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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 16 Dicembre 2013 |
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EFFICIENZA ENERGETICA, PRESENTATO AL MISE IL RAPPORTO 2013 DAI DATI LA PROVA DEI VANTAGGI PER I CITTADINI E LE IMPRESE |
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Roma, 16 dicembre 2013 - La promozione dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare nazionale attraverso il completamento e il miglioramento dello strumento normativo della certificazione energetica. Se ne è discusso il 12 dicembre al Ministero dello Sviluppo Economico in occasione della presentazione del Rapporto 2013 sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici- diffuso dal Comitato Termotecnico Italiano (Cti)- per quanto riguarda i risultati conseguiti nel 2012. Nel corso dell’appuntamento- moderato dal Presidente del Cti Cesare Boffa- sono stati evidenziati gli obiettivi raggiunti a livello nazionale non solo in termini di riduzione strutturale dei consumi energetici ma anche di stimolo alla crescita economica, di spinta all’utilizzo di tecnologie e materiali avanzati, di creazione di nuove possibilità occupazionali per i specialisti del settore. In questo quadro la pubblicazione, nel corso del 2013, della legge n. 90 che recepisce la Direttiva 31/2010 (Epbd) potenzia, insieme ad altre misure approvate dal governo, gli strumenti di sostegno fiscali alla promozione dell’efficienza energetica degli edifici. L’impegno assunto è di continuare anche nei prossimi mesi la collaborazione con gli enti tecnici e scientifici del settore per armonizzare la legislazione nazionale e regionale e per rendere operative tutte le misure normative, puntando a dare più respiro al mercato della certificazione energetica. “Il Rapporto 2013 - sottolinea il Direttore Generale per l’Energia Nucleare, le Energie rinnovabili e l’Efficienza Energetica del Mise Sara Romano nella presentazione dello studio - costituisce un indispensabile strumento per migliorare l’informazione sul tema della certificazione energetica e per accrescere la consapevolezza dei vantaggi che offre ai cittadini e alle imprese del settore”. |
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IDROGENO E CELLE A COMBUSTIBILE NELL’AMBITO DI “HORIZON 2020” QUALI OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA ITALIA |
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Roma, 16 dicembre 2013 – Lo scorso 13 dicembre al Centro congressi Fontana di Trevi a Roma organizzato dall’ Università Bocconi di Milano si è svolto un incontro relativo all’idrogene e celle a combustibile. I segnali dall´Europa, da molti degli stati membri, in primis la Germania, quelli che ci giungono da Usa, Giappone, Cina, Corea e da tanti altri, indicano chiaramente che le tecnologie dell’idrogeno e delle celle a combustibile stanno riscuotendo un interesse crescente e, di conseguenza, possono contare sul forte appoggio di politiche e scelte nazionali. L´italia in quanto sistema Paese sembra essere recalcitrante o, per lo meno, poco attenta e poco informata . Partendo da tale constatazione l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), L’associazione italiana idrogeno e celle a combustibile (H2it), la Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche (Fast) e l’Università degli Studi di Perugia organizzano il prossimo 13 dicembre a Roma l’incontro “Il nuovo programma Idrogeno e Celle a Combustibile nell’ambito di “Horizon 2020”: Quali opportunità per il sistema Italia?” nell’ambito della quinta edizione della “European Fuel Cell Technology & Applications – Piero Lunghi Conference (Efc13)”. C’è la volontà di portare all´attenzione dei decisori istituzionali la problematica legata allo sviluppo delle tecnologie dell´idrogeno e delle celle a combustibile e chiedere loro atti concreti per definire strategie nazionali adeguate. La giornata si propone, dunque, partendo dalle priorità dettate da Horizon 2020 riguardo all’importante settore, da un lato di illustrare lo sforzo che, nonostante la mancanza di un quadro nazionale, stanno facendo enti di ricerca, università ed industrie per mantenere l´Italia al passo con il resto del mondo e con le priorità che ci indica l´Europa; dall’altro di dare voce all’imprenditoria italiana e al mondo della ricerca affinché dalle loro istanze possano scaturire indicazioni precise su quello che manca per dare senso e forza alle singole iniziative. Si vogliono individuare le azioni concrete che la politica dovrebbe promuovere per dotare il nostro Paese di un programma idrogeno e celle a combustibile basato su un quadro nazionale concordato e condiviso. Solo in questo modo possiamo avere la forza di partecipare a pieno titolo allo sviluppo di queste tecnologie traendone il massimo vantaggio in termini di posti di lavoro qualificati, incremento del Prodotto interno lordo, aumento delle esportazioni. In caso contrario saremmo condannati ad essere importatori e al massimo installatori, gestori, manutentori di tecnologie realizzate da altri. |
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TRISTE: DOMANI, CONVEGNO EFFICIENZA DA RINNOVABILI E RETI INTELLIGENTI |
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Trieste, 16 dicembre 2013 - La Regione intende attuare una programmazione ed una pianificazione energetica in sinergia con gli Enti locali, in base ai dettami della Comunità europea in tema di energia. Fonti energetiche rinnovabili, efficienza energetica, "smart grid" (reti intelligenti che coniugano tecnologie tradizionali e soluzioni digitali), energy storage (stoccaggio energetico) sono pertanto gli argomenti al centro del convegno "La governance in Friuli Venezia Giulia, un diverso approccio allo sviluppo di un´economia sostenibile" che avrà luogo a Trieste, nel Palazzo della Regione, martedì prossimo,17 dicembre, dalle 9.30 alle 13.30. I lavori saranno aperti dalla presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, mentre le conclusioni sono affidate all´assessore regionale all´Energia ed Ambiente, Sara Vito. Il convegno vuol essere l´occasione per approfondire i temi dell´efficienza energetica e tra i diversi contributi sono previsti quelli tecnici di Luigi Debarberis (presidente della Commissione scientifica del Jrc/iet di Petten), Leon Hempel (capo dipartimento Energia Tub dell´Università di Berlino), Pawel Zamojski (Comitato delle Regioni Ue) e Sergio Oliviero (Head Energy & Security Research Area del Siti-istituto superiore sui Sistemi territoriali per l´innovazione). E´ in programma anche un collegamento in videoconferenza con Andrea Accorigi e Adam Szolyak, il primo dell´Ufficio del patto dei Sindaci di Bruxelles, il secondo della Dg Energy Internal Market Iii-retail markets, coal & oil della Commissione europea. |
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NUOVO CENTRO DI RICERCA NEL REGNO UNITO PER FORNIRE UNA GUIDA VERDE AL SETTORE ENERGETICO |
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Bruxelles, 16 dicembre 2013 - È stato annunciato un nuovo centro di formazione da 9,5 milioni di euro che ambisce ad aiutare i settori del petrolio e del gas a fare un uso migliore delle scienze ambientali nella ricerca degli idrocarburi. Il Centre for Doctoral Training (Cdt) ha ricevuto 3,3 milioni di euro dal Nerc, che è la principale agenzia nel Regno Unito di finanziamento della ricerca, formazione e scambio di conoscenze nelle scienze ambientali. Il centro si concentrerà sulla creazione di una forza lavoro altamente qualificata con competenze che possono essere sfruttate nei settori dell´energia e dell´ambiente nel loro complesso, oltre a colmare delle lacune nelle capacità nel settore del petrolio e del gas. Questo fornirà all´industria le capacità necessarie per ridurre l´impatto ambientale dell´estrazione di petrolio e gas. Il professor Duncan Wingham, funzionario capo del Nerc, ha detto: "Osservando tutti i settori che fanno crescere l´economia nel Regno Unito, e in cui una conoscenza approfondita dell´ambiente è assolutamente fondamentale, risulta difficile pensare a un settore diverso da quello del petrolio e del gas dove la necessità sia più alta. Risulta essenziale che il Nerc contribuisca a garantire la crescita con una gestione responsabile dell´ambiente per l´industria". Il centro avrà la capacità di supportare un minimo di 60 studenti che trarranno benefici dal fatto di lavorare con un consorzio che comprende i migliori istituti al mondo tra cui Imperial College London, le università di Aberdeen, Durham, Manchester e Oxford, e la British Geological Survey (Bgs). In aggiunta all´investimento del Nerc di 3,3 milioni di euro, il consorzio si è già impegnato a investire ulteriori 6,2 milioni di euro. Il Nerc prevede di far arrivare investimenti da università straniere, enti di ricerca e aziende fino a quattro volte superiori al proprio investimento. Il Centre for Doctoral Training sarà il primo in una serie di nuovi Nerc Cdt che sperano di colmare lacune nelle capacità di alto livello e di soddisfare esigenze prioritarie. Le prime iscrizioni degli studenti al Cdt inizieranno a ottobre 2014. Per maggiori informazioni, visitare: Nerc http://www.Nerc.ac.uk/ |
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"CONFERENZA INTERNAZIONALE SU AMBIENTE ED ENERGIA RINNOVABILE" |
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Parigi, 16 dicembre 2013 - Il 7 e 8 maggio 2014 si svolgerà a Parigi, in Francia, la "Conferenza internazionale su ambiente ed energia rinnovabile" (Icere 2014). Questa conferenza mira a promuovere tecnologie energetiche rinnovabili che siano sicure per l´ambiente ed economicamente sostenibili, oltre a creare una base teorica per l´utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Si tratta di una piattaforma per scienziati e professionisti dove scambiarsi nuove idee in questo campo. Gli argomenti della conferenza includeranno cambiamento climatico, tecnologie energetiche eoliche e solari, industrie a biomassa, processi per ottenere energia dai rifiuti, applicazioni per riscaldamento e raffreddamento, risparmi energetici in edifici e aspetti economici dell´energia rinnovabile. Per ulteriori informazioni, visitare: http://energy.Conference-site.com/ |
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FOTOVOLTAICO NEL PARCO DELLA VAUDA, PRIMA VITTORIA DAVANTI AL TAR SAITTA: “IL NOSTRO NO RESTA VALIDO ALMENO FINO A GIUGNO” |
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Torino, 16 dicembre 2013 - “Prima, parziale vittoria della posizione della Provincia di Torino davanti al Tar a difesa della riserva naturale della Vauda, dove vogliamo impedire che vengano consumati 70 ettari di suolo libero attraverso il progetto di un gigantesco impianto fotovoltaico. E’ stata ritirata infatti dalla società Belectric Italia la richiesta di sospensiva presentata contro la delibera di diniego della Provincia di Torino e il Tar ha rinviato alla fine del mese di giugno la decisione sul merito”. Lo spiega il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta che commenta soddisfatto l’esito di questa mattina davanti al tribunale amministrativo regionale del Piemonte. La Provincia di Torino si era costituita, supportata anche da associazioni ambientaliste, contro il ricorso della società Belectric Italia “per difendere - spiega Saitta - una scelta compiuta per salvaguardare l’ambiente e per tutelare il suolo libero della Vauda. Ribadisco ancora una volta che la Provincia di Torino è favorevole alla produzione di energia da fonti rinnovabili, ma è contraria alla speculazione: Belectric può produrre energia elettrica con tecnologia fotovoltaica sfruttando le superfici militari già compromesse come i tetti delle caserme, i capannoni, i piazzali cementificati e le legittime istanze del Ministero della Difesa per valorizzazione il patrimonio militare italiano non possono superare il diritto alla salvaguardia ambientale espresso da cittadini e istituzioni locali”. |
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BOSNIA, COSTRUZIONE DI SOUTH STREAM IN REPUBLIKA SRPSKA |
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Sarajevo, 16 dicembre 2013 - L´ice dà notizia che durante un incontro tra il presidente della Republika Srpska, Igor Radojicic, ed il presidente del Comitato direttivo di Gazprom, Dmitrij Medvedev, è stato confermato che un ramo del gasdotto South Stream attraverserà il territorio della Republika Srpska. I lavori di costruzione di questa parte del gasdotto dovrebbero iniziare nel settembre del 2014. I rappresentanti del Governo della Republika Srpska hanno assicurato che entro tale termine predisporranno quanto necessario all´attuazione di questo fondamentale progetto, dallo studio di fattibilità all´adozione delle norme relative alla realizzazione di South Stream. |
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BASILICATA: MOBILITARSI PER FERMARE SCIPPO FONDO IDROCARBURI APPELLO AI PARLAMENTARI E ALLE FORZE POLITICHE CONTRO LA PREVISIONE DI DESTINARE 70 MILIONI FRUTTO DELLE ROYALTY LUCANE PER LA METANIZZAZIONE DEL CILENTO INTRODOTTA DA “CODICILLI, PER QUANTO INSIDIOSI, SORPRENDENTEMENTE PASSATI INOSSERVATI” |
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Potenza,, 16 dicembre 2013 - Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha rivolto un appello ai parlamentari lucani affinché si mobilitino contro le previsioni del comma 202 dell’maxi emendamento alla Legge di Stabilità 2014 e la relativa previsione di destinare 10 milioni l’anno per 7 anni del fondo idrocarburi alimentato dalle royalty sul petrolio estratto in Basilicata alla metanizzazione del Cilento. “E’ necessario – ha detto De Filippo – che la Regione Basilicata e il neoeletto presidente Marcello Pittella che si appresta ad insediarsi nella pienezza delle sue funzioni non siano lasciati soli nella difesa degli interessi del territorio. Sono anzi sempre più convinto che il futuro della nostra terra si determinerà in base alla qualità del lavoro che saremo in grado di fare sull’asse Potenza-roma ed è per questo necessario che, come già avvenuto in passato, l’istituzione regionale e i parlamentari lucani, indipendentemente dalla collocazione politica, sappiano fare squadra a difesa delle istanze del territorio anche sventando i tentativi di altre realtà territoriali di dar vita a codicilli, per quanto insidiosi sorprendentemente passati inosservati, che tentano di privarci delle poche risorse di cui disponiamo”. De Filippo ha ricordato di non aver mai visto di buon occhio il “bonus carburanti” alimentato da quel fondo e di aver chiesto più volte di utilizzare le risorse per progetti sul territorio lucano e di trovare “paradossale e offensivo che si riconosca la necessità di non disperdere il fondo in mancette, ma a vantaggio di altri territori. Non lo dico – prosegue De Filippo – per poca considerazione di un principio solidale, ma perché la Basilicata di quei fondi ha bisogno, ad iniziare dalla necessità, pure indicata dal neopresidente Pittella, di avere risorse per ristorare i danni della scorsa alluvione e contrastare il dissesto idrogeologico”. “Su questi temi – ha concluso De Filippo – assicuro che la mia mobilitazione in qualità di segretario del Pd di Basilicata è già in corso, e invito anche le altre forze politiche a mobilitarsi contattando anche i relativi gruppi parlamentari”. |
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FONDO IDROCARBURI, DICHIARAZIONE PRESIDENTE ELETTO PITTELLA |
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Potenza, 16 dicembre 2013 - Il Governo Letta e il Parlamento non possono assolutamente avallare la norma varata dal Senato il 26 novembre scorso e contenuta nel maxi emendamento alla legge di Stabilità, che prevede un prelievo forzoso di 10 milioni all’anno, per sette anni, dal fondo destinato al bonus carburanti per i lucani, allo scopo di finanziare i programmi di metanizzazione nelle regioni del Sud , i cui costi dovrebbero invece far capo ad altre poste del bilancio statale. Questo vero e proprio “esproprio”, del tutto inopportuno e ingiustificato, ai danni dei lucani, maturato peraltro in un contesto politico-istituzionale che ha totalmente emarginato le legittime espressioni democratiche della Regione Basilicata, impone un intervento immediato in sede di discussione alla Camera della legge di Stabilità, sia attraverso l’abolizione del comma 202, lettera a) contenuto nel maxi emendamento votato in seduta notturna da Palazzo Madama, sia con l’approvazione dell’emendamento all’articolo 45 della legge 99/2009 da noi suggerito, che attribuisce ai territori interessati la gestione autonoma delle royalties che confluiscono nel fondo unico nazionale per la riduzione del costo dei carburanti nelle regioni interessate da estrazioni petrolifere. Sono certo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i parlamenti lucani, sia di maggioranza che di opposizione, faranno quanto di propria competenza per far sì che le popolazioni della Basilicata riconquistino quella fiducia nei confronti delle Istituzioni che anche per effetto di queste norme ingiuste rischia di subire duri colpi. Per quanto mi riguarda, anche alla luce del mandato ricevuto dagli elettori, non potrò sicuramente avallare, né tollerare, colpi di mano che penalizzano quelle Regioni, come la nostra, che di certo non hanno mai lesinato generosità e solidarietà ad altre aree del Paese. |
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MESSA IN SICUREZZA ABITATO BOVOLENTA: PRONTO IL PROGETTO DEFINITIVO, PRESTO GARA PER IL PRIMO LOTTO |
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Venezia, 16 dicembre 2013 - E’ pronto il progetto definitivo dei lavori di messa in sicurezza idraulica dell´abitato di Bovolenta (Padova) redatto dal Genio Civile di Padova, per un importo complessivo di 4,3 milioni di euro, sulla base delle risultanze delle indagini geognostiche e geotecniche, nonché degli studi geotecnici, idrologici ed idraulici condotti allo scopo di valutare la consistenza dell´arginatura destra della nuova inalveazione del canale Roncajette-bacchiglione. Lo rende noto l’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, che ha inoltre ricevuto comunicazione dai competenti uffici della Regione che è in corso l’affidamento di due incarichi per l’assistenza tecnica specialistica alla redazione del progetto esecutivo relativo al primo lotto funzionale dell’intervento, finanziato con decreto del 4 giugno del Commissario Straordinario per il Rischio Idrogeologico nel Veneto per l’importo di 1,2 milioni di euro a valere sui fondi assegnati con delibera Cipe del 20 gennaio 2012 L’assessore ricorda infatti che nell’accordo tra il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e la Regione del Veneto, sottoscritto il 23 ottobre 2010, l’intervento a Bovolenta è stato inserito tra quelli urgenti e prioritari per la messa in sicurezza del territorio regionale, per cui un primo lotto funzionale di 1,2 milioni di euro è stato inserito nella fase attuativa e un secondo lotto di 2,2 milioni di euro in quella programmatica. “I miei uffici assicurano – conclude Conte – che, non appena acquisiti i necessari pareri per l´approvazione della progettazione definitiva, il progetto esecutivo in corso di redazione per la parte finanziata verrà inoltrato al Commissario Straordinario per l´approvazione immediata e la successiva indizione del bando di gara”. |
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LISSONE/MB, CONSEGNATI 126 NUOVI ALLOGGI DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA |
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Lissone/mb, 16 dicembre 2013 - Con la fine dei lavori della Palazzina ´F 1´ e la conseguente consegna degli alloggi è terminata la fase 1 (detta ´della costruzione´) del Contratto di quartiere di Lissone (Monza e Brianza). A consegnare le chiavi dei nuovi appartamenti era presente anche l´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli. Un Intervento Per Rispondere A Bisogni Diversi - "Questo è solo l´inizio di un intervento molto più ampio - ha detto Bulbarelli -, che si propone di rispondere ai diversi bisogni della comunità locale. Un intervento al quale Regione Lombardia ha sempre creduto, arrivando a cofinanziare gran parte dei lavori per quasi 13 milioni di euro, su in totale di 15.574.500 euro. E´ stato possibile raggiungere questi risultati, grazie alle importanti azioni preliminari di ascolto, partecipazione, rilevazione dei bisogni e delle diverse esigenze. Questo è il metodo che noi riteniamo vincente". Il Contratto Di Quartiere - L´aler di Monza e Brianza e il Comune di Lissone si sono impegnati, attraverso uno specifico Accordo di programma sottoscritto con la Regione, ad attuare gli interventi/azioni previsti nel Contratto di quartiere. Fase 1, ´La Costruzione´ - L´intervento prevede la realizzazione di 3 nuovi edifici di Edilizia residenziale pubblica in via Nigra, 2 e 6 e in via dei Ciliegi, 3. Sono stati costruite 126 unità immobiliari (e altrettanti box) in 3 caseggiati, rispettivamente da 42, 48 e 36 alloggi ciascuno. L´assessore ha voluto vedere di persona gli alloggi consegnati: "Sono fatti davvero molto bene - ha commentato - e non sembrano assolutamente di Edilizia residenziale pubblica. Questa è un´altra dimostrazione che ´popolare´ non significa di ´serie B´. Mi auguro però che i nuovi proprietari li tengano con cura, anche per rispetto dei fondi pubblici con i quali sono stati realizzati". Fase 2, ´La Demolizione E Ristrutturazione´ - L´intervento consiste nella demolizione integrale di porzione di fabbricato esistente di Erp, di 7 corpi scala e nella ristrutturazione integrale di porzione di fabbricato esistente, di 3 corpi scala negli edifici 4 e 5, per complessivi 52 alloggi. Gli appartamenti demoliti sono 110 e 52 quelli ristrutturati. Anche per quanto riguarda questa fase l´assessore Bulbarelli ha voluto rendersi conto di persona della situazione, attraversando le lunghe ´stecche´ spesso preda al degrado e della sporcizia. "E´ impensabile che ci sia gente che accetta di vivere in queste condizioni - ha detto Bulbarelli - ho visto zone che sembrano la negazione della società civile. Non cerchiamo alibi, ma non possiamo assolutamente accettare queste discariche a cielo aperto". Fase 3, ´Riqualificazione Contesto Urbano´ - Gli interventi sono finalizzati a migliorare la funzionalità del contesto urbano interessato dal Contratto di quartiere, mediante la realizzazione di aree verdi attrezzate, piazze e spazi di relazione, percorsi ciclabili e parcheggi al servizio delle attività pubbliche e private, aree giochi. Il Mix Sociale - "Una delle principali caratteristiche di questo progetto - ha aggiunto Bulbarelli - è il mix sociale, componente essenziale per favorire l´integrazione e lo scambio culturale a tutti i livelli". |
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TERREMOTO POLESINE 2012. ORDINANZA ZAIA, PRIMI CONTRIBUTI A CHIESE E A IMMOBILI DI ENTI ECCLESIASTICI |
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Venezia, 16 dicembre 2013 - Una prima tranche di risorse finanziarie per un importo complessivo di 1.636.000 euro è stata impegnata per interventi di ripristino su chiese e altri immobili di proprietà di enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, formalmente dichiarati di interesse storico-artistico ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, danneggiati a seguito degli eventi sismici del mese di maggio 2012. Gli interventi risultano già realizzati e rendicontati. Lo stabilisce un’ordinanza (n. 26) del Presidente della Giunta regionale del Veneto, Luca Zaia, nella veste di Commissario delegato per il superamento dell’emergenza terremoto in Polesine. Il provvedimento da attuazione ad una precedente ordinanza (n. 15) del luglio scorso con la quale erano stati aperti i termini per la presentazione delle domande per l’erogazione di contributi destinati specificamente alla realizzazione di interventi di riparazione, ripristino con miglioramento sismico e ricostruzione delle chiese e degli altri immobili di proprietà di enti ecclesiastici. Dalla data di pubblicazione dell’ordinanza nel Bur erano stati previsti inizialmente 60 giorni di tempo perchè i proprietari delle chiese e degli altri immobili ecclesiastici presentassero al Commissario delegato domanda di accesso ai finanziamenti. Successivamente il termine è stato prorogato e scadrà ad aprile del 2014. Essendo però nel frattempo già pervenute richieste, regolarmente corredate della documentazione prescritta, la struttura commissariale ha dato corso alla procedura di liquidazione del contributo, con una parte delle risorse assegnate dall’Unione Europea per l’emergenza terremoto. I contributi sono stati concessi nella percentuale massima dell’80% della somma richiesta. Gli interventi su questi fabbricati sono contemplati tra le otto tipologie di opere considerate prioritarie nel Piano generale approvato all’inizio del 2013. Il fabbisogno complessivo per i danni a chiese e edifici di enti ecclesiastici è stato stimato in circa 7 milioni 936 mila euro. Per gli interventi non compresi in questa prima tranche restano aperti i termini per la presentazione delle richieste di finanziamento con la relativa documentazione. |
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FONDI UE, SPESA ANCORA TROPPO LENTA IN CAMPANIA - A SALERNO EROGATO SOLO IL 10,7% DI 1,2 MLD DISPONIBILI - IL PRESIDENTE LOMBARDI: «PRONTI AD ATTIVARE UNA TASK FORCE GRATUITA PER ACCELERARE I TEMPI» |
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Salerno, 16 dicembre 2013 - In Campania su 3.440 progetti infrastrutturali monitorati a valere su fondi Ue – per un finanziamento potenziale e complessivo di 8 miliardi e 650 milioni di euro – la spesa erogata risulta pari a poco più di 1 miliardo e 15 milioni di euro, corrispondente all’11,7 per cento del totale attivabile. A segnalarlo è il Centro Studi Ance Salerno che ha elaborato i dati del Ministero dello Sviluppo Economico pubblicati sul sito www.Opencoesione.gov.it ed aggiornati al 31 agosto scorso. Per quanto riguarda le singole province in quella di Napoli – sempre in riferimento alle infrastrutture – i progetti monitorati sono 1.459 per un finanziamento complessivo di € 6.149.231.237,80 ed un importo erogato di € 796.184.842,07 (pari al 12,9%); in quella di Avellino sono stati monitorati 386 progetti per € 606.147.522,77 di investimento, ma la spesa erogata è di € 23.503.443,83 (3,9%); in quella di Benevento i progetti sono 238, per un finanziamento di € 412.207.192,74 e un importo erogato di € 40.357.308,41 (pari al 9,8% del totale); in quella di Caserta i progetti sono 566 per un finanziamento complessivo di € 933.062.861,93 ed una spesa erogata di € 76.300.089,54 (8,2%); in quella di Salerno i progetti sono 767 per un finanziamento di € 1.233.317.361, di cui solo il 10,7% effettivamente erogato (€ 131.807.313). «I numeri – commenta il presidente di Ance Salerno, Antonio Lombardi - ci pongono di fronte ad una situazione che non è più sostenibile. Si conferma la tragica beffa ai danni delle imprese e dei cittadini della Campania: il problema reale, come sottolineato più volte, non è la mancanza di finanziamenti, ma la scarsa capacità di spesa. La partita dell’impiego delle risorse europee volge - come, purtroppo, ampiamente previsto - al peggio. E non si tratta di rinfocolare una sterile ed improduttiva polemica con le istituzioni competenti. Al contrario: è un appello accorato e responsabile a trovare insieme soluzioni operative per impiegare e spendere più fondi possibili, consapevoli che è l’ultimo treno che sta passando, per tentare di iniziare a riequilibrare il divario con il resto del Paese». «Il sistema Ance, a partire da Salerno – aggiunge ancora il presidente Lombardi - è pienamente disponibile a collaborare attraverso una task force, totalmente gratuita, per intervenire dal punto di vista tecnico in tutti quei casi, abbastanza incomprensibili, di progettualità incagliate, disperse, ferme o in qualsiasi modo rimaste “appese” senza alcuna possibilità di arrivare ad una finalizzazione vera e propria». «Non è, quindi – conclude il presidente dei costruttori salernitani - una presa di posizione critica, ma il tentativo di sbloccare, per quanto possibile, gli interventi che realisticamente è possibile salvare da uno stallo improduttivo ingiustificabile. È irrealistico immaginare che la Regione Campania riesca a spendere entro la fine del 2015 circa 3 miliardi e mezzo di euro a fronte di 1 miliardo e 160 milioni di euro erogati in 7 anni. Con l’aggravante che più della metà di queste risorse sono ancora completamente inattive rispetto alla fase di spesa vera e propria». Per il presidente Lombardi bisogna quindi «al più presto intervenire a livello centrale per rivedere i meccanismi del patto di stabilità: vincoli-capestro che stanno strozzando l’economia del Mezzogiorno». |
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DESTINAZIONE ITALIA, CALENDA: INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE PIU’ INCISIVA “MISURE IMPORTANTI PER APRIRSI AI MERCATI ESTERI CON MENO FARDELLI BUROCRATICI” |
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Roma, 13 dicembre 2013- “Il decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, contiene diverse misure volte a rafforzare e rendere più incisiva la politica per l’internazionalizzazione delle imprese”. Così il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda commenta l’approvazione odierna del pacchetto di misure contenute nel dl “Destinazione Italia”. In particolare, invertendo il trend degli ultimi anni, il Governo- col provvedimento odierno- ha deciso di raddoppiare gli stanziamenti per promuovere l’export italiano nel mondo, utilizzando risorse rimaste inutilizzate per decenni. L’istituto per il commercio con l’estero potrà contare per il 2014 su una dotazione doppia rispetto a quella del 2013. Nel decreto sono previste inoltre misure per facilitare gli scambi commerciali e l’attività internazionale delle imprese come l’estensione dell’orario di apertura degli uffici dell’Agenzia delle Dogane, il rilascio di certificati camerali in lingua inglese, la possibilità per le camere di commercio di rilasciare documenti per la commercializzazione di prodotti. “Il Decreto approvato oggi dal Consiglio dei Ministri – afferma ancora il Vice Ministro- rappresenta un passo importante per dare sostegno all’internazionalizzazione delle imprese. Fin dall’inizio del suo mandato, il Governo si è impegnato ad affiancare in modo più incisivo possibile il sistema produttivo, anche organizzando una serie di missioni che hanno toccato in pochi mesi il Mozambico, gli Emirati Arabi, gli Usa, il Canada, l’Azerbajan, l’Algeria, la Malesia, Singapore”. “E l’Ice- conclude Calenda- avrà finalmente una dotazione finanziaria più adeguata alla sua missione di supporto all’internazionalizzazione che, grazie al piano promozionale già approvato, sarà basata su strumenti tradizionali, come le fiere, e su azioni innovative di penetrazione commerciale. Le altre misure di semplificazione e l’estensione dell’orario di apertura delle dogane varate oggi aiuteranno le imprese ad aprirsi verso i mercati esteri con meno complicazioni e fardelli burocratici.” |
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LA LOMBARDIA INVESTE 169 MILIARDI PER LO SVILUPPO DELL’AREA MEDITERRANEA E SUD-EST EUROPEA |
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Milano, 16 dicembre 2013 - Quasi 169 miliardi di euro: è quanto la Lombardia investe già per lo sviluppo dell’area mediterranea e del Sud-est Europa sommando import annuale, fatturato stimato delle imprese partecipate in quei Paesi e rimesse degli emigranti. Emerge da una stima della Camera di commercio di Milano su dati Istat (import anno 2012), Banca d’Italia (rimesse anno 2012) e banca dati Reprint (investimenti diretti esteri - anno 2011). E nei primi sei mesi del 2013 supera i 29 miliardi di euro l’interscambio con i Paesi dell’area mediterranea e del Sud-est Europa. I maggiori partner restano i Paesi europei (Francia e Spagna) ma cresce, rispetto allo scorso anno, l’export lombardo verso Libia (+60,4%) e l’import dall’Algeria (+138,8%). La Lombardia da sola rappresenta circa un quarto del totale nazionale. Milano, Brescia e Bergamo prime province per interscambio, partecipate e rimesse. Imprese partecipate da lombarde. Sono oltre 2.800 le imprese partecipate da lombarde nei Paesi dell’area mediterranea e del Sud-est Europa e generano un fatturato di 142 miliardi di euro circa. Quasi la metà sono milanesi ma c’è anche un 15,5% di Bergamo, un 12,6% di Brescia e un 6,7% di Monza. Rimesse verso i Paesi dell’area dalla Lombardia. Ammontano a 141 milioni di euro nel 2012 le rimesse degli emigrati nei Paesi di origine ma risentono della crisi: -18,8% rispetto all’anno precedente. E 57 milioni partono da Milano, 20 milioni da Brescia, quasi 18 da Bergamo e 11,6 da Varese. E il 12 w 13 dicembre a Palazzo Mezzanotte, piazza Affari 6, convegni e incontri bilaterali con rappresentanti di istituzioni pubbliche e private operanti a supporto delle Mpmi, di istituzioni internazionali, nonché di imprese e policy makers italiani, del Mediterraneo e del Sud-est Europa. La due giorni è organizzata da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali e Fondazione “Euro-med Development Center for Micro, Small and Medium Enterprises” (Emdc). Il 12 il convegno dedicato ai Paesi del Sud-est Europa. “Sharing partnership and industrial opportunities: a strategic alliance to foster growth and to increase competitiveness in the global marketplace”. Si è parlato dello sviluppo dell´Area del Sud-est Europa e sono stati presentati i risultati del progetto biennale "Risee - Rete Italia Sud Est Europa", sviluppato da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali, con il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico ed Unioncamere nazionale a valere sui fondi della legge n. 84 del 21 marzo 2001 relativa alla ricostruzione, stabilizzazione e sviluppo dell’area balcanica, che si era posto l´obiettivo di contribuire allo sviluppo economico e sociale dei Paesi dell´Area, vale a dire Albania, Bosnia e Erzegovina, Croazia, ex repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia, garantendo, attraverso il network strategico e operativo di oltre 21 partner tra Camere di commercio e Agenzie di promozione degli Investimenti e dell’export Sud-est europee ed italiane, l’assistenza e il sostegno alle attività commerciali delle Pmi italiane e dei Paesi dell’Area, sia a livello bilaterale che regionale, e la promozione dei Paesi stessi quali mete privilegiate per gli investimenti diretti esteri. “L’italia è tra i primi partner commerciali dei Paesi dell’Area e, in alcuni di questi mercati, tra i principali investitori stranieri per numero di imprese – ha dichiarato Claudio Rotti, vice presidente del comitato tecnico e scientifico per l’internazionazionalizzazione di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano e presidente di Aice (Associazione italiana per il commercio estero di Confcommercio) - L’auspicio è che gli eccellenti risultati conseguiti da questo progetto siano uno stimolo ulteriore alla cooperazione e alla sinergia tra tutti gli attori incaricati di contribuire allo sviluppo di quest’Area”. Il 13 dicembre, Centro Euro-mediterraneo per lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese (Mpmi). Per parlare di opportunità d’affari e partnership tra Paesi europei e delle sponde del Mediterraneo. Presenti, tra gli altri, Bruno Ermolli, Presidente di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali, Giancarlo Aragona, Presidente della Fondazione Emdc. Invitati a partecipare rappresentanti economici e finanziari dei seguenti Paesi: Algeria, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Egitto, Francia, Ungheria, Irlanda, Giordania, Libano, Libia, Malta, ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Montenegro, Marocco, Polonia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Tunisia, Albania, Spagna, Turchia e Grecia e di istituzioni ed organizzazioni internazionali. La Fondazione “Euro-med Development Center for Micro, Small and Medium Enterprises” (Emdc). Un network "transnazionale", di carattere pubblico-privato, per lo sviluppo delle imprese dell´area euro-mediterranea : è la Fondazione “Centro Euro Mediterraneo per lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese” (Emdc). È concepita quale piattaforma integrata di servizi e strumenti di assistenza tecnica per la nascita di start-up imprenditoriali innovative e sostenibili, la creazione di impiego da parte delle Mpmi, la promozione della cooperazione economica, dello sviluppo e dell’internazionalizzazione tra le Mpmi Euro-mediterranee. Ad oggi del “Centro” sono partner n. 21 Agenzie pubbliche e private operanti a sostegno delle Mpmi in n. 10 Paesi delle Sponde Nord e Sud del Mediterraneo (n. 3 Marocco, n. 5 Tunisia, n. 3 Egitto, n. 2 Libano, n. 2 Giordania, n. 1 Albania, n. 2 Serbia, n. 1 Montenegro, n. 1 Slovenia, n. 1 Malta), mentre ulteriori accordi sono Stati finalizzati in questi giorni con ulteriori partner di Croazia e Polonia, mentre il dialogo è avanzato con ulteriori partner di Grecia, Slovacchia, ed altri partner di Libano ed Egitto. Il progetto ha ottenuto il riconoscimento ufficiale (labeling) da parte dei 43 Paesi membri dell’Upm, nonché della Commissione Europea e della Lega Araba, quale iniziativa di interesse per la promozione dello sviluppo socio-economico nella Regione Euro-mediterranea (Barcellona, 4 Dicembre 2012). L’unità Internazionale, con sede a Milano presso Promos, azienda speciale della Camera di commercio, con compiti di servizio e sviluppo della rete. Presidente della Fondazione Emdc è l´Ambasciatore Giancarlo Aragona. |
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DATI INAIL 2012 LOMBARDIA: INFORTUNI, CASI MORTALI E MALATTIE PROFESSIONALI |
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Milano, 16 dicembre 2013 - Nel 2012 in Lombardia sono stati 117.102 gli infortuni denunciati all’Inail, con un calo del 7,8% rispetto ai 127.018 del 2011. Lo stesso andamento in diminuzione si registra a livello nazionale, dove il calo degli infortuni è del 9,5%. In aumento invece i casi mortali, passati da 125 nel 2011 a 133 nel 2012. Il Rapporto annuale regionale Inail 2012 Lombardia è stato presentato il 12 dicembre durante il convegno “In rete per il lavoro” promosso assieme al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Milano-bicocca e svoltosi nell’Ateneo milanese. Inail Lombardia ha reso pubblico il bilancio degli infortuni e delle malattie professionali in Lombardia e ha approfondito l’importante aspetto del reinserimento sociale delle persone con disabilità da infortunio sul lavoro raccogliendo le esperienze e le testimonianze di chi sul territorio impegna risorse ed energie per costruire la rete necessaria a recuperare al massimo le potenzialità del lavoratore infortunato. Una rete che non è solo quella elettronica, ma il risultato di relazioni, rapporti, interessi, competenze e impegno per restituire alla vita la persona danneggiata da un infortunio sul lavoro o da una malattia professionale. All’intervento di Inail sui dati, sulla “presa in carico”, sull’approccio multidisciplinare, si è affiancato quello di Anmil (Associazione tra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) con la sua agenzia del lavoro diretta da Claudio Messori e delle imprese che accolgono i lavoratori che devono reinserirsi nel mondo del lavoro, spesso cambiando anche professione. La professoressa Carla Facchini, direttore del Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Milano-bicocca, ha diretto i lavori, mentre Ivana Fellini, ricercatore di Sociologia dei processi economici e del Lavoro e Tiziana Vettor, docente di Diritto del lavoro dell’Ateneo milanese, hanno presentato rispettivamente una lettura sociologica e una giuridica del fenomeno. Il direttore regionale Inail Antonio Traficante ha insistito sulla fiducia tra le parti e sul rispetto della persona come valori necessari nello sforzo di costruire il risultato del recupero fisico, psicologico e sociale dell’infortunato sul lavoro con danni permanenti e per rendere concreta la prevenzione degli incidenti e la sicurezza in ogni luogo di vita studio e lavoro. Per Regione Lombardia è intervenuto Giovanni Daverio, direttore generale dell’assessorato Famiglia, Solidarietà sociale e Volontariato. In conclusione Francesco Rampi, Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza Inail, che è intervenuto per ricordare l’impegno dell’Istituto per il reinserimento delle persone con disabilità da lavoro. In sintesi - Per quanto riguarda gli infortuni mortali, da segnalare che dei 133 casi, 63 si sono verificati in ambiente di lavoro ordinario mentre 70 sono da ricondursi al “rischio strada”; di questi ultimi, in particolare, 45 sono “infortuni in itinere”, a fronte dei 32 casi del 2011. In diminuzione invece il dato riguardante gli infortuni mortali in occasione di lavoro, sia di quelli avvenuti in ambiente di lavoro ordinario, sia di quelli provocati dalla circolazione stradale che coinvolgono, principalmente, gli autotrasportatori merci e persone, i commessi viaggiatori, gli addetti alla manutenzione stradale. In particolare, gli eventi mortali in occasione di lavoro sono 88 nel 2012, rispetto ai 93 del 2011. Se si escludono gli eventi riconducibili al “rischio strada”, si può confermare il trend in diminuzione degli eventi in “occasione di lavoro”. Tale riduzione è da attribuire a un effettivo miglioramento dei livelli di rischio in atto e, solo parzialmente, alla crisi economica che in regione non ha prodotto un drastico calo degli occupati, che anzi, nel biennio 2011-2012 si sono assestati sui 4 milioni e 270 mila (dato Istat). Stranieri - La Lombardia registra una flessione degli infortuni che hanno interessato i lavoratori stranieri, passati dai 25.090 del 2011 ai 22.913 del 2012. In aumento, invece, i casi mortali (33 nel 2012 rispetto ai 22 casi del 2010). Nel 2012 gli infortuni occorsi a lavoratori stranieri rappresentano il 22% degli infortuni complessivi a livello nazionale, mentre, se si considerano i casi mortali, la percentuale aumenta al 28%. Marocco, Romania e Albania nell’ordine sono le comunità che ogni anno denunciano il maggior numero di infortuni sul lavoro, totalizzandone oltre il 32%. Malattie professionali - In Lombardia si è registrata una diminuzione del 3,7% dei casi di malattia professionale denunciati: sono, infatti, 3.035 i casi registrati nel 2012 rispetto ai 3.150 del 2011. Il 78% delle malattie professionali viene denunciato dagli uomini contro il 22% dalle donne e questo mostra come gli uomini siano ancora adibiti ad attività a maggior rischio. Solo l’11% delle segnalazioni provengono dai lavoratori stranieri. In relazione alle malattie professionali manifestatesi in Lombardia nel 2012 e denunciate all’Inail per la gestione Industria e Servizi, la diminuzione rispetto all’anno precedente ha riguardato quasi tutte le patologie, ma non quelle correlate ad asbesto (mesotelioma pleurico, carcinoma polmonare e asbestosi), le malattie da sovraccarico biomeccanico del ginocchio e da ernia discale lombare. Sono in aumento, in controtendenza rispetto al passato, le denunce per l’ipoacusia da rumore. In calo del 54% le segnalazioni per silicosi, del 46% le malattie causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano braccio e del 50% le malattie neoplastiche causate da polveri di legno duro. Donne e infortuni - Gli infortuni occorsi a donne, in Lombardia nel 2012, sono pari al 32,7% degli infortuni complessivi denunciati all’Inail. In valore assoluto gli infortuni occorsi a donne, comunque, registrano un calo del 4% rispetto all’anno 2011, mentre il calo per gli uomini è stato del 10%. Gli infortuni occorsi a donne nel loro complesso avvengono prevalentemente negli ambienti di lavoro ordinario (71%), mentre il restante 29% avviene su strada con e senza mezzo di trasporto. La percentuale degli infortuni in ambienti di lavoro ordinario aumenta al 76% se si considerano le sole donne straniere. I casi mortali sono in aumento, da 8 casi nel 2011 a 11 casi nel 2012. Un caso è avvenuto in ambiente di lavoro ordinario e ha riguardato una dipendente di una industria chimica che si occupa di lavorazione di resine sintetiche, 6 casi sono stati infortuni in itinere con mezzo di trasporto e 4 casi in occasione di lavoro con mezzo di trasporto. La strada resta sempre il rischio maggiore, sia in itinere che in occasione di lavoro. |
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FVG: LA RESPONSABILITÀ D´IMPRESA, MODELLO PER LO SVILUPPO |
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Trieste, 16 dicembre 2013 - Avrà luogo martedì 17 dicembre presso la Sala Ajace del Comune di Udine (Piazza della Libertà), il workshop organizzato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell´ambito del Fse-fondo Sociale Europeo dal titolo "La Responsabilità d´impresa, modello per lo sviluppo. Quando i valori diventano una guida per uscire dalla crisi". Quando si parla di Responsabilità Sociale d´Impresa (Rsi) si fa riferimento alla nuova definizione che la Commissione europea ha proposto nel 2011 quale "responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società". La volontà è quella di creare un valore condiviso, predisponendo linee-guida per le imprese europee che, nel valorizzare i legami di reciprocità tra azienda e società, favoriscano l´evoluzione armonica di entrambe. Questo perché l´impresa influisce direttamente sull´ambiente nel quale opera e non può quindi essere isolata dal suo contesto sociale. L´attuale crisi economico-finanziaria rappresenta una minaccia per l´esistenza di molte realtà economiche. Aderire ai principi della Rsi-responsabilità Sociale d´Impresa, creando innovazione e valore condiviso, può contribuire da un lato al benessere della società e dall´altro alla competitività delle imprese stesse. Contestualmente ci dovrà essere un´azione di sensibilizzazione dei cittadini (sia come consumatori che come lavoratori), attraverso momenti formativi e informativi, così da portarli a scelte consapevoli. Durante il workshop, che verrà aperto dall´assessore a Lavoro, Formazione, Istruzione, Pari Opportunità, Politiche giovanili e Ricerca della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Loredana Panariti, interverranno Nicolas Gibert-morin, capo unità della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e Inclusione della Commissione europea, Alessandro Castenetto, funzionario della direzione centrale Lavoro, Formazione, Istruzione, Pari Opportunità, Politiche giovanili e Ricerca della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Luca Brusati, docente di Economia aziendale presso l´Università degli Studi di Udine e Giovanni Lombardo, docente di Responsabilità sociale delle Piccole e Medie Imprese presso l´Università degli Studi di Genova. Seguiranno le ´case histories´ di Illycaffè, I.co.p. E Interna Group. Conclusioni a cura di Ruggero Cortellino, direttore della direzione centrale Lavoro, Formazione, Istruzione, Pari Opportunità, Politiche giovanili e Ricerca della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. |
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OLTRE IL PIL: VENETO SECONDO SOLO AL TRENTINO BENESSERE MATERIALE ELEVATO, LIVELLI CRITICI PER ISTRUZIONE E SICUREZZA |
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Venezia, 16 dicembre 2013 - Come si vive oggi in Veneto al di là del Pil? La geografia del benessere delle regioni italiane mostra che benessere materiale, salute, uso del tempo e relazioni personali e sociali rappresentano per il Veneto i fiori all’occhiello, ma per istruzione e sicurezza la regione scivola nella graduatoria. Questi, in sintesi, i principali risultati del rapporto “Oltre il Pil 2013. La geografia del benessere nelle regioni italiane e nelle città metropolitane”, presentato oggi a Venezia presso l’Università Ca’ Foscari da Unioncamere Veneto e Commercio di Venezia. Seguendo il filone francese, avviato con i lavori della “Commissione Stiglitz”, e anticipando l’esperienza nazionale, che fa riferimento al progetto congiunto Cnel-istat sul Benessere Equo e Solidale (Bes), nell’ottobre 2009 Unioncamere del Veneto e Camera di Commercio di Venezia hanno promosso e avviato, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, il progetto “Oltre il Pil”. L’obiettivo è quello di revisionare la misurazione del benessere puntando a valorizzare le qualità e le eccellenze di un territorio oltre il dato del Prodotto Interno Lordo. Come Si Vive In Veneto? Secondo il rapporto, il Veneto si conferma una regione ad elevato livello di benessere materiale. Tra le altre dimensioni considerate, gli indici di salute, uso del tempo e relazioni sociali e personali collocano la regione tra i primi posti mentre su lavoro e ambiente il Veneto occupa posizioni non brillanti. Istruzione e sicurezza rappresentano invece le principali criticità. Sulla base di valori normalizzati che variano da 0 a 1 (vicino allo 0 situazione di difficoltà e disagio rispetto la media) il Veneto è secondo con 0,68 per benessere complessivo dietro al Trentino Alto Adige (0,82) e davanti a Marche, Toscana, Valle d’Aosta e Lombardia. I Meno. Nonostante il valore dell’indicatore istruzione, il Veneto si colloca a metà della graduatoria (11°) per scolarizzazione superiore, universitaria e abbandono scolastico mentre per l’indicatore sicurezza è 15esimo per effetto del numero di incidenti stradali tra i più alti del Paese. In Linea. Per lavoro e ambiente il Veneto occupa posizioni di retroguardia: entrambi gli indicatori lo collocano al 5° posto, da un lato per effetto dei tassi di disoccupazione e occupazione giovanile ma con un’occupazione femminile più alta della media, dall’altro tra le peggiori per superamento del limite previsto di Pm10, pur essendo leader nella raccolta differenziata. I Piu’. Per dimensioni del benessere materiale, il Veneto è la regione con minor disuguaglianza nella distribuzione del reddito e seconda per livello di reddito equivalente. La regione primeggia anche per la salute, dove tutti gli indicatori registrano valori buoni o comunque nella media. Risultati positivi per uso del tempo e relazioni personali e sociali: molto buono il tasso di lettura, la pratica dello sport e partecipazione agli spettacoli e buona «partecipazione sociale» malgrado una bassa densità di organizzazioni di volontariato. Il Veneto E Le Altre Regioni - Escluso il Trentino Alto Adige, che sulla base di tutti gli indicatori considerati sembra essere un territorio “oltre confine” (valore dell’indice unico 0,82), le regioni possono essere classificate in tre gruppi. Il Veneto, con un valore di 0,68, si piazza in seconda posizione, nel primo gruppo di regioni davanti a Marche, Toscana, Valle d’Aosta, Lombardia ed Emilia Romagna. Nel secondo gruppo troviamo Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Piemonte e Molise mentre nel terzo gruppo Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Lazio, Campania e Sicilia e Calabria. Venezia, Le Altre Città Metropolitane E Le Province Del Nord Est - Se il Veneto primeggia tra le regioni italiane per livello di benessere, non altrettanto accade per Venezia. Nel confronto con il Triveneto, la provincia lagunare è in decima posizione nella graduatoria (0,58) guidata da Trento e Bolzano (0,78). Tra le province venete in testa c’è Verona (0,72) davanti a Padova (0,70), Vicenza (0,69), Belluno (0,67) e Treviso (0,62), con Rovigo fanalino di coda (0,46). Pur posizionandosi bene tra le province nordestine per benessere materiale, Venezia mostra criticità per ambiente, sicurezza, lavoro e rapporti personali e sociali, senza eccellere nemmeno nell’istruzione. Il confronto con le altre città metropolitane è invece migliore per Venezia (0,58), in sesta posizione nella graduatoria guidata da Firenze, Genova, Bologna e Milano. «La crisi iniziata nel 2008 ha portato alla più grave recessione economica degli ultimi ottant’anni. L’attuale incertezza impone la necessità di misurare aspetti che vadano oltre quelli risultanti da transazioni di mercato o processi economici formali – sottolinea Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto –. Pur essendo un indicatore importante della crescita economica, il Pil non può essere l’unico ad orientare le politiche necessarie a far fronte alle sfide future, poiché non esiste alcun nesso diretto tra crescita economica e progressi che riguardano altri aspetti della qualità della vita. La crisi diventa quindi l’occasione per rivedere i nostri modelli di sviluppo e ricercare una nuova idea di benessere. Per avere un ambiente ideale allo sviluppo umano occorre puntare sulla revisione del nostro attuale modello, non più basato sulla quantificazione della crescita ma su aspetti legati alla persona, alla famiglia e alle istituzioni: una società che non riesce a sviluppare e a valorizzare la personalità dei suoi cittadini perde in competitività». "L’intuizione avuta quattro anni fa della Camera di Commercio di Venezia e da Unioncamere Veneto di ampliare i parametri di misurazione del benessere delle persone e, più in generale, di una società, andando oltre il mero concetto del Pil, si rivela oggi ancor più azzeccata e direi quasi necessaria, a fronte della perdurante crisi economica – aggiunge Roberto Crosta, Segretario Generale dell’Ente camerale veneziano – I risultati che vengono presentati, frutto di quattro anni di fitta attività del gruppo di lavoro “Oltre il Pil”, sono preziosi, perché arrivano a costruire un indicatore sintetico su scala regionale e locale in grado di valutare l’effettivo livello di benessere del territorio ed aprono ad importanti prospettive, non solo di ricerca ma anche di policy. Questa esperienza, unica nel sistema camerale italiano, infatti, non è un esercizio filosofico, ma mira in definitiva a offrire elementi di analisi, di riflessione e di stimolo a quanti governano le politiche economiche e sociali dei nostri territori per puntare ad un nuovo modello di sviluppo, che è una delle necessità che emerge con maggior forza da questo progetto”. |
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PERUGIA - LIEVI SEGNALI DI MIGLIORAMENTO DELL´ECONOMIA LOCALE |
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Perugia, 16 dicembre 2013 -“Da tempo era apparso chiaro che la ripresa annunciata per la fine dell’anno non ci sarebbe stata, ma nel terzo trimestre qualche accenno un po’ più consistente di miglioramento lo abbiamo registrato". Così Giorgio Mencaroni, presidente della Cdc di Perugia, ha commentato i risultati dell´Osservatorio Congiunturale del Manifatturielro ed il Commercio per il terzo trimestre 2013, presentati dalla Cdc. "Certo servono altri numeri per uscire dalla recessione - ha proseguito Mencaroni - ma è significativo il ritorno in campo positivo della produzione manifatturiera e la crescita degli Ordinativi. Scontiamo un nuovo calo del fatturato, compensato però dalla quota estera, che mette a segno un progresso del 6,6% su base annua. Positivi anche gli ordinativi esteri, anche rispetto al trimestre precedente”. Contrastanti i risultati del manifatturiero artigiano: male la produzione, flessione attenuata per il fatturato, invariati gli ordinativi. Prosegue la contrazione dei consumi, anche se rallenta la caduta nelle vendite, che nel terzo trimestre 2013 risalgono di due punti percentuali sul secondo trimestre, da – 5,2% a – 3,1%. Nel commercio alle consuete difficoltà delle imprese al dettaglio – e questo è un dato nuovo – si aggiungono quelle della grande distribuzione, in calo meno evidente ma pur sempre intorno all’1%. Da troppo tempo denunciamo la mancanza di decisione e volontà politica che portino all’adozione di misure realmente in grado di sostenere una crescita che rischiamo di non agganciare anche nel 2014. E dopo cinque anni di crisi, sarebbe veramente drammatico lasciare spegnersi i flebili segnali che arrivano dal sistema economico nazionale e locale”. Manifatturiero - Nel Iii trimestre emergono le prime tendenze positive, che però si affiancano a dati ancora negativi, nonostante il leggero progresso. La Produzione entra finalmente in campo positivo, anche se il valore della variazione appare di entità modesta. E’ buono l’andamento delle esportazioni, ma le forti difficoltà del mercato interno, influenzano negativamente il Fatturato manifatturiero che peggiora, annullando la progressione del precedente trimestre. Migliora l’andamento degli Ordinativi, anche in funzione dell’attivo delle festività, ma la variazione tendenziale si mantiene ancora sotto lo zero. E’ questo in sintesi lo scenario che emerge dall’Osservatorio Congiunturale della Camera di Commercio di Perugia attraverso l’indagine condotta su un campione di 390 imprese manifatturiere. Nel Iii trimestre 2013 la Produzione manifatturiera provinciale registra finalmente un valore positivo, anche se di poco superiore allo zero: +0,3% su base annua, a fronte del -2% tendenziale del precedente trimestre. Il dato perugino risulta più incoraggiante del dato medio regionale, che rimane ancora col segno negativo: -1,5% tendenziale. All’opposto il Fatturato delle imprese manifatturiere della provincia, nel Iii trimestre 2013, si attesta a –2,1% su base annua, evidenziando un peggioramento rispetto al -1,4% tendenziale del Ii trimestre del 2013. Anche in questo caso il dato perugino risulta migliore di quello dell’Umbria, pari a -3%. L’ulteriore calo è legato al peggioramento del mercato interno: nel Iii trimestre, infatti, si intensifica la flessione tendenziale del fatturato interno: dal precedente -2,1%, si passa al -3,9% Netta accelerazione, invece, del Fatturato estero: la variazione su base annua, infatti, si attesta a +6,6%, più del triplo rispetto al + 2% registrato nel Ii trimestre del 2013. Anche la variazione tendenziale degli Ordinativi perugini mostra un miglioramento, che, tuttavia, non è ancora sufficiente per raggiungere il segno positivo: -0,5% tendenziale a fronte del -2,4%, registrato nel Ii trimestre 2013. La performance provinciale è più incoraggiante di quella regionale, che si ferma a -1,2%. Per quanto riguarda gli Ordinativi esteri, essi evidenziano ancora una crescita su base tendenziale, in lieve progressione rispetto al precedente trimestre: la variazione su base annua, infatti, si attesta al +1,7%, a fronte del +1,4% tendenziale del secondo trimestre dell’anno. Qualche dato incoraggiante anche per gli ordinativi interni, che rimangono negativi, ma che migliorano in misura consistente rispetto al precedente dato: -1% la variazione tendenziale nel Iii trimestre 2013, a fronte del precedente -3,2%. Segni contrastanti provengono dall’Artigianato provinciale. Nel Iii trimestre 2013 la Produzione dell’artigianato peggiora, il Fatturato, invece, attenua la flessione, ma rimane negativo; mentre il calo degli Ordinativi resta invariato. In particolare, la Produzione su base annua intensifica la sua flessione: -2,8% la variazione tendenziale a fronte del -2,2% dello scorso trimestre. Il Fatturato segna un -1,3% tendenziale, ancora negativo ma in miglioramento rispetto al precedente dato (-3,4%). Gli Ordinativi, come lo scorso trimestre, confermano una flessione tendenziale del -4,2%. Le Imprese manifatturiere nel breve periodo non si attendono segnali di ripresa del ciclo economico. Il bilancio complessivo delle previsioni per il Iv trimestre dell’anno è caratterizzato ancora dal segno meno sia per la produzione che il fatturato interno, ma i saldi negativi si riducono anche in vista delle prossime festività. Le imprese che prevedono un incremento della produzione sono inferiori a quelle che si attendono una diminuzione, il saldo si attesta a -12, in attenuazione rispetto al -38 dello scorso trimestre. Le aspettative relative al Iv trimestre 2013 segnalano anche per il Fatturato un saldo che si attesta ancora in campo negativo (-8) ma in attenuazione rispetto al dato precedente (-35). Per gli Ordinativi interni, il saldo scende a -13, in forte attenuazione rispetto allo scorso trimestre -42. Prevale ancora l’ottimismo nei confronti dell’Export: sono, infatti, positive le previsioni per gli Ordinativi esteri, con un saldo pari a +16, in linea con le precedenti aspettative Commercio - Anche nel Iii trimestre 2013 prosegue la fase di contrazione dei consumi, ma si attenua la caduta delle vendite del commercio, nella provincia di Perugia, dopo le marcate flessioni evidenziate nella prima metà dell’anno. La variazione tendenziale delle vendite rispetto allo stesso periodo del 2012 è pari a –3,1%, in alleggerimento però rispetto al -5,2% del trimestre precedente. Il dato della provincia di Perugia appare poco al di sotto del valore regionale, che si attesta a -2,7% su base annua. Nessuno dei comparti si sottrae all’andamento negativo, infatti il bilancio in rosso delle vendite provinciali è da ricondurre ai risultati negativi registrati da tutte le imprese del commercio al dettaglio, sia di prodotti alimentari che di prodotti non alimentari, nonché dalla Gdo - Grande Distribuzione, ma la distanza del commercio al dettaglio è piuttosto marcata. Il segmento non alimentare, anche questo trimestre, appare il più penalizzato dalle decisioni di acquisto dei consumatori, con una variazione tendenziale del -3,9%, che tuttavia appare meno negativa rispetto al -6,4%, dello scorso trimestre. Anche il segmento alimentare mostra un’attenuazione della flessione, rimanendo comunque negativo: la variazione tendenziale si attesta a -3,2% a fronte del -5,1%, dello scorso trimestre. La riduzione delle vendite nella grande distribuzione mostra un leggero progresso, nel senso che si attenua il valore negativo: si passa da una variazione tendenziale del -2,7% registrata nel Ii trimestre dell’anno, al -0,9% del Iii trimestre. Gli Ordinativi ai fornitori rallentano la loro caduta, la variazione tendenziale del Iii trimestre 2013 è pari a -4,1% ancora decisamente negativa, ma in ulteriore miglioramento rispetto al -5,4%, registrato su base annua lo scorso trimestre. Il dato provinciale risulta più accentuato rispetto al -3,7% tendenziale registrato a livello regionale. I prezzi nel Iii trimestre 2013 registrano un lievissimo incremento su base annua, mentre lo scorso trimestre si erano rilevati stabili in termini tendenziali. Si intensifica, invece, la flessione, dell’occupazione. Il numero di lavoratori del Iii trimestre 2013 scende del 2,8%, rispetto all’analogo trimestre del 2012, arretrando ulteriormente rispetto al Ii trimestre, in cui la variazione si era attestata a -2,1% su base annua. Rimangono negative le previsioni per il prossimo trimestre formulate dalle imprese commerciali della provincia. Le aziende che si attendono una flessione nelle vendite nel Iv trimestre del 2013 risultano superiori a quelle che segnalano un aumento. Il saldo, pertanto, è negativo e si attesta a -24, mostrando un miglioramento rispetto al -36 del precedente trimestre. I prezzi nel prossimo trimestre dovrebbero mantenersi stabili, così come l’occupazione per la quale non sono previste variazioni sostanziali. Infine il saldo tra le attese di aumento e diminuzione degli ordini rivolti ai fornitori, riferiti al Iv trimestre 2013, si presenta negativo. Con un valore ancora decisamente negativo (-32), segna comunque una progressione rispetto al -45 del trimestre precedente. |
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ARESE: APPLICARE SENTENZA DI REINTEGRO LAVORATORI |
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Milano, 16 dicembre 2013 - "Dare immediata esecuzione alla sentenza che prevede il reintegro dei 40 lavoratori e il pagamento degli stipendi dovuti". Lo chiedono, insieme e a gran voce, l´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea e il sindaco di Arese (Milano) Michela Palestra. Azienda Rifiuta Di Chiarire - "Dopo la denuncia dei giorni scorsi fatta dai lavoratori - scrivono in una nota congiunta i due amministratori - abbiamo cercato in ogni modo e per diversi giorni di incontrare i rappresentanti di Innova srl, anche attraverso gli avvocati che hanno assistito l´azienda nei ripetuti processi, ma l´azienda ha rifiutato di chiarire direttamente la sua posizione alle Istituzioni, non accettando neanche la possibilità di un semplice incontro, finché non saranno depositate le motivazioni della sentenza emessa nello scorso mese di giugno dalla Corte d´Appello di Milano; questa indisponibilità era già stata manifestata al Comune di Arese nel mese di luglio, in occasione di un´analoga iniziativa". Comportamento Poco Trasparente - "Riteniamo sia un comportamento poco trasparente e irresponsabile - si legge ancora nella nota congiunta - pertanto abbiamo deciso di informare il prefetto di Milano, con cui c´è sempre stata una positiva collaborazione su problemi di questa gravità, affinché in ogni sede si cerchi di eseguire quanto il giudice ha scritto in sentenza". "I lavoratori - dichiarano Aprea e Palestra - hanno diritto a ricevere da Innova srl le somme definite in sede giudiziaria, almeno in un acconto, per fare fronte alle più gravi e significative difficoltà economiche: chiediamo a gran voce e ci auguriamo che Innova faccia subito un gesto di responsabilità". |
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REGGIO EMILIA - EXPORT IN CRESCITA NEI PRIMI NOVE MESI DELL´ANNO |
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Reggio Emilia, 16 dicembre 2013 - L’export reggiano ha raggiunto i 6,5 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2013, un valore che supera di 40,5 milioni quello registrato nello stesso periodo del 2012 e riporta in territorio positivo la variazione percentuale annua: +0,6%. In calo, anche se a ritmo più contenuto rispetto al dato semestrale (-3,5%), le importazioni, che nel periodo gennaio-settembre sono diminuite dell’1,3%, passando da 2.486 a 2.453 milioni di euro. Buono, dunque, il saldo commerciale tra export e import, che a settembre risulta pari a +4.021 milioni di euro, valore superiore dell’1,9% rispetto a quello conseguito nel primi nove mesi del 2012 (+3.947 milioni). Queste, in sintesi, le prime considerazioni che emergono dai dati diffusi dall’Istat ed analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio. “Stiamo riguadagnando costantemente terreno – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini – su uno dei fattori più importanti per l’economia reggiana, e sono convinto che anche le iniziative oggi in corso e quelle programmate dall’Ente camerale con operatori commerciali stranieri per i settori della meccanica agricola, di un tessile-abbigliamento in difficoltà e di altri comparti produrranno buoni effetti sull’export dei prossimi mesi”. Tutti positivi, intanto, gli andamenti delle vendite dei prodotti di punta dell’economia reggiana, ad eccezione del tessile-abbigliamento (in calo del 6,7% che scende a 1.084 milioni dai 1.162 dello stesso periodo 2012) e dei prodotti della gomma-plastica (-14,3%, da 110,5 a 94,7 milioni). In crescita dell’1,6%, invece, i prodotti metalmeccanici che, con 3,3 miliardi di esportato, rappresentano oltre la metà del totale dell’export reggiano; la ceramica, passando da 634,2 a 685,3 milioni euro, registra un +8,1%; gli alimentari-bevande crescono del 2% raggiungendo i 457 milioni; in aumento del 4,7% l’elettrico-elettronica (da 460,2 a 481,6 milioni); superano i 216 milioni (+8,8%) le sostanze e i prodotti chimici. Rallenta anche in modo significativo, nei primi nove mesi del 2013, il calo delle vendite di prodotti reggiani (che pure permane) verso i Paesi europei, che rappresentano ancora il 71,3% del totale: oltre 4,6 miliardi di euro su un totale di quasi 6,5. Il calo registrato dall’export della provincia di Reggio Emilia in quest’area si è fermato allo 0,8% (era -2,1% nei primi sei mesi dell’anno). La frenata è da attribuire prevalentemente, ancora una volta, alle vendite verso i Paesi extra Ue27: in Russia e in Turchia, ad esempio, l’export reggiano ha registrato variazioni positive, rispettivamente del +7,4% (da 272 a 292 milioni) e del +5,3% (da 99,8 a 105 milioni). L’export reggiano continua poi a registrare andamenti positivi verso tutti i continenti extra Europa. Nel periodo gennaio-settembre 2013 le vendite di prodotti “made in Reggio” hanno raggiunto il valore i 1.858 milioni di euro, il 4,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2012 (1.781 milioni). Il mercato asiatico ha acquistato prodotti per 753,3 milioni (erano 743 nel 2012, +1,3%); le esportazioni in America sono passate da 664 a 702,8 milioni (+5,9%); quelle in Africa hanno quasi raggiunto i 300 milioni (dai 275,4 dell’anno passato) con una crescita dell’8,8%; verso l’Oceania sono andati prodotti per 102 milioni registrando una crescita del +4,5%. |
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L CENSIMENTO DELL´INDUSTRIA E DEI SERVIZI 2011 "FOTOGRAFA" IL SISTEMA PRODUTTIVO TRENTINO |
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Trento, 16 dicembre 2013 - Il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta i dati del 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi condotto dall’Istat e, sul territorio della provincia di Trento, dal Servizio Statistica stesso nel corso del 2012. Il Censimento, la cui data di riferimento è fissata al 31 dicembre 2011, è articolato in quattro moduli: l’Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia), la Rilevazione sulle istituzioni non profit, la Rilevazione sulle istituzioni pubbliche e la Rilevazione campionaria sulle imprese. In questo report si presentano i dati strutturali trasversali al mondo delle imprese, delle Istituzioni non profit e delle istituzioni pubbliche, mettendoli a confronto, per quanto possibile, con i dati rilevati al Censimento del 2001. Il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta i dati del 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi condotto dall’Istat e, sul territorio della provincia di Trento, dal Servizio Statistica stesso nel corso del 2012. Il Censimento, la cui data di riferimento è fissata al 31 dicembre 2011, è articolato in quattro moduli: l’Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia), la Rilevazione sulle istituzioni non profit, la Rilevazione sulle istituzioni pubbliche e la Rilevazione campionaria sulle imprese. In questo report si presentano i dati strutturali trasversali al mondo delle imprese, delle Istituzioni non profit e delle istituzioni pubbliche, mettendoli a confronto, per quanto possibile, con i dati rilevati al Censimento del 2001. I risultati presentano per la provincia di Trento un quadro piuttosto variegato: 40.260 imprese operanti nell’industria e nei servizi, 349 istituzioni pubbliche e 5.371 istituzioni non profit. In termini occupazionali, le unità rilevate assorbono 214.476 posti di lavoro così suddivisi: 165.550 nelle imprese, 38.803 nelle istituzioni pubbliche e 10.123 nelle istituzioni non profit. Confrontando i dati del 2011 con i risultati del Censimento del 2001, anno della precedente rilevazione censuaria, si registra un aumento complessivo del numero di unità attive pari all’8,8%, determinato dalla crescita delle istituzioni non profit del 17,5% e delle imprese dell’8,3% e da una riduzione delle istituzioni pubbliche del 32%. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Servizio Statistica della P.a.t. All’indirizzo: www.Statistica.provincia.tn.it |
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TERNI - TERZO TRIMESTRE 2013: SI ATTENUANO GLI EFFETTI DELLA CRISI |
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Terni, 16 dicembre 2013 - Si può parlare di attenuazione degli effetti della crisi, non ancora di inizio di ripresa. I dati congiunturali sull’andamento del manifatturiero e del commercio nel terzo trimestre 2013 segnano ancora “meno” ma con una accentuazione meno marcata rispetto allo stesso periodo di un anno fa. E’ quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale dei settori industria e commercio realizzato dalla Camera di Commercio di Terni in collaborazione con Questlab (società specializzata in ricerche e osservatori) relativo al terzo trimestre dell’anno. Industria Produzione scende su base congiunturale all’1,8%, va peggio alle piccole aziende dell’artigianato che perdono il 3,2%. Perdono di più le alimentari -9,4% mentre chimica e tessile segnano rispettivamente un +4,8% e +3,9% rispetto al secondo trimestre dell’anno. Su base annua le difficoltà del territorio si fanno evidenti. La produzione registra un crollo e si attesta a -7,7% , mentre a livello regionale la produzione annua segna meno ma con un ritmo decisamente meno marcato (-1,5%). Scende rispetto ad un anno fa anche l’andamento degli ordini (-4,1%) e quello dell’occupazione. Si registra un’emorragia tra le piccole aziende che hanno meno di 9 dipendenti. L’occupazione registra -14,9%, (a livello regionale si attesta a -7,5%), tiene invece tra le aziende di media grandezza (+2,3%). Il fatturato perde -1,7% rispetto al secondo trimestre, perdite decisamente più contenute in confronto ad un anno fa quando perdeva al terzo trimestre il 6%. “I nostri registri camerali ci dicono - dichiara il Presidente della Cdc, Enrico Cipiccia - che nei primi sei mesi dell’anno, ci sono stati 6 milioni di euro non onorati, in pratica 30 mila euro al giorno, che imprese e famiglie non sono riuscite a pagare, dietro i dati della congiuntura economica ci sono queste realtà concrete”. “Occorre fare presto – prosegue Cipiccia - istituzioni locali, regionali e governo centrale devono ritrovare una forte unità d’intenti, per rendere il nostro Paese più competitivo e restituire alle imprese, quel ruolo di centralità e di attore determinante della scena economica”. Commercio Nel breve periodo si registra una contrazione delle vendite del 3,2%. Un calo generalizzato che, rispetto al secondo trimestre dell’anno, ha riguardato sia il commercio al dettaglio che la grande distribuzione. La perdita più marcata ha coinvolto le microimprese del commercio al dettaglio di prodotti non alimentari che hanno registrato una flessione delle vendite del 5,2%. Da un punto di vista quantitativo, gli ordinativi delle imprese flettono in tutti i comparti. Tra luglio e settembre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2012 la perdita complessiva è del 2,3%, Il segno “meno” si registra in tutte le classi dimensionali d’impresa, tranne che per le grandi imprese con oltre 50 dipendenti. |
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FERRIERA: SERRACCHIANI, MASSIMO IMPEGNO AMMINISTRAZIONE REGIONALE |
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Trieste, 16 dicembre 2013 - "L´impegno dell´amministrazione regionale affinché l´area della Ferriera possa esprimere il suo potenziale non solo industriale ma anche logistico è massimo e costante. Anche i contatti con Arvedi proseguono e proprio il 12 dicemrbe i rappresentanti del gruppo hanno avuto a Roma incontri istituzionali ai massimi livelli per procedere all´accordo di programma". Lo afferma la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. "Le bonifiche, la messa in sicurezza permanente dell´area di Servola e l´abbattimento dei rischi per la salute dei cittadini - spiega Serracchiani - sono sempre state tra le priorità manifestate dalla Regione, e su questa strada intendiamo proseguire accompagnando il subentro del gruppo Arvedi a Lucchini". Secondo Serracchiani "la partecipazione attiva e propositiva di tutti i soggetti coinvolti è essenziale per raggiungere l´obiettivo di uscire da una situazione bloccata da troppo tempo e negativa per Trieste e - conclude - per le attività produttive dell´intera Regione". |
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MECCATRONICA, L’EDIFICIO PRODUTTIVO APRE ALLE AZIENDE |
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Trento, 16 dicembre 2013 - Quasi 20 mila metri quadrati di superficie complessiva, tre piani di cui uno costruito in legno, 389 giorni per realizzarlo, massimo livello di sostenibilità ambientale certificato Leed e Arca. Ad appena 13 mesi dalla posa della prima pietra l’edificio produttivo della Meccatronica, primo tassello del costruendo Polo, è una realtà. L’opera, commissionata da Trentino Sviluppo, è stata inaugurata, giovedì 12 dicembre, alla presenza del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi, del sindaco di Rovereto Andrea Miorandi, del presidente di Trentino Sviluppo Diego Laner e dei vertici di Collini Lavori, l’impresa che nella realizzazione del compendio ha guidato una cordata di 29 aziende locali. L’edificio, costato 20 milioni 389 mila euro, è la prima tessera del mosaico che sta trasformando il Polo Tecnologico di Rovereto, tra i più longevi Bic italiani, in una innovativa piattaforma produttiva orientata alla meccatronica dove aziende, enti di ricerca, università e scuole condivideranno spazi, tecnologie e saperi. «Un giorno importante per il Trentino – ha sottolineato Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore allo Sviluppo economico e Lavoro – con il quale vogliamo aprire una stagione dell’innovazione, una grande sfida non solo per la città di Rovereto ma per l’intero territorio. Perché il Polo della Meccatronica altro non è che lo spazio d’incontro tra i luoghi che generano saperi e le imprese. Tra quell’innovazione radicale che nasce dai centri di ricerca, dalla presenza dell’università, delle scuole superiori e professionali, e l’innovazione incrementale che silenziosamente si sviluppa dentro le stesse imprese. Crediamo in un Trentino costruito come una multiforme rete produttiva che ha in alcuni poli tecnologici e scientifici il punto di riferimento da cui irradiare saperi e conoscenze». «La Meccatronica - ha concluso Olivi – è tra le filiere in cui il nostro territorio può vantare eccellenze industriali, manifatturiere ed artigianali molto importanti. E’ inoltre uno dei comparti che meglio stanno reagendo alla crisi, che esporta di più, ma per essere competitivo ha bisogno di alimentarsi di conoscenza. Per questo il Polo non finisce qui: il prossimo tassello sarà la costruzione degli edifici delle due scuole, Iti Marconi e Cfp Veronesi, che vorremmo poter inaugurare entro la legislatura». Diego Laner, presidente di Trentino Sviluppo, ringraziando quanti si sono spesi con impegno e professionalità nella realizzazione dell’opera, ha posto l’accento sui contenuti. «Questa è la scatola – ha osservato Laner - ora dobbiamo far sì che possano entrarvi imprese particolari, in grado di essere d’esempio per migliorare l’efficienza produttiva di tutte le imprese del settore che operano in Trentino. Entro la prossima primavera arriveremo ad avere l’edificio riempito per circa la metà della sua superficie e stiamo coltivando ottimi contatti a livello provinciale e nazionale per attrarre iniziative di alto livello». Soddisfazione è stata espressa anche da Andrea Miorandi, sindaco di Rovereto (“Una grande opportunità per la città. Un polo industriale che può essere un importante faro guida, rispetto al quale abbiamo voluto fare la nostra parte inserendolo in un masterplan più ampio di riqualificazione urbanistica dell’intera area”) e Sergio Collini, titolare dell’impresa Collini Lavori, che ringraziando quanti hanno lavorato in cantiere ha voluto ricordare le 29 ditte trentine coinvolte, a testimonianza di come questo investimento pubblico si sia rivelato una leva in grado di trasferire risorse e lavoro sul territorio. Mentre la task force guidata da Rino Tarolli intensifica quindi i contatti con l’obiettivo di attrarre in Trentino importanti realtà da fuori provincia, nel Polo Meccatronica di Rovereto la “casa delle imprese” apre le porte alle aziende interessate ad insediarsi. Primo a trasferirsi nel nuovo edificio produttivo è stato il Bonfiglioli Mechatronic Reasearch, il centro di ricerca della multinazionale emiliana nato a Rovereto nel 2011 e che oggi dà lavoro a 20 persone. Nel nuovo cuore produttivo della Meccatronica, Bonfiglioli occupa complessivamente quasi 3 mila metri quadrati, raddoppiando di fatto la superficie del precedente sito produttivo da dove escono i riduttori a gioco ridotto di nuova generazione (Tq) interamente “made in Rovereto”. Altre sei aziende meccatroniche, già ospitate nel Polo Tecnologico di via Zeni, sono pronte a trasferirsi nei nuovi spazi. Tra loro Carl Zeiss, specializzata nella progettazione di sistemi ottici di precisione, e il Centro Ricerche Ducati Trento, che negli ultimi mesi ha industrializzato le sofisticate biciclette elettriche intelligenti e che nella giornata inaugurale odierna ha visto la presenza di Guidalberto Guidi, presidente Ducati Energia e già vicepresidente nazionale di Confindustria. Nell’edificio troverà posto anche Industrio, l’acceleratore privato al quale è affidato il compito di sostenere la nascita di startup innovative. Per le imprese una “casa” flessibile e di qualità - Il nuovo edificio produttivo, il cosiddetto “corpo L”, misura complessivamente 19.700 metri quadrati di superficie, dei quali quasi 17.200 mq a disposizione delle imprese che vi si possono insediare occupando spazi produttivi (13.200 mq) e uffici (4.000 mq). L’opera - il cui progetto definitivo è il risultato del lavoro di un gruppo misto di progettazione costituito da due tecnici di Trentino Sviluppo (ing. Michele Ferrari e ing. Michele Pellegrini) e tre tecnici esterni a supporto (arch. Massimo Scartezzini per la parte architettonica, ing. Luca Oss Emer per la parte statica e ing. Vanni Pedergnana per la parte impiantistica) - si compone di due corpi (A e B) disposti su due livelli e di cinque edifici in legno adibiti ad ufficio. Una struttura in grado di garantire un’elevata flessibilità di utilizzo, grazie ad una maglia strutturale di 6 metri per 12 metri, all’altezza rispettivamente di 6 metri al piano interrato e 5 metri a piano terra, e alle portate dei solai, in grado di sostenere rispettivamente fino a 3.000 e 600 chilogrammi a metro quadrato. Il piano seminterrato (7.300 mq) ha una destinazione produttiva “pesante”, potendo ospitare macchinari importanti per peso e dimensioni, oltre ad uffici e spogliatoi annessi. Il piano terra (5.900 mq) ha invece una destinazione produttiva “leggera” con annessi uffici e spogliatoi. Il primo piano (4.000 mq) è destinato ad ospitare uffici ed è impreziosito da 2.500 mq di tetto verde con giardini, terrazzi e spazi per la socializzazione con una splendida panoramica sui vigneti antistati. Alla sua realizzazione hanno collaborato diverse ditte, tra cui 29 imprese del territorio, guidati dalla “capocommessa” Collini Lavori Spa. I lavori, iniziati il 19 ottobre 2012, si sono conclusi in appena 389 giorni naturali consecutivi. Costo complessivo dell’opera: 20.389.944 euro. Alcune curiosità: si sono gettati 15.000 metri cubi di calcestruzzo, circa 2.000 le autobetoniere che sono entrate in cantiere (ed uscite passando dal sistema di lavaggio delle ruote, per contenerne l’impatto ambientale), 2.000 le tonnellate di ferro utilizzato per le armature, posati 11.000 metri quadrati di muri doppia lastra in calcestruzzo armato e 1.200 metri cubi di pannelli in legno Xxl. Un polo produttivo dal cuore green - L’impostazione del cantiere secondo i protocolli Leed ed Arca, prima realtà produttiva ad ottenere un livello tanto elevato sia nella certificazione di sostenibilità ambientale che per quanto riguarda performance e qualità della struttura in legno, ha reso necessario utilizzare materiali ad elevate caratteristiche termiche ed acustiche, quali i muri a doppia lastra del tipo Thermowand, che includono uno strato isolante dello spessore di 12 centimetri in grado di garantire elevati livelli di isolazione termica, e la costruzione di cinque edifici in legno con pannelli prefabbricati X-lam. Si tratta della più grande sopraelevazione in legno mai realizzata in Trentino. Per costruirla sono stati impiegati 7.400 metri quadrati di pannelli X-lam realizzati in uno stabilimento trentino, che a sua volta per produrli ha utilizzato 1.500 metri cubi di assi di abete Fiemme certificato Fsc. C’è poi il legno utilizzato per costruire le 410 finestre, ma anche i 5.855 mq di listoni, i 4.000 mq di tavolato, i 798 mq di perline in legno di abete e i 163 metri cubi di travi utilizzati per la copertura. Il tutto all’insegna della sostenibilità. Da un’elaborazione realizzata dai ricercatori di Cnr-ivalsa è stato infatti calcolato che i 2.100 metri cubi di legname “in piedi” utilizzati per realizzare la parte strutturale dell’edificio Meccatronica corrispondono alla quantità di legno che ricresce nei boschi trentini in 18 ore e 36 minuti. Detto in altri termini, in meno di una giornata le foreste trentine producono in maniera del tutto naturale e sostenibile l’intera quantità di legno necessaria per costruire l’intera sopraelevazione in legno. Sicurezza e regolarità anzitutto - Il cantiere della Meccatronica che ha fatto scuola anche per quanto riguarda la qualità del lavoro e delle relazioni sindacali, grazie all’accordo pilota, primo in Trentino, che ha preceduto l’avvio dei lavori ed è stato sottoscritto da organizzazioni sindacali, imprese esecutrici, Trentino Sviluppo e Provincia autonoma di Trento. Tra le peculiarità un info-point, che durante i 13 mesi di lavori è stato luogo di incontro fra lavoratori e rappresentanze sindacali, appositi strumenti telematici per la sicurezza ed il controllo degli accessi, formazione periodica dei lavoratori e pagamento degli stipendi tramite bonifico bancario per prevenire possibili irregolarità. Attenzioni che hanno pagato, dato che nel cantiere, che è arrivato ad impiegare fino a 130 operai, non si è registrato alcun incidente significativo. |
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FIRENZE - CONTRIBUTI PER LE IMPRESE CHE INVESTONO SUI MERCATI ESTERI |
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Firenze, 16 dicembre 2013 - Il bando si rivolge alle micro, piccole e medie imprese toscane, operanti come attività prevalente in specifici codici Istat/ateco 2007 dei settori industria e artigianato, che intendono realizzare investimenti sui mercati esteri. L’aiuto concesso nella forma di contributo a fondo perduto, è rivolto ai progetti che non prevedono interventi di delocalizzazione, ma che contemplano tutti i servizi correlati alle azioni di consolidamento della presenza fisica dell’impresa nel mercato estero partendo dalle fiere per arrivare a strutture legate alla logistica di prodotto, passando da uffici e sale espositive e servizi di assistenza postvendita. La presentazione delle domande di agevolazione potrà avvenire dal 13 gennaio al 13 febbraio. |
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VENETO: CONTINUA L’IMPEGNO SUL FRONTE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO. L´EMERGENZA CINESE VA CONTRASTATA SEVERAMENTE |
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Venezia, 16 dicembre 2013 - L’assessore regionale al lavoro, Elena Donazzan, ha convocato a Venezia, Palazzo Balbi, sede della Giunta veneta, due tavoli di confronto distinti ma sul medesimo tema, la sicurezza sul lavoro, diventato di grande attualità per i recenti fatti di Prato. Nel primo incontro, a cui hanno partecipato i direttori generali delle Aziende Ulss del Veneto, è emerso come il frammentato quanto diffuso sistema dei controlli in azienda, in parte effettuati dai Dipartimenti per la Prevenzione delle stesse Ulss, necessiti di essere ridefinito in termini di priorità e di azioni. Donazzan si è poi confrontata con il Comitato regionale di coordinamento delle attività e prevenzione salute e sicurezza sul lavoro, allo scopo di condividere le linee strategiche di intervento tra i diversi enti pubblici competenti in materia, le parti sociali e le forze dell´ordine. In entrambi gli incontri è emersa la necessità di maggior chiarezza, di obiettivi comuni e di un più forte coinvolgimento di tutti i soggetti che possono contribuire a dare garanzie di sicurezza sul lavoro, prevedendo dure sanzioni per chi non rispetta le regole e facendo in modo che chi invece le rispetta diventi un utile alleato delle istituzioni. E’ stato evidenziato, inoltre, che per contrastare l’illegalità nell’ambito della sicurezza sul lavoro non servono ulteriori norme ma la definizione, sulla base di specifici indicatori stabiliti in sede regionale, di un metodo condiviso di lotta a questi fenomeni, nella consapevolezza che le imprese cinesi in Italia detengono il primato per la violazione delle regole. “Come confermano i diversi professionisti che con competenza svolgono un’azione di controllo nel territorio veneto – ha detto Donazzan – l’emergenza oggi si chiama ‘cinesi’. Per questo, la prossima settimana, coinvolgerò che, insieme alla nostra sono le più esposte a questo fenomeno, vale a dire la Toscana, la Lombardia e la Campania, per chiedere all’Ambasciatore di Cina in Italia di farsi carico della moralizzazione dei suoi connazionali. Il timore che l’appello possa cadere nel vuoto, non deve impedirci di denunciare la situazione ai massimi livelli nazionali ed internazionali”. “Dobbiamo far capire – conclude Donazzan – che il nostro territorio è “ostile” nei confronti di chi, violando i diritti umani, le norme e le regole civili, vive come una comunità isolata e sommersa, infliggendo colpi mortali alle nostre imprese e ai nostri lavoratori”. |
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CATANZARO - BANDO PER SOSTENERE LE RETI DI IMPRESE |
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Catanzaro, 16 dicembre 2013 - Sostenere la sottoscrizione di contratti di rete tra imprese per potenziarne la forza contrattuale, accrescerne la competitività sui mercati nazionali e internazionali e migliorarne la capacità di innovazione. Questi gli obiettivi dell´"Avviso pubblico per l´erogazione di servizi di assistenza tecnica e consulenza legale per la costituzione di reti di imprese (mediante contratti di rete ex L. N. 33/2009 e Smi)" pubblicato dalla Cdc di Catanzaro. L´iniziativa, rientrante nell’ambito delle attività previste dal progetto “Le reti d’impresa nella provincia di Catanzaro”, cofinanziata nell’ambito del Fondo Perequativo – Accordo di Programma Mise Unioncamere-2011, ha l’obiettivo di sostenere la sottoscrizione di Contratti di Rete tra imprese al fine di potenziarne la forza contrattuale, accrescerne la competitività sui mercati nazionali e internazionali e migliorarne la capacità di innovazione. In particolare la Camera - si legge nel Bando - riconoscendo nelle Reti di Imprese uno strumento innovativo in grado di offrire una valida risposta alla necessità di reagire alle difficoltà connesse alla presente congiuntura economica e alla complessità dei mercati mondiali sempre più globalizzati, intende concedere, per il tramite di esperti incaricati dall’Ente camerale e/o dalla sua Azienda Speciale Promocatanzaro, servizi di assistenza tecnica e consulenza legale volti ad incentivare nella provincia di Catanzaro la costituzione di raggruppamenti di imprese mediante Contratti di Rete ex L. N. 33/2009 e s.M.i., aventi le seguenti finalità: - sfruttamento di economie di scala e/o o di scopo (ad es. Aggregazioni di imprese volte alla creazione di filiere produttive attraverso contratti stabili di fornitura e sviluppo congiunto di nuovi prodotti); - accrescimento della capacità innovativa (ad es. Aggregazioni di imprese volte a sviluppare insieme programmi e investimenti in innovazione o in Ricerca e Sviluppo); - accrescimento della competitività sul mercato (ad es. Aggregazioni di imprese volte alla condivisione e all’implementazione di programmi di espansione del business all’estero - internazionalizzazione - attraverso la creazione di competenze, la condivisione di informazioni, la tutela commerciale dei prodotti e la realizzazione di investimenti congiunti in paesi esteri); - accrescimento delle competitività in ambito turistico e agroalimentare (ad es. Aggregazioni di imprese volte a riqualificare e rivitalizzare il comparto turistico e agroalimentare). Le domande possono essere presentate entro il 10 gennaio 2014. L´avviso pubblico e tutti i materiali ad esso relativi sono disponibili sulla pagina web di Promocatanzaro, azienda speciale della Cdc. |
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MODENA - RETI DI IMPRESA, UNA STRADA PER CRESCERE |
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Modena, 16 dicembre 2013 - Presentati i dati alla Cdc di Modena. In Emilia-romagna sono 781 le aziende coinvolte in 240 progetti. Modena con 191 imprese in rete prima in regione, sesta in Italia. Esportazioni e innovazione nelle imprese “in rete” sono più elevate. Una spinta ad affrontare con maggiore solidità i mercati esteri e a innovare. E’ questo il punto di forza del contratto di rete, uno strumento giuridico innovativo, perché consente ad ogni impresa che ne fa parte di aggregare competenze attraverso un rapporto di collaborazione organizzata, salvaguardando l’autonomia. Anche in Emilia-romagna i contratti di rete siano in costante crescita, come è stato confermato nel workshop organizzato l’11 dicembre alla Cdc di Modena, in collaborazione con Unioncamere regionale e Intesa San Paolo. Secondo i dati dell’Osservatorio di Intesa Sanpaolo e Mediocredito Italiano, riferiti al mese di settembre 2013, le reti d’impresa in Emilia-romagna sono arrivate a quota 240, per un totale di 781 aziende coinvolte: la regione è al secondo posto a livello nazionale dopo la Lombardia. Modena è la sesta provincia italiana con 191 imprese in rete. Secondo Stefano Bellei, segretario generale della Cdc: “La rete, come nuova modalità per fare business, crea valore per l’impresa e per lo sviluppo del territorio. L’ente camerale partecipa al progetto di sistema regionale e svolge un ruolo di divulgazione e accompagnamento delle imprese”. Tra le ultime reti di imprese nate in provincia di Modena c’è “Rezdora” che, anche grazie al supporto della Cdc di Modena, ha messo insieme cinque aziende alimentari della provincia: Dolcem, Il Forno di Levizzano, Il Mallo, Il Sottobosco e Salumificio Vecchi. Roberta Pirronello dell’azienda Il Mallo, sottolinea che: “Rezdora è contemporaneamente la conclusione e l’incipit di un percorso nato tra un gruppo di aziende agroalimentari del territorio modenese che hanno visto nel contratto di rete la possibilità di sinergie per affrontare i mercati esteri, attraverso condivisioni di piani commerciali, di strategie di marketing e ottimizzazioni dei costi”. Sviluppo commerciale sui mercati esteri e individuazione di un marchio unico che si affiancherà ai singoli brand come segno distintivo comune sono i primi obiettivi. “Nel mese di gennaio individueremo un export manager – aggiunge Andrea Vecchi de Il Forno di Livezzano – per puntare con decisione ai mercati in modo strutturato, ad iniziare dalla Germania” . Paolo Seghedoni socio di Mediamo Srl, afferma: “Ritengo che oggi il contratto di rete possa essere una ottima opportunità da parte delle imprese, al fine di meglio svolgere il proprio business; l’occasione di creare un vero e proprio modello di lavoro al fine di ottenere maggiore efficienza lavorativa, efficacia commerciale e notevoli vantaggi anche sotto il profilo bancario”. |
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