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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 22 Gennaio 2013 |
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AGENDA DIGITALE, PRESENTATO IL RAPPORTO CISIS |
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Milano, 22 gennaio 2013 - A che punto sono le Regioni rispetto agli obiettivi dell´Agenda digitale europea? Tenta di rispondere a questa domanda il Ii Rapporto sull´innovazione nell´Italia delle Regioni (Riir) presentato a Palazzo Pirelli durante un convegno introdotto dal presidente della Regione Lombardia. Curato dal Cisis (Centro interregionale sistemi informativi, statistici e geografici), organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il documento scatta una fotografia a due tinte. Da una parte, le Regioni hanno lavorato per migliorare il tasso di fiducia e sicurezza delle reti, per portare internet veloce e superveloce a tutti i cittadini. Hanno posto le premesse della piena transizione di servizi pubblici e privati verso il digitale e messo in campo azioni per innalzare il livello delle competenze digitali e offrire sempre più servizi online. Contemporaneamente è stato favorito l´impiego dell´Ict in modo intersettoriale per rispondere alle sfide in campo sociale, sanitario, della scuola e dei trasporti. Dall´altra, però, le stesse Regioni si trovano a dover recuperare un divario ancora significativo rispetto ai target europei. A livello nazionale il Nord è più avanti rispetto al Sud, dove solo il 43 per cento delle persone utilizza internet almeno una volta alla settimana, 5 punti al di sotto della media italiana e molto al di sotto della media europea. Le Amministrazioni hanno così deciso di fare squadra e di costituire una vera e propria Cabina di regia dedicata all´Agenda digitale. La strategia interregionale, in particolare, ha posto al centro la circolarità del dato pubblico come essenziale per il cambiamento. Il Caso Lombardo - Il presidente della Lombardia ha ricordato quanto è stato fatto a partire dal varo, nell´autunno del 2011, di una propria Agenda digitale, strumento che ha permesso di realizzare interventi incisivi, coerenti con le aree individuate dal documento europeo (Digital divide, Infrastrutture abilitanti e servizi digitali, Interoperabilità e standard, Patrimonio informativo pubblico, Cittadinanza digitale, Ricerca e innovazione nell´Ict). "Questo perché - ha spiegato il presidente lombardo - le Regioni hanno un compito rilevante in materia di innovazione. Con le nostre azioni favoriamo progetti, investiamo risorse (quasi un miliardo di euro all´anno nell´ultimo quinquennio) e assumiamo un ruolo di coordinamento verso gli Enti locali per creare sinergie, realizzare politiche più efficaci e valorizzare gli investimenti". Da questa consapevolezza e modo di agire è scaturito un programma fitto di interventi che, in un certo qual modo, ha rivoluzionato, e semplificato, il rapporto cittadini/Amministrazione pubblica. La Scuola - Tramite i bandi ´Generazione web Lombardia´ più di 330 istituti superiori hanno potuto acquistare netbook e tablet, sfruttando gli oltre 8 milioni di euro stanziati da Regione Lombardia. Una P.a. Più Efficiente - Per rendere più efficiente la Pubblica amministrazione sono state approvate le linee guida per la dematerializzazione negli Enti locali; per digitalizzate le procedure autorizzative delle Fer (Fonti energetiche rinnovabili); assegnati oltre 2 milioni di euro per la realizzazione di 12 progetti di digitalizzazione e integrazione dei sistemi informativi. La Mobilità E La Bigliettazione Elettronica - Per rendere sempre più agevoli gli spostamenti dei Lombardi e facilitare l´acquisto dei documenti di viaggio, Regione Lombardia ha avviato la sperimentazione del sistema di bigliettazione elettronica con Trenord, Atm, Bresciamobilità, Nordcom, tramite l´utilizzo della Carta regionale dei servizi (Crs). La Sanità - In ambito sanitario spicca la diffusa realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse), facilitata anche dal completamento della distribuzione della tessera sanitaria elettronica a tutti i cittadini. Per ora solo la Lombardia ha completato la consegna. Le Infrastrutture Smart - La Lombardia è vicinissima alla totale copertura del territorio con la banda larga (97,4 per cento, con obiettivo 99,8 per cento a luglio) e ha avviato sperimentazioni e partnership per iniziare il cammino verso la banda ultralarga. Ricerca E Ict - In questo campo sono stati finanziati progetti territoriali per 28 milioni di euro; riconosciuti 34 cluster di aggregazione tra imprese ed enti di ricerca nel digitale; finanziati 4 bandi alle imprese specificatamente rivolti all´Ict e alle start up basate sul digitale con 14 milioni di euro. Open Data - Quella dell´accessibilità dei dati delle Pubbliche amministrazioni è un´altra leva su cui Regione Lombardia sta scommettendo. Dal 23 marzo 2012 è infatti online il Portale regionale ´Open data´, che permette di accedere a un´unica grande banca dati, dove sono consultabili, in modo libero e gratuito, un´ampia quantità di informazioni già in possesso della Regione, che riguardano l´economia, la società, il territorio e le istituzioni lombarde. Questo "pacchetto" ha già consentito anche la realizzazione di centinaia di App a disposizione di tutti. Più Forti Se Uniti - "Importanti risultati - ha concluso il presidente - sono stati raggiunti anche con la gestione telematica delle procedure di gara (piattaforma Sintel, Negozio elettronico e centrale regionale acquisti)". L´auspicio del presidente è però quello che "grazie a una più intensa collaborazione con lo Stato da una parte e con le Autonomie locali dall´altra il contributo delle Regioni alle politiche di digitalizzazione e innovazione possa diventare ancora più forte". |
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MODENA: CONVEGNO SULLA SICUREZZA DEI DATI DIGITALI |
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Modena, 23 gennaio 2013 - “La sicurezza dei dati digitali: il suo valore per il cittadino e l’azienda” è il titolo dell’incontro organizzato dalla Camera di Commercio di Modena in collaborazione con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, il 24 gennaio prossimo dalle ore 9.00 alle 13.30 nella Sala Leonelli della sede camerale di via Ganaceto 134. Il convegno, che vedrà la presenza di eminenti esperti a livello nazionale, mira a superare la fase di sensibilizzazione sui rischi inerenti un’informazione digitale che acquista importanza strategica, per offrire spunti di riflessione e suggerimenti su come, attraverso la sicurezza, sia possibile riposizionare le nostre risorse e competenze, aprirsi a nuovi modelli economici e giuridici e, al contempo, difendersi e contrastare le nuove forme di criminalità. La rivoluzione digitale sta modificando radicalmente i sistemi economici e i modelli di business, le modalità di relazione sociale e di accesso all’informazione, e l’intera scala delle priorità valoriali. Tali cambiamenti richiedono un profondo ripensamento delle norme giuridiche, del mondo del lavoro, dei modelli di formazione, e dei beni da proteggere. Le organizzazioni sono oggi più consapevoli in materia di tutela dei dati, anche se le politiche di gestione e di accesso all’informazione digitale sono ben lungi dall’essere allineate con strutture organizzative complesse e in continua evoluzione. La sicurezza nel contesto della rivoluzione digitale va affrontata con uno slancio culturale e integrato da parte di tutte le organizzazioni pubbliche e private, e di ciascun cittadino in quanto, in un mondo in cui la tecnologia diventa alla portata di tutti, la centralità del fattore umano emerge con maggiore chiarezza. Il convegno sarà trasmesso in streaming sul sito della Cdc. Programma 9.00 Registrazione; 9.30 Maurizio Torreggiani, Presidente Cdc Modena; Intervento di Anna Maria Cancellieri, Ministro degli Interni; Moderatore Massimo Sideri, Corriere della Sera. 10.00-11.15 L’ambito Giuridico - Giulio Ubertis, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Antonio Apruzzese, Polizia Postale e delle Comunicazioni - Marilù Capparelli, Google Italia - Giuseppe Corasaniti, Procura generale della Repubblica, Corte Suprema di Cassazione. 11.00-12.00 Le Risposte Aziendali E Accademiche - Antonio Forzieri, Practice Manager - Technology Sales Organization - Symantec Italia - Francesco Signore, Ibm Italia - Paolo Campobasso, Finmeccanica - Alessandro Corona, Cineca e Policlinico Umberto I di Roma - Carlo Iantorno, Microsoft Italia - Michele Colajanni, Università di Modena e Reggio Emilia. 12.30: Intervento di Alfredo Peri, Assessore, Programmazione territoriale, urbanistica, reti di infrastrutture materiali e immateriali, mobilità, logistica e trasporti. Segr. Org.: Amfa - Associazione Modenese Formazione Aziendale c/o Cdc tel. 059208221 fax 059208449, e-mail: info@amfa.It www.Amfa.it |
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DALLA PUGLIA LA CINA È PIÙ VICINA UN SEMINARIO DELL’ARTI SULLE OPPORTUNITÀ PER GLI INVESTIMENTI TECNOLOGICI IN CINA, IN PROGRAMMA MARTEDÌ 22 GENNAIO A FOGGIA, MERCOLEDÌ 23 A BARI E GIOVEDÌ 24 A LECCE. |
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Valenzano, 22 gennaio 2013 - Un workshop per conoscere le opportunità di investimento tecnologico in Cina e orientare il posizionamento della propria azienda verso i mercati internazionali. È questo il principale obiettivo del sesto appuntamento con i seminari organizzati dall’Arti, che inaugura il 2013 con l’incontro dal titolo “La Cina è vicina: posizionamento e opportunità per gli investimenti tecnologici”, in programma per martedì 22 gennaio (ore 14.30 - 18.30) a Foggia (Università degli Studi, Palazzo Ateneo, Sala Auditorium del Rettorato), mercoledì 23 (ore 9.00 - 13.00) a Bari (Università degli Studi, Aula Magna della Facoltà di Farmacia) e giovedì 24 (ore 9.00 - 13.00) a Lecce (Università del Salento - complesso Ecotekne, Aula Socrate dell’edificio Ibil). Relatore del seminario sarà Francesco Boggio Ferraris, responsabile della Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia Cina, un’organizzazione senza fini di lucro che mira a promuovere gli scambi economici e culturali tra Italia e Cina, migliorare l’immagine della presenza dell’Italia in Cina, realizzare un diverso posizionamento strategico delle realtà imprenditoriali italiane, promuovere il Made in Italy e le eccellenze italiane. La Cina rappresenta un volano essenziale per l’economia mondiale, con il suo 9% circa di tasso medio annuo di crescita e costituisce il primo destinatario di investimenti diretti esteri. Tuttavia, le aziende italiane non sfruttano ancora sufficientemente le opportunità che il paese asiatico presenta in qualità di mercato emergente verso il quale adottare strategie d’ingresso adeguate. Per questa ragione, l’incontro formativo mira a sviluppare competenze attraverso l’aggiornamento sul più recente modello di sviluppo cinese e sulle sue influenze sul modus operandi di privati e aziende: le tematiche oggetto del seminario si snoderanno dall’analisi del quadro politico-economico e socio-culturale alla geopolitica degli investimenti in ambito tecnologico, dall’obiettivo del “triplo 20” del Xii piano quinquennale ad una mappa dei principali investimenti diretti esteri in Cina. Inoltre, un ruolo chiave da utilizzare per costruire efficaci strategie di interrelazione, risiede nella comprensione della cultura, della lingua e dell’intercultural management. Il seminario è organizzato dall’Arti, l’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, nell’ambito del progetto “Creare impresa e diffondere tecnologia a partire dalla ricerca - Programma Operativo per la fase 2 del Progetto Ilo2”, promosso dall’Agenzia (in collaborazione con i cinque atenei pugliesi, il Cnr e l’Enea), su incarico dell’Area Politiche per lo sviluppo economico, il lavoro e l’innovazione della Regione Puglia. La partecipazione al seminario è gratuita, ma soggetta a iscrizione online sul portale dedicato al progetto Ilo, www.Ilopuglia.it Il calendario completo dei seminari ed ogni altro approfondimento sul progetto Ilo sono disponibili sul portale dell’Arti, www.Arti.puglia.it , e su quello del progetto Ilo, www.Ilopuglia.it |
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AGLI ICT DAYS 2013 – ORIZZONTI 2015 GRANDE SPAZIO ALLE STARTUP LA GRANDE KERMESSE ANNUALE DELL’INNOVAZIONE SCOMMETTE SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ICT |
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Trento, 22 gennaio 2013 - Il Trentino punta a trasformarsi in un’economia della conoscenza competitiva a livello globale. A questo scopo le startup, ossia le nuove aziende innovative create da giovani di talento, sono indispensabili. Ecco perché gli Ict Days 2013 – Orizzonti 2015 riservano loro grande spazio. Il Trentino punta sulle startup, le nuove aziende innovative del settore Ict. Per questo Trento Rise e i suoi soci fondatori, la Fondazione Bruno Kessler (Fbk) e il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (Disi) dell’Università degli Studi di Trento, hanno deciso di dedicare ampio spazio proprio agli startupper nell’edizione 2013 degli Ict Days - Orizzonti 2015. Gli Ict Days sono la tradizionale, grande kermesse dell’innovazione che si rivolge a tutta la comunità trentina ma che quest’anno si dedicherà in modo specifico, appunto, anche al mondo delle startup. Queste giovani imprese ad alto contenuto innovativo sono infatti cruciali per la trasformazione del Trentino in una vera e propria knowledge economy. Ossia in un’economia della conoscenza che sia competitiva a livello globale. Il Trentino mira infatti a diventare uno dei principali hub europei di startup: un territorio che permetta ai giovani talentuosi del settore Ict di scommettere su se stessi e trasformare le loro competenze in imprese innovative. Una volontà da tradursi anche in un ritorno diretto sul territorio: secondo l’economista Enrico Moretti, professore dell’Università californiana di Berkeley e autore di The New Geography of Jobs, ogni posto di lavoro nel campo hi-tech ne genera, nel medio o lungo termine, altri cinque in settori tradizionali. Gli Ict Days avranno luogo a Trento dal 20 al 23 marzo e saranno arricchiti dalla nuova iniziativa Orizzonti 2015. Quest’ultima si basa sulla consapevolezza delle grandi possibilità offerte dalla Rivoluzione dell’Ict e del cambiamento epocale che questa rappresenta. I target ai quali si rivolge sono gli studenti, le imprese, l’intera comunità trentina e, appunto, gli startupper. |
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DA REGIONE LOMBARDIA E CNR 20 MILIONI PER LA RICERCA |
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Milano, 22 gennaio 2013 - Risorse per 20 milioni di euro in due anni per favorire lo sviluppo di nuovi programmi e progetti di ricerca in Lombardia, che abbiano un impatto diretto sulla competitività e sull´attrattività del tessuto imprenditoriale lombardo. Lo prevede l´Accordo tra Regione Lombardia e Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) - che mettono a disposizione 10 milioni ciascuno - siglato lo scorso 16 luglio e già concretamente operativo con l´apertura, lunedì 21 gennaio, di un bando legato all´intesa, dedicato ai cluster tecnologici. Nuovi Posti Di Lavoro - "Scopo dell´intesa - ha spiegato il presidente della Regione, intervenendo all´incontro organizzato a Palazzo Lombardia, per illustrare i contenuti dell´iniziativa - è, da una parte, di gettare le basi per la creazione di nuovi posti di lavoro, innalzando il livello d´eccellenza del territorio e, allo stesso tempo, dare un respiro sovraregionale alla ricerca che facciamo qui in Lombardia, portando progetti e idee sui tavoli nazionali, comunitari e internazionali. Basti pensare al programma di finanziamenti alla ricerca e all´innovazione dell´Unione europea, ´Horizon 2012´, che metterà a disposizione 80 miliardi di euro o anche alle opportunità che saranno offerte dall´Expo 2015". Rientrano nell´accordo anche iniziative di formazione e informazione, sia per diffondere tra i giovani l´interesse verso la scienza e la tecnologia, sia per crescere professionalità di alto livello in istituti sempre più all´avanguardia. Imprese Competitive - "L´accordo quadro fra il Cnr e la Regione Lombardia, di cui oggi presentiamo l´avviso applicativo - ha dichiarato il presidente del Cnr - rappresenta un nuovo modo di coinvolgere attivamente la ricerca nella crescita dei territori. Con queste iniziative puntiamo a rendere competitive le imprese nei settori tradizionali ed emergenti, attrarre risorse e talenti, costruire reali opportunità per i giovani. È una sfida importante che insieme, Cnr e Regione, affrontiamo con grande convinzione ed entusiasmo. Sono certo dei risultati, che saranno importanti e positivi". Risultati Del Precedente Accordo - La nuova intesa tra Regione e Cnr si pone in continuità con la precedente, firmata nel 2006 e finanziata con 40 milioni di euro, grazie alla quale hanno trovato lavoro 159 giovani ricercatori, tecnici, dottorandi, impegnati nello sviluppo dei progetti, sono stati registrati 10 brevetti (nazionali e internazionali), avviati 6 laboratori di ricerca e sviluppo, 2 impianti pilota, 6 software innovativi, oltre alla realizzazione di più di 30 prototipi e risultati applicativi, decine di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e nazionali, convegni e workshop nazionali e internazionali. |
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ISCRIZIONI SCOLASTICHE ON-LINE: LA RETE TOSCANA CHE AIUTA A DOMINARE … LA RETE |
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Firenze, 22 gennaio 2013 – La “rete” toscana che unisce i quasi 100 punti di accesso, pubblici e gratuiti, a Internet (per la precisione sono 97) è a disposizione di quei genitori toscani, privi di accesso personale a Internet, che si trovano a dover iscrivere i propri figli nelle scuole per l’anno scolastico 2013/2014 e che, in base alle nuove disposizioni di legge, possono farlo – da lunedì 21 gennaio 2013 e fino al successivo 28 febbraio – solo attraverso Internet. E’ questo il senso di tre lettere che la segreteria dell’assessorato regionale all’Istruzione ha inviato ai sindaci, ai dirigenti scolastici e a tutti i punti della “rete” in tutto il territorio regionale. Per conoscere con precisione quale sia il punto di accesso più vicino, si può telefonare al numero verde (di Regione Toscana) 800 860 070 Premesso che il Ministero Istruzione ha realizzato una pagina web dedicata (www.Iscrizioni.istruzione.it) su cui le famiglie possono trovare le informazioni necessarie a questo adempimento, la vicepresidente di Regione Toscana con il presidente di Anci Toscana e il presidente regionale di Uncem – firmatari delle lettere – si fanno interpreti della “comprensibile preoccupazione” fra non pochi genitori, in particolare fra quelli che non hanno accesso a Internet ma anche fra quelli che chiedono assistenza nella compilazione dei moduli. Di quest’ultimo aspetto si occuperanno esclusivamente le segreterie delle scuole, ma è sull’accesso a Internet di chi ne è privo che può svolgere un ruolo importante, a servizio delle famiglie, proprio la “rete” territoriale composta da Paas (Punti per l’accesso assistito ai servizi on-line), Urp (Uffici relazioni con il pubblico), biblioteche e sportelli “Resisto” (questi ultimi sono dedicati in modo specificoo a cittadini di origine straniera). Ecco perchè le lettere spedite da Piazza Duomo 10 di Firenze sottolineano ai sindaci l’importanza di agevolare al massimo l’accesso alla rete fornendo a scuole e famiglie tutte le informazioni utili su localizzazione e orari di apertura dei punti di assistenza. Nelle analoghe lettere inviate ai dirigenti scolastici e al punti di assistenza, viene espressa l’importanza di una forte collaborazione in modo da ridurre al massimo le difficoltà legate alla procedura telematica di iscrizione. Nel sito web del Ministero Istruzione è pubblicato il “manuale d’uso per le famiglie”: 7 pagine che accompagnano i genitori più tecnologicamente evoluti nelle nuove regole per registrare i loro figli. Un manuale certo utile, ma solo per chi ha familiarità con il web: per gli altri non resta che farsi aiutare dalle segreterie delle scuole oppure utilizzare la connessione garantita nei punti di questa “rete”. Escludendo le scuole dell’infanzia, in Toscana sono attese circa 90 mila domande di iscrizione, con una media dunque di 2.300 per ciascuno dei 39 giorni (domeniche comprese) di operatività della procedura on-line. |
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ESAME DI STATO ANCHE PER GLI STUDENTI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE TRENTINA |
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Trento, 22 gennaio 2013 - Nella seduta del 18 gennaio la Giunta ha approvato lo schema di Protocollo d´intesa tra la Provincia autonoma di Trento ed il Ministero dell´Istruzione, università e ricerca per la definizione dei “Criteri generali per la realizzazione degli appositi corsi annuali per gli studenti che hanno conseguito il diploma professionale al termine del percorso di istruzione e formazione professionale quadriennale e intendono sostenere l’esame di stato per conseguire il “diploma di maturità”. Un risultato importante per tutto il sistema scolastico e formativo, a conclusione di un lungo lavoro preparatorio col Miur, da parte delle due province autonome di Trento e di Bolzano. Il proficuo confronto con il Ministero e l’attiva collaborazione con la Provincia autonoma di Bolzano, hanno permesso la definizione dello schema di Protocollo d’intesa, allegato alla delibera approvata oggi dalla Giunta, su proposta dell’assessore all’istruzione e allo sport, concordato tra la Provincia autonoma di Trento, la Provincia autonoma di Bolzano ed il Ministero dell’Istruzione, università e ricerca. Il Protocollo verrà sottoscritto, per la provincia autonoma di Trento dal dirigente generale Marco Tomasi e per la provincia autonoma di Bolzano dal Herman Berger. Un risultato atteso, ma frutto di un lavoro lungo e continuo, a conclusione del riordino degli ordinamenti dei nuovi Istituti professionali e dopo l’approvazione del relativo Regolamento. E´ proprio il Regolamento nazionale che attribuisce alle Province autonome di Trento e di Bolzano, in considerazione dello Statuto di autonomia e delle relative norme di attuazione in materia di istruzione e di formazione professionale, la possibilità di realizzare, attraverso specifiche intese tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca e le due Province, appositi corsi annuali che si concludono con l’esame di Stato. Intese, che devono appunto definire i criteri generali per la realizzazione dei corsi in modo coerente con il percorso di istruzione e formazione professionale seguito dallo studente che ha conseguito il diploma professionale. Da tanto tempo la Provincia autonoma di Trento ha investito e quindi sviluppato un significativo sistema di istruzione e formazione professionale portando al rilascio di qualifiche professionali a conclusione del terzo anno e già dal 2005 di diplomi professionali a conclusione del quarto anno. Si tratta di un sistema diffuso su tutto il territorio provinciale che coinvolge il 24% dei giovani trentini che alla fine della scuola secondaria di primo grado lo scelgono. Questa particolare caratterizzazione del sistema di istruzione e formazione professionale ha determinato anche la scelta di programmazione di un’offerta formativa orientata verso una progressiva confluenza degli indirizzi dell’istruzione professionale, nell’istruzione tecnica o nell’istruzione e formazione professionale provinciale. Con tali premesse la Provincia di Trento con la Provincia autonoma di Bolzano ha avviato già dal 2010 il percorso di collaborazione interistituzionale con il Ministero per poter garantire l’opportunità di attivare questo apposito corso annuale con uno specifico esame di Stato e quindi consentire la prosecuzione ai più alti livelli di studio universitario e di alta formazione, dando così risposta a una parte di coloro che hanno conseguito il diploma professionale quadriennale e allineandosi in questo modo anche ai corrispondenti sistemi europei. A tale fine si è collaborato, in stretta sintonia con la Provincia autonoma di Bolzano, con il Ministero partecipando ad un gruppo tecnico per ricercare soluzioni innovative che valorizzino le rispettive competenze e la specificitá della formazione professionale, tenendo conto delle disposizioni speciali contenute nelle norme di attuazione dello Statuto di autonomia in materia di istruzione e in particolare in materia di esami di Stato che sono gli articoli 7 e 8 del decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 405 (Norme di attuazione dello statuto speciale per la regione Trentino - Alto Adige in materia di ordinamento scolastico in provincia di Trento). Tali articoli consentono infatti alla Provincia autonome di poter: - modificare i programmi dell’esame di Stato, comunicando il progetto di modifica al Ministero dell’Istruzione per il parere del consiglio nazionale della pubblica istruzione, integrato da un rappresentante della Provincia; - emanare norme per l’attuazione delle leggi sugli esami di Stato, sentito il Ministero della pubblica istruzione; - proporre annualmente, in relazione al particolare ordinamento stabilito nei piani di studio provinciali, le materie su cui vertono gli esami di maturità e le relative prove che sono determinate annualmente dal Ministro della pubblica istruzione. La sottoscrizione del Protocollo d’Intesa con Ministero, segna un passaggio importante verso una visione unitaria dell’intero sistema educativo provinciale, che offre così la possibilità anche agli studenti della formazione professionale che hanno completato il quarto anno e che decideranno di proseguire in tal senso, di sostenere un esame di stato su discipline e contenuti coerenti con il percorso realizzato, dopo un ulteriore anno preparatorio, La delibera completa degli allegati si può consultare e scaricare, da martedì 22 gennaio 2013, sul portale della scuola trentina www.Vivoscuola.it |
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ROMA - L´IMPRESA CREATIVA VA A SCUOLA |
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Roma, 22 gennaio 2013 - Si chiama “L´impresa creativa va a scuola - I Villaggi ideali raccontati dagli studenti delle scuole romane”, l’evento promosso dalla Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con il suo Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile, tenutosi ieri presso il Tempio di Adriano. L’evento rappresenta la fase conclusiva del progetto “L´impresa creativa va a scuola”, che ha coinvolto 10 classi di diversi istituti superiori di Roma e provincia, e che ha visto la partecipazione di personalità di spicco nel mondo dell’arte, della comunicazione e dell’imprenditoria. Protagonisti sono stati gli studenti dell’ultimo anno, che hanno presentato la propria idea imprenditoriale creativa, realizzata grazie ai seminari di orientamento organizzati nelle scuole nell’ambito del progetto. L’iniziativa è una prosecuzione e un approfondimento del progetto “Percorsi Imprenditoriali al femminile: cultura d’impresa e mentoring”, realizzato dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile della Cdc di Roma nell’anno 2011/2012. A seguito di specifica richiesta da parte dei ragazzi partecipanti, il Comitato ha deciso di ripetere l’iniziativa in maniera continuativa e strutturata, inserendola nell’ambito della nuova programmazione scolastica. “Sono rimasto molto colpito – dichiara Giancarlo Cremonesi, Presidente della Cdc – dall’alto livello dei progetti presentati dagli studenti. Questi brillanti risultati confermano la validità dell’iniziativa promossa dal nostro Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile. Iniziativa che ruota attorno alla capacità propositiva e all’impegno di due componenti essenziali della nostra società: le donne e i giovani. Componenti vitali e innovative, che, più di tutte, rappresentano il futuro, la speranza, il progresso, ma che, troppo spesso, non sono valorizzate come meritano. Per questo la Cdc di Roma ha messo in campo un Fondo di Garanzia specificamente dedicato a sostenere gli aspiranti imprenditori e le neoimprese costituite dai giovani fino ai 36 anni, da donne e immigrati”. “La Cdc – conclude Cremonesi – è la casa delle imprese, dove si può trovare tutto il sostegno per diventare veri imprenditori”. Obiettivi del progetto sono stati: offrire un primo orientamento verso il concetto di imprenditorialità; promuovere la visione di impresa creativa; avvicinare i ragazzi al loro sogno quindi al loro talento reale; mostrare esperienze di impresa creativa attuate e da attuare; fornire informazioni su progetti volti a stimolare l´attività creativa, già avviati in Italia e in Europa; svolgere esercitazioni volte al potenziamento dell´autostima, della considerazione di sé e degli altri; sviluppare attraverso i seminari un’attività di “orientamento al ruolo imprenditoriale”. |
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SHOAH, 300 STUDENTI NELL´AUDITORIUM DELLA REGIONE LOMBARDIA |
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Milano, 22 gennaio 2013 - Oltre trecento tra studenti, insegnanti e dirigenti scolastici hanno seguito con grande attenzione le testimonianze e la ricostruzione dello storico Michele Sarfatti, direttore Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea), di Francesco de Sanctis, direttore generale dell´Ufficio scolastico regionale della Lombardia e di Micaela Goren Monti, vice presidente Cdec, che hanno partecipato, alla giornata ´La Scuola per non dimenticare´ organizzata presso l´Auditorium Giovanni Testori della Regione Lombardia, organizzata dall´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Cultura. La Giornata Della Memoria - Il momento di riflessione, in preparazione della Giornata della Memoria, che ricorre domenica prossima, 27 gennaio, ha offerto spunti di ulteriore documentazione e conoscenza per commemorare le vittime dell´Olocausto e di coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati. "Una straordinaria opportunità educativa e culturale - ha commentato l´assessore regionale - per far conoscere una serie di fatti che hanno messo in discussione i fondamenti della civiltà". Durante la ricostruzione storica, arricchita dalla proiezione di due filmati rievocativi, Sarfatti ha ricordato gli impressionanti numeri del genocidio, le leggi razziali, la paura dei sopravvissuti nel rivelare le drammatiche esperienze vissute nei campi di concentramento. Documenti e approfondimenti sono disponibili sul sito www.Cdec.it. Commosso anche il ricordo offerto dal direttore generale De Sanctis, il cui padre vide e visse in prima persona la terribile esperienza dei campi di sterminio. Tutti hanno rivolto un appello agli studenti presenti, per invitarli a non dimenticare e a conoscere questo capitolo tragico della nostra storia, in modo che non abbia più a ripetersi. Domenica Inaugurazione Del Memoriale Della Shoah - Intanto domenica, a Milano, sarà inaugurato il Memoriale della Shoah, realizzato con il sostegno di Regione Lombardia. La struttura sorge in un´area della Stazione Centrale, situata al di sotto dei binari ferroviari utilizzati dai treni per il trasporto pubblico. L´accesso è da via Ferrante Aporti. Tra il 1943 e il 1945, proprio dal Binario 21, centinaia di deportati furono caricati su vagoni merci sollevati tramite un elevatore e trasportati al piano dei binari. Da qui partivano i convogli diretti ai campi di concentramento e sterminio (Auschwitz-birkenau, Bergen Belsen) o ai campi italiani di raccolta. L´area del Memoriale occupa uno spazio di 7.000 mq articolati in due aree: una destinata al Memoriale, l´altra al Laboratorio della Memoria, che ospiterà la biblioteca, in cui potranno trovare spazio 45.000 volumi. |
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DISLESSIA E DSA: IL TERRITORIO FA RETE FIRMATO A PARMA UN PROTOCOLLO NATO DAL LAVORO DI UN GRUPPO INTERISTITUZIONALE SUI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO |
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Parma, 17 gennaio 2013 – Si chiamano “Disturbi specifici dell’apprendimento”, e colpiscono una significativa percentuale di alunni: a livello nazionale tra il 2,5 e il 3,5% della popolazione in età evolutiva cui determinano spesso difficoltà sia scolastiche sia di integrazione. Si tratta di dislessia (disturbo nella velocità e nella correttezza della lettura), disortografia (disturbo nella correttezza della scrittura), disgrafia (disturbo nella realizzazione dei grafemi), discalculia (debolezza nella strutturazione delle componenti di cognizione numerica e/o difficoltà nelle procedure esecutive e/o nel calcolo). Nelle scuole di Parma e del Parmense riguardano il 2,15% degli alunni. Proprio i Dsa sono stati al centro di un protocollo siglato il 17 gennaio in Provincia: un accordo importante, che ha coinvolto un intero territorio in tante delle sue articolazioni, istituzionali e non. Per garantire ai ragazzi e alle loro famiglie il supporto di una rete territoriale cui appoggiarsi, nell’ottica di una “presa in carico” mirata e della piena garanzia del diritto allo studio e all’apprendimento, la Provincia ha infatti coordinato un gruppo di lavoro interistituzionale che ha condotto all’intesa: Provincia, Comune di Parma, Ufficio Scolastico territoriale, dirigenti scolastici, Istituto comprensivo di Felino (in qualità di scuola polo), Cepdi, Associazione italiana dislessia (Aid) e Azienda Usl hanno condiviso il testo dell’accordo, che mira a definire i “livelli di prestazione” che lo studente e i suoi genitori possono attendersi da parte dei soggetti coinvolti, e in particolare dalla scuola, dall’Ausl, dai Comuni, dalla Provincia e dall’Aid. “La Provincia ha coordinato un’attività di rete che mira al supporto ai ragazzi con Dsa e che oggi sfocia in questo protocollo: un accordo che fa lavorare in modo chiaro tutti gli attori, che sono tanti, ciascuno con il proprio ruolo, intorno a questi ragazzi, che hanno tanti modi per essere aiutati. Il tutto per essere il più possibile efficaci e avere una scuola davvero inclusiva”, ha spiegato l’assessore provinciale alle Politiche scolastiche Giuseppe Romanini, che all’incontro ha rappresentato la Provincia insieme all’assessore alle Politiche sociali Marcella Saccani. “Per noi quella di oggi è una giornata molto importante, perché in questo accordo c’è l’impegno di tutto il territorio sulla dislessia e i Dsa, che non sono una moda. Io sono qui per dire che noi dell’Aid ci siamo, che siamo qui con voi per dare il nostro aiuto”, ha detto rivolta ai presenti Simonetta Pellicciari, presidente della sezione di Parma dell’Associazione italiana dislessia. Il protocollo è nato per migliorare gli scambi tra le realtà che nel sistema locale sono chiamate a occuparsi degli alunni con Dsa, definendone responsabilità e impegni reciproci ma anche stabilendo le modalità di comunicazione e di collaborazione tra le diverse istituzioni, con le famiglie e l’associazione di riferimento: il tutto per rendere efficace il sistema degli interventi. Il macro obiettivo dell’iniziativa è quello di far sì che questa rete, interagendo naturalmente con le famiglie, agisca al meglio per supportare il ragazzo con Dsa, affinché non venga penalizzato né nell’apprendimento né dal punto di vista dell’integrazione e della socialità: per questo si è messo a punto un percorso condiviso che parte dall’individuazione precoce del disturbo e passa attraverso la “presa in carico” mirata da parte dei servizi socio-sanitari e scolastici con l’attivazione di strumenti compensativi per l’apprendimento. L’ottica di riferimento è quella della scuola come opportunità per tutti: il protocollo intende infatti promuovere l’attenzione alla progettazione educativa per tutti gli alunni, mirando a consolidare e “rimotivare” la cultura dell’accoglienza e della valorizzazione con ogni strumento delle potenzialità di ciascuno. “Il pregio fondamentale di questo accordo – ha commentato il direttore generale dell’Ausl Massimo Fabi - è quello di mettere insieme tutti gli attori istituzionali affinché intervengano al meglio per dare una risposta completa, e di definire in maniera chiara ciò di cui stiamo parlando. C’è infatti un “percepito” molto ampio e diffuso nella popolazione, e questo è un bene, ma c’è il rischio che in questo “contenitore” entrino anche altre cose, diverse dai Dsa. Il protocollo ci aiuta quindi a governare una situazione ad alta attenzione sociale nella maniera più corretta, in un sistema in cui ciascuno fa la propria parte, a seconda delle specifiche competenze, e in cui si punta, insieme, a migliorare le prestazioni di tutti a favore dei ragazzi”. Per il vice sindaco di Parma Nicoletta Paci si tratta di “un accordo importante, che giudichiamo con molto favore perché diventi una pratica effettiva di miglioramento per tutti i ragazzi che hanno questo tipo di disturbi”. Per la dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Laura Gianferrari “tutto questo può essere inteso come la testimonianza del fatto che siamo in grado di unirci e di lavorare pensando al bene comune: mi piace che il nostro territorio si incontri e converga su questi temi”, ha detto, aggiungendo poi: “In questi anni il nostro impegno è stato soprattutto quello di cercare di diffondere il più possibile non solo la consapevolezza relativa ai Dsa ma anche le modalità d’impiego degli strumenti utili per affrontare queste problematiche: formare gli insegnanti, dunque. E si è cercato di dare gli strumenti per gestire classi dove l’eterogeneità è ormai la norma”. Il protocollo sui Dsa ha appena iniziato il suo corso e conta già un centinaio di adesioni tra scuole, Comuni e altri enti del territorio. Dopo le sigle di oggi, rimarrà comunque “aperto” negli uffici dell’Assessorato alle Politiche scolastiche della Provincia per ulteriori adesioni e firme. I sottoscrittori del protocollo: Azienda Usl; Provincia; Comuni; Ufficio scolastico territoriale; Dirigenti scolastici delle scuole statali; Dirigenti delle scuole paritarie; Scuole dell’infanzia e paritarie; Cepdi - Centro provinciale di documentazione per l’integrazione; Associazione italiana dislessia - Sezione di Parma. Dsa: l’impegno di Provincia e Regione - Congiuntamente al lavoro che ha portato alla stesura del protocollo provinciale, nell’ultimo biennio la Provincia di Parma, in collaborazione con l’Istituto comprensivo di Felino e l’Ufficio Scolastico territoriale di Parma, ha sostenuto grazie ai finanziamenti della legge regionale 12/2003 (Valorizzazione autonomie istituzioni scolastiche del territorio dell’Emilia-romagna) azioni di formazione rivolte agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado. In particolare in quest’anno scolastico (2012-13) la formazione, dal titolo “Disturbi specifici di apprendimento; percorsi per una didattica inclusiva”, è stata rivolta agli insegnanti delle scuole primarie. L’interesse verso la formazione è stato notevole, e molti incontri, non di natura laboratoriale, sono stati aperti anche agli insegnati degli altri ordini e gradi. È già in fase di organizzazione il calendario della prossima formazione (anno scolastico 2013-14), che sarà rivolto più specificamente agli insegnanti proprio delle scuole secondarie di I e Ii grado. L’azione provinciale affianca sul tema l’azione regionale: la Regione Emilia-romagna infatti per la seconda annualità ha promosso il progetto Prodsa, che tra le altre azioni prevede anche la concessione in comodato d’uso di strumenti informativi compensativi. Per l’anno 2012-13 possono richiedere gli strumenti gli alunni iscritti alle terze classi della scuola secondaria di I grado entro il 9/2/2013: la richiesta va presentata all’istituzione scolastica. |
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CONVEGNO: POLITICHE GIOVANILI, MERCOLEDÌ 23 GENNAIO IL MODELLO LIGURE DEL SERVIZIO CIVILE |
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Genova, 22 Gennaio 2013 - Il servizio civile: lavori in corso in tempo di crisi. E’ questo il tiolo del convegno che si svolgerà mercoledì 23 gennaio dalle 9 alle 12 nell’aula magna di via Balbi 5 all’Università di Genova. Organizzato dalla Regione Liguria, insieme al Clesc, la conferenza ligure degli enti di servizio civile e all’Università di Genova il convegno farà il punto sul modello ligure e sul ruolo del servizio civile regionale e nazionale in tempo di crisi, mettendo a confronto esperienze di più regioni. All’iniziativa prenderanno parte, tra gli altri, l’assessore regionale alle politiche sociali, Lorena Rambaudi, Pierluigi Consorti, direttore del dipartimento di scienze per la pace dell’Università di Pisa, Paolo Bandiera, componente della consulta regionale del servizio civile e Raffaele De Cicco, coordinatore dell’ufficio per il servizio civile nazionale. Dal 2006, anno di istituzione del servizio regionale, al 2012 sono stati 1.700.000 gli euro impegnati dalla Regione Liguria per il servizio civile, 105 i progetti finanziati e più di 3.000 giovani coinvolti. Tra gli interventi promossi il bando scuole dedicato ai giovani dai 15 ai 18 anni, “Inclusi tu”, dedicato a interventi socio-educativi per giovani dai 16 ai 29 anni sottoposti a misure alternative e “cittadini a 360°” per i giovani dai 18 ai 29 anni a rischio di esclusione sociale. |
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AMBIENTE, L´ASSESSORE DELLA LOMBARDIA A BRUXELLES PER I FONDI DELL´UE |
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Milano, 22 gennaio 2013 - L´assessore regionale all´Ambiente, Energia e Reti sarà a Bruxelles all´inizio di febbraio per discutere con la Commissione europea dell´uso dei fondi relativi al periodo 2007/2013 e per affrontare la programmazione di quelli del settennio 2014/2020. "Sui temi energetici e ambientali - spiega l´assessore - la Lombardia è molto ben posizionata rispetto alle altre regioni italiane, ma ciò non toglie che vogliamo continuare a lavorare per migliorare la capacità di utilizzare i fondi messi a disposizione dall´Europa. Va infatti anche tenuto conto che la situazione complessiva è molto mutata rispetto a quando, nel 2005/2006, è stata impostata la programmazione tuttora vigente". L´assessore è intenzionato a sottoporre al Tavolo europeo anzitutto i temi delle acque e delle Valutazioni d´Impatto Sanitario (Vis) all´interno delle procedure autorizzatorie degli impianti industriali. Anche l´amianto, con le tecnologie di smaltimento e il ruolo delle istituzioni in questo percorso, rappresenta uno degli argomenti che saranno affrontati. "Lavoreremo anche sulle questioni relative all´educazione ambientale - continua l´assessore -. Abbiamo già avviato un gruppo di lavoro molto proficuo con le associazioni ambientaliste del nostro territorio e ne porteremo i frutti ai Tavoli europei, chiedendo anche qui un impegno sostanziale per il futuro in termini di finanziamenti e progettualità". |
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AMBIENTE: FIRMATA INTESA TRA MINISTERO AMBIENTE, REGIONE VENETO E SAN BENEDETTO PER PROGETTO ”NUOVA VITA AL PET” |
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Venezia, 22 gennaio 2013 - Attivare un circolo virtuoso per ridurre l’impatto sull’ambiente della plastica. Questo l’obiettivo del progetto “Nuova vita al Pet”, definito dal protocollo d’intesa tra Ministero dell’Ambiente, Regione del Veneto e Acqua Minerale San Benedetto Spa, che prevede la promozione di progetti comuni finalizzati all’analisi, riduzione e neutralizzazione dell’impatto sul clima del settore delle acque minerali e bevande analcoliche. L’accordo è stato sottoscritto ieri a Palazzo Balbi a Venezia dal Ministro Corrado Clini, dal Presidente della Regione e dal Presidente di San Benedetto Enrico Zoppas. L’obiettivo del progetto è calcolare il risparmio di Co2 che si otterrà incoraggiando nuove abitudini di consumo volte al recupero delle bottiglie in plastica direttamente nei punti vendita, attraverso la realizzazione di un circolo virtuoso che coinvolga consumatore, distributore, produttore e azienda del riciclo, facilitando la raccolta ed il riutilizzo del materiale. “L’importanza di questo progetto – spiega il Ministro Clini - è il coinvolgimento di tutta la filiera ed in particolare del consumatore, chiamato ad un comportamento responsabile e sensibile all’impatto sull’ambiente di tutto il ciclo di vita di un prodotto. La collaborazione con San Benedetto e la Regione del Veneto rientra nel quadro del programma nazionale del ministero per il calcolo dell’impronta ambientale dei processi produttivi e dei prodotti, che oggi coinvolge più di 70 imprese italiane in diversi settori produttivi. L’obiettivo è fare della qualità ambientale un elemento di competitività”. “La Regione - sottolinea da parte sua il Presidente veneto – promuove iniziative in diversi settori industriali veneti con lo scopo di quantificare le emissioni di gas serra e contenere la loro produzione, anche attraverso accordi volontari che incentivino l´utilizzo di pratiche efficaci di gestione delle emissioni di questi gas generate lungo le filiere produttive. In generale le politiche ambientali della Regione stanno puntando con convinzione sulla "green economy", cioè un modello di sviluppo che si concentra sulla creazione di posti di lavoro, la promozione della crescita economica sostenibile, la prevenzione dell´inquinamento ambientale e del riscaldamento globale mediante un uso efficiente ed intelligente delle risorse a disposizione. Il progetto della San Benedetto va in questa direzione”. “Si tratta di un altro tassello della nostra politica ambientale - commenta il presidente del Gruppo, comm. Zoppas - la quale ha orientato verso l’ecosostenibilità tutti i nostri sforzi tecnologici e tutta l’attività di prodotto e di processo. Il nostro è un approccio sistemico, scientifico e strutturato, che si propone come “focus” quello di ridurre le proprie emissioni in tutto il ciclo produttivo fino a neutralizzarle del tutto. Un processo dal grande valore sociale, che stimola anche il protagonismo del consumatore il quale ha possibilità di tradurre un gesto quotidiano, come quello del bere, in un gesto più responsabile che può contribuire fattivamente a un ambiente più pulito ed ad un futuro migliore per noi e per i nostri figli”. Nell’ambito di un accordo quadro con il Ministero dell’Ambiente, già nel 2010 la San Benedetto aveva avviato il progetto "Easy" che ha previsto la commercializzazione della prima bottiglia, a livello nazionale, di acqua minerale in Pet da l Litro ad emissioni di C02 interamente compensate. L’azienda ha quindi proposto l’avvio di progetti per ridurre il peso delle bottiglie utilizzando meno Pet e per promuovere il loro riciclo presso la Grande Distribuzione Organizzata e i consumatori, mediante il coinvolgimento degli enti locali e con il concreto sostegno della Regione. |
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POLITICHE SOCIALI - BANDO DI SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO PER LE ZONE TERREMOTATE LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA GARANTISCE L´ACCESSO AL SERVIZIO A TUTTI, COMPRESI I GIOVANI COMUNITARI E STRANIERI" |
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Bologna, 22 gennaio 2013 - Il bando straordinario di Servizio civile volontario avviato in questi giorni a favore delle zone colpite dal terremoto ha riacceso il dibattito sulla legittimità dell’esclusione dei giovani stranieri. “Ricordo che la Regione Emilia Romagna – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi - fin dall’ottobre del 2003 garantisce, grazie ad una propria legge, l´accesso al servizio civile regionale a tutti i giovani senza distinzione di sesso, di appartenenza culturale o religiosa, di ceto, di residenza o di cittadinanza orientando poi, di anno in anno, una quota dei bandi esclusivamente a favore dei giovani stranieri per compensare le carenze di accesso dell’intervento nazionale. Per dare continuità a questo impegno - prosegue l’assessore Marzocchi – al bando straordinario del Governo abbiamo affiancato anche un bando regionale, rendendo disponibili 100 posti ai giovani comunitari e stranieri presenti sul nostro territorio”. “Questa importante iniziativa – conclude Teresa Marzocchi - credo renda esplicita la volontà di questa Regione di rafforzare i presupposti affinché tutti i cittadini dell’Emilia-romagna possano avere uguali opportunità e il servizio civile volontario dei giovani possa costituire, insieme, risposta ai bisogni della comunità e momento di crescita della coesione sociale”. |
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PUGLIA PRESENTA PROGETTO HAZADR UNA RETE TRANSFRONTALIERA PER LA PREVENZIONE DEI RISCHI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE |
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Bari, 22 gennaio 2013 - Presentato ieri mattina alla stampa, dagli assessori alle Opere Pubbliche e Protezione Civile ed alla qualità dell’Ambiente, il progetto internazionale Hazadr, che vede il Servizio regionale di Protezione Civile, leader partner di altri 12 soggetti italiani e stranieri. L´obiettivo principale del progetto è la creazione di una rete transfrontaliera per la prevenzione dei rischi e la gestione delle emergenze, al fine di ridurre il rischio di inquinamento e contaminazione del mare Adriatico e delle zone costiere, nonché rafforzare una comune capacità di pronto intervento delle comunità appartenenti alla regione adriatica contro i rischi ambientali e tecnologici determinati dalla collisione, naufragio o fuoriuscita di petrolio e materiale tossico in mare. “Oggi – hanno detto i rappresentanti del Governo regionale – assistiamo costantemente ad una impennata della curva del rischio e questo non accade certo perché i moderni sono meno attenti, ma perché l’uso sciagurato e lo sfruttamento della terra da parte dell’uomo hanno generato un inevitabile ampliamento della curva del rischio. (...) “Stiamo studiando con attenzione i fenomeni di intersezione tra il mare e il rischio, come ad esempio quello della subsidenza, il fenomeno di sprofondamento della terra che genera ingressioni marine che determinano sul territorio l’esposizione a fenomeni alluvionali, e molti altri, ma nel dibattito ciò che è reso maggiormente visibile è l’importanza dell’emancipazione dai singoli recinti di competenza e l’accomunamento di fenomeni di rischio intorno ad un concetto unico di Protezione civile. “I legislatori nazionali e comunitari, infatti,- hanno detto ancora- dovranno fare inevitabilmente i conti con la necessità della nascita di un ordinamento compatibile con una società esposta al rischio che superi le farraginosità procedimentali e renda tutte le problematiche di rischio realtà di Protezione civile. “Parliamo oggi di transito di navi lungo il corridoio adriatico, che a seguito di incidenti riversano sostante tossiche, ma se adottassimo la scienza come orientatore di ogni nostra azione, ci accorgeremmo che non stiamo parlando solo di un problema circoscritto al transito delle navi, ma stiamo invece ripercorrendo, in un nesso causale all’infinito, fenomeni di mutamenti climatici, di trasformazione delle coste, di esposizione alle correnti, ovvero di una serie di interventi dell’uomo sulla natura che riguardano la nostra vita quotidiana e che agevolano le conseguenze dannose di un incidente non prevedibile. “Ciò che è importante capire è che questa mattina non si è riunito un gruppo di avanguardisti ben pensanti che analizzano qualcosa che non ha alcuna incidenza nella società nel suo complesso, ma che si stanno invece producendo ‘prodotti’ il cui utilizzo a regime salva vite umane ed evita la morte”. "La tutela delle risorse naturali – hanno poi sottolineato- passa necessariamente per la prevenzione, il monitoraggio l´investimento di risorse, economiche ed umane, che permettano di far tesoro delle evidenze scientifiche al servizio delle scelte di amministrazione attiva. A maggior ragione in questo momento in cui le risorse naturali del pianeta sono oggetto di uno sfruttamento predatorio la scelta di far quadrato attorno ad esse è fondamentale: qui in Puglia poi assistiamo all´arrembaggio sui nostri mare, ad un vero e proprio embargo delle nostre coste operato dalle multinazionali del petrolio. Tutti insieme, ciascuno per la propria competenza e per le proprie responsabilità, siamo chiamati ad essere custodi del pianeta, delle risorse naturali unico bene a proprietà diffusa di cui possiamo ancora godere”. |
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IL LUPO NELLE MARCHE – INCONTRO IN REGIONE . |
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Ancona, 22 gennaio 2013 - La presenza del lupo nelle Marche al centro di un monitoraggio effettuato nel periodo 2010-2012 e di un incontro tenuto ieri mattina in Regione. I dati sono stati raccolti nell’ambito di un programma attuato dall’assessorato all’Ambiente della Regione Marche, sulla base del Piano nazionale del ministero dell’Ambiente-ispra. Sono intervenuti all’iniziativa il consigliere regionale Luca Acacia Scarpetti, il vice comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, Fabrizio Mari, il direttore Parco Gola della Rossa e di Frasassi, Massimiliano Scotti, in rappresentanza dei Parchi regionali. Durante l’incontro ci sono stati gli interventi di Paolo Giacchini di Hystrix, di Ettore Randi dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), di Franco Perco, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, di Stefano Gavaudan, dell’Istituto zooprofilattico Umbria – Marche, di Ugo Testa dell’Assam. A seguire una tavola rotonda a cui hanno partecipato Massimiliano Scotti, Ivo Amico di Federcaccia, Antonio Nicoletti di Legambiente, Simone Cecchini del Corpo Forestale dello Stato, Domenico Gallo di Confragricoltura, Anette Martens di Life – extra, Jacopo Angelini del Wwf Marche. Ha coordinato i lavori Claudio Zabaglia, responsabile per la Regione Marche della Biodiversità, rete ecologica e tutela degli animali. Un analogo censimento è stato svolto, in precedenza, dalle regioni confinanti Umbria ed Emilia-romagna. Nelle Marche la realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla collaborazione offerta da numerosi enti, associazioni e operatori volontari. In particolare, il territorio è stato diviso in tre macroaree (nord, centro, sud), con i Parchi capofila: Parco Regionale del Sasso Simone e Simoncello (Riserva Statale del Furlo, Provincia di Pesaro e Urbino); Parco Regionale Gola della Rossa e Frasassi (Comunità Montana dell’Esino-frasassi, Provincia di Ancona); Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Parco Nazionale Gran Sasso-monti della Laga, Provincia di Macerata. Hanno inoltre fornito il proprio apporto il Corpo Forestale dello Stato, l’Istituto Zooprofilattico Umbria-marche e l’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra) che, in particolare, ha svolto indagini genetiche. Una seconda fase del programma è in fase di avvio per il triennio 2013-2015 con la finalità di proseguire nelle indagini e fornire indicazioni gestionali correlate alla distribuzione del lupo nel nostro territorio. A questo riguardo, alla rete di soggetti sopra indicati si sono aggiunti il Parco del Conero, le Provincie di Ascoli Piceno e di Fermo con proprie risorse finanziarie e umane. Durante l’incontro è emerso che l’abbandono della montagna da parte dell’uomo e l’abbondanza di cibo sono stati i fattori determinanti che hanno portato il lupo da specie particolarmente protetta per il rischio estinzione, alla diffusione registrata attualmente. Nelle Marche secondo una stima che prende in considerazione un periodo di 16-18 mesi, gli individui presenti sarebbero 137 – 155. E’ emersa quindi l’esigenza di bilanciare la protezione del lupo con quella di altre specie di selvaggina e con le attività umane, a cominciare dall’allevamento. Di qui i progetti dell’Assam per la prevenzione, come i dissuasori, le recinzioni, la guardia attraverso i cani e il ristoro dei capi abbattuti. Sfatati anche timori antichi legati al lupo, a memoria d’uomo infatti non si registrano attacchi alle comunità umane, mentre nel marzo dello scorso anno fece scalpore il ritrovamento di un giovane maschio di lupo trovato morto in A14 in zona Montemarciano. |
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PROGETTO GRANDE FIUME SARNO: AL VIA GARA PER CHARACTERIZATION TERRENI |
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Napoli,, 22 gennaio 2013 - "E ´Stato Pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania di ieri il bando di gara per la characterization dei Materiali provenienti Dalle Attività di scavo relativa al Grande Progetto Fiume Sarno , indetto dall´Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo . " Così l´assessore Edoardo Cosenza, Che coordinamento Su delega del Presidente Caldoro i Grandi Progetti Europei, finanziati nell´ambito del Por Fesr 2007/2013. "Si Tratta - ha spiegato l´assessore Cosenza -.. Di Attività propedeutiche alla Progettazione Definitiva Necessaria alla Corretta Gestione dei Lavori di scavo e risagomatura del fiume La gara ha Onu Importo complessivo di 1 Milione 59 mila euro Il Servizio Dovra Essere Completato Entro 75 Giorni dall´affidamento dell´appalto, Che avverra con il Criterio dell´Offerta economicamente Più vantaggiosa. Il grande Progetto e finanziato complessivamente con 207 Milioni di euro. Prosegue Senza sosta - ha proseguito Cosenza - l´Impegno regionale per avviare le gare di Appalto di Tutti i Grandi progetti, con il Che Onu Totale di 2,8 Miliardi di euro di Investimento in Grandi Infrastrutture costituiscono la grande occasione di Sviluppo per la Regione Campania nda Prossimi Anni. " "Continua - sottolinea il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro -. L´azione della Regione per i Grandi Progetti" L´assessore Cosenza, a Questa Direzione, sta svolgendo Onu Prezioso Lavoro di raccordo e Coordinamento, conclude il Presidente. Bando di gara e atteg Sono visionabili e scaricabili Dal sito: www.Arcadis.campania.it |
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LA COMMISSIONE EUROPEA ACCOGLIE CON FAVORE NUOVO ACCORDO GLOBALE PER RIDURRE IL MERCURIO |
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Bruxelles, 22 gennaio, 2013 - La Commissione europea ha accolto il 19 gennaio con favore la conclusione positiva dei negoziati multilaterali per affrontare la minaccia globale rappresentata per la salute umana e per l´ambiente dal mercurio. Ciò fa seguito alla decisione del Consiglio direttivo dell´Unep nel febbraio 2009 per lo sviluppo di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sul mercurio e la successiva creazione di un Comitato internazionale di negoziato per concludere sul testo di un Trattato mercurio che ha tenuto la sua ultima riunione di questa settimana. L´unione europea è un fattore chiave per il lancio di questo processo di negoziazione. "Abbiamo raggiunto un robusto accordo equilibrato e dinamico ambientale", ha dichiarato Janez Potočnik, commissario europeo per l´Ambiente "Desidero congratularmi con tutti i partner negoziali che hanno reso possibile questo successo. Mentre l´Unione europea ha una strategia globale per il controllo di mercurio in tutte le fasi di del ciclo di vita del mercurio, i controlli sono purtroppo carenti in molte parti del mondo. Questo nuovo trattato porterà benefici a tutte le popolazioni di tutto il mondo, compresi i cittadini dell´Unione europea, date le lunghe distanze che il mercurio può viaggiare nell´aria. Incinta le donne, i neonati ei bambini sono particolarmente a rischio di mercurio nella catena alimentare e questo trattato comporterà una diminuzione significativa della loro esposizione a questa sostanza tossica. " Il trattato copre tutti gli aspetti del ciclo di vita del mercurio, dalle miniere primaria allo smaltimento dei rifiuti, comprese le disposizioni commerciali, le regole per l´estrazione artigianale e su piccola scala d´oro, i prodotti contenenti mercurio e le emissioni di mercurio nell´aria. Esso contiene inoltre disposizioni che consentono per lo sviluppo futuro del trattato Mercurio, al fine di prevedere ulteriori azioni mirate da intraprendere. " Non sarebbe realistico aspettarsi più di cento paesi in tutto il mondo, con le economie e le condizioni di vita molto diversi a quelli dei cittadini europei, che viviate con semplicità ai nostri standard ambientali qui e ora., ma il nuovo trattato è un driver forte verso una completa eliminazione del mercurio, e siamo orgogliosi di vedere che molti concetti dell´Ue e idee hanno fatto la sua strada nel testo L´ue ha combattuto per un trattato globale Mercury per quasi sette anni -. E ora siamo lì ", ha confermato il commissario Potočnik. La cerimonia diplomatica per la firma ufficiale del trattato Mercurio si svolgerà nel mese di ottobre di quest´anno nella città giapponese di Minamata, in cui uno dei peggiori casi di inquinamento da mercurio si è verificato più di cinquanta anni fa, che porta a gravi effetti sulla salute per la popolazione locale . |
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UNO SGUARDO AL FUTURO PAVIA, 18-26 GENNAIO 2013 |
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Pavia, 22 gennaio 2013 - Mostra fotografica in favore dei bambini palestinesi della Striscia di Gaza, a cura degli studenti della Xv edizione del Master in Cooperazione allo Sviluppo dello Iuss e dell’Università di Pavia. Al Broletto di Pavia, (piazza Minerva).presso lo Spazio per le Arti contemporanee, sono in mostra dal 18 al 26 gennaio, le foto che gli allievi del Master in Cooperazione e Sviluppo (Iuss e Università di Pavia) hanno scattato durante il viaggio-studio nei Territori Palestinesi; un’occasione per comprendere le ragioni del conflitto e conoscere organizzazioni non governative che portano avanti progetti di sviluppo. I foto-racconti sono proseguiti anche nel corso dello stage che ogni studente ha effettuato nel campo della cooperazione.Al rientro in Italia, il fotografo professionista Riccardo Nosvelli ha guidato gli studenti nella selezione delle foto e ne ha seguito la post-produzione e la stampa per la realizzazione della mostra. L’ingresso alla mostra è a offerta libera e il ricavato destinato al finanziamento della seconda fase del progetto "Uno Sguardo al Futuro - Eye to the Future", implementato da Care International, West Bank and Gaza. "Eye to the Future" (E2f) è un progetto di sostegno ai bambini e ai giovani di Gaza, orientato allo sviluppo di una cittadinanza attiva e pacifica e alla creazione di un ambiente equilibrato per i bambini palestinesi della Striscia di Gaza, che vivono un livello molto alto di povertà e sono stati fortemente colpiti dai bombardamenti recenti. La prima fase di E2f è stata avviata nel 2009 e ha interessato 2400 bambini, i loro genitori e giovani palestinesi formati per ricoprire il ruolo di educatori. La seconda fase del progetto E2f prevede il rafforzamento delle reti sociali e il miglioramento delle capacità di adattamento dei giovani beneficiari. Per illustrare il progetto e le immagini in mostra, giovedì 24 gennaio alle ore 18 si terrà al Broletto un incontro con gli autori. Per ulteriori informazioni su Care International e il progetto, si può consultare il sito www.Carewbg.org |
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RIFIUTI, DA G.R.UMBRIA 9 MILIONI DI EURO PER IMPIANTISTICA; ASSESSORATO ALL´AMBIENTE IMPEGNATO A RIDURRE CONFERIMENTI IN DISCARICA |
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Perugia, 22 gennaio 2013 - Ammontano a 9 milioni di euro le risorse da Fondi Fas da ripartire tra gli Ambiti territoriali integrati (Ati) umbri per lo sviluppo dell´impiantistica di trattamento e recupero dei rifiuti urbani: è quanto deciso dalla Giunta regionale su proposta dell´assessorato all´ambiente. I criteri di riparto - spiegano dall´assessorato - tengono conto della ricognizione degli impianti pubblici o privati da realizzare o potenziare per completare il ciclo di gestione dei rifiuti urbani. Ciò in base alle previsioni contenute nei Piani d´Ambito e nel Piano regionale per la gestione dei rifiuti, con particolare attenzione alla dotazione dell´offerta impiantistica e quindi della rete delle strutture a supporto della raccolta differenziata, degli impianti dedicati al trattamento della frazione organica e del verde, degli impianti di pretrattamento del rifiuto residuo e di quelli di smaltimento finale. In questa fase - sottolineano - si è ritenuto opportuno intervenire sul potenziamento e sullo sviluppo dell´impiantistica di trattamento e recupero delle frazioni provenienti dalla raccolta differenziata, così da massimizzare il recupero di materia e di energia e da ridurre le quantità di rifiuti da smaltire in discarica. In coerenza con le disposizioni del Par-fas i fondi - ha aggiunto - serviranno a finanziare nuovi impianti o a potenziare impianti di proprietà pubblica. Dalla ricognizione effettuata emerge la necessità di adeguare e potenziare gli impianti di compostaggio di qualità degli Ati 2 e 3, di realizzare un nuovo impianto nell´Ati 1, integrandoli con gli impianti di digestione anaerobica per il recupero di energia da fonte rinnovabile, in particolare biogas da rifiuti. Ciò - concludono all´assessorato - produrrà vantaggi ambientali e economici, riducendo i costi di gestione e quindi potenzialmente contenere positivamente i costi a carico dei cittadini. Secondo i criteri individuati dalla Giunta regionale, dei 9 milioni di euro, 500mila andranno all´Ati 1 come cofinanziamento (pari al 20% del costo totale per 2milioni 500 mila euro) alla realizzazione di un nuovo impianto di compostaggio a Città di Castello, in località Belladanza. Un milione 300mila euro di cofinanziamento (pari al 50% del costo stimato di progetto per 2.600 mila euro) servirà per realizzare un impianto di trattamento e recupero dei rifiuti da spazzamento stradale, da realizzare a Ponte Rio, nell´Ati 2, per il riciclo di materiali inerti recuperabili anche in misura superiore al 70% del rifiuto. Il fabbisogno potrà - secondo la Regione - essere soddisfatto da un solo impianto regionale che, per ottimizzare i costi del servizio, verrà ubicato in posizione baricentrica rispetto al complessivo bacino di utenza regionale. Le risorse residue, pari a 7 milioni 200 mila euro, andranno a sostenere la realizzazione di nuovi impianti di digestione anaerobica nei tre Ati (1, 2 e 3) che ne sono sprovvisti (nell´Ati 4 è infatti già stato realizzato un impianto da privati). Il contributo si compone di una quota fissa per ciascun Ati, pari a 500 mila euro, ed una quota variabile in ragione dei fabbisogni di trattamento e dell´incidenza percentuale sul totale complessivo dei tre Ati del rifiuto organico di provenienza urbana da trattare in ciascun impianto. La quota di cofinanziamento non potrà comunque essere superiore al 30% del costo effettivo di progetto. Pertanto all´Ati 1, nel quale è prevista la produzione di un quantitativo annuo di rifiuti organici e verde di 14 mila 602 tonnellate (con una incidenza sul totale dei tre Ati del 18,84%) la quota variabile del contributo è di un milione 73 mila 880 euro). Il cofinanziamento complessivo dell´impianto di compostaggio di digestione anaerobica è di 1 milione 573mila 880 euro (pari al 28,62% del costo), a fronte di un investimento stimato in 5 milioni e mezzo. All´ati 2, dove è prevista la produzione di un quantitativo annuo di rifiuti organici e verde di 46mila 374 tonnellate (con una incidenza sul totale dei tre Ati del 59,80%), la quota variabile di cofinanziamento è di 3milioni 408mila 600 euro. Il cofinanziamento complessivo per la realizzazione dell´impianto di digestione anaerobica, in Loc. Pietramelina (Pg), è di 3milioni 908 mila 600 euro, a fronte di un investimento stimato di 15 milioni di euro (con una incidenza del contributo del 26,06%). Per l´Ati 3, dove è prevista la produzione di un quantitativo annuo di rifiuti organici e verde di 16mila 567 tonnellate (con una incidenza sul totale dei tre Ati del 21,36%), la quota variabile è di un milione 217mila 520 euro, per un cofinanziamento complessivo dell´impianto (in Loc. Casone di Foligno) di un milione 717mila 520 euro, a fronte di un investimento stimato di 15 milioni di euro e una incidenza del contributo del 28,63%. |
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LA CRISI PROLUNGA IL TRENDI DI RIDUZIONE DEI RIFIUTI L’OSSERVATORIO RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI TORINO PUBBLICA IL RAPPORTO ANNUALE |
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Torino, 22 gennaio 2013 - Le analisi dell’Osservatorio Rifiuti della Provincia di Torino confermano che la produzione di rifiuti è in calo: il Rapporto annuale sui rifiuti urbani, contenente i numeri complessivi del 2011 e i primi sintetici dati del primo semestre 2012, dimostra che la produzione complessiva di rifiuti urbani totalizzata nel 2011 è diminuita del 2,3% rispetto al 2010, riprendendo il trend di riduzione dopo un anno di sostanziale stabilità. Si tratta di una contrazione di circa 26.000 tonnellate, che porta il totale dei rifiuti prodotti nel 2011 nel territorio della provincia di Torino a 1 milione e 104mila tonnellate: un quantitativo inferiore alla previsione fatta per il 2011 dal Piano provinciale di gestione dei rifiuti del 2006, che era pari a 1 milione e 134mila tonnellate. “La diminuzione dei rifiuti è una bella notizia” commenta l’assessore all’Ambiente della Provincia di Torino Roberto Ronco,” ma non lo è altrettanto il contesto entro cui è maturata, visto che sembra assodato che la riduzione è legata in prevalenza al calo dei consumi causata dalla crisi economica in corso ormai da quattro anni”. Il Rapporto annuale 2011 fa sapere che sono diminuiti del 3,1% i rifiuti indifferenziati, quelli che finiscono nei cassonetti generici e poi in discarica (e prossimamente nel termovalorizzatore), il che significa che si è ridotto anche il fabbisogno di smaltimento. La percentuale di raccolta differenziata, nell´intera provincia, è salita al 50,1%: valore sostanzialmente stabile per il terzo anno consecutivo, a un livello di eccellenza nel panorama italiano, soprattutto tra le grandi province italiane. Il rapporto, consultabile su http://www.Provincia.torino.gov.it/ambiente/rifiuti/osservatorio/rapp_oss_12 , è pubblicato solo sul web, in coerenza con una scelta di risparmio di risorse sia economiche sia ambientali, e da quest´anno è corredato anche dai dati in formato csv, scaricabili e utilizzabili con un foglio di calcolo. |
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