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Notiziario Marketpress di Mercoledì 29 Gennaio 2014
COORDINAMENTO FREE, ANEV E ASSORINNOVABILI PUBBLICANO I DATI DELL’EOLICO 2013 COME PREVISTO DALLE ASSOCIAZIONI, LE ASTE E I REGISTRI HANNO INFERTO UN DURO COLPO ALLO SVILUPPO DEL SETTORE. POCO MENO DI 450 MW NEL 2013, PER IL MINIEOLICO RAGGIUNTI I 20 MW DI POTENZA INSTALLATA  
 
 Roma, 29 gennaio 2014 - Come, purtroppo, le Associazioni avevano già previsto, il 2013 è stato un anno nero per l’eolico in Italia, con meno di 450 Mw installati e un calo della nuova potenza di oltre il 65% rispetto al 2012. Il 2013 si chiude, infatti, con un totale installato di 8.551 Mw con un incremento complessivo inferiore ai 450 Mw, contro i 1.272,8 Mw installati nel 2012. Il minieolico, con un trend positivo ma non ancora sufficiente, ha raggiunto invece i 20 Mw complessivi di potenza installata. Un risultato così deludente era stato preannunciato sul finire del 2012, anno in cui l’incremento di potenza eolica allacciata è stato per il terzo anno consecutivo superiore ai 1.000 Mw, ma si avvertiva già il rallentamento che il comparto avrebbe subito a causa dei nuovi meccanismi di incentivazione posti con il sistema delle aste e dei registri. Questo dato conferma in maniera non più discutibile l’inadeguatezza dei sistemi vigenti e la necessità di un tempestivo intervento del Governo per evitare che il settore eolico possa subire un ulteriore colpo. Il settore eolico ha dimostrato in questi anni di avere enormi potenzialità - diventando anche un esportatore di tecnologia - e determinando crescita economica, occupazionale (creando un’industria solida, con oltre 30.000 addetti) oltre ad apportare significativi benefici ambientali. Il Governo prenda atto sin da subito che le norme approvate negli scorsi anni stanno comportando un blocco del settore e che hanno già avuto come effetto la riduzione della forza lavoro di oltre 10.000 occupati, oltre ad aver portato al fallimento numerose aziende. Ci aspettiamo quindi che l’esecutivo intervenga quanto prima con politiche mirate che spostino gli incentivi dalla bolletta a meccanismi fiscali, definendo, inoltre, il quadro regolatorio post 2015 per consentire la sopravvivenza di un settore strategico per la green economy. Si tenga conto, inoltre, delle decisioni che verranno a breve prese in seno all’Ue nel definire i target di riduzione della Co2 e di incremento delle Fer al 2030, prevedendo fin d’ora la definizione di un quadro normativo stabile e certo per attrarre gli investimenti necessari a sfruttare il know how che l’Italia ha nell’eolico e che deve valorizzare in chiave europea.  
   
   
IL TRENTINO PUNTA SULL’ENERGIA SOSTENIBILE DA BIOMASSE DI SCARTO  
 
 Trento 29 gennaio 2014 - Grande affluenza di amministratori, tecnici e funzionari a San Michele all’Adige, per il seminario regionale del progetto Biomaster organizzato il 24 gennaio dalla Fondazione Edmund Mach, alla presenza degli assessori Mauro Gilmozzi e Michele Dallapiccola. Sotto la lente di ingrandimento il decreto sul biometano, recentemente approvato, che introduce anche in Italia i meccanismi incentivanti per la produzione di carburante ottenuto da fonti rinnovabili e apre nuovi scenari per la valorizzazione delle biomasse. L’assessore provinciale alle infrastrutture e all’ambiente, Mauro Gilmozzi, intervenuto dopo i saluti di apertura del presidente Francesco Salamini, ha sottolineato l’impegno della Provincia autonoma di Trento nel comparto delle biomasse, illustrando le linee di programmazione e azione contenute nel Piano energetico-ambientale provinciale. “L’obiettivo – ha detto Gilmozzi - è arrivare al 36- 44 per cento di energia prodotta e consumata all’interno del nostro territorio con fonti rinnovabili” . L’impegno riguarda non solo il comparto idroelettrico, ma anche le biomasse (forestali e agricole) ed i rifiuti. L’assessore ha evidenziato che la politica provinciale deve essere orientata anche all’utilizzo del biogas nei trasporti, nella produzione di energia, nei consumi quotidiani. “In tal senso – ha continuato - gli incentivi statali previsti dal decreto possono essere determinanti nel favorire la costituzione di una rete tra tutti i sogetti coinvolti. Nel pomeriggio, introdotto dal direttore generale della Fondazione Edmund Mach, Mauro Fezzi, è intervenuto anche l’assessore provinciale all´agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca, Michele Dallapiccola, che ha sottolineato la necessità di ottimizzare la convivenza tra le attività agricole e la popolazione trentina. “Se questo poi può avvenire all’insegna dell’esercizio tecnico di una produzione energetica sostenibile -ha puntualizzato- parliamo di un indubbio segno di progresso e di ottimale gestione del territorio”. Al centro del seminario il progetto Biomaster sul biometano e biogas coordinato in Trentino dalla Fondazione Edmund Mach tramite l’Unità biomasse ed energie rinnovabili del Centro Trasferimento Tecnologico. Finanziato dal programma Intelligent Energy Europe, coinvolge oltre all’Italia, la Svezia, il Regno Unito, l’Austria e la Polonia, e si propone – come hanno spiegato Stefano Proietti dell’Istituto di Studi per l´integrazione dei sistemi di Roma ente capofila e Silvia Silvestri della Fondazione Mach- di promuovere l’impiego del biometano ottenuto dal trattamento delle biomasse di scarto e di rifiuto per l’immissione nella rete del gas naturale e per l’utilizzo nei mezzi di trasporto. L’incontro, moderato da Lorenzo Andreotti de L’informatore Agrario, ha focalizzato l’attenzione su tre precise aree: la valorizzazione delle biomasse di origine urbana, la gestione delle biomasse agricole e zootecniche, e il metano e biometano per il settore trasporti. In riferimento alla prima area sono stati presentati progetti e iniziative a livello nazionale e locale, come l’impianto di Cadino di digestione anaerobica che sfrutta la frazione organica dei rifiuti urbani (Andrea Ventura), l’attività dell’Acea di Pinerolo (Davide Mainero) o ancora dell’Etra di Padova (Walter Giacetti) . Per quanto riguarda la gestione delle biomasse agricole e zootecniche, Lorenzo Maggioni, responsabile del settore ricerca del Consorzio Italiano Biogas, ha illustrato il decreto del 5 dicembre 2013 che stabilisce regole e incentivi per l’immissione nella rete del gas naturale e l’uso come biocarburante o in cogenerazione del biometano. Spazio poi alla gestione degli effluenti zootecnici con un quadro nazionale aggiornato sullo sviluppo del settore del biogas e biometano (Claudio Fabbri del Crpa) e un approfondimento dedicato ai piccoli impianti idonei alle realtà alpine (Matteo Zandonai della Società Syneco). Per quanto attiene al mondo dei trasporti, al quale il decreto ha riservato particolare attenzione premiando il biometano per tale uso, si segnalano gli interventi di Renzo Ciccilloni del Centro Ricerche Fiat di Trento, partner di Biomaster, del presidente di Assogasmetano, Paolo Vettori, di Carlo Costa dell’ Autostrada del Brennero. Giuliano Giacomelli di Trentino Trasporti, partner tecnico del progetto Biomaster, ha presentato un quadro di confronto tra veicoli tradizionali e veicoli a metano, sulla base dell’esperienza aziendale maturata e della pianificazione futura. Si tratta di una filiera interessante ed innovativa, che potrà trovare applicazione anche nelle regioni alpine e che contribuirà all’ottenimento del 10% di biocombustibili entro il 2020 imposto dall’Unione europea a tutti gli Stati membri.  
   
   
INTESA REGIONE TOSCANA-RETE GEOTERMICA, ROSSI: "MOVIMENTARE IL MERCATO E CHIUDERE LA FILIERA TOSCANA"  
 
Firenze, 29 gennaio 2014 - Via libera ad un nuovo modo di produrre energia geotermica, mettendo in campo tecnologie a ridotto impatto sull´ambiente, opportunità inedite per chiudere la filiera nel rispetto delle esigenze dei singoli territori e con ricadute positive per l´occupazione. Questi, in sintesi, i punti che il presidente della Regione Enrico Rossi ha sottolineato descrivendo il deciso cambio di passo segnato dal Protocollo d´intesa siglato oggi dalla Regione Toscana e dalla Rete Geotermica (Rg), il network di imprese che si è costituito nell´ottobre scorso e di cui fa parte la grande maggioranza degli operatori attualmente titolari di permessi di ricerca in Toscana e soggetti industriali della filiera della geotermia. "E´ la prima volta che firmiamo un´intesa sulla geotermia – spiega Rossi – in un tavolo dove Enel non è presente. Ovviamente non abbiamo nulla contro Enel, con cui abbiamo lavorato e siglato numerose intese, ma credo sia un fatto positivo, che ha fra l´altro effetti regolatori del mercato, che oggi siamo in grado di dimostrare che, in Toscana, la geotermia è anche altro". La seconda ragione che rende importante l´intesa sta nel fatto che l´orizzonte nel quale opera la rete geotermica è quello della media e bassa entalpia, una metodologia di estrazione a circuito chiuso, che permette una quasi totale riduzione delle emissioni in atmosfera. Ma per i territori c´è, secondo Rossi, un´altra buona notizia. Ovvero, spiega, "la volontà delle imprese che operano nella Rete di contestualizzare l´intervento, di dialogare a livello locale con istituzioni e cittadini, in modo da non rispondere solo a logiche di profitto, ma assecondando potenzialità, cultura, vocazione, esigenze economiche dei diversi territori". "I cittadini devono sapere – prosegue Rossi - che si apre un capitolo nuovo che, oltre a dare risposte a una buona parte delle perplessità sollevate, negli anni, nei territori interessati dagli impianti geotermici, avrà ricadute positive anche sul fronte della produzione di tutto il know how che serve per il nuovo modo di produrre energia, con conseguenze positive anche sull´occupazione". Siti archeologici, sbloccati 4,5 milioni di euro. Frattura: "Ora gli interventi di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio" Campobasso, 29 gennaio 2014 - Tutela e valorizzazione dei siti archeologici e del patrimonio storico-artistico del Molise, le risorse sono disponibili. Oggi a Roma lo sblocco di 4,5 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Al Tavolo, il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise e la Regione. Fra gli interventi da finanziare, il sito archeologico Castello di Gerione a Casacalenda, le ville rustiche romane a Roccavivara ai fini della fruizione didattica, il sito archeologico di Saepinum-altilia, il museo dei Frentani nel parco archeologico dell´anfiteatro romano e di Villa Zappone a Larino, i monumenti storico-archeologici a Santa Croce di Magliano, l´anfiteatro Verlasce a Venafro, il completamento dell´allestimento didattico dei padiglioni del museo del Paleolitico a Isernia, il sito archeologico medievale Mura di Mennella a Filignano, il museo archeologico a Pietrabbondante, l´abbazia di San Vincenzo al Volturno a Castel San Vincenzo e il museo archeologico di Santa Maria delle Monache a Isernia. Sempre ieri, il Tavolo con le amministrazioni centrali interessate ha finalmente sbloccato ulteriori 766.322, euro di risorse Fsc 2000-2006 destinate al finanziamento del restauro e del consolidamento delle chiese di Sant´antuono e Sant´agostino di Venafro e di San Nicola di Bari di Castiglione di Carovilli. "Dopo una serrata trattativa con le amministrazioni centrali, in particolare con il Mibac, - spiega il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura -, finalmente siamo riusciti a ottenere lo sblocco di risorse importanti per il nostro territorio". "4,5 milioni di euro - evidenzia il governatore -, che serviranno a finanziare interventi di tutela e valorizzazione del preziosissimo patrimonio storico-archeologico del Molise, fonte di interesse artistico, culturale e turistico e anche economico e occupazionale per la nostra regione. Con l´accesso e la disponibilità delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione metteremo in campo gli interventi utili a difendere e dare nuovo lustro a un´eredità archeologica di assoluto valore nel mondo", conclude Paolo Frattura.  
   
   
QUANTO SPENDONO LE AZIENDE PER ACQUA, RIFIUTI ED ENERGIA ELETTRICA? IN PIEMONTE COSTI MINORI PER IL SERVIZIO IDRICO RISPETTO ALLA MEDIA ITALIANA CALA NEL 2013 IL PREZZO DELL’ENERGIA ELETTRICA  
 

 Torino, 29 gennaio 2014 - Unioncamere Piemonte ha presentato lunedì 27 gennaio, i risultati del monitoraggio delle tariffe per consumo di acqua e smaltimento rifiuti (portale Tasp) e dell’energia elettrica applicate alle Pmi, realizzato con il supporto scientifico di Ref Ricerche per far fronte alla necessità di attivare in sede locale momenti di confronto sul tema dell’andamento dei prezzi e delle tariffe. Dopo i saluti Sarah Bovini, Responsabile Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, sono intervenuti Fulvio Bersanetti e Francesca Signori, ricercatori della società Ref Ricerche. “Garantire la trasparenza del mercato e la tutela di consumatori e imprese costituisce uno dei principali compiti assegnati alle Camere di commercio. Per questo, Unioncamere Piemonte ha deciso prima di effettuare questo monitoraggio, e di investire poi ulteriori risorse per creare un portale che possa aiutare concretamente le imprese del territorio a conoscere i costi di acqua e rifiuti nei vari comuni del Piemonte. Uno strumento che, siamo sicuri, aiuterà i nostri imprenditori a pianificare e orientare i propri investimenti” commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte. Il monitoraggio delle tariffe dei servizi pubblici locali - Il tema dei servizi pubblici locali è divenuto negli ultimi anni di profonda attualità, sia per le novità sul versante normativo e organizzativo, sia per le tensioni sul versante delle tariffe, alimentate dal taglio dei trasferimenti agli enti locali. Ad alimentare il dibattito, nel corso del 2013, l’avvento, nel settore idrico, di un’Autorità di regolazione nazionale (Aeeg) chiamata a intervenire sulla definizione dei criteri per la determinazione delle tariffe e sull’approvazione delle stesse, e l’introduzione, nel settore dei rifiuti, della Tares, la tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili. L’attività di monitoraggio delle tariffe applicate alle Pmi per consumo di acqua e smaltimento rifiuti in 134 comuni piemontesi con più di 5000 abitanti, realizzato su commissione di Unioncamere Piemonte dalla società Ref Ricerche, si è concretizzata nella realizzazione del portale Tasp Piemonte (Repertorio Amministrativo delle tariffe e degli atti ufficiali dei servizi pubblici locali - http://piemonte.Repertoriotariffe.it). Il portale è uno strumento di trasparenza e informazione realizzato per fornire agli imprenditori che intendano investire in Piemonte indicazioni su tariffe e agevolazioni relative al servizio idrico e al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nei comuni piemontesi. Sul sito è possibile effettuare simulazioni della spesa sostenuta dalle imprese piemontesi e consultare le articolazioni tariffarie, le delibere di approvazione delle tariffe e i regolamenti del servizio dei comuni piemontesi con più di 5 mila abitanti. L’analisi realizzata sul territorio piemontese mette in luce interessanti peculiarità. Per quanto concerne il settore idrico, è opportuno sottolineare come l’elevata eterogeneità della struttura tariffaria tra i comuni piemontesi generi una marcata variabilità in termini di spesa sostenuta dalle imprese per il servizio idrico integrato. Considerando alcuni profili tipo di imprese, si segnala come in Piemonte la spesa media risulti inferiore sia al dato nazionale che a quello relativo alle regioni del nord. Ad esempio, un albergo piemontese con un prelievo idrico pari a 8.000 m3 annui sostiene una spesa media di 14.407 euro (al lordo dell’iva). Lo scarto tra i Comuni che presentano le tariffe più contenute (spesa media annua pari a 11.502 euro) e quelli con i livelli più elevati (spesa media annua di 20.819 euro) è di circa l’80%. Se la spesa media annua di un parrucchiere con un prelievo idrico di 400 m3 annui è di 697 euro, quella di un ristorante con un prelievo di 1.800 m3 è di 3.265 euro, mentre un caseificio con un prelievo di 3.000 m3 spende mediamente, per il servizio idrico integrato, 5.428 euro annui. Anche in riferimento a questi profili tipo si rileva una marcata variabilità delle tariffe tra i diversi Comuni piemontesi. Per tutti i profili tipo si è registrato un incremento della spesa per il servizio idrico integrato tra il 2011 e il 2012 (+7,2% per gli alberghi, +7,4% per i parrucchieri, +7,3% per i ristoranti e +7,2% per i caseifici). La spesa registrata nelle diverse province piemontesi presenta un’elevata eterogeneità. Asti rappresenta il territorio in cui si registra la spesa più elevata per i profili tipo dell’albergo, del parrucchiere e del ristorante. Torino si contraddistingue, invece, per i livelli di spesa più contenuti in riferimento a caseifici e del ristoranti. Per quanto riguarda il settore dei rifiuti, è opportuno ricordare come il quadro normativo nazionale sia oggi poco omogeneo, con la compresenza di diversi regimi di finanziamento. In Piemonte, i Comuni si dividono più o meno equamente tra quelli che applicano la Tarsu (Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani, che interessa 45 Comuni) e quelli in cui vige la Tia (Tariffa di Igiene Ambientale, presente in 57 Comuni), ma in termini di popolazione la percentuale dei Comuni del primo tipo è superiore al 60%, soprattutto per effetto della presenza del Comune di Torino. L’analisi della spesa sostenuta in Piemonte dalle utenze tipo individuate evidenzia come un albergo con una superficie di 1.000 mq spenda annualmente, in media, 4.257 euro, un parrucchiere che si estenda su una superficie di 70 mq circa 421 euro, un ristorante di 180 mq 3.989 euro e un caseificio caratterizzato da 3.000 mq di superficie 16.300 euro. La variabilità tra i Comuni che presentano le tariffe più alte e quelli con le più contenute è elevata per tuttie le tipologie di utenze: nel caso dei ristoranti, la spesa sostenuta da quelli localizzati nei Comuni con le tariffe più elevate è addirittura 6 volte superiore a quella dei ristoranti situati nei Comuni in cui il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti risulta meno oneroso. Tutte le tipologie di utenze hanno affrontato, tra il 2011 e il 2012, un incremento della spesa annua per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti (+2,4% per gli alberghi, +2,7% per i parrucchieri, +4,8% per i ristoranti e +4,0% per i caseifici). Scendendo nel dettaglio provinciale, si sottolinea come Torino risulti la realtà più onerosa per quasi tutti i profili tipo. Il Verbano Cusio Ossola si distingue, invece, per le tariffe più contenute per alberghi e ristoranti, mentre Cuneo risulta più economica per parrucchieri e caseifici. Il monitoraggio dei prezzi dell’energia elettrica - Al fine di aumentare la trasparenza del mercato, Unioncamere Piemonte, con il supporto scientifico e metodologico di Ref Ricerche, ha condotto nel 2013 tre rilevazioni trimestrali sull’andamento del prezzo dell’energia elettrica praticato dai fornitori a micro, piccole e medie imprese piemontesi (Mercuriale dell’energia elettrica). Il Mercuriale riporta il prezzo unitario (Euro/mwh), calcolato come media troncata dei prezzi rilevati presso i fornitori, riferito a dodici tipologie di contratto, individuate combinando i profili di utenza con le declaratorie contrattuali più diffuse (durata contrattuale, struttura oraria del prezzo e modalità di aggiornamento dei corrispettivi). I prezzi registrati nel corso del 2013 hanno mostrato un andamento decrescente, come conseguenza di un calo delle quotazioni della materia prima. Tra queste, soprattutto il petrolio, che nel 2013 ha registrato un andamento piuttosto discontinuo, con fluttuazioni tra i 103 e i 116 dollari/barile e con una media, calcolata sui primi 10 mesi, pari a 110 dollari/barile, in calo di circa il 3% rispetto al 2012 e addirittura del 6% se valorizzato in euro, dato l’indebolimento del dollaro sulla moneta unica. La contrazione del prezzo dell’energia elettrica è stata del 5,0% per i commercianti, del 4,9% per gli artigiani, del 3,8% per i centri commerciali e del 3,5% per le imprese manifatturiere. I Mercuriali dell’energia elettrica sono disponibili on line sul sito di Unioncamere Piemonte all’indirizzo www.Pie.camcom.it/monitoraggio_prezzi_tariffe

 

 
   
   
CENTRO OLIO VIGGIANO, RAPPORTO MISE SU EVENTO 13 GENNAIO SUL SITO DELL’OSSERVATORIO VAL D’AGRI PUBBLICATO IL RAPPORTO DEL MISE SULL’ISPEZIONE EFFETTUATA.  
 
 Potenza, 29 gennaio 2014 - Pubblicato sul sito internet www.Osservatoriovaldagri.it  il rapporto, inviato alla Regione Basilicata dal Mise, relativo all’ispezione presso il centro olio “Val d’Agri” di Viggiano condotta dalla Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche tramite l’Ufficio territoriale Unmig di Napoli, a seguito dell’evento del 13 gennaio 2014.  
   
   
PROPOSTA DI ZAIA A LUPI PER SNELLIRE L’ITER DI APPROVAZIONE DELLE OPERE PUBBLICHE STATALI : “BASTA DOPPIONI, FACCIAMO UNA SOLA CONFERENZA DI SERVIZI”  
 
 Venezia, 29 gennaio 2014 - “Bisogna evitare lungaggini e procedure farraginose: la semplificazione deve essere perseguita a tutti i livelli, nell’interesse delle amministrazioni pubbliche e soprattutto dei cittadini. Per questo mi sono rivolto al ministro Lupi, suggerendo che nell’iter di approvazione delle opere di interesse statale tutti i soggetti competenti siano coinvolti da subito, scongiurando inutili e dispendiose ripetitività che comportano oneri aggiuntivi a carico dei cittadini e delle imprese”. Con queste motivazioni il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha inviato una lettera al Ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, chiedendogli l’adozione di una circolare da indirizzare ai diversi Provveditori statali alle Opere Pubbliche, affinché alla Conferenza di Servizi che loro indicono per l’approvazione urbanistica di un’opera di interesse statale, siano convocati oltre alla Regione e agli Enti Locali interessati, anche tutti gli Enti gestori dei sottoservizi, quali l’Enel, la Telecom, la Snam, gli enti gestori di acquedotti e fognature, ecc. “Oggi, purtroppo, assistiamo a un raddoppio della procedura con lo svolgimento di due diverse Conferenze di Servizi – precisa Zaia –, la prima convocata dal Provveditore alle Opere Pubbliche e la seconda, ai sensi del Codice dei Contratti, dalla stazione appaltante. Se la mia proposta sarà accolta, otterremo una notevole riduzione dei tempi di approvazione delle opere pubbliche di competenza statale”.  
   
   
FIRENZE: REGOLAMENTO URBANISTICO, RENZI: “PASSO IN AVANTI STRAORDINARIO, FIRENZE STA CAMBIANDO”  
 
Firenze, 29 gennaio 2014 - Mappa dal Piano regolatore di Firenze “Il regolamento urbanistico è un passo in avanti straordinario: dopo il Piano strutturale a volumi zero, primi tra le grandi città a farlo, adesso variamo questo strumento, anch’esso a volumi zero, che consentirà la trasformazione di oltre 750 mila metri quadrati di città”. Lo ha detto il sindaco Matteo Renzi, illustrando il ruc (regolamento urbanistico comunale) appena adottato dalla giunta. “Si tratta – ha spiegato Renzi – del primo regolamento urbanistico della città, dato che l’ultimo piano regolatore risale a una quindicina di anni fa. Grazie al ruc sono possibili 73 aree di trasformazione e si potranno creare 10 mila posti di lavoro dagli interventi. Il tutto con uno strumento che semplifica le procedure e ha un occhio di riguardo verso l’ambiente. Ringrazio gli uffici e il nostro personale che in questi mesi ha lavorato al meglio per ottenere questo risultato”. Gli interventi di trasformazione vanno dal restauro al risanamento conservativo, alla ristrutturazione edilizia anche con demolizione e ricostruzione, ristrutturazione urbanistica e nuova edificazione. Il costo stimato degli interventi che si renderanno possibili è di un miliardo e mezzo di euro. “Mi piace – ha commentato Renzi - che l’adozione del ruc arrivi dopo il primo week end con la novità del mercato di San Lorenzo ‘liberato’ dai banchi accanto alla Basilica. Firenze sta cambiando e stiamo smentendo i profeti del malagurio, quelli che ci dicevano che la città si sarebbe bloccata con un Piano strutturale a volumi zero. È esattamente l’opposto, la città sta trovando una sua fisionomia e sua identità, e questo grazie al disegno complessivo che mette insieme le pedonalizzazioni, la riqualificazione del Parco delle Cascine, la trasformazione di San Lorenzo, l’attenzione al verde e alla sostenibilità”. “Il regolamento urbanistico è l’attuazione strategica che indica tutto quello che si potrà concretamente realizzare sul territorio comunale nei prossimi cinque anni: non si tratta di legittime aspirazioni, ma di numeri reali. Tutto quello che non sarà attuato entro cinque anni dall’approvazione del regolamento, decadrà: questo darà un fortissimo impulso alla realizzazione di progetti e programmi per la città, sia pubblici che privati – ha aggiunto l’assessore alle Politiche del territorio Elisabetta Meucci – Il regolamento urbanistico e il regolamento edilizio ora affronteranno il percorso nelle commissioni consiliari e nei quartieri, per arrivare all’adozione in consiglio comunale entro il mandato. Il regolamento urbanistico poi passerà alla fase delle osservazioni e dovrà tornare in consiglio per la definitiva approvazione; mentre il regolamento edilizio, che interessa gli interventi ordinari, diventerà esecutivo e porterà subito alla semplificazione e alla modernizzazione delle procedure”. “Una città più bella, più sostenibile, più semplice – ha aggiunto l’assessore - ma anche una nuova città che si realizza per davvero: l’obiettivo non è stato di formulare dettagliate previsioni di quello che ci piacerebbe e di quello che è permesso, ci si è posti il problema di formulare previsioni che si realizzano. Da un lato quindi attenta ricognizione delle risorse disponibili, dall’altro grande sforzo di ascolto e di condivisione con la città, che probabilmente non ha precedenti, e con il quale si è arrivati all’appuntamento di oggi: 985 contributi ricevuti, un questionario on line che ha coinvolto 1700 cittadini, 5 convegni tematici, un focus group in ciascun quartiere, incontri con varie decine di enti ed associazioni”. Il Regolamento Urbanistico approvato oggi dalla giunta si compone di due parti: una di disciplina ordinaria, non sottoposta a decadenza, che gestisce la trasformazione fisiologica della città e che si attua attraverso l’intervento edilizio diretto, ed una parte straordinaria (“strategica”) che decade dopo 5 anni. Questa seconda parte comprende gli interventi che richiedono piano attuativi, le nuove attrezzature e gli spazi collettivi. Alcuni numeri del regolamento urbanistico • è il primo regolamento urbanistico della citta di firenze • è un regolamento urbanistico a volumi “0” • oltre 750.000 mq di superficie in movimento tramite gli interventi di trasformazione previsti (interventi di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ristrutturazione edilizia anche con demolizione e ricostruzione, ristrutturazione urbanistica, nuova edificazione) • 1.500.000.000 euro (1,5 miliardi di euro) il costo degli interventi che si renderanno possibili • 10.000 i posti di lavoro creati con tali interventi (2.000 posti di lavoro per 5 anni) • oltre 60.000.000 di euro gli oneri di urbanizzazione previsti dalle aree in trasformazione • 73 aree di trasformazione, 17 aree con superficie in trasferimento, 21 aree con superficie in atterraggio, 111 aree per servizi dove realizzare strade piste ciclabili, parcheggi, impianti sportivi, verde pubblico e altri servizi pubblici • quasi 40 mq ad abitante per le dotazioni di servizi collettivi (verde pubblico, parcheggi, servizi sanitari, scolastici, ricreativi etc); più del doppio di quanto previsto dalle norme nazionali. Alcune parole del regolamento urbanistico La semplificazione nelle procedure: possibilità di intervenire senza piano attuativo e quindi con intervento edilizio diretto in caso di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia con mutamento della destinazione d’uso originaria. La facilità d’uso del regolamento urbanistico grazie a oltre 200 schede norma, nelle quale oltre alla destinazione di progetto, la superficie e le modalità di intervento, è descritto il tipo di intervento consentito, gli obiettivi dell’intervento, le prescrizioni, le specifiche mitigazioni, la fattibilità idraulica geologica e sismica. La perequazione come strumento operativo : la perequazione è trasferimento di superfici incongrue da un luogo ad un altro. Il regolamento urbanistico per la prima volta definisce le aree di trasferimento e le aree di atterraggio. Per l’eliminazione delle forme di degrado è prevista la cessione gratuita degli spazi utili alla collettività. La premialita’ per il trasferimento: nel caso di trasferimento con medesima destinazione di quella originaria la premialità sarà del 20% (ovvero un aumento della superficie pari al 20%), mentre nel caso si mantenga la destinazione d’uso originaria la premialità sarà del 30%. La flessibilita’ nelle trasformazioni: qualora la previsione di trasformazione contempli un mix di destinazioni d’uso, l’articolazione percentuale di queste ultime può variare in più, o in meno del 20% della superficie complessiva La rigenereazione urbana diffusa costituita da recuperi (dal restauro alla ristrutturazione edilizia di edifici o complessi di edifici esistenti), demolizioni con ricostruzioni/ristrutturazioni urbanistiche, perequazione urbanistica con trasferimenti di superfici. La rete ecologica e la riqualificazione ambientale: il regolamento urbanistico individua 40 aree di riqualificazione ambientale ovvero nodi e porzioni lineari della rete ecologica che necessitano prioritariamente di interventi mirati a rendere la rete più efficiente. E’ stato quindi definito un programma di interventi cui l’amministrazione deve fare riferimento nel disporre le risorse necessarie alla esecuzione degli interventi. Il regolamento urbanistico propone di dedicare il 20% degli oneri di urbanizzazione primaria alla riqualificazione della rete. Ottimizzazione del patrimonio esistente con miglioramento prestazione energetica: e’ ammesso l’incremento della superficie, all’interno della sagoma esistente, se si garantisce un miglioramento in termini di prestazione energetica. Potenziamento del trasporto pubblico ed agevolazione del trasporto privato: un insieme equilibrato di interventi che conducono al potenziamento del trasporto pubblico ma contemporaneamente individuano un assetto del trasporto privato in grado di agevolare gli spostamenti tangenziali e di penetrazione, eliminando i punti di congestione e di frizione con il trasporto pubblico. La mobilita’ sostenibile tramite la realizzazione di piste ciclabili e parcheggi scambiatori Modalita’ alternative per l’accesso alla casa: l’housing sociale si impone nelle trasformazioni ove sia prevista la destinazione residenziale, che interessino una sul complessiva superiore a 2000 mq il reperimento di una quota pari al 20% di sul (superficie utile lorda) da destinare alla residenza in forma convenzionata. L’attuazione del regolamento urbanistico potrebbe teoricamente produrre circa 50.000 mq di sul dedicata a queste forme di housing sociale. Le trasformazioni programmate nel regolamento urbanistico Le aree di trasformazione nelle diverse tipologie (area di trasformazione, aree con superficie in trasferimento, aree con superficie in atterraggio) interessano tutte le parti di territorio definite utoe ad eccezione della utoe 7 (zona Mantignano Ugnano). La parte di città in cui si opera la maggior parte delle trasformazioni è l’ utoe 12, che interessa il nucleo storico Unesco e la prima espansione ottocentesca, con oltre 20 aree che prevedono prevalentemente il mutamento della destinazione d’uso attraverso interventi conservativi di immobili aventi sul >2000 mq. La declinazione delle funzioni con l’attribuzione delle destinazioni d’uso ai contenitori di valore storico conferma la prevalenza della destinazione residenziale, ma sulla base delle valutazioni effettuate ha riequilibrato il dimensionamento a favore delle altre destinazioni (turistico ricettivo, commerciale) ed in particolare della destinazione direzionale comprensiva delle attività private di servizio. A tale proposito occorre sottolineare che le attività private di servizio accolgono molteplici funzioni non altrimenti collocabili negli altri capisaldi delle destinazioni d’uso fra i quali centri di formazione professionale, scuole di alta formazione, sviluppo di impresa, incubatori ecc., destinazioni di cui è auspicabile l’insediamento nel centro storico Unesco dove è localizzata la maggior parte degli interventi dell’utoe 12. La destinazione turistico-ricettiva interessa il nucleo storico Unesco esclusivamente per l’intervento di trasformazione dell’ex Teatro Comunale, mentre le altre quote riguardano interventi localizzati nella fascia ottocentesca. Segue per maggior numero di trasformazioni la utoe 3 nella quale si registrano sostanzialmente dei mutamenti di destinazione di immobili esistenti (2 di proprietà comunale). L’utoe 3 è interessata anche dalla previsione dell’insediamento di un campeggio in località Rovezzano per permettere la dismissione del campeggio Michelangelo e di due nuovi impianti sportivi a cielo aperto, tutte attività che confermano il ruolo di spazi per il tempo libero nelle diverse accezioni, confermando il ruolo del parco fluviale dell’Arno . Le utoe 8, 9 e 10 sono interessate dalle trasformazioni più consistenti che modificheranno la zona ovest della città. In particolare si rileva la trasformazione di zone ex produttive dismesse di consistenti dimensioni in ambiti urbani fra le quali le più importanti sono ex Manifattura Tabacchi ed ex Officine Grandi Riparazioni, nella utoe 8, la ex Gover nell’ utoe 9, e la trasformazione del Centro alimentare polivalente (Mercafir) e del Panificio Militare nell’utoe 10. Da sottolineare che l’utoe 9 e 10 sono anche interessate da interventi consistenti di nuova edificazione derivanti dal residuo del prg previgente e confermati nel piano strutturale. Mentre nell’utoe 8 e 9 viene confermata la prevalenza della residenza, l’utoe 10 è caratterizzata, proprio per la presenza della trasformazione del Centro alimentare polivalente da un mix funzionale tutto rivolto a destinazioni diverse dalla residenza con una quota consistente dedicata ad attività industriali e artigianali, che configureranno il nuovo centro dedicato al settore alimentare e dalla presenza consistente di attività commerciali in media struttura di vendita, correlate all’insediamento del nuovo stadio (oltre alla media struttura di vendita prevista nell’ex Panificio militare). Si evidenzia che per dare risposta alla domanda di turismo open air è stata prevista un’ulteriore area per campeggio ad ovest della città in località Mantignano nell’utoe 8. Le utoe 2 e 11 sono interessate da un minor numero di trasformazioni che riguardano sempre insediamenti produttivi dismessi all’interno del tessuto urbanizzato. L’intervento più consistente e delicato riguarda l’area ex Cerdec, stabilimento dismesso ormai da tempo posto fra le Ville medicee ed il borgo storico di Castello nell’utoe 11. Gli altri interventi di più limitate dimensioni si convertono per la maggior parte in insediamenti a destinazione residenziale. Le utoe 1, 4 e 5, che interessano il territorio collinare posto a nord e a sud del comune, compreso l’abitato fra Porta Romana e il Galluzzo, sono accomunate dalla presenza di interventi di mutamento di destinazione d’uso di complessi edilizi anche di valore storico-architettonico, in origine servizi pubblici o privati (caserme, attrezzature socio-sanitarie, scuole e convitti) per la maggior parte dismessi o sottoutilizzati. Il regolamento urbanistico prevede per questo tipo di trasformazioni il prevalente insediamento di residenza. Elenco delle utoe (unità territoriali organiche elementari) , utoe 01 - zona collinare a nord della città , utoe 02 - cure / faentina /campo di marte / coverciano , utoe 03 - madonnone / rovezzano / gavinana / varlungo / viale europa , utoe 04 - zona collinare sud , utoe 05 - via senese / due strade / galluzzo , utoe 06 - via baccio da montelupo / soffiano , utoe 07 - mantignano ugnano , utoe 08 - isolotto / argingrosso / cascine / s.Iacopino / puccini , utoe 09 - via pistoiese / via pratese , utoe 10 - novoli / firenze nova / via mariti / viale corsica , utoe 11 - statuto / dalmazia / careggi / sodo / castello , utoe 12 - centro storico e fascia ottocentesca.  
   
   
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI IMPUGNA ALLA CORTE COSTITUZIONALE IL PIANO CASA DEL VENETO. ZANONI: “PROPRIO L’8 GENNAIO AVEVO CHIESTO AL GOVERNO DI IMPUGNARE IL PIANO CASA"  
 
Bruxelles, 29 gennaio 2014 - Il Governo italiano decide di impugnare il Piano Casa alla Corte Costituzionale. Zanoni: “Non posso che esprimere la mia soddisfazione per il risultato ottenuto e continuerò ad essere a fianco dei Sindaci e delle amministrazioni comunali esautorate delle proprie competenze di pianificazione urbanistica da parte di una Giunta e di un Consiglio Regionale che ormai hanno perso ogni contatto con il territorio, le amministrazioni comunali e tutti i cittadini del Veneto. Zaia e compagni prendano atto della loro incapacità e si dimettano tutti.” Il Governo italiano nel corso del Consiglio dei Ministri di venerdì 24 gennaio 2014, ha deciso di impugnare alla Corte costituzionale ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione Italiana il cosiddetto “Piano Casa” approvato dal Consiglio Regionale del Veneto con la legge regionale 29 novembre 2013, n. 32. La motivazione riguarda la lesione delle competenze statali in materia di ambiente e urbanistica e lo svuotamento delle competenze comunali in materia urbanistica. L’eurodeputato Pd Andrea Zanoni, membro della Commissione Envi Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha così commentato la notizia: “Proprio lo scorso 8 gennaio avevo preso carta e penna mandando una formale richiesta al Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Graziano Delrio e a Saverio Lo Russo, Coordinatore dell’Ufficio per l’esame di legittimità della legislazione regionale e il contenzioso costituzionale, affinché il Governo impugnasse il Piano casa ter adottato dal Consiglio Regionale del Veneto. Non posso che esprimere la mia soddisfazione per il risultato ottenuto e continuerò ad essere a fianco dei Sindaci e delle amministrazioni comunali esautorate delle proprie competenze di pianificazione urbanistica da parte di una Giunta e di un Consiglio Regionale che ormai hanno perso ogni contatto con il territorio, le amministrazioni comunali e tutti i cittadini del Veneto. Zaia e compagni prendano atto della loro incapacità e si dimettano tutti.”  
   
   
MILANO:“NUOVA SOLUZIONE A TUTELA DI TUTTI, AL VIA FASE DI DIALOGO PER DEFINIRE RIFORMA NECESSARIA SARANNO SALVAGUARDATE LE COMPETENZE DEI LAVORATORI  
 
Milano, 29 gennaio 2014 – “Da oggi, e per i prossimi due mesi, lavoreremo ad una nuova soluzione per migliorare la gestione delle case popolari di Milano. Un progetto che deve ancora essere definito ma che si pone un obiettivo importante, condiviso da Comune e Regione: tutelare le famiglie che abitano negli alloggi popolari e migliorare la vivibilità dei quartieri attraverso interventi efficaci e necessari per il patrimonio. Una riforma necessaria e urgente che intende anche salvaguardare e valorizzare le professionalità e le competenze dei lavoratori di Aler. Per questo, partirà al più presto una fase di dialogo in cui intendiamo coinvolgere le parti sociali interessate”. Lo ha dichiarato ieri l’assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli a seguito dell’incontro che si è svolto questa mattina a Palazzo Marino sul tema della gestione delle case popolari.  
   
   
LAVORI PUBBLICI: SEMINARI SU "COSTRUIRE AI TEMPI DEL PATTO DI STABILITÀ"  
 
Udine, 29 gennaio 2014 - "Costruire al tempo del patto di stabilità" è il tema di un ciclo di cinque seminari di lavoro su metodi e strategie operative per accelerare la realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche in Friuli Venezia Giulia. Organizzati dalla Direzione centrale Infrastrutture, Mobilità, Pianificazione Territoriale, Lavori Pubblici, Università assieme alle associazioni del Friuli Venezia Giulia di Anci, Ance, alle Federazioni degli Ingegneri e degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori e a Confartigianato di Udine, i seminari prenderanno avvio giovedì 30 gennaio nell´auditorium della Regione di via Sabbadini 31 a Udine, dalle ore 9.00 alle 13.00. Al primo incontro, che sarà coordinato da Mario Pezzetta, presidente dell´Anci Fvg, sono state registrate già oltre 350 adesioni. Vi parteciperanno Paolo Viola, che parlerà del "Sistema di finanziamento dei lavori pubblici nella logica del bilancio regionale, dell´armonizzazione dei bilanci e del patto di stabilità"; Salvatore Campo ("Il patto di stabilità per gli Enti locali nel 2014"); Primo Perosa ("Caso pratico: un´esperienza di monitoraggio e previsione dei flussi di pagamento del sistema di realizzazione delle opere pubbliche); Magda Uliana ("Lavori pubblici e modalità di scelta del contraente: la procedura"). "Vogliamo avviare un dialogo tra l´amministrazione regionale e il sistema degli enti locali che è stato lasciato troppo spesso solo nell´applicare regole complesse", spiega l´assessore alle Infrastrutture ed Edilizia, Mariagrazia Santoro. "Il patto di stabilità influenza con i suoi vincoli l´azione degli enti, limitando la loro operatività, al contempo la pronta realizzazione di opere pubbliche è un´esigenza improcrastinabile per il comparto edile del nostro territorio", aggiunge Santoro, che concluderà la sessione di lavoro del seminario. Destinatari del primo incontro, a cui seguiranno altri quattro appuntamenti il 13 e 27 febbraio e il 13 e 27 marzo 2014, sono le stazioni appaltanti della regione, ovvero tutti coloro che a vario titolo intervengono alla realizzazione dell´opera pubblica: ragionerie, responsabili tecnici, in particolare i Rup, dipendenti, liberi professionisti, progettisti e direttori lavori. La partecipazione consentirà il conseguimento dei crediti formativi sia per gli ordini e collegi, sia per il personale regionale e degli enti locali. Maggiori informazioni sul sito della regione www.Regione.fvg.it    
   
   
CASA LIGURIA: PIENA FIDUCIA NEI VERTICI FILSE. OBIETTIVO È LA VENDITA  
 
Genova, 29 gennaio 2014 - “Capisco che Matteo Rosso abbia nostalgia di Casa Liguria, progetto naufragato a seguito della grande crisi economica e per la mancata collaborazione dei partner pubblici e privati della Regione che dovevano animarlo, ma ribadisco che l’attuale affitto degli uffici della nuova sede della Regione risulta di tre volte più basso di prima”. Risponde così l’assessore al bilancio della Regione Lioguria, Pippo Rossetti al consigliere regionale Matteo Rosso in merito alla mancata vendita di Casa Liguria a Bruxelles. “Come ho già spiegato – spiega Rossetti - l’immobile non è della Regione Liguria, ma di proprietà Filse. Per questo edificio la Regione pagava a Filse un affitto tre volte più alto di quanto paga ora per gli uffici della nuova sede. Pertanto abbandonare l’edificio ha consentito a Filse di provare a venderlo, cercando di realizzare quanto speso ai tempi da Biasotti, malgrado le svalutazioni immobiliari che coinvolgono anche Bruxelles”. L’assessore al bilancio rinnova la sua “piena fiducia nei vertici Filse che sapranno finalizzare al meglio quel bene, tenendo conto che l’obiettivo è la vendita, visto che Filse è una finanziaria e non un fondo immobiliare”.  
   
   
ALER, NUOVA SOCIETÀ PER LA GESTIONE DEGLI ALLOGGI DI MILANO  
 
Milano, 29 gennaio 2014 - Dare vita a una nuova società costituita da Regione Lombardia e Comune di Milano per la gestione dei 28.000 alloggi del Comune e dei 40.000 di Aler sul territorio del capoluogo e un investimento straordinario per la manutenzione ordinaria degli alloggi. Questo l´esito del vertice, tenutosi a Palazzo Marino, fra il presidente della Regione Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e al quale hanno partecipato anche l´assessore alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità della Regione Lombardia Paola Bulbarelli e gli assessori comunali Ada Maria De Cesaris (vice sindaco, Urbanistica, Edilizia Privata, Agricoltura) e Daniela Benelli (Area Metropolitana, Casa e Demanio). Comune e Regione si sono dati due mesi per studiare come realizzare il progetto. Innovazione Importante - "L´idea di creare una nuova società che gestista congiuntamente il patrimonio di edilizia pubblica di Aler e Comune di Milano - ha commentato il governatore - mi sembra una soluzione molto ragionevole, innovativa, tesa ad affrontare e risolvere meglio i problemi. Milano - ha osservato - ha una specificità rispetto al resto della Lombardia e persino rispetto al resto della sua provincia. Per questo motivo, nella nostra legge di riforma dell´Aler, abbiamo previsto due strutture diverse per la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. E anche grazie a questa scelta, possiamo lavorare nella prospettiva della nuova società". Piano Straordinario Su Manutenzioni E Morosita´ - Il governatore ha inoltre annunciato che "chiederemo al nuovo presidente e al nuovo direttore generale Aler, che sarà nominato entro pochi giorni, un piano straordinario sulla manutenzione e sulla riduzione della morosità. Entro un paio di settimane al massimo, vogliamo sapere quali sono le azioni che intendono prendere e poi le valuteremo congiuntamente con il sindaco, nell´intento di fornire un servizio migliore ai cittadini". In questo passaggio, non si prevedono aumenti dei canoni. "E´ sicuramente più facile che un affitto eccessivo porti alla morosità rispetto ad uno più adeguato", ha osservato Maroni, ribadendo che "al presidente di Aler, chiederemo di fare una valutazione complessiva in base alla situazione economica attuale, non a quella di sei o sette anni fa. L´obiettivo, ovviamente, è quello di ridurre, e magari azzerare, la morosità". Discontinuita´ Con Il Passato - Soddisfatto il sindaco di Milano. "Non voglio entrare nel merito delle responsabilità del passato, tanto più che è stata decisa una commissione d´inchiesta da parte della Regione", ha detto Pisapia, sottolineando di "voler guardare avanti. Sia io che il presidente Maroni, abbiamo sempre detto di volere discontinuità. Oggi inizia questo cambiamento di rotta, con la massima attenzione nei confronti di chi abita nelle case popolari". Parole confermate da Maroni: "Se ci sono state delle responsabilità nelle gestioni passate - ha detto - verranno accertate da chi è deputato a farlo. Noi guardiamo al futuro, siamo interessati a migliorare il sistema di governo di Aler, riducendo il debito e facendo in modo che sia più efficiente per chi abita negli alloggi pubblici". Nessun Contrasto Comune-regione - Sul tema Aler il presidente Maroni ha specificato che non "non c´è alcun contrasto con il sindaco". Analisi sottoscritta dal primo cittadino meneghino: "Se qualcuno vuole farci litigare su temi istituzionali che riguardano tutti i cittadini, si sbaglia. Pur con le differenza politiche che abbiamo, ci sono questioni sulle quali vogliamo trovare la soluzione migliore nell´interesse della comunità lombarda e di quella della città di Milano. Mi riferisco - ha specificato - a Expo, Aler e anche al trasporto pubblico locale".  
   
   
ELECTROLUX, DOMANI ALLE 15 IL TAVOLO AL MISE LO PRESIEDERA’ ZANONATO, PRESENTE LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO  
 
Roma, 29 gennaio 2014- Il Tavolo Electrolux è stato convocato per oggi alle ore 15 presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Lo presiederà il Ministro Flavio Zanonato, sarà presente anche la Presidenza del Consiglio. Alla riunione prenderanno parte l’Ad di Electrolux Italia e responsabile di tutti i siti europei della multinazionale Ernesto Ferrario, i Presidenti delle quattro Regioni interessate al futuro degli stabilimenti italiani del Gruppo svedese (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna) e le organizzazioni sindacali.  
   
   
ELECTROLUX: FVG, DALL´AZIENDA "UN RITORNO AL PASSATO"  
 
Trieste, 29 gennaio 2014 - "Un intervento del Governo nazionale sulla situazione Electrolux non è più rinviabile: un intervento necessario ed urgentissimo, così come appare ormai improcrastinabile lo sviluppo e l´analisi, seppur in grandissimo ritardo, di una ´qualche idea´ di politica industriale. A fronte di una strisciante deindustrializzazione che tocca il Friuli Venezia Giulia e l´intero Paese, il Governo deve poi chiarire che determinate condotte aziendali non possono venire accettate con acquiescente passività". "La riduzione del costo del lavoro su base oraria e variabile da stabilimento a stabilimento - sottolinea l´assessore al Lavoro del Friuli Venezia Giulia Loredana Panariti -, il blocco degli scatti di anzianità e del pagamento dei festivi, il taglio secco del premio di produzione e l´applicazione della riduzione dell´orario a 6 ore giornaliere sono le condizioni oggi poste dalla Electrolux": un´"innovazione", dichiara l´assessore, che si basa sul ritorno al passato, che offende la comunità locale e il tessuto sociale che ospita l´attività industriale. "Un ritorno al passato" che peraltro pare non risolutivo per tutti gli impianti e che mantiene drammaticamente in bilico le sorti dello stabilimento di Porcia. Ai lavoratori di quello stabilimento, viene richiesto un ulteriore sacrificio economico senza avere alcuna certezza sulla salvaguardia del posto di lavoro: "circostanza, questa, che rende irricevibile fin dalla premessa quanto comunicato dall´azienda", conferma Panariti. La Regione Friuli Venezia Giulia ha avanzato il proprio piano "Rilancimpresa" per soccorrere il settore industriale, a partire dal "bianco" che certamente soffre gli effetti della recessione europea da una parte e la comparsa di agguerriti produttori internazionali dall´altra, ricorda sempre l´assessore. "A fronte di questa piattaforma di proposte, a fronte di un impegno della Regione per decine di milioni di euro, da Electrolux ci si attendeva una ben diversa interlocuzione". "Va detto, poi, apertamente, che i lavoratori del Friuli Venezia Giulia devono avere garanzia di parità di attenzione da parte delle istituzioni nazionali, perché ove ciò non fosse si darebbe implicitamente il consenso ad un gioco al massacro di divisioni territoriali (che il Pordenonese sta già dolorosamente sperimentando nella vertenza Ideal Standard) assolutamente incompatibile con una seria politica industriale nazionale", conclude l´assessore Panariti.  
   
   
ELECTROLUX, MARONI: BENE LA CONVOCAZIONE DEL TAVOLO  
 
 Milano, 29 gennaio 2014 - "Sono contento di apprendere che il ministro Zanonato si sia deciso a convocare un tavolo per la questione Electrolux, tavolo che chiedevamo da quattro mesi. Mi spiace però che non potrò essere presente, visto che sarò a Bruxelles, insieme al presidente del Consiglio Enrico Letta, per presentare ufficialmente Expo 2015 al Parlamento Europeo e alla Commissione Europea". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, commentando la notizia della convocazione domani alle 15 a Roma del tavolo per Electrolux. "Capisco l´urgenza di convocare un tavolo dopo quattro mesi - ha aggiunto Maroni - ma almeno il ministro Zanonato avrebbe potuto informarsi prima di diramare la convocazione e avrebbe così scoperto che alle 15 di domani sarò a Bruxelles insieme a Enrico Letta per un appuntamento pubblico importante e programmato da mesi, quale la presentazione di Expo 2015 alle massime istituzioni europee. In ogni caso la Regione Lombardia sarà adeguatamente rappresentata al tavolo".  
   
   
LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE E TUTELA DELLA SICUREZZA DEI MERCATI: I DATI DEL 2013 RITIRATI 130 MILIONI DI PRODOTTI CONTRAFFATTI O PERICOLOSI DENUNCIATI ALL´AUTORITÀ GIUDIZIARIA 9.445 RESPONSABILI TRA CUI 252 ESPONENTI DI ASSOCIAZIONI A DELINQUERE  
 
 Roma, 29 gennaio 2014 - Tutelare i mercati dall’invasione di prodotti falsi, di provenienza incerta o non sicuri per i consumatori è necessario non solo per assicurare l’incolumità dei cittadini, ma anche per far crescere l’economia sana del Paese e proteggere lo spirito d’iniziativa e l’inventiva delle imprese italiane: in questa cornice si colloca l’attività svolta nel 2013 dalla Guardia di Finanza nel contrasto alla contraffazione ed a tutela dei mercati di beni e servizi. Sono oltre 130 milioni i prodotti contraffatti sequestrati recanti falsa indicazione d’origine o pericolosi per la salute con una crescita superiore al 25% rispetto al 2012. 9.445 sono i responsabili denunciati all’Autorità Giudiziaria in 11.409 interventi, una media di 30 al giorno; tra i denunciati alla magistratura anche 252 affiliati ad organizzazioni criminali dedite alla produzione e rivendita di prodotti contraffatti. I sequestri hanno riguardato tutte le tipologie di prodotti: dall’abbigliamento (quasi 22 milioni di pezzi), ai giocattoli (quasi 13 milioni), dall’elettronica (quasi 42 milioni) ai beni di consumo (53 milioni di pezzi) tra cui cosmetici, pezzi di ricambio per auto e prodotti per l’igiene. Le aree preferite dalle imprese del falso per assemblare merci di scarsa qualità, importate senza brand per eludere i controlli doganali e poi confezionarle con i marchi contraffatti, sono risultate la Toscana, il Veneto, la Campania, le Marche, la Lombardia e il Lazio. L’azione di contrasto ha interessato anche gli acquisti on-line, dove i traffici di merce contraffatta trovano sempre maggiore diffusione. Nel 2013, la Guardia di Finanza ha sequestrato e bloccato l’accesso a 84 piattaforme web illecite, utilizzate per il commercio di prodotti falsi o per consentire agli utenti il download illegale di software, giochi e prodotti multimediali, con una crescita del 60% rispetto all’anno precedente. La strategia operativa delle fiamme gialle, consolidata nel tempo, agisce su piani distinti, ma convergenti: - controllo economico del territorio e delle frontiere, per intercettare i flussi di merce illecita movimentata su strada e distribuita tramite i canali di vendita abusiva; - indagini di polizia giudiziaria ad ampio raggio, per ricostruire tutti i passaggi delle filiere illecite, dalla produzione alla commercializzazione e per smantellare i gruppi criminali che operano nello specifico settore sempre in cerca di profitti da riciclare nell’economia legale o per finanziare altre attività delinquenziali,  
   
   
FEDERLAZIO: INDAGINE CONGIUNTURALE PMI LAZIO (II SEMESTRE 2013)  
 
Roma, 29 gennaio 2014 - La Federlazio ha realizzato la consueta indagine congiunturale sullo stato di salute delle piccole e medie imprese del Lazio, effettuata su un campione di 350 imprese associate, sia manifatturiere che dei servizi. Lo studio ha riguardato il semestre luglio-dicembre 2013. L´indagine è stata presentata presso la sede dell´Associazione dal Presidente della Federlazio Maurizio Flammini. All´incontro sono intervenuti, tra gli altri, l´Assessore regionale allo Sviluppo Economico e Attività Produttive Guido Fabiani e l´Assessore regionale al Lavoro Lucia Valente. Nel corso del secondo semestre 2013 il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi resta negativo ma con una lieve attenuazione rispetto alla prima parte del 2013 (da -29,2 a -27,5 punti), grazie soprattutto al recupero degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale che migliorano di oltre 12 punti (da –47,2 a –34,9). In decelerazione, invece, gli ordini ricevuti dal mercato Ue (da +20,0 a +3,7 punti) e da quello Extra Ue (da +32 a +15,4). Il saldo di opinioni sull’andamento del fatturato, pur restando negativo, si attenua recuperando oltre 17 punti: da -42,9 passa a -25,4 punti. Anche in questo caso, l’attenuazione del saldo totale è imputabile al relativo miglioramento rilevato per il fatturato realizzato sul mercato domestico (da -44,7 a -32,5 punti). Come per gli ordinativi, anche il dato del fatturato è in calo per quanto concerne il mercato estero, sia Ue (da +12,9 a –5,9) che Extra Ue (da +23,3 a 0). Il 24,8% delle imprese ha dichiarato di aver effettuato investimenti nel secondo semestre 2013 (era il 25,2% nel semestre scorso), mentre si è ridotta le percentuale di imprese che ha aumentato l’occupazione (da dall’8,6% al 4,3%) ma anche quella delle imprese che l’hanno ridotta (da 25,8% a 23,5%). Il saldo di opinioni sull’occupazione, comunque, resta negativo e anzi peggiora di quasi 2 punti, passando da -17,2 a -19,1 punti. Previsioni sui prossimi sei mesi. Riguardo gli ordinativi il saldo di opinione migliora di oltre 23 punti (da –8,3 a +15). Le previsioni sul mercato interno passano da –19,1 a –9,6, quelle sul mercato Ue da +30,8 a +46,4 e quelle sul mercato Extra Ue da –3,7 a +14,3, guadagnando ben 18 punti. In sintesi, le imprese si attendono una certa ripresa negli ordini dai mercati esteri, ed una attenuazione della situazione di crisi per quel che riguarda il mercato domestico. Riguardo le previsioni sull’occupazione per il semestre 2014, il saldo atteso migliora passando da –20,6 a –13,7 punti. La percentuale di imprese che ha manifestato l’intenzione di fare investimenti passa dal precedente 26,2% al 28,2%. Tra le principali problematiche segnalate dagli imprenditori al primo posto rimane il “ritardo dei pagamenti da parte dei clienti privati” (segnalato dal 32,2% degli intervistati). Riguardo invece un giudizio su come si stia evolvendo la crisi, dalle risposte continua a prevalere il pessimismo delle imprese ma con una lieve attenuazione rispetto al primo semestre. Il 61,5% ha dichiarato che “al momento non si intravede alcuna via di uscita” (era il 64,8%), l’11,1% che “il peggio deve ancora venire” (era il13,6%) e il 27,4 che “il peggio è ormai alle nostre spalle” (era il 21,6%). Le imprese che ritengono di correre seri rischi di chiusura entro i prossimi sei mesi diminuiscono leggermente rispetto al semestre scorso (18,8% contro 20%), a fronte dell’81,2% che non vede questo rischio (era l’80%). La principale azione per contrastare la crisi secondo le imprese rimane quella di ricorrere al “taglio dei costi di gestione”, indicata dal 25% delle imprese (era il 29,3% sei mesi fa). La “pressione fiscale” rimane al primo posto nella lista dei “vincoli” alla competitività con il 31,2% (era il 33,4% sei mesi fa). Infine, alle imprese del campione è stato chiesto esplicitamente di indicare quale azione il Governo regionale dovrebbe mettere al primo posto per uscire dalla crisi. Anche per questo semestre al primo posto assoluto viene indicata la “riduzione delle tasse su impresa e lavoro” con il 70,9% (era 67,2% sei mesi fa). Quindi, di fronte alla urgenza di ridurre le tasse su impresa e lavoro, le altre azioni (eliminare sprechi Pa: 6,8%; agevolare credito: 6,8%; incentivare nuove assunzioni: 4,3%; ecc.) sembrano quasi irrilevanti. In conclusione, se guardiamo ad alcuni dei principali indicatori congiunturali raccolti con la nostra indagine sulle imprese, dobbiamo constatare che la situazione del sistema produttivo non pare essersi granché modificata dal semestre scorso. I saldi di opinione espressi dagli imprenditori intervistati sull’andamento degli ordinativi, per fare un solo esempio, lo stanno a testimoniare. Tuttavia, se analizziamo il dato aggregato e ne esaminiamo le diverse componenti, osserviamo che la dinamica del mercato interno permane sì negativa, ma un pò meno del semestre scorso, e quella del mercato estero resta sì positiva, ma un pò meno rispetto all’analogo periodo. Ciò lascerebbe supporre che il mercato domestico – che è stato in questi ultimi anni il vero elemento critico per le imprese – cominci a segnalare qualche lieve movimento. Se poi leggiamo questo dato contestualmente a quello sulle intenzioni di investimento nei prossimi mesi da parte delle stesse imprese e alle risposte alla domanda sulla percezione della crisi, ci accorgiamo che la coltre di nubi, che continua tuttora a ricoprire il cielo sopra le Pmi, sembra qua è la assottigliarsi per lasciare spazio a qualche timido accenno di spiraglio. E’ chiaro che, davanti a segnali ancora così incerti e che necessitano di ulteriori conferme, sarà decisivo il ruolo dei soggetti politico-istituzionali, i quali occorrerà che muovano immediatamente da un’agenda di impegni stringenti, che convergano verso quello che per noi resta l’obiettivo strategico: la creazione di un habitat più favorevole allo sviluppo dell’impresa e dell’attività produttiva.  
   
   
UE: CONTRABBANDO DI SIGARETTE: BISOGNA CONFRONTARSI CON L´INDUSTRIA DEL TABACCO  
 
Strasburgo, 29 gennaio 2014 - Secondo le stime della Commissione il commercio illecito di prodotti del tabacco costa ai paesi dell´Ue circa 10 miliardi di euro all´anno in entrate fiscali perdute. Vari esperti ed eurodeputati si sono riuniti il 22 gennaio per discutere del ruolo svolto dai grandi produttori di tabacco. "L´idea che stiamo vincendo la battaglia contro il contrabbando non è forse del tutto vera", ha detto l´eurodeputato belga dei Verdi, Bart Staes. Coinvolgere i produttori del tabacco? Nel 2000, la Commissione europea ha messo in atto varie azioni legali contro Philip Morris International (Pmi) e altre società produttrici del tabacco, accusandole di contrabbando di sigarette. Il caso contro Phillip Morris è stata abbandonato nel 2004, dopo che la società ha accettato di pagare all´Ue e agli Stati membri 1 miliardo di euro in 12 anni e di effettuare pagamenti supplementari in caso di futuri sequestri di prodotti non-contraffatti. Accordi analoghi sono stati conclusi con Japan Tobacco International nel 2007, con British American Tobacco e Imperial Tobacco nel 2010. "Questi accordi non hanno portato maggiore trasparenza. Abbiamo bisogno di guardare più da vicino ciò che sta succedendo con i soldi pagati dall´industria. Abbiamo bisogno di una strategia coerente per fronteggiare il contrabbando", ha detto l´europarlamentare tedesca del centro-destra, Ingeborg Grässle. "Ci sono prove che le quattro principali aziende produttrici di tabacco potrebbero ancora essere coinvolte in attività di contrabbando", ha aggiunto Anna Gilmore, professoressa di salute pubblica all´Università di Bath. "Una parte importante del commercio illegale in Europa sembra essere legato ai grandi produttori di tabacco. Sembra che gli accordi conclusi non abbiano scoraggiato l´industria del tabacco". L´assenza di dati affidabili - È difficile valutare la dimensione del commercio illegale del tabacco nell´Ue. Mancano dei dati affidabili. La fonte principale per le statistiche sono i sequestri di pacchetti contrabbandati e i pacchetti di sigarette vuoti raccolti in tutta l´Ue. Entrambi ci permettono di avere solo delle stime imprecise e mostrano dei risultati contraddittori sul volume del traffico illecito, ha spiegato l´esperto belga Luk Joossens. Un Protocollo per eliminare il commercio illecito in tutto il mondo - L´esperto polacco, Leszek Bartłomiejczyk, ha sostenuto la necessità di un sistema "track-and-trace" a livello mondiale che permetterebbe di mettere la produzione e la distribuzione dei prodotti del tabacco sotto controllo. Ha inoltre esortato l´Ue a ratificare il protocollo dell´Oms 2012 per eliminare il commercio illecito di prodotti del tabacco. Esso prevede un sistema globale di raccolta e di condivisione delle informazioni. Per il momento il protocollo è stato firmato dall´Unione europea e da altri 53 paesi.  
   
   
PIANO STRAORDINARIO PER PRATO, ROSSI: "LAVORARE E DORMIRE IN SICUREZZA"  
 
 Firenze, 29 gennaio 2014 - "Lavorare e dormire in sicurezza": è questo l´obiettivo che il presidente Enrico Rossi ha indicato presentando alla giunta regionale (che l´ha approvato) il piano straordinario di intervento nel territorio di Prato e dell´Area vasta Centro, a cui si è lavorato dopo la tragedia che è costata la vita a sette lavoratori cinesi morti nell´incendio di un capannone con annesso dormitorio. "Dobbiamo levare di torno i dormitori abusivi – ha detto Rossi - e costruire dormitori sicuri e igienici, dove si rispettino le norme senza mettere a rischio la vita dei lavoratori. Questo è un problema di vita e di tutela dei diritti elementari delle persone. Rigireremo come un calzino i capannoni sotto il profilo della sicurezza". Per farlo il piano prevede l´assunzione con un contratto a termine per tre anni di 50 unità di personale destinato alla vigilanza con la qualifica di ´tecnico della prevenzione´. Questi cinquanta tecnici prenderanno in carico la zona pratese, mentre altri cinquanta verranno impegnati nelle altre zone dell´area vasta centro in cui esiste il fenomeno dei capannoni-domitorio. Il piano prevede modalità di lavoro semplificate e più rapide di quelle consuete e il ricorso a mediatori culturali bilingue, per agevolare l´accesso alle aziende da parte degli addetti ai controlli e consentire una adeguata relazione con gli imprenditori ed i lavoratori. "I proprietari dei capannoni e gli imprenditori cinesi – ha proseguito il presidente – si frughino in tasca. Da parte nostra cercheremo di supportare le Procure per il lavoro amministrativo che deriverà dalle denunce delle irregolarità che verranno messe in luce da questa attività".  
   
   
MILANO - IMPRESE “GREEN” IN LOMBARDIA, +6% IN UN ANNO  
 
 Milano, 29 gennaio 2014 - La crisi non sembra fermare la voglia di “green” di Milano e della Lombardia. In un anno le imprese milanesi del settore sono cresciute del +8,1%, per un totale di oltre 3 mila imprese coinvolte. In Lombardia la crescita è stata del 6,3% in un anno. In linea rispetto al quadro italiano, che ha registrato un aumento della presenza di imprese “green” (+7,7% in un anno). Tra le province lombarde quella dove il settore “green” cresce maggiormente è Sondrio (+15,6%) seguita da Como (7,8%) assieme a Bergamo (+7,7%) e Brescia (+7,5%). Ed il settore “green” produce occupazione: sono oltre 32 mila gli addetti a Milano, il 41% della Lombardia con un totale di 79.160 addetti. Emerge da un’elaborazione del Servizio Studi della Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere in occasione, oggi, della cerimonia di premiazione del “Premio Innovazione Amica dell’ambiente”. “E’ strategico puntare su ricerca e innovazione come leve per uscire dalla crisi – ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Innovhub Stazioni Sperimentali per l’industria, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano – e creare nuovo sviluppo recuperando anche il ritardo accumulato in questi anni, anche in vista di Expo 2015 dove Milano e la Lombardia saranno un vero laboratorio sui temi della sostenibilità ambientale. La Camera di commercio è impegnata per promuovere l’innovazione delle imprese che abbiano impatto positivo sull’ambiente attraverso l’azienda speciale Innovhub-ssi. Grazie alle Stazioni Sperimentali per l’Industria raccogliamo le sperimentazioni più avanzate nei diversi settori dell’economia in rapido cambiamento”.  
   
   
TOSCANA: AGEVOLAZIONI: BANDI PIÙ FACILI DA LEGGERE, PROCEDURE PIÙ RAPIDE PER LE IMPRESE  
 
 Firenze, 29 gennaio 2014 - Un ulteriore passo avanti verso una semplificazione delle procedure per l´accesso delle imprese alle agevolazioni è stato fatto con l´adozione, su proposta dell´assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini, di un bando standard, che costituirà da ora in poi un modello sul quale si uniformeranno tutti gli avvisi regionali . Il bando prevede una modulistica sempre uguale, standard, appunto, con l´obiettivo di eliminare obblighi e incombenze burocratiche che determinano un incremento dei costi o un allungamento dei tempi. "Ci stiamo sforzando di introdurre in tutta la normativa regionale a favore del sistema produttivo – spiega l´assessore Simoncini – una generale semplificazione, per rendere più facile la vita delle imprese, facilitandone, in particolare, l´accesso alle agevolazioni attraverso le quali possono essere favoriti gli investimenti e le scelte innovative. A tutto vantaggio dello sviluppo dell´economia regionale". A questo criterio si ispira anche il bando standard, che si pone l´obiettivo di razionalizzare e uniformare i requisiti contenuti nei diversi bandi emanati dalla Regione. Uniforma sia i criteri che le modalità di accesso e le varie fasi del procedimento amministrativo di concessione dei contributi. Il testo è stato inoltre redatto nell´ottica di una maggiore leggibilità: meno burocratichese e più trasparenza, una scrittura e termini più facili da capire e meno oneri per chi presenta le domande. Innovazioni di particolare rilevanza sono relative a: contrattualizzazione del rapporto con i beneficiari, con cui, in linea con gli orientamenti della giurisprudenza, si chiarisce la natura civilistica del rapporto tra Regione ed imprese beneficiarie del contributo; possibilità di ricorrere a servizi di attestazione da parte di revisori contabili per quanto riguarda i requisiti (nella fase di richiesta di ammissione) e la conformità delle spese effettuate (nella fase di richiesta di erogazione). Le semplificazioni, in particolare, riguardano: i requisiti di accesso, le modifiche ai progetti approvati; le modifiche ai partenariati in caso di aggregazioni di imprese; l´applicazione di penalità in caso di rinuncia o revoca o in caso di condanna per lavoro sommerso; uniformità dei criteri di premialità in tema di lavoro e sostenibilità. "Questo strumento si inserisce in un contesto più ampio – spiega ancora Simoncini – che ci vede impegnati nel mettere a punto politiche sempre più efficaci, snelle e mirate per contrastare la lunga e pesante crisi che tuttora investe la nostra regione, mettendo in campo strumenti, interventi e risorsea sostegno dello sviluppo. Come quelli per favorire l´accesso al credito, le agevolazioni fiscali, i mini bond, o ancora come gli incentivi per l´internazonalizzazione o quelli per l´aggregazione d´impresa, che he vedono, in queste settimane, due bandi aperti per circa 7 milioni di euro complessivi. E voglio ricordare anche la nuova legge per la competitività delle imprese, che raccoglie le indicazioni dello "small business act"e la proposta cui stiamo lavorando di una legge quadro regionale sullo start-up d´impresa". La redazione finale del bando standard, ha coinvolto un gruppo di lavoro appartenente all´area di coordinamento "Industria, artigianato, innovazione tecnologica", a cui ha partecipato, inoltre, Sviluppo Toscana e ha visto la collaborazione del settore "Strumenti della valutazione, programmazione negoziata, controlli comunitari" che ha lavorato nell´ambito di uno specifico Pis (Piano integrato di sviluppo), secondo le più recenti raccomandazioni stilistiche per gli atti della pubblica amministrazione.  
   
   
SCOPERTO MAGAZZINO DI ABITI CONTRAFFATTI E USATI A PRATO E PISTOIA L´OPERAZIONE ERA PARTITA NEI MERCATI RIONALI DI MILANO. SEQUESTRATI 30MILA CAPI PER UN VALORE COMPLESSIVO DI CIRCA UN MILIONE DI EURO  
 
Milano, 29 gennaio 2014 – Parte dai controlli nei mercati rionali di Milano l’operazione della Polizia locale che ha portato al sequestro di circa 30.000 capi di abbigliamento a marchio contraffatto mescolati ad abiti usati in due enormi magazzini di Prato e Pistoia. Il peso della merce sequestrata si aggira intorno ai 10.000 chili per un valore stimato di 1 milione di euro. I titolari delle due ditte, italiani, sono stati denunciati all´autorità giudiziaria per commercio e produzione di merce contraffatta e per ricettazione. L´unità Antiabusivismo della Polizia Locale di Milano, coordinata dal comandante Tullio Mastrangelo, e in con la collaborazione con le Polizie Municipali di Montemurlo (Prato), Montale (Pistoia) e la stazione dei Carabinieri di Montale, ha concluso alcuni giorni fa una lunga indagine alla quale hanno lavorato in totale 25 agenti dei comandi delle Polizie di Milano e della Toscana e il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Montale (Pt). Dai mercati di Milano, dietro decreto della Procura della Repubblica, parte una perquisizione, gli agenti trovano alcune fatture emesse da due ditte specializzate nella vendita di abbigliamento usato "Viltex-eurofrip" di Montemurlo e "Emme in the World" di Montale. Dall’indagine, nome in codice “Cencio griffato" emerge che gli abiti contraffatti e confezionati nell’area di Prato vengono messi in capienti sacchi trasparenti insieme ad abbigliamento usato proveniente dalla Germania e raccolto per beneficienza, quindi disinfettato con un processo di sanificazione. I sacchi trasparenti a loro volta vengono in messi sacchi di juta bianchi che pesano fino a 400 chili e venduti direttamente agli ambulanti provenienti dal nord e centro Italia. Il valore di vendita dei sacchi era diversificato a seconda della qualità della merce contraffatta, andando da un minimo di 1/2 euro a un massimo di 6/7 euro al chilo. I capi di abbigliamento contraffatti riguardano le maggiori griffe come Louis Vuitton, Chanel, Lacoste, Ralph Lauren, Burberry, D&g, Armani, Prada, Woolrich, Moncler, Colmar. “Quella del contrasto alla vendita di merce contraffatta è una priorità della Polizia locale di Milano a tutela di chi compra e delle aziende produttrici. Questa indagine dimostra come le ramificazioni di questa filiera illegale siano estese e di quanto sia importante arrivare a colpire i responsabili e i magazzini di smistamento" dichiara Marco Granelli assessore alla Sicurezza e Coesione sociale del Comune di Milano.  
   
   
FIRENZE - ACCESSO AL CREDITO AGEVOLATO PER LE PMI FIORENTINE  
 
Firenze, 29 gennaio 2014 - La Camera di Commercio, per facilitare le imprese della provincia di Firenze che si trovano a fronteggiare un inasprimento nelle condizioni per l’accesso al credito, per il 2014 ha destinato un milione e 300mila euro a favore della convenzione attiva del 2009 con gli Istituti di credito, i Consorzi di garanzia fidi della provincia e Fidi Toscana spa. Le piccole e medie imprese, con sede operativa nella provincia di Firenze, hanno l’opportunità di accendere con gli istituti convenzionati, per qualsiasi iniziativa aziendale, a un finanziamento chirografario, di importo minimo pari a 20mila euro e una durata variabile da 36 a 84 mesi, eventualmente comprensiva di un periodo di preammortamento di 12 o 24 mesi. Sul finanziamento, assistito obbligatoriamente da garanzia sussidiaria o a prima richiesta rilasciata dai consorzi di garanzia fidi e intermediari finanziari convenzionati, le imprese beneficeranno di un contributo della Camera di Commercio pari al 6% del finanziamento concesso con un massimale di 10mila euro per impresa Le richieste di finanziamento possono essere presentate alle filiali degli istituti di credito convenzionati fino a esaurimento dei fondi stanziati dalla Camera di Commercio.  
   
   
CARRIER, MELAZZINI: IMPEGNO PER TUTELA OCCUPAZIONE  
 
 Milano, 29 gennaio 2014 - Regione Lombardia è pronta ad affiancare e sostenere ogni sforzo per il mantenimento dell´attività industriale e produttiva nel sito di Villasanta (Mb), che la Carrier ha annunciato di voler lasciare. L´obiettivo della Regione infatti "resta sempre quello di tutelare l´occupazione e favorire il rilancio delle attività produttive". E´ quanto ha detto l´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia Mario Melazzini, al termine dell´incontro che ha avuto a Palazzo Lombardia con l´amministratore delegato e il direttore delle risorse umane della Carrier. Responsabilità Sociale D´impresa - "Ho chiesto ai rappresentanti della Carrier - ha spiegato Melazzini - di modificare la decisione annunciata riguardo la chiusura dello stabilimento di Villasanta e di bloccare la procedura di mobilità per oltre 200 lavoratori. Mi è stata però comunicata l´impossibilità di tornare indietro dal percorso avviato. Ho fatto dunque appello con insistenza alla responsabilità sociale d´impresa, riscontrando una certa apertura di disponibilità che mi induce a sperare che si possa trovare una soluzione positiva". Possibile Attività Di Scuoting - "La Carrier - ha aggiunto l´assessore - sta valutando la possibilità di cercare un soggetto che svolga un´attività di scuoting per trovare un´impresa interessata ad acquistare il sito per impiantare un´attività produttiva. Mi è stato detto che sarà presa una decisione su questa ipotesi nelle prime settimane di febbraio". "Se dunque questa intenzione avrà un seguito positivo - ha affermato Melazzini - Regione Lombardia è pronta ad affiancare l´eventuale soggetto incaricato di svolgere questa attività di scuoting, supportando con gli strumenti già a disposizione o con quelli che saranno disponibili dopo l´approvazione della legge su ´libertà di impresa e competitività´ un percorso di reindustrializzazione dei sito di Villasanta". Vicini A Lavoratori - "Ai lavoratori della Carrier - ha concluso Melazzini - voglio esprimere la mia vicinanza e solidarietà, confermando che Regione Lombardia è al loro fianco e farà il possibile per rilanciare ogni forma di occupazione".  
   
   
PERUGIA - VIA AL PROGETTO "ECCELLENZE IN DIGITALE"  
 
Perugia, 29 gennaio 2014 - “L’essere presenti nel format lanciato da Google, rappresenta una straordinaria occasione per conoscere e diffondere la cultura della qualità e, al tempo stesso, contribuire a far sì che le Pmi siano in grado di cogliere i benefici economici che può garantire il web”. Questo il commento di Giorgio Mencaroni, presidente della Cdc di Perugia, nel presentare il progetto "Made in Italy: eccellenze in digitale". Pensato e realizzato da Google, in collaborazione con Unioncamere e la partecipazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, della Fondazione Symbola e dell’Università Cà Foscari, il progetto si propone di avvicinare le Pmi alla rete e al suo grande potenziale economico e di export, far conoscere le eccellenze del nostro Paese in tutto il mondo attraverso una piattaforma digitale realizzata dal Google Cultural Institute e valorizzare i giovani come promotori della transizione dell’economia italiana al digitale. La Cdc di Perugia, che aveva già aderito a “I Distretti sul Web”, altra iniziativa del colosso di Mountain View, partecipa ora, con il supporto del Centro Estero Umbro e dell’Azienda speciale Promocamera, a “Made in Italy: eccellenze in digitale”, progetto per la valorizzazione attraverso la rete delle produzioni di qualità del territorio. L’umbria sarà rappresentata dal Distretto del Cashmere, punto esemplare di equilibrio tra passato e futuro, sintesi di tradizione ed innovazione. Giorgio Mencaroni ha voluto sottolineare come l’essere presenti nel format lanciato da Google, rappresenti “una straordinaria occasione per conoscere, studiare e diffondere la cultura della qualità e, al tempo stesso, contribuire a far sì che le imprese, in particolare le piccole e medie, siano in grado di cogliere i benefici economici derivanti da internet. Il nostro Distretto del Cashmere è unico in Italia e in esso le Botteghe artigianali si intrecciano con le capacità imprenditoriali di grandi aziende, coniugando sapientemente la passione per il saper fare e l’amore per la qualità”. Per “Made in Italy: eccellenze in digitale”, Google Cultural Institute ha creato la piattaforma google.It/madeinitaly, ed è la prima volta che questo avviene. Attraverso un centinaio di mostre digitali, fatte di racconti, immagini, video e documenti storici, gli utenti di ogni parte del mondo potranno scoprire le eccellenze del sistema agroalimentare e dell’artigianato italiano, la loro storia e il loro legame con il territorio. L’iniziativa si propone anche di contribuire a far sì che le imprese, in particolare le piccole e medie, siano in grado di cogliere i benefici economici derivanti da internet.  
   
   
PIACENZA - REGISTRO IMPRESE: IL 2013 SI CHIUDE IN PERDITA  
 
Piacenza, 29 gennaio 2014 - E’ sceso sotto le 31mila unità il numero di imprese registrato in provincia di Piacenza. A fine 2012 le realtà iscritte alla camera di commercio risultavano 31.268, a fine 2013 sono diventate 30.758, 510 in meno (con una variazione percentuale dell’1,63%). Le imprese attive sono 27.666. I settori che hanno subito le contrazioni più numerose sono nell’ordine l’agricoltura (221 unità in meno) e le costruzioni (-175 soggetti). Un saldo negativo rilevante è anche quello a carico delle imprese manifatturiere, la cui consistenza è scesa di 84 unità. A dispetto di questi settori che calano, ve ne sono altri in crescita: il complesso delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione si è ampliato di 65 realtà e quello delle attività immobiliari di 31. Segni ancora negativi invece per commercio (-45 imprese) e trasporti (-36 imprese). Complessivamente nel corso dell’anno si sono avute 1.636 iscrizioni cui hanno fatto da contraltare 2.133 cessazioni (comprese 137 cessazioni d’ufficio) e 13 variazioni (anch’esse di segno negativo). Anche nelle province vicine il saldo di fine anno è negativo. Solo nel complesso Italia, se si escludono dal computo le cessazioni d’ufficio, la differenza dell’intero 2013 assume segno positivo. Delle 1.636 imprese che si sono iscritte nel 2013 a Piacenza, la netta maggioranza (1.089) è rappresentata da ditte individuali, al secondo posto le società di capitale (302) e quindi le società di persone (159). Sono state 86 le imprese che si sono iscritte con una forma giuridica diversa (consorzi, cooperative ecc.). Il saldo tra iscrizioni e cessazioni è stato in effetti positivo per società di capitale e altre forme giuridiche e negativo per società di persone e ditte individuali. Il tasso di crescita più elevato è ascrivibile alle altre forme giuridiche (+6,9%). Analoga movimentazione ha interessato la dinamica imprenditoriale nelle province vicine.  
   
   
CAMPOBASSO - TIMIDI SEGNALI DI RIPRESA DELL´ECONOMIA TERRITORIALE  
 

Campobasso, 29 gennaio 2014 - Anche per il quarto e ultimo trimestre del 2013 il sistema camerale rende disponibile la pubblicazione di un insieme organico di dati rilevanti, predisposti e commentati/approfonditi da Infocamere, per l´analisi e la valutazione dei trend economico-produttivi della Regione Molise di facile e di veloce consultazione: il Cruscotto di Indicatori Statistici con dettaglio regionale o provinciale con dati congiunturali aggiornati trimestralmente. “Uno strumento accessibile a tutti i cittadini – spiega il Presidente Vicario dell’Unioncamere Molise, Amodio de Angelis – il Cruscotto Indicatori Statistici è un insieme organico di dati rilevanti per l’analisi e la valutazione della struttura e dei trend economico-produttivi della regione/provincia capaci di dare non solo indicazioni sulla demografia delle imprese ma anche sui principali aggregati economici”. In sintesi i principali risultati per il quarto trimestre 2013. Lo stock di imprese Il numero complessivo delle imprese registrate nella regione Molise al 31/12/2013 è pari a 35.109 unità, in diminuzione dello 0,6% rispetto al 2012; le attive sono circa 31.300 è diminuiscono dell’1,2%. Le unità locali sono, invece, in crescita di quasi l’1%, arrivando a circa 6.300 unità è portando il numero totale delle strutture aziendali localizzate nella regione a quasi 41.300 unità in diminuzione dello 0,4% rispetto al 2012. Aumentano notevolmente le imprese in scioglimento e liquidazione (di oltre il 14% rispetto al 2012), mentre le procedure concorsuali aumentano del 3%. Le forme giuridiche Nel 2013, le società di capitali sono risultate il 16,4% del totale di quelle registrate, in aumento rispetto al passato: nel 2008 erano poco oltre il 12% mentre nel 2003 arrivavano al 9,2%. Nell’ultimo anno, le società di capitali hanno accelerato il loro tasso di crescita, segnando un +5,3%. Importante sottolineare che le società di persone e le imprese individuali hanno mostrato una contrazione della loro numerosità sia nel 2013 che nell’ultimo quinquennio. I comparti produttivi In termini di numerosità delle imprese “classificate”, il tessuto produttivo molisano risulta particolarmente concentrato in Agricoltura, considerato che tale comparto assorbe il 32% del totale. Notevole peso numerico ha anche il Commercio che assorbe il 23% delle imprese registrate, mentre al terzo posto si trovano le Costruzioni (13% del totale); seguono poi il Manifatturiero (8,1%) e i Servizi alle imprese (7,3%). Rispetto al 2012 il numero delle imprese è in aumento nei Servizi alle imprese (+2,8%) e nel Turismo (+2,1%); negli altri comparti, le variazioni sono abbastanza contenute, ad eccezione dell’Agricoltura che subisce una diminuzione del numero delle imprese del 2,7%. I risultati economici Il valore della produzione aggregato delle imprese di capitali attive nella regione Molise è stato di poco superiore ai €3,4 miliardi, praticamente uguale a quello dello scorso anno e in leggero aumento rispetto al 2010. Il valore aggiunto, invece, subisce un calo piuttosto consistente. I risultati di reddito subiscono un vero e proprio crollo: sia l’Ebit che il risultato ante imposte e quello netto sono nel 2012 ampiamente negativi; per quanto riguarda l’utile (lordo e netto), si tratta del terzo anno consecutivo di risultati negativi e progressivamente peggiori. Va evidenziato che nel 2012, come del resto anche nel biennio precedente, il costo delle imposte ha pesato su un sistema produttivo che aveva un reddito operativo già negativo, acuendo in modo drammatico la perdita. L’andamento del campione di imprese “co-presenti” (quelle cioè di cui si dispone il bilancio in tutti i tre anni del periodo considerato) nel triennio 2010-2012 conferma la tendenza osservata con riferimento al campione nel suo insieme. Gli addetti Sul campione di 22.824 imprese attive della regione Molise di cui è disponibile il dato relativo agli addetti totali (pari al 74% del totale delle imprese attive), si registrano nel 2013 56.809 addetti. L’occupazione ha avuto un andamento molto negativo, con una diminuzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno di ben il 7,2% che arriva addirittura oltre l’11% se si considerano i soli addetti dipendenti.

 
   
   
LECCE - MOVIMPRESE: CRESCONO LE AZIENDE DEGLI UNDER 35  
 
 Lecce, 29 gennaio 2014 - Una nuova flessione per il bilancio demografico delle imprese salentine: il 2013 si è chiuso con – 122 aziende e un tasso di crescita negativo dello 0,17%. Le imprese nate nel corso dell’anno sono state 5.430, il valore più contenuto dal 2004 ad oggi, a fronte di 5.552 cessazioni, valore quest’ultimo che dopo una punta massima del 2009 (6.580 cessate) si è ridotto l’anno successivo (4.940) per poi tornare a crescere, sia pure lentamente come si evince dalla tabella. Analizzando le imprese cessate in base all’anno d’iscrizione delle stesse, si osserva che il 41% , esattamente 2.252 imprese, è stato presente sul mercato per non più di cinque anni. Spesso l’apertura di una nuova attività è una forma di autoimpiego, poiché non si trova un lavoro, dietro la quale non c’è un vero progetto imprenditoriale in grado di reggere le sfide del mercato, per cui moltissime imprese hanno un ciclo di vita che non supera il quinquennio. Le imprese degli under 35, però, nel corso del 2013 hanno dato nuova linfa al tessuto imprenditoriale salentino. Le iscrizioni giovanili, infatti, sono state 2.016 a fronte di 1.078 cancellazioni con un saldo positivo di 938. Queste ultime si concentrano, mettendo da parte le 645 imprese non classificate, nel commercio che chiude il 2013 con 157 nuove attività gestite da giovani, in modo particolare nel commercio al dettaglio (124), mentre 42 nuove imprese sono riconducibili ai lavori specializzati dell’edilizia e 35 ai servizi alla persona. I settori economici- L’analisi settoriale non può che essere parziale, a causa dell’elevato numero (un saldo di 1.588 unità) delle imprese non classificate, cioè quelle che al 31.12.2013 non sono state imputate ad un settore economico specifico, poiché di fatto non hanno ancora iniziato l’attività economica. Tenendo presente tale situazione, si evidenzia che tutti i settori economici hanno registrato saldi negativi, in particolar modo il commercio che in un anno perde 403 aziende (con un tasso di crescita di -1,76%), segue l’agricoltura con -365 unità ( -3,72%) e le costruzioni – 318 (-2,93%) . Il manifatturiero complessivamente perde 256 imprese (-3,57%), di cui 96 riconducibili al settore moda ed esattamente 26 al tessile, 50 all’abbigliamento e 21 al calzaturiero. Le industrie alimentari registrano una perdita di 34 imprese e il settore della fabbricazione di prodotti in metallo altre 34, il comparto dei mobili ne perde 11. Infine il settore legato ai servizi di alloggio e ristorazione registra – 166 imprese (-3,16%). Gli unici settori che hanno registrato saldi positivi sono quelli dell’energia che chiude l’anno con un saldo di 5 imprese e un tasso di crescita del 3,38% e il settore delle attività immobiliari che registra un saldo di 9 imprese (+0,93%), ma occorre evidenziare che il peso di questi settori sulla struttura imprenditoriale salentina è di appena 0,21% (energia) e dell’1,35% per le attività immobiliari. Analizzando l’andamento dei principali comparti economici salentini nel corso degli ultimi cinque anni, si osserva che il settore dell’agricoltura ha subìto una variazione percentuale dello stock delle imprese di oltre l’11%, le imprese agricole infatti sono passate da 10.683 del 2009 a 9.453, con una conseguente riduzione del peso sulla struttura imprenditoriale salentina: dal 14,8% (2009) al 13,08% (2013). Lo stesso andamento si verifica a livello nazionale e che vede tra le cause l’abbandono di aziende agricole per la loro marginalità economica e il venir meno di molti vecchi titolari. Si riduce anche il numero delle attività manifatturiere (-8,53%) passate da 7.642 (2009) a 6.914 (2013), di pari passo diminuisce il loro peso percentuale, passato da 10,65% a 9,57%. Le imprese dell’edilizia, al contrario di quanto avviene a livello nazionale, “tengono” crescendo del 3,08% nel periodo analizzato e mantenendo stabile l’incidenza sullo stock del tessuto imprenditoriale (in media 14,5%). Anche il commercio cresce del 2,87% nel periodo 2009-2013, passando da 21.883 imprese alle attuali 22.511 mantenendo costante il peso percentuale sul totale delle attività produttive (31,16%). In generale nell’arco temporale in esame le imprese legate ai servizi alle imprese e alle persone evidenziano un trend di crescita con punte del 33% per i servizi della sanità e assistenza sociale. Le forme giuridiche- Analizzando la forma giuridica delle imprese, il 2013 evidenzia una netta dicotomia nelle dinamiche delle principali tipologie rispetto al 2012: da un lato le società di capitale e le “altre forme”, quest’ultime essenzialmente cooperative, realizzano un saldo positivo rispettivamente di 477 e 131 imprese, con un tasso di crescita del 3,96% per le società di capitale, in crescita rispetto al 2012 (2,91%), e di 4,80% per le “altre forme”, in diminuzione rispetto allo scorso anno (5,34%). L’incidenza percentuale delle società di capitale sullo stock delle imprese registrate è aumentata passando dal 16,56% (2012) all’attuale 17,35%, analogamente quella delle altre forme: dal 3,76% a 3,96%. Viceversa le imprese individuali e le società di persone registrano nel 2013 saldi negativi. In particolare le imprese individuali realizzano un saldo pari a – 739 imprese e la loro incidenza percentuale sul totale delle imprese diminuisce di un punto (dal 68,51% del 2012 al 67,52% del 2013). Analogamente le società di persone perdono 78 aziende, e il loro peso sullo stock delle imprese registrate è leggermente diminuito passando dal 11,17% all’11,05%. Le imprese artigiane- L’anno 2013 per le imprese artigiane è stato un anno fortemente negativo, a livello nazionale il saldo è stato di -27.893, nella provincia di Lecce l’anno si è chiuso con – 411 imprese, il peggior risultato degli ultimi cinque anni, che ha portato lo stock delle imprese artigiane a 19.002. Le iscrizioni sono state 1.231, il valore più basso del quinquennio, mentre le cancellazioni sono state 1.642. Il settore dell’edilizia che costituisce il 39% del totale delle imprese artigiane ha registrato un saldo negativo di ben 238 imprese, anche il manifatturiero, altro settore rilevante del comparto artigiano, ha perso 131 attività produttive, di cui 52 riconducibili al tessile-abbigliamento-calzaturiero, 21 al comparto del legno, 29 all’industria di fabbricazione di prodotti in metallo. Positivo, invece il saldo delle attività legate ai servizi alla persona (+29 imprese.) L’87% delle imprese artigiane è costituito da imprese individuali (16.517) e il 10% da società di persone (1.824), residuale (3%) pertanto l’incidenza delle società di capitale (580 imprese) delle altre forme (81 aziende). Il saldo negativo dell’anno è imputabile alle imprese individuali (-425) e in misura marginale alle società di persone (-25); positivo, invece il saldo delle società di capitale (+27) e delle altre forme (+14). Le imprese dei comuni- Nel corso del 2013, il bilancio imprenditoriale di 37 comuni, su 97 che costituiscono la provincia di Lecce, ha registrato saldi positivi. Considerando i valori assoluti dei saldi, al primo posto troviamo Lecce con 176 nuove imprese, seguita da San Cesario (28), Cavallino (17), Aradeo (16) e Lizzanello (15). Analizzando, però i tassi di crescita, indicatore che tiene conto delle dimensioni del tessuto imprenditoriale di base, è il piccolo comune di Montesano che realizza la migliore performance con un + 6,12%, seguito da San Cesario (3,56%), Martignano (3,23%) e Diso (3,17%). I comuni, invece, che nel corso del 2013 in cui si sono registrati saldi negativi sono Melissano e Nardò entrambi con – 26 aziende, Carpignano Salentino (-25) e Trepuzzi (-22). Considerando i tassi di crescita, è il comune di Carpignano Salentino che registra il peggior tasso di crescita con – 6%, seguito da Surano (4,17%) e Alliste (3,98%).