Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Aprile 2013
Politica
IL PRESIDENTE UE BARROSO SULL’ AUSTERITÀ E CRESCITA, DIBATTITO AL THINK TANK DI IERI  
 
Bruxelles, 24 aprile 2013 - Austerità e crescita dibattito: Ciò che il presidente Barroso in realtà ha detto il 22 aprile al Think Tank Dialogue . Matina Stevis (moderatore): Il ruolo delle istituzioni della Commissione nel contesto di questa crisi non può sicuramente essere solo quello di fornire leadership intellettuale o aspirazione. Sicuramente deve essere quello di essere rilevante per i cittadini di Atene e Lisbona o in Nicosia e di essere forte. Ho sentito parlare di voi e altri descrivono la Commissione, in quanto custode del trattato. Non significa niente per un ateniese che tu sei il custode del trattato. Il trattato non significa nulla. Siete di essere il custode di quel cittadino, del vostro connazionale a Lisbona. Quindi, è il momento per le istituzioni europee per decidere se saranno forti e rilevanti o debole e irrilevante. Questo è un momento esistenziale per lei, signore, così come per l´Unione stessa. José Manuel Barroso: In primo luogo, devo reagire a una dichiarazione che avete fatto quando ha detto che il trattato non significa nulla (anche se sei un moderatore, non era una dichiarazione moderato), dico a te, vuol dire molto, perché uno dei motivi che abbiamo un aumento della disoccupazione in Grecia è perché il trattato non è stato rispettato dalle autorità greche e da altri paesi. Abbiamo un patto di stabilità e di crescita, abbiamo delle regole e quelle regole europee non sono stati rispettati dalle autorità greche, per cui queste persone disoccupate in Grecia devono essere avvertiti che le autorità del loro paese non hanno rispettato i trattati che hanno firmato. Non solo questo paese. Quindi un trattato significa immensa per l´Europa, non tutti, ma la differenza tra l´ordine europeo di oggi e la fine della prima e della seconda guerra mondiale è proprio in quel momento siamo una comunità di diritto e principi comuni. Prima eravamo un Europa basata su rapporti di forza, confronto e anche il peggiore. Quindi, per dire che il trattato non significa nulla, io semplicemente non posso accettarlo. Una comunità di diritto è fondamentalmente diverso da "l´état de giungla", da poteri arbitrari. Questo è il mio primo punto. Secondo punto, vi condivido pienamente le vostre preoccupazioni, dobbiamo andare al di là dei trattati e credo di aver capito anche perché, come hai detto, provenienti da Portogallo, mi trovo in una posizione molto buona per capire, c´è un problema profondo ora di fiducia del normale cittadino europeo nei confronti dell´Unione europea. Lo sappiamo. Uno dei motivi che sono naturalmente le conseguenze della crisi finanziaria, vale a dire la situazione sociale che è, come ho detto prima, e la situazione sociale di emergenza in molti dei nostri paesi. Ora, per dare la colpa di questo l´Unione europea non è solo politicamente disonesto, ma intellettualmente inadeguata. La crisi non è stata creata dall´Unione europea o dall´euro, come alcuni suggeriscono. La crisi è stata creata dal debito pubblico insostenibile e da un comportamento irresponsabile dei mercati finanziari, non solo in Europa, tra l´altro. E ci sentiamo le conseguenze della crisi che è stata originata sia nel settore finanziario o nelle competenze nazionali dei nostri Stati membri, tra cui la capacità di vigilanza. Ora stiamo cercando di avere un meccanismo unico di vigilanza ed è quasi finito, ma non dimentichiamo che tutto ciò che è accaduto nel settore bancario in Europa finora è accaduto sotto l´autorità, o dovrei dire la mancanza di essa, delle autorità di vigilanza nazionali. Questo è importante da ricordare, perché oggi le persone tendono a suggerire che fosse colpa dell´Europa. Ora stiamo attrezzando l´Europa per questo tipo di sfide e da quel punto di vista stiamo facendo progressi. Ora, detto questo, so che questo sarà anche non rispondere alle preoccupazioni dei cittadini disoccupati in Grecia o in Portogallo o in molti altri paesi che potremmo citare. Ecco perché penso anche che stiamo raggiungendo i limiti delle attuali politiche. Le politiche attuali sono ovviamente adeguato in termini di riduzione della più grande sfida che abbiamo oggi, che è la sfida del debito insostenibile, pubblico e privato, la necessità di ridurre l´indebitamento, la necessità di mettere l´Europa su solide basi, in modo che l´Europa possa essere più competitivo e in grado di avere di nuovo la crescita, ma una crescita che sia sostenibile, perché ciò che abbiamo imparato, e questo è per me il più grande lezione della crisi, e credo che una lezione che non abbiamo ancora tutti completamente disegnato, è che la crescita sulla base di debito non è sostenibile. Crescita basata sul debito pubblico o privato è insostenibile crescita artificiale e quello che ci serve è avere una crescita che sia sostenibile, vale a dire basato su una maggiore competitività in Europa. Questo è quello che ci serve. Questa è la più grande lezione trarre dalla crisi. Così, mentre questa politica è sostanzialmente giusto, penso che abbia raggiunto i suoi limiti, in molti aspetti, perché una politica di successo non solo deve essere adeguatamente progettati. Deve avere un minimo di sostegno politico e sociale. So che ci sono alcuni consiglieri tecnocratici che ci dicono che cosa è il modello perfetto per rispondere a una situazione, ma quando ci chiediamo come possiamo attuarlo, dicono che non è affar mio. Questo non può accadere a livello europeo. Abbiamo bisogno di una politica che è giusto. Allo stesso tempo, abbiamo bisogno di avere i modi, i mezzi della sua realizzazione e la sua accettazione, l´accettabilità, politico e sociale. Questo è dove penso che non abbiamo fatto tutto per bene, rispondendo direttamente alla tua domanda. Non siamo stati in grado collettivamente, le istituzioni europee, gli Stati membri, a spiegare veramente cosa era in gioco e di costruire il supporto necessario. E poi abbiamo questo pregiudizio inaccettabile sul prossimo. L´idea, in alcuni dei nostri Stati membri, gli Stati membri periferici (per semplificare) che i problemi che hanno, non hanno creato, che è stato creato da qualcuno, probabilmente a Berlino o le istituzioni europee, o il Fondo monetario internazionale. Non è stato creato da altri. Ma anche l´altro pregiudizio che esiste in alcune delle, diciamo, i paesi centrali o paesi più prosperi, che ci fosse una sorta di incapacità delle persone dalla periferia o da sud, che alcune di queste persone sono per definizione pigri o incompetente. E questo è un problema profondo. E ´intollerabile, moralmente inaccettabile. Provenendo io stesso da uno di questi paesi vi posso dire a me stesso che i portoghesi sono persone estremamente laboriosa e tutti i tipi di commenti, sulla base di pregiudizi nazionali sono semplicemente contro i valori europei. Il problema è nel fatto che ci sono diversi livelli di produttività e di competitività in Europa, ma non tutti i problemi sono a causa della qualità dei popoli e delle nazioni. Al contrario, essi hanno motivi molto oggettivi e si potrebbe continuare uno per uno. E abbiamo visto nella storia, e non dobbiamo andare molto indietro nella storia, che i paesi cambiano molto spesso in termini di essere le storie di successo o le cattive alunni dell´economia. Il punto è di più in termini di gestione, la tecnologia, la politica, le decisioni sbagliate o buono, la politica e la materia politica. E questo è il punto importante e voglio fare quel punto molto forte che, come Presidente della Commissione (quello che hai detto e mi prendo la tua sfida), ho un dovere e voglio dire che è inaccettabile il tipo di pregiudizi nazionali che vedo così spesso nel dibattito politico di oggi e che abbiamo, quelli che credono in Europa, dobbiamo combattere contro questa populista, tendenza nazionalistica. Ian Traynor (The Guardian ): Se ho capito bene stai dicendo che in pratica le politiche di austerità che sono state la risposta di principio alla crisi hanno eseguito contro i limiti e non può davvero essere attuate senza i necessari livelli di approvazione politica e sociale e di sostegno . Questa è stata la risposta di principio attraverso gli ultimi tre anni ed è il momento di ammettere che queste politiche non funzionano. Puoi commentare questo e cosa suggerisci? José Manuel Barroso: la Commissione non ha mai e non potrà mai proporre una politica che si basa solo sulla correzione dei disavanzi. Si tratta certamente di una politica di difficile attuazione, perché crediamo che senza correggere gli squilibri delle finanze pubbliche, non avremo la fiducia e senza fiducia, non abbiamo alcun investimento. E senza investimenti non c´è crescita. Ma la nostra risposta alla crisi, le nostre proposte politiche, è sempre stata una risposta globale. Si tratta di riforme strutturali per la competitività, si va dai punti che si trovano nella cosiddetta agenda Europa 2020 per importanti raccomandazioni politiche che stiamo facendo nelle raccomandazioni specifiche per paese, che a volte sono molto difficili da accettare a livello nazionale, perché introducono una maggiore flessibilità nei nostri mercati, ma anche che è circa il commercio. Il commercio è un driver molto importante per la crescita e crediamo che ha un grande valore per l´Europa di oggi per promuovere questo tipo di opportunità commerciali (non solo per l´Europa, ma certamente anche per l´Europa) e si va anche per investimento. Come sapete, la Commissione europea ha presentato quello che noi consideriamo come ambizioso quadro finanziario pluriennale per gli investimenti europei. E ´stato ridotto in ambizione il consenso raggiunto, perché era richiesta l´unanimità degli Stati membri, ma stiamo proponendo un ordine del giorno per l´investimento, è stata la Commissione che per primo ha proposto, ad esempio, le obbligazioni di progetto che stanno iniziando ad essere attuate; le aumentare la capacità di prestito della Banca europea per gli investimenti. Quindi, abbiamo una politica per la crescita. Politicamente e socialmente, una politica che è visto solo come austerità, non è ovviamente sostenibile. È per questo che abbiamo bisogno di combinare l´indispensabile, sottolineo indispensabile, correzione degli squilibri nei conti pubblici, vale a dire enormi deficit, debito pubblico, il rigore fiscale, ciò si rivela indispensabile, è necessario integrare questo con misure adeguate per la crescita, tra breve misure di lungo termine per la crescita, perché sappiamo che alcune di quelle riforme richiedono tempo per produrre effetti. Che cosa sta succedendo in Grecia, in Portogallo, in Spagna è incredibile in termini di correzione degli squilibri esterni. E ´incredibile quello che alcuni di questi paesi hanno fatto, per esempio, il Portogallo e l´Irlanda, l´Irlanda ancora di più, in termini di recupero della fiducia dei mercati e degli investitori. Non dimentichiamo che i programmi che sono stati progettati erano fondamentalmente per questo scopo, perché quei paesi non potrebbero da soli a trovare i finanziamenti necessari per il funzionamento dello Stato. Questo è il motivo per cui hanno chiesto il sostegno della zona Euro. Ora, questo è indispensabile, ma deve essere integrata da una maggiore enfasi sulla crescita e misure per la crescita nel breve periodo. Abbiamo detto questo, ma dobbiamo dirlo forte e chiaro. In caso contrario, anche se la politica di correzione del disavanzo è fondamentalmente corretto, possiamo sempre discutere la messa a punto, il ritmo o il ritmo, ma che non sarà sostenibile politicamente e socialmente. In termini di messa a punto, lasciate che vi dica, probabilmente non hai preso sufficientemente nota di esso, la Commissione europea ha proposto, in quanto la decisione finale viene presa dall´Eurogruppo e dal Consiglio Ecofin (politicamente dalla zona euro e l´Eurogruppo, ma formalmente dal Consiglio Ecofin) la proroga dei termini per la correzione dei disavanzi. Lo abbiamo fatto per i vari paesi, ci sarà probabilmente farlo per gli altri nella valutazione successiva. Ora stiamo facendo quella recensione in dialogo anche con gli Stati membri. Questo non è stato sufficientemente riconosciuto. Abbiamo messo l´accento, ed è evidente anche nella comunicazione del vicepresidente Rehn, il deficit strutturale piuttosto sul disavanzo nominale. Questo è un punto importante. Io sto dicendo che perché alcune persone hanno suggerito il Patto di stabilità e crescita è cieca e questo non è affatto vero. Vi è la flessibilità insita nel patto di crescita per attuare questa politica di stabilità e. Quindi, penso di essere stato chiaro e non dovrei essere frainteso. Mentre la correzione del disavanzo eccessivo è indispensabile per recuperare la fiducia (se non quello che succede è che i mercati e gli investitori avranno ancora una volta messo un rischio molto grande su quei paesi e quindi correre il rischio di perdere quello che stanno ottenendo in termini di rinnovata credibilità ), deve essere integrato da misure forti e anche un accordo politico per la crescita comprese misure per la crescita a breve termine. Questa è la politica che è giusto fare. Hai detto che questa politica non sta producendo risultati. Mi dispiace, dobbiamo vedere che caso per caso. Irlanda è tornare alla crescita, si ha una crescita positiva. Si tratta di uno dei pochi paesi che ha una crescita positiva oggi in Europa e sono state attuando uno dei più difficili programmi di adeguamento e sono anche già ora in territorio positivo in termini di occupazione. Quindi, si può dire che il programma non funziona? Si tratta di un programma doloroso certamente, ma non si può dire che non funziona. L´obiettivo a breve termine del programma per il Portogallo è il paese di tornare ai mercati e, in termini di riduzione della diffusione del debito del paese è incredibile il progresso che è stato raggiunto, ad un costo molto difficile nel breve periodo per il nostro cittadini, che è certamente vero, ma la creazione di condizioni per una crescita sostenibile a lungo termine, anche dal modo con i risultati molto buoni in termini di correzione degli squilibri esterni e questo vale anche per la Grecia e ad altri paesi. Un paese che le persone non parlano probabilmente perché è più piccolo, la Lettonia, un paese che non è nella zona euro, ma in realtà è come se lo fosse, perché non vi era alcuna svalutazione competitiva. Andarono da cifre molto negative in termini di crescita a positivo - una delle più impressionanti dati di crescita in Europa oggi. Quindi, per dire che generalmente i programmi non funzionano o funzionano i programmi, è una visione semplicistica. Dobbiamo avere soluzioni su misura per i diversi paesi, mettere a punto le risposte politiche. Sono combinazione di politiche molto complesse. Non possiamo applicare un one-size-fits-all approccio per i paesi europei e in questa Commissione, questa è la visione che ci accingiamo a difendere con i nostri Stati membri, tenendo presente che le soluzioni alla fine sono prese dagli Stati membri. Voglio sottolineare anche questo, perché a volte la gente dice che è la Commissione, è la Troika. La Commissione e la troika propongono. Alla fine le decisioni sono prese dagli Stati membri in cui tra l´altro abbiamo da tutti i colori politici e ideologici. Penso che sarebbe importante, mentre ovviamente dando diversi contributi a questo dibattito, per evitare semplicistiche polarizzazione ideologica di questo dibattito. Dopo tutto l´Eurogruppo è ora presieduta da illustri membri della famiglia socialista. Nessuno sta andando a dire che l´Eurogruppo è un organo socialista o che la Commissione è del Ppe del corpo o che il Consiglio europeo è che io non so che cosa. No. Quello che ci serve è un vero consenso tra le principali forze politiche e in modo ottimale le principali parti sociali sul nostro modo di procedere. E questo è molto impegnativo, ma credo che chi vuole semplificare la situazione mettendo come una sorta di un´opzione tra austerità e crescita sono del tutto sbagliato. Abbiamo bisogno di una sana politica fiscale. Abbiamo bisogno più profondo di riforma per la competitività e abbiamo bisogno di investimenti, vale a dire con una dimensione sociale.”  
   
   
I FATTI PRINCIPALI DELLA STRATEGIA COMUNE AFRICA-UE  
 
Bruxelles, 24 aprile 2013 - Il 25-26 aprile, L´unione Africana (Ua), della Commissione e della Commissione europea si riuniranno a Addis Abeba per il loro 6 ° sessione annuale College-to-college. L´evento di alto livello serve come un politico kick-off per spianare la strada per il prossimo vertice Ue-africa nel 2014. L´agenda ruoterà intorno sfide comuni affrontate da entrambi i continenti, come la pace e la sicurezza, e gli interessi condivisi, in particolare, il perseguimento di una crescita inclusiva e sostenibile. I partecipanti discuteranno anche il progresso e la via da seguire per la strategia comune Africa-ue che mette le relazioni dell´Ue con l´Africa su una nuova base, basato sulla ricerca di valori condivisi, interessi comuni e obiettivi strategici. Entrambe le parti sono determinate a superare il tradizionale rapporto donatore-ricevente e di rafforzare la loro cooperazione come partner alla pari, sulla base della loro visione comune a lungo termine per le relazioni Africa-ue in un mondo globalizzato. Il partenariato Africa-ue ha prodotto risultati nelle diverse aree di cooperazione, tra pace e sicurezza, governance democratica, le infrastrutture, e obiettivi di sviluppo del Millennio (Mdg). Ad esempio, la pace in Africa è ora riconosciuto come lo strumento che aiuta a trovare ´soluzioni africane ai problemi africani, come dimostra in corso le operazioni di sostegno alla pace in Somalia, la Repubblica Centrafricana e Mali. In infrastrutture, oltre 80 progetti hanno ricevuto un sostegno per un valore complessivo di oltre 6,5 miliardi di € è stato stimato che il ritorno sugli investimenti è stato di 12 volte quello che era stato inizialmente investito. Anche se l´Africa si sta espandendo le sue relazioni economiche con altri continenti, l´Ue rimane il primo partner commerciale dell´Africa. L´ue è anche il principale donatore di aiuti pubblici allo sviluppo per l´Africa in tutto il mondo. Dall´adozione della strategia comune Africa-ue, l´Ue ha integrato le nuove priorità nei suoi vari aiuti e gli strumenti di cooperazione. Strategia comune Africa-ue (Jaes) La strategia comune Africa-ue è stato adottato dai capi di Stato e di governo provenienti da Africa e l´Europa al vertice di Lisbona nel dicembre 2007. La strategia comune si concentra sul movimento: Al di là della cooperazione allo sviluppo, aprendo il dialogo e la cooperazione Ue-africa per le questioni di interesse comune e di interesse, come posti di lavoro e il commercio; Al di là dell´Africa, allontanandosi dalla tradizionale attenzione in materia di sviluppo puramente africani, verso affrontando efficacemente le sfide globali come la migrazione, i cambiamenti climatici, la pace e la sicurezza; Al di là della frammentazione, nel sostenere le aspirazioni dell´Africa per trovare risposte trans-regionali e continentali ad alcune delle sfide più importanti; Al di là delle istituzioni, a lavorare verso un partenariato incentrato sui popoli, garantendo una migliore partecipazione dei cittadini africani ed europei. Sulla base di questi principi comuni, la strategia comune Africa-ue definisce otto settori specifici di cooperazione: 1. Pace e sicurezza, 2. Governance democratica e diritti umani, 3. Commercio, integrazione regionale e infrastrutture, 4. Millennium Development Goals (Mdg), 5. Energia, 6. Cambiamenti climatici ed ambiente, 7. Migrazione, mobilità e occupazione, 8. Scienza, società dell´informazione e spazio. Principali risultati del partenariato Dal momento che il vertice Ue-africa 2010, l´Ue e l´Africa sono stati attivi nel sostenere l´attuazione della seconda strategia comune Africa-ue (Jaes) piano d´azione 2011-2013, che è stato istituito dalla Commissione europea, in collaborazione con il suo African partner, per offrire maggiori e migliori risultati. L´ultimo vertice Africa-ue nel novembre 2010 ha sottolineato la necessità di un collegamento tra più stretta cooperazione economica e di integrazione, e ha sottolineato l´importanza di un maggiore impegno del settore privato. Esso ha inoltre chiesto una maggiore cooperazione nei settori della scienza e della società dell´informazione: per creare un´economia basata sulla conoscenza e competitiva a livello globale più inclusiva. Nella loro dichiarazione del vertice, i leader hanno rinnovato il loro impegno e hanno adottato un piano d´azione (2011-2013), che chiede una cooperazione rafforzata negli otto settori prioritari e l´istituzione di meccanismi di sostegno per facilitare il processo. Nell´ambito della strategia comune Africa-ue, i risultati sono stati raggiunti in molti settori della cooperazione. Alcuni esempi importanti sono evidenziate di seguito: La pace in Africa (Apf) L´apf è lo strumento operativo del partenariato Africa-ue per la pace e la sicurezza. Attraverso questo strumento, l´Ue sostiene le organizzazioni regionali africane Au ed altri nella ricerca di «soluzioni africane ai problemi africani. Le missioni finanziate dal F acility sono guidati e gestiti da africani. Dalla creazione del Apf, nel 2004, l´Ue ha impegnato più di € 1,1 miliardi Peace Support Operations (Pso), i programmi di rafforzamento delle capacità e il meccanismo di risposta rapida (Erm). I tre in corso Peace Support Operations sono Amisom (la missione dell´Unione Africana in Somalia), Micopax (la Missione per il consolidamento della pace nella Repubblica Centrafricana) e Afisma (l´afro-led missione di supporto internazionale in Mali). L´ue-africa per le infrastrutture (Aitf) - Il partenariato Ue-africa per le infrastrutture è una pietra angolare della strategia dell´Ue per l´Africa. La partnership mira ad aumentare gli investimenti europei e africani nel settore delle infrastrutture e dei servizi connessi. Si mescola sovvenzioni e prestiti per aumentare l´importo totale per i progetti di infrastrutture in Africa. La sua dotazione totale è di € 746.400.000. Lo stanziamento complessivo della Commissione è attualmente pari a € 638.000.000. Il restante importo è stato fornito dagli Stati membri dell´Unione europea partecipanti. Ad oggi, l´Aitf ha assegnato oltre 80 borse di studio per progetti di infrastrutture che rappresentano un valore complessivo di oltre € 6,5 miliardi nel fase di investimento. Ogni euro di Aitf concessione finanziamenti è stimato a generare € 12 in totale investimenti. Esempi recenti includono la geotermica Risk Mitigation Struttura in centrale e orientale dell´Africa, il lago Vittoria Acqua e progetti sanitari in Kenya, Tanzania e Uganda, Costa d´Avorio, Liberia, Sierra Leone e Guinea Potenza Interconnector in Costa d´Avorio, Liberia, Sierra Leone e la Guinea, così come il bypass Kampala in Uganda. Il programma di sostegno dell´Unione africana (Ausp) - Attraverso il Ausp l´Ue ha stanziato € 55.000.000 a titolo del Fondo europeo di sviluppo per fornire sostegno alle istituzioni dell´Unione africana, in particolare di assistere la Commissione dell´Unione africana (Auc) per accelerare il processo di riforma istituzionale. Questo sostegno finalizzato a consentire l´Ua Commissione di svolgere efficacemente il suo ruolo di "motore" del processo di integrazione africana e per facilitare l´approfondimento del partenariato tra l´Unione europea Africaand. Il Ausp sarà seguita-up con una seconda fase di un totale € 30.000.000 e con importo di € 10 milioni per il supporto tecnico per sostenere l´attuazione delle priorità del secondo piano d´azione della strategia comune Africa-ue. Il Comprehensive Africa Agriculture Development Programme (Caadp) - Nell´ambito del Fondo europeo di sviluppo (Fes) e strumento di cooperazione allo sviluppo (Dci), Programma Alimentare tematico sulla sicurezza, l´Ue ha fornito sostegno al processo di Caadp a livello continentale, regionale e nazionale. Istituzioni africane (Auc, Nuovo partenariato per lo sviluppo dell´Africa (Nepad), Agenzia e comunità economiche regionali (Cer) sono stati sostenuti direttamente per guidare il processo di Caadp (attraverso un fondo fiduciario donatori multi). L´attuazione a livello nazionale, mostra risultati significativi includono la capacità rafforzata degli Stati membri di sviluppare e attuare Agricoltura Caadp-based e sicurezza alimentare piani di investimento, nonché di coordinare lo sviluppo di politiche e di armonizzazione per la progettazione efficace ed attuazione delle politiche nazionali, strategie e piani. A parte questo, il finanziamento e l´allineamento al paese le priorità di sviluppo agricolo da parte di partner di sviluppo è stata aumentata mentre partenariati forti e credibili per i maggiori investimenti in agricoltura sono stati creati. Clima di sviluppo in Africa (Climdev Africa) - Nel mese di aprile 2012, un € 8.000.000 contributo è stato concesso dalla Ue per l´iniziativa Climdev Africa per sostenere la risposta dell´Africa alla variabilità del clima e dei cambiamenti climatici. Il primo passo di questo sostegno è stata la creazione del clima africano Policy Centre (Ccaa), che fornisce il supporto per la Commissione dell´Unione Africana e gli Stati membri nello sviluppo di politiche in materia di cambiamenti climatici e risponde alla necessità di informazioni notevolmente migliorato il clima in Africa. Inoltre, una attività chiave consiste nel facilitare il contributo dell´Africa al processo di negoziato sul post-2012 climatici attraverso studi analitici e workshop di consultazione e fornendo il supporto per lo sviluppo di una posizione comune africana sulle questioni climatiche. Climdev è completato da ulteriori importanti progetti di Ue-africa, il cambiamento climatico e la cooperazione ambientale, tra cui il Global Climate Change Alliance, la Grande Muraglia verde per il Sahara e il Sahel e l´Africa Soil Atlas. L´african Peer Review Mechanism (Mepa) - Gli obiettivi del Mepa sono in primo luogo a favorire l´adozione di politiche, standard e pratiche che portano alla stabilità politica, crescita economica, lo sviluppo sostenibile e accelerato l´integrazione economica sub-regionale e continentale, attraverso la condivisione di esperienze e rafforzamento di successo e buone pratiche, tra cui individuando carenze e valutazione dei requisiti per la costruzione di capacità. Dal 2009 la Commissione europea ha contribuito con € 2.000.000 per il Fondo Fiduciario Undp-gestite per favorire la Segreteria Mepa. Il programma Nyerere - Questa iniziativa mira a contribuire alla produzione e la conservazione di alto livello delle risorse umane africane con Master e dottorati in settori chiave che sono rilevanti per lo sviluppo sociale ed economico dell´Africa, aumentando accademica e la mobilità degli studenti in Africa e contribuire alla creazione di capacità. L´iniziativa Armonizzazione e adeguare l´istruzione superiore africano - Attuazione del Piano di Azione per il Secondo Decennio dell´Educazione per l´Africa, la Commissione dell´Ua ha iniziato a promuovere la garanzia della qualità e lo sviluppo di un quadro di armonizzazione dei programmi di istruzione superiore in Africa. Il potenziale contributo delle "Tuning Educational Structures e programmi" metodologia, uno strumento utilizzato per programmi di studio armonizzazione e profili di laurea in Europa, per sostenere l´African Higher Education Strategy armonizzazione è stato riconosciuto dalle parti interessate su entrambi i continenti. Un´iniziativa pilota che coinvolge 60 università in tutta l´Africa in cinque aree tematiche (educazione, la medicina, l´agricoltura, l´ingegneria meccanica e civile) è stato appena completato. Il lavoro è ora in corso per consolidare e validare i nuovi profili di laurea con le autorità competenti e le associazioni professionali e di prepararsi per una iniziativa di fondo scala che dovrebbe estendere il numero di paesi, università e aree disciplinari e comprenderà anche una piattaforma dedicata per i ministeri di (superiore), al fine di sostenere lo sviluppo di un processo di accreditamento continentale in Africa. Il dialogo Ua-ue sui diritti umani - L´unione europea e l´Unione africana hanno mantenuto un dialogo sui diritti umani dal 2008. Quest´ultimo consente le due istituzioni per aggiornare l´altro sulle iniziative regionali, per discutere di questioni delicate e di individuare azioni comuni per alcuni settori. Il dialogo è sostenuta da una serie di incontri in cui gli esperti europei e africani discutono questioni di comune preoccupazione-come il razzismo, i diritti dei migranti, la libertà di espressione o la libertà di associazione, al fine di meglio promuovere specifici diritti umani a livello regionale e globale livello. L´ultimo dialogo Ua-ue sui diritti umani ha avuto luogo nel novembre 2012, ad Addis Abeba, e focalizzata su questioni di interesse comune, tra cui il razzismo, il diritto allo sviluppo, pena di morte, diritti dei migranti, e l´attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite sulla società ei diritti umani. Il dialogo è stato anche lungimirante e ha individuato i temi di intensità la nostra collaborazione e cioè la violenza contro le donne e la libertà di associazione. Il dialogo politico ad alto Africa-ue per la scienza, tecnologia e innovazione - In seguito alle conclusioni del vertice Africa-ue nel 2010, un dialogo politico è stato istituito allo scopo di rafforzare la cooperazione in materia di scienza, tecnologia e innovazione. Ricerca e innovazione è stato un importante pilastro della strategia comune Ue-africa. Infatti, oggi, l´Africa è al primo posto tra le terze regioni in termini di partecipazione al Settimo programma quadro dell´Ue per la ricerca. Ci sono circa 1000 i partecipanti africani, a circa 400 progetti sulle sfide di interesse comune, come la sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici o l´energia rinnovabile con un contributo comunitario di circa € 140 milioni. Un altro esempio è il supporto € 15 milioni per l´africano Programma borse di ricerca dell´Unione, che riunisce ricercatori provenienti da tutto il continente. La via da seguire - Dall´adozione della strategia comune Africa-ue, l´Ue ha integrato le nuove priorità nei suoi vari aiuti e gli strumenti di cooperazione. La Commissione ha proposto di rendere 1000000000 € a disposizione per un programma panafricano (Pap), nell´ambito dello strumento per la cooperazione allo sviluppo. Le discussioni sono in corso in sede di Consiglio e Parlamento nell´ambito dei negoziati sul bilancio dell´Unione europea 2014-2020. Il Pap sosterrà l´attuazione del partenariato strategico, fornendo assistenza ai programmi di cross-regionali e continentali, e quindi consentire alla Ue di trattare l´Africa come una sola. Nell´ambito delle attuali prospettive finanziarie 2008-2013, il Fondo europeo di sviluppo (€ 22700000000) è il principale strumento per la cooperazione con i paesi dell´Africa sub-sahariana. Il Fondo europeo di sviluppo sostiene la cooperazione a livello nazionale, regionale e intra-Acp. La programmazione nazionale e regionale per l´Africa per il periodo 2008-2013 ammonta a € 13900000000. L´africa è inoltre coperto dalla europeo di vicinato e partenariato (Enpi) per i paesi del Nord Africa, la parte geografica e tematica rilevante dello strumento di cooperazione allo sviluppo (Dci), e da strumenti tematici in tutto il mondo, come lo strumento europeo per la democrazia ei diritti umani (Eidhr). Il vertice Africa-ue prossima è prevista per il posto nel 2014 a Bruxelles. Si stanno compiendo sforzi per accelerare l´attuazione del piano d´azione attuale e per fornire risultati più tangibili per i cittadini di entrambi i continenti. Perché è l´Africa una priorità di sviluppo per l´Ue? La grande maggioranza dei paesi meno sviluppati, individuati dalle Nazioni Unite, (34 su 49) sono in Africa. Tre su quattro africani vivono in povertà, mentre ci sono opportunità di sviluppo potenti da cogliere in Africa. La maggior parte dei donatori, oltre alla Ce, sostenere un numero limitato di migliori stati dello spettacolo; la Ce ritiene che gli aiuti dovrebbero andare dove è più necessario, e quindi supporta anche i paesi più poveri e Stati fragili. Anche se l´Africa si sta espandendo le sue relazioni economiche con altri continenti, l´Ue rimane il primo partner commerciale dell´Africa, mentre l´Africa rappresenta il 9% del commercio Ue-27, con la Francia, l´Italia e la Germania rappresentano oltre la metà di tutta la Ue-27 il commercio con l´Africa. Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha sottolineato, tuttavia, che l´Ue resta principale fornitore del mondo di "aiuti al commercio". L´africa è il continente che soffre di più dagli effetti del cambiamento climatico e l´energia, dove la povertà è più alta. Tuttavia, ha un enorme potenziale di innescare una "rivoluzione energetica rinnovabile" e sollevare quasi 600 milioni di africani dalla povertà energetica. L´attuale recessione economica può avere ancora maggiori conseguenze per l´Africa di quanto non sia in Europa. La gente non può solo perdere posti di lavoro e case, ma possono tirare i loro figli dalla scuola e hanno meno soldi per il cibo e la salute. Una crescita economica stabile e miglioramenti nella riduzione della povertà in Africa hanno un impatto positivo sui progressi sugli obiettivi di sviluppo del Millennio, in particolare per aumentare l´accesso all´istruzione primaria e diminuendo prevalenza dell´Hiv / Aids. Paesi africani e l´Unione europea hanno concluso una serie di accordi che li legano insieme in partnership. In che modo l´Unione europea a fare la differenza in Africa? Esempi: Un migliore accesso al cibo per milioni di africani: l´Ue è il maggior donatore mondiale sulla sicurezza alimentare. L´ue svolge un ruolo di primo piano nella lotta contro la fame e la malnutrizione e sostiene l´alleanza G8 sul cibo e la nutrizione. L´agricoltura è una delle priorità che il futuro gli aiuti dell´Ue si concentrerà su. Dal 2006, la Commissione si è impegnata 1000000000 € ogni anno per rafforzare la sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo in tutto il mondo. Accesso conveniente e più affidabile di acqua e di servizi energetici per milioni di africani: Sotto il Fondo per l´acqua, 14,5 milioni di persone sono attese per ottenere l´accesso ad acqua sicura, in particolare in Africa sub-sahariana Di questi, 3,5 milioni saranno anche beneficiare di accesso al miglioramento servizi igienico-sanitari e di 10,5 milioni di euro riceveranno educazione all´igiene. Strumento per l´energia fornirà 2,5 milioni di persone in Africa, con accesso all´elettricità da fonti rinnovabili (eolica, solare, idroelettrica e biomasse). Essa dovrebbe inoltre consentire fino a 7 milioni di persone di connettersi alla rete energetica. Aumentare la disponibilità e la qualità dei servizi sanitari in Africa: L´ue sostiene la salute connessi obiettivi di sviluppo del millennio entro il miglioramento dei sistemi sanitari dei paesi partner. Supporta inoltre i partenariati che debellare le malattie legate alla povertà e migliorare la salute, come l´Alleanza Globale per i Vaccini e l´Immunizzazione e il Fondo mondiale per la lotta contro l´Hiv / Aids, la tubercolosi e la malaria. L´ue ha incanalato più di € 922.000.000 attraverso il Fondo Globale finora, che ha impedito 5,4 milioni di morti premature attraverso la vaccinazione. Questo è stato integrato da altre forme di sostegno specifico - per un totale di € 250.000.000 nel corso dell´ultimo decennio. La Commissione europea ha contribuito alla vaccinazione contro il morbillo per più di 5 milioni di bambini. Il suo sostegno ha portato anche a più di 10 milioni di consultazioni in materia di salute riproduttiva e più di 4 milioni di nascite assistite da personale sanitario dal 2004. In futuro, l´Ue dedicherà almeno il 20% dei suoi aiuti allo sviluppo umano (compresa la salute). Accesso agevolato o gratuito per l´Ue per le merci africane sotto un certo numero di accordi conclusi in partnership (accordo di Cotonou / accordi di partenariato economico, Sistema di Preferenze / Everything But Arms generalizzate, accordi bilaterali con i paesi del Nord Africa). La Commissione Europea sta spendendo una media di € 500 milioni l´anno per l´assistenza umanitaria ai milioni di africani colpiti da calamità, conflitti ed emergenze prolungate. Inoltre, si sta concentrando sul rafforzamento della capacità di recupero delle popolazioni più vulnerabili alle crisi future, salvando così la vita e contribuendo alla riduzione della povertà. Finanziamento Ue e la classifica dei donatori. Nell´ambito del 10 ° Fondo europeo di sviluppo (2008-2013), l´Unione europea ha già impegnato circa 12000000000 € per i paesi africani. L´ue rimane il donatore più importante per l´Africa. Paesi africani hanno ricevuto quasi € 24 miliardi di aiuti pubblici allo sviluppo (Aps) da parte dell´Unione europea per il periodo 2007-2012. Altri top donatori per l´Africa sono gli Stati Uniti e la Banca mondiale. Europei posizionare una priorità particolarmente alta in Africa all´interno del loro programma di sviluppo come dimostra la quota di aiuti per l´Africa come parte del loro bilancio totale dell´aiuto. I primi 10 donatori per la quota di aiuti per l´Africa, soltanto i paesi europei, sormontati da Irlanda (con il 81% del totale degli aiuti per l´Africa) e seguiti dal Belgio (77%), il Portogallo (73%) e Francia (63%). Per ulteriori informazioni http://www.Africa-eu-partnership.org/  
   
   
IL COMMISSARIO ŠTEFAN FüLE ALLA 5 ª RIUNIONE DELLA ASSOCIAZIONE UE-ALBANIA E DEL CONSIGLIO DI STABILIZZAZIONE.  
 
Lussemburgo, 24 apr 2013 - Di seguito la dichiarazione del Commissario Štefan Füle a seguito della 5 ª riunione della associazione Ue-albania e del Consiglio di stabilizzazione. 5 ° incontro´´ di oggi del Consiglio di stabilizzazione e di associazione è stata molto buona, molto franco e lungimirante. Abbiamo riconosciuto che le conclusioni del Consiglio dicembre 2012 forniscono la strada per il paese di progredire nel suo cammino di integrazione europea. Ulteriori progressi però dipenderà dalla capacità dei partiti politici albanesi di mantenere un dialogo politico stabile, sostenibile e costruttivo e per fornire risultati di riforma solidi. Abbiamo più volte sottolineato che lo svolgimento delle elezioni parlamentari di giugno, in linea con gli standard europei e internazionali, è essenziale per ulteriori progressi verso l´Unione europea. Vi è un urgente bisogno di partiti politici per ripristinare la fiducia reciproca e dimostrare il loro impegno per il funzionamento rigoroso e non di parte delle istituzioni democratiche albanesi. Tutte le parti politiche hanno la responsabilità di garantire la fiducia dei cittadini nel processo elettorale. Tutte le parti politiche! Tutti i partiti politici hanno la responsabilità di garantire l´indipendenza degli organi di amministrazione delle elezioni. Ciò è essenziale per la credibilità e l´imparzialità del loro lavoro e per la fiducia nella correttezza e integrità delle elezioni. Siamo preoccupati per i recenti sviluppi per quanto riguarda la composizione della Commissione elettorale centrale e le sue possibili ripercussioni sul processo elettorale. Saremo monitoraggio delle elezioni da vicino e in questo contesto accogliamo con favore le raccomandazioni dell´Osce / Odihr a dispiegare una missione di osservazione; pagheremo particolare attenzione alle sue conclusioni. Siamo sicuri tutti i partiti politici albanesi collaboreranno con la missione di osservazione. Risultati concreti sul principio di legalità anche bisogno di essere consegnati, in particolare nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, e nel rispetto dei diritti umani. Albania in grado di soddisfare le varie sfide discusse oggi e, in particolare, la sfida di affrontare le 12 priorità chiave del parere della Commissione. Abbiamo piena fiducia nelle potenzialità e la capacità di soddisfare i criteri di adesione dell´Albania. E ´stato infatti uno dei temi affrontati nel corso della riunione e vi posso assicurare che non vi siano dubbi riguardo l´impegno del Ministro Majlinda Bregu, ma ciò che non vediamo l´ora è l´impegno politico. Noi continueremo a seguire da vicino i progressi dell´Albania e assistere ulteriormente il paese a raggiungere il suo obiettivo di andare avanti in materia di integrazione europea. Ma forte titolarità e coerente attuazione delle riforme è necessario da parte dell´Albania.´´  
   
   
REGNO UNITO E IRLANDA CHIEDONO DI UNIRSI ALLE REGOLE DI INSOLVENZA UE  
 
Bruxelles, 24 aprile 2013 - Sia il Regno Unito che l´Irlanda hanno annunciato la loro decisione di aderire alla proposta della Commissione di modernizzare le vigenti norme Ue sull’ insolvenza, che risalgono al 2000. Le nuove norme mirano a spostare l´attenzione lontano da liquidazione e sviluppare un nuovo approccio per aiutare le imprese a superare le difficoltà finanziarie, il tutto mentre proteggere il diritto dei creditori di ottenere i loro soldi indietro. Essi potranno anche aumentare l´efficacia e l´efficienza delle procedure di insolvenza transfrontaliere, che colpisce circa 50 000 imprese in tutta l´Ue ogni anno ( Ip/12/1354 , Memo/12/969 ). "Con 200.000 imprese di fallimento di tutti i 1,7 milioni di posti di lavoro dell´Unione europea che sono perse per insolvenze ogni anno, non c´è tempo da perdere a ottenere queste nuove regole in atto", ha dichiarato la vicepresidente Viviane Reding, commissaria giustizia dell´Unione europea. "Sono felice di vedere che sia il Regno Unito e l´Irlanda hanno riconosciuto l´importanza di sviluppare un contesto giuridico nuovo, più favorevole alle imprese che si concentra su come le aziende rimettersi in piedi quando il gioco si è mosso ". Le imprese sono essenziali per la creazione di prosperità e posti di lavoro, ma impostarne uno - e mantenendolo andare - è dura, soprattutto nel clima economico attuale. Circa la metà delle imprese sopravvive meno di cinque anni. Un quarto di questi fallimenti hanno un elemento transfrontaliero. Ma le prove suggeriscono che questi imprenditori imparano dai loro errori e sono generalmente più successo la seconda volta. E ´quindi essenziale per avere leggi moderne e procedure efficienti in atto per aiutare le imprese, che hanno sufficiente sostanza economica, superare le difficoltà finanziarie e per avere una "seconda possibilità". La Commissione ha pertanto proposto di modernizzare il regolamento in modo che le regole di sostenere la ristrutturazione delle imprese in difficoltà e creare un ambiente favorevole alle imprese. Spostare il focus di ristrutturazione può anche servire creditori perché ristrutturazione di un´impresa che deve loro denaro può significare che sono più probabilità di ottenere i loro soldi indietro - denaro che altrimenti andrebbe persa in caso di liquidazione. Le nuove regole anche aumentare la certezza del diritto per le imprese, fornendo regole chiare per determinare la giurisdizione, e garantire che quando un debitore è di fronte a una procedura di insolvenza in vari Stati membri, i giudici di movimentazione delle diverse procedure di lavorare a stretto contatto tra loro. Ciò contribuirà a porre fine al ´forum shopping´ da parte delle imprese. Per diventare legge, la proposta della Commissione deve ora essere approvato dal Parlamento europeo e dagli Stati membri dell´Ue in seno al Consiglio. Il Consiglio ha tenuto un buon primo dibattito sulla proposta di gennaio (vedi Speech/13/29 ).  
   
   
LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE: LA COMMISSIONE EUROPEA CREA UNA PIATTAFORMA PER LA BUONA GOVERNANCE FISCALE  
 
Bruxelles, 24 aprile 2013 - Nell’ambito degli interventi concertati per contrastare l’evasione e l’elusione fiscali la Commissione ha presentato ieri la nuova piattaforma per la buona governance fiscale, che permetterà di monitorare i progressi compiuti dagli Stati membri nella lotta alla pianificazione fiscale aggressiva e nell’inasprimento dei controlli sui paradisi fiscali, in linea con le proprie raccomandazioni dell’anno scorso (v. Ip/12/1325). Lo scopo è garantire un intervento effettivo e concreto degli Stati membri per affrontare questi problemi in maniera coordinata a livello dell’Ue. La piattaforma sarà composta da un’ampia rappresentanza di soggetti interessati, come le autorità tributarie nazionali, il Parlamento europeo, le imprese, le università, le Ong e altre parti interessate. Ne risulteranno facilitati il dialogo e lo scambio di competenze, che a loro volta possono concorrere a un approccio più coordinato e efficace dell’Ue alla lotta contro l’evasione e l’elusione fiscali. Algirdas Šemeta, Commissario europeo per la Fiscalità e l’unione doganale, le statistiche, l’audit interno e la lotta antifrode, ha dichiarato: “Battersi contro l’evasione fiscale significa battersi per proteggere l’equità del nostro sistema fiscale, la competitività della nostra economia e la solidarietà tra gli Stati membri. Non possiamo permetterci di perderla questa battaglia, la posta in gioco è troppo preziosa! Per questo ci rallegriamo del rinnovato impegno degli Stati membri in questa lotta, ma è ora che si trasformi in azione concreta. La piattaforma che nasce oggi permetterà agli Stati membri di restare all’erta e di raggiungere risultati all’altezza delle aspettative nella lotta all’evasione.” La piattaforma per la buona governance fiscale è una delle iniziative previste dal piano d’azione della Commissione del dicembre 2012 contro l’evasione fiscale (v. Memo/12/949). Ne faranno parte 45 membri circa: un rappresentante di alto livello delle autorità tributarie di ogni Stato membro e una quindicina di rappresentanti non governativi. Questi ultimi saranno nominati dalla Commissione in esito a una procedura aperta di candidatura. Oggi è stato lanciato anche l’invito a presentare le candidature per la selezione delle organizzazioni partecipanti. Il mandato di queste ultime sarà di tre anni, rinnovabili alla scadenza su presentazione di una nuova domanda di partecipazione. Contesto - La piattaforma dovrà monitorare i progressi compiuti per mettere in pratica le due raccomandazioni connesse al piano d’azione. La prima raccomandazione prevede una presa di posizione rigorosa dell’Unione contro i paradisi fiscali, che va ben oltre le vigenti misure internazionali. Gli Stati membri sono incoraggiati a individuare, in base a criteri comuni, i paradisi fiscali e a inserirli in “liste nere” nazionali. La seconda raccomandazione, che riguarda la pianificazione fiscale aggressiva, prevede modi per eliminare le possibilità attualmente sfruttate dalle imprese per evitare di pagare la loro giusta quota di tasse, ad es. Attraverso un rafforzamento delle disposizioni antiabuso contenute in convenzioni bilaterali in materia fiscale, nella legislazione nazionale e nella legislazione dell’Unione sulle società. Dovranno essere ignorate le montature create artificialmente per eludere le tasse e le società saranno tassate invece in base alla sostanza economica reale dell’attività. Prossime tappe La prima riunione dei membri della piattaforma è fissata provvisoriamente per il 10 giugno 2013.  
   
   
UE: UNA PIATTAFORMA PER UNA BUONA GOVERNANCE FISCALE  
 
Bruxelles, 24 aprile 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Algirdas Šemeta Commissario responsabile per la fiscalità e l´unione doganale, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode, sulla Piattaforma del Buon Governo: “Signore e Signori, E ´un piacere essere qui per presentare ultima iniziativa della Commissione nella lotta in corso contro l´evasione fiscale. Oggi abbiamo stabilito una piattaforma per la buona governance fiscale, al fine di garantire la consegna reale sull´approccio dell´Unione europea contro gli evasori fiscali e avoiders. Questa piattaforma è stata prevista nel piano d´azione che ho presentato lo scorso dicembre. Nel riunire le autorità nazionali e gli esperti non governativi, che servirà come un forum per coordinare e sviluppare la migliore difesa contro l´evasione fiscale, evasione fiscale ei paradisi fiscali. Ma, cosa altrettanto importante, che servirà come una fonte di forte pressione dei pari. Nelle ultime settimane, abbiamo assistito ad un rinnovato vigore tra gli Stati membri ad intraprendere la lotta contro l´evasione fiscale. Questo è uno sviluppo molto benvenuto. Tuttavia, le parole devono essere trasformati in azioni. Le buone intenzioni devono trasformarsi in azioni concrete. La piattaforma che io lancio oggi manterrà gli Stati membri sulle loro punte. La Commissione seguirà attentamente i progressi nelle azioni di lotta all´evasione, e dare l´allarme se slancio sembra essere in ritardo. In breve, si farà in modo che i risultati rispecchiano le aspettative quando si tratta di combattere l´evasione fiscale nell´Ue. Nel frattempo, continueremo a premere i nostri partner internazionali per seguire il nostro esempio nell´applicare i più alti standard possibili di buon governo. Discussioni della scorsa settimana in occasione della riunione del G20 a Washington segnalano una nuova apertura per l´idea di scambio automatico di informazioni a livello internazionale. L´unione europea, come il pioniere di scambio automatico, utilizzerà una posizione unitaria per spingere questa agenda con forza. Come una priorità assoluta, dobbiamo impegnarci con i nostri vicini più prossimi, che traggono grande beneficio dal mercato unico dell´Ue. Essi non possono isolarsi dal passaggio verso una maggiore trasparenza. La marea si è orientata verso una maggiore scambio di informazioni, e devono sapere che questa corrente è troppo forte per nuotare contro. Parallelamente, l´Unione europea sarà un partner attivo presso l´Ocse in cerca di scambio automatico di informazioni come standard globale. Faremo tutto il necessario per garantire gli impegni giuste su questo al Vertice del G8 in giugno e il vertice del G20 di settembre. Signore e Signori, Ricordiamoci quello che la battaglia contro l´evasione fiscale è veramente. Si tratta di proteggere la correttezza dei nostri sistemi fiscali, così onesti contribuenti non pagano per le opere del disonesto. Si tratta di proteggere la nostra competitività, in modo che i nostri liberi mercati ed economie aperte non sono lasciati vulnerabili agli abusi. Ed è di proteggere la solidarietà tra i nostri Stati membri. Fair play e un approccio unitario è l´unico modo che tutti saranno in grado di raccogliere le loro entrate legittime. C´è troppo in gioco per questa battaglia da perdere. Quindi è il momento di agire reale da prendere insieme, usando la nostra forza come Unione per raggiungere i risultati che tutti noi cerchiamo.”  
   
   
UN MILIONE DI VOCI CHE FANNO LA DIFFERENZA: IL POTERE DI INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI  
 
Bruxelles 24 aprile 2013 - Maroš Šefčovič Vice-presidente della Commissione europea al Seminario di ieri del Mediatore europeo: è la nostra Europa, mettiamoci in attività: Diamandouros [Vicepresidente Viviane Reding]:” Signore e Signori In primo luogo vorrei ringraziare il Mediatore europeo per ospitare l´evento di oggi e per avermi invitato a prendere parte. L´ufficio del difensore civico è al centro di collegare l´Unione europea con i suoi cittadini. Sono grato che il signor Diamandouros adempie il suo mandato con un sacco di energia e di alta professionalità, che gli ha guadagnato un sacco di fiducia dei cittadini in questo importante ufficio e con essa nella Ue. E ´stato veramente dando ai cittadini una voce e di difendere i loro interessi, in caso di necessità. Vorrei anche ringraziare il Parlamento europeo per aver ospitato questo evento come istituzione, che è direttamente eletto dai cittadini dell´Ue e articola le preoccupazioni, i desideri, le speranze della loro forza. La commissione Peti ha guadagnato in questo contesto, un sacco di fiducia come il Comitato, in cui i cittadini possono inviare le loro petizioni e si aspettano un approfondito, potente follow-up. Siamo qui oggi per discutere di come dare ai cittadini un ruolo più importante nel progetto europeo, per collegare in modo più efficace con le persone 500m siamo qui per servire. Ecco perché è così importante che il 2013 è stato proclamato l´Anno europeo dei cittadini. Vp Reding, nel suo intervento di questa mattina, ha già specificamente delineato il concetto e le idee di quest´anno, quindi non lo ripeterò. 2013 sarà anche un anno importante per i cittadini europei in quanto segnerà la prima volta che avranno un´occasione diretta per influire sulle politiche dell´Unione europea come iniziative i primi cittadini europei alla loro conclusione. La Eci è stato creato attraverso il Trattato di Lisbona e ho avuto il privilegio di lanciare questo primo esperimento di democrazia partecipativa transnazionale il 1 ° aprile dello scorso anno. Nonostante tale data di lancio, sono felice di dire che i cittadini europei hanno preso questa nuova destra estrema serietà, e abbiamo ricevuto 25 richieste di registrazione nei primi 12 mesi. Di questi, 14 sono stati registrati e sono attualmente raccolta di firme con l´obiettivo di raggiungere la soglia di 1 milione. Purché lo fanno, e incontrano l´equilibrio geografico richiesto in almeno sette Stati membri, poi si sposta alla fase successiva - la verifica delle firme, una audizione in Parlamento e una valutazione da parte della Commissione del fatto che la loro Eci potrebbe diventare diritto dell´Ue. Un Eci - Right2water - ha già oltre un milione di nomi a sostegno, ed è vicino a raggiungere l´adeguata diffusione geografica e, quindi penso che sia giusto dire che ci sarà effettivamente vedere la prima mossa Eci in questa seconda fase di questo Anno europeo dei cittadini. Questo non è un risultato da poco, e quello che penso hanno smentito i critici, che hanno accusato gli Ice di essere ´lobbying dalla porta di servizio´ o semplicemente come a parole democrazia partecipativa. Sì, abbiamo avuto alcuni problemi di gioventù - i problemi ben documentati, con il sistema di raccolta e con il costo di certificazione e di hosting - ma questi erano da aspettarsi con un´operazione di questa portata. E nel modo in cui abbiamo reagito a questi problemi - rendere i servizi informatici della Commissione a disposizione per consigli e assistenza in Ocs e offrendo di ospitare temporaneamente alcuni dei primi Ice. Come tale, l´Eci ha contribuito in un piccolo modo per l´inizio di quello che penso sia giusto dire che è il primo vero dibattito pan-europeo tra i cittadini. I social media ha reso più facile che mai per i cittadini provenienti dai quattro angoli d´Europa di condividere i loro pensieri e le preoccupazioni, le loro speranze e ideali. Infatti, quando vi presento l´importanza della Eci per gli Stati membri, cerco di mostrare loro un quadro che va oltre le sue ramificazioni attuali. Faccio notare il fatto che in pochi anni, avremo le carte d´identità elettronica , che consentirebbe ai cittadini non solo di tenere le loro cartelle cliniche e dati personali sul chip, ma anche di partecipare democratica e-dibattiti. Per utilizzarli in elezioni come possiamo già vedere in Estonia. Noi possiamo attualmente osservare una chiara tendenza verso la maggiore integrazione europea, in particolare nel campo economico. Quando la Commissione riceve nuovi poteri di commentare i bilanci, o di emettere dettagliate raccomandazioni specifiche per paese sulla custodia dei bambini, per esempio. E ´evidente che ci saranno le chiamate più forte e più forte da parte dei cittadini di avere voce in questo processo democratico, per essere ascoltato, per poter partecipare. Al fine di formare un processo democratico transnazionale di dibattiti. Su di esso, per me è chiaro che il Facebook e Twitter generazione vorranno farlo via Internet, tramite mezzi elettronici e social media. E con l´Ice, i cittadini per la prima volta hanno una reale possibilità di trasformare queste speranze e preoccupazioni in qualcosa di più concreto, per farli saldamente nell´agenda europea. Ci sentiremo più avanti da un paio di Ice che hanno fatto proprio questo: Fraternité2020, che è stata la prima Eci da registrare, e Right2water, che come ho detto prima è il primo a raggiungere il segno di 1m. Questi, e molti degli altri Ice, rispondono alle preoccupazioni dei cittadini sui benefici e diritti fondamentali che l´Unione europea li porta; problemi grandi immagini che, ironia della sorte, forse, quelli di noi qui a Bruxelles a volte perdiamo di vista perché siamo così concentrati sulle minuzie. La libertà di vivere, lavorare, viaggiare dove si vuole all´interno dell´Ue; salute e benessere sia per i cittadini e per il pianeta su cui viviamo, la giustizia sociale. Questi sono i grandi temi che molti degli Indicatori Comuni Europei attuali appartengono, e riflettono, in generale, la consapevolezza che si tratta di settori in cui l´azione è meglio effettuato a livello europeo. Il primo atto legislativo avviato dai cittadini per rendere più sui libri statua Ue - qualunque sia il soggetto e ogni volta che accade - sarebbe un risultato da poco e una spinta reale per l´Ice nel suo complesso. Ancora più importante, avrebbe mostrato chiaramente che i cittadini possono far sentire la loro voce, possono fare la differenza per il modo in cui la politica dell´Ue è stato progettato e realizzato, e può contribuire a rendere l´Europa più rilevante per le persone che vivono qui. Non sappiamo quando questo accadrà, o se qualcuno di batch corrente di Ice sarà il primo a raggiungere questo obiettivo. Ma in molti modi, non importa cosa o quando: ciò che conta è che per davvero accadere che il positivo inizio di Eci può essere effettuato attraverso a una conclusione positiva pure. Io per primo non vedo l´ora di vedere quel giorno arriva! Grazie per la vostra attenzione.”  
   
   
UNA SEDE UNICA PER IL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 24 aprile 2013 - L´eurodeputato Andrea Zanoni ha partecipato ad un conferenza che si propone di redigere un manifesto per la sede unica del Parlamento europeo in vista delle elezioni 2014. “Basta agli sprechi. La doppia sede costa milioni di euro e tonnellate di Co2 in inutili spostamenti” Andrea Zanoni, eurodeputato Alde, ha partecipato ieri al Parlamento europeo di Bruxelles alla conferenza “Single Seat – Countdown to 2014 European Election” (Foto) che si propone di redigere un manifesto elettorale sottoscritto da eurodeputati di diversi schieramenti politici per chiedere l´istituzione della sede unica del Parlamento europeo (oggi divisa tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo). Zanoni: “E´ ora di dire basta a questo spreco assurdo di soldi pubblici e all´inquinamento causato dal mensile spostamento di deputati e personale da Bruxelles a Strasburgo. In un periodo di crisi economica e ambientale come quella che stiamo vivendo, si tratta di un passo obbligato che mi auguro chi di dovere abbia la responsabilità di compiere”. Alla conferenza di oggi, organizzata dal gruppo dei Liberali e Democratici Alde, si è parlato di sottoscrivere un manifesto elettorale comune per la cosiddetta “Single Seat Campaign” in vista delle elezioni europee 2014 per arrivare ad avere una sede unica del Parlamento europeo a Bruxelles e chiudere quella di Strasburgo, attiva solo per cinque giorni al mese in occasione delle sessione plenarie (a Lussemburgo si trovano solo alcuni uffici amministrativi). “Si calcola che il costo economico aggiuntivo per il mantenimento dei doppioni del Parlamento Europeo ammonti a 180 milioni di euro ogni anno e che il costo ambientale raggiunga le 19mila tonnellate di Co2 emesse per lo spostamento mensile del personale del Parlamento”, attacca Zanoni. “Un simile spreco è, oltre che scandaloso di per se stesso, offensivo delle migliaia, anzi milioni di cittadini colpiti dalla crisi che faticano ad arrivare alla fine del mese. Come eurodeputato, cittadino italiano ed europeo, mi sembra assurdo continuare a sperperare in questo modo i soldi della collettività”, continua l´eurodeputato.  
   
   
BOLZANO: INTERESSANTI INFORMAZIONI SUL SITO DELL’EUREGIO TIROLO-ALTO ADIGE-TRENTINO  
 
Bolzano, 24 aprile 2013 - Ogni mese la homepage dell’Euregio Tirolo-alto Adige-trentino offre agli utenti del web nuove informazioni riguardo ad eventi, personalità e problematiche riguardanti la dimensione territoriale delle tre regioni che la compongono. Il sito http://www.Europaregion.info/it/default.asp  dell´Euregio Tirolo-alto Adige-trentino viene costantemente aggiornato con interviste, video, gallerie di immagini e testi naturalmente sia in lingua italiana che in tedesco riguardanti da vicino questo ampio territorio nel cuore dell´Europa. La segretaria generale del Gect "Euregio Tirolo - Alto Adige - Trentino", Birgit Oberkofler, sottolinea che il sito si propone, in primo luogo, di suscitare interesse nella popolazione dell´Euregio e di stimolare l´approfondimento delle tematiche del territorio affinché vi sia una sempre maggiore identificazione transfrontaliera con questa importante realtà territoriale e sociale. Il sito si propone inoltre di contribuire concretamente al superamento delle barriere linguistiche ed alla crescita sociale, economica e politica condivisa tra i tre territori a partire dalle comuni radici storiche e culturali che caratterizzano l´Euregio Tirolo - Alto Adige - Trentino. Attraverso questo nuovo canale l´Euregio si propone di entrare in contatto diretto con i cittadini per interagire con loro, affrontando temi che li riguardano da vicino. Per quanto riguarda la Personalità del mese è stata scelta Katrin Sailer, insegnante di origine tirolese, lavora alla scuola bilingue di Cognola di Trento. L´insegnante fa parte del progetto Icomenius, che quindi pone particolare interesse nell´apprendimento delle lingue straniere, avvalendosi di insegnanti della relativa lingua d´origine. Per il tema "Il Luogo del mese" è stato scelta Castel Thun, costruito nella metà del Xiii sec. Il maniero fu la sede della potente famiglia dei Thun, che nelle valli di Non e di Sole possedeva altre prestigiose residenze e il loro influsso si espandeva fino in Alto Adige e addirittura d´Oltralpe. Il 14 giugno 2011 a Castel Thun è nato formalmente il Gect "Euregio Tirolo - Alto Adige - Trentino". La questione giuridica del mese è incentrata sul tema "La libertà di viaggio all´interno dell´Euroregione" con tutte le implicazioni che comporta. Essa viene illustrata da Jens Woelk, professore di diritto comparato dell´Università degli Studi di Trento.  
   
   
SARDEGNA: PROROGA AL 29 APRILE PER LA SPERIMENTAZIONE DELLA MONETA COMPLEMENTARE  
 
Cagliari, 24 aprile 2013 - L’agenzia Sardegna promozione ha prorogato alle ore 14 del 29 aprile 2013 il temine di presentazione delle manifestazioni di interesse per l’attuazione delle azioni pilota di sperimentazione della moneta complementare . Possono presentare manifestazione di interesse operatori di circuiti di compensazione multilaterale e multitemporale basati su valuta complementare locale che, a livello regionale, abbiano dato prova di positiva operatività e possono contare sulla adesione al proprio circuito di un congruo numero di imprese, distribuite in tutto il territorio regionale ed operanti in settori strategici dell’economia regionale: agroalimentare, artigianato artistico e servizi turistici. Gli operatori dovranno avere caratteristiche tecniche minime di affidabilità consolidata in termini di: piattaforma Ict multicanale utilizzata; servizi di gestione e verifica della posizione online delle imprese; servizi di supporto agli acquisti ed alle vendite delle imprese aderenti. Ferme restando le caratteristiche tecniche minime di affidabilità, costituirà titolo preferenziale la condivisione delle finalità della sperimentazione proposta dalla Regione Sardegna, in particolare quella di sopperire alla crisi di liquidità delle imprese, quella della promozione di filiere e produzioni locali di qualità, nonché dell’innovazione e della diffusione di forme di solidarietà sociale. La collaborazione potrà, inoltre, prevedere l’accompagnamento ad attività di studio e formazione con particolare riferimento all’applicabilità della moneta complementare nella pubblica amministrazione. Le manifestazioni dovranno pervenire all’Agenzia governativa regionale Sardegna promozione in Viale Trieste, 115 09123 a Cagliari . Eventuali informazioni e richieste di chiarimenti potranno essere presentate, esclusivamente all’indirizzo e-mail: sardegna.Promozione@regione.sardegna.it  
   
   
FVG, ELEZIONI REGIONALI: COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO  
 
Trieste, 24 aprile 2013 - Sono stati pubblicati i dati ufficiosi riguardanti la composizione del consiglio regionale. I dati saranno ufficiali con la proclamazione degli eletti da parte dell´Ufficio Centrale Regionale, dopo l´esame dei verbali delle operazioni dei 1374 seggi in cui si è votato il 21 e 22 aprile. Debora Serracchiani – presidente. Candidato presidente eletto consigliere: Renzo Tondo. Movimento 5 Stelle: Andrea Ussai, Ilaria dal Zovo, Eleonora Frattolin, Cristian Sergo, Elena Bianchi. Lega Nord: Claudio Violino, Mara Piccin, Stefano Mazzolini. Autonomia Responsabile: Roberto Dipiazza, Michela Gasparutti, Valter Santarossa, Roberto Revelant. Popolo Della Liberta´: Bruno Marini, Rodolfo Ziberna, Riccardo Riccardi, Alessandro Colautti, Roberto Novelli, Paride Cargnelutti, Luca Ciriani, Elio De Anna. Unione Di Centro: Maurizio Salvador. Slovenska Skupnost; Igor Gabrovec. Sel: Giulio Lauri, Alessio Gratton, Stefano Pustetto, Partito Democratico: Franco Codega, Franco Rotelli, Stefano Ukmar, Sara Vito, Diego Moretti, Cristiano Shaurli, Franco Iacop, Vittorino Boem, Vincenzo Martines, Mauro Travanut, Silvana Cremaschi, Enio Agnola, Stefano Nazzi, Enzo Marsilio, Sergio Bolzonello, Daniele Gerolin, Renata Bagatin, Renzo Liva, Chiara da Giau. Cittadini Per Debora Serracchiani Presidente: Emiliano Edera, Pietro Paviotti, Gino Gregoris I dati riguardanti l´intera tornata elettorale sono consultabili sul sito http://www.regione.fvg.it/  a cura del Servizio elettorale della Regione in collaborazione con Insiel.  
   
   
LA GIUNTA REGIONALE DI MERCOLEDÌ 24 IN DIRETTA STREAMING: CON UNA RELAZIONE SULLO STATO DELL’ECONOMIA TOSCANA  
 
Firenze, 24 aprile 2013 – I lavori della Giunta regionale della Toscana di mercoledì 24 aprile saranno trasmessi in diretta online a partire dalle ore 16.30. Lo streaming sarà disponibile alla home page del sito http://www.toscana-notizie.it/ All’ordine del giorno la relazione del direttore dell’Irpet Stefano Casini Benvenuti sullo stato dell’economia toscana. Al termine della seduta sarà resa disponibile la registrazione della seduta. Si ricorda che gli atti approvati saranno disponibili all’indirizzo http://web.Rete.toscana.it/attinew  dopo la verbalizzazione degli stessi da parte degli uffici regionali.  
   
   
PIEMONTE: BOLLO AUTO E SANITÀ SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI DELIBERATI IL 23 APRILE DALLA GIUNTA REGIONALE.  
 
Torino, 24 aprile 2013 - La riunione è stata coordinata dal presidente Roberto Cota. Bollo auto. Definito, su proposta del vicepresidente Gilberto Pichetto, il nuovo modello di gestione della tassa automobilistica, che verrà effettuata ricorrendo al personale e alle strutture della Regione. Verrà pertanto predisposto un progetto di internalizzazione che tenderà a superare l’invio dei costosi avvisi cartacei ricorrendo ai più moderni, adeguati ed economici mezzi di comunicazione. Sanità. Su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, si è provveduto a deliberare: - la prosecuzione fino al 31 dicembre 2013 dell’erogazione del contributo di 250 euro per l’acquisto di parrucche da parte di bambine e donne piemontesi affette da alopecia a seguito di chemioterapia; - l’aggiornamento del programma di prevenzione dei tumori della cervice uterina introducendo per le donne tra i 30 ed i 64 anni il test per la ricerca del dna di Papilloma virus umano, che è più efficace dello screening basato sulla citologia e, grazie all’intervallo quinquennale e non più triennale, comporterà un minor disagio; - l’avvio del programma sperimentale previsto dalla norma nazionale che consente lo svolgimento dell’attività professionale intramuraria negli studi privati dei dirigenti medici quando nei locali dell’azienda sanitaria di appartenenza non ci sono spazi disponibili; a tal fine i medici stipuleranno una convenzione con l’azienda stessa; - la proroga dal 30 aprile 2013 al 31 maggio 2014 della scadenza per l’avvio dei progetti già finanziati per la realizzazione di Centri di custodia oraria e nidi in famiglia nei Comuni privi di servizi per a prima infanzia. Alcuni enti devono infatti ancor ultimare gli interventi, anche a causa della situazione economica in cui versano gli enti locali che devono cofinanziarli. - il recepimento delle linee guida nazionali per la predisposizione dei piani di autocontrollo per la gestione dei pericoli nelle aziende che trattano alimenti di origine animale; Sono stati inoltre approvati: - su proposta degli assessori Agostino Ghiglia e Roberto Ravello, il giudizio positivo di compatibilità ambientale del progetto di Snam Rete Gas per il metanodotto Gavi-pietralavezzara e le relative opere connesse, subordinatamente al rispetto di precise condizioni riguardanti la limitazione delle emissioni in atmosfera e l’impianto acustico, la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici nonché delle acque superficiali e sotterranee, la tutela della vegetazione, dell’ambiente rurale e dell’ittiofauna; - su proposta dell’assessore Giovanna Quaglia, la ridestinazione al Comune di Torino del finanziamento di 3.270.000 euro a suo tempo attribuito sul programma di edilizia residenziale pubblica per il recupero dell’edificio di piazza Carlo Emanuele 15.  
   
   
LE NUOVE ALIQUOTE DELL’IRPEF REGIONALE DAL 2014 IN PIEMONTE  
 
Torino, 24 aprile 2013 - Dallo 0,40 per cento in più per i redditi sino a 15mila euro fino all’1,10 per cento per chi guadagna più di 75mila euro all’anno: sono comprese in questa forbice le maggiorazioni all’aliquota dell’addizionale regionale all’Irpef, contenute nella proposta di emendamento integrativo alla legge finanziaria regionale che è stato approvato dalla Giunta regionale il 23 aprile. L’operazione porterà nelle casse regionali complessivamente 161 milioni di euro. Gli incrementi, che scatteranno dal 1° gennaio 2014, sono determinati per scaglioni di reddito ai fini del raggiungimento degli obiettivi di bilancio, nonché per la copertura degli oneri finanziari che derivano dalle anticipazioni di liquidità, secondo quanto previsto dal recente decreto legge approvato dal Governo nazionale per lo sblocco dei pagamenti alle imprese. “Essendo riusciti ad evitare il commissariamento grazie al lavoro intenso e difficile di questi mesi - sottolinea il presidente della Regione, Roberto Cota - possiamo mitigare oggi l’aumento dell’addizionale Irpef e non essere obbligati ad applicare i massimali previsti. La copertura del disavanzo di 864 milioni della sanità, accumulato negli anni 2007 e 2008 dall’amministrazione precedente, viene oggi effettuata dal Governo regionale attraverso una seria programmazione, che cerca comunque di limitare il più possibile le conseguenze negative previste per le famiglie piemontesi”. “Il meccanismo indicato - aggiunge l’assessore al Bilancio, Gilberto Pichetto - consente effetti meno gravosi anche perché riusciamo contestualmente a scongiurare l’aumento dell’Irap. Oltre alle esigenze legate al raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio diamo anche una prima risposta al Governo nazionale rispetto allo sblocco dei pagamenti alle imprese. L’incremento previsto è infatti anche a copertura degli oneri finanziari derivanti dalle anticipazioni di liquidità alle aziende”. L’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche sarà determinata per scaglioni di reddito, applicando, al netto degli oneri deducibili, le seguenti maggiorazioni all’aliquota dell’addizionale regionale all’Irpef di base: per i redditi sino a 15mila euro 0,40 per cento, per i redditi oltre 15mila euro e sino a euro 28mila 0,90 per cento, per i redditi oltre 28mila e sino a 55mila euro 1,00 per cento, per i redditi oltre 55mila e sino a euro 75mila euro 1,07 per cento, per i redditi oltre 75mila euro 1,10 per cento. Per fare qualche esempio concreto, l’aumento consisterà in 2,69 euro al mese per la prima fascia, di 3,75 euro per la seconda, di 9,08 mensili per la terza e così via. Continueranno ad essere esenti dal pagamento dell’addizionale regionale alcune determinate categorie che già sono esentate dall’Irpef nazionale.  
   
   
MOLISE: ADEGUAMENTO NUMERO CONSIGLIERI REGIONALI, VA FATTO A MEZZO DI MODIFICA STATUTARIA  
 
Campobasso, 24 aprile 2013 - «Registriamo che l´opposizione di centrodestra si sta dedicando con una certa passione alla questione dell´abrogazione, proposta con delibera di giunta, della legge regionale n.21 del 2012, quella, cioè, che fissa con percorso ordinario la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 30 a 20. Superando la dietrologia che ha fatto e fa seguito all´atto approvato dall´attuale governo regionale, riteniamo giusto avanzare qui alcune precisazioni. Nella seduta di giunta dello scorso 15 aprile, l´esecutivo ha approvato con delibera n.160 la proposta di legge regionale per "l´abrogazione della legge regionale n.21 del 5 ottobre 2012" per un fatto molto semplice e dettato, guarda un po´, dalla norma. Tale legge, infatti, risulta nei fatti ampiamente superata dall´art.2, comma 3, del decreto legge n.174 del 10 ottobre 2012, poi convertito dalla legge n.213 del 7 dicembre 2012. Il testo in vigore prescrive che "l´adeguamento ai nuovi parametri deve essere fatto esclusivamente a mezzo di modifica statutaria". La norma regionale invece risponde a carattere ordinario. Il Molise, nelle consultazioni del 24 e 25 febbraio scorsi, è tornato al voto per eleggere 20 consiglieri più il presidente soltanto per quanto disposto a livello centrale e non in base al dettato regionale. La via della proposta di abrogazione, è evidente, appare ora necessaria per consentire alla Regione Molise di essere in regola, per buona pace di chi pensa che il nostro esecutivo voglia aumentare i costi della politica molisana, mancando di rispetto ai cittadini e alle difficoltà che incontrano nel loro quotidiano. Per queste, al contrario, ogni giorno lavoriamo con impegno, serietà e passione». È quanto precisa il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, a seguito delle polemiche avanzate dalla opposizione regionale di centrodestra sulla delibera di giunta che propone l´abrogazione della legge regionale n.21 del 5 ottobre 2012.  
   
   
FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA PUGLIA: SPORT, AMBIENTE, SANITÀ  
 
Bari, 24 aprile 2013 - Di seguito, la sintesi dei principali argomenti discussi ed approvati ieri dalla Giunta regionale. Approvato dalla Giunta regionale lo schema di convenzione per l’anno 2013 tra la Regione Puglia – Servizio Sport per tutti ed il Dipartimento di Giustizia Minorile – Centro per la Giustizia Minorile per la Puglia. La convenzione è prevista dall’art.L 16 della Legge regionale 33/2006 “ Norme per lo Sviluppo dello Sport per tutti”. La Giunta regionale ha preso atto del Rapporto Ambientale ( e relativi elaborati cartografici), della sintesi non tecnica e del documento di Valutazione di Incidenza redatti per la procedura di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Faunistico venatorio regionale 2009-2014, redatto dallo Studio Sit&a di Lecce e depositati presso il competente Servizio Caccia e Pesca regionale. Adottato dalla Giunta regionale il Regolamento “ Istituzione dell’Albo Regionale delle Imprese boschive”.Il Presidente della Regione provvederà all’emanazione, così come previsto dallo Statuto della Regione Puglia. La Giunta regionale ha recepito l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome sul documento “ Disciplina per la revisione della normativa dell’accreditamento”, in attuazione dell’articolo 7, comma 1, del Nuovo Patto per la Salute per gli anni 2010-2012 Intesa La Giunta regionale ha approvato uno schema di legge che modifica la norma 28 maggio 2004 in materia di trasferimento in altra sede di strutture sanitarie e socio-sanitarie autorizzate e/o accreditate.In sostanza, con l’introduzione dell’art. 28bis, si chiarisce il percorso procedurale che, nel corso degli anni, ha dato luogo a numerosi contenziosi. La logica è quella di permettere il trasferimento soltanto in caso di una necessità oggettiva, per rispondere alla programmazione regionale. Presa d’atto, da parte della Giunta regionale dello Studio di fattibilità relativo alla “redazione del piano di emergenza straordinario della gestione dei fanghi derivanti dalla depurazione dei reflui urbani, nonché della definizione di linee guida per l’individuazione delle migliori strategie di gestione ordinaria del ciclo depurativo ai fini di un corretto utilizzo e smaltimento del prodotto fanghi”. Lo Studio è stato messo a punto da Arpa Puglia. La Giunta regionale ha modificato il Regolamento concernente il funzionamento degli Ato, in materia di gestione dei rifiuti, così come approvato dalla Commissione consiliare competente. La Giunta regionale ha determinato gli obiettivi gestionali annuali attribuiti ai Direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali ed Aziende Ospedaliero-universitarie del Sistema Sanitario Regionale per l’anno 2013 ai fini dell’erogazione del trattamento economico. La Giunta regionale ha approvato il nuovo atto d’intesa Regione-università dell’11 marzo 2013, in materia di definizione dei requisiti e delle procedure per la nomina dei Direttori generali di Azienda Ospedaliero-universitaria della Regione Puglia. Il nuovo testo, sostituisce integralmente la precedente intesa.  
   
   
ELEZIONI: PROVINCIA DI UDINE, CONFERMA PER FONTANINI  
 
Trieste, 24 aprile 2013 - Pietro Fontanini, appoggiato da Il Popolo della Libertà, Unione di Centro, Lega Nord, Movimento autonomista friulano, Fratelli d´Italia - La Destra, è stato confermato presidente della provincia di Udine con 109.334 voti, pari al 50,03 per cento dei voti validi. Al secondo posto Andrea Simone Lerussi (Partito democratico, Sinistra ecologia libertà, Sinistra, Chiudiamo la Provincia - Scelta adesso) ha ottenuto 89.772 voti, pari al 41,07 per cento. A seguire a Federico Simeoni (Front Furlan) sono attribuiti 12.547 voti (5,74 per cento) e a Massimo Brini (Un´altra Regione) 6.904 voti (3,16 per cento).  
   
   
APPROVATO IL BILANCIO CONSUNTIVO DELLA PROVINCIA DI TORINO INVESTIMENTI E RISPETTO DEL PATTO DI STABILITÀ MALGRADO I FORTI PRELIEVI DI RISORSE DA PARTE DELLO STATO”  
 
Torino, 24 aprile 2013 - “Per la prima volta lo Stato ha prelevato risorse dal bilancio provinciale, e in notevolissima misura. Siamo passati dalla stagione dei trasferimenti a quella dei prelievi forzosi dei tributi locali e delle tasse dei cittadini, che dovrebbero servire per fornire i servizi. Nonostante il quadro piuttosto fosco, siamo tuttavia riusciti a garantire il rispetto del patto di stabilità, un livello importante di investimenti e anche la supplenza della nostra cassa ai ritardi e alle assenze della Regione. L’assessore provinciale al Bilancio Marco D’acri accompagna con queste parole l’approvazione del bilancio consuntivo per il 2012 della Provincia di Torino, votato oggi dal Consiglio provinciale, che pareggia sui 460 milioni di euro. Malgrado i vincoli del patto di stabilità e un taglio complessivo di 26 milioni di euro operato dal Governo centrale per ragioni collegate alla spending review, gli investimenti sono stati pari a 21 milioni, di cui 9 decisi a dicembre per le emergenze legate all’edilizia scolastica. “E tutto ciò è stato realizzato senza accendere alcun nuovo mutuo” conclude D’acri.  
   
   
LAVORO: INAUGURATO A CAGLIARI CENTRO REGIONALE MOBILITÀ GIOVANILE  
 
Cagliari, 24 Aprile 2013 - Inaugurato il Centro regionale per la mobilità giovanile Move (mobilità opportunità e volontariato in Europa) che rappresenta una novità assoluta a livello nazionale, oltre ad essere uno dei pochi esempi di servizio integrato in ambito europeo. L´iniziativa è stata illustrata da Stefano Tunis, direttore dell´Agenzia regionale per il lavoro e da Paolo Di Caro, direttore dell´Agenzia Nazionale per i Giovani, assieme agli assessori regionali del Lavoro, Mariano Contu, e della Pubblica Istruzione, Sergio Milia. "L´obiettivo principale - hanno spiegato Tunis e Di Caro - è offrire percorsi di istruzione, di lavoro e di volontariato all´estero ai giovani con minori opportunità e a rischio di esclusione sociale". "L´inaugurazione del Move - ha detto l´assessore Contu - è per noi un momento molto importante perché si tratta del primo centro per la mobilita giovanile aperto in Italia. E´indispensabile per i nostri giovani confrontarsi con altre realtà poiché molto abbiamo da imparare da paesi come la Germania, dove i percorsi di formazione hanno avuto un grande successo. Lo dimostrano i dati relativi all´occupazione: in Germania la disoccupazione giovanile è sotto l´8 per cento, mentre in Italia si attesta intorno al 30 per cento". L´offerta dei servizi nasce proprio dalla volontà di sperimentare azioni innovative per dare risposta al preoccupante fenomeno della disoccupazione giovanile, partendo dalla consapevolezza che i programmi di mobilità e di finanziamento comunitario rappresentano una reale opportunità. A livello europeo sono circa 7,5 milioni i cittadini che, tra i 15 e i 24 anni, non studiano, non lavorano e non si formano. I numerosi studi condotti sul tema confermano che la mobilità per l´apprendimento accresce del 50% la possibilità di trovare un´occupazione. "Il centro - ha ribadito l´assessore Milia - è un´occasione preziosa per le nuove generazioni che possono confrontarsi con le altre culture e diventare così sempre più competitive. L´interscambio è la base per l´acquisizione di competenze spendibili in Europa e nel resto del mondo". Come ha precisato il direttore dell’Agenzia regionale, Stefano Tunis, “tutte le esperienze acquisite e certificate saranno inserite, al rientro, in un passaporto europeo delle competenze spendibile nel territorio comunitario". La struttura si rivolge prioritariamente ai giovani, anche senza titolo di studio, che parteciperanno ad azioni individuali o di gruppo. Potranno beneficiare dei servizi anche le scuole, le università, gli enti locali, le imprese e associazioni datoriali, le associazioni e gli enti di formazione professionale. Ospitato nei locali dell´Agenzia, in Via Is Mirrionis 195 a Cagliari, il Centro offrirà servizi che saranno fruibili recandosi di persona e operativi a partire dalle prossime settimane. Le attività saranno promosse attraverso uno specifico sito internet, in fase di ultimazione, e i principali social network (Facebook, twitter). Tra le azioni che andranno a regime nei prossimi mesi di maggio e giugno sono previste in particolare: informazione (attività di sportello, newsletter e totem multimediali), orientamento (consulenze individuali e di gruppo, promozione di opportunità di stage), volontariato e impresa all´estero (anche al di fuori dell´Unione Europea), formazione linguistica e interculturale, affiancamento alla preparazione di un percorso formativo all´estero (assistenza alla ricerca della scuola, ente, azienda all´estero, ricerca delle soluzioni logistiche, assicurative ecc), assistenza durante il periodo di soggiorno all´estero, accoglienza al rientro, valutazione del raggiungimento degli obiettivi formativi. Sarà l´Unione Europea a fornire le risorse finanziarie, attraverso i programmi dedicati alla mobilità giovanile, che necessiteranno di essere integrate dal Fondo Sociale Europeo attualmente in fase di elaborazione per il quadro di programmazione 2014-2020.  
   
   
TOSCANA: CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA, LE DOMANDE AUMENTANO ANCORA MA LE RISORSE NON SONO ARRIVATE  
 
Firenze, 24 aprile 2013 – Le domande di cassa integrazione e mobilità in deroga continuano ad affluire. Continuano a farlo anche dopo l’annuncio da parte della Regione dell’esaurimento delle risorse assegnate o comunque spendibili: 49.613.564 euro, di cui la prima tranche, 33.332.743 euro, è oggetto di un accordo siglato tra Stato e Regione Toscana e la seconda invece, 16.280.821 euro, al momento è una proposta di ripartizione concordata a livello di coordinamento delle Regioni ed inviata al Ministero. Una proposta che la Toscana, al contrario di altre Regioni e in accordo con l’Inps, ha deciso di tenere presente in modo da poter autorizzare più domande possibile. “Ad oggi – spiega l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione della Toscana, Gianfranco Simoncini – sono circa 10.000 le domande arrivate per il 2013 (oltre 8.000 di cassa integrazione in deroga e quasi 2.000 di mobilità in deroga) le quali coinvolgono 27.000 lavoratori per una spesa di oltre 116 milioni. Per farvi fronte occorrerebbe più del doppio di quanto è a nostra disposizione”. “Le richieste di aziende e lavoratori sono aumentate fortemente rispetto agli stessi mesi del 2012: solo nelle ultime due settimane abbiamo ricevuto 1500 richieste di cassa integrazione e 200 di mobilità, che hanno fatto crescere il fabbisogno di quasi 20 milioni – prosegue Simoncini – Nonostante le ripetute sollecitazioni, il governo non ha risposto e noi siamo stati costretti a sospendere le autorizzazioni. E’ una situazione insostenibile, che lascia senza reddito migliaia di lavoratori e rischia di determinare una forte tensione sociale. Era stato preannunciato un incontro a Palazzo Chigi tra governo, parti sociali e regioni. Ma ad oggi non risulta ancora convocato”. L’assessore ribadisce la richiesta già fatta al ministro del lavoro di sbloccare subito almeno le risorse già previste dalla legge di stabilità, che ammontano attorno a 200 milioni a livello nazionale di cui circa 10 milioni dovrebbero essere assegnati alla Toscana. Questo potrebbe permettere di avere ancora una quota di risorse che, se sommate all’eventuale avanzo sulla spesa effettiva rispetto a quella prevista, potrebbero consentire una parziale ripresa delle autorizzazioni, anche se insufficiente a far fronte alle richieste pervenute ad oggi. “Abbiamo bisogno, dal governo, di risposte urgenti e definitive – conclude Simoncini – che ci permettano di contare su risorse certe per l’intero fabbisogno del 2013. Questa vicenda degli ammortizzatori sociali è una priorità assoluta e deve essere al centro dell’agenda del governo: manca almeno un miliardo e mezzo e deve essere trovato al più presto. L’esigenza di una svolta nelle politiche del paese, che metta al primo posto lavoro e sviluppo, sta nei numeri”. La Toscana ha registrato il più forte aumento di ore di cassa integrazione rispetto all’anno scorso: +41,5%, rispetto ad un aumento del 36,5% in Piemonte e del 27% in Veneto. Nel primo trimestre 2013 sono state autorizzate dall’Inps quasi 8 milioni di ore di cassa integrazione straordinaria (Cigs), 3 milioni di Cig in deroga e 14,2 milioni di Cigo. In tutto fanno oltre 14 milioni di ore, equivalenti a 33.257 posti di lavoro a tempo pieno. I numeri confermano anche il maggior ricorso in Toscana, rispetto alla media nazionale, ai trattamenti straordinari e in deroga. “Un dato – annota l’assessore – sul quale pesa, nel rapporto con altre regioni, anche la maggiore efficienza nelle autorizzazioni che abbiamo avuto in Toscana”. Minore è invece il peso della Cig ordinaria, ma questo è naturalmente legato anche al tessuto economico della regione e alla grandezza e tipologia delle imprese.  
   
   
BASILICATA: DE FILIPPO: CONCILIAZIONE DONNE-LAVORO, DOVERE E OPPORTUNITÀ  
 
Potenza, 24 aprile 2013 - “Il problema di mancanza di competitività dell’Italia è anche legato al potenziale inespresso rappresentato dal mondo femminile. Per questo ogni iniziativa tesa a migliorare le condizioni per l’inserimento e il mantenimento delle donne al lavoro non è solo un di per sé importante atto di giustizia, ma anche un’opportunità”. In questo modo il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, spiega l’attenzione della Regione alle misure di conciliazione Donna e lavoro che non solo ha portato la giunta ad adottare la Carta delle pari opportunità, ma vede attivamente impegnati gli organismi regionali nella diffusione di questa cultura d’impresa. “Il mancato pieno coinvolgimento delle donne italiane nel sistema lavorativo – ha concluso De Filippo – per Bankitalia è causa della perdita di circa 7 punti di Pil. E solo quando la questione sarà correttamente inquadrata come opportunità e non solo problema si riuscirà ad essere veramente incisivi e accelerare quel processo di riallineamento di opportunità che nel nostro Paese è ancora troppo lento”.  
   
   
DONNE E LAVORO: FAVORIRE POLITICHE AZIENDALI IDONEE  
 
Potenza, 24 aprile 2013 - “Pare che purtroppo la maternità coincida ancora spesso con l’abbandono del posto di lavoro da parte delle donne lavoratrici. Rapportando i dati del 2012 sulle dimissioni delle lavoratrici madri lucane con quelli dell’anno precedente, emerge infatti un incremento di circa l’8 per cento, sostanzialmente in linea con l’andamento nazionale. Questo il motivo che ha spinto la Regione Basilicata, dietro suggerimento della Consigliera di Parità Fanelli, ad adottare la Carta per le Pari opportunità quale strumento contro le discriminazioni nei confronti delle donne lavoratrici, nel periodo pre e post parto”. Così l’assessore regionale alle Attività produttive, Marcello Pittella che definisce le misure antidiscriminatorie sul lavoro “norme di civiltà indispensabili in un momento in cui il Paese lamenta un grave calo demografico. Misure come la Carta per le pari opportunità – spiega Pittella - si iscrivono in un progetto di tutela della maternità e della paternità responsabili”. Il tema della conciliazione inoltre resta un tema nevralgico per la tutela della famiglia e di uno stile di vita improntato sul benessere degli individui. Il mio invito alle aziende ed ai soggetti privati – conclude l’assessore – è di avvalersi a loro volta di questo strumento per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro favorendo l’incontro tra domanda e offerta di flessibilità e quant’altro necessario, mediante politiche aziendali e contrattuali idonee, in collaborazione con il territorio e la convenzione con i servizi pubblici e privati integrati”.  
   
   
ADOZIONE CARTA PARI OPPORTUNITÀ  
 
Potenza, 24 aprile 2013 - “La relazione annuale sulla convalida delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri che la Direzione generale per l’attività ispettiva è tenuta a rendere e che la Consigliera di Parità Maria Anna Fanelli meritoriamente diffonde, convalida l’efficacia della norma che il Legislatore ha posto a base della ‘genitorialità’ garantendo la conservazione del posto di lavoro attraverso il divieto del licenziamento e l’obbligo di convalida delle dimissioni”. Lo dichiara l’assessore al Lavoro e alla Formazione della Regione Basilicata, Vincenzo Viti, in merito all’adozione della “Carta per le Pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro” da parte della presidenza della Giunta regionale della Basilicata. “Si tratta – spiega l’assessore – di una norma che onora la cultura civile del Paese e che si iscrive in un progetto di tutela della maternità e della paternità responsabili. Il monitoraggio – aggiunge Viti – evidenzia che uno dei dati più critici rivelati dai casi di abbandono del posto di lavoro, risiede nella difficoltà di conciliazione fra i tempi di lavoro e i temi posti dalle carenze nell’organizzazione dell’assistenza ai minori in carico ai genitori. Si tratta di approfondire temi e obiettivi di un welfare costruito sul presupposto di una diversa e più umana organizzazione del lavoro. Un tema – conclude Viti - che riguarda anche noi e che segnala l’urgenza di un nuovo pensiero sociale e istituzionale”.  
   
   
BASILICATA: DONNE E LAVORO, MISURE DI CONCILIAZIONE  
 
Potenza, 24 aprile 2013 - Troppo spesso, ancora oggi, le dimissioni di una donna lavoratrice coincidono con il suo diventare madre. La tutela della “genitorialità” si manifesta anche nella garanzia della conservazione del posto di lavoro della lavoratrice madre e del lavoratore padre attraverso il divieto di licenziamento e l’obbligo di convalida delle dimissioni. Per snidare il fenomeno delle cosiddette “dimissioni in bianco”, la legge stabilisce che le risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro, se presentate durante i primi tre anni di vita di un figlio, necessitano della convalida da parte del servizio ispettivo del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali competente per territorio. I dati delle dimissioni convalidate nel 2012, rilevati dalla Direzione generale per l’attività ispettiva, confermano una seria difficoltà, da parte delle lavoratrici madri, nel tentativo di continuare a lavorare e contemporaneamente prendersi cura dei figli. Per consentire alle donne lavoratrici di non dover per forza scegliere tra l’essere madre e l’essere una professionista o un’operaia, la Consigliera regionale per le Pari opportunità, Maria Anna Fanelli, promuove sul territorio una serie di misure atte a contrastare i fenomeni di discriminazione sui luoghi di lavoro e rilancia la Carta per le pari Opportunità: un documento finalizzato all’equità e alla coesione sociale ma anche alla competitività e al successo dell’impresa, sottoscritta anche della Giunta regionale della Basilicata lo scorso 16 aprile. La Carta, che si rivolge sia agli enti pubblici che alle aziende private, rappresenta una misura a sostegno delle politiche relative alla promozione del lavoro femminile e delle pari opportunità. Adottando la Carta le imprese si impegnano a contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro, impegnandosi al contempo a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione aziendale, con particolare riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna. La Regione Basilicata, su invito della Consigliera Fanelli, ha inteso adottare la Carta impegnandosi a promuovere i valori contenuti nel documento, sia all’interno dell’amministrazione regionale che nel territorio della regione, per contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro e valorizzare il lavoro femminile e le consequenziali pratiche inclusive nel mondo del lavoro.  
   
   
DONNA-LAVORO: TEMA ATTUALE DA SOSTENERE CON FORZA  
 
Potenza, 24 aprile 2013 - “Il tema della conciliazione donna –lavoro è più che mai attuale, soprattutto in un momento in cui il lavoro femminile, oltre ad assicurare maggiore dignità e autonomia alla donna, supporta i fabbisogni che si manifestano quotidianamente nella cura e nel benessere della famiglia”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Salute Attilio Martorano in occasione dell’adesione della Consigliera regionale di parità alla Carta delle Pari opportunità promossa dalla Giunta regionale. “Sulla famiglia, e implicitamente sul sostegno alle donne lavoratrici – ha aggiunto - il governo regionale è da tempo impegnato a ricercare strumenti e misure che sostengano la conciliazione delle mamma lavoratrici. La Carta per le pari opportunità, la Consulta della famiglia, la sperimentazione degli asili nido sono il frutto di un’attenzione che la Regione Basilicata mostra di avere nelle politiche a sostegno della famiglia, vero punto di forza della Basilicata, che si caratterizza storicamente per la tenuta delle relazioni famigliari che rappresentano uno dei punti di forza e di distinzione della cultura della nostra regione”.  
   
   
BASILICATA: SCHEDA 1 - DATI 2012 SULLE DIMISSIONI DELLE LAVORATRICI MADRI  
 
Potenza, 24 aprile 2013 - Nel corso nel 2012 sono stati 122 i lucani che hanno lasciato il proprio impiego convalidando le dimissioni negli uffici dell’Ispettorato del Lavoro. Di questi 120 sono donne e 2 sono uomini. La pratica della convalida negli uffici territoriali, finalizzata a far emergere il fenomeno delle cosiddette “dimissioni in bianco”, attraverso la compilazione di un apposito questionario che l’Ispettorato sottopone ai dimissionari, ha evidenziato un importante fattore, ovvero le ragioni che hanno indotto alle dimissioni. In ben 108 casi su 122, le ragioni delle dimissioni sono da attribuirsi all’impossibilità di conciliare il lavoro con la gestione della famiglia. Da sottolineare che tra questi non rientrano i due uomini in quanto i padri lavoratori, in entrambi i casi, hanno lasciato il lavoro per “passaggio ad altra azienda”. In sostanza sono le donne a lasciare il lavoro quando diventano madri o quando non riescono più a far fronte alle difficoltà derivanti dalla genitorialità per problematiche connesse alla cura dei figli. Analizzando i dati e le motivazioni addotte alle decisioni delle dimissionarie, emerge che: 73 donne si sono dimesse per “desiderio di prendersi cura della prole in maniera esclusiva”; 18 per “incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per assenza di parenti di supporto”; 12 per “incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per mancanza accoglimento al nido”; 5 per “elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato (asilo nido o baby sitter), costi che n molti casi possono assorbire il salario della madre. Negli altri casi i motivi delle dimissioni sono stati: “passaggio ad altra azienda (4 donne e 2 uomini); 1 per “mancata concessione del part-time/orario flessibile/modifica turni di lavoro”; 7 per “cambio di residenza o distanza tra luogo di residenza e sede di lavoro o per ricongiungimento al coniuge”. La maternità, quindi, coincide ancora con l’abbandono del posto di lavoro. Rapportando i dati del 2012 con quelli dell’anno precedente, quando le dimissioni convalidate erano 114, emerge che si è verificato un incremento di circa l’8 per cento, sostanzialmente in linea con quanto accaduto a livello nazionale dove l’aumento è stato del 9 per cento, con dati che sono passati da 17.681 (2011) a 19.187 (2012). Anche le motivazione sono praticamente inalterate in quanto le ragioni che spingono all’abbandono del lavoro sono quasi esclusivamente da ricercarsi nella nascita di uno o più figli e i tempi in cui le donne decidono di rimanere a casa coincidono con la maternità o comunque entro i primi tre anni di vita del bambino.  
   
   
BASILICATA: SCHEDA 2 – LA CARTA PER LE PARI OPPORTUNITÀ  
 
Potenza, 24 aprile 2013 - Gli enti pubblici e le aziende private che sottoscrivono la Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro si impegnano a: • Definire e attuare politiche aziendali che, a partire dal vertice, coinvolgano tutti i livelli dell’organizzazione nel rispetto del principio della pari dignità e trattamento sul lavoro; • Individuare funzioni aziendali alle quali attribuire chiare responsabilità in materia di pari opportunità; • Superare gli stereotipi di genere, attraverso adeguate politiche aziendali, formazione e sensibilizzazione, anche promuovendo i percorsi di carriera • Integrare il principio di parità di trattamento nei processi che regolano tutte le fasi della vita professionale e della valorizzazione delle risorse umane, affinché le decisioni relative ad assunzione, formazione e sviluppo di carriera vengano prese unicamente in base alle competenze, all’esperienza, al potenziale professionale delle persone; • Sensibilizzare e formare adeguatamente tutti i livelli dell’organizzazione sul valore della diversità e sulle modalità di gestione delle stesse; • Monitorare periodicamente l’andamento delle pari opportunità e valutare l’impatto delle buone pratiche; • Individuare e fornire al personale strumenti interni a garanzia della effettiva tutela della parità di trattamento; • Individuare strumenti concreti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro favorendo l’incontro tra domanda e offerta di flessibilità aziendale e delle persone, anche con adeguate politiche aziendali e contrattuali , in collaborazione con il territorio e la convenzione con i servizi pubblici e privati integrati; assicurando una formazione adeguata al rientro dei congedi parentali; • Comunicare al personale, con le modalità più opportune, l’impegno assunto a favore di una cultura aziendale della pari opportunità, informandolo sui progetti intrapresi in tali ambiti e sui risultati pratici conseguiti; • Promuovere la visibilità esterna dell’impegno aziendale, dando testimonianza delle politiche adottate e dei progressi ottenuti in un’ottica di comunità realmente solidale e responsabile.  
   
   
TRENTO: PRESENTATE LE PROPOSTE ESTIVE PER LE FAMIGLIE E I RAGAZZI  
 
Trento, 24 aprile 2013 - Il Trentino non lascia sole le famiglie, neanche d´estate. Perché le famiglie non "chiudono" mai. Ieri, nel Palazzo della Provincia, la presentazione delle attività estive per bambini e ragazzi, oltre un migliaio, realizzate da associazioni, cooperative, enti locali, raccolte nel programma "Estate giovani e famiglia anno 2013", interamente accessibile on line al sito http://www.trentinofamiglia.it/  e del catalogo Vacanze al mare a misura di famiglia, realizzato in collaborazione con il Centro turistico Acli. Inoltre una novità, la Casa di soggiorno per anziani “Casa Santa Maria", a Vigolo Vattaro, adatta anche a brevi soggiorni, con tutte le caratteristiche di una struttura alberghiera, e la nuova applicazione informatica che consente all´utenza di valutare l´offerta dei servizi estivi, che si aggiunge alle altre app rese possibili grazie al programma Open data. Presenti alla conferenza stampa tra gli altri l´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili, e Paolo Rebecchi, direttore del Forum delle Associazioni familiari del Trentino. Assegnati inoltre nuovi marchi Family in Trentino ad una serie di servizi estivi e annuali. Un grande lavoro di rete, insomma, fra soggetti pubblici e privati, per offrire servizi sempre più flessibili e adeguati alle molteplici esigenze della società, rivolgendosi a fasce di popolazione diverse, dai bambini agli anziani. "La Provincia, con le sue politiche familiari, ha soprattutto la funzione di mettere in rete tutte le iniziative presenti sul territorio - ha detto l´assessore Rossi - . L´offerta si arricchisce anche in questo momento di crisi: oltre alle iniziative rivolte ai bambini, per la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro durante la stagione estiva, abbiamo quest´anno anche una proposta rivolta alla popolazione più anziana, all´insegna del benessere. Sempre più determinante infine il ruolo delle nuove tecnologie nel rendere i servizi accessibili a tutti." Quattro le iniziative presentate stamani. Vediamole in sintesi. Innanzitutto, "Estate giovani e famiglia anno 2013", la raccolta delle attività estive per bambini e ragazzi in Trentino, giunta alla settima edizione e ulteriormente arricchitasi rispetto l´´anno scorso. Il catalogo è consultabile al sito www.Trentinofamiglia.it: vi si possono trovare informazioni sulle attività giornaliere, settimanali, sui soggiorni diurni e residenziali, sui campeggi, sulle esperienze linguistiche e sulle proposte per chi vuole fare sport. "La Provincia non investe un euro su queste iniziative, si limita a favorirne l´accesso, assieme all´Agenzia, e a certificarle man mano - ha spiegato Malfer - . Durante l´estate i genitori continuano a lavorare ma i figli sono a casa da scuola; il sito consente di visitare le tante proposte poste in essere da enti e associazioni, verificare la disponibilità di posti e quant´altro." Le attività proposte sono oltre 1100, e si sviluppano, grazie all´azione di circa 150 associazioni, ed inoltre Comuni, cooperative, scuole e così via, su tutto il territorio provinciale: il sito permette di selezionarle a partire da una serie di queries, che agevolano una veloce navigazione da parte dell´utenza. Il grosso dell´offerta riguarda la fascia 6-12 anni, ma vi sono proposte anche per bambini dai 0 ai 2 anni. Alcune attività sono gratuite, altre a pagamento (si possono utilizzare buoni di servizio Fse e sono previste tariffe agevolate dal secondo figlio in poi). Quindi le Vacanze al mare a misura di famiglia, un catalogo di alberghi di standard Family, al tempo stesso convenienti e attenti alle esigenze delle famiglie: realizzato dal centro turistico delle Acli, giunto alla terza edizione, è cresciuto nel numero delle strutture ricettive ospitate, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo. In particolare, si è andati incontro alle famiglie che risentono dell’attuale crisi economica e che trovano difficoltà nell’organizzare le loro vacanze. Nell’accordo di collaborazione fra Provincia autonoma di Trento, Forum delle Associazioni familiari e il Centro Turistico delle Acli, si è cercato di privilegiare questo aspetto, individuando le promozioni più mirate per servizi a misura di famiglia e per tariffe agevolate. Le Acli inoltre collaborano con il Comune di Trento nell´iniziativa Summer Job (700 domande lo scorso anno, a cui si è potuto dare risposta solo in parte; un´esperienza pilota presa ad esempio da altre realtà in tutta Italia). Una novità quest´anno è la Casa di soggiorno per anziani “Casa Santa Maria” , recentemente inaugurata, una struttura innovativa che coniuga le competenze assistenziali e sanitarie con le caratteristiche dell´accoglienza turistica e alberghiera. Gestita dalla cooperativa Kaleidoscopio, consente di ospitare anche per un breve periodo di tempo persone anziane, in un contesto che è sì di vacanza ma che garantisce al tempo stesso servizi e assistenza adeguati. Ciò va a vantaggio anche di chi si deve assentare per lavoro o semplicemente per un periodo di vacanza in un contesto inadatto alla persona anziana di cui normalmente si fa carico: per le famiglie, insomma, è possibile "staccare", o anche far fronte ad emergenze, in un momento notoriamente "critico" dell´anno, senza la preoccupazione di dover lasciare i nonni da soli e comunque in una condizione inadeguata alle loro esigenze. Ed ancora, sul versante informatico, l´integrazione della app Vivitrento con i dati dell´iniziativa Estate Giovani e Famiglia, a cura dei ricercatori di Fbk, Trento Rise e dell’Incarico speciale in materia di Innovazione della provincia autonoma di Trento. La nuova App, scaturita da questa sinergia e disponibile da giugno, consente fra l´altro all´utenza di esprimere le proprie valutazioni in merito ai servizi offerto dalle associazioni, contribuendo ad una ulteriore qualificazione delle proposte. L´informatica facilita l´accesso alle diverse iniziative in molti modi, ad esempio, mettendo a disposizione di computer e cellulari di mappe che consento di accedere alle sedi delle associazioni o dei campi estivi, facilitando l´individuazione delle proposte più adatte a ciascuna famiglia e così via. Mettere i dati a disposizione in maniera "free", come previsto dal programma Open data, rappresenta un vantaggio enorme perché consente in maniera quasi naturale lo sviluppo di nuove applicazioni e quindi di nuovi servizi. (mp) Di seguito, l´assegnazione del marchio Family a 12 nuove proposte e servizi. Allo stato attuale vi sono 220 realtà amiche della famiglia in Trentino, fra musei, Comuni, esercizi pubblici, eventi e così via. Vediamo in sintesi i "nuovi arrivati": Servizi estivi Marchio per le attività svolte durante l´estate - Azienda pubblica Servizi alla Persona “Casa mia” di Riva del Garda per il progetto Centri aperti estate 2013 Cooperativa di solidarietà sociale “Ancora” di Tione per le attività estive anno 2013 Centro universitario sportivo Trento per la colonia diurna “Cuscamp” anno 2013 Marchio per i servizi erogati sull´arco dell´anno- Associazione “Asilo nel bosco” di Trento; Associazione “La Bottega del Sorriso” di Trento; Cooperativa sociale “Gsh”di Cles per il progetto “Il Giardino sul lago”; Associazione culturale “La Meta” di Caldonazzo per il progetto “Zerodiciassette.it”; British institutes, per le sedi di Trento e Ronzone. Eventi temporanei a misura di famiglia “Parco dei mestieri” (attività svolta nell´ambito del Trento Filmfestival) Altre iniziative Comune di Trento per il progetto “Summerjobs 16-17” Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente – Rete trentina di educazione ambientale per le attività di “Vivi l’ambiente 2013”  
   
   
MILANO, PERIFERIE. A NIGUARDA E IN VIA SALOMONE SPORTELLI DI ASCOLTO, LABORATORI DI RICERCA LAVORO, INIZIATIVE PER GIOVANI E ANZIANI  
 
Milano, 24 aprile 2013 - Migliorare la qualità della vita dei cittadini e rendere più belle e vissute le relazioni sociali. A Niguarda e nel quartiere Salomone sono recentemente partiti due nuovi progetti promossi dall’assessorato alla Sicurezza, Coesione sociale e Volontariato. Si tratta di due interventi realizzati in sinergia con il terzo settore, che prevedono il potenziamento dei servizi rivolti al cittadino e l’aumento delle iniziative educative e culturali offerte al territorio. In entrambi i quartieri saranno creati degli sportelli, nei quali chi vi accede trova uno spazio di ascolto in grado di accogliere domande di aiuto, e dei laboratori dove sviluppare la partecipazione alla vita di quartiere. Azioni specifiche saranno dedicate alla ricerca di lavoro per disoccupati e all’organizzazione di iniziative rivolte ai giovani e agli anziani. Tra queste, un ‘summer camp’ per adolescenti e un laboratorio di internet per anziani a Niguarda, un luogo di incontro pomeridiano per bambini della scuola primaria e interventi domiciliari a favore degli anziani nel quartiere Salomone. “Diamo vita a questi due progetti – ha spiegato Marco Granelli, assessore alla Sicurezza, Coesione sociale e Volontariato – perché vogliamo che i quartieri di periferia diventino spazi di socialità, vissuti e animati da chi vi abita. È questa la strada per contrastare il degrado e i problemi di disgregazione sociale. I progetti potranno funzionare solo se si riuscirà a costruire una salda alleanza e un contesto di collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, dall’Amministrazione ai Consigli di zona, dagli enti del terzo settore fino all’Aler”. A Niguarda il progetto si chiama “Niguardanoi” ed è attuato con Consorzio Farsi Prossimo, Sis-sistema imprese sociali, Centro italiano per la promozione della mediazione. Nel quartiere Salomone il progetto si chiama “Con-tatto Salomone” ed è realizzato con Cooperativa La Strada, associazione La Nostra Comunità, Centro Ambrosiano di Solidarietà, parrocchie San Galdino e San Nicolao della Flue, Associazione per la ricerca sociale. I due progetti hanno durata triennale e termineranno a fine gennaio 2016.