento in modo diffuso ma frammentario. Con una legge regionale del 2009 (la n.51) il sistema di accreditamento è stato completamente rivoluzionato: è diventato più snello e al tempo stesso più moderno ed efficace. La legge si è adeguata al mutato contesto culturale, alle trasformazioni avvenute nel sistema sanitario toscano e alle evoluzioni dei sistemi di valutazione della qualità, a livello sia nazionale che internazionale. Per l’accreditamento, vengono utilizzati indicatori e standard molto precisi, in grado di analizzare la reale complessità organizzativa. Vengono considerate le prestazioni sanitarie erogate, con particolare attenzione alla sicurezza, con l’applicazione sistematica delle “buone pratiche per la sicurezza”, agli aspetti sociali e multiculturali. I soggetti presi in considerazione sono il management aziendale, gli operatori sanitari, il paziente con tutti gli interlocutori del suo percorso di cura, anche extraospedaliero. Il Regolamento attuativo n.61 del dicembre 2010, che ha stabilito requisiti e procedure per l’accreditamento (si accredita l’intera azienda), ha visto tutte le aziende sanitarie della Toscana cimentarsi con grande sforzo e determinazione, per completare tutte le fasi previste. Meyer e Asl 7 sono le prime ad aver ultimato il percorso, tutte le altre lo faranno nel corso dell’anno. Un incoraggiamento e una menzione di merito vanno riconosciuti alle aziende che, nonostante si siano trovate a fronteggiare situazioni molto problematiche, riusciranno ad essere accreditate nei primi mesi del 2013. Il sistema toscano, da sempre molto avanzato sui temi specifici della qualità e sicurezza del paziente, sta formalizzando queste sue caratteristiche, ed è pronto pertanto ad assolvere con maggiore tranquillità qualsiasi obbligo nazionale e comunitario, quale ad esempio l’assistenza transfrontaliera.  
   
   
GIUNTA REGIONALE UMBRA APPROVA LINEE GUIDA PER RETE REGIONALE TERAPIA DEL DOLORE  
 
Perugia, 12 gennaio 2013 - Migliorare la qualità della vita delle persone affette da dolore cronico di qualsiasi origine: e l’obiettivo delle strutture che entreranno a far parte della “Rete regionale per la terapia del dolore”, le cui linee di indirizzo per la sua articolazione sono state approvate dalla Giunta regionale, su iniziativa dell’Assessorato alla sanità. La Rete nasce in seguito al recepimento delle disposizioni della legge “38/2010” che garantisce nell’ambito dei Lea, (Livelli Essenziali di Assistenza) percorsi definiti sia nel campo delle cure palliative che in quello della terapia del dolore, nonché dell’Accordo della Conferenza permanente tra lo Stato e le Regioni del 2010 e la successiva Intesa del 25 luglio del 2012 relativa alla “Definizione dei requisiti minimi e delle modalità organizzative necessari per l’accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminale e delle unità di cure palliative e della terapia del dolore”. Scopo della Rete dell’assistenza, che si articolerà attraverso forme organizzate e condivise di collaborazione delle strutture sanitarie che operano sul territorio, – è stato spiegato dall’Assessorato - è quindi quello di prendere in carico il paziente con dolore, che può essere moderato o severo, per garantire così la realizzazione di un percorso assistenziale appropriato alla gravità della situazione assicurandone, in tal modo, la continuità nell’assistenza ed il monitoraggio dell’evoluzione della patologia dolorosa, anche attraverso l’utilizzo di sistemi informatici condivisi e integrati tra i diversi livelli assistenziali. Tra le priorità c’è anche quella di garantire l’equità di accesso ai servizi e percorsi diagnostico-terapeutici adeguati e tempestivi, riducendo le liste di attesa e perseguendo la continuità assistenziale. Inoltre, è prevista la valorizzazione del ruolo delle Associazioni di volontariato presenti sul territorio e che operano nell’assistenza di persone affette da patologie con sintomatologia dolorosa. Questa impostazione – è stato spiegato – è necessaria per affrontare le complesse problematiche legate al dolore con il coinvolgimento di tutte le figure professionali, compreso la partecipazione attiva, nel percorso assistenziale, dei medici di medicina generale. Si persegue quindi un processo interdisciplinare che, a partire dalla diagnosi precoce effettuata dal medico di medicina generale, consenta il trattamento adeguato del paziente e, laddove necessario, il suo invio tempestivo verso la struttura sanitaria più appropriata secondo linee guida e percorsi diagnostico-terapeutici condivisi per patologia e fondati sulle evidenze scientifiche. Nella Rete opereranno su segnalazione delle Aziende sanitarie, oltre ai medici di medicina generale, gli specialisti in anestesia e rianimazione, i medici specialisti in geriatria, neurologia, oncologia, radioterapia, pediatria, fisiatria, gli infermieri, gli psicologi e i terapisti della riabilitazione. A livello regionale verrà istituito un “Coordinamento per la Terapia del dolore”, in pratica un gruppo di lavoro che si configura come una struttura di supporto alla programmazione sanitaria di settore e che rappresenta il punto di riferimento tecnico-scientifico sia per l’orientamento professionale degli operatori del settore, che per l’implementazione della rete assistenziale ed il monitoraggio del modello gestionale integrato ospedale-territorio funzionali a garantire adeguati trattamenti alla popolazione. E’ previsto anche un programma di informazione ai cittadini sul diritto della persona malata con sintomatologia dolorosa di usufruire di un’adeguata assistenza, sull’organizzazione, sulle modalità di accesso ai servizi e sulle prestazioni della Rete assistenziale per la terapia del dolore.  
   
   
SANITÀ; "CDM" IMPUGNA LEGGE DI RIFORMA, PER ASSESSORATO UMBRIA "L´IMPIANTO RESTA SOLIDO E PARTE DELLE OSSERVAZIONI ACCOGLIBILI"  
 
Perugia, 14 gennaio 2013 - L´impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri davanti alla Corte Costituzionale della legge di riforma della sanità umbra (la nr. 18/2012), sulla base delle osservazioni presentate dai Ministri alla Salute e dell´Economia e Finanze, riguarda aspetti della normativa regionale che non incidono sull´impianto della legge che resta solido. I punti evidenziati dal Governo sono infatti sostanzialmente accoglibili. Lo sostiene l´assessorato regionale alla salute spiegando che si tratta di osservazioni riguardanti soprattutto la composizione del Collegio sindacale delle Aziende sanitarie, alcuni articoli relativi alla figura dei Direttori generali e l´allineamento delle norme regionali al Decreto Balduzzi, convertito in legge nello stesso periodo dell´approvazione della legge umbra. Per quanto riguarda la costituzione del Collegio sindacale dei revisori dei conti (art.22), ridotto da cinque a tre membri con la riforma (di cui 1 di nomina statale), è stata evidenziata la necessità di modificare, in accordo con la normativa statale di riferimento, la composizione dell´organismo. Tra le osservazioni sollevate dal Governo alcune sono relative alla nomina, verifica dei risultati, decadenza o revoca dei Direttori generali (art. 16, 19 e 20) ed alla disciplina della figura del Direttore del dipartimento di prevenzione da "conferire ai direttori di struttura complessa del dipartimento" (art.32, comma 1). In particolare, tra le osservazioni del Ministero della Salute quella riguardante l´accorpamento delle funzioni di Direttore sanitario e di dirigente medico di presidio ospedaliero anche per gli ospedali non costituiti in Aziende ospedaliere (articolo 30, comma 1), su cui permangono però perplessità da parte della Regione Umbria.  
   
   
SALUTE: TONDO INAUGURA NUOVO OSPEDALE DI UDINE  
 
Udine, 14 gennaio 2014 - È stato inaugurato l’ 11 gennaio il nuovo corpo del Santa Maria della Misericordia di Udine, un evento che arriva 25 anni dopo i primi provvedimenti amministrativi per la creazione del nuovo ospedale e a due lustri dalla posa della prima pietra. Al taglio del nastro ha partecipato una folta schiera di rappresentanti delle istituzioni e di amministratori locali: per la Regione, il presidente, Renzo Tondo, il presidente del Consiglio regionale, Maurizio Franz, con numerosi consiglieri, il vicepresidente della Regione e assessore alla Salute, Luca Ciriani, e l´assessore all´Università e Ricerca Roberto Molinaro. Ha fatto gli onori di casa il direttore generale dell´Azienda ospedaliero-universitaria, Carlo Favaretti, che ha ricordato le inaugurazioni recenti delle opere tecniche connesse all´ospedale, illustrando le caratteristiche dell´intervento. Un´opera che il presidente Tondo, invitando tutti a considerare il sistema sanitario regionale non solo un consumatore ma anche un attrattore di risorse, ha definito un´eccellenza che è nostro compito collocare in un´area più vasta perché si tratta di un´opportunità che viene offerta all´intero paese e va oltre i suoi confini, in quanto il Friuli Venezia Giulia è al centro di una comunità transregionale che potrà utilizzare i servizi offerti, portando ricchezza aggiunta al nostro territorio. Tutti gli intervenuti hanno concordato sull´importanza di realizzare anche il terzo e il quarto lotto del nuovo Santa Maria della Misericordia, un impegno di circa 110 milioni che dovrebbe coinvolgere non solo la comunità regionale, è stato detto, ma anche lo Stato, nell´ambito di un quadro che storicamente prevedeva un accordo complessivo per Trieste, Gorizia e Udine, un sistema complessivo che andava a fondersi e creava le condizioni per una forte crescita. L´ospedale, ha ricordato Favaretti, è stato progettato e realizzato secondo il moderno criterio dell´intensità di cura e una logica dipartimentale e quindi non per divisione specialistica, ma secondo le esigenze dei pazienti attorno ai quali ruotano e si riuniscono equipe multidisciplinari e interdisciplinari. Per questo, ha continuato il direttore generale, il trasferimento delle unità operative non sarà un semplice trasloco ma una riorganizzazione e una trasformazione radicale dei modelli assistenziali, un´avventura tutt´altro che irrilevante dal punto di vista della cultura operativa dei professionisti. Attuate nell´ambito della riqualificazione del polo ospedaliero, le opere inaugurate definitivamente oggi sono state realizzate in due lotti del costo complessivo di quasi 112 milioni di euro, a cui si sono aggiunti 17 milioni di attrezzature medicali e di arredi e 6 milioni di euro per tutta la parte informatica. Tanti gli strumenti e le tecnologie di ultima generazione, tra cui 2 nuovi acceleratori lineari, 1 Tac simulatore e un sistema di Brachiterapia per la Radioterapia, una nuova gammacamera (da aggiungere alle altre 3 esistenti) per la Medicina nucleare, una nuova Tac, un gruppo Rx telecomandato, 2 gruppi radiologici digitali e due ecotomografi per la Radiologia. Il nuovo ospedale, che avrà una capacità d´accoglimento di 300 letti, si sviluppa su 4 piani e accoglie i settori di Fisica sanitaria, Medicina nucleare, Radioterapia, Radiodiagnostica e Terapia intensiva, 35 ambulatori (9 otorinolaringoiatrici, 8 di maxilo-facciale, 5 di gastroenterologia, 4 di urologia e 9 oncoematologici di pre-terapia) e 8 sale per l´Endoscopia digestiva, urologica e pneumologica. Due i blocchi operatori per un totale di 12 sale (di cui due riservate alla radioterapia chirurgica) che comprendono 6 sale di Chirurgia generale, Clinica chirurgica e Urologia, 5 per il Dpt Chirurgico specialistico ed una per il Dpt Chirurgico. A tutto ciò si aggiungono 53 tra stanze e sale riunioni per i medici, altre sale per riunioni dai 40 ai 21 posti, un´area ristoro e una serie di spazi destinati al raccordo con le strutture preesistenti, alla sterilizzazione ed ai servizi, 24 ascensori e 11 scale.  
   
   
PUGLIA: ATTIVITÀ MEDICI DI BASE NON È SOLO MISURARE LA PRESSIONE  
 
Bari, 14 gennaio 2013 - “L’attività espletata dai Mmg – Medici di medicina generale - non è quella richiamata in maniera riduttiva nell’articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica; piuttosto si inserisce nel Piano di Prevenzione approvato dalla Giunta regionale, sulla base delle indicazioni emanate dal Ministero della Sanità”. In una nota l’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, commenta un articolo apparso il 10 gennaio sull’edizione barese di “Repubblica”, riguardo il ruolo e i rimborsi ai Medici di Medicina Generale per le attività di prevenzione e di gestione delle cronicità. “Tali attività si inseriscono in un piano strategico che promuove un nuovo modello di gestione delle malattie croniche, basato su una medicina di iniziativa, che ha superato la tradizionale visione che vede il medico in attesa di Pazienti. D’altro canto, tutta l’attività e la strategia programmatoria dell’assessorato alla Salute della Regione Puglia è stata impostata proprio su un radicale mutamento di prospettiva, che prevede il potenziamento del territorio e la presa in carico dei pazienti cronici, che fino a qualche anno fa erano costretti a rivolgersi costantemente ai pronto soccorso, ricorrendo persino, erroneamente, ai ricoveri per problematiche che potevano essere affrontate in setting ben differenti. Voglio ricordare, infatti, che questo assessorato ha sviluppato progetti quali Nardino, la Telecardiologia, le Telediabetologia, l’istituzione della figura del Care Manager, tutte azioni che vanno nella direzione dell’assistenza continua e garantita ai pazienti cronici, direttamente sui territori. In questo quadro si inseriscono anche i progetti stipulati con i Medici di Medicina Generale, coprotagonisti del miglioramento dell’assistenza ai pazienti cronici e del potenziamento dei territori e dei servizi offerti ai cittadini. Giova ricordare, ad esempio, che la Puglia è stata pioniera nell’istituzione dei Cpt (Centri polivalenti territoriali), oggi introdotta a livello nazionale dal Decreto del Ministro Balduzzi, che prevede l’organizzazione e l’aggregazione dei medici di medicina generale sui territori, affinché possano offrire ai pazienti e agli assistiti, in particolare cronici, tutte le cure e l’assistenza necessaria che altrimenti dovrebbe essere erroneamente erogata dai Pronto Soccorso. La Regione Puglia, inoltre, è stata la prima regione in Italia ad introdurre la gestione della cartella clinica informatizzata per patologie, che consente la classificazione degli assistiti per patologie. Così facendo si crea la cultura e la metodologia dell’uso del dato informatico ai fini epidiemologici, indispensabili per garantire una efficace programmazione sanitaria a livello regionale. In questa ottica l’attività dei medici di Mmg è stata oggetto di una pubblicazione da parte dell’Osservatorio Epidiemologico Regionale, che ha evidenziato una riduzione statisticamente significativa del rischio cardiovascolare nei soggetti ad alto rischio. Gli investimenti in prevenzione, rapportati ai benefici, sicuramente costituiscono un risparmio di risorse ed un miglioramento della salute e della qualità della vita dei cittadini pugliesi.”  
   
   
INFLUENZA: 350MILA ITALIANI A LETTO I MEDICI DI FAMIGLIA: “L’EPIDEMIA È SOTTO CONTROLLO”  
 
 Firenze, 14 gennaio 2013 – Il picco dell’epidemia di influenza sta arrivando: nella prima settimana di gennaio sono stati colpiti dal virus 200mila italiani. E in questa settimana si registra un aumento significativo, con stime che indicano circa 350mila persone colpite, quindi quasi un raddoppio rispetto ai 7 giorni precedenti. Ma la situazione che sta vivendo il nostro Paese, e più in generale l’Europa, non è paragonabile a quanto accade negli Usa dove l’epidemia ha messo in ginocchio ben 44 Stati costringendo ad allestire tendopoli fuori dagli ospedali per la mancanza di posti letto. “Grazie alla nostra rete di medici sentinella – spiega il dott. Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg) - siamo in grado di fornire con tempestività informazioni sull’evoluzione della patologia e svolgiamo un’attività sia di tipo epidemiologico che virologico. I medici di famiglia italiani dispongono in tempo reale e con criteri scientifici assoluti di informazioni essenziali per il miglior funzionamento del sistema sanitario”. In Europa l’attività del virus sta aumentando con maggiore intensità nelle zone settentrionali e occidentali del continente. Il ceppo più diffuso negli Usa, l’A/h3n2, che può provocare gravi complicazioni come la polmonite, è “in minoranza” nel Vecchio Continente. “In Italia e in Europa – spiega il dott. Aurelio Sessa, presidente regionale Simg Lombardia e medico sentinella - assistiamo a un’importante circolazione di virus B dell´influenza (circa il 50% dei tamponi positivi per influenza sono positivi per il virus B) e le infezioni da virus A stanno incrementando con una maggior prevalenza per il virus pandemico A/h1n1, pari al 27% contro il 13% dell’A/h3n2. Ma è necessario mantenere alta la soglia d’attenzione grazie alla rete di sorveglianza, perché anche l’Europa potrebbe trovarsi in una situazione di emergenza se il virus A/h3n2 diventasse il più diffuso”.  
   
   
SANITA´: POLVERINI VISITA SERVIZIO RISONANZA OSPEDALE REGINA MARGHERITA  
 
Roma, 14 gennaio 2013 - La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, si è recata il 9 gennaio in visita al reparto di diagnostica del Nuovo Regina Margherita dove è in funzione la macchina per la risonanza magnetica nucleare trasferita dall’ospedale San Giacomo. Il macchinario ha iniziato le sue prestazioni a partire da febbraio 2012 ed ha già eseguito 1.567 risonanze. Tutte le spese di trasferimento sono state a carico dell’Asl Rma. Ad accompagnare la governatrice del Lazio, il direttore generale dell’Asl Camillo Riccioni. "Oggi ho deciso di venire qui perché non c’è stato modo di spiegare ciò che abbiamo fatto- ha detto Polverini- Questa struttura per me e i romani ha significato molto. Quando sono arrivata era sotto naftalina, la stavano rendendo inutile. Invece oggi è una struttura viva, un perno del nostro sistema sanitario”. Il direttore dell´Asl Rma, Camillo Riccioni, ha sottolineato che "la Risonanza magnetica era un pezzo forte del San Giacomo, comprarla oggi costerebbe 500 mila euro”, spiegando che ora "il San Giacomo è vuoto. Di tutto quello che c´era è rimasto solo un apparecchio di radiologia, peraltro non di alto costo che deve essere trasferito all´Eastman".  
   
   
SMETTERE DI FUMARE PER RIDURRE L´ANSIA  
 
Bruxelles, 13 gennaio 2013 - Con il diradarsi del fumo, si vede ora chiaramente che il fumo di sigaretta potrebbe annebbiare le nostre convinzioni riguardo alla sua efficacia come calmante per lo stress. Una nuova ricerca proveniente dal Regno Unito rivela che i fumatori che sono riusciti a smettere di fumare, interrompendo la loro dipendenza, hanno ridotto in modo significativo i loro livelli di ansia. Questa scoperta è il risultato di una ricerca condotta dal King´s College London in collaborazione con le università di Southampton, Oxford e Cambridge. Le conclusioni sono state recentemente pubblicate sul British Journal of Psychiatry. Se si chiede ai fumatori perché fumano, molti risponderanno che lo fanno perché li aiuta a ridurre lo stress, e una ragione per cui non possono smettere è che quando non fumano più si sentono di essere più "sul filo". Le conclusioni cui si è giunti come risultato di questa ricerca, tuttavia, smentiscono proprio questo mito comune. "La diffusa convinzione che fumare aiuti a ridurre lo stress è quasi certamente sbagliata. I fumatori devono comprendere in che modo l´atto di fumare influisce su di loro e devono capire che in molte persone il fumo in realtà aumenta i livelli di ansia," spiega il dott. Máirtín Mcdermott, autore principale dello studio presso l´istituto di psichiatria, dipartimento di psicologia, del King´s College London. Egli attualmente è ricercatore anche presso la Florence Nightingale School of Nursing and Midwifery del King´s College London. Queste scoperte sono delle notizie importanti per l´Europa, dove si stima che ogni anno muoiano 700.000 a causa del fumo. E le conseguenze non finiscono qui. Molti altri milioni di persone soffrono a causa di malattie associate al fumo, come il cancro e le malattie cardiovascolari e respiratorie. Pertanto, l´Ue introdurrà nuove misure per rendere il fumo meno attraente e, cosa più importante, per tentare di dissuadere i giovani dal fumare. Lo studio ha concluso che le persone che sono riuscite a smettere hanno provato una "sensibile riduzione dell´ansia". Tuttavia, e in netto contrasto, i fumatori che hanno fallito nei lori tentativi di smettere hanno scoperto che i loro livelli di ansia subivano "un modesto aumento nel lungo termine". Ciò che questo sembra suggerire è che il "fallimento di un tentativo di smettere può generare ansia". Il campione dello studio era composto da 491 fumatori che frequentavano i centri per la rinuncia al fumo dell´Nhs in Inghilterra. Tutti i partecipanti ricevevano un cerotto alla nicotina e frequentavano otto incontri settimanali. Tra i 491 fumatori, a 106 persone (21,6 %) era stato diagnosticato un problema di salute mentale, principalmente disturbi dell´umore e ansia. Si deve inoltre considerare che erano stati valutati i livelli di ansia di tutti i partecipanti all´inizio della ricerca. Ai soggetti era stato poi chiesto quali fossero i motivi per cui fumavano, e le risposte comprendevano "principalmente per piacere", "principalmente per superare le difficoltà" e "circa alla pari". Sei mesi dopo l´inizio dell´esperimento, 68 dei fumatori (14 %) erano riusciti a smettere di fumare; 10 di questi avevano un attuale disturbo psichiatrico. I ricercatori hanno inoltre scoperto una significativa differenza di ansia tra coloro che erano riusciti a smettere e quelli che avevano ricominciato. Tutti quelli che erano riusciti a smettere mostravano un calo dell´ansia. Le persone che precedentemente fumavano per superare le difficoltà mostravano un calo dell´ansia più marcato in confronto a quelle che precedentemente fumavano per piacere. Tra i fumatori che ricominciavano, quelli che fumavano per piacere non mostravano cambiamenti dell´ansia, ma quelli che fumavano per superare le difficoltà e quelli a cui era stato diagnosticato un problema di salute mentale mostravano un aumento dell´ansia. Nell´interpretare queste scoperte, i ricercatori affermano che, per coloro che fumavano per affrontare le difficoltà, era più probabile accendersi una sigaretta appena svegli; un gesto che indica un comportamento inteso a prevenire sintomi da astinenza, tra cui l´ansia. Riuscendo a smettere, essi eliminavano i ripetuti episodi di ansia e di conseguenza si sentivano meno ansiosi. Tra coloro che ricominciavano e che mostravano un aumento dell´ansia, i ricercatori affermano che non c´era un evidente meccanismo causale, se non il fatto che chi ricomincia può essere preoccupato del permanente rischio per la salute rappresentato dal fumo. Per maggiori informazioni, visitare: British Journal of Psychiatry: http://bjp.Rcpsych.org/ Putting smokers off smoking: http://ec.Europa.eu/news/environment/121220_en.htm